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A partire da gennaio 2022 pubblico saltuariamente dei commenti e delle analisi finanziarie e tecniche che saranno disponibili gratuitamente a tutti gli interessati.

Commento del 21-22 dicembre

Breve e violenta correzione prima del rally di Natale e fine Anno. Le prospettive per i prossimi mesi restano ottime.

Riassunto: Mercoledì al termine della sua regolare riunione, la FED ha deciso, come generalmente atteso, di abbassare il tasso d'interesse di riferimento del -0.25 al 4.5%. Durante la conferenza stampa Jerome Powell ha però previsto durante il 2025 unicamente due ulteriori ribassi del costo del denaro - questo é meno di quanto si aspettava la maggior parte di analisti ed investitori. L'annuncio ha deluso i mercati e ha provocato un'ondata di vendite - l'S&P500 ha concluso la seduta con una pesante perdita del -2.95% a 5872.16 punti. Noi credevamo che durante questa settimana potesse già partire il rally natalizio da una base sui 6040 punti. Pensavamo che solo in gennaio dovesse esserci una correzione specialmente se i tassi d'interesse di mercato non fossero nel frattempo scesi. Ci siamo ovviamente sbagliati sulla tempistica ma riteniamo che ci sia unicamente una cambiamento nelle fasi e non nel quadro generale rialzista. Le dichiarazioni di Powell hanno fatto schizzare il reddito dell'US Treasury Bond al 4.58% e provocato subito quella correzione di corto termine che noi ci aspettavamo unicamente a gennaio. Giovedì e venerdì in effetti le borse hanno già lanciato segnali positivi. L'S&P500 fa fatto una pausa giovedì (-0.09% a 5867.08 punti) ed é risalito venerdì a 5930.85 punti (+1.09%) con un massimo giornaliero a 5982 punti. Questa reazione ci induce a credere che quello di mercoledì sia stato più che altro un incidente di percorso che ha permesso al sentiment di ritornare a livello di sano scetticismo e pessimismo (mercoledì VIX a 27.62 punti e giovedì Fear&Greed Inxed a 22 punti). Venerdì é iniziato il rally natalizio che dovrebbe proseguire per qualche giorno. Considerando che martedì 24 (borse europee chiuse, seduta accorciata a Wall Street), mercoledì 25 (borse chiuse) e giovedì 26 (borse europee chiuse, seduta normale a Wall Street) le attività finanziarie saranno limitate, é probabile che questo rally possa sullo slancio proseguire fino ai primi giorni di gennaio. In teoria i minimi di mercoledì 18 dicembre dovrebbero essere in una qualche maniera ritestati. Riassumendo la correzione che prevedavamo a gennaio si é già verificata - questo per quel che riguarda il calo in termine di punti. In pratica dovrebbe esserci ora una fase di formazione di base di una decina di sedute prima che il rialzo possa riprendere in maniera sostenibile e dinamica. Poiché gli oscillatori di corto termine hanno segnalato la presenza di un minimo giovedì 19 mentre quelli di medio termine non sembrano dover toccare il fondo prima della prima decade di gennaio sembra che ci aspetti una serie di sedute piuttosto volatili con numerosi cambiamenti di direzione fino al 6-10 gennaio e solo in seguito gli indici potrebbero muoversi con decisione verso nuovi massimi storici. La premessa ovviamente é che i tassi d'interesse scendano come osservato venerdì (il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 4.52%, -0.06) e che l'USD si indebolisca.
La fine dell'anno si avvicina ed é tempo di bilanci. L'S&P500 finora ha guadagnato il +24.34%, il Nasdaq Composite il +30.39%, l'Eurostoxx50 il +7.50%, il DAX il +18.70%, l'SMI il +2.29%. È ovvio che ha una buona performance chi ha investito in America specialmente nel settore tecnologico. L'USD si é rivalutato rispetto all'EUR ed é rimasto stabile rispetto al CHF - questo ha incrementato il guadagno per gli investitori con moneta di riferimento EUR. Chi ha solo comperato azioni europee potrebbe avere un risultato positivo ma deludente - pochi si aspettavano la sovraperformance del DAX. Peggio é andato chi ha scelto la borsa svizzera o borse in affanno come il CAC40 (-3.56%). Il problema era di difficile soluzione specialmente per gli investitori con moneta di riferimento CHF - tra franco forte e azioni relativamente deboli la scelta di dove diversificare era complessa. Gli investimenti in obbligazioni di lunga durata in USD hanno deluso le aspettative e chiudono l'anno in perdita - siamo convinti che l'anno prossimo invece questo comparto risulterà vincente.
È contento che ha investito in metalli preziosi. Nel 2024 l'oro (2623 USD/oncia) ha guadagnato il 27% in USD e il 34% in EUR. L'argento (future a 30.07 USD) negli ultimi 6 mesi per saldo ha marciato sul posto ed é stato molto volatile muovendosi tra i 26.50 ed i 35 USD (future). La performance però é positiva. Nel 2024 ha guadagnato il 24% in USD e il 31% in EUR. Per il 2025 prevediamo una forte sovraperformance dell'argento rispetto all'oro.
Nel primo semestre 2025 ci aspettiamo l'accelerazione finale di tipo esaustivo che sarà finalmente alimentata da tassi d'interesse in calo e da un indebolimento dell'USD. Sarà un rialzo generalizzato che coinvolgerà tutti i mercati azionari. Favoriamo però sempre la borsa americana e i settori tecnologici e ciclici.
Riassumendo il nostro scenario per il prossimo futuro non cambia e restiamo pienamente investiti in azioni, obbligazioni di lungo termine e metalli preziosi. Ci aspettiamo sorprese positive dal settore delle piccole e medie imprese (Russell2000, MDAX e simili) e dall'argento. Il comportamento dei mercati finanziari durante il 2024 hanno secondo noi confermato il nostro scenario di base rialzista. Il Bull Market non ha ancora esaurito il suo potenziale di rialzo e il top é ancora lontano almeno in termine di punti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.16% a 4862 punti
SX7E (banche)          -2.98% a 142.93 punti
DAX                         -2.55% a 19884 punti
SMI                          -2.58% a 11385 punti
FTSE MIB                  -3.22% a 33766 punti
S&P500                     -1.99% a 5930.85 punti
Nasdaq100                -2.25% a 21289 punti

CONTINUA....

 
Commento del 14-15 dicembre

Consolidamento ad alto livello prima del rally natalizio

Riassunto: Durante la settimana sono stati pubblicati gli ultimi dati sull'inflazione che mostrano come l'aumento dei prezzi ai consumi e alla produzione nei Paesi occidentali é contenuto ma purtroppo ancora costante. Non si é ancora verificato quel cambiamento da inflazione e deflazione che ci aspettiamo - solo in Svizzera i prezzi stanno scendendo e questo ha permesso alla BNS di ridurre il tasso d'interesse di riferimento del -0.5% a 0.5%. In America e in Europa i tassi d'interesse di mercato sono invece nuovamente saliti malgrado che la BCE nella sua ultima riunione abbia deciso un taglio del -0.25% - l'USTBond decennale rende il 4.40% (contro i 4.17% di una settiman fà) e il Bund decennale rende il 2.2470% (contro 2.1125%). L'incremento dei tassi d'interesse ha bloccato il rialzo delle borse. I mercati azionari nelle ultime 5 sedute, malgrado il vento ostile proveniente dai mercati a reddito fisso, hanno consolidato ad alto livello assorbendo una evidente situazione di ipercomperato. S&P500 e DAX restano però a meno di 1% dal massimo storico. Hanno corretto unicamente gli indici delle PMI (Russell2000 -2.58%), più sensibili ai cambi del costo del denaro. Questa pausa ad alto livello ha permesso agli oscillatori di scaricare gli eccessi e agli indicatori di sentiment di tornare su livelli neutri (Fear&Greed Index a 50 punti). Abbiamo quindi l'impressione che ora esista una solida base per la ripresa del rialzo. Nella prossima decina di sedute i maggiori indici azionari europei ed americani dovrebbero riprendere la corsa verso l'alto e permettere agli indici di chiudere l'anno su livelli record. Siamo leggermente preoccupati per quel che riguarda l'inizio del 2025. Gli analisti sono generalmente positivi per l'anno prossimo, alzano gli obiettivi e prevedono guadagni intorno al +10% - nessuno si aspetta difficoltà. Gli economisti sono convinti che il ritorno di Trump alla Casa Bianca avrà effetti positivi sulla crescita economica USA. Temiamo che a gennaio si verifichi una pericolosa combinazione di eccesso di rialzo e di ottimismo che potrebbe sfociare in una correzione di un -3%/-5% sull'S&P500 - seguendo le abituali correlazioni Nasdaq, Russell e le borse europee dovrebbero correggere di piu (-5%/-8%). Decisivo in questo senso sarà lo sviluppo dei tassi d'interesse. La correzione potrebbe essere evitata se i tassi d'interesse ricominciassero a scendere - settimana prossima avremo già maggiori informazioni sulla base delle decisioni prese dalle varie Banche Centrali che si riuniranno per discutere la politica monetaria (me 18 FED, gio 19 BoE e BoJ).
In generale la tendenza dominate resta al rialzo (50.0% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 58.98) e il calo dei Summation Index non ci impensierisce poiché é dovuto unicamente alla temporanea debolezza relativa delle azioni delle PMI. Favoriamo sempre i mercati azionari americani rispetti a quelli europei o asiatici a causa delle migliori prospettive economiche. Ripetiamo però il nostro avvertimento - siamo nella fase finale di un lungo bull market e le azioni sono fondamentalmente molto sopravvalutate. Dopo un'accelerazione finale di tipo esaustivo seguirà un crollo e l'inizio di un bear market causato da deflazione e eccessivo indebitamento. Questo violento cambiamento di direzione si verificherà l'anno prossimo - é però ancora troppo presto per abbandonare i mercati azionari poiché il potenziale residuo di rialzo é ancora considerevole e a breve non ci sono ancora consistenti problemi all'orizzonte.
La nostra politica d'investimento non cambia.

Questa settimana l'oro ha guadagnato una ventina di USD a 2649 USD/oncia. L'argento invece é andato sulla montagne russe confermendo la sua caratteristica speculativa. Il future, dopo un rally nelle prime sedute della settimana, ha toccato un massimo giovedì a 33.33 USD per poi crollare fino a 30.76 e chiudere venerdì a 31.00 USD. Per saldo ha perso durante la settimana -0.49 USD. L'argento si é mosso in un range superiore all'8%! Non é un asset per gente con i nervi deboli. Aspettiamo tranquillamente e con fiducia il momento in cui l'argento ricomincerà a salire in maniera sostenibile e costante sovraperformando l'oro. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.21% a 4968 punti
SX7E (banche)          +0.98% a 147.32 punti
DAX                         +0.10% a 20405 punti
SMI                          -0.84% a 11694 punti
FTSE MIB                  +0.40% a 34888 punti
S&P500                     -0.64% a 6051.09 punti
Nasdaq100                +0.76% a 21780 punti

La seduta di venerdì é stata simile alle 4 precedenti durante le quali l'S&P500 si é mosso meno dell'1%. L'S&P500 ha aperto a 6068 punti, é salito sul massimo a 6078 punti per poi cadere con un doppio minimo a metà seduta a 6035 punti. Poi c'é stato un lento recupero che é sfociato in una chiusura a 6051.09 punti (+0.76%). La seduta al NYSE é stata negativa (a causa del Russell2000 -0.60%) con A/D a 2964 su 6469 e NH/NL a 243 su 1025. La volatilità VIX é scivolata a 13.81 (-0.11), il CBOE Equity put/call ratio é balzato a 0.58 e il Fear&Gredd Index é tornato neutro a 50 punti (+1). Tecnicamente c'é poco da dire - gli indicatori hanno scaricato l'ipercomperato e gli oscillatori sono bassi e si preparano a risalire. Il mercato internamente ha corretto malgrado che gli indici si siano mossi di poco. Questo é un segnale di forza che, tassi d'interesse permettendo, dovrebbe causare settimana prossima una ripresa del rialzo e lo sviluppo del tradizionale rally natalizio - questo dovrebbe idealmente prolungarsi fino ai primi giorni di gennaio.
Poi vedremo...

Breve commento dell'8 dicembre

Il rialzo delle borse é sostenibile e finora regolare - nuovi massimi storici di S&P500, Nasdaq100 e DAX

Riassunto: Nelle ultime due settimane le borse hanno nuovamente guadagnato terreno. Se una settimana fà la differenza era ancora stata modesta (guadagno durante la settimana di calendario 48: S&P500 +1.06%, Eurostoxx50 +0.31%) questa settimana il balzo é stato più consistente. Inoltre abbiamo osservato una sana rotazione tra settori e un sostanziale recupero delle borse europee con la Germania a fare da locomotiva - il DAX ha guadagnato il +3.86% e ha chiuso venerdì su un nuovo massimo storico a 20384 punti (+0.13%). Nuovi massimi sono un segnale inconfutabile di rialzo - e anche questa settimana l'S&P500 americano (6090.27 punti, +0.25%) e il Nasdaq100 (21622 punti, +0.92%) hanno fatto segnare un nuovo massimo storico.
Il rialzo é sostenibile e regolare e tutti gli analisti tecnici che sulla base degli indicatori di ipercomperato ed eccesso di rialzo tentano di prevedere una correzione o addirittura pensano di avere visto il top, sbagliano. Non hanno ancora capito che il rialzo si trova nella sua fase finale che é contraddistinta dalla mancanza di correzioni. Il rialzo viene alimentato da tutti quelli, ancora scettici (Fear&Greed Index a 53 punti), che sono obbligati a saltare sul carro in corsa e non può che terminare in una accelerazione finale di tipo esaustivo. La fine non é lontana  - é una questione di mesi. Ma prima ci dovrà essere euforia e un consenso generale che il mercato può solamente salire.
Non dimentichiamo però il fatto che fondamentalmente le azioni sono estremamente sopravvalutate - il rialzo é solo alimentato da liquidità e fattori psicologici. Scoppierà quindi improvvisamente come una bolla di sapone. Sarà difficile prevedere il massimo definitivo. Noi siamo unicamente sicuri che per ora c'é luce verde (62.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 65.97) e ci saranno ancora settimane di forte rialzo. Cercheremo di avvisarvi con anticipo quando il rischio comincerà ad essere insostenibile. Per ora non c'é ancora la minima ragione di abbandonare la festa.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.60% a 4977 punti
SX7E (banche)          +5.45% a 145.89 punti
DAX                         +3.86% a 20384 punti
SMI                          +0.14% a 11780 punti
FTSE MIB                  +4.00% a 34749 punti
S&P500                     +0.96% a 6099.27 punti
Nasdaq100                +3.30% a 21622 punti

I tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBond decennale in USD a 4.17%, reddito del Bund decennale in EUR a 2.1125%) sono scesi rispetto a due settimane fà ma questo movimento non possiede ancora l'intensità e l'ampiezza che noi ci aspettiamo. Ricordiamo che una delle forze che deve contribuire alla continuazione del rialzo delle borse é un netto calo dei tassi d'interesse e un indebolimento dell'USD. Finora questo sviluppo é stato ritardato da ragioni politiche ed economiche. Nei prossimi mesi però non vediamo ulteriori ostacoli e pensiamo che il calo dovrebbe essere sostanziale contribuendo a creare sensibili plusvalenze sulle obbligazioni di lungo periodo in portafoglio.
Nelle ultime due settimane il settore dei metalli preziosi ha perso di interesse e i prezzi di oro (2632 USD/oncia) e argento (future marzo a 31.49 USD) hanno marciato sul posto. Siamo convinti che si tratta unicamente di un consolidamento e ci aspettiamo a breve una ripresa del rialzo.

Riassumendo non abbiamo molto di nuovo da dire - non ci sono sorprese o variazioni rilevanti rispetto al nostro scenario di base. Il rialzo delle borse continua e la fase finale con l'accelerazione finale di tipo esaustivo é ancora davanti a noi. Ribadiamo gli obiettivi indicati nel commento del 23-24 novembre e restiamo pienamente investiti in azioni, obbligazioni di lungo periodo e metalli preziosi. L'unico asset da evitare é la liquidità.


Sono assente per una settimana di vacanze nelle Fiandre.
Il prossimo commento verrà pubblicato domenica 8 dicembre.

Commento del 23-24 novembre

Borsa americana e oro OK - per tassi d'interesse e cambi bisogna ancora avere pazienza

Riassunto: Una settimana fà avevamo previsto che venerdì 15 novembre l'S&P500 aveva toccato il minimo di una correzione minore a 5853 punti. Secondo noi da questo livello la borsa americana sarebbe dovuta nuovamente salire. Come ripetiamo da mesi siamo nella fase finale di un lungo rialzo che deve terminare con una accelerazione finale di tipo esaustivo. In effetti nelle ultime 5 sedute l'S&P500 americano é sempre salito (lu +0.39%, ma +0.40%, me +0.00%, gio +0.53%) e ha raggiunto venerdì i 5968.34 punti (+0.35%) riavvicinandosi al massimo storico a 6017 punti. Ricordiamo che secondo noi l'S&P500 può salire ancora un +10% / +15% nei prossimi 4-6 mesi. Per il momento questo scenario viene confermato dallo sviluppo dei mercati azionari mentre abbiamo ancora delle divergenze a livello di tassi d'interesse e cambi.
Come pensavamo sulla base di esperienze del passato, lentamente l'interesse degli investitori si sta spostando dai titoli a grande capitalizzazione alle piccole e medie imprese. Anche questa settimana l'indice che le rappresenta in America, il Russell2000 (+1.60% a 2406 punti), ha sovraperformato con una guadagno del +4.46%. Siamo convinti che questo effetto continuerà anche nel prossimo futuro. Dagli attuali 2406 punti il Russell2000 potrebbe raggiungere sul top i 3000 punti.
Restiamo pienamente investiti in azioni favorendo il mercato azionario americano. L'Europa fatica a seguire come potete notare dalle performances settimanali dei maggiori indici. Questo comportamento rispecchia le diverse situazioni economiche dei due continenti. Pensiamo che anche nei prossimi mesi le borse europee, pur guadagnando terreno, si comporteranno peggio dell'America.
Anche l'oro (2715 USD/oncia) ha ripreso il rialzo e lo ha fatto in maniera da soddisfare appieno le attese degli analisti tecnici. Intorno al supporto a 2550 USD e da una evidente situazione di ipervenduto l'oro ha avuto una serie di 5 sedute positive ed é tornato a ridosso del massimo storico a 2790 USD. Il nostro obiettivo a 3000 USD é a portata di mano. L'argento, pur risalendo fino a 31.41 USD (performance settimanale del +3.52%), si muove ancora in scia senza riuscire ad accelerare. Siamo leggermente delusi ma il grafico é costruttivo e i fondamentali restano ottimi. Siamo convinti che nel prossimo futuro l'argento salirà almeno sul nostro obiettivo a 38 USD.
Per il momento i redditi delle obbligazioni non si muovono come ci eravamo immaginati. In una settimana il reddito dell'UST Bond decennale é sceso di poco da 4.44% a 4.41% ma noi prevediamo da mesi un forte calo che per ora non si é materializzato. A novembre i tassi d'interesse sono rimasti stabili invece che scendere. Non cambiamo però opinione. I tassi d'interesse reali sono troppo alti, l'inflazione é sotto controllo e la crescita economica rallenta. Non crediamo che la politica economica di Trump possa cambiare qualcosa. Siamo quindi convinti che nel prossimo futuro i tassi d'interesse di mercato debba scendere alimentando il rialzo dei mercati azionari. Il differenziale dei tassi d'interesse dovrebbe muoversi in sfavore dell'USD che deve indebolirsi. La svalutazione dell'USD dovrebbe stimolare ulteriormente il rialzo dei metalli preziosi.
Nel complesso il nostro scenario macroeconomico si sviluppa secondo le attese - ci sono unicamente dei ritardi che spostano nel tempo il raggiungimento dei nostri obiettivi. Vi raccomandiamo caldamente di restare fiduciosi e completamente investiti. Improvvisamente tutti i mercati cominceranno a muoversi in maniera coordinata e dinamica e avremo ulteriori lauti guadagni su azioni, obbligazioni e metalli preziosi. Bisognerà unicamente trovare il momento giusto per abbandonare il treno in corsa prima del crollo. Il rialzo attuale é unicamente alimentato da liquidità ed ottimismo. Le azioni sono però decisamente sopravvalutate ed appena lo scenario economico accettato dalla maggioranza degli investitori cambierà (da soft landing a rischio di recessione con deflazione) ci si renderà conto che l'S&P500 vale circa 3200 punti (196.63 USD di earning degli ultimi 12 mesi (dato di giugno 2024) capitalizzati con un P/E di lungo periodo di 16)! L'anno prossimo ci sarà un crollo che segnerà l'inizio di un bear market.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.10% a 4789 punti
SX7E (banche)          -1.44% a 142.75 punti
DAX                         +0.58% a 19322 punti
SMI                          +0.83% a 11716 punti
FTSE MIB                  -2.04% a 33494 punti
S&P500                     +1.68% a 5969.34 punti
Nasdaq100                +1.87% a 20776 punti

La seduta di venerdì é stata positiva come le 4 precedenti. L'unica differenza la vediamo negli indicatori tecnici. La partecipazione é aumentata (NH/NL a 7124 su 2247) il numero dei nuovi minimi é in forte calo (NL a 258) e i Summation Index ricominciano a salire. Tutto questo mentre gli investitori pur essendo ottimisti sono ancora prudenti (Fear&Greed Index a 61 punti, VIX a 15.24) e gradualmente gli analisti delle banche alzano i target per i mercati azionari. Lentamente il consenso si volge al rialzo. Questo bull market é destinato a morire nell'euforia generale e non prima.
L'S&P500 ha aperto a 5944 punti, é salito sul massimo a 5972 punti e sceso nuovamente sul minimo a 5944 punti per le 16.30. Poi é oscillato stancamente in laterale e ha chiuso a 5969.34 punti (+0.35%). In fondo é stata una giornata noiosa con un range di soli 28 punti. Segnaliamo il buon comportamento del Russell2000 (+1.60%) sul quale notiamo un volume relativo di 1.4.
Pensiamo che nelle prossime settimane il rialzo dovrebbe continuare. Il ritmo del rialzo dovrebbe aumentare appena i tassi d'interesse di mercato torneranno a calare. Se interpretiamo correttamento il comportamento degli oscillatori e lo paragoniamo alle scadenze dei derivati pensiamo che l'accelerazione debba verificarsi nella prima settimana di dicembre.
Vi ricordiamo che in America giovedì 28 novembre si festeggia Thanksgiving ed é un giorno di festa. La borsa é chiusa. Venerdì, é Black Friday e molti operatori saranno assenti. La borsa chiude alle 13.00 (19.00 in Europa).
 
Commento del 16-17 novembre

La correzione di corto termine si é svolta come previsto - da settimana prossima si ricomincia a salire

Riassunto: Una settimana fà abbiamo confermato il nostro scenario positivo che prevede una continuazione del rialzo delle borse mondiali e in particolare del mercato azionario americano. Abbiamo indicato che probabilmente il nostro obiettivo di riferimento a 6500-6600 punti di S&P500 (-1.32% a 5870.62 punti) é ancora troppo basso. Oggi non abbiamo niente da aggiungere - restiamo rialzisti e pienamente investiti in azioni in attesa della ripresa dell'accelerazione finale di tipo esaustivo che ormai non dovrebbe durare più di qualche mese. Una settimana fà avevamo individuato a breve una situazione di eccesso di rialzo e di ottimismo tra gli investitori. Vi avevamo di conseguenza avvisati che ci sarebbe stato un ritracciamento e un consolidamento - ci aspettavamo una breve e modesta correzione di corto termine che doveva lasciare aperto il gap tra i 5783 ed i 5864 punti. In effetti nelle ultime 5 sedute la borsa americana ha perso terreno accompagnata in maniera selettiva dai mercati europei. L'S&P500 ha toccato venerdì un minimo settimanale a 5853 punti e secondo noi questo potrebbe essere il minimo della correzione. Gli investitori hanno dovuto scontare la notizia dell'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e la scelta di numerosi personaggi discutibili e controversi nel suo governo che prenderà le redini del Paese a gennaio dell'anno prossimo. Questo spiega per esempio il forte calo del settore Health Care (performance settimanale -5.98%) o l'ulteriore aumento dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTbond decennale a 4.44%). Il differenziale dei tassi d'interesse di mercato si é spostato in favore della moneta americana (reddito del Bund tedesco decennale in EUR a 2.3485%) che si é rafforzata (cambio EUR/USD a 1.0541, USD Index a 106.58) provocando tra l'altro una continuazione della correzione dei metalli preziosi. Secondo i nostri parametri tecnici questa reazione dovrebbe ora esaurirsi. Ribadiamo un concetto di base - il problema nel futuro non sarà l'inflazione ma il rischio di una recessione indotta da tassi d'interesse reali mantenuti per troppo tempo troppo alti. Nel futuro vediamo nuovamente deflazione (petrolio WTI a 66.92 USD/barile!) e quindi siamo convinti che i tassi d'interesse debbano scendere. Trump non potrà permettersi di imporre pesanti dazi sulle importazioni e provocare un aumento dei prezzi negli Stati Uniti. Quando gli investitori si renderanno conto di questa realtà i prezzi di azioni, obbligazioni e metalli preziosi ricominceranno a salire. Secondo noi questo dovrebbe succedere già a partire da settimana prossima - potrebbero esserci unicamente ancora alcune sedute di consolidamento prima che il movimento di rialzo riprenda vigore.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.15% a 4794 punti
SX7E (banche)          +0.07% a 144.85 punti
DAX                         -0.27% a 19210 punti
SMI                          -1.52% a 11627 punti
FTSE MIB                  +1.11% a 34191 punti
S&P500                     -2.08% a 5870.62 punti
Nasdaq100                -3.42% a 20394 punti

Le borse sono state piuttosto deboli per tutta la settimana (S&P500 lu +0.10%, ma -0.29%, me +0.02%, gio -0.60%, ve -1.32%) ma la pressione di vendita é risultata modesta. Gli indici hanno sempre chiuso le sedute decisamente sopra il minimo giornaliero. Questo scivolare verso il basso sembra essersi esaurito venerdì. L'S&P500 ha aperto a 5910 punti, é salito a 5915 punti per poi scendere fino alle 20.00 sul minimo a 5853 punti. Poi l'indice ha recuperato fino alla chiusura a 5870.62 punti (-1.32%). L'USTBond ha mostrato un costruttivo reversal  (minimo a 108.94, chiusura a 109.41) mentre l'argento ha toccato un minimo giovedÌ - per questa ragione abbiamo l'impressione che la correzione sia finita sul nostro obiettivo. Gli investitori inoltre sono nuovamente scettici e prudenti (Fear&Greed Index a 51 punti).
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2678 su 6746, NH/NL a 223 su 1077 (valore alto e a dire il velo inquitante...) e volume relativo a 1.4 (a causa della scadenza delle opzioni di novembre). I Summation Index sono in calo - Il 47.6% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE é a 62.94. Analizzando i dati tecnici del mercato azionario é possibile che la correzione continui - noi pensiamo però che la correzione sia finita a causa dei segnali costruttivi provenienti dai mercati abbligazionari e da quelli delle materie prime. L'oro (2562 USD/oncia ) sembra aver completato la correzione sul supporto a 2550 USD mentre l'argento (future a 30.34 USD) ha reagito con un reversal dopo aver bucato momentaneamente l'obiettivo massimo della correzione a 30 USD.
Insomma - non abbiamo elementi certi ma la tendenza di fondo e la somma degli indizi tecnici favoriscono a breve una ripresa del rialzo della borsa americana. Le borse europee dovrebbero seguire a distanza trascinate (per assurdo considerando la recessione e la crisi politica in Germania) dal DAX tedesco. Non bisogna dimenticare che le borse non sempre seguono la logica economica ma sono dominate da liquidità ed emozioni influenzate più dalle prospettive future che dalla realtà del momento.

Commento del 9-10 novembre

L'america si invola mentre l'Europa zoppica - a Wall Street é partita l'accelerazione finale di tipo esaustivo

Riassunto: All'inizio dell'anno eravamo decisamente positivi per i mercati azionari e avevamo un'obiettivo di riferimento per l'S&P500 americano a 5000 punti. A marzo abbiamo alzato questo obiettivo a 6000 punti. A maggio abbiamo introdotto l'ipotesi di un'estensione ulteriore del rialzo e abbiamo cominciato a parlare di 6000+ punti - sullo slancio pensavamo che l'S&P500 potesse salire decisamente più in alto e raggiungere i 6500-6600 punti. Venerdì l'S&P500 (+0.38% a 5995.54 punti) ha toccato un nuovo record storico a 6012 punti e la performance da inizio anno raggiunge il +25.70%. La borsa americana ha reagito con un rally all'elezione di Trump a nuovo Presidente degli Stati Uniti. Gli investitori hanno invece punito l'Europa che potrebbe subire l'introduzione di dazi doganali previsti da Trump e una politica economica americana che privilegia l'America e la isola in parte dal resto del mondo. Le borse europee hanno perso questa settimana terreno e da inizio anno la plusvalenza dell'Eurostoxx50 é scesa al +6.20%. Sembra quindi che la nostra politica d'investimento che favorisce i mercati azionari americani a scapito di quelli europei sia corretta. Siamo invece in difficoltà su altri fronti - le nostre previsioni su tassi d'interesse e cambi per ora non si concretizzano. Malgrado che giovedì la FED abbia nuovamente ridotto il tasso d'interesse di riferimento del -0.25%, il reddito dell'US Treasury Bond decennale resta alto (4.31%) e l'USD resta forte (USD Index a 104.89). Siamo però convinti che nel futuro prevarranno le forze deflazionistiche e che le paure d'inflazione scatenate dall'elezione di Trump siano ingiustificate. Ribadiamo la nostra idea che i tassi d'interesse debbano ancora scendere alimentando nel prossimo futuro il rialzo della borsa americana. Di conseguenza é possibile che il nostro obiettivo finale a 6500-6600 punti sia ancora troppo basso. Abbiamo più volte spiegato che una lunga fase di rialzo come quella attuale termina normalmente con un'accelerazione finale di tipo esaustivo e nell'euforia generale. L'accelerazione sembra appena iniziata e gli indicatori di sentiment (p.e. Fear&Greed Index a 61 punti, +2) sono ancora ben lontani dall'euforia. Per il momento notiamo unicamente un tiepido ottimismo ma nulla più. Solo da poco i strategisti delle banche hanno ricominciato a puntare sulla borsa americana e suggeriscono una sovraponderazione delle azioni americane nel portafoglio.
Vi ricordiamo che a livello di sentiment abbiamo un'obiettivo di riferimento - secondo noi la volatilità VIX (14.94) sul top dovrebbe essere sui 10 punti. C'e ancora parecchia strada da fare... 
Come avevamo previsto con largo anticipo finalmente anche il settore delle piccole e medie imprese (PMI) ha cominciato a muoversi e sovraperformare. Questo é un'ulteriore motivo che ci induce a credere di essere sulla buona strada. Mercoledì il Russell2000 ha reagito con uno straordinario +5.84% alla chiara elezione di Trump e nei giorni successivi é continuato a salire. Venerdì l'indice ha toccato un nuovo massimo annuale a 2399 punti (+0.71%) con una performance settimanale di +8.57%. Tra parentesi anche il MDAX tedesco si é distinto con un +0.29% a conferma dell'afflusso di capitali verso le PMI non solo in America ma anche in Europa.
I metalli preziosi stanno correggendo - questo comportamento non deve sorprendere poiché é una logica conseguenza dell'incremento dei tassi d'interesse e della forza dell'USD. Non vediamo però motivi di preoccupazione - si dovrebbe trattare di una semplice correzione intermedia all'interno di un lungo e sostenibile rialzo. Non condividiamo la preoccupazione di molti investitori che sembrano già in panico ora che l'oro (2684 USD/oncia) ha perso un -3.5% dal massimo storico (-2.9% in EUR). Secondo la nostra analisi ciclica e l'esame degli oscillatori i MP dovrebbero consolidare e eventualemente ulteriormente correggere fino a fine novembre prima di riprendere il rialzo verso nuovi massimi storici. Il future sull'argento é caduto a 31.43 - é quindi sceso sotto il livello di 32 USD che secondo noi avrebbe dovuto fermare questa correzione. In teoria la strada si é così riaperta verso il basso fino al massimo i 30 USD ma ci sembra poco probabile che l'argento possa scendere fino a questo livello anche perché da settimana prossima ci aspettiamo che i tassi d'interesse delle obbligazioni in USD tornino a scendere. Manteniamo il nostro obiettivo a 38 USD malgrado che ora ci sembra difficile, per motivi di tempo, che l'obiettivo venga ancora raggiunto per la fine dell'anno.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.55% a 4802 punti
SX7E (banche)          -0.35% a 144.74 punti
DAX                         -0.21% a 19215 punti
SMI                          -1.36% a 11797 punti
FTSE MIB                  -2.48% a 33816 punti
S&P500                     +4.66% a 5995.54 punti
Nasdaq100                +0.41% a 21117 punti

La borsa americana ha reagito con un rally (me S&P500 +2.53%) all'elezione di Donald Trump e sullo slancio é continuata a salire per il resto della settimana (S&P500 gio +0.74%, ve +0.38%). Sappiamo però che questo é solo un capitolo di un lungo rialzo che é diventato regolare e sostenibile da novembre dell'anno scorso. Ci sono state due correzioni di medio termine ad aprile e luglio ma ora il mercato sembra entrato nella fase finale - ci aspettiamo di conseguenza che non ci siano più sostanziali correzioni (al massimo un breve vuoto d'aria di -2%/-3%) fino al top. Da adesso il rialzo dovrebbe accelerare in maniera esponenziale e chiudersi con una o due settimane "pazze" dove l'S&P500 potrebbe guadagnare un 7%-10% in pochi giorni. Allacciamo le cinture di sicurezza e ci prepariamo allo spettacolo.
Nelle prossime sedute potrebbe e dovrebbe esserci un ritracciamento poiché i valori di DSI (Daily Sentiment Index) sono troppo alti per S&P500 e Nasdaq100 e troppo bassi per VIX (DSI a 10). Restamo però pienamente investiti. Siamo incerti di come potrebbe reagire l'Europa dove le premesse economiche sono meno favorevoli che in America. La caduta del governo tedesco non aiuta di certo malgrado che il DAX questa settimana non abbia subito un tracollo. Ripetiamo però che il rally dovrebbe concentrarsi in America mentre che il resto del mondo dovrebbe solo seguire in scia.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5976 punti, é salito a balzi regolari fino alle 20.45 quando ha raggiunto il record a 6012 punti e poi ha ceduto una decina di punti e ha chiuso a 5995.54 punti (+0.38%). La seduta al NYSE é stata positiva ma non entusiasmante (A/D a 5449 su 3961, NH/NL a 884 su 458 e volume relativo a 1.2). La tendenza di fondo resta tecnicamente al rialzo con il 61.4% dei titoli USA sopra la SMI a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 65.74 punti. I Summation Index salgono.
Insomma - a breve il mercato deve assorbire degli eccessi e l'S&P500 potrebbe consolidare alcuni giorni sui 6000 punti. Pensiamo però che il gap tra i 5783 ed i 5864 punti, che é apparso sul grafico mercoledì, debba restare aperto e rappresentare un gap di accelerazione.
Riassumendo la buona notizia é che il rally a Wall Street ha ancora parecchio potenziale - quella negativa é che la fase di rialzo si avvicina alla fine. Il top é ormai solo una questione di mesi (3-6?) e dopo potrebbe seguire un crollo causato da una crisi deflazionistica ampliata dall'eccesso di debiti e leverage. Ne riparleremo nelle prossime settimane.
 
Commento del 2-3 novembre

L'aumento del reddito delle obbligazioni é un problema - record dell'oro

Riassunto: Il 18 settembre la FED americana, dopo 4 anni di politica monetaria restrittiva, ha finalmente abbassato per la prima volta i tassi d'interesse di riferimento del -0.5%. In quel momento il reddito dell'US Treasury Bond decennale era del 3.6% e da questo livello é poi costantemente aumentato. Venerdì il reddito é salito al 4.40% (+0.11%). Per molti versi questa é una strana reazione - la FED riduce il costo del denaro e il mercato risponde con un aumento dei tassi d'interesse. Una correzione era dovuta (sell the news) visto che precedentemente il reddito dell'USTB decennale era sceso per 4 mesi anticipando la mossa della Banca Centrale. Ora però questo aumento ci preoccupa - noi ci aspettavamo un rimbalzo di circa un mese nell'area 4.00%-4.10%. Quanto successo nelle ultime due settimane invece é una evidente e sostanziale estensione e ci proccupa - non abbiamo una valida spiegazione. Nel mercato si mormora che gli investitori temono il forte indebitamento pubblico americano anche perché nessuno dei due candidati alla presidenza ha l'intenzione di cambiare rotta. Inoltre gli americani in questo momento non sono molto amati e molti investitori stranieri si separano dalle obbligazioni di Stato facendo salire il reddito. D'altra parte l'inflazione negli Stati Uniti é sotto controllo e i tassi d'interesse reali sono troppo alti. Riassumendo ci sono buoni argomenti fondamentali sia per un calo che per un aumento dei tassi d'interesse. Tecnicamente il movimento di rialzo iniziato a metà settembre sembra vicino alla fine e gli oscillatori segnalano l'imminenza di un'ulteriore inversione di tendenza. La nostra conclusione é che a breve il reddito dell'USTBond decennale dovrebbe ricominciare a scendere e muoversi entro la fine dell'anno in direzione del 3.5%. Questo dovrebbe ridare vigore al rialzo delle borse che nelle ultime due settimane si é ingolfato. L'S&P500 ha chiuso venerdì a 5728.80 punti (+0.41%) con una performance settimanale del -1.37%. L'indice é 150 punti o il -2.6% sotto il massimo storico di 5878 punti. Abbiamo a che fare con una strisciante correzione minore che finora non ha provocato danni. Abbiamo sempre detto che una correzione di questo tipo era possibile malgrado che la borsa americana si trova in una solida fase di rialzo. Questo periodo di incertezza non deve però durare troppo a lungo a rischio di togliere momentum e direzionalità al mercato. Martedì 5 novembre (in Europa la mattina di mercoledì 6) sapremo se il prossimo Presidente degli Stati Uniti sarà la democratica Kamala Harris o il repubblicano Donald Trump. Per i mercati finanziari nel complesso non dovrebbe fare molta differenza. Gli indicatori tecnici suggeriscono che potrebbe ancora esserci un pò di debolezza fino alla fine di settimana prossima. Poi il rialzo dei mercati azionari dovrebbe riprendere in maniera dinamica con un convincente rally fino alla fine dell'anno. La premessa é che i tassi d'interesse di mercato sull'USD ricomincino a scendere.

Un valore che non delude é l'oro. Questo metallo prezioso ha toccato mercoledì un nuovo record storico a 2790 USD/oncia e ha terminato la settimana a 2736 USD/oncia. Il rialzo é costante é regolare. L'argento fatica a seguire - il future ha chiuso venerdì a 32.58 USD contro i 33.78 di una settimana fà. Questo sviluppo segue però la nostra previsione. Due settimane fà vi avevamo avvertito che dopo la rottura al rialzo ci doveva essere una fase di consolidamente con una correzione fino a 32.00-32.40 USD. La correzione é praticamente completa e a breve il prezzo dell'argento dovrebbe ricominciare a salire in direzione del nostro obiettivo intermedio a 38 USD.

Nel complesso siamo come sempre ottimisti e pienamente investiti in azioni. Favoriamo l'America all'Europa e la performance delle ultime settimane sostiene la nostra opinione. L'America sta sovraperformando l'Europa e lentamente sta emergendo la forza relativa degli indici delle PMI (performance settimanale del Russell2000 +0.01%). Pensiamo che da adesso in avanti anche le obbligazioni dovrebbero guadagnare terreno e contribuire ai guadagni del portafoglio. Infine teniamo con convinzione le nostre posizioni in oro ed argento. L'argento é più rischioso, volatile e speculativo ma per saldo dovrebbe dare grandi soddisfazioni. La prossima spinta di rialzo dovrebbe partire dei 32 USD e arrivare direttamente in zona 38 USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.32% a 4877 punti
SX7E (banche)          +0.32% a 145.26 punti
DAX                         -1.07% a 19255 punti
SMI                          -1.62% a 11967 punti
FTSE MIB                  -0.29% a 34676 punti
S&P500                     -1.37% a 5728.80 punti
Nasdaq100                -1.56% a 20033 punti

La settimana é stata condizionata dal tonfo di giovedì (S&P500 - 1.86%) causato dagli ultimi dati riguardanti il mercato del lavoro americano e lo sviluppo dei prezzi al consumo. Venerdì però le borse si sono prontamente riprese (Eurostoxx50 +1.04%, S&P500 +0.41%). Tecnicamente le borse sono da circa due settimane in una fase di correzione con poca pressione di vendita. Sembra che prima delle elezioni presidenziali in America prevalga una certa prudenza anche perché il quadro macroeconomico é ancora incerto con risultati trimestrali delle imprese misti. In generale però dei buoni risultati trimestrali sono stati presi come occasioni per vendere e prendere i guadagni. Questo si rispecchia sugli indicatori di sentiment che sono rapidamente scesi in territorio neutrale: la volatilità VIX é salita a 21.88 punti, il CBOE Equity put/call ratio era venerdì a 0.71 mentre il Fear&Greed Index é a 49 punti (+6).  
Venerdì l'S&P500 ha aperto in guadagno a 5723 punti ed é subito salito sul massimo a 5772 punti. Poi ad ondate é scivolato verso il basso fino a poco prima della chiusura quando si é ritrovato a 5724 punti. Un rimbalzo sul finale ha fissato la chiusura a 5728.80 punti (+0.41%). Una seduta positiva ma non convincente (A/D a 4905 su 4486, NH/NL a 325 su 815). 

Ci sembra che questa modesta correzione intermedia sia praticamente finita. Gli investitori stanno aspettando il risultato delle elezioni in America prima di prendere ulteriori decisioni. Nel frattempo hanno venduto qualcosa per avere liquidità a disposizione con il corrispettivo margine di manovra. Per logica l'incertezza dovrebbe durare fino a mercoledì di settimana prossima. Poi, dopo alcune scosse di assestamento, dovrebbe riprendere il rialzo dei mercati azionari. Gli altri mercati finanziari dovrebbero muoversi di conseguenza seguendo le conosciute correlazioni. I tassi d'interesse dovrebbero scendere, i corsi delle obbligazioni salire e l'USD dovrebbe indebolirsi.
La nostra politica d'investimento é invariata.


Sono assente nel fine settimana del 26-27 ottobre.
Il prossimo commento verrà pubblicato domenica 3 novembre.


Commento del 19-20 ottobre

Gli indicatori tecnici danno costantemente luce verde e le borse lievitano. Fuochi d'artificio dell'argento (venerdì +6.77%).

Riassunto: Il rialzo dell'S&P500, il più importante indice di borsa americano e mondiale, prosegue in maniera costante e regolare. Giovedì 17 ottobre l'S&P500 (+0.40% a 5864.67 punti) ha toccato un nuovo record storico a 5878.46 punti - la performance da inizio anno é del +22.95%. In scia salgono anche gli altri mercati azionari mondiali - giovedì pure il DAX tedesco (+0.38% a 19657 punti) ha toccato un nuovo massimo storico e la sua performance da inizio anno raggiunge il +17.35%. Abbiamo previsto questo sviluppo con mesi di anticipo e vi abbiamo più volte spiegato le ragioni di questo rally che per i profani ha dell'incredibile. Sapete che questo rialzo deve continuare e finirà unicamente con un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Il nostro obiettivo di riferimento é a 6000+ punti - significa che sullo slancio l'S&P500 dovrebbe sforare e arrivare sui 6500-6600 punti. Il top deve verificarsi nell'euforia generale - ora invece osserviamo ancora molto scetticismo con analisti che si affannano a parlare di comportamento irrazionale, valutazioni fondamentali eccessive e rischi sottovalutati. È possibile che saremo nelle prossime settimane obbligati ad alzare gli obiettivi che sono indicativi. I grafici non offrono validi punti di riferimento e quindi possiamo solo stimare su quale livello potrebbe esaurirsi l'impennata finale. Esperienze del passato ci insegnano che alla fine potrebbero esserci un paio di settimane con guadagni superiori al 5%.
Noi siamo convinti che il rialzo deve continuare anche perché nel nostro mosaico mancano ancora alcune componenti - i tassi d'interesse devono scendere ulteriormente, l'USD deve indebolirsi e il rialzo allargarsi ai settori ora trascurati come quello delle piccole e medie imprese. Chi ha riserve di liquidità può ancora comperare ETF sugli indici "secondari" come l'MDAX, il SDAX e in particolare il Russell2000 (RUT) che lentamente mostra segni di risveglio. Il Russell2000 (2276 punti) questa settimana é salito del +1.80% sfiorando il nuovo massimo annuale. Vediamo una forte somiglianza tra il grafico dell'argento e quello del Russell2000 - i 2300 punti di RUT corrispondono ai 32.40 USD/oncia di argento. Confontate le charts e immaginatevi cosa succederà appena il RUT riuscirà a sfondare la resistenza. Spesso il terzo tentativo é quello piu complicato ma anche quello che infine ha successo...
Azzardando una stima ci sembra possibile e probabile che il Russell2000 possa raggiungere nei prossimi 3-6 mesi i 2800 punti. Osservando quanto successo nel 4Q.2021-1.Q2022 questo obiettivo non é irrealistico.
Nell'immediato il rialzo della borsa americana sembra troppo esteso ed i traders sono troppo ottimisti e posizionati in maniera eccessiva long. Gli oscillatori sono in alto, le RSI e i DSI sono elevati, gli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 75 punti (+3), CBOE Equity put/call ratio a 0.42) mostrano una certa euforia. È quindi possibile che la prossima settimana cominci con una minicorrezione di 3 giorni e di un -2%/-3%: Le premesse tecniche e fondamentali sono però ideali per una veloce e sostenibile ripresa del rialzo - il 69.2% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 69.06, I Summation Index stanno salendo.

