La fine dell'anno si avvicina ed é tempo di bilanci. L'S&P500 finora ha guadagnato il +24.34%, il Nasdaq Composite il +30.39%, l'Eurostoxx50 il +7.50%, il DAX il +18.70%, l'SMI il +2.29%. È ovvio che ha una buona performance chi ha investito in America specialmente nel settore tecnologico. L'USD si é rivalutato rispetto all'EUR ed é rimasto stabile rispetto al CHF - questo ha incrementato il guadagno per gli investitori con moneta di riferimento EUR. Chi ha solo comperato azioni europee potrebbe avere un risultato positivo ma deludente - pochi si aspettavano la sovraperformance del DAX. Peggio é andato chi ha scelto la borsa svizzera o borse in affanno come il CAC40 (-3.56%). Il problema era di difficile soluzione specialmente per gli investitori con moneta di riferimento CHF - tra franco forte e azioni relativamente deboli la scelta di dove diversificare era complessa. Gli investimenti in obbligazioni di lunga durata in USD hanno deluso le aspettative e chiudono l'anno in perdita - siamo convinti che l'anno prossimo invece questo comparto risulterà vincente.
Nel primo semestre 2025 ci aspettiamo l'accelerazione finale di tipo esaustivo che sarà finalmente alimentata da tassi d'interesse in calo e da un indebolimento dell'USD. Sarà un rialzo generalizzato che coinvolgerà tutti i mercati azionari. Favoriamo però sempre la borsa americana e i settori tecnologici e ciclici.
Riassumendo il nostro scenario per il prossimo futuro non cambia e restiamo pienamente investiti in azioni, obbligazioni di lungo termine e metalli preziosi. Ci aspettiamo sorprese positive dal settore delle piccole e medie imprese (Russell2000, MDAX e simili) e dall'argento. Il comportamento dei mercati finanziari durante il 2024 hanno secondo noi confermato il nostro scenario di base rialzista. Il Bull Market non ha ancora esaurito il suo potenziale di rialzo e il top é ancora lontano almeno in termine di punti.
Eurostoxx50 -2.16% a 4862 punti
SX7E (banche) -2.98% a 142.93 punti
DAX -2.55% a 19884 punti
SMI -2.58% a 11385 punti
FTSE MIB -3.22% a 33766 punti
S&P500 -1.99% a 5930.85 punti
Nasdaq100 -2.25% a 21289 punti
In generale la tendenza dominate resta al rialzo (50.0% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 58.98) e il calo dei Summation Index non ci impensierisce poiché é dovuto unicamente alla temporanea debolezza relativa delle azioni delle PMI. Favoriamo sempre i mercati azionari americani rispetti a quelli europei o asiatici a causa delle migliori prospettive economiche. Ripetiamo però il nostro avvertimento - siamo nella fase finale di un lungo bull market e le azioni sono fondamentalmente molto sopravvalutate. Dopo un'accelerazione finale di tipo esaustivo seguirà un crollo e l'inizio di un bear market causato da deflazione e eccessivo indebitamento. Questo violento cambiamento di direzione si verificherà l'anno prossimo - é però ancora troppo presto per abbandonare i mercati azionari poiché il potenziale residuo di rialzo é ancora considerevole e a breve non ci sono ancora consistenti problemi all'orizzonte.
La nostra politica d'investimento non cambia.
Eurostoxx50 -0.21% a 4968 punti
SX7E (banche) +0.98% a 147.32 punti
DAX +0.10% a 20405 punti
SMI -0.84% a 11694 punti
FTSE MIB +0.40% a 34888 punti
S&P500 -0.64% a 6051.09 punti
Nasdaq100 +0.76% a 21780 punti
Poi vedremo...
Il rialzo é sostenibile e regolare e tutti gli analisti tecnici che sulla base degli indicatori di ipercomperato ed eccesso di rialzo tentano di prevedere una correzione o addirittura pensano di avere visto il top, sbagliano. Non hanno ancora capito che il rialzo si trova nella sua fase finale che é contraddistinta dalla mancanza di correzioni. Il rialzo viene alimentato da tutti quelli, ancora scettici (Fear&Greed Index a 53 punti), che sono obbligati a saltare sul carro in corsa e non può che terminare in una accelerazione finale di tipo esaustivo. La fine non é lontana - é una questione di mesi. Ma prima ci dovrà essere euforia e un consenso generale che il mercato può solamente salire.
Non dimentichiamo però il fatto che fondamentalmente le azioni sono estremamente sopravvalutate - il rialzo é solo alimentato da liquidità e fattori psicologici. Scoppierà quindi improvvisamente come una bolla di sapone. Sarà difficile prevedere il massimo definitivo. Noi siamo unicamente sicuri che per ora c'é luce verde (62.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 65.97) e ci saranno ancora settimane di forte rialzo. Cercheremo di avvisarvi con anticipo quando il rischio comincerà ad essere insostenibile. Per ora non c'é ancora la minima ragione di abbandonare la festa.
Eurostoxx50 +3.60% a 4977 punti
SX7E (banche) +5.45% a 145.89 punti
DAX +3.86% a 20384 punti
SMI +0.14% a 11780 punti
FTSE MIB +4.00% a 34749 punti
S&P500 +0.96% a 6099.27 punti
Nasdaq100 +3.30% a 21622 punti
Il prossimo commento verrà pubblicato domenica 8 dicembre.
Come pensavamo sulla base di esperienze del passato, lentamente l'interesse degli investitori si sta spostando dai titoli a grande capitalizzazione alle piccole e medie imprese. Anche questa settimana l'indice che le rappresenta in America, il Russell2000 (+1.60% a 2406 punti), ha sovraperformato con una guadagno del +4.46%. Siamo convinti che questo effetto continuerà anche nel prossimo futuro. Dagli attuali 2406 punti il Russell2000 potrebbe raggiungere sul top i 3000 punti.
Restiamo pienamente investiti in azioni favorendo il mercato azionario americano. L'Europa fatica a seguire come potete notare dalle performances settimanali dei maggiori indici. Questo comportamento rispecchia le diverse situazioni economiche dei due continenti. Pensiamo che anche nei prossimi mesi le borse europee, pur guadagnando terreno, si comporteranno peggio dell'America.
Anche l'oro (2715 USD/oncia) ha ripreso il rialzo e lo ha fatto in maniera da soddisfare appieno le attese degli analisti tecnici. Intorno al supporto a 2550 USD e da una evidente situazione di ipervenduto l'oro ha avuto una serie di 5 sedute positive ed é tornato a ridosso del massimo storico a 2790 USD. Il nostro obiettivo a 3000 USD é a portata di mano. L'argento, pur risalendo fino a 31.41 USD (performance settimanale del +3.52%), si muove ancora in scia senza riuscire ad accelerare. Siamo leggermente delusi ma il grafico é costruttivo e i fondamentali restano ottimi. Siamo convinti che nel prossimo futuro l'argento salirà almeno sul nostro obiettivo a 38 USD.
Per il momento i redditi delle obbligazioni non si muovono come ci eravamo immaginati. In una settimana il reddito dell'UST Bond decennale é sceso di poco da 4.44% a 4.41% ma noi prevediamo da mesi un forte calo che per ora non si é materializzato. A novembre i tassi d'interesse sono rimasti stabili invece che scendere. Non cambiamo però opinione. I tassi d'interesse reali sono troppo alti, l'inflazione é sotto controllo e la crescita economica rallenta. Non crediamo che la politica economica di Trump possa cambiare qualcosa. Siamo quindi convinti che nel prossimo futuro i tassi d'interesse di mercato debba scendere alimentando il rialzo dei mercati azionari. Il differenziale dei tassi d'interesse dovrebbe muoversi in sfavore dell'USD che deve indebolirsi. La svalutazione dell'USD dovrebbe stimolare ulteriormente il rialzo dei metalli preziosi.
Eurostoxx50 -0.10% a 4789 punti
SX7E (banche) -1.44% a 142.75 punti
DAX +0.58% a 19322 punti
SMI +0.83% a 11716 punti
FTSE MIB -2.04% a 33494 punti
S&P500 +1.68% a 5969.34 punti
Nasdaq100 +1.87% a 20776 punti
L'S&P500 ha aperto a 5944 punti, é salito sul massimo a 5972 punti e sceso nuovamente sul minimo a 5944 punti per le 16.30. Poi é oscillato stancamente in laterale e ha chiuso a 5969.34 punti (+0.35%). In fondo é stata una giornata noiosa con un range di soli 28 punti. Segnaliamo il buon comportamento del Russell2000 (+1.60%) sul quale notiamo un volume relativo di 1.4.
Pensiamo che nelle prossime settimane il rialzo dovrebbe continuare. Il ritmo del rialzo dovrebbe aumentare appena i tassi d'interesse di mercato torneranno a calare. Se interpretiamo correttamento il comportamento degli oscillatori e lo paragoniamo alle scadenze dei derivati pensiamo che l'accelerazione debba verificarsi nella prima settimana di dicembre.
Vi ricordiamo che in America giovedì 28 novembre si festeggia Thanksgiving ed é un giorno di festa. La borsa é chiusa. Venerdì, é Black Friday e molti operatori saranno assenti. La borsa chiude alle 13.00 (19.00 in Europa).
Eurostoxx50 -0.15% a 4794 punti
SX7E (banche) +0.07% a 144.85 punti
DAX -0.27% a 19210 punti
SMI -1.52% a 11627 punti
FTSE MIB +1.11% a 34191 punti
S&P500 -2.08% a 5870.62 punti
Nasdaq100 -3.42% a 20394 punti
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2678 su 6746, NH/NL a 223 su 1077 (valore alto e a dire il velo inquitante...) e volume relativo a 1.4 (a causa della scadenza delle opzioni di novembre). I Summation Index sono in calo - Il 47.6% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE é a 62.94. Analizzando i dati tecnici del mercato azionario é possibile che la correzione continui - noi pensiamo però che la correzione sia finita a causa dei segnali costruttivi provenienti dai mercati abbligazionari e da quelli delle materie prime. L'oro (2562 USD/oncia ) sembra aver completato la correzione sul supporto a 2550 USD mentre l'argento (future a 30.34 USD) ha reagito con un reversal dopo aver bucato momentaneamente l'obiettivo massimo della correzione a 30 USD.
Insomma - non abbiamo elementi certi ma la tendenza di fondo e la somma degli indizi tecnici favoriscono a breve una ripresa del rialzo della borsa americana. Le borse europee dovrebbero seguire a distanza trascinate (per assurdo considerando la recessione e la crisi politica in Germania) dal DAX tedesco. Non bisogna dimenticare che le borse non sempre seguono la logica economica ma sono dominate da liquidità ed emozioni influenzate più dalle prospettive future che dalla realtà del momento.
Vi ricordiamo che a livello di sentiment abbiamo un'obiettivo di riferimento - secondo noi la volatilità VIX (14.94) sul top dovrebbe essere sui 10 punti. C'e ancora parecchia strada da fare...
Eurostoxx50 -1.55% a 4802 punti
SX7E (banche) -0.35% a 144.74 punti
DAX -0.21% a 19215 punti
SMI -1.36% a 11797 punti
FTSE MIB -2.48% a 33816 punti
S&P500 +4.66% a 5995.54 punti
Nasdaq100 +0.41% a 21117 punti
Nelle prossime sedute potrebbe e dovrebbe esserci un ritracciamento poiché i valori di DSI (Daily Sentiment Index) sono troppo alti per S&P500 e Nasdaq100 e troppo bassi per VIX (DSI a 10). Restamo però pienamente investiti. Siamo incerti di come potrebbe reagire l'Europa dove le premesse economiche sono meno favorevoli che in America. La caduta del governo tedesco non aiuta di certo malgrado che il DAX questa settimana non abbia subito un tracollo. Ripetiamo però che il rally dovrebbe concentrarsi in America mentre che il resto del mondo dovrebbe solo seguire in scia.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5976 punti, é salito a balzi regolari fino alle 20.45 quando ha raggiunto il record a 6012 punti e poi ha ceduto una decina di punti e ha chiuso a 5995.54 punti (+0.38%). La seduta al NYSE é stata positiva ma non entusiasmante (A/D a 5449 su 3961, NH/NL a 884 su 458 e volume relativo a 1.2). La tendenza di fondo resta tecnicamente al rialzo con il 61.4% dei titoli USA sopra la SMI a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 65.74 punti. I Summation Index salgono.
Insomma - a breve il mercato deve assorbire degli eccessi e l'S&P500 potrebbe consolidare alcuni giorni sui 6000 punti. Pensiamo però che il gap tra i 5783 ed i 5864 punti, che é apparso sul grafico mercoledì, debba restare aperto e rappresentare un gap di accelerazione.
Riassumendo la buona notizia é che il rally a Wall Street ha ancora parecchio potenziale - quella negativa é che la fase di rialzo si avvicina alla fine. Il top é ormai solo una questione di mesi (3-6?) e dopo potrebbe seguire un crollo causato da una crisi deflazionistica ampliata dall'eccesso di debiti e leverage. Ne riparleremo nelle prossime settimane.
Un valore che non delude é l'oro. Questo metallo prezioso ha toccato mercoledì un nuovo record storico a 2790 USD/oncia e ha terminato la settimana a 2736 USD/oncia. Il rialzo é costante é regolare. L'argento fatica a seguire - il future ha chiuso venerdì a 32.58 USD contro i 33.78 di una settimana fà. Questo sviluppo segue però la nostra previsione. Due settimane fà vi avevamo avvertito che dopo la rottura al rialzo ci doveva essere una fase di consolidamente con una correzione fino a 32.00-32.40 USD. La correzione é praticamente completa e a breve il prezzo dell'argento dovrebbe ricominciare a salire in direzione del nostro obiettivo intermedio a 38 USD.
Eurostoxx50 -1.32% a 4877 punti
SX7E (banche) +0.32% a 145.26 punti
DAX -1.07% a 19255 punti
SMI -1.62% a 11967 punti
FTSE MIB -0.29% a 34676 punti
S&P500 -1.37% a 5728.80 punti
Nasdaq100 -1.56% a 20033 punti
La nostra politica d'investimento é invariata.
Sono assente nel fine settimana del 26-27 ottobre.
Il prossimo commento verrà pubblicato domenica 3 novembre.
Noi siamo convinti che il rialzo deve continuare anche perché nel nostro mosaico mancano ancora alcune componenti - i tassi d'interesse devono scendere ulteriormente, l'USD deve indebolirsi e il rialzo allargarsi ai settori ora trascurati come quello delle piccole e medie imprese. Chi ha riserve di liquidità può ancora comperare ETF sugli indici "secondari" come l'MDAX, il SDAX e in particolare il Russell2000 (RUT) che lentamente mostra segni di risveglio. Il Russell2000 (2276 punti) questa settimana é salito del +1.80% sfiorando il nuovo massimo annuale. Vediamo una forte somiglianza tra il grafico dell'argento e quello del Russell2000 - i 2300 punti di RUT corrispondono ai 32.40 USD/oncia di argento. Confontate le charts e immaginatevi cosa succederà appena il RUT riuscirà a sfondare la resistenza. Spesso il terzo tentativo é quello piu complicato ma anche quello che infine ha successo...
Eurostoxx50 -0.37% a 4986 punti
SX7E (banche) +2.05% a 148.10 punti
DAX +1.46% a 19657 punti
SMI +1.48% a 12326 punti
FTSE MIB +2.61% a 35204 punti
S&P500 +0.85% a 5864.67 punti
Nasdaq100 +0.25% a 20324 punti
L'S&P500 si é mosso in soli 26 punti con un minimo a 5846 subito dopo l'apertura e un massimo a 5672 punti verso le 20.30. L'indice é poi ridisceso a 5850 punti e ha chiuso a 5864.67 punti (+0.40%). Pur essendo stata una buona seduta (A/D a 6037 su 3255, NH/NL a 821 su 228) il mercato ha dato segni di stanchezza e non é riuscito a migliorare i massimi di giovedì.
Sul fronte economico segnaliamo giovedì la decisione della BCE di ridurre i tassi d'interesse di riferimento del -0.25% - il trend al ribasso del costo del denaro in America e in Europa é evidente e sostiene le borse.
Il conflitto in Medio Oriente non sembra influenzare negativamente i mercati finanziari - il prezzo del petrolio (WTI) é sceso a 68.69 USD/barile - l'8 ottobre, al culmine della crisi tra Israele e Iran, era schizzato a 78 USD.
Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti sono alle porte. Il 5 novembre si avvicina senza che ci sia un chiaro favorito. Non pensiamo che la vittoria di Trump o della Harris possano influenzare il rialzo della borsa. L'unico problema che potrebbe creare scompiglio é un risultato incerto e contestato. In questo caso la borsa americana potrebbe avere una sostanziale correzione. Per ora questa sembra una variante poco probabile che viene evidentemente ignorata dagli investitori.
Il trend rialzista é solido e sostenibile (66.4% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 66.80 punti) con una partecipazione in aumento. Questa settimana sono salite praticamente tutte le borse mondiali in maniera compatta. Osserviamo una buona rotazione tra settori - la tecnologia sta facendo una pausa mentre le PMI sono in recupero.
Restiamo pienamente investiti in azioni e favoriamo il mercato americano a quello europeo. Poiché il rialzo é generalizzato consigliamo di comperare indici o ETF settoriali - a livello di singole imprese é possibile che ci siano sorprese negative e in questo periodo dove le forze trainanti sono la liquidità e le emozioni é difficile fare una buona selezione tra le diverse imprese.
Siamo positivi per quel che riguarda i mercati obbligazionari anche perché questi constituiscono una buona assicurazione in caso di incidenti di percorso. Nei prossimi mesi però sottoperformeranno i mercati azionari mentre saranno decisamente da favorire una volta che le borse avranno raggiunto il top.
Da ultimo manteniamo le nostre posizioni in oro (2657 USD/oncia) e argento (future a 31.74 USD/oncia). Anche i metalli preziosi sono in una forte fase di rialzo - questa settimana c'é stata una pausa con un sano consolidamente che apre la strada ad ulteriori guadagni.
Insomma - il party continua e l'importante é mantenere la rotta senza farsi spaventare dalla alte valutazioni fondamentali e dagli appelli delle Cassandre. Bisogna solo evitare di avere (troppa) liquidità.
Eurostoxx50 +1.00% a 5003 punti
SX7E (banche) +3.46% a 145.12 punti
DAX +1.32% a 19373 punti
SMI +1.31% a 12154 punti
FTSE MIB +2.13% a 34308 punti
S&P500 +1.11% a 5815.03 punti
Nasdaq100 +1.18% a 20272 punti
Venerdì abbiamo avuto la logica conclusione di questo comportamento. L'S&P500 ha aperto in calo a 5775 punti. È subito salito e verso le 16.30 é arrivato a 5819 punti. Si é fermato per ore sui 5810 punti, é sceso a 5802 punti per prendere slancio ed é salito alle 21.10 sul nuovo massimo storico a 5822 punti. Sul finale ha ritracciato e ha chiuso a 5815.03 punti (+0.61%). Tutti i settori hanno partecipato (DJT +2.14%, Nasdaq100 +0.15%, Russell2000 +2.10%, A/D a 7454 su 1843). I Summation Index sono in calo ma stanno girando creando la premesse per la prossima sostanziale spinta di rialzo.
Insomma - questa settimana gli indici azionari sono saliti malgrado che gli indicatori tecnici mostrassero che internamente il mercato stava consolidando con correzioni a livello settoriale. Nel prossimo futuro le premesse tecniche dovrebbero migliorare mentre da tassi d'interesse e USD dovrebbe nuovamente arrivare una spinta positiva. La seconda parte del mese di ottobre potrebbe essere ottima.
Noi crediamo che le Banche Centrali sono in ritardo e che la politica monetaria é stata troppo restrittiva per troppo tempo. Siamo quindi convinti che lentamente lo scenario di soft landing si trasformerà in una recessione con forte rischio di deflazione. Nei prossimi mesi le borse dovrebbero ancora accelerare al rialzo per poi crollare sotto il peso di eccessive valutazioni fondamentali e prospettive economiche improvvisamente negative. Prima però deve ancora esserci una fase di euforia con l'ormai famosa accelerazione finale di tipo esaustivo. A breve non vediamo pericoli all'orizzonte e non pensiamo che il conflitto in Medio Oriente si estenderà ad altri Paesi costituendo un grave problema per l'economia mondiale.
Restiamo quindi pienamente investiti sui mercati azionari, specialmente quello americano. Crediamo che questa settimana il reddito di mercato delle obbligazioni e l'USD siano unicamente rimbalzati per ragioni tecniche - siamo convinti che il ribasso debba a breve riprendere alimentando il rialzo dei mercati azionari.
La performance settimana delle borse europee é stata negativa (Eurostoxx50 -2.22%). Specialmente i settori sensibili ai tassi d'interesse come le banche (SX7E -4.78%) hanno corretto in maniera sostanziale. Considerando quanto era successo nella settimana precedente (Eurostoxx50 +4.04%) questo é però logico e non costituisce un problema. Le borse europee sono semplicemente più volatili di quella americana dove il trend rialzista é più stabile. Per inciso i nostri indicatori di base restano stabilmente positivi (66.0% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 67.90).
I metalli preziosi si sono comportati come la borsa americana. Il prezzo dell'oro in USD ha marciato sul posto (2653 USD/oncia) mentre il prezzo in EUR ha fatto registrare venerdì la migliore chiusura della storia a 2417 EUR/oncia. Il future sull'argento é salito da 31.92 di venerdì scorso a 32.45 USD/oncia con un incremento settimanale del +1.66% - la temuta correzione intermedia a 30 USD non si é verificata ma questa possibilità esiste ancora. Venerdì il future ha toccato un nuovo massimo annuale a 33.23 USD. Inutile dire che la tendenza dominante resta al rialzo, noi siamo investiti e fiduciosi sul raggiungimento dei nostri ambiziosi obiettivi.
Eurostoxx50 -2.22% a 4955 punti
SX7E (banche) -4.78% a 140.26 punti
DAX -1.81% a 19120 punti
SMI -1.91% a 11997 punti
FTSE MIB -3.26% a 33594 punti
S&P500 +0.90% a 5751.07 punti
Nasdaq100 +0.13% a 20035 punti
Questo significa niente correzione minore? No - numerosi segnali tecnici ci inducono a credere che una minicorrezione é ancora necessaria e pendente. Gli oscillatori non hanno ancora scaricato l'ipercomperato e i dati sulla partecipazione si indeboliscono. I Summation Index stanno girando e mercoledì sono brevemente scesi. Ma é soprattutto il mercato delle opzioni a mostrare una certa pericolosa euforia tra i traders. La CBOE Equity put/call ratio é rimasta tutta la settimana intorno a 0.50 mentre la MM a 10 giorni é scesa a 0.53. Di conseguenza ci sono troppi traders long che a breve devono vendere per chiudere le posizioni speculative long - quest'anno ogni volta che questo indicatore é sceso sotto i 0.56 l'S&P500 ha corretto. Forse nessuno venderà prima della scadenza del trimestre in maniera da mostrare una "bella performance" - alla fine di settembre manca però solo la seduta di lunedì. Non stupitevi quindi se settimana prossima c'é un breve vuoto d'aria.
Siamo infine investiti in metalli preziosi. Il rialzo dell'oro (2658 USD/oncia) é regolare e stabile. L'oro ha toccato giovedì un nuovo record storico a 2685 USD/oncia - l'obiettivo a 3000 USD si avvicina. Il future sull'argento ha chiuso venerdì a 31.92 USD. La performance settimanale é stata del +1.33%. L'argento é balzato del +4.33% lunedì (32.43) ma poi si é "spento" e ha cominciato a correggere per l'ennesima volta. Potrebbe al massimo ridiscendere sui 30 USD dando un'ultima opportunità d'acquito a chi ancora non é investito. Il prezzo di questo metallo é molto volatile e il mercato é altamente speculativo. Pensiamo però che il nostro obiettivo annuale a 38 USD sia solamente una tappa intermedia all'interno di un movimento di rialzo con un enorme potenziale.
Eurostoxx50 +4.04% a 5067 punti
SX7E (banche) +0.89% a 147.31 punti
DAX +4.03% a 19473 punti
SMI +2.54% a 12234 punti
FTSE MIB +2.86% a 34727 punti
S&P500 +0.62% a 5738.17 punti
Nasdaq100 +1.09% a 20008 punti
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5756 punti, È brevemente sceso a 5750 punti per poi risalire sul massimo giornaliero a 5763 punti. Successivamente l'indice é scivolato verso il basso fin verso le 20.30 quanto ha toccato il minimo a 5727 punti. Dopo un rimbalzo a 5745 punti l'indice ha chiuso a 5738.17 punti (-0.13). Nel complesso una seduta deludente considerando il buon comportamento dei listini europei (Eurostoxx50 +0.69%). L'impressione é che la borsa americana debba ancora consolidare e lo scenario più probabile a breve é ancora una discesa a 5664 punti prima della ripresa del rialzo.
A inizio anno avevamo fissato per il cambio EUR/USD (1.1163) un obiettivo a 1.20-1.25. La direzione é sicuramente quella giusta - forse però il raggiungimento dell'obiettivo slitterà al prossimo trimestre dell'anno prossimo.
Nuovi massimi storici di S&P500, DAX e oro
Le borse europee seguono a distanza quella americana - il DAX ha toccato giovedì un nuovo record storico a 19044 punti. Altri indici faticano a toccare nuovi massimi per problemi specifici o storici - in Svizzera per esempio l'SMI é appesantito dalla debolezza di Nestlé (performance settimanale del -5.63% e nuovo minimo a 52 settimane) mentre l'Eurostoxx50 non ha ancora completamente recuperato i danni procurati dalle varie crisi dell'ultimo ventennio (la crisi tecnologica del 2000-2003, la crisi finanziaria partita dal mercato immobiliare USA del 2007-2008 e la crisi del debito sovrano del 2010-2011).
Anche per quel che riguarda i metalli preziosi la situazione si sviluppa come previsto - l'oro ha fatto segnare venerdì un nuovo record storico a 2625 USD/oncia. L'argento (future a 31.50 USD/oncia, performance settimanale del +1.36%) segue a distanza. Come in borsa lentamente l'interesse degli investitori si dovrebbe spostare dai titoli a grossa capitalizzazione alle PMI, ci aspettiamo che presto o tardi l'argento venga "riscoperto" dagli investitori istituzionali. Vi ricordiamo che il nostro obiettivo per quest'anno é a 38 USD mentre ci aspettiamo che il rialzo dell'oro si "spenga" intorno ai 3000 USD/oncia.
Nel complesso non abbiamo nulla da aggiungere a quando prevediamo da mesi sia per quel che riguarda l'economia che lo sviluppo dei mercati finanziari. Finora funziona tutto come previsto. L'unico inconveniente riguarda il timing - ci aspettavamo che l'inflazione e di riflesso i tassi d'interesse sarebbero scesi più velocemente. Di conseguenza le borse salgono più lentamente del previsto con numerose pause e correzioni intermedie. Questo é però un fattore positivo che rafforza la nostra convinzione riguardante il rialzo. C'é ancora molto scetticismo e molti investitori che non stanno partecipando al rialzo. Ad un certo momento tutti saranno obbligati a saltare sul treno in corsa. Questo rialzo deve finire nell'ottimismo generale e nell'euforia - non prima.
Eurostoxx50 +0.59% a 4871 punti
SX7E (banche) +3.45% a 146.01 punti
DAX +0.11% a 18720 punti
SMI -0.87% a 11934 punti
FTSE MIB +0.58% a 33762 punti
S&P500 +1.36% a 5702.55 punti
Nasdaq100 +1.42% a 19791 punti
Gli investitori hanno aspettato fino a mercoledì per conoscere le decisioni della FED. Ci sono state tre sedute calme e senza sostanziali variazioni (S&P500 +0.13%, +0.03%, -0.29%) e finalmente giovedì si é verificato l'atteso rally che ha scaraventato l'SP500 sopra i 5700 punti. Venerdì invece c'é stata la solita seduta di scadenza tripla di derivati - alti volumi (volume relativo a 2.0) e numerosi repentini cambi di direzione. Per saldo però ha dominato l'ipercomperato e l'S&P500 ha chiuso sul livello d'apertura (5701) a 5702.55 punti (-0.19%). Venerdì ci sono state prese di beneficio su titoli che hanno corso troppo ma per saldo tutti i settori hanno avuto una buona performance settimanale (Russell2000 venerdì -1.10% - performance settimanale +2.08%).
A questo punto l'unico nostro dubbio riguarda solo la profondità e la durata del prossimo dovuto consolidamento. Se fossimo in un mercato in laterale e senza tendenza ci dovrebbe essere una correzione di almeno un -5% in tre settimane. Vista però la situazione attuale crediamo che il consolidamento sarà di breve durata e non dovrebbe superare un -2% (S&P500).
Abbiamo una certa comprensione per i ribassisti poiché i dati economici sono preoccupanti. Specialmente in Europa si delinea una recessione e pochi riescono p.e. a capire perché il DAX ha fatto segnare ad inizio settembre un nuovo record storico mentre la Germania e in una profonda crisi politica ed economica. Le borse però guardano al futuro e sono fortemente influenzate da liquidità e tassi d'interesse. L'inflazione non é più un problema e questa settimana la BCE ha abbassato per la seconda volta quest'anno i tassi d'interesse di riferimento del -0.25%. Mercoledì 18 settembre, vale a dire settimana prossima, anche la FED americana dovrebbe diminuire il costo del denaro e noi ci aspettiamo una riduzione del -0.5% del FED Rate. Le Banche Centrali stanno passando da una politica monetaria restrittiva ad una più espansiva e questo dovrebbe alimentare il rialzo. In seguito noi ci aspettiamo una crisi deflattiva e debitoria che dovrebbe provocare un crollo dei mercati azionari. È però ancora troppo presto per parlare di questa fase successiva. Prima i mercati giocheranno lo scenario del soft landing e arriverà l'accelerazione finale di tipo esaustivo che catapulterà l'S&P500 sopra il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti. Preparatevi a movimenti dinamici e considerevoli in poco tempo. Già questa settimana abbiamo avuto un assaggio di quello che succederà in autunno. Il Nasdaq100 ha guadagnato questa settimana il +5.93% mentre l'argento é balzato del +10.25% - il future é salito da 28.18 a 31.07 con un rally di circa il +8% unicamente nelle ultime due sedute.
A questo punto é necessario citare il nuovo record dell'oro (2578 USD / 2328 EUR per oncia) che venerdì ha toccato un nuovo massimo storico a 2587 punti. Vi ricordiamo che già a marzo di quest'anno avevamo fissato l'obietto di questo lungo rialzo a 3000 USD/oncia - siamo convinti che questo obiettivo verrà raggiunto nei prossimi 6 mesi. Di riflesso restiamo bullish sull'argento che ad un certo punto verrà scoperto dagli investitori istituzionali come valida alternativa all'oro vista la sua decisa sottovalutazione storica. Il nostro obiettivo a 38 USD per quest'anno sembra sotto questa ottica ancora conservativo. In fondo bastano due settimana come quella appena trascorsa per catapultare il prezzo dell'argento a ridosso dei 38 USD... Ci vorrà però un certo lavoro con una modesta correzione sui 32 USD e un consolidamento sopra i 30 USD prima della prossima decisiva spinta di rialzo.
In generale restiamo pienamente investiti sui mercati azionari all'interno dei limiti imposti dai profili d'investimento. Abbiamo posizioni in obbligazioni di lungo termine specialmente in USD dove i tassi d'interesse di mercato sono ancora decisamente interessanti malgrado che venerdì il reddito dell'US Treasury Bond sia sceso a 3.66% (-0.02%). Se però come pensiamo all'orizzonte (6-12 mesi) si profila una crisi economica e finanziaria é utile e necessario essere investiti in obbligazioni lunghe e di prima qualità visto che le Banche Centrali reagiranno come al solito abbassando in maniera massiccia i tassi d'interesse e innondando i mercati di liquidità.
Ci teniamo strette infine le posizioni in metalli preziosi, oro e argento. L'argento é più volatile e speculativo dell'oro - ci vogliono nervi saldi per restare investiti e ignorare i paurosi vuoti d'aria che contraddistinguono questo mercato poco liquido. Il forte potenziale di rialzo giustifica però il rischio e la fatica emotiva.
Eurostoxx50 +2.22% a 4844 punti
SX7E (banche) +1.60% a 141.13 punti
DAX +2.17% a 18699 punti
SMI +1.09% a 12037 punti
FTSE MIB +0.83% a 33568 punti
S&P500 +4.02% a 5626.02 punti
Nasdaq100 +5.93% a 19514 punti
La seduta di venerdì é stata positiva e ha concluso in maniera logica una settimana giocata al rialzo. L'S&P500 ha aperto a 5602 punti, é velocemente salito sui 5630 punti poi é oscillato a caso in una ventina di punti (5615-5636) fino alla chiusura a 5626.02 punti (+0.54%). Gli investitori si sono concentrati su assets speculativi e otticamente "rimasti indietro" e questo spiega la buona prestazione del Russell2000 (RUT +2.49%) che per una volta ha messo in ombra la tecnologia (Nasdaq100 +0.47%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 7704 su 1817, NH/NL a 830 su 169 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa a 16.56 (-0.51), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.54 mentre il Fear&Greed Index é salito a 49 punti (+6). In generale é stata una buona seduta malgrado che la partecipazione resta mediocre.
Come spiegato é probabile che settimana prossima sullo slancio gli indici azionari continuino a salire e l'S&P500 faccia segnare un nuovo record storico. I DSI (Daily Sentiment Index) su S&P500 e Nasdaq100 sono però già alti e quindi é probabile che poi ci sia un breve vuoto d'aria. Non facciamo questa previsione a scopo di trading ma unicamente come forma di avvertimento. Non preoccupatevi di queste correzioni intermedie che malgrado possano essere violente e profonde non intaccano il trend rialzista. Restate investiti e godetevi lo spettacolo di mercati azionari a caccia di record mentre mezzo mondo parla di crisi e possibile recessione.
Ricordiamo che siamo ribassisti sull'USD. L'USD Index é a 101.12 e con la diminuzione dei tassi d'interesse da parte della FED potrebbe arrivare finalmente la spinta ribassista necessaria per rompere definitivamente il supporto a 100.
Lo scenario che seguiamo da tempo si sta sviluppando come previsto e noi restiamo pienamente investiti in azioni e obbligazioni di lungo termine. Favoriamo gli Stati Uniti e i settori ciclici e quelli sensibili ad un calo dei tassi d'interesse. Siamo convinti che le azioni delle PMI sono sottovalutate e consigliamo ancora adesso l'acquisto del Russell2000 (RUT).
Ricordiamo che gli investitori europei hanno unicamente un problema da risolvere - la svalutazione del USD. Nei prossimi mesi il differenziale dei tassi d'interesse si svilupperà a sfavore della moneta americana e l'USD perderà di valore. Chi ha EUR o CHF come moneta di riferimento deve assicurare l'USD contro le monete europee o comperare ETF che compensano il rischio di cambio.
Cosa succederà in futuro lo abbiamo visto in maniera esemplare venerdì. L'S&P500 é salito del +1.15% - il Russell2000 é balzato del +3.19%. Contemporaneamente il cambio EUR/USD é salito a 1.1204 (+0.73%) e l'USD Index é caduto a 100.61 (-0.82%). In pratica per chi calcola in EUR un investimento nell'S&P500 ha reso "solo" il +0.42% (+1.15% di guadagno sull'indice - 0.73% di perdita sul cambio).
L'alternativa é possedere azioni di società europee - le borse europee seguiranno il rialzo della borsa americana. Ripulito dell'effetto cambio é difficile dire quale alternativa sarà la migliore.
Anche i metalli preziosi si sviluppano secondo le nostre previsioni. Non abbiamo bisogno di fare grandi commenti. L'oro (2512 USD/oncia) ha toccato martedì un nuovo record storico a 2531 USD/oncia. Il nostro obiettivo grafico si trova a 3000 USD/oncia. Dovrebbe essere raggiunto nei prossimi 6 mesi. L'argento questa settimana ha guadagnato il +2.64% a 29.86 (future). Il rialzo dell'argento fatica a svilupparsi ma noi restiamo fiduciosi e costruttivi. Presto o tardi gli investitori identificheranno questo metallo come una valida alternativa all'oro e si renderanno conto che il prezzo é "rimasto indietro". Forti acquisti si concentranno in un mercato con scarsa liquidità e improvvisamente il prezzo comincerà a correre. Il nostro obiettivo é a 38 USD/oncia.
Eurostoxx50 +1.38% a 4909 punti
SX7E (banche) +0.76% a 139.05 punti
DAX +1.70% a 18633 punti
SMI +1.34% a 12347 punti
FTSE MIB +1.84% a 33650 punti
S&P500 +1.45% a 5634.61 punti
Nasdaq100 +1.08% a 19720 punti
A breve ci aspettiamo che l'S&P500 salga su un nuovo massimo storico sopra i 5669 punti. Questo dovrebbe avvenire in concomitanza con una rottura dell'USD Index sotto i 100 punti. Dovrebbe poi esserci una breve correzione intermedia o un consolidamente per assorbire i guadagni. In seguito gli indici azionari continueranno a salire.
L'escalazione militare in Medio Oriente con l'odierno attacco degli Hisbollah, le milizie libanesi controllate dall'Iran, contro Israele non costituiscono un pericolo in grado di far deragliare il rialzo delle borse.
Tecnicamente non vediamo problemi all'orizzonte.
Aggiornamento: Purtroppo sono tornato con ritardo dalla vacanza e non sono stato in grado di pubblicare il previsto commento dell'8 o 9 settembre. Mi scuso dell'inconveniente. Il prossimo commento apparirà domenica 15 settembre.
Restiamo pienamente investititi sui mercati azionari e favoriamo il mercato americano e il settore delle piccole e medie imprese.
Gli indici azionari europei sono destinati a seguire l'esempio di Wall Street come é avvenuto nel corso di questa settimana.
Ritorniamo sui metalli preziosi segnalando che l'oro ha toccato venerdì un nuovo record storico a 2508 USD/oncia. Vi ricordiamo che a marzo di quest'anno. quando l'oro aveva superato i 2150 USD/oncia, avevamo fissato usando l'analisi grafica un nuovo obiettivo a 3000 USD. Siamo inoltre bullish sull'argento anche se questo metallo fatica seguire l'oro - tecnicamente mostra finora debolezza relativa e la correzione dai 32 USD fino a i 26.50 USD di maggio-agosto é stata decisamente più lunga e profonda del previsto. Domenica scorsa consideravamo però che la correzione era praticamente terminata e avevamo scritto che dai 27.54 USD il future poteva risalire in una settimana a 29. In effetti si é sviluppato un rally che é sfociato venerdì in una chiusura sul massimo a 29.09 - l'argento ha guadagnato in 5 sedute il +5.62%. Pensiamo che la prossima settimana potrebbe iniziare con un ritracciamento fino al massimo a 28.40 e poi deve riprendere il rialzo. L'ipotesi di un minimo a fine agosto, descritta settimana scorsa, non é ovviamente più valida ed é già stata eliminata lunedì 12 agosto con il superamento dei 28 USD. Il nostro obiettivo resta a 38 USD entro la fine di quest'anno.
Eurostoxx50 +3.53% a 4840 punti
SX7E (banche) +4.30% a 137.99 punti
DAX +3.38% a 18322 punti
SMI +2.70% a 12188 punti
FTSE MIB +3.96% a 33040 punti
S&P500 +3.93% a 5554.25 punti
Nasdaq100 +5.37% a 19508 punti
Per tutta la settimana i pessimisti sono rimasti in attesa della ripresa del ribasso - prima hanno argomentato che il rimbalzo dal minimo del 5 agosto doveva durare da 3 a 7 giorni. Poi, quando il rialzo é continuato, erano sicuri che si sarebbe bloccato contro la resistenza a 5400 punti. Martedì sera (S&P500 +1.68% a 5434 punti) avevano i primi dubbi ma sono rimasti ribassisti poiché anche mercoledì (+0.38% a 5455 punti) l'S&P500 non si era allontanato di molto dai 5400 punti. Giovedì (S&P500 +1.61% a 5543 punti) erano a corto di argomenti ma speravamo in un crollo venerdì. Invece la seduta di venerdì é stata ancora positiva (S&P500 + 0.20% a 5554.25 punti) con un'apertura sul minimo ed una chiusura vicino la massimo a 5562 punti. I dati sulla partecipazione sono buoni (A/D a 6294 su 2909, NH/NL a 289 su 210) mentre il sentiment mostra ancora scetticismo (Fear&Greed Index a 35 punti, CBOE Equity put/call ratio a 0.51, VIX a 14.80). Non vediamo problemi tecnici all'orizzonte che possano impedire una continuazione di questa fase di rialzo e lo scenario macroeconomico si sta sviluppando secondo le nostre previsioni.
Restiamo decisamente ottimisti per lo sviluppo dei mercati finanziari (indici azionari e obbligazioni al rialzo) per i prossimi 3 - massimo 6 mesi. Lo stesso vale per i metalli preziosi (oro e argento).
Una settimana fà é circolata insistentemente la previsione di una recessione in America - pensiamo che nel prossimo futuro questo scenario sarà sostituito da quello di un atterragio morbido (soft landing). L'inflazione é in calo insieme al costo del denaro mentre l'economia, almeno negli Stati Uniti, continua a crescere. Questo é uno scenario ideale per i mercati azionari e crediamo che gli investitori cominceranno di nuovo a comprare azioni con entusiasmo. Ora sono ancora pessimisti (Fear&Greed Index a 24 punti) e sottoinvestiti. Molti dovranno tornare almeno a posizioni azionarie neutre spostandosi oltre tutto da titoli difensivi a quelli di crescita e quelli favoriti da un calo dei tassi d'interesse.
Restiamo pienamente investiti sui mercati azionari favorendo la borsa americana ed il settore delle PMI (Russell2000).
Eurostoxx50 +0.77% a 4675 punti
SX7E (banche) -0.34% a 132.29 punti
DAX +0.35% a 17722 punti
SMI +0.01% a 11866 punti
FTSE MIB -0.74% a 31782 punti
S&P500 -0.04% a 5344.16 punti
Nasdaq100 +0.39% a 18513 punti
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5375 su 3801, NH/NL a 200 su 531 (entrambi i valori sono bassi) e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 20.37 (-3.48), il CBOE Equity put/call ratio é risultato normale a 0.60 (dopo l'alto valore di 0.97 di giovedì) mentre il Fear&Greed Index ha recuperato solo 1 punto a 24 punti. I Summation Index scendono ancora ma il momentum é in calo e un'inversione di tendenza é imminente. Considerando che venerdì lo YEN é ricominciato a salire insieme ai future sui Bond USA sembra che la paura della fine del carry trade é passata. Nel futuro non dovrebbe ripetersi il crollo di lunedì malgrado che l'USD debba indebolirsi.
A questo punto é necessario un breve inciso. Da anni investitori si indebitavano a tasso 0% in YEN comperando altre monete come l'USD per investire in borsa o in obbligazioni al 5%. Questo Carry Trade é funzionato bene per parecchio tempo ma ora il gioco é finito e di colpo tutti corrono a chiudere queste operazioni poiché i tassi d'interesse sullo YEN stanno salendo e lo YEN si rivaluta. Si ricompra YEN e si vende USD. Lo YEN era cambiato il 10 luglio ancora a 0.6250 - venerdì il cambio é balzato a 0.6869 - c'é stato un apprezzamento di circa il +10% in meno di un mese. Questi sono movimenti enormi che provocano logicamente dei terremoti di assestamento sui mercati finanziari.
Torniamo a quanto successo durante la settimana. La reazione dei mercati obbligazionari e dei cambi é stata logica e razionale. Meno comprensibile é stato invece il crollo delle borse di venerdì ((Eurostoxx50 -2.67%, S&P500 -1.84%). In America sembra concretizzarsi uno scenario di soft landing e il dato sul mercato del lavoro, che oltre tutto si riferisce al passato, non é una sorpresa ma unicamente una conferma di quanto si stava delineando da mesi. Noi ci aspettavamo che le borse reagissero positivamente ad un calo del costo del denaro - quanto successo venerdì sembra contraddire la nostra previsione. In effetti i grafici dei maggiori indici azionari mondiali mostrano delle preoccupanti rotture al ribasso e tecnicamente la variante più probabile a questo punto sembra essere una continuazione della correzione.
Molti fattori possono spiegare la caduta delle borse di venerdì. La violenta reazione dei mercati obbligazionari e dei cambi ha creato una situazione di incertezza alla quale normalmente gli investitori reagiscono tentando di ridurre i rischi e di conseguenza le posizioni azionarie. Venerdì per la prima volta é apparso lo spettro della recessione in America e molti pensano che la FED stia sbagliando politica monetaria - avrebbe dovuto, come da noi auspicato, ridurre i tassi d'interesse di riferimento già nella sua ultima seduta di mercoledì 31 luglio.
Insomma - l'economia americana si sviluppa come previsto, i tassi d'interesse scendono, l'USD si indebolisce e i redditi delle obbligazioni sono in calo. Fino a qui funziona tutto come ci eravamo immaginati. Per ora restiamo quindi della ferma opinione che le borse debbano ancora avere una fase d rialzo di 3 - 6 mesi. In fondo la seduta di venerdì non é andata così male - le perdite sono state inferiori al 3% e l'S&P500 (-1.84% a 5346.56 punti) ha chiuso 42 punti sopra il minimo giornaliero. A breve gli indici sono ipervenduti e ci deve essere per lo meno un rimbalzo tecnico. Forse venerdì si é unicamente verificata una falsa rottura al ribasso con panico (VIX a 23.39 (+4.80) e Fear&Greed Index a 27 punti (-12)). In questo caso l'S&P500 dovrebbe nei prossimi giorni risalire sopra i 5400 punti, consolidare e formare base prima di riprendere il rialzo.
Eurostoxx50 -4.64% a 4638 punti
SX7E (banche) -4.29% a 132.75 punti
DAX -4.11% a 17661 punti
SMI -3.14% a 11875 punti
FTSE MIB -5.30% a 32018 punti
S&P500 -2.06% a 5346.56 punti
Nasdaq100 -3.16% a 18440 punti
Secondo i nostri indicatori di base la tendenza di fondo é ora incerta con il 43.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.28.
Le borse europee sono più deboli rispetto all'America. Il massimo annuale risale a maggio o giugno e da quel momento i maggiori indici hanno perso circa il -9%. L'Eurostoxx50 guadagna da inizio anno solo il +2.55%. Nel complesso uno sviluppo deludente. La correlazione positiva con l'America é ancora valida - se Wall Street ritroverà la via del rialzo l'Europa dovrebbe seguire. La crescita economica in Europa é però asfittica (l'ultimo dato mostra che la Germania sta cadendo in recessione) e quindi é improbabile che l'Europa possa nel futuro sovraperformare gli Stati Uniti.
È stata soprattutto una correzione della tecnologia. Il Russell2000, malgrado la caduta di mercoledì (-2.14%), ha guadagnato durante questa settimana il +3.47%. Questo ci mostra che il mercato nel complesso non era per niente male specialmente a livello di partecipazione e che, come avevamo previsto, il settore delle piccole e medie imprese sta sovraperformando.
Notiamo che gli investitori sono nervosi e reagiscono in maniera virulenta ai risultati trimestrali delle imprese. In questo periodo dei buoni risultati sono spesso stati presi come scusa per prendere dei guadagni e dei risultati deludenti hanno scatenato delle vendite. In generale, indipendentemente dai risultati, la reazione é stata negativa. L'opinione dominante é che le borse sono care e sopravvalutate - di conseguenza molti investitori sono prudenti e sottoinvestiti. Siamo convinti che nei prossimi mesi dominerà uno scenario economico di soft landing con tassi d'interesse in calo - gli investitori si aspetteranno un aumento degli utili delle imprese grazie ad una politica monetaria che diventerà nuovamente espansiva. Questo dovrebbe provocare un netto aumento dei P/E e chi é ancora fuori dai mercati azionari dovrà saltare sul treno in corsa. Il momentum causerà infine entro la fine di quest'anno l'accelerazione finale di tipo esaustivo che noi prevediamo da tempo .
Eurostoxx50 +0.69% a 4862 punti
SX7E (banche) +1.16% a 145.56 punti
DAX +1.35% a 18417 punti
SMI +0.56% a 12241 punti
FTSE MIB -1.18% a 33812 punti
S&P500 -0.83% a 5459.10 punti
Nasdaq100 -2.55% a 19023 punti
Mercoledì 31 luglio la FED comunicherà le sue decisioni riguardanti i tassi d'intereresse. È probabile che nelle prime tre sedute della settimana gli investitori restino in attesa e che le borse si limiteranno a consolidare - l'S&P500 dovrebbe oscillare sui 5440-5500 punti. Noi riteniamo possibile che la FED sorprenda i mercati con una prima riduzione dei tassi d'interesse guida di un -0.25%. In caso contrario dovrebbe per lo meno comunicare la sua intenzione di procedere a settembre con una diminuzione del costo del denaro.
Restiamo positivi e pienamente investiti sui mercati azionari. Abbiamo inoltre posizioni in obbligazioni (specialmente in USD) e in metalli preziosi. L'argento é speculativamente (vista la sua alta volatilità) molto interessante - il nostro obiettivo per quest'anno resta a 38 USD malgrado la pesante correzione iniziata l'11 di luglio (ca -4 USD / ca. -12% in 12 sedute).
Da mesi vi avvisiamo che prevediamo nel futuro un sensibile indebolimento dell'USD. Riteniamo che questo movimento sia ormai imminente. Nella scorsa settimana il cambio EUR/USD (1.0885) si é brevemente impennato fino a 1.0980 mentre l'USDIndex (104.06) é caduto 103.34. Abbiamo l'impressione che l'USD stai provando a muoversi al di fuori del range degli ultimi mesi. I nostri obiettivi per fine anno sono a 1.20-1.25 per il cambio EUR/USD e 90 per l'USD Index. La ragione si trova nel differenziale dei tassi d'interesse. Mentre in Europa c'é poco spazio per ulteriori cali, i tassi d'interesse di mercato e di riferimento in America dovrebbero nel futuro scendere velocemente e marcatamente. La reazione sui cambi dovrebbe essere violenta specialmente contro lo YEN giapponese visto che in Giappone i tassi d''interesse dovrebbero tendenzialmente salire piuttosto che scendere.
Un calo dei tassi d'interesse sull'USD dovrebbe alimentare il rialzo della borsa specialmente nei settori sensibili al costo del denaro. Citiamo ancora una volta il settore delle PMI e rileviamo che anche questa settimana il Russell2000 (performance settimanale del +1.60%) ha sovraperformato il resto del mercato. Un'altro settore che dovrebbe approfittare di questo sviluppo é quello dei metalli preziosi. Ne riparliamo in seguito.
Attenzione quindi all'USD. Nei prossimi mesi, se avete EUR o CHF come moneta di riferimento per i vostri portafogli, parte dei guadagni sugli indici azionari americani verranno persi a causa dell'indebolimento dell'USD. Per combattere questo effetto negativo bisogna vendere l'USD a termine o comperare ETF hedgded vale a dire ETF che compensano il rischio cambio.
Eurostoxx50 -4.31% a 4827 punti
SX7E (banche) +1.11% a 143.89 punti
DAX -3.07% a 18171 punti
SMI -1.57% a 12173 punti
FTSE MIB -1.05% a 34215 punti
S&P500 -1.97% a 5505.00 punti
Nasdaq100 -3.98% a 19522 punti
Tutto quanto successo questa settimana rientra nelle nostre previsioni e rispetta il nostro scenario riguardante la fase finale di questo bull market. C'é solo una novità di rilievo. Finalmente la partecipazione sta migliorando (venerdì NH/NL a 1905 (!) su 113) e il rialzo si allarga coinvolgendo il settore delle piccole e medie imprese (PMI) rappresentato negli Stati Uniti dal Russell2000. Questo indice é balzato giovedì del +3.57% e ha avuto una performance settimanale del +6.10%. Nel futuro il Russell2000 sovraperformerà l'S&P500. Ribadiamo che il rialzo sarà nei prossimi mesi generalizzato - gli investitori che ancora adesso hanno troppe poche azioni andranno disperatamente alla ricerca dei titoli "rimasti indietro" e compreranno praticamente tutto. Conviene investire in indici e ETF settoriali evitando azioni di singole società poiché puntualmente potrebbero esserci ancora delle sorprese negative a livello di utili di imprese visto che la congiuntura sta rallentando. Tecnologia e semiconduttori resteranno i leaders dei mercati azionari. Da evitare saranno unicamente quei settori che subiranno il calo dei tassi d'interesse e dei prezzi dell'energia.
Giovedì ci sono state prese di beneficio sulla tecnologia (Nasdaq100 -2.24%) mentre é esploso il Russell2000 (+3.57%). L'impressione é quindi che c'é stata semplicemente una rotazione nel mercato con liquidità che é fuoriscita dalla tecnologia per affluire altrove dove le valutazioni sembravano più interessanti. Noi siamo convinti che per saldo ci sarà nei prossimi mesi un afflusso di ulteriore liquidità sui mercati azionari e quindi assisteremo sempre meno a questo effetto di rotazione tra settori mentre sempre più il mercato salirà in maniera compatta. Bisogna semplicemente seguire il trend senza cercare di scervellarsi ed interpretare ogni singola oscillazione del mercato. Per esempio perché questa settimana i prezzi dei metalli preziosi non si sono mossi in sintonia con la borsa? Non lo sappiamo e sinceramente non ci interessa. La borsa funziona così e non sempre c'é una logica dietro ogni singolo movimento - non sempre le correlazioni funzionano in maniera ferrea. Se in certi giorni la borsa non si comporta secondo la (nostra) logica non é ancora una ragione sufficiente per mettere in questione il trend dominante e la nostra strategia d'investimento. Spesso bisogna semplicemente avere pazienza e aspettare.
Eurostoxx50 +1.31% a 5043 punti
SX7E (banche) -0.00% a 142.31 punti
DAX +1.59% a 18748 punti
SMI +3.05% a 12365 punti
FTSE MIB +1.74% a 34580 punti
S&P500 +0.87% a 5615.35 punti
Nasdaq100 -0.29% a 20331 punti
I possessori di titoli compresi nel Russell2000 hanno guadagnato questa settimana in media il +6.10% - questo significa che certe azioni sono salite del +10%/+15% in pochi giorni. Molti investitori saranno ora tentati di realizzare i guadagni considerando anche il fatto che da inizio anno erano rimasti a bocca asciutta. È quindi possibile che la prossima settimana inizi con alcune vendite ed un consolidamento. Questa potrebbe essere per molti l'ultima possibilità, se non fossero ancora investiti, per comperare un ETF sul Russell2000 sui 2100 punti. Tra l'altro il discorso fatto per l'America vale anche per l'Europa. Date un'occhiata alle PMI dove ci sono nascoste molte perle sottovalutate...
Abbiamo sempre ribadito e ripetuto che il rialzo viene alimentato da liquidità e scetticismo e può unicamente finire con un'accelerazione finale di tipo esaustivo accompagnata da strasbordante ottimismo ed euforia.
A fine giugno 2024 il denaro investito in Money Market Fund in USD ha raggiunto la cifra record di 6150 miliardi. Questo comportamento dei risparmiatori é logico poiché questo denaro parcheggiato a corto termine rende ancora circa il 5.3%. C'é quindi abbastanza carburante per alimentare il rialzo. Quando i tassi d'interesse a corto termine cominceranno a scendere gli investitori abbandoneranno i MMF e cercheranno valide alternative. Il denaro affluirà, a seconda della propensione al rischio, in obbligazioni o in azioni.
Per quel che riguarda il sentiment il rialzo sembra ancora nel suo pieno sviluppo visto che prevale ancora lo scetticismo (p.e. Fear&Greed Index a 54 punti). Molti analisti fondamentali considerano il mercato azionario come sopravvalutato, sono alla ricerca del top e sono ribassisti. Vi ricordiamo che noi, per quel che riguarda il sentiment, abbiamo un indicatore di riferimento per segnalare la fine del rally - mesi fà avevamo previsto che la volatilità VIX doveva cadere in caso di euforia sotto i 10 punti - finora la VIX non riesce a scendere sotto i 12 punti.
Infine nella fase finale di un bull market il rialzo diventa generalizzato e coinvolge praticamente tutti i settori. Finora invece il rialzo resta selettivo - é confinato ai titoli ad alta capitalizzazione e trascinato soprattutto da tecnologia e finanza. La partecipazione é ancora mediocre come mostra chiaramente la deludente performance del Russell2000 da inizio anno (-0.02% contro il +16.72% dell'S&P500).
Riassumendo, considerando i fattori liquidità, sentiment e partecipazione, ci sembra che il rialzo ha ancora parecchia strada da fare e non é ancora iniziata la fase finale di accelerazione. Tornando all'obiettivo a 6000+ di S&P500 abbiamo l'impressione che il + potrebbe essere consistente. I 6000 punti sono un'obiettivo minimo che potrebbe passare a 6500-6600 punti appena i tassi d'interesse comiciassero decisamente a scendere, l'USD a indebolirsi e la partecipazione a migliorare. Utopia? Considerando che nei primi 6 mesi dell'anno l'S&P500 ha guadagnato il +14% non sembra impossibile che possa salire ancora un +20% nei prossimi 4-6 mesi visto che il rialzo prima o poi dovrebbe accelerare.
Questa settimana abbiamo osservato alcuni segnali molto incoraggianti. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 4.29% dopo che una serie di indicatori economici ha mostrato un'ulteriore calo dell'inflazione e una brusca frenata congiunturale. Sui grafici delle divise si delinea un'inversione di tendenza con un'indebolimento generale dell'USD - determinante nei prossimi giorni sarà il comportamento dello YEN giapponese. Infine, come avevamo previsto settimana scorsa, i metalli preziosi e il rame sono ripartiti al rialzo dopo 6 settimane di correzione strisciate o consolidamento. Questa settimana il future sull'argento é passato da 29.43 a 31.53 con una performance del +7.13%. La caccia ai massimi annuali é aperta e confermiamo l'obietto a 38 USD sull'argento entro la fine dell'anno.
Insomma - siamo molto positivi per l'estate e siamo pienamente investiti in azioni (specialmente USA) obbligazioni (specialmente sull'USD) e in metalli preziosi. Non capita spesso di avere la possibilità di guadagnare un +20% nello spazio di 6 mesi.
Attenzione perché alla fase finale di un bull market con un'accelerazione finale di tipo esaustivo segue un tonfo - una pesante caduta che costituisce l'inizio di un bear market. Avremo il tempo di discuterne nei prossimi mesi...
Eurostoxx50 +1.72% a 4979 punti
SX7E (banche) +4.08% a 142.33 punti
DAX +1.24% a 18475 punti
SMI +0.20% a 12006 punti
FTSE MIB +2.51% a 33987 punti
S&P500 +1.95% a 5567.19 punti
Nasdaq100 +3.60% a 20392 punti
L'S&P500 venerdì ha aperto invariato a 5537 punti, é sceso a 5530 punti di minimo ed é poi salito praticamente fino alla chiusura. Ha toccato un nuovo massimo storico a 5570 punti ed ha chiuso a 5567.19 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5033 su 4243, NH/NL a 350 su 751 e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é salita a 12.48 (+0.22), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.56 e il Fear&Greed Index é balzato a 54 punti (+10). Da un punto di vista tecnico abbiamo poco da dire - riappare la solita costellazione tecnica con indici azionari a breve ipercomperati (RSI sopra i 76 punti) ma con un solido trend rialzista confermato dai nuovi massimi storici.
Una correzione di corto termine (indicativamente -2% in tre giorni) é sempre possibile ma indiscutibilmente gli indici azionari americani sono destinati a salire più in alto e quelli europei non possono che seguire. DAX, Eurostoxx50 e colleghi si stanno riavvicinando ai massimi annuali di maggio e dovrebbero ancora nel mese di luglio toccare nuovi records incuranti dei terremoti politici che scuotono Francia e Gran Bretagna.
Da un punto di vista tecnico e fondamentale non é cambiato nulla. Notiamo unicamente la buona performance relativa del Russell2000 (performance settimanale del +1.02%) che ha provocato un miglioramento nella partecipazione al rialzo. Siamo leggermente irritati dal fatto che i tassi d'interesse non scendono (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.40%) malgrado che l'inflazione in America sembra ora sotto controllo. Sembra che gli investitori abbiamo bisogno di più tempo per elaborare le informazioni e agire sui mercati rispetto a quanto avevamo supposto noi. È evidente che l'inflazione é in calo e l'economia sta rallentando. Non ci sembra molto logico che il tasso d'interesse di riferimento della FED sia ancora fissato al 5.5% con la conseguenza che i tassi d'interesse reali a corto termine si aggirano sul +2% (5.33% di reddito dell'USTBills semestrale - 3.3% di inflazione). Forse ci sono altre componenti tipo l'enorme aumento del debito pubblico degli Stati Uniti che influiscono sui tassi d'interesse. Non abbiamo però ragioni per cambiare il nostro scenario congiunturale e il conseguente previsto sviluppo dei mercati finanziari per i prossimi 6-9 mesi. Ad un certo momento FED ed investitori si renderanno conto che il rischio nel futuro non é l'inflazione ma una brusca frenata dell'economia se non si ritorna ad una politica monetaria più espansiva. Siamo convinti che i tassi d'interesse di riferimento e di mercato sull'USD devono scendere e che il movimento sarà più veloce ed accentuato che nel resto del mondo. Questo deve indebolire l'USD che invece per ora non si muove (EUR/USD a 1.0715, USDIndex a 105.53 contro la nostra previsione a 90 per fine anno). Il calo dei tassi d'interesse e l'indebolimento dell'USD devono far decollare la borsa americana. È sorprendente che finora i nuovi regolari massimi storici dell'S&P500 non convincano gli investitori che restano scettici (Fear&Greed Index a 44 punti) e sotto investiti. Ci aspettiamo che a breve molti siano obbligati a saltare sul treno in corsa e provocare un'accelerazione del rialzo.
Per il momento le borse stanno consolidando - a luglio dovrebbe partire la prossima spinta di rialzo - il nostro obiettivo di riferimento resta a 6000+ punti di S&P500.
Anche sul fronte dei metalli (soprattutto rame) e metalli preziosi (sopratutto oro e argento) non ci sono cambiamenti importanti. La volatilità giornaliera é in diminuzione e questo suggerisce che la correzione strisciante iniziata a maggio si avvicina alla fine. Questa settimana abbiamo osservato un consolidamento che dovrebbe sfociare nella prossima spinta di rialzo verso un nuovo massimo annuale.
Sull'argento si tratta ora il future a scadenza settembre - questo ha chiuso venerdì a 29.43 USD ciò che corrisponde ad un prezzo cash di 29.14 USD. Per saldo questa settimana l'argento ha nuovamente perso un -1%. Il minimo settimanale di 28.71 (cash) é solo 9 cts sotto il nostro obiettivo della correzione a 28.80 USD - il supporto a 28.70 regge e dovrebbe costituire una solida base per il prossimo rally in direzione dei 38 USD. Restiamo investiti in argento che resta un metallo fondamentalmente decisamente sottovalutato e non considerato nei portafogli degli investitori istituzionali.
Eurostoxx50 -0.29% a 4894 punti
SX7E (banche) +0.58% a 136.74 punti
DAX +0.39% a 18235 punti
SMI -0.22% a 11993 punti
FTSE MIB -0.46% a 33154 punti
S&P500 -0.08% a 5460.48 punti
Nasdaq100 -0.09% a 19682 punti
La nostra previsione a corto termine non cambia. L'S&P500 potrebbe all'inizio di settimana prossima correggere fino a circa 5400 punti per poi ripartire con slancio al rialzo. Al momento a livello tecnico vediamo unicamente delle conferme al nostro scenario positivo. La partecipazione sta migliorando e il numero di nuovi minimi sta diminuendo. Lo scetticismo (Fear&Greed Index a 41 punti) é destinato ad alimentare il rialzo - chi é fuori sarà obbligato a saltare sul treno in corsa.
Riassumendo sembra che il rialzo debba riprendere a luglio con vigore con una sovraperformance delle PMI.
Il titolo più discusso resta Nvidia (126.57 USD) che venerdì ha perso il -3.22%. L'azione era ipercomperata ed in eccesso di rialzo - é logico e normale che ci siano delle correzioni intermedie. Siamo però sicuri che anche nel futuro la tecnologia parteciparà al rialzo dei listini azionari americani e NVidia continuerà a giocare il suo ruolo di titolo trainante. Al più tardi dai 120 USD dovrebbe partire la prossima spinta di rialzo - visto che ci aspettiamo un'accelerazione finale di tipo esaustivo é probabile che NVidia debba superare ampiamente i 200 USD.
Eurostoxx50 +1.18% a 4907 punti
SX7E (banche) +1.66% a 135.95 punti
DAX +1.02% a 18163 punti
SMI -0.15% a 12044 punti
FTSE MIB +1.97% a 33308 punti
S&P500 +0.61% a 5464.62 punti
Nasdaq100 +0.21% a 19700 punti
Per realizzare questo scenario é necessario che i tassi d'interesse scendano e che l'USD si indebolisca - durante questa settimana non ci sono stati combiamenti importanti sul fronte dei cambi e nel mercato obbligazionario - il reddito dell'USTBond decennale é a 4.26% contro il 4.23% della settimana precedente.
Se invece si guardano le borse europee sembra che giovedì si sia verificata una rottura al ribasso dopo una lunga distribuzione di circa due mesi e mezzo. L'Eurostoxx50 (-1.95% a 4839 punti) ha toccato il massimo annuale ad inizio aprile mentre DAX e FTSE MIB hanno fatto segnare il massimo a metà maggio. Evidentemente gli investitori non hanno apprezzato il risultato delle elezioni europee che ha creato forte incertezza soprattutto in Francia (CAC40 performance settimanale -6.23!). L'EUR si indebolito e si sono verificate massicce vendite specialmente sui titoli finanziari. Bisogna ora credere ai segnali di forza provenienti dagli Stati Uniti o ai segnali di vendita che arrivano dall'Europa? Per deciderlo bisogna sapere perché quest'anno le borse stanno salendo. Gli impulsi arrivano da una situazione congiunturale ancora relativamente robusta, da una buona redditività delle imprese, da un'inflazione in calo e dall'aspettativa che la politica monetaria diventi nuovamente espansiva. È cambiato qualcosa in questo scenario favorevole ai mercati azionari? Sicuramente no - al contrario questa settimana sono arrivati dati che confermano il calo dell'inflazione e il rallentamento della crescita economica. Questo ha permesso ai tassi d'interesse di mercato di scendere: il reddito dell'USTBond decennale é caduto a 4.23% dai 4.44% di una settimana fà e il Bund tedesco decennale rende ora il 2.3650% contro i 2.6205% di venerdì scorso. La FED americana ha deciso questa settimana di mantenere i tassi d'interesse di riferimento al 5.25-5.50% - probabilmente sta facendo un errore - ha atteso troppo nell'alzare i tassi d'interesse quando si stava delineando il problema inflazione mentre ora non osa ancora abbassarli malgrado che i segnali provenienti dall'economia e dagli investitori siano evidenti (inversione nella curva dei rendimenti).
Tornando alla nostra domanda iniziale siamo convinti che il mercato azionario americano e quello delle obbligazioni stanno andando nella giusta direzione. Questa convinzione deriva dal fatto che la situazione macroeconomica, seppure con ritardo, si sta sviluppando secondo il nostro scenario di base. Di conseguenza riteniamo che le vendite osservate questa settimana in Europa rappresentino unicamente una correzione e che nelle prossime settimane gli indici saranno in grado di risalire e di ritoccare i massimi annuali.
Tornando in America pensiamo che il Russell2000 (-1.61% a 2006 punti), che finora ha deluso, é finalmente pronto ad unirsi al rally. Infine crediamo che l'impennata dell'USD (USD Index a 105.14 / EUR/USD a 1.0702) sia solo un effetto temporaneo dovuto più che altro alla debolezza dell'EUR. Nelle prossime settimane l'USD dovrebbe nuovamente perdere di valore e permette ai metalli e ai metalli preziosi di ripartire al rialzo.
Questa settimana l'argento (future a 29.62) ha ancora intrattenuto la platea. Mercoledì, dopo i dati sull'inflazione americana, il prezzo é balzato a 30.35 e sembrava che la correzione fosse finita. La speranza é durata poco e l'argento giovedì ha nuovamente disseminato il panico tra i traders con un'ultimo tuffo a 28.73. Vi ricordiamo che una settimana fà avevamo scritto che probabilmente doveva ancora esserci una caduta fino a 28.80 per eliminare le ultime mani deboli. Ora molti sembrano aver perso la fiducia nell'argento ma si sbagliano - in fondo é stata una settimana positiva con, per saldo, un guadagno di 0.35 USD. Pensiamo che la correzione sia ora completa e l'argento dovrebbe adesso ripartire al rialzo - confermiamo l'obiettivo a 38 USD.
Restiamo molto ottimisti per i mercati azionari e ribadiamo il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500. La correzione in Europa dovrebbe essere praticamente finita almeno per quel che riguardo il potenziale di ribasso. Dovrebbe ora esserci una settimana di consolidamento con la possibilità di nuovi minimi mensili marginali.
Tornando agli avvenimenti che influenzano a corto termine i mercati ma che non sono in grado di far deragliare il trend segnaliamo che venerdì 21 giugno scadono i derivati di giugno - si tratta di una grande scadenza semestrale di opzioni e future sulle azioni e sugli indici che spesso provoca delle turbolenze. Sulla base di esperienze passate pensiamo che la borsa americana salira con volatilità fino a venerdì. Poi potrebbe esserci un breve vuoto d'aria di un paio di giorni e un paio di punti in percentuale causato da una situazione di eccesso di rialzo. Visto che sui mercati azionari si avvicina l'attesa accelerazione finale di tipo esaustivo, di cui abbiamo più volte parlato, é possibile che questa correzione intermedia venga a mancare.
Un'ultima osservazione riguarda il sentiment o l'umore degli investitori. Il Fear&Greed Index é a 38 punti (-5) e segnala pessimismo. Sembra assurdo visto che l'S&P500 ha toccato un record storico ma questa situazione é una conseguenza della scarsa partecipazione. Molti investitori sono frustrati poiché gli indici salgono ma non il valore del loro portafoglio. Questo scetticismo alimenterà nel futuro il rialzo della borsa e costituisce ai nostri occhi un elemento estremamente positivo. Il rialzo finirà nell'euforia e con una generale partecipazione al movimento. Siamo ancora ben lontani da questa costellazione e quindi, se il futuro ci riserva sorprese, saranno più positive che negative.
Eurostoxx50 -4.21% a 4839 punti
SX7E (banche) -8.07% a 133.73 punti
DAX -2.89% a 18002 punti
SMI -1.73% a 12044 punti
FTSE MIB -5.76% a 32665 punti
S&P500 +1.58% a 5431.60 punti
Nasdaq100 +3.46% a 19659 punti
La seduta al NYSE é stata decisamente negativa (a causa del calo del Russell2000 -1.61%) con A/D a 2467 su 6708, NH/NL a 154 su 1513 (!) e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é balzata a 12.66 (+0.72), il CBOE Equity put/call ratio era abbastanza basso a 0.58 mentre il Fear&Greed Index a 38 punti (-5) segnala pessimismo. Per un analista tecnico questo é un mercato strano e pieno di punti interrogativi - S&P500 e Nasdaq salgono lentamente senza correggere mentre la partecipazione al rialzo é modesta e non migliora. Questa debolezza strutturale può provocare dei brevi e violenti vuoti d'aria - questa reazione non é però necessaria. La variante é che improvvisamente la partecipazione migliora e il Russell2000 comincia a correre.
Considerando la posizione delle borse nel ciclo e il fatto che i tassi d'interesse di mercato stanno finalmente scendendo noi favoriamo decisamente la seconda variante. Ci prepariamo ad un rally estivo e ci posizioniamo nei blocchetti di partenza - siano pienamente investiti in azioni e sovraponderiamo attualmente le PMI.
Il Russell2000 é più sensibile alle mutazioni dei tassi d'interesse e fino a quando il reddito dell'USTBond decennale (4.44%) non scenderà sotto il 4% é poco probabile che si realizzi quella accelerazione finale e generale di tipo esaustivo che prevediamo noi.
Restiamo pienamente investiti in azioni e confermiamo il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500 (+ significa che l'obiettivo a 6000 punti verrà raggiunto e possibilmente sensibilmente superato). Le borse europee seguiranno a distanza quella americana.
Sembra invece che il calo dei tassi d'interesse e il rally dei prezzi dei metalli preziosi abbia subito un'importante battuta d'arresto che necessita di essere assorbita e digerita. Questo vuol dire che ci sarà bisogno un periodo di consolidamento prima che i prezzi delle obbligazioni e dei metalli preziosi possano ripartire al rialzo. Il trend, secondo noi, non é in discussione. Ci vuole però più tempo del previsto.
Chi investe in mercati molto volatili e speculativi come quello dell'argento deve avere nervi d'acciaio e non deve lasciarsi prendere dal nervosismo. Purtroppo quanto visto questa settimana diventerà nei prossimi mesi la norma visto che ci sono molti investitori con poca esperienza che entrano (ed escono) in massa in un mercato con modesti volumi seguendo i consigli pubblicati sui social media. Questo spiega come sia possibile che giovedì l'argento ha guadagnato il +4.30% per poi perdere il -6.69% venerdì (future a 29.27)! Noi nell'analisi di domenica scorsa ci aspettavamo ancora un tuffo fino a 29.50 circa per completare la correzione di maggio - giugno prima di riprendere il rialzo. Dopo il crollo di venerdì é possibile che l'argento possa ancora cadere a 28.80 prima di stabilizzarsi e consolidare a ridosso dei 30 per qualche giorno. Pazienza. Noi non ci preoccupiamo e confermiamo il nostro obiettivo annuale a 38 USD.
Eurostoxx50 +1.37% a 5051 punti
SX7E (banche) -0.87% a 145.47 punti
DAX +0.31% a 18557 punti
SMI +2.15% a 12254 punti
FTSE MIB +0.49% a 34660 punti
S&P500 +1.32% a 5346.99 punti
Nasdaq100 +2.50% a 19000 punti
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2102 su 7055, NH/NL a 207 su 991 e volume relativo a 0.9. Sul listino ha pesato la debolezza del Russell2000 (-1.12%) ma nel complesso il mercato ha retto bene di fronte al rosso che dominava tra i futures di obbligazioni, divise estere e materie prime.
La volatilità VIX é scesa (!) a 12.22, il CBOE put/call ratio era piuttosto basso a 0.58 e il Fear&Greed Index (45 punti) é rimasto sotto i 50 punti. Nel complesso i dati sul sentiment oscillano tra il pessimismo e lo scetticismo malgrado i nuovi record storici dei maggiori indici. È questa reticenza degli investitori nell'accettare il rally che alimenterà nei prossimi mesi questo movimento che terminerà unicamente nell'euforia generale.
Restiamo decisamente ottimisti per quel che riguarda i mercati azionari americano e europei. A corto termine sembra invece che i prezzi delle materie prime e in particolare dei metalli preziosi possano ancora oscillare violentemente per alcuni giorni (al massimo fino a fine giugno) prima che possa ristabilirsi un solido e sostenibile trend rialzista.
Riassunto: Negli ultimi due mesi é successo poco - gli indici azionari sono oscillati in laterale senza fare progressi. La tendenza di fondo é ancora al rialzo come mostrano i nostri indicatori di base (58.6% dei titoli USA sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 58.86). Le borse però sembrano impegnate in una fase di consolidamento contrassegnata da una sana rotazione tra settori di cui non vediamo la fine. Noi da mesi pronostichiamo una continuazione del rialzo e ci aspettiamo un'accelerazione del movimento causata da un calo dai tassi d'interesse di mercato. Dobbiamo però constatare che da aprile le borse sono in stallo e il reddito dell'US Treasury Bond decennale (4.50%) continua ad oscillare sui 4.50% senza scendere sotto la barriera psicologica del 4%. In Europa il reddito del Bund decennale tedesco era ad inizio anno sui 2% - é salito ora al 2.66%. La ragione di questo comportamento é semplice ed evidente - l'inflazione da mesi non scende più e resta sopra gli obiettivi fissati dalle Banche Centrali - venerdì l'aumento dei prezzi al consumo in Europa (+2.6%) e in America (+2.8%) sono risultati superiori al limite del 2% perseguito da BCE e FED. Nel frattempo la crescita economica sembra abbastanza robusta e non sembra che sia necessaria diminuzione del costro del denaro per stimolare la congiuntura. Apparentemente quindi i mercati finanziari sembrano avere raggiunto un livello d'equilibrio che potrebbe teoricamente continuare per mesi.
Questo ci obbliga a porci delle domande e a mettere in questione la ripresa del rialzo. Secondo noi la finestra temporale si chiude verso la fine dell'anno con le elezioni in America - concretamente o l'accelerazione al rialzo si concretizza tra giugno ed ottobre oppure gli indici azionari rischiano di restare intrappolati in un'oscillazione in laterale sui livelli attuali.
Sia fondamentalmente che tecnicamente non vediamo al momento nessun rischio di un'inversione di tendenza e di ribasso. Forse però il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500 (+0.80% a 5277.51 punti) non verrà raggiunto. Siamo realisti - ca. +800 punti rispettivamente ca. +15% in circa 5 mesi sembra una performance difficilmente realizzabile da un mercato che nei primi 5 mesi dell'anno é salito del +10.64% grazie a pochi titoli. Il Russell2000 (+0.66% a 2070 punti), che secondo noi dovrebbe sovraperformare, é salito da inizio anno solo del +2.12%.
Siamo sicuri che la tendenza di inflazione e tassi d'interesse é al ribasso. Se però a breve non ci sono significativi cambiamenti difficilmente il rialzo delle borse potrà riprendere in maniera dinamica. Ci vuole una caduta del reddito dell'USTBond decennale sotto il 4% e dell'USD Index (104.57) sotto il 100 nel mese di giugno per smuovere le acque.
Eurostoxx50 -1.11% a 4987 punti
SX7E (banche) +0.18% a 146.76 punti
DAX -1.12% a 18498 punti
SMI +0.67% a 12000 punti
FTSE MIB +0.00% a 34492 punti
S&P500 -0.51% a 5277.51 punti
Nasdaq100 -1.44% a 18536 punti
Come settimana scorsa, osservando gli indicatori non rileviamo segnali particolari - non abbiamo indicatori in posizione estrema e quindi non abbiamo elementi che possano suggerirci la direzione che potrebbe prendere il mercato nei prossimi giorni.
Non vogliamo inquitare i nostri lettori. La nostra previsione di massimo non cambia e restiamo decisamente ottimisti. Siamo pienemente investiti in azioni in America e in Europa e in obbligazioni di lungo periodo in USD. Quello di oggi vuole essere solo un avvertimento - il tempo passa senza che ci siano dei cambiamenti significativi della situazione a livello macroeconomico. Dobbiamo quindi essere realisti e prendere in considerazione la possibilità che il bull market del 2024 finisca sui livelli attuali o che i guadagni da ora siano modesti e inferiori alle nostre rosee previsioni.
La tendenza di fondo della borsa USA resta saldamente al rialzo con il 59.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 61.69. Il calo di momentum e di partecipazione non ci preoccupano - i Summation Index da giovedì hanno cominciato a scendere ma la pressione di vendita é modesta e limitata a settori legati allo sviluppo dei tassi d'interesse. Probabilmente molti investitori, come noi, si aspettavano che i tassi d'interesse di mercato sarebbero ora scesi - invece il reddito dell'USTBond (4.47%) resta vicino ai 4.50% e settori che si erano mossi al rialzo tentando di anticipare una riduzione del costo del denaro stanno ora correggendo (Real Estate, Utilities).
Una correzione si é anche concretizzata sui metalli preziosi. Come avevamo suggerito domenica scorsa, l'argento ha perso circa 2 USD ed é ricaduto sul supporto a 30 USD (minimo sul future a 30.24). Queste correzioni intermedie sono normali e salutari - servono ad eliminare gli eccessi speculativi. Prevediamo un consolidamento di qualche giorno sui 30 USD prima della ripresa del rialzo in direzione del prossimo obiettivo a 38 USD.
La nostra previsione riguardante i prossimi mesi non cambia. Il rialzo delle borse dovrebbe continuare, allargarsi ed accelerare. Il nostro obiettivo di riferimento restano i 6000+ punti di S&P500. Il settore delle PMI in America ed Europa dovrebbe sovraperformare. Un'accelerazione del rialzo dovrebbe corrispondere ad un calo dei tassi d'interesse e ad un indebolimento dell'USD. Se la moneta americana si svaluta ne dovrebbero approfittare i prezzi dei metalli preziosi.
Eurostoxx50 -0.55% a 5035 punti
SX7E (banche) -0.85% a 146.49 punti
DAX -0.05% a 18693 punti
SMI -0.82% a 11931 punti
FTSE MIB -2.57% a 34490 punti
S&P500 +0.03% a 5304.72 punti
Nasdaq100 +1.41% a 18808 punti
L'S&P500 ha aperto a 5285 punti, é brevemente sceso sul minimo a 5278 punti ed é salito per le 17.10 sul massimo a 5311 punti. Da qui é oscillato in laterale in un range di una quindicina di punti (5896 - 5310) e ha chiuso a 5304.72 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6676 su 2430 e NH/NL 338 su 575. La volatilità VIX é caduta a 11.93 (-0.84), il CBOE Equity put/call ratio é risalito a 0.67 e il Fear&Greed Index é neutro a 53 punti. Insomma - non ci sono più indicatori in posizione estrema e quindi non ci sono segnali particolari che potrebbero suggerire l'imminenza di un movimento significativo in una o nell'altra direzione. A questo punto bisogna solamente aspettare che gli indici azionari riprendano a muoversi seguendo il trend dominante - questa significa che nelle prossime settimane si verificheranno nuovi massimi storici su molti indici azionari - S&P500, Nasdaq100 e DAX in primis.
Come abbiamo sottolineato più volte questo bull market terminerà unicamente nell'euforia generale e con un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Siamo ben lontani da questa situazione e quindi il rialzo é destinato a continuare. E le correzioni? Queste sono a questo stadio imprevedibili e in ogni caso trascurabili. Ad un certo momento ci sarà un breve vuoto d'aria e gli analisti tecnici, che finora hanno lanciato gridi d'allarme, diranno che hanno ragione. È però possibile che gli indici salgano ancora per settimane al ritmo di un +1% / +3% prima di una correzione. Quindi non aspettate le correzione e non temetele - semplicemente ignorate il problema poiché non é rilevante specialmente se non siete un trader ma un investitore.
Il nostro obiettivo di riferimento restano i 6000+ punti di S&P500. Per quel che riguarda il sentiment dubitiamo che il rally possa concludersi prima che la volatilità VIX (11.99) non scenda sotto i 10 punti.
Restiamo pienamente investiti in azioni e in obbligazioni di lungo periodo specialmente in USD. Assicuriamo l'USD su CHF e EUR poiché riteniamo che il potenziale di ribasso dei tassi d'interesse in USD é superiore a quello in Europa. Nei prossimi mesi le sorprese, in positivo, arriveranno dagli Stati Uniti.
In generale i metalli e i loro produttori sono, nell'ottica del rialzo dei mercati previsto per i prossimi mesi, un ottimo investimento. Guardate anche il rame...
Eurostoxx50 -0.39% a 5064 punti
SX7E (banche) +1.28% a 147.75 punti
DAX -0.35% a 18704 punti
SMI +2.30% a 12038 punti
FTSE MIB +2.14% a 35398 punti
S&P500 +1.54% a 5303.27 punti
Nasdaq100 +2.11% a 18546 punti
Venerdì l'S&P500 ha avuto una seduta senza storia in un range di soli 22 punti. Ha aperto a 5300 punti, é salito sul massimo a 5305 punti, é caduto verso le 17.30 sul minimo a 5283 punti ed ha poi recuperato fino a 5303.27 punti (+0.12%). La seduta al NYSE é stata di poco positiva con A/D a 4943 su 4183, NH/NL a 859 su273 e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é scesa a 11.99 (-0.43), Il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.54 mentre il Fear&Greed Index é salito a 65 punti (+4).
È possibile che la nuova settimana inizi con un tonfo di un centinaio di punti - sarebbe una reazione tipica ad una scadenza di derivati che é sfociata su un massimo. Inoltre i dati sul sentiment mostrano a breve un'eccesso di speculazione al rialzo. Come spiegato precedentemente non bisogna farsi impressionare da eventuali brevi correzioni (malgrado la cacofonia che inevitabilmente scateneranno i ribassisti) ed usarle invece per ottimizzare il portafoglio.
Eurostoxx50 +3.30% a 5085 punti
SX7E (banche) +3.18% a 145.88 punti
DAX +4.24% a 18772 punti
SMI +4.26% a 11753 punti
FTSE MIB +3.06% a 34657 punti
S&P500 +1.85% a 5222.68 punti
Nasdaq100 +1.51% a 18161 punti
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5230 punti ed é salito a 5239 punti di massimo (a pochi punti dal massimo storico a 5264 punti). Poi é scivolato verso il basso fino al minimo giornaliero a 5209 raggiunto verso le 17.45. In seguito ha recuperato ad ondate e ha chiuso a 5222.68 punti (+0.16%, + 8 punti). La seduta al NYSE é stata però strutturalmente negativa (a causa del Russell2000 -0.67%) con A/D a 4059 su 5050, NH/NL a 953 su 365 e volume relativo a 0.85. La volatilità VIX é scesa a 12.55 punti (-0.14) mentre il CBOE Equity put/call ratio si é fissato a 0.60.
Come sapete prevediamo tassi d'interesse in calo, USD debole e un rally dei prezzi dei metalli (preziosi) come contorno per una continuazione dinamica del bull market - teniamo d'occhio una situazione che per ora si sviluppa secondo le nostre aspettative. Solo il timing é diverso dalle nostre iniziali previsioni - lo scenario scorre più lentamente di quanto ci eravamo inizialmente immaginati.
Consigliamo caldamente di restare pienamente investiti in azioni ed utilizzare eventualmente il ritracciamento che dovrebbe verificarsi nei prossimi giorni per comperare.
I mercati azionari europei dovrebbe seguire l'esempio dell'America - come però ripetiamo da tempo l'America a livello di indici azionari dovrebbe sovraperformare mentre l'USD dovrebbe perdere di valore nei riguardi dell'EUR. Per saldo, per un'investitore con moneta di riferimento EUR, non dovrebbero esserci significative differenze.
Trascorro il prossimo fine settimana a Barcellona - in seguito mi reco alcuni giorni a Montpellier.
Pubblicherò un breve aggiornamento della situazione al mio ritorno, il martedì 7 maggio.
Di conseguenza siamo convinti che prossimamente il rialzo dei mercati azionari debba riprendere. È possibile che all'atteso e inevitabile rimbalzo di corto termine possa ancora seguire una discesa sui 4900-4950 punti di S&P500. La correzione sembra però aver esaurito il suo potenziale. Appena i tassi d'interesse scenderanno le borse sono pronte a schizzare verso l'alto e l'attuale sentiment negativo alimenterà il movimento provocando un'accelerazione. A questo punto bisogna abbandonare l'analisi tecnica per rivolgersi all'analisi fondamentale ed economica. I tassi d'interesse scenderanno effettivamente o rimarranno ancora per mesi sui livelli attuali? I dati sono contrastanti. Il mercato immobiliare é in netto calo mentre occupazione e consumi sono stabili ad alto livello. I prezzi di metalli e granaglie stanno salendo mentre il prezzo del petrolio sembra aver "toppato" ad inizio aprile. Nel complesso ci sembra poco probabile che a breve i dati sull'inflazione possano scendere anche se é possibile che i tassi d'interesse di mercato comincino a scendere prima anticipando un calo dei prezzi al consumo.
Riassumendo restiamo positivi e siamo convinti che nelle prossime settimane il rialzo dei mercati azionari debba riprendere vigore. Sui livelli attuali chi é ancora sottoinvestito può comperare. In generale però bisogna ora avere pazienza e attendere con calma lo sviluppo della situazione. Ci vuole una fase di formazione di base, che potrebbe durare circa un mese, prima che i rialzisti siano in grado di riprendere il controllo delle operazione e spingere le borse su nuovi massimi.
Insomma - bisogna riparare i danni e trovare una nuova narrativa per poter far ripartire i mercati azionari al rialzo in maniera dinamica e sostenibile. Non bastano più le ipotesi e le aspettative ma ci vuole qualcosa di concreto per ridare coraggio agli investitori. Nel futuro deve concretizzarsi uno scenario di soft landing con tassi d'interesse in calo.
Teniamo d'occhio il mercato dei metalli preziosi (che resta forte) e quello delle divise alla ricerca di conferme alle nostre previsioni riguardanti i mercati azionari e obbligazionari. Ci aspettiamo che l'USD (USD Index fermo a 105.96) si indebolisca e che il rialzo dei metalli preziosi continui. L'argento (future a 28.75 USD) sta consolidando sui 28 USD e prepara un attacco decisivo della forte resistenza a 30 USD. Il prossimo obiettivo é a 38 USD.
Eurostoxx50 -0.76% a 4918 punti
SX7E (banche) +1.70% a 139.63 punti
DAX -1.05% a 17737 punti
SMI -0.73% a 11296 punti
FTSE MIB +0.47% a 33922 punti
S&P500 -3.05% a 4967.23 punti
Nasdaq100 -5.36% a 17037 punti
L'S&P500 ha aperto a 5005 punti, é salito ancora a 5019 punti, é caduto fino a metà seduta a 4966 punti, é rimbalzato a 4995 punti, é sceso sul minimo a 4953 punti e ha infine chiuso a 4967.23 punti (-0.88%). La seduta al NYSE é stata moderatamente positiva con A/D a 5058 su 4027 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é balzata a 18.71, il CBOE Equity put/call ratio era normale a 0.65 mentre il Fear&Greed Index ha perso ancora 3 punti a 31 punti. Abbiamo ora una situazione di ipervenduto ed eccesso di ribasso a corto termine con investitori pessimisti - settimana prossima la borsa americana deve rimbalzare. Vedremo se questo rappresenterà, come pensiamo noi, la ripresa del rialzo o per lo meno la fine della correzione di aprile.
Le due settimane di moderato calo degli indici azionari hanno anche un risvolto positivo - l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo sono spariti (RSI giornaliere sui 44 - 48 punti) e gli investitori sono nuovamente prudenti. Il Fear&Greed Index é sceso a 46 punti, valore neutrale e vicino al pessimismo. Questa é una buona premessa tecnica per una ripresa del rialzo anche se i valori potrebbero scendere ancora più in basso.