Venerdì l'oro (+1.07% a 2721 USD/oncia) ha raggiunto in chiusura un nuovo massimo storico. Il nostro obiettivo grafico a 3000 USD si avvicina. Questa però é stata la settimana dell'argento. La resistenza a 32-32.40 USD é stata nuovamente attaccata e finalmente superata. Questo ha provocato un impressionante short covering che venerdì si é espresso in un forte aumento dei volumi e un'impennata di circa 2 USD in poche ore - il future sull'argento ha chiuso a ridosso del massimo a 33.93 USD (+6.77%). Non sappiamo se l'effetto di short covering é già finito o se invece continuerà lunedì provocando un'estensione. La strada verso l'alto é però aperta e confermiamo il nostro obiettivo a 38 USD per fine anno. Per fine anno significa che in seguito il prezzo potrebbe salire decisamente più in alto. Finora l'argento ha sottoperformato l'oro - se come pensiamo inizia adesso un periodo di forte sovraperformance l'argento dovrebbe imitare l'oro e andare a caccia del massimo storico a 50 USD. A breve l'argento dovrebbe digerire il rally di venerdì - dovrebbe farlo riscendendo sui 32.00-32.40 USD. Non saremmo però sorpresi se questa correzione venisse a mancare. Troppi investitori finora hanno ignorato l'argento.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.37% a 4986 punti
SX7E (banche)          +2.05% a 148.10 punti
DAX                         +1.46% a 19657 punti
SMI                          +1.48% a 12326 punti
FTSE MIB                  +2.61% a 35204 punti
S&P500                     +0.85% a 5864.67 punti
Nasdaq100                +0.25% a 20324 punti

Venerdì l'USD sembra aver terminato la correzione ed aver ripreso la strada del ribasso - almeno sul grafico dell'UDSD Index (-0.34% a 103.30) é apparsa la prima candela rossa alla fine del rally iniziato a fine settembre dai 100 punti. Forse questo fattore ha aiutato il rally dei metalli preziosi. Le borse invece hanno avuto una buona giornata (Eurostoxx50 +0.79%) senza però essere in grado di migliorare i livelli record raggiunti giovedì.
L'S&P500 si é mosso in soli 26 punti con un minimo a 5846 subito dopo l'apertura e un massimo a 5672 punti verso le 20.30. L'indice é poi ridisceso a 5850 punti e ha chiuso a 5864.67 punti (+0.40%). Pur essendo stata una buona seduta (A/D a 6037 su 3255, NH/NL a 821 su 228) il mercato ha dato segni di stanchezza e non é riuscito a migliorare i massimi di giovedì.
Sul fronte economico segnaliamo giovedì la decisione della BCE di ridurre i tassi d'interesse di riferimento del -0.25% - il trend al ribasso del costo del denaro in America e in Europa é evidente e sostiene le borse.
Il conflitto in Medio Oriente non sembra influenzare negativamente i mercati finanziari - il prezzo del petrolio (WTI) é sceso a 68.69 USD/barile - l'8 ottobre, al culmine della crisi tra Israele e Iran, era schizzato a 78 USD.
Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti sono alle porte. Il 5 novembre si avvicina senza che ci sia un chiaro favorito. Non pensiamo che la vittoria di Trump o della Harris possano influenzare il rialzo della borsa. L'unico problema che potrebbe creare scompiglio é un risultato incerto e contestato. In questo caso la borsa americana potrebbe avere una sostanziale correzione. Per ora questa sembra una variante poco probabile che viene evidentemente ignorata dagli investitori.

Commento del 12-13 ottobre

Nuovo massimo storico dell'S&P500 a 5822 punti. Le banche saltano lentamente sul treno in corsa.

Riassunto: L'S&P500 ha fatto segnare venerdì un nuovo massimo storico a 5822.13 punti. La performance da inizio anno é del +21.91% contro il +10.68% dell'Eurostoxx50 e il +15.65% del DAX. La borsa americana trascina decisamente il plotone e rimane la favorita per i prossimi mesi. I mercati azionari sono in una solida fase di rialzo che si avvicina alla fine. Il nostro obiettivo per l'S&P500 é da mesi a 6000+ punti. Questo obiettivo é ormai a portata di mano mentre non sembra ancora iniziata la fase finale con un'accelerazione di tipo esaustivo accompagnata da euforia. Il rialzo viene però sempre più seguito e accettato dagli investitori. Ormai gli indicatori di sentiment restano stabilmente sull'ottimismo (Fear&Greed Index a 74 punti) con molti speculatori costantemente long (put/call ratio a 0.44 - media mobile a 10 giorni a 0.52) senza che questo provochi una significativa correzione. Nelle ultime due settimane si é verificato un rimbalzo dei tassi d'interesse sull'USD (il reddito dell'USTBond decennale (4.11%) é tornato sopra il 4%) e dell'USD (USIndex a 102.68) ma questo non ha avuto conseguenze negative. Questo rimbalzo sembra, almeno sulla base dell'analisi tecnica, praticamente finito. Pensiamo che nel prossimo futuro i tassi d'interesse debbano ricominciare a scendere e l'USD ad indebolirsi. Questa oscillazione é un'ovvia conseguenza di uno scenario economico ancora incerto. Mentre l'inflazione é sotto controllo non é ancora chiaro se avremo un soft landing, una crescita relativamente robusta o una frenata eccessiva con una crisi deflazionistica. In ogni caso gli utili delle imprese americane sono in crescita e molte banche tornano ad aumentare le percentuali di azioni nei portafogli. Questa settimana uno dei più grandi istituti bancari svizzeri ha diminuito la liquidità per investire... sul mercato azionario americano.
Siamo convinti che in autunno avremo mercati azionari in forte rialzo - difficile dire se il top verrà raggiunto ancora quest'anno ma considerando il ritmo attuale di salita crediamo che questo rialzo possa durare ancora da tre a sei mesi - temiamo che i nostri obiettivi possano essere troppo bassi.
Il trend rialzista é solido e sostenibile (66.4% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 66.80 punti) con una partecipazione in aumento. Questa settimana sono salite praticamente tutte le borse mondiali in maniera compatta. Osserviamo una buona rotazione tra settori - la tecnologia sta facendo una pausa mentre le PMI sono in recupero.
Restiamo pienamente investiti in azioni e favoriamo il mercato americano a quello europeo. Poiché il rialzo é generalizzato consigliamo di comperare indici o ETF settoriali - a livello di singole imprese é possibile che ci siano sorprese negative e in questo periodo dove le forze trainanti sono la liquidità e le emozioni é difficile fare una buona selezione tra le diverse imprese.
Siamo positivi per quel che riguarda i mercati obbligazionari anche perché questi constituiscono una buona assicurazione in caso di incidenti di percorso. Nei prossimi mesi però sottoperformeranno i mercati azionari mentre saranno decisamente da favorire una volta che le borse avranno raggiunto il top.
Da ultimo manteniamo le nostre posizioni in oro (2657 USD/oncia) e argento (future a 31.74 USD/oncia). Anche i metalli preziosi sono in una forte fase di rialzo - questa settimana c'é stata una pausa con un sano consolidamente che apre la strada ad ulteriori guadagni.
Insomma - il party continua e l'importante é mantenere la rotta senza farsi spaventare dalla alte valutazioni fondamentali e dagli appelli delle Cassandre. Bisogna solo evitare di avere (troppa) liquidità. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.00% a 5003 punti
SX7E (banche)          +3.46% a 145.12 punti
DAX                         +1.32% a 19373 punti
SMI                          +1.31% a 12154 punti
FTSE MIB                  +2.13% a 34308 punti
S&P500                     +1.11% a 5815.03 punti
Nasdaq100                +1.18% a 20272 punti

È stata una settimana tranquilla durante la quale le borse hanno accolto con un'alzata di spalle qualsiasi notizia - sia positiva che negativa. Le forti oscillazioni dei prezzi del petrolio (lu +2.76 USD, ma -3.57 USD, gio +2.61USD) non hanno influito. L'aumento dei tassi d'interesse non ha frenato la corsa. Dei dati mensili sull'inflazione in America leggermente superiori alle attese non hanno scatenato delle vendite. Sembra ormai che il rialzo sembra immune a qualsiasi influsso.
Venerdì abbiamo avuto la logica conclusione di questo comportamento. L'S&P500 ha aperto in calo a 5775 punti. È subito salito e verso le 16.30 é arrivato a 5819 punti. Si é fermato per ore sui 5810 punti, é sceso a 5802 punti per prendere slancio ed é salito alle 21.10 sul nuovo massimo storico a 5822 punti. Sul finale ha ritracciato e ha chiuso a 5815.03 punti (+0.61%). Tutti i settori hanno partecipato (DJT +2.14%, Nasdaq100 +0.15%, Russell2000 +2.10%, A/D a 7454 su 1843). I Summation Index sono in calo ma stanno girando creando la premesse per la prossima sostanziale spinta di rialzo.
Insomma - questa settimana gli indici azionari sono saliti malgrado che gli indicatori tecnici mostrassero che internamente il mercato stava consolidando con correzioni a livello settoriale. Nel prossimo futuro le premesse tecniche dovrebbero migliorare mentre da tassi d'interesse e USD dovrebbe nuovamente arrivare una spinta positiva. La seconda parte del mese di ottobre potrebbe essere ottima.

Commento del 5-6 ottobre

La borsa americana non scende malgrado il conflitto in Medio Oriente e un rimbalzo dei tassi d'interesse e dell'USD Index

Riassunto: L'S&P500 é sceso mercoledì su un minimo settimanale a 5674 punti e ha concluso la settimana a 5751 punti (+0.90%), 16 punti sotto il massimo storico a 5767 punti. Noi per questa settimana ci aspettavamo una continuazione del consolidamento con un breve vuoto d'aria e una discesa dell'S&P500 fino a 5664 punti. Finora tutto sembra andare secondo i piani anche se non siamo ancora convinti che la borsa americana possa già riprendere stabilmente la via del rialzo. Secondo gli oscillatori il mercato non ha ancora "scaricato" l'ipercomperato e a livello di sentiment vediamo ancora un eccesso di ottimismo. La CBOE Equity put/call ratio venerdì era ancora bassa a 0.48 mentre la MM a 10 giorni questa settimana non si é mossa - questo significa che ci sono ancora troppi traders long. Il Fear&Greed Index a 74 punti (+7) mostra che c'é troppo ottimismo. Esiste di conseguenza la possibilità che l'S&P500 debba ancora fermarsi per una manciata di sedute sui 5650-5800 punti prima di riprendere il rialzo in maniera dinamica. L'S&P500 é salito malgrado che una serie di dati economici e le tensioni in Medio Oriente abbiamo fatto salire il prezzo del petrolio (WTI a 74.38 USD/barile contro i 68.18 di una settimana fà), il reddito delle obbligazioni in USD (USTB decennale da 3.75% a 3.96%) e il valore dell'USD (USD Index da 100.11 a 102.28). La borsa americana ha mostrato in questa maniera resilienza (un termine molto di moda...) riuscendo a guadagnare terreno malgrado che le premesse fossero contrarie. Sembra quasi, guardando anche a quanto successo nell'ultima settimana di settembre, che gli investitori sono in grado di ignorare notizie puntuali discordanti e si concentrano sul quadro generale economico che punta in direzione di un soft landing. Tassi d'interesse tendenzialmente in calo, inflazione sotto controllo, crescita economica positiva e solidi utili delle imprese americane sembrano costituire uno scenario ideale per la continuazione di questo bull market.
Noi crediamo che le Banche Centrali sono in ritardo e che la politica monetaria é stata troppo restrittiva per troppo tempo. Siamo quindi convinti che lentamente lo scenario di soft landing si trasformerà in una recessione con forte rischio di deflazione. Nei prossimi mesi le borse dovrebbero ancora accelerare al rialzo per poi crollare sotto il peso di eccessive valutazioni fondamentali e prospettive economiche improvvisamente negative. Prima però deve ancora esserci una fase di euforia con l'ormai famosa accelerazione finale di tipo esaustivo. A breve non vediamo pericoli all'orizzonte e non pensiamo che il conflitto in Medio Oriente si estenderà ad altri Paesi costituendo un grave problema per l'economia mondiale.
Restiamo quindi pienamente investiti sui mercati azionari, specialmente quello americano. Crediamo che questa settimana il reddito di mercato delle obbligazioni e l'USD siano unicamente rimbalzati per ragioni tecniche - siamo convinti che il ribasso debba a breve riprendere alimentando il rialzo dei mercati azionari.
La performance settimana delle borse europee é stata negativa (Eurostoxx50 -2.22%). Specialmente i settori sensibili ai tassi d'interesse come le banche (SX7E -4.78%) hanno corretto in maniera sostanziale. Considerando quanto era successo nella settimana precedente (Eurostoxx50 +4.04%) questo é però logico e non costituisce un problema. Le borse europee sono semplicemente più volatili di quella americana dove il trend rialzista é più stabile. Per inciso i nostri indicatori di base restano stabilmente positivi (66.0% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 67.90). 
I metalli preziosi si sono comportati come la borsa americana. Il prezzo dell'oro in USD ha marciato sul posto (2653 USD/oncia) mentre il prezzo in EUR ha fatto registrare venerdì la migliore chiusura della storia a 2417 EUR/oncia. Il future sull'argento é salito da 31.92 di venerdì scorso a 32.45 USD/oncia con un incremento settimanale del +1.66% - la temuta correzione intermedia a 30 USD non si é verificata ma questa possibilità esiste ancora. Venerdì il future ha toccato un nuovo massimo annuale a 33.23 USD. Inutile dire che la tendenza dominante resta al rialzo, noi siamo investiti e fiduciosi sul raggiungimento dei nostri ambiziosi obiettivi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.22% a 4955 punti
SX7E (banche)          -4.78% a 140.26 punti
DAX                         -1.81% a 19120 punti
SMI                          -1.91% a 11997 punti
FTSE MIB                  -3.26% a 33594 punti
S&P500                     +0.90% a 5751.07 punti
Nasdaq100                +0.13% a 20035 punti

Venerdì gli investitori hanno aspettato con trepidazione fino alle 14.30 gli ultimi dati sul mercato del lavoro americano. I dati sono risultati migliori di quanto avevamo previsto gli analisti, il reddito dell'USTBond decennale é salito a 3.96% (+0.11%), l'USD Index é balzato a 102.28 (+0.50%) e gli indici azionari americani sono saliti trascinandosi dietro l'Europa almeno fino alla chiusura alle 17.30 (Eurostoxx50 +0.68% a 4955 punti). L'S&P500 ha aperto in positivo a 5737 punti, é sceso fino alle 16.30 a 5702 punti per poi recuperare a balzi fino ai 5735 punti. L'indice ha in seguito ritracciato fin verso le 20.00 quando dai 5720 punti é salito stabilmente fino a 5753 punti di massimo. Ha chiuso poco più in basso a 5751.07 (+0.90%). La partecipazione é stata buona (A/D a 6613 su 2745) e sono saliti quasi tutti i comparti (DJT +0.44%, Nasdaq100 +1.22% e Russell2000 +1.50%). Il rapporto NH/NL (628 su 402) resta però deludente. I Summation Index sono in calo. La volatilità VIX é scesa a 19.21 (-1.28) - come spiegato precedentemente c'é troppo ottimismo e questo potrebbe obbligare l'S&P500 a consolidare ancora per qualche giorno. A un certo momento però, quando il mercato entrerà nella fase finale di accelerazione, gli investitori saranno stabilmente ottimisti passando poi all'euforia. Di conseguenza é possibile che l'eccesso di ottimismo ora non provochi più correzioni. Insomma - una correzione minore di un -2%/-3% in questo stadio é possibile ma non necessaria, non é un problema e non deve sorprendere. Possiamo però ignorare questi eventuali brevi vuoti d'aria e goderci il rialzo.

Commento del 28-29 settembre

Il consolidamento in America "perturbato" da buoni dati sull'inflazione e dalla svolta in Cina

Riassunto: Le borse si trovano in una lunga fase di rialzo che deve terminare nei prossimi mesi con un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Il nostro obiettivo di riferimento si trova a 6000+ punti di S&P500 (-0.13% a 5738.17 punti). Abbiamo spiegato più volte che con 6000+ vogliamo indicare una forte possibilità che l'S&P500 sullo slancio superi in maniera sostanziale questo obiettivo e possa impennarsi fino ai  6500-6600 punti. All'inizio questo scenario appariva irrealistico - ora però l'S&P500 si trova solo un 4% dall'obiettivo originale mentre l'accelerazione finale non sembra ancora essere iniziata. In ogni caso la tendenza rialzista é indiscutibile e confermata. L'S&P500 passa regolarmente da un nuovo record al successivo (questa settimana l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico giovedì a 5767.37 punti) mentre i nostri indicatori di base (72.6% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 67.57) danno sempre luce verde.
Una settimana fà avevamo segnalato a breve una situazione di eccesso - secondo gli oscillatori e gli indicatori di momentum la borsa americana era su un massimo intermedio e aveva bisogno di una fase di consolidamento. Considerando la forza del trend non ci aspettavamo una tipica correzione di medio termine ma solo un periodo di pausa con una minicorrezione di un -2% per chiudere il gap a 5664 punti. In effetti la borsa americana é andata in stallo (S&P500 +0.28%, +0.25%, -0.19%, +0.40%, -0.13%) ma per saldo l'S&P500 é riuscito a guadagnare ancora 36 punti. Le borse europee invece, non bloccato dall'ipercomperato, si sono involate e il DAX tedesco ha fatto registrare un nuovo sostanziale massimo storico a 19491 punti. Tra parentesi questo nuovo record storico del DAX si verifica mentre l'economia é in recessione e il Paese attraversa una grave crisi politica ed economica. Molti analisti fondamentali da mesi prevedono un crollo della borsa ma é evidente che non capiscono i meccanismi che dominano i mercati finanziari.
Cosa é successo e perché la nostra previsione di corto termine per Wall Street é risultata parzialmente sbagliata? Durante la settimana parecchie notizie hanno stimolato le borse. I dati sull'inflazione sono risultati inferiori alle stime degli analisti sia in Europa che in America. Le Banche Centrali danno evidenti segnali di voler seguire una politica monetaria più accomodante - la BNS svizzera ha abbassato per la terza volta quest'anno il suo tasso d'interesse guida del -0.25%. Infine la Cina ha lanciato un mostroso programma di stimoli economici con misure sul fronte della spesa statale, un sostegno dei consumi interni, una maggiore possibilità delle banche a concedere crediti e un classico abbassamento dei tassi d'interesse. Questo ha fatto decollare la borsa cinese - l'indice China A50 ha guadagnato in una settimana il +16.13% mentre l'Hang Seng é balzato del +13.00%. Ovviamente questo fuoco pirotecnico sui mercati asiatici (Nikkei +5.56%) ha contagiato in maniera positiva le borse di tutto il mondo. In fondo é sorprendente che l'S&P500 abbia marciato sul posto - questo é però l'effetto frenante dell'ipercomperato.
Questo significa niente correzione minore? No - numerosi segnali tecnici ci inducono a credere che una minicorrezione é ancora necessaria e pendente. Gli oscillatori non hanno ancora scaricato l'ipercomperato e i dati sulla partecipazione si indeboliscono. I Summation Index stanno girando e mercoledì sono brevemente scesi. Ma é soprattutto il mercato delle opzioni a mostrare una certa pericolosa euforia tra i traders. La CBOE Equity put/call ratio é rimasta tutta la settimana intorno a 0.50 mentre la MM a 10 giorni é scesa a 0.53. Di conseguenza ci sono troppi traders long che a breve devono vendere per chiudere le posizioni speculative long - quest'anno ogni volta che questo indicatore é sceso sotto i 0.56 l'S&P500 ha corretto. Forse nessuno venderà prima della scadenza del trimestre in maniera da mostrare una "bella performance" - alla fine di settembre manca però solo la seduta di lunedì. Non stupitevi quindi se settimana prossima c'é un breve vuoto d'aria.

Correzioni a parte restiamo convinti rialzisti su tutte le borse mondiali - favoriamo quella americana mentre gli indici azionari europei ci sembrano a breve troppo estesi. Nel complesso la situazione economica negli Stati Uniti ci sembra migliore che in Europa ed esiste maggiore spazio di manovra per abbassare i tassi d'interesse. Il reddito dell'USTbond decennale é ora al 3.75% mentre il reddito del Bund decennale é al 2.14%. Siamo long in azioni sfruttando al massimo i limiti imposti dai profili d'investimento. Abbiamo posizioni in obbligazioni poiché siamo convinti che i tassi d'interesse debbano ancora scendere in maniera sostanziale - obbligazioni di buona qualità saranno inoltre una buona assicurazione al momento in cui le borse avranno raggiunto l'apice e cominceranno a cadere. Sembra essere una questione di mesi e non di anni.

Siamo infine investiti in metalli preziosi. Il rialzo dell'oro (2658 USD/oncia) é regolare e stabile. L'oro ha toccato giovedì un nuovo record storico a 2685 USD/oncia - l'obiettivo a 3000 USD si avvicina. Il future sull'argento ha chiuso venerdì a 31.92 USD. La performance settimanale é stata del +1.33%. L'argento é balzato del +4.33% lunedì (32.43) ma poi si é "spento" e ha cominciato a correggere per l'ennesima volta. Potrebbe al massimo ridiscendere sui 30 USD dando un'ultima opportunità d'acquito a chi ancora non é investito. Il prezzo di questo metallo é molto volatile e il mercato é altamente speculativo. Pensiamo però che il nostro obiettivo annuale a 38 USD sia solamente una tappa intermedia all'interno di un movimento di rialzo con un enorme potenziale.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.04% a 5067 punti
SX7E (banche)          +0.89% a 147.31 punti
DAX                         +4.03% a 19473 punti
SMI                          +2.54% a 12234 punti
FTSE MIB                  +2.86% a 34727 punti
S&P500                     +0.62% a 5738.17 punti
Nasdaq100                +1.09% a 20008 punti

Come spiegato nella prima parte del commento, é stata una settimana estremamente positiva per le borse asiatiche ed europee mentre per una volta l'America si é mossa con "il freno a mano tirato". In tutte le sedute l'S&P500 ha aperto bene ma poi ha ritracciato e ha chiuso sotto il livello d'apertura. Un chiaro segno che c'era una certa pressione di vendita malgrado il risultato finale positivo. I dati sulla partecipazione (A/D e NH/NL) confermano questa impressione - a soffrire é stato soprattutto il Russelll2000 (+0.67% a 2224 punti) che durante la settimana ha perso il -0.26%.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5756 punti, È brevemente sceso a 5750 punti per poi risalire sul massimo giornaliero a 5763 punti. Successivamente l'indice é scivolato verso il basso fin verso le 20.30 quanto ha toccato il minimo a 5727 punti. Dopo un rimbalzo a 5745 punti l'indice ha chiuso a 5738.17 punti (-0.13). Nel complesso una seduta deludente considerando il buon comportamento dei listini europei (Eurostoxx50 +0.69%). L'impressione é che la borsa americana debba ancora consolidare e lo scenario più probabile a breve é ancora una discesa a 5664 punti prima della ripresa del rialzo.

L'USD Index (100.11) continua a ballare sul supporto a 100. La rottura al ribasso é però unicamente rimandata. Per logica la fase conclusiva del rialzo in America con l'accelerazione finale di tipo esaustivo deve corrispondere ad un indebolimento dell'USD - stimiamo che noi prossimi mesi l'USD debba ancora perdere un -10% contro le altre maggiori monete, EUR compreso.
A inizio anno avevamo fissato per il cambio EUR/USD (1.1163) un obiettivo a 1.20-1.25. La direzione é sicuramente quella giusta - forse però il raggiungimento dell'obiettivo slitterà al prossimo trimestre dell'anno prossimo.
 
Commento del 21-22 settembre

La FED riduce i tassi d'interesse del -0.5%. Dopo un consolidamento il rialzo riprenderà in maniera dinamica
Nuovi massimi storici di S&P500, DAX e oro

Riassunto: È andata come doveva. La FED americana mercoledì sera ha abbassato il tasso d'interesse di riferimento del -0.5% e la borsa ha festeggiato - giovedì l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico a 5733.57 punti. Venerdì sono scaduti i derivati di settembre - é stata una grande scadenza trimestrale che probabilmente corrisponde ad un massimo intermedio. Gli oscillatori sono troppo in alto e il cambiamento d'umore degli investitori é stato troppo repentino - quindi il mercato deve assorbire gli eccessi e settimana prossima ci deve essere un consolidamento che dovrebbe permettere all'S&P500 di scendere a chiudere il gap a 5664 punti. Poi si deve ripartire al rialzo seguendo il trend dominante (in America il 70.2% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE é 64.05). Non possiamo che confermare il nostro obiettivo per questo rialzo a 6000+ punti di S&P500. A breve dovrebbe iniziare la fase finale di accelerazione di tipo esaustivo durante la quale praticamente tutto il listino dovrebbe essere risucchiato verso l'alto - favoriti saranno i titoli ciclici, quelli che approfittano di un calo dei tassi d'interesse e le PMI rappresentate dal Russell2000. Al momento non vediamo nulla a livello fondamentale o tecnico che possa negare questo scenario.
Le borse europee seguono a distanza quella americana - il DAX ha toccato giovedì un nuovo record storico a 19044 punti. Altri indici faticano a toccare nuovi massimi per problemi specifici o storici - in Svizzera per esempio l'SMI é appesantito dalla debolezza di Nestlé (performance settimanale del -5.63% e nuovo minimo a 52 settimane) mentre l'Eurostoxx50 non ha ancora completamente recuperato i danni procurati dalle varie crisi dell'ultimo ventennio (la crisi tecnologica del 2000-2003, la crisi finanziaria partita dal mercato immobiliare USA del 2007-2008 e la crisi del debito sovrano del 2010-2011).
Anche per quel che riguarda i metalli preziosi la situazione si sviluppa come previsto - l'oro ha fatto segnare venerdì un nuovo record storico a 2625 USD/oncia. L'argento (future a 31.50 USD/oncia, performance settimanale del +1.36%) segue a distanza. Come in borsa lentamente l'interesse degli investitori si dovrebbe spostare dai titoli a grossa capitalizzazione alle PMI, ci aspettiamo che presto o tardi l'argento venga "riscoperto" dagli investitori istituzionali. Vi ricordiamo che il nostro obiettivo per quest'anno é a 38 USD mentre ci aspettiamo che il rialzo dell'oro si "spenga" intorno ai 3000 USD/oncia. 
Insomma - rispettando il motto del nostro sito consigliamo caldamente di essere long su praticamente tutto - azioni (specialmente negli Stati Uniti), obbligazioni e metalli preziosi. Siamo short unicamente USD - l'attesa rottura del supporto a 100 sull'USD Index tarda ad arrivare ma noi restiamo fiduciosi.
Nel complesso non abbiamo nulla da aggiungere a quando prevediamo da mesi sia per quel che riguarda l'economia che lo sviluppo dei mercati finanziari. Finora funziona tutto come previsto. L'unico inconveniente riguarda il timing - ci aspettavamo che l'inflazione e di riflesso i tassi d'interesse sarebbero scesi più velocemente. Di conseguenza le borse salgono più lentamente del previsto con numerose pause e correzioni intermedie. Questo é però un fattore positivo che rafforza la nostra convinzione riguardante il rialzo. C'é ancora molto scetticismo e molti investitori che non stanno partecipando al rialzo. Ad un certo momento tutti saranno obbligati a saltare sul treno in corsa. Questo rialzo deve finire nell'ottimismo generale e nell'euforia - non prima.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.59% a 4871 punti
SX7E (banche)          +3.45% a 146.01 punti
DAX                         +0.11% a 18720 punti
SMI                          -0.87% a 11934 punti
FTSE MIB                  +0.58% a 33762 punti
S&P500                     +1.36% a 5702.55 punti
Nasdaq100                +1.42% a 19791 punti

Gli investitori hanno aspettato fino a mercoledì per conoscere le decisioni della FED. Ci sono state tre sedute calme e senza sostanziali variazioni (S&P500 +0.13%, +0.03%, -0.29%) e finalmente giovedì si é verificato l'atteso rally che ha scaraventato l'SP500 sopra i 5700 punti. Venerdì invece c'é stata la solita seduta di scadenza tripla di derivati - alti volumi (volume relativo a 2.0) e numerosi repentini cambi di direzione. Per saldo però ha dominato l'ipercomperato e l'S&P500 ha chiuso sul livello d'apertura (5701) a 5702.55 punti (-0.19%). Venerdì ci sono state prese di beneficio su titoli che hanno corso troppo ma per saldo tutti i settori hanno avuto una buona performance settimanale (Russell2000 venerdì -1.10% - performance settimanale +2.08%).
A questo punto l'unico nostro dubbio riguarda solo la profondità e la durata del prossimo dovuto consolidamento. Se fossimo in un mercato in laterale e senza tendenza ci dovrebbe essere una correzione di almeno un -5% in tre settimane. Vista però la situazione attuale crediamo che il consolidamento sarà di breve durata e non dovrebbe superare un -2% (S&P500).

Commento del 14-15 settembre

La correzione intermedia di settembre é alle spalle - ora ci prepariamo a nuovi massimi storici. Record dell'oro.

Riassunto: Sono passate tre settimane dall'ultimo commento e se guardiamo gli indici azionari sembra che sia successo poco o niente. 
L'S&P500 é 8 punti sotto il livello del 23 agosto. Come pensavamo c'é stata ancora una correzione intermedia. In America é iniziata il 3 settembre ed ha fatto cadere l'S&P500 di circa 240 punti in 4 sedute. A questo punto i soliti pessimisti hanno dichiarato che era iniziata una consistente fase di ribasso e questa volta anche gli analisti tecnici erano d'accordo visto che sui grafici di S&P500 e Nasdaq100 si era verificato un massimo discendente (bearish) invece dell'atteso (rileggete a questo riguardo la seconda parte del nostro precedente commento) massimo ascendente. L'analisi tecnica non é però una scienza esatta e non bisogna basare una previsione su un massimo mancato di una ventina di punti ma é necessario prendere in considerazione sempre una serie di fattori come ipercomperato, eccesso di rialzo, divergenze a livello di partecipazione e sentiment. Soprattutto in questo momento sembra che il sentiment (o umore degli investitori) giochi un ruolo determinante. Specialmente i giovani traders con poca esperienza passano velocemente dall'euforia alla disperazione e sembrano reagire spesso a falsi segnali - i social media, dove abbondano i falsi gurus, amplificano questo effetto. Siamo convinti che nei prossimi mesi la volatilità avrà tendenza ad aumentare e quindi riteniamo giusto seguire la tendenza dominante cercando di evitare reazioni emotive. A questo punto possiamo confermare che la tendenza di fondo della borsa americana (e di riflesso di quelle europee) é ancora saldamente al rialzo con il 64.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.71.
Abbiamo una certa comprensione per i ribassisti poiché i dati economici sono preoccupanti. Specialmente in Europa si delinea una recessione e pochi riescono p.e. a capire perché il DAX ha fatto segnare ad inizio settembre un nuovo record storico mentre la Germania e in una profonda crisi politica ed economica. Le borse però guardano al futuro e sono fortemente influenzate da liquidità e tassi d'interesse. L'inflazione non é più un problema e questa settimana la BCE ha abbassato per la seconda volta quest'anno i tassi d'interesse di riferimento del -0.25%. Mercoledì 18 settembre, vale a dire settimana prossima, anche la FED americana dovrebbe diminuire il costo del denaro e noi ci aspettiamo una riduzione del -0.5% del FED Rate. Le Banche Centrali stanno passando da una politica monetaria restrittiva ad una più espansiva e questo dovrebbe alimentare il rialzo. In seguito noi ci aspettiamo una crisi deflattiva e debitoria che dovrebbe provocare un crollo dei mercati azionari. È però ancora troppo presto per parlare di questa fase successiva. Prima i mercati giocheranno lo scenario del soft landing e arriverà l'accelerazione finale di tipo esaustivo che catapulterà l'S&P500 sopra il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti. Preparatevi a movimenti dinamici e considerevoli in poco tempo. Già questa settimana abbiamo avuto un assaggio di quello che succederà in autunno. Il Nasdaq100 ha guadagnato questa settimana il +5.93% mentre l'argento é balzato del +10.25% - il future é salito da 28.18 a 31.07 con un rally di circa il +8% unicamente nelle ultime due sedute.
A questo punto é necessario citare il nuovo record dell'oro (2578 USD / 2328 EUR per oncia) che venerdì ha toccato un nuovo massimo storico a 2587 punti. Vi ricordiamo che già a marzo di quest'anno avevamo fissato l'obietto di questo lungo rialzo a 3000 USD/oncia - siamo convinti che questo obiettivo verrà raggiunto nei prossimi 6 mesi. Di riflesso restiamo bullish sull'argento che ad un certo punto verrà scoperto dagli investitori istituzionali come valida alternativa all'oro vista la sua decisa sottovalutazione storica. Il nostro obiettivo a 38 USD per quest'anno sembra sotto questa ottica ancora conservativo. In fondo bastano due settimana come quella appena trascorsa per catapultare il prezzo dell'argento a ridosso dei 38 USD... Ci vorrà però un certo lavoro con una modesta correzione sui 32 USD e un consolidamento sopra i 30 USD prima della prossima decisiva spinta di rialzo.

In generale restiamo pienamente investiti sui mercati azionari all'interno dei limiti imposti dai profili d'investimento. Abbiamo posizioni in obbligazioni di lungo termine specialmente in USD dove i tassi d'interesse di mercato sono ancora decisamente interessanti malgrado che venerdì il reddito dell'US Treasury Bond sia sceso a 3.66% (-0.02%). Se però come pensiamo all'orizzonte (6-12 mesi) si profila una crisi economica e finanziaria é utile e necessario essere investiti in obbligazioni lunghe e di prima qualità visto che le Banche Centrali reagiranno come al solito abbassando in maniera massiccia i tassi d'interesse e innondando i mercati di liquidità.
Ci teniamo strette infine le posizioni in metalli preziosi, oro e argento. L'argento é più volatile e speculativo dell'oro - ci vogliono nervi saldi per restare investiti e ignorare i paurosi vuoti d'aria che contraddistinguono questo mercato poco liquido. Il forte potenziale di rialzo giustifica però il rischio e la fatica emotiva.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.22% a 4844 punti
SX7E (banche)          +1.60% a 141.13 punti
DAX                         +2.17% a 18699 punti
SMI                          +1.09% a 12037 punti
FTSE MIB                  +0.83% a 33568 punti
S&P500                     +4.02% a 5626.02 punti
Nasdaq100                +5.93% a 19514 punti

A corto termine sui mercati azionari si profila una situazione tecnica interessante. Secondo gli oscillatori, gli indicatori di ipercomperato e quelli di sentiment a breve (DSI) gli indici azionari americani dovrebbero toccare un massimo intermedio a metà di settimana prossima. Il momento potrebbe corrispondere alla seduta della FED quando Jerome Powell dovrebbe annunciare il pivot e la diminuzione per la prima volta in questo ciclo, dei tassi d'interesse. Tentando di dipingere uno scenario teorico l'S&P500 potrebbe salire nelle prime tre sedute della settimana sui 5700-5750 punti ma poi dovrebbe brevemente correggere. Questa correzione potrebbe essere l'ultima prima del top...
La seduta di venerdì é stata positiva e ha concluso in maniera logica una settimana giocata al rialzo. L'S&P500 ha aperto a 5602 punti, é velocemente salito sui 5630 punti poi é oscillato a caso in una ventina di punti (5615-5636) fino alla chiusura a 5626.02 punti (+0.54%). Gli investitori si sono concentrati su assets speculativi e otticamente "rimasti indietro" e questo spiega la buona prestazione del Russell2000 (RUT +2.49%) che per una volta ha messo in ombra la tecnologia (Nasdaq100 +0.47%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 7704 su 1817, NH/NL a 830 su 169 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa a 16.56 (-0.51), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.54 mentre il Fear&Greed Index é salito a 49 punti (+6). In generale é stata una buona seduta malgrado che la partecipazione resta mediocre.
Come spiegato é probabile che settimana prossima sullo slancio gli indici azionari continuino a salire e l'S&P500 faccia segnare un nuovo record storico. I DSI (Daily Sentiment Index) su S&P500 e Nasdaq100 sono però già alti e quindi é probabile che poi ci sia un breve vuoto d'aria. Non facciamo questa previsione a scopo di trading ma unicamente come forma di avvertimento. Non preoccupatevi di queste correzioni intermedie che malgrado possano essere violente e profonde non intaccano il trend rialzista. Restate investiti e godetevi lo spettacolo di mercati azionari a caccia di record mentre mezzo mondo parla di crisi e possibile recessione.

Ricordiamo che siamo ribassisti sull'USD. L'USD Index é a 101.12 e con la diminuzione dei tassi d'interesse da parte della FED potrebbe arrivare finalmente la spinta ribassista necessaria per rompere definitivamente il supporto a 100.

Commento del 24-25 agosto

Powell da il segnale di partenza per l'accelerazione finale di tipo esaustivo

Riassunto: Venerdì Jerome Powell, responsabile della Banca Centrale americana FED, ha annunciato che é giunto il momento di cambiare politica monetaria. L'inflazione negli Stati Uniti é sotto controllo ed esiste spazio di manovra per abbassare i tassi d'interesse di riferimento. La prima diminuzione é prevista a settembre. Questa evoluzione, come sapete, non ci sorprende - arriva forse troppo tardi. Probabilmente nei prossimi mesi ci saranno parecchi ritocchi ai tassi d'interesse di riferimento. Gli investitori sono convinti che l'economia si dirige verso un soft landing e la combinazione tra costo del denaro in calo e utili futuri delle imprese stabili o in crescita fà decollare le borse. Venerdì é salito praticamente tutto - indici azionari, obbligazioni e materie prime. L'S&P500 ha chiuso a 5634.61 punti (+1.15%) e si trova a soli 35 punti dal massimo storico di metà luglio a 5669 punti. Come pensavamo la caduta di circa 500 punti di luglio/agosto si é rilevata una semplice, veloce e brutale correzione intermedia. Le borse riprendono la loro corsa al rialzo e il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500 é a portata di mano. Nel commento del 6-7 luglio vi avevamo spiegato che 6000+ punti significa che probabilmente sullo slancio questo obiettivo a 6000 punti verrà ampiamente superato (possibili sono 6500-6600 punti). La fase finale del rialzo sarà un'accelerazione finale di tipo esaustivo con forti guadagni in poche settimane o giorni. Molti investitori sono ancora sottoinvestiti e piuttosto scettici (Fear&Greed Index a 53 punti) - siamo a conoscenza di parecchie banche svizzere che ad inizio agosto hanno ridotto le azioni in portafoglio poiché temevano una profonda correzione di medio termine. Molti saranno nelle prossime settimane obbligati a saltare sul treno in corsa e comperare - euforia e momentum creeranno la miscela esplosiva per un finale con il botto.
Lo scenario che seguiamo da tempo si sta sviluppando come previsto e noi restiamo pienamente investiti in azioni e obbligazioni di lungo termine. Favoriamo gli Stati Uniti e i settori ciclici e quelli sensibili ad un calo dei tassi d'interesse. Siamo convinti che le azioni delle PMI sono sottovalutate e consigliamo ancora adesso l'acquisto del Russell2000 (RUT).
Ricordiamo che gli investitori europei hanno unicamente un problema da risolvere - la svalutazione del USD. Nei prossimi mesi il differenziale dei tassi d'interesse si svilupperà a sfavore della moneta americana e l'USD perderà di valore. Chi ha EUR o CHF come moneta di riferimento deve assicurare l'USD contro le monete europee o comperare ETF che compensano il rischio di cambio.
Cosa succederà in futuro lo abbiamo visto in maniera esemplare venerdì. L'S&P500 é salito del +1.15% - il Russell2000 é balzato del +3.19%. Contemporaneamente il cambio EUR/USD é salito a 1.1204 (+0.73%) e l'USD Index é caduto a 100.61 (-0.82%). In pratica per chi calcola in EUR un investimento nell'S&P500 ha reso "solo" il +0.42% (+1.15% di guadagno sull'indice - 0.73% di perdita sul cambio).
L'alternativa é possedere azioni di società europee - le borse europee seguiranno il rialzo della borsa americana. Ripulito dell'effetto cambio é difficile dire quale alternativa sarà la migliore.
Anche i metalli preziosi si sviluppano secondo le nostre previsioni. Non abbiamo bisogno di fare grandi commenti. L'oro (2512 USD/oncia) ha toccato martedì un nuovo record storico a 2531 USD/oncia. Il nostro obiettivo grafico si trova a 3000 USD/oncia. Dovrebbe essere raggiunto nei prossimi 6 mesi. L'argento questa settimana ha guadagnato il +2.64% a 29.86 (future). Il rialzo dell'argento fatica a svilupparsi ma noi restiamo fiduciosi e costruttivi. Presto o tardi gli investitori identificheranno questo metallo come una valida alternativa all'oro e si renderanno conto che il prezzo é "rimasto indietro". Forti acquisti si concentranno in un mercato con scarsa liquidità e improvvisamente il prezzo comincerà a correre. Il nostro obiettivo é a 38 USD/oncia.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.38% a 4909 punti
SX7E (banche)          +0.76% a 139.05 punti
DAX                         +1.70% a 18633 punti
SMI                          +1.34% a 12347 punti
FTSE MIB                  +1.84% a 33650 punti
S&P500                     +1.45% a 5634.61 punti
Nasdaq100                +1.08% a 19720 punti

Le borse hanno avuto un andamento altalenante e sono oscillate in laterale (S&P500 +0.97%, -0.20%, +0.42%, -0.89%) fino a venerdì in attesa del discorso di Jerome Powell a Jackson Hole. L'S&P500 ha aperto venerdì in leggero guadagno a 5600 punti e su questo livello si é fermato fino alle 16.00 quando il capo della FED si é finalmente espresso. L'S&P500 é poi balzato su un massimo a 5641 punti, é sceso a metà seduta sul minimo a 5585 punti per poi risalire regolarmente fino alla chiusura a 5634.61 punti (+1.15%). Tutti i settori  hanno contribuito al buon risultato (DJ +1.14%, DJT +1.61%, Nasdaq100 +1.18%, RUT +3.19%). La seduta é stata decisamente positiva con A/D a 8102 su 1197, NH/NL a 760 su 129 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita a 15.79 (+0.99), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.55 e il Fear&Greed Index é balzato a 53 punti. I Summation Index stanno salendo e la tendenza di fondo della borsa americana é saldamente al rialzo (70.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 58.78).
A breve ci aspettiamo che l'S&P500 salga su un nuovo massimo storico sopra i 5669 punti. Questo dovrebbe avvenire in concomitanza con una rottura dell'USD Index sotto i 100 punti. Dovrebbe poi esserci una breve correzione intermedia o un consolidamente per assorbire i guadagni. In seguito gli indici azionari continueranno a salire.

L'escalazione militare in Medio Oriente con l'odierno attacco degli Hisbollah, le milizie libanesi controllate dall'Iran, contro Israele non costituiscono un pericolo in grado di far deragliare il rialzo delle borse.
Tecnicamente non vediamo problemi all'orizzonte.

Avviso: Sono in vacanza una decina di giorni. Il prossimo commento verrà pubblicato in forma ridotta domenica 8 settembre in serata o lunedì 9 settembre.
Aggiornamento: Purtroppo sono tornato con ritardo dalla vacanza e non sono stato in grado di pubblicare il previsto commento dell'8 o 9 settembre. Mi scuso dell'inconveniente. Il prossimo commento apparirà domenica 15 settembre.

Commento del 17-18 agosto

Il rialzo delle borse ha ripreso vigore - massimo storico dell'oro (2508 USD/oz) e buona performance dell'argento (+5.62%)

Riassunto: Lunedì 5 agosto l'S&P500 é crollato su un minimo a 5119 punti. Molti investitori ed analisti erano convinti che la fine del carry trade sul cambio USD JPY aveva provocato l'inizio di una consistente fase di ribasso. Noi non eravamo d'accordo. Secondo noi questo minimo era definitivo e segnava la fine di una correzione. Tecnicamente avevamo notato una evidente situazione di ipervenduto ed eccesso di ribasso con investitori vicini al panico. Secondo noi doveva riprendere il rialzo che restava la tendenza dominante. Osservando gli oscillatori pensavamo unicamente che dovesse esserci una consistente pausa sui 5400 punti prima che l'S&P500 potesse muoversi in direzione dei 6000+ punti, livello che resta il nostro obiettivo per quest'anno. Una settimana fà l'S&P500 si era fermato a 5344 punti. In questa settimana ci sono state altre 5 sedute positive (per un totale di 7 sedute consecutive di rialzo) e l'S&P500 ha chiuso a 5554.25 punti (+0.20%), decisamente sopra la resistenza intermedia a 5400 punti. Il gap down del 2 agosto é stato chiuso con un gap up il 15 agosto ed ora la strada é aperta verso l'alto. Il massimo annuale a 5669 punti é a portata di mano. La tendenza di fondo della borsa americana é nuovamente saldamente al rialzo con il 62.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 54.13 - i Summation Index stanno salendo. Per i prossimi giorni é difficile fare una previsione affidabile. Gli oscillatori di corto e medio termine sono contradditori - siamo però lontani da una situazione di ipercomperato (RSI sui maggiori indici tra i 50 ed i 60 punti) mentre gli investitori restano scettici e prudenti (Fear&Greed Index a 35 punti). Dopo 7 sedute ininterrotte di rialzo una pausa di assestamento sembra necessaria ma non obbligatoria. Un consolidamento all'inizio di settimana prossima sarebbe salutare ma in ogni caso in seguito gli indici azionari sono destinati a salire decisamente più in alto.
Restiamo pienamente investititi sui mercati azionari e favoriamo il mercato americano e il settore delle piccole e medie imprese. 
Gli indici azionari europei sono destinati a seguire l'esempio di Wall Street come é avvenuto nel corso di questa settimana.
Il cambio EUR/USD é salito a 1.1028 - é la più alta chiusura di quest'anno e mostra che la svalutazione della moneta americana sta riprendendo il suo corso. L'USD Index é sceso a 102.31. Ricordiamo che noi prevediamo da tempo un calo dei tassi d'interesse di mercato sull'USD (reddito dell'USTBond decennale a 3.88%) e una svalutazione della moneta americana. Questi due fattori devono contribuire al rialzo delle borse (soprattutto grazie ad un'espansione dei P/E) e dei prezzi delle materie prime.
Ritorniamo sui metalli preziosi segnalando che l'oro ha toccato venerdì un nuovo record storico a 2508 USD/oncia. Vi ricordiamo che a marzo di quest'anno. quando l'oro aveva superato i 2150 USD/oncia, avevamo fissato usando l'analisi grafica un nuovo obiettivo a 3000 USD. Siamo inoltre bullish sull'argento anche se questo metallo fatica seguire l'oro - tecnicamente mostra finora debolezza relativa e la correzione dai 32 USD fino a i 26.50 USD di maggio-agosto é stata decisamente più lunga e profonda del previsto. Domenica scorsa consideravamo però che la correzione era praticamente terminata e avevamo scritto che dai 27.54 USD il future poteva risalire in una settimana a 29. In effetti si é sviluppato un rally che é sfociato venerdì in una chiusura sul massimo a 29.09 - l'argento ha guadagnato in 5 sedute il +5.62%. Pensiamo che la prossima settimana potrebbe iniziare con un ritracciamento fino al massimo a 28.40 e poi deve riprendere il rialzo. L'ipotesi di un minimo a fine agosto, descritta settimana scorsa, non é ovviamente più valida ed é già stata eliminata lunedì 12 agosto con il superamento dei 28 USD. Il nostro obiettivo resta a 38 USD entro la fine di quest'anno.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.53% a 4840 punti
SX7E (banche)          +4.30% a 137.99 punti
DAX                         +3.38% a 18322 punti
SMI                          +2.70% a 12188 punti
FTSE MIB                  +3.96% a 33040 punti
S&P500                     +3.93% a 5554.25 punti
Nasdaq100                +5.37% a 19508 punti

Per tutta la settimana i pessimisti sono rimasti in attesa della ripresa del ribasso - prima hanno argomentato che il rimbalzo dal minimo del 5 agosto doveva durare da 3 a 7 giorni. Poi, quando il rialzo é continuato, erano sicuri che si sarebbe bloccato contro la resistenza a 5400 punti. Martedì sera (S&P500 +1.68% a 5434 punti) avevano i primi dubbi ma sono rimasti ribassisti poiché anche mercoledì (+0.38% a 5455 punti) l'S&P500 non si era allontanato di molto dai 5400 punti. Giovedì (S&P500 +1.61% a 5543 punti) erano a corto di argomenti ma speravamo in un crollo venerdì. Invece la seduta di venerdì é stata ancora positiva (S&P500 + 0.20% a 5554.25 punti) con un'apertura sul minimo ed una chiusura vicino la massimo a 5562 punti. I dati sulla partecipazione sono buoni (A/D a 6294 su 2909, NH/NL a 289 su 210) mentre il sentiment mostra ancora scetticismo (Fear&Greed Index a 35 punti, CBOE Equity put/call ratio a 0.51, VIX a 14.80). Non vediamo problemi tecnici all'orizzonte che possano impedire una continuazione di questa fase di rialzo e lo scenario macroeconomico si sta sviluppando secondo le nostre previsioni.
Restiamo decisamente ottimisti per lo sviluppo dei mercati finanziari (indici azionari e obbligazioni al rialzo) per i prossimi 3 - massimo 6 mesi. Lo stesso vale per i metalli preziosi (oro e argento).

Commento del 10-11 agosto

Il crollo di lunedì (S&P500 -3.00%) ha segnato la fine della correzione - adesso sono tutti esperti di carry trade

Riassunto: Pensavamo che la correzione delle borse fosse finita il 25 luglio con l'S&P500 sui 5400 punti. Ci siamo sbagliati ma, considerando la chiusura di questa settimana (5344.16 punti), non di molto. Abbiamo sottovalutato la reazione degli investitori ad uno sviluppo che avevamo previsto da tempo vale a dire un calo dei tassi d'interesse sull'USD e un contemporaneo aumento del costo del denaro in Giappone. Improvvisamente il fine settimana scorso tutti sono diventati degli esperti di carry trades e delle possibile catastrofiche conseguenze che un reversal delle posizioni USD/JPY poteva avere sui mercati finanziari. Il panico é stato però di breve durata. Lunedì in apertura l'S&P500 é crollato fino ad un minimo a 5119 punti ma poi ha recuperato, sia nella giornata di lunedì con una chiusura a 5186 punti, sia nel resto della settimana che si é conclusa con una performance di poco (-0.04%) negativa. Lunedì tutti gli "esperti" che prevedevano da mesi un ribasso hanno cominciato ad urlare "ve l'avevo detto io" e hanno raddoppiato la dose aggiungendo la previsione di un imminente crollo. Martedì, dopo un anemico rimbalzo (S&P500 +1.04%) hanno detto che tecnicamente doveva esserci un rimbalzo ma che poi la caduta delle borse sarebbe continuata in maniera dinamica. Questa narrativa é rimasta valida fino a venerdì. Noi ovviamente non siamo d'accordo. Lunedì abbiamo osservato panico negli indicatori di sentiment (VIX con un massimo giornaliero a 65.63 punti!) e contemporaneamente abbiamo rilevato una chiara situazione di ipervenduto e eccesso di ribasso a corto termine. Siamo convinti che la correzione iniziata in America a metà luglio é terminata. C'é solo un problema - gli oscillatori di medio termine stanno ancora scendendo e probabilmente si saranno scaricati unicamente per la fine del mese di agosto. Di conseguenza lo sviluppo più probabile per le prossime 3 settimane é quello di una consolidamente dell'S&P500 intorno ai 5400 punti prima che il rialzo, che resta la tendenza dominante, possa proseguire ed accelerare.
Lunedì abbiamo assistito ad un tonfo dell'USD (USD Index a 101.97) e ad un netto calo dei tassi d'interesse di mercato sull'USD ma parte di questo brusco movimento é annullato nel corso della settimana - il reddito dell'US Treasury Bond é risalito a 3.95% mentre l'USD Index ha recuperato fino a 102.97. Pensiamo però che dopo queste scosse di assestamente il movimento debba riprendere - il tassi d'interesse di mercato sull'USD devono nei prossimi mesi scendere e contemporaneamente l'USD dovrebbe indebolirsi. Questa combinazione é ideale per alimentare il rialzo della borsa americana che dovrebbe decisamente sovraperformare gli altri mercati azionari mondiali - Europa compresa.
Una settimana fà é circolata insistentemente la previsione di una recessione in America - pensiamo che nel prossimo futuro questo scenario sarà sostituito da quello di un atterragio morbido (soft landing). L'inflazione é in calo insieme al costo del denaro mentre l'economia, almeno negli Stati Uniti, continua a crescere. Questo é uno scenario ideale per i mercati azionari e crediamo che gli investitori cominceranno di nuovo a comprare azioni con entusiasmo. Ora sono ancora pessimisti (Fear&Greed Index a 24 punti) e sottoinvestiti. Molti dovranno tornare almeno a posizioni azionarie neutre spostandosi oltre tutto da titoli difensivi a quelli di crescita e quelli favoriti da un calo dei tassi d'interesse.
Restiamo pienamente investiti sui mercati azionari favorendo la borsa americana ed il settore delle PMI (Russell2000).

Le materie prime e i metalli preziosi hanno subìto negativamente l'impatto dell'insorgere del timore di recessione. I prezzi sono in generale scesi nella prima parte della settimana e hanno recuperato terreno solo giovedì e venerdì. Per l'argento rimane un saldo settimanale negativo del -4.17% (future a 27.54) - il rally di giovedì ci fà però credere che il peggio é passato e già settimana prossima potrebbe esserci un recupero fino a 29 USD. Temiamo unicamente la scadenza dei futures - secondo le statistiche é probabile che l'argento chiuda il mese di agosto su un minimo intermedio. Vediamo se questa tradizione viene sfatata da un buon inizio di settimana. Ci aspettiamo un aiuto dal rame che sembra aver trovato solido supporto sui 4 USD.
 
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.77% a 4675 punti
SX7E (banche)          -0.34% a 132.29 punti
DAX                         +0.35% a 17722 punti
SMI                          +0.01% a 11866 punti
FTSE MIB                  -0.74% a 31782 punti
S&P500                     -0.04% a 5344.16 punti
Nasdaq100                +0.39% a 18513 punti

Venerdì molti si aspettavano un ritorno sul mercato dei venditori ed invece c'é stata una continuazione della buona seduta di giovedì (S&P500 +2.30% a 5319.31 punti). Questo risultato positivo non era fin dall'inizio evidente. L'S&P500 ha aperto in calo sui 5313 punti e all'inizio é sceso fino a 5300 punti. Ha però recuperato ad ondate e verso le 19.30 ha toccato il massimo a 5358 punti. Ci sono poi state delle vendite ma la chiusura a 5344.16 punti ha salvato un solido guadagno di 25 punti (+0.47%).
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5375 su 3801, NH/NL a 200 su 531 (entrambi i valori sono bassi) e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 20.37 (-3.48), il CBOE Equity put/call ratio é risultato normale a 0.60 (dopo l'alto valore di 0.97 di giovedì) mentre il Fear&Greed Index ha recuperato solo 1 punto a 24 punti. I Summation Index scendono ancora ma il momentum é in calo e un'inversione di tendenza é imminente. Considerando che venerdì lo YEN é ricominciato a salire insieme ai future sui Bond USA sembra che la paura della fine del carry trade é passata. Nel futuro non dovrebbe ripetersi il crollo di lunedì malgrado che l'USD debba indebolirsi.

Consideriamo i tragici sviluppi delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente come insignificanti per i mercati finanziari. Non pensiamo che un eventuale attacco dell'Iran contro Israele possa influenzare in maniera sostanziale le sviluppo delle borse.

Commento del 3-4 agosto

Le borse sorprendentemente cadono mentre l'economia si sviluppa come previsto. Reddito del USTBond decennale a 3.79%

Riassunto: Da mesi diciamo che la crescita dell'economia americana sta rallentando. Da parecchio tempo abbiamo previsto che l'inflazione sarebbe scesa, che i tassi d'interesse sarebbero calati e che la FED avrebbe dovuto diminuire i tassi d'interesse di riferimento. Come conseguenza ci aspettavamo un indebolimento dell'USD. Pensavamo che questo sviluppo sarebbe stato progressivo. Invece venerdì c'é stato un repentino cambiamento d'umore da parte degli investitori causato dagli ultimi dati sul mercato del lavoro. A luglio l'economia americana ha creato unicamente 114'000 nuovi posti di lavoro (contro gli attesi 176'000) e il tasso di disoccupazione é balzato al 4.3% (contro l'atteso 4.1%). Come conseguenza i tassi d'interesse di mercato sono precipitati - ancora una settimana fà l'US Treasury Bond decennale rendeva il 4.20% - venerdì il reddito é crollato a 3.79% (-0.19%). Contemporaneamente l'USD si é svalutato - l'USD Index é sceso del -1.2% a 103.00 e l'USD ha perso particolarmente di valore contro monete come lo YEN giapponese (+2.00%) o il CHF svizzero (+1.78%).
A questo punto é necessario un breve inciso. Da anni investitori si indebitavano a tasso 0% in YEN comperando altre monete come l'USD per investire in borsa o in obbligazioni al 5%. Questo Carry Trade é funzionato bene per parecchio tempo ma ora il gioco é finito e di colpo tutti corrono a chiudere queste operazioni poiché i tassi d'interesse sullo YEN stanno salendo e lo YEN si rivaluta. Si ricompra YEN e si vende USD. Lo YEN era cambiato il 10 luglio ancora a 0.6250 - venerdì il cambio é balzato a 0.6869 - c'é stato un apprezzamento di circa il +10% in meno di un mese. Questi sono movimenti enormi che provocano logicamente dei terremoti di assestamento sui mercati finanziari.
Torniamo a quanto successo durante la settimana. La reazione dei mercati obbligazionari e dei cambi é stata logica e razionale. Meno comprensibile é stato invece il crollo delle borse di venerdì ((Eurostoxx50 -2.67%, S&P500 -1.84%). In America sembra concretizzarsi uno scenario di soft landing e il dato sul mercato del lavoro, che oltre tutto si riferisce al passato, non é una sorpresa ma unicamente una conferma di quanto si stava delineando da mesi. Noi ci aspettavamo che le borse reagissero positivamente ad un calo del costo del denaro - quanto successo venerdì sembra contraddire la nostra previsione. In effetti i grafici dei maggiori indici azionari mondiali mostrano delle preoccupanti rotture al ribasso e tecnicamente la variante più probabile a questo punto sembra essere una continuazione della correzione.
Abbiamo sbagliato noi o la reazione di venerdì é irrazionale e ingiustificata? È troppo presto per dirlo ma per il momento non abbiamo ancora abbastanza elementi per poter dire che é iniziato un ribasso e che dobbiamo cancellare la nostra ipotesi di un rialzo estivo.
Molti fattori possono spiegare la caduta delle borse di venerdì. La violenta reazione dei mercati obbligazionari e dei cambi ha creato una situazione di incertezza alla quale normalmente gli investitori reagiscono tentando di ridurre i rischi e di conseguenza le posizioni azionarie. Venerdì per la prima volta é apparso lo spettro della recessione in America e molti pensano che la FED stia sbagliando politica monetaria - avrebbe dovuto, come da noi auspicato, ridurre i tassi d'interesse di riferimento già nella sua ultima seduta di mercoledì 31 luglio.
Insomma - l'economia americana si sviluppa come previsto, i tassi d'interesse scendono, l'USD si indebolisce e i redditi delle obbligazioni sono in calo. Fino a qui funziona tutto come ci eravamo immaginati. Per ora restiamo quindi della ferma opinione che le borse debbano ancora avere una fase d rialzo di 3 - 6 mesi. In fondo la seduta di venerdì non é andata così male - le perdite sono state inferiori al 3% e l'S&P500 (-1.84% a 5346.56 punti) ha chiuso 42 punti sopra il minimo giornaliero. A breve gli indici sono ipervenduti e ci deve essere per lo meno un rimbalzo tecnico. Forse venerdì si é unicamente verificata una falsa rottura al ribasso con panico (VIX a 23.39 (+4.80) e Fear&Greed Index a 27 punti (-12)). In questo caso l'S&P500 dovrebbe nei prossimi giorni risalire sopra i 5400 punti, consolidare e formare base prima di riprendere il rialzo.
Sul fronte dei metalli preziosi é stata una settimana relativamente tranquilla. L'indebolimento dell'USD é una fattore positivo per oro e colleghi e il sostegno dovrebbe rafforzarsi nel futuro. L'argento (future) é risalito da 28.07 a 28.69 - ha guadagnato durante la settimana il +2.20%. Restiamo decisamente rialzisti con un'obiettivo a 38 USD entro la fine dell'anno. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.64% a 4638 punti
SX7E (banche)          -4.29% a 132.75 punti
DAX                         -4.11% a 17661 punti
SMI                          -3.14% a 11875 punti
FTSE MIB                  -5.30% a 32018 punti
S&P500                     -2.06% a 5346.56 punti
Nasdaq100                -3.16% a 18440 punti

I mercati azionari hanno avuto un andamento altalenante e per saldo positivo fino a mercoledì (S&P500 +0.08%, -0.50% e +1.58%). Giovedì c'é stata un primo cedimento (S&P500 -1.37%) al quale é seguita la pesante caduta di venerdì come conseguenza dei deludenti dati sul mercato del lavoro USA. L'S&P500 ha aperto in gap down a 5366 punti, ha recuperato fino a 5381 punti ma é poi caduto per la chiusura in Europa (17.20) sul minimo a 5302 punti. È risalito una quarantina di punti, é oscillato per ore tra i 5310 ed i 5350 punti ed ha infine chiuso a 5346.56 punti (-1.84%). Le vendite hanno colpito tutti i settori (DJT -2.72%, Nasdaq100 -2.38%, RUT -3.52%). La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1772 su 7607 (79% declines), NH/NL a 258 su 1646 e volume relativo a 1.4. I dati sul sentiment sono quasi a livello di panico (CBOE Equity put/call ratio a 0.80).
Secondo i nostri indicatori di base la tendenza di fondo é ora incerta con il 43.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.28.
Le borse europee sono più deboli rispetto all'America. Il massimo annuale risale a maggio o giugno e da quel momento i maggiori indici hanno perso circa il -9%. L'Eurostoxx50 guadagna da inizio anno solo il +2.55%. Nel complesso uno sviluppo deludente. La correlazione positiva con l'America é ancora valida - se Wall Street ritroverà la via del rialzo l'Europa dovrebbe seguire. La crescita economica in Europa é però asfittica (l'ultimo dato mostra che la Germania sta cadendo in recessione) e quindi é improbabile che l'Europa possa nel futuro sovraperformare gli Stati Uniti.

Commento del 27-28 luglio

La correzione, concentrata nel settore tecnologico, é finita giovedì con un minimo a 5397 di S&P500. Ora si riparte al rialzo.

Riassunto: A metà luglio é iniziata una correzione di corto termine all'interno del lungo rialzo del mercato azionario americano. Secondo noi la correzione doveva essere violenta ma di corta durata. Avevamo previsto che questa settimana l'S&P500 potesse scendere ancora fino a circa 5440 punti prima di ricominciare a salire. In effetti l'S&P500 ha toccato un minimo giovedì a 5397 punti ma grazie alla buona seduta di venerdì (+1.11% a 5459.10 punti) ha prontamente recuperato e terminato la settimana sopra i 5440 punti. In questa fase del rialzo la volatilità aumenta in maniera considerevole e i livelli tecnici di riferimento non vengono rispettati con precisione. Quello che stiamo tentando di spiegare é che i supporti servono come punto di riferimento ma le reazioni degli investitori sono talmente violente (mercoledì S&P500 -2.31% a 5427.13 punti !) che degli errori di valutazione sono spesso possibili. Solo combinando i livelli tecnici con altri indicatori tipo quelli di sentiment si può dire quando una correzione é finita. Giovedì la VIX era salita a 18.04 (+3.32), il CBOE Equity put/call ratio era balzato a 0.80 mentre il Fear&Greed Index era crollato a 41 punti (-14 punti) - grazie all'apparizione di questi segni di panico era logico prevedere la fine della correzione ma la chiusura giornaliera vicino al minimo ci ha mostrato che molto probabilmente ci sarebbero ancora state delle vendite prima di un solido minimo.
È stata soprattutto una correzione della tecnologia. Il Russell2000, malgrado la caduta di mercoledì (-2.14%), ha guadagnato durante questa settimana il +3.47%. Questo ci mostra che il mercato nel complesso non era per niente male specialmente a livello di partecipazione e che, come avevamo previsto, il settore delle piccole e medie imprese sta sovraperformando. 
Notiamo che gli investitori sono nervosi e reagiscono in maniera virulenta ai risultati trimestrali delle imprese. In questo periodo dei buoni risultati sono spesso stati presi come scusa per prendere dei guadagni e dei risultati deludenti hanno scatenato delle vendite. In generale, indipendentemente dai risultati, la reazione é stata negativa. L'opinione dominante é che le borse sono care e sopravvalutate - di conseguenza molti investitori sono prudenti e sottoinvestiti. Siamo convinti che nei prossimi mesi dominerà uno scenario economico di soft landing con tassi d'interesse in calo - gli investitori si aspetteranno un aumento degli utili delle imprese grazie ad una politica monetaria che diventerà nuovamente espansiva. Questo dovrebbe provocare un netto aumento dei P/E e chi é ancora fuori dai mercati azionari dovrà saltare sul treno in corsa. Il momentum causerà infine entro la fine di quest'anno l'accelerazione finale di tipo esaustivo che noi prevediamo da tempo .

La pesante caduta dei mercati azionari mercoledì ha avuto delle ripercussioni negative anche sui metalli preziosi. Mentre l'oro questa settimana ha nel complesso limitato le perdite (da 2401 a 2387 USD/oncia), l'argento ha subito un tracollo e ha sfondato il supporto sul future a 29. Ci siamo sbagliati e l'argento é sceso decisamente più in basso di quanto avevamo previsto. Il future é crollato giovedì fino a 27.56 e ha terminato la settimana a 28.07. Il problema é di natura tecnica. Quando a maggio l'argento ha superato i 29 dollari e di slancio ha raggiunto i 30 USD molti analisti hanno pensato che fosse partito un'inarrestabile rialzo e hanno consigliato l'acquisto - l'appello é stato seguito da molti investitori retail. La domanda di questi investitori é stata soddisfatta dalle banche con opzioni e con certificati long a effetto leva (mini futures) con l'assicurazione. Molti di questi certificati avevano un livello di finanziamento e stop loss un paio di USD sotto i 30 USD. Quando il prezzo scende gli stop loss scattano e l'argento viene venduto provocando un effetto a valanga. Questo spiega la pausa sui 29 USD e la successiva caduta in alcune ore di ulteriori 1.5 USD. Ora il movimento sembra essersi esaurito e se l'argento riesce a consolidare alcuni giorni sui 28 USD (senza ritestare il minimo settimanale e far scattare ulteriori stop loss) dovrebbe poi ripartire in maniera dinamica al rialzo. Pensiamo che il ritorno sui 32 USD dovrebbe essere una questione di (3-4) settimane e non di mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.69% a 4862 punti
SX7E (banche)          +1.16% a 145.56 punti
DAX                         +1.35% a 18417 punti
SMI                          +0.56% a 12241 punti
FTSE MIB                  -1.18% a 33812 punti
S&P500                     -0.83% a 5459.10 punti
Nasdaq100                -2.55% a 19023 punti

Dopo il crollo generale di mercoledì e la continuazione della caduta giovedì (con momentum in calo e buona reazione del Russell2000 (++1,26%)) era logico aspettarsi venerdì un rimbalzo. Questo si é prontamente concretizzato. L'S&P500 ha aperto a 5431 punti, é salito a balzi fino a metà seduta a 5488 punti, é caduto fino a 5460 punti ed é poi oscillato in laterale fino alla chiusura a 5459.10 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 7508 su 1741, NH/NL a 1069 su 262 e volume relativo a 0.95. Al rialzo hanno contribuito tutti i settori (Nasdaq100 +1.03%, DJT +1.66%, RUT +1.67%). La volatilità VIX é caduta a 16.39 (-2.07), il CBOE Equity put/call é rimasto piuttosto alto a 0.73 mentre il Fear&Greed Index ha recuperato solo fino ai 45 punti (+69).
Mercoledì 31 luglio la FED comunicherà le sue decisioni riguardanti i tassi d'intereresse. È probabile che nelle prime tre sedute della settimana gli investitori restino in attesa e che le borse si limiteranno a consolidare - l'S&P500 dovrebbe oscillare sui 5440-5500 punti. Noi riteniamo possibile che la FED sorprenda i mercati con una prima riduzione dei tassi d'interesse guida di un -0.25%. In caso contrario dovrebbe per lo meno comunicare la sua intenzione di procedere a settembre con una diminuzione del costo del denaro.

Restiamo positivi e pienamente investiti sui mercati azionari. Abbiamo inoltre posizioni in obbligazioni (specialmente in USD) e in metalli preziosi. L'argento é speculativamente (vista la sua alta volatilità) molto interessante - il nostro obiettivo per quest'anno resta a 38 USD malgrado la pesante correzione iniziata l'11 di luglio (ca -4 USD / ca. -12% in 12 sedute).   

Commento del 20-21 luglio

Una normale, breve e violenta correzione intermedia - attenzione all'USD

Riassunto: Martedì 16 luglio l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico marginale a 5669 punti. Questo conferma che la tendenza di fondo del mercato azionario americano é al rialzo - i nostri dati tecnici di riferimento (il 63.6% dei titoli si trova sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 64.06) concordano. Come avevamo suggerito nella parte finale del commento di domenica scorsa, a partire da mercoledì c'é poi stata una breve e violenta correzione intermedia che ha coinvolto soprattutto i big della tecnologia. Questa correzione non scalfisce minimamente il trend rialzista che é destinato a riapparire già nel corso di settimana prossima. È normale che in questa fase finale del bull market ci siano delle brevi e violente correzioni - sono la logica conseguenza di situazioni tecniche di ipercomperato ed eccesso di rialzo. Degli investitori si spaventano per delle notizie negative e decidono di prendere i guadagni accumulati finora. Come abbiamo ripetuto più volte é impossibile prevedere in anticipo con precisione l'inizio e lo sviluppo di queste correzioni - sappiamo unicamente che non bisogna lasciarsi impressionare da queste perdite di -3%/-5% in pochi giorni - basta restare investiti, avere fiducia e attendere la ripresa del rialzo. Restiamo della ferma opinione che nelle prossime settimane i tassi d'interesse dovrebbero sensibilmente scendere e provocare un'accelerazione del rally. I maggiori indici azionari americani ed europei sono destinati a raggiungere dei nuovi massimi annuali o storici.

Le correzioni servono soprattutto a livello psicologico per eliminare l'euforia e a livello tecnico a compensare gli eccessi di rialzo e l'ipercomperato. In questa settimana le RSI sono tornate nel settore tra il neutro (S&P500 50.08) a il venduto ((Eurostoxx50 38.57, Nasdaq100 43.88), la VIX é balzata a 16.52 e il Fear&Greed Index é sceso a 49 punti. Riteniamo che la correzione sia praticamente terminata anche se non possiamo escludere ancora un paio di sedute negative e un breve consolidamento prima della ripresa del rialzo. Secondo gli oscillatori c'é stata una correzione di corto termine mentre il ciclo a medio termine dovrebbe toppare unicamente a fine mese. Ricordiamo che il 31 luglio si svolgerà la prossima riunione della FED durante la quale si discuterà la situazione economica e si prenderanno eventuali misure di politica monetaria. La maggior parte degli analisti prevedono che a luglio la FED lascerà i tassi d'interesse invariati mentre si aspettano una riduzione di -0.25% fino a -0.50% nella riunione di settembre. Noi pensiamo che la FED potrebbe già muoversi a fine luglio - molto dipenderà dai dati economici che verranno pubblicati nei prossimi 10 giorni. Teniamo d'occhio i mercati obbligazionari che dovrebbero anticipare le mosse della Banca Centrale americana. Per ora il reddito dell'USTBond decennale (4.24%) resta ampiamente sopra la barriera del 4%.

Da mesi vi avvisiamo che prevediamo nel futuro un sensibile indebolimento dell'USD. Riteniamo che questo movimento sia ormai imminente. Nella scorsa settimana il cambio EUR/USD (1.0885) si é brevemente impennato fino a 1.0980 mentre l'USDIndex (104.06) é caduto 103.34. Abbiamo l'impressione che l'USD stai provando a muoversi al di fuori del range degli ultimi mesi. I nostri obiettivi per fine anno sono a 1.20-1.25 per il cambio EUR/USD e 90 per l'USD Index. La ragione si trova nel differenziale dei tassi d'interesse. Mentre in Europa c'é poco spazio per ulteriori cali, i tassi d'interesse di mercato e di riferimento in America dovrebbero nel futuro scendere velocemente e marcatamente. La reazione sui cambi dovrebbe essere violenta specialmente contro lo YEN giapponese visto che in Giappone i tassi d''interesse dovrebbero tendenzialmente salire piuttosto che scendere.
Un calo dei tassi d'interesse sull'USD dovrebbe alimentare il rialzo della borsa specialmente nei settori sensibili al costo del denaro. Citiamo ancora una volta il settore delle PMI e rileviamo che anche questa settimana il Russell2000 (performance settimanale del +1.60%) ha sovraperformato il resto del mercato. Un'altro settore che dovrebbe approfittare di questo sviluppo é quello dei metalli preziosi. Ne riparliamo in seguito.
Attenzione quindi all'USD. Nei prossimi mesi, se avete EUR o CHF come moneta di riferimento per i vostri portafogli, parte dei guadagni sugli indici azionari americani verranno persi a causa dell'indebolimento dell'USD. Per combattere questo effetto negativo bisogna vendere l'USD a termine o comperare ETF hedgded vale a dire ETF che compensano il rischio cambio.

Questa settimana hanno nuovamente deluso i metalli preziosi. L'oro ha perso un -0.4% a 2401 USD/oncia mentre il calo dell'argento é stato più pronunciato. Il future ha terminato la settimana a 29.41 - questo corrisponde ad un -5.28% rispetto ai 31.05 di venerdì 19 luglio. Ripetiamo che quello dell'argento é un mercato con poco volume e molto speculativo. Ci sono molti operatori che vanno long con degli stop loss - questa strategia viene seguita sia dai traders sia da banche che emettono certificati long con assicurazione. Purtroppo in un mercato così ristretto questo provoca volatilità e movimenti che si autoalimentano sia verso il basso che verso l'alto. Pensavamo che le vendite di fine giugno avessere eliminato buona parte di questa speculazione rialzista ma ci siamo sbagliati. Poco male - valutiamo che intorno a 29 ci sia solido supporto e ci aspettiamo a breve una ripresa del rialzo in direzione del nostro obiettivo grafico a 38 USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.31% a 4827 punti
SX7E (banche)          +1.11% a 143.89 punti
DAX                         -3.07% a 18171 punti
SMI                          -1.57% a 12173 punti
FTSE MIB                  -1.05% a 34215 punti
S&P500                     -1.97% a 5505.00 punti
Nasdaq100                -3.98% a 19522 punti

La caduta iniziata mercoledì (S&P500 - 1.39%) é proseguita giovedì (S&P500 -0.78%) e come da logica non si é fermata neanche venerdì (S&P500 -0.71% a 5505.00 punti). Teoricamente questa caduta di tre giorni sul supporto intermedia a 5500 punti dovrebbe essere sufficiente e ci aspettiamo già lunedì un rimbalzo - vediamo...
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5539 punti e all'inizio é ancora salito a 5557 punti di massimo. Poi é sceso ad ondate fino a metà giornata quando ha toccato il minimo a 5497 punti. Da qui é oscillato in laterale risalendo fino a 5520 punti per infine chiudere a 5505.00 punti. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2740 su 6685, NH/NL a 250 su 364 e volume relativo a 1.0. Ìl sentiment é generalmente neutro - é bastata una correzione di un -3% per calmare gli animi. Da un paio di giorni i vari indici si muovono in sintonia (venerdì RUT -0.63%) - giudichiamo questo fenomeno in maniera positiva e come un ritorno alla normalità. Nel futuro ci aspettiamo che il rialzo si sviluppi in maniera omogenea e su una larga base a livello di partecipazione.
A seconda delle notizie il rialzo potrebbe riprendere già lunedì - l'alternativa é che ci siano ancora alcune sedute volatili con una discesa dell'S&P500 fino ai 5440 punti prima che i compratori riprendano il controllo delle operazioni. In attesa della riunione della FED di fine mese gli operatori analizzeranno con attenzione i dati economici riguardanti l'inflazione e lo sviluppo congiunturale in America. 

Commento del 13-14 luglio

Il rialzo inizia una nuova fase con il coinvolgimento delle PMI (Russell2000 +6.10%)

Riassunto: Questa é stata una settimana delle conferme. A livello economico i nuovi dati sull'evoluzione dei prezzi al consumo hanno mostrato che l'inflazione é in calo. I mercati obbligazionari hanno reagito con un rally e una diminuzione dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale in USD a 4.19%, reddito del Bund decennale in EUR a 2.4875%). Il rialzo dei mercati azionari é continuato. L'S&P500 ha toccato venerdì un nuovo massimo storico a 5655.56 punti e ha terminato la settimana a 5615.35 punti (+0.55%). L'ipercomperato e l'eccesso di rialzo hanno unicamente provocato giovedì un breve vuoto d'aria (S&P500 -0.88%, Nasdaq100 -2.24%) che é stata prontamente recuperato. Come previsto ormai le correzioni intermedie sono brevi e insignificanti. La tendenza di fondo della borsa americana resta solidamente al rialzo con il 70.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.44. Il rialzo é ancora regolare e costante e non é ancora entrato nella fase finale con un'accelerazione esponenziale di tipo esaustivo. A livello di sentiment c'é ancora parecchio scetticismo e nessun accenno di euforia (Fear&Greed Index a 56 punti). Non temiamo la alte valutazioni fondamentali visto che il rally é sospinto da momentum, liquidità e sentiment. Le borse europee stanno seguendo in maniera disciplinata e gli indici azionari si stanno avvicinando ai massimi annuali di maggio - ripetiamo la nostra previsione confermando che a luglio questi record verranno superati.
Tutto quanto successo questa settimana rientra nelle nostre previsioni e rispetta il nostro scenario riguardante la fase finale di questo bull market. C'é solo una novità di rilievo. Finalmente la partecipazione sta migliorando (venerdì NH/NL a 1905 (!) su 113) e il rialzo si allarga coinvolgendo il settore delle piccole e medie imprese (PMI) rappresentato negli Stati Uniti dal Russell2000. Questo indice é balzato giovedì del +3.57% e ha avuto una performance settimanale del +6.10%. Nel futuro il Russell2000 sovraperformerà l'S&P500. Ribadiamo che il rialzo sarà nei prossimi mesi generalizzato - gli investitori che ancora adesso hanno troppe poche azioni andranno disperatamente alla ricerca dei titoli "rimasti indietro" e compreranno praticamente tutto. Conviene investire in indici e ETF settoriali evitando azioni di singole società poiché puntualmente potrebbero esserci ancora delle sorprese negative a livello di utili di imprese visto che la congiuntura sta rallentando. Tecnologia e semiconduttori resteranno i leaders dei mercati azionari. Da evitare saranno unicamente quei settori che subiranno il calo dei tassi d'interesse e dei prezzi dell'energia.
Giovedì ci sono state prese di beneficio sulla tecnologia (Nasdaq100 -2.24%) mentre é esploso il Russell2000 (+3.57%). L'impressione é quindi che c'é stata semplicemente una rotazione nel mercato con liquidità che é fuoriscita dalla tecnologia per affluire altrove dove le valutazioni sembravano più interessanti. Noi siamo convinti che per saldo ci sarà nei prossimi mesi un afflusso di ulteriore liquidità sui mercati azionari e quindi assisteremo sempre meno a questo effetto di rotazione tra settori mentre sempre più il mercato salirà in maniera compatta. Bisogna semplicemente seguire il trend senza cercare di scervellarsi ed interpretare ogni singola oscillazione del mercato. Per esempio perché questa settimana i prezzi dei metalli preziosi non si sono mossi in sintonia con la borsa? Non lo sappiamo e sinceramente non ci interessa. La borsa funziona così e non sempre c'é una logica dietro ogni singolo movimento - non sempre le correlazioni funzionano in maniera ferrea. Se in certi giorni la borsa non si comporta secondo la (nostra) logica non é ancora una ragione sufficiente per mettere in questione il trend dominante e la nostra strategia d'investimento. Spesso bisogna semplicemente avere pazienza e aspettare.
Tornando ai metalli preziosi questa é stata una settimana deludente. I prezzi di oro e argento sono unicamente oscillati a caso senza muoversi di molto e senza fornire nuovi elementi d'analisi. Il future sull'argento é sceso da 31.53 di una settimana fà a 31.02. La tendenza resta indiscutibilmente al rialzo. Bisogna solo aspettare che investitori e traders tornino ad interessarsi a questo tema. Può succedere lunedì come solo nel mese di agosto. Il nostro obiettivo a medio/lungo termine sull'oro (2411 USD/oncia) é a 3000 USD/oncia mentre secondo noi l'argento (30.79 USD/oncia) dovrebbe nei prossimi mesi raggiungere i 38 USD/oncia.
Restiamo investiti al massimo, nel rispetto del profilo d'investimento, in azioni e obbligazioni di lungo termine. Sconsigliamo caldamente qualsiasi operazione short e contro il trend rialzista. Siamo convinti che nei prossimi mesi il rialzo continuerà in maniera dinamica e avrà tendenza ad accelerare. Buon divertimento.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.31% a 5043 punti
SX7E (banche)          -0.00% a 142.31 punti
DAX                         +1.59% a 18748 punti
SMI                          +3.05% a 12365 punti
FTSE MIB                  +1.74% a 34580 punti
S&P500                     +0.87% a 5615.35 punti
Nasdaq100                -0.29% a 20331 punti

Dopo la seduta divergente di giovedì (S&P500 -0.88%, Nasdaq100 -2.24%, Russell2000 +3.57%) gli occhi degli analisti erano puntati sulla seduta di venerdì per vedere se il fenomeno si sarebbe ripetuto o se il Russell2000 avrebbe subito ceduto parte dei suoi guadagni. La risposta é stata semplice ed evidente - i rialzisti controllano la situazione e le divergenze non contano. Venerdì é salito tutto - l'S&P500 ha fatto registrare un nuovo massimo storico a 5655.56 punti e il Russell2000 (+1.09%)é riuscito a continuare il rally del giorno precedente. Il fatto che dopo le 20.00 ci siano state delle prese di beneficio (l'S&P500 é sceso da 5655 punti per chiudere a 5615.35 punti, +0.55%) non rovina l'esito della giornata. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 7278 su 1977, NH/NL a 1905 su 113 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é scesa a 12.46 (-0.46), il CBOE Equity put/call ratio é rimasto basso a 0.57 mentre il Fear&Greed Index ha guadagnato 4 punti a 56 punti.
I possessori di titoli compresi nel Russell2000 hanno guadagnato questa settimana in media il +6.10% - questo significa che certe azioni sono salite del +10%/+15% in pochi giorni. Molti investitori saranno ora tentati di realizzare i guadagni considerando anche il fatto che da inizio anno erano rimasti a bocca asciutta. È quindi possibile che la prossima settimana inizi con alcune vendite ed un consolidamento. Questa potrebbe essere per molti l'ultima possibilità, se non fossero ancora investiti, per comperare un ETF sul Russell2000 sui 2100 punti. Tra l'altro il discorso fatto per l'America vale anche per l'Europa. Date un'occhiata alle PMI dove ci sono nascoste molte perle sottovalutate...

Commento del 6-7 luglio

Il rialzo in America é costante ma manca ancora di partecipazione - il consolidamento dei metalli preziosi é finito

Riassunto: Venerdì l'S&P500 (+0.54% a 5567.19 punti) ha toccato un nuovo massimo storico a 5570.33 punti. È stato accompagnato dai fedelissimi indici tecnologici Nasdaq Composite e Nasdaq100 (+1.02% a 20392 punti). Come sapete questo é un segnale tecnico inconfutabile e indiscutibile di rialzo. Il nostro obiettivo di riferimento per questo bull market sono i 6000+ punti di S&P500 - l'obiettivo dovrebbe essere raggiunto ancora quest'anno. Ai 6000 punti manca meno dell'8% e a questo punto l'obiettivo sembra a portata di mano. Vale ora la pena fare alcune considerazioni.
Abbiamo sempre ribadito e ripetuto che il rialzo viene alimentato da liquidità e scetticismo e può unicamente finire con un'accelerazione finale di tipo esaustivo accompagnata da strasbordante ottimismo ed euforia.
A fine giugno 2024 il denaro investito in Money Market Fund in USD ha raggiunto la cifra record di 6150 miliardi. Questo comportamento dei risparmiatori é logico poiché questo denaro parcheggiato a corto termine rende ancora circa il 5.3%. C'é quindi abbastanza carburante per alimentare il rialzo. Quando i tassi d'interesse a corto termine cominceranno a scendere gli investitori abbandoneranno i MMF e cercheranno valide alternative. Il denaro affluirà, a seconda della propensione al rischio, in obbligazioni o in azioni.
Per quel che riguarda il sentiment il rialzo sembra ancora nel suo pieno sviluppo visto che prevale ancora lo scetticismo (p.e. Fear&Greed Index a 54 punti). Molti analisti fondamentali considerano il mercato azionario come sopravvalutato, sono alla ricerca del top e sono ribassisti. Vi ricordiamo che noi, per quel che riguarda il sentiment, abbiamo un indicatore di riferimento per segnalare la fine del rally - mesi fà avevamo previsto che la volatilità VIX doveva cadere in caso di euforia sotto i 10 punti - finora la VIX non riesce a scendere sotto i 12 punti.
Infine nella fase finale di un bull market il rialzo diventa generalizzato e coinvolge praticamente tutti i settori. Finora invece il rialzo resta selettivo - é confinato ai titoli ad alta capitalizzazione e trascinato soprattutto da tecnologia e finanza. La partecipazione é ancora mediocre come mostra chiaramente la deludente performance del Russell2000 da inizio anno (-0.02% contro il +16.72% dell'S&P500).
Riassumendo, considerando i fattori liquidità, sentiment e partecipazione, ci sembra che il rialzo ha ancora parecchia strada da fare e non é ancora iniziata la fase finale di accelerazione. Tornando all'obiettivo a 6000+ di S&P500 abbiamo l'impressione che il + potrebbe essere consistente. I 6000 punti sono un'obiettivo minimo che potrebbe passare a 6500-6600 punti appena i tassi d'interesse comiciassero decisamente a scendere, l'USD a indebolirsi e la partecipazione a migliorare. Utopia? Considerando che nei primi 6 mesi dell'anno l'S&P500 ha guadagnato il +14% non sembra impossibile che possa salire ancora un +20% nei prossimi 4-6 mesi visto che il rialzo prima o poi dovrebbe accelerare.
Questa settimana abbiamo osservato alcuni segnali molto incoraggianti. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 4.29% dopo che una serie di indicatori economici ha mostrato un'ulteriore calo dell'inflazione e una brusca frenata congiunturale. Sui grafici delle divise si delinea un'inversione di tendenza con un'indebolimento generale dell'USD - determinante nei prossimi giorni sarà il comportamento dello YEN giapponese. Infine, come avevamo previsto settimana scorsa, i metalli preziosi e il rame sono ripartiti al rialzo dopo 6 settimane di correzione strisciate o consolidamento. Questa settimana il future sull'argento é passato da 29.43 a 31.53 con una performance del +7.13%. La caccia ai massimi annuali é aperta e confermiamo l'obietto a 38 USD sull'argento entro la fine dell'anno.
Insomma - siamo molto positivi per l'estate e siamo pienamente investiti in azioni (specialmente USA) obbligazioni (specialmente sull'USD) e in metalli preziosi. Non capita spesso di avere la possibilità di guadagnare un +20% nello spazio di 6 mesi.
Attenzione perché alla fase finale di un bull market con un'accelerazione finale di tipo esaustivo segue un tonfo - una pesante caduta che costituisce l'inizio di un bear market. Avremo il tempo di discuterne nei prossimi mesi...

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.72% a 4979 punti
SX7E (banche)          +4.08% a 142.33 punti
DAX                         +1.24% a 18475 punti
SMI                          +0.20% a 12006 punti
FTSE MIB                  +2.51% a 33987 punti
S&P500                     +1.95% a 5567.19 punti
Nasdaq100                +3.60% a 20392 punti

Questa settimana é stata interrotta giovedì 4 luglio dalla festa nazionale americana. Abbiamo quindi avuto 3 giorni "normali", un giorno di chiusura a New York, durante il quale l'Europa é rimasta ferma e senza punti di riferimento, e la seduta di venerdì con pochi operatori attivi e volumi sotto la media (volume relativo a 0.8). Malgrado la settimana "anomala" l'esito é stato indiscutibilmente positivo. L'S&P500 ha guadagno terreno tutti i giorni (+0.27%, +0.62%, +0.51% e +0.54%).
L'S&P500 venerdì ha aperto invariato a 5537 punti, é sceso a 5530 punti di minimo ed é poi salito praticamente fino alla chiusura. Ha toccato un nuovo massimo storico a 5570 punti ed ha chiuso a 5567.19 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5033 su 4243, NH/NL a 350 su 751 e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é salita a 12.48 (+0.22), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.56 e il Fear&Greed Index é balzato a 54 punti (+10). Da un punto di vista tecnico abbiamo poco da dire - riappare la solita costellazione tecnica con indici azionari a breve ipercomperati (RSI sopra i 76 punti) ma con un solido trend rialzista confermato dai nuovi massimi storici.
Una correzione di corto termine (indicativamente -2% in tre giorni) é sempre possibile ma indiscutibilmente gli indici azionari americani sono destinati a salire più in alto e quelli europei non possono che seguire. DAX, Eurostoxx50 e colleghi si stanno riavvicinando ai massimi annuali di maggio e dovrebbero ancora nel mese di luglio toccare nuovi records incuranti dei terremoti politici che scuotono Francia e Gran Bretagna.