Eurostoxx50 -1.21% a 4955 punti
SX7E (banche) -2.58% a 137.29 punti
DAX -1.49% a 17930 punti
SMI -1.01% a 11379 punti
FTSE MIB -0.73% a 33764 punti
S&P500 -1.56% a 5123.41 punti
Nasdaq100 -0.58% a 18003 punti
Aspettiamo con impazienza un calo dei tassi d'interesse di mercato (USTBond decennale a 4.39%, Bund decennale a 2.4040%) che dovrebbe dare inizio alla prossima spinta di rialzo dei mercati azionari.
L'argento ha rotto la forte resistenza a 26 ed é salito di slancio fino a 27.60 (future). Ha guadagnato quasi il +10% in una settimana. A breve potrebbe consolidare ma poi dovrebbe ripartire verso il nostro obiettivo a 30 USD. Considerando la forza dell'oro e il fatto che l'argento sembra avere appena cominciato il suo movimento di rialzo uscendo da un lungo periodo di consolidamento, é probabile che l'obiettivo a 30 USD sia (molto) conservativo. Ricordatevi però che l'argento é un asset volatile e speculativo - malgrado il potenziale di guadagno non investite troppi soldi in questo settore di nicchia.
Eurostoxx50 -1.38% a 5014 punti
SX7E (banche) +1.16% a 140.93 punti
DAX -1.78% a 18175 punti
SMI -2.00% a 11495 punti
FTSE MIB -2.13% a 34010 punti
S&P500 -0.95% a 5204.34 punti
Nasdaq100 -0.80% a 18108 punti
Le borse europee seguono a ruota Wall Street.
Restiamo ottimisti e pienamente investiti. A livello fondamentale e tecnico non vediamo al momento rischi in grado invalidare il nostro scenario e bloccare il rialzo dei mercati azionari.
Eurostoxx50 +1.03% a 5083 punti
SX7E (banche) +2.66% a 139.31 punti
DAX +1.64% a 18492 punti
SMI +0.67% a 11730 punti
FTSE MIB +1.18% a 34750 punti
S&P500 +0.39% a 5254.35 punti
Nasdaq100 -0.46% a 18254 punti
Giovedì l'S&P500 ha aperto a 5245 punti, é oscillato per ore intorno ai 5252 punti, si é impennato in serata fino ai 5264 punti (nuovo record storico) ed ha infine chiuso a 5254.35 punti (+0.11%). La seduta é stata positiva con A/D a 5783 su 3283, NH/NL a 1179 su 219 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 13.01 punti (+0.23), il CBOE Equity put/call ratio era di 0.56 mentre il Fear&Greed Index é stabile a 71 punti (+1). I Summation Index salgono e la tendenza di fondo resta al rialzo (71.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 66.05).
Notiamo una certa frustrazione tra i ribassisti mentre il gruppo dei rialzisti si sta infoltendo. Questo "bullish sentiment" ci sembra ancora sano e non sembra ancora costituire un pericoloso eccesso. Sempre più investitori credono al rialzo e pensiamo che questo spostamento dai pessimisti nel campo degli ottimisti dovrebbe almeno in questa fase alimentare il rialzo e non creare le premesse per una correzione o peggio ancora un top. Teniamo d'occhio i tassi d'interesse - ad aprile il reddito dell'USTB decennale dovrebbe cadere sotto il 4%. La rottura di questa barriera dovrebbe entusiasmare gli investitori e alimentare il rally delle borse.
Nei forum si discute molto di argento dopo che l'oro ha raggiunto un nuovo record storico. L'argento (future a 25.10 USD/oncia) sembra in ritardo. Se come pensiamo riesce nelle prossime settimane a rompere la forte resistenza a 26 dovrebbe salire direttamente a 30.
Siamo convinti che nel prossimo futuro i tassi d'interesse devono scendere e l'USD deve indebolirsi alimentando il rialzo delle borse e dei prezzi delle materie prime.
Eurostoxx50 +0.89% a 5031 punti
SX7E (banche) +2.76% a 135.69 punti
DAX +1.54% a 18205 punti
SMI -0.21% a 11652 punti
FTSE MIB +1.19% a 34343 punti
S&P500 +2.29% a 5234.18 punti
Nasdaq100 +2.98% a 18339 punti
In questa fase gli analisti tecnici sono in difficoltà. Gli indicatori di momentum mostrano che gli indici azionari sono ipercomperati e in eccesso di rialzo - gli investitori sono ottimisti (p.e. Fear&Greed Index costantemente sui 70+ punti, ora a 72 punti). Questi segnali tecnici che in un mercato in laterale normalmente ci allertano dell'imminenza di una correzione intermedia ora non funzionano. Semplicemente perché la spinta di rialzo é costante e non permette ai ribassisti di prendere il sopravvento - ogni ritracciamento viene chiaramente comperato.
Venerdì l'S&P500 ha aperto invariato a 5242 punti. Durante la seduta l'indice é oscillato a caso tra i 5229 ed i 5246 punti (range di soli 17 punti!) e ha chiuso a 5234.18 punti (-0.14%) con una insignificante perdita di 7 punti. La perdita sul Russell2000 (-1.27%) é stata più consistente e questo spiega i dati negativi della seduta (A/D a 2942 su 6169, NH/NL a 581 su 390 e volume relativo a 0.9). Anche questo indice ha però una performance settimanale positiva (+1.43%). La partecipazione sta in generale migliorando e i Summation Index salgono. La tendenza di fondo resta al rialzo con il 65,5% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 64.53.
Non abbiamo nulla di nuovo da segnalare e finora non vediamo niente all'orizzonte che possa far deragliare o ritardare ulteriormente il rialzo che dovrebbe culminare in un top di lungo periodo nel corso di quest'anno.
Restiamo pienamente investiti in azioni, in obbligazioni a lunga scadenza e in metalli preziosi (speculativamente argento con obiettivo a 30 USD).
Noi restiamo decisamente positivi e come sapete siamo pienamente investiti, nei limiti imposti dai profili d'investimento, in azioni ed obbligazioni di lunga scadenza. Siamo rialzisti sui metalli preziosi e sui metalli in generale. L'oro ha toccato alcuni giorni fà un nuovo massimo storico a 2195 USD - venerdì é sceso a 2156 USD - pensiamo che si tratti unicamente di un breve ritracciamento / consolidamento e prevediamo nel corso dell'anno prezzi decisamente più alti. Il testimone é stato ripreso questa settimana dall'argento - dai 24.54 USD di una settimana fà il prezzo (future di maggio) é salito venerdì fino a 25.66 USD per chiudere infine a 25.41 USD - vi invitiamo a rileggere il commento di sabato/domenica scorsa - il nostro obiettivo per quest'anno é a 30 USD.
Ricordiamo che il nostro obiettivo di riferimento per i mercati azionari sono i 6000 punti di S&P500 (-0.65% a 5117.09 punti). Dai livelli attuali prevediamo quindi che l'S&P500 possa guadagnare ancora un +17% prima che questa fase di rialzo termini nell'euforia generale con un'accelerazione di tipo esaustivo. L'Europa dovrebbe seguire l'esempio dell'America.
Durante il rialzo ci saranno delle brevi correzioni che serviranno ad assorbire gli accessi e ristabilire uno sano scetticismo. Le correzioni coincideranno con rotazioni tra settori che potrannno essere utilizzate dai traders. Nelle scorse due settimane hanno corretto i magnifici 7, i semiconduttori e la tecnologia in generale mentre si é comportato molto bene il settore finanziario. Sembra giunto il momento di prendere dei guadagni sui titoli bancari ed assicurativi. Restiamo decisamente positivi per le PMI - pensiamo che questo sarà il prossimo segmento di mercato a "decollare" e consigliamo di comperare un ETF sul Russell2000.
Eurostoxx50 +0.56% a 4986 punti
SX7E (banche) +3.62% a 132.04 punti
DAX +0.61% a 17936 punti
SMI +0.25% a 11676 punti
FTSE MIB +1.61% a 33940 punti
S&P500 -0.13% a 5117.09 punti
Nasdaq100 -1.16% a 17808 punti
L'S&P500 ha aperto a 5124 punti, é salito a zigzag sul massimo a 5136 ed é sceso sul minimo a 5104 a metà giornata. Poi c'é stato un lento ed incerto recupero fino ai 5124 punti e una chiusura a 5117.09 punti (-0.65%). Questa chiusura in mezzo al range e con una perdita di 33 punti non ha una grande significato - dal massimo storico a 5189 punti di inizio marzo l'indice ha perso in questa fase meno del 2%. L'ipercomperato a corto termine é stato riassorbito e il consolidamento potrebbe finire qui. Al massimo l'S&P500 potrebbe ancora scendere qualche giorno fino ai 5060 punti prima di ripartire al rialzo.
La seduta al NYSE é stata di poco negativa con A/D a 4424 su 4621, NH/NL a 408 su 877. La volatilità VIX é ferma a 14.41 (+0.01), il CBOE Equity put/call ratio é nella media a 0.61 mentre il Fear&Greed Index a 70 (-3) mentra ancora ottimismo.
La tendenza di fondo resta al rialzo con il 59.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 62.18. I Summation Index sono in leggero calo.
Restiamo investiti, siamo fiduciosi ed aspettiamo con calma.
I tassi d'interesse sono scesi ancora di poco (reddito dell'USTBond decennale a 4.09%, reddito del Bund decennale a 2.27%) mentre l'USD ha ceduto solamente qualche punto (EUR/USD a 1.0938, USD Index a 102.71). Su questi due fronti il movimento che noi ci aspettiamo é appena agli inizi. Noi crediamo che nei prossimi mesi il reddito dell'USTBond decennale debba cadere intorno al 3% mentre l'USD potrebbe perdere dal livello attuale un -10% riguardi di EUR,CHF, YEN e GBP. Per quel che riguarda gli indicatori di sentiment lasciamo da parte il Fear&Greed Index che ormai é da settimane nel campo dell'ottimismo (71 punti) senza che ci siano conseguenze negative per il mercato azionario americano. Come punto di riferimento abbiamo la volatilità VIX (14.74 punti) che secondo noi dovrebbe scendere sui 10 punti quando il rialzo si avvicinerà al top.
Per ora tutto sembra confermare che il rialzo é solido e sostenibile e dovrebbe proseguire ancora per mesi. Siamo e restiamo pienamente investiti in azioni e in obbligazioni a lunga scadenza (da 10 a 30 anni).
Come sapete siamo da mesi positivi sui metalli preziosi. L'oro da inizio marzo si é impennato sia in USD che in EUR e ha raggiunto venerdì un nuovo record storico a 2185 USD/oncia. Siamo convinti che anche questo movimento é appena agli inizi e che esiste un ampio potenziale di rialzo. In questo momento siamo particolarmente ottimisti per l'argento che sembra uscire da un lungo consolidamento. Nell'ultimo mese il prezzo é salito dal solido supporto a 22 USD/oncia fino agli attuali 24.54 USD (future di maggio). Il nostro target per quest'anno é a 30 USD. Un'importante resistenza a 26 USD potrebbe provocare una correzione intermedia ma questa volta siamo convinti che l'argento dovrebbe riuscire a sfondare al rialzo dopo i due falliti tentativi ad aprile/maggio e dicembre dell'anno scorso.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +1.37% a 4961 punti
SX7E (banche) +2.93% a 127.42 punti
DAX +0.43% a 17814 punti
SMI +1.33% a 11647 punti
FTSE MIB +1.43% a 33403 punti
S&P500 -0.26% a 5123.69 punti
Nasdaq100 -1.55% a 18018 punti
Ho seguito da lontano lo sviluppo dei mercati finanziari. Ho notato che non ci sono state sorprese e il rialzo sta proseguendo in maniera regolare e secondo le previsioni. Le borse hanno ancora guadagnato terreno. In Europa gli indici azionari sono saliti intorno al +4%, in America l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 5140 punti con una performance dall'11 febbraio del +2.20%. Malgrado ipercomperato ed eccesso di rialzo non si verificano delle correzioni - gli indicatori di sentiment mostrano ancora ottimismo a corto termine (Fear&Greed Index a 79 punti) mentre tra gli investitori noto ancora parecchio scetticismo.
Rispetto alla situazione del 10-11 febbraio non ci sono cambiamenti di rilievo - la tendenza di fondo dei mercati azionari di America, Europa e Giappone resta saldamente al rialzo (91.6% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 60.99 punti).
Per ora non abbiamo niente da aggiungere - le nostre previsioni a medio termine non cambiano. La rotta resta quella che continuiamo a descrivere da parecchi mesi. Non vediamo nulla orizzonte che possa far fallire questo rialzo e restiamo pienamente investiti in azioni, obbligazioni di lungo termine e metalli preziosi. Assicuriamo l'USD su EUR e CHF. Delle correzioni minori di un -2%/-3% sono sempre possibili ma non devono impensierire gli investitori. Chi volesse ancora comperare azioni deve cercare dei settori ancora sottovalutati e che finora sono stati trascurati - vediamo ancora ampie possibilità tra le PMI (Russelll2000) e tra le società che agiscono nell'estrazione e commercio delle materie prime.
Eurostoxx50 +0.44% a 4715 punti
SX7E (banche) +0.48% a 123.79 punti
DAX +1.81% a 17735 punti
SMI -0.02% a 11493 punti
FTSE MIB +0.71% a 32934 punti
S&P500 +0.95% a 5137.08 punti
Nasdaq100 +2.03% a 18302 punti
Insomma - la narrativa non cambia. L'inflazione é sotto controllo e il prossimo passo sarà un calo dei tassi d'interessi di riferimento e di mercato. Poiché questo sviluppo nel passato ha sempre avuto risvolti positivi sui mercati finanziari la liquidità scorre in direzione dei mercati azionari e le borse mondiali stanno lievitando. Il movimento é iniziato alle fine di ottobre dell'anno scorso e sembra poter proseguire ancora per mesi.
L'S&P500 ha fatto segnare un nuovo record storico a 5030 punti - i 5000 punti erano il nostro obiettivo iniziale é stato raggiunto. Il 20 gennaio di quest'anno abbiamo alzato questo obiettivo a 6000 punti. La ragione é semplice. Lo scenario che avevamo previsto si sta lentamente realizzando ma mancano ancora parecchi capitoli al suo completamento. Il trend delle borse é al rialzo in maniera solida e sostenibile. Non osserviamo ancora della pericolosa euforia e in particolare il mercato sale ancora a piccoli passi regolari senza accelerare. Il grafico ci fornisce un'obiettivo teorico a 6000 punti e per ora non abbiamo un metodo migliore per fissare un obiettivo differente. Le borse europee seguono malgrado alcune sfumature. La recessione in Germania sta frenando il DAX e i risultati trimestrali non entusiasmanti dei colossi svizzeri Nestlé, Roche e Novartis provocano una sottoperformance dell'SMI. Questi sono però solo dei dettagli in un contesto ideale per i mercati finanziari. L'unico investimento da evitare é la liquidità.
Restiamo pienamente investiti in azioni specialmente sulla borsa americana - in Europa favoriamo le PMI. Abbiamo inoltre obbligazioni a lunga scadenza e metalli preziosi. Non temiamo eventuali correzioni che il questa fase dovrebbero essere modeste e di breve durata.
Eurostoxx50 +1.30% a 4715 punti
SX7E (banche) -1.76% a 117.24 punti
DAX +0.05% a 16926 punti
SMI -1.32% a 11091 punti
FTSE MIB +1.43% a 31156 punti
S&P500 +1.37% a 5026.61 punti
Nasdaq100 +1.81% a 17962 punti
Il Fear&Greed Index (78 punti) e il CBOE Equity put/call ratio (0.48) al momento non forniscono segnali affidabili poiché il trend é forte e sostenibile. Consigliamo di tenere d'occhio la volatilità VIX (12.93 punti) per sapere quando il mercato potrebbe essere vicino al top. Quando tutti saranno convinti che il mercato conosce solo una direzione e tutti saranno investiti questo indicatore dovrebbe trovarsi sui 10 punti.
Il prossimo commento verrà pubblicato domenica 3 marzo.
Riassunto: Malgrado le giustificate critiche riguardanti la scarsa partecipazione al rialzo (venerdì A/D a 3407 su 5757) i maggiori indici azionari americani passano da un record al successivo. Venerdì l'S&P500 (+1.07% a 4958.61 punti, massimo giornaliero a 4975 punti) e il Nasdaq100 (+1.72% a 17642 punti, massimo giornaliero a 17682 punti) hanno raggiunto un nuovo massimo storico. Chi ci legge da anni conosce il nostro commento in queste occasioni: "un nuovo massimo é un segnale indiscutibile e inequivocabile che il trend é al rialzo". Tutti quelli che sono negativi e fanno osservare che il rialzo é trascinato solo da una decina di titoli nel campo della tecnologia (venerdì Meta +20.32%, Amazon +7.87%, NVidia +4.87%), che i Summation Index sono in calo e che più del 50% dei titoli dell'S&P500 da inizio anno sono in perdita (!) hanno ragione - d'altra parte chi é investito in un ETF sull'S&P500 o sul Nasdaq100 sta guadagnando e non gli importa molto perché l'indice sale. Noi da più di un anno stiamo inseguendo l'obiettivo a 5000 punti di S&P500 o ormai la nostra previsione si sta avverando. Manca ancora un +1% mentre il trend é saldamente al rialzo (60.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 58.18). Come anticipato il mercato azionario americano non riesce più a correggere malgrado che regolarmente si presentano delle situazioni, a corto o medio termine, di eccesso di rialzo e di ipercomperato. Noi avevamo previsto adesso un breve ritracciamento fino ai 4800-4820 punti - il massimo che il mercato é riuscito a fare é stata una caduta mercoledì fino a 4845 punti (-1.61%). I ribassisti pensavano già di poter prendere l'iniziativa ma invece giovedì (+1.25%) e venerdì (+1.07%) il contrattacco dei rialzisti é sfociato su un nuovo record storico. A nulla servono dati economici in teoria negativi per la borsa. I dati che segnalano recessione sono interpretati in maniera positiva poiché i tassi d'interesse scendono - i dati che mostrano invece che il mercato del lavoro é in buona salute inducono a credere che l'economia si salverà in un soft landing. È evidente che ogni scusa é buona per comperare azioni. Bisogna però seguire le tendenze di fondo e non farsi influenzare da dati economici fuori dal coro e in particolare da quelli che si riferiscono al passato. Lo scenario da seguire per il futuro é quelle che descriviamo da mesi e si sta lentamente delineando. L'inflazione é in calo e questo permetterà una discesa dei tassi d'interesse di mercato e di riferimento. Molti investitori sanno che questo scenario é bullish per le azioni e quindi stanno comperando ed alzano nuovamente le percentuali di azioni nei portafogli. L'unico aspetto che si differenzia da quanto prevediamo noi da parecchi mesi é la velocità del movimento. Su parecchi fronti é ancora successo poco o nulla. In particolare i tassi d'interesse non scendono in maniera sostanziale - il reddito dell'US Treasury Bond decennale oscilla ancora intorno al 4% (4.03%, +0.16%). Anche l'USD non perde di valore - l'USD Index (103.84, +0.84%) continua la sua oscillazione nel range 100-104 e non sembra a breve voler rompere il supporto a 100. Di conseguenza i prezzi dei metalli preziosi non decollano - l'oro (2039 USD/oncia) ha guadagnato questa settimana una ventina di USD ma questo non corrisponde al rialzo che ci aspettiamo noi.
Insomma - le borse restano impostate decisamente al rialzo ma l'accelerazione fatica a concretizzarsi. Da una parte questo ha risvolti positivi poiché molti investitori restano scettici e non appare quella pericolosa euforia che potrebbe farci temere un'esaurimento del trend. D'altra parte questo avanzare a piccoli passi significa che la fase finale, vale a dire l'accelerazione di tipo esaustivo, non é imminente. A questo ritmo pensiamo che il top potrebbe essere raggiunto solo verso metà anno se non in autunno. Poco male - per ora il trend rialzista é solido e indiscutibile - bisogna solo avere pazienza e restare investiti. Nel futuro il rialzo dovrebbe coinvolgere anche i settori finora relativamente deboli e in particolare il settore delle piccole e medie imprese (Russell2000 -0.59% a 1962 punti, performance settimanale -0.59%) che finora é in affanno.
Eurostoxx50 +0.42% a 4654 punti
SX7E (banche) +0.44% a 119.34 punti
DAX -0.25% a 16918 punti
SMI -1.32% a 11239 punti
FTSE MIB +1.11% a 30718 punti
S&P500 +1.38% a 4958.61 punti
Nasdaq100 +1.26% a 17642 punti
La seduta di venerdì é un caso per un manuale di analisi tecnica - raramente si osserva una seduta con un netto guadagno di S&P500 (+1.07%), Nasdaq100 (+1.72%), DJI (+0.35% e DJT (+0.99%) e contemporaneamente dati sulla partecipazione così negativi (A/D a 3407 su 5757 e NH/NL a 445 su 618). Questo si spiega in parte con il calo del Russelll2000 (-0.59%) - resta il fatto che assistiamo ad un mercato diviso in due dove hanno prevalso le vendite.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4912 punti. È salito fino ai 4960 punti - ha metà seduta ha ritracciato fino ai 4940 punti per poi ripartire al rialzo e raggiungere verso le 21.30 il nuovo massimo storico a 4975 punti. Sul finale l'indice é ricaduto a 4958.61 punti (+1.07%). La volatilità VIX é stabile a 13.85 punti (-0.03), il CBOE Equity put/call ratio é neutro a 0.62 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 67 punti (-3). L'analisi tecnica fornisce buoni argomenti sia ai rialzisti che ai ribassisti - il trend é però indiscutibilmente al rialzo e senza prova contraria una continuazione di questo movimento é la variante nettamente più probabile.
Riteniamo che questo bull market secolare si trovi nella fase finale - questo significa che per i prossimi mesi non ci saranno più correzioni significative (vale a dire superiori al -5%) e il trend si esaurirà con una accelerazione di tipo esaustivo e con euforia tra gli investitori. Non osserviamo per ora questi due fattori e quindi riteniamo che il rialzo ha ancora parecchia strada da fare. L'accelerazione dovrebbe verificarsi quando i tassi d'interesse di mercato cominceranno a scendere e l'USD si indebolirà. Per ora il reddito dell'USTBond decennale resta sopra il 4% (4.15%) e l'USD Index (103.26) non cade sotto i 100 punti.
Nel complesso il rialzo si sviluppa finora come atteso e vi ricordiamo che settimana scorsa abbiamo alzato l'obiettivo indicativo di riferimento a 6000 punti di S&P500 - a partire dagli attuali 4890.97 punti c'é quindi ancora quest'anno un potenziale di rialzo di un +20%/22%. Non possiamo che ripetere il nostro consiglio di restare pienamente investiti in azioni e in obbligazioni di ottima qualità e di lunga scadenza. Raramente si presenta un'occasione simile.
Sugli altri mercati finanziari regna invece la calma - i tassi d'interesse di mercato sono relativamente stabili - i cambi tra le divise, malgrado fiammate di breve durata in una o nell'altra direzione, non si muovono e anche metalli e materie prime sembrano semplicemente consolidare. Notizie negative sul fronte politico o economico non sembrano in grado di far deragliare il rialzo delle borse che viene alimentato dalla liquidità e dal sottoinvestimento in azioni di molti investitori istituzionali. A tutte le presentazioni finanziarie di banche e brokers alle quale partecipiamo prevale un cauto ottimismo - nei profili di investimento però nessuno istituto é pienamente investito e molti scelgono titoli difensivi mettendo in risalto il fatto che le borse sembrano pericolosamente scollarsi dalla realtà economica. Siamo convinti che l'afflusso di liquidità viene fortemente sottovalutato e molti saranno costretti nei prossimi mesi ad inseguire il mercato. D'altra parte concordiamo sul fatto che al momento é difficile spiegare sulla base dei fondamentali le alte valutazioni della azioni. Il trend é però indiscutibile - assistiamo ad un tipico rally speculativo con un'espansione dei rapporti prezzo/utili provocata dalle attese future di un netto calo dei tassi d'interesse di riferimento e di mercato. La conseguenza é che al top seguirà probabilmente una rovinosa caduta. Prima però godiamoci la parte finale della festa.
Eurostoxx50 +4.19% a 4635 punti
SX7E (banche) +1.68% a 119.87 punti
DAX +2.45% a 16961 punti
SMI +2.15% a 11390 punti
FTSE MIB +0.32% a 30379 punti
S&P500 +1.06% a 4890.97 punti
Nasdaq100 +0.61% a 17421 punti
Molti analisti e investitori si lamentano malgrado la straordinaria performance dei maggiori indici azionari americani. Molto probabilmente perché la partecipazione é ancora scarsa (venerdì NH/NL al NYSE a 400 su 979) e quindi pochi hanno i titoli "giusti" - la maggior parte della azioni é ancora lontana dai massimi storici. Questo effetto viene confermato dai Summation Index su NYSE e Nasdaq che sono ancora in calo - questo significa che nelle ultime settimane la maggior parte delle azioni ha perso terreno mentre poche azioni di società ad alta capitalizzazione trascinano gli indici al rialzo. Abbiamo già discusso questo effetto una settimana fà dicendo che questo fattore non ci preoccupa. Probabilmente nei prossimi mesi la partecipazione aumenterà e il rialzo si farà generalizzato. Lo scetticismo degli analisti tecnici e le lamentele degli investitori hanno conseguenze sul sentiment che di fondo resta improntato allo scetticismo. Negli indicatori di corto termine (Fear&Greed Index a 72 punti, +6) appare ottimismo ma questo interessa i traders e non rispecchia il posizionamento della maggior parte degli investitori. In pratica- come osserviamo da settimane - gli indici possono continuare a salire mentre gli indicatori di sentiment mostrano continuamente ottimismo senza che si diffonda una pericolosa euforia. La volatilità VIX (13.30 punti, -0.85) p.e. oscilla costantemente sui 12-14 punti senza scendere sui 10 punti - i 10 punti segnalerebbero un eccesso di ottimismo e costituiscono il nostro obiettivo finale che dovrebbe essere raggiunto alla fine del bull market.
A questo punto, come anticipato più volte in precedenti commenti, dobbiamo rivedere il nostro target per l'S&P500. All'obiettivo iniziale a 5000 punti di S&P500 mancano solo 160 punti o il +3.3%. Il trend rialzista é solido e sostenibile (65.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 59.51 punti). Il consolidamento di inizio anno ha permesso di assorbire buona parte degli eccessi che si erano accumulati nel rialzo da fine attobre a fine 2023. È quindi molto probabile che questo bull market ha ancora parecchia strada da fare. Quanta? Sinceramente non lo sappiamo anche perché con un nuovo massimo storico non ci sono più valide resistenze e mancano punti di riferimento. Dobbiamo quindi provare ad indovinare per dare un valore indicativo. Secondo l'analisi grafica questa spinta di rialzo potrebbe portare l'S&P500 sui 6000 punti. Ci sembra un obiettivo molto ambizioso ma per il momento non abbiamo di meglio. Sapete che nella fase finale il rialzo avrà tendenza ad accelerare e quindi un +20% in 4-6 mesi sembra possibile. Inoltre i tassi d'interesse non sono ancora scesi e le Banche Centrali sembrano ancora reticenti a sostenere delle economie che sembrano passare dall'inflazione alla deflazione con conseguente recessione.
Per quel che riguarda le borse europee non abbiamo nulla da aggiungere a quanto scritto una settimana fà. L'Europa fatica a seguire l'America poiché i fondamentali sono peggiori. Gli indici saliranno a traino dell'America ma in termini nominali é molto probabile che, come nella settimana appena trasconrsa, Eurostoxx50, DAX e colleghi nel complesso avranno una sottoperformance.
Eurostoxx50 -0.72% a 4448 punti
SX7E (banche) -0.81% a 117.88 punti
DAX -0.89% a 16555 punti
SMI -0.68% a 11150 punti
FTSE MIB -0.61% a 30283 punti
S&P500 +1.17% a 4839.81 punti
Nasdaq100 +2.86% a 17314 punti
L'S&P500 (+1.23% a 4839.81 punti) ha aperto vicino al minimo giornaliero (4785) e ha chiuso vicino al massimo (4842) con un guadagno di 58 punti. Questo proprio quando nei social media si moltiplicavano le previsioni di una imminente profonda correzione. Pochi analisti pensavano che adesso l'S&P500 poteva superare di slancio la forte resistenza a 4800-4820 punti. Molti investitori nelle prossime settimane saranno obbligati a coprire posizioni short ed inseguire il mercato.
Probabilmente grazie al momentum la borsa americana salirà ancora qualche giorno - poi ci aspettiamo un ritracciamento ed un test dall'alto da parte dell'S&P500 del nuovo supporto a 4800-4820 punti. In seguito il rialzo riprenderà e in questa successiva fase dovrebbe partecipare anche il Russell2000 (+1.08%, performance settimanale -0.34%) permettendo un miglioramento dei dati tecnici sulla partecipazione.
Se c'é qualcuno che non ha seguito finora i nostri consigli e vuole ancora comperare azioni deve scegliere questo indice che raccoglie le PMI americane.
Gli oscillatori hanno assorbito solo parte degli eccessi che si erano accumulati ad inizio mese ma questo non dovrebbe essere un problema. La tendenza di fondo resta solidamente al rialzo (73.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 62.84) e i Summation Index, che a gennaio hanno cominciato a scendere, sembrano già decelerare ed avvicinarsi ad un minimo.
Ci sorprende quanti investitori cercano ancora di speculare al ribasso malgrado l'evidente forza del mercato. Questa settimana abbiamo notato alti valori di equity put/call ratio (me 1.55!, gio 0.80, ve 0.83) che rispecchiano le alte scommesse ribassiste dei traders. Lo stesso effetto appare nell'alto numero di calls sulla volatilità VIX (12.70 punti). Siamo convinti che appena l'S&P500 supererà il massimo storico molti speculatori dovranno gettare la spugna e coprire le posizioni short. Dovranno comperare e a loro si aggiugeranno tutti gli investitori istituzionali ancora sotto investiti e con portafogli posizionati in maniera difensiva in previsione di una recessione economica. Nei prossimi mesi il rialzo dovrebbe accelerare. Per questa ragione - lo ripetiamo - é possibile e probabile che il nostro obiettivo a 5000 punti S&P500 sia troppo conservatore e verrà ampiamente superato.
Se come pensiamo l'USD si indebolirà a causa della diminuzione del differenziale dei tassi d'interesse, é probabile che le borse europee debbano seguire l'America a distanza. Parte del distacco verrà compensato dal cambio sulle divise. In generale però sembra esserci maggiore potenziale di rialzo in America poiché i fondamentali sono migliori. Questo su numerosi fronti - stimolo fornito dalla spesa pubblica e dalla politica monetaria, redditività delle imprese.
Per ora il nostro scenario di base per i mercati finanziari si sta sviluppando come previsto - manca ora un evidente passaggio da un contesto inflattivo ad uno deflattivo con un netto ribasso dei tassi d'interesse di mercato. A marzo prevediamo la prima diminuzione dei tassi d'interesse di riferimento da parte delle Banche Centrali - ci aspettiamo questa mossa sia dalla FED americana che dalla BCE europea. Le borse dovrebbe muoversi al rialzo in anticipo e a marzo dovrebbero già essere nella fase di accelerazione.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +0.36% a 4480 punti
SX7E (banche) -2.80% a 118.84 punti
DAX +0.66% a 16704 punti
SMI +0.36% a 11226 punti
FTSE MIB +0.10% a 30470 punti
S&P500 +1.84% a 4783.83 punti
Nasdaq100 +3.22% a 16832 punti
È stata una settimana strana poiché molti si aspettavano una continuazione del calo iniziato a fine dicembre ma il mercato ha sempre avuto una scusa per fare altro. Lunedì (S&P500 +1.41%) c'é stato l'atteso rimbalzo tecnico. Martedì é seguita una pausa (-0.15%). Mercoledì ha prevalso l'ottimismo (+0.67%) in attesa dei dati sull'inflazione. Giovedì i dati sui prezzi al consumo erano misti e hanno provocato volatilità ma pochi movimenti significativi (-0.07%). Venerdì i dati sui prezzi alla produzione hanno segnato un calo superiore alle attese degli analisti e l'S&P500 ha terminato la settimana con un leggero guadagno (+0.08% a 4783.83 punti). L'indice é oscillato tra i 4769 ed i 4802 punti e la seduta é stata formalmente neutra (A/D a 4955 su 4087, NH/NL a 444 su 456, volume relativo a 1.0). Il Fear&Greed Index (71 punti) é rimasto tutta la settimana stabile intorno ai 72 punti. I dati sul sentiment sono contraddittori e in questa fase non sembrano fornire segnali affidabili - gli investitori sembrano ancora scettici, i traders tentano regolarmente operazioni short mentre il Fear&Greed Index segnala ottimismo. Noi non vediamo provenire da questo fronte nessuna forte ostacolo ad una prosecuzione del rialzo. La volatilità VIX (12.70), pur essendo bassa, può scendere verso i 10 punti e in generale l'ottimismo può (e deve) sfociare nell'euforia generale prima che le borse possano essere su un massimo definitivo e vengano a mancare i compratori.
Questa settimana non ci sono stati grandi cambiamenti a livello di tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 3.96%) e divise (USD Index a 102.17, EUR/USD a 1.0950). La ripresa del rialzo generale delle borse deve coincidere con un indebolimento dell'USD e un calo dei tassi d'interesse di mercato. Vediamo cosa si muove prima....
Malgrado alcuni tentativi di rottura al ribasso l'argento difende con il future (23.36) il supporto a 23. Restiamo long.
Insomma - il rally di base é intatto e la correzione sta svolgendo egregiamente il suo compito. Finora la pressione di vendita é scarsa e non pensiamo che nell'immediato futuro ci saranno dei cambiamenti. La correzione dovrebbe durare ancora una decina di giorni e poi gli indici dovrebbero ripartire al rialzo e accelerare. Il nostro obiettivo finale é ancora fissato a 5000 punti di S&P500. Abbiamo però già più volte ribadito che probabilmente l'indice salirà più in alto poiché per terminare questo bull market c'é bisogno euforia. In questo momento invece c'é ancora molto scetticismo e molti investitori hanno ancora troppe poche azioni in portafoglio. Sui social media questa settimana é riapparso un folto gruppo di ribassisti che prevede l'inizio di un lungo ribasso causato da una recessione. Noi invece pensiamo che avremo ancora un periodo di circa sei mesi di sostanziali rialzi sui mercati azionari. Il calo dell'inflazione provocherà una diminuzione dei tassi d'interesse di mercato al quale le Banche Centrali dovranno adeguarsi. Nei prossimi mesi gli investitori crederanno ancora ad uno scenario economico di soft landing al quale dovrebbe seguire un periodo di crescita economica causato dagli stimoli provenienti da una politica monetaria di nuovo accomodante. Secondo noi invece i tassi d'interesse sono già rimasti troppo alti per un periodo troppo lungo e quindi il prossimo capitolo sarà una recessione accompagnata da deflazione - avremo però tempo di riparlarne nei prossimi mesi. Adesso i mercati si focalizzeranno sull'aspetto positivo del calo dei tassi d'interesse - prepariamoci a nuovi massimi storici sui maggiori indici azionari americani e europei.
Eurostoxx50 -1.29% a 4463 punti
SX7E (banche) +3.49% a 122.27 punti
DAX -0.94% a 16594 punti
SMI +0.29% a 11185 punti
FTSE MIB +0.43% a 30441 punti
S&P500 -1.52% a 4697.24 punti
Nasdaq100 -3.09% a 16306 punti
I dati sul mercato del lavoro pubblicati alle 14.30 sono a prima vista apparsi molto buoni e per assurdo hanno provocato un calo dei future sull'S&P500. Poi però le revisioni dei dati dei precedenti mesi hanno deluso e i mercati sono tornati sul livello del mattino. È stata quindi una breve tempesta in un bicchiere d'acqua. Difficile dire cosa ci aspetta settimana prossima. La correzione delle borse deve continuare ma essendo la pressione di vendita modesta é possibile e statisticamente probabile che lunedì / martedì ci sia un breve rimbalzo prima della continuazione della scivolata in direzione dei 4600 punti di S&P500. Tra giovedì e venerdì in America sono attesi i dati sull'inflazione a dicembre (prezzi ai consumi e alla produzione). Questi dati hanno il potenziale per influenzare i tassi d'interesse e dare un'impulso ai mercati azionari. Potrebbero provocare un sell off e la fine della correzione o causare un rimbalzo intermedio e far slittare la fine della correzione di un paio di giorni - dopo la festa del Martin Luther King Day di lunedì 15 gennaio.
Notiamo che l'argento ha ancora una volta rispettato il supporto a 23 USD. Questo supporto sembra abbastanza solido da costituire una solida base per una sostenibile fase di rialzo con obiettivo a 30 USD. In ogni caso vale la pena tentare una speculazione long con stop loss sotto i 23 USD.
Eurostoxx50 +19.20% a 4521 punti
SX7E +23.24% a 118.14 punti
DAX +20.31% a 16751 punti
SMI +3.81% a 11137 punti
FTSE MIB +28.03% a 30351 punti
S&P500 +24.23% a 4769.83 punti
Nasdaq100 +53.81% a 16826 punti
Nikkei +28.24%
Shanghai -3.70%
EUR/USD a 1.1035 (+3.08%)
EUR/CHF a 0.9288 (-6.16%)
Oro a 2063 USD/oncia - 1869 EUR/oncia (fine 2022 1823 USD/oncia - 1705 EUR/oncia)
Petrolio (WTI) a 71.65 USD/barile (fine 2022 80.26 USD/barile)
Reddito USTBond decennale (USD) a 3.88% (fine 2022 3.88%)
Di fatto non c'é nulla di nuovo rispetto a quello che andiamo ripetendo da mesi - lo scenario si sta sviluppando secondo le nostre aspettative. il 2024 sarà un anno da dottor Jekyll e Mister Hyde - alla festa iniziale con nuovi record storici di molti indici azionari seguirà una pesante caduta quando lo scenario consensuale di un soft landing si vaporizzerà - per fine anno ci aspettiamo un saldo negativo. L'importante sarà mantenere i nervi saldi e non essere troppo golosi. Bisogna cavalcare ora il rialzo e sapere poi vendere al momento giusto quando tutti saranno ottimisti ed euforici.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +0.01% a 4521 punti
SX7E (banche) -0.34% a 118.14 punti
DAX +0.27% a 16751 punti
SMI -0.14% a 11137 punti
FTSE MIB -0.01% a 30351 punti
S&P500 +0.32% a 4769.83 punti
Nasdaq100 +0.29% a 16826 punti
La seduta di venerdì a Wall Street é stata senza storia e insignificante. L'S&P500 si é mosso in 36 punti (4722-4788) e ha chiuso nella parte superiore del range con una modesta perdita di 13 punti (-0.28% a 4769.83 punti). La seduta é stata negativa con A/D a 2427 su 6680, NH/NL a 560 su 172 e volume relativo a 0.95. I NH sono veramente pochi - sembra che la spinta di rialzo manchi ormai di forza e partecipazione. La tendenza di fondo resta però solidamente rialzista con l'82.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 68.83. I Summation Index sono ancora saliti ma sono toppish.
Sul fronte del sentiment traspare ottimismo: la volatilità VIX é a 12.46 (-0.02), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.65 mentre il Fear&Greed Index é stabile a 76 punti (-1). La costellazione tecnica favorisce una correzione di medio termine. Molti investitori stanno però aspettando una correzione per saltare sul treno in corsa - di conseguenza pensiamo che il calo sarà modesto o addirittura assente.
Evitiamo ora qualsiasi speculazione short. Una correzione deve unicamente essere usata per comperare azioni o ottimizzare il portafoglio prima dell'accelerazione finale - il ritmo di salita degli indici in questa fase finale deve aumentare.
Anche questa settimana il rialzo della borsa americana é continuato. Mercoledì (S&P500 -1.47%) c'é stato un breve e moderato vuoto d'aria. Nelle ultime due ore della seduta a New York c'é stata un'ondata di vendita che ha fatto immmediatamente gridare i ribassisti alla correzione. Il tutto però si é risolto in una bolla di sapone e già giovedì (S&P500 +1.03%) c'é stato un sensibile recupero.
Abbiamo nuovamente osservato un fenomeno che vi avevamo già annunciato all'inizio di questo rialzo. La borsa americana sta sovraperformando in termini nominali ma contemporaneamente il dollaro americano si indebolisce (EUR/USD a 1.1013). Se si ripulisce la performance dell'effetto cambio non c'é molta differenza tra l'Europa e l'America.
Un'altro effetto che é ripparso in maniera evidente é quello del recupero delle azioni delle piccole e medie imprese (Russell2000 - performance settimanale +2.46%). Questo settore rimane quello più interessante considerando le moderate valutazioni fondamentali.
Siamo convinti che anche nel futuro questi due effetti riappariranno ad intervalli regolari.
Il nostro consiglio é invariato. Restate pienamente investiti in azioni e obbligazioni di lungo termine nel rispetto del vostro profilo d'investimento. Assicurate il rischio di una svalutazione dell'USD nei riguardi della vostro moneta di riferimento (EUR o CHF) - riteniamo probabile che nei prossimi mesi l'USD perda circa il 10% del suo valore nei riguardi di queste due monete.
L'indebolimento dell'USD corrisponderà ad un aumento di valore dei metalli preziosi. La variante conservativa per giocare questo effetto é possedere oro. Quella più rischiosa ma in questo momento decisamente interessante é comperare argento. La più speculativa é quella di possedere azioni di miniere d'oro e argento.
Eurostoxx50 -0.64% a 4521 punti
SX7E (banche) +0.34% a 118.55 punti
DAX -0.27% a 16706 punti
SMI -0.35% a 11153 punti
FTSE MIB -0.07% a 30353 punti
S&P500 +0.75% a 4754.63 punti
Nasdaq100 +0.92% a 16777 punti
Nel complesso la luce del semaforo dell'analisi tecnica resta sul verde.
Tradizionalmente il periodo tra Natale e fine anno, compresa la prima settimana di gennaio, é positivo. Ripetiamo quindi che lo scenario più probabile per il prossimo futuro é una salita dell'S&P500 sui 4800 punti per l'inizio del 2024. A questo punto il mercato dovrebbe essere ipercomperato a medio termine. Riteniamo però probabile che l'ipercomperato non verrà assorbito tramite una correzione ma piuttosto tramite un consolidamento. A gennaio, dopo un'oscillazione in laterale intorno ai 4800 punti il rialzo dovrebbe riprendere ed accelerare.
In Europa la BCE condotta da Christine Lagarde sta ancora inseguendo il fantasma dell'inflazione da domanda e non sembra ancora intenzionata a cambiare politica monetaria - questo mentre l'economia europea é sull'orlo della recessione e in una situazione nel complesso peggiore di quella americana. La reazione delle borse europee é stata questa settimana evidente - hanno marciato sul posto facendosi staccare da Wall Street. Sembra che da adesso in avanti questa potrebbe essere una regola - l'America dovrebbe sovraperformare con un effetto di compensazione provocato dal cambio sulle divise.
Nel complesso non c'é nulla di nuovo - bisogna restare pienamente investiti in azioni, long borse europee ed americana, long USTBond americani con scadenza a 20-30 anni e long metalli preziosi. Come preannunciato l'S&P500 potrebbe correggere un'ultima volta quando arriverà sui 4800 punti. Questo potrebbe succedere all'inizio del 2024. Almeno in quel momento si dovrebbe presentare una costellazione ideale - la presenza di una resistenza in concomitanza con mercati ipercomperati e in eccesso di rialzo a medio termine e con investitori retail eccessivamente esposti in maniera speculativa. Normalmente il periodo intorno a Natale e fine anno é positivo e quindi riteniamo poco probabile che si verifichi una correzione prima della prima settimana di gennaio.
Venerdì sono scaduti i derivati di dicembre - non abbiamo osservato particolari movimenti speculativi. Di conseguenza non pensiamo che la prossima settimana ci debba essere il tradizionale ritracciamento che segue una scadenza arrivata ovviamente su un massimo. Al contrario le operazioni di window dressing legate alla chiusura annuale dovrebbero ancora permettere agli indici azionari di lievitare fino a Natale e fine Anno.
Eurostoxx50 +0.58% a 4549 punti
SX7E (banche) +0.11% a 118.14 punti
DAX -0.05% a 16751 punti
SMI +1.08% a 11191 punti
FTSE MIB -0.10% a 30373 punti
S&P500 +2.49% a 4719.19 punti
Nasdaq100 +3.35% a 16623 punti
La partecipazione al rialzo rimane qualitativamente buona e il momentum non mostra segni di cedimento. Una correzione intermedia e minore é possibile in qualsiasi momento (-2%/-3%) ma per ora il trend rialzista é stabile e non vediamo nessun rischio all'orizzonte.
Eurostoxx50 +2.35% a 4523 punti
SX7E (banche) +0.91% a 118.01 punti
DAX +2.21% a 16759 punti
SMI +1.69% a 11071 punti
FTSE MIB +1.59% a 30403 punti
S&P500 +0.21% a 4604.37 punti
Nasdaq100 +0.54% a 16084 punti
Solo oro (-1.25%) e argento (-3.20%) hanno avuto venerdì una reazione decisamente negativa. Anche a posteriori non riusciamo a capire cosa é successo. Quando però il cambio JPY/USD riesce ad oscillare del 4% in una giornata (giovedì) significa che ci sono forze incredibili in gioco e non sempre l'ampiezza dei movimenti segue una logica.
Ci sono due gruppi che sperano nella correzione: i traders, che aprono posizioni speculative short basandosi su segnali tecnici che hanno funzionato bene fino ad ottobre, e i portfolio managers che a giugno-luglio hanno ridotto le posizioni azionarie e non hanno ancora ricomperato.
I traders non hanno tutti i torti: gli indici azionari sono ipercomperati e in eccesso di rialzo mentre molti indicatori di sentiment di corto termine mostrano troppo ottimismo (VIX a 12.63). Questi traders però non hanno capito che qualcosa é cambiato. Le borse non sono più in una oscillazione in laterale ma si trovano in una solida e sostenibile fase di rialzo (75.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 53.87). Questo é il problema di chi si basa solo sull'analisi tecnica senza tenere in considerazione l'analisi fondamentale - questi i segnali tecnici non sono più affidabili. L'inflazione é in calo e i tassi d'interesse di mercato scendono (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.22% dopo aver sfiorato il 5% a metà ottobre, Bond decennale tedesco a 2.3570%). Nel futuro i tassi d'interesse cadranno molto più in basso - noi pensiamo che nei prossimi anni il reddito dell'USTBond decennale crollerà allo 0% - ne riparleremo però nel 2024. Questa certezza (trend ribassista sui tassi d'interesse) ha due conseguenze - da una parte gli investitori si aspettano che si ripeta il solito effetto positivo sulle borse che negli ultimi decenni in situazioni simili sono sempre decollate. Inoltre per un semplice calcolo finanziario, tassi d'interessi pìù bassi permettono un'espansione dei multipli (P/E) e un aumento dei prezzi delle azioni. Infine molti pensano che una diminuzione del costo del denaro farà ripartire la crescita economica. Non crediamo che anche questa volta lo stimolo monetario funzionerà ma almeno per i prossimi tre a sei mesi questo presupposto scenario dovrebbe permettere alle borse di involarsi. Torniamo ai traders - aprono posizioni short, normalmente all'inizio delle sedute, ma poi non succede niente. O almeno gli indici azionari non scendono abbastanza per fare sostanziali profitti. I traders devono quindi ricomperare - alla fine della seduta o quando ormai é chiaro che invece di una rottura al ribasso c'é un consolidamento seguito da un'accelerazione al rialzo (come successo venerdì sul RUT (+2.96%)). Insomma - i traders ribassisti provocano un pò di volatilità ma non riescono a sfondare - non c'é pressione di vendita come si vede bene dai bassi numeri di declines e nuovi minimi (NL a 30 giorni a 209). La copertura dei short impedisce le correzioni e alimenta il rialzo.
I portfolio managers e molti investitori privati sono ancora sottinvestiti. In questa fase economica nella quale molte economie sembrano cadere in recessione, molti non sono in grado di immaginarsi cosa succederà tra 12-18 mesi e non osano comperare azioni mentre i profitti delle imprese sono in calo e i dati economici segnalano un forte rallentamento della congiuntura, problemi nel mercato immobiliare e un ristagno dei consumi. Le borse però guardano al futuro. Questo é il grafico del colosso dei semiconduttori INTEL - notate la base a 25 USD - da giugno il prezzo dell'azione é salito costantemente e ha raggiunto, dopo un'accelerazione a novembre, i 45 USD - le notizie provenienti dall'azienda e dal mercato dei semiconduttori sono ancora negative - gli analisti sono ancora pessimisti - noi non sappiamo cosa sta succedendo ma evidentemente molti investitori sanno qualcosa che non é ancora trapelato o si aspettano tempi migliori.
Oltre alla mancanza di una correzione questa settimana abbiamo osservato un'altro fenomeno - la rotazione tra settori. Improvvisamente la tecnologia é in affanno e ci sono prese di beneficio sui magnifici 7 - il Nasdaq100 marcia sul posto (performance settimanale +0.09%). Invece guadagnano settori prima trascurati come gli industriali e i materiali di base. In precedenti commenti vi avevamo invitato a comperare le azioni delle piccole e medie imprese (PMI) rappresentate in America dal Russell2000 - queste società sono fondamentalmente sottovalutate e trascurate. Con un balzo venerdì del +2.96% il Russell 2000 (1862 punti) ha finalmente superato la resistenza a 1800 punti e si dirige velocemente verso il prossimo obiettivo a 2000 punti. Siamo convinti che questo indice si comporterà nel futuro meglio dell'S&P500.
Ripetiamo un avvertimento - potrebbero esserci delle modeste correzioni intermedie. La prossima potrebbe essercene una con l'S&P500 (4594 punti) a contatto con la resistenza a 4600 punti, massimo di luglio. Nessuno é però in grado di prevedere queste correzioni anche perché i normali indicatori di un massimo intermedio (ipercomperato (RSI sull'S&P500 a 73.44, sul DAX a 79.66), eccesso di rialzo, oscillatori, indicatori di sentiment di corto termine) non funzionano bene in un mercato dominato da una forte tendenza rialzista. Bisogna quindi restare investiti ed eventualmente comperare se si verifica una correzione minore di -2%/-3%. Ci sembra poco probabile che possa esserci una correzione significativa (più del -5%) prima dei 4800 punti di S&P500 (massimo storico di gennaio 2022 a 4818 punti).
Come vediamo da settimane le borse europee seguiranno l'esempio della borsa americana. Avendo una capitalizzazione limitata potrebbero per assurdo comportarsi meglio malgrado che l'economia dell'UE sembra "messa peggio" di quella americana.
I prezzi dei metalli preziosi continuano a salire. L'oro ha raggiunto i 2072 USD/oncia (nuovo massimo storico) - l'argento ha già superato i 25 USD/oncia (future dicembre a 2590) e si dirige verso il prossimo obiettivo a 30 USD. Prossimo significa che questo non dovrebbe essere l'obiettivo finale... Restiamo investiti evitando di realizzare i consistenti guadagni.
Eurostoxx50 +1.03% a 4418 punti
SX7E (banche) +1.80% a 116.94 punti
DAX +2.30% a 16397 punti
SMI +0.07% a 10887 punti
FTSE MIB +1.69% a 29928 punti
S&P500 +0.77% a 4594.63 punti
Nasdaq100 +0.09% a 15997 punti
L'S&P500 ha aperto a 4559 punti, é sceso a 4554 punti, é oscillato sui 4560 punti fino alla conferenza di Powell e poi é partito al rialzo. Ha raggiunto i 4599 punti verso le 19.00 e poi si é fermato come segno di rispetto di fronte a questo barriera psicologica e resistenza (4600 punti). L'indice ha ritracciato fino a 4585 punti e ha infine chiuso a 4594.63 punti (+0.59%). Anche il Nasdaq100 ha guadagnato il +0.31% a 15997 punti dopo aver trascorso buona parte della giornata in negativo.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 7637 su 1510, NH/NL a 1587 su 209 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é scivolata a 12.63 (-0.29) mentre il Fear&Greed Index é stabile a 67 punti. Il CBOE Equity put/call ratio era relativamente basso a 0.51 - anche mercoledì era basso (0.55) senza però che giovedì (S&P500 +0.38%) ci fosse una reazione negativa.
In genere dopo una seduta come quella di venerdì dovrebbe esserci una correzione minore - pensiamo però che l'indice dovrebbe semplicemente fermarsi da due a tre giorni ritracciando fino ai 4540-4550 punti prima di trovare la forza per accelerare sopra i 4600 punti.
Sconsigliamo qualsiasi tentativo di provare un trade short malgrado che la tentazione, almeno sulla base dei presupposti tecnici, sia alta.
L'ipercomperato (RSI su S&P500 e Eurostoxx50 sopra i 70 punti) e l'eccesso di rialzo non fermano il movimento - questo é normale quando il trend é forte e dominante. La volatilità VIX é scesa a 12.46 (-0.34) - il livello più basso da marzo del 2020. Quello che molti considerano un segnale di troppo ottimismo da parte degli investitori é invece una conferma della stabilità della tendenza. Magari qualcuno si ricorda che avevamo previsto che nella fase finale di questo bull market la VIX sarebbe tornata a 10 - ci saranno ovviamente dei rimbalzi intermedi ma la tendenza al ribasso della volatilità é ormai confermata da questo nuovo minimo di periodo.
L'esempio é stato dato in questo giorni dai metalli preziosi. L'oro (2002 USD/oncia) dopo una correzione fino a 1930 USD é ritornato sulla resistenza a 2000 USD e si prepara ad effettuare una rottura al rialzo con obiettivo a 2150 USD. L'argento una settimana fà aveva (massimo sul future a 2422) testato la resistenza intermedia a 24 USD. Ha poi ritracciato e consolidato per 4 sedute tornando a 2330. Venerdì con un balzo del +2.92% il future é balzato su un nuovo massimo a 2438 - il prossimo obiettivo a 25 USD é a portata di mano. Le borse avranno un comportamento simile - ci saranno delle brevi e modeste correzioni intermedie seguita da ulteriori spinte di rialzo. Non bisogna shortare il mercato e si deve investire seguendo il trend dominante che é decisamente rialzista (69.4% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 50.19 - Summation Index stabilmente in salita). Non bisogna lasciarsi spaventare dalle alte valutazioni fondamentali e dallo scetticismo degli analisti che viaggiano sempre guardando nello specchio retrovisore. Nel futuro un calo dell'inflazione e dei tassi d'interesse non possono che sostenere i mercati azionari almento fino a quando non si profilerà il rischio di una nuova crisi deflazionistica.
Riassumendo rispetto alle precedenti 3 settimane c'é poco di nuovo da dire. La performance settimanale degli indici azionari é nuovamente positiva anche se i progressi sono stati modesti. Il leggero calo del FTSE MIB é un semplice problema temporaneo. La Festa del Ringraziamento in America ha imposto una pausa - settimana prossima é probabile che inizi il tradizionale rally di fine anno. Le premesse, sia tecniche che fondamentali, sono buone. Più le borse salgono senza correggere e più sale la pressione su chi é rimasto fuori. Molti saranno obbligati a comperare unicamente per il fatto che non possono restare fuori dai mercati azionari e sono sottoinvestiti. Entro fine anno i portfolio manager dovranno adattare i portafogli ai profili d'investimento e questo dovrebbe sfociare in ulteriori acquisti e in una accelerazione del rialzo. L'obiettivo a 5000 punti di S&P500 sarà molto probabilmente raggiunto nei prossimi due mesi.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +0.74% a 4372 punti
SX7E (banche) +2.34% a 114.87 punti
DAX +0.69% a 16029 punti
SMI +1.32% a 10879 punti
FTSE MIB -0.22% a 29432 punti
S&P500 +1.00% a 4559.34 punti
Nasdaq100 +0.91% a 15982 punti
In fondo é stata una settimana tranquilla. Dopo i guadagni di lunedì (S&P500 +0.74%) c'é stata martedì una seduta negativa (S&P500 -0.20%) durante la quale i traders sono corsi a comperare puts (CBOE Equity put/call ratio a 1.10) - un chiaro segnale che i traders stanno ancora tentando di shortare il mercato sperando in una netta correzione dopo quasi un mese di ininterrotto rialzo. Mercoledì però hanno ancora predominato gli acquisti (S&P500 +0.41%). Giovedì la borsa di New York é rimasta chiusa. Venerdì molti operatori erano assenti e la seduta é terminata 3 ore prima del solito. L'S&P500 si é mosso in pochi punti (4552-4560 punti) e ha chiuso con un leggero guadagno (+0.06% a 4559.34 punti). I bassi volumi (volume relativo a 0.5) mostrano la scarsa importanza di questa giornata che non merita un'analisi approfondita.
Siamo long azioni e obbligazioni e short USD - evitiamo operazioni di trading in controtendenza sapendo che tentare di indovinare quando ci sarà una correzione intermedia di un paio di punti in percentuale é praticamente impossibile.
Siamo pienamente investiti sui mercati azionari, siano long in obbligazioni americane ventennali e abbiamo sostanziali posizioni sui metalli preziosi (l'oro é meno volatile e quindi più adatto ad un investimento difensivo ma l'argento ha un maggiore potenziale di rialzo). Assicuriamo con operazioni di cambio a termine l'USD su EUR o CHF (a dipendenza della moneta di riferimento) poiché siamo convinti che la moneta americana debba perdere di valore.
Ribadiamo lo scenario che ripetiamo monotonamente da inizio anno - ci aspettano ancora da 3 a 6 mesi di borse al rialzo spinte da tassi d'interesse al ribasso. Questo rally finirà solo nell'euforia mentre adesso regna ancora tra gli investitori lo scetticismo (Fear&Greed Index a 58 punti (+3)). Il nostro obiettivo di riferimento é a 5000 punti di S&P500 - significa che nella pipeline c'é almeno un ulteriore guadagno del +10%. Il Russell2000 dovrebbe comportarsi decisamente meglio. Quando tutti proveranno a saltare sul carro in corsa cercheranno disperatamente di trovare le azioni di quelle società che sembrano essere rimaste indietro - le migliori opportunità sono nel settore delle piccole e medie imprese. Le borse europee devono comportarsi in maniera simile. Pensavamo che potessero essere penalizzare dall'incremento del cambio EUR/USD (1.0915). Sembra invece che questo handicap possa essere compensato dalla bassa capitalizzazione dei mercati europei rispetto a quelli americani. Concretamente la liquidità ha pochi titoli da comperare e quindi la forte domanda potrebbe far schizzare i prezzi delle azioni europee oltre l'immaginabile.
Il rialzo sarà generalizzato - per evitare di possedere azioni sottoperformanti a causa di risultati trimestrali di singole società estremamente deludenti conviene investire in ETF legati agli indici azionari - chi preferisce investire in settori deve scegliere i settori ciclici e di crescita a discapito di quelli difensivi - già adesso notiamo che l'SMI sottoperforma a causa della presenza nell'indice di troppo alimentari (Nestlé) e farmaceutica (Roche e Novartis).
L'obiettivo a 5000 punti di S&P500 é conservativo e potrebbe essere corretto verso l'alto - molto dipenderà dall'umore degli investitori (sentiment). Un bull market muore unicamente nell'euforia e in un comportamento irrazionale. Pensiamo che l'ottimismo si presenterà unicamente quando l'S&P500 arriverà sul massimo storico a 4800 punti. Passato questo livello tutti si sentiranno obbligati a partecipare al rialzo e finalmente gli analisti e i vari guru consiglieranno di comperare descrivendo un futuro luminoso. È poco probabile che l'accelerazione che seguirà si fermerà a 5000 punti di S&P500...
Ovviamente potrebbe succedere qualcosa di inatteso in grado di fare deragliare il rialzo. È successo nel recente passato con la guerra in Ucraina e con il Covid. Ci vuole però qualcosa di veramente dirompente e con forte impatto sull'economia mondiale per cambiare in maniera radicale lo scenario che si sta delineando. Il conflitto tra Israele e Hamas, pur costituendo una tragedia in particolare per quel che riguarda il numero di vittime civili dalle due parti, non é un evento in grado di influenzare i mercati finanziari.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +3.38% a 4340 punti
SX7E (banche) +1.47% a 112.24 punti
DAX +4.49% a 15919 punti
SMI +1.72% a 10737 punti
FTSE MIB +3.49% a 29498 punti
S&P500 +2.24% a 4514.02 punti
Nasdaq100 +1.98% a 15838 punti
La volatilità VIX é scesa a 13.90 punti - é relativamente bassa con un DSI sui 10 punti - questo non basta però per scatenare una reazione negativa del listino. Il CBOE Equity put/call ratio venerdì era a 0.54 - anche mercoledì abbiamo registrato un valore molto basso (0.48). Questa evidente speculazione al rialzo in un mercato senza una forte tendenza e/o in oscillazione laterale avrebbe provocato una correzione - il fatto però che non ci siano correzioni significative vuol dire che il trend rialzista é talmente forte e dominante che questi eccessi di corto termine non hanno un'influsso. Crediamo che nelle prossime settimane oscillatori, indicatori di ipercomperato come la RSI, indicatori di eccesso di rialzo (come la distanza dalle MM) e gli indicatori di sentiment sul corto termine (VIX, put/call ratio) non forniranno segnali validi. In pratica avemo sempre una situazione dove potenzialmente il mercato potrebbe correggere ma in pratica non succederà nulla. Ancora troppi investitori devono comperare poiché possiedono troppe poche azioni e non possono permettersi di sottoperformare troppo a lungo - ogni ritracciamento verrà comperato.
Probabilmente i ribassisti tenteranno una reazione in prossimità di importanti resistenza (4600 punti e 4800 punti di S&P500, 4475 punti di Eurostoxx50, 16400-16500 punti di DAX). Non dovrebbero però ottenere importanti risultati. Visto che all'S&P500 mancano solo 96 punti ai 4600 punti (poco più del 2%) é possibile che già settimana prossima riprenderemo l'argomento.
Da ultimo giocherà un ruolo importante il sentiment. L'intonazione di fondo é ancora piuttosto pessimistica con molti investitori istituzionali sottoinvestiti. Nelle ultime due settimane é stato però un evidente miglioramento degli indicatori legati al trading (VIX a 14.17 punti, -1.12) e quindi viene a mancare la spinta fornita dal short covering di tipo speculativo. Sono impressionanti gli sbalzi del CBOE Equity put/call ratio che riesce a passare dai 0.65 di martedì ai 1.18 e 1.09 di mercoledì e venerdì. Abbiamo l'impressione che troppi traders pensano che i 4400 punti di S&P500 saranno in grado di respingere l'indice e farlo ricadere decisamente più in basso. Spesso il mercato si comporta in maniera da ingannare gli speculatori e quindi non saremmo sorpresi se l'S&P500 fosse in grado di salire fino a 4600 punti sullo slancio e con il supporto del Russell2000. Ci sono molti argomenti per stare long ed evitare qualsiasi speculazione short. Vi ricordiamo che sui 4600 punti si situa il massimo annuale, poco sopra i 4800 punti c'é il massimo storico mentre il nostro obiettivo per questo rialzo é a 5000 punti.
Insomma - lo sviluppo della borsa nelle prossime 5 sedute ci dirà come deve continuare questo rialzo. Osserveremo con particolare interesse l'indice Russell2000 che tecnicamente si trova in una situazione particolare - ha già corretto e non é ipercomperato. Dovrebbe quindi ripartire per primo al rialzo e mostrare forza relativa. Considerando il comportamento del mercato negli ultimi mesi e le caratteristiche del Russell2000 (molto sensibile alle variazioni dei tassi d'interesse) ci sembra difficile che questo indice possa prendere la leadership ma l'analisi tecnica mostra che questa variante é possibile e auspicabile.
Eurostoxx50 +0.52% a 4197 punti
SX7E (banche) -0.07% a 110.61 punti
DAX +0.30% a 15234 punti
SMI -0.23% a 10555 punti
FTSE MIB -0.59% a 28504 punti
S&P500 +1.31% a 4415.24 punti
Nasdaq100 +2.84% a 15529 punti
Noi però ci crediamo e siamo pienamente investiti in azioni nel rispetto dei profili d'investimento. Favoriamo l'America all'Europa.
Venerdì abbiamo comperato argento (future dic a 2222) per effettuare di una breve operazione speculativa long con obiettivo minimo a 24 USD e ideale sui 25 USD.
Eurostoxx50 +4.04% a 4174 punti
SX7E (banche) +3.47% a 110.69 punti
DAX +3.42% a 15189 punti
SMI +2.48% a 10579 punti
FTSE MIB +5.08% a 28674 punti
S&P500 +5.85% a 4358.34 punti
Nasdaq100 +6.48% a 15099 punti
I tassi d'interesse di mercato stanno calando - il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 4.57% (-0.10%) dopo che una decina di giorni fà era brevemente salito sopra il 5%. Il calo dei redditi delle obbligazioni ha scatenato un rally da short covering sulle borse - gli indici azionari erano ipervenduti e in eccesso di ribasso e la reazione é stata estremamente violenta. In America abbiamo avuto 5 sedute di forti rialzi con alti volumi di titoli trattati. Il miglior indice é stato quello precedentemente più venduto e più sensibile ai tassi d'interesse - la performance settimanale del Russell2000 (PMI americane) é uno stratosferico +7.56%.
Siamo però convinti che la lunga correzione dei mercati azionari iniziata ad agosto é terminata e che questa spinta di rialzo continuerà per mesi. Probabilmente l'S&P500 salirà senza pause significative intorno ai 4600 punti dove si situa l'attuale massimo annuale. In seguito, verosimilmente dopo una correzione di medio termine, il rialzo dovrebbe proseguire in direzione dei 5000 punti, obiettivo finale del bull market. Le borse europee e mondiali saliranno insieme alla borsa americana - ci aspettano ancora da 3 a 6 mesi di festa.
Questa settimana le borse sono ulteriormente scese. In Europa le perdite sono modeste - in America invece c'é stata una svendita (S&P500 performance settimanale -2.53%) dopo un tentativo di rimbalzo nelle prime due sedute della settimana (S&P500 lu -0.17% e ma +0.73%). Sembra quindi che gli investitori americani abbiano gettato la spugna con una settimana di ritardo rispetto agli europei. Ora abbiamo nuovamente una situazione di ipervenduto, eccesso di ribasso e panico tra gli investitori (Fear&Greed Index a 24 punti (-2)). Lentamente però appaiono delle divergenze positive - il numero di nuovi minimi (NL) non aumenta più malgrado l'ulteriore calo degli indici e la pressione di vendita é in diminuzione. I Summation Index continuano a scendere ma il momentum é in calo e sembra delinearsi una formazione di base. Allargando lo sguardo notiamo che il Franco Svizzero si é indebolito (EUR/CHF a 0.9536 contro 0.9452 di venerdì scorso) a riprova che la tensione sui mercati finanziari dovuta al conflitto tra Israele e Hamas diminuisce. Nel frattempo i metalli preziosi continuano a dare il buon esempio e l'oro (2006 USD/oncia) venerdì sera in chiusura ha superato la barriera psicologica dei 2000 USD/oncia.
Arriviamo infine al mercato obbligazionario che secondo noi costituisce la chiave per capire come potrebbe evolvere la situazione nei prossimi mesi. Sapete che secondo noi i tassi d'interesse di mercato devono scendere poiché l'inflazione é in calo e l'economia sta rallentando. In effetti alcuni Paesi europei come la Germania sembrano sull'orlo della recessione. Invece in America il PIL continua a crescere grazie ad un aumento della spesa statale senza precedenti - abbiamo sottostimato l'effetto della spesa pubblica che finora compensa ampiamente la frenata causata dalla stretta monetaria voluta dalla FED. La conseguenza é che i tassi d'interesse sull'USD ancora non scendono e questo ritarda la ripresa del rialzo delle borse. Una settimana fà il reddito dell'USTBond decennale era brevemente salito sopra il 5% - questo venerdì il reddito é tornato a 4.84% (-0.08%). Insomma - il rialzo dei tassi d'interesse é finito ma é ancora troppo presto per parlare d'inversione di tendenza. Osservando il grafico arriviamo alla conclusione che ci vuole una caduta sotto i 4.58% per poter finalmente parlare di calo dei tassi d'interesse e per far partire la prossima spinta di rialzo a medio termine dei mercati azionari.
Eurostoxx50 -0.25% a 4014 punti
SX7E (banche) -0.01% a 106.97 punti
DAX -0.30% a 14687 punti
SMI -0.24% a 10323 punti
FTSE MIB -0.25% a 27287 punti
S&P500 -2.53% a 4117.37 punti
Nasdaq100 -2.60% a 14180 punti
La tendenza di fondo é al ribasso con il 15.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 29.42. I Summation Index sono in calo.
Insomma - trend e momentum sostengono ancora la tendenza ribassista iniziata ad agosto. Partecipazione e sentiment suggeriscono la possibilità che siamo vicini ad un'inversione di tendenza. Questa variante positiva viene sostenuta dal comportamento dei tassi d'interesse, dei cambi e dei prezzi dei metalli preziosi.
Per i prossimi mesi siamo costruttivi - long azioni, oro/argento e obbligazioni di lungo termine in USD.
Restiamo un attimo sull'oro. Il rally é iniziato due giorni prima dell'attacco terroristico di Hamas contro Israele da una situazione di ipervenduto, eccesso di ribasso ed estremo pessimismo. La guerra potrebbe aver alimentato il rialzo ma é probabile che il prezzo dell'oro sarebbe salito in ogni caso. Anche l'argento, che ha meno valore di bene rifugio, si comporta alla stessa maniera. Vediamo un evidente parallelo tra la situazione tecnica di oro e argento di due settimane fà con quella odierna dell'S&P500 americano (-1.26% a 4224.16 punti).
Settimana scorsa si é verificata una brutta rottura al ribasso degli indici azionari europei (Eurostoxx50 -1.61% a 4024 punti) che hanno fatto segnare venerdì dei nuovi minimi della correzione iniziata ad agosto. Ci avviciniamo ai minimi della correzione di marzo. Ora bisogna vedere come si comporterà la borsa americana che finora mostra una certa forza relativa. L'S&P500 é sceso a 4224.16 punti - non ha ancora superato al ribasso il minimo del 3 ottobre a 4216 mentre ha bucato la MM a 200 giorni che scorre a 4233 punti. In genere questi supporti non reggono - pensiamo di conseguenza che in ogni caso debba verificarsi una rottura al ribasso sotto i 4216 punti. La domanda é ora se l'indice deve cadere fino al minimo di marzo a 3808 punti (copiando gli europei) prima di toccare il fondo e risalire. Un'ulteriore caduta di un -10% ci sembra altamente improbabile considerando il ciclo e il sentiment che già sfiora il panico (Fear&Greed Index a 26 punti, -2). Il ciclo ci mostra che il rialzo dei tassi d'interesse dovrebbe essere alla fine - in ogni caso il DSI é talmente basso (balla poco sopra i 10 punti) che a questo punto deve esserci un rimbalzo dei Bond che per logica conseguenza deve dare una boccata d'ossigeno ai mercati azionari. La nostra ipotesi é quindi che l'S&P500 deve terminare la correzione iniziata ad agosto con una falsa marginale rottura al ribasso sotto 4200 punti. Abbiamo un'ulteriore elemento a sostegno di questa ipotesi - lentamente l'USD si sta indebolendo. Questa settimana l'USD Index é scivolato a 105.98 mentre il cambio EUR/USD é salito a 1.0595. Il cambiamento é di poco conto ma é la direzione che conta - come i metalli preziosi anche l'USD da inizio ottobre ha cambiato tendenza e perde lentamente di valore. Ora l'inversione di tendenza dovrebbe estendersi ai mercati obbligazionari e azionari - pensiamo che possa essere una questione di giorni.
Per il momento però la tendenza di fondo é ancora al ribasso (17.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 34.21, Summation Index in calo) e quindi é meglio aspettare ulteriori divergenze positive prima di poter diventare nuovamente rialzisti sui mercati azionari.
Riassumendo il quadro tecnico generale é fosco e per ora la correzione di agosto continua. La costellazione tecnica favorisce ora un reversal su azioni e bonds - teniamo gli occhi aperti. Ricordiamo però che fino a quando l'inversione di tendenza non si é verificata sono il trend e il momentum a dominare. La situazione può cambiare velocemente come hanno dimostrato in maniera esemplare questo mese oro e argento.
Eurostoxx50 -2.66% a 4024 punti
SX7E (banche) -4.69% a 106.99 punti
DAX -2.56% a 14798 punti
SMI -5.06% a 10348 punti
FTSE MIB -3.12% a 27357 punti
S&P500 -2.39% a 4224.16 punti
Nasdaq100 -2.90% a 14560 punti
Lunedì i mercati azionari hanno avuto una seduta positiva (S&P500 +1.05%) grazie alla buona chiusura del venerdì precedente e al fatto che l'offensiva di Israele a Gaza non fosse ancora iniziata. La tregua sui mercati finanziari é stata però di breve durata - il rimbalzo si é esaurito martedì (S&P500 -0.01%) e nei giorni seguenti sono prevalse le vendite (S&P500 -1.34%, -0.85% e -1.26% a 4224.16 punti). Sulla seduta di venerdì c'é poco da dire - gli indici, in Europa e in America, hanno chiuso sul minimo giornaliero e con pesanti perdite.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2141 su 6217, NH/NL a 110 su 1628 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 21.71 punti (+0.31), il CBOE Equity put/call ratio era alto a 0.87 e il Fear&Greed Index é caduto a 26 punti (-2), vicino a quei 25 punti che segnalano l'inizio del panico. In questa seduta vediamo pochissimi segnali costruttivi - notiamo unicamente il guadagno del DJTransportation (+0.10%). C'é un'evidente situazione di ipervenduto ed eccesso di ribasso. Come sapete questa é una buona premessa per un'inversione di tendenza ma non una garanzia. Il quadro politico ed economico resta negativo - d'altra parte sappiamo che i solidi minimi si formano quando prevale il pessimismo, tutti sono convinti che le borse debbano ulteriormente scendere e nessuno osa comperare. Crediamo che il momento é vicino e guardiamo da vicino i Bonds (con venerdì una bella candela verde sul decennale americano) e il CHF per scorgere divergenze positive.
Insomma - si sta delineado il nostro scenario o quanto osservato settimana scorsa sui mercati finanziari é solo la conseguenza della guerra in Medio Oriente? Non lo sappiamo ma probabilmente i due effetti si mischiano e si sovrappongono. Nella prima parte della settimana le borse sono a sorpresa salite (S&P500 lu +0.63%, ma +0.52% e me +0.43%) - questi acquisti malgrado quanto sta accadendo tra israeliani e palestinesi sembrano confermare la nostra tesi. Nella seconda parte della settimana ha però prevalso la paura con un netto calo delle borse (S&P500 gio -0.62% e ve -0.50%) e un'impennata di petrolio (ve +5.80%), oro (ve +3.34%), argento (ve +4.26%) e Franco Svizzero (ve +0.66% contro USD). L'unico aspetto decisamente costruttivo della giornata di venerdì é che non si é verificato un crollo delle borse - i cali sono stati moderati e gli indici hanno chiuso sensibilmente sopra i minimi giornalieri.
SX7E (banche) +1.05% a 112.26 punti
DAX -0.28% a 15186 punti
SMI +0.58% a 10900 punti
FTSE MIB +1.53% a 28237 punti
S&P500 +0.45% a 4327.78 punti
Nasdaq100 +0.14% a 14995 punti
Teniamo d'occhio il CHF - é l'unico puro rilevatore di crisi - se si indebolisce significa che gli investitori non si lasciamo più psicologicamente influenzare dalla guerra ma sono nuovamente disposti a prendere decisioni sulla base dei fondamentali. A questo punto i mercati azionari dovrebbero risollevarsi...
Insomma - numerosi segnali suggeriscono che almeno a breve i mercati azionari e obbligazionari hanno toccato il fondo. Ancora non sappiamo se adesso avremo unicamente un breve rimbalzo tecnico o se invece sta iniziando il rialzo di fine anno. L'analisi tecnica non ci fornisce una risposta. Dobbiamo quindi affidarci al quadro macroeconomico per prendere le nostre decisioni d'investimento. È evidente che la crescita economica é in calo insieme all'inflazione - quindi presto o tardi i tassi d'interesse di mercato devono scendere. Secondo noi questo momento é vicino. Anche le Banche Centrali prevedono di fare una pausa nel rialzo dei tassi d'interesse di riferimento in attesa dello sviluppo della situazione. Appena il reddito delle obbligazioni comincerà a scendere la liquidità ricomincerà a scorrere in direzione dei mercati azionari e l'attuale pessimismo provocherà un possente short squeeze. Pensiamo che il movimento sarà dinamico e considerando la durata della correzione intermedia é possibile che non ci saranno più correzioni fino al raggiungimento di un nuovo massimo storico da parte dell'S&P500. Manteniamo il nostro obiettivo a 5000 punti anche se ormai sembra difficile che l'indice possa guadagnare 700 punti (+16%) in meno di tre mesi.
SX7E (banche) -0.68% a 111.09 punti
DAX -1.02% a 15229 punti
SMI -1.15% a 10837 punti
FTSE MIB -1.53% a 27810 punti
S&P500 +0.48% a 4308.50 punti
Nasdaq100 +1.75% a 14973 punti
Una seduta del genere dovrebbe avere una continuazione al rialzo all'inizio di settimana prossima. C'é però l'incognita creata dal conflitto Israelopalestinese. Pensiamo di conseguenza che la prossima settimana potrebbe iniziare con un aumento dei prezzi del petrolio, un'impennata dell'USD e un calo delle borse di un paio di punti in percentuale. L'effetto negativo dovrebbe però essere modesto e di breve durata.
Insomma - bisogna per lo meno aspettare fino a metà di settimana prossima per sapere se avremo solo un rimbalzo tecnico da ipervenduto o se invece é partito l'atteso rialzo fino a fine anno. Noi evidentemente siamo positivi e restiamo convinti long su azioni e obbligazioni in USD di lungo termine. Al rialzo devono partecipare anche i mercati azionari europei - negli ultimi giorni i dati sull'inflazione nei Paesi europei sono crollati e quindi la situazione monetaria dovrebbe nuovamente giocare in favore di azioni e obbligazioni.
I tassi d'interesse di mercato continuano a salire - il reddito dell'US TBond decennale ha raggiunto venerdì 22 settembre il 4.44% e ieri, lunedì 25, c'é stato un ulteriore balzo a 4.55% (+0.11%). La logica conseguenza é che l'USD si rafforza e le borse continuano a correggere. Non c'é un crollo ma un regolare scivolare verso il basso (S&P500 performance settimanale -2.92%, Eurostoxx50 -2.04%) che logora i nervi strapazzati degli investitori senza provocare panico (Fear&Greed Index a 38 punti).
Insomma - bisogna aspettare che gli investitori trovino la soluzione (o pensino di averla trovata) al dilemma economico e monetario. Secondo noi le Banche Centrali stanno sbagliando e stanno alzando eccessivamente il costo del denaro. La frenata dovrebbe essere brusca e provocare l'attesa inversione di tendenza su tassi d'interesse e USD. La prima reazione delle borse dovrebbe essere positiva - per 3-6 mesi gli indici azionari dovrebbero salire poiché gli investitori si aspetteranno che come al solito l'allentamento monetario scateni un'altra spinta di rialzo a medio termine. Il risultato finale potrebbe essere un crollo deflazionistico ma prima dovremmo raggiungere nuovi massimi storici sui maggiori indici azionari.
Il nostro obiettivo di riferimento resta a 5000 punti di S&P500 per la fine dell'anno.
Scriverò un breve aggiornamento al mio ritorno - martedì 26 settembre in mattinata.
SX7E (banche) +3.34% a 110.81 punti
DAX +0.94% a 15893 punti
SMI +2.28% a 11197 punti
FTSE MIB +2.35% a 28895 punti
S&P500 -0.16% a 4450.32 punti
Nasdaq100 -0.51% a 15202 punti
Osserviamo con interesse la buona performance settimanale del settore delle utilities in America (+2.89%) e delle banche in Europa (SX7E +3.34%) - spesso questi settori si muovono prima in aspettativa di una calo dei tassi d'interesse - vediamo...
Ribadiamo però il nostro concetto di base - la ripresa del rialzo delle borse mondiali e in particolare di quella americana é solo una questione di tempo - l'inflazione é tendenzialmente in calo e l'economia sta nettamente rallentando (in Europa potremmo già essere in recessione). Questo avrà come conseguenza che, nelle prossime settimane o al massimo mesi, i tassi d'interesse di mercato dovrebbero scendere convogliando nuovamente la liquidità sui mercati borsistici. C'é troppo pessimismo e troppi investitori sono sottoinvestiti. Molti sono ancora convinti che una recessione economica debba provocare una caduta delle borse - invece prevarrà l'effetto della diminuzione del costo del denaro - quando l'S&P500 supererà i 4600 punti tutti sarannno obbligati a salire sul treno in corsa - a questo punto i 5000 punti potrebbe essere raggiunti in due o tre settimane.
Restiamo fiduciosi e investiti in azioni - cominciamo ad essere impazienti ma d'altra parte non abbiamo motivi per preoccuparci visto che non appaiono sintomi tecnici che possano farci prevedre una forte correzione o addirittura un crollo dei mercati azionari. L'attuale noiosa ed apparentemente interminabile oscillazione in laterale deve risolversi al rialzo.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) -3.36% a 107.23 punti
DAX -0.63% a 15740 punti
SMI -1.14% a 10948 punti
FTSE MIB -1.46% a 28233 punti
S&P500 -1.29% a 4457.49 punti
Nasdaq100 -1.35% a 15280 punti
Malgrado che questo movimento vada nella direzione da noi auspicata, siamo stati sorpresi dal timing. Gli indici sono ripartiti al rialzo senza che ci siano state notizie particolarmente positive o cambiamenti sensibili sul fronte dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale stabile a 4.18% (+0.09%)) o dei cambi. I dati economici suggeriscono però che la crescita economica é in calo, il mercato del lavoro mostra delle crepe e l'inflazione é in scacco - probabilmente basta questo a convincere gli investitori che il ciclo di politica monetaria restrittiva da parte delle Banche Centrali é praticamente finito e ci sono buone ragioni, specialmente di liquidità, per tornare ad investire in azioni. Pensiamo che nelle prossime settimane molti investitori istituzionali, che sono sottoinvestiti, saranno obbligati a rincorrere il rialzo provocando un'accelerazione. Siamo convinti che ancora quest'anno il nostro obiettivo finale minimo del bull market a 5000 punti di S&P500 (nuovo massimo storico!) verrà raggiunto. È molto probabile che dopo questa correzione di metà luglio - metà agosto non si siano più correzioni intermedie di rilievo.
SX7E (banche) +0.90% a 110.96 punti
DAX +1.33% a 15840 punti
SMI +1.08% a 11075 punti
FTSE MIB +1.57% a 28650 punti
S&P500 +2.50% a 4515.77 punti
Nasdaq100 +3.67% a 15490 punti
Non sappiamo cosa potrebbe succederà settimana prossima. Lunedì le borse di America e Canada resteranno chiuse in occasione della Festa del Lavoro. Venerdì la seduta a New York é stata nel complesso buona malgrado la forza dell'USD e la debolezza dei Bonds. In teoria era una giornata in cui normalmente si dovevano vendere azioni. Il fatto che questo non sia successo ci dice che i compratori prevalgono e sono decisi ed agguerriti. Per questa ragione la variante più probabile é che settimana prossima si riparte al galoppo al rialzo.
Tecnicamente sembra che il mercato dei Bonds e l'USD siano su un significativo punto tornante. Un calo dei redditi sull'USD dovrebbe provocare un indebolimento della moneta USA e rilanciare il rally delle borse. È solo una questione di tempo.
Una settimana fà vi avevamo segnalato il costruttivo sviluppo dei grafici dei metalli preziosi - specialmente platino e argento. In effetti nelle ultime 5 sedute c'é stato un rally di circa il +6% sull'argento. Anche l'oro lentamente si sta ora muovendo al rialzo. Ora ci aspettiamo che una simile inversione di tendenza si concretizzi sui Bond e sull'USD. Settimana scorsa i Bonds USA hanno già reagito con un evidente tentativo di formazione di base mentre l'USD Index (104.15) sembra venerdì avere esaurito la spinta intermedia di rialzo partita a metà luglio sui 99.50. Settimana prossima teniamo d'occhio questi due mercati per cercare di capire con precisione quando deve ripartire il rialzo dei mercati azionari.
Malgrado che la congiuntura in Europa sembra decisamente più debole che in America le borse europee seguono semplicemente quanto succede a Wall Street. Anche nei prossimi mesi questa correlazione dovrebbe continuare a funzionare.
SX7E (banche) +0.32% a 109.97 punti
DAX +0.37% a 15631 punti
SMI +1.09% a 10956 punti
FTSE MIB +1.61% a 28208 punti
S&P500 +0.82% a 4405.71 punti
Nasdaq100 +1.68% a 14941 punti
La situazione tecnica é fluida - ci sono buoni argomenti sia per i rialzisti che per i ribassisti. Noi notiamo che le borse reagiscono relativamente bene ad una serie di notizie potenzialmente negative. Restiamo quindi decisamente costruttivi. Appena i tassi d'interesse di mercato cominceranno a scendere il periodo di consolidamento e accumulazione dovrebbe terminare. Osserviamo da vicino i dati sull'inflazione sia per quel che riguarda i consumi sia sul fronte dei prezzi alla produzione. Pensiamo che un dato decisamente meglio delle previsioni degli analisti dovrebbe sbloccare la situazione e provocare un rally dei mercati che sarà l'inizio di una sostanziale spinta di rialzo. Considerando i numerosi dati economici pubblicati nelle scorse settimane che mostrano una netta frenata dell'economia europea ed americana pensiamo che questo evento non dovrebbe tardare - restiamo convinti long sui mercati azionari e short sui mercati obbligazionari americani.
Finora il calo delle borse iniziato a metà luglio ha ancora le caratteristiche di una correzione di medio termine all'interno di un rialzo. Non condividiamo l'isteria di molti investitori ed analisti che parlano già di bear market dopo una discesa di un 5-7% dai massimi. Le performances da inizio anno sono ancora ampiamente positive (S&P500 +13.81%, Eurostoxx50 +11.07%). Chiaramente esistono dei problemi come la crisi immobiliare in Cina o l'inflazione che cala solo lentamente. Le scetticismo riguardante questo bull market é ancora diffuso e sarà la molla per far scattare le borse nuovamente al rialzo nelle prossime settimane.
Restiamo pienamente investiti sui mercati azionari, long USTBonds e short USD.
SX7E (banche) -1.75% a 109.61 punti
DAX -1.63% a 15574 punti
SMI -2.19% a 10839 punti
FTSE MIB -1.81% a 27762 punti
S&P500 -2.11% a 4369.71 punti
Nasdaq100 -2.22% a 14694 punti
La seduta di venerdì é stata sorprendente e secondo noi costruttiva. Molti si aspettavano un'accelerazione al ribasso al termine di una settimana dominata dalle vendite. Invece a Wall Street, dopo una quarantina di minuti, il mercato si é stabilizzato e ha recuperato grazie al sostegno proveniente dal Russell2000 (+0.51% a 1859 punti). L'S&P500 ha aperto a 4344 punti, é caduto su un minimo a 4335 punti e poi ha recuperato fino a metà seduta a 4371 punti. Dopo un'oscillazione in laterale sui 4360 punti c'é stata un'impennata fino ai 4381 punti. Delle vendite sul finale hanno fissato la chiusura a 4369.71 punti (-0.01%). La seduta al NYSE é stata nel complesso positiva con A/D a 4623 su 3607, NH/NL a 128 su 1824 e volume relativo a 0.95. Questa seduta si presta a due interpretazioni opposte a seconda dell'impostazione degli investitori. C'é chi dice che é stata una debole reazione ad una evidente situazione di eccesso di ribasso - paragona la seduta a quella di lunedì e si aspetta all'inizio di settimana prossima una ripresa delle vendite. C'é invece chi nota un esaurimento delle vendite e prevede per settimana prossima una ripresa del rialzo dopo un breve consolidamento. Noi propendiamo per la seconda variante ma teniamo d'occhio gli sviluppi sul fronte dei cambi e dei tassi d'interesse per ottenere una conferma.
Non siamo però sicuri che il rialzo debba riprendere in maniera sostenibile e dinamica e portarci, come suggerito in un precedente commento, sui 4650-4700 punti di S&P500 per fine mese. La discesa della borsa americana é stata lenta e ordinata mentre a livello di sentiment i segnali sono misti. La VIX a 14.84 punti (-1.01) mostrano ancora un certo ottimismo mentre l'alto CBOE Equity put/call ratio mostra il pessimismo dei traders e garantisce unicamente il rally di settimana prossima. Non abbiamo a livello di indicatori la conferma che la correzione di medio termine é finita. I Summation Index sono in calo - non sembrano però voler "girare" e potrebbero scendere più in basso. Solo se il rally di settimana prossima sarà convincente a livello di dinamica e partecipazione (ci vuole un ritorno in due o tre sedute sopra i 4520 punti) potremmo credere che il rialzo ha ripreso il sopravvento. Per ora questa é ancora la tendenza di fondo dominante secondo gli indicatori di base (49.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 59.60 punti).
Le borse europee da mesi non combinano nulla ad immagine del DAX tedesco che ad inizio maggio era sui 16000 punti e ha chiuso venerdì a 15832 punti (-1.03%). Ci sono talvolta degli scossoni come quello causata in Italia dal governo Meloni con la decisione di volere tassare gli extraprofitti delle banche. A parte questi incidenti di percorso ci aspettiamo che le borse europee seguano nel futuro l'esempio dell'America nel bene e nel male.
L'inflazione é in calo e la tendenza é solida ed evidente - non lasciatevi influenzare da singoli dati mensili che sembrano confutare questa tendenza. Nel futuro il rischio é quello di una crisi deflazionistica e non un lungo periodo di inflazione.
Riassumendo la politica d'investimento resta invariata - siamo investiti in azioni, obbligazioni americane di lungo termine e assicuriamo l'USD contro EUR e CHF. Non crediamo che ci possa essere un ribasso (o peggio ancora un crash) delle borse provocato da una recessione economica - almeno non nei prossimi 3-6 mesi.
SX7E (banche) -0.90% a 111.59 punti
DAX -0.75% a 15832 punti
SMI -0.15% a 11081 punti
FTSE MIB -1.09% a 28274 punti
S&P500 -0.31% a 4464.05 punti
Nasdaq100 -1.61% a 15028 punti
Martedì 15 agosto solo la borsa italiana é chiusa. Le altre borse mondiali operano normalmente anche se notiamo una certa apatia e scarsi volumi - molti preferiscono a giusta ragione godersi le vacanze estive.
Riassunto: A metà luglio con l'S&P500 (-0.53% a 4478.03 punti) sui 4500 punti, sulla base della posizione degli oscillatori e dei segnali provenienti dagli indicatori di corto e medio termine, avevamo previsto l'inizio di una correzione delle borse all'interno di un rialzo di base forte e solido. Secondo noi la correzione doveva essere un'oscillazione in laterale con un obiettivo verso il basso di 4450 punti.