Commento del 29-30 giugno

Aspettiamo pazientemente che i tassi d'interesse scendano e facciano partire il rialzo estivo

Riassunto: Abbiamo avuto un'altra settimana senza novità di rilievo. L'S&P500 ha toccato venerdì un nuovo record storico marginale a 5523.64 punti ma ha chiuso la seduta in calo del -0.41% a 5460.48 punti. Di conseguenza la performance settimanale é del -0.08%. Gli indici azionari americani ed europei hanno marciato sul posto e non si é verificata la correzione minore da noi auspicata - l'S&P500 é sceso durante la settimana solo fino ai 5446 punti senza raggiungere i previsti 5400 punti.
Da un punto di vista tecnico e fondamentale non é cambiato nulla. Notiamo unicamente la buona performance relativa del Russell2000 (performance settimanale del +1.02%) che ha provocato un miglioramento nella partecipazione al rialzo. Siamo leggermente irritati dal fatto che i tassi d'interesse non scendono (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.40%) malgrado che l'inflazione in America sembra ora sotto controllo. Sembra che gli investitori abbiamo bisogno di più tempo per elaborare le informazioni e agire sui mercati rispetto a quanto avevamo supposto noi. È evidente che l'inflazione é in calo e l'economia sta rallentando. Non ci sembra molto logico che il tasso d'interesse di riferimento della FED sia ancora fissato al 5.5% con la conseguenza che i tassi d'interesse reali a corto termine si aggirano sul +2% (5.33% di reddito dell'USTBills semestrale - 3.3% di inflazione). Forse ci sono altre componenti tipo l'enorme aumento del debito pubblico degli Stati Uniti che influiscono sui tassi d'interesse. Non abbiamo però ragioni per cambiare il nostro scenario congiunturale e il conseguente previsto sviluppo dei mercati finanziari per i prossimi 6-9 mesi. Ad un certo momento FED ed investitori si renderanno conto che il rischio nel futuro non é l'inflazione ma una brusca frenata dell'economia se non si ritorna ad una politica monetaria più espansiva. Siamo convinti che i tassi d'interesse di riferimento e di mercato sull'USD devono scendere e che il movimento sarà più veloce ed accentuato che nel resto del mondo. Questo deve indebolire l'USD che invece per ora non si muove (EUR/USD a 1.0715, USDIndex a 105.53 contro la nostra previsione a 90 per fine anno). Il calo dei tassi d'interesse e l'indebolimento dell'USD devono far decollare la borsa americana. È sorprendente che finora i nuovi regolari massimi storici dell'S&P500 non convincano gli investitori che restano scettici (Fear&Greed Index a 44 punti) e sotto investiti. Ci aspettiamo che a breve molti siano obbligati a saltare sul treno in corsa e provocare un'accelerazione del rialzo.
Per il momento le borse stanno consolidando - a luglio dovrebbe partire la prossima spinta di rialzo - il nostro obiettivo di riferimento resta a 6000+ punti di S&P500.

Anche sul fronte dei metalli (soprattutto rame) e metalli preziosi (sopratutto oro e argento) non ci sono cambiamenti importanti. La volatilità giornaliera é in diminuzione e questo suggerisce che la correzione strisciante iniziata a maggio si avvicina alla fine. Questa settimana abbiamo osservato un consolidamento che dovrebbe sfociare nella prossima spinta di rialzo verso un nuovo massimo annuale.
Sull'argento si tratta ora il future a scadenza settembre - questo ha chiuso venerdì a 29.43 USD ciò che corrisponde ad un prezzo cash di 29.14 USD. Per saldo questa settimana l'argento ha nuovamente perso un -1%. Il minimo settimanale di 28.71 (cash) é solo 9 cts sotto il nostro obiettivo della correzione a 28.80 USD - il supporto a 28.70 regge e dovrebbe costituire una solida base per il prossimo rally in direzione dei 38 USD. Restiamo investiti in argento che resta un metallo fondamentalmente decisamente sottovalutato e non considerato nei portafogli degli investitori istituzionali.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.29% a 4894 punti
SX7E (banche)          +0.58% a 136.74 punti
DAX                         +0.39% a 18235 punti
SMI                          -0.22% a 11993 punti
FTSE MIB                  -0.46% a 33154 punti
S&P500                     -0.08% a 5460.48 punti
Nasdaq100                -0.09% a 19682 punti

Questa settimana le borse si sono mosse tra la scadenza dei derivati di giugno di venerdì 21 e la fine del semestre che comporta sempre degli effetti di window dressing. È possibile che molti investitori istituzionali abbiano voluto mostrare portafogli pienamente investiti nei titoli "buoni" in occasione della fine di giugno e che questo effetto abbia evitato la correzione minore che avevamo previsto noi su base tecnica. Difficile dire se questa correzione minore é ancora davanti o noi se verrà completamente a mancare. In ogni caso una correzione non é più necessaria visto che l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo sono stati nel frattempo riassorbiti. Indicatori ed oscillatori sono attualmente in posizione +/- neutra - questo significa che a breve l'S&P500 può andare in qualsiasi direzione in un range di un centinaio di punti. Nelle prossime settimane deve però muoversi al rialzo seguendo la tendenza di fondo (50.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 51.88 e Summation Index da venerdì in aumento).

Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5488 punti e nella prima ora é salito su un nuovo record storico a 5523 punti. Poi si é sgonfiato ed é sceso ad ondate fino sul minimo giornaliero a 5451 punti. Dopo le 21.30 é rimbalzato ed ha chiuso a 5460.48 punti (-0.41%). Il listino é stato appesantito dalla tecnologia (Nasdaq100 -0.54%) mentre ancora una volta (come giovedì) hanno fatto bene DJT (+0.98%) e RUT (+0.46%). La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 4866 su 4352, NH/NL a 665 su 575 e volume relativo a 1.6. La volatilità VIX é salita a 12.44 (+0.20), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.64 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 44 punti (-2).

Pensiamo che le borse abbiamo bisogno ancora alcuni giorni per ritrovare direzionalità e liberarsi dagli effetti psicologici di alcuni avvenimenti politici (tipo l'esito delle elezioni in Francia). Siamo però convinti che il mese di luglio celebrerà una convincete ripresa del rialzo delle borse mondiali. L'Europa é destinata a seguire, a dovuta distanza, l'America.

Breve commento del 22-23 giugno

La scadenza dei derivati di giugno ha rallentato l'inizio del rialzo estivo

Questo fine settimana ho degli ospiti - ho poco tempo a disposizione e mi limito ad un breve commento anche perché, rispetto a settimana scorsa, non ci sono cambiamenti significativi.

Riassunto: Una settimana fà abbiamo ribadito il nostro ottimismo per i mercati azionari e abbiamo confermato che il nostro obiettivo di riferimento restano i 6000+ punti di S&P500 (-0.16% a 5464.62 punti). Secondo noi i mercati azionari erano pronti per iniziare un rally estivo di ampia portata. Avevamo però ricordato che la scadenza dei derivati di giugno potevano ancora condizionare i mercati - l'S&P500 doveva salire fino a venerdì 21ed in seguito correggere per alcuni giorni. In effetti l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 5505 punti giovedì confermando che la tendenza di fondo é al rialzo. Le performance settimanali dei mercati azionari sono positive malgrado il tonfo di venerdì (Eurostoxx50 -0.82% a 4907 punti / S&P500 -0.16% a 5466.62 punti).
La nostra previsione a corto termine non cambia. L'S&P500 potrebbe all'inizio di settimana prossima correggere fino a circa 5400 punti per poi ripartire con slancio al rialzo. Al momento a livello tecnico vediamo unicamente delle conferme al nostro scenario positivo. La partecipazione sta migliorando e il numero di nuovi minimi sta diminuendo. Lo scetticismo (Fear&Greed Index a 41 punti) é destinato ad alimentare il rialzo - chi é fuori sarà obbligato a saltare sul treno in corsa.
Riassumendo sembra che il rialzo debba riprendere a luglio con vigore con una sovraperformance delle PMI.
Il titolo più discusso resta Nvidia (126.57 USD) che venerdì ha perso il -3.22%. L'azione era ipercomperata ed in eccesso di rialzo - é logico e normale che ci siano delle correzioni intermedie. Siamo però sicuri che anche nel futuro la tecnologia parteciparà al rialzo dei listini azionari americani e NVidia continuerà a giocare il suo ruolo di titolo trainante. Al più tardi dai 120 USD dovrebbe partire la prossima spinta di rialzo - visto che ci aspettiamo un'accelerazione finale di tipo esaustivo é probabile che NVidia debba superare ampiamente i 200 USD.

Le borse europee si comportano secondo le aspettative - non abbiamo nulla da aggiungere al commento di settimana scorsa. Restiamo investiti in Europa ma favoriamo Wall Street.

L'argento continua a intrattenere la platea e ha scuotere i nervi dei traders. Questa settimana la volatilità é stata alta con balzi superiori al 4% nelle due direzioni. Venerdì il future ha perso il -4.03% e ha chiuso a 29.59. Sembra terribile ma rispetto ad una settimana fà l'argento ha perso solo 4 cts - nulla. Chi però sperava che finalmente l'argento potesse ripartire al rialzo verso il nostro obiettivo a 38 USD deve avere ancora pazienza.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.18% a 4907 punti
SX7E (banche)          +1.66% a 135.95 punti
DAX                         +1.02% a 18163 punti
SMI                          -0.15% a 12044 punti
FTSE MIB                  +1.97% a 33308 punti
S&P500                     +0.61% a 5464.62 punti
Nasdaq100                +0.21% a 19700 punti

Venerdì c'é stata la solita seduta di scadenza semetrale dei derivati. L'S&P500 ha aperto in leggero calo a 5468 punti ed é oscillato in laterale senza una chiara tendenza in un range di soli 26 punti (5452-5478 punti). Ha chiuso in leggero calo a 5464.62 punti (-0.16%). L'unico aspetto particolare sono stati gli alti volumi di titoli trattati (volume relativo 2.0). Ovviamente le operazioni di chiusura e prolungamento delle posizioni a margine si sono verificate nella prima parte della settimana - venerdì ci sono state unicamente le liquidazioni. Come anticipato settimana scorsa é possibile che ora debba esserci una breve e limitata correzione minore. Giovedì in serata e venerdì abbiamo visto l'inizio di questo movimento.
Restiamo pienamente investiti in azioni e obbligazioni specialmente in USD - siamo convinti che il rialzo dei mercati azionari debba continuare ed accelerare durante l'estate. Il rally terminerà nell'euforia e con un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Crediamo che il raggiungimento del top sia una questione di mesi e non di anni.
Per realizzare questo scenario é necessario che i tassi d'interesse scendano e che l'USD si indebolisca - durante questa settimana non ci sono stati combiamenti importanti sul fronte dei cambi e nel mercato obbligazionario - il reddito dell'USTBond decennale é a 4.26% contro il 4.23% della settimana precedente.

Commento del 15-16 giugno

Ai vostri posti, pronti...via - il rally estivo é nei blocchetti di partenza

Riassunto: Per investire con successo bisogna essere in grado di individuare le tendenze dominanti e riuscire ad ignorare avvenimenti di poco conto ma in grado di provocare delle correzioni di corto termine. Mi spiego. La tendenza di fondo dei mercati azionari e in particolare dell'S&P500 americano é al rialzo. L'indice americano delle 500 compagnie a maggiore capitalizzazione ha toccato mercoledì un nuovo massimo storico a 5447 punti. Venerdì ha chiuso a 5431.60 punti (-0.04%), poco sotto questo record. Anche il Nasdaq Composite e il Nasdaq100 (+0.42% a 19659 punti) hanno fatto registrare dei nuovi massimi storici.
Se invece si guardano le borse europee sembra che giovedì si sia verificata una rottura al ribasso dopo una lunga distribuzione di circa due mesi e mezzo. L'Eurostoxx50 (-1.95% a 4839 punti) ha toccato il massimo annuale ad inizio aprile mentre DAX e FTSE MIB hanno fatto segnare il massimo a metà maggio. Evidentemente gli investitori non hanno apprezzato il risultato delle elezioni europee che ha creato forte incertezza soprattutto in Francia (CAC40 performance settimanale -6.23!). L'EUR si indebolito e si sono verificate massicce vendite specialmente sui titoli finanziari. Bisogna ora credere ai segnali di forza provenienti dagli Stati Uniti o ai segnali di vendita che arrivano dall'Europa? Per deciderlo bisogna sapere perché quest'anno le borse stanno salendo. Gli impulsi arrivano da una situazione congiunturale ancora relativamente robusta, da una buona redditività delle imprese, da un'inflazione in calo e dall'aspettativa che la politica monetaria diventi nuovamente espansiva. È cambiato qualcosa in questo scenario favorevole ai mercati azionari? Sicuramente no - al contrario questa settimana sono arrivati dati che confermano il calo dell'inflazione e il rallentamento della crescita economica. Questo ha permesso ai tassi d'interesse di mercato di scendere: il reddito dell'USTBond decennale é caduto a 4.23% dai 4.44% di una settimana fà e il Bund tedesco decennale rende ora il 2.3650% contro i 2.6205% di venerdì scorso. La FED americana ha deciso questa settimana di mantenere i tassi d'interesse di riferimento al 5.25-5.50% - probabilmente sta facendo un errore - ha atteso troppo nell'alzare i tassi d'interesse quando si stava delineando il problema inflazione mentre ora non osa ancora  abbassarli malgrado che i segnali provenienti dall'economia e dagli investitori siano evidenti (inversione nella curva dei rendimenti).
Tornando alla nostra domanda iniziale siamo convinti che il mercato azionario americano e quello delle obbligazioni stanno andando nella giusta direzione. Questa convinzione deriva dal fatto che la situazione macroeconomica, seppure con ritardo, si sta sviluppando secondo il nostro scenario di base. Di conseguenza riteniamo che le vendite osservate questa settimana in Europa rappresentino unicamente una correzione e che nelle prossime settimane gli indici saranno in grado di risalire e di ritoccare i massimi annuali.
Tornando in America pensiamo che il Russell2000 (-1.61% a 2006 punti), che finora ha deluso, é finalmente pronto ad unirsi al rally. Infine crediamo che l'impennata dell'USD (USD Index a 105.14 / EUR/USD a 1.0702) sia solo un effetto temporaneo dovuto più che altro alla debolezza dell'EUR. Nelle prossime settimane l'USD dovrebbe nuovamente perdere di valore e permette ai metalli e ai metalli preziosi di ripartire al rialzo.
Questa settimana l'argento (future a 29.62) ha ancora intrattenuto la platea. Mercoledì, dopo i dati sull'inflazione americana, il prezzo é balzato a 30.35 e sembrava che la correzione fosse finita. La speranza é durata poco e l'argento giovedì ha nuovamente disseminato il panico tra i traders con un'ultimo tuffo a 28.73. Vi ricordiamo che una settimana fà avevamo scritto che probabilmente doveva ancora esserci una caduta fino a 28.80 per eliminare le ultime mani deboli. Ora molti sembrano aver perso la fiducia nell'argento ma si sbagliano - in fondo é stata una settimana positiva con, per saldo, un guadagno di 0.35 USD. Pensiamo che la correzione sia ora completa e l'argento dovrebbe adesso ripartire al rialzo - confermiamo l'obiettivo a 38 USD.
Restiamo molto ottimisti per i mercati azionari e ribadiamo il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500. La correzione in Europa dovrebbe essere praticamente finita almeno per quel che riguardo il potenziale di ribasso. Dovrebbe ora esserci una settimana di consolidamento con la possibilità di nuovi minimi mensili marginali.
Tornando agli avvenimenti che influenzano a corto termine i mercati ma che non sono in grado di far deragliare il trend segnaliamo che venerdì 21 giugno scadono i derivati di giugno - si tratta di una grande scadenza semestrale di opzioni e future sulle azioni e sugli indici che spesso provoca delle turbolenze. Sulla base di esperienze passate pensiamo che la borsa americana salira con volatilità fino a venerdì. Poi potrebbe esserci un breve vuoto d'aria di un paio di giorni e un paio di punti in percentuale causato da una situazione di eccesso di rialzo. Visto che sui mercati azionari si avvicina l'attesa accelerazione finale di tipo esaustivo, di cui abbiamo più volte parlato, é possibile che questa correzione intermedia venga a mancare.
Un'ultima osservazione riguarda il sentiment o l'umore degli investitori. Il Fear&Greed Index é a 38 punti (-5) e segnala pessimismo. Sembra assurdo visto che l'S&P500 ha toccato un record storico ma questa situazione é una conseguenza della scarsa partecipazione. Molti investitori sono frustrati poiché gli indici salgono ma non il valore del loro portafoglio. Questo scetticismo alimenterà nel futuro il rialzo della borsa e costituisce ai nostri occhi un elemento estremamente positivo. Il rialzo finirà nell'euforia e con una generale partecipazione al movimento. Siamo ancora ben lontani da questa costellazione e quindi, se il futuro ci riserva sorprese, saranno più positive che negative.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.21% a 4839 punti
SX7E (banche)          -8.07% a 133.73 punti
DAX                         -2.89% a 18002 punti
SMI                          -1.73% a 12044 punti
FTSE MIB                  -5.76% a 32665 punti
S&P500                     +1.58% a 5431.60 punti
Nasdaq100                +3.46% a 19659 punti

La seduta di venerdì é stata contrassegnata dall'andamento apparentemente divergente tra Europa (Eurostoxx50 -1.95%) e America (S&P500 -0.04%). In parte questo é dovuto alla diffenza oraria tra le sedute europee e americana - l'S&P500 ha toccato il minimo giornaliero a 5403 punti quando i mercati europei hanno chiuso. È però indiscutibile che questa settimana le borse europee erano decisamente più deboli di quella americana. Sembra che ci sia una sfasatura ciclica come mostrano le RSI (72.31 per l'S&P500 e 35.60 per l'Eurostoxx50). È raro che si verifichi una simile differenza tra i due continenti. Riteniamo possibile che il gap venga chiuso con un consolidamento ad alto livello a Wall Street mentre c'é un recupero in Europa. La chiusura in Europa poco sopra il minimo giornaliero ci fà però temere che la pressione di vendita non si esaurirà immediatamente. L'Europa risalirà ma probabilmente ci vorrà del tempo e quanto perso questa settimana nei riguardi dell'America non verrà recuperato.

L'S&P500 ha aperto venerdì in calo a 5415 punti. Dopo una salita fino a 5422 punti l'indice é sceso verso le 17.30 sul minimo a 5403 punti. In seguito é risalito con spinte irregolari e brevi ritracciamentio fino ai 5431.60 punti (-0.04%). L'indice ha chiuso sul massimo giornaliero.
La seduta al NYSE é stata decisamente negativa (a causa del calo del Russell2000 -1.61%) con A/D a 2467 su 6708, NH/NL a 154 su 1513 (!) e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é balzata a 12.66 (+0.72), il CBOE Equity put/call ratio era abbastanza basso a 0.58 mentre il Fear&Greed Index a 38 punti (-5) segnala pessimismo. Per un analista tecnico questo é un mercato strano e pieno di punti interrogativi - S&P500 e Nasdaq salgono lentamente senza correggere mentre la partecipazione al rialzo é modesta e non migliora. Questa debolezza strutturale può provocare dei brevi e violenti vuoti d'aria - questa reazione non é però necessaria. La variante é che improvvisamente la partecipazione migliora e il Russell2000 comincia a correre.
Considerando la posizione delle borse nel ciclo e il fatto che i tassi d'interesse di mercato stanno finalmente scendendo noi favoriamo decisamente la seconda variante. Ci prepariamo ad un rally estivo e ci posizioniamo nei blocchetti di partenza - siano pienamente investiti in azioni e sovraponderiamo attualmente le PMI.

Commento del 8-9 giugno

Mercati azionari generalmente in buona forma - il cielo sulle obbligazioni e sui metalli momentanemente si annuvola

Riassunto: Venerdì l'S&P500 (-0.11% a 5346.99 punti) ha fatto registrare un nuovo record storico a 5375 punti. Questa settimana anche il Nasdaq e il Nasdaq100 hanno toccato dei nuovi massimi storici. Questo conferma in maniera inequivocabile che la tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo. I nostri indicatori di base concordano - il 51.4% dei titoli americani é sopra la SMA a 50 giorni - il Bullish Percent Index sul NYSE é a 56.62. Il problema é che solo poche azioni trascinano il listino - la partecipazione al rialzo é modesta. Il Russell2000 (-1.12% a 2026 punti), che raccoglie 2000 imprese di piccola e media grandezza (PMI) non riesce a decollare. Questa settimana si é mosso in controtendenza é ha perso il -2.10% - da inizio anno é praticamente fermo (-0.03%). Bisogna quindi essere investiti negli indici più importanti e nei titoli "giusti" (tipo NVidia) per guadagnare - la maggior parte dei titoli é invece in affanno come mostrano i Summation Index in calo. Ci sono delle evidenti divergenze tecniche a livello di partecipazione - fino a quando però gli indici regolarmente fanno segnare dei nuovi record non esistono ragioni concrete per vendere e abbandonare il mercato azionario. La variante più probabile é che nei prossimi mesi la partecipazione migliori e che il Russell2000 si unisca al rialzo di S&P500 e Nasdaq.
Il Russell2000 é più sensibile alle mutazioni dei tassi d'interesse e fino a quando il reddito dell'USTBond decennale (4.44%) non scenderà sotto il 4% é poco probabile che si realizzi quella accelerazione finale e generale di tipo esaustivo che prevediamo noi.
Diamo quindi un'occhiata ai tassi d'interesse. Tutto sembrava andare beno fino a mercoledì. Dopo il tonfo di lunedì (-0.11% a 4.39%) il reddito dell'USTBond decennale é sceso mercoledì fino a 4.28%: Nel frattempo l'USD si é indebolito - il cambio EUR/USD ha superato gli 1.09 mentre l'USD Index sembrava finalmente in grado di sfondare il supporto a 104. Giovedì c'é stata una pausa (S&P500 -0.02, USTB a 4.29%). Venerdì alle 14.30 é stato pubblicato l'ultimo rapporto sul mercato del lavoro che ha radicalmente cambiato la situazione. L'economia americana a maggio sembra aver creato 272'000 nuovi posti di lavoro contro i 182'000 previsti degli analisti. Questa stima (poiché é si tratta solo di una stima con tanto di aggiunta di 231'000 posti di lavoro su base statistica secondo il calcolo di nascite e decessi) lascia molti dubbi sulla sua esattezza - polemiche a parte mostra però un'economia molto più forte di quanto molti (noi compresi) si immaginavano. La risposta dei mercati finanziari é stata massiccia e immediata - i tassi d'interesse sono saliti (reddito dell'USTBond decennale +0.15% a 4.44%) insieme all'USD (cambio EUR/USD a 1.0803 - USD Index a 104.91). Questo di riflesso ha messo in difficoltà il Russell2000 e provocato un crollo dei prezzi dei metalli e metalli preziosi (futures: rame -4.94%, oro -3.34%, argento -6.69%). A complemento d'informazione bisogna dire che i metalli preziosi erano in calo già dal mattino quando era arrivata la notizia che la Bank of China nell'ultimo mese aveva interrotto gli acquisti d'oro. In ogni caso abbiamo assistito ad un drammatico reversal sul mercato obbligazionario, in quello delle divise e in quello dei metalli. La borsa americana però ha ignorato questo terremoto e ha terminato la giornata con perdite insignificanti (S&P500 -0.11% a 5346.99 punti). Questo significa che il mercato azionario é in una situazione tecnica molto forte con un solido trend rialzista.
Restiamo pienamente investiti in azioni e confermiamo il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500 (+ significa che l'obiettivo a 6000 punti verrà raggiunto e possibilmente sensibilmente superato). Le borse europee seguiranno a distanza quella americana.
Sembra invece che il calo dei tassi d'interesse e il rally dei prezzi dei metalli preziosi abbia subito un'importante battuta d'arresto che necessita di essere assorbita e digerita. Questo vuol dire che ci sarà bisogno un periodo di consolidamento prima che i prezzi delle obbligazioni e dei metalli preziosi possano ripartire al rialzo. Il trend, secondo noi, non é in discussione. Ci vuole però più tempo del previsto.
Chi investe in mercati molto volatili e speculativi come quello dell'argento deve avere nervi d'acciaio e non deve lasciarsi prendere dal nervosismo. Purtroppo quanto visto questa settimana diventerà nei prossimi mesi la norma visto che ci sono molti investitori con poca esperienza che entrano (ed escono) in massa in un mercato con modesti volumi seguendo i consigli pubblicati sui social media. Questo spiega come sia possibile che giovedì l'argento ha guadagnato il +4.30% per poi perdere il -6.69% venerdì (future a 29.27)! Noi nell'analisi di domenica scorsa ci aspettavamo ancora un tuffo fino a 29.50 circa per completare la correzione di maggio - giugno prima di riprendere il rialzo. Dopo il crollo di venerdì é possibile che l'argento possa ancora cadere a 28.80 prima di stabilizzarsi e consolidare a ridosso dei 30 per qualche giorno. Pazienza. Noi non ci preoccupiamo e confermiamo il nostro obiettivo annuale a 38 USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.37% a 5051 punti
SX7E (banche)          -0.87% a 145.47 punti
DAX                         +0.31% a 18557 punti
SMI                          +2.15% a 12254 punti
FTSE MIB                  +0.49% a 34660 punti
S&P500                     +1.32% a 5346.99 punti
Nasdaq100                +2.50% a 19000 punti

Abbiamo già discusso gli avvenimenti che hanno contrassegnato la giornata di venerdì. Riteniamo però necessario focalizzare alcuni aspetti. In generale un mercato che ignora delle notizie negative é un mercato tecnicamente e strutturalmente forte - invece un mercato che crolla al primo segnale di pericolo o di fronte a dati sfavorevoli é un mercato debole. Venerdì abbiamo visto entrambi. Il mercato azionario americano ha semplicemente ignorato l'inatteso balzo del numero di nuovi posti di lavoro creati a maggio negli USA. Il mercato obbligazionario ha accusato il colpo ma il reddito dell'USTBond decennale per saldo durante la settimana é sceso da 4.50% a 4.44%. I prezzi dei metalli sono invece crollati dando l'impressione che la correzione iniziata il 20 di maggio non é ancora finita - strutturalmente questi mercati sono fragili con ancora troppi speculatori con le mani e i nervi deboli a determinare le oscillazioni giornaliere.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in calo a 5352 punti. L'indice é brevemente sceso sul minimo a 5331 punti ma subito ha reagito ed é risalito a 5368 punti. Dopo una fase di debolezza fino ai 5348 punti c'é stata una lunga spinta di rialzo fino ai 5375 punti. Dopo le 20.00 c'é stata ancora una caduta di 22 punti seguita sul finale da un recupero fino a 5346.99 punti (-0.11%). È stata quindi una seduta volatile con numerosi cambiamenti di direzione durante la quale però i ribassisti non sono riusciti a fare sostanziali progressi.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2102 su 7055, NH/NL a 207 su 991 e volume relativo a 0.9. Sul listino ha pesato la debolezza del Russell2000 (-1.12%) ma nel complesso il mercato ha retto bene di fronte al rosso che dominava tra i futures di obbligazioni, divise estere e materie prime.
La volatilità VIX é scesa (!) a 12.22, il CBOE put/call ratio era piuttosto basso a 0.58 e il Fear&Greed Index (45 punti) é rimasto sotto i 50 punti. Nel complesso i dati sul sentiment oscillano tra il pessimismo e lo scetticismo malgrado i nuovi record storici dei maggiori indici. È questa reticenza degli investitori nell'accettare il rally che alimenterà nei prossimi mesi questo movimento che terminerà unicamente nell'euforia generale.
Restiamo decisamente ottimisti per quel che riguarda i mercati azionari americano e europei. A corto termine sembra invece che i prezzi delle materie prime e in particolare dei metalli preziosi possano ancora oscillare violentemente per alcuni giorni (al massimo fino a fine giugno) prima che possa ristabilirsi un solido e sostenibile trend rialzista.

Commento del 1-2 giugno

I tassi d'interesse non calano - appiattimento o accelerazione al rialzo?

Riassunto:
Negli ultimi due mesi é successo poco - gli indici azionari sono oscillati in laterale senza fare progressi. La tendenza di fondo é ancora al rialzo come mostrano i nostri indicatori di base (58.6% dei titoli USA sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 58.86). Le borse però sembrano impegnate in una fase di consolidamento contrassegnata da una sana rotazione tra settori di cui non vediamo la fine. Noi da mesi pronostichiamo una continuazione del rialzo e ci aspettiamo un'accelerazione del movimento causata da un calo dai tassi d'interesse di mercato. Dobbiamo però constatare che da aprile le borse sono in stallo e il reddito dell'US Treasury Bond decennale (4.50%) continua ad oscillare sui 4.50% senza scendere sotto la barriera psicologica del 4%. In Europa il reddito del Bund decennale tedesco era ad inizio anno sui 2% - é salito ora al 2.66%. La ragione di questo comportamento é semplice ed evidente - l'inflazione da mesi non scende più e resta sopra gli obiettivi fissati dalle Banche Centrali - venerdì l'aumento dei prezzi al consumo in Europa (+2.6%) e in America (+2.8%) sono risultati superiori al limite del 2% perseguito da BCE e FED. Nel frattempo la crescita economica sembra abbastanza robusta e non sembra che sia necessaria diminuzione del costro del denaro per stimolare la congiuntura. Apparentemente quindi i mercati finanziari sembrano avere raggiunto un livello d'equilibrio che potrebbe teoricamente continuare per mesi.
Questo ci obbliga a porci delle domande e a mettere in questione la ripresa del rialzo. Secondo noi la finestra temporale si chiude verso la fine dell'anno con le elezioni in America - concretamente o l'accelerazione al rialzo si concretizza tra giugno ed ottobre oppure gli indici azionari rischiano di restare intrappolati in un'oscillazione in laterale sui livelli attuali. 
Sia fondamentalmente che tecnicamente non vediamo al momento nessun rischio di un'inversione di tendenza e di ribasso. Forse però il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500 (+0.80% a 5277.51 punti) non verrà raggiunto. Siamo realisti - ca. +800 punti rispettivamente ca. +15% in circa 5 mesi sembra una performance difficilmente realizzabile da un mercato che nei primi 5 mesi dell'anno é salito del +10.64% grazie a pochi titoli. Il Russell2000 (+0.66% a 2070 punti), che secondo noi dovrebbe sovraperformare, é salito da inizio anno solo del +2.12%.
Siamo sicuri che la tendenza di inflazione e tassi d'interesse é al ribasso. Se però a breve non ci sono significativi cambiamenti difficilmente il rialzo delle borse potrà riprendere in maniera dinamica. Ci vuole una caduta del reddito dell'USTBond decennale sotto il 4% e dell'USD Index (104.57) sotto il 100 nel mese di giugno per smuovere le acque.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.11% a 4987 punti
SX7E (banche)          +0.18% a 146.76 punti
DAX                         -1.12% a 18498 punti
SMI                          +0.67% a 12000 punti
FTSE MIB                  +0.00% a 34492 punti
S&P500                     -0.51% a 5277.51 punti
Nasdaq100                -1.44% a 18536 punti

Durante la settimana gli investitori sono rimasti in attesa dei dati sull'inflazione di venerdì. Lunedì la borsa americana é rimasta chiusa in occasione del Memorial Day. Martedì l'S&P500 é rimasto fermo (+0.02%) per poi scivolare verso il basso senza pressione di vendita nelle sedute di mercoledì (-0.74%) e giovedì (-0.60%). Venerdì le borse hanno dapprima reagito negativamente ai dati in linea con le previsioni degli analisti. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 5245 punti e all'inizio é salito fino a 5256 punti. Poi é scivolato verso il basso fino alle 18.20 quando ha toccato il minimo a 5191 punti. Da questo livello é lentamente risalito. Il rialzo ha subìto una drammatica accelerazione nell'ultima mezz'ora di contattazioni (+50 punti) e l'S&P500 ha chiuso sul massimo giornaliero a 5277.51 punti (+0.80%). È stata una giornata strana durante la quale il DJIndustrial (+1.51%) si é involato mentra la tecnologia ha frenato (Nasdaq100 -0.01%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6417 su 2782, NH/NL a 434 su 525 e volume relativo a 1.5. Forse per la fine del mese c'é stato del Window Dressing o forse molti investitori si sono alla fine resi conto che i dati sull'inflazione non erano per niente male come ha mostrato la reazione del USTB (il reddito é sceso del -0.05% a 4.50%).
Come settimana scorsa, osservando gli indicatori non rileviamo segnali particolari - non abbiamo indicatori in posizione estrema e quindi non abbiamo elementi che possano suggerirci la direzione che potrebbe prendere il mercato nei prossimi giorni.

L'argento (future a 30.56) si conferma essere un mercato molto volatile e divertente. Settimana scorsa vi avevamo detto che ci sarebbe dotuto essere un consolidamento di alcuni giorni sui 30 prima che il rialzo potesse riprendere in direzione dell'obiettivo a 38. Siamo rimasti sorpresi del rally di martedì che ha fatto guadagnare un +5.37% al future che é tornato ha bussare alla resistenza a 32.75 (massimo a 32.52). Ci sembrava troppo presto per una rottura al rialzo ma almeno il prezzo andava nella direzione da noi auspicata. Mercoledì il future é oscillato nel range di 1 USD intorno a 32. Inesplicabilmente il prezzo é poi crollato tra giovedì e venerdì quando il future ha toccato un minimo a 30.35. Ha chiuso la settimana a 30.56 ciò che corrisponde ad un nulla di fatto (il precedente venerdì aveva chiuso a 30.50). Insomma - il consolidamento continua e non escludiamo una falsa rottura al ribasso (breve caduta fino a 29.50) per eliminare ancora un qualche speculatore long prima della ripresa del rialzo. In genere queste fasi di correzione e consolidamento non durano più di due settimane e quindi ci aspettiamo che la rottura sopra il 32.75 avvenga verso il 10 giugno.

Non vogliamo inquitare i nostri lettori. La nostra previsione di massimo non cambia e restiamo decisamente ottimisti. Siamo pienemente investiti in azioni in America e in Europa e in obbligazioni di lungo periodo in USD. Quello di oggi vuole essere solo un avvertimento - il tempo passa senza che ci siano dei cambiamenti significativi della situazione a livello macroeconomico. Dobbiamo quindi essere realisti e prendere in considerazione la possibilità che il bull market del 2024 finisca sui livelli attuali o che i guadagni da ora siano modesti e inferiori alle nostre rosee previsioni.

Commento del 25-26 maggio

Tranne Nvidia (+13.54%) é successo poco - sparisce l'ipercomperato

Riassunto: Nelle scorse settimane l'analisi tecnica aveva segnalato una situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo. Molti analisti avevano previsto una correzione intermedia. Ora sembra che una correzione non sia necessaria - il mercato sta assorbendo gli eccessi con una rotazione tra settori, una pausa nel rialzo ed un consolidamento ad alto livello.
Questa fase interlocutoria é sfociata in una settimana tranquilla senza movimenti importanti. L'S&P500 ha avuto una serie irregolare di sedute moderatamente positive o negative (lu +0.09%, ma +0.25%, me -0.27%, gio -0.74%, ve +0.70%). L'unico evento di rilievo é stato la pubblicazione dei risultati trimestrali del colosso tecnologico NVidia - gli utili record hanno fatto schizzare l'azione (performance settimanale +13.54%) e hanno stimolato il settore (Nasdaq100 +1.41%). Tecnologia a parte tutti gli altri settori del mercato azionario americano hanno avuto una performance settimanale negativa sottolineando il carattere correttivo della settimana malgrado i guadagni fatti segnare dai maggiori indici.
La tendenza di fondo della borsa USA resta saldamente al rialzo con il 59.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 61.69. Il calo di momentum e di partecipazione non ci preoccupano - i Summation Index da giovedì hanno cominciato a scendere ma la pressione di vendita é modesta e limitata a settori legati allo sviluppo dei tassi d'interesse. Probabilmente molti investitori, come noi, si aspettavano che i tassi d'interesse di mercato sarebbero ora scesi - invece il reddito dell'USTBond (4.47%) resta vicino ai 4.50% e settori che si erano mossi al rialzo tentando di anticipare una riduzione del costo del denaro stanno ora correggendo (Real Estate, Utilities).
Una correzione si é anche concretizzata sui metalli preziosi. Come avevamo suggerito domenica scorsa, l'argento ha perso circa 2 USD ed é ricaduto sul supporto a 30 USD (minimo sul future a 30.24). Queste correzioni intermedie sono normali e salutari - servono ad eliminare gli eccessi speculativi. Prevediamo un consolidamento di qualche giorno sui 30 USD prima della ripresa del rialzo in direzione del prossimo obiettivo a 38 USD.
La nostra previsione riguardante i prossimi mesi non cambia. Il rialzo delle borse dovrebbe continuare, allargarsi ed accelerare. Il nostro obiettivo di riferimento restano i 6000+ punti di S&P500. Il settore delle PMI in America ed Europa dovrebbe sovraperformare. Un'accelerazione del rialzo dovrebbe corrispondere ad un calo dei tassi d'interesse e ad un indebolimento dell'USD. Se la moneta americana si svaluta ne dovrebbero approfittare i prezzi dei metalli preziosi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.55% a 5035 punti
SX7E (banche)          -0.85% a 146.49 punti
DAX                         -0.05% a 18693 punti
SMI                          -0.82% a 11931 punti
FTSE MIB                  -2.57% a 34490 punti
S&P500                     +0.03% a 5304.72 punti
Nasdaq100                +1.41% a 18808 punti

Lunedì prossimo negli Stati Uniti é giorno di festa (Memorial Day) e la borsa é chiusa. Molti operatori ne hanno approfittato per una breve vacanza e di conseguenza venerdì i volumi di titoli trattati sono stati modesti (volume relativo a 0.75). C'é stato un rimbalzo tecnico (S&P500 +0.70% a 5304.72 punti) che ha compensato il calo del giorno precedente (-0.74%).
L'S&P500 ha aperto a 5285 punti, é brevemente sceso sul minimo a 5278 punti ed é salito per le 17.10 sul massimo a 5311 punti. Da qui é oscillato in laterale in un range di una quindicina di punti (5896 - 5310) e ha chiuso a 5304.72 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6676 su 2430 e NH/NL 338 su 575. La volatilità VIX é caduta a 11.93 (-0.84), il CBOE Equity put/call ratio é risalito a 0.67 e il Fear&Greed Index é neutro a 53 punti. Insomma - non ci sono più indicatori in posizione estrema e quindi non ci sono segnali particolari che potrebbero suggerire l'imminenza di un movimento significativo in una o nell'altra direzione. A questo punto bisogna solamente aspettare che gli indici azionari riprendano a muoversi seguendo il trend dominante - questa significa che nelle prossime settimane si verificheranno nuovi massimi storici su molti indici azionari - S&P500, Nasdaq100 e DAX in primis.

Commento del 18-19 maggio

In avanti a tutta forza ignorando le brevi e modeste correzioni - l'argento supera di slancio la barriera dei 30 USD

Riassunto: Chi esamina i mercati utilizzando unicamente l'analisi tecnica é in difficoltà. Molti indici azionari sono a corto termine ipercomperati (come mostrano gli oscillatori o alcuni indicatori di momentum come la RSI) e in eccesso di rialzo (gli indici sono parecchio sopra le medie mobili e "giocano" con i bordi superiori delle Bollinger Bands). D'altra parte la tendenza rialzista é evidente come mostrano anche i nostri indicatori di base per gli Stati Uniti - il 69.1% dei titoli si trova sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE é a 64.10. Inoltre la partecipazione é modesta: il numero dei nuovi massimi non si espande (NH a 859) e i Summation Index faticano a salire. Di conseguenza i puri analisti tecnici per quel che riguarda il trend sono positivi ma d'altra parte sono continuamente in allarme preannunciando una correzione o un'imminente inversione di tendenza. Malgrado i nuovi massimi storici di molti indici (questa settimana l'S&P500 (+0.12% a 5303.27 punti) ha fatto registrare giovedì un nuovo record a 5325 punti) molti investitori si fanno influenzare negativamente e non osano comperare mantendo un'atteggiamento prudente. Questo spiega perché gli indicatori di sentiment sono in generale ancora in territorio neutro o moderatamente nel campo dell'ottimismo (Fear&Greed Index a 65 punti).
Come abbiamo sottolineato più volte questo bull market terminerà unicamente nell'euforia generale e con un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Siamo ben lontani da questa situazione e quindi il rialzo é destinato a continuare. E le correzioni? Queste sono a questo stadio imprevedibili e in ogni caso trascurabili. Ad un certo momento ci sarà un breve vuoto d'aria e gli analisti tecnici, che finora hanno lanciato gridi d'allarme, diranno che hanno ragione. È però possibile che gli indici salgano ancora per settimane al ritmo di un +1% / +3% prima di una correzione. Quindi non aspettate le correzione e non temetele - semplicemente ignorate il problema poiché non é rilevante specialmente se non siete un trader ma un investitore.
Il nostro obiettivo di riferimento restano i 6000+ punti di S&P500. Per quel che riguarda il sentiment dubitiamo che il rally possa concludersi prima che la volatilità VIX (11.99) non scenda sotto i 10 punti. 

Questa settimana l'attenzione degli investitori era concentrata sui dati relativi all'inflazione. I dati (prezzi alla produzione e ai consumi) sono stati in linea con le stime degli analisti. Questa mancanza di una sorpresa negativa é stata sufficiente per alimentare il rialzo - mercoledì l'S&P500 ha guadagnato il +1.17% e giovedì ha toccato un nuovo massimo storico a 5325 punti. Le borse europee invece hanno fatto una pausa (Eurostoxx50 performance settimanale -0.39) ma questa sembra solo un consolidamente conseguenza anche dell'indebolimento dell'USD contro EUR.
Riassumendo non vediamo problemi all'orizzonte. I mercati scommettono su tassi d'interesse in calo malgrado che al momento i tassi d'interesse di mercato scendono solo di poco (il reddito dell'USTBond decennale é sceso solo a 4.43%). Basta però l'impressione che il problema inflazione é ormai alle nostre spalle per infuocare i mercati e la speculazione. Il FOMO (fear of missing out) é la chiave di lettura di questa fase finale del rialzo - tutti sanno che se la politica monetaria ridiventa espansiva le borse non possono che approfittarne e nessuno vuole perdere questa opportunità. Prima salgono i titoli a grande capitalizzazione, poi i mercati che sembrano essere rimasti indietro (questo piega la buona performance questa settimana di Svizzera (SMI +2.30%) e Italia (FTSE MIB +2.14%) e poi sale il resto - per questa ragione siamo convinti che da qui in avanti saranno le PMI raccolte per esempio nel Russell2000 che sovraperformeranno il mercato.
Restiamo pienamente investiti in azioni e in obbligazioni di lungo periodo specialmente in USD. Assicuriamo l'USD su CHF e EUR poiché riteniamo che il potenziale di ribasso dei tassi d'interesse in USD é superiore a quello in Europa. Nei prossimi mesi le sorprese, in positivo, arriveranno dagli Stati Uniti.

Nel frattempo i mercati "scoprono" le materie prime e i metalli preziosi. Finora il rialzo dell'oro (2414 USD/oncia) e i nuovi massimi storici (2431 USD/onca) erano stati registrati con una certa sufficienza e classificati come episodio legato a fattori specifici come la domanda da parte delle Banche Centrali o il bisogno di sicurezza di alcuni investitori di vecchio stile. Noi da mesi seguiamo e consigliamo l'argento. Come previsto l'argento é risalito questa settimana sul massimo di aprile a 30 USD e ha superato in maniera spettacolare questa resistenza. Venerdì il future ha fatto segnare un +6.36% (!) e la performance settimanale é stata del +11.47%. L'argento (cash a 31.26 USD, future a 31.78), come scritto nel commento del 7 maggio, deve ora salire almeno fino a 38 USD. A breve rileviamo troppa euforia e quindi potrebbe esserci ancora una correzione intermedia fino a 30 USD. Sarebbe un regalo per chi non é ancora investito.
In generale i metalli e i loro produttori sono, nell'ottica del rialzo dei mercati previsto per i prossimi mesi, un ottimo investimento. Guardate anche il rame...  

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.39% a 5064 punti
SX7E (banche)          +1.28% a 147.75 punti
DAX                         -0.35% a 18704 punti
SMI                          +2.30% a 12038 punti
FTSE MIB                  +2.14% a 35398 punti
S&P500                     +1.54% a 5303.27 punti
Nasdaq100                +2.11% a 18546 punti

Le borse sono salite fino a mercoledì (Europa) rispettivamente giovedì (USA) - poi ci sono state delle prese di beneficio forse anche legate alla scadenza minore dei derivati di maggio.
Venerdì l'S&P500 ha avuto una seduta senza storia in un range di soli 22 punti. Ha aperto a 5300 punti, é salito sul massimo a 5305 punti, é caduto verso le 17.30 sul minimo a 5283 punti ed ha poi recuperato fino a 5303.27 punti (+0.12%). La seduta al NYSE é stata di poco positiva con A/D a 4943 su 4183, NH/NL a 859 su273 e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é scesa a 11.99 (-0.43), Il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.54 mentre il Fear&Greed Index é salito a 65 punti (+4).
È possibile che la nuova settimana inizi con un tonfo di un centinaio di punti - sarebbe una reazione tipica ad una scadenza di derivati che é sfociata su un massimo. Inoltre i dati sul sentiment mostrano a breve un'eccesso di speculazione al rialzo. Come spiegato precedentemente non bisogna farsi impressionare da eventuali brevi correzioni (malgrado la cacofonia che inevitabilmente scateneranno i ribassisti) ed usarle invece per ottimizzare il portafoglio.