Le borse europee stanno semplicemente seguendo l'esempio, buono o cattivo, proveniente dagli Stati Uniti.
SX7E (banche) -0.94% a 112.59 punti
DAX -3.14% a 15951 punti
SMI -1.94% a 11098 punti
FTSE MIB -3.10% a 28586 punti
S&P500 -2.27% a 4478.03 punti
Nasdaq100 -3.02% a 15275 punti
State long ed investiti in azioni.
Nelle prossime settimane un calo dei tassi d'interesse di mercato, un indebolimento dell'USD e un rally nei prezzi delle materie prime dovrebbe alimentare ulteriormente il rialzo.
SX7E (banche) +2.50% a 113.66 punti
DAX +1.81% a 16469 punti
SMI +0.98% a 11317 punti
FTSE MIB +2.24% a 29500 punti
S&P500 +1.01% a 4582.23 punti
Nasdaq100 +2.11% a 15751 punti
Le Banche Centrali nelle loro riunioni ordinarie (FED ME 26.7. e BCE GIO 27.7.) hanno come preannunciato aumentato i tassi d'interesse di riferimento del +0.25%. Le borse non hanno praticamente reagito. Gli indici azionari sono saliti fino a giovedì pomeriggio e solo dopo l'annuncio da parte della Bank of Japan di voler cambiare qualcosa nella loro politica monetaria c'é stata un'impennata dei tassi d'interesse di mercato e un breve vuoto d'aria della borsa americana. La situazione é tornata nella normalità venerdì. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4571 punti, é sceso a 4566 punti ed é poi salito fino ai 4590 punti. Poco prima delle 20.00 é ridisceso a 4564 punti per poi risalire a zigzag e chiudere a 4582.23 punti (+0.99%). Formalmente é stata una seduta insignificante poiché l'S&P500 si é mosso nel range del giorno precedente. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6458 su 1818, NH/NL a 713 su 383 e volume relativo a 1.0. I NH sono pochi ma questo problema perdura da mesi senza essere in grado di far deragliare il rialzo - allora smettiamo di parlarne e ignoriamo questo fattore. Al rialzo hanno contribuito tutti i settori (DJT +1.75%, Nasdaq100 +1.85%, RUT +1.36%). Notiamo che in generale gli utili delle imprese sono superiori alle stime degli analisti e spesso la reazione degli investitori é violenta (p.e. Intel +6.6%). La tendenza di fondo é secondo gli indicatori al rialzo (72.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 65.27 punti) mentre i Summation Index salgono. Basta dare un'occhiata alla mappa per notare quali sono stati questa settimana i titoli in evidenza - Google +10.56%, Meta +10.61%, Nvidia +5.51% e in generale i semiconduttori.
In Europa, mentre i dati economici mostrano che la Germania é caduta in recessione, il DAX (+0.39% a 16469 punti) sale su un nuovo record storico. Il FTSE MIB italiano ha guadagnato da inizio anno il +24.44% - questa sovraperformance é da imputare soprattutto ai titoli finanziari. L'impressione é che la borsa italiana abbia corso troppo ma non vediamo ragioni per separarci dalle azioni italiane. L'unico rischio che vediamo é quello di una certa sottoperformance nei prossimi mesi.
La correzione sembra essere appena iniziata - gli indicatori di sentiment (VIX a 13.60 punti, Fear&Greed Index a 82 punti) mostrano ancora troppo ottimismo mentre gli oscillatori sono scesi poco dai massimi - gli indicatori di ipercomperato come il RSI (S&P500 a 68.09 punti) sono tuttora molto alti. Di conseguenza pensiamo che questa fase di incertezza e consolidamento deve ancora continuare per una manciata di sedute e manteniamo invariata la nostra previsione - l'S&P500 dovrebbe scivolare fino ai 4450 punti in maniera da chiudere i gaps, assorbire gli eccessi e permettere al rialzo di riprendere vigore. Nel frattempo l'USD Index (100.79) dovrebbe distribuire intorno ai 100 punti prima di ricominciare a scendere. L'indebolimento dell'USD dovrebbe coincidere con una spinta di rialzo sui prezzi dei metalli prezioni e l'oro (1961 USD/oncia) dovrebbe involarsi verso i 2100 USD/oncia.
Un rialzo non é mai lineare - viene sempre interrotto da fasi di pausa e correzioni intermedie come sta avvenendo in questo momento.
Gli indici azionari europei seguono a fatica. Vi abbiamo più volte spiegato le ragioni di questo ritardo dovuto in gran parte all'effetto del cambio tra le divise. Usando la stessa moneta di riferimento (USD o EUR) la performance dei mercati azionari americani ed europei dovrebbe essere simile ancora nei prossimi mesi.
Il messaggio é semplice é chiaro. Bisogna ignorare i vari segnali di recessione, i gridi d'allarme di alcuni analisti fondamentali e restare investiti in azioni - le borsa sono già rivolte al prossimo ciclo economico contraddistinto da tassi d'interesse in calo e una modesta crescita economica con utili delle imprese di nuovo in aumento. È probabile che a questo periodo positivo seguirà a fine anno o all'inizio del 2024 una crisi deflazionistica che provocherà una caduta delle borse. Prima però godiamoci e sfruttiamo questo rialzo che nella fase finale dovrebbe essere contraddistinto da euforia e da una accelerazione di tipo esaustivo. Solo in seguito si potrà parlare di ribasso - mancano ancora parecchi mesi (ma non anni!).
SX7E (banche) +1.53% a 110.88 punti
DAX +0.45% a 16177 punti
SMI +0.87% a 11207 punti
FTSE MIB +0.67% a 28855 punti
S&P500 +0.69% a 4536.34 punti
Nasdaq100 -0.89% a 15425 punti
Ora l'attenzione degli investitori si fissa sulle prossime sedute delle Banche Centrali (FED ME 26.7. e BCE GIO 27.7.) dove si prevedono ulteriori incrementi del +0.25% nei tassi d'interesse di riferimento. Questo aumento é però già scontato e non dovrebbe influenzare la tendenza rialzista di base dei mercati azionari. Settimana prossima potrebbero esserci delle brevi turbolenze - gli investitori possono ignorare queste oscillazioni a corto termine e godersi le vacanze.
Dopo il consolidamento sui 4400 punti di S&P500 anche il rialzo della borsa americana doveva riprendere vigore. Il nostro obiettivo per luglio é sui 4600 punti. Secondo gli oscillatori l'S&P500 poteva raggiungere un massimo intermedio a corto e medio termine a metà luglio. A questo scopo però l'S&P500 doveva guadagnare questa settimana un +2%/+3%. Questo sviluppo non sembrava a prima vista realistico ma invece é esattamente quello che é successo - l'S&P500 ha toccato venerdì un massimo annuale a 4527.76 punti e ha chiuso a 4505.42 punti (-0.10%) con una performance settimanale del +2.42%. A questa spinta di rialzo hanno decisamente contribuito i dati sull'inflazione che in America é in netto calo - il reddito dell'USTBond decennale é nuovamente sceso, come speravamo, a 3.83%.
Il calo dei tassi d'interesse di mercato negli Stati Uniti ha indebolito l'USD - il cambio EUR/USD é salito a 1.1228 (+ca. 2.5% in una settimana!) mentre l'USD Index (99.63) é caduto sotto i 100 punti. Già all'inizio dell'anno vi avevamo avvisati che il rialzo della borsa americana sarebbe avvenuto insieme ad un indebolimento dell'USD. Per questa ragione vi avevamo anche consigliato di assicurare il cambio con operazioni a termine. Pensiamo che quest'anno il rialzo della borsa USA sarà più forte che in Europa ma che la differenza di performance sarà compensata dalla variazione sui cambi. È quello che sta succedendo e questo effetto proseguirà nei prossimi mesi.
È probabile che il calo dell'USD provochi un rialzo dei prezzi delle materie prime (energia esclusa). Per questa ragione ci aspettiamo anche una buona performance dei metalli preziosi e industriali. Entro fine anno l'USD dovrebbe ancore perdere un -10% rispetto alle maggiori monete di riferimento - questo significa che l'USD Index dovrebbe muoversi in direzione dei 90 punti.
Ora la borsa americana, sulla base della posizione degli oscillatori, si trova su un massimo a corto e medio termine. Considerando la forza e la costanza del trend rialzista (71.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 62.43 punti) riteniamo che la correzione che ci aspetta nelle prossime una a due settimane dovrebbe essere trascurabile. Probabilmente avremo unicamente un movimento oscillatorio in laterale fino alla prossima riunione delle Banche Centrali (FED 26.7. e BCE 27.7.) prima della ripresa del rialzo - l'S&P500 non dovrebbe più scendere sotto i 4450 punti. Questa previsione é basata sul grafico - una correzione a medio termine di -1.5% sembra però veramente poco.
SX7E (banche) +3.56% a 109.35 punti
DAX +3.22% a 16105 punti
SMI +2.16% a 11110 punti
FTSE MIB +3.19% a 28663 punti
S&P500 +2.42% a 4505.42 punti
Nasdaq100 +3.51% a 15565 punti
Restiamo convinti long sui mercati azionari, short Bonds in USD e short USD (malgrado che ora ci sarà una pausa sui 100 punti di USD Index). Le borse europee seguiranno a fatica quella americana - la congiuntura é più debole e l'inflazione più ostinata. Malgrado le alte valutazioni fondamentali l'America offre le migliori opportunità.
Il consolidamento si é svolto in linea di massima come previsto - é durato però più di quanto avevamo sperato visto che in seguito ci aspettavamo una salita dell'S&P500 verso i 4600 punti per metà luglio - ora questo obiettivo sembra troppo ambizioso.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) -1.64% a 105.59 punti
DAX -3.37% a 15603 punti
SMI -3.59% a 10874 punti
FTSE MIB -1.60% a 27778 punti
S&P500 -1.16% a 4398.95 punti
Nasdaq100 -0.94% a 15036 punti
Per quel che riguarda le prossime due, tre settimane abbiamo sentimenti e segnali contrastanti. Vediamo che molti investitori sono preoccupati dell'alto livello dei tassi d'interesse. Tecnicamente noi crediamo che i tassi d'interesse debbano nel futuro tornare a scendere insieme ai dati sull'inflazione. Pensiamo quindi che da questo fronte debbano venire degli impulsi positivi per la borsa. A breve temiamo pero che il consolidamento possa continuare e che quindi é possibile che ci sia ancora un periodo di oscillazione in laterale. Insomma - per quel che riguarda il futuro prossimo non vediamo rischi di ribasso ma notiamo d'altra parte che il rialzo sembra in stallo. Gli oscillatori sono confusi visto che sembra delinearsi un massimo a medio termine verso metà mese. Per questo obiettivo però settimana prossima dovrebbe esserci una decisa spinta di rialzo (+2%/+3%) - al momento questo non sembra essere uno scenario realistico.
Restiamo convinti long sui mercati azionari, long Bonds negli Stati Uniti e short USD.
Restiamo investiti in azioni e abbiamo posizioni long in obbligazioni a lungo termine in USD. Finora il rialzo ha coinvolto soprattutto il settore tecnologico e le aziende ad alta capitalizzazione. Nei prossimi mesi ci aspettiamo che il rialzo si allarghi a tutto il listino e che anche le società piccola e media capitalizzazione (p.e Russell2000), fondamentalmente sottovalutate, si uniscano al rally.
L'ipercomperato non é un problema - bastano correzioni intermedie di breve durata ed intensità per assorbirlo. In un bull market gli indicatori che segnalano ipercomperato ed eccesso di rialzo restano sempre nella parte superiore del range poiché qualsiasi ritracciamento viene comperato come é successo in maniera esemplare nelle ultime due settimane.
SX7E (banche) +5.27% a 107.35 punti
DAX +2.01% a 16147 punti
SMI +0.53% a 11290 punti
FTSE MIB +3.75% a 28230 punti
S&P500 +2.35% a 4450.38 punti
Nasdaq100 +1.93% a 15179 punti
A livello di sentiment concordiamo sul fatto che a breve c'é un certo surriscaldamento (CBOE Equity put/call ratio a 0.53, Fear&Greed Index a 80 punti) e quindi c'é la possibilità che il gap fino a 4400 punti venga chiuso prima della ripresa del rialzo. Al di fuori di questo fattore non vediamo problemi tecnici gravi in grado di fare deragliare il rialzo. La tendenza di fondo della borsa americana é positiva con il 62.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 55.69.
Le borse europee seguono quella americana. Tra i vari indici ci sono delle temporanee differenze. Al momento il DAX tedesco fà fatica e non ha ancora migliorato il massimo annuale (16427 punti) che risale a metà giugno.
Una settimana fà l'S&P500 aveva toccato un nuovo massimo annuale a 4443 punti e aveva terminato la seduta di venerdì a 4409 punti. Noi avevamo dichiarato che era iniziata l'attesa correzione di corto termine. Visto che l'indice era salito più in alto di quanto avevamo precedentemente stimato pensavamo che la correzione sarebbe stata modesta e di breve durata. Per questa settimana ci aspettavamo un consolidamento tra i 4350 ed i 4450 punti - concretamente pensavamo che il culmine era stato praticamente raggiunto mentre dal massimo l'indice poteva scendere un centinaio di punti. In totale ci aspettiamo una correzione di circa un -3% dal massimo (= ca. 4310 punti). L'S&P500 ha toccato questo venerdì il minimo settimanale e finora minimo di questa correzione a 4441 punti e ha chiuso a 4448.33 punti (-0.77%). In generale la correzione si svolge come previsto. La pressione di vendita é modesta - sembrano più che altro prese di beneficio. Lunedì la borsa americana era chiusa - ci sono state tre sedute negative e una positiva - la perdita giornaliera é sempre stata inferiore all'1%. I Summation Index sono in calo mentre i nostri due indicatori di base restano rialzisti (50.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 53.18). Gli indici scivolano verso il basso ed é difficile stimare quando la correzione sarà finita. Per ora gli indicatori di sentiment di corto termine sono cambiati di poco (VIX a 13.44, Fear & Greed Index a 74 punti) e quindi é possibile che l'S&P500 debba perdere ancora una cinquantina di punti prima di toccare il fondo e riprendere il rialzo. Da due giorni il CBOE Equity put call ratio (0.64) é risalito sopra i 0.60 - segno che gli speculatori long stanno mollando la presa.
Restiamo long sui mercati azionari e approfittiamo della correzione per ottimizzare il portafoglio - al più tardi all'inizio di luglio il rialzo dovrebbe riprendere in direzione dei 4500-4600 punti di S&P500. Le borse europee seguiranno quella americana.
Nel complesso non c'é nulla di nuovo rispetto allo scenario che descriviamo da mesi.
SX7E (banche) -2.85% a 101.97 punti
DAX -3.23% a 15830 punti
SMI -1.45% a 11221 punti
FTSE MIB -2.34% a 27209 punti
S&P500 -1.39% a 4348.33 punti
Nasdaq100 -1.27% a 14891 punti
Come previsto il rialzo della borsa americana é stato copiato dalle borse europee specialmente nei settori ciclici. DAX ed Eurostoxx50 hanno raggiunto dei nuovi massimi annuali. Inoltre il cambio EUR/USD é salito a 1.0943 - significa che per un investitore con moneta di riferimento EUR gli utili conseguiti sulla borsa americana in USD sono stati in buona parte cancellati dalla perdita sulla moneta. Questo effetto negativo non é una sorpresa poiché vi avevamo avvertiti che si sarebbe verificato. L'indebolimento dell'USD dovrebbe nelle prossime settimane dare nuovo slancio al rialzo dei prezzi dei metalli preziosi.
SX7E (banche) +1.91% a 104.97 punti
DAX +2.56% a 16357 punti
SMI +1.17% a 11386 punti
FTSE MIB +2.58% a 27861 punti
S&P500 +2.58% a 4409.59 punti
Nasdaq100 +3.82% a 15083 punti
È troppo presto per dire se questo é l'inizio dell'attesa correzione o solo una reazione negativa ad un temporaneo eccesso di rialzo - ovviamente questa é la nostra speranza ma scopriremo la verità solo settimana prossima.
Gli investitori possono ignorare queste oscillazioni di corto termine e devono rimanere tranquillamente long. Siamo convinti che nei prossimi mesi gli indici azionari saliranno decisamente più in alto. È possibile che i nostri obiettivi vengano superati - al contrario riteniamo poco probabile che i ribassisti siano in grado di riprendere l'iniziativa ed imporsi. A momento non appare nulla all'orizzonte in grado di farci cambiare idea e far deragliare il rialzo delle borse.
Da due settimane le borse europee stanno sottoperformando l'America e marciano sul posto. Crediamo che questo effetto debba perdurare. In Europa l'inflazione sembra più persistente mentre il rallentamento economico, specialmente in Germania, potrebbe essere peggiore di quello americano. Sembra quindi che, giustamente, gli investitori preferiscano la borsa americana malgrado le ricche valutazioni fondamentali. L'indebolimento dell'USD dovrebbe ulteriormente favorire le società e le azioni americane.
SX7E (banche) +0.06% a 103.00 punti
DAX -0.42% a 16051 punti
SMI -1.65% a 11254 punti
FTSE MIB +0.35% a 27162 punti
S&P500 +0.39% a 4298.86 punti
Nasdaq100 -0.12% a 14546 punti
Nel complesso il rialzo delle borse é tecnicamente sano ed é destinato a proseguire. Lo scenario generale continua a svilupparsi a grandi linee secondo le nostre previsioni. Siamo long azioni e a corto termine favoriamo la borsa americana che dovrebbe essere sostenuta da un indebolimento dell'USD. Ci aspettiamo che l'USD Index tenti nelle prossime settimane di rompere il supporto a 100 punti. Il supporto é robusto e quindi saranno necessari alcuni tentativi (con relativi rimbalzi tecnici), prima della rottura definitiva al ribasso.
Noi seguiamo fedelmente il nostro scenario di base che questa settimana ha ottenuto un'ulteriore conferma con una rottura al rialzo dell'S&P500 (+1.45% a 4288.37 punti) su un nuovo massimo annuale a 4290 punti. Interessante é che questa rottura al rialzo é avvenuta con un miglioramento dei dati sulla partecipazione mentre gli indici azionari non sono né ipercomperati né in eccesso di rialzo. È quindi probabile che questo movimento possa continuare senza correzioni significative fino a circa 4500-4600 punti di S&P500. Le borse europee saranno costrette, volenti o nolenti, a seguire.
Mentre la borsa americana nelle ultime tre settimane ha fatto progressi, quelle europee hanno marciato sul posto. L'Eurostoxx50 é passato da 4317 a 4323 punti. A questo riguardo c'é poco da dire - anche l'Europa sembra alla fine di un periodo di consolidamento.
Siamo invece delusi dal comportamento dell'EUR - il cambio EUR/USD é passato da 1.0850 a 1.0710. C'é stato quindi un lieve rafforzamento dell'USD mentre noi ci aspettavamo una sensibile perdita di valore da parte della moneta americana. Niente di drammatico ma la nostra teoria che il rialzo della borsa americana doveva essere accompagnato da una svalutazione dell'USD non é funzionata a dovere almeno nelle ultime tre settimane. Con USD forte é abbastanza logico che i metalli preziosi abbiano perso qualcosina ma la differenza in EUR é minima.
SX7E (banche) +0.06% a 102.94 punti
DAX +0.42% a 16051 punti
SMI +0.08% a 11443 punti
FTSE MIB +1.33% a 27068 punti
S&P500 +1.83% a 4282.37 punti
Nasdaq100 +1.73% a 14546 punti
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4254 punti, é sceso fino a 4245 punti e poi é salito regolarmente fino al nuovo massimo annuale a 4290 punti. Una pausa sul finale ha obbligato l'S&P500 ad un ritracciamento fino ai 4282.37 punti (+1.45%). Tutti i settori hanno partecipato al rialzo con un evidente passaggio di testimone dalla tecnologia (Nasdaq100 +0.73%) alle PMI (Russell2000 +3.56%) e alle banche regionali (KRE +6.16%).
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6389 su 1654, NH/NL a 1008 su 169 e volume relativo a 1.05. I Summation Index continuano a salire. La volatilità VIX é scesa a 14.60 punti (-1.05) - vi ricordate cosa vi abbiamo detto quando la VIX lottava sul supporto a 18 punti? La rottura al ribasso é stata in effetti definitiva con un obiettivo finale per la VIX sui 10 punti.
I dati sul sentiment a corto termine mostrano un certo eccesso di ottimismo (CBOE Equity put/call ratio a 0.52, Fear&Greed Index a 65 punti (-2)) e quindi all'inizio di settimana prossima potrebbe esserci una breve correzione fino a chiudere il gap a 4221 punti. Questo gap sembra però un'accelerazione (o una continuazione) e quindi potrebbe non venir colmato. Un'eventuale ritracciamento costituisce un'occasione d'acquisto in preparazione del rally estivo che verrà alimentato da liquidità e scetticismo. Chi é short o sottoinvestito sarà obbligato a comperare - dalle statistiche sembra che questo gruppo sia ancora folto.
Restiamo long azioni con decisione e convinzione. Abbiamo anche posizioni long su obbligazioni americane convinti che i tassi d'interesse di mercato debbano tornare a scendere alimentando il rialzo delle borse. Restiamo positivi per i metalli preziosi (oro, argento) e negativi sull'USD contro EUR.
Notiamo unicamente un diffuso pessimismo tra gli investitori che restano ancora sottoinvestiti. Siamo convinti che questo fatto presto o tardi alimenterà il rialzo. Malgrado parecchie notizie negative il mercato azionario non cede e non corregge - consideriamo questo comportamento come un segnale di forza.
Noi sulla base di riflessioni di tipo forndamentale restiamo decisamente rialzisti - lo scenario macroeconomico si sta sviluppando secondo le nostre attese (prezzi dell'energia (petrolio WTI a 70.04 USD/barile) e dati sull'inflazione in calo) e quindi non vediamo per ora ragioni per cambiare la nostra politica d'investimento.
SX7E (banche) +0.90% a 102.30 punti
DAX -0.30% a 15913 punti
SMI +0.09% a 11564 punti
FTSE MIB -0.00% a 27347 punti
S&P500 -0.29% a 4124.08 punti
Nasdaq100 +0.61% a 13340 punti
In questa settimana gli indicatori sono rimasti pressoché invariati - la tendenza di fondo della borsa americana é formalmente debolmente al ribasso con il 45.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 43.83. Il Summation Index sul NYSE é in calo, quello sul Nasdaq sale di poco. La divergenza a livello di partecipazione, segnalata nelle scorse settimane, permane. Sono soprattutto alcuni grandi nomi nel settore tecnologico a guadagnare terreno e stabilizzare gli indici. Mentre il Nasdaq quest'anno guadagna il +16.90% il Russell2000 perde il -0.16% - la differenza é clamorosa e spiega la debolezza tecnica riscontrata nei rapporti A/D e NH/NL.
L'inflazione sta diminuendo mentre le economie occidentali sono sull'orlo di una recessione. Le Banche Centrali hanno segnalato l'intenzione di voler fare una pausa e attendere lo sviluppo della situazione prima di procedere eventualmente a ulteriori aumenti del costo del denaro. Gl investitori si aspettano che nel futuro i tassi d'interesse di riferimento tornino a scendere e questo spiega la differenza di rendimento tra l'USTBills a 1 mese (5.59%) e l'USTBond decennale (3.44% - invariato rispetto a settimana scorsa). Noi crediamo che basti questa pausa per dirigere nuovamente la liquidità sui mercati azionari e alimentare il rialzo delle borse.
A breve la borsa americana sembra ancora bloccata. I grandi nomi della tecnologia hanno già corso troppo e per ora non sembra che il resto del listino possegga la necessaria forza per spedire gli indici decisamente in alto. Temiamo che la fase di consolidamento dell'S&P500 tra i 4050 ed i 4200 punti possa durare ancora delle settimane. Attendiamo un evento in grado di sbloccare la situazione ed obbligare i molti pessimisti a saltare sul carro in corsa. A corto termine gli indicatori di sentiment sono misti - il CBOE Equity put/call ratio (0.69) é da giorni un pò troppo alto (pessimismo) mentre il Fear&Greed Index (59 punti, +6) segnala un certo ottimismo. Gli investitori istituzionali sono però sottoinvestiti e presto o tardo questa situazione deve essere corretta.
In generale notiamo che ci sono parecchi eventi negativi e notizie preoccupanti - questo flusso negativo non é però in grado di mettere le borse in ginocchio - questo é un segnale di forza. Da inizio anno gli indici azionari sono in guadagno - molti investitori che aspettano ancora un crollo delle borse dovranno presto o tardi ricredersi e saranno obbligati a comperare. Improvvisamente avremo un'accelerazione al rialzo. Consigliamo di restare completamente investiti in azioni rispettando i profili d'investimento. La debolezza dell'USD contro EUR e CHF deve essere assicurata con operazioni a termine.
SX7E (banche) -1.19% a 102.30 punti
DAX +0.24% a 15961 punti
SMI +1.02% a 11554 punti
FTSE MIB +1.00% a 27348 punti
S&P500 -0.80% a 4136.25 punti
Nasdaq100 +0.09% a 13259 punti
Il rialzo secondo noi non é in discussione - é solo l'uscita da questa fase di stallo che non é ancora chiara.
Questa costellazione, almeno per parecchi mesi, favorisce un rialzo delle borse. L'analisi mostra che molti investitori hanno troppe poche azioni in portafoglio e saranno obbligati e comperare ed inseguire il rialzo provocando un'accelerazione del movimento.
La partecipazione al rialzo (NH/NL, volumi) é in questo momento modesta ed questo é un motivo di preoccupazione. Molti analisti tecnici parlano di divergenze negative. Noi grazie al fatto che da anni seguiamo i mercati finanziari, sappiamo che questo problema può essere superato senza danni. La partecipazione può migliorare mano a mano che gli indici salgono. Per il momento i segnalì tecnici sono misti e molti indicatori sono in territorio neutro - il 45.7% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 46.97 punti. I Summation Index stanno leggermente salendo. L'analisi tecnica offre buoni argomenti sia ai rialzisti che ai ribassisti a seconda del peso che si vuole dare ai singoli indicatori. Noi propendiamo decisamente per una prosecuzione dei rialzo grazie a tassi 'interesse di mercato tendenzialmente in calo (reddito dell'USTBond decennale a 3.44%). Due fattori sostengono la nostra previsione. Da metà marzo le borse non correggono più e ogni ritracciamento viene comperato - questo é un comportamento bullish. Inoltre le borse europee passano da un nuovo massimo annuale marginale al successivo - i progressi sono modesti ma regolari - il DAX é arrivato a 15922 punti (+0.77%) e si avvicina lentamente al record storico (!) di 16290 punti. L'Eurostoxx50 e il FTSE MIB questa settimana hanno invece fatto un passo indietro a causa della debolezza del settore bancario (SX7E a 103.54 punti, -1.97%) - l'effetto negativo dovrebbe essere temporaneo.
Tra l'altro anche i mercati emergenti mandano segnali costruttivi - consigliamo investimenti in Cina e in Brasile.
SX7E (banche) -3.89% a 103.54 punti
DAX +0.26% a 15922 punti
SMI -0.20% a 11437 punti
FTSE MIB -2.41% a 27077 punti
S&P500 +0.87% a 4169.48 punti
Nasdaq100 +1.89% a 13246 punti
Lunedì 1. maggio le borse europee (con Cina e Brasile) saranno chiuse in occasione della festa del lavoro. Negli Stati Uniti é invece un giorno feriale e Wall Street sarà normalmente operativa.
Vi ricordiamo che siamo long EUR contro USD (ripettivamente assicuriamo le posizioni in USD su EUR/CHF) poiché riteniamo che il differenziale dei tassi d'interesse e l'inflazione si muoveranno in favore della moneta europea. Per fine giugno il nostro obiettivo per il cambio EUR/USD (1.1015) e a 1.15. Siamo convinti che il rialzo della borsa americana debba svolgersi a pari passo con un indebolimento dell'USD. Se come pensiamo l'S&P500 quest'anno salirà a 5000 punti (obiettivo) é probabile che anche il cambio EUR/USD possa dirigersi verso gli 1.20-1.25 (valore indicativo).
Le borse europee riescono ancora a progredire - venerdì l'Eurostoxx50 (4408 punti, +0.54%) ha toccato un nuovo massimo a 52 settimane. La performance settimanale é però modesta. A breve anche dall'Europa non ci aspettiamo molto.
La tendenza di fondo della borsa americana é formalmente di poco al rialzo (43.3% delle azioni sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 50.19) ma i Summation Index hanno ricominciato a scendere. I prezzi delle prime correggono e sembra quindi che da questo fronte non possano a breve arrivare impulsi. Notiamo che i settori "forti" sono al momento quelli difensivi come consumi di base e farmaceutica - questa costellazione é tipica per un mercato "pauroso" e non di uno che si prepara ad un'accelerazione al rialzo.
Riassumendo manteniamo le nostre posizioni long azioni, long bond e short USD. Non vediamo rischi di forti correzioni o inversioni di tendenza. A breve però non appare abbastanza forza d'acquisto per permettere una ripresa dinamica del rialzo - al contrario é possibile che in certi settori ci siano delle prese di beneficio con la conseguenza che potrebbe esserci una modesta correzione minore di -2%/-3%.
Fino alle prossime riunioni della FED e della BCE del 3-4 maggio non pensiamo che gli indici azionari possano muoversi in maniera sostanziale.
SX7E (banche) +2.92% a 107.74 punti
DAX +0.47% a 15881 punti
SMI +1.04% a 11460 punti
FTSE MIB -0.45% a 27745 punti
S&P500 -0.10% a 4133.52 punti
Nasdaq100 -0.60% a 13000 punti
La seduta al NYSE é stata formalmente negativa con A/D a 3710 su 4231 e NH/NL a 489 su 608. La buona performance di alcuni titoli di peso (p.e. Amazon +3.03%) ha permesso all'S&P500 e al Nasdaq100 (+0.11% a 13000 punti) di chiudere in guadagno. La volatilità VIX é scesa a 16.77 punti (-0.40) come conseguenza della lunga pausa intorno ai 4100 punti di S&P500 - da giorni il DSI é sui 15-18 punti e quindi é probabile che settimana prossima ci sia improvvisamente una seduta decisamente negativa. Pensiamo che l'S&P500 possa salire ancora un paio di sedute fino ai 4150-4170 prima di avere un vuoto d'aria di un'ottantina di punti.
Non siamo in grado di dire quando il rialzo riprenderà in maniera dinamica. Aspettiamo lo sviluppo della situazione osservando le varie varianti - in particolare riteniamo che i redditi di mercato delle obbligazioni in USD debbano ulteriormente cadere prima che il mercato azionario possa uscire da questa fase di stasi.
Tra gli investitori regna lo scetticismo. Malgrado che l'umore dei traders (Fear&Greed Index a 68 punti) sia decisamente migliorato, i dati mostrano che gli investitori istituzionali sono sottoinvestiti. Nei social media molti analisti prevedono ancora un crollo delle borse basandosi sulla velenosa combinazione di tassi d'interesse di riferimento in aumento e rallentamento economico. Inoltre la borsa americana é fondamentalmente sopravvalutata (aspetto sul quale concordiamo anche se secondo noi é sul medio termine irrilevante). Sono invece i tassi d'interesse di mercato in calo e il fatto che la borsa stia tentando di anticipare il prossimo ciclo economico a spingere i mercati al rialzo. La liquidità é ancora abbondante.
A breve potrebbe ancora esserci una correzione intermedia. La pausa nella ultima decina di sedute sui 4100 punti di S&P500 ha permesso di assorbire parte degli eccessi ma a causa della spinta di giovedì (+1.33%) ed oggi (fino adesso) l'S&P500 é nuovamente in ipercomperato a corto termine. Inoltre come avevamo previsto la volatilità VIX é caduta sotto i 18.00 punti e si trova ora a 17.67 punti. Sullo slancio la VIX potrebbe scendere più in basso e l'S&P500 potrebbe raggiungere direttamente il prossimo obiettivo a 4200 punti. Poi però la VIX deve ritestare il vecchio supporto a 18 punti (e ora resistenza) e provocare un'altra correzione intermedia dell'S&P500.
Gli investitori possono ignorare queste oscillazioni che divertono e impegnano solo i traders. Non importa se c'é ora una correzione dai 4160 ai 4100-4120 punti o dai 4200 ai 4150 punti. L'importante é che la tendenza dominante resta saldamente rialzista e che in seguito vedremo salire gli indici azionari decisamente sopra i livelli attuali. Manteniamo un obiettivo a 5000 punti di S&P500 nei prossimi 6-9 mesi.
Restiamo long azioni americane ed europee, short USD e long obbligazioni in USD di lungo termine.
In effetti é stata una settimana tranquilla durante la quale gli indici azionari si sono mossi poco. L'S&P500 é sceso mercoledì e giovedì fino ai 4070 punti e poi ha recuperato terminando la settimana praticamente invariato (performance settimanale del -0.10%). Le borse europee hanno copiato quanto successo a Wall Street con risultati analoghi (Eurostoxx50 a 4309 punti, performance settimanale del -0.13%).
In America i dati congiunturali mostrano che l'economia americana é sull'orlo di una recessione. I mercati obbligazionari hanno reagito secondo logica - il reddito dell'USTBond decennale é sceso al 3.30%. Le borse sembrano invece indifferenti ai rischi di recessione. Molti analisti ed investitori pensano che le borse debbano reagire negativamente e prevedono l'inizio di una fase di ribasso rispettivamente il ritorno del Bear Market. Le banche svizzere con cui collaboriamo invitano alla prudenza e hanno ridotto la percentuale di azioni nei portafogli sotto gestione. Pensiamo che molti investitori istituzionali siano sottoinvestiti.
Noi siamo invece convinti che le borse si preparano già al prossimo ciclo economico che sarà nuovamente contraddistinto da una politica monetaria espansiva. Di conseguenza riteniamo che il rialzo delle borse debba continuare senza sostanziali pause o forti cedimenti grazie alla liquidità e allo scetticismo. Molti investitori saranno obbligati ad inseguire un mercato azionario al rialzo che si rifiuta evidentemente di correggere (con il termine correzione definiamo normalmente un calo di almento il -5%). Finora lo sviluppo degli indicatori sembra darci ragione. La partecipazione migliora e non vediamo nessuna divergenza che potrebbe suggerire un rischio di ribasso. La nostra opinione tecnica é invariata rispetto a una settimana fà - l'unica differenza é che questa pausa di 4 giorni ha permesso di assorbire buona parte degli eccessi.
Oggi venerdì Santo i mercati finanziari in Europa e in America sono chiusi. Lunedì di Pasqua invece la borsa americana sarà aperta normalmente - solo in Europa i mercati saranno ancora chiusi.
Buona Pasqua a tutti.
Gli indicatori stanno ovviamente migliorando. I Summation Index da martedì stanno salendo ed anche i nostri indicatori di base sul mercato americano, pur non essendo ancora per definizione rialzisti (solo il 38.2% dei titoli USA sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 45.07) sono decisamente migliorati.
Questa accelerazione al rialzo ha provocato a breve una leggera situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo che deve essere riassorbita. Da un punto di vista tecnico é interessante la situazione della volatilità VIX (18.70 punti -0.32). Come vedete sul grafico la VIX é arrivata su un evidente supporto e il folto gruppo di investitori pessimisti, che ancora difendono la tesi del ribasso (bear market), sono convinti che da questo supporto la VIX deve risalire innescando una possente spinta di ribasso. Nessuno sembra prendere in considerazione la possibilità che il supporto sui 18 punti venga rotto facendo scendere la VIX nelle prossime settimane sui livelli di metà 2021 (14 punti). A corto termine il DSI sulla VIX é talmente basso che effettivamente dovrebbe esserci un rimbalzo in concomitanza con un consolidamento o una breve correzione minore sull'S&P500. Noi pensiamo di conseguenza che all'inizio di settimana prossima l'S&P500 debba scendere una sessantina di punti per chiudere i gaps e assorbire gli eccessi. Crediamo però che successivamente il rialzo delle borse debba riprendere e che la VIX debba definitivamente e decisamente cadere sotto i 18 punti. A questo punto buona parte dei pessimisti saranno obbligati a saltare sul carro in corsa facendo accelerare il movimento - il prossimo obiettivo sull'S&P500 a 4200 punti dovrebbe essere raggiunto velocemente vale a dire entro metà mese.
Ulteriori guadagni della borsa americana provocheranno una continuazione del rialzo in Europa con numerosi indici guida che toccheranno dei nuovi massimi di periodo o addirittura storici. Anche questo fattore dovrebbe alimentare il rialzo visto che nessuno a questo punto potrà negare l'evidente esistenza di un trend positivo. Nuovi massimi sono una evidente conferma della validità di una tendenza.
SX7E (banche) +6.26% a 101.95 punti
DAX +4.49% a 15628 punti
SMI +4.44% a 11106 punti
FTSE MIB +4.72% a 27114 punti
S&P500 +3.48% a 4109.31 punti
Nasdaq100 +3.24% a 13181 punti
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4064 punti e al contrario del giorno precedente il gap non é stato chiuso. L'indice é salito fino a metà seduta a 4090 punti. Ha consolidato un paio d'ore sui 4082-4090 punti, é balzato sopra i 4100 punti, ha ritracciato nuovamente fino ai 4096 punti e sul finale si é impennato fino al massimo giornaliero a 4109.31 punti (+1.44%). Il rialzo é stato trascinato da tutti i settori (DJT +2.19%, Nasdaq100 +1.68%, RUT +1.93% a 1802 punti!). La seduta é stata positiva con A/D a 6357 su 1643, NH/NL a 616 su 253 e volume relativo a 1.0. Notiamo l'evaporazione dei NL con la relativa sparizione della pressione di vendita. A livello settoriale sorprende in bene la forza dei consumi ciclici che riprendono il testimone dalla tecnologia. La buona performance del settore bancario, anche in Europa, suggerisce che la crisi é superata.
Il sentiment migliora (VIX a 18.70 punti, CBOE Equity put/call ratio a 0.59, Fear&Greed Index a 49 punti) ma lo scetticismo non sparisce. Molti sono ancora gli "esperti" che prevedono un crollo delle borse quando avremo i primi dati a conferma di una recessione. Nessuna si immagina che le borse possano salire malgrado un rallentamento della congiuntura. Gli investitori temono soprattutto l'inflazione e una politica restrittiva da parte delle Banche Centrali. Ora che i prezzi al consumo, specialmente nel comparto energia, sono in netto calo, la borsa si orienterà al prossimo ciclo economico.
Questa settimana i tassi d'interesse di mercato (USTB decennale a 3.48%, Bund decennale a 2.28%) sono rimasti fermi e anche i cambi si sono mossi poco (EUR/USD a 1.0840). Nel prossimo futuro però la debolezza dell'USD dovrebbe accentuarsi mentre i tassi d'interesse dovrebbero lentamente continuare a calare.
Restiamo decisamente rialzisti sui mercati azionari europei ed americano. Siamo investiti in obbligazioni a lungo termine.
Domenica scorsa il governo ha salvato il Credito Svizzero obbligando praticamente l'USB ad assorbirlo. Le perdite per gli azionisti sono pesanti - la banca é stata venduta ad un prezzo di circa 3 Mia di CHF (contro un valore patrimoniale teorico di circa 35-40 Mia) mentre chi possedeva i CoCo Bonds ha visto azzerare il suo investimento di 16 Mia di CHF. Questa banca sistemica non é però fallita e sono stati evitati gravi problemi al sistema finanziario mondiale.
Mercoledì la FED ha nuovamente alzato i tassi d'interesse di riferimento sull'USD di +0.25%. Il mercato obbligazionario é rimasto indifferente - il reddito dell'USTB decennale resta fermo al 3.38% malgrado che il tasso di riferimento dei FED Funds sia ora del 5%. Probabilmente la FED nell'ultimo anno ha alzato i tassi d'interesse troppo velocemente e in maniera radicale creando gli scompensi che ora appaiono nel sistema bancario e nel mercato immobiliare. Gli investitori scommettono su una recessione che obbligherà nei prossimi mesi le Banche Centrali a seguire nuovamente una politica monetaria decisamente espansiva.
In Europa gli speculatori stanno cercando il prossimo Credito Svizzero e ora attaccano la Deutsche Bank (-8.53%). La nostra opinione é che questa crisi dovrebbe presto rientrare poiché il problema sembra circoscritto ad alcune banche, tipo Silicon Valley Bank o Credit Suisse, che erano mal condotte e nel passato hanno fatto gravi errori. Superata questa fase di incertezza il rialzo delle borse dovrebbe riprendere con vigore. Nei social media molti analisti si affannano a prevedere una ripetizione della crisi bancaria del 2008 e propagano scenari apocalittici - siamo convinti che si sbagliano poiché attualmente abbiamo a che fare unicamente con una crisi di fiducia e liquidità - entrambi i problemi possono essere facilmente combattuti dai Governi e dalle Banche Centrali.
SX7E (banche) -2.65% a 95.94 punti
DAX +1.28% a 14957 punti
SMI +0.19% a 10634 punti
FTSE MIB +1.56% a 25892 punti
S&P500 +1.39% a 3970.99 punti
Nasdaq100 +1.98% a 12767 punti
Il mercato non é in ottima forma - molti grafici sono ribassisti, i nostri dati di base sono negativi (solo il 22.3% dei titoli USA sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE a 34.84) e per ora pochi settori sono veramente in un solido trend rialzista (p.e. tecnologia).
Con soddisfazione vediamo però che il nostro scenario macroeconomico di delinea come atteso (tassi d'interesse in calo, USD debole, fiammate rialziste su metalli e metalli preziosi) e le borse assorbono senza danni la pressione di vendita proveniente dal settore bancario. Venerdì l'indice delle banche europee ha ancora subito un crollo (SX7E -4.61%) e la performance settimanale é negativa (-2.65%). I maggiori indici azionari europei hanno però durante la settimana guadagnato terreno e venerdì la seduta a New York é stata decisamente positiva. Malgrado i segnali di debolezza provenienti dall'Europa (Eurostoxx50 -1.82%), dopo le 17.00 i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni e l'S&P500 ha chiuso sul massimo giornaliero a 3971 punti (+0.56%) con un guadagno di 22 punti. Ha sorpreso in bene l'indice Russell2000 (+0.85%) nel quale sono concentrate le banche a media e bassa capitalizzazione che in teoria dovrebbero costituire l'epicentro della crisi in America. Finora la borsa suggerisce che quella attuale é una tempesta in un bicchiere d'acqua.
Restiamo rialzisti su tutte le borse europee e su quella americana. L'S&P500 dovrebbe ora salire velocemente a 4200 punti, consolidare poi poi attaccare i 4500-4550 punti. Su questo livello potrebbe esserci un'ulteriore correzione a medio termine. Il nostro obiettivo resta a 5000 punti nei prossimi 6-9 mesi.
Settimana prossima si riunisce la FED - al termina della seduta di mercoledì 22, alle 19.00, Powell comunicherà le decisioni della Banca Centrale americana. È probabile che per mantenere la sua credibilità, anche la FED come la BCE alzerà i tassi d'interesse di riferimento. Non sappiamo se l'incremento sarà di un +0.25% o di +0.50% - non é rilevante. È evidente che il mercato obbligazionario ha già preso la sua decisione e imporrà la sua volontà alle Banche Centrali - ciò significa che questo sarà probabilmente l'ultimo aumento del costo del denaro. Le borse hanno già scontato questo atteso cambiamento della politica monetaria - basta guardare la performance settimanale del Nasdaq100 (+5.82% !) per rendersene conto. La prossima fase di rialzo delle borse a medio termine é già cominciata - anche l'S&P500 ha terminato la settimana appena trascorsa con un saldo positivo del +1.43%. Ci sono ancora dei settori deboli come energia e finanza - il quadro tecnico, grafici a parte, é però decisamento costruttivo. Negli indicatori appaiono divergenze positive specialmente a livello di partecipazione e gli oscillatori di medio termine ci dicono che la borsa, in ipervenduto e in eccesso di ribasso, ha toccato questa settimana un minimo significativo. Ora deve esserci per lo meno un rimbalzo che ha buone probabilità di trasformarsi in un sostanziale rialzo. Facciamo questa affermazione non basandoci sugli indicatori di trend che sono a dire il vero deboli (20.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 34.54) ma sul fatto che lo scenario in generale si sta sviluppando secondo le nostre previsioni. L'USD si sta indebolendo (USD Index a 103.52), i prezzi dei metalli preziosi sono in netto aumento (oro a 1988 USD/oncia) e, come già spiegato in precedenza, i tassi d'interesse di mercato sono in calo malgrado la retorica delle Banche Centrali.
Restiamo della ferma opinione che nei prossimi 6-9 mesi ci sarà un rally di ampie dimensioni alimentato dalla liquidità e dallo scetticismo. Il nostro obiettivo di riferimento resta a 5000 punti di S&P500 con nuovi massimi storici sui maggiori indici azionari europei. Restiamo long azioni e Bonds americani ventennali. Crediamo che l'USD debba perdere di valore alimentando un rialzo nei prezzi dei metalli preziosi. Assicuriamo l'USD contro EUR. Settimana scorsa abbiamo approfittato della situazione per alcuni acquisti selettivi di azioni.
All'inizio di settimana prossima potrebbero ancora esserci alcune sedute volatili. Non tutti i problemi delle banche sembrano risolti e potrebbero ancora affiorare degli Istituti di medie dimensioni in difficoltà che dovranno fallire o essere salvati. In linea di massima ci aspettiamo però che da adesso l'atteso rialzo prenda corpo e gli indici azionari nelle prossime settimane e mesi dovrebbero salire con dinamica e partecipazione in aumento.
SX7E (banche) -12.00% a 98.56 punti
DAX -4.28% a 14768 punti
SMI -1.41% a 10613 punti
FTSE MIB -6.55% a 25494 punti
S&P500 +1.43% a 3916.64 punti
Nasdaq100 +5.82% a 12519 punti
La seduta di venerdì non necessita di lunghi commenti. In questa giornata sono scaduti i derivati di marzo - era una grande scadenza trimestrale che ha condizionato la seduta con degli aggiustamenti tecnici ed alti volumi di titoli trattati (volume relativo a 2.0). L'S&P500 si é mosso tra i 3901 ed i 3958 punti e ha chiuso in mezzo al range a 3916.64 punti (-1.10%). Poteva andare peggio considerando le difficoltà del sistema bancario e le numerose previsioni di crack imminenti. Ovviamente gli investitori sono pessimisti (VIX a 25.51 (+2.52), CBOE Equity put/call ratio a 0.65, Fear&Greed Index a 25 punti (-4)). Molti analisti sono negativi e prevedono una ripresa della correzione ma negli indicatori appaiono segnali positivi. Per esempio la tecnologia (Nasdaq100 -0.49% a 12519 punti) mostra da giorni forza relativa mentre i rapporti NH/NL (226 su 1387) mostrano un calo della pressione di vendita e un lento affiorare di una nuova leadership. I Summation Index sono ancora in calo ma sembrano vicini ad un punto tornante. Insomma - come succede spesso alla fine di una correzione i grafici puntano verso il basso e gli indicatori di trend non sono incoraggianti. Gli indicatori di momentum mostrano però la voglia di "girare" del mercato e quelli di partecipazione mostrano la diminuzione della pressione di vendita con l'apparire contemporaneo di nuovi compratori in settori favoriti da un calo dei tassi d'interesse di mercato (tecnologia, materie prime, consumi di base). Settimana prossima questo cambiamento dovrebbe irrobustirsi e permettere anche alla borse europee di termine la correzione e riprendere il rialzo - non dimentichiamo che l'Eurostoxx50 da inizio anno, malgrado la correzione di questa settimana, guadagna ancora il +7.15%.
Ieri é balcollata la Silicon Valley Bank (SIVB) - l'azione, che appartiene all'S&P500, ha perso il -60.4% su voci di una possibile illiquidità di questo istituto bancario. L'indice settoriale XLE é caduto del -4.06%. Questo "incidente" a fatto precipitare l'S&P500 (-1.85% a 3918.32 punti) che fino a mercoledì aveva seguito il nostro scenario.
La debolezza del settore bancario ha anche i suoi aspetti positivi. Finalmente gli indicatori di sentiment segnalano un pessimismo vicino al panico (VIX +3.50 a 22.61, CBOE Equity put/call ratio a 0.81, Fear&Greed Index +11 punti a 35 punti). Inoltre gli altri due mercati che osserviamo da vicino per determinare il trend si muovono finalmente nella direzione "giusta" - il reddito dell'USTBond decennale è scivolato a 3.93% (-0.05%) e l'USD si é indebolito. La FED deve scegliere se continuare ad alzare i tassi d'interesse di riferimento, creare problemi di liquidità come quello presso la Silicon Valley Bank e provocare una recessione o se invece tornare alla precedente politica monetaria accomodante. Noi siamo convinti che malgrado le affermazione di Powell, il ciclo di rialzo dei tassi d'interesse di riferimento da parte delle Banche Centrali sia vicino alla fine. A un anno dall'inizio della guerra in Ucraina, che ha fatto esplodere i prezzi al consumo specialmente nel comparto energia, i dati sull'inflazione annuale dovrebbero adesso scendere rapidamente come hanno fatto i prezzi di petrolio e gas negli ultimi 11 mesi.
Pensiamo che fino alla grande scadenza trimestrale dei derivati di venerdì 17 marzo é poco probabile che possa partire la prossima gamba di rialzo. Consigliamo di utilizzare queste giornate di incertezza per adattare il portafoglio azionario ed effettuare acquisti nel caso in cui qualcuno fosse ancora sottoinvestito.
La prima parte della settimana é stata deludente. Solo il cambio EUR/USD (1.0635) ha toccato un minimo lunedì a 1.0532 ed é poi risalito - non sembrava però che la ripresa del rialzo dell'EUR (e il calo del'USD Index) avesse ripercussioni positive sulle borse. Gli indici azionari, dopo un breve e modesto rimbalzo lunedì (S&P500 +0.31% a 3982.24 punti) hanno ripreso la loro lenta discesa. I ribassisti sembrava avere il controllo delle operazioni anche grazie ad un continuo aumento dei tassi d'interesse di mercato. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale ha superato la barriera psicologica del 4% e giovedì ha raggiunto un massimo intermedio a 4.08% - contemporaneamente giovedì l'S&P500 in preborsa é precipitato fino a 3920 punti e all'inizio della seduta ha fatto segnare quello che é probabilmente il minimo della correzione di febbraio - inizio marzo a 3930 punti. A questo punto eravamo veramente allarmati. Per fortuna c'é stato un reversal e l'S&P500 é risalito 51 punti dal minimo e ha chiuso a 3981.35 punti (+0.76%). Venerdì il pessimismo sui Bonds (DSI vicino a 10 punti) ha finalmente provocato un rimbalzo, il reddito dell'USTBond decennale é tornato sotto il 4% (3.97% -0.11%) e la borsa si é involata. L'S&P500, una volta balzato sopra i 4000 punti, é salito fino alla chiusura a 4045.64 punti (+1.61%).
La correzione di febbraio dei mercati azionari, iniziata dai 4200 punti di S&P500 é finita e gli indici azionari europei (Eurostoxx50 +1.28% a 4294 punti) sono già nuovamente a ridosso del massimo annuale. Non crediamo però che il rialzo possa proseguire subito in maniera dinamica. Il rally di venerdì sembra solo un rimbalzo tecnico causato dall'ipervenduto e da una situazione di eccesso di ribasso. Il calo dei tassi d'interesse sembra essere stato causato da una reazione tecnica dovuta all'estremo pessimismo sui Bonds e non da un cambiamento nel quadro macroeconomico o dalla politica monetaria delle banche Centrali. Di conseguenza crediamo che, come anticipato settimana scorsa, debba ancora esserci una settimana di assestamento con l'S&P500 ad oscillare sui 4000 punti. Le reazioni dell'USD (USD Index a 104.48) e dei tassi d'interesse sono costruttive e sostengono il nostro scenario. La tendenza di fondo della borsa americana resta al rialzo con il 54.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.24 punti. I Summation Index, pur esserdo ancora in calo, sembrano matematicamente avvicinarsi ad un punto tornate.
Insomma - restiamo investiti in azioni, in America e in Europa, e in obbligazioni di lungo termine in USD. La correzione di febbraio sembra finita - il mercato non sembra ancora abbastanza forte per poter riprendere il rialzo in maniera sostenibile e dinamica. Appena però ci saranno dei segnali di distensione sul fronte dei tassi d'interesse é probabile che il rally sarà veloce e possente. Se le borse, grazie alla liquidità, riescono a salire malgrado fondamentali ostili, immaginatevi cosa succederà appena il vento girerà e avranno il vento in poppa.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) +3.72% a 118.02 punti
DAX +2.42% a 15578 punti
SMI +0.07% a 11190 punti
FTSE MIB +3.11% a 27825 punti
S&P500 +1.90% a 4045.64 punti
Nasdaq100 +2.68% a 12290 punti
Se come pensiamo noi il rally di giovedì-venerdì é stato soprattutto una reazione tecnica, all'inizio di settimana prossima l'S&P500 deve ancora consolidare e riscendere a chiudere il gap a 3987 punti. Pensiamo però che questa pausa intorno ai 4000 non debba durare più di una manciata di sedute e in seguito l'S&P500 dovrebbe muoversi velocemente verso i 4200 punti (prossimo obiettivo intermedio).
La grande scadenza dei derivati di marzo si verificherà venerdì 17 marzo - in questa occasione gli indici azionari potrebbero trovarsi su dei massimi e dei minimi intermedi. Attenzione alle prossime sedute delle Banche Centrali previste il 16 marzo (BCE) e il 22 marzo (FED). Saranno però i dati sull'inflazione e il movimenti sui mercati obbligazionari e condizionare lo sviluppo delle borse.
Il mese di marzo rischia di essere volatile, appassionante e decisivo.
Purtroppo gli ultimi dati economici sono poco incoraggianti per quel che riguarda il nostro conosciuto scenario macroeconomico. I dati sull'inflazione sono superiori alle attese e l'economia non scivola in recessione nei tempi da noi previsti. Di conseguenza i tassi d'interesse restano alti mentre le imprese presentano risultati trimestrali deludenti. Psicologicamente questa é una costellazione negativa per le borse poiché questa combinazione di dati negativi riguardanti il passato e incerti per quel che riguarda il futuro economico provoca una forte insicurezza. Le Banche Centrali non fanno nulla per aiutare i mercati finanziari e riassicurare gli investori. La FED continua a ripetere che avremo una soft landing ma tutti sanno che questo obiettivo nel passato non é mai stato raggiunto. Il mercato si divide in maniera radicale tra pessimisti e ottimisti - da inizio fabbraio sono i ribassisti a prevalere anche perché i dati economici e la retorica delle Banche Centrali sostengono le loro tesi.
La tendenza di fondo della borsa americana é ancora al rialzo (46.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 57.45) anche perché i precedenti segnali d'acquisto non sono ancora stati neutralizzati. I Summation Index sono però in calo e i dati sulla partecipazioni si stanno deteriorando. Settimana prossima abbiamo bisogno di segnali positivi e di una convincente reazione della borsa americana - in caso contrario il nostro scenario estremamente positivo per il primo semestre dell'anno é a rischio di revisione.
Tra i segnali positivi annoveriamo il comportamento delle borse europee. Fino a giovedì i più importanti indici azionari (Eurostoxx50, DAX) sono rimasti vicini al massimo annuale. Solo la caduta di venerdì (Eurostoxx50 -1.86% a 4178 punti, DAX -1.72% a 15209 punti) ha causato la performance settimanale negativa. In Europa la correzione di febbraio é stata finora solo un consolidamento come ci eravamo aspettati. in fondo la differenza con l'America é stata una conseguenza, come spesso succede, di un aggiustamento sul cambio tra le monete. Dagli 1.10 di inizio mese il cambio EUR/USD é sceso agli 1.0547 di venerdì. Questo rafforzamento di circa +4.5%% dell'USD compensa la perdita dell'S&P500 rispetto all'Eurostoxx50 in questo periodo. Per inciso il prossimo solido supporto sul cambio EUR/USD si trova a 1.05.
SX7E (banche) -2.41% a 113.78 punti
DAX -1.76% a 15209 punti
SMI -0.66% a 11181 punti
FTSE MIB -2.76% a 26986 punti
S&P500 -2.67% a 3970.04 punti
Nasdaq100 -3.25% a 11969 punti
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap down a 3959 punti. Dopo un recupero a 3969 punti l'indice é caduto ad ondate sul minimo a 3943 punti. Poi é risalito a chiudere il gap fino a 3978 punti. Alle 20.50 é ricaduto a 3957 punti ma un rally sul finale ha fissato la chiusura a 3970.04 punti (-1.73%). Mentre l'indice ha chiuso lontano dal minimo, l'USD Index e i tassi d'interesse hanno finito la giornata a ridosso del massimo - di conseguenza é poco chiaro se il rimbalzo della borsa avrà lunedì una continuazione anche se questa é la nostra variante favorita. Il resto del mercato era meno debole (DJT -0.54%, RUT -0.92%) - le vendite erano concentrate nel settore tecnologico (Nasdaq100 -1.73%).
A livello di sentiment non abbiamo segnali particolari. La volatilità VIX é a 21.67 (+0.53), il CBOE Equity put/call ratio é relativamente alto a 0.82 e il Fear&Greed Index é sceso a 59 punti (-4). Nelle varie inchieste affettuate tra i differenti tipi di investitori i Bear sono tornati a prevalere sui Bulls - nelle ultime tre settimane l'umore degli investitori é decisamente peggiorato ma non si può parlare di forte pessimismo o panico.
Insomma - considerando tutte le notizie negative che hanno innondato i mercati finanziari nelle ultime tre settimane riteniamo che le borse si siano comportate ancora abbastanza bene e mostrano forza relativa. Ora però ci sono bisogno delle notizie positive sul fronte dei tassi d'interesse e un rallentamento congiunturale che possa far presagire la fine del ciclo restrittivo delle banche Centrali. In caso contrario la correzione potrebbe ancora continuare. Restiamo in attesa di divergenze positive sul fronte dei tassi d'interesse e/o dei cambi.
Oggi pubblico un breve commento intermedio poiché durante il fine settimana sono assente e non potrò scrivere l'abituale analisi tecnica del fine settimana.
Il mercato azionario americano resta strutturalmente e tecnicamente forte malgrado un logico indebolimento degli indicatori dovuto alle due settimane di correzione in laterale. Aspettiamo impazienti la ripresa del rialzo. La borsa americana dovrebbe ricominciare a salire quando l'USD di indebolirà e i tassi d'interesse scenderanno. A questo punto anche i prezzi dei metalli preziosi dovrebbero nuovamente crescere.
Non siamo in grado di dire quando questo avverrà. Rimbalzi e correzioni sembrano completi ma potrebbe esserci bisogno un breve periodo di distribuzione (USD, tassi d'interesse) rispettivamente di accumulazione per gli indici azionari prima che i mercati finanziari ricomincino a muoversi in sintonia con le nostre conosciute previsioni di medio termine.
Ieri molti indici azionari europei hanno toccato (Eurostoxx50, FTSE MIB) o sfiorato (DAX) un nuovo massimo annuale. È evidente ed indiscutibile che gli indici azionari europei si trovano in una solida e sostenibile fase di rialzo che dovrebbe accelerare appena avviveranno segnali costruttivi da Wall Street.
Oggi scadono in America i derivati di febbraio - il mercato é nervoso e volatile poiché ormai i volumi di opzioni a corto termine costituiscono il 50% dei volumi totali - é un mercato di speculatori che diventa sul cortissimo termine dominato da fattori tecnici ed é quindi imprevedibile. Settimana prossima dovrebbe tornare la calma e speriamo che riappaia una stabile tendenza, Bisognerà però aspettare martedì poiché lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del President's Day / Washington's Birthday.
A breve é possibile che il consolidamento debba durare ancora qualche giorno poiché gli obiettivi del rimbalzo di USD e tassi d'interesse non sono ancora stati raggiunti. La correzione ha permesso ai mercati azionari di assorbire l'ipercomperato (le RSI sono tornate a 50-60 punti) e sembra praticamente completa in termini di punti - di conseguenza é possibile che ci siano ancora delle scosse di assestamento e l'S&P500 potrebbe ancora toccare un minimo discendente sui 4050 punti ma in seguito il rialzo dovrebbe riprendere in maniera dinamica.
Cercando di combinare questo scenario basato sull'analisi tecnica con l'agenda economica notiamo che martedì 14 febbraio alle 14.30 verrà pubblicato in America l'indice dei prezzi ai consumi. Probabilmente questo dato sull'inflazione darà una scossa al mercato. O provocherà un ultimo tuffo per completare la correzione o permetterà alla borsa americana di decollare direttamente e partire in direzione del nostro prossimo obiettivo intermedio a 4300 punti di S&P500.
Le borse europee continuano a muoversi come la borsa americana. Risalta la buona performance del settore bancario - la forza relativa di questo settore, e di riflesso della borsa italiana, sembra però agli sgoccioli. Quando i tassi d'interesse ricominceranno a scendere anche le azioni delle banche dovrebbero rientrare nel plotone.
In generale la nostra politica d'investimento é invariata. Siamo bullish e long sui mercati azionari e sulle obbligazioni di Stato specialmente in USD. Crediamo che nei prossimi mesi l'USD debba indebolirsi rispetto all'EUR e assicuriamo il rischio cambio.
SX7E (banche) +1.14% a 112.97 punti
DAX -1.09% a 15308 punti
SMI -1.93% a 11130 punti
FTSE MIB +1.18% a 27268 punti
S&P500 -1.11% a 4090.46 punti
Nasdaq100 -2.17% a 12305 punti
Sul fronte del sentiment notiamo abbastanza ottimismo ma non siamo preoccupati - specialmente il CBOE Equity put/call ratio (0.69) ha perso la sua capacità di rispecchiare l'umore degli investitori a causa dell'esplosione dei volumi sulle opzioni di cortissimo termine. Il movimento di questo indicatore é diventato erratico - di conseguenza anche il Fear&Greed Index (70 punti, -2) tende ad esagerare nel bene e nel male. È evidente che il rally dal minimo di ottobre 2022 ha provocato un certo ottimismo ma noi riscontriamo ancora parecchio scetticismo che si concretizza in una sottoesposizione degli investitori, istituzionali ma soprattutto privati, sui mercati azionari. Molti strateghi sono ancora negativi per quel che riguarda le prospettive economiche e invitano alla prudenza - secondo noi non hanno capito che le borse si stanno inoltrando già nel prossimo ciclo. Quando arriveranno i primi dati economici che confermeranno l'inizio di una recessione gli investitori staranno già giocando il successivo miglioramento congiunturale provocato dalla reazione delle Banche Centrali che abbandoneranno la politica monetaria restrittiva poiché il problema non sarà più l'inflazione ma la possibilità che la frenata congiunturale sia eccessiva.
Seguiamo il trend, chiaramente rialzista, e cerchiamo di non farci confondere da singoli dati economici contraddittori - specialmente i dati riguardanti il mercato del lavoro, con tutti gli aggiustamenti stagionali, non rispecchiamo la realtà. I mercati obbligazionari, con la curva dei rendimenti fortemente invertita, lanciano segnali chiari e indiscutibili.
In questa fase non bisogna fare l'errore di concentrarsi sui dati del passato, come quelli relativi al mercato del lavoro e agli utili delle imprese, per fare delle previsioni. Non é illogico che i prezzi delle azioni non reagiscono negativamente a dei risultati trimestrali in parte deludenti specialmente quando questi sono accompagnati da piani ristrutturazione con una diminuzione dei posti di lavoro.
Il continuo a costante rialzo degli indici azionari lascia i mercati in una costante situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo - spesso le RSI sono sopra i 70 punti, le candele giornaliere sui grafici svettano sopra i limiti superiori delle Bollinger Bands e gli indici si allontanano sensibilmente dalle MM a 50 e 200 giorni. Questi eccessi a breve termine vengono compensati con delle improvvise sedute negative come quella di venerdì (S&P500 -1.04% a 4136.48 punti) - dei dati sorprendentemente buoni sul mercato del lavoro americano hanno fatto rimbalzare i tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 3.53%, +0.13%) e dei deludenti risultati trimestrali di alcuni big della tecnologia hanno invogliato i traders a delle prese di beneficio. La caduta di venerdì potrebbe avere un seguito fino al massimo i 4090 punti ma ormai i grafici parlano chiaro - c'é una serie di massimi a minimi ascendenti ed ogni correzione minore ed intermedia é un'occasione d'acquisto.
La rapida successione di sedute molto positive o negative mette disordine negli indicatori tecnici. La volatilità resta relativamente alta e la tradizionale correlazione tra S&P500 e VIX non funzione più su base giornaliera - per esempio venerdì, contro logica, sono scesi sia S&P500 che VIX (18.33 punti, -0.40). La conseguenze é che non ci si può più basare su questi indicatori, specialmente quelli di sentiment, per il trading giornaliero. Da giorni il CBOE Equity put/call é basso (0.57) e il Fear&Greed Index é alto (76 punti, +4) ma questo non basta per poter prevedere una fase negativa della borsa. I dati sulle opzioni sembrano troppo influenzati dei traders e dalle opzioni a scadenza settimanale e il Fear&Greed Index può restare alto per settimane senza che si verifichi un'inversione di tendenza.
Insomma - questo rialzo per molti aspetti é irrazionale ma questa é una buona ragione per credere nella sua continuazione. C'é ancora molto scetticismo e troppa liquidità parcheggiata in attesa di un buon investimento. La finanza é soggiogata al Bench Market - se gli indici di riferimento salgono nessuno può permettersi di restare a lungo fuori dal gioco. Tutti saranno presto o tardi obbligati a partecipare a questo pazzo rialzo delle borse provocando nei prossimi mesi un'accelerazione di tipo esaustivo.
Ancora una volta le Banche Centrali saranno presto o tardi obbligati a fornire liquidità a basso prezzo a imprese e Stati schiacciati da debiti eccessivi e da tassi d'interesse insostenibilmente alti.
SX7E (banche) +2.29% a 111.69 punti
DAX +2.15% a 15476 punti
SMI +0.15% a 11349 punti
FTSE MIB +1.95% a 26950 punti
S&P500 +1.62% a 4136.48 punti
Nasdaq100 +3.34% a 12573 punti
Questa seduta negativa dovrebbe avere un moderato seguito. L'USD Index (102.82) é sceso senza interruzioni dai 114 punti di novembre 2022 ai 101 punti di giovedì - secondo noi ora ci vorrebbe un rimbalzo tecnico almento fino ai 104-105 punti. Questa reazione dovrebbe ripercuotersi in un rimbalzo dei tassi d'interesse e in un ulteriore calo di una quarantina di punti dell'S&P500. In linea di massima ci aspettiamo che settimana prossima ci sia un calo iniziale seguito da una stabilizzazione. Una pausa di una settimana con l'S&P500 a consolidare sui 4100 punti sembra la variante più probabile prima ripresa del rialzo in direzione dei 4300 punti.
A livello di sentiment la situazione non cambia. Come ripetiamo da settimane ci sono ancora molti investitori che non riescono ad accettare il fatto che la borsa salga malgrado fondamentali ostili - l'inflazione resta alta, le Banche Centrali stanno ancora alzando i tassi d'interesse, all'orizzonte si profila una recessione e gli utili delle imprese sono in calo. La borsa però sta già giocando il prossimo ciclo. Molti settori economici estremamente sensibili agli incrementi dei tassi d'interesse sono in grave difficoltà (immobiliare, auto) e gli interessi passivi in aumento stanno diventando un grave problema in particolare per quegli Stati molto indebitati. È molto probabile che nei prossimi mesi le Banche Centrali debbano piegarsi al volere dei mercati obbligazionari - questo significa che appena i dati sull'inflazione lo permetteranno (e questo succederà prima di quello che molti pensano) le Banche Centrali torneranno ad avere una politica monetaria espansiva. Questo significa la fine dell'aumento dei tassi d'interesse di riferimento, eventualmente (ma non necessariamente) un pivot e un ritorno del Quantitative Easing. A questo punto la liquidità, che adesso solo lentamente torna ad affluire in borsa, verrà investita massicciamente sui mercati azionari incurante delle valutazioni fondamentali e delle prospettive economiche. In poche parole siamo convinti che il rialzo é solo all'inizio e avrà tendenza ad accelerare.
A corto termine però le borse devono confrontarsi con la realtà. Da alcune settimane i tassi d'interesse di mercato (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 3.52%) non scendono più e i cambi sono stabili (EUR/USD a 1.0870). Il mercato si é mosso sulla base di attese e adesso ha bisogno di conferme. Settimana prossima la parola passa alle Banche Centrali - mercoledì la FED e giovedì la BCE decideranno un aumento dei tassi d'interesse - dovrebbero però comunicare la decisione di voler fare una pausa di riflessione poiché l'inflazione é in calo e l'economia sta frenando. Se le Banche Centrali comunicassero invece l'intenzione di voler combattere in maniera prioritaria l'inflazione pensiamo che il rialzo potrebbe fare ancora una pausa o potrebbe ancora esserci una correzione intermedia. La tendenza é però solida e sostenibile (77.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 61.65) e quindi il raggiungimento del prossimo obiettivo intermedio a 4300 punti di S&P500 é solo una questione di tempo. L'altro fattore importante sono gli utili delle imprese - finora la borsa riesce ad assorbire dei risultati trimestrali deludenti - se i mercati continuano ad ignorare il calo degli utili significa che questo fattore é insignificante - é già scontato nei corsi attuali e le borse stanno già guardando oltre. Nella prossima settimana sarà quindi importante osservare la reazione della borsa alla pubblicazione dei risultati trimestrali dei colossi tecnologici Amazon, Meta (Facebook), AMD, AAPL e Google.
Venerdì la borsa é salita malgrado i terribili dati forniti da Intel (-6.41% dopo un'apertura a -10%) e ha reagito con entusiasmo alle notizie provenienti da Tesla (+11.00%). Notiamo in questi casi come il short covering sia ancora una forza in grado di spingere i corsi delle azioni al rialzo. Immaginatevi cosa potrebbe succedere se i tassi d'interesse di riferimento e di mercato scendessero!
A corto termine le borse secondo molti parametri tecnici sono ipercomperate - non necessariamente questo deve provocare una reazione negativa. Un mercato al rialzo dove non c'é una correzione malgrado l'ipercomperato é per definizione un mercato forte con un trend solido, sostenibiile e dominante. Guardate ad esempio come si sviluppa il prezzo dell'oro - il RSI sopra i 70 punti rallenta semplicemente il movimento ma non provoca nessuna inversione di tendenza. Ci vuole una combinazione di fattori tecnici negativi (partecipazione, momentum, sentiment) per provocare una correzione importante o un crash. Per ora il semaforo resta sul verde.
SX7E (banche) +4.13% a 109.18 punti
DAX +0.77% a 15150 punti
SMI +0.33% a 11332 punti
FTSE MIB +2.56% a 26435 punti
S&P500 +2.47% a 4070.56 punti
Nasdaq100 +4.70% a 12166 punti
Le borse europee questa settimana hanno sottoperformato l'America - i guadagni sono stati modesti e concentrati nei settori ciclici, finanziario e tecnologico. La correlazione con l'America non é però a rischio. Siamo convinti che le borse europee e quelle dei mercati emergenti seguiranno la borsa americana. Continuiamo a prevedere un nuovo record storico dell'S&P500 sui 5000 punti nel corso di quest'anno.
Continuiamo a ridurre la liquidità in favore di azioni, obbligazioni e metalli preziosi. Attenzione che in Europa la curva dei tassi d'interesse non é invertita come é il caso per l'America. Questo ha delle ovvie implicazioni a livello congiunturale - in America si prevede una recessione - in Europa no. Lo spread sui titoli di Stato italiani ci sembra eccessivo - vale la pena comperare BTP.
Adesso la fase di sostanziale e sostenibile rialzo può riprendere il suo corso. Anche durante la correzione la partecipazione é rimasta buona e i Summation Index continuano a salire. La tendenza di fondo della borsa americana resta sulla base degli indicatori (72.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 56.86 punti) al rialzo. Nelle prossime settimane ci aspettiamo un contributo sostanziale dalla tecnologia e dalle PMI (Russell2000) che su base fondamentale sono sottovalutate. I big della tecnologia stanno affrontando delle profonde ristrutturazioni con massicce diminuzioni di personale che dovrebbe ristabilire la redditività del settore.
Il Fear&Greed Index (59 punti, +6) non rappresenta in maniera oggettiva l'umore degli investitori. Regna ancora lo scetticismo - la recessione che si profila negli Stati Uniti rende la gente pessimista e pochi comprano azioni con convinzione. Al momento sembra che la diminuzione dell'inflazione e il calo dei tassi d'interesse abbia più cha altro bloccato il flusso delle vendite e obbligato i shortisti a coprire le posizioni - il numero dei nuovi minimi é in costante diminuzione. C'é ancora un'abbondante liquidità parcheggiata in titoli di Stato a corta scadenza e in attesa di buone occasioni d'investimento. Più gli indici azionari salgono e più aumenta la pressione psicologica su chi é sottoinvestito e deve presto o tardi comperare. Pensiamo che la prossima gamba di rialzo debba far salire l'S&P500 sui 4300 punti - a questo livello ci aspettiamo la prossima correzione di medio termine. Quando questo livello verrà superato il rialzo dovrebbe accelerare in maniera esponenziale - ci aspettiamo questa fase nel secondo trimestre dell'anno. Le borse mondiali e quelle dei mercati emergenti dovrebbe svilupparsi alla stessa maniera.
Restiamo investiti in azioni, in obbligazioni di ottima qualità (USTBond ventennali) e short USD. Manteniamo le posizioni in oro - il rialzo é regolare in USD - in EUR il prezzo fatica ancora a salire ma noi restiamo ottimisti.
SX7E (banche) -0.49% a 104.84 punti
DAX -0.35% a 15033 punti
SMI +0.04% a 11295 punti
FTSE MIB -0.03% a 25775 punti
S&P500 -0.66% a 3972.61 punti
Nasdaq100 +0.67% a 11619 punti
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6410 su 1693, NH/NL a 763 su 258 e volume relativo a 1.05. La correzione delle precedenti tre sedute ha permesso di assorbire l'ipercomperato e l'accesso di rialzo negli indicatori (RSI a 55.99 punti). A livello di sentiment non notiamo cambiamenti particolari - la volatilità VIX (19.85 punti, -0.67) ha avuto nella prima parte della settimana l'atteso rimbalzo e nella prossima fase dovrebbe precipitare sotto i 18 punti facendo cadere in depressione tutti quelli che si aggrappano alle ultime possibilità offerte dall'analisi tecnica e grafica per un ritorno di quel bear market che ha dominato nei primi tre trimestri del 2022.
Noi siamo incoraggiati dal fatto che la correzione si sia svolta come pensavamo - in una fase di solido e sostanziale rialzo, nella quale secondo noi ci troviamo, l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo vengono riassorbiti tramite semplici correzioni minori di tre giorni e alcuni punti in percentuale sugli indici (-2%/-3%). Quando la tendenza di fondo é invece al ribasso queste correzioni sono molto più lunghe e profonde. Gli oscillatori non hanno ancora completamente scaricato l'eccesso di rialzo - questo significa che potrebbero ancora esserci alcune sedute con l'S&P500 ad oscillare sui 4000 punti. Il quadro tecnico generale resta però estremamente costruttivo.
Il nostro scenario finora si sviluppa secondo le attese - l'inflazione scende, i tassi d'interesse di mercato calano (reddito dell'US Treasury Bond a 3.49%) e l'USD si indebolisce (USD Index a 101.96). Ribadiamo di conseguenza la nostra previsione a medio termine - siamo all'inizio di una sostenibile e sostanziale fase di rialzo che dovrebbe permettere all'S&P500 di salire su un nuovo massimo storico a 5000 punti. Liquidità e sentiment alimenteranno il movimento. Il rialzo dovrebbe toccare tutte le borse mondiali e dovrebbe lentamente coinvolgere anche i settori di crescita e di rischio come la tecnologia. Sopra i 5000 punti di S&P500 l'aria sarà estremamente rarefatta ed esisterà una forte rischio d'inversione di tendenza. Dovrebbe poi seguire un lungo e profondo bear market durante il quale sarà sconsigliabile possedere azioni. Avremmo il tempo di discutere questo sviluppo nei prossimi mesi - anticipiamo questa nostra previsione unicamente per ricordarvi di utilizzare la fase finale del rialzo per vendere. Adesso bisogna essere investiti e bisogna lasciarsi trascinare dalla corrente - sembra che per i mercati azionari ci sia un potenziale di rialzo di ca +20% e parecchi mesi di tempo prima di entrare in una zona di pericolo.
SX7E (banche) +1.22% a 105.36 punti
DAX +3.26% a 15086 punti
SMI +1.31% a 11290 punti
FTSE MIB +2.40% a 25783 punti
S&P500 +2.67% a 3999.09 punti
Nasdaq100 +4.53% a 11541 punti
Venerdì le borse hanno fatto segnare moderati guadagni - come nelle altre sedute della settimana.
L'S&P500 ha aperto a 3950 punti, é salito a 3980 punti ed é ritornato a 3970 punti. Fino alle 19.30 é lentamente risalito sui 3980 punti per poi accelerare al rialzo, raggiungere il massimo giornaliero a 4004 punti e chiudere poco più in basso a 3999.09 punti (+0.40%) con un guadagno di 16 punti. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva (come succede spesso negli ultimi tempi) con A/D a 5253 su 2784, NH/NL a 1576 su 66 e volume relativo a 1,0. I Summation Index continuano a salire. I dati sul sentiment sono ancora misti - la volatilità VIX é scesa a 18.35 punti (-0.48) - é su un supporto con un pesssimo sentiment (DSI) e quindi deve a breve rimbalzare - a medio termine ha però ancora parecchio spazio verso il basso. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.69 - in generale sembra sparita la speculazione al ribasso mentre ancora pochi speculano al rialzo.
Insomma - la situazione si sviluppa come previsto e gli indicatori finora confermano il rialzo e la sua solidità. Non appaiono problemi all'orizzonte e l'ipercomperato (le RSI sugli indici azionari europei sono sui 71-73 punti) può essere assorbito tramite una semplice pausa di consolidamento.
Notiamo che la corsa dell'oro continua (1920 USD/oncia) - l'oro guadagna terreno anche in EUR (1773 EUR/oncia) riuscendo a più che compensare la debolezza dell'USD. Anche il calo del CHF (EUR/CHF a 1.0037 - minimo a 0.9420 a settembre 2022) sottolinea il fatto che le dinamiche all'interno dei mercati finanziari sono cambiate - lentamente si abbandonano i beni rifugio in favore di maggiore rischio - pensiamo che il cambio possa risalire nei prossimi mesi a 1.05.
SX7E (banche) +8.58% a 104.09 punti
DAX +4.93% a 14610 punti
SMI +3.87% a 11144 punti
FTSE MIB +6.22% a 25180 punti
S&P500 +1.45% a 3895.08 punti
Nasdaq100 +0.92% a 11040 punti
La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6691 su 1463, NH/NL a 1003 su 281 e volume relativo a 1.0. Tutti i settori hanno pertecipato (Nasdaq100 +2.78%, RUT +2.26%, DJT +3.38%). La volatilità VIX é caduta a 21.13 punti (-1.33), il CBOE Equity put/call ratio era ancora alto a 0.91 e il Greed&Fear Index é a 46 punti (+2).
Notiamo che in generale esiste ancora un folto gruppo di traders che scommette incessantemente su una ripresa del ribasso che ha contraddistinto i primi 10 mesi del 2022. La tecnica ci dice che questo gruppo non ha ancora perso e fino a quando l'S&P500 non supera desisamente i 3900 punti esiste ancora la possibilità di una ricaduta ed un test dei 3800 punti.
I Summation Index salgono - la tendenza di fondo della borsa americana é secondo gli indicatori neutra e contradditoria (55.00 dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 44.14 - i dati stanno però migliorando).
Le borse europee dovrebbero muoversi in parallelo con la borsa americana. Come nel 2022 la differenza di performance dovrebbe essere data dalla differenza sul cambio. Noi avevamo previsto che il cambio EUR/USD per fine anno dovesse risalire a 1.10 - non abbiamo sbagliato di molto considerando che il cambio ha chiuso venerdì a 1.0705. Le borse europee nel 2022 hanno perso circa il 12% - l'S&P500 é calato del -19% - l'USD ha guadagnato circa il 6% contro EUR. Il conto torna - un'investitore europeo nel 2022 ha perso con azioni americane il 13% (-19% +6%). Riteniamo che l'effetto si ripeterà nel 2023 - crediamo che l'USD si indebolirà e quindi la performance in moneta locale della borsa americana sarà superiore di quella delle borse europee. Affrontiamo il 2023 investiti in azioni, short USD contro EUR e long obbligazioni (soprattutto in America).
Torniamo ora alla questione accumulazione o distribuzione - praticamente dobbiamo decidere come inizierà il 2023. A corto termine non si profila una tendenza. I dati riguardanti momentum e partecipazione sono neutri. I Summation index sono in leggero calo ma basta poco per fargli cambiare direzione. Per ora i settori difensivi mostrano forza relativa nei riguardi dei settori di crescita. Praticamente il Nasdaq100 continua a sottoperformare e questo non é un segnale costruttivo. D'altra parte non appare una particolare pressione di vendita - il numero di nuovi minimi (NL) ristagna. Malgrado che molti operatori da settimane prevedono un crash giustificandolo con validi argomenti di tipo fondamentale gli indici si rifiutano di scendere. La tendenza di fondo della borsa americana é ancora al ribasso (39.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish percent Index sul NYSE a 40.87 punti) ma i dati non peggiorano.
Noi pensiamo che il deludente sviluppo delle borse nel mese di dicembre sia dovuto al window dressing di fine anno e dalle operazioni legate a riflessioni di ottimizzazione fiscale. In anni di borsa negativi come il 2022 questi effetti tendono a sfociare in vendite nei titoli che hanno performato male durante l'anno. Non é quindi una sorpresa che i grossi nomi (Apple, Google Amazon, Tesla, Nvidia) abbiano avuto un dicembre disastroso. L'effetto dovrebbe sparire all'inizio del 2023 e noi siamo convinti che dai 3800-3850 punti di S&P500 dovrebbe svilupparsi una sostanziale spinta di rialzo con obiettivo (già indicato in precedenti commenti) a 4300 punti di S&P500. La premessa é costituita da un calo dei tassi d'interesse di mercato. Riteniamo possibile che a breve il reddito dell'USTBond decennale possa provare a risalire sul 4% - in seguito però i tassi d'interesse di mercato devono ricominciare a scendere alimentando il rialzo delle borse.
Pensiamo che i problemi che attualmente affliggono l'economia internazionale (la guerra in Ucraina e la conseguente instabilità dei prezzi dell'energia, la pandemia in Cina) possono accelerare o rallentare il rialzo delle borse ma non cambiare in maniera radicale il nostro scenario di base. Ovviamente non siamo in grado di prevedere l'impatto di un eventuale inatteso evento di grande portata come lo scoppio di un conflitto tra Taiwan e la Cina con il coinvolgimento degli Stati Uniti.
SX7E (banche) -0.46% a 95.86 punti
DAX -0.12% a 13923 punti
SMI -0.70% a 10729 punti
FTSE MIB -0.71% a 23707 punti
S&P500 -0.14% a 3839.50 punti
Nasdaq100 -0.41% a 10939 punti
Per il resto abbiamo poco da segnalare. Dagli indicatori non arrivano segnali particolari (A/D a 3294 su 4754, NH/NL a 284.55). L'unico mercato che sembra raggiungere un livello tecnico significativo é quello delle obbligazioni - il DSI sui Bonds é sceso sotto i 20 punti e il reddito dell'USTB decennale (3.88%) si avvicina alla forte resistenza a 4%. Ripetiamo quindi che se il reddito salisse nei prossimi giorni verso il 4% é probabile che si verifichi un massimo intermedio sui redditi dei Bonds rispettivamente un minimo significativo sugli indici di borsa americani. Poiché secondo gli oscillatori la borsa americana é intorno ad un minimo di medio termine é probabile che in seguito parta un movimento di rialzo sostenibile. Insomma - sembra che il 2023 debba iniziare in maniera positiva anche se esiste ancora la possibilità di alcune sedute con l'S&P500 ad oscillare sui 3800-3850 punti. Qualsiasi caduta sotto i 3800 punti di S&P500 é da considerarsi un'occasione d'acquisto. Lo stesso vale per il Nasdaq100 (-0.10% a 10939 punti) nell'improbabile caso in cui il minimo annuale del 2022 a 10440 punti venisse nuovamente avvicinato e testato.
Eurostoxx50 -11.74% a 3793 punti
SX7E -4.64% a 95.86 punti
DAX -12.35% a 13923 punti
SMI -16.67% a 10729 punti
FTSE MIB -13.31% a 23707 punti
S&P500 -19.44% a 3839.50 punti
Nasdaq100 -33.41% a 10939 punti
Nikkei -9.37%
Shanghai -15.12%
EUR/USD a 1.0705 (-5.84%)
EUR/CHF a 0.9898 (-4.63%)
Oro a 1823 USD/oncia - 1705 EUR/oncia (fine 2021 1829 USD/oncia)
Petrolio (WTI) a 80.26 USD/barile (fine 2021 75.21 USD / barile)
Reddito USTBond decennale (USD) a 3.88% (fine 2021 1.52%)
Reddito Bund decennale (EUR) a 2.5650% (fine 2021 -0.1815%)
Gli oscillatori di medio termine favoriscono ancora una fase interlocutoria di una manciata di sedute. Questo significa che settimana prossima dovrebbe partire una spinta di rialzo ma questo movimento non sarà probabilmente sostenibile. Dopo una salita sui 3950 punti di S&P500 la borsa americana rischia di ricadere e ritestare i minimi del 17 dicembre. Non sembra quindi che fino a fine anno avremo un dinamico rialzo - più probabile sembra essere un'oscillazione in laterale sui 3850-3950 punti con una chiusura a fine anno sui 4000 punti.
Purtroppo anche le borse europee hanno perso smalto. In linea di massima gli indici azionari europei seguono l'andamento della borsa americana. Poiché questa settimana l'EUR si é rafforzato nei riguardi dell'USD le borse europee hanno perso in percentuale di più di quella americana. Questo é un effetto che conosciamo. Il comportamento delle borse europee é passivo. Non ci sono più quei segnali di forza relativa che eranno apparsi precedentemente e questo é un fattore supplementare per farci credere che fino a fine anno il potenziale generale di rialzo delle borse é modesto malgrado il favorevole periodo stagionale.
La nostra politica d'investimento é invariata. Siamo investiti in azioni (specialmente EU e USA) con una posizione neutra rispetto al profilo d'investimento, siamo long obbligazioni (riteniamo che i tassi d'interesse di mercato debbano scendere) e siamo long EUR contro USD. Finora non appare nulla in grado di mettere in discussione questo scenario di base valido per i prossimi sei mesi.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) -0.46% a 92.87 punti
DAX -3.32% a 13893 punti
SMI -2.69% a 10770 punti
FTSE MIB -2.43% a 23688 punti
S&P500 -2.08% a 3852.36 punti
Nasdaq100 -2.76% a 11243 punti
Gli altri indici hanno perso meno terreno (Nasdaq100 -0.89%, Russell2000 -0.63%, DJ -0.85%, DJT -1.09%) - un effetto strano che probabilmente é dovuto alle scadenze tecniche.
A questo punto é molto probabile che settimana prossima si verifichi un rimbalzo tecnico. Purtroppo però non vediamo negli indicatori le premesse per una sostenibile e sostanziale fase di rialzo. Gli investitori sembrano indecisi e sballottati tra scenari contrastanti. Mentre il calo dei tassi d'interesse di mercato e la debolezza dell'USD hanno un'influsso positivo e fanno sperare che nel futuro le Banche Centrali saranno piu concilianti, i dati economici suggeriscono che nel prossimi mesi l'economia mondiale dovrebbe cadere in recessione mentre le Banche Centrali stanno ancora alzando il costo del denaro. Per saldo é poco chiaro quali effetti prevarranno sulle borse. Noi siamo convinti che la liquidità tornerà a scorrere in direzione dei mercati azionari e prevediamo un primo semestre 2023 positivo. Seguiamo da vicino il comportamento dei mercati obbligazionari (reddito dell'USTBond decennale a 3.48%) che sono meno volatili e sembrano più razionali.
Auguriamo a tutti i lettori Buone Feste e un felice e prospero Anno Nuovo.
Riassunto: Due settimane fà avevamo previsto l'inizio di una correzione intermedia a partire dalla zona di resistenza a 4056-4100 punti di S&P500. Settimana scorsa avevamo ribadito che le borse dovevano ancora correggere e assorbire una situazione di ipercomperato e di eccessi di rialzo a corto e medio termine. Per questa settimana ci aspettavamo una discesa dell'S&P500 sui 3950 punti - in effetti l'indice ha toccato un minimo martedì a 3918 punti e ha chiuso venerdì a 3934.38 punti (-0.73%). Crediamo che l'obiettivo massimo di questa correzione si situa a 3830-3850 punti. Dopo la correzione dovrebbe riprendere il rialzo - finora avevamo stimato che l'S&P500 potesse risalire sui 4300 per la fine dell'anno.
Ora affiora un problema. La correzione non sembra completa - gli oscillatori non sono ancora vicini ad un minimo e nessun indicatore é in una posizione tale da far presagire l'imminente ripresa del rialzo. Gli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 54 punti, -3 punti) sono in generale neutri e non mostrano ancora pessimismo. La volatilità VIX (22.83 punti, +0.54) é tornata decisamente sopra i 20 punti ma non si é impennata come pensavamo. Di conseguenza sembra che la correzione possa durare ancora tutta la prossima settimana. Per questo ci sono varie ragioni non solo tecniche ma anche fondamentali. Gli investitori prima di prendere ulteriori iniziative aspetteranno le decisioni delle Banche Centrali attese tra mercoledì (FED) e giovedì (BCE, BoE, BNS) - sono previsti degli aumenti dei tassi di interesse di riferimento ma molti si aspettano che il ritmo nell'aumento del costo del denaro nel futuro diminuisca. Infine venerdì scadono i derivati di dicembre - si tratta di una grande scadenza trimestrale che spesso condiziona i mercati. Se fino a metà dicembre gli indici azionari rischiano di continuare a scivolare verso il basso é poco probabile che il successivo rally, considerando la pausa natalizia e le varie festività, possa far salire gli indici fino ai nostri obiettivi. Una performance di un +10% in una decina di sedute sembra al momento uno scenario poco realistico malgrado che l'analisi tecnica mandi ancora segnali in generale positivi. La tendenza di fondo della borsa americana resta al rialzo con il 61.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 51.68 punti. Nelle ultime due settimane le borse avrebbero potuto correggere di più - assorbono gli eccessi con il tempo (e meno attraverso i prezzi) e si comportano relativamente bene considerando le premesse tecniche e una serie di notizie dal fronte economico poco edificanti. Specialmente i listini europei mostrano sorprendentemente forza relativa. Bisogna però prendere in considerazione un effetto - la performance degli indici da inizio anno (S&P500 - 17.45%, Eurostoxx50 -8.28%, SMI -14.04%) sono espresse nella moneta del Paese (USD, EUR, CHF). Se si considerano le differenze sui cambi (calcolando per esempio la performance per tutti gli indici in USD), le differenze si riducono notevolmente.
SX7E (banche) -0.53% a 93.30 punti
DAX -1.09% a 14370 punti
SMI -1.16% a 11068 punti
FTSE MIB -1.40% a 24277 punti
S&P500 -3.37% a 3934.38 punti
Nasdaq100 -3.59% a 11563 punti
La perdita di 34 punti nella seduta di venerdì ha provocato un peggioramento dei dati tecnici (A/D a 2433 5661, NH/NL a 331 su 929, volume relativo a 0.9, Summation Index in calo) ma non sembra apparire una particolare pressione di vendita. Inoltre notiamo volatilità e nervosismo in America ma gli altri mercati borsistici che seguiamo regolarmente ignorano questa frenesia e sono tranquilli e relativamente stabili.
Il calo dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBond decennale a 3.57% (+0.09%) - reddito del Bund decennale a 1.9345%) sta facendo una pausa - l'USD Index si é fermato a 104.90. Borse, tassi d'interesse e cambi stanno consolidando i loro movimenti in contemporanea e questo ci sembra logico e normale.
Notiamo la discesa del prezzo del petrolio (WTI) a 71.02 USD. Dai 130 USD al barile, prezzo raggiunto all'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, il greggio ha perso 60 USD ed é tornato a livello pre crisi. Ci aspettiamo un calo anche dei prezzi di gas e elettricità anche se qui il processo di adattamento é più difficile e quindi il calo necessiterà di più tempo - ridistribuire il petrolio é più facile che sostituire il gas trasportato attraverso una pipeline. Il discorso é ancora più difficile per l'elettricità che deve essere in gran parte prodotta e consumata sul momento. La conseguenza é evidente - l'inflazione nei prossimi mesi scenderà - il rischi attuale é quello di una recessione economica - speriamo che le Banche Centrali se ne rendano conto e reagiscano di conseguenza.
Terminata questa fase di stallo il rialzo dovrebbe proseguire in maniera dinamica - l'S&P500 potrebbe raggiungere per fine anno i 4300 punti.
Il calo dei tassi d'interesse (reddito dell'USD Treasury Bond decennale a 3.51% (-0.02%) e l'indebolimento dell'USD (USD Index a 104.44, EUR/USD a 1.0540) é ormai evidente e il movimento a breve sembra troppo esteso. Esiste quindi la possibilità che adesso avvenga un consistente rimbalzo tecnico in concomitanza con una correzione delle borse. Concretamente é possibile che il consolidamento dell'S&P500 sotto i 4100 punti diventi una correzione minore con obiettivo massimo a 3830-3850 punti. In questo caso non bisogna spaventarsi ma mantenere la rotta. Questi livelli sarebbero delle occasioni d'acquisto per chi non ha ancora abbracciato la tesi del rialzo delle borse ed é sottoinvestito.
Restiamo della ferma opinione che a medio termine (3-6 mesi) l'S&P500 debba salire su un nuovo massimo storico sui 5000 punti. L'Europa parteciperà al rialzo - ci saranno delle differenze di performance tra America ed Europa che verranno in buona parte compensate dal cambio EUR/USD. Concretamente pensiamo che l'USD Index a medio termine debba ricadere sui 94-96 punti.
Nell'immediato notiamo il forte calo della volatilità VIX (19.06 punti, -0.78) che é scesa sotto la barriera simbolica dei 20 punti. A corto termine la VIX (osservate il grafico del future) é caduta troppo in basso - il DSI (Daily Sentiment Index) é vicino ai 10 punti. È probabile che nelle prossime sedute ci sia come reazione un'impennata della VIX e un'aumento della volatilità giornaliera. In pratica nella prossima settimana ci devono essere una o due sedute decisamente negative - se lunedì ci fosse ancora un tentativo di salire a 4100 punti bisogna prendere al volo questa opportunità per un trade short di almeno 100 punti - noi pensiamo di rivedere settimana prossima i 3950 punti.
SX7E (banche) -1.60% a 93.80 punti
DAX -0.08% a 14529 punti
SMI +0.27% a 11198 punti
FTSE MIB -0.39% a 24621 punti
S&P500 +1.13% a 4071.70 punti
Nasdaq100 +2.02% a 11994 punti
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4376 su 3671, NH/NL a 739 su 289 e volume relativo a 0.9. Il Fear&Greed Index é sceso a 63 punti (-6). I Summation Index salgono - la tendenza di fondo é al rialzo (73.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 58.15.
La correlazione tra borsa, tassi d'interesse e USD é sempre più forte ed evidente. La borsa sale quando i tassi d'interesse di mercato scendono e l'USD si indebolisce. Succederà il contrario se la borsa correggerà.
Ora é importante ricordarsi quale scenario macroeconomico si sta delineando e qual'é la tendenza di fondo delle borse.
L'inflazione ha probabilmente toccato i massimi tra ottobre e novembre e ora sta diminuendo. L'inflazione é stata provocata da un'interruzione e un malfunzionamento delle catene di approvvigionamento mondiali causate in origine dal Covid. Dopo anni di stabilità dei prezzi molte aziende hanno approfittato della situazione per imporre un aumento dei prezzi ai consumi - in parte questi aumenti sono ingiustificati. La guerra in Ucraina ha fatto esplodere i prezzi dell'energia (petrolio, gas, elettricità). L'incremento dei prezzi era in parte dovuto alla speculazione e da aspetti tecnici - conosciamo bene questo effetto sulle borse e li chiamiamo short covering o "paura di restare fuori" o semplicemente "segui il trend e il momentum". Ora i prezzi dell'energia stanno diminuendo - il prezzo del petrolio aveva toccato un massimo all'inizio dell'invasione russa sui 130 USD al barile (WTI) - ora il prezzo é sceso a 76.26 USD (!). Anche il prezzo del gas e dell'elettricità sono in calo non tanto per le misure adottate dai governi ma piuttosto per un semplice effetto di domanda ed offerta. L'offerta non é diventata così scarsa come molti temevano mentre la domanda é in calo a causa del rallentamento economico e dal contenimento dei consumi. Tutto questo ha un effetto sui tassi d'interesse. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale era salito a metà ottobre a 4.25% - ora é sceso a 3.68% (-0.03%). Contemporaneamente gli indici azionari hanno toccato il minimo annuale, hanno cambiato direzione e ora la tendenza dominante é al rialzo (il 68.9% dei titoli USD sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 56.07 punti). Il rialzo é destinato a continuare anche perché si é creato quel circolo virtuoso che prevedavamo da mesi. L'inflazione é in scacco, i tassi d'interesse di mercato scendono e l'USD si sta indebolendo (USD Index a 105.94, cambio EUR/USD a 1.04). Ora manca solamente che le Banche Centrali adattino la loro politica monetaria a queste nuove condizioni. Devono smettere di combattere l'inflazione (che in questo caso non é una conseguenza diretta della politica monetaria) aumentando ancora il costo del denaro ma devono piuttosto preoccuparsi di sostenere l'economia che deve affrontare un rallentamento economico che si rivelerà probabilmente una recessione. Quando la FED si unirà ai segnali che già stanno inviando i mercati obbligazionari, il rialzo delle borse subirà un'accelerazione.
Ora le borse si trovano in una situazione tecnica contraddittoria. C'é specialmente in Europa un eccesso di rialzo a corto termine (RSI sull'Eurostoxx50 a 76.94) e anche a medio termine gli oscillatori segnalano la vicinanza di un massimo significativo. Tutti vedono sui grafici le resistenze che si trovano tra i 4056 punti (MM a 200 giorni) e i 4100 punti (linea di trend discendente e resistenza statica) di S&P500. Sembrerebbe quindi logico che dei mercati ipercomperati e in eccesso di rialzo a corto e medio termine debbano fare una pausa e correggere a contatto con delle resistenze. D'altra parte a livello di sentiment questo é quello che si aspetta la maggioranza degli operatori. La volatilità VIX é molto bassa (20.56, +0.08) con un DSI che si avvicina a 10 punti. Da giorni osserviamo dei valori alti di (equity) put/call ratio (insolita speculazione al ribasso). Molti traders annunciano sui social media di avere riaperto posizioni short in previsione di una spinta di ribasso o addirittura di una ripresa del Bear Market. Raramente però le borse fanno quello che sembra ovvio e tutti si aspettano.
Noi pensiamo quindi che non ci sarà un'importante correzione. A breve l'S&P500 dovrebbe o potrebbe salire sopra i 4100 punti per sconvolgere i piani dei molti speculatori short - poi potrebbe correggere ma in questo caso ci aspettiamo solo un calo modesto prima della ripresa del rialzo.
Insomma - le borse sono corse troppo in troppo poco tempo (l'Eurostoxx50 é salito dai 3250 punti di fine settembre - ottobre agli attuali 3962 punti!) - lo stesso vale per i tassi d'interesse di mercato e per l'USD. Ci vuole ora una breve fase di digestione prima del rally di fine anno. Restiamo investiti in azioni e in obbligazioni di lungo termine - assicuriamo l'USD contro l'EUR.
L'Europa segue l'America.
SX7E (banche) +1.87% a 95.33 punti
DAX +0.76% a 14541 punti
SMI +1.11% a 11168 punti
FTSE MIB +0.18% a 24718 punti
S&P500 +1.53% a 4026.12 punti
Nasdaq100 +0.67% a 11756 punti
Per ora la partecipazione al rialzo é mediocre - il rapporto NH/NL non migliora come dovrebbe - speriamo che questa divergenza negativa sparisca nelle prossime settimane. C'é bisogna che la tecnologia (Bullish Percent Index sul Nasdaq a 41.36) ritrovi almeno parte del suo antico splendore per permettere agli indici nei prossimi mesi di raggiungere dei nuovi massimi storici. L'attuale forza di settori tradizionali (Dow Jones - industria), difensivi (consumi discrezionali - farmaceutica) e della finanza non basta.
Da un punto di vista tecnico la situazione si sta sviluppando in maniera positiva - la partecipazione al movimento é soddisfacente anche se il rapposto NH/NL non sta migliorando come abbiamo sperato. I Summation Index però continuano a salire (significa che la maggior parte delle azioni sta guadagnando terreno) e la tendenza di fondo secondo i nostri indicatori di base (66.1% dei titoli americani sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 55.12) é al rialzo. Osserviamo un consolidamento anche a livello di tassi d'interesse (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 3.82% (+0.05%) e di valute (USD Index a 106.86 / cambio EUR/USD a 1.0325). Da questi due mercati arrivano quindi delle conferme che il nostro scenario rialzista per i prossimi mesi é corretto.
A livello di sentiment c'é ancora molto scetticismo. Tra i traders prevale l'opinione che si sta unicamente verificando un rally in controtendenza all'interno di un bear market. Molti stanno tentando di indovinare dove questo rally terminerà e quando l'S&P500 ricomincerà a scendere verso un nuovo minimo annuale. Abbiamo l'impressione che ci sono ancora molte posizioni speculative short e che molti investitori hanno ancora troppe poche azioni in portafoglio rispetto ai profili d'investimento e ai benchmark. Tutti questi sono fattori che nelle prossime settimane dovrebbero alimentare il rialzo. Per assurdo la recessione economica che si profila all'orizzonte dovrebbe avere un influsso benefico sui mercati azionari poiché dovrebbe provocare un calo dell'inflazione e dei tassi d'interesse di mercato legando le mani alle Banche Centrali.
Abbiamo preso nota del buon comportamento questa settimana delle borse europee dovuto in parte al lieve apprezzamento dell'USD. In questo senso la nostra opinione non cambia - anche le borse europee parteciperanno al rialzo. Ci saranno dei brevi periodi di sovraperformance o sottoperformance - il cambio EUR/USD servirà da elemento di compensazione. Il problema dell'approvvigionamento energetico ha una maggiore importanza per l'Europa. Anche in Europa bisogna però essere investiti in azioni.
L'aspetto ciclico e stagionale é positivo e sostiene il rialzo delle borse fino alla prima decade di gennaio 2023 - di conseguenza pensiamo che la prossima correzione a medio termine, che dovrebbe iniziare verso la fine del mese e dai 4100 punti di S&P500, non dovrebbe fare danni significativi.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) +2.68% a 93.58 punti
DAX +1.46% a 14431 punti
SMI -0.73% a 11045 punti
FTSE MIB +0.90% a 24675 punti
S&P500 -0.69% a 3965.34 punti
Nasdaq100 -1.18% a 11677 punti
Vi ricordiamo che i tassi d'interesse e l'USD devono muoversi in correlazione con il rialzo delle borse. Significa che i tassi d'interesse di mercato devono scendere e l'USD deve indebolirsi - non é però necessario che questo succeda tutti i giorni - é la tendenza che conta.
DB - mai più! Forse viaggiare in auto o in aereo non é ecologico ma in certi casi é meglio e meno caro.
A corto termine il rally é stato troppo intenso e il movimento sembra troppo esteso ed eccessivo. All'inizio di questa settimana dovrebbe esserci un consolidamento. Ci aspettiamo una discesa dell'S&P500 sui 3920 punti in due o tre sedute. Poi però il rialzo dovrebbe continuare e la prossima seria resistenza si trova solo a 4100 punti. Pensiamo che questo obiettivo intermedio debba essere raggiunto nelle prossime due settimane (secondo gli oscillatori la borsa americana sarà ipercomperata intorno al 22-25 novembre) e solo a quel punto dovrebbe esserci una prima consistente correzione intermedia.
Avrete notato che si sta verificando una evidente rotazione tra settori. Nelle ultime sedute i titoli della tecnologia hanno sovraperformato a scapito dei titoli difensivi come alimentari o farmaceutica. Gli investitori si buttano sulle azioni di quelle società che più avevano sofferto durante il ribasso. Questo effetto dovrebbe durare qualche settimana - in seguito però il rialzo dovrebbe coinvolgere tutto il listino.
Malgrado che i dati sul mercato del lavoro americano pubblicati venerdì fossero decisamente meglio delle stime degli analisti, la borsa ha reagito positivamente a questo segnale inflazionistico - l'S&P500 ha difeso in maniera convincente il supporto a 3700 punti. Ora però la borsa americana, dopo questa correzione intermedia, deve ripartire al rialzo ed essere in grado di superare di slancio e con un miglioramento degli indicatori tecnici la barriera sui 3900 punti di S&P500. Se non riesce a salire adesso rischia di restare impastoiato ancora per settimane intorno ai 3800 punti. Un USD debole dovrebbe essere d'aiuto.
SX7E (banche) +4.10% a 91.04 punti
DAX +1.63% a 13459 punti
SMI +0.14% a 10787 punti
FTSE MIB +3.34% a 23282 punti
S&P500 -3.35% a 3770.55 punti
Nasdaq100 -5.96% a 10857 punti
Dopo 4 sedute negative molti si aspettavano venerdì un crollo in direzione dei 3630 punti di S&P500. Invece l'S&P500 ha aperto a 3774 punti, é sceso inizialmente a 3734 punti ed é salito sorprendentemente fino alle 15.40 quanto ha toccato il massimo giornaliero a 3796 punti. Finalmente i ribassisti pensavano di avere partita vinta quando l'S&P500 é precipitato a 3710 punti. Dopo un rimbalzo c'é stato un nuovo tentativo di ribasso con un minimo giornaliero a 3708 punti. A questo punto i traders short hanno gettato la spugna e l'S&P500 é salito fino alla chiusura a 3770.55 punti (+1.36%). In questa giornata é sicuro che molti traders inesperti hanno perso i nervi e sono stati obbligati a chiudere posizioni, sopratutto al ribasso, in perdita.
La seduta é stata positiva con A/D a 5714 su 2420, NH/NL a 752 su 701 e volume relativo a 1.2. La tecnologia é ipervenduta e la reazione di venerdì del Nasdaq100 (+1.56% a 10857 punti) sembra solo l'inizio di un ampio rimbalzo.
Non abbiamo idee precisa su cosa potrebbe succedere settimana prossima. I segnali tecnici sono misti e contrastanti. È però evidente che per sostenere il nostro scenario rialzista la borsa americana deve ricominciare a salire. Le borse europee dovrebbero seguire - la forza relativa mostrata settimana scorsa é un segnale incoraggiante che non ci eravamo aspettati.
Sarà molto importante osservare la reazione dei mercati ai dati sull'inflazione in America previsti giovedì alle 14.30. Un mercato forte e rialzista deve essere in grado di reagire positivamente anche in caso di dati negativi per i prezzi delle azioni - come é successo venerdì 4 novembre dopo che i dati sul mercato del lavoro americano.
Nella settimana appena trascorsa gli indici azionari hanno ancora guadagnato terreno malgrado che molti big della tecnologia (Google, Microsoft, Amazon, e soprattutto Facebook/Meta) abbiano presentato risultati trimestrali inferiore alle stime degli analisti con conseguenti pesanti perdite del corso delle azioni. Il mercato azionario americano però adesso si é emancipato, é strutturalmente solido ed in grado di compensare la debolezza di questi colossi tecnologici. Venerdì il mercato é stato aiutato da Apple (+7.56%) - la società ha pubblicato utili sorprendentemente buoni e il mercato, che si aspettava un'altra delusione, ha reagito con un rally. Al momento però sono altri settori tradizionali (Dow Jones performance settimanale +5.72% !) come industria, consumi di base o finanza a sostenere e alimentare il rialzo.
Abbiamo finalmente notato un calo dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.02% contro il 4.21% di una settimana fà). Come avevamo giustamente valutato venerdì 21 ottobre i mercati obbligazionari hanno toccato un minimo significativo. Ora il prezzo delle obbligazioni deve lentamente salire mentre i tassi d'interesse di mercato scendono. Questo é quello che ci aspettavamo da settimane e dovrebbe dare un'ulteriore spinta al rialzo delle borse. Lentamente il rallentamento economico e il rischio di recessione si rispecchiano sui tassi d'interesse che dovrebbero scendere malgrado che le Banche Centrali stanno ancora combattendo l'inflazione ed alzando i tassi d'interesse di riferimento.
Il rialzo non sarà lineare ma ci saranno come d'abitudine delle correzioni intermedie. In due settimane l'S&P500 é passato dal minimo a 3491 punti ai 3901.06 punti (+2.46%) di venerdì. L'indice ha guadagnato circa 400 punti o +11% in 11 sedute. A corto termine gli oscillatori segnalano una situazione di ipercomperato e in certi indicatori di sentiment appare della speculazione al rialzo. L'umore degli investitori sta rapidamente cambiando (Fear&Greed Index a 61 punti (+4)). Di conseguenza é probabile che sui 3900 punti il rialzo debba fare una pausa. La tendenza é però forte e quindi eventuali ritracciamenti dovrebbero essere modesti e devono essere considerati delle occasioni d'acquisto. La prossima forte resistenza é solo sui 4100 punti di S&P500.
Mercoledì 2 novembre si riunisce la FED americana e dovrebbe annunciare un ulteriore aumento dei tassi d'interesse di riferimento del +0.75. Crediamo che prima di questo appuntamento gli investitori saranno prudenti e quindi l'ipercomperato di corto termine dovrebbe provocare all'inizio di settimana prossima una correzione minore.
A livello fondamentale sembra che il problema inflazione sia più acuto in Europa. Di conseguenza temiamo che il rialzo delle borse in Europa possa subire un certo ritardo. Le borse europee seguiranno l'America ma forse al momento é meglio puntare su altri mercati azionari - in Europa favoriamo la Gran Bretagna dove azioni e Sterlina Inglese sembrano decisamente sottovalutati. Siamo coscienti dei problemi politici ma crediamo che il nuovo Primo Ministro Sunak sarà in grado di fare un lavoro migliore di Liz Truss e ridare fiducia ai mercati.
In generale molti investitori sono ancora pessimisti per quel che riguarda le prospettive economiche e gli utili delle imprese. C'é ancora un folto gruppo di analisti ed operatori che ritengono che il bear market debba riapparire nelle prossime settimane e far crollare le borse su nuovi minimi. Molti investitori, privati ed istituzionali, posseggono troppe poche azioni rispetto a posizioni neutre o rispetto ai Benchmark. Più il mercato sale e più questi investitori saranno obbligati a saltare sul treno in corsa - il rialzo nei prossimi mesi avrà tendenza ad autoalimentarsi ed accelerare. Sconsigliamo caldamente qualsiasi operazione al ribasso. Formalmente la tendenza di base in America é ancora al ribasso (46.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullich Percent Index sul NYSE a 47.99) ma come notate gli indicatori sono nettamente migliorati e probabilmente settimana prossima, anche se si verificasse una correzione minore, passerano la barriera di 50 dando un segnale d'acquisto. Questi indicatori di base reagiscono lentamente ai cambiamenti e ci mettono un pò di tempo prima di confermare l'inversione di tendenza. Forse molti di voi avranno notato che quasi tutti gli indici sono tornati sopra la MM a 50 giorni - l'unica eccezione é il Nasdaq100. Chi vuole comperare tecnologia (lo consigliamo) deve favorire il Nasdaq Composite al Nasdaq100. Il periodo di dominanza degli AGMAF+ é terminato.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) +2.84% a 87.45 punti
DAX +4.03% a 13243 punti
SMI +3.40% a 10772 punti
FTSE MIB +4.46% a 22529 punti
S&P500 +3.95% a 3901.06 punti
Nasdaq100 +3.17% a 11546 punti
Siamo convinti long - siamo investiti in azioni e in obbligazioni di Stato americane a lungo termine. Siamo long EUR contro USD.
C'é assolutamente bisogno che i tassi d'interesse di mercato, specialmente sull'USD, comincino adesso a scendere per alimentare il rialzo delle borse. Venerdì i prezzi delle obbligazioni sembrano aver toccato un minimo significativo e sulle obbligazioni fino a 10 anni sembra che si sia verificata un'inversione di tendenza. In pratica i mercati obbligazionari sembrano avere una settimana di ritardo rispetto ai mercati azionari - sono ipervenduti e in eccesso di ribasso - il DSI giovedì era sotto i 10 punti.
Insomma - settimana prossima le borse devono continuare a salire ma questa volta il movimento deve essere confermato e sostenuto da un calo dei tassi d'interesse di mercato. In caso contrario abbiamo una persistente divergenza negativa che dovrebbe provocare una ricaduta dei mercati azionari.
La tendenza di fondo della borsa americana resta formalmente al ribasso con il 24.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 31.57. I dati stanno però decisamente migliorando e i Summation Index stanno salendo. La tecnologia mostra forza relativa e questo effetto é indispensabile per un solido rialzo dei mercati azionari. Gli investitori sembrano nuovamente disposti a prendere dei rischi.
SX7E (banche) +4.54% a 85.03 punti
DAX +2.36% a 12730 punti
SMI +0.86% a 10418 punti
FTSE MIB +3.04% a 21567 punti
S&P500 +4.74% a 3752.75 punti
Nasdaq100 +5.78% a 11310 punti
Settimana scorsa le borse sono salite malgrado il vento contrario che spirava dai mercati obbligazionari. Immaginatevi cosa potrebbe succedere se i tassi d'interesse di mercato cominciassero a scendere. Noi abbiamo completato le nostre posizioni long in azioni con un investimento in obbligazioni di Stato americane a lungo termine (scadenza 20 anni - reddito 4.54%).
C'é un'evidente resistenza a 3800 punti di S&P500 - a questa barriera si aggrappano i traders short. Se l'S&P500 riesce a passare questa resistenza ci aspettiamo un'accelerazione provocata dalla copertura di posizioni short e dai portfolio managers che sono obbligati a comperare per evitare un sottoinvestimento in azioni nei portafogli rispetto ai profili d'investimento e ai Benchmark.
È possibile e probabile che l'S&P500 abbia bisogno alcuni tentativi e del "lavoro" prima di passare definitivamente i 3800 punti.
Le performance settimanali in America sono negative e la tecnologia ha nuovamente sottoperformato (Nasdaq100 venerdì -3.10% / performance settimanale -3.24%). Non appaiono ancora chiare divergenze positive, i Summation Index sono ancora in calo e la tendenza di fondo é ancora al ribasso (16.0% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 25.56). Di conseguenza é probabile che la seduta di giovedì abbia segnato la fine del ribasso ma non si é ancora concretizzata un'inversione di tendenza.
I giochi però non vengono decisi dai mercati azionari ma da quelli obbligazionari. Sui bonds non si delinea ancora nessuna inversione di tendenza. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é salito al 4.00% (+0.03%) e venerdì i futures hanno fatto segnare la peggiore chiusura giornaliera dell'anno. Fino a quando i prezzi delle obbligazioni scendono e i tassi d'interesse di mercato salgono é molto improbabile che le borse possano iniziare quella fase di rialzo che noi prevediamo su base fondamentale.
Noi restiamo costruttivi per quel che riguarda il comportamento delle borse per i prossimi 3 a 6 mesi.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) +2.01% a 81.33 punti
DAX +1.34% a 12437 punti
SMI +0.20% a 10329 punti
FTSE MIB +0.14% a 20930 punti
S&P500 -1.55% a 3583.07 punti
Nasdaq100 -3.24% a 10692 punti
Per settimana prossima le opinioni divergono estremamente. Sui social media i ribassisti prevedono per lunedì un crash. Noi non vediamo ragioni per un'ulteriore pesante caduta dei mercati - non possiamo però escludere ancora una serie di sedute negative ed un ulteriore test del minimo annuale. Gli indici azionari restano a medio termine ipervenduti e in eccesso di ribasso - il rally di giovedì ha però alleviato a corto termine questo problema con la conseguenza che per le prossime sedute c'é nuovamente dello spazio verso il basso.
Ora bisogna osservare attentamente il comportamento dei mercati obbligazionari. I rischi di recessione dovrebbero provocare un'inversione di tendenza con conseguenze positive sui mercati azionari. Speriamo (ma non abbiamo elementi validi a supporto di questa ipotesi) che settimana prossima l'S&P500 riesca a fare base sui 3600 punti. Abbiamo bisogno di questa base per confermare la validità e solidità del minimo di giovedì scorso e come premessa per l'inizio dell'agognata fase di rialzo a medio termine.
Nell'agenda economica di settimana prossima non scorgiamo nessun appuntamento in grado di dare una scossa decisiva ai mercati finanziari.
Riassunto: In questo momento tutto gira intorno ai tassi d'interesse e alla discussione se nel futuro il problema principale dell'economia americana sarà l'inflazione o una recessione. L'inversione della curva tassi d'interesse (l'USTBills a 6 mesi rende il 4.09%, poi si sale fino ai TBonds a 3 anni che rendono il 4.33% - da qui si scende al 3.89% dei TBonds decennali fino al 3.86% dei Tbonds trentennali) indica che il mercato obbligazionario si aspetta una recessione. I dati economici sono contraddittori - quelli proiettati nel futuro mostrano un forte rallentamento congiunturale nei prossimi mesi - quelli che rispecchiano il passato ci dicono invece che la crescita é ancora robusta. Gli investitori sembrano confusi e fanno poca differenza tra futuro e passato. Venerdì é stato pubblicato il rapporto sul mercato del lavoro USA a settembre - al di fuori del settore agricolo sono stati creati 263'000 nuovi posti di lavoro e la disoccupazione é scesa al 3.5%. Questo dato, migliore delle stime degli analisti, ha alimentato la paura dell'inflazione e ha aumentato la probabilità che la FED a novembre alzi nuovamente i tassi d'interesse di riferimento del +0.75%. La reazione della borsa a questo punto era scontata - l'S&P500 é caduto a 3639.66 punti (-2.80%). Malgrado questo tonfo la performance settimanale é positiva (+1.51%) grazie alle due ottime sedute di lunedì (+2.59%) e martedì (+3.06%). Gli investitori non sembrano in grado di mantenere un'opinione e una rotta ma, dominati dalle emozioni, si spostano rapidamente in una o nell'altra direzione a seconda dei dati che vengono pubblicati o degli avvenimenti. Il taglio della produzione da parte dell'OPEC ha fatto nuovamente impennare il prezzo del petrolio (WTI 92.84 USD/barile, +4.19USD) e ha fatto aumentare i tassi d'interesse.
In generale sembra che i tassi d'interesse stiano formando un top (o i bonds un bottom) mentre gli indici di borsa provano a fare base sopra i minimi di fine settembre. Questo vale fino a quando non ci sarà un nuovo massimo annuale sui redditi o un nuovo minimo annuale su uno dei maggiori indici azionari.
L'analisi tecnica mostra che prevale decisamente il pessimismo - la volatilità VIX é salita a 31.36 punti (+0.84), il CBOE Equity put/call ratio é a 0.88 mentre il Faer&Greed Index é molto basso a 22 punti (-5). Le statistiche mostrano che la liquidità é abbondante e gli investitori hanno sottopesato le azioni nei portafogli - questo dovrebbe alimentare il rialzo nel caso in cui si verificasse un'inversione di tendenza.
SX7E (banche) +1.52% a 79.72 punti
DAX +1.31% a 12273 punti
SMI +0.40% a 10308 punti
FTSE MIB +1.22% a 20901 punti
S&P500 +1.51% a 3639.66 punti
Nasdaq100 +0.61% a 11039 punti
La seduta é stata decisamente negativa con A/D a 1043 su 7147, NH/NL a 188 su 995 (relativamente pochi) e volume relativo a 1.05. Ci sorprende il fatto che il calo sia stato progressivo e ordinato - senza accelerazioni o segnali di panico.
Le borse europee continuano a seguire l'America senza poter sviluppare una dinamica indipendente. L'Eurostoxx50 (-1.69% a 3375 punti) da inizio anno perde il -21.47% - la performance é simile a quella dell'S&P500 -23.64% considerando anche il fatto che nel dopo borsa l'indice é ancora sceso a 3359 punti.
Teniamo d'occhio il ballo coordinato di mercato azionari, obbligazionari e delle divise. Da uno di questi mercati devono arrivare delle divergenze positive in grado di segnale con anticipo un'inversione di tendenza. Cerchiamo dei massimi discendenti o dei minimi ascendenti.
SX7E (banche) -5.46% a 78.52 punti
DAX -1.38% a 12114 punti
SMI +1.28% a 10267 punti
FTSE MIB -1.98% a 20648 punti
S&P500 -2.91% a 3585.62 punti
Nasdaq100 -1.73% a 10971 punti
Settimana scorsa le borse hanno ancora perso terreno. Ci sono stati dei segnali positivi come la buona performance della borsa svizzera e la diminuzione dei nuovi minimi a 30 giorni in America che mostra una diminuzione della pressione di vendita (NL 1194 venerdì 30 settembre rispetto ai 3686 del precedente venerdì). Per ora é però evidente che le situazioni di eccesso di ribasso, ipervenduto e pessimismo provocano solo dei brevi rimbalzo tecnici (come quello di mercoledì 28) e niente di più. Le borse non sembrano ancora aver toccato il fondo ed essere pronte per un'inversione di tendenza malgrado che la caduta finale di venerdì (S&P500 -1.51% a 3585.62 punti) abbia l'aspetto di una capitolazione.
Settimana scorsa i tassi d'interesse di mercato sull'USD sembrano aver toccato un massimo (reddito dell'USTBond decennale a 3.83% contro il top di giovedì a 3.97%) e l'USD ha incominciato ad indebolirsi (USD Index a 112.08 contro i 112.81 della settimana precedente) ma questo non basta ancora ad influenzare positivamente le borse vittime di una spirale negativa. Il continuo flusso di notizie preoccupanti dai vari fronti di crisi non permettono ai mercati azionari di riprendere il fiato. La possibilità che il Credit Suisse sia sull'orlo del fallimento ha fatto riapparire i fantasmi della caduta della Lehman Brothers e della crisi dei mercati finanziari del 2008.
La tendenza di fondo della borsa americana resta ribassista con il 12.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 18.65.
Sarà un rimbalzo tecnico o un'inversione di tendenza? Lo decideranno l'USD e i tassi d'interesse di mercato
Riassunto: Mercoledì 21 settembre la FED americana ha alzato nuovamente i tassi d'interesse di riferimento del +0.75% e ha ribadito l'intenzione di voler combattere l'inflazione con una politica monetaria restrittiva e ulteriori aumenti del costo del denaro. Questa stretta monetaria é stata accolta con scetticismo dagli investitori che sono preoccupati dalle conseguenze congiunturali - Stati Uniti ed Europa si avvicinano a grandi passi ad una recessione e per molti analisti (noi compresi) Jerome Powell sta facendo un grave errore. In ogni caso la decisione ha provocato un'ulteriore crollo delle borse, un'impennata dei tassi d'interesse di mercato sull'USD (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 3.69% (-0.01%)) e un'accelerazione del rafforzamento dell'USD (USD Index a 112.81, cambio EUR/USD a 0.9692). Tutto questo é esattamente il contrario di quanto avevamo previsto - ci siamo sbagliati e l'S&P500 (-1.72% a 3693.23 punti, -1.72%) ha perso anche il supporto a 3800 punti ed é sceso a testare il minimo di giugno a 3637 punti. L'indice venerdì ha toccato un minimo giornaliero a 3647 punti contro il minimo annuale del 17 giugno a 3637 punti. Anche le borse europee sono state trascinate nel baratro - l'Eurostoxx50 (-2.29% a 3348 punti) e il DAX (-1.97% a 12284 punti) hanno raggiunto venerdì un nuovo minimo annuale marginale. Venerdì la presentazione del nuovo piano finanziario del governo inglese, che prevede una forte espansione della spesa pubblica finanziata col debito, ha contribuito a spaventare gli investitori e a provocare una pesante caduta della Sterlina Inglese e un'impennata dei tassi d'interesse. La tendenza di fondo delle borse é decisamente al ribasso e questo viene confermato dai nostri indicatori di base in America (12.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 21.46 punti). Ora le borse sono decisamente ipervendute e in eccesso di ribasso - questo vale sia a corto termine che a medio termine. Poiché venerdì abbiamo osservato del panico (VIX a 29.92 punti (+2.57), massimo giornaliero a 32.31 punti, CBOE Equity put/call ratio a 1.02 (!), Fear&Greed Index a 24 punti (-7)) é molto probabile che settimana prossima ci sia un rally. Ci sembra però poco probabile che il rally parta senza un test del minimo a 3637 punti di S&P500 - di conseguenza pensiamo che lunedì o martedì possa ancora esserci un vuoto d'aria.
Non sappiamo se il rally che ci sarà settimana prossima o all'inizio di ottobre sarà solo un rimbalzo tecnico in un bear market o se invece si verificherà un'inversione di tendenza. Siamo convinti che a breve il rialzo dei tassi d'interesse di mercato deve finire visto che nel futuro i dati economici che indicano l'arrivo di una recessione si moltiplicheranno. Inoltre i dati sull'inflazione devono migliorare visto che da settimane i prezzi dell'energia sono in calo (p.e. petrolio WTI a 78.74 USD/barile). Infine da giorni molti DSI (Daily Sentiment Index) si trovano in territorio estremo - i DSI su S&P500 Nasdaq e US Bonds sono sotto i 10 punti mentre quello sull'USD Index era giovedì a 93 punti. Questa concomitanza di posizioni estreme a livello di sentiment preannuncia un calo dell'USD e dei tassi d'interesse (già venerdì i redditi degli USTBond tra i 10 dei i 30 anni é sono scesi) e un forte rimbalzo degli indici azionari. Poiché il pessimismo degli investitori viene confermato da vari indicatori (inchieste, posizioni sui mercati delle opzioni e dei futures) il potenziale per un rally di copertura sembra consistente. Bisognerà poi vedere se durante questo rally appariranno anche della forza d'acquisto e partecipazione e se invece avremo solo un rimbalzo di modeste dimensioni e con debole partecipazione.
Per ora i grafici parlano contro la possibilità di un'inversione di tendenza generalizzata (borsa, divise e tassi d'interesse).
SX7E (banche) -3.82% a 83.06 punti
DAX -3.59% a 12284 punti
SMI -4.46% a 10137 punti
FTSE MIB -4.72% a 21066 punti
S&P500 -4.65% a 3693.23 punti
Nasdaq100 -4.63% a 11311 punti
Nella seduta di venerdì ci sono stati dei movimenti di accelerazione che hanno le caratteristiche di una capitolazione. Non possiamo però parlare di key reversal day malgrado il recupero dell'S&P500 (-1.72% a 3693.23 punti) di 46 punti dal minimo - in effetti l'indice ha chiuso sotto il livello d'apertura e con una perdita. La reazione é però degna di nota.
Normalmente dopo una seduta del genere c'é un rimbalzo tecnico. Ci sono però due fattori da considerare. La vicina fine del trimestre e la posizione degli oscillatori che mostrano il probabile raggiungimento di un minimo significativo a corto e medio termine a metà di settimana prossima. È quindi possibile che l'S&P500 si "trascini" sui 3600 punti fino alla fine della settimana prossima e che la prevista fase di rialzo slitti all'inizio di ottobre. I traders possono provare ad aprire posizioni short sui 3600-3640 punti con obiettivo minimo a 3800 punti.
Gli investitori rimangono invece finora investiti in azioni in maniera neutrale secondo il loro profilo d'investimento.
Sono assente una settimana. Il prossimo fine settimana non pubblicherò il commento tecnico. Scriverò solo un breve aggiornamento il lunedì 3 ottobre in mattinata.
Ora l'attenzione degli investitori si concentra sull'appuntamento di mercoledì 21 settembre - alle 20.00 (orario locale) la FED dovrebbe alzare di nuovo i tassi d'interesse di riferimento del +0.75% - molti pensano che l'incremento potrebbe essere del +1% - il mercato si aspetta entro fine anno un aumento totale del +2%. D'altra parte si sommano i segnali di recessione - venerdì Federal Express (-21.40%), il leader nel settore dei trasporti, ha pubblicato risultati decisamente inferiori alle stime e l'azione é crollata. Molti indicatori economici che guardano al futuro segnalano un forte rallentamento della congiuntura mentre il mercato del lavoro é ancora robusto. Se la FED cominciasse a mandare segnali di preoccupazione con una propensione ad occuparsi maggiormente della crescita economica piuttosto che dell'inflazione, dovrebbe esserci un cambio di tendenza in borsa. Questo cambiamento dovrebbe provocare quella possente spinta di rialzo che noi ci aspettiamo da mesi.
A corto termine pensiamo che il supporto sui 3800 punti di S&P500 dovrebbe reggere - settimana prossima potrebbe ancora esserci una caduta fino a questo livello nel caso in cui la FED alzasse i tassi del +1% e si mostrasse ostinata nel combattere unicamente lo spettro di un'inflazione provocata soprattuto da uno shock a livello d'offerta. Nel caso in cui ci sbagliassimo l'S&P500 dovrebbe tornare a testare il minimo di giugno a 3636 punti. Secondo la nostra analisi il quadro tecnico generale gioca in favore del nostro scenario costruttivo - solo le analisi grafiche e i dati di base (25.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 37.70) parlano per una continuazione del ribasso.
Le borse europee continuano a seguire a distanza quella americana. Questa settimana si sono comportate relativamente meglio compensando il distacco accumulato nella settimana precedente. La borsa italiana approfitta del buon comportamento del settore bancario che ha reagito positivamente ai regali della BCE e all'incremento dei tassi d'interesse di mercato. L'effetto dovrebbe essere però evanescente e di breve durata.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) +2.90% a 86.36 punti
DAX -2.65% a 12741 punti
SMI -2.66% a 10610 punti
FTSE MIB +0.07% a 22110 punti
S&P500 -4.77% a 3873.33 punti
Nasdaq100 -5.77% a 11861 punti
I dati sul sentiment mostrano un diffuso pessimismo (VIX a 26.30 punti (+0.03), CBOE Equity put/call ratio a 0.81, Fear&Greed Index a 36 punti (-4)) - i dati sono rafforzati dalle inchieste tra i vari tipi d'investitore e dalle nostre rilevazioni sui social media. Gli analisti si superano in previsioni catastrofiche basate su scenari di recessione con un contemporaneo aumento del costo del denaro. Ricordiamo che questi sono fatti conosciuti e già rispecchiati dalle attuali valutazioni delle borse.
Consigliamo di investire parte della liquidità in obbligazioni in USD - assicuriamo però la divisa con operazioni a termine. Siamo long EUR/USD sulla parità - siamo quindi ribassisti sull'USD.
Personalmente ho già provveduto a ridurre la regolazione del riscaldamento in casa per una temperatura tra i 19 ed i 20 gradi e a comperare legna da ardere per il camino, candele e lampade solari.
A breve alcuni fattori tecnici devono ancora influenzare il mercato azionario - il short covering non sembra ancora finito e la grande scadenza trimestrale dei derivati di settembre (venerdì 17) provocherà una forte volatilità. Crediamo che le prossime 5 sedute saranno turbolente. Se come pensiamo l'S&P500 (+1.53% a 4067.36 punti) riesce a formare base sopra i 4000 punti é probabile che in seguito il rialzo guadagni di forza e acceleri in direzione del primo obiettivo a 4600 punti (massimi di aprile) con resistenza intermedia a 4250-4300 punti. Ricordiamo che questo movimento deve assere accompagnato da un calo dei tassi d'interesse sull'USD e da una svalutazione della moneta americana. Finora su questi due mercati é successo poco: il reddito dell'USTBond decennale é a 3.33% (+0.04%) mentre l'USD Index é stabile a 108.94. Molti investitori questa settimana si aspettavano che grazie alla spinta delle Banche Centrali (i rappresentanti di FED e BCE continuano a ripetere che siamo solo all'inizio di un periodo di rialzo dei tassi interesse) i tassi d'interesse e l'USD dovessero continuare a salire al rialzo e invece sorprendentemente abbiamo assistito ad una battuta d'arresto.
La tendenza a corto termine é ora al rialzo mentre a medio termine il quadro é ancora confuso. Gli indicatori sono in territorio neutro con molte contraddizioni a seconda che si guardi il quadro a corto, medio o lungo termine. La tendenza di fondo della borsa americana é formalmente ancora al ribasso (49.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 44.65) ma i dati stanno migliorando. I Summation Index stanno ancora scendendo ma il calo rallenta e si prospetta un'inversione di rotta.
Noi restiamo investiti e long. Manteniamo la nostra previsione di una salita dell'S&P500 a 5000 punti - il raggiungimento dell'obiettivo potrebbe però slittare all'anno prossimo.
Le borse europee come atteso seguono a fatica l'America. L'economia europea é in grave difficoltà e la recessione potrebbe essere più lunga e profonda che in America. Inoltre la FED ha maggiore spazio di manovra mentre la BCE sembra fare parecchi errori e perseguire una politica piena di contraddizioni che segue troppi obiettivi creando solo confusione. L'aumento dei tassi d'interesse é stato tardivo ed é arrivato al momento sbagliato - la BCE inoltre continua a comperare titoli di Stato per impedire un aumento eccessivo degli spreads. Temiamo che l'UE rischi nei prossimi anni di essere vittima delle sue disuguaglianze - potrebbe politicamente implodere. Per i prossimi mesi ci aspettiamo una rivalutazione dell'EUR sull'USD dell'ordine del +10%/+20% causata dal calo del differenziale dei tassi d'interesse - questo fuoco di paglia dovrebbe però terminare l'anno prossimo ed essere seguito da un crollo.
SX7E (banche) +4.48% a 83.92 punti
DAX +0.29% a 13088 punti
SMI +0.08% a 10900 punti
FTSE MIB +0.79% a 22094 punti
S&P500 +3.65% a 4067.36 punti
Nasdaq100 +4.05% a 12588 punti
Lunedì la borsa americana é rimasta chiusa in occasione del Labor Day. Fino a mercoledì mattina gli indici azionari sono scivolati verso il basso - gli investitori sembrava attendere le decisioni della BCE e le dichiarazioni di Jerome Powell. Mercoledì c'é stato un primo rally a Wall Street (S&P500 +1.83%). Il rialzo é continuato giovedì (+0.66%) ed ha accelerato venerdì (S&P500 +1.53% a 4067.36 punti). Quest'ultima seduta decisamente positiva é stata la più sorprendente e convincente poiché non é giustificata da nessun dato o avvenimento in particolare. I compratori hanno semplicemente preso il controllo delle operazioni e l'hanno mantenuto per tutta la giornata dall'Asia, all'Europa fino all'America.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6639 su 1579, A/D a 326 su 239 e volume relativo a 0.95. Tutti i settori hanno partecipato al rialzo (Nasdaq100 +2.17%, DJT +2.44%, Russell2000 +1.95%). Gli indici azionari hanno adesso assorbito l'ipervenduto e l'eccesso di ribasso - le RSI sono sui 50 punti, gli oscillatori sono risaliti dai minimi. Anche a livello di sentiment gli indicatori sono migliorati e sono neutri (VIX a 22.79 punti (-0.82), CBOE Equity put/call ratio a 0.52, Fear&Greed Index a 45 punti (+3)). Indicatori a parte, molti investitori sono ancora sottoinvestiti e, considerando il preoccupante quadro macroeconomico, molti pensano che le borse sono in un Bear Market e prevedono un crollo. Pessimismo e scetticismo dovrebbero nelle prossime settimane alimentare il rialzo.
All'inizio di settimana prossima prevediamo un breve ritracciamento dopo un rally di 3 sedute e il raggiungimento dell'obiettivo intermedio dell'S&P500 a 4063 punti. L'S&P500 dovrebbe però fare base sopra i 4000 punti per poi continuare da metà settembre il rialzo.
Teniamo d'occhio cambi (l'USD deve indebolirsi) e tassi d'interesse (devono scendere). La correlazione tra questi due mercati e gli indici azionari non é ferrea - i movimenti di questi mercati devono però tendenzialmente confermarsi a vicenda.
Prevediamo a breve un rally sopra i 4000 punti di S&P500 - le prospettive a medio termine peggiorano e noi diventiamo cauti
La correzione iniziata il 17 agosto sta però facendo più danni tecnici di quanto ci eravamo immaginati - i NL aumentano costantemente - i Summation Index scendono senza dare l'impressione di volersi fermare. La tendenza di fondo della borsa americana torna ad essere ribassista con il 31.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 43.11 punti. I tassi d'interesse in America continuano lentamente a salire - il reddito dell'US Treasury Bond decennale é a 3.20% (-0.06%). Anche l'USD Index (109.57) raggiunge regolarmente dei nuovi massimi. Non sembra che sul mercato delle obbligazioni e su quello delle divise ci debba essere a breve un'inversione di tendenza. Come sapete un calo dei tassi d'interesse e una fase di debolezza del'USD costituiscono le nostre premesse per una fase di rialzo sostanziale e sostenibile della borsa americana. A questo punto cominciamo ad avere dei dubbi che a settembre possa partire l'attesa fase di rialzo con obiettivo a 5000 punti di S&P500. Siamo convinti che le Banche Centrali presto o tardi torneranno a sostenere i mercati finanziari con una politica monetaria accomodante. Riteniamo inoltre che i prezzi dell'energia debbano scendere (come sta già avvenendo sul petrolio / WTI a 86.87 USD al barile dopo il picco a 130 USD (!) all'inizio della guerra in Ucraina) ma purtroppo temiamo che nel futuro le economie dei paesi occidentali saranno confrontate con un problema di disponibilità. In poche parole il problema non sarà il prezzo (e la relativa spinta inflazionistica) ma la carenza d'offerta. Riteniamo che la recessione economica, che prevediamo da mesi, é inevitabile e poco potranno fare i governi e le Banche Centrali per evitarla. A questo punto é difficile che possa crearsi quell'ottimismo necessario per alimentare una possente gamba di rialzo delle borse. Lo scenario economico che stiamo prospettando é quella di un periodo di stagflazione - una moderata recessione con prezzi dei beni e dei servizi in aumento a causa di una diminuzione dell'offerta superiore al calo della domanda. Il meccanismo della globalizzazione basato su dei sistemi di distribuzione su base mondiale funzionanti alla perfezione si é inceppato. Bisogna nuovamente cominciare a produrre localmente e prevedere magazzini e riserve di merci. In questo contesto gli utili delle imprese dovrebbero diminuire e non possiamo immaginarci uno scenario in grado di dare un forte impulso positivo alle borse.
Nei prossimi mesi potrebbero esserci parecchie sorprese. I mercati finanziari sono molto instabili e volatili - gli investitori sono nervosi e cambiano velocemente opinione e posizione - la liquidità abbonda e favorisce gli eccessi. La speculazione amplia i movimenti e in molti mercati agiscono attori inesperti e non abituati a operare con simili ampi movimenti e nell'incertezza. La prova sono gli assurdi e fortissimi movimenti dei prezzi dell'energia elettrica in Europa. Poiché ora in borsa regna il pessimismo é possibile che un marginale miglioramento della situazione politica ed economica basti a provocare un rally di vaste dimensioni.
Riassumendo é meglio aspettare due settimane e vedere come la borsa si comporta in questa fase che dovrebbe essere di accumulazione prima di prendere delle decisioni riguardante l'impostazione di base del portafoglio. Se l'S&P500 fa base sui 4000 punti, i tassi d'interesse di mercato cominciano a scendere e l'USD si indebolisce é ancora possibile e probabile che fino a fine anno le borse possano apprezzarsi. Le borse europee sembrano voler semplicemente seguire quella americana. L'ulteriore prova, oltre alle performance da inizio anno che sono praticamente uguali tra i principali indici europei e quelli americani, é il comportamento settimana scorsa. L'Europa ha semplicemente copiato l'America. Purtroppo questo vale anche per quel che riguarda la caduta a Wall Street venerdì dopo le 18.00. L'Eurostoxx50 ha chiuso la seduta ufficiale di venerdì a 3544 punti con un guadagno del +2.54%. Nel dopo borsa però le borse europee sono crollate - l'Eurostoxx50 venerdì 2 settembre alle 22.00 valeva 3462 punti!
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) +3.25% a 80.29 punti
DAX +0.61% a 13050 punti
SMI -0.46% a 10891 punti
FTSE MIB +0.12% a 21921 punti
S&P500 -3.29% a 3924.26 punti
Nasdaq100 -4.02% a 12098 punti
L'S&P500 ha aperto in gap up a 3990 punti, ha ritracciato fino a 3974 punti (16.00) e poi con slancio é salito a 4018 punti di massimo. A questo punto sembrava che la correzione di agosto fosse terminata e che l'S&P500 avesse realizzato un'inversione di tendenza. Invece i rialzisti (come noi) sono rimasti ampiamente delusi. Dopo le 18.00 l'indice é sceso e per le 20.00 ha raggiunto i 3926 punti. Dopo una reazione fino ai 3942 punti c'é stata ancora una spinta di ribasso fino ad un minimo a 3906 punti. Solo dopo le 20.40 c'é stata una reazione e l'indice é risalito a 3924.26 punti (-1.07%). Alla fine resta una perdita di 42 punti e l'impressione che i ribassisti hanno il controllo delle operazioni. In effetti la seduta é stata decisamente negativa con A/D a 2893 su 5237, NH/NL a 114 su 1105 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa (?!) a 25.47 punti (-0.09), il CBOE Equity put/call ratio era alto a 0.81 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 41 punti (-4). Durante la settimana la volatilità VIX é rimasta praticamente invariata e questo é anomalo - non ne capiamo le ragioni.
Insomma - ci aspettavamo che dai 3900 punti l'S&P500 potesse risalire in alcuni giorni con facilità fino ai 4063 punti coprendo le perdite provocate dal discorso di Jerome Powell a Jackson Hole. Invece la pressione di vendita non accenna a diminuire e questo non ci piace.
Se contro le nostre previsioni l'S&P500 cade sotto i 3900 punti, dovrebbe in seguito perdere ulteriori 200 punti ed avvicinare il minimo annuale a 3636 punti di metà giugno. Una prospettiva deprimente considerando il fatto che resterebbe poi solo un trimestre per "salvare" l'annata.
A breve é difficile stimare se la correzione é finita o se l'S&P500 deve cadere più in basso e raggiungere l'obiettivo originario a 3900 punti. Gli indicatori di ipervenduto (RSI sull'S&P500 a 43.88 punti), di eccesso di ribasso, gli oscillatori e gli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 44 punti, -5) non solo su quei valori estremi che normalmente assicurano la presenza di un solido minimo. È possibile che sullo slancio l'S&P500 possa scendere più in basso anche perché molti traders long sono stati sorpresi venerdì dall'ampiezza e velocità della spinta di ribasso e quindi ci saranno ancora dei traders che devono vendere e chiudere posizioni speculative long. L'USD Index (108.75 con possibile doppio massimo) sembra però su un massimo insieme ai tassi d'interesse sui titoli di Stato in USD. Stimiamo di conseguenza, sulla base della correlazione tra questi mercati, che il minimo di questa correzione sia vicino ed imminente. È improbabile che le borse possano riprendere in tempi brevi il rialzo malgrado che gli indicatori di base (59.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 54.32 punti) siano ancora rialzisti. Dopo il tonfo di venerdì ci deve prima essere una decelerazione e una fase di accumulazione prima che gli indici azionari possano ricominciare a salire. Considerando i cicli pensiamo che l'S&P500 debba fare base sui 4000 punti fino a metà settembre prima che possa iniziare a muoversi nuovamente al rialzo.
Al momento la possibilità che le borse si trovino in un bear market e che quindi la spinta di ribasso di venerdì possa avere una sostanziale e sostenibile continuazione ci sembra molto bassa - strutturalmente il mercato sembra ancora abbastanza solido con una modesta espansione dei nuovi minimi. L'unico problema é che gli investitori si lasciano trascinare eccessivamente dalle emozioni e che quindi il mercato é estremamente volatile (VIX a 25.56 punti, +3.78). Nessuno sembra aver notato che venerdì Jerome Powell ha reso le sue future decisioni sui tassi d'interesse dipendenti dallo sviluppo degli indicatori economici - gli Stati Uniti sembrano muoversi verso una recessione e noi non pensiamo che la FED possa seguire una politica monetaria molto restrittiva. Joe Biden spende però a piene mani tentando di assicurarsi il sostegno degli elettori in occasioni delle elezioni di medio termine di inizio novembre. Sarebbe meglio che FED e Governo agissero in armonia e non con politiche contrapposte e divergenti come avviene ora.
Teniamo d'occhio, con attenzione e da vicino, i mercati obbligazionari. I movimenti del reddito dell'USTB decennale ci diranno quello che pensa la maggior parte degli investitori - sarà questo mercato in fine dei conti a indicare quale direzione devono prendere i mercati azionari.
SX7E (banche) -4.28% a 77.76 punti
DAX -4.23% a 12971 punti
SMI -1.92% a 10942 punti
FTSE MIB -2.84% a 21895 punti
S&P500 -4.04% a 4057.66 punti
Nasdaq100 -4.81% a 12605 punti
Ripetiamo però che, secondo gli indicatori tecnici (specialmente DSI), l'USD Index sembra essere su un massimo significativo - di conseguenza crediamo che l'USD nei prossimi mesi debba perdere di valore rispetto all'EUR. Il cambio tra le valute potrebbero compensare la sottoperformance dei mercati azionari europei.
Riassunto: Alcuni dati economici, pubblicati durante la settimana, hanno suggerito che l'inflazione, specialmente in Europa, non é ancora sotto controllo. Come previsto il reddito dell'US Treasury Bonds decennale é risalito a 2.98%. Venerdì c'é stata una seduta decisamente negativa (S&P500 -1.29% a 4228.48 punti) che ha condizionato la performance settimanale. Finalmente si sta sviluppando l'attesa correzione minore ed intermedia - per il momento questa correzione segue lo scenario descritto in precedenti commenti. Strutturalmente la borsa appare ancora robusta e quindi il calo non dovrebbe essere importante. Oscillatori e RSI mostrano però che la correzione é appena iniziata e dovrebbe durare ancora quanche giorno. I Summation Index sono da venerdì in calo. La tendenza di fondo della borsa americana resta al rialzo con il 71.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 59.02.
Eurostoxx50 +1.23% a 3730 punti
SX7E (banche) -4.45% a 81.24 punti
DAX -1.12% a 13544 punti
SMI +0.26% a 11156 punti
FTSE MIB -1.90% a 22534 punti
S&P500 -1.21% a 4228.48 punti
Nasdaq100 -2.38% a 13242 punti
Secondo l'analisi tecnica esistevano già due settimane fà le premesse per una correzione minore fino ai 3900 punti di S&P500 - non é però necessario che l'ipercomperato venga compensato e assorbito tramite una correzione. Se la spinta di rialzo é possente, come nel caso attuale, gli indici possono estendere il rialzo ignorando temporaneamente le barriere tecniche e spostando la correzione nel tempo e su livelli superiori. Venerdì la borsa americana ha avuto un'altra ottima seduta e l'S&P500 ha chiuso sul massimo a 4280.15 punti (+1.73%). È possibile che la correzione parta dai 4300-4320 punti con obiettivo sui 4100 punti - questa però é solo un'ipotesi basata su indicatori e resistenze, fisse o dinamiche (MM a 200 giorni). In un mercato molto emotivo e dominato dai flussi di liquidità saranno a breve le notizie e i dati economici a provocare le prossime spinte nelle due direzioni. A corto termine una correzione minore é ancora lo scenario più probabile - a medio termine il rialzo dovrebbe continuare (la tendenza di fondo é positiva con il 81.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 59.63) e manteniamo il nostro obiettivo a 5000 punti di S&P500. Restiamo long e investiti in azioni.
Le borse europee non riescono a tenere il ritmo dell'America e gli indici azionari europei sottoperformano quelli americani. È la logica conseguenza delle differenze tra i due continenti per quel che riguarda le prospettive di crescita economica e l'inflazione. La crisi energetica attanaglia l'Europa che é maggiormente dipendente dalle forniture di gas dalla Russia - i prezzi dell'elettricità e del gas naturale continuano a salire. Pensiamo che questo effetto debba perdurare e siamo convinti che al momento sia più interessante investire in America che in Europa malgrado che parte della differenza di performance verrà assorbita dalla svalutazione dell'USD (cambio EUR/USD a 1.0260).
Ora l'attenzione degli investitori si sposta sulla prossima riunione della FED americana del 20-21 settembre. Se qualche settimana fà tutti erano convinti che la FED avrebbe annunciato un ulteriore aumento dei tassi di riferimento del +0.75%, ora un incremento del +0.5% sembra più appropriato. Il rialzo della borsa delle ultime due settimane e il ritrovato ottimismo degli investitori (Fear&Greed Index a 55 punti (+2) contro i 24 di inizio luglio) ci fanno però credere che molti pensano che la FED debba fare una pausa e i tassi d'interesse non saliranno più. Attenzione perché il mercato delle obbligazioni (reddito dell'USTBond decennale a 2.84%) manda dei segnali tecnici discordanti - sembra che a breve il reddito debba rimbalzare sui 3.00%-3.20% e questo potrebbe innescare la correzione della borsa.
Eurostoxx50 +1.38% a 3776 punti
SX7E (banche) +2.69% a 85.03 punti
DAX +1.63% a 13795 punti
SMI -0.05% a 11128 punti
FTSE MIB +1.70% a 22970 punti
S&P500 +3.26% a 4280.15 punti
Nasdaq100 +2.71% a 13565 punti
A livello di sentiment appare un problema - mentre a luglio c'era ancora molto scetticismo per quel che riguardava la possibilità di un rialzo ora l'umore é cambiato e gli investitori cominciano a credere al rialzo e scommettono long (CBOE Equity put/call ratio a 0.50). Ora non solo gli oscillatori mostrano ipercomperato - anche indicatori tradizionali come la RSI (S&P500 a 71.67) mostrano un eccesso.
Le premesse per una correzione intermedia di un 200-300 punti di S&P500 sono ideali - ci vuole però un catalizzatore per far scattare le vendite. Nel calendario economico di settimana prossima non scorgiamo però nulla in grado di provocare dei tumulti sul mercato.
Un ammorbidimento della politica monetaria della FED dovrebbe provocare un calo dei tassi d'interesse di mercato e un indebolimento dell'USD. Al momento però sembra che il reddito dell'USTB decennale si sia stabilizzato sui 2.80% e l'USD Index si sia fermato sui 105 punti. Teniamo d'occhio questi due mercati (divise e tassi d'interesse) per cercare di capire quali sono le intenzioni degli investitori. Se i tassi d'interesse di mercato a breve salgono a causa di un rimbalzo tecnico e l'USD Index non cala é probabile che la borsa debba correggere. Negli scorsi mesi i movimenti su questi due mercati hanno preceduto e anticipato quelli dei mercati azionari.
Anche le borse europee si sono comportate bene e sono salite fino a giovedì quando hanno toccato un nuovo massimo a 30 giorni (Eurostoxx50 massimo a 3781 punti, chiusura venerdì a 3725 punti (-0.78%)).
A corto termine abbiamo una situazione contraddittoria. Gli indicatori mostrano che la tendenza di fondo é al rialzo (68.7% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 53.94). A corto termine però ci sono ancora degli accessi che andrebbero teoricamente assorbiti con una correzione. L'S&P500 non sembra in grado di superare di slancio i 4180 punti. I traders sono speculativamente long (CBOE Equity put/call ratio a 0.58) e l'umore degli investitori é decisamente migliorato in poco tempo (Fear&Greed Index a 50 punti). A breve c'é troppo ottimismo. Di conseguenza crediamo che la correzione non é ancora finita. Durata ed ampiezza dipenderanno probabilmente dai dati economici che verranno prossimamente pubblicati. Ci aspettiamo che il reddito dell'USTBond decennale torni sui 3% riaccendendo la discussione sulla politica monetaria della FED. Più si parlerà della possibilità che la FED debba ancora alzare i tassi d'interesse di riferimento e più aumenterà il rischio che ci sia un breve vuoto d'aria fino ai 3900 punti di S&P500.
Per quel che riguarda la politica d'investimento rimaniamo positivi, siamo investiti in azioni in maniera neutrale sulla base del profilo d'investimento e manteniamo un obiettivo a 6-9 mesi a 5000 punti di S&P500. Sembra però che questa fase di rialzo faccia fatica a svilupparsi e abbia bisogno di un lungo tempo di incubazione prima che si verifichi un'accelerazione. Bisogna restare investiti in azioni e sconsigliamo di vendere ora tentando di "giocare" la correzione. I traders possono provare a prendere posizioni speculative short - il rischio é che la correzione si risolva con una consolidamento di un paio di settimane intorno ai 4100 punti di S&P500. Chi é ancora sottoinvestito dovrebbe avere nel prossimo futuro delle buoni occasioni d'acquisto a livelli inferiori di quelli attuali.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +0.47% a 3725 punti
SX7E (banche) +3.46% a 82.80 punti
DAX +0.67% a 13574 punti
SMI -0.20% a 11123 punti
FTSE MIB +0.81% a 22586 punti
S&P500 +0.36% a 4145.19 punti
Nasdaq100 +2.00% a 13207 punti
Per questa settimana noi ci aspettavamo un rialzo dell'S&P500 fino ai 4050-4070 punti - é andata meglio del previsto - noi abbiamo operato come preannunciato e abbiamo chiuso le nostre posizioni speculative long tra i 4095 ed i 4135 punti - i buoni risultati trimestrali di Microsoft e Google mercoledì e Apple e Amazon venerdì ci hanno indotto ad alzare i nostri limiti di vendita. A 4080-4180 punti c'é però una densa zona di resistenza. A corto termine, secondo gli oscillatori, la borsa americana é ipercomperata e i traders sono speculativamente long (da giorni la CBOE Equity put/call ratio (0.61) é bassa). Il reddito delle obbligazioni, che é strettamente inversamente correlato con la borsa, é sceso di molto in poco tempo - dovrebbe esserci ora un rimbalzo anche perché il prezzo del petrolio non scende più (prezzo del petrolio WTI a 98.62 USD/barile). Di conseguenza, come abbiamo preannunciato nel commento di settimana scorsa, ora dovrebbe iniziare una correzione intermedia a corto termine - l'S&P500 dovrebbe ridiscendere nelle prossime una a due settimane sui 3900 punti. Questo livello é indicativo poiché molti fattori emotivi influenzano a breve l'ampiezza delle oscillazioni degli indici - gli investitori sono ancora nervosi ed incerti e reagiscono istericamente ai dati sull'inflazione, a quelli sulla possibile recessione e alle notizie riguardanti i vari focolai di crisi (guerra in Ucraina, scarsità di energia in Europa, tensioni tra USA e Cina, ecc.).
Noi restiamo investiti in azioni ed intendiamo ritornare long sull'S&P500 (futures) al termine dell'attesa correzione intermedia che dovrebbe partire settimana prossima.
Pensiamo che nei prossimi mesi le borse europee debbano sottoperformare quella americana - questa differenza dovrebbe essere in parte compensata da un rialzo del cambio EUR/USD (1.0230).
Eurostoxx50 +3.10% a 3708 punti
SX7E (banche) +4.43% a 80.03 punti
DAX +1.74% a 13484 punti
SMI +0.45% a 11145 punti
FTSE MIB +5.63% a 22405 punti
S&P500 +4.26% a 4130.29 punti
Nasdaq100 +4.45% a 12948 punti
Fino a mercoledì gli investitori sono rimasti in attesa delle decisioni della FED. Le sedute di lunedì e martedì hanno visto le borse marciare sul posto o perdere qualche punto. Qualcuno a preferito non prendere rischi e vendere mentre nessuno ha osato comperare nel timore che la Banca Centrale americana esagerasse nel combattere l'inflazione. Una volta che da decisione é stata comunicata é sparita l'incertezza e le borse sono decollate - sui grafici degli indici americani appaiono tre convincenti candele verdi ad indicare tre sedute di forte rialzo con chiusura vicine ai massimi giornalieri. Il copione si é ripetuto nell'ultima seduta della settimana. L'S&P500 venerdì ha aperto a 4089 punti, ha brevemente ritracciato fino ai 4079 punti, é balzato fino a 4120 punti ed é poi ricaduto a 4092 punti. Dopo la chiusura In Europa i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni e l'S&P500 é salito regolarmente fino ad un massimo a 4140 punti. Solo sul finale l'indice é ridisceso a 4130.29 punti (+1.42%). Ancora una volta é stata la tecnologia a trascinare il listino (Nasdaq100 +1.81% a 12948 punti). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5486 su 2658, NH/NL a 1943 su 322 (da giorni in miglioramento) e volume relativo a 1.05. I Summation Index continuano a salire. La volatilità VIX é scesa a 21.33 punti (-1.00), la CBOE Equity put/call ratio era bassa a 0.61 mentre il Fear&Greed Index é salito a 42 punti (+3 punti ma ancora sotto i 50 punti). Per il momento gli investitori sono ancora scettici e molti attendono ansiosi la ripresa del ribasso - nessuno riesce a capacitarsi del fatto che malgrado il probabile inizio di una recessione (in USA ci sono stati due trimestri di crescita negativa del PIL) la borsa possa reagire in maniera positiva. Tutti sottovalutano l'effetto di un probabile cambiamento della politica monetaria ed il fatto che molto dell'attuale pessimismo degli investitori é ingiustificato. Nei prossimi mesi é probabile che molti saranno obbligati a saltare sul treno in corsa seguendo le vecchie regole - mai combattere contro la FED. Inoltre nessun portfolio manager può permettersi di essere sottoinvestito in una fase di rialzo - l'investire seguendo un mercato di riferimento ha le sue regole.
In Europa gli investitori hanno ricomperato l'Italia ora che la situazione per i prossimi mesi é chiara - avremo elezioni anticipate. La BCE si é però schierata a sostegno del mercato dei titoli di Stato e questo ha diminuito i timori di un crollo e ha fatto riaffluire la liquidità. Il DAX é invece ancora frenato dal problema dell'approvvigionamento energetico. Il difensivo SMI svizzero in questa fase sottoperforma - non ci si può aspettare altro. Per saldo l'Eurostoxx50 3708 punti) ha avuto una solida performance settimanale (+3.10%).
Prepariamoci ora ad una correzione intermedia - dovrebbe costituire l'ultima occasione d'acquisto prima dell'accelerazione del rialzo. Riteniamo altamente improbabile che i minimi annuali vengano nuovamente testati. Non si possono però escludere sorprese tipo un intervento militare cinese a Taiwan. In questo caso un crollo delle borse é ancora possibile.
L'S&P500 ha raggiunto un minimo annuale a 3636 punti il 17 giugno in concomitanza con il massimo del rendimento del USTBond. Questa settimana l'S&P500 é brevemente salito sopra i 4000 punti prima di chiudere a 3961.63 punti (-1.77%). Noi avevamo previsto una settimana positiva con una salita a 3950 punti. L'indice é risalito in un mese di circa un +10% dal minimo - molti analisti parlano di bear market rally provocato dalla temporanea chiusura di posizioni short. Noi evitiamo definizioni - secondo noi questo rialzo é sostenibile e sarà sostanziale. Il nostro obiettivo a medio termine (6-9 mesi) resta a 5000 punti e questo significa un nuovo massimo storico. Non possiamo escludere che il minimo di giugno venga nuovamente testato. Settimana prossima ci aspettiamo un ulteriore rally di un centinaio di punti ma poi avremo una situazione di ipercomperato che dovrebbe obbligare il mercato ad effettuare una sensibile correzione intermedia. Le caratteristiche di questa correzione ci daranno chiare indicazioni per il futuro. In questa fase negativa ci aspettiamo che il mercato resti strutturalmente forte con una sana rotazione tra settori - il reddito dell'USD Treasury Bond decennale non dovrebbe più risalire sopra il 3.12% per confermare la testa e spalle ribassista. Sul fronte dell'inflazione arrivano le attese notizie positive - il prezzo del petrolio é sceso a 94.70 USD al barile (WTI) mentre il prezzo del grano é precipitato sotto il livello registrato prima dell'invasione russa dell'Ucraina.
Anche sul mercato delle divise appare un'inversione di tendenza - il cambio EUR/USD (1.0215) sale dopo essere caduto brevemente a luglio sotto la parità - crediamo che questo é solo l'inizio di una fase di rialzo. Nei prossimi mesi il differenziale dei tassi d'interesse dovrebbe muoversi in favore dell'EUR poiche la BCE é in ritardo rispetto alla FED per quel che riguarda il ciclo monetario.
Restiamo long sull'S&P500 a 3800 punti - pensiamo di prendere i guadagni nel caso che settimana prossima l'S&P500 salga sui 4050 punti. Siamo fondamentalmente long sulle borse - anche i nostri indicatori di base stanno migliorando (51.0% dei titoli americani sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 42.06) con la conseguenza che molti sistemi tecnici si apprestano a fornire dei segnali d'acquisto. Gli indici azionari americani di riferimento sono saliti questa settimana sopra la media mobile a 50 giorni - gli indici azionari europei si apprestano a farlo. Il quadro tecnico sta migliorando.
Eurostoxx50 +3.43% a 3596 punti
SX7E (banche) +3.52% a 76.63 punti
DAX +3.02% a 13253 punti
SMI +1.04% a 11096 punti
FTSE MIB +1.33% a 21212 punti
S&P500 +2.55% a 3961.63 punti
Nasdaq100 +3.44% a 12396 punti
In America abbiamo avuto due sedute negative e tre positive - sembra che i compratori sono più forti e convinti dei venditori. Le sedute positive hanno visto gli indici azionari chiudere sui massimi giornalieri mentre nelle giornate negative ci sono stati degli acquisti sul finale. Gli investitori comprano nuovamente tecnologia e settori "rischiosi" e il numero dei nuovi massimi si sta lentamente espandendo (NH/NL venerdì a 1383 su 256). I Summation Index continuano a salire. Nel complesso questo rialzo iniziato a metà giugno sembra sano e non solo provocato dallo short covering. L'unico aspetto che ci lascia perplessi é finora la tiepida reazione del mercato al netto calo del rendimento delle obbligazioni - ci saremmo aspettati maggiore entusiasmo specialmente del settore tecnologico.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 4000 punti e sullo slancio é salito fino a 4012 punti di massimo. Poi l'indice é scivolato verso il basso fino alle 20.15 quando ha toccato il minimo a 3938 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni l'S&P500 é risalito lentamente fino a 3961.63 punti (-0.93%). La pressione di vendita era modesta ma diffusa (A/D a 2272 su 5929, volume relativo a 0.9). La perdita di 37 punti viene tecnicamente compensata dalla chiusura 23 punti sopra il minimo - abbiamo sia segnali negativi che positivi.
Gli investitori restano scettici e tendenzialmente pessimisti - molti parlano di bear market e sono convinti che nel corso dell'anno le borse scenderanno decisamente sotto i livelli di metà giugno (USA) e metà luglio (Europa). Noi giudichiamo i dati sul sentiment in maniera costruttiva - é normale che un rialzo venga inizialmente accompagnato e alimentato dallo scetticismo. A corto termine si profila una situazione di eccesso di rialzo e di ipercomperato - crediamo che nelle prossime due settimane l'S&P500 rimarrà bloccato nel range 3800-4050/4070 punti. Mercoledì 27 luglio la FED americana dovrebbe annunciare un ulteriore aumento dei tassi d'interesse di riferimento - in questa occasione l'S&P500 potrebbe toccare un massimo intermedio prima di correggere.
Continuiamo a monitorare da vicino i mercati delle divise e dei metalli preziosi. Per confermare il fatto che il rialzo dei mercati azionari é sostenibile il cambio EUR/USD (1.0215) dovrebbe continuare a salire (e non più cadere sotto la parità) insieme al prezzo dell'oro (1727 USD/oncia) e dei metalli preziosi in generale.
I dati economici che stimano lo sviluppo futuro ci dicono che probabilmente le economie mondiali stanno entrando in recessione e quindi ormai molti economisti ed analisti si aspettano che la politica monetaria delle Banche Centrali nei prossimi mesi cambi. Per il momento i tassi di interesse di riferimento dovrebbero ancora salire ma sembra delinearsi un cambiamento - é questo che dovrebbe nel prossimo futuro permettere ai mercati azionari di ritrovare la via del rialzo. In ogni caso i tassi d'interesse di mercato non aumentano più e sembrano voler nuovamente scendere - il reddito dell'US Treasury Bond decennale resta sotto il 3% (2.93%, -0.03%) mentre il reddito del Bund decennale (1.13%) é decisamente sotto il massimo annuale di metà giugno (1.96%). I tassi d'interesse reali (nominale - inflazione) sono decisamente negativi e questo dovrebbe spingere la liquidità in direzione dei mercati azionari appena gli investitori decideranno di essere più coraggiosi e meno pessimisti (Fear&Greed Index a 27 punti).
L'unico problema resta il conflitto ucraino e il suo influsso sui mercati dell'energia (prezzo del petrolio WTI a 97.59 USD). Abbiamo più volte discusso questo tema in prededenti commenti e sapete cosa ci aspettiamo e cosa sarebbe necessario per stimolare gli acquisti di azioni.
Questa settimana c'é anche stata la crisi politica in Italia con le dimissioni di Mario Draghi respinte dal Presidente Mattarella . Questo ha influenzato negativamente la borsa italiana, i titoli bancari e in generale i mercati borsistici europei. Se come noi credete che Mario Draghi riuscirà a terminare la legislatura e in Italia non ci saranno elezioni anticipate potete adesso speculativamente comperare l'indice SX7E o azioni italiane.
Il cambio EUR/USD (1.0090) sembra aver toccato il fondo dopo una falsa rottura della barriera psicologica della parità. Da questo livello ci aspettiamo che il cambio salga in direzione di 1.20. Le correlazioni fino a fine anno dovrebbero funzionare in questa maniera: calo dei tassi d'interesse di mercato e dell'USD, rialzo delle borse, dei prezzi delle materie prime (con l'eccezione del comparto energia) e dei metalli preziosi. I primi a muoversi in questa direzione sono stati i tassi d'interesse - ora devono seguire le borse. Entro la fine di luglio il consolidamento dell'S&P500 sui 3700-3900 punti deve finire.
Eurostoxx50 -0.84% a 3477 punti
SX7E (banche) -7.23% a 74.02 punti
DAX -1.16% a 12864 punti
SMI -0.30% a 10982 punti
FTSE MIB -3.86% a 20933 punti
S&P500 -0.93% a 3863.16 punti
Nasdaq100 -1.17% a 11983 punti
Venerdì le borse europee hanno aperto praticamente invariate e nulla lasciava presagire che avremmo avuto un'ottima giornata. I compratori sono apparsi all'apertura e a fasi alternanti hanno dominato per tutta la giornata (Eurostoxx50 +2.37% a 3477 punti). Nel pomeriggio l'S&P500 ha aperto in netto rialzo a 3840 punti. Dopo un breve ritracciamento fino ai 3817 punti, l'S&P500 é salito per la chiusura in Europa sui 3860 punti. Per il resto della giornata é oscillato una ventina di punti sotto questo livello e ha chiuso sul massimo giornaliero a 3863.16 punti (+1.92%). Tutto il listino ha partecipato alla festa (Nasdaq100 +1.83%, DJT +1.90%, RUT +2.16%) con la conseguenza che la seduta al NYSE é stata decisamente positiva (A/D a 6530 su 1649, NH/NL a 587 su 368, volume relativo a 0.9). I Summation Index salgono. La tendenza di fondo della borsa americana é ancora al ribasso (30.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percenti Index sul NYSE a 26.37) ma appaiono sembra più segnali di forza relativa - la pressione di vendita é sparita (i NL diminuiscono) mantre notiamo su parecchi grafici delle evidenti inversioni di tendenza.
Molti traderse piccoli investitori con un orizzonte d'investimento a corto termine sono ancora convinti che la borsa americana é in un bear market e si aspettano nel futuro dei nuovi minimi annuali. Ora dovrebbero cominciare ad innervosirsi poiché il minimo del 17 giugno (3636 punti di S&P500) é ormai lontano. Ci aspettiamo che il short covering provochi ad un certo momento una possente spinta di rialzo - se l'S&P500 riuscisse a tornare sopra i simbolici 4000 punti avremo una conferma che la tendenza é cambiata.
Siamo long a 3800 punti sull'S&P500 e siamo convinti che le borse stiamo facendo base e dovrebbero a breve cominciare a muoversi con decisione al rialzo. Nella prossima settimana l'S&P500 dovrebbe provare a salire in direzione della resistenza sui 3945 punti.
Solo sul mercato delle divise si delinea un possibile cambiamento. L'USD é in eccesso di rialzo mentre l'EUR é ipervenduto. I DSI (Daily Sentiment Index) sono da giorni in posizione estrema con USD costantemente sopra i 90 punti e EUR sotto i 10 punti. A breve dovrebbe per lo meno esserci un forte rimbalzo tecnico che potrebbe innescare un'inversione di tendenza. Visto che il cambio EUR/USD é vicino alla magica barriera della parità (1.0185) é probabile che il rimbalzo inizi dopo una breve caduta sotto 1. I traders possono pianificare una posizione long.
Nel complesso é difficile prevedere cosa potrebbe succedere nelle prossime due o tre settimane. In linea di massima, in mancanza di chiari segnali e tendenze, é probabile che il consolidamento sui livelli attuali debba continuare. La correzione (o bear market) del primo semestre sembra finita. Mancano però le basi per ricominciare a salire. Ci sono ancora troppe incertezze e le Banche Centrali sembrano ancora intenzionate a combattere l'inflazione invece che agire per evitare una recessione. Teniamo d'occhio i tassi d'interesse intorno ai quali sembrano gravitare tutti gli altri mercati finanziari.
Eurostoxx50 +1.69% a 3506 punti
SX7E (banche) +0.07% a 79.79 punti
DAX +1.58% a 13015 punti
SMI +2.27% a 11015 punti
FTSE MIB +1.96% a 21774 punti
S&P500 +1.94% a 3899.38 punti
Nasdaq100 +4.66% a 12125 punti
Fino a quando non si delieerà una chiara tendenza sui tassi d'interesse e sui prezzi dell'energia é improbabile che le borse possano muoversi in maniera sostanziale. I tassi d'interesse di mercato (in USD e EUR) e i prezzi dell'energia sono toppish (sembrano aver raggiunto un massimo e si deliea un'inversione di tendenza). Devono però decisamente scendere per invogliare gli investitori a riprendere rischi e comperare azioni.
Naturalmente anche degli sviluppi positivi sul mercato dell'energia potrebbero influenzare positivamente le borse. Gli investitori sono talmente pessimisti (Fear&Greed Index a 24 punti) che basterebbe poco per stimolare gli acquisti di azioni. I dati sull'inflazione stanno già migliorando - le componenti legate ad alimentari ed energia continuano ad aumentare di prezzo ma il resto delle componenti (core) rispecchiano già il rallentamento congiunturale e sono in pari o in calo.
In generale ci aspettiamo ancora un paio di settimane di consolidamento delle borse sui livelli attuali. Le borse europee rischiano di continuare a sottoperformare la borsa americana.
Eurostoxx50 -2.40% a 3448 punti
SX7E (banche) -5.00% a 79.73 punti
DAX -2.33% a 12813 punti
SMI -0.49% a 10770 punti
FTSE MIB -3.46% a 21354 punti
S&P500 -2.21% a 3825.33 punti
Nasdaq100 -4.29% a 11585 punti
Le borse hanno reagito a questa prospettiva con un rally - l'S&P500 é salito questa settimana del +6.45% malgrado che la borsa americana lunedì fosse chiusa - sono bastate le sedute di martedì (+3.31%) e venerdì (+3.06% a 3911.74 punti) a cambiare radicalmente la situazione. Questa spinta di rialzo é giovane (4 sedute) e non siamo ancora in grado di dire se si tratta di un semplice rimbalzo tecnico in un bear market o dell'inizio di una sostanziale e sostenibile fase di rialzo - non abbiamo ancora conferme tecniche. L'indice ha superato di slancio la zona di resistenza a 3800-3900 punti e ha chiuso numerosi gaps. Grazie al momentum l'S&P500 dovrebbe per lo meno essere in grado di tornare sui 4100 punti. Ovviamente noi difendiamo l'ipotesi che sia iniziata l'attesa fase di sostenibile rialzo con obiettivo a 5000 punti anche perché i dati sulla partecipazione stanno decisamente migliorando - la tecnologia (Nasdaq100 +3.49% a 12105 punti, performance settimanale a +7.44%) ha ripreso a trascinare il mercato. D'altra parte tra gli investitori regna ancora lo scetticismo (Fear&Greed Index a 28 punti) e quindi esiste ancora parecchio carburante per alimentare nelle prossime settimane il rialzo.
Parlando di carburante vengono subito in mente i prezzi dell'energia - il petrolio é sceso a 107.62 USD al barile (WTI) (il massimo a 130 USD di marzo é ormai lontano) mentre il gas é trattato a 6.27 USD contro il massimo a 9.66 USD dell'8 di giugno. In generale i prezzi delle materie prime sono da settimane in calo e questo nei prossimi mesi dovrebbe riflettersi positivamente sull'inflazione. Il problema a questo punto non é il prezzo ma l'approvvigionamento. Questa é la nostra unica preoccupazione per quel che riguarda il nostro scenario rialzista a medio termine per le borse. La performance settimanale del DAX tedesco (-0.06%) mostra che evidentemente non siamo gli unici ad essere preoccupati. L'industria tedesca é la più esposta al rischio di recessione nel caso in cui Putin decidesse di bloccare le forniture di gas all'Europa. Riteniamo che questa sia una concreta possibilità e quindi preferiamo decisamente la borsa americana a quelle europee. Siamo tornati long sull'S&P500 alle rottura sopra i 3800 punti.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +2.75% a 3533 punti
SX7E (banche) +1.86% a 83.93 punti
DAX -0.06% a 13118 punti
SMI +3.57% a 10823 punti
FTSE MIB +1.52% a 22119 punti
S&P500 +6.45% a 3911.74 punti
Nasdaq100 +7.44% a 12105 punti
L'unica incognita riguarda la guerra in Ucraina e in particolare la possibilità che Putin, come misura di ritorsione, blocchi le forniture di gas verso l'Europa. Noi riteniamo purtroppo questo scenario molto probabile e quindi l'Europa deve prepararsi ad un inverno al freddo e ad una recessione economica alla quale la BCE non ha nessun strumento per opporsi. In questo caso é improbabile che le borse europee possano seguire il rialzo dell'America.
Concretamente se l'S&P500 nei prossimi 6 mesi guadagna un +25% le borse europee potrebbero fermarsi ad un +10% con una rivalutazione dell'EUR sull'USD di un +10%/+20%. In pratica ci aspettiamo che la FED ritorni ad applicare una politica monetaria estremamente espansiva nel tentativo di evitare per le elezioni di metà mandato una recessione economica.
Eurostoxx50 -4.47% a 3438 punti
SX7E (banche) -0.62% a 83.25 punti
DAX -4.62% a 13126 punti
SMI -5.71% a 10531 punti
FTSE MIB -3.36% a 21788 punti
S&P500 -5.79% a 3674.84 punti
Nasdaq100 -4.78% a 11266 punti
È difficile stimare quando il ribasso potrebbe finire. Ci vorrebbe un cambiamento nella retorica delle Banche Centrali. Per almeno ancora un mese i dati sull'inflazione saranno però pessimi mentre a luglio la FED dovrebbe nuovamente aumentare i tassi d'interesse. Di conseguenza a breve é possibile e probabile che ci sia una stabilizzazione specialmente se il prezzo del petrolio si ferma sui 100 USD al barile e i tassi d'interesse di mercato si bloccano. Sembra però che prima di metà luglio non possano esserci le premesse fondamentali per l'inizio di un rialzo.
Riassunto: Eravamo convinti che l'S&P500 dal minimo del 20 maggio a 3810 punti avesse iniziato una sostanziale e sostenibile fase di rialzo. Quando a fine maggio l'S&P500 era tornato sopra i 4100 punti pensavamo che non si trattasse di un bear market rally ma dell'inizio dell'atteso rialzo. Credevamo che la pausa sopra i 4100 punti fosse di accumulazione - invece c'é stata distribuzione. Questa settimana le borse sono nuovamente pesantemente cadute e l'ipotesi del rialzo é fortemente messa in discussione anche perché i nostri indicatori di base (22.1% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 41.47 punti) sono formalmente ancora ribassisti. L'errore ovviamente si estende a tutti i mercati strettamente correlati e sui quali ci aspettavamo un'inversione di tendenza: il prezzo del petrolio (120.67 USD al barile / WTI) non ricade sotto i 100 USD, il reddito del'USTreasury Bond decennale (3.15%) é risalito sopra il 3% tornando a testare il massimo annuale e l'USD Index (104.23 punti) rimane vicino ai 104 punti.
Il nostro scenario macroeconomico si sta però concretizzando - l'economia americana si sta indebolendo e rischia di cadere in recessione - per logica nei prossimi mesi la diminuzione della domanda dovrebbe far calare il prezzo del petrolio e diminuire le attese d'inflazione. I tassi d'interesse di mercato dovrebbero tornare a scendere. Nell'immediato però prevalgono le notizie negative - secondo il dato pubblicato venerdì l'inflazione negli Stati Uniti ha raggiunto il +8.6% - gli investitori hanno reagito negativamente a quello che sembra un rischio di stagflazione. Una recessione insieme ad una spinta inflazionistica é il peggio che possa capitare ad un'economia.
Oggettivamente nessuno degli indici azionari che analizziamo é sceso sotto i precedenti minimi annuali. Questo vale sia per le borse europee (Eurostoxx50 a 3599 punti, -3.36%), i cui minimi restano quelli registrati a marzo (Eurostoxx50 a 3387 punti), che per la borsa americana (S&P500 a 3900.86 punti (-2.91%) contro il precedente minimo del 20 maggio a 3810 punti). Questo vale anche per la tecnologia (Nasdaq100 a 11832 punti (-3.56%) contro il precedente minimo del 20 maggio a 11493 punti). Di conseguenza, fino a prova contraria, non possiamo ancora dichiarare che lo scenario rialzista é sbagliato. Realisticamente però lo spazio di manovra é limitato - all'S&P500 mancano solo 90 punti o un -2.3% ad un nuovo minimo annuale. Considerando quanto é successo giovedì (-2.38%) e venerdì (-2.91%), il trend ribassista di cortissimo termine e il momentum é possibile che già settimana prossima il bear market diventi una realtà confermata.
A favore della possibilità della ripresa del rialzo gioca il sentiment che resta catastrofico - gli investitori oscillano tra il pessimismo e il panico (VIX a 27.75 punti (+1.66), CBOE Equity put/call ratio a 0.89, Fear&Greed Index a 28 punti (-4)). Gli analisti fondamentali dipingono scenari foschi mentre si parla continuamente dell'inflazione, dell'effetto negativo dell'aumento del costo del denaro, della guerra in Ucraina che spinge al rialzo i prezzi dell'energia e dei cereali e della pandemia in Cina che continua a frenare la produzione e l'esportazione di beni indispensabili per far funzionare le economie occidentali. In mezzo a tutto questo si tende a dimenticare che la disoccupazione resta estremente bassa mentre i consumi rimangono elevati. I tassi d'interesse reali sono ancora ampiamente negativi e la liquidità é abbondante. Le borse potrebbero ancora rinascere e riprendere a volare come una fenice.
Solo una netta caduta degli indici azionari sotto i precedenti minimi annuali ci obbligherebbe ad abbandonare il nostro scenario di un rialzo estivo.
Le borse europee continuano a seguire da vicino la borsa americana. Questa settimana l'annuncio da parte della BCE di voler alzare il tasso d'interesse di riferimento a luglio ha scosso i mercati obbligazionari e ha messo sotto pressione in particolare le borse dei Paesi fortemente indebitati come l'Italia. Resta da capire se questa reazione negativa é giustificata dai fondamentali o ha solo radici psicologiche. È però evidente che se i tassi d'interesse di mercato e gli spreads aumentano le borse non potranno recuperare. Il bonus di cui ha goduto l'Italia nei primi mesi dell'anno potrebbe tramutarsi in un malus.
Eurostoxx50 -4.88% a 3599 punti
SX7E (banche) -7.31% a 83.77 punti
DAX -4.83% a 13761 punti
SMI -3.86% a 11084 punti
FTSE MIB -6.70% a 22547 punti
S&P500 -5.05% a 3900.86 punti
Nasdaq100 -5.70% a 11832 punti
Le borse europee si limitano a seguire quella americana - ci sono delle differenze sulla base del peso dei settori (p.e. finanza in Italia) negli indici. Le oscillazioni del cambio EUR/USD compensano in parte le differenze di performance. Per il resto gli investitori apprezzare il fatto che la BCE sembra restia ad alzare i tassi d'interesse di riferimento e adottare una politica monetaria restrittiva - questo nei prossimi mesi dovrebbe favorire l'EUR a scapito dell'USD.