Commento del 11-12 maggio

Nuovi massimi storici di DAX e FTSE100 - gli indici salgono malgrado l'ipercomperato

Riassunto: C'é poco da dire - i risultati parlano da soli. L'S&P500 da inizio anno guadagna il +9.49%, l'Eurostoxx50 lo supera con un +12.43%. Venerdì il DAX tedesco, il CAC40 francese e il FTSE100 inglese hanno fatto registrare un nuovo massimo storico. Gli indici azionari sono saliti anche questa settimana malgrado una situazione tecnica di ipercomperato - e noi tutti sappiamo che un mercato che sale malgrado l'ipercomperato é un mercato forte. Il nostro ottimismo viene premiato e la festa non é finita. L'economia negli Stati Uniti ed in Europa rallenta e l'inflazione é in calo. Prossimamente le Banche Centrali abbasseranno i tassi d'interesse di riferimento e torneranno ad una politica monetaria espansiva che infuocherà il bull market. Siamo convinti che in estate il rialzo continuerà ed é destinato ad accellerare. Guardando oltre l'orizzonte temiamo che la politica monetaria sia stata restrittiva per troppo tempo - FED e BCE hanno preferito combattere l'inflazione senza preoccuparsi eccessivamente dello stato generale dell'economia. Il mercato immobiliare e quello del lavoro mostrano preoccupanti segni di debolezza. Temiamo che la frenata possa essere troppo brusca e sfociare in una ulteriore crisi deflattiva e da debiti. Per i mercati azionari, dopo un'accelerazione finale di tipo esaustivo, potrebbe seguire un crollo. Ma per il momento godiamoci la festa anche perché i dati sul sentiment (Fear&Greed Index a 48 punti) ci dicono che siamo ben lontani da quello stato di euforia che normalmente segnala la vicinanza di un top. C'é ancora molto scetticismo e troppi investitori sottinvestiti - questo fattore nei prossimi mesi alimenterà un rialzo che da un punto di vista fondamentale apparirà come irrazionale. Il principio di investire a Benchmark, la paura di restare fuori e la liquidità saranno gli elementi che provocheranno l'ultima gamba di rialzo di questo bull market. Da adesso le correzioni intermedie saranno sempre più corte e modeste. Allacciatevi le cinture di sicurezza e tenete d'occhio il nostro obiettivo di riferimento a 6000+ punti di S&P500.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.30% a 5085 punti
SX7E (banche)          +3.18% a 145.88 punti
DAX                         +4.24% a 18772 punti
SMI                          +4.26% a 11753 punti
FTSE MIB                  +3.06% a 34657 punti
S&P500                     +1.85% a 5222.68 punti
Nasdaq100                +1.51% a 18161 punti

Nel breve commento del 7 maggio avevamo individuato una situazione di ipercomperato a corto termine e previsto un breve ritracciamento. Invece non é successo nulla. L'S&P500 ha faticato a salire e il Nasdaq100 sembrava a corto di ossigeno ma le performances settimanali mostrano chiaramente che il rialzo é continuato senza interruzioni di rilievo. L'S&P500 ha avuto 4 sedute positive e la serie é interrotta unicamente dalla pausa di mercoledì (-0.00%). I dati sulla partecipazione, pur non essendo ottimi, sono convincenti e la tendenza di fondo é al rialzo (57.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 59.80). I Summation Index salgono. Gli oscillatori di medio termine suggeriscono che questa spinta di rialzo ha ancora parecchia strada da fare. L'unico "problema" resta l'ipercomperato di corto termine. Potrebbe ancora esserci una breve correzione intermedia di alcuni punti in percentuale. A questo punto i dati sull'inflazione che verranno pubblicati tra martedì e mercoledì prossimi saranno decisivi. Dati superiore alle stime degli analisti provocheranno una breve e sana correzione - se invece i dati mostreranno che l'inflazione é in ulteriore calo molti scettici salteranno sul treno in corsa e avremo un'altra settimana di forti guadagni. Inutile speculare - bisogna restare pienamente investiti in azioni e in obbligazioni a lunga scadenza. Attenzione che appena apparirà la possibilità che la FED abbassa i tassi d'interesse l'USD si indebolirà - e alcune Banche Centrali, con la Bank of Japan in testa, gli daranno il colpo di grazia. Se avete un portafoglio con moneta di riferimento EUR o CHF assicurate l'USD con operazioni di vendita a termine.

È stata una settimana monotona e senza sorprese. Gli analisti tecnici hanno notato l'effetto dell'ipercomperato anche se a livello di risultato non ci sono stati cambiamenti - una serie quasi costante di sedute positive. Spesso gli indici hanno aperto molto bene "spegnendosi" nel corso della giornata sotto la pressione dell'ipercomperato. Ma come visto venerdì il freno ha solo rallentato la corsa.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 5230 punti ed é salito a 5239 punti di massimo (a pochi punti dal massimo storico a 5264 punti). Poi é scivolato verso il basso fino al minimo giornaliero a 5209 raggiunto verso le 17.45. In seguito ha recuperato ad ondate e ha chiuso a 5222.68 punti (+0.16%, + 8 punti). La seduta al NYSE é stata però strutturalmente negativa (a causa del Russell2000 -0.67%) con A/D a 4059 su 5050, NH/NL a 953 su 365 e volume relativo a 0.85. La volatilità VIX é scesa a 12.55 punti (-0.14) mentre il CBOE Equity put/call ratio si é fissato a 0.60.
Per quel che riguarda gli altri mercati che osserviano per confermare il trend dei mercati azionari non ci sono ancora cambiamenti importanti. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é a 4.50%, il cambio EUR/USD é a 1.0772 (USD Index a 105.17) mentre l'oro é risalito a 2360 USD/oncia (argento a 28.40).
Come sapete prevediamo tassi d'interesse in calo, USD debole e un rally dei prezzi dei metalli (preziosi) come contorno per una continuazione dinamica del bull market - teniamo d'occhio una situazione che per ora si sviluppa secondo le nostre aspettative. Solo il timing é diverso dalle nostre iniziali previsioni - lo scenario scorre più lentamente di quanto ci eravamo inizialmente immaginati.

Breve aggiornamento del 7 maggio

Il rialzo riprende vigore, i tassi d'interesse sono in calo - confermiamo il nostro obiettivo a 6000+ punti di S&P500

Nell'ultimo commento del 20-21 aprile avevamo affermato che la correzione intermedia iniziata a fine marzo aveva esaurito il suo potenziale e che le borse erano pronte a riprendere il rialzo - l'S&P500 si trovava a 4967 punti. Oggi ritroviamo l'S&P500 a 5180 punti. In due settimane l'indice ha guadagnato 213 punti o circa il +4.2% e si sta riavvicinando al massimo storico a 5254 punti. I dati sulla partecipazione sono in miglioramento malgrado che la maggior parte dei titoli sembrano oscillare in laterale in un ampio range senza una precisa tendenza. La tendenza di fondo é al rialzo mentre i Summation Index salgono. Secondo gli oscillatori gli indici azionari sono a corto termine ipercomperati mentre sono ipervenduti a medio termine. Una situazione strana e contraddittoria che dovrebbe risolversi con un breve e modesto ritracciamento durante questa settimana che dovrebbe poi aprire la strada alla prossima possente spinta di rialzo a medio termine. I dati economici suggeriscono che l'economia americana é in netto rallentamento e i tassi d'interesse di mercato sono di conseguenza calati - dal 4.63% del 19 aprile il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 4.49%. Molti analisti sono convinti che l'inflazione resterà troppo alta per permettere alla FED di abbassare nei prossimi mesi i tassi d'interesse di riferimento. Noi siamo invece convinti che la frenata dell'economia americana sarà brusca e obbligherà la FED ad un ripensamento - la politica monetaria é destinata a ridiventare espansiva ed alimentare il rialzo dei mercati azionari.
Consigliamo caldamente di restare pienamente investiti in azioni ed utilizzare eventualmente il ritracciamento che dovrebbe verificarsi nei prossimi giorni per comperare.
I mercati azionari europei dovrebbe seguire l'esempio dell'America - come però ripetiamo da tempo l'America a livello di indici azionari dovrebbe sovraperformare mentre l'USD dovrebbe perdere di valore nei riguardi dell'EUR. Per saldo, per un'investitore con moneta di riferimento EUR, non dovrebbero esserci significative differenze.
Anche i metalli preziosi hanno terminato una correzione. C'é stato un ritardo rispetto ai mercati azionari visto che questa fase é finita unicamente venerdì scorso. L'argento ha corretto più di quanto ci eravamo immaginati - non si é stabilizzato sui 28 USD/oncia ma é dovuto ridiscendere sulla vecchia resistenza e ora forte supporto a 26 USD. Ora il rialzo dovrebbe riprendere in maniera dinamica. Siamo convinti che l'argento questo mese attaccherà e supererà la barriera dei 30 USD dirigendosi verso il prossimo obiettivo a 38 USD.

Assenza

Trascorro il prossimo fine settimana a Barcellona - in seguito mi reco alcuni giorni a Montpellier.
Pubblicherò un breve aggiornamento della situazione al mio ritorno, il martedì 7 maggio.
Il prossimo commento del fine settimana verrà pubblicato tra sabato e domenica 11-12 maggio.

Commento del 20-21 aprile

Pazienza, pazienza...

Riassunto: Da inizio aprile i mercati azionari stanno correggendo all'interno di un rialzo di medio-lungo termine. Noi pensavamo che non ci sarebbero state più correzioni significative (vale a dire superiori al -5%) prima di un'accelerazione di tipo esaustivo in direzione dei 6000+ punti di S&P500 (-0.88% a 4967.23 punti). La premessa era un calo dei tassi d'interesse di mercato indotto da una diminuzione dell'inflazione. Il problema é che per ora l'inflazione ristagna su livelli considerati troppo alti dalle Banche Centrali, i tassi d'interesse non calano (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.63%) e quella che doveva essere un breve consolidamento si é trasformato in una (non prevista) correzione, complice anche la guerra tra Israele ed Hamas che si sta allargando all'Iran. Un velenosa mistura di problemi economici e geopolitici, in parte inattesi, ha di conseguenza bloccato il rialzo. L'ipercomperato ha scatenato ad aprile una classica correzione di medio termine - l'S&P500 ha perso finora circa un -5.8% dal massimo. La correzione ha provocato un significativo peggioramento degli indicatori di base - solo il 25.4% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE é sceso a 52.57 punti - i Summation Index scendono.  D'altra parte ci sono segnali positivi e costruttivi. A corto termine le borse sono ipervendute e quindi a breve deve almeno esserci un sostanziale rimbalzo. Molti analisti pensano che al rimbalzo debba seguire un ulteriore tuffo verso nuovi minimi mensili. Questo é possibile visto che a medio termine la situazione a livello di indicatori é ancora contraddittoria. Noi però notiamo che la correzione sembra aver esaurito la sua spinta con una diminuzione dei nuovi minimi a 30 giorni (venerdì NH/NL a 124 su 1325 / meno NL che una settimana fà (1445)) - la pressione di vendita é in netto calo. Questo é dovuto al fatto che il Russell2000 mostra forza relativa (venerdì +0.24% in un mercato generalmente in calo / performance settimanale -2.86%). Le vendite hanno finalmente raggiunto anche gli "intoccabili" come NVidia (venerdì -10.01%), Meta (venerdì -4.13%) o Eli Lilly (venerdì -2.63%). Le mani deboli si fanno prendere dal nervosismo e vendono anche i titoli "buoni". Questi sono segnali di esaurimento di trend. Il Fear&Greed Index é caduto a 31 punti (-3) - il pessimismo é diffuso.
Di conseguenza siamo convinti che prossimamente il rialzo dei mercati azionari debba riprendere. È possibile che all'atteso e inevitabile rimbalzo di corto termine possa ancora seguire una discesa sui 4900-4950 punti di S&P500. La correzione sembra però aver esaurito il suo potenziale. Appena i tassi d'interesse scenderanno le borse sono pronte a schizzare verso l'alto e l'attuale sentiment negativo alimenterà il movimento provocando un'accelerazione. A questo punto bisogna abbandonare l'analisi tecnica per rivolgersi all'analisi fondamentale ed economica. I tassi d'interesse scenderanno effettivamente o rimarranno ancora per mesi sui livelli attuali? I dati sono contrastanti. Il mercato immobiliare é in netto calo mentre occupazione e consumi sono stabili ad alto livello. I prezzi di metalli e granaglie stanno salendo mentre il prezzo del petrolio sembra aver "toppato" ad inizio aprile. Nel complesso ci sembra poco probabile che a breve i dati sull'inflazione possano scendere anche se é possibile che i tassi d'interesse di mercato comincino a scendere prima anticipando un calo dei prezzi al consumo.
Riassumendo restiamo positivi e siamo convinti che nelle prossime settimane il rialzo dei mercati azionari debba riprendere vigore. Sui livelli attuali chi é ancora sottoinvestito può comperare. In generale però bisogna ora avere pazienza e attendere con calma lo sviluppo della situazione. Ci vuole una fase di formazione di base, che potrebbe durare circa un mese, prima che i rialzisti siano in grado di riprendere il controllo delle operazione e spingere le borse su nuovi massimi.
Insomma - bisogna riparare i danni e trovare una nuova narrativa per poter far ripartire i mercati azionari al rialzo in maniera dinamica e sostenibile. Non bastano più le ipotesi e le aspettative ma ci vuole qualcosa di concreto per ridare coraggio agli investitori. Nel futuro deve concretizzarsi uno scenario di soft landing con tassi d'interesse in calo.
Teniamo d'occhio il mercato dei metalli preziosi (che resta forte) e quello delle divise alla ricerca di conferme alle nostre previsioni riguardanti i mercati azionari e obbligazionari. Ci aspettiamo che l'USD (USD Index fermo a 105.96) si indebolisca e che il rialzo dei metalli preziosi continui. L'argento (future a 28.75 USD) sta consolidando sui 28 USD e prepara un attacco decisivo della forte resistenza a 30 USD. Il prossimo obiettivo é a 38 USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.76% a 4918 punti
SX7E (banche)          +1.70% a 139.63 punti
DAX                         -1.05% a 17737 punti
SMI                          -0.73% a 11296 punti
FTSE MIB                  +0.47% a 33922 punti
S&P500                     -3.05% a 4967.23 punti
Nasdaq100                -5.36% a 17037 punti

Durante tutta la settimana gli indici azionari sono scivolati verso il basso. Le borse europee si sono comportate meglio dell'America ma non sono state in grado di fornire impulsi positivi. La BCE europea sembra più vicina ad un taglio dei tassi d'interesse di riferimento rispetto alla FED americana e questo spiega la forza relativa dei mercati azionari europei.
Venerdì é stata la giornata più interessante. C'é stata un'ondata di vendite sui big della tecnologia (Nasdaq100 -2.05%) mentre a sorpresa le PMI (Russell2000 +0.24%) si sono mosse in controtendenza. Spesso una correzione finisce quando vengono venduti anche i titoli favoriti dai piccoli investitori (NVidia -10.01%) - d'altra parte il Russell2000 sale quando scendono i tassi d'interesse. Nel complesso sembra quindi che venerdì sia cambiato qualcosa nel trend ribassista iniziato ad aprile.
L'S&P500 ha aperto a 5005 punti, é salito ancora a 5019 punti, é caduto fino a metà seduta a 4966 punti, é rimbalzato a 4995 punti, é sceso sul minimo a 4953 punti e ha infine chiuso a 4967.23 punti (-0.88%). La seduta al NYSE é stata moderatamente positiva con A/D a 5058 su 4027 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é balzata a 18.71, il CBOE Equity put/call ratio era normale a 0.65 mentre il Fear&Greed Index ha perso ancora 3 punti a 31 punti. Abbiamo ora una situazione di ipervenduto ed eccesso di ribasso a corto termine con investitori pessimisti - settimana prossima la borsa americana deve rimbalzare. Vedremo se questo rappresenterà, come pensiamo noi, la ripresa del rialzo o per lo meno la fine della correzione di aprile. 

Commento del 13-14 aprile

Venti di guerra prolungano il consolidamento - l'ipercomperato sparisce. Nuovi massimi sui metalli preziosi

Riassunto: Da mesi le borse mondiali sono in una fase di rialzo. Noi prevediamo un'accelerazione di questo movimento al momento in cui i tassi d'interesse cominceranno a scendere. L'attesa si prolunga poiché l'inflazione, specialmente negli Stati Uniti, non cala. Secondo l'ultimo dato pubblicato mercoledì scorso i prezzi al consumo crescono ancora del +3.5% su base annua - troppo considerando il fatto che la FED ha un'obiettivo al 2%. D'altra parte i tassi d'interesse di mercato sono troppo alti - il Treasury Bill a scadenza tre mesi rende il 5.45% mentre il Bond decennale rende 4.5%. A soffrire maggiormente di questa situazione é soprattuto il settore delle piccole e medie imprese, più sensibili al costo del denaro. Il Russell2000 (-1.93% a 2003 punti / performance settimanale -2.89%) é quindi fermo al palo - si trova sullo stesso livello del 31 luglio del 2023. Senza il Russell i dati sulla partecipazione sono deboli (NH/NL a 263 su 1445) malgrado che gli altri due indici azionari di riferimento, l'S&P500 (-1.46% a 5123.41 punti) e il Nasdaq100 (-1.66% a 18003 punti) si trovano solo poco punti in percentuale sotto il massimo storico. I ribassisti si riferiscono ai dati tecnici sulla partecipazione per prevedere ora almeno una correzione di circa il 10%. In effetti i dati si sono deteriorati - i Summation Index sono in calo, solo il 37.4% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE é sceso a 59.03. Non siamo però convinti che queste preoccupazioni sono eccessive. La settimana di borsa é stata influenzata dalla negativa seduta di venerdì (S&P500 - 1.46%) - gli investitori si sono spaventati quando é stato annunciato l'imminente attacco ad Israele da parte dell'Iran e hanno venduto azioni. Tralasciando questa giornata é stata una settimana altalenante caratterizzata da un'oscillazione in laterale. I mercati azionari sembrano semplicemente consolidare e preparare la prossima spinta di rialzo. A breve la paura che il conflitto in Medio Oriente possa espandersi potrebbe ancora avere un'influsso negativo - la psicologia giocherà nei prossimi giorni ancora un ruolo importante. Noi crediamo (e speriamo ardentemente) che né Israele ed i sui alleati né l'Iran hanno un interesse ad una escalazione. Di conseguenza pensiamo che già nel corso di settimana prossima il rialzo delle borse dovrebbe riprendere. Considerando i molti conflitti armati e i molti problemi che affliggono le economie mondiali, le borse si comportano ancora molto bene. Questa "forza relativa" ci induce a restare ottimisti e pienamente investiti in azioni soprattutto in America ed in Europa.
Le due settimane di moderato calo degli indici azionari hanno anche un risvolto positivo - l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo sono spariti (RSI giornaliere sui 44 - 48 punti) e gli investitori sono nuovamente prudenti. Il Fear&Greed Index é sceso a 46 punti, valore neutrale e vicino al pessimismo. Questa é una buona premessa tecnica per una ripresa del rialzo anche se i valori potrebbero scendere ancora più in basso.
La settimana é stata entusiasmante per i metalli preziosi. L'oro é salito fino a venerdì su un nuovo record storico a 2430 USD l'oncia prima si subire un tracollo e finire la settimana a 2344 USD/oncia. C'é molta speculazione in questo settore e i prezzi diventano molto volatili. La tendenza é però indiscutibilmente al rialzo. Dopo una breve correzione intermedia e un consolidamento (stimiamo sui 2300 USD) il rialzo dovrebbe riprendere con obiettivo teorico sui 2700-2800 USD/oncia. L'argento ha toccato venerdì un massimo a 29.90 USD (future di maggio). Il nostro obiettivo a 30 USD é stato praticamente raggiunto. Venerdì c'é stato un'eccesso di rialzo di tipo speculativo al quale e subito seguito un crollo e l'argento ha chiuso a 27.97 USD, un -6% dal massimo! Il mercato dell'argento ha un volume di circa un decimo rispetto a quello dell'oro - venerdì sul future é stato scambiato un volume superiore alla produzione annua. Questa malsana ed irrazionale speculazione provoca una forte volatilità - trattare argento non é per traders dai nervi fragili. La tendenza é però al rialzo e conviene tenere argento nel portafoglio senza lasciarsi influenzare degli sbalzi giornalieri.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.21% a 4955 punti
SX7E (banche)          -2.58% a 137.29 punti
DAX                         -1.49% a 17930 punti
SMI                          -1.01% a 11379 punti
FTSE MIB                  -0.73% a 33764 punti
S&P500                     -1.56% a 5123.41 punti
Nasdaq100                -0.58% a 18003 punti

Venerdì gli investitori sono stati influenzati negativamente dai venti di guerra che spiravano tra Iran e Israele. Prima del fine settimana alcuni investitori hanno preferito vendere e giocare sul sicuro. L'S&P500 ha aperto già in calo a 5167 punti. è ancora brevemente salito a 5175 punti e poi é sceso a sbalzi fino alle 17.30 quando ha raggiunto i 5110 punti. Poi é oscillato in laterale, ha toccato il minimo giornaliero a 5108 e ha recuperato sul finale a 5123.41 punti (-1.46%). La chiusura in recupero é un segnale positivo. La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1642 su 7565, NH/NL a 263 su 1445 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é balzata a 17.31 punti (+2.40) e il CBOE Equity put/call ratio era normale a 0.68. Normalmente ad una seduta del genere segue un rimbalzo - durante la settimana c'é stata una serie regolare di sedute negative e positive. Per logica quindi la seduta di lunedì dovrebbe essere positiva - non sappiamo però come i mercati accoglieranno la notizia dell'attacco missilistico dell'Iran contro Israele. Sorprendentemente il mercato dei metalli preziosi si é sviluppato in maniera diversa. Mentre i mercati azionari erano in calo c'é stato rally impressionante - oro e argento hanno toccato il massimo alle 17.00. Dopo le 17.00 é partita, improvvisamente e senza una chiara ragione, una massiccia ondata di vendite. L'argento da un guadagno giornaliero vicino al +5% é caduto ad un -1% (da 29.90 a 27.97) nello spazio di 6 ore. Il reversal é stato drammatico e ha per ora bloccato il rialzo dei metalli preziosi. Il mercato dovrà digerire questa mazzata prima di poter ripartire.

I mercati azionari non possono sempre salire e ovviamente dopo delle fasi di rialzo ci sono delle brevi correzioni e dei periodi di consolidamento specialmente quando c'é una serie di notizie preoccupanti con un'impatto, almeno a livello psicologico, negativo. Al momento non vediamo però nulla in grado di farci cambiare opinione. Al contrario riteniamo che l'USD forte (USD Index a 105.82) e gli alti tassi d'interesse in America offrano un'ottima opportunità per comperare obbligazioni in USD e giocare al ribasso sulla moneta americana.

Breve commento del 6-7 aprile

Mercati azionari ancora in consolidamento - rotture al rialzo e accelerazione sui prezzi dei metalli preziosi

Riassunto: Malgrado la performance settimanale negativa delle borse non c'é motivo per preoccuparsi. I mercati azionari stanno semplicemente consolidando prima della prossima spinta di rialzo. Nei media molti ribassisti gridano vittoria e pronosticano a breve una massiccia caduta degli indici azionari. Sembra che abbiano perso il contatto con la realtà - l'S&P500 (+1.11% a 5204.34 punti) si trova unicamente 60 punti sotto il massimo storico di 5264 punti. Lo stesso vale per l'Eurostoxx50 (-1.10% a 5014 punti) che si trova solo 108 punti sotto il massimo - questo corrisponde a circa il -2%. La perdita settimanale del -1.38% si é verificata venerdì mentre nel resto della settimana l'indice é oscillato a ridosso del massimo a 52 settimane. La debolezza osservata questa settimana é insignificante.
Aspettiamo con impazienza un calo dei tassi d'interesse di mercato (USTBond decennale a 4.39%, Bund decennale a 2.4040%) che dovrebbe dare inizio alla prossima spinta di rialzo dei mercati azionari.
Nell'attesa gli investitori si sono buttati sui metalli preziosi, un settore sul quale puntiamo da tempo. L'ora ha toccato venerdì un nuovo record storico a 2330 USD /oncia - il rialzo sta accelerando. Anche il prezzo in EUR (2149 EUR / oncia) si é impennato e ha raggiunto un nuovo massimo. L'oro si muove malgrado che l'USD non si indebolisce (USD Index a 104.06). Questo é un segnale di forza.
L'argento ha rotto la forte resistenza a 26 ed é salito di slancio fino a 27.60 (future). Ha guadagnato quasi il +10% in una settimana. A breve potrebbe consolidare ma poi dovrebbe ripartire verso il nostro obiettivo a 30 USD. Considerando la forza dell'oro e il fatto che l'argento sembra avere appena cominciato il suo movimento di rialzo uscendo da un lungo periodo di consolidamento, é probabile che l'obiettivo a 30 USD sia (molto) conservativo. Ricordatevi però che l'argento é un asset volatile e speculativo - malgrado il potenziale di guadagno non investite troppi soldi in questo settore di nicchia.
Restiamo pienamente investiti in azioni, in obbligazioni di lungo termine (in USD) e in metalli preziosi. Siamo decisamente ottimisti per quel che riguarda i prossimi 3 a 6 mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.38% a 5014 punti
SX7E (banche)          +1.16% a 140.93 punti
DAX                         -1.78% a 18175 punti
SMI                          -2.00% a 11495 punti
FTSE MIB                  -2.13% a 34010 punti
S&P500                     -0.95% a 5204.34 punti
Nasdaq100                -0.80% a 18108 punti

L'S&P500 é precipitato giovedì (-1.23%) e tutti si aspettavano venerdì una continuazione di questo movimento. Invece, come normalmente succede durante un rialzo forte, costante e sostenibile, questo breve vuoto d'aria é stato subito comperato e venerdì l'S&&P500 é risalito del +1.11% a 5204.34 punti. La tendenza di fondo resta al rialzo (57.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 64.54). Ovviamente il fatto che i tassi d'interesse non scendano crea dell'incertezza ma nel complesso bisogna ammettere che la borsa americana si comporta molto bene. La partecipazione é nuovamente debole (Summation Index ancora in calo - pochi NH) ma non appare pressione di vendita. Non possiamo che essere positivi.
Le borse europee seguono a ruota Wall Street.
 
Commento del 30-31 marzo

Consolidamento in preparazione di un secondo trimestre entusiasmante

Riassunto: Dai 4103 punti di fine ottobre 2023 l'S&P500 (+0.11% a 5254.35 punti) sale in maniera regolare e senza correggere. Noi già ad inizio ottobre, durante l'ultima correzione, eravamo alla ricerca e in attesa di un solido minimo e avevamo previsto che la fase successiva sarebbe stato un robusto e sostenibile rialzo. All'inizio il nostro target era a 5000 punti - a gennaio abbiamo alzato l'obiettivo finale del rialzo a 6000 punti poiché il movimento sembrava ancora all'inizio e mancavamo i presupposti per un top. Molti non capiscono cosa sta succedendo e quali sono le ragioni che hanno spinto le borse europee e quella americana su nuovi massimi storici. Chi analizza solo i fondamentali nota, giustamente, che i mercati azionari sono molto cari e il quadro macroeconomico non é entusiasmante (é un eufemismo per dire che parecchi Paesi sono sull'orlo di una recessione). Molti operatori non riescono ad immaginarsi quali siano le conseguenze sui mercati finanziari dell'inevitabile e imminente allentamento della politica monetaria accompagnato da una robusta spesa statale. Sempre nel passato questo ha provocato un rialzo delle borse e molti investitori lo sanno - questi investitori stanno anticipando il futuro e stanno da mesi comperando azioni. Molti però sono ancora scettici e parecchi sono ancora sottoinvestiti. Chi vuole comperare azioni sta aspettando una correzione che non arriva come mostra chiaramente il grafico dell'S&P500  che é una linea che sale regolarmente con candele costantemente sopra le medie mobili e indicatori sempre in ipercomperato. Come ripetiamo da settimane é poco probabile che ci siano ancora correzioni significative (> 5%) e questo rialzo avrà invece tendenza ad accelerare finendo in una parabola esponenziale. Sul finale l'attuale ottimismo (Fear&Greed Index a 71 punti) si trasformerà in euforia e irrazionale esuberanza. Solo gli indicatori di sentiment ci potranno suggerire quando saremo vicini ad un top - é possibile che il nostro obiettivo (minimo) di riferimento a 6000 punti di S&P500 si dimostri ancora troppo conservativo.
Siamo convinti che nella prossime settimane il rialzo accelererà il suo ritmo. Questo succederà appena i tassi d'interesse di mercato cominceranno a scendere e l'USD perderà di valore. Per ora su questo fronte é successo ben poco. Il periodo di distribuzione dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 4.20%, reddito del Bund decennale a 2.2925%) e dell'USD (USD Index a 104.27) sembra però avvicinanarsi alla fine e finalmente il rialzo non vivrà solo di aspettative ma comincerà ad acquisire certezze. A questo punto tutti saranno obbligati a salire sul treno in corsa - più il rialzo accumulerà forza e partecipazione e più la paura di restare fuori e mancare un'occasione convincerà tutti che é il momento di comperare azioni. Ci prepariamo ad un trimestre entusiasmante durante il quale i guadagni dovrebbero ampiamente superare quanto finora registrato nel 2024 (da inizio anno performance dell'S&P500 +10.16%, dell'Eurostoxx50 +12.41%). Il rialzo dovrebbe coinvolgere tutti i listini europei e americani e in particolare le azioni delle PMI che finora sono "rimaste indietro". Finalmente anche i prezzi delle obbligazioni dovrebbero salire. L'unico pericolo é che potrebbero esserci forti oscillazioni sui cambi - noi riteniamo che l'USD dovrebbe perdere di valore (ca. -15% entro fine anno). Questo é un fattore da considerare per un'europeo che ha come moneta d'investimento l'EUR o il CHF e possiede azioni americane. D'altra parte un indebolimento dell'USD dovrebbe ulteriormente alimentare il rialzo dei prezzi dei metalli preziosi (l'oro ha toccato un nuovo record storico a 2233 USD/oncia) e dei prezzi dei metalli in generale.
Restiamo ottimisti e pienamente investiti. A livello fondamentale e tecnico non vediamo al momento rischi in grado invalidare il nostro scenario e bloccare il rialzo dei mercati azionari. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.03% a 5083 punti
SX7E (banche)          +2.66% a 139.31 punti
DAX                         +1.64% a 18492 punti
SMI                          +0.67% a 11730 punti
FTSE MIB                  +1.18% a 34750 punti
S&P500                     +0.39% a 5254.35 punti
Nasdaq100                -0.46% a 18254 punti

La settimana prima di Pasqua ha avuto solo quattro sedute ed é trascorsa nella calma. In America abbiamo assistito ad un'ulteriore sana rotazione tra settori. Mentre il Nasdaq100 ha marciato sul posto (week -0.46%) il settore delle PMI (Russell2000 week +2.54%) si é risvegliato. In Europa gli acquisti si sono concentrati sui settori ciclici e finanziari mentre faticano i settori difensivi come alimentari e farmaceutica. Questo spiega la buona performance relativa del FTSE MIB nei riguardi per esempio di un SMI. Anche nel futuro questo effetto dovrebbe persistere.
Giovedì l'S&P500 ha aperto a 5245 punti, é oscillato per ore intorno ai 5252 punti, si é impennato in serata fino ai 5264 punti (nuovo record storico) ed ha infine chiuso a 5254.35 punti (+0.11%). La seduta é stata positiva con A/D a 5783 su 3283, NH/NL a 1179 su 219 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 13.01 punti (+0.23), il CBOE Equity put/call ratio era di 0.56 mentre il Fear&Greed Index é stabile a 71 punti (+1). I Summation Index salgono e la tendenza di fondo resta al rialzo (71.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 66.05).
Notiamo una certa frustrazione tra i ribassisti mentre il gruppo dei rialzisti si sta infoltendo. Questo "bullish sentiment" ci sembra ancora sano e non sembra ancora costituire un pericoloso eccesso. Sempre più investitori credono al rialzo e pensiamo che questo spostamento dai pessimisti nel campo degli ottimisti dovrebbe almeno in questa fase alimentare il rialzo e non creare le premesse per una correzione o peggio ancora un top. Teniamo d'occhio i tassi d'interesse - ad aprile il reddito dell'USTB decennale dovrebbe cadere sotto il 4%. La rottura di questa barriera dovrebbe entusiasmare gli investitori e alimentare il rally delle borse.
Nei forum si discute molto di argento dopo che l'oro ha raggiunto un nuovo record storico. L'argento (future a 25.10 USD/oncia) sembra in ritardo. Se come pensiamo riesce nelle prossime settimane a rompere la forte resistenza a 26 dovrebbe salire direttamente a 30.

Commento del 23-24 marzo

Le borse ripartono al rialzo - tassi d'interesse e USD ancora in stallo - l'argento ha raggiunto la resistenza a 26 e ha corretto

Riassunto: Le borse sono salite fino a giovedì 21 marzo quando l'S&P500 ha raggiunto un nuovo record storico a 5261.10 punti. La BNS (Banca Nazionale Svizzera) ha abbassato a sorpresa, come prima Banca Centrale occidentale, il tasso d'interesse di riferimento del -0.25%. Questo ha provocato degli scossoni specialmente sul mercato delle divise. Il Franco Svizzero si é indebolito e ad approfittarne é stato soprattutto l'USD. Questo ha innescato una breve correzione delle borse e dei prezzi dei metalli preziosi. Forse "per caso" il future sull'argento ha raggiunto un massimo di 25.9730 USD prima di crollare di circa 1.40 USD e finire la settimana a 24.84 USD. Due settimane fà avevamo previsto che l'argento doveva salire fino alla resistenza a 26 USD per poi correggere...
Per saldo però abbiamo avuto un'altra settimana di rialzi per gli indici azionari americani ed europei. Il nostro scenario di base per i mercati finanziari si sta sviluppando come descritto da mesi - l'unico aspetto che differisce ancora dalle nostre previsioni sono i tassi d'interesse. Le Banche Centrali sono tuttora ossessionate dall'inflazione e gli investitori sono ancora indecisi tra uno scenario economico da soft landing e uno recessivo. Il calo dei tassi d'interesse di mercato si fa quindi aspettare e l'accelerazione al rialzo dei mercati azionari e l'indebolimento dell'USD sono dilazionati. Poco male - non abbiamo a che fare con un movimento nella direzione opposta alle nostre previsioni ma semplicemente con una fase di stallo. I tassi d'interesse di mercato marciano sul posto (reddito dell'UST Bond decennale a 4.22%, reddito del Bund tedesco decennale a 2.3190%) e l'USD Index (104.15) continua ad oscillare tra i 102 ed i 105 punti senza attaccare il supporto a 100 punti. Bisogna avere pazienza.
Siamo convinti che nel prossimo futuro i tassi d'interesse devono scendere e l'USD deve indebolirsi alimentando il rialzo delle borse e dei prezzi delle materie prime.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.89% a 5031 punti
SX7E (banche)          +2.76% a 135.69 punti
DAX                         +1.54% a 18205 punti
SMI                          -0.21% a 11652 punti
FTSE MIB                  +1.19% a 34343 punti
S&P500                     +2.29% a 5234.18 punti
Nasdaq100                +2.98% a 18339 punti

Gli indici azionari sono saliti nelle prime quattro sedute della settimana (S&P500 +0.63%, +0.56%, +0.89%, +0.32%). Venerdì ci sono state delle prese di beneficio senza grandi conseguenze (S&P500 -0.14% a 5234.18 punti). Il rialzo é stabile e sostenibile - di conseguenza non ci sarannno più sostanziali correzioni fino al top che secondo la nostra stima dovrebbe situarsi sui 6000 punti di S&P500. Avremo unicamente delle modeste fasi di prese di beneficio e di accumulazione necessarie per eliminare l'eccesso di speculazione al rialzo - indicativamente in questi brevi periodi l'S&P500 potrebbe perdere un -2%/-3% mentre gli indici più volatili come il Nasdaq100 potrebbero perdere un paio di punti in percentuale in più. Non bisogna però farsi influenzare od impressionare da questi brevi vuoti d'aria. Il rialzo ha ancora parecchia strada da fare almeno in termine di percentuale di guadagno.
In questa fase gli analisti tecnici sono in difficoltà. Gli indicatori di momentum mostrano che gli indici azionari sono ipercomperati e in eccesso di rialzo - gli investitori sono ottimisti (p.e. Fear&Greed Index costantemente sui 70+ punti, ora a 72 punti). Questi segnali tecnici che in un mercato in laterale normalmente ci allertano dell'imminenza di una correzione intermedia ora non funzionano. Semplicemente perché la spinta di rialzo é costante e non permette ai ribassisti di prendere il sopravvento - ogni ritracciamento viene chiaramente comperato.
Venerdì l'S&P500 ha aperto invariato a 5242 punti. Durante la seduta l'indice é oscillato a caso tra i 5229 ed i 5246 punti (range di soli 17 punti!) e ha chiuso a 5234.18 punti (-0.14%) con una insignificante perdita di 7 punti. La perdita sul Russell2000 (-1.27%) é stata più consistente e questo spiega i dati negativi della seduta (A/D a 2942 su 6169, NH/NL a 581 su 390 e volume relativo a 0.9). Anche questo indice ha però una performance settimanale positiva (+1.43%). La partecipazione sta in generale migliorando e i Summation Index salgono. La tendenza di fondo resta al rialzo con il 65,5% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 64.53.
Non abbiamo nulla di nuovo da segnalare e finora non vediamo niente all'orizzonte che possa far deragliare o ritardare ulteriormente il rialzo che dovrebbe culminare in un top di lungo periodo nel corso di quest'anno.
Restiamo pienamente investiti in azioni, in obbligazioni a lunga scadenza e in metalli preziosi (speculativamente argento con obiettivo a 30 USD).

Commento del 16-17 marzo

Aspettando la prossima spinta di rialzo constatiamo i guadagni dei titoli finanziari e dell'argento

Riassunto: I mercati azionari sono da mesi in una fase di rialzo. Ad inizio marzo in America é iniziato un consolidamento durante il quale abbiamo osservato una sana rotazione tra settori. Ci sono state prese di beneficio specialmente nei settori che erano corsi troppo ed erano decisamente ipercomperati come la tecnologia. Questa pausa é una conseguenza dello sviluppo della situazione per quel che riguarda l'inflazione negli Stati Uniti che negli ultimi dati é leggermente risalita. Il trend ribassista a medio/lungo termine é però evidente e indiscutibile. Ad un certo momento l'inflazione diminuirà e i tassi d'interesse scenderanno permettendo al rialzo dei mercati azionari di riprendere forza ed accellerare. Tecnicamente questa breve e modesta correzione a Wall Street sembra vicina alla fine. In Europa l'inflazione non sembra più essere un problema e gli indici azionari continuano lentamente a salire - malgrado che molti analisti parlano incessantemente della crisi in Germania, il DAX fà registare ad intervalli regolari dei nuovi massimi storici.
Noi restiamo decisamente positivi e come sapete siamo pienamente investiti, nei limiti imposti dai profili d'investimento, in azioni ed obbligazioni di lunga scadenza. Siamo rialzisti sui metalli preziosi e sui metalli in generale. L'oro ha toccato alcuni giorni fà un nuovo massimo storico a 2195 USD - venerdì é sceso a 2156 USD - pensiamo che si tratti unicamente di un breve ritracciamento / consolidamento e prevediamo nel corso dell'anno prezzi decisamente più alti. Il testimone é stato ripreso questa settimana dall'argento - dai 24.54 USD di una settimana fà il prezzo (future di maggio) é salito venerdì fino a 25.66 USD per chiudere infine a 25.41 USD - vi invitiamo a rileggere il commento di sabato/domenica scorsa - il nostro obiettivo per quest'anno é a 30 USD.
Ricordiamo che il nostro obiettivo di riferimento per i mercati azionari sono i 6000 punti di S&P500 (-0.65% a 5117.09 punti). Dai livelli attuali prevediamo quindi che l'S&P500 possa guadagnare ancora un +17% prima che questa fase di rialzo termini nell'euforia generale con un'accelerazione di tipo esaustivo. L'Europa dovrebbe seguire l'esempio dell'America.
Durante il rialzo ci saranno delle brevi correzioni che serviranno ad assorbire gli accessi e ristabilire uno sano scetticismo. Le correzioni coincideranno con rotazioni tra settori che potrannno essere utilizzate dai traders. Nelle scorse due settimane hanno corretto i magnifici 7, i semiconduttori e la tecnologia in generale mentre si é comportato molto bene il settore finanziario. Sembra giunto il momento di prendere dei guadagni sui titoli bancari ed assicurativi. Restiamo decisamente positivi per le PMI - pensiamo che questo sarà il prossimo segmento di mercato a "decollare" e consigliamo di comperare un ETF sul Russell2000.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.56% a 4986 punti
SX7E (banche)          +3.62% a 132.04 punti
DAX                         +0.61% a 17936 punti
SMI                          +0.25% a 11676 punti
FTSE MIB                  +1.61% a 33940 punti
S&P500                     -0.13% a 5117.09 punti
Nasdaq100                -1.16% a 17808 punti

Venerdì sono scaduti i derivati di marzo. È stata una grande scadenza trimestrale che statisticamente spesso coincideva con dei massimi o minimi dei mercati azionari. La valenza tecnica di questo appuntamento é però gradualmente diminuita negli ultimi anni con l'insorgere delle 0DTE (0 Days to Expiry Options). Queste opzioni a scadenza giornaliera costituiscono ormai il 45% del mercato e quindi le scadenze trimestrali sono importanti per i futures ma non più per le opzioni. La giornata é stata relativamente tranquilla e solo l'alto volume (volume relativo a 2.0) di titoli trattati mostra che é stata una seduta insolita.
L'S&P500 ha aperto a 5124 punti, é salito a zigzag sul massimo a 5136 ed é sceso sul minimo a 5104 a metà giornata. Poi c'é stato un lento ed incerto recupero fino ai 5124 punti e una chiusura a 5117.09 punti (-0.65%). Questa chiusura in mezzo al range e con una perdita di 33 punti non ha una grande significato - dal massimo storico a 5189 punti di inizio marzo l'indice ha perso in questa fase meno del 2%. L'ipercomperato a corto termine é stato riassorbito e il consolidamento potrebbe finire qui. Al massimo l'S&P500 potrebbe ancora scendere qualche giorno fino ai 5060 punti prima di ripartire al rialzo.
La seduta al NYSE é stata di poco negativa con A/D a 4424 su 4621, NH/NL a 408 su 877. La volatilità VIX é ferma a 14.41 (+0.01), il CBOE Equity put/call ratio é nella media a 0.61 mentre il Fear&Greed Index a 70 (-3) mentra ancora ottimismo.
La tendenza di fondo resta al rialzo con il 59.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 62.18. I Summation Index sono in leggero calo.
Nel complesso il quadro tecnico non é entusiasmante. È però indiscutibile che gli indici salgono regolarmente malgrado la modesta partecipazione e i grafici mostrano un costante e regolare rialzo. Questo movimento si sta sviluppando malgrado che finora i tassi d'interesse, sia di riferimento che di mercato, non sono ancora scesi. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale resta sopra il 4% (4.31%) mentre quello del Bund tedesco decennale é stabile al 2.4320%. Manca quindi ancora la spinta fornita abitualmente dal calo del costo del denaro. Le Banche Centrali prevedono nel prossimo futuro di abbassare i tassi d'interesse che attualmente sono superiori all'inflazione -  il calo non é messo in discussione - si tratta unicamente di decidere il momento giusto. Questo significa che il rialzo delle borse non é a rischio - il problema é unicamente quello di capire quando avverrà l'accelerazione. A questo ritmo il rialzo potrebbe esaurirsi unicamente in autunno.
Restiamo investiti, siamo fiduciosi ed aspettiamo con calma.

Commento del 9-10 marzo

Calano i tassi d'interesse e l'USD si indebolisce - il rialzo delle borse continuerà e dovrebbe accelerare

Riassunto: Le borse non correggono malgrado che l'analisi tecnica segnali una situazione di ipercomperato ed eccesso di rialzo a corto e medio termine. Questo fatto non ci sorprende. Da parecchi mesi i mercati azionari sono orientati al rialzo e il trend é solido e sostenibile. Inizialmente noi avevamo come obiettivo di riferimento un nuovo record storico dell'S&P500 a 5000 punti. il 20 gennaio, quando questo indice si trovava a 4830 punti, abbiamo alzato il target a 6000 punti. Il motivo é chiaro ed evidente. Il rialzo é alimentato da una combinazione di fattori positivi. La crescita economica in America é ancora robusta mentre l'inflazione é in calo. Questo dovrebbe permettere alle Banche Centrali nel corso di quest'anno di tornare ad una politica monetaria espansiva. I tassi d'interesse in calo sostengono la crescita economica, danno una spinta agli utili degli imprese e permettono un'espansione dei rapporti P/E e di conseguenza danno nel complesso una forte spinta di rialzo ai prezzi delle azioni. Gli investitori conoscono bene questi meccanismi e stanno comperando azioni tentando di anticipare questo sviluppo positivo. Praticamente il rialzo in molti settori é ancora agli inizi e la partecipazione nei prossimi mesi dovrebbe migliorare. Il rialzo dovrebbe finire nell'euforia mentre adesso c'é ancora parecchio scetticismo. Molti analisti tecnici tentano da settimane di prevedere una correzione delle borse e molti analisti fondamentali ripetono costantemente l'avvertimento che le azioni sono sopravvalutate. Tutti hanno ragione ma non si rendono conto che in questa fase queste regole non contano. La spinta di rialzo é talmente possente che l'ipercomperato e gli eccessi a breve non scatenano delle correzioni ma solo dei brevi ritracciamenti come quello di venerdì (S&P500 -0.65%, Nasdaq100 -1.53%). Questo rialzo terminerà unicamente con un'accelerazione finale di tipo esaustivo e nell'euforia generale. Siamo ben lontanoi da questa situazione e quindi é molto probabile che il rialzo prosegua ancora per mesi.
I tassi d'interesse sono scesi ancora di poco (reddito dell'USTBond decennale a 4.09%, reddito del Bund decennale a 2.27%) mentre l'USD ha ceduto solamente qualche punto (EUR/USD a 1.0938, USD Index a 102.71). Su questi due fronti il movimento che noi ci aspettiamo é appena agli inizi. Noi crediamo che nei prossimi mesi il reddito dell'USTBond decennale debba cadere intorno al 3% mentre l'USD potrebbe perdere dal livello attuale un -10% riguardi di EUR,CHF, YEN e GBP. Per quel che riguarda gli indicatori di sentiment lasciamo da parte il Fear&Greed Index che ormai é da settimane nel campo dell'ottimismo (71 punti) senza che ci siano conseguenze negative per il mercato azionario americano. Come punto di riferimento abbiamo la volatilità VIX (14.74 punti) che secondo noi dovrebbe scendere sui 10 punti quando il rialzo si avvicinerà al top.
Per ora tutto sembra confermare che il rialzo é solido e sostenibile e dovrebbe proseguire ancora per mesi. Siamo e restiamo pienamente investiti in azioni e in obbligazioni a lunga scadenza (da 10 a 30 anni).
Come sapete siamo da mesi positivi sui metalli preziosi. L'oro da inizio marzo si é impennato sia in USD che in EUR e ha raggiunto venerdì un nuovo record storico a 2185 USD/oncia. Siamo convinti che anche questo movimento é appena agli inizi e che esiste un ampio potenziale di rialzo. In questo momento siamo particolarmente ottimisti per l'argento che sembra uscire da un lungo consolidamento. Nell'ultimo mese il prezzo é salito dal solido supporto a 22 USD/oncia fino agli attuali 24.54 USD (future di maggio). Il nostro target per quest'anno é a 30 USD. Un'importante resistenza a 26 USD potrebbe provocare una correzione intermedia ma questa volta siamo convinti che l'argento dovrebbe riuscire a sfondare al rialzo dopo i due falliti tentativi ad aprile/maggio e dicembre dell'anno scorso.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.37% a 4961 punti
SX7E (banche)          +2.93% a 127.42 punti
DAX                         +0.43% a 17814 punti
SMI                          +1.33% a 11647 punti
FTSE MIB                  +1.43% a 33403 punti
S&P500                     -0.26% a 5123.69 punti
Nasdaq100                -1.55% a 18018 punti

Venerdì molti hanno notato il reversal su NVidia, il leader incontestato del momento. L'azione, che a inizio anno valeva ancora circa 480 USD, é schizzata venerdì su un nuovo massimo storico a 974 USD per poi cadere di quasi 110 USD e chiudere a 875.28 USD (-5.55%). La lunga candela rossa sul grafico puzza di esaurimento di trend (almeno momentaneo) e ha indotto parecchi analisti a prevedere l'inizio di una correzione generale della borsa americana. In effetti il reversal di NVidia ha avuto effetti negativi sugli indici settoriali (Semiconduttori / SOX -4.03%) e sul Nasdaq100 stesso (-1.53% a 18018 punti). Ormai però questo mercato azionario non é più dipendente dai magnifici 7 - nelle scorsa settimane il rialzo é diventato più ampio e gode adesso di buona partecipazione. Non solo la tecnologia é salita da inizio anno ma affiorano buone performance in altri settori come Financials, Health Care, Basic Materials o Industrials. La borsa americana sta assorbendo senza contraccolpi la debolezza di Apple (negli ultimi tre mesi il titolo é sceso da 200 USD agli attuali 170 USD). Noi siamo convinti che l'attuale pausa dell'S&P500 sui 5100 punti é unicamente un consolidamento prima della prossima spinta di rialzo. La liquidità sta cercando altri obiettivi d'investimento mentre ci sono prese di beneficio sui titoli che da inizio anno hanno già corso molto se non troppo.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in guadagno a 5168 punti. Dopo un breve ritracciamento a 5164 l'indice é salito verso le 16.00 sul massimo a 5189 punti. Poi c'é stata una lunga discesa fino alle 19.30 quando l'indice ha toccato il minimo a 5117 punti. Dopo un rimbalzo a 5150 punti l'indice ha chiuso a 5123.69 punti (-0.65%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 4229 su 4857, NH/NL a 899 su 324 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 14.74 (+0.30), il CBOE Equity put/call ratio era piuttosto basso a 0.56 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 71 punti (-4 punti). Notiamo la forza relativa dell'indice Russell2000 (-0.10% a 2082 punti) che questa settimana ha avuto una performance del +0.30%.