Eurostoxx50 -0.66% a 3783 punti
SX7E (banche) -1.97% a 90.38 punti
DAX -0.01% a 14460 punti
SMI -1.01% a 11529 punti
FTSE MIB -1.91% a 24166 punti
S&P500 -1.20% a 4108.54 punti
Nasdaq100 -1.04% a 12548 punti
Gli occhi degli investitori sono puntati sull'America - a causa della chiusura lunedì a Wall Street (Memorial Day) abbiamo quindi avuto una settimana con sole 4 sedute rilevanti. Il calo di martedì e mercoledì era previsto - é stato modesto e gli indici hanno chiuso decisamente sopra i minimi giornalieri. La seduta di venerdì é stata per noi deludente poiché il rally di giovedì non ha avuto una continuazione. D'altra parte non ci si può aspettare altro quando vengono pubblicati dei dati economici diversi dalle previsioni e a causa di tensioni politiche i prezzi dell'energia salgono.
L'indice ha aperto in calo a 4139 punti e all'inizio é sceso fino a 4117 punti. Per le 16.00 é risalito sul massimo giornaliero a 4142 punti - alle 17.15 é caduto sul minimo a 4098 punti. In seguito si é limitato ad oscillare ampiamente intorno a 4115 punti e ha chiuso a 4108.54 punti (-1.63%). Osserviamo con interesse il diagramma dell'S&P500 - le perdite più importanti si concentrano nei semiconduttori e nei big (Tesla -9.22%, Apple -3.86%) - i pochi guadagni sono nel settore dell'energia (ETF Energy +1.32%) - l'energia non basta però a bilanciare le perdite della tecnologia (Nasdaq100 -2.67% a 12548 punti) vista la differenza di peso dei due settori nell'indice.
L'S&P500 é ipercomperato a corto termine ma ancora ipervenduto a medio termine
Dal minimo di una settimana fà a 3810 punti l'S&P500 é risalito a 4158 punti. Noi avevamo previsto un recupero fino a 4100 punti entro la fine del mese - abbiamo peccato di prudenza. Gli investitori sono ancora pessimisti (Fear&Greed Index a 17 punti) e molti si aspettano ancora una caduta degli indici azionari su dei nuovi minimi annuali e una capitolazione. La maggioranza degli analisti tecnici parla di bear market rally. Noi siamo invece decisamente più ottimisti - il rialzo é appena iniziato e confermiamo la nostra previsione. Abbiamo a che fare con una sostanziale e sostenibile fase di rialzo che dovrebbe permettere all'S&P500 di salire su un nuovo record storico - riteniamo che verso la fine dell'estate l'S&P500 debba raggiungere i 5000 punti.
Il comportamento dei mercati obbligazionari costituisce il faro che illumina e mostra la via - il reddito dell'USTBond decennale sta scendendo (USTB decennale a 2.74%) - gli investitori anticipano le mosse della FED.
Finora vediamo solo un problema all'orizzonte che potrebbe far deragliare il nostro scenario positivo per le borse. Il prezzo del petrolio (115.05 USD al barile WTI) non scende e se il costo dell'energia continua lentamente a salire é improbabile che la paura dell'inflazione sparisca velocemente. Abbiamo bisogno che il prezzo del petrolio cada nelle prossime settimane decisamente sotto i 100 USD per alimentare il rialzo delle borse.
Eurostoxx50 +4.15% a 3808 punti
SX7E (banche) +5.77% a 92.20 punti
DAX +3.44% a 14462 punti
SMI +2.99% a 11647 punti
FTSE MIB +2.25% a 24636 punti
S&P500 +6.58% a 4158.24 punti
Nasdaq100 +7.15% a 12681 punti
Venerdì c'é stata un'accelerazione. Improvvisamente sembrava che tutti i traders avessero combiato idea - accantonato (ma non abbandonato) lo scenario di un bear market (per definizione questo si concretizza dopo una perdita del 20%) tutti hanno abbracciato l'ipotesi del rally da eccesso di ribasso - stranamente senza che negli indicatori fosse apparso quel panico e quella capitolazione attesi da molti per il raggiungimento di un solido minimo.
Insomma - in una settimana la situazione tecnica é radicalmente cambiata. Molti analisti pensano che questo sia solo un bear market rally. Noi invece, grazie alla convincente accelerazione sopra i 4100 punti di S&P500, siamo convinti che sia iniziato l'atteso e previsto rialzo estivo. Ci aspettiamo una breve correzione intermedia sui 4300 punti di S&P500 - seguendo esempi del passato riteniamo che questa fase di rialzo debba sfociare su un nuovo massimo storico della borsa americana - il nostro obiettivo, dichiarato da tempo, resta a 5000 punti di S&P500.
Lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del Memorial Day. Sullo slancio di venerdì le borse europee apriranno in guadagno e per logica anche il future sull'S&P500 dovrebbe ancora salire di una decina di punti. Tra martedì e mercoledì ci aspettiamo una sana pausa di consolidamento prima che il rialzo continui in maniera dinamica in direzione dei 4300 punti di S&P500. Lo sviluppo sugli altri mercati (cambi, tassi d'interesse, prezzi dell'energia) dovrebbe confermare questa nostra previsione - in particolare l'USD dovrebbe indebolirsi e il cambio EUR/USD dovrebbe velocemente salire a 1.10.
Le performance settimanali dei nostri indici sono miste con addirittura un segno positivo sul FTSE MIB (e sul settore bancario europeo). L'Europa (Eurostoxx50) ha perso solo parte dei guadagni della settimana precedente. Le azioni tecnologiche americane zavorrano ancora gli indici azionari - questa debolezza sembra essere strettamente correlata alle attese d'inflazione - siamo convinti che quando la paura dell'inflazione verrà sostituita dal timore di una recessione la situazione si ribalterà - i titoli di crescita e tecnologici ricominceranno a correre provocando l'atteso rialzo estivo. Vediamo....
Gli investitori sono decisamente pessimisti (Fear&Greed Index a 11 punti) e speculativamente orientati al ribasso (CBOE Equity put/call ratio a 0.80, MM a 10 giorni a 0.75). Questa situazione crea un effetto di molla compressa - la prima spinta di rialzo dovrebbe essere esplosiva e riteniamo possibile che entro la fine del mese di maggio l'S&P500 possa tornare sui 4100 punti.
Eurostoxx50 -1.25% a 3657 punti
SX7E (banche) +1.57% a 87.17 punti
DAX -0.33% a 13981 punti
SMI -2.93% a 11309 punti
FTSE MIB +0.19% a 24095 punti
S&P500 -3.05% a 3901.36 punti
Nasdaq100 -4.45% a 11835 punti
Riteniamo molto probabile che il cambio EUR/USD (1.0560) venerdì 13 maggio abbia raggiunto il minimo annuale a 1.0350. Potrebbe ora iniziare una fase di rialzo. Siamo abbastanza convinti dell'esattezza di questa previsione. Abbastanza da chiudere le posizioni short - attendiamo il superamento della resistenza a 1.0640 per aprire posizioni speculative long.
Crediamo in un imminente rally della borsa americana correlato ad una marcata debolezza dell'USD - é il compito di ogni investitore di trovare il sistema di partecipare al rialzo della borsa senza farsi penalizzare dall'eventuale calo dell'USD.
Non sappiamo se tra giovedì sera e venerdì l'S&P500 (+2.39% a 4023.89 punti) ha iniziato un rimbalzo tecnico o una fase di sostenibile e sostanziale rialzo. Favoriamo la seconda variante ma non abbiamo ancora nessuna conferma - solo degli indizi.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +2.05% a 3703 punti
SX7E (banche) +3.59% a 85.82 punti
DAX +2.59% a 14028 punti
SMI -0.68% a 11650 punti
FTSE MIB +2.44% a 24048 punti
S&P500 -2.41% a 4023.89 punti
Nasdaq100 -2.41% a 12387 punti
Insomma - l'umore degli investitori é ancora nero e tutti sono convinti che adesso ci deve essere solo un breve e modesto rimbalzo tecnico prima della ripresa del ribasso. Noi invece vediamo le premesse per una sostanziale fase di rialzo anche se non escludiamo che l'S&P500 debba fare ancora base sui 4000 punti. Questo significa che potremmo ancora avere alcune sedute estremamente volatili intorno a questo valore prima che ci possa essere una serie costante di sedute di rialzo.
Vi ricordiamo che un USD debole significa oro forte - se l'USD cominciasse a svalutarsi a causa del calo dei tassi d'interesse é probabile che l'oro (1811 USD/oncia) possa ricominciare a muoversi al rialzo e tornare entro fine mese sui 2000 USD.
Purtroppo la guerra in Ucraina e il comportamento della Russia continuano ad avere un influsso determinante sui prezzi dell'energia e sulle attese d'inflazione. Poiché Putin sembra imprevedibile e irriducibile é possibile che malgrado un calo della domanda il prezzo del petrolio resti sui 100 USD/barile. In questo caso le probabilità di un forte rialzo estivo della borse sono modeste.
Noi restiamo rialzisti pur essendo coscienti del fatto che il raggiungimento dei 5000 punti di S&P500 dipende da delle variante politiche che si situano al di fuori delle nostre capacità di previsione. Un calo delle prospettive d'inflazione e dei tassi d'interesse di mercato alimentarà il rialzo. Il trend positivo é molto probabile - il potenziale di rialzo é invece ancora incerto.
La situazione tecnica a Wall Street non cambia. C'é un diffuso pessimismo ma nessun panico.
Eurostoxx50 -4.57% a 3629 punti
SX7E (banche) -3.96% a 82.84 punti
DAX -3.00% a 13674 punti
SMI -3.28% a 11730 punti
FTSE MIB -3.20% a 23475 punti
S&P500 -0.21% a 4123.34 punti
Nasdaq100 -1.25% a 12693 punti
La tendenza di fondo della borsa americana é per definizione al ribasso con il 19.1% dei titoli sopra la SMA a 30 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 37.57.
Nella statistica dei COT notiamo un sensibile cambiamento - i Commercials (spesso giusti) hanno chiuso parecchi short e si avvicinano ad una posizione neutra - d'altra parte i piccolo speculatori (spesso sbagliati) sono invece in pari. Gli equilibri stanno cambiando ma per ora favoriscono solo una stabilizzazione dell'S&P500 sui 4100 punti.
reddito del Bund decennale a 0.9345%) e il dollaro dovrebbe perdere di valore (cambio EUR/USD a 1.0545, USD Index a 103.23). Fino adesso invece su questi mercati non appaiono dei cambiamenti significativi e la tendenza é ancora al rialzo per petrolio, tassi d'interesse e USD.
Eurostoxx50 -0.97% a 3802 punti
SX7E (banche) -4.45% a 86.26 punti
DAX -0.31% a 14097 punti
SMI -1.06% a 12128 punti
FTSE MIB -0.11% a 24252 punti
S&P500 -3.27% a 4131.93 punti
Nasdaq100 -3.75% a 12854 punti
Come pensavamo il dato negativo sul PIL dovrebbe provocare un ripensamento nella politica monetaria delle Banche Centrali. A maggio la FED dovrebbe alzare il tasso d'interesse di riferimento del +0.5% - poi però dovrebbe cambiare rotta. Se gli investitori tornano ad essere convinti che la FED sosterra i mercati azionari e stimolerà l'economia con una politica monetaria espansiva, l'abbondante liquidità dovrebbe riversarsi nei prossimi mesi nuovamente sulle borse provocando una possente spinta di rialzo. In questo senso la prossima settimana é decisiva.
I dati della seduta di ieri a Wall Street sono decisamente negativi (A/D a 1152 su 7046, NH/NL a 181 su 2217, Summation Index in calo) e quindi oggi dovrebbe esserci un fugace rimbalzo tecnico. Non rileviamo però ancora quelle divergenze positive necessarie per un rialzo. I mercati azionari non sono ancora ipervenduti (p.e. RSI sui 32 - 39 punti - non ancora sotto quei 30 punti che segnalano ipervenduto). Temiamo che la formazione di una base possa durare più a lungo di quanto avevamo inizialmente previsto e possa durare ancora da due a quattro settimane.
Non crediamo che le borse siano in una fase di ribasso a medio termine. Siamo convinti che in primavera e in estate debba ancora esserci una fase di rialzo in grado di riportare gli indici azionari su dei nuovi massimi annuali o storici (obiettivo sull'S&P500 a 5000 punti). Questa fase positiva deve essere provocata da una politica monetaria delle Banche Centrali accomodante e da notizie costruttive riguardanti i problemi che attualmente affliggono gli investitori. Ci riferiamo ovviamente alla gueraa in Ucraina e alla situazione pandemica in Cina.
Malgrado la ricaduta delle borse in aprile restiamo costruttivi ed investiti sui mercati azionari ai quali non esiste al momento una valida alternativa. A breve l'abbondate liquidità dovrebbe nuovamente scorrere in favore dei mercati azionari.
Le borse sono scese fino a mercoledì e hanno recuperato nella seconda parte della settimana. Noi avevamo preso in considerazione l'eventualità che la correzione potesse continuare e avevamo scritto una settimana fà che l'S&P500 (4488.28 punti, -0.27%) poteva scendere ancora fino ai 4400 punti. L'indice a metà settimana ha toccato un minimo a 4449 punti. L'S&P500 potrebbe riprendere il rialzo da questo minimo ma al momento ci sembra più probabile che il consolidamento tra i 4400 ed i 4600 punti debba ancora durare da una a due settimane. Mancano per il momento abbastanza settori tecnicamente forti per poter provocare un'accelerazione al rialzo. Invece ci sono ancora alcuni settori chiave come tecnologia, Industria, consumi ciclici e banche (malgrado l'aumento dei tassi d'interesse di mercato!) che continuano a mostrare debolezza relativa e i cui indici settoriali scivolano verso il basso. Il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (NL) non aumenta però in maniera preoccupante e non osserviamo pericolose rotture al ribasso.
Lo scenario di base non cambia. Noi siamo costruttivi e rialzisti. Ci vorrebbero però degli sviluppi positivi in Ucraina per eliminare l'incertezza e far cambiare l'umore agli investitori. Il cambiamento, oltre che in borsa, dovrebbe avvenire come sapete su più fronti. Le Banche Centrali, confrontate con il rischio di una recessione, dovrebbero segnalare una politica meno restrittiva di quanto hanno comunicato finora. I tassi d'interesse di mercato dovrebbero fermare la loro salita ed eventualmente ridiscendere. Il prezzo del petrolio dovrebbe cadere diminuendo le stime per l'inflazione. Infine ci aspettiamo che l'USD si indebolisca. Oggi l'USD Index (99.83) ha brevemente superato i 100 punti ed é poi ricaduto sotto questa barriera psicologica. Noi pensavamo che l'indice non potesse superare in maniera sensibile e duratura la forte resistenza a 99.50 punti. Crediamo di conseguenza che l'USD sia su un massimo e che dopo questa marginale (falsa) rottura al rialzo debba cominciare a perdere di valore. Vediamo...
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 -1.54% a 3858 punti
SX7E (banche) -3.85% a 88.40 punti
DAX -1.13% a 14283 punti
SMI +2.70% a 12507 punti
FTSE MIB -1.37% a 24819 punti
S&P500 -1.26% a 4488.28 punti
Nasdaq100 -3.59% a 14327 punti
Verso il basso le borse hanno formato a marzo una solida base - é però possibile che ci sia ancora una correzione intermedia fino ai 4400 punti di S&P500 (4545.86 punti, +0.34%). In seguito siamo convinti che il rialzo debba riprendere - la liquidità resta abbondante e mancano altenative all'investimento in azioni. Le Banche Centrali eviteranno di strangolare la ripresa economica alzando di molto i tassi d'interesse di riferimento - l'attuale diffuso pessimismo dovrebbe lentamente trasformarsi in ottimismo ed euforia facendo salire i maggiori indici azionari su dei nuovi massimi storici - riteniamo che l'S&P500 abbia il potenziale per salire sui 5000 punti nel corso dell'estate.
Eurostoxx50 +1.32% a 3918 punti
SX7E (banche) +2.85% a 91.94 punti
DAX +0.98% a 14446 punti
SMI +0.47% a 12179 punti
FTSE MIB +2.46% a 25163 punti
S&P500 +0.06% a 4545.86 punti
Nasdaq100 +0.72% a 14861 punti
Gli indici azionari sono salito lunedì e martedì e l'S&P500 ha toccato un massimo di periodo a 4637 punti. Il superamento dei 4600 punti ha però esaurito a corto termine la spinta di rialzo e l'indice guida americano é arrivato in una situazione di ipercomperato - é seguita una correzione minore che ha fatto scendere l'S&P500 venerdì in serata fino ai 4507 punti. Senza una ragione particolare é improbabile che l'S&P500 possa salire stabilmente sopra i 4600 punti - se la prossima settimana iniziasse con alcune sedute positive é probabile che dopo l'S&P500 debba poi ricadere sotto i 4500 punti fino ad arrivare ad una situazione di ipervenduto. Non siamo in grado di dire quando questo sviluppo altalenante tra i 4400 ed i 4600 punti potrebbe finire - siamo solo convinti che in seguito le borse debbano salire più in alto - i dati tecnici stanno da settimane migliorando e assolutamente non vediamo le premesse per un crash come viene previsto da più parti. Secondo noi le discussioni riguardati l'inversione della curva dei tassi d'interesse in America (che dovrebbe segnalare l'inizio di una recessione) sono fuori luogo poiché abbiamo a che fare con un mercato manipolato dalla FED. Fino a quando i tassi d'interesse reali resteranno ampiamente negativi esiste un ampio e solido sostegno ai mercati azionari malgrado le alte valutazioni fondamentali.
I dati sul sentiment sono misti e neutri (VIX a 19.63 punti (-0.93), CBOE Equity put/call ratio a 0.59 (dopo alcuni giorni a 0.41-0.45). A corto termine la borsa americana é senza tendenza - questo permette una correzione dell'S&P500 fino ai 4400 punti in caso di ulteriori notizie negative dall'Ucraina. La tendenza di fondo resta però solidamente al rialzo (anche nel caso in cui ci fosse questa estensione della correzione intermedia) e quindi bisogna restare investiti in azioni.
Da una decina di giorni gli indicatori di partecipazione, momentum e sentiment erano costruttivi - sulla base dei segnali forniti da questi indicatori noi eravano rimasti positivi - eravamo in attesa di un rialzo al termine di una fase di formazione di base. I grafici erano invece orrendi con una serie di massimi e minimi discendenti dal top di gennaio. Il problema é che alla fine di un ribasso i grafici hanno sempre un aspetto terribile e solo analizzando la situazione tecnica nel suo complesso é possibile evitare l'errore di shortare sui minimi e restare oggettivamente positivi. I grafici sono ottimi nel mostrare il trend ma pessimi nell'indentificare con anticipo una possibile inversione di tendenza.
Il rialzo di questa settimana é stato favorito dal short covering e da fattori tecnici come la scadenza trimestrale dei derivati di marzo.
È probabile che settimana prossima il mercato debba digerire questo rally con alcune sedute di consolidamento ed eventualmente un modesto ritracciamento di un paio di punti in percentuale. Siamo però all'inizio di una fase di sostenibile e sostanziale rialzo alimentato dalla liquidità e dallo scetticismo. Il rialzo potrebbe essere dinamico e dovrebbe sfociare in estate su un nuovo massimo storico dell'S&P500.
Eurostoxx50 +5.85% a 3902 punti
SX7E (banche) +8.71% a 92.04 punti
DAX +5.76 a 14413 punti
SMI +6.00% a 12185 punti
FTSE MIB +5.13% a 24222 punti
S&P500 +6.16% a 4463.12 punti
Nasdaq100 +8.41% a 14420 punti
La settimana in borsa é iniziata ancora con delle vendite e una seduta negativa a Wall Street (S&P500 -0.74%). Le vendite sono però presto terminate e da martedì le borse sono decollate. L'S&P500 ha avuto un'impressionante serie di 4 sedute di deciso rialzo (+2.14%, +2.24%, +1.23% e +1.17%). L'aumento dei tassi d'interesse di riferimento (+0.25%) da parte della FED americana non ha avuto nessun influsso se non quello di togliere un fattore d'incertezza - la mossa era scontata da tempo. I tassi d'interesse reali (nominale - inflazione) restano ampiamente negativi obbligando praticamente gli investitori ad investire il denaro che lasciato in contanti sui conti correnti perde solo di valore. Molti analisti sono convinti che la FED é solo all'inizio di una serie di aumenti del costo del denaro. Noi invece ci aspettiamo nei prossimi mesi un netto rallentamento della crescita economica - questo obbligherà la FED a cambiare la sua retorica, abbandonare la variante di una politica monetaria restrittiva e rinunciare ad alzare di molto i tassi d'interesse. In pratica ci aspettiamo che la FED torni a sostenere economia e mercati senza realizzare l'atteso massiccio aumento del costo del denaro per combattere l'inflazione. Questo dovrebbe provocare una robusta fase di rialzo delle borse - forse l'ultima di questo bull market.
In ogni caso le sedute tra martedì e venerdì sono state all'insegna del rialzo e tecnicamente convincenti. Abbiamo osservato un netto miglioramento di tutti i parametri tecnici. Gli indicatori di base in America, finora negativi, sono tornati neutri (47.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 51.91 punti). A livello di sentiment c'é ancora parecchio scetticismo (Fear&Greed Index a 37 punti, +11 punti). Crediamo che nelle ultime quattro sedute il rialzo é stato alimentato dalla copertura di short - chi era orientato al ribasso ha gettato la spugna. Le varie inchieste effettuate tra gli investitori mostrano però che tutti sono ancora sottoinvestiti. Nella prossima fase tutti saranno obbligati a saltare sul carro in corsa per adattare il portafoglio alle nuove condizioni di mercato. Alla fine sarà l'euforia e la speculazione al rialzo a provocare l'accelerazione finale ma fino a questo punto mancano ancora parecchi mesi.
Nelle prossime settimane noi ci aspettiamo un modesto calo dei tassi d'interesse di mercato e una rivalutazione dell'EUR sull'USD (EUR/USD a 1.1050). Questo avrà delle conseguenze sulle borse (America meglio di Europa, tecnologia meglio che banche e assicurazioni) ma in linea di massima tutti i mercati azionari dovrebbero muoversi al rialzo con poche differenze. Per evitare errori é meglio essere investiti in ETF sugli indici.
L'S&P500 ha aperto con un balzo a 4394 punti - prima dell'apertura il future indicava un valore sui 4375 punti. Questo iniziale attacco dei rialzisti ha costretto i ribassisti alla ritirata. L'S&P500 é salito praticamente per tutta la giornata e ha raggiunto i 4465 punti. Ha chiuso a 4463.12 punti (+1.17%). Un leggero calo dei tassi d'interesse ha favorito il settore tecnologico (Nasdasq100 +2.14% a 14420 punti). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5806 su 2382, NH/NL a 1317 (buono!) su 159 e volume relativo a 1.6 (nulla di speciale - é la conseguenza della chiusura delle posizioni in derivati). La volatilità VIX é scesa a 23.87 punti (-1.80), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.45 (basso - forse nell'immediato c'é troppa speculazione al rialzo) e il Fear&Greed Index é salito a 37 punti. I Summation Index stanno salendo.
In generale gli indici azionari sono tornati sui bordi superiori delle Bollinger Bands - le RSI giornaliere sono sui 55 punti. Secondo gli oscillatori gli indici potrebbero essere ipercomperati verso la fine di settimana prossima. Spesso quando la scadenza dei derivati corrisponde ad una fase di rialzo il venerdì c'é un massimo intermedio. Di conseguenza ci aspettiamo che settimana prossima ci sia un consolidamento. Non siamo in grado di dire se già lunedì gli indici potrebbero avere una seduta negativa - forse sullo slancio il rally potrebbe proseguire ancora una o due sedute. Pensiamo però che le performances settimana prossima saranno di poco positive e che avremo una qualche seduta con segno negativo. La pausa servirà per raccogliere forze e continuare in seguito a salire in maniera dinamica. Restiamo convinti long.
Eurostoxx50 +3.68% a 3686 punti
SX7E (banche) +4.49% a 84.66 punti
DAX +4.07 a 13628 punti
SMI +1.73% a 11495 punti
FTSE MIB +2.57% a 22464 punti
S&P500 -2.88% a 4204.31 punti
Nasdaq100 -3.87% a 13301 punti
È stata una settimana molto volatile con numerosi cambiamenti di direzione e ampi movimenti nelle due direzioni. Il rally di mercoledì (Eurostoxx50 +7.44%, S&P500 +2.57%) ci ha mostrato come delle borse ipervendute e in eccesso di ribasso reagiscono al minimo segnale positivo - la copertura degli short può provocare dei movimenti molto dinamici e di una rara ampiezza. Il problema é che finora questi movimenti sono provocati dai traders e non dagli investitori. I traders long abbandonanno il mercato appena hanno un guadagno e al primo segnale di pericolo - non alimentano dei trend sostenibili. La volatilità é un sintomo del combattimento che sta avvenendo tra ribassisti e rialzisti - questo succede normalmente quando si sta verificando un'inversione di tendenza.
Le borse europee terminano la settimana con una performance positiva. I segnali sono però contrastanti poiché lunedì gli indici hanno toccato un nuovo minimo annuale che teoricamente lascia aperta la strada verso il basso. Per confermare la fine della correzione e l'inversione di tendenza l'Eurostoxx50 dovrebbe terminare una seduta sopra i 3800 punti. Venerdì l'indice europeo ha chiuso a 3686 punti (+0.97%) - nel dopo borsa é ricaduto a 3655 punti - ha perso quanto aveva guadagnato durante la giornata ma ha fatto meglio della borsa americana.
In generale riteniamo molto probabile che lunedì 7 marzo le borse europee abbiano toccato il minimo della correzione. Il rabbioso rally di mercoledì dovrebbe rappresentare il primo concreto segnale di rialzo - ci vuole però una continuazione verso l'alto. Le vendite si stanno prosciugando - le mani forti non stanno però ancora comperando con convinzione.
Ci vuole un calo dei prezzi del petrolio e dei tassi d'interesse per scatenare il rialzo delle borse - questa settimana per saldo il prezzo del petrolio é sceso (!) di 6 USD al barile ma i tassi d'interesse sono ancora saliti - non va bene.
Dopo il rally di mercoledì gli indici azionari sia in Europa che in America non sono più ipervenduti. In teoria nulla a livello tecnico impedisce un'ulteriore caduta di un -2%/-3%. Questo ci preoccupa poiché in questo caso gli indici americani farebbero segnare un nuovo minimo annuale. Fino a quando la serie di minimi e massimi discendenti non viene interrotta le divergenze positive e il pessimismo sono unicamente una buona premessa per un rialzo ma non ancora un elemento valido per prevedere con buone probabilità di successo un rialzo.
Eurostoxx50 -10.44% a 3556 punti
SX7E (banche) -18.68% a 81.02 punti
DAX -10.11% a 13094 punti
SMI -5.73% a 11300 punti
FTSE MIB -12.84% a 22464 punti
S&P500 -1.27% a 4328.87 punti
Nasdaq100 -2.48% a 13837 punti
Tecnicamente esistono le premesse ideali per (almeno) un sostanziale rimbalzo. I mercati europeei sono però deboli e non riescono a farsi incoraggiare dal buon comportamento della borsa americana. Malgrado il recupero dell'S&P500 nella seconda parte della seduta venerdì l'Eurostoxx50 é risalito alla 22.00 solo a 3574 punti.
L'S&P500 ha aperto a 4326 punti e ha balzi é sceso fino alle 17.10 quando ha toccato il minimo a 4285 punti. Poi tentennante ha recuperato fino alle 19.00 (massimo a 4342 punti) per infine tornare a 4328.87 punti (-0.79%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2289 su 5902, NH/NL a 662 su 1107 e volume relativo a 1.1. La RSI sull'S&P500 é a 43.34 punti - i Summation Index sono scesi di poco - la borsa americana contiene le perdite e mostra forza relativa. I dati relativi alla tendenza di base cambiano solo leggermente (27.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index a 42.05 (in aumento rispetto a settimana scorsa!)).
È decisamente troppo tardi per vendere azioni. Chi ha coraggio deve andare long. Ci sono però parecchi fattori d'incertezza. Non possiamo escludere la possibilità che sia l'America a seguire l'Europa nel baratro - di conseguenza qualsiasi posizione speculativa long deve essere assicurata con stop loss.
Noi venerdì con disciplina siamo riusciti a guadagnare soldi giocando solo long...
Premessa: Abbiamo fatto un errore - eravamo convinti che la Russia non avrebbe invaso l'Ucraina. Condanniamo questo atto di guerra di cui Putin assume la piena responsabilità - non c'é nessuna scusa valida ed alcuna spiegazione plausibile. Speriamo ardentemente che la Svizzera si unisca senza mezzi termini alle sanzioni contro la Russia previste dall'UE. Non siamo però qui per parlare di politica o per commentare gli avvenimenti internazionali. Ci concentriamo sull'analisi dei mercati finanziari e lasciamo agli esperti il compito di giudicare i crimini commessi dallla Russia.
Eurostoxx50 -2.54% a 3970 punti
SX7E (banche) -8.52% a 99.64 punti
DAX -3.16% a 14567 punti
SMI -0.19% a 11987 punti
FTSE MIB -2.77% a 25773 punti
S&P500 +0.82% a 4384.65 punti
Nasdaq100 +1.28% a 14189 punti
Giovedì l'S&P500 ha toccato un minimo a 4114 punti e ha chiuso in positivo a 4288.70 punti (+1.50%). Questo é stato un classico key reversal day accompagnato da divergenze positive - il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (2622) é risultato inferiore a quello del 24 gennaio malgrado che l'S&P500 fosse sceso 108 punti più in basso. Il rialzo é proseguito venerdì malgrado che le notizie dal fronte fossero per niente incoraggianti. Le borse europee hanno avuto un rally di consistenti dimensioni (Eurostoxx50 +3.69%) e hanno chiuso sul massimo giornaliero. Il rialzo é proseguito in America. L'S&P500 ha aperto a 4296 punti, si é ancora tuffato a 4286 punti ma poi i rialzisti hanno ripreso il controllo delle operazioni e l'S&P500 é salito verso le 18.30 a 4380 punti. C'é stata poi un'oscillazione in laterale che si é conclusa a 4384.65 punti (+2.24%). Al rally hanno partecipato tutti i settori (DJT +2.56%, RUT +2.25%) anche se per una volta la tecnologia ha faticato (Nasdaq100 +1.53) frenata probabilmente dai tassi d'interesse che ancora non scendono. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6651 su 1661, NH/NL a 538 su 157 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 27.59 punti (-2.73 / massimo giovedì a 37.79 punti), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.57 mentre il Fear&Greed Index é risalito a 31 punti (+6 punti). I Summation Index sono leggermente saliti! Nel complesso vediamo un mercato che ha voglia di salire - la guerra in Ucraina non ha provocato un crollo ma solo l'atteso vuoto d'aria di un -5% seguito da una rapida e vigorosa ripresa. Ignoriamo di conseguenza gli indicatori della tendenza di fondo che parlano ancora di ribasso (29.6% dei titoli sopa la SMA a 30 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 38.15).
Le borse europee dovrebbero continuare a restare in coda a quella americana se non c'é un rapido miglioramento nelle relazioni con la Russia.
Se ci sbagliamo e la Russia invade effettivamente l'Ucraina con le imponenti forze militari che sono attualmente ammassate al confine (si parla di 150'000 soldati o circa il 40% dell'esercito russo) logicamente le borse reagiranno inizialmente con un crollo (-5%). Se però il prezzo di petrolio e gas non salgono considerevolmente (questa settimana il prezzo del petrolio é sceso di 3 USD al barile / WTI a 90.21 USD/barile) crediamo che le conseguenze negative sulle borse occidentali saranno di breve durata e modeste.
Eurostoxx50 -1.95% a 4074 punti
SX7E (banche) -5.07% a 108.92 punti
DAX -2.48% a 15042 punti
SMI -1.81% a 12010 punti
FTSE MIB -1.70% a 26506 punti
S&P500 -1.58% a 4348.87 punti
Nasdaq100 -1.74% a 14009 punti
L'S&P500 ha aperto praticamente invariato a 4382 punti, ha toccato il massimo giornaliero a 4394 punti e in seguito é sceso regolarmente fino alle 19.15 quando ha toccato il minimo a 4327 punti. Poi é rimbalzato, ha fatto due picchi a 4375 e 4378 punti prima di ricadere una quarantina di punti. Infine ha recuparato e chiuso a 4348.87 punti (-0.72%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2407 su 5756, NH/NL a 287 su 780 (ancora relativamente pochi NL) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é stranamente scesa a 27.75 punti (-1.28), il CBOE Equity put/call ratio era piuttosto alto a 0.73 e il Fear&Greed Index era a 37 punti (-1). Nelle varie inchieste che vengono effettuate tra i vari tipi di investitori appare parecchio pessimismo - alcuni dati sono vicini ai valori di marzo 2020!
Come preannunciato una settimana fà il periodo di sovraperformance del settore finanziario é terminato. In Europa l'indice delle banche europee SX7E ha perso il -5.07%! In generale i mercati finanziari mandano su parecchi fronti lo stesso messaggio - per il momento l'aumento dei tassi d'interesse di mercato é finito e deve esserci una correzione. Il reddito dell'USTB decennale é sceso a 1.9% - quello del Bund decennale é ricaduto a 0.1785%. I mercati abbligazionari sembrano dire che la paura dell'inflazione é eccessiva - questa attitudine dovrebbe a breve influenzare positivamente anche i mercati azionari.
Lunedì 21 febbraio la borsa americana é chiusa in occasione del "Washington's Birthday". Aspettiamo degli sviluppi concreti sul fronte ucraino. Appena ci sarà una situazione chiara e sparirà l'incertezza ci aspettiamo l'inizio dell'attesa fase di rialzo. Se il tira e molla diplomatico continua potremmo purtroppo avere alcune settimana di formazione di base con mercati azionari volatili e per saldo ancora in leggera perdita. Bisogna avere pazienza...
Eurostoxx50 +1.68% a 4155 punti
SX7E (banche) +4.08% a 114.74 punti
DAX +2.16% a 15425 punti
SMI +0.76% a 12232 punti
FTSE MIB +1.36% a 26966 punti
S&P500 -1.82% a 4418.64 punti
Nasdaq100 -3.09% a 14253 punti
Sapete che da mesi avevamo un'opinione decisamente positiva sulle azioni delle banche europee - l'indice SX7E in effetti ha terminato il 2021 sui 100 punti e ha chiuso venerdì a 114.74 punti (-1.20%). Il settore finanziario é stato favorito dall'aumento dei tassi d'interesse. Noi crediamo che per alcune settimane i tassi d'interesse debbano adesso scendere e quindi pensiamo che il rally delle banche sia praticamente finito. Malgrado che restiamo fondamentalmente positivi sul settore vi invitiamo a prendere i guadagni e investire in altri settori ciclici.
Eurostoxx50 -2.19% a 4136 punti
SX7E (banche) +1.15% a 106.13 punti
DAX -1.83% a 15319 punti
SMI -2.03% a 12104 punti
FTSE MIB -1.83% a 26565 punti
S&P500 +0.77% a 4431.85 punti
Nasdaq100 +0.11% a 14454 punti
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4333 punti ma nella prima mezz'ora di contrattazioni é ancora caduto a 4292 punti. Poi a metà seduta é risalito a 4387 punti, é rimasto fino alle 20.00 a ridosso di questo livello, é sceso alle 20.30 fino a 4339 punti per infine decollare e chiudere sul massimo a 4331.85 punti (+2.43%). Il rialzo é stato trascinato dai big della tecnologia (Nasdaq100 +3.22%) con Apple in testa (+6.98%) grazie a buoni risultati trimestrali.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6063 su 2174, NH/NL a 105 su 2326 e volume relativo a 1.2. Il rialzo ha coinvolto tutti i settori (DJT +1.61%, RUT +1.93%). I Summation Index sono però ancora in discesa e il numero di nuovi minimi a 30 giorni (NL), pur non aumentando ancora, non scende. Tecnicamente é quindi ancora troppo presto per cantare vittoria. L'S&P500 ha una zona di resistenza sui 4430 punti - una chiusura giornaliera sopra i 4454 punti sarebbe una conferma tecnica che il trend a medio termine é al rialzo.
Siamo però convinti, come ripetiamo da settimane, che questa é un occasione d'acquisto in vista di una fase di rialzo della durata di qualche mese. Questa fase potrebbe sorprendere in positivo e rappresentare la fine del bull market. A questo punto vale la pena di spiegare succintamente il nostro scenario - questa previsione non é basata solamente sull'analisi tecnica ma é legata allo sviluppo economico in America e alla politica monetaria della FED.
Eurostoxx50 -1.00% a 4229 punti
SX7E (banche) -3.85% a 104.92 punti
DAX -1.76% a 15603 punti
SMI -1.36% a 12355 punti
FTSE MIB -1.75% a 27061 punti
S&P500 -5.68% a 4397.94 punti
Nasdaq100 -7.51% a 14438 punti
Molti analisti pensano che é iniziato un bear market. Secondo noi invece sta terminando una correzione. Vedremo nei prossimi giorni chi ha ragione. A nostro favore gioca la nostra previsione che finora si é avverata (da settimane aspettavamo che si verificasse una correzione che doveva far cadere l'S&P500 sotto i 4500 punti) e la costellazione tecnica (ipervenduto, eccesso di ribasso e panico). I prossimi giorni saranno ricchi di appuntamenti importanti e saranno sicuramente interessanti. Probabilmente avremo ancora molta volatilità che sfrutteremo con operazioni di trading - da settimane giochiamo tendenzialmente al ribasso - da settimana prossima pensiamo che sarà meglio orientarsi al rialzo. Attenzione agli ultimi eventuali colpi di coda di questa correzione.
La correzione doveva terminare con una caduta finale durante la quale l'S&P500 doveva sprofondare sotto i 4500 punti e negli indicatori dovevamo osservare ipervenduto e panico. Gli indici azionari sono ora scesi abbastanza e sono in effetti ipervenduti. Negli indicatori di sentiment però non rileviamo ancora panico - solo un diffuso pessimismo (VIX a 25.59 punti (+1.74), CBOE Equity put/call ratio a 0.62, Fear&Greed Index a 52 punti). Abbiamo l'impressione che la correzione é vicina alla fine. È sicuramente troppo tardi per vendere - bisogna a questo punto chiudere le posizioni short. È possibile che ci siano ancora un paio di sedute negative in grado di eliminare le ultime mani deboli - gli indicatori di sentiment dovrebbero ancora peggiorare. Oggi però scadono i derivati di gennaio e questa giornata potrebbe rappresentare un punto tornante. Stamattina l'S&P500 vale 4460 punti - potremmo aver raggiunto il minimo della correzione.
Crediamo che l'USD debba nei prossimi mesi perdere di valore mentre il prezzo dell'oro deve lievitare.
Eurostoxx50 -0.78% a 4272 punti
SX7E (banche) +1.89% a 109.13 punti
DAX -0.40% a 15883 punti
SMI -2.13% a 12525 punti
FTSE MIB -0.27% a 27554 punti
S&P500 -0.30% a 4662.85 punti
Nasdaq100 +0.12% a 15611 punti
Poiché finora non abbiamo osservato né ipervenduto né panico siamo convinti che la correzione debba continuare - pensiamo che ci debba ancora essere una caduta di un -3%/-5%. La ragione ufficiale sarà l'aumento dei tassi d'interesse. Questo vuoto d'aria potrebbe essere concentrato in alcune sedute e rappresenta un'occasione d'acquisto.
Se riteniamo che il minimo sia imminente o sia stato raggiunto pubblicheremo un avvertimento.
Eurostoxx50 -0.02% a 4305 punti
SX7E (banche) +6.54% a 107.10 punti
DAX +0.40% a 15947 punti
SMI -0.60% a 12798 punti
FTSE MIB +0.99% a 27618 punti
S&P500 -1.87% a 4677.02 punti
Nasdaq100 -4.46% a 15592 punti
La seduta é stata negativa con A/D a 3608 su 4430, NH/NL a 737 su 770 e volume relativo a 1.0. Le vendite hanno colpito tutto il listino (DJT -0.47%, RUT -1.20%). La volatilità VIX é scesa (!) a 18.76 punti (-0.85), il CBOE Equity put/call ratio era alto (ma non troppo) a 0.59 e il Fear &Greed Index era neutro a 52 punti (+1). Il Summation Index sul NYSE sale, quello sul Nasdaq scende. La tendenza di fondo della borsa americana é incerta con il 37.1 dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.90.
Stimiamo che in questa fase l'S&P500 debba scendere sotto i 4500 punti - potrebbe dover cadere fino a 4400 punti. Nella fase finale verrà venduto di tutto - sarà il momento per comperare. Temporalmente pensiamo che la correzione debba finire a gennaio.
Traders e investitori possono liberamente decidere come operare all'interno di questo scenario molto chiaro.
A corto termine c'é ancora una correzione di un -4%/-6%. Poi seguirà una fase di rialzo di mesi con dei nuovi sostanziali massimi storici (S&P500, Nasdaq, DAX, SMI) o annuali (Eurostoxx50. FTSE MIB).
Eurostoxx50 +21.21% a 4306 punti
SX7E +35.45% a 100.52 punti
DAX +15.79% a 15884 punti
SMI +20.29% a 12875 punti
FTSE MIB +23.00% a 27346 punti
S&P500 +26.89% a 4766.18 punti
Nasdaq100 +26.62% a 16320 punti
Nikkei +4.91%
Shanghai +4.80%
EUR/USD a 1.1370 (-6.91%)
EUR/CHF a 1.0379 (-4.03%)
Oro a 1829 USD/oncia - 1608 EUR/oncia (fine 2020 1898 USD/oncia)
Petrolio (WTI) a 75.21 USD/barile (fine 2020 48.53 USD / barile)
Reddito USTBond decennale (USD) a 1.52% (fine 2020 0.93%)
Reddito Bund decennale (EUR) a -0.1815% (fine 2020 -0.572%)
Le performance settimanali (4 sedute in Europa, 5 sedute in America) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +1.20% a 4306 punti
SX7E (banche) +1.08% a 100.52 punti
DAX +0.82% a 15884 punti
SMI +0.71% a 12875 punti
FTSE MIB +1.22% a 27346 punti
S&P500 +0.85% a 4766.18 punti
Nasdaq100 +0.07% a 16320 punti
L'Eurostoxx50 ha guadagnato il +0.50% a 4306 punti. Gli altri indici europei si sono comportati in maniera simile - il DAX é salito a 15884 punti (+0.21%) mentre il FTSE MIB (+0.01% a 27346 punti) ha marciato sul posto. L'SMI svizzero durante la giornata ha toccato un nuovo massimo storico a 12980 punti. Ha chiuso a 12875 punti (-0.39%) - poco male - il nuovo massimo e la perdita di 50 punti si compensano.
La volatilità VIX é salita a 17.33 punti (+0.38), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.49 mentre il Fear&Greed Index é salito di 2 punti a 62 punti. I Summation Index salgono. Il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.52% (-0.03%).
Questa seduta ha dato segnali tecnici misti e contraddittori. Il netto calo dei NL é un segnale sorprendentemente positivo. Le vendite sul finale ci dicono invece che la nostra previsione di una ulteriore imminente correzione potrebbe essere giusta. Non diamo però molto peso ai dati di una giornata anomala considerando che i volumi di titoli trattati erano tra i più bassi dell'anno.
Continuerò saltuariamente a pubblicare dei commenti tecnici su questa pagina - lo farò per piacere e per passione per la mia professione e non più per l'obbligo causato dalla vendita di un abbonamento.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno letto e seguito negli 11 anni di questa attività.
Auguro a tutti un felice e prospero Anno Nuovo.
Anche l'SMI svizzero (-0.34% a 12926 punti) ha lasciato qualche punto sul terreno - meno che le borse europee in generale. La borsa svizzera si comporta come l'S&P500 americano - ha toccato martedì un nuovo record storico. La sua forza relativa é sorprendente considerando che l'indice non contiene tecnologia e ha un peso preponderante nei settori alimentare e farmaceutica.
Gli indici azionari europei sono tra i minimi ed i massimi di novembre con indicatori neutri - ora che il rally di fine anno ha perso il suo slancio bisognerà attendere e cercare di capire come vuole muoversi Wall Street per conoscere il futuro dele borse europee.
Inutile ripetere i nostri argomenti - la situazione tecnica e la nostra previsione non cambiano. Nei prossimi giorni deve partire ancora una correzione intermedia - i minimi di dicembre in America devono essere nuovamente testati - idealmente sia l'S&P500 che il Nasdaq100 devono scendere sotto questi minimi (4495 punti e 15508 punti). In seguito ci aspettiamo nei primi mesi del 2022 una sostanziale e sostenibile fase di rialzo che deve sfociare su netti nuovi massimi storici degli indici. La correzione intermedia é incerta - potrebbe essere meno profonda di quanto ci immaginiamo - la successiva fase di rialzo é molto probabile - gl investitori devono quindi restare investiti e long.
Il Nikkei ha perso il -0.56% - Shanghai é in calo (-0.9%) - il rally di fine anno ha esaurito il suo potenziale di rialzo.
Insomma - per i primi mesi del nuovo anno siamo decisamente positivi sia per ragioni tecniche che fondamentali. Non crediamo però che l'S&P500 e di riflesso le borse europee possano continuare a salire dai livelli attuali. Crediamo che debba ancora esserci una sensibile correzione intermedia prima che il rialzo possa continuare. È evidente che prima della fine dell'anno nessuno ha voglia di vendere. A questo punto bisogna cominciare a preoccuparsdi di cosa potrebbe succedere nella prima settimana di gennaio.
SX7E (banche) +3.58% a 99.44 punti
DAX +1.45% a 15756 punti
SMI +0.55% a 12785 punti
FTSE MIB +1.52% a 27016 punti
Buone Feste!
A questo punto é possibile che la correzione sia finita ma come analisti tecnici dobbiamo ancora esprimere dei dubbi. Secondo gli oscillatori mancano ancora alcuni giorni al minimo definitivo - non crediamo che sia partita una fase di rialzo sostanziale e sostenibile e crediamo che avremo ancora alcune sedute volatili con un'ultimo tuffo. Se ci sbagliamo non é grave - la nostra posizione di base é long a medio termine - siamo investiti in azioni. Speriamo di avere ancora un'occasione per comperare futures nei prossimi giorni a prezzi inferiori degli attuali aggiungendo una parte speculativa long al nostro portafoglio.
L'indice delle banche SX7E ha perso solo il -0.99% a 95.05 punti malgrado che molti analisti parlano di pesanti perdite di alcune banche impegnante in Turchia sia con partecipazioni dirette che attraverso investimenti in titoli di Stato.
Stamattina il future sale di 36 punti - l'S&P500 vale 4604 punti. Alle 08.35 l'Eurostoxx50 vale 4166 punti - le borse europee apriranno al rialzo (+1.4%). Dovrebbero chiudere stasera sul livello d'apertura o poco più in basso. Seguendo il canovaccio tra mercoledì e giovedì dovrebbe esserci un ultimo tuffo e un ulteriore test dei minimi. Raramente le borse fanno però quello che sembra logico e che si aspettano tutti.
A corto termine le borse sono ancora in una fase di correzione - si confrontano i rialzisti, che a giusta ragione guardano alle buone prospettive economiche e agli utili delle imprese in aumento, e i ribassisti che temono le alte valutazioni fondamentali e la conseguenza dei cambiamenti di trend sui tassi d'interesse. Noi siamo convinti che a corto termine debba ancora esserci una breve ondata di vendite. Gli argomenti per giustificarla non mancano - da Omicron a Evergrande, dall'aumento dei prezzi ai consumi (benzina, gas, beni di prima necessità) al crollo della Lira turca che fa temere un effetto di contagio sui mercati emergenti. Secondo gli oscillatori le borse dovrebbero toccare il fondo verso Natale - é quindi possibile che ci sarà ancora il rally di fine anno. L'alternativa é che la correzione debba durare più a lungo ed essere più profonda per poter eliminare quella spiacevole e dannosa speculazione che rende i mercati fragili e incapaci di sostenere un trend rialzista durevole. Questa variante negativa non viene per ora sostenuta dagli indicatori tecnici che mostrano un mercato che sta facendo base - i settori che sono stati venduti negli ultimi mesi cominciano a mostrare forza relativa (Russell2000 venerdì +1.00% !) mentre non hanno ancora corretto abbastanza i big della tecnologia.
SX7E (banche) -0.80% a 96.00 punti
DAX -0.59% a 15531 punti
SMI +0.85% a 12715 punti
FTSE MIB -0.41% a 26611 punti
Nasdaq100 -3.24% a 15801 punti
Sul medio termine eravamo e restiamo positivi e long. Nell'immediato non siamo in grado di giudicare se il discorso della correzione é ancora d'attualità.
Le vendite hanno colpito tutti i settori (Nasdaq100 -1.04% a 15914 punti, RUT -0.96%) - anche i leaders come Microsoft (-3.26%).
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2044 su 6072, NH/NL a 173 su 1350 e volume relativo a 1.05. I dati sul sentiment sono peggiorati ma non c'é ancora un forte pessimismo. I Summation Index sono in calo.
Stamattina le borse asiatiche sono miste e poco mosse (Nikkei +0.10%, Shanghai -0.4%). Alle 08.45 l'Eurostoxx50 vale 4161 punti (+17 punti) - le borse europee apriranno con dei moderati guadagni. Probabilmente si comportaranno come gli ultimi due giorni. Una salita fin verso le 10.00 e poi un calo fino nel primo pomeriggio. Poi tutto si fermerà in attesa di sapere cosa intende fare la Banca Centrale americana per combattere l'inflazione.
I dati corrispondono nuovamente ad un mercato in correzione con un aumento della pressione di vendita. Fino a quando però l'S&P500 resta sopra i 4650 punti e il Nasdaq100 non cade sotto i 16000 punti il quadro tecnico in generale resta positivo. Non c'é nessuna ragione per aprire posizioni short - non abbiamo segnali di vendita.
Noi siamo di base positivi. Siamo convinti che nei prossimi mesi gli indici azionari debbano ancora salire. Di base sposiamo la teoria rialzista anche perché questo é il risultato fornito dall'analisi tecnica dei mercati - prevalgono i segnali positivi e il trend sui grafici é evidente. Abbiamo però l'impressione di assistere ad un gioco di prestigio provocato dalla droga monetaria. I mercati ci appaiono ora come a metà novembre - un rialzo provocato dalla speculazione e trascinato da pochi titoli di moda. La correzione non sembra aver avuto effetti benefici e aver creato quella solida base per proseguire il rialzo in maniera sostanziale e sostenibile.
Raramente però ho visto un mercato che si trova praticamente sul massimo storico (all'S&P500 mancano 31 punti, al Nasdaq100 (+1.13% a 16332 punti) 433) mentre i dati sulla partecipazione (numero di titoli sopra le MM a 50 e 200 giorni, Advances/Declines, Cumulative A/D, NH/NL a 30,90,180 e 360 giorni, Summation Index) assolutamente non confermano questi massimi e in parte divergono (peggiorano malgrado che gli indici salgono) e mostrano un mercato nel complesso debole. Faccio fatica a trovare settori forti e mi domando seriamente cosa potrebbe spingere il mercato più in alto. I nostri indicatori di base (34.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 50.65) mostrano che la tendenza di base é neutra e questo é un giudizio ancora ottimistico. Se prendo in considerazione I Bullish Percent Index dei settori vedo forza solo tra i Consumer Discretionary (che comprende Amazon e Tesla), nell'energia e nelle utilities - troppo poco. Il BPI sul Nasdaq100 é a 48 punti (neutro).
SX7E (banche) +1.99% a 96.78 punti
DAX +2.99% a 15623 punti
SMI +3.55% a 12607 punti
FTSE MIB +3.02% a 26722 punti
Nasdaq100 +3.94% a 16332 punti
Venerdì le borse europee sono nuovamente scivolate verso il basso (Eurostoxx50 -0.22% a 4199 punti). Questa é stata la terza seduta di ritracciamento dopo il rally di lunedì e martedì. Parlare di seduta negativa é però eccessivo. Gli indici hanno chiuso sopra i livelli d'apertura e sui grafici appaiono delle piccole candele verdi o bianche. Alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 4210 punti e quindi la giornata si é conclusa teoricamente con un leggero guadagno. Sappiamo come funzionano le borse europee. Se come sembra la borsa americana deve proseguire il rialzo di fine anno gli indici azionari europei seguiranno. Difficilmente entro fine anno riusciranno a recuperare quel 5% che manca al massimo annuale o storico (SMI escluso). La tendenza é però evidente. D'altra parte se ci sarà quel minicrash che ad istinto temo, anche gli indici azionari europei cadranno pesantemente sotto i minimi di inizio dicembre.
La seduta al NYSE é stata neutra a equilibrata (!) con A/D a 4044 su 4018, NH/NL a 237 su 522 (peggio di giovedì !) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 18.69 punti (-2.89 punti) mentre contro logica il CBOE Equity put/call ratio é balzato a 0.61. Il Fear&Greed Index é salito a 38 punti (+5 punti).
Bisogna domandarsi come l'S&P50 abbia potuto guadagnare 44 punti in una seduta nel complesso mediocre. Balzano agli occhi le grandi superfici verde chiaro di Microsoft (+2.83%) e Apple (+2.80%) mentre Cathie Wood, la regina dell'economia destruttiva, si domanda sconsolata come é possibile che il valore dei suoi fondi scenda in una giornata dove il Nasdaq100 guadagna il +1.13%. Forse perché i Summation Index sono ancora in calo...
Venerdì di settimana prossima scadono i derivati di dicembre - é una grande scadenza trimestrale che spesso sfocia in un massimo o un minimo significativo. Sembra che l'S&P500 debba salire su un massimo - e se invece c'é un minimo? Se il mercato deve subire un netto cedimento probabilmente vedremo già lunedì le prime avvisaglie. Cosa potrebbe provocare un mini crash? Nell'agenda economica salta all'occhio la riunione della FED che si concluderà mercoledì 15 con un comunicato alle 20.00. E se Jerome Powell annunciasse che intende alzare nel 2022 i tassi d'interesse di riferimento alcune volte? Considerando i dati sull'inflazione la decisione sarebbe logica e dovuta. Non crediamo però che gli investitori faranno salti di gioia al pensiero.
Ora abbiamo un misto di segnali positivi e negativi che rendono a corto termine la situazione incerta ed instabile. Il rialzo potrebbe riprendere da un ritracciamento fino a 4650 punti di S&P500 oppure ci sarà bisogno un test dei minimi come pensiamo noi. Molto é legato a fattori psicologici ed é difficile dire quanto di questo movimento é speculazione e quanto investimento.
A breve non ci sono ragioni per vendere azioni - a gennaio dell'anno prossimo gli indici saranno sopra i livelli attuali.
Chi vuole ancora comperare può aspettare - c'é una buona probabilità che nei prossimi giorni possa farlo a prezzi più bassi di quelli odierni. Nessuno deve spaventarsi nel caso ci sia ancora un consistente vuoto d'aria. È un processo normale nell'ambito della formazione di una solida base.
In linea di massima pensiamo che questa fase di consolidamento debba durare qualche giorno e che gli indici in questa fase debbano colmare i gap che si sono formati sui grafici con l'accelerazione di martedì. È possibile che questo ritracciamento non si verifichi. Sarebbe però auspicabile per rendere stabile la successiva fase di rialzo. Un mercato dove ci sono ancora tanti traders ad influenzare le oscillazioni giornaliere e dove domina la speculazione é un mercato instabile. Se queste mani deboli sparissero staremmo tutti più tranquilli. Vi ricordiamo che settimana prossima, venerdì, scadono i derivati di dicembre. È una grande scadenza trimestrale che raramente avviene nella calma e senza turbolenze. Il rally di questa settimana ha eliminato i ribassisti. Ci vorrebbe ancora un tuffo di alcuni punti in percentuale per eliminare anche gli speculatori long.
L'S&P500 ha aperto praticamente invariato a 4684 punti. È salito a 4696 punti e poi é sceso verso le 17.00 sul minimo a 4674 punti. In seguito i rialzisti hanno controllato la situazione e hanno spinto l'indice fino ai 4705 punti. Sul finale l'indice é tornato a 4701.21 punti (+0.31%). Spesso nel passato degli abbonati ci hanno chiesto qual'é il senso nel descrivere l'andamento della seduta. È importante per fissare supporti e resistenze per la seduta seguente e per capire chi sta dominando tra rialzisti e ribassisti. Le chiusura su dei massimi e dei minimi sono significative così come la durata e l'intensità di un trend durante la giornata. Ieri abbiamo visto che sui 4700 punti di S&P500 l'aria é rarefatta - d'altra parte il mercato é ancora controllato dai rialzisti. Se oggi i ribassisti non tentano un affondo é probabile che l'S&P500 debba trascorrere ancora una o due sedute sui 4670-4710 punti prima della continuazione del rialzo. L'apertura di martedì sui 4650 punti costituisce un importante supporto - se l'S&P500 tra oggi e domani scende sotto questo livello potrebbe cadere di ulteriori 100 punti.
Questa improvvisa euforia non ci piace per numerose ragioni. Prima di tutto i mercati non ci sembravano ancora pronti per un movimento di tale portata - non vediamo una ragione particolare se non quella di voler a tutti costi partecipare al rally natalizio. Notiamo inoltre che gli speculatori hanno nuovamente comperato a piene mani i soliti nomi della tecnologia - gli investitori hanno semplicemente seguito gli schemi abituali dopo una correzione intermedia. Infine i gap up di ieri sono inabituali in questa fase del mercato - in genere questi gap up devono essere colmati - il problema é che questo non succede normalmente subito ma solo dopo una o due settimane - la correzione di settembre di quest'anno é un esempio classico. In questo caso é possibile che ci sia ancora un breve ma importante tuffo verso la metà di settimana prossima e prima della scadenza dei derivati di dicembre.
Riassumendo la ripresa del rialzo é indiscutibile - ora bisogna essere investititi e long. Speriamo che avete già comperato settimana scorsa. Saltare sul carro in corsa adesso é però pericoloso e potrebbe a breve avere conseguenze negative. Il rialzo potrebbe non proseguire in maniera lineare e dinamica - non possiamo ancora escludere un test dei minimi specialmente in America.
Normalmente dopo una seduta del genere deve esserci un fase di digestione o consolidamento. Speriamo nei prossimi giorni di essere in grado di stimare come continueremo a salire fino al prossimo massimo significativo previsto nella prima decade di gennaio dell'anno prossimo. Un'altra "sorpresa" é la sottoperformance del settore bancario (SX7E +1.59% a 98.34 punti) - non tutto sta andando come ci eravamo immaginati... Il nostro scenario di un rialzo trascinato dai settori ciclici e finanziari con la tecnologia a sottoperformare, ieri non ha funzionato.
Con due sedute di forte rialzo la borsa americana ha praticamente compensato tutte le perdite accumulate nella correzione. Ora si tratta di capire se il rialzo può continuare in maniera dinamica e lineare o se invece, come temiamo noi, ci deve ancora essere una fase di debolezza intermedia con almeno la chiusura del gap che si é formato ieri sui grafici.
Insomma - l'S&P500 non ha chiuso sopra i 4610 punti ma il mercato nel suo complesso ha mostrato parecchia forza e non abbiamo visto divergenze. Inoltre la situazione si sviluppa come atteso con una buona performance dei settori ciclici. Esiste quindi una buona probabilità che la correzione sia finita e che sia iniziata l'attesa fase di rialzo fino alla prima decade di gennaio 2022.
4200 punti di Eurostoxx50, 15600 punti di DAX e 4610 punti di S&P500 - questi sono i livelli da monitorare oggi.
La prima é che la correzione é praticamente finita nel senso che gli indici sono probabilmente vicini al minimo definitivo. Non ci é però piaciuta la chiusura di venerdì. Invece che esaurire la spinta di ribasso con una chiusura sul minimo giornaliero, c'é stato un rally sul finale provocato da chi tenta ancora speculativamente di indovinare il minimo. I 4500 punti di S&P500 (minimo a 4495 punti) era in effetti un livello molto allettante e nell'ultima ora di contrattazioni sono arrivati gli acquisti. Temiamo di conseguenza che, come in un terremoto, ci debbano essere delle scosse di assestamento. La fine della correzione esattamente sugli obiettivi é troppo ovvia. Ci aspettiamo quindi ancora una settimana movimentata con un ulteriore test dei minimi e probabilmente una caduta degli indici americani ancora più in basso. Ci piacerebbe rivedere l'S&P500 a 4440 punti e il Nasdaq100 sui 15000 punti. Ricordiamo che i dati sul sentiment sono soggettivi - la differenza tra pessimismo e panico é labile ad aleatoria - visto l'eccesso di rialzo e l'ipercomperato da cui é partita la correzione dovrebbe esserci ora un forte eccesso di ribasso prima che finiscano le vendite. Le RSI degli indici americani veleggiano ancora sui 42 punti. Insomma - sembra ancora esserci dello spazio sotto i 4500 punti di S&P500 e il crollo della tecnologia non ci sembra sufficiente.
SX7E (banche) +1.21% a 94.85 punti
DAX -0.57% a 15170 punti
SMI -0.19% a 12175 punti
FTSE MIB +0.33% a 25938 punti
Nasdaq100 -1.95% a 15712 punti
Ma torniamo in Europa. Le borse hanno aperto in guadagno, sono scese in negativo a metà mattinata e sono tornate in positivo nel pomeriggio. Poi ovviamente hanno seguito l'America e hanno chiuso poco sopra il minimo giornaliero e con moderate perdite. I minimi di martedì (Eurostoxx50 a 4027 punti) non sono stati avvicinati - neanche nel dopo borsa (Eurostoxx50 alle 22.00 a 4088 punti).
Per l'analisi tecnica non abbiamo nulla di nuovo da aggiungere rispetto alle precedenti analisi. Notiamo la buona performance settimanale del settore bancario che ha aiutato la borsa italiana - questa forza relativa é emersa malgrado che durante la settimana i tassi d'interesse di mercato sono scesi (reddito del Bund decennale a -0.394%). Immaginatevi cosa potrebbe succedere se il rialzo delle borse riprende e i tassi d'interesse cominciano a salire...
Ora il mercato é decisamente in eccesso di ribasso a cortissimo termine. Ci aspettiamo quindi un rimbalzo seguita ancora da un tuffo. In questa fase di formazione di base ci aspettiamo che gli indicatori di partecipazione migliorino - abbiamo già visto che la pressione di vendita é in diminuzione. La spiegazione é semplice - il Russell2000 (-2.13%) venerdì non é sceso sotto il minimo di giovedì - sono ora pochi titoli pesanti della tecnologia (AGMAF + Tesla (-6.42%) e NVidia (-4.46%)) a fare pressione sugli indici.
L'unico aspetto che ci preoccupa é la debolezza dei nostri indicatori di riferimento per il trend di base - solo il 24.6% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE é sceso a 43.31 punti. Vediamo però apparire della forza relativa sui settori ciclici che sembra sostenere le nostre previsioni positive sul medio termine.
Restiamo dell'opinione che per chiudere il capitolo correzione c'é bisogno che anche la tecnologia subisca un tracollo e che ci siano una o due sedute con panico. Ieri il Nasdaq100 (+0.71% a 15990 punti) ha semplicemente sottoperformato.
La correzione non é ancora finita malgrado che in Europa gli indici azionari sembrano aver toccato il fondo - difficilmente le borse europee scenderanno ancora sensibilmente sotto i minimi di martedì (Eurostoxx50 a 4027 punti). Il Nasdaq100 dovrebbe invece ancora cadere su un minimo a 15500 punti - sono 500 punti sotto il livello attuale (-3.2%).
Ieri gli indici azionari europei hanno aperto in calo, hanno ancora perso qualche punto fino nel primo pomeriggio e hanno recuperato qualcosa in serata grazie ai segnali positivi provenienti da Wall Street. A fine giornata sono rimaste delle pesanti perdite tra il -1.70% dell'Eurostoxx50 e il -0.73% dell'SMI. Gli indici hanno perso meno di quanto avevano guadagnato mercoledì - il contraccolpo é però doloroso ed evidente. Di positivo possiamo segnalare la chiusura lontana dal minimo giornaliero e il fatto che il minimo di martedì non é stato avvicinato. La correzione e il processo di formazione di base non sono però ancora finiti.
I Summation Index sono ancora in calo.
Alle 14.30 verrà pubblicato l'importante rapporto sul mercato del lavoro americano a novembre - spesso questi dati influenzano i tassi d'interesse. Non sembra però che questo sia l'attuale problema della borsa - negli ultimi giorni i tassi d'interesse sono rimasti stabili (reddito dell'USTBond decennale a 1.44%, +0.01%). Stamattina le borse asiatiche sono al rialzo - il Nikkei ha guadagnato il +1%, Shanghai sta salendo del +0.9%.
Noi pensiamo che nella prossima fase di rialzo delle borse i tassi d'interesse debbano salire. Probabilmente ora i tassi d'interesse di mercato sono su un minimo di periodo (reddito dell'USTBond decennale a 1.43%) - di conseguenza nel futuro bisogna concentrare gli investimenti in settori ciclici e che approfittano di un aumento del costo del denaro - noi comperiamo banche e compagnie aeree (ieri Lufthansa +5.07%) e diminuiamo le posizioni nel settore tecnologico.
La seduta ieri al NYSE é stata pessima con A/D a 1670 su 6492, NH/NL a 231 su 2341 e volume relativo a 1.6. Avrete forse notato una divergenza positiva - il numero di nuovi minimi a 30 giorni (NL) é diminuito rispetto a ieri! La partecipazione al ribasso é in calo.
La volatilità VIX é salita a 31.12 punti (+3.93), il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.52 (ancora lontano da livello da noi auspicato di 0.67) e il Fear&Greed Index é sceso a 22 punti (-4). C'é pessimismo ma ancora nessun panico. I Summation Index continuano a scendere.
Stamattina i mercati asiatici sono tranquilli - il Nikkei ha perso il -0.65% - Shanghai é in pari.
Il problema é che questa correzione sta facendo danni alla tendenza rialzista di fondo - il Bullish Percent Index sul NYSE é sceso a 46.89 punti e ormai solo pochi settori hanno un BPI sopra i 50 punti. Il fattore stagionale favorisce il rialzo di fine anno e la discesa di novembre ha ancora le caratteristiche di una correzione di corto termine. Temiamo però che la successiva fase di rialzo possa solo partire tra una decina di giorni ed essere piuttosto debole. Crediamo che gli indici azionari non riusciranno più a testare il massimo annuale.
Sembra che a corto termine la correzione non é terminata e potrebbe ancora esserci una limitata spinta di ribasso.
Riassumendo la situazione tecnica é ancora contrassegnata da una forte instabilità con segmenti del mercato ancora deboli. Crediamo che la correzione sarà finita solo quando avremo un generale ipervenduto e un pò di panico. Per ottenere questa costellazione riteniamo che sia necessaria una caduta del settore tecnologico.
Omicron per le borse ha solo rappresentato una buona ragione per correggere. Le notizie riguardanti questa variante influenzeranno le prossime oscillazioni degli indici azionari ma non cambieranno la sostanza del movimento. Abbiamo una correzione di corto termine che probabilmente é vicina alla fine sia in termini di punti che temporalmente. È unicamente difficile scegliere il momento giusto per comperare e sfruttare la successiva fase di rialzo.
L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4153 punti (+64 punti). Le borse europee apriranno con un balzo del +1.5%. Sullo slancio stamattina guadagneranno ancora qualche punto. Poi dovrebbero ridiscendere.
Noi abbiamo comperato l'Eurostoxx50 (-4.74% a 4089 punti) venerdì sera poco prima della chiusura alzando la percentuale di azioni in portafoglio. Non é una posizione speculativa long ma una posizione d'investimento a medio termine.
L'apparizione di "Omicron" ha fatto tornare lo spettro del lockdown e della recessione economica. I tassi d'interesse sono scesi (reddito dell'USTBond decennale a 1.48% (-0.16%) e il prezzo del petrolio é precipitato di 10.24 USD a 68.15 USD/barile. In genere i big della tecnologia approfittano di questo scenario - di conseguenza non pensiamo che l'S&P500 e il Nasdaq100 possano perdere ancora più di un -2%/-3% rispetto alla chiusura di venerdì.
SX7E (banche) -5.91% a 93.71 punti
DAX -5.59% a 15257 punti
SMI -2.76% a 12199 punti
FTSE MIB -5.43% a 25853 punti
Nasdaq100 -3.30% a 16025 punti
Insomma - in borsa gli investitori hanno venduto quasi tutto (A/D in America a 1256 su 6876) con la conseguenza che gli indici azionari sono scesi per tutta la giornata e hanno chiuso sui minimi giornalieri con alte perdite.
In Europa bisogna ora sfruttare l'occasione per comperare delle azioni che sono state ingiustamente punite. Noi compreremo Lufthansa (EUR 5.42) che venerdì ha toccato il minimo storico. La società si é già ristrutturata e ha adattato la flotta alle nuove esigenze dettate dalla pandemia. Ha fatto un aumento di capitale rafforzando il capitale proprio e ha ripagato i prestiti ottenuti dallo Stato a causa del Covid19. Non dimentichiamo che il calo del prezzo del petrolio diminuisce il costo del kerosene e favorisce le imprese di trasporto.
In Europa l'Eurostoxx50 (-0.18% a 4276 punti) ha perso 7 punti ma non possiamo in generale parlare di seduta negativa. Il calo é stato modesto e i guadagni di FTSE MIB (+0.63% a 27109 punti ) e SMI (+0.23% a 12395 punti) compensano la perdita dell'indice europeo e del DAX tedesco (-0.37% a 15878 punti). Senza andare nei dettagli, che potete trovare nei commenti serali, gli indici durante la seduta hanno toccato dei nuovi minimi per questa correzione intermedia e hanno chiuso lontano da questi minimi. In questa maniera la strada verso il basso resta aperta e non abbiamo nessun indizio che possa suggerire la fine imminente della correzione. Gli indici non sono in ipervenduto e nessun obiettivo é ancora stato raggiunto. Solo il DAX, con un minimo giornaliero a 15740 punti, é arrivato vicino all'obiettivo a 15700 punti. Su questo livello si trovano il bordo inferiore delle Bollinger Bands e la MM a 50 giorni - é quindi logico che dopo una caduta di quasi 600 punti in 4 sedute ci sia ora un rimbalzo tecnico. Lo stesso vale per l'Eurostoxx50 che ha toccato un minimo giornaliero a 4240 punti. I 4250 punti erano il massimo di settembre - sembra logico che i traders abbiano usato questo livello come punto di riferimento per un rimbalzo tecnico.
L'S&P500 ha aperto a 4662 punti, é sceso sul minimo a 4659 punti e poi é partito al rialzo. Si é fermato a 4697 punti e ha ritracciato fino a 4681 punti. Un rally sul finale ha fissato la chiusura a 4701.46 punti (+0.23%).
Ieri la borsa americana non aveva voglia di scendere più in basso. Sembra che i rialzisti si siano presi gioco dei ribassisti che finalmente hanno sperato di poter sferrare un affondo. Invece sono subito stati bloccati e stamattina si trovano con le spalle al muro. Il future guadagna altri 16 punti e poiché oggi la borsa americana é chiusa in occasione di Thanksgiving é poco probabile che questa situazione di partenza possa cambiare nel corso della giornata.
L'indice delle banche SX7E ha perso il -0.42% a 99.97 punti malgrado un ulteriore aumento dei tassi d'interesse. Non siamo negativi sul settore - come previsto ad ottobre il periodo di forza relativa di questo indice é però finito sui 103-104 punti e non ci aspettiamo che l'indice possa quest'anno superare questa zona di resistenza.
La seduta dell'S&P500 ha mostrato in maniera esemplare l'effetto di supporti (4650 punti) e resistenze (4700 punti). Questi due livelli hanno determinato il range giornaliero. L'S&P500 ha aperto a 4680 punti, é salito a 4699 punti di massimo e sceso a 4652 punti di minimo. Poi i traders si sono calmati e il mercato si é fermato. L'indice é lentamente risalito e ha chiuso a 4690.70 punti (+0.17%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3611 su 4498, NH/NL a 369 su 1534 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 19.38 punti (+0.21), Il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.53 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 62 punti (-2). Malgrado che da giorni molte azioni di piccole e medie società (Russell2000 -0.45%) scendono, i big sembrano immuni a questa pressione di vendita. Se a breve il supporto a 4650 punti di S&P500 non cade é probabile che il mercato azionario americano nel suo complesso riparta al rialzo trascinandosi dietro anche le borse europee.
La seduta negativa a New York ha lasciato delle marcanti candele rosse sui grafici. Non é solo la falsa rottura al rialzo a preoccuparci - anche i dati tecnici sono scadenti e la divergenza negativa a livello di partecipazione peggiora. I Summation Index sono ancora in calo. Sembra che tra le varianti descritte nell'analisi del fine settimana sia valida quella da noi preferita - avremo probabilmente una correzione significativa con una rotazione tra settori - si realizzano i guadagni sulla tecnologia e si comprano settori ipervenduti soprattutto ciclici.
I dati sul sentiment sono peggiorati (VIX a 19.17 punti (+1.26), Fear&Greed Index a 64 punti (- 5 punti)) - prevale però ancora l'ottimismo. Ci sorprende il mercato delle opzioni - il rapporto CBOE Equity put/call ratio rimane molto basso a 0.40. I traders scommettono ancora massicciamente long e sembrano convinti che qualsiasi debolezza debba essere comperata. Questa volta dovrebbero sbagliarsi e quando batteranno in ritirata avremo una forte caduta e saremmo vicini al minimo.
Sul medio termine restiamo positivi - la correzione dovrebbe essere di corto termine ed essere benefica. Riporterà il mercato su solide basi e servirà a preparare il successivo rialzo fino alla prima decade di gennaio.
Stamattina il future sull'S&P500 guadagna ancora 15 punti - l'S&P500 vale 4713 punti ed é nuovamente ad una manciata di punti dal massimo storico. Le borse non mostrano nessun segno di debolezza. Il Nikkei é fermo (+0.09%) - Shanghai sta guadagnando il +0.6%. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4367 punti (+11 punti) - le borse europee apriranno con modesti guadagni (+0.25%). Le premesse sono sia in Europa che in America per una seduta moderatamente positiva.
Il Nasdaq100 (+0.54% a 16573 punti) ha toccato venerdì un nuovo record storico. Tecnicamente però la seduta a New York é stata negativa con A/D a 2533 su 5552. I dati sulla partecipazione mostrano da giorni che il mercato sta correggendo. Venerdì l'A/D sull'S&P500 (-0.14% a 4697.96 punti) era di 170 su 330, sul Nasdaq100 di 37 su 63! Otteniamo la stessa impressione se guardiamo i dati relativi ai NH e NL - sono 397 su 1347 per il NYSE e 224 su 763 sul Nasdaq. I Summation index sono in calo. Abbiamo quindi la maggior parte del mercato azionario americano che sta correggendo (Russell2000 - performance settimanale -2.91%) mentre gli indici più importanti galleggiano grazie all'ottima performance di un gruppo ristretto di titoli. Ricordiamo che gli indici sono calcolati sulla base della capitalizzazione della società. I movimenti in percentuale dei 10 big "pesano" sull'S&P500 molto di più di quelli dei restanti 490 titoli. Se guardate la mappa vedete che il +1.70% di Apple influisce di più sull'S&P500 del calo dell'intero settore dell'energia (ETF Energy -3.90%). Ripetiamo quanto già detto nelle precedenti analisi durante la settimana. C'é un gruppo di titoli ad alta capitalizzazione (Apple, Microsoft, Amazon, Google, Facebook + Tesla e NVidia) che sono al rialzo e permettono agli indici di fare costanti progressi. Il resto del mercato é neutro e da circa due settimane in correzione. Ci sono delle forti divergenze a livello di partecipazione che negli ultimi giorni hanno provocato parecchi segnali tecnici negativi come gli Hindenburg Omen.
Crediamo che non saranno i leaders a seguire il resto del mercato al ribasso ma piuttosto il contrario - le azioni che adesso stanno correggendo dovrebbero a breve toccare il fondo e ricominciare a salire. Ci riferiamo in particolare a settori ciclici come energia, materie prime e finanza. Dovrebbe avvenire una rotazione tra settori durante la quale gli attuali leaders dovrebbero svolgere una correzione minore mentre il resto del mercato si rafforza. È possibile che questo assestamento provochi delle turbolenze. Una correzione della tecnologia dovrebbe spaventare i molti speculatori e traders long e provocare un peggioramento dell'umore degli investitori che al momento é ancora molto buono. Riassumendo, malgrado che il periodo tradizionalmente difficile tra il 10 ed il 20 di novembre sia passato, crediamo che il momento di incertezza non sia ancora finito. La ripresa del rialzo é condizionata ad una correzione minore con un pò di pessimismo tra gli investitori. Siamo convinti che debba ancora esserci una fase di incertezza e consolidamento con eventualmente una correzione di un -5% prima che la tendenza di base rialzista (51.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 61.06) possa riapparire e liberare il suo potenziale nel tradizionale rally di Natale.
SX7E (banche) -4.27% a 99.60 punti
DAX +0.41% a 16160 punti
SMI +0.23% a 12545 punti
FTSE MIB -1.42% a 27337 punti
Nasdaq100 +2.30% a 16573 punti (nuovo massimo storico)
Venerdì sono scaduti i derivati di novembre. Questa scadenza, che riguarda soprattutto il mercato delle opzioni, ha condizionato la borsa americana. L'S&P500 é rimasto bloccato intorno ai 4700 punti dove si concentravano tantissime opzioni call e put con questo strike. L'Europa ha seguito come d'abitudine l'America. Ha aperto in positivo ma é scesa nel pomeriggio e ha chiuso con modeste perdite (Eurostoxx50 -0.62% a 4356 punti). Nel corso della settimana gli indici hanno toccato dei nuovi massimi annuali o storici (DAX). Le performances settimanali sono però miste e mostrano borse che consolidano e marciano sul posto. A breve non sembra che possa cambiare qualcosa. In particolare la diminuzione della crescita economica, il peggioramento dell'umore dei consumatori e l'aumento dei contagi da Covid19 dovrebbero impedire la continuazione del rialzo. Per le prossime due a tre settimane siamo leggermente pessimisti e non vediamo ragioni, fondamentali e tecniche, per ulteriori progressi dei mercati azionari.
Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 1.54% (-0.05%). Mentre tutti parlano di inflazione i tassi d'interesse, anche in Europa, scendono (reddito del Bund decennale a -0.34%). Sembra che gli investitori si aspettino dei ritmi di crescita dell'economia inferiori al previsto. La liquidità continua a spingere i mercati azionari al rialzo - forse però molti si renderanno conto che il prezzo che stanno pagando per le azioni non corrisponde più alla realta economica. Un giorno i mercati finanziari torneranno alla realtà - non sembra però che questo momento sia vicino. La tendenza di fondo della borse rimane solidamente al rialzo.
Gli indici sono al rialzo. La borsa in generale sta correggendo - solo il 55% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni malgrado che gli indici salgono ininterrottamente da inizio ottobre.
La tendenza di fondo resta però saldamente al rialzo - ieri il DAX tedesco (+0.02% a 16251 punti) e l'SMI svizzero (+0.34% a 12600 punti) hanno toccato dei nuovi massimi storici marginali. Tutti gli altri indici rimangono a ridosso del massimo annuale o storico.
L'S&P500 ha trascorso la giornata sotto la resistenza a 4700 punti senza riuscire a superarla. L'apertura sotto questo livello ha condizionato la seduta. L'indice ha aperto a 4695 punti, é sceso sul minimo a 4684 punti ed é salito alle 18.00 sul massimo a 4701 punti. Poi é semplicemente oscillato tra questi due valori ed ha chiuso con una caduta finale a 4688.67 punti (-0.26%). Il Nasdaq100 non si é mosso (-0.01% a 16308 punti). Invece il DJT (-1.44%) e il RUT (-1.16%) hanno avuto dei vistosi cedimenti dovuti in gran parte al calo del prezzo del petrolio. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2312 su 5789, NH/NL a 509 su 992 e volume relativo a 1.0. Gli indicatori di sentiment hanno reagito normalmente - la volatilità VIX é salita a 17.11 punti (+0.74), il CBOE Equity put/call ratio resta neutro a 0.45 (la media di lungo periodo é a 0.48 - una DS corrisponde al range 0.41-0.54) e il Fear&Greed Index é sceso a 78 punti (-4 punti). I Summation Index sono scesi.
Il quadro generale tecnico mostra un mercato al rialzo ma frenato dagli eccessi - momentum e partecipazione sono in calo e c'é un rischio latente di una breve correzione di alcuni punti in percentuale. Noi ci aspettavamo un consolidamento tra il 10 ed il 20 di novembre - mancano tre sedute alla fine di questo periodo.
Il cambio EUR/USD ha toccato un nuovo minimo annuale a 1.1264 - stamattina torna a 1.1310. Siamo sorpresi dalla forza dell'USD. Non siamo in grado di dire dove si fermerà questa gamba di ribasso. L'oro invece sembra incontrare delle difficoltà. Dopo aver rotto al rialzo sopra la resistenza a 1830-1834 punti é salito di slancio fino a 1877 USD. Ora é tornato a 1855 USD. Tutti gli analisti parlano di rialzo e prevedono una rapida salita del prezzo dell'oro su nuovi massimi storici. Noi siamo decisamente più prudenti poiché, malgrado il trend rialzista, il movimento manca di forza e momentum.
Concretamente evitiamo di essere esposti in azioni più di quando sarebbe consentito da un normale portafoglio bilanciato. Se invece ci fosse ancora nell'immediato futuro una correzione di un -5% saremmo disposti ad andare speculativamente long per sfruttare il successivo rialzo. Le premesse tecniche per una correzione minore sono ancora ideali e derivano da una combinazione di ipercomperato (p.e. RSI sull'Eurostoxx50 a 72.30 punti) e di eccesso di ottimismo (Fear&Greed Index a 83 punti) e di speculazione al rialzo.
SX7E (banche) -0.63% a 104.05 punti
DAX +0.25% a 16094 punti (nuovo massimo storico)
SMI +1.58% a 12516 punti
FTSE MIB -0.23% a 27732 punti
Nasdaq100 -0.97% a 16199 punti
Insomma - la borsa americana ha dato l'impressione di non voler scendere - ora bisogna vedere se ha già la forza per salire più in alto su un nuovo record storico.
Al momento sia l'USD che l'oro (1858 USD/oncia) salgono assieme - questa non é l'abituale correlazione - non siamo sicuri che la rottura al rialzo dell'oro sopra la resistenza a 1830-1834 USD e il relativo segnale d'acquisto siano validi.
La correzione si sta svolgendo come da copione. Per il momento manca pressione di vendita (lo si vede dai volumi sui titoli in calo). Il rapporto NH/NL sta però decisamente peggiorando (679 su 554) e i Summation Index ieri sono leggermente scesi. Di conseguenza sembra che avremo una correzione strisciante con parecchi rimbalzi intermedi. Idealmente la correzione dovrebbe durare fino a circa il 20 novembre e dovrebbe terminare con un sensibile peggioramento degli indicatori di sentiment. Finora gli investitori sono ancora ottimisti (Fear&Greed Index a 82 punti, -4 punti) - per terminare la correzione ci sarà bisogno che gli speculatori long mollino la presa - dai commenti nei media (Telegram) sembra invece che aspettino unicamente il momento in cui partirà il rally natalizio.
È ovvio che adesso le borse facciano una pausa dopo un mese di rally. Se ci sarà una correzione intermedia dipende dalla psicologia - per ora gli investitori restano ottimisti (Fear&Greed Index a 86 punti) e orientati speculativamente al rialzo (CBOE Equity put/call ratio a 0.44). Sarebbe logico e normale se una volta questa euforia sparisse lasciando il posto ed un approccio al mercato più razionale e pragmatico.
L'S&P500 ha aperto a 4708 punti e per le 16.10 é caduto a 4676 punti - a questo punto i venditori si sono fermati e l'indice é semplicemente oscillato in laterale fino alla chiusura a 4685.25 punti (-0.35%). In questa fase l'indice si é mosso tra i 4670 ed i 4690 punti.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3487 su 4524, NH/NL a 770 (netto calo) su 385 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 17.78 punti (+0.56). I Summation Index sono ancora saliti.
Malgrado il calo degli indici (RUT -0.63%) non sono apparsi problemi particolari - come pensavamo il mercato sembra ora voler consolidare e assorbire l'ipercomperato. Il momentum é in calo. Nei prossimi giorni bisogna controllare se grafici ed indicatori sembrano voler ruotare e preparare un ribasso (correzione) e se invece appena che verranno riassorbiti gli eccessi i compratori torneranno alla carica.
Per ora non sembra che i ribassisti abbiano gli argomenti per prendere il sopravvento.
Le borse asiatiche sono in calo (Nikkei -0.6%, Shanghai -0.6%). L'Eurostoxx50 vale 4350 punti (+6 punti). Le borse europee apriranno con una leggera plusvalenza. La pausa e il consolidamento dovrebbero anche oggi condizionare le borse e provocare una seduta tranquilla - gli indici dovrebbero chiudere stasera senza sostanziali variazioni.
Stamattina il future sull'S&P500 scende di 7 punti. Il Nikkei ha perso il -0.75 - Shanghai sta salendo del +0.2%. Alle 08.40 l'Eurostoxx50 vale 4345 punti - le borse europee apriranno in leggero calo (-0.2%9. Le premesse sono per una seconda seduta di pausa e di consolidamento.
Durante il fine settimana anche gli Stati Uniti hanno abbandonato l'ora estiva. La differenza d'orario tra l'Europa e New York torna ad essere di 6 ore. La borsa americana apre nuovamente alle 15.30 e chiude alla 22.00.
Al momento strutturalmente e a livello di partecipazione il rialzo sta migliorando e non peggiorando. In America il 67.3% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 65.18 punti - i Summation Index salgono. Di conseguenza non prevediamo nessuna inversione di tendenza fino alla prima decade di gennaio dell'anno prossimo. Nel frattempo una correzione intermedia sarebbe possibile ed auspicabile per assorbire gli eccessi. Stagionalmente potrebbe verificarsi tra il 10 ed il 20 novembre quando spesso c'é una fase di debolezza prima che parta il rally della festa del ringraziamento (Thanksgiving, 25 novembre) e di Natale. Il Fear&Greed Index é salito a 85 punti dai 72 punti di una settimana fà - é evidente che l'umore degli investitori non può continuare a migliorare costantemente a questo ritmo e quindi deve succedere prossimamente qualcosa in grado di riportare gli investitori alla realtà.
Nelle prime quattro giornate della settimana l'S&P500 ha terminato la seduta vicino al massimo giornaliero e la leadership della tecnologia é stata evidente - venerdì per la prima volta il ritracciamento e la chiusura lontana dal massimo (-21 punti) sono stati pronunciati e la tecnologia ha mostrato debolezza relativa malgrado un vistoso calo dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.45%, -0.08%). Forse questo é un indizio che il rialzo a corto termine comincia ad avere delle difficoltà - vediamo come inizia la prossima settimana.
SX7E (banche) +1.97% a 104.71 punti
DAX +2.33% a 16054 punti
SMI +1.76% a 12321 punti
FTSE MIB +3.42% a 27796 punti
Nasdaq100 +3.21% a 16359 punti
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap up a 4700 punti. Fino alle 15.00 é salito e ha raggiunto un nuovo record storico a 4718 punti. Poi ha perso terreno e con un'accelerazione é caduto sul minimo giornaliero a 4681 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni l'S&P500 ha recuperato e ha chiuso sul livello d'apertura a 4697.53 punti (+0.37%) con un guadagno di 17 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5172 su 2886, NH/NL a 1528 su 346 e volume relativo a 1.25. Il DJT é salito del +0.66%, il Russell2000 ha guadagnato il +1.44%. Solo la volatilità VIX balla fuori dal coro - invece che scendere é salita a 16.48 punti (+1.04) come se gli investitori istituzionali si stessero preparando ad una correzione del mercato.
I nuovi massimi storici su praticamente tutti gli indici azionari americani sono un segnale indiscutibile di rialzo. A livello tecnico non appare nulla che possa far presagire l'imminenza di un'inversione di tendenza. L'ipercomperato e l'eccesso di rialzo (l'S&P500 é 220 punti sopra la MM a 50 giorni) insieme a parecchio ottimismo e speculazione (CBOE Equity put/call ratio a 0.44, MM a 10 giorni a 0.42) costituiscono delle buone premesse per una breve correzione intermedia di un -5%. Un'eventuale correzione di questo tipo dovrebbe essere comperata in previsione di una successiva continuazione del rialzo fino all'inizio dell'anno prossimo.
Notiamo con preoccupazione molti movimenti imputabili chiaramente all'euforia - ci riferiamo in particolare al balzo delle azioni delle società di semiconduttori NVidia e Qualcomm che ieri senza una ragione particolare sono salite più del 12%. I risultati trimestrali di Qualcomm corrispondevano alle stime degli analisti e non c'era nessuna ragione fondamentale per correre a comperare l'azione. Il tam tam nei social media ha però suonato in favore dell'azione che é stata consigliata all'acquisto su numerosi account in Telegram - il risultato é che tutti gli speculatori si sono buttati a comperare e le quotazioni sono salite come un razzo. Questa irrazionale euforia é estremamente pericolosa e suggerisce che il bull market potrebbe essere nella sua fase terminale e vicino alla fine. Vicino significa però che la festa potrebbe durare ancora qualche mese e se ogni giorno il Nasdaq100 (+1.25% a 16346 punti) guadagna in media il +1% c'é ancora parecchio potenziale di rialzo.
L'S&P500 ha aperto a 4666 punti ed é velocemente salito fino al nuovo record a 4683 punti. Poi é ricaduto fino ai 4665 punti e si é stabilizzato oscillando intorno ai 4670 punti. Sul finale si é impennato a 4680.06 punti (+0.42%). La seduta al NYSE é stata strutturalmente negativa (!) con A/D a 3537 su 4526, NH/NL a 1320 su 317 e volume relativo a 1.2. La volatilità VIX é salita senza rispettare l'abituale correlazione a 15.44 punti (+0.34) - questa é una interessante divergenza che mostra come la VIX ha rispettato il supporto a 15 punti e ha reagito al DSI a 9 punti. Forse un presagio per il resto del mercato?
Per ora non appare nulla di nuovo - la tendenza a corto e medio termine é al rialzo.
Alle 19.00 la FED americana ha comunicato le sue decisioni - come atteso la Banca Centrale americana ha stabilito di diminuire di 15 Mia di USD al mese gli acquisti di obbligazioni (QE). Questa misura, chiamata tapering, significa che l'iniezione di liquidità, attualmente di 120 Mia al mese, lentamente diminuisce. Jerome Powell si é però dato la pena di riassicurare i mercati che la politica monetaria resta decisamente espansiva - la FED ritiene che l'inflazione é temporanea a non vede la necessità nell'immediato futuro di alzare i tassi d'interesse. I mercati finanziari rimangono sommersi da una liquidità che l'economia reale non ha bisogno - questa liquidità circola nel sistema bancario e garantisce un flusso costante di capitali in cerca di obiettivi d'investimento.
Stasera alle 19.00 si conclude la riunione della FED al termine della quale Jerome Powell dovrebbe annunciare l'inizio del tapering. Gli investitori sono stati informati con ampio anticipo di questa decisione e le conseguenze sui mercati finanziari dovrebbero essere modeste. Più che altro c'é un effetto psicologico negativo visto che lentamente verrà a mancare il flusso di liquidità che al momento fà esplodere le borse al rialzo.
Stamattina il future sull'S&P500 guadagna altri 7 punti. Il Giappone ha festeggiato l'esito delle elezioni facendo fare un balzo al Nikkei del +2.61%. Le borse cinesi sono invece miste dopo che dei dati economici hanno confermato il rallentamento della crescita economica. Le borse europee devono scontare la buona chiusura venerdì sera a Wall Street e i guadagni di stamattina del future - l'Eurostoxx50 alle 08.25 vale 4270 punti (+20 punti). La settimana inizia con un'intonazione positiva - non crediamo che finirà con un'altra performance del +1%.
SX7E (banche) -0.07% a 102.68 punti
DAX +0.94% a 15688 punti
SMI +0.43% a 12108 punti
FTSE MIB +1.14% a 26876 punti
Nasdaq100 +3.22% a 15850 punti
Settimana scorsa ci aspettavamo che iniziasse una correzione intermedia - invece il rialzo é continuato trascinato dai big del Nasdaq100. I risultati trimestrali delle imprese americane sono stati misti ma questo non ha influito in maniera determinante sul mercato che ha assorbito facilmente il calo temporaneo di una o dell'altra azione. Le borse europee hanno seguito la borsa americana - non hanno mostrato l'intenzione di poter sviluppare una tendenza propria - l'unica differenza che notiamo, in termini positivi, é la maggiore partecipazione. Le borse europee sono più omogenee con più titoli che si comportano relativamente bene. Sotto questo punto di vista dovrebbero teoricamente reggere meglio ad una eventuale crisi - sappiamo però da esperienze del passato che non é il caso.
La seduta al NYSE é stata però strutturalmente negativa (!) con A/D a 3602 su 4423 e volume relativo a 1.15. La volatilità VIX é scesa a 16.26 punti (-0.2/), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.46 mentre il Fear&Greed Index si é fermato a 72 punti (=). Gli investitori sono ottimisti ma non pericolosamente euforici. I Summation Index sono leggermente saliti.
Nel complesso ci sono parecchie divergenze negative a livello di partecipazione ma la tendenza al rialzo sembra costante e solida - non vediamo nulla che potrebbe farci temere a breve l'inizio di una sostanziale correzione. D'altra parte l'eccesso di rialzo e di ottimismo potrebbero in ogni momento provocare una correzione intermedia di un -3% nel caso in cui una notizia negativa e imprevista fosse in grado di scuotere la fiducia degli investitori. Il nostro obiettivo a 4440 punti di S&P500 per una eventuale correzione intermedia rimane una valida opzione.
In ogni caso ieri gli investitori avevano voglia di dimenticare la deludente seduta di mercoledì e hanno riposto le loro speranze su Apple (+2.50%) e Amazon (+1.59%) che dopo la chiusura del mercato a New York dovevano pubblicare i loro risultati trimestrali. I dati sono inferiori alle stime degli analisti ma la reazione negativa del mercato é contenuta - il future sull'S&P500 stamattina sta perdendo 22 punti. Per il resto sono i soliti nomi (Tesla +3.77%) e i soliti temi ad attirare l'interesse degli investitori.
Ieri la borsa americana ha subito cancellato le perdite di mercoledì con una seduta speculare per quel che riguarda il rapporto A/D (5952 su 2089). La variante più probabile per il prossimo futuro é quella di un consolidamento - in questa fase una correzione minore fino ai 4440 punti di S&P500 é possibile.
Per il momento l'Eurostoxx50 (+0.31% a 4233 punti) si comporta leggermente meglio di quanto ci eravamo immaginati. Per lo meno ieri ha guadagnato ancora 13 punti e questa é la migliore chiusura del mese. I 4250 punti non sono ancora stati raggiunti.
Il 20 ottobre avevamo segnalato che l'indice delle banche SX7E (-0.91% a 102.56 punti) sembrava arrivato a fine corsa. I 103 punti sembrano una valida resistenza difficilmente valicabile. Ieri le azioni delle banche sottoperformano malgrado un aumento dei tassi d'interesse...
In generale le borse europee non sembrano avere la forza per salire decisamente più in alto.
Non vale la pena fare adesso grandi valutazioni - sappiamo che oggi avremo una seduta negativa. Attendiamo la chiusura settimanale per una valutazione globale della situazione tecnica. Ora che i big della tecnologia hanno pubblicato i risultati trimestrali sappiamo che non tutto funziona alla perfezione. Microsoft, Tesla e Google hanno entusiasmato gli investitori e sono state premiate con forti guadagni. Apple, Amazon e Facebook hanno deluso - questo risultato misto dovrebbe rispecchiarsi nella borsa che sembra per il momento arrivata a fine corsa.
Microsoft (+4.21%) e Google (+4.84%) salvano gli indici da una seduta pessima (A/D a 1928 su 6141)
Oggi dopo la chiusura a Wall Street verranno pubblicati i risultati trimestrali di Apple e Amazon - molti investitori si aspettano miracoli (specialmente da Apple) e una ripetizione del rally di ieri di Microsoft e Google. È quindi probabile che oggi avremo una seduta d'attesa con un possibile modesto rimbalzo tecnico per molte azioni che ieri sono state massacrate.
Stamattina il Nikkei ha perso il -0.96% - le borse cinesi sono in calo di circa il -1%.
Anche la borsa tedesca ha sorpreso in bene. Proprio quando non davamo più molte probabilità al DAX (+1.01% a 15757 punti) di riprendere il rialzo é arrivata questa seduta positiva con un guadagno di 157 punti. Il DAX é tornato dove era già a giugno - non c'é ancora ragione per entusiasmarsi. Però ieri il DAX ha aperto in gap up ed é riuscito a difendere un forte guadagno fino alla chiusura. Riesce inoltre a spostare verso l'alto il bordo superiore delle BB e questo é un segnale di forza. Nel complesso é stata una seduta costruttiva. La tendenza é però ancora neutra anche perché lentamente l'indice é in ipercomperato mentre la MM a 50 giorni scende. Temiamo quindi che nei prossimi giorni il DAX debba tornare sui 15500 punti.
Stamattina il Nikkei é in pari mentre le borse cinesi sono in calo del -1%. Un'altra società immobiliare cinese non é in grado di ripagare i debiti e sta fallendo. il mercato immobiliare cinese traballa e non siamo convinti che non ci saranno conseguenze importanti sull'economia mondiale.
L'S&P500 ha aperto a 4554 punti, é sceso brevemente a 4537 punti ma poi é partito al rialzo e a metà seduta ha raggiunto i 4568 punti. È rimasto alcune ore ad oscillare su questo livello con un nuovo record storico a 4571 punti ed ha chiuso a 4566.48 punti (+0.47%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5281 su 2805, NH/NL a 1068 su 458 (parecchi...) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é ridiscesa a 15.24 punti (-0.19), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.41 e il Fear&Greed Index é salito a 71 punti (+4). C'é parecchio ottimismo ma non possiamo ancora parlare di euforia - sugli indicatori di sentiment c'é margine di miglioramento. I Summation Index salgono. La borsa americana é nel complesso in buona forma.
Per il momento abbiamo un inizio di settimana tranquillo. Oggi dopo la chiusura a Wall Street sono attesi i risultati trimestrali di Facebook.
Infine, da buoni svizzeri, siamo sempre inquieti quando il CHF si rafforza (EUR/CHF a 1.0662) - il cambio EUR/CHF é sceso sul minimo annuale e movimenti di questo tipo hanno spesso preceduto lo scoppio di una crisi finanziaria - forse il fallimento strisciante di Evergrande ci riserverà ancora delle sorprese sgradevoli e potrebbe veramente far scoppiare l'enorme bolla immobiliare cinese.
SX7E (banche) -0.67% a 102.75 punti
DAX -0.28% a 15543 punti
SMI +0.79% a 12056 punti
FTSE MIB +0.31% a 26571 punti
Nasdaq100 +1.37% a 15355 punti
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3800 su 4215, NH/NL a 978 su 584 e volume relativo a 1.0. I dati sul sentiment sono peggiorati di poco (Fear&Greed Index a 67 punti, - 2). I Summation Index continuano a salire. Per il momento dobbiamo classificare questa seduta come una normale pausa di consolidamento all'interno di un trend rialzista. Solo settimana prossima sapremo se la nostra ipotesi di una veloce correzione intermedia é giusta. Al momento attuale e sulla base degli indicatori e dei dati in nostro possesso la variante più probabile é una continuazione del rialzo in direzione dei 4600 punti di S&P500.
Attenzione però che statisticamente l'ultima settimana di ottobre é la peggiore dell'anno. I risultati trimestrali degli AGMAF hanno il potenziale per scatenare dei sostanzaili movimenti degli indici azionari - soprattutto sul Nasdaq100.
Riassumendo per ora non c'é niente di nuovo - le borse europee sono in un trend neutro e non danno l'impressione di voler partire in una o nell'altra direzione. In America abbiamo un regolare rialzo che ha il difetto di mostrare una scarsa partecipazione - dall'esperienza di luglio e agosto sappiamo però che gli indici sono in grado di ignorare questo problema per parecchio tempo.
Anche il settore bancario (SX7E +0.37% a 103.50 punti) sembra aver trovato la sua giusta valutazione e senza un miglioramento sostanziale delle prospettive di crescita economica o un netto aumento dei tassi d'interesse di mercato non sembra poter salire molto più in alto.
A corto termine il rialzo dell'S&P500 e dal Nasdaq100 (+0.71% a 15410 punti) é molto esteso e gli investitori sono diventati decisamente ottimisti (VIX a 15.70 punti, -0.61 / Fear&Greed Index a 62 punti, +7)) e speculativamente orientati al rialzo (CBOE Equity put/call ratio a 0.40). Sappiamo che questi sono dei buoni presupposti per una correzione ma non significa necessariamente che una caduta della borsa é dietro l'angolo. I cicli sono favorevoli fino a fine anno - é però da escludere che il rialzo possa continuare al ritmo delle ultime 5 sedute durante le quali l'S&P500 ha guadagnato circa 190 punti.
Stamattina le borse asiatiche sono miste e poco mosse.
Insomma - seduta positiva ma i dati sulla partecipazione non confermano la buona forma della borsa.
Tre settori hanno trascinato il rialzo - se però si guarda dietro le quinte si scopre qualcosa di sorprendente. Dietro Consumer Cyclical troviamo Amazon (+1.11%) e Tesla (+3.21%) - dietro Communication Services c'é tra altri Facebook (+3.26) e Google (+1.00%) e nell'amata tecnologia i maggiori guadagni arrivano da Apple (+1.18%) e Microsoft (+1.01%).
A breve il movimento di rialzo comincia già ad essere troppo esteso - l'S&P500 (+0.75% a 4471.37 punti) e arrivato sul bordo superiore delle Bollinger Bands mentre la volatilità VIX (6.30 punti, -0.56) é già scesa sul primo supporto a 16 punti. Venerdì il Fear&Greed Index é balzato di 12 punti a 51 punti - il cambio d'umore é evidente. Sullo slancio pensiamo che lunedì mattina le borse si presenteranno ancora in guadagno - spesso il primo rally d'uscita da una base dura almeno tre giorni a causa della copertura delle posizioni short. Poi però dovrebbe seguire un ritracciamento e un consolidamento specialmente se i tassi d'interesse continuano a salire come hanno fatto venerdì.
SX7E (banche) +0.71% a 103.45 punti
DAX +2.51% a 15587 punti
SMI +1.67% a 11961 punti
FTSE MIB +1.68% a 26489 punti
Nasdaq100 +0.63% a 15146 punti
L'S&P500 ha aperto a 4457 punti, é salito a 4470 punti ed é ridisceso alle 16.30 a 4458 punti. Dopo aver mostrato di non poter cadere in negativo l'indice é partito decisamente al rialzo ed é regolarmente salito fino a 4475 punti di massimo - ha chiuso a 4471.37 punti (+0.75%). Il Nasdaq100 (+0.63% a 15146 punti) ha seguito l'S&P500 mentre il Russell2000 (-0.37%) ha rovinato la giornata almeno per quel che riguarda la partecipazione. La seduta al NYSE é stata in effetti di poco positiva con A/D a 4047 su 3952, NH/NL a 1201 su 257 e volume relativo a 1.0. Il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.48. I Summation Index salgono. Per inciso l'S&P500 é sullo stesso livello del 15 settembre (30 giorni fà) - le due candele sul grafico si assomigliano.
Per definizione la tendenza di fondo della borsa americana é tornata al rialzo con il 51.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.04.
In generale questa seduta positiva é stato un movimento liberatorio che fa passare definitivamente al rialzo il trend a corto termine. Il rischio di un test dei minimi di inizio ottobre é stato eliminato.
Probabilmente ci sono ancora parecchi traders short che sono stati sorpresi dalla velocità del rialzo - dovranno chiudere le posizioni e comperare dando ancora una spinta agli indici per uno o due giorni. Poi molto dipenderà dai tassi d'interesse. A questo riguardo c'é un conflitto di interessi - la borsa sale quando salgono i prezzi delle materie prime con il petrolio in prima linea. Se i prezzi salgono aumentano le prospettive d'inflazione - con questo scenario é difficile che i tassi d'interesse possano scendere in maniera sostanziale. Pensiamo di conseguenza che la corsa dell'S&P500 si fermerà sui 4460 punti - poi ci sarà nuovamente una pausa con un possibile ritorno a 4400 punti.
I dati sulle vendite al dettaglio in America attesi alle 14.30 dovrebbero rilanciare la discussione sulla dinamica della ripresa economica e potrebbero avere ripercussioni sui tassi d'interesse.
I Summation Index stanno salendo.
Dopo questa giornata dobbiamo ammettere che lo sviluppo a breve é incerto. Se ieri eravamo convinti che ci dovesse essere ancora una spinta di ribasso con un test pesante dei minimi di settembre oggi sembra possibile che la correzione si risolva con la formazione di una base e una lenta ripresa del rialzo.
Riassumendo la borsa americana non trova gli argomenti per salire - manca di "trazione". Probabilmente deve quindi ridiscendere per trovare terreno solido.
Il future sull'S&P500 sta cadendo di altri 22 punti - l'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4030 punti (-42 punti) - le borse europee apriranno con una perdita del -1% - potrebbe esserci un recupero ma difficilmente oggi gli indici azionari chiuderanno senza perdite.
Questa settimana inizia il periodo di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese. Nella seconda parte della settimana sono di turno le grandi banche. Probabilmente i dati riguardanti gli utili delle imprese e le prospettive per il futuro saranno in grado di dare una tendenza ai mercati azionari per le prossime settimane.
Oggi sono assente - i commenti sui mercati azionari americani delle 14.00 non verranno pubblicati.
SX7E (banche) +3.73% a 102.72 punti
DAX +0.33% a 15206 punti
SMI +1.64% a 11765 punti
FTSE MIB +1.70% a 26051 punti
Nasdaq100 +0.19% a 14820 punti
La seduta di venerdì non ci ha detto nulla di nuovo. Le borse europee hanno digerito il rally di giovedì con un modesto ritracciamento (Eurostoxx50 -0.61% a 4073 punti, DAX -0.29% a 15206 punti). Gli investitori si sono preoccupati quando la borsa americana é scesa nella prima parte della seduta a New York con la conseguenza che le perdite si sono concretizzate dopo le 15.15 quando gli indici erano ancora in pari. I temi banche (SX7E +0.07%) e energia (ENI +2.33%) sono ancora dominanti e di conseguenza la forza relativa della borsa italiana permane (FTSE MIB +0.23% a 26051 punti). Gli indici sono adesso tra la MM a 200 giorni e la MM a 50 giorni che si stanno appiattendo - é una situazione di stabilità ma non vediamo niente che inciti al rialzo. Il nostro indicatore proprietario di medio termine basato sulla stocastica é sui 32 punti in una scala da 0 a 100 - migliora ma é ancora su sell.
L'S&P500 ha aperto a 4410 punti e dopo una lunga fase di incertezza é sceso alle 19.30 sul minimo a 4389 punti. Per le 20.30 é tornato a 4405 punti ma nuovamente non é riuscito a stare sopra i 4440 punti ed é ricaduto in chiusura a 4391.34 punti (-0.19%). La tecnologia ha nuovamente deluso (Nasdaq100 -0.51%) e stavolta neanche il Russell2000 (-0.76%) ha salvato il listino. La conseguenza é una seduta negativa con A/D a 3092 su 4802, NH/NL a 705 su 487 e volume relativo a 0.85. La volatilità VIX é scesa a 18.77 punti (-0.77) mentre il CBOE Equity put/call ratio era abbastanza alto a 0.55 - dagli indicatori di sentiment arrivano segnali misti e contraddittori.
La tendenza di fondo della borsa americana é al massimo neutra con il 38.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 53.83.
Lunedì in America si festeggia il Columbus Day. Il mercato obbligazionario é chiuso - la borsa a Wall Street tratta normalmente. Probabilmente i volumi di titoli trattati saranno inferiori allla media.
In generale abbiamo un netto miglioramento della situazione tecnica - la correzione é finita e ci sono le premesse per la ripresa del rialzo. I postumi della correzione devono però ancora essere assorbiti con una pausa di consolidamento che potrebbe essere contrassegnata da parecchia volatilità.
Il DAX (+1.05% a 15194 punti) si é comportato in maniera simile. Il supporto a 15000 punti si dimostra solido - può ancora essere testato ma dovrebbe costituire il minimo della correzione.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5161 su 2826, NH/NL a 585 su 807 (entrambi in calo!) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é caduta a 21.30 punti (-1.66) mentre il CBOE Equity put/call ratio é nuovamente neutro a 0.45. I Summation Index sono ancora in leggero calo.
La migliore garanzia per un solido minimo sarebbe un pò di panico. Finora negli indicatori di sentiment (VIX a 22.96 punti, +1.81) abbiamo notato pessimismo ma nessun eccesso che possa suggerire che gli investitori sono in panico.
Ieri gli indici hanno marginalmente superato al ribasso i minimi di venerdì - la pressione di vendita é però sparita dopo un'ora di contrattazioni e gli indici hanno chiuso decisamente sopra il minimo giornaliero. Non crediamo che gli indici debbano scendere decisamente più in basso - hanno però bisogno di una decina di giorni di consolidamento prima che possa svilupparsi un sostenibile movimento di rialzo.
Il quadro odierno non é sorprendente - fino a metà ottobre ci aspettiamo mercati relativamente deboli. Le premesse oggi sono per una seduta moderatamente negativa malgrado tassi d'interesse in leggero calo.
Ora bisogna chiedersi cosa potrebbe succedere da adesso fino alla fine dell'anno. I cicli da metà ottobre sono moderatamente positivi e quindi ci aspettiamo che gli indici risalgano. Formalmente questa correzione é finita se l'S&P500 riesce a terminare una seduta sopra i 4403-4406 punti o se supera la linea di trend discendente che abbiamo inserito sul grafico. Ci preoccupa lo sviluppo dei tassi d'interesse. Tra giovedì e venerdì il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 1.48% (-0.04%) - in generale però i tassi d'interesse sembrano in una fase di rialzo di medio termine e il ritracciamente degli ultimi due giorni sembra solo un normale test dell'alto delle precedenti resistenze e ora supporti. Evitando di rendere l'analisi troppo complicata o dettagliata sembra che fino a fine anno i tassi d'interesse debbano tendenzialmente salire e con questa premessa dubitiamo che la borsa americana posso tornare agli splendori del mese di agosto. Il discorso per le borse europee é ancora più difficile poiché praticamente da aprile gli indici si limitano ad oscillare in laterale senza fare sostanziali progressi. Parliamo ancora di rialzo poiché le MM a 50 e 200 giorni stanno ancora leggermente salendo - in pratica però la tendenza di fondo é neutra. L'unica ragione per cui troviamo che l'Europa é ancora interessante sono le valutazioni fondamentali che sono ancora ragionevoli rispetta alle oscene valutazioni della borsa americana.
Secondo i grafici e i nostri indicatori il cambio EUR/USD (1.1595) a 1.1560 e l'oro (1761 USD/oncia) a 1721 USD hanno toccato dei minimi significativi e nelle prossime settimane e mesi dovrebbero tendenzialmente guadagnare terreno rispettando la conosciuta correlazione negativa tra USD e oro.
SX7E (banche) +1.22% a 99.02 punti
DAX -2.42% a 15156 punti
SMI -2.05% a 11575 punti
FTSE MIB -1.36% a 25615 punti
Nasdaq100 -3.50% a 14791 punti
L'S&P500 ha aperto a 4327 punti e all'inizio é ancora sceso a 4288 punti di minimo. Ha in seguito recuperato e a metà seduta si é attestato a 4330 punti. Dopo le 20.00 c'é ancora stata una spinta di rialzo fino a 4375 punti e l'indice ha infine chiuso a 4357.04 punti (+1.15%) con un decisamente inatteso guadagno di 49 punti che formalmente rappresenta un key reversal day. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5643 su 2332, NH/NL a 682 su 1083 e volume relativo a 1.0. Malgrado la pessima apertura e i nuovi netti minimi a 30 giorni i NL erano di poco superiori a martedì. La volatilità VIX é scesa a 21.15 punti (-1.99), il CBOE Equity put/call ratio era neutro sulla media di lungo periodo a 0.56 mentre il Fear&Greed Index é ancora basso a 27 punti (+2). I Summation Index salgono impercettibilmente. La tendenza di fondo della borsa americana é da neutra a ribassista con il 37.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 51.11.
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4380 punti, ha toccato un massimo a 4382 punti e poi é sceso. Dopo una prima spinta di ribasso a 4315 punti c'é stato un recupero fino a 4348 punti. Nell'ultima ora c'é stata una caduta finale fino a 4307.54 punti (-1.19%). Stranamente sia Nasdaq100 (-0.43%) che Russell2000 (-0.94%) hanno perso meno. La conseguenza é che la seduta al NYSE é stata negativa ma non pessima: A/D a 3082 su 4902, NH/NL a 443 su 966 e volume relativo a 1.1. I dati sul sentiment sono cambiati poco: VIX a 23.14 punti (+0.58), CBOE Equity put/call ratio a 0.58 e Fear&Greed Index a 25 punti (-3). Purtroppo pensiamo che per terminare la correzione ci vorrà del panico - finora vediamo pessimismo ma nessun panico.
L'SMI svizzero doveva terminare la correzione a medio termine a 11400 punti. Martedì ha toccato un minimo a 11465 punti. Ieri é salito con forza relativa e buona partecipazione a 11628 punti (+1.24%). Teniamo d'occhio questo mercato che potrebbe anticipare lo sviluppo delle altre borse di una decina di giorni.
Il cambio EUR/USD é caduto sul minimo annuale a 1.1590. Siamo sorpresi da questa facile rottura al ribasso - ora il cambio dovrebbe cadere fino a 1.15.
Il risultato é che ieri c'é stata un'ondata di vendite ed é partita l'attesa seconda spinta di ribasso. Noi pensavamo che ci sarebbe stata una pausa fino a fine mese e che la correzione di medio termine sarebbe ripresa solo ad ottobre - abbiamo sbagliato la tempistica - per il resto la previsione é esatta. Ora dovremmo cercare di gestire questa anticipata e profonda spinta di ribasso. L'S&P500 (-2.04% a 4352.63 punti) doveva ridiscendere sui 4300 punti - ieri ha toccato un minimo a 4346 punti. L'Eurostoxx50 (-2.56% a 4058 punti) aveva un obiettivo a 4000 punti. Se la correzione deve durare fino a metà ottobre é ovvio che nel frattempo gli indici non possono solo scendere - ci saranno dei rimbalzi tecnici e della fasi di stasi - é anche possibile che gli indici debbano scendere decisamente più in basso. Potremmo dare maggiori informazioni dopo aver osservato le caratteristiche e l'intensità del prossimo rimbalzo.
La ragione é evidente - ieri neanche le banche (SX7E -2.26% a 98.62 punti) sono riuscite a salvarsi dalle vendite - é un segno che comincia già ad esserci un certo fuggi fuggi generale - quando si ha paura si vende tutto.
La borsa svizzera può consolarsi - l'SMI ha perso "solo" il -1.76% a 11485 punti - l'obiettivo a 11400 punti é vicino e l'ipervenduto dovrebbe cominciare a fare effetto. L'aspetto difensivo dell'indice dovrebbe preservare l'SMI da ulteriori pesanti danni.
Il cambio EUR/USD scende a 1.1685 - il minimo annuale é a 1.1665 - secondo noi questo supporto dovrebbe reggere almeno il primo attacco. Il cambio sembra voler usare 1.18 come livello di riferimento per continuare ad oscillare in laterale.
La seduta al NYSE é stata pessima con A/D a 1159 su 6878, NH/NL a 609 su 1005 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 23.25 punti (+4.49), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.55 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 28 punti (-6) - nel complesso negli indicatori di sentiment appare pessimismo ma non panico.
Nel complesso osserviamo una sana rotazione tra settori che dovrebbe impedire alla borsa americana di subire gravi danni. Il trend ribassista dai massimi di settembre é però ormai evidente. Se l'S&P500 rompesse il supporto intermedio a 4403-4406 punti dovrebbe in seguito cadere fino ai 4300 punti. Secondo gli oscillatori questo impulso ribassista dovrebbe arrivare solo settimana prossima.
Nel resto del mondo invece si continua a pensare che i governi aumenteranno la spesa pubblica e che le Banche Centrali manterranno una politica monetaria espansiva all'infinito. Gli investitori sono convinti che la bolla speculativa delle borse debba crescere continuamente e che non si sgonfierà mai. Forse la Cina sta agendo in maniera più saggia e previdente delle autorità politiche e monetarie occidentali. Nella sua ultima seduta la FED americana ha deciso di ridurre gli acquisti di obbligazioni sul mercato - operazione conosciuta come Quantitative Easing. Al momento la FED acquista 120 Mia di USD di titoli al mese. Molti operatori si aspettano che la riduzione inizi a novembre di quest'anno. Nel frattempo i tassi d'interesse di mercato stanno salendo - il reddito dell'USTBond decennale é lievitato venerdì a 1.47% (+0.06%). I mercati azionari rappresentano per le economie occidentali il mercato immobiliare cinese. Sono decisamente sopravvalutati - questo é il risultato di anni di politiche fiscali e monetarie eccessivamente espansive. Vedremo come in America ed in Europa verrà risolto questo evidente problema. Malgrado che i tassi d'interesse anche in Europa stiano salendo, il reddito delle obbligazioni di Stato é ancora in gran parte negativo (reddito del Bund decennale a -0.22%). A confronto le azioni sono ancora attrattive. Le obbligazioni non sono concorrenziali.
SX7E (banche) +1.25% a 97.82 punti
DAX +0.27% a 15531 punti
SMI -0.99% a 11817 punti
FTSE MIB +1.01% a 25968 punti
Nasdaq100 -0.02% a 15329 punti
Ci sorprende il fatto che negli indicatori di sentiment non appare mai pessimismo o panico. Sono solo i rialzisti a fermarsi e diventare cauti - mai i ribassisti ad essere veramente aggressivi - nessuno osa più essere bearish dopo mesi di fallimenti nelle speculazioni al ribasso.
L'S&P500 ha aperto sul minimo a 4436 punti e dopo mezz'ora era già a 4455 punti. È poi oscillato in laterale con un minimo a 4440 punti per salire in serata sul massimo a 4463 punti. Ha chiuso a 4455.48 punti (+0.15%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3130 su 4822 (a causa dell calo del Russell2000, -0.49%), NH/NL a 677 su 425 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 17.75 punti (-0.88), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.57 mentre il Fear&Greed Index é lievitato a 32 punti (+1 punto). I Summation Index sono leggermente saliti. Noterete che gli indicatori mandano segnali contraddittori - questa é la conseguenza di un trend rialzista di corto termine e uno ribassista di medio termine. Secondo gli oscillatori il trend positivo di breve potrebbe perdurare ancora per due o tre sedute.
Siamo però convinti che nelle prossime due a tre settimane gli indici azionari debbano per saldo scendere - questo anche perché sui grafici si vedono delle evidente linee di trend discendenti dai massimi di inizio settembre.
Ieri l'indice delle banche europee SX7E (+2.36% a 97.40 punti) ha nuovamente sovraperformato il resto del mercato anche grazie ad un netto aumento dei tassi d'interesse di mercato. Come d'abitudine ne ha approfittato il FTSE MIB (+1.41% a 26081 punti).
Ieri l'S&P50 ha subito messo le cose in chiaro. Ha aperto a 4418 punti e dopo mezz'ora si trovava già a 4448 punti. In seguito il ritmo di salita é diminuito - l'indice ha guadagnato terreno fino alle 20.00 quando ha toccato il massimo a 4465 punti. Come é salito é poi sceso - regolarmente e con calma. In chiusura é tornato a 4448.98 punti (+1.21%). Il rialzo ha coinvolto tutto il listino (Nasdaq100 +0.92%, DJT +1.67%, RUT +1.82%). Solo la tecnologia sembra farsi frenare dall'aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.41%, +0.09%). La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5975 su 1997, NH/NL a 746 su 267 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é caduta a 18.63 punti (-2.24), il CBOE Equity put/call ratio era nuovamente basso a 0.43 e il Fear&Greed Index, che reagisce in ritardo, é balzato a 31 punti (+6 punti). Ora il mercato deve digerire due ottime sedute. Se l'S&P500 riesce a consolidare sui 4430 punti é probabile che settimana prossima debba salire più in alto. Se invece scende nuovamente sotto i 4416 punti torna in auge la variante della correzione a medio termine.
Tapering da novembre e nessun aumento dei tassi d'interesse nel 2022 - gli investitori sono soddisfatti
Il DAX (+1.03% a 15506 punti) e il FTSE MIB (+1.44% a 25717 punti) si comportano come l'Eurostoxx50 e si trovano in una situazione tecnica simile. L'SMI (+0.41% a 11837 punti) in questo momento fatica a recuperare poiché i titoli difensivi appesantiscono l'indice. Il rimbalzo delle borse europee é trascinato dai titoli ciclici e non da quelli difensivi come alimentari o farmaceutica.
L'indice delle banche SX7E é balzato del +2.99% a 95.15 punti. La forte reazione non ci sorprende - nel commento di ieri mattina abbiamo scritto che il crollo degli scorsi giorni era ingiustificato.
Ripetiamo - la tendenza a corto termine é al rialzo ma verso l'alto c'é poco spazio - a medio termine gli indicatori sono ancora negativi e ci dicono che la correzione non é terminata.
Avrete notato che finora abbiamo parlato di correzione. Nel linguaggio tecnico questo significa che la tendenza di base dovrebbe restare al rialzo e che quindi nelle prossime settimane gli indici azionari dovrebbero ricominciare a salire. Questo però non é sicuro. Parliamo di correzione solo perché adesso non é ancora chiaro qual'é la tendenza dominante - non ci sono ancora abbastanza segnali negativi per poter dire che si é verificata un'inversione di tendenza. Secondo i nostri indicatori di base la tendenza di fondo della borsa americana é da neutra a ribassista (il 31.1% dei titoli sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 50.40 punti). La MM a 50 giorni, che da inizio anno sosteneva il rialzo, é stata indiscutibilmente e chiaramente rotta al ribasso. Sui grafici si sono formati dei minimi discendenti (il minimo attuale é inferiore a quello di metà agosto). Bisogna però osservare lo svolgimento del rimbalzo iniziato lunedì per poter dire con sicurezza che il trend di base sta cambiando. Se gli indici riuscissero a tornare sopra le MM a 50 giorni e consolidassero fino a metà ottobre é possibile che per fino alla fine dell'anno possa esserci ancora un tentativo di migliorare i massimi storici rispettivamente i massimi annuali. Ricordiamoci che le premesse del bull market sono ancora presenti - le politiche monetarie delle Banche Centrali rimangono estremamente espansive e la spesa pubblica aumenta costantemente per combattere gli effetti negativi della pandemia. I tassi d'interesse finora non salgono (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 1.33%). A questo riguardo sarà interessante constatare cosa decide la FED americana. La riunione odierna termina stasera alle 20.00.
Il settore bancario (SX7E +0.15% a 92.39 punti) é molto debole e ha perso nella correzione molto di più che il resto del mercato. Molti investitori temono che la crisi di Evergrande possa intaccare il sistema finanziario e pensano che gli istituti bancari possano restare coinvolti. Noi non condividiamo questo pessimismo anche perché i beni rifugio come oro o CHF non vengono comperati - non sembra che i mercati si stanno orientando verso una profonda crisi a livello mondiale. Il problema dovrebbe essere circoscritto alla Cina.
Notiamo che i Summation Index sono in calo - molti investitori stanno da mesi perdendo soldi nella borsa americana e probabilmente non hanno più voglia di speculare al rialzo. Solo la tecnologia (Nasdaq100 +0.10%) continua a comportarsi relativamente bene.
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Nel caso che succedesse qualcosa di importante, se iniziasse una correzione o se si verificasse un'inversione di tendenza pubblicherò il commento del mattino in forma abbreviata.
Riassumendo prevediamo ora una correzione intermedia di circa un -3% sull'S&P500 e -4%/-5% sul Nasdaq100. Temiamo che in questa fase la caduta delle borse europee potrebbe essere più pesante ma bisogna fare attenzione ai cambi. L'attuale rafforzamento dell'EUR (cambio EUR/USD a 1.1880) sembra mettere in difficoltà gli indici azionari europei - pensiamo però che la resistenza a 1.19 dovrebbe reggere.
La tendenza di fondo della borsa americana é d'altra parte saldamente al rialzo (59.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 61.89) e non vediamo dei cambiamenti negli indicatori che possano farci presupporre un'inversione di tendenza.
SX7E (banche) +0.02% a 96.88 punti
DAX -0.45% a 15781 punti
SMI -0.70% a 12351 punti
FTSE MIB +0.22% a 26064 punti
Nasdaq100 +1.42% a 15652 punti
Come d'abitudine il mercato é stato sorretto dalla tecnologia (Nasdaq100 +0.31% a 15652 punti) mentre il resto del listino era debole (DJT -1.07%, RUT -0.52%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3208 su 4674, NH/NL a 794 (sempre pochi!) su 204 e volume relativo a 0.75. La volatilità VIX é rimasta ferma a 16.41 punti (+0.00), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.50 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 54 punti (-2). I Summation Index stanno salendo.
Le borse europee sono rimaste ferme fino nel primo pomeriggio. Dopo le notizie economiche provenienti dall'America sono cadute e in seguito non sono più riuscite a recuperare malgrado il buon esempio dell'America. L'Eurostoxx50 ha concluso la giornata con un calo del -0.71% a 4202 punti. Gli altri indici hanno subito perdite simili e di conseguenza la seduta é stata moderatamente negativa malgrado che al momento in cui l'Europa ha chiuso gli indici americani fossero già praticamente in pari.
Nelle varie inchieste effettuate in America gli investitori non sono particolarmente ottimisti. I bulls non sono molti - mancano però le voci negative. Nessuno osa prevedere un calo del mercato azionario. Il consenso é che il rialzo deve continuare almeno fino a fine anno con poco potenziale e nessun rischio di una sostanziale correzione. Stranamente i catastrofisti hanno spostato l'inizio del grande ribasso all'anno prossimo quando la FED sarà obbligata a diminuire lo stimolo monetario. Ricordiamoci però che raramente le borse si comportano secondo il consenso. Teniamo gli occhi aperti e in particolare non escludiamo la variante dell'accelerazione di tipo esaustivo - in questo caso anche l'Europa verrà risucchiata verso l'alto.
Mentre in America si festeggia un record dopo l'altro le borse europee seguono a distanza e rispetto ai massimi di giugno hanno fatto ben pochi progressi. Anche ieri l'Eurostoxx50 (+0.10% a 4232 punti) non ha saputo fare di meglio che guadagnare solo 4 punti.
Ieri l'S&P500 ha aperto a 4542 punti e velocemente é salito sul nuovo record storico a 4545.85 punti. Fino alle 19.00 ha ballato intorno ai 4540 punti e poi in un'ora é sceso a 4524 punti di minimo. Fino a poco prima della chiusura é oscillato intorno ai 4528 punti. Negli ultimi minuti degli acquisti hanno fissato la chiusura a 4536.95 punti (+0.28%).
La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5228 su 2657, NH/NL a 1093 su 123 e volume relativo a 0.95. I dati sul sentiment sono praticamente invariati - i Summation Index salgono.
In generale non vediamo segnali di cedimento - al contrario sembra che gli acquisti si stiamo estendendo ad altri settori ciclici. Sembra che il rialzo possa continuare - vedremo se subirà un'accelerazione o se invece l'S&P500 continuerà a salire al ritmo di 35-40 punti.
Ora il future sull'S&P500 é a 4542 punti (+7 punti). L'Eurostoxx50 vale 4231 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate. Stamattina proveranno a salire - poi si fermeranno in attesa di conoscere le intenzioni degli americani. Alle 14.30 verrà pubblicato il job report di agosto. Poiché gli investitori sono ottimisti interpreteranno qualsiasi numero in maniera positiva. Se i dati sono buoni significa che la ripresa economica galoppa - se i dati sono deludenti significa che la FED non potrà diminuire la spinta monetaria. In ogni caso ci aspettiamo una seduta moderatamente positiva. Lunedì l'America festeggia il giorno del lavoro (Labour Day).
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4530 punti e all'inizio é oscillato senza direzione toccando un minimo a 4525 punti. Dopo le 18.00 ha deciso di salire e alle 19.30 ha raggiunto il massimo a 4537 punti. Il record storico di lunedì non é stato migliorato per una frazione di punto. Poi sono arrivate le vendite e a strappi irregolari l'indice é sceso fino alla chiusura a 4524.09 punti (+0.03%). La seduta al NYSE é stata positiva (grazie a DJT +0.61% e RUT +0.58%) con A/D a 4766 su 3101, NH/NL a 878 su 152 e volume relativo a 1.0. Gli indicatori di sentiment sono stabili (VIX a 16.11 punti (-0.37), CBOE Equity put/call ratio a 0.45, Fear&Greed Index a 57 punti (-4)).
Insomma - nulla indica che il rialzo é alla fine. Nelle ultime due sedute però le forze di compratori e venditori si sono equivalse. Poiché il mese di settembre é statisticamente il peggiore dell'anno e gli indici sono ipercomperati, in eccesso di rialzo e a contatto con delle resistenze, consigliamo di tenere gli occhi aperti e fare attenzione.
Il DAX (-0.33% a 15835 punti) ha raggiunto i 16006 punti di massimo - ha sfiorato il precedente massimo storico a 16030 punti. Da questa ovvia resistenza e dal bordo superiore delle BB é stato però respinto e ha chiuso 170 punti più in basso con una perdita di 52 punti. I tassi d'interesse sono saliti. L'indice delle banche ha risposto con un moderato rialzo (SX7E +0.75% a 96.76 punti) - sinceramente ci saremmo aspettati di più - questo indice é ormai senza direzione e non sembra in grado di attaccare nuovamente la resistenza a 100 punti. Il FTSE MIB (-0.06% a 26009 punti) non ha saputo approfittare dei guadagni del settore bancario europeo - se il FTSE MIB non sale in simili occasioni come potrebbe riprendere il rialzo ?
Questa seduta ci dice poco o nulla - notiamo unicamente che la rottura al rialzo di lunedì non ha avuto una continuazione. Vediamo se anche oggi le borse dopo una buona apertura si sgonfiano.
La buona apertura é data dal future sull'S&P500 che sale a 4537 punti (+16 punti). Alle 08.20 l'Eurostoxx50 vale 4220 punti - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.6% e sul massimo di ieri. Spesso la prima seduta di un mese é positiva a causa della liquidità affluita sui conti risparmio che deve essere investita.
Lunedì 6 settembre la borsa americana é chiusa in occasione della festa del lavoro (Labour Day). Entro venerdì i traders cercheranno di ridurre le esposizioni in maniera da affrontare il lungo fine settimana con pochi rischi.
Noi durante il fine settimana abbiamo riflettuto sul concetto di inflazione transitoria. Ci disturba un'evidente contraddizione. Se l'inflazione é transitoria significa che l'attuale crescita economica é solo un fuoco di paglia e nei prossimi mesi ci sarà per lo meno un netto rallentamento. Bisogna domandarsi se un aumento del PIL del 1%/2% é conciliabile che i livelli raggiunti dalla borsa americana. Se invece nel futuro l'economia si espanderà a ritmi nettamente superiori una spinta inflazionistica é inevitabile e i tassi d'interesse devono salire. In ogni caso questa combinazione di politica monetaria estremamente espansiva e crescita economica provocata da un'espansione della spesa statale tramite l'aumento del debito pubblico non é sostenibile.
SX7E (banche) +2.32% a 96.86 punti
DAX +0.28% a 15851 punti
SMI +0.19% a 12439 punti
FTSE MIB +0.34% a 26006 punti
Nasdaq100 +2.25% a 15432 punti - nuovo record storico
Gli indici azionari europei, che fino alle 15.00 veleggiavano intorno alla parità, hanno seguito a distanza lo sviluppo della situazione a Wall Street. Hanno chiuso sul massimo giornaliero con moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.51% a 4191 punti, DAX +0.37% a 15851 punti). La sottoperformance dell'Europa é però evidente - una settimana fà l'Eurostoxx50 aveva perso il -1.94% - questa settimana ha guadagnato il +0.51% - una netta differenza con il -0.59% e +1.52% dell'S&P500. Le borse europee sono poco sopra i massimi di giugno e il massimo annuale risale al 13 agosto. Malgrado valutazioni fondamentali interessanti rispetto all'America le borse europee faticano a fare progressi - chi vuole delle borsa a buon prezzo deve guardare i mercati emergenti - chi cerca borse tecnicamente molto forti deve restare negli Stati Uniti - l'Europa é noiosa.
A noi questo rialzo sembra una pazzia - per il momento non abbiamo però niente di meglio da offrire.
Nel complesso la situazione tecnica non é cambiata e la tragedia di Kabul non ha influenzato in maniera determinante il trend rialzista della borsa americana. Le borse europee invece deludono - l'Eurostoxx50 (-0.27% a 4169 punti) e il DAX (-0.42% a 15793 punti) sono fermi vicini alle vecchie resistenze di giugno rispettivamente a 4160 e 15800 punti - da mesi gli indici non fanno progressi e ci vuole una certa benevolenza per poter parlare di trend rialzista. Gli indici sono ancora sopra le MM a 50 e 200 giorni che salgono ancora leggermente. Basta però guardare i portafogli investiti in azioni europee per rendersi conto che guadagnare qualcosa é da mesi un'ardua impresa.
Stamattina il future sull'S&P500 risale a 4478 punti (+12 punti). Le borse asiatiche sono miste - il Nikkei ha perso il -0.39% - Shanghai sta guadagnando il +0.5%. L'Eurostoxx50 alle 0.30 vale 4172 punti - le borse europee apriranno in leggero guadagno (+0.1%) - crediamo che questa mattina cercheranno di salire ancora qualche punto (+0.5% ?) e poi si fermeranno in attesa del discorso di Jerome Powell. Siamo convinti che le dichiarazioni del responsabile della FED non muoveranno i mercati in maniera importante. Crediamo che oggi le borse chiuderanno con moderati guadagni compensando le perdite di ieri.
Veramente su questa giornata abbiamo poco da dire. L'unico movimento rilevante é stato nuovamente l'aumento dei tassi d'interesse al quale questa volta ha partecipato anche l'Europa (future sul Bund a 176.02, -0.46%). Questo ha provocato l'abituale balzo del settore bancario europeo (SX7E +2.08% a 97.83 punti) che però questa volta non ha contagiato la borsa italiana (FTSE MIB +0.12% a 26060 punti). Da alcuni giorni le borse europee non riescono a seguire il rialzo della borsa americana. Gli indici di riferimento sono fermi poco sopra i massimi di giugno. Le borse europee mostrano debolezza relativa e se non salgono adesso possiamo immaginarci cosa succederà quando l'America comincerà a correggere.
Il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.35% (+0.06%) - questo movimento viene finora ignorato dalla borsa.
Come vedete rispetto a martedì c'é solo un logico miglioramento del sentiment - per il resto nulla di nuovo. Esistono le premesse ideali per una breve correzione intermedia con protagonista la tecnologia - il trend a medio termine sembra però voler restare saldamente al rialzo. Teniamo d'occhio i tassi d'interesse...
Ancora una seduta positiva con nuovi massimi storici marginali e ... vendite in chiusura
La seduta al NYSE é stata decisamente positiva (grazie al Russell2000 +1.02%) con A/D a 5549 su 2358, NH/NL a 538 su 206 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é ferma a 17.22 punti (+0.07), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.39 mentre il Fear&Greed Index é balzato a 37 punti (+8 punti). I Summation Index sono saliti. Il reddito dell'USTBond decennale é lievitato a 1.29% (+0.04%).
Nel complesso é stata una buona seduta con la solita modesta partecipazione. Si é comperato ancora energia (ETF Energy +1.66%) e titoli speculativi come quelli cinesi che nelle scorse settimane erano precipitati.
Alla fine della prima settimana di agosto gli indici azionari europei avevano rotto al rialzo dando un segnale d'acquisto - la lunga oscillazione in laterale, che da giugno aveva tenuto bloccato i mercati in un trend neutro, sembrava terminata. Noi avevamo affermato che la rottura doveva essere confermata con un test dall'alto delle vecchie resistenze. Per una settimana però il rialzo era continuato ed era sfociato venerdì 13 agosto su dei nuovi massimi annuali o storici. Nelle ultime 5 sedute l'Europa ha corretto e gli indici azionari sono ricaduti sotto i supporti. L'Eurostoxx50 dalla vecchia resistenza a 4160 punti era salito fino a 4242 punti. Venerdì, malgrado una seduta positiva (+0.55%) ha chiuso a 4147 punti - anche nel dopo borsa (valore alle 22.00 4154 punti) non ha "ripreso" i 4160 punti. Questo significa che la rottura al rialzo é fallita e che la sovraperformance dell'Europa si é liquefatta appena é arrivato un segnale di debolezza e di pericolo dall'America. Le borse europee hanno perso più terreno di quella americana.
SX7E (banche) -4.26% a 94.66 punti
DAX -1.06% a 15808 punti
SMI -0.39% a 12415 punti
FTSE MIB -2.76% a 25918 punti
Nasdaq100 -0.29% a 15092 punti
La risposta é stata confusa in Europa (Eurostoxx50 +0.55% a 4147 punti contro DAX +0.27% a 15808 punti e FTSE MIB -0.04% a 25918 punti) e evidente in America (S&P500 +0.81% a 441.67 punti). Le borse europee hanno boccheggiato in negativo fino nel pomeriggio e solo con l'avvicinarsi dell'apertura a Wall Street hanno cominciato a salire e hanno chiuso vicino ai massimi giornalieri. Non sono però riuscite a colmare il distacco accumulato durante la settimana.
Ieri il future sull'S&P500 é sceso in mattinata fino a 4347 punti - in vicinanza della MM a 50 giorni (oggi a 4348 punti) il future ha reagito ed é risalito. È evidente che il mercato azionario americano in questo momento é governato da aspetti tecnici.
Secondo noi le borse stanno correggendo e la discesa continuerà fino a quando avremo ipervenduto e un pò di panico. Nei commenti di ieri abbiamo già fatto delle ipotesi riguardanti tempistica ed obiettivi.
Nel complesso le borse europee non hanno dato segnali particolari - sembra che stiano consolidando sopra i primi supporti costituiti dai massimi di giugno. Considerando la pessima seduta di ieri sera a Wall Street la situazione oggi dovrebbe cambiare ma dobbiamo essere sinceri - nella seduta di ieri non abbiamo rilevato nulla che possa suggerire l'inizio di una correzione.
La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 2453 su 5368, NH/NL a 269 su 899 e volume relativo a 0.95. Le vendite hanno toccato tutti i settori (DJT -0.82%, RUT -0.84%). La volatilità VIX é balzata a 21.57 punti (+3.66) - il CBOE Equity put/call ratio é salito meno di quanto ci si poteva immaginare (0.52).
Nel complesso abbiamo avuto un'aumento della pressione di vendita - il mercato sembra però solo all'inizio di una spinta di ribasso poiché i volumi sono ancora relativamente bassi e gli acquisti di puts sono limitati.
I Summation Index sono ancora scesi.
Nel complesso la seduta in Europa é stata costruttiva. Gli indici sono scesi la mattina ma dopo alcune iniziali vendite si sono stabilizzati e dopo le 09.15 hanno recuperato e sono oscillati in laterale senza subire le conseguenze della debole apertura a Wall Street.
Ora bisogna vedere qual'é la reazione degli investitori a questa battuta d'arresto. Normalmente queste debolezze vengono comperate e quindi ci si potrebbe aspettare che nei prossimi giorni ci sia un recupero. Ieri però abbiamo notato un evidente avversione al rischio (risk off) con vendite nei settori speculativi e acquisti in quelli difensivi. Se stasera i ribassisti ripartono all'attacco potrebbe delienarsi un cambiameto di trend. In ogni caso é troppo presto per parlare di correzione.
La caduta di Kabul e dell'Afghanistan nella mani dei Talibani, la cocente sconfitta degli americani e la perdita di credibilità di Joe Biden potrebbero rappresenzare quella scossa psicologica necessaria per cambiare il rapporto di forze in campo - una ritirata dei rialzisti e un tentativo di affondo dei ribassisti potrebbe provocare, in un mercato molto fragile a livello psicologico, una sensibile correzione.
Sul Nasdaq constiamo le più grosse divergenze (venerdì NH/NL a 285 su 505!). Il Summation Index é nuovamente in calo. Il Nasdaq100 (+0.31% a 15136 punti) ha toccato a metà luglio i 15000 punti - da quel momento non ha più fatto sostanziali progressi mentre molti indicatori di momentum e partecipazione sono in calo. L'euforia a cortissimo termine che mostra il DSI vicino a 90 punti mal si sposa con un indice in stallo. Siamo convinti che in caso di correzione sarà la tecnologia a subire le maggiori perdite.
Come segnaliamo da giorni la volatilità VIX (15.45 punti, -0.14) é troppo bassa mentre il DSI é sotto i 10 punti - siamo quindi convinti che a breve la VIX debba impennarsi e se l'abituale correlazione negativa funzione regolarmente, l'S&P500 dovrebbe scendere. Lunedì mattina vedremo se la crisi afgana é in grado di scuotere le borse dal torpore - ormai i day trader si stanno addormentando davanti agli schermi poiché durante la giornata gli indici non si muovono più - venerdì l'S&P500 é oscillato in soli 8 punti (0.18%)! Se lunedì non succede nulla é molto probabile che il trend prevalga e avremo un'altra settimana moderatamente positiva.
SX7E (banche) +1.37% a 98.88 punti
DAX +1.37% a 15977 punti - nuovo record storico
SMI +2.37% a 12464 punti - nuovo record storico
FTSE MIB +2.51% a 26652 punti - nuovo massimo annuale
Nasdaq100 +0.18% a 15136 punti
I Summation Index sono leggermente saliti. I tassi d'interesse sono stabili (reddito dell'USTB decennale a 1.35%, -0.01%).
Non ci sono cambiamenti nelle caratteristiche di questo rialzo che ignora i limiti ed i problemi tecnici.
Insomma - le borse europee lievitano ma il rialzo sembra dipendere da Wall Street.
Il rialzo sembra poter continuare sormontando i problemi tecnici
Settimana scorsa pensavamo che potesse iniziare una correzione delle borse - gli indicatori tecnici segnalavano che il Nasdaq100 (-0.47% a 15109 punti) era vicino ad un massimo intermedio mentre i tassi d'interesse sull'US Treasury Bond decennale (1.31%, +0.08%), che hanno un'evidente influenza su questo indice come ha mostrato al correzione di metà febbraio - inizio marzo, dovevano cominciare a salire da un minimo significativo. Venerdì i dati sul mercato del lavoro americano hanno in effetti provocato un sensibile aumento dei tassi d'interesse di mercato ma la reazione delle borse é stata deludente. Il Nasdaq100 ha perso terreno ma poco - l'S&P500 (+0.17% a 4436.52 punti) ha ancora guadagnato 7 punti e ha toccato un record storico a 4440.82 punti. Il cambio EUR/USD ha reagito violentemente con una discesa da 1.1830 a 1.1760 - l'oro ha seguito la conosciuta correlazione ed é pesamentemente caduto nuovamente sotto il supporto a 1800 USD raggiungendo i 1763 USD. Insomma - tutto ha funzionato come previsto tranne la cosa più importante - l'S&P500 grazie all'abituale rotazione tra settori ha continuato imperterrito a salire e a questo punto non sappiamo più cosa potrebbe bloccarlo. Sembra che con l'analisi tecnica non siamo in grado di prevedere una correzione - le combinazioni di ipercomperato ed eccesso di rialzo non provocano come al solito delle prese di beneficio - l'euforia causa una o due sedute negative ma poi il mercato si risolleva - le carenze a livello di partecipazione (NH/NL a 792 su 414 - i dati cumulati non sono meglio...) vengono compensate da una rotazione tra settori. Se la tecnologia fa una pausa, come é successo venerdì, ci sono altri settori ciclici legati alla crescita economica (finanza, energia, industria, materiali) che prendono il testimone. Non parliamo più neanche delle oscene valutazioni fondamentali poiché il mercato é ormai mesi che le ignora. Gli investitori hanno liquidità in abbondanza e non vendono azioni in mancanza di alternative. Tutti sono convinti che fino a quando le Banche Centrali faranno di tutto per tenere basso il costo del denaro e finanzieranno i debiti pubblici ormai esplosi a livelli razionalmente inaccettabili e insostenibili, il party deve continuare. Tutti si rendono conto dell'assurdità della situazione e dell'esistenza di una bolla speculativa di epiche dimensioni. Nessuno però é in grado di prevedere quando la festa finirà e quindi, fino a quando c'é da divertirsi e da guadagnare, nessuno scappa. Il QE ha eliminato le obbligazioni come veicolo d'investimento per gli investitori privati che si concentrano sulle azioni.
Fino a quando non osserveremo un cambiamento nel comportamento del mercato azionario o negli indicatori non possiamo che prevedere una continuaziona del rialzo al quale sembra che anche l'Europa abbia nuovamente voglia di partecipare. I segnali di rottura al rialzo si moltiplicano e l'Eurostoxx50 (+0.36% a 4176 punti) venerdì é salito su un nuovo massimo annuale. Sembra che le borse europee abbiamo iniziato una spinta di rialzo a medio termine e sulla base della lunghezza del consolidamento sembra che esista un potenziale di circa il +5% di guadagno. Il rialzo ignora anche i cicli annuali e di lungo termine in calo e l'effetto stagionale negativo. A questo punto chi é ribassista sulla base dei segnali lanciati su più fronti dall'analisi tecnica é obbligato a gettare la spugna di fronte all'evidenza dei fatti.
SX7E (banche) +5.02% a 97.54 punti
DAX +1.40% a 15761 punti
SMI +0.49% a 12176 punti
FTSE MIB +2.51% a 26000 punti - nuovo massimo annuale
Nasdaq100 +1.00% a 15109 punti
Questa settimana abbiamo avuto solo delle sedute di pausa con chiusure senza sostanziali cambiamenti, o delle sedute di moderato rialzo.
Venerdì le borse europee hanno ancora guadagnato terreno - la seduta é stata caratterizzata da un aumento dei tassi d'interesse di mercato che prontamente ha provocato degli acquisti sul settore bancario (SX7E +2.52% a 97.54 punti) e di riflesso una buona performance relativa della borsa italiana (FTSE MIB +1.30% a 26000 punti). Ora che i tassi d'interesse ricominciano a salire il nostro obiettivo a 100 punti di SX7E é nuovamente realistico e raggiungibile. In generale gli indici europei stanno lievitando e stanno abbandonando il canale di oscillazione orizzontale valido da giugno. Questo rottura al rialzo sui grafici dovrebbe far salire gli indici a medio termine dai livelli attuali di circa un +5%. Il condizionale é legato a due fattori. In primo luogo le vecchie resistenze e ora supporti devono essere ritestati con successo per convalidare la rottura al rialzo - concretamente all'inizio di settimana prossima l'Eurostoxx50 dai 4176 punti deve ridiscendere sui 4160 punti, tenere il supporto e ripartire definitivamente al rialzo. La seconda condizione é che l'S&P500 non cominci a correggere - per questo, secondo noi, l'S&P500 deve restare sopra i 4400 punti ma ne riparliamo a tempo debito. Se l'America corregge é molto probabile che il rialzo dell'Europa fallisca e che le borse europee tornino nel range di giugno - luglio. È una variante da non escludere considerando la falsa rottura al ribasso di metà luglio - se c'é stata una falsa rottura al ribasso può anche esserci una falsa rottura al rialzo.
Insomma - venerdì ci aspettavamo una seduta negativa con un aumento dei tassi d'interesse e un marcato calo del settore tecnologico. I tassi d'interesse sono in effetti balzati trascinandosi dietro l'USD ma la reazione della borsa é stata blanda. L'impressione é quindi che più nulla é in grado di rallentare, fermare o far deragliare questo rialzo.
Forse bisogna dare a Wall Street ancora un paio di giorni di tempo per reagire all'aumento dei tassi d'interesse. Se però all'inizio di settimana prossima l'S&P500 non ridiscende sotto i 4400 punti é molto probabile che ci aspettino ancora parecchie settimane di moderato rialzo e quindi nuovi massimi storici sugli indici della borsa americana.
I trader hanno fatto vedere come possono abbandonare un titolo senza prevviso - AMD ieri é precipitata del -5.41% dopo aver guadagnato un +50% in tre settimane.
Per il resto abbiamo avuto una seduta un pò sconclusionata e senza tendenza - l'S&P500 si é mosso a caso in soli 16 punti nel range del giorno precedente. Dopo tre sedute di combattimenti tra rialzisti e ribassisti intorno ai 4400 punti si é deciso di fare una pausa.
Il reddito dell'USTBond decennale é fermo a 1.19%. Secondo gli oscillatori e il DSI il Nasdaq100 dovrebbe essere su un massimo intermedio e essere pronto per una correzione minore - secondo noi questa dovrebbe corrispondere ad un temporaneo aumento dei tassi d'interesse - vediamo se già oggi appare qualcosa prima dell'importante rapporto sul mercato del lavoro americano di luglio atteso domani alle 14.30.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4758 su 3159 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é ricaduta a 18.04 punti (-1.42), il CBOE Equity put/call ratio é nuovamente basso a 0.47 e il Fear&Greed Index é risalito a 30 punti (+6). Il Summation Index sul NYSE é salito, quello sul Nasdaq é ancora in calo.
Il rialzo ieri é apparso su tutto il listino (Nasdaq100 +0.65%, DJT +1.45%, RUT +0.36%) - una decisa debolezza iniziale del Russell2000 é sparita nel corso della giornata.
Ora l'S&P500 (4423 punti) si trova nuovamente a pochi punti dal massimo storico (4430 punti). Sarebbe logico che tra oggi e domani l'indice riuscisse a raggiungere un nuovo massimo storico marginale sui 4440 punti. Verso la fine della settimana dovrebbe però partire del Nasdaq100 una correzione minore.
L'S&P500 ha aperto a 4420 punti e si é mosso poco fino alle 17.30 quando valeva 4414 punti. Poi c'é stata una veloce caduta fino a 4395 punti seguita da un'oscillazione di ore sui 4394-4402 punti - é evidente che i 4400 punti sono un importante livello di riferimento. Sul finale l'indice é caduto fino a 4384 punti e ha chiuso a 4387.16 punti (-0.18%). Il mini reversal ha coinvolto tutti gli indici (Nasdaq100 +0.02%, DJT -0.58%, RUT -0.48%) - la tecnologia ha ancora sovraperformato e in questo senso non é cambiato nulla.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3813 su 4095, NH/NL a 830 su 372 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é balzata a 19.46 punti (+1.22), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.51 mentre il Fear&Greed Index é rimasto a 24 punti. A livello di sentiment notiamo unicamente che la VIX si muove parecchio appena l'S&P500 mostra un qualsiasi segno di debolezza - il nervosismo é palpabile. I Summation Index erano nuovamente in leggero calo.
Ieri gli indici si sono appena mossi e gli indicatori tecnici sono praticamente invariati. Formalmente non é cambiato nulla nel trend. Sembrava però che la settimana dovesse iniziare con i rialzisti a dominare nuovamente la scena. Invece ieri hanno perso l'iniziativa e a sorpresa non sono riusciti ad imporsi. L'S&P500 ha confermato il ritorno sotto i 4400 punti. Tutto questo cambia leggermente l'intonazione di fondo. Invece che parlare incondizionatamente di rialzo bisogna prendere in seria considerazione la possibilità di un lungo consolidamento.
Insomma si delinea la solita settimana di moderato rialzo e l'S&P500 dovrebbe marginalmente migliorare il massimo storico a 4430 punti. Come d'abitudine le borse europee seguono le indicazioni provenienti dagli altri mercati e soprattutto da Wall Street. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4116 punti (+27 punti) - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.6%. Ci aspettiamo che riescano a difendere questa buona apertura e che terminino la giornata con moderati guadagni. Ormai anche i pessimisti stanno gettando la spugna e si adattano ad una situazione evidente - le borse non vogliono correggere.
Le discussioni con gli investitori privati sono ormai diventate monotone - nessuno vuole comperare obbligazioni mentre tutti chiedono quali azioni si possono ancora comperare con la liquidità che langue in conto corrente.
Non bisogna infine dimenticare che le forze che hanno spinto il rialzo fino ad oggi sono ancora presenti e hanno un influsso costante e determinante. La FED segue una politica monetaria estremamente espansiva malgrado una preoccupante spinta inflazionistica. Il governo americano lancia un programma di spesa pubblica dopo l'altro (deficit spending) e i bassi tassi d'interesse (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 1.24%, -0.04%) spingono gli investitori a comprare azioni come unica possibile alternativa (TINA) per poter conseguire un reddito del capitale sufficiente a raggiungere gli obiettivi e coprire l'inflazione. Lasciando perdere le valutazioni fondamentali ormai stratosferiche gli investitori hanno l'impressione di non poter abbandonare il mercato azionario e sono convinti che i prezzi delle azioni debbano sempre salire. La nuova generazione di investitori ha unicamente l'esperienza di un bull market durante il quale bisognava comperare qualsiasi correzione e qualsiasi debolezza (BTFD) per aver successo. In ogni crisi Stati e Banche Centrali sono intervenuti per risollevare l'economia e soprattutto i mercati azionari. Con due potenti attori pronti a salvare il mercato azionario a qualsiasi costo e in qualsiasi occasione cosa potrebbe andare male ?
Nella settimana appena trascorsa le borse sono sembrate affaticate - malgrado una serie di buone notizie gli indici azionari non sono più riusciti a fare progressi. Sui grafici sembra delinearsi la prossima correzione minore - facciamo quindi attenzione poiché presto o tardi una correzione minore si trasformerà in correzione a medio termine. Bisogna però vendere unicamente se l'S&P500 rompe il supporto fornito dalla MM a 50 giorni con un evidente deterioramente degli indicatori e momentum. Fino a quel momento conviene ignorare la borsa con le sue oscillazioni a corto termine e godersi le vacanze estive.
Per le borse europee la strategia é ancora più semplice - seguiranno ciecamente quanto succederà in America - la tendenza é da mesi neutra. Poiché ultimamente i tentativi di ribasso sono più convincenti di quelli di rialzo riteniamo che per il futuro la variante della rottura al ribasso e della correzione sia quella più probabile. I traders possono giocare sulla sovraperformance di singoli mercati (FTSE MIB) o settori (banche). Molto probabilmente a tutti sarà sfuggito il fatto che venerdì l'SMI svizzero (+0.25% a 12116 punti) ha toccato per 4 punti un nuovo massimo storico marginale - sembra che in fondo possedere Nestlé o Roche sul lungo periodo sia una strategia vincente.
SX7E (banche) +1.59% a 92.87 punti
DAX -0.80% a 15554 punti
SMI -0.12% a 12116 punti
FTSE MIB +0.95% a 25363 punti
Nasdaq100 -1.00% a 14959 punti
Molti investitori si godono le vacanze estive - la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese si avvicina alla fine - settimana prossima non sono previsti dati economici molto importanti o eventi straordinari. Non bisogna quindi stupirsi se avremo una settimana di pausa con mercati azionari poco mossi e indici senza sostanziali variazioni.
La seduta al NYSE é stata (grazie al Russell2000 +1.51%) positiva con A/D a 5865 su 2061 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 18.31 (-1.05), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.52 (la media di lungo periodo é a 0.49) e il Fear&Greed Index é scivolato a 25 punti (-1). Nei dati sul sentiment troviamo qualsiasi cosa - dal pessimismo del Fear&Greed Index all'ottimismo dei DSI - non osiamo dedurre da questi dati contradditri qual'é il vero umore degli investitori che sembra variare a seconda del segmento di mercato.
Infine abbiamo rilevato l'abituale debolezza a livello di partecipazione. I Summation Index sono ancora in calo e il rapporto NH/NL (309 su 1075) si é nettamente deteriorato - é bastata una normale seduta negativa per far lievitare il numero dei nuovi minimi a 30 giorni sopra i 1000!
Anche la seduta in America ha rispettato l'abituale copione. Gli investitori hanno comperato i big della tecnologia - ieri si sono buttati su Tesla (+2.21%) visto che la compagnia avrebbe presentato i risultati trimestrali dopo la chiusura dei mercati. L'S&P500 (+0.24% a 4422.73 punti) ha guadagnato qualche punto grazie al settore energia (ETF Energy +2.47%). Il Nasdaq100 ha marciato sul posto (+0.09% a 15125 punti) - poiché l'indice é ipercomperato e stasera sono attesi i risultati trimestrali dei tre big Apple Microsoft e Google é normale che non sia successo nulla di particolare. La partecipazione al rialzo resta però miserabile malgrado il guadagno del Russell2000 (RUT +0.33%) - i Summation Index continuano a scendere mentre il rapporto NH/NL a 462 su 595 mostra un leggero aumento di entrambi i valori - in sottofondo c'é pressione di vendita mentre la forza d'acquisto resta modesta. In un rialzo con partecipazione i NH dovrebbero veleggiare, dopo una serie di nuovi massimi storici su S&P500 e Nasdaq, sui 1500/2000. Sappiamo che questa divergenza può anche risolversi in maniera positiva per il mercato se improvvisamente tutto il listino venisse coinvolto nel rialzo. Guardandosi intorno sembra però che le borse stiano "perdendo pezzi" e non siano in una situazione molto sana - vediamo piuttosto distribuzione. Il rialzo delle borse internazionali si é fermato, le borse cinesi sono in calo, quelle europee in stallo. Attendiamo con estremo interesse l'esito delle prossime due o tre sedute.
Stamattina il Nikkei guadagna il +0.45% - le borse cinesi sono invece ancora in calo (Shanghai -1.2%). Il future sull'S&P500 é a 4405 punti (-9 punti) - i buoni risultati trimestrali di Tesla non smuovono il mercato - sembra che gli utili in aumento siano già stati scontati dai mercati. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4094 punti (-6 punti) - le borse europee apriranno in leggero calo. Prevediamo un'altra seduta di pausa in attesa di conoscere i risultati trimestrali di Apple, Microsoft e Google.
Domani sera si riunisce la FED per discutere la situazione economica e definire la politica monetaria - ci aspettiamo che a breve l'inflazione torni ad essere un argomento di discussione. Qualsiasi segnale da parte della FED in direzione di una diminuzione dello stimolo monetario potrebbe mandare i mercati in fibrillazione.
Il cambio EUR/USD risale a 1.1780. Il cambio sta formando base sugli 1.1750 e temiamo che il nostro obiettivo a 1.17 non venga raggiunto. L'impressione é che si stia preparando una spinta di rialzo.
SX7E (banche) +2.42% a 91.41 punti
DAX +0.83% a 15669 punti
SMI +0.87% a 12130 punti - nuovo massimo storico
FTSE MIB +1.34% a 25124 punti
Nasdaq100 +2.93% a 15111 punti - nuovo massimo storico
Questa spirale virtuosa continuerà fino a quando non finirà - sarà molto difficile prevederne la fine. Chi investe in azioni deve però essere cosciente dei pericoli - prima del primo crollo della borsa non ci saranno segnali d'avvertimento. Uscire al momento giusto sarà un caso fortunato.
I risultati trimestrali di Intel, resi noti ieri sera dopo la chiusura della borsa americana, erano convincenti. Oggi non sono previsti dati economici in grado di influenzare i mercati finanziari. Probabilmente stasera gli indici azionari chiuderanno vicini ai livelli d'apertura. Questo significa che avremo un'altra seduta positiva che ci permetterà di archiviare definitivamente le sedute negative di venerdì e lunedì scorsi.
Commento del 22 luglio
Le borse cancellano il tonfo di lunedì - l'America non sembra in grado di riprendere il rialzo
Sullo slancio di martedì ieri le borse sono nuovamente salite. Le borse europee si sono fatte ispirare dal +1.52% dell'S&P500 della sera prima e hanno recuperato il ritardo. Sono salite la mattina, hanno fatto una pausa a metà giornata e quando da Wall Street é nuovamente arrivata luce verde hanno continuato la loro corsa e hanno chiuso vicino ai massimi giornalieri con sostanziali guadagni. L'Eurostoxx50 si é issato a 4026 punti (+1.78%) ed é quindi tornato sopra il supporto a 4000 punti cancellando l'impulso ribassista di inizio settimana. Ci sono degli indici come il DAX (+1.36% a 15422 punti) che non hanno ancora annullato il segnale di vendita e che in teoria si trovano ancora in una fase di correzione. Da come si sta sviluppando la situazione sembra però che le borse europee debbano per lo meno tornare nel canale orizzontale valido da giugno. Poi tutto dipenderà da cosa intende fare la borsa americana.
Ieri in Europa si é comportato molto bene il settore bancario (SX7E +3.31% a 90.29 punti). Questo ha approfittato di una serie di fattori positivi - la buona performance in generale delle borse europee, l'aumento dei tassi d'interesse di mercato sull'EUR e i buoni risultati trimestrali di alcuni colossi tipo UBS. Pensiamo che nel futuro l'aumento dei tassi d'interesse potrebbe continuare - come già scritto più volte in precedenti commenti pensiamo che lunedì sera i tassi d'interesse su EUR e USD abbiano toccato un minimo significativo e ora debbano risalire in maniera sostenibile. L'indice SX7E ha il potenziale per salire fino ai 100 punti e questo potrebbe aiutare particolarmente la borsa italiana. Ieri il FTSE MIB (+2.36% a 24675 punti) ha sovraperformato e ha recuperato parte del suo ritardo. Il grafico ha un aspetto ancora ribassista ma ovviamente é impensabile che la borsa italiana si comporti in maniera opposta al resto del mercato. Nei prossimi giorni il FTSE MIB dovrebbe tornare sui 25000 punti e stabilizzarsi.
Anche la borsa americana ha avuto una buona giornata e l'S&P500 (+0.82% a 4358.69 punti) é salito sopra i 4330 punti dando l'impressione di poter continuare la sua corsa. Non siamo però ancora convinti che nei prossimi giorni l'S&P500 abbia la forza per attaccare il massimo storico a 4392 punti. Dopo due sedute con un alto rapporto A/D (ieri 6314 su 1626 punti) dovrebbe esserci una seduta negativa e quindi un ritracciamento per ritestare i 4330 punti. In questa occasione potremo decidere cosa ci aspetta nel futuro. Ieri abbiamo nuovamente osservato la conosciuta rotazione tra settori che si é espresse in una buona performance relativa del Russell2000 (RUT +1.81%) e dei settori energia e banche. Questo però non é andato a detrimento del Nasdaq100 (+0.77% a 14842 punti) che é salito malgrado un aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.30%, +0.07%). Evidentemente se la situazione non cambia gli indici azionari americani sono destinati a migliorare i massimi storici. La partecipazione al rialzo é però ancora scarsa mentre i Summation Index continuano a scivolare verso il basso (sembrano però cominciare a fare base). Di conseguenza crediamo che la partita riguardante il trend a corto e medio termine non é ancora decisa.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4338
punti e questo ha praticamente deciso l'esito finale. L'S&P500 é
velocemente balzato fino a 4350 punti e poi é ancora salito
leggermente e lentamente fino al massimo a 4359 punti. Ha chiuso poco
sotto a 4358.69 punti (+0.82%). La seduta al NYSE é stata positiva
con A/D a 6314 su 1626, NH/NL a 443 (pochi) su 168 e volume relativo
a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 17.91 punti (-1.82), il CBOE
Equity put/call ratio é rimasto stabile a 0.46 e il Fear&Greed
Index é salito a 25 punti (+5 punti).
I maggiori indici azionari americani si sono mossi nel range della seduta di venerdì scorso. Ora sarà molto più difficile fare ulteriori progressi e ci aspettiamo che ci sia per lo meno una pausa con un ritorno dell'S&P500 a 4330 punti. In questa fase vedremo come si sviluppa la situazione tecnica e se appare quella leadership necessaria per attaccare i massimi storici. Per ora abbiamo ancora fondati dubbi.
Stamattina il future dell'S&P500 é a 4353 punti (+3 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4045 punti (+19 punti). Le borse europee apriranno con moderati guadagni (+0.5%). Sembra che avremo una seduta positiva ma non crediamo che gli indici azionari possano salire di molto sopra i livelli attuali.
Oggi si riunisce la BCE per discutere la situazione economica e la politica monetaria. Alle 13.45 verranno rese note le decisioni. Ci aspettiamo che i tassi d'interesse restino invariati - poiché a nessuno sembra ormai interessare cosa racconta Christine Lagarde nelle sue conferenze stampa ci aspettiamo che l'evento non abbia nessuna conseguenza sui mercati finanziari.
In America prosegue la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese - ieri sera dopo la chiusura Netflix ha deluso con una forte diminuzione degli abbonati negli Stati Uniti. Non tutto quello che é tecnologia brilla - é possibile che nel prossimo futuro parecchie società non potranno soddisfare le alte previsioni di analisti ed investitori.
Insomma - all'inizio di settimana prossima potrebbe esserci una breve ondata di vendite e un "ripulisti" concentrata nel settore tecnologico. Non ci aspettiamo però un crash o un cambiamento nella tendenza di base della borsa americana che al momento sta diventando neutra (35.7% dei titoli sopra la SMA a 30 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 56.46).
SX7E (banche) -2.95% a 89.25 punti
DAX -0.94% a 15540 punti
SMI +0.31% a 12026 punti
FTSE MIB -1.03% a 24792 punti
Nasdaq100 -0.97% a 14681 punti
Giovedì eravamo incerti su come classificare la seduta negativa. Venerdì la situazione é diventata evidente - i venditori hanno decisamente preso l'iniziativa e il sopravvento. Sia in Europa che in America gli indici azionari hanno aperto in positivo ma non sono riusciti a fare ulteriori sostanziali guadagni. In Europa dopo le 12.00 e a Wall Street dopo le 16.10 gli indici sono ricaduti in negativo. L'Eurostoxx50 (-0.51% a 4035 punti) e i suoi colleghi (DAX -0.57% a 15540 punti e FTSE MIB -0.33% a 24792 punti) hanno chiuso con moderate perdite. Sul finale di seduta hanno recuperato qualche punto grazie al fatto che la borsa americana si era stabilizzata. Non bisogna però farsi ingannare - l'Eurostoxx50 alle 22.00 valeva 4023 punti, poco sopra il minimo durante la seduta a 4014 punti. Nessun indice ha rotto i supporti che però, come sapete, non sono lontani. Il nostro indicatore proprietario basato sulla stocastica ha dato un segnale di vendita a medio termine sul DAX - il segnale non é definitivo e deve ancora essere confermato. È però un ulteriore tassello del puzzle che attribuisce maggiore probabilità ad una rottura al ribasso con relativa correzione alla variante del rialzo.
Notiamo con interesse il buon comportamento della borsa svizzera. L'SMI venerdì é salito del +0.42% a 12026 punti e la performance settimanale é positiva (+0.31%). Evidentemente i titoli difensivi sono ancora richiesti - questo tende a confermare l'ipotesi che la correzione toccherà la tecnologia e probabilmente i settori ciclici ma meno i settori difensivi come alimentari, farmaceutica e lusso.
A tutti gli abbonati vengono accreditati due giorni di abbonamento. Mi scuso dell'inconveniente.
Il Nikkei stamattina perde il -0.98% - Shanghai é in calo del -0.5%.
L'S&P500 ha aperto con un nuovo record storico marginale a 4393.68 punti. Subito sono però arrivate delle vendite e l'indice é sceso verso le 18.00 sul minimo giornaliero a 4362 punti. In seguito é rimbalzato una quindicina di punti e fino alla chiusura é oscillato intorno ai 4376 punti. Ha chiuso a 4374.30 punti. La seduta L NYSE é stata negativa con A/D a 2921 su 5003 e volume realtivo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 16.33 punti (-0.79(, il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.49 (la media di lungo periodo é a 0.46) mentre il Fear&Greed Index resta basso a 34 punti (-1 punto).
Questa settimana sono previsti parecchi dati economici interessanti. Il primo sarà martedì l'indice dei prezzi ai consumi di giugno in America. Questo dato sull'inflazione potrebbe muovere i tassi d'interesse. Come sapete noi ci aspettiamo che ora i tassi d'interesse sull'USD tornino a salire e provochino una correzione della tecnologia. Vediamo... Oggi sembra che avremo una seduta tranquilla durante la quale gli indici azionari dovrebbero muoversi poco e chiudere praticamente invariati.
Al momento non appare nulla in grado di bloccare il rialzo della borsa americana - gli europei sono obbligati a seguire. A questo punto é possibile che le borse europee terminino l'oscillazione in laterale che le tiene ferme da mesi (l'Eurostoxx50 é sui livelli di metà aprile!) e che si verifichi una rottura al rialzo. Noi manteniamo il nostro atteggiamento prudente basato sui cicli che prevedono una discesa delle borse fino ad ottobre. È però evidente che per il momento la direzione indicata dai cicli é sbagliata - le borse non stanno scendendo ma salgono in America e sono neutre in Europa. Siamo però rimasti sottoinvestiti finora e non abbiamo il coraggio di andare long con convinzione proprio adesso.
SX7E (banche) -1.98% a 91.97 punti
DAX +0.24% a 15687 punti
SMI +0.21% a 11994 punti
FTSE MIB -0.91% a 25051 punti
Nasdaq100 +0.67% a 14826 punti
Le borse europee hanno aperto in positivo, sono salite fino in tarda mattinata e poi si sono fermate in attesa di vedere cosa intendevano combinare gli americani. Dopo la buona apertura a Wall Street il rialzo é continuato e gli indici azionari europei hanno chiuso sui massimi giornalieri con forti guadagni. Gli indici sono tornati nei canali d'oscillazione in laterale validi da metà giugno. Il capitolo della rottura al ribasso sembra chiuso ma lascia uno strascico negativo sui grafici. L'Eurostoxx50 mostra dal 18 di giugno una serie di massimi discendenti e il minimo di giovedì a 3962 punti sembra aver aperto la strada verso il basso. Il FTSE MIB (+1.67% a 25051 punti) mostra un simile preoccupante grafico mentre il DAX (+1.73% a 15687 punti) mantiene strettamente il trend neutro con una serie alternante di sedute positive e negative sopra la MM a 50 giorni e sopra il bordo inferiore delle BB. È difficile dire con sicurezza se le borse europee stanno distribuendo o accumulando. Secondo i grafici la rottura dovrebbe verificarsi al ribasso. Gli indicatori sono invece costruttivi - l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo sono spariti e gli indicatori di momentum come il MACD stanno girando verso l'alto e potrebbero dare un segnale d'acquisto. A dire il vero però tutto questo non é molto importante visto che é la borsa americana ad imporre il ritmo di danza. Se la borsa americana continua a salire é possibile che le borse europee presto o tardi si decidano a seguire. Se invece la borsa americana si ferma o corregge e improbabile che le borse europee possano salire in solitaria. Non sembra che dai cambi possano venire degli impulsi decisivi visto che il cambio EUR/USD non sembra volersi allontanare di molto dagli 1.20 (+/- 2 cts).
Sembra che dobbiamo rassegnarci all'idea che la borsa americana non vuole correggere - ogni ritracciamento viene subito comperato.
Pensiamo che ora il reddito dell'USTBond decennale debba salire in direzione di 1.75%/2.00% - questo é almeno quello che suggeriscono grafico e indicatori. Questo aumento deve mettere in difficoltà il settore tecnologico. Venerdì abbiamo visto che la difficoltà si é tradutta unicamente in una sottoperformance. A febbraio questo effetto aveva però causato una correzione di circa il -11% del Nasdaq100 - vediamo cosa succede questa volta. Non pensiamo però che senza la tecnologia l'S&P500 possa andare lontano.
La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1997 su 5895, NH/NL a 151 su 2316 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 19.00 punti (+2.80), il CBOE Equity put/call ratio era abbastanza alto a 0.59 mentre il Fear&Greed Index é caduto a 32 punti (-7 punti).
Non sappiamo se la borsa americana intende correggere ma siamo convinti che la seduta negativa di ieri non sarà un episodio isolato. Crediamo che oggi le borse europee dopo l'apertura non saliranno più in alto. È possibile che nel pomeriggio a Wall Street riappaiano i venditori - leggete i commenti delle 14.00 per maggiori dettagli.
Da quasi due mesi il mercato azionario americano si appoggia sulla tecnologia. Il Nasdaq100 é passato dai 13000 punti del 19 maggio agli attuali 14800 punti. Sono 1800 punti o quasi il 14% di guadagno in meno di due mesi. Non vi sembra che stiamo esagerando ?
SX7E (banche) -2.56% a 93.80 punti
DAX +0.27% a 15650 punti
SMI -0.29% a 11964 punti
FTSE MIB -0.89% a 25282 punti
Nasdaq100 +2.66% a 14727 punti
L'S&P500 ha aperto in gap up sul minimo a 4329 punti. L'indice é salito regolarmente fino alle 19.00 quando ha toccato i 4349 punti. Poi si é "calmato". L'S&P500 ha ancora toccato un massimo storico a 4355 punti e ha chiuso poco più in basso a 4352.3 punti (+0.75%). L'A/D dell'indice era di 305 su 194 ! La volatilità VIX é scesa a 15.07 punti (-0.41), il CBOE Equity put/call ratio é salito a 0.51 mentre il Fear&Greed Index é rimasto uguale a 45. Nel complesso gli indicatori di sentiment mostra che gli investitori sono fiduciosi e quasi pienamente investiti - a cortissimo termine c'é euforia (DSI) ma questa può essere compensata con un breve tuffo di due o tre sedute e -2%/-3% in percentuale. Questo non significa che ci sarà un'inversione di tendenza malgrado che i cicli sono in calo fino ad ottobre. Ci vorrebbe una caduta sotto i 4200 punti per cambiare il trend.
L'S&P500 ha già aperto su un nuovo massimo a 4306 punti, È brevemente sceso a 4304 punti ma poi é salito per il resto della giornata in maniera più o meno regolare fino ai 4320 punti raggiunti con un'accelerazione poco prima della chiusura a 4319.94 punti (+0.52%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4896 su 2985 e volume relativo a 0.9. Il sentiment é migliorato (VIX a 14.48 punti (-0.35), CBOE Equity put/call ratio a 0.44, Fear&Greed Index a 45 punti (+4). I Summation index sono leggermente saliti.
A livello tecnico non appare nulla di nuovo - ipercomperato ed eccesso di rialzo non frenano il rialzo e questo é un segno che la tendenza é robusta. È molto strano che gli indici continuino a salire malgrado i cicli in calo - spesso ci sono delle differenze temporali specialmente quando si tratta di cicli di lungo termine e/o annuali. Qui però la differenza é ormai ampia - per colmare il gap ci vorrebbe un'improvvisa caduta di parecchi punti in percentuale.
Anche a Francoforte l'altalena tra sedute positive e negative é proseguita - ieri il DAX (-1.02% a 15531 punti) ha perso 159 punti. Martedì l'indice non era salito a testare il massimo storico e il bordo superiore delle BB. Ieri invece ha provato a scendere sul bordo inferiore delle BB e sul supporto fornito dalla MM 50 giorni. Non c'é ancora nessuna decisiva rottura o segnale di vendita. L'impressione é però che i ribassisti si sono svegliati, stanno prendendo lentamente il sopravvento e hanno più forza e convinzione che i rialzisti. Se fossimo obbligati a scegliere scommettemmo al ribasso anche perché é in questa direzione che vanno i cicli.
Insomma - sembra che le borse europee abbiano voglia di scendere - senza gli americani é però improbabile che lo facciano.
Insomma - l'indebolimento strutturale progredisce ma per il momento la borsa americana non mostra la minima intenzione di voler correggere gli eccessi. Probabilmente fino a quando dal fronte dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.45%) arriva via libera gli investitori continuaranno ad amare la tecnologia e questo basterà far lievitare la borsa americana.
In America sta iniziano il lungo fine settimana della festa dell'Indipendenza - da oggi i volumi saranno in calo mentre lunedì 5 luglio la borsa di New York sarà chiusa. Sembra improbabile che fino a settimana prossima possa succedere qualcosa di importante sui mercati finanziari.
Ieri i tassi d'interesse sono scesi e come logica conseguenza le azioni delle banche sono cadute (SX7E -2.40% a 93.96 punti). Piuttosto pesantemente a dire il vero e questo rafforza la nostra impressione che la forza relativa del settore é finita e che il massimo di inizio giugno poco sopra i 100 punti é definitivo. A subire le conseguenze del calo delle azioni delle banche é stato soprattutto il FTSE MIB italiano (-1.11% a 25227 punti). Questo mercato non sta però mandando segnali particolarmente negativi e non ci sembra che nel futuro debba comportarsi peggio dell'Eurostoxx50 - probabilmente il tuffo di ieri é stato unicamente un attacco di debolezza temporanea senza conseguenze durature.
La premessa per questa correzione é che appaia della pressione di vendita. I rialzisti sono cauti ma costituiscono un gruppo numeroso e agguerrito. Invece mancano i ribassisti - nessuno assicura i portafogli al ribasso con future o opzioni (si nota questo effetto nell'analisi dei COT e del mercato delle opzioni) e nelle inchieste effettuate tra i vari tipi di investitori i bears sono su livelli molto bassi. Insomma - essere pessimisti non é più di moda. Nessuno parla più dei fondamentali e delle valutazioni delle azioni in America che sono assurdamente alte. Il mercato é mosso dai traders che parlano di momentum e flow. Si compra quello che sale e non quanto é a buon prezzo e dovrebbe guadagnare di valore. Le borse festeggiano i dati economici deludenti che fanno diminuire i tassi d'interesse e allontanano il momento in cui le Banche Centrali saranno obbligate a seguire una politica monetaria meno espansiva di quella attuale. Il concetto di "inflazione temporanea" si sta facendo strada. Noi non sappiamo se nel futuro ci sarà inflazione - il comportamento dei mercati obbligazionari (reddito dell'USTBond decennale a 1.54%, +0.05%) dice di no visto che i redditi reali (interessi meno inflazione) sono decisamente negativi. Sappiamo però che questo mercato é manipolato dalle Banche Centrali tramite le operazioni di QE e quindi non possiamo basare le nostre decisioni d'investimento su redditi tenuti artificialmente bassi.
SX7E (banche) +2.16% a 96.27 punti
DAX +1.04% a 15608 punti
SMI +0.49% a 11999 punti
FTSE MIB +1.16% a 25510 punti
Nasdaq100 +2.10% a 14345 punti
Martedì abbiamo scritto che secondo noi il balzo di lunedì era stato un rimbalzo tecnico. Pensavamo che la correzione fosse ancora lo scenario più probabile rispetto all'accelerazione al rialzo. Per confermare l'inizio di una correzione ci vuole però una chiusura sotto i primi supporti costituiti dalla MM a 50 giorni e, meglio ancora, dai minimi di lunedì.
Un fatto ci lascia perplessi - la borsa americana non cede e l'S&P500 (-0.11% a 4241.84 punti) rimane a ridosso del massimo storico - se l'America non corregge dubitiamo che le borse europee possano scendere decisamente più in basso.
Al momento gli investitori non hanno ragioni per vendere malgrado i guadagni - se vendono non sanno cosa fare con il contante che spesso viene punito dalla banche con tassi d'interesse negativi. Fino a quando ci sarà una ragione per restare nel mercato azionario é probabile che le borse non scenderanno. È possibile che il bull market morirà semplicemente di stanchezza. Basterà che chi ha comperato azioni a credito decida di vendere per ripagare i debiti innescando un ribasso. Il Margin Debt in America é il più alto della storia - evviva la speculazione!
Non sappiamo come definire la tendenza di fondo. Se guardiamo semplicemente le medie mobili (MM) a 50 e 200 giorni il quadro é ancora costruttivo - in effetti le curve stanno salendo e gli indici rispettano il supporto fornito dalla MM a 50 giorni. Da mesi però le borse europee non fanno sostanziali progressi e quindi si può quasi parlare di tendenza neutra. Ulteriori dettagli sulla situazione tecnica dei vari indici li trovate nei commenti serali.
È evidente che fino a quando non ci sarà una correzione in America anche l'Europa continuerà a fare lenti progressi - anche ieri gli indici europei sono saliti in serata grazie agli impulsi positivi provenienti da Wall Street. Temiamo però che i cicli ostili presto o tardi provocheranno un importante vuoto d'aria.
La situazione in America é diversa rispetto all'Europa. L'S&P500 ha più che compensato la spinta di ribasso della fine di settimana scorsa e sta sfiorando il massimo storico. La tecnologia ha ritrovato la sua forza e il trend torna ad essere al rialzo. Malgrado che da due mesi l'S&P500 non stia facendo sostanziali progressi (a metà aprile era a 4191 punti - in due mesi ha guadagnato una sessantina di punti o meno del 2%) il mercato non mostra segni di cedimento e non sembra voler cambiare direzione.
Insomma la borsa americana ha recuperato completamente la perdita di venerdì e torna ad essere nuovamente in equilibrio. La spinta di ribasso é stata compensata con l'abituale rotazione tra settori. Ora non capiamo quali sono le intenzioni degli investitori. Da circa metà aprile le borse non vanno da nessuna parte. Malgrado che la tendenza di fondo sia ancora rialzista se consideriamo le MM a 50 e 200 giorni, gli indici azionari non fanno più sostanziali progressi. Secondo i cicli le borse dovrebbero scendere ma in realtà qualsiasi tentativo di ribasso viene prontamente respinto.