Le borse europee si comportano meglio di quanto ci eravamo aspettati. È possibile che la BCE abbassi i tassi d'interesse di riferimento prima della FED americana. Sembra che l'inflazione in Europa scenda più velocemente del previsto. In America invece l'inflazione persiste e tutti attendono con timore la pubblicazione dell'indice sui prezzi ai consumi in America a febbraio previsto martedì alle 13.30. Attenzione che l'America questo fine settimana passa all'orario estivo. Di conseguenza la differenza tra noi e New York scende a 5 ore - la borsa americana aprirà alle nostre 14.30 invece che le abituali 15.30.

In generale restiamo decisamente positivi. Siamo convinti che il rialzo delle borse debba continuare ancora per mesi con buone prospettive di consistenti guadagni. Siamo long azioni, bonds e metalli preziosi. Al momento non vediamo rischi profilarsi all'orizzonte.

Breve commento del 02-03 marzo

Nuovo massimo storico dell'S&P500 - il rialzo prosegue in maniera costante e regolare in attesa di una accelerazione

Sono stato tre settimane in vacanza in Cambogia e Laos.
Ho seguito da lontano lo sviluppo dei mercati finanziari. Ho notato che non ci sono state sorprese e il rialzo sta proseguendo in maniera regolare e secondo le previsioni. Le borse hanno ancora guadagnato terreno. In Europa gli indici azionari sono saliti intorno al +4%, in America l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 5140 punti con una performance dall'11 febbraio del +2.20%. Malgrado ipercomperato ed eccesso di rialzo non si verificano delle correzioni - gli indicatori di sentiment mostrano ancora ottimismo a corto termine (Fear&Greed Index a 79 punti) mentre tra gli investitori noto ancora parecchio scetticismo.
Rispetto alla situazione del 10-11 febbraio non ci sono cambiamenti di rilievo - la tendenza di fondo dei mercati azionari di America, Europa e Giappone resta saldamente al rialzo (91.6% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 60.99 punti).

I tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 4.19%, reddito del Bund tedesco decennale a 2.4130%) sono rimasti stabili - il cambio EUR/USD (1.0837) non é mosso di molto. Restiamo in attesa di un cambiamento su questo fronte. Ad un certo momento i tassi d'interesse scenderanno e l'USD si indebolirà (USD Index a 103.82) - a quel punto il trend rialzista subirà un'accelerazione e si esaurirà su un massimo di lungo periodo che al momento stimiamo possa essere sui 6000 punti di S&P500.
Per ora non abbiamo niente da aggiungere - le nostre previsioni a medio termine non cambiano. La rotta resta quella che continuiamo a descrivere da parecchi mesi. Non vediamo nulla orizzonte che possa far fallire questo rialzo e restiamo pienamente investiti in azioni, obbligazioni di lungo termine e metalli preziosi. Assicuriamo l'USD su EUR e CHF. Delle correzioni minori di un -2%/-3% sono sempre possibili ma non devono impensierire gli investitori. Chi volesse ancora comperare azioni deve cercare dei settori ancora sottovalutati e che finora sono stati trascurati - vediamo ancora ampie possibilità tra le PMI (Russelll2000) e tra le società che agiscono nell'estrazione e commercio delle materie prime.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.44% a 4715 punti
SX7E (banche)          +0.48% a 123.79 punti
DAX                         +1.81% a 17735 punti
SMI                          -0.02% a 11493 punti
FTSE MIB                  +0.71% a 32934 punti
S&P500                     +0.95% a 5137.08 punti
Nasdaq100                +2.03% a 18302 punti

Breve commento del 10-11 febbraio

L'S&P500 raggiunge il primo l'obiettivo a 5000 punti - lo scetticismo alimenta il rialzo

Gli indici azionari continuano a salire malgrado che a livello macroeconomico non ci siano novità di rilievo. I tassi d'interesse sono stabili (reddito dell'USTBond decennale a 4.17%) e i cambi sulle divise non si muovono. La crisi economica cinese non sembra contagiare le economie occidentali e la diminuzione del traffico navale nel canale di Suez dovuta agli attacchi degli Huthi non influenza in maniera determinente il trasporto delle merci in direzione di America ed Europa.
Insomma - la narrativa non cambia. L'inflazione é sotto controllo e il prossimo passo sarà un calo dei tassi d'interessi di riferimento e di mercato. Poiché questo sviluppo nel passato ha sempre avuto risvolti positivi sui mercati finanziari la liquidità scorre in direzione dei mercati azionari e le borse mondiali stanno lievitando. Il movimento é iniziato alle fine di ottobre dell'anno scorso e sembra poter proseguire ancora per mesi.
L'S&P500 ha fatto segnare un nuovo record storico a 5030 punti - i 5000 punti erano il nostro obiettivo iniziale é stato raggiunto. Il 20 gennaio di quest'anno abbiamo alzato questo obiettivo a 6000 punti. La ragione é semplice. Lo scenario che avevamo previsto si sta lentamente realizzando ma mancano ancora parecchi capitoli al suo completamento. Il trend delle borse é al rialzo in maniera solida e sostenibile. Non osserviamo ancora della pericolosa euforia e in particolare il mercato sale ancora a piccoli passi regolari senza accelerare. Il grafico ci fornisce un'obiettivo teorico a 6000 punti e per ora non abbiamo un metodo migliore per fissare un obiettivo differente. Le borse europee seguono malgrado alcune sfumature. La recessione in Germania sta frenando il DAX e i risultati trimestrali non entusiasmanti dei colossi svizzeri Nestlé, Roche e Novartis provocano una sottoperformance dell'SMI. Questi sono però solo dei dettagli in un contesto ideale per i mercati finanziari. L'unico investimento da evitare é la liquidità.
Restiamo pienamente investiti in azioni specialmente sulla borsa americana - in Europa favoriamo le PMI. Abbiamo inoltre obbligazioni a lunga scadenza e metalli preziosi. Non temiamo eventuali correzioni che il questa fase dovrebbero essere modeste e di breve durata.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.30% a 4715 punti
SX7E (banche)          -1.76% a 117.24 punti
DAX                         +0.05% a 16926 punti
SMI                          -1.32% a 11091 punti
FTSE MIB                  +1.43% a 31156 punti
S&P500                     +1.37% a 5026.61 punti
Nasdaq100                +1.81% a 17962 punti

Poco da dire sulla seduta di venerdì. L'S&P500 ha aperto in gap up a 5005 punti, ha raggiunto su un nuovo massimo storico a 5030 punti e ha chiuso a 5026.61 punti (+0.57%) con un guadagno di 28 punti. La partecipazione sta migliorando - il Russell2000 ha guadagnato il +1.53% salendo a 2010 punti, ha passato la barriera psicologica dei 2000 punti e la performance settimanale é stata del +2.41% superando anche il Nasdaq100 (+1.81%). Il raggiungimento e superamento della barriera dei 5000 punti sull'S&P500 provocherà un certo clamore e desterà l'attenzione dei media. È probabile che questo invogli parecchi investitori a saltare sul carro in corsa malgrado che il mercato resta ipercomperato e in eccesso di rialzo. Il Fear&Greed Index a 78 punti (+2) mostra una certa euforia a corto termine ma la grande massa degli investitori resta scettica e sottoinvestita. C'é ancora parecchia liquidità per alimentare questo strano rialzo che può solo terminare con un'accelerazione finale di tipo esaustivo.
Il Fear&Greed Index (78 punti) e il CBOE Equity put/call ratio (0.48) al momento non forniscono segnali affidabili poiché il trend é forte e sostenibile. Consigliamo di tenere d'occhio la volatilità VIX (12.93 punti) per sapere quando il mercato potrebbe essere vicino al top. Quando tutti saranno convinti che il mercato conosce solo una direzione e tutti saranno investiti questo indicatore dovrebbe trovarsi sui 10 punti.

Il prossimo commento verrà pubblicato domenica 3 marzo.


Commento del 3-4 febbraio

La tendenza resta saldamente al rialzo ma ci vuole tempo e pazienza fino all'accelerazione

Riassunto: Malgrado le giustificate critiche riguardanti la scarsa partecipazione al rialzo (venerdì A/D a 3407 su 5757) i maggiori indici azionari americani passano da un record al successivo. Venerdì l'S&P500 (+1.07% a 4958.61 punti, massimo giornaliero a 4975 punti) e il Nasdaq100 (+1.72% a 17642 punti, massimo giornaliero a 17682 punti) hanno raggiunto un nuovo massimo storico. Chi ci legge da anni conosce il nostro commento in queste occasioni: "un nuovo massimo é un segnale indiscutibile e inequivocabile che il trend é al rialzo". Tutti quelli che sono negativi e fanno osservare che il rialzo é trascinato solo da una decina di titoli nel campo della tecnologia (venerdì Meta +20.32%, Amazon +7.87%, NVidia +4.87%), che i Summation Index sono in calo e che più del 50% dei titoli dell'S&P500 da inizio anno sono in perdita (!) hanno ragione - d'altra parte chi é investito in un ETF sull'S&P500 o sul Nasdaq100 sta guadagnando e non gli importa molto perché l'indice sale. Noi da più di un anno stiamo inseguendo l'obiettivo a 5000 punti di S&P500 o ormai la nostra previsione si sta avverando. Manca ancora un +1% mentre il trend é saldamente al rialzo (60.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 58.18). Come anticipato il mercato azionario americano non riesce più a correggere malgrado che regolarmente si presentano delle situazioni, a corto o medio termine, di eccesso di rialzo e di ipercomperato. Noi avevamo previsto adesso un breve ritracciamento fino ai 4800-4820 punti - il massimo che il mercato é riuscito a fare é stata una caduta mercoledì fino a 4845 punti (-1.61%). I ribassisti pensavano già di poter prendere l'iniziativa ma invece giovedì (+1.25%) e venerdì (+1.07%) il contrattacco dei rialzisti é sfociato su un nuovo record storico. A nulla servono dati economici in teoria negativi per la borsa. I dati che segnalano recessione sono interpretati in maniera positiva poiché i tassi d'interesse scendono - i dati che mostrano invece che il mercato del lavoro é in buona salute inducono a credere che l'economia si salverà in un soft landing. È evidente che ogni scusa é buona per comperare azioni. Bisogna però seguire le tendenze di fondo e non farsi influenzare da dati economici fuori dal coro e in particolare da quelli che si riferiscono al passato. Lo scenario da seguire per il futuro é quelle che descriviamo da mesi e si sta lentamente delineando. L'inflazione é in calo e questo permetterà una discesa dei tassi d'interesse di mercato e di riferimento. Molti investitori sanno che questo scenario é bullish per le azioni e quindi stanno comperando ed alzano nuovamente le percentuali di azioni nei portafogli. L'unico aspetto che si differenzia da quanto prevediamo noi da parecchi mesi é la velocità del movimento. Su parecchi fronti é ancora successo poco o nulla. In particolare i tassi d'interesse non scendono in maniera sostanziale - il reddito dell'US Treasury Bond decennale oscilla ancora intorno al 4% (4.03%, +0.16%). Anche l'USD non perde di valore - l'USD Index (103.84, +0.84%) continua la sua oscillazione nel range 100-104 e non sembra a breve voler rompere il supporto a 100. Di conseguenza i prezzi dei metalli preziosi non decollano - l'oro (2039 USD/oncia) ha guadagnato questa settimana una ventina di USD ma questo non corrisponde al rialzo che ci aspettiamo noi.
Insomma - le borse restano impostate decisamente al rialzo ma l'accelerazione fatica a concretizzarsi. Da una parte questo ha risvolti positivi poiché molti investitori restano scettici e non appare quella pericolosa euforia che potrebbe farci temere un'esaurimento del trend. D'altra parte questo avanzare a piccoli passi significa che la fase finale, vale a dire l'accelerazione di tipo esaustivo, non é imminente. A questo ritmo pensiamo che il top potrebbe essere raggiunto solo verso metà anno se non in autunno. Poco male - per ora il trend rialzista é solido e indiscutibile - bisogna solo avere pazienza e restare investiti. Nel futuro il rialzo dovrebbe coinvolgere anche i settori finora relativamente deboli e in particolare il settore delle piccole e medie imprese (Russell2000 -0.59% a 1962 punti, performance settimanale -0.59%) che finora é in affanno.
Questa settimana le borse europee hanno fatto una pausa vittime della concentrazione del rialzo in alcuni settori come tecnologia, consumi o industria.  Restiamo però dell'opinione che l'Europa dovrebbe seguire l'America e non bisogna farsi impressionare dalle rotazioni settoriali o di paese. L'unico mercato azionario da evitare é quello cinese. Non abbiamo che segnali negativi sia dall'economia che dall'analisi tecnica.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.42% a 4654 punti
SX7E (banche)          +0.44% a 119.34 punti
DAX                         -0.25% a 16918 punti
SMI                          -1.32% a 11239 punti
FTSE MIB                  +1.11% a 30718 punti
S&P500                     +1.38% a 4958.61 punti
Nasdaq100                +1.26% a 17642 punti

La seduta di venerdì é un caso per un manuale di analisi tecnica - raramente si osserva una seduta con un netto guadagno di S&P500 (+1.07%), Nasdaq100 (+1.72%), DJI (+0.35% e DJT (+0.99%) e contemporaneamente dati sulla partecipazione così negativi (A/D a 3407 su 5757 e NH/NL a 445 su 618). Questo si spiega in parte con il calo del Russelll2000 (-0.59%) - resta il fatto che assistiamo ad un mercato diviso in due dove hanno prevalso le vendite.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4912 punti. È salito fino ai 4960 punti - ha metà seduta ha ritracciato fino ai 4940 punti per poi ripartire al rialzo e raggiungere verso le 21.30 il nuovo massimo storico a 4975 punti. Sul finale l'indice é ricaduto a 4958.61 punti (+1.07%). La volatilità VIX é stabile a 13.85 punti (-0.03), il CBOE Equity put/call ratio é neutro a 0.62 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 67 punti (-3). L'analisi tecnica fornisce buoni argomenti sia ai rialzisti che ai ribassisti - il trend é però indiscutibilmente al rialzo e senza prova contraria una continuazione di questo movimento é la variante nettamente più probabile.
Notiamo che l'Eurostoxx50, dopo il +4.19% di settimana scorsa, é ancora riuscito a salire questa settimana del +0.42%. Sempre più analisti notano il fatto che a livello fondamentale le azioni europee sono più a buon mercato di quelle americane. Malgrado i segnali di recessione in Germania, sono da favorire i settori ciclici e gli indici delle piccole e medie imprese come il MDAX.
 
Annuncio: Il 10-11 febbraio pubblicherò unicamente un breve aggiornamento. Sarò poi assente fino a sabato 2 marzo.

 
Commento del 27-28 gennaio

Mercati azionari in ebollizione - nuovo massimo storico dell'S&P500 a 4906 punti

Riassunto: Il trend rialzista continua a dominare. Una sana rotazione tra settori e mercati permette agli indici azionari americani ed europei di salire in maniera regolare e sostenibile. Questa settimana il testimone é passato all'Eurostoxx50 che ha messo a segno una performance del +4.19%. La tecnologia invece ha fatto una pausa - in America i titoli a grande capitalizzazione hanno lasciato spazio alle PMI rappresentate dal Russell2000 (+1.75%). Gli analisti tecnici continuano a mettere in dubbio il rialzo puntando il dito su una o l'altra debolezza. In effetti la partecipazione resta debole come mostrano i Summation Index - quello sul NYSE si é a malapena stabilizzato mentre quello sul Nasdaq continua a scivolare verso il basso. Venerdì l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 4906 punti mentre sul NYSE ci sono stati solo 533 titoli che hanno fatto registrare un nuovo massimo a 30 giorni. È difficile scegliere i titoli "giusti" come mostra l'esempio di Intel - l'azione venerdì ha perso il -11.91% mentre l'indice settoriale (semiconduttori) ha toccato giovedì un nuovo record storico. Poiché i movimenti sui singoli titoli sono violenti e spesso non si riesce ad individuare quelli "giusti", per evitare errori  é meglio giocare questo rialzo investendo sugli indici con ETF o futures. Un'altro aspetto tecnico che suggerisce prudenza é il sentiment - gli indicatori tradizionali raccolti nel Fear&Greed Index (77 punti) veleggiano costantemente tra l'ottimismo e l'euforia. Questo eccesso però non provoca reazioni negative e le borse non correggono.
Riteniamo che questo bull market secolare si trovi nella fase finale - questo significa che per i prossimi mesi non ci saranno più correzioni significative (vale a dire superiori al -5%) e il trend si esaurirà con una accelerazione di tipo esaustivo e con euforia tra gli investitori. Non osserviamo per ora questi due fattori e quindi riteniamo che il rialzo ha ancora parecchia strada da fare. L'accelerazione dovrebbe verificarsi quando i tassi d'interesse di mercato cominceranno a scendere e l'USD si indebolirà. Per ora il reddito dell'USTBond decennale resta sopra il 4% (4.15%) e l'USD Index (103.26) non cade sotto i 100 punti.
Nel complesso il rialzo si sviluppa finora come atteso e vi ricordiamo che settimana scorsa abbiamo alzato l'obiettivo indicativo di riferimento a 6000 punti di S&P500 - a partire dagli attuali 4890.97 punti c'é quindi ancora quest'anno un potenziale di rialzo di un +20%/22%. Non possiamo che ripetere il nostro consiglio di restare pienamente investiti in azioni e in obbligazioni di ottima qualità e di lunga scadenza. Raramente si presenta un'occasione simile.
Sugli altri mercati finanziari regna invece la calma - i tassi d'interesse di mercato sono relativamente stabili - i cambi tra le divise, malgrado fiammate di breve durata in una o nell'altra direzione, non si muovono e anche metalli e materie prime sembrano semplicemente consolidare. Notizie negative sul fronte politico o economico non sembrano in grado di far deragliare il rialzo delle borse che viene alimentato dalla liquidità e dal sottoinvestimento in azioni di molti investitori istituzionali. A tutte le presentazioni finanziarie di banche e brokers alle quale partecipiamo prevale un cauto ottimismo - nei profili di investimento però nessuno istituto é pienamente investito e molti scelgono titoli difensivi mettendo in risalto il fatto che le borse sembrano pericolosamente scollarsi dalla realtà economica. Siamo convinti che l'afflusso di liquidità viene fortemente sottovalutato e molti saranno costretti nei prossimi mesi ad inseguire il mercato. D'altra parte concordiamo sul fatto che al momento é difficile spiegare sulla base dei fondamentali le alte valutazioni della azioni. Il trend é però indiscutibile - assistiamo ad un tipico rally speculativo con un'espansione dei rapporti prezzo/utili provocata dalle attese future di un netto calo dei tassi d'interesse di riferimento e di mercato. La conseguenza é che al top seguirà probabilmente una rovinosa caduta. Prima però godiamoci la parte finale della festa.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.19% a 4635 punti
SX7E (banche)          +1.68% a 119.87 punti
DAX                         +2.45% a 16961 punti
SMI                          +2.15% a 11390 punti
FTSE MIB                  +0.32% a 30379 punti
S&P500                     +1.06% a 4890.97 punti
Nasdaq100                +0.61% a 17421 punti

In questa settimana i mercati azionari erano ancora in ebollizione. Gli investitori hanno ignorato le notizie negative e onorato quelle positive. Gli investitori sembrano alla disperata ricerca di obiettivi d'investimento a buon prezzo. Le azioni di società che segnalano un marginale miglioramento della situazione (ordini, cifra d'affari o utili) vengono subito istericamente comperate (per esempio venerdì Lonza +14.37%). D'altra parte la punizione é pesante quando l'azione é salita a dismisura e gli utili della società deludono (per esempio venerdì Intel -11.91%). Nel complesso però gli investitori sono benevoli e le notizie vengono tendenzialmente interpretate in maniera positiva. Risultati in linea con le stime degli analisti non scatenano prese di beneficio ma piuttosto provocano ulteriori acquisti. 
Una settimana fà con l'S&P500 a 4840 punti avevamo previsto sullo slancio una salita di ancora "qualche giorno" e poi una breve correzione fino a ritestare il nuovo supporto a 4800-4820 punti. In linea di massima questo resta il nostro scenario per i prossimi giorni. Venerdì l'S&P500 si é fermato - é oscillato in soli 25 punti, ha toccato un nuovo massimo storico a 4906 punti e ha chiuso a 4890.97 punti (-0.07%) con una leggera perdita di 3 punti. A livello tecnico non abbiamo nulla di particolare da segnalare. Il trend di base resta saldamente al rialzo (67.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 60.35 punti). A breve osserviamo la solita situazione di eccesso di rialzo e di ipercomperato che dovrebbe sfociare in un ritracciamento (ca. -2%) e in un breve consolidamento.

Commento del 20-21 gennaio

Nuovo massimo storico dell'S&P500 e tutti si lamentano - alziamo il target a 6000 punti (?!)

Riassunto: Da mesi siamo positivi per i mercati azionari e in particolare per la borsa americana. Siamo pienamente investiti in azioni e abbiamo come obiettivo primario un nuovo record storico dell'S&P500 a 5000 punti. Venerdì l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico a 4842 punti e ha chiuso a 4839.81 punti (+1.23%) - la nostra previsione di base si sta realizzando. Per il resto questa settimana le borse non hanno offerto nulla di nuovo. S&P500 e Nasdaq/Nasdaq100 sono saliti malgrado che sul fronte dei tassi d'interesse e dei cambi non ci siano stati cambiamenti di rilievo.
Molti analisti e investitori si lamentano malgrado la straordinaria performance dei maggiori indici azionari americani. Molto probabilmente perché la partecipazione é ancora scarsa (venerdì NH/NL al NYSE a 400 su 979) e quindi pochi hanno i titoli "giusti" - la maggior parte della azioni é ancora lontana dai massimi storici. Questo effetto viene confermato dai Summation Index su NYSE e Nasdaq che sono ancora in calo - questo significa che nelle ultime settimane la maggior parte delle azioni ha perso terreno mentre poche azioni di società ad alta capitalizzazione trascinano gli indici al rialzo. Abbiamo già discusso questo effetto una settimana fà dicendo che questo fattore non ci preoccupa. Probabilmente nei prossimi mesi la partecipazione aumenterà e il rialzo si farà generalizzato. Lo scetticismo degli analisti tecnici e le lamentele degli investitori hanno conseguenze sul sentiment che di fondo resta improntato allo scetticismo. Negli indicatori di corto termine (Fear&Greed Index a 72 punti, +6) appare ottimismo ma questo interessa i traders e non rispecchia il posizionamento della maggior parte degli investitori. In pratica- come osserviamo da settimane - gli indici possono continuare a salire mentre gli indicatori di sentiment mostrano continuamente ottimismo senza che si diffonda una pericolosa euforia. La volatilità VIX (13.30 punti, -0.85) p.e. oscilla costantemente sui 12-14 punti senza scendere sui 10 punti - i 10 punti segnalerebbero un eccesso di ottimismo e costituiscono il nostro obiettivo finale che dovrebbe essere raggiunto alla fine del bull market.
A questo punto, come anticipato più volte in precedenti commenti, dobbiamo rivedere il nostro target per l'S&P500. All'obiettivo iniziale a 5000 punti di S&P500 mancano solo 160 punti o il +3.3%. Il trend rialzista é solido e sostenibile (65.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 59.51 punti). Il consolidamento di inizio anno ha permesso di assorbire buona parte degli eccessi che si erano accumulati nel rialzo da fine attobre a fine 2023. È quindi molto probabile che questo bull market ha ancora parecchia strada da fare. Quanta? Sinceramente non lo sappiamo anche perché con un nuovo massimo storico non ci sono più valide resistenze e mancano punti di riferimento. Dobbiamo quindi provare ad indovinare per dare un valore indicativo. Secondo l'analisi grafica questa spinta di rialzo potrebbe portare l'S&P500 sui 6000 punti. Ci sembra un obiettivo molto ambizioso ma per il momento non abbiamo di meglio. Sapete che nella fase finale il rialzo avrà tendenza ad accelerare e quindi un +20% in 4-6 mesi sembra possibile. Inoltre i tassi d'interesse non sono ancora scesi e le Banche Centrali sembrano ancora reticenti a sostenere delle economie che sembrano passare dall'inflazione alla deflazione con conseguente recessione.
In ogni caso bisogna restare investiti e bisogna seguire il trend almeno fino a quando non appariranno evidenti segnali di pericolo. Gli eccessi che rischiano di provocare un'inversione di tendenza non verranno dall'ipercomperato o dal troppo rialzo ma piuttosto dall'euforia. Al momento tutti i nostri segnali tecnici danno ancora luce verde - la liquidità sta nuovamente affluendo in borsa e siano convinti che questo rialzo ha ancora parecchia strada davanti a sé. Vedremo se la spinta basterà effettivamente fino ai 6000 punti di S&P500. 
Per quel che riguarda le borse europee non abbiamo nulla da aggiungere a quanto scritto una settimana fà. L'Europa fatica a seguire l'America poiché i fondamentali sono peggiori. Gli indici saliranno a traino dell'America ma in termini nominali é molto probabile che, come nella settimana appena trasconrsa, Eurostoxx50, DAX e colleghi nel complesso avranno una sottoperformance. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.72% a 4448 punti
SX7E (banche)          -0.81% a 117.88 punti
DAX                         -0.89% a 16555 punti
SMI                          -0.68% a 11150 punti
FTSE MIB                  -0.61% a 30283 punti
S&P500                     +1.17% a 4839.81 punti
Nasdaq100                +2.86% a 17314 punti

Sto partendo per il fine settimana e non ho il tempo per analizzare nel dettaglio la seduta di venerdì.
L'S&P500 (+1.23% a 4839.81 punti) ha aperto vicino al minimo giornaliero (4785) e ha chiuso vicino al massimo (4842) con un guadagno di 58 punti. Questo proprio quando nei social media si moltiplicavano le previsioni di una imminente profonda correzione. Pochi analisti pensavano che adesso l'S&P500 poteva superare di slancio la forte resistenza a 4800-4820 punti. Molti investitori nelle prossime settimane saranno obbligati a coprire posizioni short ed inseguire il mercato.
Probabilmente grazie al momentum la borsa americana salirà ancora qualche giorno - poi ci aspettiamo un ritracciamento ed un test dall'alto da parte dell'S&P500 del nuovo supporto a 4800-4820 punti. In seguito il rialzo riprenderà e in questa successiva fase dovrebbe partecipare anche il Russell2000 (+1.08%, performance settimanale -0.34%) permettendo un miglioramento dei dati tecnici sulla partecipazione.
Se c'é qualcuno che non ha seguito finora i nostri consigli e vuole ancora comperare azioni deve scegliere questo indice che raccoglie le PMI americane.

I metalli preziosi e in particolare l'argento (future a 2275) al momento deludono e non si muovono al rialzo come pensavamo. I fondamentali restano buoni e i grafici suggeriscono che si tratta unicamente di una fase di consolidamento. Probabilmente questa pausa é determinata dal rimbalzo dell'USD - il USD Index é risalito nell'ultimo mese da 100 a 103. Pensiamo che da questo livello debba partire una nuovo spinta di ribasso che dovrebbe far cadere l'indice decisamente sotto i 100 punti. In questo caso i prezzi dei metalli preziosi, grazie alla correlazione inversa con l'USD, dovrebbero decollare specialmente se anche i tassi d'interesse di mercato ricominceranno a scendere.

Commento del 13-14 gennaio

La correzione si rivela un semplice consolidamento ed é quasi finita - ci prepariamo a nuovi massimi storici sull'S&P500

Riassunto: All'inizio di gennaio, dopo il rally di fine anno iniziato a fine ottobre 2023, le borse erano ipercomperate e in eccesso di rialzo a medio termine. Gli indicatori di sentiment di corto termine mostrano parecchio ottimismo e l'S&P500 era arrivato sull'ovvia e evidente resistenza a 4800 punti. Doveva quindi esserci una correzione di medio termine. Avevamo subito detto che non ci aspettavamo nulla di serio - una discesa ordinata fino a circa 4600 punti di S&P500 fino alla ripresa del rialzo con un'accelerazione finale di tipo esaustivo con obiettivo minimo a 5000 punti. L'S&P500 é sceso solo fino a 4682 punti e poi é risalito. Chiude questa settimana a 4783.83 punti (+0.08%) con una performance settimanale del +1.84%. Malgrado il buon risultato la borsa americana sta ancora formalmente correggendo poiché i nuovi minimi sono aumentati mentre i nuovi massimi non si espandono. Nel sottofondo ci sono quindi delle vendite che non appaiono a livello di indici. Come in precedenti periodi durante l'anno scorso il rialzo di questa settimana si é concentrato su alcuni titoli ad alta capitalizzazione nel settore della tecnologia - questo spiega il buon comportamento del Nasdaq100 (+3.22) mentre il settore delle piccole e medie imprese rappresentato dai 2000 titoli del Russell2000 (performance settimanale del -0.01%) ha marciato sul posto. Insomma - poche azioni sono già ripartite al rialzo mentre il grosso del plotone ancora arranca e sta ancora facendo una pausa di consolidamento. È possibile che ci siano ancora alcuni giorni di borsa volatile con indici azionari ad oscillare sui valori attuali. La correzione si avvicina però alla fine e molto probabilmente abbiamo già visto i minimi. Il prossimo capitolo é un attacco del massimo storico dell'S&P500. Manca solo meno dell'1% a questo record (4818 punti del 4 gennaio 2022) e questo sviluppo l'avevamo già previsto un anno fà - non c'é quindi nulla di sorprendente.
Gli oscillatori hanno assorbito solo parte degli eccessi che si erano accumulati ad inizio mese ma questo non dovrebbe essere un problema. La tendenza di fondo resta solidamente al rialzo (73.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 62.84) e i Summation Index, che a gennaio hanno cominciato a scendere, sembrano già decelerare ed avvicinarsi ad un minimo.
Ci sorprende quanti investitori cercano ancora di speculare al ribasso malgrado l'evidente forza del mercato. Questa settimana abbiamo notato alti valori di equity put/call ratio (me 1.55!, gio 0.80, ve 0.83) che rispecchiano le alte scommesse ribassiste dei traders. Lo stesso effetto appare nell'alto numero di calls sulla volatilità VIX (12.70 punti). Siamo convinti che appena l'S&P500 supererà il massimo storico molti speculatori dovranno gettare la spugna e coprire le posizioni short. Dovranno comperare e a loro si aggiugeranno tutti gli investitori istituzionali ancora sotto investiti e con portafogli posizionati in maniera difensiva in previsione di una recessione economica. Nei prossimi mesi il rialzo dovrebbe accelerare. Per questa ragione - lo ripetiamo - é possibile e probabile che il nostro obiettivo a 5000 punti S&P500 sia troppo conservatore e verrà ampiamente superato.
Se come pensiamo l'USD si indebolirà a causa della diminuzione del differenziale dei tassi d'interesse, é probabile che le borse europee debbano seguire l'America a distanza. Parte del distacco verrà compensato dal cambio sulle divise. In generale però sembra esserci maggiore potenziale di rialzo in America poiché i fondamentali sono migliori. Questo su numerosi fronti - stimolo fornito dalla spesa pubblica e dalla politica monetaria, redditività delle imprese.
Per ora il nostro scenario di base per i mercati finanziari si sta sviluppando come previsto - manca ora un evidente passaggio da un contesto inflattivo ad uno deflattivo con un netto ribasso dei tassi d'interesse di mercato. A marzo prevediamo la prima diminuzione dei tassi d'interesse di riferimento da parte delle Banche Centrali - ci aspettiamo questa mossa sia dalla FED americana che dalla BCE europea. Le borse dovrebbe muoversi al rialzo in anticipo e a marzo dovrebbero già essere nella fase di accelerazione.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.36% a 4480 punti
SX7E (banche)          -2.80% a 118.84 punti
DAX                         +0.66% a 16704 punti
SMI                          +0.36% a 11226 punti
FTSE MIB                  +0.10% a 30470 punti
S&P500                     +1.84% a 4783.83 punti
Nasdaq100                +3.22% a 16832 punti

È stata una settimana strana poiché molti si aspettavano una continuazione del calo iniziato a fine dicembre ma il mercato ha sempre avuto una scusa per fare altro. Lunedì (S&P500 +1.41%) c'é stato l'atteso rimbalzo tecnico. Martedì é seguita una pausa (-0.15%). Mercoledì ha prevalso l'ottimismo (+0.67%) in attesa dei dati sull'inflazione. Giovedì i dati sui prezzi al consumo erano misti e hanno provocato volatilità ma pochi movimenti significativi (-0.07%). Venerdì i dati sui prezzi alla produzione hanno segnato un calo superiore alle attese degli analisti e l'S&P500 ha terminato la settimana con un leggero guadagno (+0.08% a 4783.83 punti). L'indice é oscillato tra i 4769 ed i 4802 punti e la seduta é stata formalmente neutra (A/D a 4955 su 4087, NH/NL a 444 su 456, volume relativo a 1.0). Il Fear&Greed Index (71 punti) é rimasto tutta la settimana stabile intorno ai 72 punti. I dati sul sentiment sono contraddittori e in questa fase non sembrano fornire segnali affidabili - gli investitori sembrano ancora scettici, i traders tentano regolarmente operazioni short mentre il Fear&Greed Index segnala ottimismo. Noi non vediamo provenire da questo fronte nessuna forte ostacolo ad una prosecuzione del rialzo. La volatilità VIX (12.70), pur essendo bassa, può scendere verso i 10 punti e in generale l'ottimismo può (e deve) sfociare nell'euforia generale prima che le borse possano essere su un massimo definitivo e vengano a mancare i compratori.
Questa settimana non ci sono stati grandi cambiamenti a livello di tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 3.96%) e divise (USD Index a 102.17, EUR/USD a 1.0950). La ripresa del rialzo generale delle borse deve coincidere con un indebolimento dell'USD e un calo dei tassi d'interesse di mercato. Vediamo cosa si muove prima....
Malgrado alcuni tentativi di rottura al ribasso l'argento difende con il future (23.36) il supporto a 23. Restiamo long.

Commento del 6-7 gennaio

Moderata correzione di medio termine prima dell'accelerazione finale

Riassunto: Una settimana fà avevamo previsto l'inizio di una correzione dei mercati azionari dopo che gli indici avevano raggiunto a fine anno una situazione di ipercomperato ed eccesso di rialzo a medio termine. Pensavamo che l'S&P500 (+0.18% a 4697.24 punti) potesse salire ancora sui 4850 punti (falsa rottura al rialzo) prima di cominciare a scendere in direzione dell'obiettivo della correzione a 4600 punti. Invece il massimo si é verificato il 28 dicembre sui 4800 punti (4812 punti in preborsa - 4793 punti durante la seduta) e il 2024 é subito cominciato con una serie di sedute negative. La situazione si é sviluppata come precedentemente descritto con un rimbalzo dei tassi d'interesse (il reddito dell'USTBond decennale é risalito a 4.05%, quello del Bund decennale a 2.174%) e un rafforzamento dell'USD (il cambio EUR/USD é sceso a 1.0942) con una reazione dell'USD Index (102.14) dal supporto a 100 punti.
Secondo gli oscillatori e gli indicatori di momentum e di partecipazione la correzione é circa a metà strada. Di conseguenza stimiamo che la correzione debba durare ancora da una a due settimane e che l'obiettivo a 4600 punti di S&P500 sia giusto. Per il momento gli indicatori di sentiment segnalano ancora troppo ottimismo (Fear&Greed Index a 74 punti) ma considerando che ci troviamo in una fase di solido rialzo (77.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 63.16) crediamo che non ci sia bisogno molto pessimismo prima che la correzione finisca. Il fatto che i Summation Index da mercoledì hanno cominciato a scendere non ci preoccupa - questo fa parte di quel processo di eliminazione degli eccessi speculativi necessario ora per far partire la prossima fase di dinamico rialzo.
A prima vista sembra che le borse europee (SMI e FTSE MIB con una performance settimanale positiva) si sono comportate meglio dell'America. Questa rilevazione é solo in parte corretta. Prima di tutto non bisogna dimenticare che la prima settimana di contrattazioni nel nuovo annno era corta (4 sedute in America e in Europa, 3 sedute in Svizzera) e che parte della differenza di performance é spiegabile con la variazione sul cambio EUR/USD. L'SMI svizzero ha approfittato del carattere difensivo dell'indice (Nestlé, Roche e Novartis in guadagno) mentre la borsa italiana é salita grazie ai titoli bancari. Pensiamo che questa correzione sia un'occasione d'acquisto soprattutto nei settori tecnologico e delle piccole e medie imprese che stanno in questa fase correggendo di più (performance settimanale del Nasdaq100 -3.09%, del Russell2000 -3.75%).
Insomma - il rally di base é intatto e la correzione sta svolgendo egregiamente il suo compito. Finora la pressione di vendita é scarsa e non pensiamo che nell'immediato futuro ci saranno dei cambiamenti. La correzione dovrebbe durare ancora una decina di giorni e poi gli indici dovrebbero ripartire al rialzo e accelerare. Il nostro obiettivo finale é ancora fissato a 5000 punti di S&P500. Abbiamo però già più volte ribadito che probabilmente l'indice salirà più in alto poiché per terminare questo bull market c'é bisogno euforia. In questo momento invece c'é ancora molto scetticismo e molti investitori hanno ancora troppe poche azioni in portafoglio. Sui social media questa settimana é riapparso un folto gruppo di ribassisti che prevede l'inizio di un lungo ribasso causato da una recessione. Noi invece pensiamo che avremo ancora un periodo di circa sei mesi di sostanziali rialzi sui mercati azionari. Il calo dell'inflazione provocherà una diminuzione dei tassi d'interesse di mercato al quale le Banche Centrali dovranno adeguarsi. Nei prossimi mesi gli investitori crederanno ancora ad uno scenario economico di soft landing al quale dovrebbe seguire un periodo di crescita economica causato dagli stimoli provenienti da una politica monetaria di nuovo accomodante. Secondo noi invece i tassi d'interesse sono già rimasti troppo alti per un periodo troppo lungo e quindi il prossimo capitolo sarà una recessione accompagnata da deflazione - avremo però tempo di riparlarne nei prossimi mesi. Adesso i mercati si focalizzeranno sull'aspetto positivo del calo dei tassi d'interesse - prepariamoci a nuovi massimi storici sui maggiori indici azionari americani e europei.
Restiamo pienamente investiti in azioni e in obbligazioni americane di lungo termine, short USD contro EUR e CHF e long sui metalli preziosi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.29% a 4463 punti
SX7E (banche)          +3.49% a 122.27 punti
DAX                         -0.94% a 16594 punti
SMI                          +0.29% a 11185 punti
FTSE MIB                  +0.43% a 30441 punti
S&P500                     -1.52% a 4697.24 punti
Nasdaq100                -3.09% a 16306 punti

Dopo tre sedute negative (S&P500 -0.57%, -0.80%, -0.34%) venerdì si pensava che ci dovesse essere un rimbalzo intermedio. In effetti l'S&P500 (+0.18% a 4697.24 punti) ha chiuso lontano dal minimo giornaliero con un guadagno di 8 punti ma nel complesso é stata una seduta neutra (A/D a 4606 su 4410, NH/NL a 380 su 487) e senza tendenza (oscillazione tra 4682 e 4721 punti). Non c'é molto da dire se non rilevare il calo consecutivo di 5 sedute del Russel2000 (-0.34%) che statisticamente lunedì dovrebbe rimbalzare.
I dati sul mercato del lavoro pubblicati alle 14.30 sono a prima vista apparsi molto buoni e per assurdo hanno provocato un calo dei future sull'S&P500. Poi però le revisioni dei dati dei precedenti mesi hanno deluso e i mercati sono tornati sul livello del mattino. È stata quindi una breve tempesta in un bicchiere d'acqua. Difficile dire cosa ci aspetta settimana prossima. La correzione delle borse deve continuare ma essendo la pressione di vendita modesta é possibile e statisticamente probabile che lunedì / martedì ci sia un breve rimbalzo prima della continuazione della scivolata in direzione dei 4600 punti di S&P500. Tra giovedì e venerdì in America sono attesi i dati sull'inflazione a dicembre (prezzi ai consumi e alla produzione). Questi dati hanno il potenziale per influenzare i tassi d'interesse e dare un'impulso ai mercati azionari. Potrebbero provocare un sell off e la fine della correzione o causare un rimbalzo intermedio e far slittare la fine della correzione di un paio di giorni - dopo la festa del Martin Luther King Day di lunedì 15 gennaio.
Notiamo che l'argento ha ancora una volta rispettato il supporto a 23 USD. Questo supporto sembra abbastanza solido da costituire una solida base per una sostenibile fase di rialzo con obiettivo a 30 USD. In ogni caso vale la pena tentare una speculazione long con stop loss sotto i 23 USD.