L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4124 punti - le borse europee apriranno che un balzo del +0.3%. Il rialzo di ieri avrà un seguito? Ne dubitiamo fortemente. Pensiamo che continuerà l'andamento altalenante con una serie di sedute positive e negative ed un aumento della volatilità. Alla fine dovrebbero prevalere i cicli ed i ribassisti - magari però dovremmo aspettare la fine del mese.
L'intonazione di fondo dei mercati azionari sta però cambiando. I nostri indicatori di riferimento in America (46.9% dei titoli sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é sceso a 65.34 punti) mostrano un netto indebolimento - la tendenza di base non é più al rialzo ma neutra. I Summation Index sul NYSE e sul Nasdaq hanno cominciato a scendere da alti livelli. Sulla base dei cicli di lungo periodo e annuale crediamo quindi che le borse sono unicamente all'inizio di una fase di ribasso che potrebbe durare fino ad ottobre. Secondo una nostra simulazione l'S&P500 potrebbe scendere sui 3500 punti. Non bisogna credere ciecamente a queste simulazioni - non prevediamo un ribasso del 15-20%. Vi avvisiamo unicamente che sembra esserci parecchio potenziale di ribasso e questa correzione non é un'occasione d'acquisto. Invece il successivo rimbalzo dovrebbe essere un'ultima occasione per vendere a prezzi elevati.
SX7E (banche) -4.06% a 94.23 punti
DAX -1.56% a 15448 punti
SMI +0.84% a 11941 punti - nuovo record storico a 12072 punti
FTSE MIB -1.94% a 25218 punti
Nasdaq100 +0.37% a 14049 punti
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2869 su 4962, NH/NL a 564 su 1030 (!) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 17.75 punti (-0.40), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.49 e il Fear&Greed Index é sceso a 41 punti (-4 punti). Nel complesso gli indicatori di sentiment mostrano che gli investitori sono cauti e leggermente pessimisti - questo quadro é sorprendente visto che il Nasdaq100 ha toccato un record storico e l'S&P500 é solo 36 punti sotto il massimo. Evidentemente a molti non piace il fatto che malgrado che si parli sempre di rialzo l'S&P500 é solo 30 punti sopra il massimo intermedio a 4191 punti del 16 aprile! Tra l'altro i Summation Index ieri sono scesi - la maggior parte degli investitori ricomincia a perdere soldi...
Il cambio EUR/USD é caduto a 1.1990. L'USD si rafforza ora che ci sono delle prospettive di aumento dei tassi d'interesse sull'USD. Il cambio resta ancorato al nostro livello di riferimento a 1.20.
Oggi c'é la periodica riunione della FED per discutere la situazione economica e decidere eventuali adattamenti nella politica monetaria. Nessuno prevedere dei cambiamenti nei tassi d'interesse o nel QE - a tutti però interesserà leggere come la FED valuta il problema inflazione e come intende affrontarlo - é possibile che dopo le 20.00 i mercati comincino a muoversi. In quale direzione non dipende dall'analisi tecnica ma dalle dichiarazioni di Jerome Powell.
In questa calma apparente abbiamo osservato alcuni movimenti interessanti e inusuali. La volatilità VIX, che normalmente scende quando c'é una seduta positiva del'S&P500, é salita a 16.39 punti (+0.74) - non conosciamo la ragione di questa variazione ma prendiamo nota di questa divergenza - c'é chi sta comperando VIX - questa é l'abituale strategia degli investitori istituzionali che si assicurano contro una possibile correzione del mercato. Il numero dei titoli americani che hanno toccato un nuovo minimo a 30 giorni (NL) é più che raddoppiato dai 192 di venerdì ai 475 di ieri - da una qualche parte sta arrivando della pressione di vendita. Fino alle 21.20 l'S&P500 era ancora in perdita di 10 punti e si trovava a 4237 punti. Un'ondata d'acquisti sul finale concentrata sui big della tecnologia (p.e. Apple +2.46%) ha catapultato l'S&P500 sul massimo giornaliero e nuovo record storico a 4255.59 punti - sembra che le mani forti abbiano interesse a far salire gli indici più in alto possibile per la scadenza dei derivati. Contemporaneamente il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.51% (+0.04%) e si muove come previsto.
Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 (settembre) a 4256 punti (+10 punti). Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4153 punti - le borse europee apriranno con un guadagno di circa il +0.5% e sul massimo di ieri. Pensiamo che avremo un'altra seduta moderatamente positiva - dopo la buona apertura e un nuovo massimo annuale / storico marginale gli indici azionari dovrebbero ridiscendere e chiudere sui livelli d'apertura o poco più in basso.
SX7E (banche) -1.04% a 98.22 punti
DAX +0.00% a 15693 punti
SMI +2.34% a 11841 punti - nuovo record storico
FTSE MIB +0.57% a 25717 punti
Nasdaq100 +1.65% a 13998 punti
Riassumendo, dopo il lungo consolidamento tra metà aprile e maggio, le borse europee hanno ripreso il rialzo. Il movimento é tecnicamente sano e nulla sembra indicare che debba terminare a breve. Il momentum é scarso - non ci saranno nel futuro accelerazioni e i guadagni settimanali resteranno modesti - non c'é però nessuna ragione per abbandonare il mercato malgrado che il rialzo sembra essere decisamente maturo (ci riferiamo all'ipercomperato di medio termine e ai cicli).
E in Europa? L'Eurostoxx50 (+0.02% a 4096 punti) martedì ha toccato un nuovo massimo annuale a 4115 punti. Anche gli altri indici hanno toccato dei nuovi record. Tutto questo però cambia qualcosa nel quadro tecnico? Sappiamo che la tendenza di fondo é debolmente rialzista - rispetto a venerdì scorso però l'Eurostoxx50 é salito di soli 7 punti. Non ci sono ragioni per entusiasmarsi. Il DAX tedesco (-0.38% a 15581 punti) in questi tre giorni ha perso un centinaio di punti - il FTSE MIB (-0.26% a 25741 punti) ne ha guadagnati 170. Solo l'SMI svizzero (+1.13% a 11788 punti) si é involato grazie ad un rally dell'importante settore farmaceutico (Novartis +2.33%, Roche +3.08%) - avevamo previsto questo movimento con alcuni giorni di anticipo (commento del 3 giugno). Ora l'indice é decisamente ipercomperato (RSI a 76 punti) e dovrebbe rientrare nei ranghi comportandosi come le altre borse europee.
Il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.50% (-0.03%). Notiamo che malgrado il calo dei tassi d'interesse la borsa non ha saputo approfittarne - questo é inusuale e lo interpretiamo come una mancanza di potere d'acquisto. Il DSI sui Bond é molto alto - crediamo quindi che ora debba esserci un movimento di rialzo sui tassi d'interesse e il reddito dovrebbe tornare sopra gli 1.70%.
Nel complesso questa pausa di tre giorni favorisce i ribassisti - visto che i rialzisti non sono riusciti a migliorare il record a 4238 punti di S&P500 é ora il turno dei ribassisti - tocca a loro prendere l'iniziativa e far vedere se sono in grado di creare pressione di vendita. Finora questa é inesistente.
Stamattina il future sull'S&P500 é a 4220 punti (+2 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.50 é a 4100 punti. Le borse europee apriranno con leggeri guadagni. Fino a mezzogiorno non succederà nulla - vedremo se nel pomeriggio le notizie saranno in gradi di muovere i tassi d'interesse e di riflesso le borse.
Al termine della seduta di venerdì a New York tutti gli investitori sono positivi (VIX a 16.42 punti, -1.62) e tutti i traders che seguiamo su twitter si aspettano per settimana prossima un nuovo massimo storico dell'S&P500 sopra i 4238 punti. Nell'inchiesta effettuata tra i membri dell'associazione degli investitori individuali (AAII) il 2 giugno i ribassisti (bears) sono risultati essere solo il 19.8% - il livello più basso dell'anno. Siamo sempre prudenti nelle nostre previsioni quando tutti sono della stessa opinione - se tutti sono già long in attesa dell'estensione del rialzo chi comprerà adesso per far salire l'indice più in alto?
SX7E (banche) +0.74% a 99.26 punti
DAX +1.11% a 15692 punti - nuovo record storico
SMI +1.26% a 11570 punti - nuovo record storico
FTSE MIB +1.59% a 25570 punti - nuovo massimo annuale
S&P500 +0.61% a 4229.89 punti
Nasdaq100 +0.62% a 13770 punti
I nuovi massimi storici o annuali degli indici azionari europei ci obbligano a ricordare quali sono le regole di base - i massimi significano che la tendenza é al rialzo e che la variante più probabile rimane quella della continuazione del movimento. La partecipazione al rialzo é modesta - il momentum é scarso - gli indici però lievitano e finora non appare nulla all'orizzonte in grado di provocare un'inversione.
Ricomincerò a pubblicare i commenti mercoledì sera o giovedì mattina - a tutti gli abbonati vengono accreditati 3 giorni di abbonamento.
Stamattina ritroviamo il future sullS&P500 a 4205 punti (+2 punti) - ieri sera era sceso insieme alle borse europeee a 4192 punti. Il recupero del future provoca una reazione positiva delle borse europee - alle 08.00 l'Eurostoxx50 vale 4052 punti.
Il sito viene aggiornato fino ai commenti delle 14.00 sugli indici azionari americani. Il servizio viene sospeso probabilmente fino a giovedì in giornata. A tutti gli abbonati verranno accreditati 2 giorni di abbonamento.
Durante il mese di maggio abbiamo spesso preso in considerazione la possibilità di una correzione. Secondo noi i cicli e la debole partecipazione favoriscono questo scenario. Naturalmente ci stiamo chiedendo quale evento potrebbe provocare una correzione visto che finora una regolare e sana rotazione tra settori ha sempre permesso al mercato di assorbire senza danni gli eccessi di rialzo e l'ipercomperato. Pensiamo che la chiave di lettura la forniscano le obbligazioni. Malgrado che si parli constantemente di inflazione i tassi d'interesse da aprile, quando l'USTBond decennale aveva raggiunto l'1.7% di reddito, sono in leggero calo. Secondo il mercato obbligazionario, solitamente molto efficente, avremo una crescita economica robusta ma non eccezionale e i tassi d'interesse non sono destinati a salire. Con uno scenario del genere abbiamo l'impressione che le azioni delle banche hanno corso troppo - una correzione delle borse dovrebbe cominciare da qui - vediamo.
I problemi a livello di partecipazione però rimangono e con cifre del genere non vediamo abbastanza forza d'acquisto per permettere agli indici di salire ulteriormente in maniera sostenibile. In mancanza di potenziale di rialzo non esistono molte possibilità - o le borse continuano a oscillare in laterale con una costante rotazione tra settori oppure c'é un periodo più o meno lungo di correzione come suggeriscono i cicli. Adesso gli indici cominciano a collidere con le MM a 50 giorni. Pensiamo quindi che l'oscillazione in laterale iniziata ad aprile che ha permesso di eliminare l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo si avvicina alla fine.
SX7E (banche) +1.23% a 98.53 punti
DAX +0.53% a 15520 punti
SMI +1.79% a 11426 punti
FTSE MIB +0.78% a 25169 punti
S&P500 +1.16% a 4204.11 punti
Nasdaq100 +2.05% a 13686 punti
Lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del Memorial Day.
Venerdì alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 4062 punti (-8 punti). Vediamo come si presentano i mercati lunedì mattina - le premesse sono finora per una seduta in Europa molto tranquilla e leggermente negativa.
Una ventina di punti di S&P500 hanno psicologicamente fatto la differenza - malgrado che a livello tecnico sia cambiato poco o nulla i rialzisti sono adesso in vantaggio. Prima del lungo fine settimana del Memorial Day é poco probabile che si verifichi un ribaltamento di fronte.
Le borse europee rimangono a ridosso dei massimi annuali e delle resistenze ma non hanno ancora mostrato una decisa rottura al rialzo in grado di confermre il trend rialzista.
Ora esistono due correnti di pensiero. I rialzisti dicono che le borse hanno fatto numerosi tentativi di accelerare al rialzo e presto o tardi riusciranno a rompere le resistenze. I ribassisti invece sono convinti che dopo i numerosi tentativi falliti é evidente che le borse non hanno più la forza per salire e devono scendere. Noi sulla base dei cicli favoriamo la variante negativa.
Un nuovo record storico é venuto da una borsa che nessuno si aspettava - quella svizzera. Tutti parlano di titoli ciclici e tecnologici - invece l'SMI (+0.71% a 11305 punti) ha guadagnato 80 punti grazie ai titoli del lusso ed alimentari. L'SMI ha confermato con un nuovo netto massimo storico il trend rialzista. In genere questo indice riesce a staccarsi 400 punti dalla MM a 50 giorni - di conseguenza pensiamo che l'obiettivo di questa spinta debba situarsi sui 11500-11600 punti.
Anche la borsa di New York non ha convinto. Dopo il buon inizio di settimana tutti si aspettavano una continuazione del rialzo - l'S&P500 (-0.21% a 4188.13 punti) sembrava pronto a superare i 4200 punti ed attaccare il record storico a 4238 punti. Invece la seduta é stata piuttosto negativa (A/D a 2713 su 5099, NH/NL a 432 su 344, volume relativo a 0.9) malgrado che il Nasdaq100 (+0.12%) sia ancora riuscito a guadagnare terreno.
L'S&P5090 ha aperto salendo sul massimo giornaliero a 4213 punti. Dopo é sceso a balzi irregolari per quasi tutta la giornata. Ha toccato un minimo a 4182 punti e ha chiuso a 4188 punti. Ancora una volta notiamo una rotazione tra settori - vince la tecnologia mentre DJT (-0.98%) e RUT (-0.97%) erano decisamente deboli. La volatilità VIX é salita a 18.84 punti (+0.44), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.49 mentre il Fear&Greed Index é ancora sceso a 33 punti (-2 punti). I Summation Index si sono mossi di poco - quello sul NYSE é sceso - quello sul Nasdaq é salito.
Insomma - questa seduta ha lanciato segnali misti e confusi. I rialzisti possono guardare al rialzo del Nasdaq100 - la candela sul grafico ha minimo e massimo ascendenti. I ribassisti notano la debolezza generale della seduta che si é verificata proprio quando la borsa sembrava pronta per ripartire con convinzione al rialzo.
Noi notiamo che il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.56% (-0.05%). I dati congiunturali sono deludenti e sembra che la ripresa economica americana sostenuta dalla spesa pubblica potrebbe essere un fuoco di paglia. In ogni caso il verdetto dei mercati obbligazionari é chiaro - non credono allo scenario inflazionistico.
Stamattina il future sull'S&P500 é a 4197 punti (+12 punti). Anche oggi i mercati ripartono con un'intonazione positiva. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4052 punti. Da un punto di vista psicologico la seduta odierna é importante - se i rialzisti falliscono nuovamente potrebbero battere in ritirata. Vedremo se oggi le borse europee riescono a chiudere in guadagno e sui massimi giornalieri o se invece ricadono come ieri.
I cicli sulla borsa americana sono in calo - indicatori di medio e lungo termine stanno ruotando verso il basso e il quadro tecnico si sta indebolendo. Restiamo prudenti e convinti che il prossimo movimento dinamico e significativo sarà al ribasso.
Sulla seduta in Europa c'é poco da dire. La festa dell'Ascensione ha tenuto parecchi investitori lontani dai mercati - le borse di Germania, Svizzera e Austria erano chiuse. L'Eurostoxx50 indicativamente era trattato alle 18.00 a 4047 punti (+0.48%).
L'impressione generale é che le borse stiano ripartendo al rialzo dopo aver consolidato per circa un mese e mezzo. Manca ancora la conferma data da nuovi massimi di periodo. Questa potrebbe già arrivare oggi in Europa visto che l'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4060 punti. Il future sull'S&P500 sale a 4210 punti (+16 punti). Il Nikkei ha guadagnato il +0.67% mentre le borse cinesi stanno salendo di più del +2%. I mercati non sembrano farsi influenzare negativamente dal calo del PIL tedesco nel primo trimestre di quest'anno del -1.8%.
La pausa ha eliminato l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo - le RSI giornaliere sono tornate sui 50 punti mentre molti indici sono sulle MM a 50 giorni e non più parecchi punti più in alto. Le borse sembrano avere completato una correzione attraverso un consolidamento - gli indicatori di momentum come il MACD stanno facendo base e sembrano voler girare al rialzo mentre I Summation Index in America stanno terminando la loro discesa - venerdì quello sul NYSE ha ancora perso qualcosa mentre quello sul Nasdaq per il secondo giorno consecutivo é salito. La correzione del Nasdaq100 dal doppio massimo di aprile e il consolidamento dell'S&P500 sui 4060-4240 punti (un range di 160 punti o meno del 4%) hanno cambiato l'umore degli investitori che hanno abbandonato l'euforia di inizio aprile per passare lentamente ad un certo pessimismo (Fear&Greed Index a 34 punti, -3 punti). La tendenza di fondo della borsa americana é per definizione al rialzo con il 55.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 68.54 punti.
SX7E (banche) -0.13% a 97.33 punti
DAX +0.14% a 15437 punti
SMI +0.94% a 11225 punti
FTSE MIB +0.84% a 24975 punti
S&P500 -0.43% a 4155.86 punti
Nasdaq100 +0.14% a 13411 punti
I modesti volumi e i bassi rapporti NH/NL mostrano che non c'é né forza d'acquisto né pressione di vendita. A metà di settimana scorsa i rialzisti erano convinti di aver ripreso il sopravvento - venerdì hanno perso l'iniziativa.
Il sito viene aggiornato regolarmente.
I rialzisti vedono che il mercato sta assorbendo l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo con molta volatilità e un modesto calo dal massimo storico - gli investitori stanno diventando pessimisti. Secondo loro terminato questo periodo ci sono le premesse per la ripresa del rialzo. I ribassisti interpretano queste sedute negative come dei ripetuti tentativi di ribasso che presto o tardi avranno successo - l'aumento dei tassi d'interesse é veleno per le borse. Noi prima di dare un'opinione definitiva preferiamo osservare l'uscita dal range 4060 punti (nuovo decisivo supporto) - 4238 punti (massimo storico). Una chiusura giornaliera sotto i 4125 punti non é più sufficiente per dare un segnale di vendita considerando la forte reazione dal minimo e la MM a 50 giorni che scorre a 4081 punti.
Il DAX (-0.07% a 15386 punti, nuovo massimo storico a 15538 punti) e il FTSE MIB (+0.07% a 24880 punti, nuovo massimo annuale a 25113 punti) si sono comportati in maniera simile. Poiché i rialzisti non sono riusciti ad imporsi ora la palla passa nel campo dei ribassisti. Vedremo nei prossimi giorni cosa riusciranno a fare all'interno del canale d'oscillazione laterale che si é delienato a partire da inizio aprile. Per quasi tutti gli indici ci sono dei supporti statici sul livello inferiore di questi canali che vengono ora rafforzati dalle MM a 50 giorni e dai bordi inferiori delle Bollinger Bands - spesso questi livelli di riferimento si trovano vicini come nel caso del DAX dove tutto scorre ora sui 15000 punti. Avevamo indicato questi importanti livelli per dei segnali di vendita a medio termine nel commento del 5 maggio.
Il prezzo del petrolio (+1.4%) e dell'oro (1868 USD/oncia, +26 USD) sono saliti facendo lievitare i prezzi delle azioni delle compagnie attive nei settori. In generale ci sono molte scommesse al rialzo sui prezzi delle materie prime. Questo é il tema principale che sostiene ora le borse - si parla anche molto di inflazione malgrado che il reddito dell'USTBond decennale (1.64% / +0.01%) non si muove. L'effetto sui mercati obbligazionari é quasi più pronunciato in Europa - la Germania é rimasto l'unico Paese europeo (UE) dove il reddito del prestito dello Stato decennale (Bund) é negativo - il resto (compresi Olanda, Austria e Francia) hanno redditi ormai positivi. Il differenziale dei tassi d'interesse si muove in favore dell'EUR facendo lievitare il valore della moneta europea nei riguardi dell'USD.
Da lunedì a mercoledì la borsa americana é precipitata e l'S&P500 ha toccato un minimo a 4056 punti - l'indice si é salvato sopra la MM a 50 giorni ma la rottura del supporto a 4125 punti aveva generato nei nostri sistemi un segnale di vendita. Eravamo convinti che si fosse verificata un'inversione di tendenza. Giovedì e venerdì la borsa americana é risalita - l'S&P500 ha terminato la settimana a 4173.85 punti (+1.49%). L'indice ha recuperato 127 punti dal minimo e si trova nuovamente a soli 65 punti dal massimo storico - la performance settimanale é però negativa. Il grafico da l'impressione che la borsa americana ha svolto unicamente una delle tante correzioni minori che abbiamo già avuto quest'anno (fine gennaio, inizio febbraio, fine marzo). Sembra che la MM a 50 giorni sia ancora servita da supporto. Nelle precedenti occasioni l'S&P500 ha in seguito ripreso il rialzo verso un nuovo record storico. Le MM a 50 giorni e a 200 giorni salgono regolarmente. Anche questa volta é bastato un pò di pessimismo negli indicatori di sentiment per risvegliare la voglia di comperare. Sinceramente adesso non sappiamo se dobbiamo seguire questi segnali positivi forniti dagli indicatori di momentum e dal grafico o se invece bisogna credere ai cicli negativi. Il comportamento delle borse europee non ci aiuta a prendere una decisione. Gli indici azionari europei sono crollati martedì ma non hanno rotto nessun supporto e non hanno dato nessun segnale di vendita. L'Eurostoxx50 durante la settimana ha perso 17 punti ma le borse in generale si sono mosse intorno alla parità - al calo dell'Eurostoxx50 si contrappongono i guadagni di DAX e FTSE MIB - la borsa italiana ha approfittato dell'ulteriore spinta di rialzo del settore bancario. D'altra parte nessuna borsa ha fatto segnare un nuovo massimo annuale anche se alcuni alcuni indici (CAC40, IBEX) ci sono andati molto vicini. Formalmente da inizio aprile le borse europee sono ancora in un trend neutro - c'é un'oscillazione in laterale che in linea di massima rappresenta un consolidamento - finora però non c'é stata la ripresa del rialzo.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) +3.75% a 97.46 punti
DAX +0.11% a 15416 punti
SMI -0.47% a 11120 punti
FTSE MIB +0.63% a 24766 punti
S&P500 -1.39% a 4173.85 punti
Nasdaq100 -2.38% a 13393 punti
L'A/D nettamente squilibrato mostra un eccesso di rialzo nel cortissimo termine che normalmente deve essere compensato con una seduta negativa - pensiamo quindi che lunedì l'S&P500 possa scendere. Sarà però il future lunedì mattina a dirci quali saranno le intenzioni degli investitori.
La borsa svizzera era chiusa in occasione della festa dell'Ascensione.
La volatilità VIX é balzata a 27.59 (+5.75), il CBOE Equity put/call ratio à lievitato a 0.63, il Fear&Greed Index é sceso a 37 punti (-12). A breve c'é un pò di panico (VIX) - potrebbe però essere peggio prima di un solido minimo.
Domani in Svizzera é un giorno di festa (Ascensione). Noi pubblicheremo i commenti normalmente ma in forma ridotta.
Evitiamo di gridare alla correzione dopo un giorno negativo - notiamo pero che il Nasdaq100 sta cedendo come previsto. Nasdaq Composite e Nasdaq100 sembrano aver completato completato il top e la nostra ipotesi di un ribasso trascinato da questo settore ottiene un'ulteriore conferma. I cicli sono negativi e come sapete pensavamo che la borsa americana potesse cominciare a scendere all'inizio di maggio (ciclo di lungo termine) o alla metà di maggio (ciclo annuale). È quindi possibile che venerdì 7 maggio l'S&P500 abbia toccato il suo massimo annuale definitivo.
Eurostoxx50 +1.50% a 4034 punti
SX7E (banche) +2.22% a 93.93 punti
DAX +1.34% a 15399 punti
SMI +1.37% a 11173 punti
FTSE MIB +1.95% a 24612 punti
S&P500 +1.23% a 4232.60 punti
Nasdaq100 -1.02% a 13719 punti
I paralleli con la bolla speculativa dei tulipani del 1600 in Olanda sono evidenti.
Dall'inizio di questa mania migliaia di monete virtuali sono sparite poiché non più trattate e senza valore. Probabilmente questo succederà anche con Bitcoin, Ethereum e il resto. Il prezzo di queste monete virtuali sopravvissute potrebbe però ancora decuplicare più volte prima di crollare. Chi si getta in questa avventura deve essere cosciente dei rischi - il potenziale di guadagno é però ancora gigantesco.
Ieri sera abbiamo commentato in questa meniera gli avvenimenti: "Adesso bisogna vedere se stasera l'S&P500 conferma questo segnale di vendita. In teoria domani dovrebbe esserci per lo meno un rimbalzo fino ai 3950 punti - se questo rimbalzo venisse a mancare allacciate le cinture di sicurezza. Se il rimbalzo fa tornare a fine seduta l'Eurostoxx50 sopra i 3950 punti abbiamo avuto oggi un semplice incidente di percorso e una falsa rottura al ribasso. Avrete capito che la seduta di domani é decisiva."
L'indice delle banche SX7E ha perso solo il -1.14% a 91.03 punti. L'indice mostra forza relativa in una giornata di borsa pessima e con tassi d'interesse di mercato in calo - questo é un segnale molto costruttivo.
Bisogna ora osservare come si svolge l'odierno rimbalzo. Per il momento non sembra che bisogna affrettarsi a vendere. Il supporto a 4125 punti di S&P500 resta determinante e finora non é in pericolo - la pressione di vendita é ancora moderata e limitata al settore tecnologico. Solo se ci fosse un contagio ci sarebbe da preoccuparsi.
L'Eurostoxx50 alle 08.35 vale 3950 punti (+26 punti). Le borse europee riapriranno con guadagni di circa il +0.6% e intorno ai supporti. Pensiamo che stamattina dovrebbero provare a salire più in alto (fino a +1%). Il pomeriggio invece potrebbe riservare sorprese negative. La caduta di ieri ha sicuramente lasciato un segno - chi é troppo esposto long cercherà di usare il rimbalzo per vendere. Le vendite di ieri non sono casuali - le dichiarazioni della Yellen sono state unicamente una scusa per delle prese di beneficio che erano dovute da tempo. L'ipotesi che stia iniziando una correzione é ancora valida - é però possibile che ci vogliano ancora alcuni giorni altalenanti prima che la nuova tendenza si imponga.
L'SP500 ha aperto in positivo a 4204 punti. All'inizio é salito a 4209 punti - poi ha cambiato direzione a fino alle 17.30 é sceso a 4193 punti. In seguito é lentamente risalito e alle 21.00 ha nuovamente raggiunto i 4203 punti. Sul finale é ricaduto a 4188 punti e ha chisuo a 4193 punti. Gli indicatori di sentiment si sono mossi poco e in maniera disordinata (VIX a 18.31 punti (-0.30), CBOE Equity put/call ratio a 0.51 e Fear&Greed Index a 54 punti (-2)). Il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.63% (-0.02%). Il prezzo del petrolio é salito del +2%. Decisamente questa seduta ha lanciato segnali discordanti e non ci fornisce nessun elemento valido per poter prevedere la direzione del prossimo movimento significativo.
Mentre in Europa si fanno lenti progressi contro il Covid19 grazie ai vaccini, l'India viene travolta da un'ondata di nuove infezioni - il numero dei decessi aumenta in maniera esponenziale. I Paesi in via di sviluppo sono in una profonda crisi sanitaria ed economica.
All'inizio di questa settimana ci sono tre giorni di festa sia in Giappone che in Cina. I mercati finanziari mondiali devono fare a meno degli investitori asiatici. Stamattina il future sull'S&P500, che é il contratto che fornisce l'intonazione alle borse, sale a 4183 punti (+9 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.15 vale 3976 punti (+2 punti). Le borse europee apriranno con leggeri guadagni (DAX +0.2%). Sui mercati azionari non ci sono novità di rilievo. Sembra che avremo un'altra seduta tranquilla e senza sostanziali variazioni.
Joe Biden ha presentato un nuovo programma di stimolo economico - dopo quello dedicato a combattere gli effetti negativi della pandemia e quello per le infrastrutture é arrivato un piano da 2300 Mia di USD per sostenere le famiglie e aumentare la spesa sociale. Vi ricordate le regole europee del trattato di Maastricht? Prevedevano che il deficit annuale di uno Stato non potesse superare la soglia del 3% - in questo momento gli Stati Uniti si stanno indebitando ad un ritmo annuo del 19% (!) del PIL. Se non ci fosse la FED a finanziare il debito stampando moneta gli Stati Uniti avrebbero da tempo fatto la fine del Venezuela. Le cifre ci fanno però capire che siamo di fronte al più grande esperimento monetario e di spesa pubblica della storia il cui esito é altamente incerto. I rischi sono inflazione, svalutazione e un sistema finanziario e sociale fuori controllo. Già adesso i prezzi delle materie prime e dei beni reali stanno esplodendo mentre circa un terzo della popolazione americana vive grazie ai soldi versati dello Stato - molti preferiscono incassare gli assegni provenienti dal governo piuttosto che andare a lavorare. Molte imprese cercano disperatamente collaboratori mentre la disoccupazione resta ancora molto alta.
Vedremo cosa succederà quando questa spinta eccezionale finirà e il Paese ritornerà alla normalità. Se le spese e gli investimenti non avranno creato un circolo virtuoso di crescita economica restaranno solo grandi disuguaglianze, molta gente disillusa ed una immensa montagna di debiti.
Non abbiamo ancora nessun segnale di vendita - nei commenti giornalieri abbiamo ripetutamente avvisato che la rottura dei primi supporti, relativamente vicini, potrebbero far precipitare la situazione. A breve sembra che i tassi d'interesse sia sull'EUR che sull'USD debbano salire - intanto l'USD dovrebbe rafforzarsi e ci aspettiamo che il cambio EUR/USD torni a 1.18. Forse sarà questo a far partire una fase di ribasso delle borse. Quando le borse cominceranno a scendere (se lo faranno come prevediamo noi) anche i tassi d'interesse dovrebbero di nuovo calare. Non chiedeteci cosa potrebbe provocare questa inversione di tendenza poiché non lo sappiamo - lo scenario é però consistente. È possibile che la ripresa economica sarà inferiore alle attese, che una nuova variante del Covid19 faccia nuovamente ripartire la pandemia o che ci sia un qualche nuovo evento in grado di destabilizzare l'economia mondiale - viste le numerosi tensioni internazionali e le bombe vaganti tipo Archegos c'é solo l'imbarazzo della scelta.
Eurostoxx50 -0.96% a 3974 punti
SX7E (banche) +7.51% a 91.89 punti
DAX -0.94% a 15136 punti
SMI -1.59% a 11022 punti
FTSE MIB -1.00% a 24141 punti
S&P500 +0.02% a 4181.17 punti
Nasdaq100 -0.58% a 13860 punti
Il cambio EUR/USD venerdì é pesantemente caduto a 1.2020 - c'é stato l'atteso cambiamento di tendenza a corto termine che dovrebbe riportare il cambio intorno a 1.18.
Vediamo come inizia il nuovo mese - secondo la nostra previsione le borse potrebbero scendere da subito o continuare ad oscillare in laterale, come hanno fatto da metà aprile, ancora per due settimane. Secondo i cicli annuali prevediamo un ribasso a partire da metà maggio fino a metà ottobre. Non bisogna però ancora andare contro la tendenza dominante che fino a prova contraria é al rialzo. Concretamente é meglio evitare adesso acquisti di azioni e bisogna tenere la mano pronta a schiacciare il pulsante d'uscita e di vendita.
Le premesse la mattina erano per una seduta positiva. Dopo la buona apertura però le borse europee non sono più riuscite a fare progressi. L'Eurostoxx50 é caduto in negativo nel pomeriggio. La perdita di 18 punti é modesta. Preoccupa però il fatto che l'Eurostoxx50 invece che attaccare il massimo annuale é caduto dopo una serie di 6 sedute dove o é salito o ha marciato sul posto. La tendenza é al rialzo e tutti si aspettano che l'Eurostoxx50 salga. Spesso però il mercato non segue il consenso ma fa esattamente l'opposto. Se il supporto a 3950 punti venisse rotto sarebbero guai. Il DAX (-0.90% a 15154 punti) ha aperto in positivo ma poi é sceso praticamente per tutta la giornata e ha chiuso vicino al minimo con una vistosa perdita di 138 punti. Se l'indice scende sotto i 15000 punti deve iniziare una correzione poiché molti analisti tecnici avranno un segnale di vendita. Sarà un segnale da non trascurare perché come preannunciato ora deve esserci un movimento rapido e significativo. I tassi d'interesse in aumento hanno spinto l'indice delle banche SX7E (+1.16% a 91.87 punti) ancora al rialzo. Attenzione però che il settore non può muoversi per tanto in controtendenza rispetto all'Eurostoxx50. Se l'Eurostoxx50 comincia a cadere (e non scendere dolcemente come ieri) anche il SX7E verrà trascinato verso il basso.
Malgrado gli ottimi risultati trimestrali Apple (-0.07%) ha marciato sul posto. Solo Facebook (+7.30%) ha reagito con un balzo ai convincenti risultati. In generale abbiamo l'impressione che molti dati positivi siano già scontati nelle attuali quotazioni stratosferiche delle azioni. Anche il forte aumento del PIL americano (+6.4%) non ha scatenato un rally ma é stato onorato solo con una seduta moderatamente positiva.
Dubbi a parte i nuovi record storici sono un segnale indiscutibile di rialzo e fino a prova contraria bisogna partire dal principio che gli indici saliranno più in alto.
Ieri sera dopo la chiusura a Wall Street Amazon ha presentato dei buoni risultati trimestrali - nel dopo borsa l'azione ha guadagnato il +2%. Adesso tutti i big della tecnologia hanno pubblicato i loro utili trimestrali - bisogna osservare con attenzione come si comporta il Nasdaq100 nei prossimi giorni - malgrado ottimi dati la chiusura del 16 aprile é ancora la migliore della storia. La nostra ipotesi del doppio massimo é ancora valida.
Ieri sera l'S&P500 ha chiuso in calo, sul minimo giornaliero e 18 punti sotto il massimo giornaliero - non possiamo però parlare di segnale negativo o reversal - é stata semplicemente una seduta neutra senza significato particolare.
Alle 14.30 é previsto il dato sulla crescita economica (PIL) negli Stati Uniti nel primo trimestre dell'anno - la stima degli analisti é a +6.1%. Sicuramente il dato non deluderà gli investitori.
Sul grafico del DAX si vede che le Bollinger Bands si stanno restringendo mentre l'indice si chiude in un triangolo orizzontale che sembra vicino alla fine.L'impressione é che gli investitori abbiano ancora bisogno una manciata di sedute per decidere, sulla base degli utili delle imprese e dei dati economici, cosa conviene fare. Siamo convinti che il mese di maggio sarà diverso da quello di aprile.
Ieri sera dopo la chiusura una serie di importanti società tecnologiche tra cui Microsoft e Google ha presentato i risultati trimestrali. Quelli di Google erano ottimi e l'azione nel dopo borsa é decollata - quelli di Microsoft erano buoni ma gli investitori si aspettavano di più e l'azione é caduta. Gli effetti si compensano - il future sul Nasdaq100 stamattina é invariato. Pensiamo che ci sono molti traders long che si aspettavano una decisa spinta di rialzo grazie ai buoni risultati dei big della tecnologia - se vedono che il mercato non si muove potrebbero decidere di mollare la presa e vendere. Pensiamo che prima di prendere una simile decisione aspetteranno per lo meno di conoscere i dati di Apple previsti stasera dopo la chiusura a Wall Street.
Gli analisti litigano a colpi di grafici ed indicatori. Chi lavora con i grafici vede sopratutto tendenze rialziste ed invoca l'accelerazione - finora per non c'é nessuna segnale di melt-up - la tendenza di S&P500 e colleghi é al rialzo ma l'inclinazione del movimento non sta aumentando - le linee di trend che limitano superiormente i grafici non vengono violate. Gli analisti fondamentali e chi da parecchio peso agli indicatori di partecipazione prevedono invece la fine del bull market e si aspettano a maggio un crollo della borsa. Le analisi sono entrambe corrette - le conclusioni però divergono e quindi il mercato dimostrerà che qualcuno ha torto. Un rialzo normalmente si sviluppa con delle fasi positive e delle correzioni intermedie - é probabile che anche questa volta lo sviluppo futuro non si sposterà di molto da questo scenario abituale lasciando tutti un pò delusi. Per fare notizia e attirare l'attenzione degli investitori (e clienti) bisogna però prevedere qualcosa di speciale - non bisogna essere sorpresi se i titoli delle analisi mettono spesso in evidenza eventi eccezionali.
Eurostoxx50 -0.49% a 4013 punti
SX7E (banche) -3.00% a 85.47 punti
DAX -1.17% a 15279 punti
SMI -0.55% a 11200 punti
FTSE MIB -1.45% a 24386 punti
S&P500 -0.13% a 4180.17 punti (nuovo massimo storico a 4194 punti)
Nasdaq100 -0.71% a 13941 punti
I tassi d'interesse salgono anche in Europa. Il reddito del Bund decennale é salito dai -0.57% di inizio anno agli attuali -0.25%. Si tratta ancora di interessi negativi che tendono a spostare la liquidità dal reddito fisso alla borsa. Il reddito da dividendi dell'Eurostoxx50 é attualmente di circa il 3.2%. Da questo punto di vista in Europa é più interessante investire in azioni che in obbligazioni - il vantaggio sta però diminuendo. In America é l'opposto - l'S&P500 rende l'1.38% mentre il reddito dell'US Treasury Bond decennale é a 1.58%.
I Summation Index sono saliti.
La situazione tecnica del Nasdaq Composite però non ci piace. Come bisogna tradurre questa valutazione ambigua in una strategia operativa? Un esempio : un trader può essere long Nasdaq100 (idealmente ha comperato venerdì quando l'indice é salito sopra i 13800 punti o ha aspettato la chiusura per avere un segnale chiaro e lo ha fatto sui 13940 punti). All'inizio mette uno stop loss poco sotto i 13800 punti - se l'indice sale sposta lo stop loss sul livello d'acquisto. Vende short solo se l'indice rompe la linea di trend ascendente dai minimi di marzo - questa si trova ora sui 13500 punti (in crescita). Buona fortuna e attenzione ai risultati trimestrali dei big della tecnologia...
La volatilità VIX é balzata a 18.71 punti (+1.21), il CBOE Equity put/call ratio é più alto a 0.52 mentre il Fear&Greed Index é sceso di poco a 52 punti (-2). I Summation Index scendono.
Insomma - con questa seduta negativa si riapre la strada verso il basso e noi tiriamo un sospiro di sollievo. Malgrado il rialzo di mercoledì avevamo continuato a difendere l'ipotesi della correzione. Finora però é successo poco se non un'altalena e un susseguirsi di sedute negative e positive. Speriamo che l'ultima seduta della settimana porti un pò di chiarezza e confermi lo scenario della correzione.
Riassumendo tra lunedì e martedì avevamo avuto l'impressione che fosse iniziata una correzione anche perché il calo era cominciato puntuale in occasione del massimo del ciclo a medio termine. Malgrado che gli indici americani non avessero dato nessun segnale di vendita pensavamo che la discesa potesse accelerare e ci eravamo fidati del segnale d'acquisto fornito dalla volatilità VIX (17.50 punti, -1.18) che aveva superato la resistenza a 18.50 punti. La positiva seduta di mercoledì ha invece cancellato l'impulso ribassista e ora ci ritroviamo alla casella iniziale. La costellazione tecnica continua a favorire lo sviluppo di una correzione intermedia - il primo tentativo di ribasso é però miseramente fallito e bisogna domandarsi se i ribassisti hanno ancora abbastanza forze e motivazione per imporsi.
Insomma - non ci aspettiamo molto da questa correzione che nasce come correzione minore e intermedia. Vediamo però parecchia debolezza a livello di partecipazione (NH/NL a 412 su 1210, Summation Index in calo) e gli indici sono ancora lontani dai primi solidi supporti. È meglio non sottovalutare il minaccioso messaggio lanciato dalle consistenti candele rosse apparse ieri sui grafici.
L'indice delle banche SX7E é crollato del -3.86% a 85.70 punti. Sembra che il lungo periodo trascorso sugli 88 punti sia stata distribuzione. In questo caso il primo obiettivo della correzione si situa sugli 82 punti anche se purtroppo l'obiettivo più probabile si trova decisamente più in basso a 75 punti.
Osserviamo le solite divergenze a livello di partecipazione - nelle ultime due settimane avevamo lo stesso effetto e la borsa ha ignorato il problema. Non possiamo pensare che adesso possa comportarsi diversamente.
Eurostoxx50 +1.36% a 4033 punti (nuovo massimo annuale)
SX7E (banche) +0.75% a 88.12 punti
DAX +1.48% a 15459 punti (nuovo massimo storico)
SMI +0.22% a 11263 punti (nuovo massimo annuale)
FTSE MIB +1.29% a 24744 punti
S&P500 +1.37% a 4185.47 punti (nuovo massimo storico)
Come anticipato la seduta a Wall Street é stata insignificante fino alle 20.00. Poi sono arrivate delle vendite che hanno provocato una caduta del Nasdaq e di riflesso dell'S&P500. Nel complesso si é però trattato di una seduta neutra ed equilibrata (NH/NL a 4370 su 3391, NH/NL a 533 su 326, volume relativo a 0.85) che non ha cambiato la situazione tecnica.
Le borse si comportano in maniera simile. Il Nikkei a pochi minuti dalla chiusura perde il -0.7% - Shanghai é in calo del -1%. Il future sull'S&P500 é a 4107 punti (-12 punti).
Eurostoxx50 +0.83% a 3978 punti
SX7E (banche) -0.96% a 87.46 punti
DAX +0.84% a 15234 punti
SMI +1.08% a 11238 punti
FTSE MIB -1.14% a 24429 punti
S&P500 +2.71% a 4128.80 punti (nuovo massimo storico)
Nella scorsa settimana le borse europee hanno ancora guadagnato un pò di terreno - hanno fatto molta fatica e si sono trascinate dietro la borsa americana. I guadagni giornalieri sono stati inferiori all'1%, gli indici hanno spesso chiuso sotto il livello d'apertura e mai sul massimo giornaliero. Insomma - é stata una settimana di moderato rialzo (con l'eccezione dell'Italia e della Spagna) con nuovi massimi annuali o storici marginali - gli indici hanno lottato contro l'ipercomperato ma non hanno corretto perché l'America l'ha impedito. Il settore bancario, spesso determinante per la buona salute del mercato, é da settimane fermo. Ci sono per lo meno buone premesse per una correzione intermedia - senza correzione il rialzo può solo proseguire lentamente e continua ad esserci il pericolo latente di un importante vuoto d'aria - le MM a 50 giorni scorrono un 5%/6% più in basso.
La volatilità VIX é ancora scesa a 16.69 punti (-0.26), il CBOE Equity put/call ratio é salito a 0.50 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 60 punti (-2). La debolezza del Russell2000 crea del disordine a livello di sentiment.
I Summation Index sono saliti - la tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con il 58.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 73.63 punti. Malgrado gli eccessi, che adesso idealmente dovrebbero essere compensati con una correzione minore, il rialzo a medio termine può continuare.
Al momento non appare nulla all'orizzonte in grado di fare deragliare le borse.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5349 su 2434, NH/NL a 402 su 351 (!?) e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é scesa a 16.95 punti (-0.21) mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 62 punti (-1). Gli indicatori di sentiment lanciano segnali contrastanti. Siamo sembra in attesa di un'impennata della VIX che é scesa troppo in basso. I Summation Index sono saliti.
L'unico aspetto veramente interessente delle ultime due sedute é il calo dei tassi d'interesse sull'USD (reddito dell'USTBonds a 1.67%, -0.06%) e l'apparente inversione di tendenza sul cambio EUR/USD (1.1870). Sembra che i 1.1704 di fine marzo siano stati un minimo significativo. Il fatto non ci disturba visto che secondo noi quest'anno il cambio doveva assestarsi intorno a 1.18. Il recupero dell'EUR sembra però eliminare la forza relativa delle borse europee. Il rimbalzo dovrebbe fermarsi intorno a 1.19.
Domani mattina, a causa di un'assenza imprevista, non potremo pubblicare il solito commento tecnico che in ogni caso riguarderebbe solo la giornata di borsa in America. Ci scusiamo del'inconveniente.
Nell'immediato é probabile che debba verificarsi un'altro consolidamento. Spesso le prime sedute di un nuovo trimestre sono positive e quest'anno l'effetto é stato intensificato dalla fine di una correzione che ha invogliato gli acquisti e dal nuovo piano di investimenti di Joe Biden da 2250 Mia. Inoltre la barriera psicologica dei 4000 punti di S&P500 ha fatalmente risucchiato il mercato verso l'alto. All'inizio di settimana prossima questi effetti svaniranno e il mercato si troverà in eccesso di rialzo e troppo lontano da qualsiasi logico supporto. La volatilità VIX é scesa giovedì a 17.33 punti (-2.07 punti) e questo ulteriore crollo era quello che ci voleva per passare da un segnale di ottimismo sull'S&P500 a quello di euforia. È molto probabile che ora la VIX debba risalire obbligando l'S&P500 a scendere. Pensiamo però che avremo unicamente un calo di una sessantina di punti prima della ripresa del rialzo. È ancora poco chiaro come si comporteranno in questa fase i tassi d'interesse e come reagirà la borsa. Venerdì il reddito dell'USTBond decennnale é nuovamente salito a 1.72% ma questa volta le borse hanno ignorato questo elemento solitamente negativo. Venerdì il future sull'S&P500 (4019 punti) é salito a 4027 punti e questo corrisponde ad un valore di indice cash di circa 4036 punti - lo stesso vale per il Nasdaq100 (13329 punti) il cui future é salito a 13347 punti.
Eurostoxx50 +2.05% a 3946 punti (nuovo massimo annuale)
SX7E (banche) +0.57% a 88.31 punti
DAX +2.43% a 15107 punti (nuovo massimo storico)
SMI +0.01% a 11118 punti
FTSE MIB +1.30% a 24710 punti (nuovo massimo annuale)
S&P500 +1.14% a 4019.87 punti (nuovo massimo storico)
Anche la seduta a New York é stata positiva. L'S&P500 ha avuto un'ultima esitazione quando é arrivato a contatto dei 4000 punti. Ha aperto a 3999 punti e all'inizio é ancora dovuto scendere a 3992 punti per colmare il gap e prendere la rincorsa. Poi é salito costantemente e regolarmente fino alle 21.40 quando ha raggiunto i 3410 punti. C'é infine stata un'impennata finale a 3419.87 punti (+1.18). Il rialzo é stato trascinato dal Nasdaq100 (+1.82% a 13329 punti) che ha passato la fascia di resistenza a 13200-13300 punti chiudendo il capitolo correzione. Il Russell2000 (+1.50%) si é mosso nella corrente. Il risultato é stata una seduta decisamente positiva con A/D a 6163 su 1644, NH/NL a 334 (pochi ?!) su 75 e volume relativo a 0.85. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.42 - il Fear&Greed Index é balzato a 58 punti (+7). I Summation Index hanno cambiato direzione e cominciano timidamente a salire. La tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con il 56.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 70.23. I mercati finanziari sono esuberanti e anche il prezzo del petrolio, dei metalli preziosi e delle monete digitali stanno salendo.
Insomma - le borse giocano la carta del boom economico e al momento anche l'analisi tecnica conferma il rialzo. Fino a quando la musica suona nessuno ha voglia di abbandonare la festa malgrado l'ora tarda, la stanchezza e l'eccessivo consumo di alcoolici (e prodotti stimolanti di varia natura...).
Nuovo faticoso record storico dell'S&P500
La situazione tecnica é confusa poiché nell'immediato non abbiamo segnali chiari mentre a medio termine la borsa americana possiede le premesse tecniche per proseguire il rialzo. Ci piacerebbe vedere ancora una correzione minore di un centinaio di punti di S&P500 - il Nasdaq100 fino a quando non supera stabilmente i 13200 punti é ancora formalmente in una fase di correzione con obiettivo minimo a 12500 punti. Abbiamo davanti a noi la lunga pausa pasquale e normalmente prima dovrebbero esserci delle vendite di realizzo. D'altra parte spesso un nuovo semestre inizia con degli acquisti provocati dalla liquidità affluita sui conti dei sistemi pensionistici. Insomma - affrontiamo le prossime sedute nella completa incertezza - sembra che la borsa voglia salire ma il diffuso ottimismo ci rende sospettosi e vediamo un concreto rischio di un vuoto d'aria.
Stamattina il future sull'S&P500 é a 3972 punti (+5 punti). Dall'Asia arrivano segnali positivi (Nikkei +0.72%, Shanghai +0.6%). Alle 08.40 l'Eurostoxx50 vale 3931 punti (+12 punti) - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.3%. Sembra che oggi avremo una seduta moderatamente positiva. Tranne il nostro razionalmente ingiustificato senso di inquietudine non c'é nulla che si oppone ad una seduta di nuovi massimi storici o annuali.
Domani, venerdì 2 aprile le borse europee, quella americana così come la maggior parte delle borse mondiali sono chiuse in occasione del venerdì Santo. In America alle 14.30 verrà pubblicato l'importante rapporto sul mercato del lavoro a marzo - sono aperti i mercati obbligazionari e si trattano i futures sugli indici.
Lunedì di Pasqua le borse europee saranno chiuse mentre a Wall Street ci sarà una normale seduta.
Il nostro prossimo commento tecnico / analisi del fine settimana verrà pubblicato sabato 3 aprile.
A New York l'S&P500 (-0.32% a 3958.55 punti) ha perso 12 punti in una seduta senza direzione e con modesti volumi di titoli trattati. C'é stato un rimbalzo del Russell2000 (RUT +1.72%) a conferma del fatto che al momento il mercato ha due facciate. Solo venerdì scorso c'é stato un rialzo generalizzato. Se no abbiamo sempre delle sedute con forti differenze tra settori in perdita e settori in guadagno come se ci fosse un greggie di speculatori che si sposta velocemente da un tema all'altro. L'implosione del fondo hedge Archegos mostra che non tutti gli speculatori hanno la mano felice e probabilmente c'é anche chi sta subendo delle pesanti perdite malgrado che gli indici sono vicini ai massimi storici. Questo é anche il messaggio lanciato dai Summation Index che anche ieri sono scesi. Questa speculazione a leva é favorita dai bassi tassi d'interesse. Sembra però che il gioco si avvicina alla fine - é bastata una correzione minore per mettere in difficoltà quegli speculatori long che non hanno riserve e agiscono con leve superiori al 10 (secondo la stampa Archegos lavorava con leve tra 3 e 8 - secondo noi visto che il fondo valeva 10 Mia di USD e le perdite delle banche si aggirano sugli 8 Mia di USD la leva doveva essere decisamente superiore a 10). Bisogna fare attenzione perché questo mercato é molto vulnerabile e instabile.
Ieri le borse europee ci hanno sorpreso con una seduta decisamente positiva - l'accelerazione fà sorgere il dubbio che ci sia una certa irrazionale euforia. Sembra che gli investitori internazionali abbiano deciso di comperare Europa approfittando del fatto che l'EUR continua a perdere di valore. È una situazione un pò assurda - il cambio EUR/USD scende poiché gli investitori credono di più nella ripresa americana che in quella europea e il differenziale dei tassi d'interesse si muove in favore dell'USD. Le borse europee sono evidentemente in una fase di rialzo - l'Eurostoxx50 (+1.12% a 3926 punti) ha toccato un nuovo massimo annuale a 3929 punti e ha chiuso vicino al massimo con un guadagno di 45 punti. Ora, secondo il RSI a 73.22 punti, l'indice é nuovamente ipercomperato. Temiamo che l'Eurostoxx50 possa essere vicino ad un massimo significativo - tutto dipende da come si svolge il prossimo inevitabile consolidamento. DAX e FTSE MIB (+0.88% a 24636 punti) si trovano in una situazione tecnica simile - questo mostra che gli acquisti toccano tutto il continente senza distinzioni.
L'S&P500 ha aperto a 3960 punti e ha chiuso a 3958.55 punti (-0.32%). Sul grafico appare una seconda candela con poco corpo - durante la giornata il mercato é senza direzione e sembra voler consolidare. Lunedì il Russell2000 era crollato del -2.83% - ieri é rimbalzato del +1.72% senza ragioni apparenti - non c'é molta logica in questi movimenti se non quella della speculazione. Il Nasdaq100 (-0.53% a 12896 punti) sembra invece voler seguire tranquillamente l'S&P500. Questa é però solo un'impressione basata su alcune sedute. Il grafico mostra un cuneo discendente che invoglia all'accelerazione al ribasso - il supporto é sui 12800 punti. Se l'indice chiude una seduta sotto questo livello dovrebbe poi continuare a correggere fino ai 12000 punti.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4620 su 3156, NH/NL a 169 su 561 (deterioramento!) e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é ridiscesa a 19.61 punti (-1.13), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.48 mentre il Fear&Greed Index é rimasto stabile a 45 punti (+1). Il reddito dell'USTBond decennale é fermo a 1.73%. In America si riaccende la discussione relativa al rischio di inflazione visto che Joe Biden intende alzare le tasse e lanciare un piano d'investimento in infrastrutture da 3'000 Mia di USD. Gli Stati Uniti (e non solo loro) stanno decisamente esagerando con il debito...
Stamattina bisognerà anche guardare i dati sulla disoccupazione in Germania (08.55) e sull'inflazione in Europa (11.00). Lo scenario dipinto attualmente dai mercati finanziari (fine della pandemia e forte crescita economica senza inflazione) si sembra troppo ottimistico e dovrebbe presto o tardi scontrarsi con la realtà dei fatti (e dei dati economici).
Le borse europee invece sono salite in maniera omogenea tra nuovi massimi storici (DAX +0.47% a 14817 punti) ) e nuovi massimi annuali. L'Eurostoxx50 (+0.42% a 3882 punti) ha guadagnato 19 punti ed é salito su un nuovo massimo annuale a 3890 punti. La tendenza é al rialzo con il problema che senza una dovuta correzione l'indice é ipercomperato e vulnerabile. Questo significa che può continuare a salire in maniera moderata frenato dagli eccessi o può improvvisamente correggere senza preavviso. Questa settimana prima di Pasqua é corta visto che venerdì Santo le borse sono in generale chiuse - potrebbero ancora esserci delle sorprese negative.
Durante il fine settimana l'Europa é passata all'orario estivo spostando le lancette dell'orologio in avanti di un'ora. La differenza d'orario con New York é tornata ad essere di 6 ore - la borsa americana apre nuovamente alle 15.30 e chiude alle 22.00.
Vediamo ora se il problema creato dalle difficoltà del fondo Archegos sono serie e in grado di influenzare i mercati finanziari - fino a quando non avremo informazioni precise prevarrà l'incertezza e ci saranno delle vendite. Venerdì alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 3891 punti - stamattina alle 08.20 vale 3871 punti - guadagna ancora 5 punti (+0.15%) rispetto alla chiusura ufficiale di venerdì sera.
Sul fronte dei cambi, dei prezzi delle materie prime e dei tassi d'interesse non ci sono movimenti rilevanti.
Fino a giovedì era evidente che l'S&P500 americano stava correggendo. Dal massimo storico del 17 marzo a 3983.87 punti l'indice era sceso fino ad un minimo a 3853 punti ed era rimbalzato. Venerdì alle 19.50 l'S&P500 era tornato a 3918 punti - era nuovamente sopra la MM a 50 giorni e 5 punti sopra la chiusura del venerdì precedente - sarebbe bastata la solita ondata di vendite sul finale di seduta per avere una performance settimanale negativa. Invece la borsa improvvisamente é decollata lasciandoci basiti. In un'ora l'indice é salito a razzo fino a 3978 punti e ha chiuso poco più in basso a 3874.54 punti (+1.66%). Questo movimento ha coinvolto tutti i settori (DJT +2.30%, Nasdaq100 +1.55%, RUT +1.76%) ed é avvenuto malgrado un aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond a 1.67%, +0.04%). Improvvisamente il mercato sembra aver ricominciato a credere ad uno scenario di forte crescita economica e ha dimenticato che l'aumento dei tassi d'interesse può essere negativo per i bilanci delle società tecnologiche. A prima vista tutto questo ha una logica. Se si va nei dettagli sorge però un certo senso di inquietudine. Il movimento di rialzo é partito dalla volatilità VIX (18.86 punti, -0.95) che é stata spinta verso il basso dagli investitori istituzionali - questa potrebbe essere una manipolazione del mercato in vista della chiusura del trimestre. 2I titoli più speculativi della cosiddetta economia distruttiva sono però stati venduti con Tesla (-3.39%) in testa. Insieme a questi titoli sono scese le azioni dei titoli più shortati amati dai piccoli speculatori long e le SPAC (veicoli di investimento "vuoti" in cerca di "vittime"). Infine sono state anche vendute le azioni di società cinesi quotate negli Stati Uniti.
Insomma - la seduta é stata molto strana e sembra che i tradizionali investitori istituzionali si siano presi una rivincita contro gli speculatori e gli investitori che seguono il momentum e quelli che si muovono sul mercato delle opzioni. La domanda da porsi é se questo nuovo paradigma é una tendenza sostenibile o solo un evento passeggero che sparirà per la fine del mese di marzo.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +0.77% a 3866 punti
SX7E (banche) -0.61% a 87.81 punti
DAX +0.88% a 14749 punti
SMI +1.36% a 11116 punti
FTSE MIB +0.80% a 24393 punti
S&P500 +1.57% a 3974.54 punti
Le borse venerdì sembravano aver voglia di buttarsi la correzione alle spalle e di voler riprendere il rialzo. La seduta é stata positiva sia in Europa (Eurostoxx50 +0.89% a 3866 punti) che in America. Con due sedute positive gli indici azionari hanno praticamente eliminato l'effetto negativo di 4-5 sedute di scivolata verso il basso e questo in generale é un segnale che i rialzisti sono più forti dei ribassisti.
Venerdì alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 3891 punti, il DAX (+0.87% a 14749 punti) 14851 punti. Questi valori teorici corrispondono rispettivamente ad un nuovo massimo storico ed un nuovo massimo annuale. È evidente che la correzione per le borse europee é stata solamente un consolidamento e se questi valori lunedì mattina verranno confermati le borse europee stanno riprendendo il rialzo favorite dalla debolezza dell'EUR nei riguardi dell'USD (EUR/USD a 1.1795 con un minimo annuale a 1.1762).
Come anticipato la seduta a New York é stata strana. L'S&P500 ha aperto a 3925 punti e fino alle 19.50 é oscillato in laterale tra i 3943
ed i 3917 punti. Verso le 19.00 ci sono stati due brevi tentativi di rottura al ribasso con un doppio minimo. Poi la borsa é decollata con il risultato che conoscete. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5713 su 2071, NH/NL a 367 su 291 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é ricaduta a 18.86 punti (-0.95), il CBOE Equity put/call ratio era piuttosot alto a 0.58 (cosa sta succedendo ai piccoli speculatori long?) mentre il Fear&Greed Index é balzato a 52 punti (+12 punti!). A breve (DSI) sembra esserci parecchia euforia e questo ci fà dubitare della sostenibilità del rally iniziato venerdì sera.
I Summation Index sono ancora in calo - la tendenza di fondo della borsa americana é formalmente al rialzo con il 51.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 65.81.
Insomma - il semaforo é tornato sul verde ma sotto lampeggia ancora una luce gialla - a cosa si riferisce? - possiamo attraversare l'incrocio senza rischiare di farci travolgere o di trovare un pedone in mezzo alla careggiata? Lunedì mattina dovremmo saperlo con certezza. Mercoledì 31 marzo finisce il trimestre - é possibile che gli investitori istituzionali cerchino di far salire il mercato fino a questa data - se però non riescono a provocare un'accelerazione sopra i simbolici 4000 punti di S&P500 temiamo che possa esserci un'altra correzione dietro l'angolo.
Ieri ci aspettavamo che dopo una pessima apertura la borsa americana avrebbe tentato un recupero - almeno per colmare il gap d'apertura fino ai 3889 punti di S&P500. In effetti l'S&P500 ha iniziato le contrattazioni a 3873 punti e dopo alcuni minuti di indecisione é sceso fino alle 16.00 quando ha toccato il minimo giornaliero a 3853 punti. A questo punto l'indice era sotto la MM a 50 giorni a 3870 punti. Da qui é iniziata la reazione che però é stata più forte di quanto ci eravamo immaginati. L'indice é risalito fino a metà seduta a 3901 punti e poi si é fermato e ha ritracciato. I rialzisti sono però successivamente ripartiti all'attacco - probabilmente c'é stato parecchio short covering sul Russell2000 (+2.29%) dopo una serie di sedute pessime che avevano fatto cadere l'ndice in alcuni giorni di più del -10%. Con una seconda spinta di rialzo l'S&P500 é risalito fino a 3919 punti di massimo e solo sul finale é ricaduto a 3909.52 punti (+0.52%). Insomma - ci aspettavamo per saldo una seduta con una perdita di una ventina di punti ed invece abbiamo un guadagno di 20 punti e una candela bianca sul grafico che fa tornare subito l'indice sopra la MM a 50 giorni in ascesa. Possibile che la correzione sia terminata qui? Tutto é possibile visto che l'analisi tecnica é strettamente legata al calcolo delle probabilità. Diciamo però che é poco probabile visto che finora si é visto ben poco pessimismo (Fear&Greed Index a 40 punti, invariato) e non abbiamo nessun elemento tecnico a sostegno di questa tesi. I Summation Index sono ancora in calo e soprattutto gli investitori non hanno ancora preso una decisione tra scenario deflattivo o inflattivo. Crediamo che il reddito dell'UST Bond decennale (1.63%) debba ancora salire verso il 2% e provocare un'ultimo tonfo del Nasdaq100 (-0.14% a 12780 punti) che ieri sera non ha brillato.
Lo stesso discorso vale per il DAX (+0.08% a 14621 punti) e per il FTSE MIB (+0.04% 24218 punti).
La seduta a Wall Street é iniziata come previsto vale a dire con un rimbalzo - l'S&P500 é risalito fino a 3942 punti contro la nostra stima di 3930 punti. Poi però si é ripetuto quanto già successo martedì - é apparsa pressione di vendita e da metà giornata gli indici sono scesi con un'accelerazione sul finale che ha provocato una chiusura sul minimo giornaliero e con pesanti perdite sul Russell2000 (-2.35%). Questa volta anche la tecnologia ha subito danni (Nasdaq100 -1.68%) malgrado che i tassi d'interesse siano rimasti stabili (reddito dell'USTBond decennale a 1.62%, -0.01%). Ci sono buone e cattive notizie. La cattiva é che la correzione sta guadagnando in momentum e partecipazione e quindi é molto probabile che gli indici debbano scendere sensibilmente più in basso. La buona é che gli oscillatori stanno scendendo velocemente mentre gli investitori stanno diventando pessimisti (Fear&Greed Index 40 punti, -9 punti). È quindi possibile che un minimo significativo venga raggiunto verso fine mese a che ad aprile possa partire una spinta di rialzo. Questo é quanto suggerisce l'analisi tecnica dei mercati azionari. Non sappiamo ancora come si inserisce lo sviluppo dei tassi d'interesse in questo scenario. La correzione delle borse doveva avvenire insieme ad un'impennata del reddito dell'USTBonds in direzione del 2% - invece adesso le borse scendono per conto loro solo a causa dell'ipercomperato e dell'eccesso di ottimismo che devono essere compensati ed assorbiti.
Il cambio EUR/USD cade a 1.1820 con un nuovo minimo annuale a 1.1804... La rottura al ribasso é ancora marginale ma la strada verso l'obiettivo a 1.16 sembra aperta anche perché la MM a 200 non serve più da supporto.
Insomma - la correzione prosegue come da copione. Dal massimo del 16 marzo il Russell2000 ha perso circa il -10% - la caduta non può continuare a questo ritmo per parecchio tempo anche perché questo non sembra l'inizio di un ribasso ma una correzione. Dobbiamo però osservare delle vendite da panico prima di poter pensare che la discesa é alla fine - pensiamo che questo possa rispecchiarsi in una impennata del CBOE Equity put/call ratio sopra i 0.70. L'alternativa potrebbe essere una salita della volatilità sul Russell2000 (ora a 33.52 punti) decisamente sopra i 40 punti.
Crollo del Russell2000 (-3.58%) - gli speculatori perdono la capacità di spingere il mercato al rialzo
Ma torniamo a Wall Street - il mercato che fa tendenza. L'S&P500 ha aperto in leggero calo a 3933 punti - per ore l'indice é oscillato a caso in una ventina di punti. È sceso fino ai 3928 punti, é salito su un massimo a 3949 punti e un'ora e mezza prima della chiusura era ancora a 3936 punti. Poi le vendite che stavamo colpendo il Russell2000 si sono intensificate coinvolgendo tutto il listino. L'S&P500 é caduto sul minimo a 3901 punti ed é rimbalzato fino a 3910.52 punti (-0.76%). La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1159 su 6668, NH/NL a 225 su 593 e volume relativo a 1.0. Spesso dopo una seduta così negativa a livello di partecipazione (pessimo A/D e volumi su A/D) c'é un debole rimbalzo. Se oggi la borsa non rimbalza significa che la pressione di vendita é dominante. La volatilità VIX é balzata a 20.30 punti (+1.42), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.44 e il Fear&Greed Index é sceso a 49 punti (-5). Se come pensiamo é iniziata una correzione ha ancora parecchia strada da percorrere visto che gli indicatori di sentiment sono in territorio neutro - non c'é ancora nessun segnale di pessimismo.
Stamattina il future sull'S&P500 é a 3901 punti (+1 punto). Il Nikkei ha perso il -2.04% - Shanghai é in calo del -1.60%. L'Eurostoxx50 alle 08.15 vale 3813 punti (-14 punti). Le borse europee sono ancora immuni ai segnali negativi provenienti da Asia e Stati Uniti. Gli indici azionari europei apriranno con una modesta perdita del -0.3%. Ci interessa molto vedere cosa succede oggi. La caduta di ieri a Wall Street potrebbe solo essere un incidente senza conseguenze. Dalla seduta di oggi ci aspettiamo una conferma dell'inizio della correzione. Se invece l'S&P500 rimbalza sopra i 3930 punti dovremo rivedere questa previsione.
Per una qualche strana ragione ieri anche il settore farmaceutico ha ritrovato i favori degli investitori. Ne ha approfittato l'SMI (+0.74% a 11048 punti) per superare inaspettatamente gli 11000 punti e toccare un nuovo massimo annuale.
Il reddito reale sugli investimenti a reddito fisso in USD é negativo ma il saldo é in diminuzione. Pensiamo che in ogni caso i mercati siano pronti ad accettare un reddito reale nullo - questo significa che il reddito dell'USTB decennale potrebbe salire fino al 2%-2.25%.
I Bond sono adesso ipervenduti e il DSI é molto basso - I Bond probabilmente non possono scendere molto più in basso prima che ci sai una sostanziale reazione positiva. Giudichiamo che dagli attuali 1.74% il reddito possa ancora lievitare in direzione dei 2% ma non molto più in alto.
Il reddito da dividendo dell'S&P500 é adesso all'1.49% - lentamente comincia ad esserci un certo interesse a comperare obbligazioni che competono con i dividendi delle azioni.
Al termine della riunione di mercoledì scorso la FED non ha voluto affrontare direttamente il problema giustificando la sua posizione con il fatto che la spinta inflazionistica dovrebbe essere moderata e di breve durata. Non pensiamo che nell'arco dei prossimi giorni sia disposta a cambiare opinione. Crediamo di conseguenza che la prova di forza tra FED e mercati possa durare ancora alcune settimane - il lasso di tempo ideale e necessario per una correzione minore delle borse.
Riassumendo crediamo che il reddito dell'USTBond decennale debba salire lentamente e ad ondate (considerando che il Bond é già ipervenduto) fino al 2%. Nel frattempo la borsa americana dovrebbe svolgere una salutare correzione per eliminare l'ipercomperato e parte dell'eccesso di ottimismo. In questa fase l'S&P500 (3913 punti) potrebbe tornare sui 3700-3800 punti (usando differenti metodi arriviamo a diversi obiettivi tra questi due valori) mentre il Nasdaq100 (12867 punti) potrebbe cadere fino a 12000 punti. Secondo i cicli a questa correzione minore ed intermedia dovrebbe seguire un'ultima possente spinta di rialzo fino a giugno.
I nostri indicatori tecnici sostengono questa previsione.
Sulla base di questo scenario per la borsa americana come potrebbero comportarsi le borse europee che finora hanno ignorato il calo dei titoli tecnologici americani ? Su questo punto siamo incerti. Le borse europee sono fondamentalmente meno care di quella americana - i tassi d'interesse in Europa stanno salendo meno - il reddito del Bund decennale é ancora a -0.288%. Le borse europee salgono grazie ai settori ciclici e finanziari - entrambi non si trovano nell'epicentro della correzione. Al contrario - le banche approfittano dell'aumento dei tassi d'interesse di mercato. Molto dipende degli aspetti psicologici - se gli investitori si spaventano e gli indicatori di sentiment non passano solo dall'ottimismo allo scetticismo ma arrivano a segnalare panico, la correzione coinvolgerà tutto il listino borse europee comprese. In linea di massima però non pensiamo che una correzione di un -5% possa scatenare il panico e quindi riteniamo che le borse europee verrannno meno colpite dal fenomeno. Gli indici potrebbero limitarsi, come già precedentemente annunciato, a scendere sui livelli dove si é verificata la rottura al rialzo di marzo - sono i 3750 punti di Eurostoxx50 (3837 punti) e i 14200 punti di DAX (14621 punti).
Eurostoxx50 +0.10% a 3837 punti
SX7E (banche) -0.53% a 88.35 punti
DAX +0.82% a 14621 punti
SMI +1.18% a 10967 punti
FTSE MIB +0.36% a 24199 punti
S&P500 -0.77% a 3913.10 punti
Riassumendo la correzione é appena iniziata e venerdì la borsa si é fermata per occuparsi delle operazioni di chiusura dei derivati di marzo. Settimana prossima gli oscillatori cominceranno a scendere facendo pressione tecnica sui listini. Ci aspettiamo una discesa spalmata su parecchie giornate con sedute negative intercalate da rimbalzi secondo il ritmo dettato dallo sviluppo dei tassi d'interesse.
Oggi sono attesi i discorsi di alcuni membri della BCE tra cui Christine Lagarde alle 09.00. Alle 13.00 la BoE comunicherà la sua valutazione sullo stato dell'economia britannica e le sue decisioni di politica monetaria.
In America abbiamo assistito alla solita seduta a correnti alternate. Il Nasdaq100 ha guadagnato il +0.53% a 13152 punti ed é tornato sulla MM a 50 giorni. RUT (-1.72%) e DJT (-1.56%) sono invece scesi. L'S&P500 si é fermato nel mezzo (-0.16% a 3962.71 punti).
L'S&P500 ha aperto a 3972 punti, é salito sul nuovo massimo storico a 3981 punti per poi cadere ad ondate fino ai 3953 punti di minimo. Sul finale é risalito a 3962 punti. La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 2338 su 5411, NH/NL a 588 (pochi!) su 82 e volume relativo a 0.95. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.43 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 56 punti. Il Summation Index sul NYSE é salito mentre quello su Nasdaq é sceso (!). C'é una divergenza negativa che dobbiamo osservare con attenzione - può essere un episodio isolato o un problema strutturale che può provocare una continuazione della correzione del Nasdaq100 ora che l'obiettivo massimo di un rimbalzo é stato raggiunto.
Massimo intermedio in occasione della scadenza dei derivati di marzo
In ogni caso il comportamento del mercato rispetta in questo momento la previsione. La tendenza é al rialzo e abitualmente la scadenza trimestrale dei derivati avviene su un massimo o su un minimo significativo. In questo caso non avremo ovviamente un massimo. Poiché normalmente le posizioni in derivati vengono chiuse alcuni giorni prima della scadenza é probabile che il massimo si debba verificare intorno a mercoledì - almeno questo é quanto suggeriscono gli oscillatori.
Ieri c'é stata un netto miglioramento degli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 67 punti, +8). La volatilità VIX é ulteriormente scesa a 20.03 punti (-0.66) - il DSI (indicatore a pagamento) sulla VIX é molto basso - é probabile che a breve ci debba essere una reazione sotto forma di un'impennata della volatilità e un calo dell'S&P500. Facciamo quindi attenzione a quanto viene discusso tra analisti ed investitori - ad un certo momento emergerà un tema che verrà identificato come problematico per la borsa e verrà scelto come scusa per correggere. Potrebbe essere l'intenzione di Joe Biden di alzare le tasse per cercare di ridurre l'immenso debito pubblico.
In America pensavamo che questa settimana l'S&P500 poteva salire su un nuovo massimo storico marginale sui 3960 punti. Questa ottimistica previsione é già stata superata. Ieri l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 3970.08 punti e ha chiuso a ridosso del massimo a 3968.94 punti (+0.65%). È stata una seduta di moderato e solido rialzo con buona partecipazione e Summation Index in aumento. Gli investitori sono attirati dagli obiettivi a numeri interi e spesso in vicinanza di questi traguardi gli indici vengono risucchiati verso l'alto. Pensiamo quindi che questa settimana l'S&P500 possa ancora raggiungere i 4000 punti.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4954 su 2827, NH/NL a 1019 su 69 (relativamente pochi NH contro NL praticamente assenti) e volume relativo a 1.0. Gli speculatori sono ancora convinti long (CBOE Equity put/call ratio a 0.38). Si vocifera che buona parte dei sussidi alle famiglie previsti dal piano di sostegno economico di Biden da 1.9 Mia di USD andranno a finire in borsa...
Per quel che riguarda lo sviluppo dei tassi d'interesse tutti sono in attesa delle decisioni di domani della FED - ci si aspetta che la Banca Centrale decida delle misure per controllare i tassi d'interesse di lungo termine.
Gli indicatori mostrano che le borse mondiali sono adesso in un trend rialzista. A corto termine dovrebbe verificarsi un massimo intermedio questa settimana e questo significa che deve seguire a breve una correzione minore. Finora la combinazione tra oscillatori e indicatori di sentiment ci aveva aiutato a individuare queste correzioni con precisione. Ora questo diventa più difficile poiché gli indicatori di sentiment mandano segnali contraddittori. Questo dipende dal mercato di riferimento dei vari tipi di investitori. Chi investiva in tecnologia é perplesso e non molto ottimista - le varie spinta intermedie di ribasso delle ultime settimane hanno scalfito la fiducia di questi traders - per intenderci bene chi possiede Tesla comincia ad avere dei dubbi che l'azione possa solo salire. Gli speculatori, concentrati nel mercato delle opzioni (CBOE Equity put/call ratio a 0.44) seguono il momentum - sono ancora long e ottimisti. A breve la volatilità VIX (20.69 punti, -1.22) é scesa sul limite inferiore del canale di oscillazione degli ultimi mesi. Il DSI troppo basso mostra che scendere più in basso sarà molto difficile mentre é molto probabile che ci sia ora una spinta di rialzo sulla VIX. Come sapete, grazie alla correlazione negativa, questo significa che deve esserci una correzione intermedia dell'S&P500. La VIX segnala una certa euforia nel cortissimo termine.
L'S&P500 ha toccato giovedì 11 marzo un nuovo record storico marginale a 3960.27 punti. Venerdì, dopo una debole apertura, l'indice ha recuperato e ha chiuso vicino al massimo giornaliero a 3943.34 punti (+0.10%). L'aumento del reddito dell'USTBond decennale a 1.64% (+0.10%) ha provocato delle vendite nel settore tecnologico (Nasdaq100 -0.88% a 12937 punti) ma questo effetto negativo é stato compensato da guadagni in altri comparti (DJT +0.96%, RUT +0.61%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4227 su 3473, NH/NL a 1149 su 51 e volume relativo a 0.9. Gli scarsi volumi e la debole rottura al rialzo di giovedì ci fanno credere che a breve c'é poco spazio di manovra. L'S&P500 dovrebbe salire ancora sui 3950-3960 punti prima di dover nuovamente correggere.
Notiamo che i Summation Index ricominciano a salire. Questo indicatore ci dice come si sta comportando la maggior parte delle azioni. Quando i Summation Index salgono é più facile per gli investitori avere delle azioni che stanno guadagnando terreno. Se gli indici salgono mentre i Summation Index scendono significa che il rialzo é trascinato da pochi titoli ed é di consegenza fragile anche perché gli investitori sono frustrati - pochi possiedono i titoli "giusti".
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +4.46% a 3833 punti
SX7E (banche) +2.05% a 88.82 punti
DAX +4.18% a 14502 punti
SMI +2.19% a 10839 punti
FTSE MIB +5.00% a 24113 punti
S&P500 +2.64% a 3943.34 punti
Domani mattina vado in ospedale per un intervento chirurgico di lieve entità. Devo fare una pausa di tre giorni. Tra venerdì 12 marzo a domenica 14 marzo il sito non verrà aggiornato. Mi scuso dell'inconveniente. Agli abbonati vengono accreditati tre giorni di abbonamento.
Michele Bernasconi
Ieri l'Eurostoxx50 (+0.89% a 3819 punti) e il DAX (+0.71% a 14540 punti) hanno ripetuto la seduta di martedì - apertura sul minimo e chiusura sul massimo con un sostanziale guadagno. Ci sono adesso sul grafico tre candele bianche consecutive che confermano il nuovo trend rialzista. Ora deve esserci un ritracciamento che deve convalidare la rottura al rialzo. L'Eurostoxx50 potrebbe ridiscendere fino ai 3750 punti. Il DAX potrebbe al massimo tornare a 14200 punti. È raro che per tre giorni consecutivi il DAX resta sopra il bordo superiore delle BB - questo succede normalmente dopo un minimo e all'inizio di un rialzo dinamico - non ce l'aspettavamo come accelerazione su un nuovo record storico - attenzione poiché questo significa che il movimento ha forza e non si lascia impensierire dalla correzione di settori come quello bancario o delle assicurazioni.
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 3902 punti. Per tutta la giornata é oscillato in laterale cambiando direzione più volte. Ha toccato un minimo a 3885 punti e un massimo a 3917 punti e ha chiuso a 3898.81 punti (+0.60%). È un mercato di flussi e riflussi - al calo della tecnologia si contrappongono i balzi di banche (+2.50%) e energia (+2.53%) e ad approfittarne é stato il Russell2000 (RUT +1.81%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5558 su 2167, NH/NL a 919 su 94 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 22.56 punti (-1.47) - il DSI si avvicina ai 10 punti e quindi a breve ci aspettiamo un aumento della volatilità. Questo significa che l'S&P500 deve nuovamente correggere prima di poter raggiungere un nuovo massimo storico. Il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.42 mentre il Fear&Greed Index é salito di poco a 51 punti (+1 punto).
C'é un cambiamento a livello di Summation Index - come preannunciato ieri nel commento sull'S&P500 quello sul NYSE é salito - quello sul Nasdaq é ancora in calo.
Oggi si riunisce la BCE - alle 13.45 ci sarà il comunicato finale - alle 14.30 seguirà la conferenza stampa di Christine Lagarde.
Negli ultimi giorni avevamo segnalato che il Nasdaq100 era ipervenduto e maturo per un sostanziale rimbalzo - il movimento doveva partire in concomitanza con un calo dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBonds decennale a 1.55%, -0.04%). Ieri finalmente questo rimbalzo si é verificato e come spesso succede negli ultimi tempi l'ampiezza della reazione ha superato anche le nostre più ottimistiche aspettative. Avevamo previsto che il Nasdaq100 poteva risalire sui 12800 punti - non pensavamo però che questo potesse succedere in alcune ore di contrattazioni (Nasdaq100 +4.03% a 12794 punti, massimo giornaliero a 12868 punti). Queste ondate di acquisti sono puramente speculative e purtroppo non sono sostenibili - nessuno può credere che l'aumento dell'azione di Tesla del +19.64% sia in qualche modo in relazione con l'attività economica e i risultati della società - nessuno può pensare che il rialzo possa continuare in questa maniera. Le borse sono ormai diventati dei casinò dove società capitalizzate a 700 Mia di USD possono cambiare di valore di un +/-10% in alcune ore - é economicamente assurdo. Polemiche a parte ieri c'é stata una seduta di rialzo sia in Europa (Eurostoxx50 +0.61% a 3786 punti) che in America (S&P500 +1.42% a 3875.44 punti). Ora bisogna vedere se le rotture al rialzo in Europa e i nuovi segnali positivi in America possono avere una continuazione o se ancora una volta si tratta di una falsa partenza.
Ieri in Europa c'é stata una continuazione al rialzo che a prima vista conferma l'accelerazione di lunedì e il nuovo trend rialzista. Attenzione però che spesso queste rotture durano al massimo tre giorni con guadagni giornalieri in calo - poi segue la caduta e il test del livello di rottura che per l'Eurostoxx50 (+0.61% a 3786 punti) e per il DAX (+0.40% a 14438 punti) si trovano rispettivamente sui 3750 punti e 14200 punti. È quindi ancora troppo presto per cantare vittoria.
La candela di ieri sul grafico di molti indici é completamente sopra il bordo superiore delle Bollinger Bands - un evento raro. O il mercato si ferma e aspetta che le BB si allargano o gli indici ricadono a breve nelle BB.
Ora ci troviamo in una situazione strana ed inattesa. La tendenza delle borse europee sembra passare al rialzo mentre l'America é ancora in una correzione. I Bonds in America e la tecnologia sono però ipervenduti e devono a breve rimbalzare - non sappiamo con quale effetto sul resto dei listini visto che i segnali sono discordanti e contraddittori. Non sappiamo se quando ci sarà il rimbalzo della tecnologia l'S&P500 si involerà verso un nuovo record storico o se invece, come pensiamo noi, ci sarà una rotazione tra settori e la correzione comincerà a coinvolgere i settori ciclici come energia o banche. Invece che subito cambiare opinione sulla base dei segnali lanciati dalla seduta di ieri, preferiamo aspettare l'esito delle prossime sedute - in particolare dobbiamo vedere se le numerose rotture al rialzo osservate ieri in Europa verranno confermate o se invece ci sarà un reversal. Nei prossimi giorni l'Eurostoxx50 (3763 punti) può confermare il rialzo restando sopra i 3750 punti o negarlo tornando sui 3700 punti. Lo stesso vale per il DAX - i 14200 punti sono il livello decisivo.
Tra questi movimenti disordinati delle borse si inserisce il cambio EUR/USD che é sceso a 1.1860. Il rafforzamento dell'USD e l'indebolimento dell'EUR rendono più attraenti i listini europei per chi investe con moneta di riferimento USD - questo spiega in parte la migliore performance delle borse europee.
L'S&P500 ha aperto in leggero guadagno a 3843 punti. Dopo un'inizio di seduta tentennante l'indice é salito ad ondate irregolari fino ai 3881 punti. Dopo le 19.15 é sceso e con un'accelerazione sul finale é ricaduto a 3819 punti. Ha chiuso a 3821.35 punti (-0.54%) con una perdita di 20 punti. Come detto é stata nuovamente la tecnologia a pesare sui listini mentre il resto si é comportato relativamente bene (DJT +0.68%, RUT +0.49%). La seduta al NYSE é stata per saldo neutra ed equilibrata con A/D a 3926 su 3808, NH/NL a 1133 su 267 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é salita a 25.47 punti (+0.81), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.45 mentre il Fear&Greed Index (49 punti, -2) é praticamente invariato e neutro.
Vedete nei dati che in America ci sono due correnti contrapposte che praticamente si annullano e si compensano - gli investitori abbandonano la tecnologia e comprano settori ciclici. Questo movimento é molto esteso come mostra l'eccesso di ribasso sul Nasdaq100 a corto termine. Aspettiamo ora un movimento di riflusso per cercare di capire per saldo quale corrente é più forte.
Questa correzione ha un risvolto inatteso. Sta coinvolgendo soprattutto i settori tecnologici concentrati nel Nasdaq100 (+1.64% a 12668 punti) che anche questa settimana, come le due precedenti, ha perso parecchio terreno. Ci sono invece altri settori ciclici come energia o banche che nelle ultime settimane hanno continuato tranquillamente il rialzo - vengono favoriti dalla ripresa economica e il rialzo dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBonds decennale a 1.56%) non li disturba. In certi casi li favorisce addirittura - le banche in un periodo di aumento dei tassi d'interesse riescono a migliorare lo spread sui crediti (differenza tra il tasso d'interesse applicato ai clienti e costi di rifinanziamento) in loro favore.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
SX7E (banche) +3.75% a 87.03 punti
DAX +0.97% a 13920 punti
SMI +0.81% a 10607 punti
FTSE MIB +0.51% a 22965 punti
S&P500 +0.81% a 3841.95 punti
Il cambio EUR/USD é sceso venerdì sul minimo annuale a 1.1915. Stranamente nessuno parla di questo ampio movimento e delle conseguenze dell'indebolimento dell'EUR. Non dimentichiamo che per gli investitori che ragionano in USD le azioni europee stanno perdendo di valore a causa dei cambi e quindi gli indice stanno per loro correggendo. Da inizio anno é pur sempre una differenza superiore al 3%...
I dati sul mercato del lavoro americano pubblicati alle 14.30 erano molto buoni (379'000 nuovi posti di lavoro contro gli attesi 182'000) e all'inizio la borsa ha reagito nuovamente in maniera negativa visto che i tassi d'interesse sono salito. L'S&P500 ha aperto a 3805 punti e fino alle 17.30 é sceso e ha toccato un minimo a 3730 punti. Poi finalmente l'eccesso di ribasso ha avuto la meglio ed é iniziato il short covering. L'S&P500 é salito fino a 3851 punti e solo sul finale é tornato a 3841.95 punti (+1.95%). Praticamente tutti i settori hanno partecipato al rally (DJT +3.09%, RUT +2.11%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5691 su 2020, NH/NL a 600 su 1998 e volume relativo a 1.3. La volatilità VIX é precipitata a 24.66 punti (-3.91), la CBOE Equity put/call ratio é salita a 0.60 (i traders si sono finalmente spaventati) e il Fear&Greed Index é balzato a 59 punti (+11 punti).
I Summation Index sono ancora in calo.
La tendenza di fondo della borsa americana debolmente al rialzo con il 51.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 62.05.
Ieri alle 18.05 Jerome Powell si é fatto intervistare dal Wall Street Journal. L'attesa era enorme. Tutti volevano sapere se la FED era preoccupata dal rialzo dei tassi d'interesse e come intendeva affrontare questo problema. Jerome Powell non ha detto nulla di nuovo. La FED ha come obiettivo la piena occupazione e giudica in maniera benigna un temporaneo aumento dell'inflazione sopra l'obiettivo del 2%. La FED non intende per ora cambiare nulla nella propria politica monetaria. Gli investitori e gli analisti si aspettavano di più - pensavano che Powell avrebbe annunciato misure concrete. Di conseguenza i tassi d'interesse sono saliti (reddito dell'UTBonds decennale a 1.54%), il dollaro americano si é rafforzato (EUR/USD a 1.1950) e la borsa americana é nuovamente crollata (S&P500 -1.34% a 3768.47 punti) trascinata verso il basso dalla tecnologia (Nasdaq100 -1.73%). La seduta a New York é stata estremamente volatile - evitiamo per ragioni di tempo di descrivere i vari passaggi da ottimismo a pessimismo con rally intermedi e tuffi impressionanti. Passiamo direttamente alle conclusioni. A corto termine c'é abbastanza ipervenduto per un sostanzaile rimbalzo che potrebbe partire gia oggi - molto però dipende dal report sul mercato del lavoro americano a febbraio atteso alle 14.30. Se la borsa non rimbalzo oggi lo farà all'inizio di settimana prossima specialmente se stasera gli indici restano sopra i minimi di ieri sera (S&P500 a 3723 punti, Nasdaq100 a 12314 punti). Su certi settori (semiconduttori / SOX) o titoli molto speculativi abbiamo visto del panico - alcuni titoli come Google o Facebook sono invece già saliti in controtendenza. Questi sono sintomi di un imminente rimbalzo. A medio termine però il calo non sembra ancora finito. Gli oscillatori di medio termine e il ciclo ci dicono che la borsa americana potrebbe ancora scendere fino alla terza settimana di marzo. Ieri non abbiamo visto panico generale negli indicatori di sentiment - la volatilità é salita di poco a 28.57 punti (+1.90), Il CBOE Equity put/call ratio (0.54) é salito unicamente di poco sopra la media di lungo periodo a 0.53 e il Fear&Gredd Index a 48 punti (-4 punti) é di poco sotto il valore neutro. Insomma - a breve avremo un rimbalzo ma la correzione non é ancora finita. Il rimbalzo della borsa deve essere accompagnato da un rimbalzo dei USTBond rispettivamente un calo, almeno momentaneo, dei tassi d'interesse. Il DSI sui Bonds é a 9 punti - sapete che un valore sotto i 10 punti é raro, segnala un forte pessimismo e garantisce che a breve deve esserci una reazione.
Le borse europee sono state sballottate dagli avvenimenti americani ma hanno chiuso senza vistosi cambiamenti (Eurostoxx50 -0.21% a 3704 punti). A dire il vero siamo sorpresi - non c'é l'abituale correlazione tra Europa ed America. Questo si può spiegare in due maniere. Le borse europee a fine 2020 non avevano partecipato al rialzo e quindi é logico che non partecipino al ribasso. Inoltre in America é soprattutto la tecnologia che sta mettendo in ginocchio il mercato - questo settore é meno presente e dominante in Europa. Crediamo però che la seconda parte della correzione debba coinvolgere maggiormente l'S&P500 e quindi ci aspettiam che anche le borse europee prossimamente si muoveranno decisamente verso il basso. Per il momento il trend in Europa é neutro e niente suggerisce che ci possa essere un movimento di rialzo malgrado il nuovo record storico del DAX di mercoledì.
Il prezzo dell'oro é sceso sotto i 1700 USD/oncia. La tendenza a corto termine é al ribasso e molti temono un crollo. Noi siamo costruttivi e abbiamo comperato Barrick Gold (GOLD). L'oro é ipervenduto (RSI a 26 punti) mentre da 4 giorni i prezzi delle azioni delle miniere d'oro non scendo più o salgono. Questa é una divergenza positiva - crediamo che si stia preparando un'inversione di tendenza.
Stamattina alle 07.00 il future sull'S&P500 era a 3762 punti. Con la debole apertura delle borse europee é ancora sceso a 3739 punti ma ora (13.30) é risalito a 3773 punti (+7 punti). Il rimbalzo é nei blocchi di partenza - i dati attesi alle 14.30 potrebbero dare il via libera.