Chiusura 2023

Le performance annuali (2023) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +19.20% a 4521 punti
SX7E                        +23.24% a 118.14 punti
DAX                         +20.31% a 16751 punti
SMI                          +3.81% a 11137 punti
FTSE MIB                  +28.03% a 30351 punti
S&P500                    +24.23% a 4769.83 punti
Nasdaq100               +53.81% a 16826 punti
Nikkei                      +28.24%
Shanghai                  -3.70%

EUR/USD a 1.1035 (+3.08%)
EUR/CHF a 0.9288 (-6.16%)
Oro a 2063 USD/oncia - 1869 EUR/oncia (fine 2022 1823 USD/oncia - 1705 EUR/oncia)
Petrolio (WTI) a 71.65 USD/barile (fine 2022 80.26 USD/barile)
Reddito USTBond decennale (USD) a 3.88% (fine 2022 3.88%)
Reddito Bund decennale (EUR) a 2.0235% (fine 2022 2.5650%)

Commento del 30-31 dicembre

Correzione? Adesso o mai più - borsa americana in corsa verso il top

Riassunto: All'inizio dell'anno 2023, con l'S&P500 (-0.28% a 4769.83 punti) a 3850 punti, avevamo previsto che le borse avrebbero avuto uno sviluppo positivo. Già allora avevamo fissato come obiettivo generale un nuovo massimo storico dell'S&P500 a 5000 punti - abbiamo mantenuto questa previsione per tutto l'anno malgrado che in certe fasi sembrava che la situazione si stesse sviluppando negativamente. Dopo una fase di rialzo a gennaio, l'S&P500 é ricaduto a metà marzo a 3850 punti e tra fine luglio e fine ottobre c'é stata una lunga e profonda correzione di circa 500 punti. Poi però l'indice dai 4100 punti ha ricominciato a salire e giovedì 28 dicembre ha toccato il massimo annuale a 4812 punti. Il massimo storico del 4 gennaio 2022 a 4818 punti, raggiunto prima dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, é stato praticamente eguagliato. Per le borse europee ad americana é stata un'annata ottima con performances eccezionali specialmente nel settore tecnologico. La festa non é finita - anche l'anno 2024 dovrebbe darci molte soddisfazioni e siamo convinti che l'obiettivo a 5000 punti verrà raggiunto e probabilmente ampiamente superato. Manca ancora una fase di euforia e un'accelerazione finale di tipo esaustivo prima di terminare questo bull market. Non tutto però é andato come ci aspettavamo. L'inflazione si é rivelata più ostinata del previsto e di conseguenza i tassi d'interesse sono saliti più di quanto ci eravamo inizialmente aspettati (reddito massimo dell'USTB decenale a 4.98%) prima di finalmente scendere a partire da metà ottobre (reddito dell'USTBond decennale a 3.88%). Di conseguenza il rialzo delle borse ha faticato a svilupparsi. A gennaio pensavamo che i 5000 punti sarebbero stati raggiunti a metà anno - invece stiamo ancora aspettando questo evento anche se il trend é ora decisamente in nostro favore e l'obiettivo é vicino. Eravamo inoltre ribassisti sull'USD e rialzisti sull'oro. Anche queste previsioni si sono rivelate corrette malgrado che noi credevamo che il movimento devesse essere più ampio. Nel 2023 l'USD ha perso un -3% sull'EUR e un -9% sul CHF mentre l'oro (2063 USD/oncia) il 4 dicembre ha toccato un nuovo record storico a 2138 USD/oncia.
Le borse sono ora ipercomperate e in eccesso di rialzo a medio termine mentre gli investitori sono generalmente ottimisti. A novembre e dicembre molti analisti pensavano che le borse dovessero correggere a corto termine. Noi avevamo negato questa tesi poiché era evidente che il mercato si trovava in una solida e sostenibile fase di rialzo che non era sensibile agli eccessi di corto termine. In effetti il rialzo dal 27 ottobre in avanti é stato regolare e qualsiasi tentativo di correzione é stato prontamente respinto. I ritracciamenti superiori all'1% sono stati subito comperati. Ora, con l'S&P500 sull'ovvia resistenza a 3800 punti, c'é l'ultima concreta possibilità di correzione a medio termine prima della fase finale del rialzo. Come accennato nel titolo - o adesso o mai più. Gli oscillatori sono su un massimo, i Summation Index sono toppish e il mercato deve fare una pausa e raccogliere le forze. Ci sarà solo un consolidamento o piuttosto una correzione di medio termine di circa un mese? Non lo sappiamo ma possiamo provare a tentare d'indovinare. Molti analisti tecnici vedono sul grafico dell'S&P500 un doppio massimo a 3800 punti. Raramente questa costellazione prende corpo senza una sorpresa. Crediamo quindi che ci debba essere una falsa rottura al rialzo causata dagli abituali acquisti di inizio anno. L'S&P500 potrebbe quindi salire sui 3850 punti prima di essere respinto verso il basso. Sui grafici dell'USD Index (101.06 con supporto a 100) e dei tassi d'interesse (USTB decennale a 3.88% con supporto a 3.50%-3.75%) appaiono solidi supporti che probabilmente provocheranno un rimbalzo. La correlazione tra USD, tassi d'interesse e indici azionari suggerisce che la probabilità di una correzione di medio termine a partire del 4-8 gennaio é piuttosto alta. Ci aspettiamo però una moderata correzione di circa un -5% - l'S&P500 dovrebbe tornare sui 4600 punti per poi ripartire verso fine mese al rialzo. In seguito, se non ci sono sorprese sostanziali sul fronte politico o economico, dovrebbe esserci la cavalcata finale fino al top che dovrebbe essere raggiunto entro metà anno. Per la seconda parte del 2024 siamo decisamente pessimisti. Crediamo che le Banche Centrali abbiamo fatto un errore e abbiamo combattuto un'inflazione provocata da dei contraccolpi sul fronte dell'offerta (pandemia e guerra in Ucraina) con un'eccessivo e in parte inutile aumento del costo del denaro. Mentre l'offerta si é nel frattempo praticamente normalizzata gli alti tassi d'interesse di riferimento stanno strangolando la domanda. In pratica nei prossimi mesi dovrebbe esserci una brusca frenata dell'economia mondiale - alcune economie in Europa sono già in recessione. Nella seconda parte del 2024 dovrebbe concretizzarsi una recessione mondiale in un contesto deflattivo. La conseguenza sui mercati finanziari sarà un crollo dei mercati azionari e una forte calo dei tassi d'interesse (con conseguente rialzo dei corsi delle obbligazioni). Avremo tempo di riparlare di questo scenario nei prossimi mesi - prima godiamoci la fase finale del rialzo che, ripetiamo, dovrebbe sorprendere in positivo con nuovi record storici su molti indici azionari europei ed americani. Siamo particolarmente bullish per le piccole e medie imprese in America (Russell2000) e in Europa e (ancora) sulla tecnologia. Restiamo invece ribassisti sull'USD e ribadiamo il nostro obiettivo a 90 sull'USD Index. La debolezza dell'USD dovrebbe spingere al rialzo i prezzi dei metalli preziosi e industriali. Siamo long su oro e argento (variante più speculativa).
Di fatto non c'é nulla di nuovo rispetto a quello che andiamo ripetendo da mesi - lo scenario si sta sviluppando secondo le nostre aspettative. il 2024 sarà un anno da dottor Jekyll e Mister Hyde - alla festa iniziale con nuovi record storici di molti indici azionari seguirà una pesante caduta quando lo scenario consensuale di un soft landing si vaporizzerà - per fine anno ci aspettiamo un saldo negativo. L'importante sarà mantenere i nervi saldi e non essere troppo golosi. Bisogna cavalcare ora il rialzo e sapere poi vendere al momento giusto quando tutti saranno ottimisti ed euforici.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.01% a 4521 punti
SX7E (banche)          -0.34% a 118.14 punti
DAX                         +0.27% a 16751 punti
SMI                          -0.14% a 11137 punti
FTSE MIB                  -0.01% a 30351 punti
S&P500                     +0.32% a 4769.83 punti
Nasdaq100                +0.29% a 16826 punti

La settimana appena trascorsa é stata anomala. Prima di tutto perché era corta - lu 25 si é festeggiato il Natale e ma 26 in Europa i mercati finanziari erano ancora chiusi in occasione di Santo Stefano. Abbiamo quandi avuto solo da 3 a 4 sedute di contrattazioni. Inoltre ci sono state le abituali operazioni legate alla chiusura annuale con l'effetto di Window Dressing. Sui mercati azionari é successo poco - l'S&P500 ha confermato il rialzo con un nuovo massimo annuale ma in generale le borse sono apparse stanche con modeste plusvalenze. Solo sui cambi c'é stata parecchia volatilità con ampi movimenti che hanno favorito il CHF a scapito di EUR/ e USD. Il cambio EUR/USD si é impennato a 1.1140 per infine terminare l'anno a 1.1035.
La seduta di venerdì a Wall Street é stata senza storia e insignificante. L'S&P500 si é mosso in 36 punti (4722-4788) e ha chiuso nella parte superiore del range con una modesta perdita di 13 punti (-0.28% a 4769.83 punti). La seduta é stata negativa con A/D a 2427 su 6680, NH/NL a 560 su 172 e volume relativo a 0.95. I NH sono veramente pochi - sembra che la spinta di rialzo manchi ormai di forza e partecipazione. La tendenza di fondo resta però solidamente rialzista con l'82.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 68.83. I Summation Index sono ancora saliti ma sono toppish.
Sul fronte del sentiment traspare ottimismo: la volatilità VIX é a 12.46 (-0.02), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.65 mentre il Fear&Greed Index é stabile a 76 punti (-1). La costellazione tecnica favorisce una correzione di medio termine. Molti investitori stanno però aspettando una correzione per saltare sul treno in corsa - di conseguenza pensiamo che il calo sarà modesto o addirittura assente.
Evitiamo ora qualsiasi speculazione short. Una correzione deve unicamente essere usata per comperare azioni o ottimizzare il portafoglio prima dell'accelerazione finale - il ritmo di salita degli indici in questa fase finale deve aumentare.

Vi auguro un felice e prospero Anno Nuovo.

Breve commento del 26 dicembre

Consolidamento ad alto livello

Riassunto: Il commento odierno sarebbe superfluo poiché sui mercati finanziari, sia a livello fondamentale che tecnico, non appare nulla di nuovo. Vi avevamo però promesso dopo Natale un aggiornamento della situazione e quindi oggi riprendiamo i temi già affrontati nelle scorse settimane e mesi.
Anche questa settimana il rialzo della borsa americana é continuato. Mercoledì (S&P500 -1.47%) c'é stato un breve e moderato vuoto d'aria. Nelle ultime due ore della seduta a New York c'é stata un'ondata di vendita che ha fatto immmediatamente gridare i ribassisti alla correzione. Il tutto però si é risolto in una bolla di sapone e già giovedì (S&P500 +1.03%) c'é stato un sensibile recupero.
Abbiamo nuovamente osservato un fenomeno che vi avevamo già annunciato all'inizio di questo rialzo. La borsa americana sta sovraperformando in termini nominali ma contemporaneamente il dollaro americano si indebolisce (EUR/USD a 1.1013). Se si ripulisce la performance dell'effetto cambio non c'é molta differenza tra l'Europa e l'America.
Un'altro effetto che é ripparso in maniera evidente é quello del recupero delle azioni delle piccole e medie imprese (Russell2000 - performance settimanale +2.46%). Questo settore rimane quello più interessante considerando le moderate valutazioni fondamentali.
Siamo convinti che anche nel futuro questi due effetti riappariranno ad intervalli regolari.
Il reddito dell'USTBond decennale (3.90%) é rimasto per tutta la settimana sotto la barriera del 4% - ora questo livello costituisce resistenza. La resistenza potrebbe venir testata nell'ambito di un rimbalzo tecnico. La tendenza al ribasso dei tassì d'interesse é però solida e sostenibile. Ipotizziamo un ritorno del reddito dell'USTBond decennale a 2.5%-2.75% in concomitanza con il massimo del bull market della borsa. Questo significa che teoricamente esiste ancora parecchio potenziale di rialzo su S&P500 e colleghi. Ripetiamo che i 5000 punti di S&P500 (+0.17% a 4754.63 punti) sono l'obiettivo minimo. Il massimo storico e il nostro obiettivo sono vicini (rispettivamente ca. 50 punti e 250 punti) mentre sul mercato regna ancora lo scetticismo. Non é quindi troppo tardi per comperare azioni visto che il treno sta appena raggiungendo la velocità di crocera. Il rialzo deve finire con un'accelerazione finale di tipo esaustivo e con investitori euforici, Finora di tutto questo non appare ancora nulla - il rialzo é regolare ma non ha ancora accelerato. Durante questa settimana abbiamo però constatato che qualsiasi accenno di correzione viene comperato - una correzione intermedia di un -3% sarà possibile anche nel futuro ma escludiamo la possibilità che possa ancora esserci una correzione a medio termine di un -10%.
Il nostro consiglio é invariato. Restate pienamente investiti in azioni e obbligazioni di lungo termine nel rispetto del vostro profilo d'investimento. Assicurate il rischio di una svalutazione dell'USD nei riguardi della vostro moneta di riferimento (EUR o CHF) - riteniamo probabile che nei prossimi mesi l'USD perda circa il 10% del suo valore nei riguardi di queste due monete.
L'indebolimento dell'USD corrisponderà ad un aumento di valore dei metalli preziosi. La variante conservativa per giocare questo effetto é possedere oro. Quella più rischiosa ma in questo momento decisamente interessante é comperare argento. La più speculativa é quella di possedere azioni di miniere d'oro e argento.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.64% a 4521 punti
SX7E (banche)          +0.34% a 118.55 punti
DAX                         -0.27% a 16706 punti
SMI                          -0.35% a 11153 punti
FTSE MIB                  -0.07% a 30353 punti
S&P500                     +0.75% a 4754.63 punti
Nasdaq100                +0.92% a 16777 punti

L'ultima seduta prima di Natale é stata senza storia. L'S&P500 ha guadagnato 8 punti - ha aperto a 4763 punti, é salito fino ad un massimo a 4772 punti, ha trascorso la parte centrale della seduta oscillando intorno ai 4763 punti, é caduto dopo le 20.00 sul minimo a 4736 punti ma ha infine recuperato e chiuso a 4754.63 punti (+0.17%). Ancora una volta un breve attacco dei ribassisti é velocemente scemato ed é stato facilmente respinto. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6087 su 2977, NH/NL a 1264 su 141 e volume relativo a 0.9. I dati sulla partecipazioni sono buoni ma non entusiasmanti - questo induce molti analisti tecnici a mettere in dubbio la sostenibilità di questo rialzo. I dati restano però costantemente positivi e i Summation Index continuano a salire. A livello di sentiment (VIX a 13.03 (-0.62), CBOE Equity put/call ratio a 0.50, Fear&Greed Index a 77) c'é costantemente ottimismo ma nessun eccesso e/o euforia.
Nel complesso la luce del semaforo dell'analisi tecnica resta sul verde.
Tradizionalmente il periodo tra Natale e fine anno, compresa la prima settimana di gennaio, é positivo. Ripetiamo quindi che lo scenario più probabile per il prossimo futuro é una salita dell'S&P500 sui 4800 punti per l'inizio del 2024. A questo punto il mercato dovrebbe essere ipercomperato a medio termine. Riteniamo però probabile che l'ipercomperato non verrà assorbito tramite una correzione ma piuttosto tramite un consolidamento. A gennaio, dopo un'oscillazione in laterale intorno ai 4800 punti il rialzo dovrebbe riprendere ed accelerare.

Commento del 16-17 dicembre

Gli Stati Uniti assumono un ruolo guida. Molti sperano in una correzione che non arriva...

Riassunto: Il rialzo delle borse continua. Questa settimana la FED americana ha cambiato il suo atteggiamento. Come avevamo previsto da mesi, l'inflazione é in calo e sotto controllo. Jerome Powell comincia a preparare un adattamento della politica monetaria e ipotizza nel prossimo futuro una riduzione dei tassi d'interesse guida. Il problema che si profila all'orizzonte é quello di un eccessivo rallentamento congiunturale e un ritorno della deflazione. I mercati finanziari hanno reagito violentemente alle dichiarazioni del responsabile della Banca Centrale americana. Mercoledì l'S&P500, sfidando ipercomperato ed eccesso di rialzo ha guadagnato il +1.37%, il reddito dell'US Treasury Bond decennale (3.91%) é caduto sotto la barriera del 4%, il cambio EUR/USD (1.0895) ha sfiorato l'1.10 e un rally sui metalli preziosi ha permesso all'argento di recuperare un +6% in una seduta. Insomma - lo scenario che descriviamo da mesi si sta delineando in maniera sempre più chiara. Nel futuro un calo dei tassi d'interesse di riferimento e di mercato farà decollare le borse verso nuovi record storici. La borsa americana, grazie anche ad un indebolimento dell'USD, dovrebbe nei prossimi mesi accelerare al rialzo con un movimento esponenziale di tipo esaustivo. Il nostro obiettivo di riferimento rimane per ora a 5000 punti di S&P500. Mancano però solo 200 punti ad un nuovo record storico e 400 punti al nostro obiettivo mentre tra gli investitori regna ancora lo scetticismo e non appare ancora quella euforia (Fear&Greed Index solo a 67 punti) necessaria per poter ipotizzare la presenza di un massimo significativo. Di conseguenza é possibile, e a questo punto probabile, che questo rialzo permetterà all'S&P500 nel primo trimestre dell'anno prossimo di superare ampiamente i 5000 punti. Nel frattempo questa settimana il DAX tedesco (-0.00% a 16751 punti) e il Nasdaq100 (+0.52% a 16623 punti) hanno fatto segnare la migliore chiusura giornaliera della loro storia.
In Europa la BCE condotta da Christine Lagarde sta ancora inseguendo il fantasma dell'inflazione da domanda e non sembra ancora intenzionata a cambiare politica monetaria - questo mentre l'economia europea é sull'orlo della recessione e in una situazione nel complesso peggiore di quella americana. La reazione delle borse europee é stata questa settimana evidente - hanno marciato sul posto facendosi staccare da Wall Street. Sembra che da adesso in avanti questa potrebbe essere una regola - l'America dovrebbe sovraperformare con un effetto di compensazione provocato dal cambio sulle divise.
Nel complesso non c'é nulla di nuovo - bisogna restare pienamente investiti in azioni, long borse europee ed americana, long USTBond americani con scadenza a 20-30 anni e long metalli preziosi. Come preannunciato l'S&P500 potrebbe correggere un'ultima volta quando arriverà sui 4800 punti. Questo potrebbe succedere all'inizio del 2024. Almeno in quel momento si dovrebbe presentare una costellazione ideale - la presenza di una resistenza in concomitanza con mercati ipercomperati e in eccesso di rialzo a medio termine e con investitori retail eccessivamente esposti in maniera speculativa. Normalmente il periodo intorno a Natale e fine anno é positivo e quindi riteniamo poco probabile che si verifichi una correzione prima della prima settimana di gennaio.
Venerdì sono scaduti i derivati di dicembre - non abbiamo osservato particolari movimenti speculativi. Di conseguenza non pensiamo che la prossima settimana ci debba essere il tradizionale ritracciamento che segue una scadenza arrivata ovviamente su un massimo. Al contrario le operazioni di window dressing legate alla chiusura annuale dovrebbero ancora permettere agli indici azionari di lievitare fino a Natale e fine Anno.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.58% a 4549 punti
SX7E (banche)          +0.11% a 118.14 punti
DAX                         -0.05% a 16751 punti
SMI                          +1.08% a 11191 punti
FTSE MIB                  -0.10% a 30373 punti
S&P500                     +2.49% a 4719.19 punti
Nasdaq100                +3.35% a 16623 punti

L'analisi tecnica é in difficoltà. Le borse sono in un trend rialzista solido e sostenibile (78.7% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 63.53). Gli indicatori, dopo 7 settimane di interrotto rialzo, segnalano una forte situazione di ipercomperato ed eccesso di rialzo - le RSI sono sui 73-80 punti, gli indici sono decisamente sopra le MM a 200, 90 e 50 giorni, gli oscillatori sono alti, i DSI (Daily Sentiment Index) sono sopra gli 80 punti. Molti analisti tecnici pensano quindi che una correzione sia necessaria ed imminete. Visto che non succede nulla tanti parlano di mercati manipolati o irrazionali. Invece é così che si comportano i mercati finanziari quando si passa da una politica monetaria restrittiva ed una espansiva (il famoso pivot). Gli investitori devono passare da un sottoinvestimento in azioni ad un portafoglio neutro. Quando il rialzo é ormai evidente passano poi ad un sovrainvestimento in azioni rispetto al profilo di riferimento. La liquidità scorre in direzione dei mercati azionari e la corrente é talmente forte da spazzare via tutti gli ostacoli di tipo tecnico. È già successo più volte in passato e siamo sorpresi del fatto che molti investitori ed analisti sembrano voler ignorare la storia. Le borse guardano al futuro e non bisogna farsi influenzare dal quadro negativo che traspare ogni giorno leggendo i media.
La seduta di venerdì é stata tranquilla e una degna conclusione di una settimana positiva. L'S&P500 si é mosso in soli 21 punti e ha chiuso invariato (-0.01% a 4719.19 punti) e vicino al massimo giornaliero. Solo gli alti volumi di titoli trattati (volume relativo a 2.0) ci ricordano la grande scadenza dei derivati di dicembre. La seduta al NYSE é stata negativa (a causa del calo del Russell2000 (-0.77%) con però una performance settimanale del +5.55%) con A/D a 3047 su 6050 e NH/NL a 1248 su 277.  La volatilità VIX é scesa a 12.28 (-0.20) e il CBOE Equity put/call ratio era stabile a 0.53. I Summation Index continuano a salire.
La partecipazione al rialzo rimane qualitativamente buona e il momentum non mostra segni di cedimento. Una correzione intermedia e minore é possibile in qualsiasi momento (-2%/-3%) ma per ora il trend rialzista é stabile e non vediamo nessun rischio all'orizzonte.

Auguriamo a tutti i lettori Buon Natale. Il prossimo commento tecnico verrà pubblicato, in forma abbreviata, il martedì 26 dicembre.

Commento del 9-10 dicembre

Correzioni sulle divise e sui metalli preziosi - i mercati azionari sono indifferenti

Riassunto: Le borse salgono ormai da sei settimane. I maggiori indici azionari europei e americani (Eurostoxx50, DAX, S&P500 e Nasdaq100) nelle ultime sei settimane hanno avuto una performance positiva e il DAX tedesco (+0.78% a 16759 punti) ha per primo raggiunto un nuovo massimo storico. Il trend rialzista é evidente e in rafforzamento (75.6% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 56.26). Molti analisti affermano che i mercati azionari sono manipolati o irrazionali poiché i prezzi delle azioni salgono malgrado che la congiuntura sta rallentando e in certi Paesi si delinea una recessione. Questi analisti non hanno ancora capito come funzionano le borse - queste guardano al futuro e non al passato. Gli investitori sono convinti che le Banche Centrali torneranno ad una politica monetaria espansiva e che i tassi d'interesse di riferimento e di mercato scenderanno. Per questa ragione, sulla base di precedenti esperienze, stanno comperando azioni. Solo tra 6- 12 mesi sapremo se hanno ragione ma per il momento il loro comportamento é logico e razionale. È possibile che ci saranno delle correzioni intermedie provocate da fattori tecnici, da dati economici diversi dalle previsioni o da eventi inattesi. È però estremamente difficile prevedere in anticipo queste correzioni - i presupposti tecnici non bastano. Gli indicatori tecnici che funzionano egregiamente quando manca una tendenza di fondo forte e dominante non riescono adesso a fornire segnali affidabili - in pratica non basta che gli indici siano ipercomperati e in eccesso di rialzo per causate una correzione o un'inversione di tendenza. Ovviamente presto o tardi questa serie vincente si interromperà e ci sarà un vuoto d'aria che sarà celebrato da molti analisti pessimisti come una vittoria e una previsione azzeccata. In realtà sarà un caso. Al momento non vediamo seri pericoli all'orizzonte e quindi non possiamo che consigliare di restare pienamente investiti in azioni. Il nostro obiettivo minimo di riferimento restano i 5000 punti di S&P500 (+0.41% a 4604.37 punti). L'S&P500 fatica a superare i 4600 punti ma non mostra segni di cedimento. Probabilmente salirà fino all'attuale massimo storico a 4800 punti (per l'esattezza 4818 punti il 4 gennaio 2022) senza un ritracciamento di rilievo. Considerando quanto manca a questo traguardo e la posizione degli oscillatori di medio termine pensiamo che l'indice possa raggiungere questo obiettivo intermedio nella prima settimana di gennaio del 2024. Qui potrebbe esserci una correzione prima dell'accelerazione finale di tipo esaustivo. Aggiorneremo questo scenario di massima nei prossimi commenti.
La dimostrazione della parziale imprevedibilità dei mercati é venuta questa settimana dai metalli preziosi. L'oro é caduto da 2072 USD/oncia a 2004 USD/oncia mentre l'argento é crollato del -9.66% a 23.01 USD/oncia. Dopo che l'oro aveva raggiunto un nuovo massimo storico c'era ovviamente euforia in un mercato ipercomperato. Noi ci aspettavamo un consolidamento e ancora adesso non sappiamo perché c'é stata questa violenta correzione. I fondamentali restano ottimi e bisogna restare investiti in metalli preziosi. La correzione ci lascia però perplessi - non l'abbiamo vista arrivare e mancano le abituali correlazioni per giustificare un simile movimento. L'USD questa settimana si é rafforzato (EUR/USD da 1.0880 a 1.0763, USD Index da 103.12 a 103.96) e questo spiega in parte la debolezza dei metalli. Una rivalutazione dell'1% dell'USD non dovrebbe però sfociare in perdite di -4%/-9% sui metalli preziosi. La scadenza di derivati e operazioni di reporting in un mercato poco liquido possono a posteriori spiegare il crollo - se però queste sono le uniche ragioni, settimana prossima i prezzi di oro e argento dovrebbero assestarsi e consolidare (oro sui 2000 USD e argento sui 23 USD) in preparazione della ripresa del rialzo. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.35% a 4523 punti
SX7E (banche)          +0.91% a 118.01 punti
DAX                         +2.21% a 16759 punti
SMI                          +1.69% a 11071 punti
FTSE MIB                  +1.59% a 30403 punti
S&P500                     +0.21% a 4604.37 punti
Nasdaq100                +0.54% a 16084 punti

Venerdì alle 14.30 sono stati pubblicati i dati sul mercato del lavoro americano a novembre. La disoccupazione era in calo (3.7%) mentre i salari dei lavoratori sono leggermente saliti (+0.4%). Questi dati positivi rafforzano l'impressione che l'economia americana si dirige verso un atterraggio soffice (soft landing) e i mercati finanziari hanno reagito secondo logica. I tassi d'interesse sono leggermente saliti (reddito dell'USTBond decennale a 4.23% (+0.09%)) mentre l'USD si é rafforzato. La borsa ha avuto una buona giornata (S&P500 +0.41%, Nasdaq100 +0.39%, Russell2000 +0.67%) e gli indici hanno chiuso vicino al massimo giornaliero. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5406 su 3661, NH/NL a 1115 su 250 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é scesa a 12.35 (-0.71), Il CBOE Equity put/call ratio é rimasto relativamente basso a 0.56 mentre il Fear&Greed Index é lievitato a 68 punti (+3). Nel complesso la borsa americana resta moderatamente ipercomperata e in eccesso di rialzo - gli investitori sono ottimisti - non osserviamo però ancora quegli eccessi che spesso assicurano l'imminenza di una una correzione. Unicamente il DAX (RSI giornaliera a 83.73, RSI settimanale a 65.65) avrebbe veramente bisogno di una fase di consolidamento con una correzione intermedia del -2%/-3%.
Solo oro (-1.25%) e argento (-3.20%) hanno avuto venerdì una reazione decisamente negativa. Anche a posteriori non riusciamo a capire cosa é successo. Quando però il cambio JPY/USD riesce ad oscillare del 4% in una giornata (giovedì) significa che ci sono forze incredibili in gioco e non sempre l'ampiezza dei movimenti segue una logica.

Commento del 2-3 dicembre

Nessuna correzione ma sana rotazione tra settori - il rialzo si sviluppa come da previsioni

Riassunto: È trascorsa un'altra settimana durante la quale molti investitori hanno atteso invano una correzione delle borse.
Ci sono due gruppi che sperano nella correzione: i traders, che aprono posizioni speculative short basandosi su segnali tecnici che hanno funzionato bene fino ad ottobre, e i portfolio managers che a giugno-luglio hanno ridotto le posizioni azionarie e non hanno ancora ricomperato.
I traders non hanno tutti i torti: gli indici azionari sono ipercomperati e in eccesso di rialzo mentre molti indicatori di sentiment di corto termine mostrano troppo ottimismo (VIX a 12.63). Questi traders però non hanno capito che qualcosa é cambiato. Le borse non sono più in una oscillazione in laterale ma si trovano in una solida e sostenibile fase di rialzo (75.9% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 53.87). Questo é il problema di chi si basa solo sull'analisi tecnica senza tenere in considerazione l'analisi fondamentale - questi i segnali tecnici non sono più affidabili. L'inflazione é in calo e i tassi d'interesse di mercato scendono (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.22% dopo aver sfiorato il 5% a metà ottobre, Bond decennale tedesco a 2.3570%). Nel futuro i tassi d'interesse cadranno molto più in basso - noi pensiamo che nei prossimi anni il reddito dell'USTBond decennale crollerà allo 0% - ne riparleremo però nel 2024. Questa certezza (trend ribassista sui tassi d'interesse) ha due conseguenze - da una parte gli investitori si aspettano che si ripeta il solito effetto positivo sulle borse che negli ultimi decenni in situazioni simili sono sempre decollate. Inoltre per un semplice calcolo finanziario, tassi d'interessi pìù bassi permettono un'espansione dei multipli (P/E) e un aumento dei prezzi delle azioni. Infine molti pensano che una diminuzione del costo del denaro farà ripartire la crescita economica. Non crediamo che anche questa volta lo stimolo monetario funzionerà ma almeno per i prossimi tre a sei mesi questo presupposto scenario dovrebbe permettere alle borse di involarsi. Torniamo ai traders - aprono posizioni short, normalmente all'inizio delle sedute, ma poi non succede niente. O almeno gli indici azionari non scendono abbastanza per fare sostanziali profitti. I traders devono quindi ricomperare - alla fine della seduta o quando ormai é chiaro che invece di una rottura al ribasso c'é un consolidamento seguito da un'accelerazione al rialzo (come successo venerdì sul RUT (+2.96%)). Insomma - i traders ribassisti provocano un pò di volatilità ma non riescono a sfondare - non c'é pressione di vendita come si vede bene dai bassi numeri di declines e nuovi minimi (NL a 30 giorni a 209). La copertura dei short impedisce le correzioni e alimenta il rialzo.
I portfolio managers e molti investitori privati sono ancora sottinvestiti. In questa fase economica nella quale molte economie sembrano cadere in recessione, molti non sono in grado di immaginarsi cosa succederà tra 12-18 mesi e non osano comperare azioni mentre i profitti delle imprese sono in calo e i dati economici segnalano un forte rallentamento della congiuntura, problemi nel mercato immobiliare e un ristagno dei consumi. Le borse però guardano al futuro. Questo é il grafico del colosso dei semiconduttori INTEL - notate la base a 25 USD - da giugno il prezzo dell'azione é salito costantemente e ha raggiunto, dopo un'accelerazione a novembre, i 45 USD - le notizie provenienti dall'azienda e dal mercato dei semiconduttori sono ancora negative - gli analisti sono ancora pessimisti - noi non sappiamo cosa sta succedendo ma evidentemente molti investitori sanno qualcosa che non é ancora trapelato o si aspettano tempi migliori.
Noi riceviamo il research delle due più grandi banche svizzere attive nella gestione patrimoniale. Una, al 1. decembre, é ancora sottoinvestita in azioni rispetto ai profili d'investimento - l'altra é passata neutrale questo venerdì. Significa che entrambe stanno sottoperformando gli indici di riferimento (benchmark) e nei prossimi mesi, con un miglioramento delle prospettive congiunturali e una continua ascesa delle borse dovranno comperare azioni per i loro clienti non potendosi permettere di "stare fuori". In pratica lo scetticismo alimenterà il rialzo ancora per mesi. Ci vorrà euforia e un'accelerazione finale di tipo esaustivo prima di terminare questo movimento. Siamo convinti che il nostro obiettivo a 5000 punti di S&P500 verrà raggiunto in tempi brevi (= alcuni mesi). Una volta raggiunto l'obiettivo dovremmo esaminare la situazione specialmente per quel che riguarda il sentiment. È possibile che il rally possa proseguire - i 5000 punti sono un'obiettivo minimo.   
Oltre alla mancanza di una correzione questa settimana abbiamo osservato un'altro fenomeno - la rotazione tra settori. Improvvisamente la tecnologia é in affanno e ci sono prese di beneficio sui magnifici 7 - il Nasdaq100 marcia sul posto (performance settimanale +0.09%). Invece guadagnano settori prima trascurati come gli industriali e i materiali di base. In precedenti commenti vi avevamo invitato a comperare le azioni delle piccole e medie imprese (PMI) rappresentate in America dal Russell2000 - queste società sono fondamentalmente sottovalutate e trascurate. Con un balzo venerdì del +2.96% il Russell 2000 (1862 punti) ha finalmente superato la resistenza a 1800 punti  e si dirige velocemente verso il prossimo obiettivo a 2000 punti. Siamo convinti che questo indice si comporterà nel futuro meglio dell'S&P500.
La rotazione tra settori mostra però che gli investitori sono ancora prudenti - vendono dove hanno guadagnato bene e comperano altri settori che sembrano rimasti indietro. Non abbandonano la borsa ma finora arriva poca nuova liquidità sui mercati borsistici. Nelle prossime settimana il rialzo deve diventare generale e non selettivo. Nell'euforia viene comperato tutto indistintamente - siamo ancora molto lontani dalla fine di questa possente spinta di rialzo a medio-lungo termine.
Ripetiamo un avvertimento - potrebbero esserci delle modeste correzioni intermedie. La prossima potrebbe essercene una con l'S&P500 (4594 punti) a contatto con la resistenza a 4600 punti, massimo di luglio. Nessuno é però in grado di prevedere queste correzioni anche perché i normali indicatori di un massimo intermedio (ipercomperato (RSI sull'S&P500 a 73.44, sul DAX a 79.66), eccesso di rialzo, oscillatori, indicatori di sentiment di corto termine) non funzionano bene in un mercato dominato da una forte tendenza rialzista. Bisogna quindi restare investiti ed eventualmente comperare se si verifica una correzione minore di -2%/-3%. Ci sembra poco probabile che possa esserci una correzione significativa (più del -5%) prima dei 4800 punti di S&P500 (massimo storico di gennaio 2022 a 4818 punti).
Come vediamo da settimane le borse europee seguiranno l'esempio della borsa americana. Avendo una capitalizzazione limitata potrebbero per assurdo comportarsi meglio malgrado che l'economia dell'UE sembra "messa peggio" di quella americana.
I prezzi dei metalli preziosi continuano a salire. L'oro ha raggiunto i 2072 USD/oncia (nuovo massimo storico) - l'argento ha già superato i 25 USD/oncia (future dicembre a 2590) e si dirige verso il prossimo obiettivo a 30 USD. Prossimo significa che questo non dovrebbe essere l'obiettivo finale... Restiamo investiti evitando di realizzare i consistenti guadagni.    

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.03% a 4418 punti
SX7E (banche)          +1.80% a 116.94 punti
DAX                         +2.30% a 16397 punti
SMI                          +0.07% a 10887 punti
FTSE MIB                  +1.69% a 29928 punti
S&P500                     +0.77% a 4594.63 punti
Nasdaq100                +0.09% a 15997 punti

Venerdì il responsabile della FED Powell ha tenuto un discorso ribadendo la possibilità che la Banca Centrale americana debba ancora alzare i tassi d'interesse per combattere l'inflazione. I mercati finanziari gli hanno riso in faccia non credendo a questa bluff di tipo psicologico - il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 4.22% (-0.15%) e gli indici azionari sono saliti. In particolare il Russell2000, più sensibile al costo del denaro, ha guadagnato il +2.96%.
L'S&P500 ha aperto a 4559 punti, é sceso a 4554 punti, é oscillato sui 4560 punti fino alla conferenza di Powell e poi é partito al rialzo. Ha raggiunto i 4599 punti verso le 19.00 e poi si é fermato come segno di rispetto di fronte a questo barriera psicologica e resistenza (4600 punti). L'indice ha ritracciato fino a 4585 punti e ha infine chiuso a 4594.63 punti (+0.59%). Anche il Nasdaq100 ha guadagnato il +0.31% a 15997 punti dopo aver trascorso buona parte della giornata in negativo.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 7637 su 1510, NH/NL a 1587 su 209 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é scivolata a 12.63 (-0.29) mentre il Fear&Greed Index é stabile a 67 punti. Il CBOE Equity put/call ratio era relativamente basso a 0.51 - anche mercoledì era basso (0.55) senza però che giovedì (S&P500 +0.38%) ci fosse una reazione negativa.
In genere dopo una seduta come quella di venerdì dovrebbe esserci una correzione minore - pensiamo però che l'indice dovrebbe semplicemente fermarsi da due a tre giorni ritracciando fino ai 4540-4550 punti prima di trovare la forza per accelerare sopra i 4600 punti.
Sconsigliamo qualsiasi tentativo di provare un trade short malgrado che la tentazione, almeno sulla base dei presupposti tecnici, sia alta.

Commento del 25-26 novembre

Tendenze evidenti e in rafforzamento - movimenti significativi sui metalli preziosi

Riassunto: Durante questa settimana i tassi d'interesse di mercato sono rimasti praticamente invariati (USTBond decennale a 4.47% contro il precedente 4.44%, Bund tedesco decennale a 2.6295% contro il precedente 2.5835%) mentre l'USD ha leggermente perso di valore (USD Index a 103.28 contro il precedente 103.68). Di conseguenza le borse avrebbero potuto cogliere l'occasione per correggere. Invece gli indici azionari sono ancora saliti - la giornata di festa di giovedì in America (Thanksgiving) non ha influito.
L'ipercomperato (RSI su S&P500 e Eurostoxx50 sopra i 70 punti) e l'eccesso di rialzo non fermano il movimento - questo é normale quando il trend é forte e dominante. La volatilità VIX é scesa a 12.46 (-0.34) - il livello più basso da marzo del 2020. Quello che molti considerano un segnale di troppo ottimismo da parte degli investitori é invece una conferma della stabilità della tendenza. Magari qualcuno si ricorda che avevamo previsto che nella fase finale di questo bull market la VIX sarebbe tornata a 10 - ci saranno ovviamente dei rimbalzi intermedi ma la tendenza al ribasso della volatilità é ormai confermata da questo nuovo minimo di periodo.
Le borse dovrebbero ora consolidare o fare unicamente modesti progressi fino a quando non avremo nuovamente un dato economico o una notizia in grado di spingere i tassi d'interesse più in basso. In quel momento avremo la prossima sostanziale spinta di rialzo. È inutile tentare di giocare col timing - ogni ritracciamento é un'occasione d'acquisto.
L'esempio é stato dato in questo giorni dai metalli preziosi. L'oro (2002 USD/oncia) dopo una correzione fino a 1930 USD é ritornato sulla resistenza a 2000 USD e si prepara ad effettuare una rottura al rialzo con obiettivo a 2150 USD. L'argento una settimana fà aveva (massimo sul future a 2422) testato la resistenza intermedia a 24 USD. Ha poi ritracciato e consolidato per 4 sedute tornando a 2330. Venerdì con un balzo del +2.92% il future é balzato su un nuovo massimo a 2438 - il prossimo obiettivo a 25 USD é a portata di mano. Le borse avranno un comportamento simile - ci saranno delle brevi e modeste correzioni intermedie seguita da ulteriori spinte di rialzo. Non bisogna shortare il mercato e si deve investire seguendo il trend dominante che é decisamente rialzista (69.4% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 50.19 - Summation Index stabilmente in salita). Non bisogna lasciarsi spaventare dalle alte valutazioni fondamentali e dallo scetticismo degli analisti che viaggiano sempre guardando nello specchio retrovisore. Nel futuro un calo dell'inflazione e dei tassi d'interesse non possono che sostenere i mercati azionari almento fino a quando non si profilerà il rischio di una nuova crisi deflazionistica.
Riassumendo rispetto alle precedenti 3 settimane c'é poco di nuovo da dire. La performance settimanale degli indici azionari é nuovamente positiva anche se i progressi sono stati modesti. Il leggero calo del FTSE MIB é un semplice problema temporaneo. La Festa del Ringraziamento in America ha imposto una pausa - settimana prossima é probabile che inizi il tradizionale rally di fine anno. Le premesse, sia tecniche che fondamentali, sono buone. Più le borse salgono senza correggere e più sale la pressione su chi é rimasto fuori. Molti saranno obbligati a comperare unicamente per il fatto che non possono restare fuori dai mercati azionari e sono sottoinvestiti. Entro fine anno i portfolio manager dovranno adattare i portafogli ai profili d'investimento e questo dovrebbe sfociare in ulteriori acquisti e in una accelerazione del rialzo. L'obiettivo a 5000 punti di S&P500 sarà molto probabilmente raggiunto nei prossimi due mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.74% a 4372 punti
SX7E (banche)          +2.34% a 114.87 punti
DAX                         +0.69% a 16029 punti
SMI                          +1.32% a 10879 punti
FTSE MIB                  -0.22% a 29432 punti
S&P500                     +1.00% a 4559.34 punti
Nasdaq100                +0.91% a 15982 punti

In fondo é stata una settimana tranquilla. Dopo i guadagni di lunedì (S&P500 +0.74%) c'é stata martedì una seduta negativa (S&P500 -0.20%) durante la quale i traders sono corsi a comperare puts (CBOE Equity put/call ratio a 1.10) - un chiaro segnale che i traders stanno ancora tentando di shortare il mercato sperando in una netta correzione dopo quasi un mese di ininterrotto rialzo. Mercoledì però hanno ancora predominato gli acquisti (S&P500 +0.41%). Giovedì la borsa di New York é rimasta chiusa. Venerdì molti operatori erano assenti e la seduta é terminata 3 ore prima del solito. L'S&P500 si é mosso in pochi punti (4552-4560 punti) e ha chiuso con un leggero guadagno (+0.06% a 4559.34 punti). I bassi volumi (volume relativo a 0.5) mostrano la scarsa importanza di questa giornata che non merita un'analisi approfondita.
Siamo long azioni e obbligazioni e short USD - evitiamo operazioni di trading in controtendenza sapendo che tentare di indovinare quando ci sarà una correzione intermedia di un paio di punti in percentuale é praticamente impossibile.

Commento del 18-19 novembre

Il rialzo é ora inarrestabile - non ci saranno più correzioni importanti fino all'obiettivo (minimo) finale a 5000 punti di S&P500

Riassunto: Dopo la correzione che si é verificata tra inizio agosto e fine ottobre la tendenza rialzista ha finalmente ripreso il sopravvento. Domenica scorsa, dopo due settimane di rally, ci siamo domandati come le borse potevano reagire di fronte a una situazione di ipercomperato ed eccesso di rialzo a corto termine - gli oscillatori erano troppo in alto e pronti girare. Poteva esserci una correzione intermedia (-2%/-4%) - noi però avevamo escluso questa variante poiché il rialzo sembrava solido con un netto miglioramento degli indicatori di base (66.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 48.21). Inoltre i fondamentali si stavano sviluppando secondo le nostre previsioni e in particolare l'inflazione era in diminuzione. I tassi d'interesse di mercato in calo (il reddito dell'USTBonds é ulteriormente sceso a 4.44%) non potevano che sostenere i mercati azionari. Pensavamo quindi che doveva solo esserci un consolidamento e una pausa per assorbire gli eccessi. Avevamo però preso in considerazione la possibilità che le borse continuassero a salire senza pausa nel caso in cui la partecipazione fosse migliorata - in effetti finora il rialzo era trascinato da pochi titoli (i magnifici 7) mentre il resto del mercato arrancava. Concretamente si é avverata la variante più positiva - martedì in America sono stati pubblicati dei dati sull'inflazione migliori delle previsioni e la borsa di New York si é involata (S&P500 +1.91%) trascinata dal settore delle piccole e medie imprese (Russell2000/RUT +5.44%). Le borse europee si sono aggregate mentre il resto dei mercati finanziari (divise, obbligazioni, materie prime) si é comportato secondo logica vale a dire l'USD si é indebolito (USD Index sotto il supporto a 104.50 e ora a 103.68 contro i 105.68 di una settimana fà) e i prezzi dei metalli preziosi sono saliti a razzo. Domenica scorsa vi avevamo detto che avevamo comperato il future scadenza dicembre sull'argento a 2222 e già giovedì il nostro primo obiettivo (24 USD/oncia) é stato raggiunto - il future ha toccato un massimo a 2422 (+4.50%). Finalmente abbiamo dei trend evidenti e confermati - i tassi d'interesse scendono, l'USD si svaluta (noi abbiamo un obiettivo sull'USD Index a 90) e i prezzi dei metalli preziosi salgono.
Insomma - settimana scorsa il rialzo delle borse é continuato ignorando i vari ostacoli tecnici (ipercomperato, eccesso di rialzo, resistenza a 4400 punti di S&P500). Questo é un evidente segnale di forza - la partecipazione é in netto miglioramento e il trend dovrebbe rafforzarsi ed accelerare. Molti investitori sono ancora scettici poiché l'economia mondiale sta rallentando e molti Paesi sono sull'orlo della recessione. Le borse però guardano oltre e sono stimolate dal calo dell'inflazione e dei tassi d'interesse. Bisogna quindi ignorare i cattivi dati economici che riguardano il passato, non dare peso ai cali degli utili delle imprese dovuti solo a fattori congiunturali e seguire senza troppe apprensioni le tendenze ora dominanti.
Siamo pienamente investiti sui mercati azionari, siano long in obbligazioni americane ventennali e abbiamo sostanziali posizioni sui metalli preziosi (l'oro é meno volatile e quindi più adatto ad un investimento difensivo ma l'argento ha un maggiore potenziale di rialzo). Assicuriamo con operazioni di cambio a termine l'USD su EUR o CHF (a dipendenza della moneta di riferimento) poiché siamo convinti che la moneta americana debba perdere di valore.
Ribadiamo lo scenario che ripetiamo monotonamente da inizio anno - ci aspettano ancora da 3 a 6 mesi di borse al rialzo spinte da tassi d'interesse al ribasso. Questo rally finirà solo nell'euforia mentre adesso regna ancora tra gli investitori lo scetticismo (Fear&Greed Index a 58 punti (+3)). Il nostro obiettivo di riferimento é a 5000 punti di S&P500 - significa che nella pipeline c'é almeno un ulteriore guadagno del +10%. Il Russell2000 dovrebbe comportarsi decisamente meglio. Quando tutti proveranno a saltare sul carro in corsa cercheranno disperatamente di trovare le azioni di quelle società che sembrano essere rimaste indietro - le migliori opportunità sono nel settore delle piccole e medie imprese. Le borse europee devono comportarsi in maniera simile. Pensavamo che potessero essere penalizzare dall'incremento del cambio EUR/USD (1.0915). Sembra invece che questo handicap possa essere compensato dalla bassa capitalizzazione dei mercati europei rispetto a quelli americani. Concretamente la liquidità ha pochi titoli da comperare e quindi la forte domanda potrebbe far schizzare i prezzi delle azioni europee oltre l'immaginabile.
Il rialzo sarà generalizzato - per evitare di possedere azioni sottoperformanti a causa di risultati trimestrali di singole società estremamente deludenti conviene investire in ETF legati agli indici azionari - chi preferisce investire in settori deve scegliere i settori ciclici e di crescita a discapito di quelli difensivi - già adesso notiamo che l'SMI sottoperforma a causa della presenza nell'indice di troppo alimentari (Nestlé) e farmaceutica (Roche e Novartis).
L'obiettivo a 5000 punti di S&P500 é conservativo e potrebbe essere corretto verso l'alto - molto dipenderà dall'umore degli investitori (sentiment). Un bull market muore unicamente nell'euforia e in un comportamento irrazionale. Pensiamo che l'ottimismo si presenterà unicamente quando l'S&P500 arriverà sul massimo storico a 4800 punti. Passato questo livello tutti si sentiranno obbligati a partecipare al rialzo e finalmente gli analisti e i vari guru consiglieranno di comperare descrivendo un futuro luminoso. È poco probabile che l'accelerazione che seguirà si fermerà a 5000 punti di S&P500...
Ovviamente potrebbe succedere qualcosa di inatteso in grado di fare deragliare il rialzo. È successo nel recente passato con la guerra in Ucraina e con il Covid. Ci vuole però qualcosa di veramente dirompente e con forte impatto sull'economia mondiale per cambiare in maniera radicale lo scenario che si sta delineando. Il conflitto tra Israele e Hamas, pur costituendo una tragedia in particolare per quel che riguarda il numero di vittime civili dalle due parti, non é un evento in grado di influenzare i mercati finanziari.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.38% a 4340 punti
SX7E (banche)          +1.47% a 112.24 punti
DAX                         +4.49% a 15919 punti
SMI                          +1.72% a 10737 punti
FTSE MIB                  +3.49% a 29498 punti
S&P500                     +2.24% a 4514.02 punti
Nasdaq100                +1.98% a 15838 punti

Abbiamo già parlato del rally di martedì (S&P500 +1.91%). Guardiamo ora come é continuata la settimana. Mercoledì le borse hanno marciato sul posto (S&P500 +0.16%) e a prima vista sembra che anche giovedì (S&P500 +0.12%) non sia successo nulla di particolare. Notiamo invece che ci sono state forti vendite sul Russell2000 (-1.52%) Bisognava quindi attendere la seduta di venerdì per capire se si stava preparando una correzione generale o se invece avevamo avuto unicamente delle prese di beneficio sul RUT. Prontamente venerdì il Russell2000 é ripartito al rialzo (+1.35%) cancellando la possibilità che i ribassisti avessero ancora qualcosa da dire. L'S&P500 si é mosso in pochi punti. Ha aperto a 4510 punti, é sceso fino a 4499 punti di minimo, é salito lentamente fino al massimo a 4520 punti e ha chiuso a 4514.02 punti (+0.13%) con un modesto ma significativo guadagno di 5 punti. Significativo poiché l'S&P500 ha terminato tutte le sedute di questa settimana in guadagno portando la performance ad un +2.24% - molto per un indice che potenzialmente aveva le premesse tecniche per correggere. Per tutta la settimana la tecnologia ha seguito docilmente l'S&P500 senza sovraperformare (Nasdaq100 +1.98%) - sembra che gli "altri" 493 titoli possano prendere il testimone dai magnifici 7 e continuare il rialzo dei listini americani con una partecipazione meglio distribuita.
La volatilità VIX é scesa a 13.90 punti - é relativamente bassa con un DSI sui 10 punti - questo non basta però per scatenare una reazione negativa del listino. Il CBOE Equity put/call ratio venerdì era a 0.54 - anche mercoledì abbiamo registrato un valore molto basso (0.48). Questa evidente speculazione al rialzo in un mercato senza una forte tendenza e/o in oscillazione laterale avrebbe provocato una correzione - il fatto però che non ci siano correzioni significative vuol dire che il trend rialzista é talmente forte e dominante che questi eccessi di corto termine non hanno un'influsso. Crediamo che nelle prossime settimane oscillatori, indicatori di ipercomperato come la RSI, indicatori di eccesso di rialzo (come la distanza dalle MM) e gli indicatori di sentiment sul corto termine (VIX, put/call ratio) non forniranno segnali validi. In pratica avemo sempre una situazione dove potenzialmente il mercato potrebbe correggere ma in pratica non succederà nulla. Ancora troppi investitori devono comperare poiché possiedono troppe poche azioni e non possono permettersi di sottoperformare troppo a lungo - ogni ritracciamento verrà comperato.
Probabilmente i ribassisti tenteranno una reazione in prossimità di importanti resistenza (4600 punti e 4800 punti di S&P500, 4475 punti di Eurostoxx50, 16400-16500 punti di DAX). Non dovrebbero però ottenere importanti risultati. Visto che all'S&P500 mancano solo 96 punti ai 4600 punti (poco più del 2%) é possibile che già settimana prossima riprenderemo l'argomento.