Ora siamo convinti che la borsa americana sta distribuendo e in alcuni settori sta già correggendo. Il nervosismo e l'alta volatilità sono tipiche di questa fase dove prevalgono le emozioni. Stasera alle 18.05 é previsto un discorso di Jerome Powell durante il quale dovrebbe annunciare nuove misure per tenere i tassi d'interesse sotto controllo. La borsa potrebbe reagire con violenza - un possibile rally dell'S&P500 deve essere venduto.
Sono le 08.50. Il future sull'S&P500 é a 3810 punti (-6 punti) - l'Eurostoxx50 vale 3690 punti (-22 punti). Le borse asiatiche stamattina erano in calo (Nikkei -2.16%, Shanghai -2%). Tutti sono in attesa delle decisioni della FED - probabilmente stamattina le borse europee saliranno leggermente per colmare parte delle perdite iniziali. Poi i mercati si fermeranno fino a stasera alle 18.00.
Sugli indici cosiddetti minori ci sono stati dei movimenti più ampi. Mentre le borse europee hanno chiuso in leggero guadagno il FTSE MIB (-0.78% a 23083 punti) é caduto in maniera vistosa, ha perso 181 punti e ha chiuso sul minimo giornaliero. Debolezza temporanea o la borsa italiana ha un problema? Per ora non possiamo dirlo visto che dal grafico non traspare nulla di particolare. L'SMI (+1.03% a 10817 punti) ha avuto un'altra buona seduta con l'aggiunta che il mercato azionario svizzero ha nettamente sovraperformato l'Europa. Una conseguenza dell'indebolimento del CHF (EUR/CHF a 1.1040) o forse gli acquisti di inizio mese? L'indice resta nel range 10600-11000 punti. L'analista tecnico vede sul grafico tre possibilità - un canale discendente, un canale orizzontale o un rialzo che con questa spinta deve far salire l'SMI direttamente su un nuovo massimo annuale. La decisione cadrà nelle prossime due o tre sedute.La variante del rialzo é la meno probabile.
La seduta a New York invece é stata decisamente negativa. L'S&P500 (-0.81% a 3870.29 punti) ha chiuso vicino al minimo giornaliero a causa di un'ondata di vendite sul finale (-32 punti) - come venerdì scorso. Si dice che in chiusura agiscono le mani forti costituite dagli investitori istituzionali. Nella somma delle due prime sedute della settimana hanno prevalso i rialzisti - molto probabilmente ci sarà ora un tentativo di far salire l'S&P500 stabilmente sopra i 3900 punti piuttosto che una discesa sotto i 3800 punti. Se però il tentativo fallisce la prossima spinta decisiva sarà al ribasso.
L'S&P500 ha aperto in leggero guadagno a 3904 punti. L'indice é sceso fino alle 17.40 quando ha toccato il minimo a 3868 punti. Poi é risalito fino ai 3802 punti ed é ridisceso in chisura a 3870 punti - una giornata volatile con bassi volumi sul Nasdaq - i traders si sono divertiti specialmente giocando al ribasso sulla tecnologia (Nasdaq100 -1.68%) e sul Russell2000 (-1.93%) - é evidente che molti investitori hanno giudicato il balzo di lunedì come esccessivo. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2499 su 5203, NH/NL a 430 su 429 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita di poco a 24.10 punti (+0.75), il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.44 e il Fear&Greed Index é sceso a 61 punti (-5 punti). I Summation Index sono in calo.
Questa seduta ha relativizzato il rialzo di lunedì e ha tolto parecchia forza a questa spinta. Sembra che adesso avremo alcuni giorni di oscillazione tra i 3800 ed i 3900 punti - vedremo se si tratta di distribuione (come pensiamo noi) o di accumulazione.
Le borse asiatiche stamattina si sono riprese - il Nikkei ha guadagnato il +0.51% - Shanghai sta salendo del +2%.
Il cambio EUR/USD scende a 1.2025. Anche a livello dei cambi non si riesce più a riconoscere una logica nei movimenti disordinati intorno a 1.20. La MM a 50 giorni comincia a scendere - quella a 200 giorni continua a salire e fornisce ipotetico supporto ma solo a 1.18.
Insomma questa seduta di forte rialzo non fornisce ancora un'indicazione chiara riguardante il trend. La variante della correzione a medio termine resta la nostra favorita malgrado che ora ci sia di fianco un punto di domanda. Pensiamo e speriamo ora di avere un paio di sedute di consolidamento - queste dovrebbero fornirci le informazioni necessarie per interpretare correttamente le intenzioni degli investitori malgrado che a breve si stanno comportando in maniera nevrastenica.
Stamattina il future sull'S&P500 é a 3886 punti (-12 punti) - questo conferma le statistiche che ci dicono che dopo una seduta di forte rialzo come quella di ieri spesso c'é una seduta moderatamente negativa di consolidamento. L'Eurostoxx50 vale 3697 punti (-9 punti) - le borse europee apriranno in leggero calo. Stamattina dovrebbero provare a tornare il pari. Poi cercheranno nuovi impulsi - potrebbero trovarli nei dati sull'inflazione nell'UE previsti alle 11.00.
Le borse asiatiche stamattina non seguono l'esempio di New York e sono in calo - il Nikkei perde il -0.86% - Shanghai é in calo del -1.2%.
Bisogna poi fare attenzione se ci sono dei movimenti discordanti - stamattina non vediamo nulla di strano - i prezzi del petrolio, del rame e dei metalli preziosi sono tornati a salire.
Alle 08.20 l'Eurostoxx50 vale 3667 punti (+31 punti) - le borse europee apriranno con plusvalenze di circa il +0.8%/+1.0%. Sullo slancio stamattina gli indici azionari europei saliranno più in alto. Poi si fermeranno in attesa di sapere quali sono le intenzioni degli americani. Nel pomeriggio ci aspettiamo una stabilizzazione ad alto livello. Ulteriori acquisti sono possibili ma dovrebbero essere limitati - non pensiamo che già oggi i ribassisti proveranno un affondo. Restiamo però dell'opinione che il rimbalzo deve essere utilizzato per vendere - la correzione di marzo é solo agli inizi.
Si supponeva che la FED americana fosse in grado di tenere i tassi d'interesse sotto controllo e che la fenomenale ripresa economica che deve seguire alla recessione provocata dalla pandemia potesse verificarsi senza spinte inflazionistiche. Per settimane le borse hanno ignorato il rialzo esplosivo dei prezzi delle materie prime come petrolio o rame. Questo non era considerato come un problema ma una buona ragione per comperare azioni dei settori dell'energia o delle materie prime. Improvvisamente settimana scorsa ci si é invece resi conto che esiste un dilemma - non può esserci crescita economica senza un aumento del costo del denaro e quest'ultimo é un problema per i mercati azionari. Specialmente perché i prezzi delle azioni scontano un forte incremento degli utili delle imprese ma non scontano un aumento dei tassi d'interesse. Insomma - non si può avere l'uovo e la gallina e quando il reddito dell'US Treasury Bonds ha raggiunto la soglia critica dell'1.5% (che guarda caso era stata con mesi di anticipo indicata da molti analisti noi compresi - vedi commento tecnico del 9-10 gennaio) le borse hanno reagito con un'ondata di vendite. Le perdite più forti si sono verificate nel settore tecnologico che secondo la narrativa é più sensibile alle variazioni del costo del denaro. Nuturalmente questo é in parte assurdo e ingiustificato - il reddito dell'USTBonds é salito dai 0.65% di settembre 2020 fino agli 1.34% di una settimana fà senza che nessuno battesse ciglio - al contrario la borsa continuava a salire e passare da un record storico al successivo. L'aumento dei tassi era invece una buona ragione per comperare le azioni delle banche. Improvvisamente però molti hanno cominciato a parlare di inflazione e quando il reddito dell'USTB decennale ha superato l'1.5% é scoppiato il putiferio. Come diciamo spesso una volta che le premesse tecniche per una corrrezione sono ideali ci vuole solo una scusa per scatenare le vendite. Le borse questa settimana sono scese - in Europa (Eurostoxx50 -2.07%) meno che in America (S&P500 -2.45%). Del rialzo da inizio anno non resta però più tanto (DAX +0.49%, Eurostoxx50 +2.36%, S&P500 +1.47%, Nasdaq +2.36%). La fiducia dei rialzisti é stata scossa nelle fondamenta e molto probabilmente a metà febbraio si é verificato un massimo significativo. Malgrado che l'S&P5000 abbia in tre sedute testato con successo il supporto sui 3800 punti (supporto statico + MM a 50 giorni) non crediamo che ci sia solo stata una correzione minore e che la borsa americana possa tranquillamente riprendere il rialzo. Sia gli indicatori di medio termine che quelli sul sentiment puntano in un'altra direzione. La variante favorita anche dai cicli é quella di una correzione di medio termine che dovrebbe terminare nella terza settimana di marzo. Come aveva correttamente indicato il DSI (Daily Sentiment Index) sui Bonds venerdì si é verificato un rimbalzo - i futures sui USTBonds sono risaliti (anche quelli sul Bund! - il "problema" é anche europeo), i tassi d'interesse sono ridiscesi e il Nasdaq100 (+0.63% a 12909 punti) é rimbalzato. L'S&P500 invece ha avuto ancora una seduta negativa (-0.48% a 3811.15 punti) e ha chiuso nella parte inferiore del range giornaliero con una caduta di 40 punti nell'ultima ora di contrattazioni. È possibile che la prossima settimana inizi ancora con un breve tuffo delle borse - forse l'S&P500 deve ancora scendere sotto i 3800 punti a causa dei molti speculatori obbligati a vendere a causa dei margin calls causati dalla debole chiusura di venerdì. Pensiamo però che il temporaneo calo dei tassi d'interesse debba a breve provocare un rimbalzo delle borse - concretamente l'S&P500 potrebbe tornare a metà di settimana prossima sui 3850-3880 punti. Questo eventuale rimbalzo deve però essere venduto. In seguito la correzione a medio termine deve fare il suo corso e far scendere l'S&P500 decisamente più in basso. La ragione? A dire il vero non importa ma potrebbe essere sia essere un'ulteriore impennata dei tassi d'interesse che la delusione nel caso in cui il piano di stimolo economico di 1900 Mia di USD dell'amministrazione Biden non venisse approvato (o venisse edulcorato) dal Congresso. Fino a dove potrebbe cadere l'S&P500? Possiamo solo fare delle ipotesi. La prima spinta di ribasso é stata di circa 150 punti. Nell'ambito di una classica correzione ABC la seconda spinta potrebbe essere di ampiezza simile dopo un rimbalzo di una cinquantina di punti - arriviamo ad un obiettivo sui 3700 punti. Temiamo però che le vendite, finora concentrate nei settori più speculativi, debbano estendersi al resto del listino. La pressione di vendita deve aumentare e gli investitori devono passare dall'attuale lieve inquietudine (Fear&Greed Index a 48 punti, -10 punti) al pessimismo con un breve passaggio al panico. In questo caso il potenziale massimo di ribasso é a 3500 punti dove si troverà tra un paio di settimane la MM a 200 giorni. Le borse europee dovrebbero seguire docilmente - sulla base di quanto osservato settimana scorsa é possibile che le perdite in Europa saranno più contenute. Gli eccessi di rialzo sono più pronunciati in America é sarebbe logico che la borsa americana corregga di più.
SX7E (banche) +1.42% a 83.88 punti
DAX -1.48% a 13786 punti
SMI -1.71% a 10522 punti
FTSE MIB -1.24% a 22848 punti
S&P500 -2.45% a 3811.15 punti
In Europa vengono ancora comperati i settori ciclici - le prese di beneficio sono arrivate solo venerdì. In un contesto del genere é evidente che il difensivo SMI svizzero (-1.28% a 10522 punti) continua soffrire.
Nelle prossime settimane riteniamo che le borse europee resteranno molto volatili - sarà importante non perdere di vista la tendenza di fondo. Da inizio anno gli indici azionari europei oscillano in laterale. Ci sono le prime rottura sotto le MM a 50 giorni in ascesa. Evitiamo di fisare degli obiettivi per questa correzione poiché, come in America, il range tra la variante migliore e quella peggiore é troppo ampio. Speriamo dopo aver osservato il rimbalzo che dovrebbe verificarsi all'inizio di settimana prossima di poter fare una stima affidabile. Più il rimbalzo sarà anemico e più la correzione sarà profonda.
La seduta di venerdì a Wall Street e andata secondo i piani fino alle 21.50 - il crollo sul finale ci ha sorpreso e non sappiamo cosa significhi. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 3846 punti ma all'inizio é ancora sceso e si é verificata l'attesa marginale rottura del supporto a 3800 punti. L'indice é crollato alle 16.30 a 3789 punti di minimo. Poi é risalito ad ondate fino a metà giornata a 3861 punti. Dopo un'ulteriore calo di una trentina di punti e una risalita a 3851 punti alle 21.50 c'é stata la caduta finale a 3811.15 punti (-0.48%). A livello settoriale gli investitorti sono andati alla disordinata ricerca di vincitori e perdenti (DJT -0.31%, RUT +0.04%, Nasdaq100 +0.63%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2681 su 5004, NH/NL a 183 su 717 e volume relativo a 1.2 (0.9 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa (!) a 27.95 punti (-0.94) mentre Il CBOE Equity put/call ratio si é finalmente mosso al rialzo (0.63). I Summation Index continuano a scendere.
Il prezzo dell'oro é caduto a 1734 USD/oncia. Si é verificata una evidente e proccupante rottura al ribasso di cui non capiamo le ragioni. A breve l'oro é ipervenduto (RSI a 29.13) - potrebbe rimbalzare fino a 1760-1770 USD e salvare la base per un successivo rialzo. La tendenza di fondo sembra però passare al ribasso e questa é una cattiva notizia per i rialzisti come noi. Vi terremo aggiornati sullo sviluppo della situazione. In generale in periodi di inflazione il prezzo dell'oro aumenta. Il calo attuale del prezzo contraddice la narrativa della spinta inflazionistica...
I Summation Index continuano a scendere.
Nell'analisi del fine settimana cercheremo di definire lo svolgimento della correzione - si tratterà di capire se conviene alla fine della correzione comperare o se invece il massimo di metà febbraio a 3950 punti di S&P500 é stato il massimo definitivo del bull market.
La seduta in Europa é stata insolita poiché si é verificato uno scollamento rispetto ai movimenti a Wall Street. Non riusciamo ancora a interpretare quanto sta succedendo. Ci spieghiamo - l'Eurostoxx50 (-0.29% a 3689 punti) ha aperto invariato a 3698 punti e come pensavamo all'inizio é salito a 3708 punti. Il rialzo iniziale é stato però molto più breve di quanto ci eravamo aspettati. Il successivo affondo dei ribassisti é stato questa volta impressionante. L'Eurostoxx50 é sceso regolarmente e senza rimbalzi degni di nota fino alle 11.35 quando ha toccato il minimo a 3643 punti (65 punti dal massimo - sono tanti). L'indice ha poi recuperato e la reazione alla debole apertura a Wall Street é stata sorprendentemente moderata. Invece di un ulteriore crollo l'Eurostoxx50 é sceso ancora dai 3780 punti fino ai 3653 punti (minimo ascendente) e poi é risalito fino alla chiusura a 3689 punti. Rispetto all'America l'Europa si é comportata meglio - l'azione dei ribassisti la mattina é stata però massiccia e dominante. Ora abbiamo nuovamente segnali contrastanti - una perdita di 10 punti contro una candela sul grafico che corrisponde ad un hammer invertito (chiusura lontana dal minimo, sul massimo e sul livello d'apertura) e che é un segnale molto costruttivo. Per saldo l'Eurostoxx50 scivola verso il basso ma le perdite sono così modeste che si fatica a parlare di correzione. I colpi di ribasso però si susseguono e diventano più forti. L'ipotesi della correzione a medio termine prende corpo. DAX (-0.61% a 13864 punti) e FTSE MIB (-0.30% a 22939 punti) si sono comportati come l'Eurostoxx50.
Fino a prova contraria la tendenza di fondo é neutra.
Il cambio EUR/USD é salito a 1.2170. Ora dovrebbe fermarsi e ricadere. La situazione é interessante poiché la debolezza dell'USD favorisce il rialzo dei prezzi delle materie prime e dell'oro. Se l'USD invece si rafforza potrebbero esserci conseguenze negative sui prezzi delle materie prime e tutta la discussione riguardante una possibile spinta inflazionistica dovrebbe affievolirsi.
Stamattina il Nikkei ha guadagnato il +0.4% - Shanghai é in calo del -1.4%. Il future sull'S&P500 alle 08.30 é a 3877 punti (-25 punti). L'Eurostoxx50 vale 3691 punti - le borse europee apriranno in calo di circa il -0.6%. Questo é un cambiamento - eravamo abituati a degli inizi di settimana contrassegnati da una seduta positiva. Vediamo se oggi appare della pressione di vendita o se invece come al solito ci sarà nel pomeriggio un recupero.
SX7E (banche) +3.79% a 82.70 punti
DAX -0.40% a 13993 punti
SMI -1.61% a 10704 punti
FTSE MIB -1.17% a 23136 punti
S&P500 -0.71% a 3906.71 punti
Insomma - se in tempi brevi il calo non finisce e il rialzo non riprende é probabile che si verifichi un'accelerazione al ribasso. Questo scenario diventa ogni giorno più probabile visto che l'attuale scivolata sta facendo peggiorare gli indicatori che cominciano a mandare sporadici segnali di vendita - questo riguarda specialmente gli indicatori di momentum. I Summation Index da due giorni scendono - di poco ma scendono. Questo in parole povere significa che la maggior parte delle azioni sta perdendo terreno - sta diventando difficile trovare delle azioni che stanno salendo di valore. Gli analisti cominciano ad arrampicarsi sui vetri quando si tratta di trovare nuovi temi d'investimenti - adesso dalle banche arrivano proposte per investimenti sostenibili e legati ai temi della svolta energetica. La storia però é già vecchia e i prezzi delle azioni promettenti sono già stratosferici.
Il Nikkei perde il -0.72% - Shanghai guadagna il +0.7%. L'Eurostoxx50 alle 08.10 vale 3687 punti - le borse europee devono ancora rispecchiare il recupero della borsa americana nella seconda parte della seduta. Aprono stamattina con lievi guadagni (+0.2%). Oggi é l'ultima seduta di una settimana di debole correzione. Ci aspettiamo che il quadro venga completato da un'altra seduta moderatamente negativa.
La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 3870 su 3793, NH/NL a 1337 su 145 e volume relativo a 1.0. Come pensavamo la VIX é rimbalzata dal supporto a 20 punti (21.46 punti, +1.49). Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.42. Il Fear&Greed Index é salito a 71 punti (+8). A livello di sentiment c'é certamente troppo ottimismo. Ci vorrebbe una notizia negativa per scuotere la fiducia degli investitori e provocare un'ondata di vendite. La correzione a medio termine é ancora una variante da non scartare ma se non appare qualcosa di nuovo é difficile che si verifichi un'inversione di tendenza. Il rialzo é troppo stabile.
Stamattina alle 07.30 il future sull'S&P500 é a 3930 punti (+2 punti) - probabilmente anche oggi avremo una seduta di pausa - sembra che le borse vogliano semplicemente consolidare.
Il future sul Bund é caduto 175.24 (-0.31%) - é la seconda seduta con il Bund molto debole. Improvvisamente anche in Europa si parla di crescita economica ed inflazione - i tassi d'interesse salgono stimolando le azioni del settore finanziario. Difficile dire se si tratta unicamente di un fuoco di paglia come suggeriscono i fondamentali. I grafici mostrano rotture al ribasso sui Bonds e al rialzo sulle azioni di banche e assicurazioni. È quindi meglio non sottovalutare il movimento.
SX7E (banche) +2.65% a 79.68 punti
DAX -0.05% a 14049 punti
SMI +1.16% a 10880 punti
FTSE MIB +1.42% a 23410 punti
S&P500 +1.23% a 3934.83 punti
Settimana scorsa ci aspettavamo che le borse salissero su un massimo significativo verso la metà della settimana - poi doveva iniziare una correzione che poteva spaziare dal semplice consolidamento alla correzione di medio termine fino a metà o fine marzo. Purtroppo non é andata esattamente secondo i piani. Alla seduta positiva di lunedì sono seguite due sedute leggermente negative che hanno fatto slittare il massimo di un paio di giorni. Giovedì e venerdì ci sono state altre due sedute di moderato rialzo (Eurostoxx50 +0.65% a 3695 punti / S&P500 +0.47% a 3934.83 punti) e sembra che il massimo sia stato raggiunto venerdì con una breve impennata in chiusura a New York. La prevista correzione deve iniziare settimana prossima e in precedenti commenti abbiamo già descritto alcune varianti di come potrebbe svilupparsi questa fase. Potrebbe esserci un semplice consolidamento - se invece comincia ad apparire pressione di vendita, ci sono un paio di sedute con sensibili perdite e chiusura sui minimi giornalieri (candele rosse) e venissero rotti dei supporti intermedi é possibile che avremo una correzione a medio termine. Il problema é che una correzione di questo tipo costituirebbe un'interruzione della fase finale del rialzo che deve portare allo scoppio della bolla speculativa - questa fase finale deve essere esponenziale e senza correzioni intermedie. Insomma - dobbiamo vedere cosa succede nelle prime sedute di settimana prossima per poter prevedere come le borse assorbiranno l'ipercomperato. Secondo noi, bolla speculativa a parte, dovrebbe esserci una correzione di medio termine di tipo ciclico.
Anche a New York abbiamo avuto una seduta senza direzione. La buona performance del settore tecnologico (Nasdaq100 +0.58% a 13734 punti) ha permesso ai maggiori indici di guadagnare qualche punto. I massimi del giorno precedente non sono stati superati - anche in America abbiamo avuto una seduta in trading range che non offre ulteriori elementi per determinare il trend a corto termine. L'S&P500 ha aperto a 3920 punti e all'inizio é ancora salito a 3926 punti di massimo - come mercoledì l'indice non é riuscito a salire più in alto ma é stato colpito dalle vendite. Dopo una pausa sui 3920 punti l'indice é sceso verso le 18.00 sul minimo a 3890 punti. In seguito con due spinte di rialzo ha recuperato fino alla chiusura a 3916.38 punti (+0.17%). La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 3800 su 3732, NH/NL a 954 su 92 e volume relativo a 0.9 (1.7 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 21.25 punti (-0.74), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.38 e il Fear&Greed Index é sceso a 58 punti (-5 punti).
L'S&P500 ha svolto una seduta senza direzione - si é mosso in soli 16 punti e ha chiuso quasi invariato (-0.11% a 3911,23 punti) al centro del range giornaliero. Ha toccato un nuovo record storico a 3918.35 punti e questo basta per poter dire che la tendenza resta indiscutibilmente al rialzo. La debole partecipazione sia a livello di NH (NYSE 1391) che per quel che riguarda i volumi (volume relativo a 0.8) non sembrano essere un problema. Secondo gli oscillatori l'indice é su un massimo intermedio - vedremo che tipo di correzione seguirà - potrebbe unicamente verificarsi un consolidamento ad alto livello.
SX7E (banche) +9.77% a 77.62 punti
DAX +4.64% a 14056 punti
SMI +1.55% a 10755 punti
FTSE MIB +7.00% a 23083 punti
S&P500 +4.65% a 3886.83 punti
La seduta a New York é stata neutra, senza direzione e si é conclusa con un nulla di fatto. L'S&P500 ha colmato il gap del 27 gennaio ma per il resto non c'é nulla di particolare da segnalare se non che il rimbalzo é terminato.
Il cambio EUR/USD é sceso ieri fino a 1.2011 ed é stamattina a 1.2040. Si sta verificando l'atteso test del supporto psicologico a 1.20 - é probabile che al primo tentativo di rottura si verifichi un rimbalzo a 1.21.
SX7E (banche) -4.95% a 70.41 punti
DAX -3.18% a 13432 punti
SMI -3.11% a 10591 punti
FTSE MIB -2.34% a 21572 punti
S&P500 -3.31% a 3714.24 punti
L'Eurostoxx50 (-1.57% a 3536 punti) ha chiuso con una pesante perdita di 51 punti - ha toccato un nuovo minimo annuale a 3502 punti - ha però chiuso lontano dal minimo giornaliero segno che i rialzisti hanno ancora qualcosa da dire. Il DAX (-1.81% a 13620 punti) e il FTSE MIB (-1.47% a 21662 punti) si sono comportti in maniera simile all'Eurostoxx50 - anche questi indici hanno raggiunto un nuovo minimo annuale. Pessima giornata anche per l'indice delle banche SX7E (-2.78% a 70.76 punti) che si avvicina velocemente al supporto a 70 punti. Il cambio EUR/USD cade a 1.2100 - da settimane spieghiamo che una correzione delle borse deve corrispondere ad un calo del cambio EUR/USD - la correlazione é evidente.
Siamo impressionati dal notevole cambiamento negli indicatori di sentiment. La volatilità VIX é balzata a 37.21 punti (+14.19), la CBOE Equity put/call ratio era bassa a 0.40 e il Fear&Greed Index é crollato a 42 punti (-22). Il p/c ratio mostra però che gli speculatori long sono ancora forti ed attivi - stanno dando battagli agli Hedge Fund short e per ora vincono. Pensiamo quindi che questo scontro debba ancora provocare dopo la correzione un'ultima fase di rialzo al termine della quale anche gli ultimi shortisti saranno eliminati e tutti saranno completamente investiti. In quel momento potrebbe esserci un crash - fino a questo punto mancano però ancora settimane se non mesi.
Il FTSE MIB (+1.16% a 21987 punti) si é comportato come le altre borse europee malgrado che Giuseppe Conte abbia presentato le dimissioni - gli investitori non danno molto peso alla crisi politica italiana - una dimostrazione in più della fiducia estrema che pongono nella BCE e nella sua capacità di poter compensare qualsiasi problema dei mercati finanziari con un mare di liquidità. D'altra parte pochi credono che si andrà ad elezioni anticipate - gli attuali partiti di governo hanno solo da perdere in un simile caso e faranno di tutto per trovare una nuova coalizione a sostegno di un ulteriore governo di centro sinistra.
La situazione tecnica non cambia - il rialzo si é nuovamente concentrato sulla tecnologia - i temi "ripresa economica", "rialzo dei prezzi delle materie prime" e inflazione" sono passati in secondo piano come mostrano i cali di DJTransportation (-1.61%) e Russell2000 (-0.62%). Stasera dopo la chiusura Apple, Tesla e Facebook presentano i risultati trimestrali - vediamo se cambia qualcosa.
Stamattina alle 08.50 ritroviamo il future sull'S&P500 a 3828 punti (-20 punti). L'Eurostoxx50 vale 3548 punti (-5 punti). Le borse europee apriranno in leggero calo. Stamattina proveranno ad imitare l'America e cercheranno di recuperare parte della perdita di ieri.
Stamattina presto il future sull'S&P500 era a 3850 punti - ora é a 3849 punti (+15 punti). Il future sale ma non continua a guadagnare terreno prima dell'apertura in Europa come succedeva settimana scorsa. Il Nikkei guadagna il +0.67% - Shanghai sale del +0.5%. La settimana inizia nuovamente con un'intonazione positiva. Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 3615 punti (+13 punti) - le borse europee apriranno con un guadagno del +0.3% - poco ma siamo abituali allo scarso entusiasmo dei nostri mercati azionari.
Eurostoxx50 +0.08% a 3602 punti
SX7E (banche) -2.91% a 74.08 punti
DAX +0.63% a 13874 punti
SMI +0.49% a 10930 punti
FTSE MIB -1.31% a 22088 punti
S&P500 +1.94% a 3841.47 punti
Nasdaq100 +4.39% a 13366 punti
I Summation Index sono piatti - quello sul NYSE é leggermente sceso - quello sul Nasdaq é leggermente salito.
L'indice delle banche SX7E ha perso il -0.63% a 75.65 punti malgrado un aumento dei tassi d'interesse di mercato. Un segnale negativo e preoccupante... La borsa italiana si é comportata alla stessa maniera ma il FTSE MIB (-0.98% a 22429 punti) ha perso decisamente di più. Ieri c'é stato un segnale di sfiducia nei riguardi della borsa italiana - forse una conseguenza dell'instabilità politica. A livello tecnico non vediamo ancora differenze tra Italia ed Europa. Vedremo quale indice testerà per primo la MM a 50 giorni - il test é inevitabile visto che gli indici si muovono in laterale mentre le MM salgono.
Bisogna però adattarsi alla realtà. Malgrado premesse tecniche ideali questa borsa non vuole scendere. Fino a qundo non cambierà qualcosa bisogna partire dal principio che ipercomperato, eccesso di rialzo ed euforia non sono elementi sufficienti per provocare un'inversione di tendenza.
Stamattina alle 08.40 il future sull'S&P500 é a 3855 punti (+10 punti) e l'Eurostoxx50 vale 3639 punti (+15 punti / +0.4%). Le borse europee continuano a fare fatica a seguire il ritmo d'ascesa imposto dalla borsa americana. Oggi si riunisce la BCE per discutere la politica monetaria. Le decisioni verranno rese note alle 13.45, La conferenza stampa di Christine Lagarde seguirà alle 14.30. Non pensiamo che questo evento avrà influsso sulle borse - la BCE sta già schiacciando al massimo il pedale sull'acceleratore. Il problema é che l'economia in recessione non sa cosa farsene dei crediti a tassi d'interesse che si avvicinano allo 0%.
Janet Yellen ha parlato davanti alla commissione del Senato incaricata di confermare la sua nomina - gli investitori non hanno reagito logicamente alle sue affermazioni - malgrado che i tassi d'interesse non si siano mossi (USTBond decennale a 1.10%, -0.01%) l'USD si é indebolito (EUR/USD a 1.2145).
Il premio Nobel per l'economia Paul Krugman afferma che non bisogna preoccuparsi per l'aumento esplosivo del debito pubblico - prende ad esempio gli anni dopo la seconda guerra mondiale e mostra che il rapporto PIL/debito é sceso malgrado che il debito in assoluto sia salito - questo perché l'economia era cresciuta in maniera dinamica grazie allo stimolo fornito dalla spesa pubblica. La realtà dell'ultimo decennio mostra che questo sviluppo é irrealistico. Questa ideologia é pericolosa - Krugman afferma espressamente che questo debito non deve essere ripagato e non sarà mai ripagato - si fà credere alla gente che fare debiti é necessario e non ha conseguenze negative - chi vive sulla base di quanto guadagna e risparmia per il futuro é uno stupido.
La seduta negativa in Europa ha come conseguenza che le borse europee marciano sul posto. Come spiegato nei commenti serali il rialzo di lunedì e il calo di ieri praticamente si annullano. Da inizio anno gli indici azionari europei si sono mossi appena. Malgrado che formalmente la tendenza sia ancora al rialzo la caduta di momentum provoca dei segnali di vendita su indicatori come il MACD. Il quadro generale é però neutro con indici in mezzo alle Bollinger Bands, medie mobili in appiattimento e indicatori che ritornano su livelli di equilibrio. Il vantaggio di questa pausa é che l'ipercomperato sta diminuendo senza che si verifichi una vera e propria correzione. L'Eurostoxx50 si é mosso in pochi punti e ha chiuso praticamente invariato - da inizio anno guadagna il +1.2% - poco per poter parlare di rialzo. Ci rendiamo conto che l'Eurostoxx50 e in generale le borse europee seguono a ruota la borsa americana. È quindi inutile fare delle analisi approfondite sull'Europa visto che gli europei non decidono niente. Peccato perché da un punto di vista fondamentale le azioni europee sono più attraenti. Wall Street ha però un marketing decisamente migliore con maggiori informazioni riguardanti il mercato - in Europa si fa fatica trovare i dati di base come il PE ed il reddito da dividendo dell'Eurostoxx50 - provare per credere...
Il Nikkei ha perso il -0.38% - Shanghai sta guadagnando il +0.4%.
La luna di miele tra Wall Street e il nuovo Presidente democratico dovrebbe essere di breve durata...
Il comportamento del mercato durante la giornata é stato costruttivo. I volumi di titoli trattati erano circa la metà del solito. I futures americani durante la giornata sono lievitati e questo ha ridato un pò di fiducia agli investitori europei che hanno comperato qualcosa a caso. L'indice delle banche SX7E ha guadagnato il +0.97% a 77.04 punti. Quanto i tassi d'interesse salgono le banche fanno meglio del resto del mercato (come ieri) - in caso contrario fanno peggio.
Stamattina il future sull'S&P500 é a 3788 punti (+25 punti). Ovviamente questo guadagno influenza l'apertura delle borse europee. L'Eurostoxx50 vale 3621 punti (+0.5%). Pensiamo che questa plusvalenza resterà fino a stasera. Domani c'é la cerimonia di insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca e tradizionalmente le borse non scendono in questa giornata. Probabilmente gli investitori festeggeranno l'uscita di scena di Donald Trump sperando in tempi migliori.
Stamattina le borse asiatiche sono miste - il Nikkei ha guadagnato il +1.39% - Shanghai é in calo del -0.8%.
Martin Luther King Day - risultati trimestrali - Inauguration Day di Joe Biden
Oggi in America é un giorno di festa - si ricorda la figura di Martin Luther King. La borsa a New York é chiusa e come al solito in simili occasioni le borse mondiali dopo l'apertura si muoveranno poco poiché mancano le indicazioni provenienti dal più importante mercato finanziario. Stamattina si ripropone lo schema della fine di settimana scorsa. Il future sull'S&P500 scende a 3750 punti (-11 punti) mentre il cambio EUR/USD scivola a 1.2075. L'Eurostoxx50 alle 08.45 vale 3573 punti (-26 punti). Le borse europee apriranno con un tuffo del -0.70% - Stasera le ritroveremo poco lontane dal livello d'apertura.
Questa settimana inizia il periodo di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese. Crediamo che ci saranno più sorprese negative che positive visto che le attese degli investitori sono alte e c'é troppo ottimismo. Se questa impressione é corretta probabilmente come reazione ci saranno più vendite che acquisti. Mercoledì 20 gennaio ci sarà la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca del nuovo Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. È un giorno importante con una forte valenza simbolica - dopo 4 anni di turbolenze l'America gira pagina - é una festa che Wall Street non vorrà rovinare - la borsa si comporterà "bene".
Nel complesso si delinea una settimana moderatamente negativa. Vedremo dove ci porterà questa correzione.
Modesta correzione - solo i futures raccontano qualcosa d'altro
Dopo il massimo storico dell'S&P500 (-0.72% a 3768.25 punti) dell'8 gennaio a 3826 punti settimana scorsa doveva iniziare una correzione - poteva essere una correzione minore fino ai 3750 punti o una normale correzione di medio termine fino ai 3500-3600 punti. La correzione della borsa doveva avvenire assieme ad un calo del cambio EUR/USD - una settimana fà era a 1.2220 - venerdì ha chiuso a 1.2080. Finora tutto si sta svolgendo come da copione. Il problema é che non appare pressione di vendita. Solo venerdì c'é stata una seduta decisamente negativa sia in Europa (Eurostoxx50 -1.15% 3599 punti) che in America. Gli indici hanno però chiuso lontani dai minimi giornalieri e l'umore degli investitori resta buono. Gli indicatori di sentiment sono peggiorati di poco e restano su dei livelli che mostrano ottimismo (Fear&Greed Index a 60 punti, -7 punti). I Summation Index si muovono in laterale - venerdì sono leggermente scesi. La tendenza di fondo della borsa americana resta saldamente al rialzo con l'83.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 79.27 punti. C'é una buona rotazione tra settori che denota la volontà da parte degli investitori di non abbandonare la borsa. L'impressione generale dopo 5 sedute di correzione é che non si sta verificando un'inversione di tendenza - non sembra che debba esserci una sostanziale correzione ma solo una correzione minore - gli investitori e soprattutto gli speculatori sembrano solamente raccorgliere le forze prima di tornare alla carica.
Joe Biden ha presentato il suo nuovo piano di spese da 1900 Mia, di USD per combattere gli effetti negativi del Covid 19 e rilanciare la crescita economica. Finanzia la spesa con il debito e con l'emissione di obbligazioni del Tesoro. I mercati finanziari hanno reagito alla notizia con un rafforzamento dell'USD e un leggero aumento del reddito dei titoli di Stato (reddito dell'USTBond decennale a 1.11%). È evidente che gli investitori pensano che la FED capitanata da Jerome Powell continuerà a comperare i titoli di Stato che non verrannno assorbiti dal mercato mantenendo i tassi d'interesse molto bassi, L'America sceglie la via seguita finora che ha un forte rischio di inflazione. È possibile che questa politica monetaria e della spesa pubblica contribuisca ad infuocare ulteriormente le borse che già si muovono su livelli stratosferici ignorando i rischi. Il party può durare ancora parecchio tempo - almeno fino a quando le Banche Centrali comperano tutto.
Eurostoxx50 -1.25% a 3599 punti
SX7E (banche) -2.43% a 76.30 punti
DAX -1.86% a 13787 punti
SMI +0.73% a 10877 punti
FTSE MIB -1.81% a 22381 punti
S&P500 -1.48% a 3768.25 punti
Nasdaq100 -2.30% a 12803 punti
La seduta di venerdì é stata la peggiore della settimana.
In Europa abbiamo avuto una seduta decisamente negativa che sembra aprire la strada verso il basso. Sui grafici appaiono delle lunghe candele rosse con un corpo consistente - i volumi di titoli trattati erano in aumento. Non abbiamo però ancora segnali di vendita a medio termine. Dobbiamo catalogare il movimento come una correzione minore che potrebbe far tornare gli indici sulle MM a 50 giorni - é chiaro che questo fa male visto che lo spazio verso il basso é ancora di un - 2%/-3%. L'Eurostoxx50 (-1.15% a 3599 punti) dovrebbe ridiscendere sui 3500-3550 punti mentre il DAX (-1.44% a 13787 punti) dovrebbe rivedere i 13200-13400 punti. Si tratterebbe però semplicemente di tornare sui livelli di fine novembre - inizio dicembre 2020. In questo momento le RSI sono sui 55 punti - sarebbe auspicabile una discesa sui 30-40 punti per eliminare l'ipercomperato.
Solo una domanda resta ancora senza risposta - come reagiranno tutti quegli speculatori long che da mesi comprano calls e guadagnano? Getteranno la spugna vendendo alla disperata provocando un'accelerazione al ribasso o coglieranno l'occasione della correzione minore per ripartire con rinnovato slancio al rialzo? Prevedere la psicologia degli investitori é difficile - i dati provenienti dall'America mostrano che finora prevale l'ottimismo - i guadagni accumulati dagli speculatori negli scorsi mesi dovrebbero essere sufficienti per assorbire le perdite di una correzione minore senza farsi prendere dal panico.
Anche la seduta a New York é stata negativa. Le vendite si sono però concentrate nella prima ora di contrattazioni. Poi é tornata la calma e gli indici sono risaliti riducendo le perdite. L'unica differenza rispetto ai giorni precedenti é che é stato venduto di tutto - anche tecnologia (Nasdaq100 -0.73% a 12803 punti) e PMI (RUT -1.49%).
L'S&P500 ha aperto a 3784 punti e nella prima mezz'ora non é successo niente - l'indice ha toccato un massimo a 3788 punti. Dopo le 16.00 i ribassisti hanno lanciato il loro attacco e in due ondate l'S&P500 é crollato alle 16.22 fino a 3749 punti. L'indice é poi lentamente tentennando risalito fino a 3784 punti. Solo sul finale é ridisceso a 3768.25 punti (-0.72%).
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2025 su 5387, NH/NL a 619 (!) su 270 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita (poco) a 24.34 punti (+1.09), mentre il CBOE Equity put/call ratio era ancora relativamente basso a 0.45. Gli investitori non si sono lasciati impressionare più di quel tanto da questa seduta negativa.
Lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del Martin Luther King Day. Avremo quindi una giornata di pausa durante la quale le borse europee saranno lasciate a loro stesse. Venerdì alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 3592 punti. È quindi possibile e probabile che lunedì le borse europee saranno ancora in calo.
In linea di massima ci aspettiamo ancora una settimana di moderata correzione. Se come pensiamo la pressione di vendita non aumenterà, verso la fine del mese di gennaio bisognerà aver chiuso posizioni short ed essere pronti ad andare long.
I ribassisti escono allo scoperto - insolita reazione ai piani di Biden
Ieri fino alle 20.00 la giornata era trascorsa nella calma e senza novità di rilievo. Le borse europee avevano chiuso con moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.69% a 3641 punti) e l'S&P500 stava guadagnando 7 punti. Gli speculatori si stavano divertendo a giocare con le azioni del Russell2000 (+2.05% e nuovo massimo storico) che stava guadagnando più del 2%. Poi Joe Biden ha presentato il suo pacchetto congiunturale da 1900 Mia. di USD e la reazione dei mercati é stata diversa dal solito. Invece che festeggiare le borse sono scese (S&P500 -0.38% a 3795.54 punti) e i tassi d'interesse sono saliti (reddito dell'USTBond decennale a 1.15%, +0.05%). I piani di Biden sono ambiziosi e sicuramente non hanno deluso gli investitori - come si può interpretare questa reazione? Probabilmente c'era troppo ottimismo e troppa speculazione al rialzo (CBOE Equity put/call ratio a 0.36) - praticamente tutti hanno già comperato in previsione di buone notizie ed ora mancano ulteriori acquisti. Forse diamo troppo peso a questo moderato calo ma sappiamo che stamattina alle 07.00 il future é a 3790 punti (-21 punti) e quindi il calo di ieri sul finale di seduta sta avendo una continuazione verso il basso. Vediamo se oggi i ribassisti prendono l'iniziativa o se invece ci sono solo delle sporadiche prese di beneficio. Le borse si trovano sui livelli di una settimana fà e quindi sono semplicemente ferme.
Sulla seduta in Europa abbiamo poco da dire e da aggiungere rispetto a quanto scritto nei commenti serali. L'Eurostoxx50 (+0.69% a 3641 punti) é salito grazie agli stessi temi che stanno entusiasmando la borsa di New York - titoli ciclici e tecnologici. Il FTSE MIB é sceso (-0.47% a 22637 punti) probabilmente a causa della crisi politica. Poiché la BCE tiene sotto controllo i tassi d'interesse sui titoli di Stato le conseguenze sono contenute. Il DAX (+0.35% a 13988 punti) ha faticato ma ha guadagnato qualche punto grazie alle azioni delle società automobilistiche. L'SMI svizzero (+0.04% a 10850 punti) ha marciato sul posto. Per l'analisi tecnica non c'é nulla di nuovo anche perché gli indici dopo un pò di su e giù sono nuovamente sui livelli di una settimana fà. Eravamo abituati a sedute con movimenti superiori all'1% - adesso dobbiamo accontentarci di spostamenti di pochi punti. Restiamo in attesa di una correzione provocata da ipercomperato ed eccesso di rialzo ed ottimismo - al momento però il mercato sembra voglia semplicemente consolidare.
Stamattina presto il future sull'S&P500 é sceso fino a 3765 punti. Adesso é risalito a 3775 punti (-16 punti). Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 3621 punti (-20 punti). Le borse europee apriranno con un calo del -0.5%/-0.6%. Vedremo se come al solita stamattina cercheranno di tornare in pari o se invece i ribassisti proveranno a prendere l'iniziativa. Molto probabilmente dovremmo aspettare nel pomeriggio il ritorno degli operatori americani per capire se é giunto il momento delle prese di beneficio o se invece abbiamo a che fare con un semplice ritracciamento di nessuna importanza.
Dall'Asia non giungono segnali particolari - il Nikkei ha perso il -0.62% - Shanghai é in pari.
Sembra consolidamento, non distribuzione
Abbiamo avuto un'altra seduta senza direzione che si é conclusa sia in Europa (Eurostoxx50 +0.12% a 3616 punti) che in America (S&P500 +0.23% a 3809.84 punti) senza sostanziali variazioni. Noi pensavamo che questa settimana dovesse iniziare una correzione - normalmente correzione significa ribasso. In questo caso si trattava di assorbire dell'ipercomperato a corto e medio termine e dell'eccesso di rialzo - inoltre doveva sparire almeno parte dell'euforia. Questa fase all'interno di un bull market può anche risolversi con un consolidamento ad alto livello - ci sono prese di beneficio sui settori che hanno corso troppo ma gli investitori non abbandonano la borsa - investono semplicemente in altri settori che sembrano rimasti indietro o ancora a prezzi interessanti - avviene quella che chiamiamo rotazione tra settori. È difficile distinguere tra consolidamento, che presuppone una successiva continuazione del rialzo, da distribuzione, che precede la correzione vera e propria con una discesa degli indici. In caso di incertezza bisogna partire dal principio che riapparirà il trend dominante e che quindi dopo la pausa le borse ricominceranno a salire. Al momento non vediamo segni di distribuzione come un calo dei Summation Index o un aumento dei nuovi minimi (NL). Non ci sono sedute con chiusura sui minimi giornalieri e con volumi in aumento. Non ci sono settori particolarmente deboli in grado di trascinare la borsa verso il basso. Se nei prossimi giorni non cambia qualcosa temiamo che il rialzo debba riprendere senza una sana e sostanziale correzione delle borse.
In Europa abbiamo avuto la terza seduta consecutiva di pausa e di marcia sul posto degli indici azionari. L'Eurostoxx50 ha aperto a 3615 punti, é oscillato a caso tra i 3599 ed i 3624 punti e ha chiuso sul livello d'apertura a 3616 punti con un insignificante guadagno di 4 punti. Dopo giorni di rialzi i tassi d'interesse di mercato sull'EUR sono scesi e questo ha obbligato, secondo logica, le azioni delle banche a scendere (SX7E -0.83% a 77.78 punti). In generale non vediamo movimenti significativi e abbiamo l'impressione che dopo il party di novembre e dicembre gli investitori siano a corto di idee. Anche sul DAX (+0.11% a 13939 punti) e sul FTSE MIB (+0.43% a 22743 punti) non succede nulla di importante. Gli indici azionari sono praticamente sugli stessi livelli di una settimana fà.
L'S&P500 (+0.23% a 3809.84 punti) ha guadagnato 8 punti grazie alla buona performance di qualche titolo tecnologico (Nasdaq100 +0.63% a 12973 punti). A confermare la rotazione tra settori ci ha pensato il Russell2000 che dopo il nuovo record di martedì ieri é sceso (-0.75%). Gli speculatori sono ancora a caccia di nuove "vittime" - ieri la notizia che Intel cambia il CEO ha provocato un balzo del +6.97% dell'azione. L'S&P500 ha aperto a 3805 punti. All'inizio é sceso a 3791 punti ma poi é risalito ad ondate fino a 3821 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni é ridisceso a 3809 punti chiudendo poco sopra il livello d'apertura. Sul grafico appare un'altra piccola candela con un minuscolo corpo nel mezzo - un chiaro segno di equilibrio ed indecisione.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3299 su 4112, NH/NL a 927 su 128 e volume relativo a 0.95 (1.5 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 22.21 punti (-1.12), il CBOE Equity put/call ratio era nuovamente molto basso a 0.32 e il Fear&Greed Index é lievitato a 70 punti (+1). I Summation Index sono leggermente saliti.
Insomma - il mercato assorbe lentamente gli eccessi - gli investitori restano molto ottimisti. Una discesa degli indici nell'ambito della correzione resta ancora lo scenario più probabile. L'alternativa di una pausa di consolidamento di parecchi giorni é però la variante che in questo momento, dopo tre sedute di pausa, aumenta di probabilità.
Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 3809 punti (+5 punti) - anche oggi sembra che le borse staranno tranquille. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 3630 punti - le borse europee apriranno in leggero guadagno (+0.3%). Gli investitori sono stufi di sentir parlare di Donald Trump e della pandemia di Covid19. Ci vuole qualcosa d'altro per muovere le borse. Si vocifera che Joe Biden intenda lanciare un nuovo programma di investimenti e incentivi fiscali da 2000 Mia di USD. Questa notizia potrebbe bastare per far lievitare le borse - nel passato i mercati hanno reagito sempre in maniera positiva a queste piogge di denaro anche se ci vogliono sempre più soldi per provocare delle reazioni sempre di minore portata.
Calma piatta
Ieri é stata una giornata tranquilla al termine della quale gli indici azionari europei (Eurostoxx50 -0.23% a 3612 punti) e americani (S&P500 +0.04% a 3801.19 punti) hanno generalmente chiuso senza sostanziali variazioni. Le sedute iniziano da giorni con un timido tentativo di rialzo al quale segue una spinta di ribasso. I due movimenti finiscono però rapidamente e al termine della giornata gli indici si ritrovano sul livello d'apertura lasciando sui grafici delle piccole candele con un misero corpo. Queste sedute non danno segnali particolari e non muovono gli indicatori in maniera significativa - la situazione tecnica non cambia anche se l'ipercomperato, grazie alla pausa, viene lentamente riassorbito.
Vi domanderete dove sono spariti gli speculatori che movimentavano la scena negli scorsi mesi. Ci sono sempre e sono ancora parecchio attivi come mostra il CBOE Equity put/call ratio a 0.34. C'é una nuovo moda - non si giocano più i titoli del Nasdaq100 (-0.08% a 12892 punti) e delle tecnologie distruttive ma si comprano i titoli legati al tema dell'inflazione come quelli delle materie prime e dell'energia (USA - ETF Energy +3.49%) - naturalmente i titoli speculativi non sono quelli delle multinazionali del petrolio ma di quella miriade di piccole imprese concentrate nel Russell2000 che ieri sera ha toccato un nuovo record storico (+1.77% a 2128 punti) - vedremo fino a quando durerà questa ulteriore pazzia - non molto considerando che a marzo dell'anno scorso l'indice era poco sopra i 1000 punti.
La seduta di ieri in Europa é stata una copia di quella di lunedì. L'unica differenza é che la perdita a fine giornata era inferiore e i volumi di titoli trattati sono aumentati. La situazione tecnica é invariata. Restiamo dell'opinione che il mercato dovrebbe correggere ma non abbiamo ancora abbastanza argomenti per confermare questa tesi.
L'SMI svizzero (+0.04% a 10875 punti) ha ancora guadagnato qualche punto é ha praticamente raggiunto l'obiettivo a 10900 punti.
L'S&P500 ha aperto a 3802 punti. È salito a 3810 punti e poi é caduto alle 18.15 sul minimo giornaliero a 3776 punti. Poi l'indice ha recuperato fino alla chiusura a 3801.19 punti (+0.04%). Malgrado il range di 34 punti é stata una seduta poco spettacolare. La caduta nella prima parte delle giornata ha fatto scendere l'indice 13 punti sotto il minimo di lunedì ma questo é tutto quello che sono riusciti a fare i ribassisti - poco. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5351 su 2041, NH/NL a 1294 su 183 e volume relativo a 1.0 (1.5 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 23.33 punti (-0.73) e il Fear&Greed Index é salito a 69 punti (+4) - nulla di sorprendente. I Summation Index sono leggermente saliti.
Constatiamo che finora l'ipercomperato viene riassorbito con un semplice consolidamente. Non significa ancora che il mercato non deve correggere - avremmo però preferito vedere maggiore pressione di vendita. Fino a quando il volo del Russell2000 continua e gli speculatori long non demordono é improbabile che la borsa americana nel suo complesso possa correggere sostanzialmente.
Il future sull'S&P500 é a 3800 punti (+5 punti) - questo fornisce l'impostazione della giornata che si presenta nuovamente tranquilla a con pochi movimenti. Il Nikkei sale del +1.04% - Shanghai é in calo del -0.3%. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3612 punti. Le borse europee apriranno invariate. Forse gli investitori nel futuro si occuperanno maggiormente di economia e meno di politica e pandemia. In questo caso l'agenda economia odierna offre un menù interessante - alle 10.00 parlerà Christine Lagarde e nel corso della giornata verranno pubblicati parecchi dati rigurdanti produzione industriale, inflazione e riserve petrolifere.
Seduta negativa senza un significato particolare
La settimana é iniziata in sordina. Gli indici azionari hanno perso qualche punto ma se tralasciamo i big della tecnologia americana (Nasdaq100 -1.55% a 12902 punti) non é successo nulla di speciale - in ogni caso niente che potrebbe far presagire l'inizio di una sostanziale correzione. Gli indici azionari, sia in Europa (Eurostoxx50 -0.67% a 3620 punti) che in America (S&P500 -0.66% a 3799.61 punti), hanno aperto in calo, sono oscillati durante la giornata in pochi punti e hanno chiuso con moderate perdite, poco lontani dai livelli d'apertura e verso il centro del range giornaliero. In poche parole non é apparsa una particolare pressione di vendita - i volumi di titoli trattati erano in calo. Questa seduta può essere una normale seduta negativa all'interno di un rialzo intatto o l'atteso inizio della correzione - semplicemente é troppo presto per dirlo e gli indicatori non ci forniscono dei validi elementi d'analisi.
Sui grafici delle borse europee appaiono solo delle piccole candele rosse. La seduta é stata negativa poiché gli indici hanno perso terreno - durante la giornata però rialzisti e ribassisti si sono equivalsi e per ora dobbiamo classificare la giornata come un semplice consolidamento che permette di assorbire dell'ipercomperato e calmare un pò l'eccitazione degli speculatori al rialzo. L'Eurostoxx50 (-0.67%) ha chiuso poco sotto il livello d'apertura, al centro del range giornaliero e con una perdita di 23 punti che compensa semplicemente il guadagno di venerdì. Gli altri indici (DAX -0.80% a 13936 punti, FTSE MIB -0.32% a 22722 punti) lo hanno imitato. Solo la borsa svizzera si é mossa fuori dal plotone. L'SMI (+0.67% a 10870 punti) ha guadagnato ancora 72 punti, ha fatto segnare un nuovo massimo di periodo e si é avvicinato all'obiettivo teorico a 10900 punti segnalato alcuni giorni fà. Le borse europee in generale sono scese - il movimento positivo del mercato svizzero suggerisce che non c'é ancora un problema e che probabilmente il calo dell'Eurostoxx50 e colleghi é casuale. In Svizzera sono stati i titoli farmaceutici (Roche +3.70%) a fare la differenza.
Anche la seduta a Wall Street é stata senza storia. L'S&P500 ha aperto a 3797 punti e ha chiuso a 3799.61 punti (-0.66%). Si é mosso tra i 3789 ed i 3818 punti nel range di venerdì. DJTransportation (-0.05%) e Russell2000/RUT (-0.03%) hanno marciato sul posto. Ci sono state delle vendite sopratutto sui grandi nomi della tecnologia. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3000 su 4393, NH/NL a 756 (forte calo!) su 210 e volume relativo a 0.95 (1.45 sul Nasdaq). La volatilità VIX é balzata a 24.08 punti (+2.52), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.41 mentre il Fear&Greed Index é caduto a 65 punti (-6). La reazione dei dati sul sentiment é sproporzionata - sembra che gli investitori cambino subito umore e si innervosiscano appena c'é un accenno di ribasso.
Il Summation Index sul NYSE é salito - quello sul Nasdaq é sceso. Anche qui - segnali misti.
Insomma - c'é poco da dire su questa seduta negativa. Per ora vediamo solo delle prese di beneficio sui titoli più speculativi ma nessuna particolare pressione di vendita. Il cambio EUR/USD é sceso a 1.2150 e il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.15. Divise e tassi d'interesse si muovono come previsto - le conseguenze sulle borse sono modeste.
Stamattina il future sull'S&P500 é a 3798 punti (+6 punti). I mercati sono tranquilli e poco mossi.
Il Nikkei é fermo (+0.09%) - Shanghai sta guadagnando il +2.1%. L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 3625 punti - le borse europee apriranno con leggeri guadagni (+0.2%). Le borse sono in attesa di nuovi stimoli - fino a quando Joe Biden non prenderà il potere negli Stati Uniti il 20 gennaio é difficile che ci sia qualcosa di nuovo in grado di scuotere i mercati. Ormai della pandemia di Coronavirus se n'é parlato fin troppo - siamo però sorpresi dell'ottimismo dei mercati - malgrado i vaccini si vorrà parecchio tempo prima di tornare alla normalità e nel frattempo i danni arrecati ad economia e società sono profondi.
L'ipotesi dell'esplosione non é nuova
Durante il fine settimana ci sono arrivate alcune richieste di chiarimenti riguardanti l'ipotesi dell'accelerazione finale di tipo esaustivo. È bastato nel commento del fine settimana citare un possibile obiettivo a 3400-3500 punti di S&P500 per provocare una reazione tra i nostri abbonati. Questa teoria non é nuova - ne avevamo già parlato un anno fà ma poi il Covid 19 aveva eliminato le premesse per questo movimento. Tutte le bolle speculative finiscono in questa maniera e purtroppo tutte le bolle speculative non terminano con un assestamento ad alto livello ma con uno scoppio. Nelle scorse settimane parecchi analisti hanno ripreso questo tema e noi abbiamo semplicemente analizzato la possibilità che questo scenario sia realizzabile e provato ad inserirlo nei nostri modelli ciclici. Possiamo confermare che il comportamento degli investitori negli ultimi mesi presenta quell'irrazionalità e eccitazione necessaria per un'esplosione di questo tipo. Molto probabilmente siamo già a metà di questo percorso. Questo però non é il nostro scenario favorito per il 2021 e in ogni caso bisogna osservare come si sviluppa l'imminente correzione prima di poter prendere una decisione. Tra novembre, dicembre e la prima settimana di gennaio hanno giocato i rialzisti - ora i ribassisti avranno la possibilità di mostrare le loro forze ed intenzioni. Se non riusciranno a provocare una sostanziale correzione é probabile che alla fine la spunteranno i rialzisti che partiranno per l'assalto finale.
Durante il fine settimana nei media hanno ancora primeggiato Donald Trump (e l'assalto al Campidoglio) e la pandemia. Sui mercati osserviamo alcuni movimenti interessanti. Il Bitcoin, dopo l'accelerazione delle scorse settimane che aveva fatto salire le quotazioni venerdì sui 42000 USDD crolla stamattina a 33000 USD - una dimostrazione che quando un rally é troppo esteso e speculativo può esserci una correzione pesante, veloce e dolorosa. Il cambio EUR/USD scende a 1.2190. Il future sull'S&P500 é a 3795 punti (-21 punti) - sembra diventare una tradizione che la prima seduta della settimana é diversa dalla conclusione della precedente. L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 3628 punti - le borse europee apriranno con una perdita del -0.5%. Questo debole inizio di seduta non significa ancora niente. Sarà importante osservare se le vendite si intensificano o se la debole apertura verrà subito comperata.
La borsa giapponese é chiusa - Shanghai é in calo del -1%.
Correzione impercettibile ed esplosione o correzione profonda ed ultimo modesto tentativo di rialzo?
Ci aspettavamo che il rialzo di novembre e dicembre proseguisse anche all'inizio del 2021. La spinta doveva però esaurirsi nel corso della settimana e l'S&P500 doveva fermarsi sui 3750 punti o salire al massimo ancora un +1% (significa un target a 3793 punti). In effetti l'S&P500 ha toccato venerdì un nuovo record storico a 3826.69 punti e ha chiuso poco più in basso a 3824.68 punti (+0.55%). Il fatto che l'indice sia salito fino a venerdì non é un problema - dopo la caduta di lunedì avevamo subito detto che il massimo segnalato dagli oscillatori sarebbe slittato di qualche giorno. Questo non mette in discussione la nostra previsione di un massimo significativo al quale deve seguire una correzione. Il problema é che l'indice é salito decisamente di più di quanto ci eravamo aspettati con una buona partecipazione e rotazione tra settori. È evidente che la speculazione non accenna a diminuire - anzi sta diventando più aggressiva più i traders hanno successo con la loro strategia long sul mercato delle opzioni. Abbiamo assistito ad un'accelerazione del Russell2000 (performance settimanale +5.75%!) e di alcuni titoli sui quali si accanisce la fantasia degli investitori retail come Tesla (venerdì +7.84%). A questo punto sorge il dubbio che la borsa stia preparando l'esplosione finale di questo lungo bull market.
Questo significa che la correzione che deve iniziare settimana prossima sarà debole e modesta - potrebbe limitarsi ad un consolidamento di una decina di giorni dell'S&P500 sui 3750-3800 punti. A questo potrebbe seguire un'accelerazione finale di tipo esaustivo con un target sui 4400-4500 punti per marzo-aprile. Da un punto di vista fondamentale questa variante é assurda ma trova la sua giusticicazione nella storia - ogni bull market é finito con valutazioni stratosferiche e speculazione rampante. Il comportamento degli investitori negli ultimi due mesi sembra suggerire che il party possa finire in questa maniera. La premessa - ripetiamo - é che la prossima correzione sia insoddisfacente - l'ipercomperato deve diminuire di poco (le RSI resteranno sopra i 50 punti, gli indici non scenderanno fino alle MM 50 giorni e gli investitori resteranno ottimisti / discesa del Fear&Greed Index sui 50 punti). L'alternativa é che ora c'é una normale correzione intermedia con una discesa dell'S&P500 sui 3500-3600 punti. In questo caso dopo ci sarà unicamente un ultimo tentativo di rialzo e l'S&P500 toccherà a marzo aprile "solo" un nuovo massimo storico marginale.
Insomma - siamo curiosi di vedere come inizia la nuova settimana e come si svilupperà la correzione.
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +2.60% a 3645 punti
SX7E (banche) +5.10% a 78.20 punti
DAX +2.41% a 14049 punti
SMI +0.88% a 10798 punti
FTSE MIB +2.52% a 22794 punti
S&P500 +1.83% a 3824.68 punti
Nasdaq100 +1.68% a 13105 punti
Joe Biden entrerà in carica il 20 gennaio. Il partito democratico, dopo le elezioni in Georgia, ha ora la maggioranza sia nella Camera dei Rappresentati che al Senato. Il nuovo Presidente ha già annunciato l'intenzione di fissare un programma di investimenti trillionario per rilanciare la crescita economica - é riemerso il progetto di versare 2000 USD a ogni cittadino per sostituire le perdite create dalla pandemia e sostenere i consumi. La borsa é come al solito entusiasta al pensiero di questa pioggia di denaro. C'é solo una preoccupazione legata al rifinanziamento del debito come mostrano i tassi d'interesse in aumento (reddito sull'USTBond decennale a 1.13%!). L'aumento dei prezzi delle materie prime e acquisti nel settore industriale mostrano che gli investitori credono al successo di questa politica.
La settimana si é conclusa con una seduta di rialzo che ha permesso sia alle borse europee (Eurostoxx50 +0.62% a 3645 punti) che a quella americana (S&P500 +0.55% a 3824.68 punti) di toccare dei nuovi massimi. Questo é un segnale indiscutibile che la tendenza é al rialzo. Per ora non abbiamo segnali di vendita o d'inversione di tendenza. Gli indici sono però nuovamente ipercomperati e in eccesso di rialzo. Secondo gli oscillatori venerdì le borse dovrebbero trovarsi su un massimo ciclico. Le statistiche favoriscono dopo il rally di inizio anno l'inizio di una correzione. Da ultimo durante la settimana gli investitori sono ridiventati molto ottimisti (il Fear&Greed Index é passato in una settimana da 51 a 71 punti) e speculativamente orientati al rialzo. Normalmente a questo punto, malgrado che la spinta di rialzo sia possente, dovrebbe esserci per lo meno una pausa di consolidamento e un ritracciamento.
Sulla seduta in Europa c'é poco da dire. La dipendenza dall'America é palese - si può quasi parlare di vassallaggio. Gli indici hanno aperto con un balzo e poi si sono fermati. Hanno chiuso sotto il livello d'apertura (candele rosse sui grafici) e con modesti guadagni. La buona seduta a Wall Street ha influito sulle borse europee solo nel dopo borsa. L'Eurostoxx50 alle 22.00 valeva 3655 punti contro la chiusura ufficiale a 3645 punti (+0.62%).
L'S&P500 ha aperto su un nuovo record storico a 3823 punti. Poi la seduta ha avuto uno svolgimento irregolare con una discesa a 3802 punti, un recupero a 3814 punti seguito da una lunga pausa, un'improvviso vuoto d'aria fino a 3783 punti e un rally finale a 3826 punti. L'indice ha chiuso a 3824.68 punti - vicino al massimo e con un solido guadagno di 21 punti. Come giovedì é stata nuovamente la tecnologia a trascinare il listino (Nasdaq100 +1.28%) mentre il Russell2000 ha dato segni di stanchezza (-0.25%). La debolezza del settore delle PMI ha influito sui dati della giornata che non sono brillanti (A/D a 3800 su 3558, NH/NL a 1146 su 145 e volume relativo a 1.0). La volatilità VIX é scesa a 21.56 punti (-0.81), il CBOE Equity put/call ratio é salito a 0.44 e il Fear&Greed Index é balzato a 71 punti (+5 punti) - nel complesso i dati sul sentiment mostrano investitori pericolosamente euforici.
I Summation Index sono saliti ma di poco.
La tendenza di fondo della borsa americana é saldamente al rialzo con l'86.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 78.68 punti.
Durante la settimana abbiamo notato un deciso aumento dei tassi d'interesse di mercato specialmente sull'USD. Sapete che all'inizio un aumento é un segnale positivo poiché mostra che gli investitori credono alla crescita economica - superati determinati valori l'incremento dei tassi d'interesse diventa però veleno poiché fà temere un cambiamento della politica monetaria e permette al mercato a reddito fisso di fare nuovamente concorrenza alle azioni. Vedremo dove si trova la soglia del dolore - secondo noi é circa a 1.5% (USTB decennale).
Il cambio EUR/USD é ridisceso a 1.2220 dopo un picco a 1.2349 - restiamo dell'opinione che la correzione delle borse deve essere correlata ad un calo del cambio - abbiamo venduto (shortato) EUR sopra gli 1.22.
Ma siete tutti matti...- é tutta gente senza know-how
Ieri sera alle 17.00 quando l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico a 3810 punti ho esclamato - ma questi sono tutti matti! Premetto che se qualcuno compra l'S&P500 a 3800 punti e per fine anno questo si trova a 4000 punti significa che la decisione era giusta - il prezzo é il fattore decisivo. Mi piacerebbe però sapere se queste persone hanno fatto alcune riflessioni e si sono chieste come e quanto devono crescere l'economia e gli utili delle imprese per giustificare un valore simile del mercato? A questo riguardo abbiamo alcune cifre - le stime degli analisti per gli utili delle società dell'S&P500 sono a 170 USD per il 2021 e a 200 USD per il 2022. Questo significa che il P/E é superiore a 20 che é storicamente uno dei livelli più alti mai raggiunti dal mercato. Sappiamo però che in questo momento i fondamentali non contano nulla - il rialzo viene alimentato dalla liquidità e dall'ottimismo e di questi per ora ce ne sono in abbondanza.
Noi ci aspettavamo che durante la prima settimana di gennaio le borse salissero spinte dalla liquidità affluita sui conti risparmio che deve essere investita. La statistica e i cicli parlano in favore di questa previsione. Non pensavamo però che dopo il rialzo di novembre e dicembre le borse potessero fare ancora progressi di questa ampiezza.
Ieri le borse europee hanno avuto una seduta moderatamente positiva (Eurostoxx50 +0.31% a 3622 punti). Il rialzo non é stato spettacolare ma sufficiente per permettere agli indici di toccare dei nuovi massimi di periodo o storici (DAX +0.55% a 13968 punti). Ora gli indici sono nuovamente ipercomperati e in eccesso di rialzo - stanno spingendo verso l'alto i bordi superiori delle BB e in parte si trovano sopra questo livello. Da una parte questo significa che la spinta di rialzo é possente - dall'altra sappiamo che il movimento é molto esteso e a rischio di correzione. Il cambio EUR/USD é ridisceso a 1.2260 e non riesce più a fare progressi - come sapete ci aspettavamo che i due mercati (borsa e divise) toccassero assieme un massimo significativo e cominciassero a correggere. Oggi, nell'ultima seduta della settimana, dovremmo avere un'ultima seduta positiva - almeno questa é l'abitudine al termine di una settimana di rialzi. Poi vedremo se l'euforia lascerà lo spazio alla razionalità.
In America ci aspettavamo una seduta di pausa. Invece c'é stata ancora una seduta di rialzo alla quale stavolta ha partecipato anche la tecnologia (Nasdaq100 +2.50% a 12939 punti e nuovo massimo storico marginale). Lo scenario giocato dalle borse ci sembra inverosimile (forte crescita dell'economia, aumento dei prezzi delle materie prime, inflazione, aumento dei redditi delle obbligazioni (USTBond decennale a 1.08%) ma non possiamo che prenderne nota.
L'S&P500 ha aperto in positivo a 3776 punti e dopo una pausa é salito fino alle 17.00 quando ha raggiunto i 3810 punti. Poi fino alla chiusura non é successo più nulla di importante. L'S&P500 é oscillato in laterale tra i 3796 ed i 3810 punti, ha toccato un nuovo massimo storico a 3811.55 punti e ha chiuso a 3803.79 punti (+1.48%). L'azione di Tesla ha ancora guadagnato il +7.94% rendendo il suo CEO e maggiore azionista Elon Musk l'uomo più ricco del mondo. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5314 su 2086, NH/NL a 1483 su 125 e volume relativo a 1.0 (1.5 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 22.37 punti (-2.70), il CBOE Equity put/call ratio resta molto basso a 0.38 e il Fear&Greed Index é balzato a 66 punti (+7) - l'ottimismo degli investitori torna a sfiorare i livelli di guardia. I Summation Index sono leggermente saliti.
Ritroviamo una ben conosciuta costellazione tecnica - c'é ipercomperato ed eccesso di rialzo - c'é troppo ottimismo e molta speculazione - non ci sono ancora segnali di vendita o forti divergenze malgrado che secondo i cicli, le statistiche e gli oscillatori oggi le borse dovrebbero trovarsi su un massimo significativo.
Stamattina la musica non cambia. Il future sull'S&P500 é a 3814 punti (+18 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.35 vale 3651 punti (+29 punti, +0.8%). Il Nikkei ha guadagnato il +2.17% - Shanghai é in calo del -0.2%. Oggi sono attesi numerosi dati economici - dovrebbero mostrare che la ripresa congiunturale é in stallo e che la disoccupazione ricomincia ad aumentare - ma questi numeri rappresentano il passato mentre la borsa guarda ad un futuro radioso...
Giornata caotica negli Stati Uniti - nuovi record storici su DAX e S&P500
Le borse hanno reagito positivamente alla notizia che i democratici hanno conquistato i due seggi al Senato della Georgia. In questa maniera Joe Biden potrà concretizzare la sua agenda politica con riforme legislative che potranno facilmente essere approvate dal Congresso. Gli investitori si aspettano ulteriori misure fiscali che dovrebbero favorire le piccole e medie imprese (PMI) - questo spiega il rally del Russell2000 (+3.98%). Invece molti prevedono difficoltà per i big della tecnologia (Nasdaq100 -1.40%) verso cui i democratici sono ostili e da tempo vorrebbero spezzare le loro posizioni di monopolio. I disordini a Washington, con i sostenitori di Trump che per protesta hanno invaso il Parlamento, hanno provocato sul finale di sedute un'ondata di vendite che ha fatto calare gli indici azionari di quasi l'1% dal massimo. Tecnicamente c'é una situazione simile a quella di lunedì dove un key reversal day é stato messo in dubbio dalla chiusura decisamente sopra i minimi giornalieri. Ieri la chiusura lontano dal massimo ha offuscato il rialzo e il nuovo record storico dell'S&P500 (+0.57% a 3748.14 punti) a 3783.04 punti. In linea di massima é stata però una seduta prevalentemente positiva che si inserisce perfettamente nel nostro scenario di un massimo significativo verso la fine di questa settimana. L'unico problema é che gli indici stanno salendo più di quanto ci eravamo aspettati e i nuovi massimi storici di DAX (+1.76% a 13892 punti) e S&P500 (+0.57% a 3748.14 punti) lasciano aperta la strada verso l'alto almeno fino a quando non ci saranno chiari segni di esaurimento.
I mercati finanziari europei si sono fatti contagiare dall'America e dal generale ottimismo che regna sui mercati. Le borse hanno reagito con un rally di dimensioni inattese alle notizie provenienti dalla Georgia e al lievitare dei futures americani. L'Eurostoxx50 (+1.78% a 3611 punti) ha chiuso con un guadagno di 71 punti e su un nuovo massimo di periodo. Il DAX tedesco (+1.76% a 13892 punti) ha addirittura toccato un nuovo record storico a 13919 punti malgrado che molti analisti prevedano la fine del predominio tedesco sul mercato dell'automobile. Non sappiamo se questo mette in discussione lo scenario di una correzione a partire dalla prima decade di gennaio - ci aspettavamo una salita moderata fino a giovedì o venerdì e non un balzo di queste dimensioni con buona partecipazione e forti volumi. Abbiamo a che fare con reazioni evidentemente speculative e di irrazionale euforia come il balzo dell'indice delle banche SX7E (+5.56% a 77.69 punti) galvanizzato dalle buone prospettive economiche e da un aumento dei tassi d'interesse di mercato.
L'Europa tira anche un sospiro di sollievo ora che le trattative sulla Brexit sono giunte a lieto fine - da giorni la borsa di Londra (FTSE 100 +3.47%) festeggia con un rally l'accordo.
Le borse sembrano però aver scontato tutte le notizie positive e il tradizionale rialzo di inizio anno dovrebbe giungere alla fine. Gli indici sono generalmente ipercomperati a corto e medio termine.
L'S&P500 ha aperto in calo a 3710 punti. Questo però é stato il minimo giornaliero. I rialzisti hanno subito preso il controllo delle operazione e l'S&P500 é salito in maniera regolare fino alle 20.15 quando ha toccato il nuovo record storico a 3783 punti. I disordini a Washington hanno in seguito provocato delle vendite e l'indice é sceso a balzi irregolari fino a 3748.14 punti (+0.57%). Come anticipato il mercato é stato scosso da correnti contrapposte con i forti guadagni del Russell2000 (+3.98%) e le perdite della tecnologia Nasdaq100 -1.40%). Notiamo che l'aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBonds decennale a 1.04%) ha provocato un forte rialzo del settore bancario (BLX +6.82%) - vedremo fino a quando l'aumento del costo del denaro verrà accolto in maniera positiva dai mercati.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4962 su 2456, NH/NL a 1679 (buono grazie all'impennata dei Russell) su 176 e volume relativo a 1.3 (1.6 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 25.07 punti (-0.27), il CBOE Equity put/call ratio é nuovamente molto basso a 0.39 e il Fear&Greed Index é salito a 59 punti (+6 punti). I Summation Index sono leggermente saliti. Dati e indicatori non mostrano debolezze e non sembra che il rialzo debba fermarsi - solo l'aspetto ciclico e stagionale favorisce l'inizio di una correzione a partire dalla fine di questa settimana.
Stamattina il future sull'S&P500 sale a 3767 punti (+27 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.25 vale 3634 punti (+25 punti, ca. +0.7%). Sembra che anche oggi avremo una seduta di moderato rialzo. Se le borse si avvicinano ad un massimo significativo oggi dovrebbero tentennare e non dovrebbero più riuscire a fare sostanziali progressi.
Per la cronaca le borse asiatiche salgono (Nikkei +1.6%, Shanghai +0.7%). Questa generale euforia mentre noi siamo ancora bloccati a casa dalla pandemia e dai lockdown decretati dai vari governi europei é una stridente contraddizione.
Un giorno giù e un giorno su - per l'analisi tecnica una situazione di patta
Le borse europee seguono l'America. Ieri mattina hanno scontato il calo a New York di lunedì e sono scese. Nel pomeriggio, copiando quanto stava succedendo a Wall Street, hanno recuperato ma questo non é bastato per salvare la giornata. L'Eurostoxx50 ha chiuso a 3547 punti (-0.46%) con una moderata perdita di 16 punti che compensa il guadagno del giorno precedente. Le borse europee sono in stallo e non riescono più a fare sostanziali progressi. Malgrado il calo di momentum non danno ancora l'impressione di voler correggere. Gli indicatori sono misti e non danno nessun segnale particolare.
Dopo il capitombolo di lunedì ieri a New York c'é stata una seduta positiva e in trading range. Noi questa settimana ci aspettavamo ancora una reazione positiva e una distribuzione sui 3700-3725 punti. L'S&P500 ha soddisfatto le nostre attese con una chiusura a 3726.86 punti (+0.71%). Il guadagno di 26 punti compensa solo parte della perdita di 56 punti del giorno precedente. Per quel che riguarda la partecipazione però la prestazione é stata convincente - il balzo del Russell2000 (+1.71%) ha irrobustito strutturalmente il mercato nel suo complesso.
L'S&P500 ha aperto a 3704 punti e dopo una breve salita a 3719 punti é sceso sul minimo a 3695 punti. Il temuto secondo attacco dei ribassisti non si é verificato. L'indice é poi salito abbastanza regolarmente fino al massimo a 3737 punti. Dopo le 20.00 il mercato é oscillato senza direzione e l'S&P500 ha chiuso a 3726.86 punti (+0.71%). La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5604 su 1804 (speculare e molto meglio rispetto a lunedi), NH/NL a 699 (come lunedì!) su 279 e volume relativo a 1.0 (1.5 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 25.34 punti (-1.63), il CBOE Equity put/call ratio é stabile a 0.45 e il Fear&Gred Index é a 53 punti (+1). I Summation Index sono ancora leggermente scesi.
Questa seduta positiva ci mostra che il mercato non é ancora pronto per scendere e deve probabilmente distribuire ancora qualche giorno.
Stamattina i mercati sono tranquilli e poco mossi. Il Nikkei perde il -0.38% - Shanghai sta salendo del +0.6%. Il future sull'S&P500 alle 07.30 era a 3707 punti - ora (08.30) e a 3717 punti (-1 punto). L'Eurostoxx50 vale 3577 punti - le borse europee apriranno con un balzo del +0.8%. Stamattina non andranno più in alto. Poi vedremo come la borsa americana reagirà all'esito dell'elezione al Senato dei rappresentanti per la Georgia.
Buona Epifania!
Key reversal day - fine del rialzo
L'incertezza che circonda l'esito dell'elezione dei rappresentanti al Senato americano per la Georgia ha secondo i media scatenato un'ondata di vendite in borsa che ha fatto precipitare l'S&P500 (-1.48% a 3700.65 punti) di più di 100 punti in poche ore. Ovviamente questa é solo una scusa - da giorni esistevano le premesse tecniche per questa caduta che costituisce una benefica purificazione di un eccesso di rialzo e di speculazione. Formalmente si é trattato molto probabilmente di un key reversal day. L'S&P500 ha aperto su un nuovo massimo storico a 3769.99 punti, é sceso fino a metà seduta a 3662 punti ed ha in seguito recuperato ad ondate fino ai 3700 punti. Abbiamo quindi tre delle quattro componenti che costituiscono il key reversal day - apertura in positivo, pesante perdita finale e volumi di titoli trattati in forte aumento e sopra la media (volume relativo a 1.1). Manca la chiusura sul minimo giornaliero - in effetti l'indice ha chiuso 38 punti sopra il minimo - sono tanti e mostrano che i rialzisti hanno ancora voce in capitolo.
Secondo noi questa seduta segna la fine del rialzo di novembre e dicembre - pensavamo che questa settimana potesse essere ancora moderatamente positiva - secondo gli oscillatori la borsa americana doveva toccare un massimo a metà settimana. Gli avvenimenti politici hanno anticipato il termine di un paio di giorni. Considerando l'andamento di questa seduta non pensiamo che debba esserci un'immediato calo di parecchi punti in percentuale. Probabilmente ci saranno alcuni giorni di distribuzione sui 3700-3725 punti prima che la correzione possa svilupparsi. Per il momento lo scenario più probabile é una correzione di una decina di giorni che faccia ridiscendere l'S&P500 sulla MM a 50 giorni attualmente a 3600 punti.
Le borse europee come d'abitudine hanno seguito a distanza l'America. Gli indici sono saliti la mattina e sono scivolati verso il basso nel pomeriggio con un'accelerazione in serata. Hanno chiuso in maniera omogenea con moderati guadagni. L'Eurostoxx50 é salito fino a 3609 punti e alle 15.00 era ancora a 3602 punti. Infine é caduto a 3564 punti (+0.33%) salvando un magro bottino di 11 punti. L'indice non si allontana di molto dai 3650 punti. Le borse europee hanno reagito in maniera abbastanza compassata alla caduta a New York. Evidentemente le borse europee non possono ignorare una correzione della borsa americana ma sembrano in grado di non lasciarsi coinvolgere eccessivamente.
L'S&P500 ha aperto su un nuovo massimo storico a 3770 punti e questo é un evidente segnale positivo che finora non abbiamo sottolineato - la tendenza é ancora al rialzo malgrado i segnali di top e correzione. Il calo fino ai 3662 punti di minimo é stato dinamico e costante - é emersa una pressione di vendita che non si vedeva da mesi e ha fatto aumentare di parecchio il numero di nuovi minimi a 30 giorni (NL a 648). Inoltre c'é stato un forte aumento della volatilità VIX (26.97 punti, +4.22) come se gli investitori reagissero immediatamente al minimo segno di cedimento. La seduta al NYSE é stata negativa (ma non pessima) con A/D a 2629 su 4782, NH/NL a 701 su 648 e volume relativo a 1.1. La CBOE Equity put/call ratio é scesa a 0.47 (gli speculatori sembrano aver preso il vuoto d'aria come un'occasione d'acquisto) mentre il Fear&Greed Index é stabile a 52 punti (+ punto). I Summation Index sono nuovamente scesi.
Non si può subito vendere sulla base di un segnle parziale e non confermato e dopo solo una seduta negativa - potrebbe anche essere stato solo un'incidente di percorso. L'impressione é però che la festa di fine 2020 é finita.
Stamattina il future sull'S&P500 é a 3697 punti (+5 punti). Le borse asiatiche ignorano il tonfo a Wall Street (Nikkei -0.37%, Shanghai +0.7%). L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 3661 punti. Le borse europee apriranno in leggero calo (-0.1%) - non si lasciano influenzare molto dal calo dell'S&P500 e preferiscono focalizzarsi sul recupero nella seconda parte delle seduta e sul segnale positivo fornito stamattina dal future. Vedremo se hanno ragione nell'ignorare gli scricchiolii provenienti dall'America.
Effetto liquidità
Il nuovo anno inizia come da copione. La liquidità affluita sui conti risparmio legati alla previdenza sociale deve essere investita e questo provoca un'ulteriore ondata di acquisti. Il future sull'S&P500 sale a 3761 punti (+12 punti). L'effetto dovrebbe durare solo alcuni giorni e se qualcuno deve per una ragione o per un'altra comperare non é il momento giusto. È molto probabile che nei prossimi mesi si presenteranno delle occasioni migliori. Per ora però sono ancora i temi e la tendenza del 2020 a dominare.
Sul fronte politico ed economico non ci sono notizie di rilievo. Le prime pagine dei media sono ancora occupate dal tema pandemia-vaccinazioni mentre negli Stati Uniti si aspettano con trepidazioni i risultati domani dell'elezione dei rappresentanti della Georgia al Senato. È in gioco la maggioranza alla Camera - una vittoria dei democratici permetterebbe a Joe Biden di governare per 2 anni con il sostegno delle due Camere - questo gli permetterebbe di fare approvare parecchi progetti legislativi importanti per dare un'impronta alla sua presidenza.
Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 3580 punti - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.3%. Stamattina gli indici dovrebbero salire ancora qualche punto ma presto si fermeranno. Nel pomeriggio il rialzo potrebbe sgonfiarsi - dipende cosa decideranno di fare gli americani. Malgrado l'affetto liquidità la borsa americana sembra aver corso già tanto - forse troppo.
Più un asset era speculativo e privo di valore intrinseco e meglio ha performato tra novembre e dicembre
Nell'ultima seduta del 2020 l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 3760.20 punti e ha chiuso poco più in basso a 3756.07 punti (+0.64%) con un guadagno di 24 punti. In questa maniera ha completato un'altra settimana positiva che conferma la tendenza di base rialzista della borsa americana (83.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 74.84 punti). Le borse europee settimana scorsa hanno nuovamente sottoperformato ma ricordiamo ancora una volta l'effetto perverso dei cambi. Se calcoliamo tutte le performances nella stessa moneta vedrete che le differenze di base tra Europa e America non sono così grandi - il DAX nel 2020 ha guadagnato il +3.54% - se a questo aggiungiamo la rivalutazione dell'EUR sul USD del +8.89% arriviamo ad un risultato in USD di +12.43%. Fino ai +16.26% dell'S&P500 non manca molto.
Sappiamo che i titoli con i maggiori guadagni provengono spesso dal settore tecnologico. Sono anche dei titoli spinti dalla fantasia e dalla speculazione che non hanno un chiaro valore intrinseco. Se l'avessero ci sarebbe un punto di riferimento che impedirebbe al prezzo dell'azione di salire in maniera incontrollata. Quando invece si comincia a parlare di Intelligenza articiale, tecnologie distruttive o economia di scala tutto sembra possibile - grazie al momentum, all'alta liquidità e alla limitata offerta i prezzi delle azioni salgono in maniera astronomica - molti conoscono l'esempio di Tesla ma chi vuole studiare il fenomeno deve leggere la storia di AKR Invest e seguire i suoi investimenti come lo fanno migliaia di piccoli investitori. L'esponenziale sviluppo di questa società che investe quasi esclusivamente in nuove tecnologie é il segno dei tempi.
Ma torniamo all'analisi tecnica. A dicembre le borse hanno ridotto l'ipercomperato poiché il ritmo di salita del mercato é diminuito rispetto a novembre. Questo ha anche permesso alle MM di salire e riavvicinarsi agli indici - l'eccesso di rialzo é calato allontanandosi da livelli eccessivi e decisamente pericolosi. Anche a livello di sentiment abbiamo osservato un lento ritorno alla calma - gli investitori restano decisamente ottimisti ma non sono più euforici (Fear&Greed Index a 51 punti, +1 punto). Questo significa che a corto termine non c'é più un immediato bisogno di correggere. In teoria il rialzo potrebbe continuare nelle prime settimane del 2021. Ci sono però due aspetti da considerare.
Il primo é il fattore ciclico. Spesso il rally di Natale e di fine d'anno si esaurisce all'inizio dell'anno successivo dopo alcuni di giorni di acquisti provocati dalla liquidità affluita sui conti risparmio (sistemi previdenziali e casse pensioni) e che deve essere investita. Questa spinta dovrebbe esaurirsi nel corso di settimana prossima e poi dovrebbe esserci una prima correzione più o meno importante.
Il secondo aspetto é un evidente deterioramente della partecipazione. I Summation Index sono da giorni in calo - i nuovi massimi degli indici non vengono sostenuti da un buon rapporto A/D - il numero dei nuovi massimi a 30. 90 e 180 giorni é basso e non aumenta (NH a 463). Insomma i titoli che fanno salire gli indici sono pochi e se non si verifica un'ulteriore rotazione tra settori é probabile che presto a tardi I titoli "deboli" prevalgano obbligano gli indici ad una sostanziale correzione. I problema di questo deterioramento a livello di partecipazione é che c'é spesso bisogno abbastanza tempo (settimane) prima che affiori l'effetto negativo.
Riassumendo pensiamo che la borsa americana settimana prossima dovrebbe fermarsi sui 3750 punti di S&P500 - magari sullo slancio potrebbe guadagnare ancora un 1%. Dopo dovrebbe esserci una correzione minore - sia per eliminare gli eccessi sia per rispettare l'aspetto stagionale. Temiamo che per una correzione più importante (-10%/-20%) bisognerà aspettare i mesi di febbraio e marzo. Per esserne sicuri bisognerà vedere come inizia l'anno. Nei primi tre mesi del 2021 non c'é praticamente potenziale di rialzo mentre esiste un rischio di una sostanziale correzione di almeno un -10%.
In questa fase le borse europee potrebbero sovraperformare poiché ci aspettiamo un rafforzamento dell'USD e un indebolimento dell'EUR. Concretamente prevediamo un calo del cambio EUR/USD a 1.19. Come suggerito più volte a dicembre abbiamo venduto EUR sopra gli 1.22.
Le performance settimanali (3 sedute in Europa, 4 sedute in America) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 +0.80% a 3571 punti
SX7E (banche) -1.25% a 74.21 punti
DAX +0.97% a 13718 punti
SMI +2.80% a 10703 punti
FTSE MIB +0.46% a 22233 punti
S&P500 +1.43% a 3756.07 punti
Nasdaq100 +1.39% a 12888 punti
Giovedì 31 dicembre a New York c'é stata una seduta normale mentre buona parte delle piazze finanziarie europee erano già chiuse. Ci aspettavamo una seduta tranquilla e senza sostanziali movimenti. In effetti fino alle 20.00 non é successo nulla di importante. Solo nelle ultime due ore di contrattazioni c'é stata un'ondata finale d'acquisti. L'S&P500 é salito dai 3730 punti fino ai 3760 punti e ha chiuso a 3756.07 punti (+0.64%). Gli investitori hanno festeggiato in maniera loro una buona annata.
La tecnologia ha seguito l'S&P500 (Nasdaq100 +0.33% a 12888 punti) mentre l'indice delle PMI Russell2000 (-0.26%) ha perso terreno - il calo di quest'ultimo indice delle ultime sedute del 2020 é una ragione supplementare per prevedere una correzione minore della borsa americana all'inizio del 2021.
La seduta al NYSE é stata moderatamente positiva con A/D a 4000 su 3361, NH/NL a 463 su 315 e volume relativo a 0.6 (1.0 sul Nasdaq). la volatilità VIX é rimasta ferma a 22.75 punti (.0.02) mentre il CBOE Equity put/call ratio é livitato a 0.56 (MM a 10 giorni a 0.45). L'aumento del put/call ratio da livelli depressi avviene spesso prima di una correzione - in questo caso non siamo sicuri se bisogna seguire questo segnale visto che le ultime sedute prima della fine dell'anno sono spesso anomale.
Riassumendo prima della fine dell'anno ci sono state delle accelerazioni eccessive sia in borsa che su altri mercati (divise, criptovalute) che doveo essere corrette all'inizio del 2021. Le borse non sembrano però tecnicamente pronte per una correzione più importante. Ci vuole prima un periodo di distribuzione.
Le performance annuali (2020) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50 -4.72% a 3571.59 punti
SX7E -23.26% a 74.21 punti
DAX +3.54% a 13718 punti
SMI +0.82% a 10703 punti
FTSE MIB -5.41% a 22233 punti
S&P500 +16.16% a 3756.07 punti
Nasdaq100 +47.58% a 12888 punti
Nikkei +16.01%
Shanghai +12.57%
EUR/USD a 1.2215 (+8.89%)
EUR/CHF a 1.0815 (-0.40%)
Oro a 1898 USD/oncia - 1554 EUR/oncia
Petrolio (WTI) a 48.52 USD/barile
Reddito USTBond decennale (USD) a 0.93%
Reddito Bund decennale (EUR) a -0.572%
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