Commento dell'11-12 novembre

Il rialzo in America continua - debolezza in Europa - cosa significa il calo in controtendenza del RUT (week -3.15%) ?

Riassunto: Una settimana fà avevamo preso nota dell'impressionante rally che aveva concluso la lunga correzione di medio termine iniziata ad agosto. Da una situazione di ipervenduto e di eccesso di ribasso gli indici azionari avevano realizzato un'inversione di tendenza e si era verificata una prima possente spinta di rialzo con forti guadagni specialmente in America. Questa spinta di rialzo era stata accompagnata e favorita da un sensibile calo dei tassi d'interesse di mercato e da un indebolimento dell'USD. Questa settimana ci aspettavamo un breve ritracciamento prima della prosecuzione del rialzo. Le prime tre sedute della settimana sono state positive (S&P500 +0.18%, +0.28% +0.10%) ma poco convincenti - in effetti i guadagni si sono concentrati nel settore tecnologico mentre nel settore delle PMI rappresentato dal Russell2000 (-1.29%, -0.28%, -1.10%) ci sono state le attese prese di beneficio dopo gli eccezzionali guadagni della settimana precedente (+7.56). Giovedì c'é stata una caduta generale (S&P500 -0.81%, Nasdaq100 -0.82%, RUT -1.57%) che é stata subito controbilanciata nella seduta di venerdì (S&P500 +1.56% a 4415 punti). La prossima settimana sarà decisiva per poter giudicare la forza del trend e per poter capire qual'é il potenziale di rialzo nelle prossime settimane. In effetti gli oscillatori mostrano che a corto termine l'S&P500 é ipercomperato - l'indice si trova nella zona di resistenza intermedia intorno ai 4400 punti. Se il rialzo é molto forte l'S&P500 sarà in grado di ignorare ipercomperato e resistenza e continuare a salire in direzione dei 4600 punti. Questa variante ci sembra poco probabile considerando gli indicatori di partecipazione che mostrano come il rialzo sia ancora limitato a pochi settori e titoli. Se il rialzo però é solido, come pensiamo noi sulla base dei fondamentali e del miglioramento dei dati di base (42.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 39.81), l'S&P500 dovrebbe unicamente fare una pausa di consolidamento di alcune sedute prima di salire decisamente più in alto. Se invece l'S&P500 corregge e torna sui 4340 punti (MM a 50 giorni e minimo di giovedì) o addirittura ridiscende fino ai 4250 punti (chiusura dei gaps e ritorno sul supporto fornito dalla MM a 200 giorni) é evidente che al rialzo manca di forza e convinzione e quindi bisognerà armarsi di pazienza. La borsa avrà bisogno di tassi d'interesse di mercato decisamente più bassi prima di potersi muovere con decisione al rialzo sopra i 4400 punti. Durante l'ultima settimana sul mercato obbligazionario e valutario abbiamo osservato parecchia volatilità ma per saldo i cambiamenti sono insignificanti. Il reddito dell'USTBond decennale é passato da 4.57% a 4.61% mentre l'USD Index é risalito da 104.91 a 105.68. Il rimbalzo che avevamo previsto una settimana fà si é verificato ma é stato modesto.
Da ultimo giocherà un ruolo importante il sentiment. L'intonazione di fondo é ancora piuttosto pessimistica con molti investitori istituzionali sottoinvestiti. Nelle ultime due settimane é stato però un evidente miglioramento degli indicatori legati al trading (VIX a 14.17 punti, -1.12) e quindi viene a mancare la spinta fornita dal short covering di tipo speculativo. Sono impressionanti gli sbalzi del CBOE Equity put/call ratio che riesce a passare dai 0.65 di martedì ai 1.18 e 1.09 di mercoledì e venerdì. Abbiamo l'impressione che troppi traders pensano che i 4400 punti di S&P500 saranno in grado di respingere l'indice e farlo ricadere decisamente più in basso. Spesso il mercato si comporta in maniera da ingannare gli speculatori e quindi non saremmo sorpresi se l'S&P500 fosse in grado di salire fino a 4600 punti sullo slancio e con il supporto del Russell2000. Ci sono molti argomenti per stare long ed evitare qualsiasi speculazione short. Vi ricordiamo che sui 4600 punti si situa il massimo annuale, poco sopra i 4800 punti c'é il massimo storico mentre il nostro obiettivo per questo rialzo é a 5000 punti.
Insomma - lo sviluppo della borsa nelle prossime 5 sedute ci dirà come deve continuare questo rialzo. Osserveremo con particolare interesse l'indice Russell2000 che tecnicamente si trova in una situazione particolare - ha già corretto e non é ipercomperato. Dovrebbe quindi ripartire per primo al rialzo e mostrare forza relativa. Considerando il comportamento del mercato negli ultimi mesi e le caratteristiche del Russell2000 (molto sensibile alle variazioni dei tassi d'interesse) ci sembra difficile che questo indice possa prendere la leadership ma l'analisi tecnica mostra che questa variante é possibile e auspicabile.
I prezzi dei metalli preziosi sono scesi - oro e argento sembrano però aver completato una correzione intermedia e ci aspettiamo che a breve riprendano il rialzo verso dei nuovi massimi annuali. Il petrolio, malgrado il balzo di venerdÌ (WTI a 77.17 USD/oncia, +1.43) é in una tendenza ribassista da fine settembre quando aveva toccato i 95 USD - questo sostiene il nostro scenario macroeconomico disinflazionista.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.52% a 4197 punti
SX7E (banche)          -0.07% a 110.61 punti
DAX                         +0.30% a 15234 punti
SMI                          -0.23% a 10555 punti
FTSE MIB                  -0.59% a 28504 punti
S&P500                     +1.31% a 4415.24 punti
Nasdaq100                +2.84% a 15529 punti

La seduta di venerdì ha sorpreso tutti quelli, noi compresi, che dopo la caduta di giovedì si aspettavano un'altra seduta negativa. In effetti durante la giornata le borse europee erano deboli e non sembrava che l'America potesse dare impulsi positivi. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4364 punti ma per le 16.40 era caduto praticamente in pari a 4353 punti. Poi é iniziata la rimonta - a balzi regolari l'Indice é salito, trascinato dal Nasdaq100 (+2.25%) e accompagnato da DJTransportation (+1.12%) e RUT (+1.07%) fino a 4418 punti ed ha chiuso a 4415.24 punti (+1.56%). Chi si aspettava una reazione negativa a partire della resistenza intermedia a 4400 punti é rimasto deluso e molti sembrano ancora essere short nella speranza che la caduta sia solo rimandata. Il Fear&Greed Index é salito di poco a 42 punti (+1) mentre i Summation Index continuano a migliorare. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6477 su 2545, NH/NL a 357 (pochi) su 729 e volume relativo a 1.05. Tecnicamente la debole partecipazione non ci piace per niente ma sappiamo che questa può migliorare - non é una ragione sufficiente per un fallimento del rialzo anche se é un segno di debolezza che favorisce una correzione. In generale però regna uno scetticismo che nei prossimi mesi non può che alimentare questo rialzo a cui nessuno crede.
Noi però ci crediamo e siamo pienamente investiti in azioni nel rispetto dei profili d'investimento. Favoriamo l'America all'Europa.
Venerdì abbiamo comperato argento (future dic a 2222) per effettuare di una breve operazione speculativa long con obiettivo minimo a 24 USD e ideale sui 25 USD.    

Breve commento del 4-5 novembre

È partito il rialzo che porterà l'S&P500 ad un nuovo massimo storico sui 5000 punti

Questo fine settimana ho una riunione di famiglia e una festa di compleanno. Non ho il tempo di effettuare un'analisi dettagliata e quindi mi limito ad un breve aggiornamento. Eventualmento aggiungerò ulteriori informazioni nella giornata di lunedì.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.04% a 4174 punti
SX7E (banche)          +3.47% a 110.69 punti
DAX                         +3.42% a 15189 punti
SMI                          +2.48% a 10579 punti
FTSE MIB                  +5.08% a 28674 punti
S&P500                     +5.85% a 4358.34 punti
Nasdaq100                +6.48% a 15099 punti

Finalmente tutti i pezzi del puzzle stanno andando al loro posto - si é verificata l'attesa inversione di tendenza.
I tassi d'interesse di mercato stanno calando - il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 4.57% (-0.10%) dopo che una decina di giorni fà era brevemente salito sopra il 5%. Il calo dei redditi delle obbligazioni ha scatenato un rally da short covering sulle borse - gli indici azionari erano ipervenduti e in eccesso di ribasso e la reazione é stata estremamente violenta. In America abbiamo avuto 5 sedute di forti rialzi con alti volumi di titoli trattati. Il miglior indice é stato quello precedentemente più venduto e più sensibile ai tassi d'interesse - la performance settimanale del Russell2000 (PMI americane) é uno stratosferico +7.56%.
L'USD si sta indebolendo - l'USD Index é caduto a 104.91 mentre il cambio EUR/USD é salito a 1.0730 - sono stati superati importanti supporti (o resistenze a seconda di come si guarda il cambio) e l'USD dovrebbe perdere ulteriormente terreno - come prevediamo da mesi l'USD Index dovrebbe cadere decisamente sotto 100 permettendo agli indici azionari americani di sovraperformare quelli europei almeno in termini nominali.
A breve in borsa dovrebbe esserci una modesta correzione intermedia o ritracciamento di un paio di punti in percentuale. Questo perché la prima spinta di rialzo dal minimo é stata imponente e poiché intorno ai 4.60% ci aspettiamo un rimbalzo del reddito dell'USTBond decennale (per completare una testa e spalle ribassista).
Siamo però convinti che la lunga correzione dei mercati azionari iniziata ad agosto é terminata e che questa spinta di rialzo continuerà per mesi. Probabilmente l'S&P500 salirà senza pause significative intorno ai 4600 punti dove si situa l'attuale massimo annuale. In seguito, verosimilmente dopo una correzione di medio termine, il rialzo dovrebbe proseguire in direzione dei 5000 punti, obiettivo finale del bull market. Le borse europee e mondiali saliranno insieme alla borsa americana - ci aspettano ancora da 3 a 6 mesi di festa.
Restiamo convinti long sui mercati azionari e siamo investiti in obbligazioni in USD a lungo termine.
 
Commento del 28-29 ottobre

Svendita in America mentre l'Europa resiste - segnali positivi da tassi d'interesse, CHF e metalli preziosi

Riassunto: Domenica scorsa avevamo preso nota del ripulisti (wash out) che si era verificato sui mercati azionari europei. Avevemo rimarcato la forza relativa della borsa americana e avevamo fatto dei paralleli con lo sviluppo della situazione in Europa. Era evidente che l'S&P500 (-0.48% a 4117.37 punti) doveva scendere sotto i 4216 punti ma avevamo escluso la possibilità di una caduta fino ai 3800 punti seguendo l'esempio europeo. Pensavamo che un reversal fosse vicino ma eravamo convinti che prima dovesse ancora esserci una breve spinta di ribasso.
Questa settimana le borse sono ulteriormente scese. In Europa le perdite sono modeste - in America invece c'é stata una svendita (S&P500 performance settimanale -2.53%) dopo un tentativo di rimbalzo nelle prime due sedute della settimana (S&P500 lu -0.17% e ma +0.73%). Sembra quindi che gli investitori americani abbiano gettato la spugna con una settimana di ritardo rispetto agli europei. Ora abbiamo nuovamente una situazione di ipervenduto, eccesso di ribasso e panico tra gli investitori (Fear&Greed Index a 24 punti (-2)). Lentamente però appaiono delle divergenze positive - il numero di nuovi minimi (NL) non aumenta più malgrado l'ulteriore calo degli indici e la pressione di vendita é in diminuzione. I Summation Index continuano a scendere ma il momentum é in calo e sembra delinearsi una formazione di base. Allargando lo sguardo notiamo che il Franco Svizzero si é indebolito (EUR/CHF a 0.9536 contro 0.9452 di venerdì scorso) a riprova che la tensione sui mercati finanziari dovuta al conflitto tra Israele e Hamas diminuisce. Nel frattempo i metalli preziosi continuano a dare il buon esempio e l'oro (2006 USD/oncia) venerdì sera in chiusura ha superato la barriera psicologica dei 2000 USD/oncia.
Arriviamo infine al mercato obbligazionario che secondo noi costituisce la chiave per capire come potrebbe evolvere la situazione nei prossimi mesi. Sapete che secondo noi i tassi d'interesse di mercato devono scendere poiché l'inflazione é in calo e l'economia sta rallentando. In effetti alcuni Paesi europei come la Germania sembrano sull'orlo della recessione. Invece in America il PIL continua a crescere grazie ad un aumento della spesa statale senza precedenti - abbiamo sottostimato l'effetto della spesa pubblica che finora compensa ampiamente la frenata causata dalla stretta monetaria voluta dalla FED. La conseguenza é che i tassi d'interesse sull'USD ancora non scendono e questo ritarda la ripresa del rialzo delle borse. Una settimana fà il reddito dell'USTBond decennale era brevemente salito sopra il 5% - questo venerdì il reddito é tornato a 4.84% (-0.08%). Insomma - il rialzo dei tassi d'interesse é finito ma é ancora troppo presto per parlare d'inversione di tendenza. Osservando il grafico arriviamo alla conclusione che ci vuole una caduta sotto i 4.58% per poter finalmente parlare di calo dei tassi d'interesse e per far partire la prossima spinta di rialzo a medio termine dei mercati azionari.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.25% a 4014 punti
SX7E (banche)          -0.01% a 106.97 punti
DAX                         -0.30% a 14687 punti
SMI                          -0.24% a 10323 punti
FTSE MIB                  -0.25% a 27287 punti
S&P500                     -2.53% a 4117.37 punti
Nasdaq100                -2.60% a 14180 punti

Durante la settimana numerose sedute di borsa sono iniziate bene per concludersi male - spesso dopo un iniziale ottimismo sono riapparsi i venditori e gli indici hanno chiuso in calo. La seduta di mercoledì é stata pessima (S&P500 -1.43%) con perdite in tutti i settori. Nelle altre ci sono sempre stati degli aspetti positivi (gio S&P500 -1.18 ma Russell2000 +0.34%) - gli investitori hanno reagito violentemente alla pubblicazione dei risultati trimestrali sia positivi (Microsoft, Amazon, Intel) che negativi (Google, Meta).
La seduta di venerdì non é stata un'eccezzione. L'S&P500 ha aperto in positivo a 4153 punti. È sceso inizialmente a 4131 punti ed é risalito fino a 4156 punti. Dopo la chiusura in Europa é sceso in maniera piuttosto regolare fino al minimo a 4103 punti. Sul finale é rimbalzato a 4117.37 punti (-0.48%). Il Nasdaq100 é salito a 14180 punti (+0.50%) grazie a Intel (+9.19%), Amazon (+6.83%) e il rimbalzo di Meta (+2.91%) dopo la pesante caduta di giovedì. Il Russell2000 ha raggiunto il minimo annuale a 1636 punti (-1.21%) con una perdita annuale del -7.06% - questo settore ci preoccupa...
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2438 su 5938, NH/NL a 163 su 1594 e volume relativo a 1.05. la volatilità VIX é salita a 21.27 punti (+0.59), il CBOE Equity put/call ratio resta alto a 0.82 e il Fear&Greed Index a 24 punti segnala panico.
La tendenza di fondo é al ribasso con il 15.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 29.42. I Summation Index sono in calo.
Insomma - trend e momentum sostengono ancora la tendenza ribassista iniziata ad agosto. Partecipazione e sentiment suggeriscono la possibilità che siamo vicini ad un'inversione di tendenza. Questa variante positiva viene sostenuta dal comportamento dei tassi d'interesse, dei cambi e dei prezzi dei metalli preziosi.
Per i prossimi mesi siamo costruttivi - long azioni, oro/argento e obbligazioni di lungo termine in USD.

Commento del 21-22 ottobre

La guerra provoca un inatteso ripulisti (wash out) - i mercati azionari si apprestano a copiare i metalli preziosi

Riassunto: Pensavamo che la guerra tra Israele ed Hamas avrebbe avuto un impatto limitato sui mercati finanziari. Sembra che ci siamo sbagliati - nella scorsa settimana gli investitori hanno perso i nervi e hanno venduto praticamente tutto (azioni, obbligazioni) con l'eccezione dei beni rifugio. Gli indici azionari sono crollati con vendite in tutti i settori. Sono saliti i tassi d'interesse - il reddito dell'USTBond decennale é lievitato in 5 sedute da 4.63% a 4.93% - giovedì ha sfiorato la barriera psicologica del 5%. Anche in Europa, malgrado i segnali recessivi, il reddito del Bund decennale si é impennato dal 2.72% al 2.89%. Quello che consideriamo il nostro termometro di crisi, il Franco Svizzero, si é ulteriormente rafforzato (EUR/CHF da 0.9481 a 0.9452). Infine i prezzi dei metalli preziosi hanno nuovamente guadagnato terreno - l'oro é schizzato a 1981 USD/oncia dai 1932 USD di una settimana fà.
Restiamo un attimo sull'oro. Il rally é iniziato due giorni prima dell'attacco terroristico di Hamas contro Israele da una situazione di ipervenduto, eccesso di ribasso ed estremo pessimismo. La guerra potrebbe aver alimentato il rialzo ma é probabile che il prezzo dell'oro sarebbe salito in ogni caso. Anche l'argento, che ha meno valore di bene rifugio, si comporta alla stessa maniera. Vediamo un evidente parallelo tra la situazione tecnica di oro e argento di due settimane fà con quella odierna dell'S&P500 americano (-1.26% a 4224.16 punti).
Settimana scorsa si é verificata una brutta rottura al ribasso degli indici azionari europei (Eurostoxx50 -1.61% a 4024 punti) che hanno fatto segnare venerdì dei nuovi minimi della correzione iniziata ad agosto. Ci avviciniamo ai minimi della correzione di marzo. Ora bisogna vedere come si comporterà la borsa americana che finora mostra una certa forza relativa. L'S&P500 é sceso a 4224.16 punti - non ha ancora superato al ribasso il minimo del 3 ottobre a 4216 mentre ha bucato la MM a 200 giorni che scorre a 4233 punti. In genere questi supporti non reggono - pensiamo di conseguenza che in ogni caso debba verificarsi una rottura al ribasso sotto i 4216 punti. La domanda é ora se l'indice deve cadere fino al minimo di marzo a 3808 punti (copiando gli europei) prima di toccare il fondo e risalire. Un'ulteriore caduta di un -10% ci sembra altamente improbabile considerando il ciclo e il sentiment che già sfiora il panico (Fear&Greed Index a 26 punti, -2). Il ciclo ci mostra che il rialzo dei tassi d'interesse dovrebbe essere alla fine - in ogni caso il DSI é talmente basso (balla poco sopra i 10 punti) che a questo punto deve esserci un rimbalzo dei Bond che per logica conseguenza deve dare una boccata d'ossigeno ai mercati azionari. La nostra ipotesi é quindi che l'S&P500 deve terminare la correzione iniziata ad agosto con una falsa marginale rottura al ribasso sotto 4200 punti. Abbiamo un'ulteriore elemento a sostegno di questa ipotesi - lentamente l'USD si sta indebolendo. Questa settimana l'USD Index é scivolato a 105.98 mentre il cambio EUR/USD é salito a 1.0595. Il cambiamento é di poco conto ma é la direzione che conta - come i metalli preziosi anche l'USD da inizio ottobre ha cambiato tendenza e perde lentamente di valore. Ora l'inversione di tendenza dovrebbe estendersi ai mercati obbligazionari e azionari - pensiamo che possa essere una questione di giorni.
Per il momento però la tendenza di fondo é ancora al ribasso (17.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 34.21, Summation Index in calo) e quindi é meglio aspettare ulteriori divergenze positive prima di poter diventare nuovamente rialzisti sui mercati azionari.
Riassumendo il quadro tecnico generale é fosco e per ora la correzione di agosto continua. La costellazione tecnica favorisce ora un reversal su azioni e bonds - teniamo gli occhi aperti. Ricordiamo però che fino a quando l'inversione di tendenza non si é verificata sono il trend e il momentum a dominare. La situazione può cambiare velocemente come hanno dimostrato in maniera esemplare questo mese oro e argento.  

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.66% a 4024 punti
SX7E (banche)          -4.69% a 106.99 punti
DAX                         -2.56% a 14798 punti
SMI                          -5.06% a 10348 punti
FTSE MIB                  -3.12% a 27357 punti
S&P500                     -2.39% a 4224.16 punti
Nasdaq100                -2.90% a 14560 punti

Lunedì i mercati azionari hanno avuto una seduta positiva (S&P500 +1.05%) grazie alla buona chiusura del venerdì precedente e al fatto che l'offensiva di Israele a Gaza non fosse ancora iniziata. La tregua sui mercati finanziari é stata però di breve durata - il rimbalzo si é esaurito martedì (S&P500 -0.01%) e nei giorni seguenti sono prevalse le vendite (S&P500 -1.34%, -0.85% e -1.26% a 4224.16 punti). Sulla seduta di venerdì c'é poco da dire - gli indici, in Europa e in America, hanno chiuso sul minimo giornaliero e con pesanti perdite.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2141 su 6217, NH/NL a 110 su 1628 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 21.71 punti (+0.31), il CBOE Equity put/call ratio era alto a 0.87 e il Fear&Greed Index é caduto a 26 punti (-2), vicino a quei 25 punti che segnalano l'inizio del panico. In questa seduta vediamo pochissimi segnali costruttivi - notiamo unicamente il guadagno del DJTransportation (+0.10%). C'é un'evidente situazione di ipervenduto ed eccesso di ribasso. Come sapete questa é una buona premessa per un'inversione di tendenza ma non una garanzia. Il quadro politico ed economico resta negativo - d'altra parte sappiamo che i solidi minimi si formano quando prevale il pessimismo, tutti sono convinti che le borse debbano ulteriormente scendere e nessuno osa comperare. Crediamo che il momento é vicino e guardiamo da vicino i Bonds (con venerdì una bella candela verde sul decennale americano)  e il CHF per scorgere divergenze positive.

Commento del 14-15 ottobre

La guerra tra Hamas e Israele crea confusione sui mercati finanziari ma non cambia l'impostazione di base

Riassunto: Il nostro scenario per i prossimi mesi é conosciuto da tempo. Ci aspettiamo che il rallentamento della crescita economica e il calo dell'inflazione facciano scendere i tassi d'interesse di mercato. Questo effetto insieme alla fine della politica monetaria restrittiva da parte delle Banche Centrali dovrebbe far scorrere la liquidità nuovamente in direzione dei mercati azionari. Il pessimismo e la sottoponderazione delle azioni nei portafogli degli investitori privati e internazionali dovrebbe alimentare un primo possente rally. Il rialzo dovrebbe poi proseguire grazie ad un rinnovato ottimismo ed al momentum - il nostro obiettivo di riferimento é un nuovo massimo storico dell'S&P500 sui 5000 punti. Il differenziale dei tassi d'interesse dovrebbe sfavorire il dollaro americano che dovrebbe indebolirsi. Questo aiuterà il rialzo della borsa americana. Con questa costellazione dovrebbe verificarsi anche un netto aumento dei prezzi dei metalli preziosi. Ovviamente osserviamo qualsiasi movimento significativo e conforme alle nostre aspettative di uno di questi mercati finanziari nella speranza che il resto debba poi seguire e confermare il nostro scenario.
Questa settimana c'é stata una diminuzione dei tassi d'interesse di mercato - il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso mercoledì a 4.58% e ha terminato venerdì a 4.63% (-0.07%). C'é stato un rally dei prezzi dei metalli preziosi con guadagni settimanali dell'ordine del +5% (oro da 1832 a 1932 USD/oncia). Le borse invece lanciano segnali misti - sono salite fino a metà settimana ma poi hanno decisamente perso terreno - la borsa americana ha chiuso con una performance settimanale di poco positiva (S&P500 a 4327.78 punti, performance settimanale +0.45%) mentre il risultato in Europa é misto (a causa della forza del settore bancario). Il problema é che non sappiamo se e come questi movimenti sono stati provocati o influenzati dal conflitto tra Hamas e Israele. Normalmente quando spirano i venti di guerra gli investitori si spaventano e cercano sicurezza - vendono azioni e comprano beni rifugio come obbligazioni di prima qualità, oro o monete stabili come il Franco Svizzero. Il conflitto potrebbe quindi aver spinto gli investitori a comperare USTreasury Bonds (come suggerito nel commento del 7-8 ottobre) e metalli preziosi. Questa ipotesi verrebbe ulteriormente sostenuta dalla forza del Franco Svizzero (il cambio EUR/CHF é caduto da 0.9633 a 0.9481 - un crollo di circa il -1.5%!).
Insomma - si sta delineado il nostro scenario o quanto osservato settimana scorsa sui mercati finanziari é solo la conseguenza della guerra in Medio Oriente? Non lo sappiamo ma probabilmente i due effetti si mischiano e si sovrappongono. Nella prima parte della settimana le borse sono a sorpresa salite (S&P500 lu +0.63%, ma +0.52% e me +0.43%) - questi acquisti malgrado quanto sta accadendo tra israeliani e palestinesi sembrano confermare la nostra tesi. Nella seconda parte della settimana ha però prevalso la paura con un netto calo delle borse (S&P500 gio -0.62% e ve -0.50%) e un'impennata di petrolio (ve +5.80%), oro (ve +3.34%), argento (ve +4.26%) e Franco Svizzero (ve +0.66% contro USD). L'unico aspetto decisamente costruttivo della giornata di venerdì é che non si é verificato un crollo delle borse - i cali sono stati moderati e gli indici hanno chiuso sensibilmente sopra i minimi giornalieri.
Malgrado che questa settimana sia stato poco convincente, non abbiamo argomenti validi per abbandonare il nostro scenario costruttivo. Il rialzo di fine anno fatica a partire e svilupparsi ma fino a quando i minimi di settembre non vengono rotti al ribasso sembra che le borse sono ancora in un periodo di accumulazione. Settimana scorsa c'erano parecchi motivi per un'ondata di vendite ma bisogna ammettere che gli indici azionari si sono comportati piuttosto bene e hanno retto l'urto. Non prendiamo nota solo dei segnali costruttivi ma osserviamo con apprensione anche quelli negativi e in particolare i settori decisamente deboli. Il Russell2000 (ve -0.84% a 1719 punti, performance settimanale -1.65%) é vicino al minimo annuale e rischia una brutta rottura al ribasso. I nostri indicatori di base (solo il 20.2% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 36.65) mostrano che il trend é al ribasso e non migliorano. Ci sono quindi buoni argomenti tecnici per una continuazione lenta e regolare di questa fase di ribasso iniziata ad agosto. Il sentiment é però talmente negativo (Fear&Greed Index a 29 punti (-6)) che un crash non appare come una valida opzione. Secondo noi la correzione di agosto-inizio ottobre é praticamente finita e siamo vicini ad un'inversione di tendenza - in fondo é normale che gli indicatori siano pessimi quando le borse sono vicine ad un minimo significativo o hanno appena cambiato direzione come sospettiamo noi.
 
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.22% a 4136 punti
SX7E (banche)          +1.05% a 112.26 punti
DAX                         -0.28% a 15186 punti
SMI                          +0.58% a 10900 punti
FTSE MIB                  +1.53% a 28237 punti
S&P500                     +0.45% a 4327.78 punti
Nasdaq100                +0.14% a 14995 punti

La seduta di venerdì é stata deludente. Sembra che gli investitori abbiano perso il coraggio mostrato nella prime tre sedute della settimana e abbiano gettato la spugna di fronte al flusso ininterrotto di notizie negative che ruotano intorno alla guerra tra Hamas e Israele. Notiamo unicamente, come segnale contrarian e incoraggiante, che gli indicatori di sentiment sono nettamente peggiorati (p.e. VIX a 19.32 punti, +2.63!) malgrado il modesto calo della borsa americana. È stata però una seduta molto volatile con un range di 65 punti sull'S&P500.
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4368 punti ed é salito fino a 4377 punti. Poi é arrivata una prima spinta di ribasso fino a 4323 punti. L'indice é rimbalzato e a metà seduta era a 4344 punti. Una seconda spinta di ribasso é finita alle 19.30 sul minimo giornaliero a 4312 punti. L'indice ha recuperato ed é poi oscillato fino alla chiusura (4327.78 punti, -0.50%) intorno ai 4325 punti. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3035 su 5271 e NH/NL a 252 su 1193 (molti NL ma pensavamo che potessero essere molti di più considerando la debolezza del Russell2000 (-0.84% a 11719 punti)) e volume relativo a 1.0. il CBOE Equity put/call ratio era a 0.70 dopo gli alti valori dei due precedenti giorni (1.04 e 0.80) - considerando solo questo indicatore sembra che settimana prossima ci debba essere per lo meno un forte rimbalzo tecnico (+2%-+3%). A fine giornata avevamo l'amaro in bocca ma oggettivamente poteva andare peggio.
Teniamo d'occhio il CHF - é l'unico puro rilevatore di crisi - se si indebolisce significa che gli investitori non si lasciamo più psicologicamente influenzare dalla guerra ma sono nuovamente disposti a prendere decisioni sulla base dei fondamentali. A questo punto i mercati azionari dovrebbero risollevarsi...

Commento del 7-8 ottobre

Il top sui tassi d'interesse dovrebbe innescare il rialzo di fine anno - il reversal di venerdì é significativo

Riassunto: La correzione intermedia iniziata ad agosto sembra non voler finire. L'incremento dei tassi d'interesse di mercato é stato superiore alle nostre aspettative - il reddito dell'US Treasury Bond decennale ha raggiunto questa settimana il 4.81%. L'economia nei Paesi occidentali rallenta e i dati suggeriscono che una recessione potrebbe già essere iniziata. Malgrado questo raffreddamento della congiuntura e un calo dell'inflazione, l'attesa inversione di tendenza sui Bonds non si é ancora verificata. Per questa ragione gli indici azionari scivolano verso il basso. I danni sono contenuti - l'S&P500 (+1.18% a 4308.50 punti) é sceso in poco più di due mesi dai 4600 punti fino a sfiorare i 4200 punti - una correzione di quasi il 10%. Settimana scorsa sono finalmente giunti dei segnali positivi. L'ipervenduto e l'eccesso di ribasso insieme a un sentiment pessimo (il Fear&Greed Index ha raggiunto martedì i 17 punti) ha provocato una stabilizzazione. Venerdì, malgrado dei dati sul mercato del lavoro migliori delle attese e un aumento del reddito del USTB decennale (+0.06% a 4.78%), c'è stato un inatteso reversal e un rally che ha permesso agli indici azionari americani di terminare la settimana con una performance positiva. A questo punto siamo confrontati con segnali tecnici contradditori. Secondo gli indicatori di base (17.7% delle azioni USA sopra la SMA a 50 giorni - Bullish Percent Index sul NYSE a 34.45) il trend di base é al ribasso. Però numerosi mercati mostrano che la tendenza dovrebbe essere vicina alla fine e un'inversione si sta profilando. Il prezzo del petrolio, che a fine settembre era tornato a 95 USD/barile (WTI) é ricaduto a 82.79 USD. L'argento venerdì ha avuto un rally del +3.55%. Il cambio EUR/USD ha toccato un minimo a 1.0448 ed é risalito venerdì a 1.0588. I Bonds USA tra mercoledì e venerdì hanno mostrato un tentativo di base con un doppio minimo - hanno chiuso le ultime tre sedute lontani dal minimo giornaliero. Tornando al mercato azionario riappare la forza relativa del settore tecnologico dove finalmente il Summation Index sul Nasdaq é tornato a salire. I NL non aumentano più - segno che la pressione di vendita sta sparendo.
Insomma - numerosi segnali suggeriscono che almeno a breve i mercati azionari e obbligazionari hanno toccato il fondo. Ancora non sappiamo se adesso avremo unicamente un breve rimbalzo tecnico o se invece sta iniziando il rialzo di fine anno. L'analisi tecnica non ci fornisce una risposta. Dobbiamo quindi affidarci al quadro macroeconomico per prendere le nostre decisioni d'investimento. È evidente che la crescita economica é in calo insieme all'inflazione - quindi presto o tardi i tassi d'interesse di mercato devono scendere. Secondo noi questo momento é vicino. Anche le Banche Centrali prevedono di fare una pausa nel rialzo dei tassi d'interesse di riferimento in attesa dello sviluppo della situazione. Appena il reddito delle obbligazioni comincerà a scendere la liquidità ricomincerà a scorrere in direzione dei mercati azionari e l'attuale pessimismo provocherà un possente short squeeze. Pensiamo che il movimento sarà dinamico e considerando la durata della correzione intermedia é possibile che non ci saranno più correzioni fino al raggiungimento di un nuovo massimo storico da parte dell'S&P500. Manteniamo il nostro obiettivo a 5000 punti anche se ormai sembra difficile che l'indice possa guadagnare 700 punti (+16%) in meno di tre mesi.

Sabato i palestinesi di Hamas hanno attaccato Israele. Le Stato ebraico ha dichiarato di essere in guerra con i terroristi di Hamas e sta scatenando una controffensiva. È difficile dire se questa tragedia avrà delle conseguenze negative sui mercati finanziari. Poiché le strutture petrolifere non vengono danneggiate, come é avvenuto in precedenti conflitti nel Medio Oriente, é probabile che le conseguenze economiche siano praticamente nulle (al di fuori di Israele). Ci potrebbero essere delle ripercussioni politiche e psicologiche - riteniamo però che l'effetto negativo sarà modesto sia in ampiezza che in durata. Poiché gli investitori potrebbero nell'incertezza comperare obbligazioni di Stato, la conseguenza per assurdo potrebbe proprio essere quell'effetto che aspettiamo da tempo - un calo dei tassi d'interesse di mercato. Il rialzo delle borse dovrebbe poi seguire - eventualmente con alcuni giorni o settimane di ritardo una volta che la situazione in Medio Oriente sarà chiara. Non crediamo che Hamas abbia sufficienti risorse per una guerra di lunga durata contro Israele - dovrebbe limitarsi ad attacchi terroristici con un notevole effetto psicologico. Purtroppo questo comporterà perdite di vite umane da entrambe le parti con un pesante bilancio per i civili. Un disastro che ci addolora profondamente.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.71% a 4144 punti
SX7E (banche)          -0.68% a 111.09 punti
DAX                         -1.02% a 15229 punti
SMI                          -1.15% a 10837 punti
FTSE MIB                  -1.53% a 27810 punti
S&P500                     +0.48% a 4308.50 punti
Nasdaq100                +1.75% a 14973 punti

La seduta di venerdì ha avuto un esito sorprendente. I dati sul mercato del lavoro pubblicati alle 14.30 era migliori del previsto. I mercati finanziari hanno reagito con un'impennata dei tassi d'Interesse e una caduta dell'S&P500 (future) fino a 4210 punti. Poi é arrivato l'inatteso recupero. L'S&P500 ha aperto alle 15.30 in calo a 4241 punti, ha ancora avuto una fase di debolezza con un minimo giornaliero a 4219 punti per poi involarsi e raggiungere i 4305 punti verso le 18.00. Dopo un consolidamento l'indice é salito fino a 4324 punti per infine scivolare sul finale a 4308.50 punti (+1.18%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5785 su 2516, NH/NL a 251 su 1135 e volume relativo a 1.05. La tecnologia (Nasdaq100 +1.70%) si é distinta. La volatilità VIX é scesa a 17.45 (-1.04), il CBOE Equity put call ratio, dopo giorni sui 0.80 con una puntata a 1.11 mercoledì, é tornato ad un "neutro" 0.68 e il Fear&Greed Index é risalito a 29 punti (+5). Il sentiment é in generale pessimo con molti investitori con troppe poche azioni rispetto ai profili d'investimento.
Una seduta del genere dovrebbe avere una continuazione al rialzo all'inizio di settimana prossima. C'é però l'incognita creata dal conflitto Israelopalestinese. Pensiamo di conseguenza che la prossima settimana potrebbe iniziare con un aumento dei prezzi del petrolio, un'impennata dell'USD e un calo delle borse di un paio di punti in percentuale. L'effetto negativo dovrebbe però essere modesto e di breve durata.

Breve aggiornamento del 29 settembre

Minimo a 4238 punti di S&P500 - vedremo tra pochi giorni se adesso c'é solo un rimbalzo o inizia una possente spinta di rialzo

Questo weekend sono nuovamente assente. Di conseguenza pubblico oggi, venerdì 29 settembre, un breve aggiornamento della situazione che questa settimana ha finalmente avuto uno sviluppo significativo. Mercoledì 27 settembre la borsa americana ha toccato un minimo a 4238 punti di S&P500 - questo minimo é sicuramente un solido minimo di corto termine al quale deve seguire un rimbalzo di almeno tre giorni. Il rimbalzo potrebbe durare al massimo 10 giorni e far risalire l'S&P500 sui 4400 punti. Questa variante é valida se il trend dominante é al ribasso o neutro. Conoscete però il nostro scenario di base - secondo noi la borsa americana é ancora in un bull market e adesso dovrebbe essere iniziata la spinta finale che deve portare l'S&P500 nei prossimi mesi a toccare un nuovo record storico sui 5000 punti.
Come possiamo sapere se quello appena iniziato é solo un rimbalzo o l'inizio di una sostanziale spinta di rialzo di medio termine? Nell'immediato dobbiamo osservare come si sviluppa il mercato nel suo complesso. Il rialzo della borsa deve essere accompagnato da un calo dei tassi d'interesse di mercato, da un indebolimento dell'USD e da un rally dei prezzi delle materie prime (con l'eccezione del comparto  energia), in particolare dei metalli preziosi.
Mercoledì scorso il mercato azionario era fortemente ipervenduto a corto termine e gli investitori erano vicini al panico (Fear&Greed Index a 24 punti, CBOE Equity put call ratio a 0.94). Appena questi eccessi saranno compensati dobbiamo vedere se il mercato si imballa o se invece il rialzo si rafforza con buona partecipazione. Il rialzo non dovrebbe essere limitato al comparto tecnologia ma coinvolgere lentamente tutto il listino - sotto questo aspetto é confortante il fatto che mercoledì (+0.98%) e giovedì (+0.87%) sia stato il Russell2000 l'indice con la migliore performance.
Insomma - bisogna per lo meno aspettare fino a metà di settimana prossima per sapere se avremo solo un rimbalzo tecnico da ipervenduto o se invece é partito l'atteso rialzo fino a fine anno. Noi evidentemente siamo positivi e restiamo convinti long su azioni e obbligazioni in USD di lungo termine. Al rialzo devono partecipare anche i mercati azionari europei - negli ultimi giorni i dati sull'inflazione nei Paesi europei sono crollati e quindi la situazione monetaria dovrebbe nuovamente giocare in favore di azioni e obbligazioni.

Breve aggiornamento del 26 settembre

Il pivot si allontana

Da settimane aspettiamo che i tassi d'interesse di mercato smettano di salire. Secondo gli indicatori tecnici, specialmente per quel che riguarda il sentiment, il momento dovrebbe essere vicino. Invece i trends partiti a metà luglio non sembrano voler finire - non appare quella inversione di tendenza che secondo la nostra analisi tecnica dovrebbe a breve far riprendere il rialzo delle borse.
I tassi d'interesse di mercato continuano a salire - il reddito dell'US TBond decennale ha raggiunto venerdì 22 settembre il 4.44% e ieri, lunedì 25, c'é stato un ulteriore balzo a 4.55% (+0.11%). La logica conseguenza é che l'USD si rafforza e le borse continuano a correggere. Non c'é un crollo ma un regolare scivolare verso il basso (S&P500 performance settimanale -2.92%, Eurostoxx50 -2.04%) che logora i nervi strapazzati degli investitori senza provocare panico (Fear&Greed Index a 38 punti).
Malgrado che gli oscillatori da quasi una settimana segnalano ipervenduto a corto e medio termine, gli indici azionari non reagiscono e questo ci preoccupa - sembra che c'é più debolezza e pressione di vendita di quanto avevamo stimato.
Purtroppo, malgrado l'evidente errore, non possiamo cambiare le nostre previsioni visto che i segnali provenienti dall'analisi tecnica non cambiano. Sembra unicamente che ci sia un'estensione dei trend oltre i limiti abituali cosa che purtroppo non é insolita. Spesso un trend va seguito fino a quando l'inversione non é evidente - tentare di anticipare un pivot é un'operazione difficile che non sempre riesce malgrado anni di esperienza.
La situazione economica é confusa. Il rialzo dei tassi d'interesse dovrebbe provocare un forte rallentamento della crescita economica - questo effetto é già evidente in Europa. La diminuzione della domanda voluta dalle Banche Centrali dovrebbe far diminuire la pressione inflazionistica e in seguito i tassi d'interesse di mercato. Invece sembra che al momento prevalga la retorica delle Banche Centrali che insistono nell'alzare il costo del denaro e prospettano ulteriori interventi nei prossimi mesi. Infine non aiuta il prezzo del petrolio che oscilla sui 90 USD al barile (WTI). Considerando che da mesi ormai i prezzi dell'energia sono su un alto livello, é possibile che malgrado un rallentamento della congiuntura i dati sull'inflazione (anche core) restino elevati.
Insomma - bisogna aspettare che gli investitori trovino la soluzione (o pensino di averla trovata) al dilemma economico e monetario. Secondo noi le Banche Centrali stanno sbagliando e stanno alzando eccessivamente il costo del denaro. La frenata dovrebbe essere brusca e provocare l'attesa inversione di tendenza su tassi d'interesse e USD. La prima reazione delle borse dovrebbe essere positiva - per 3-6 mesi gli indici azionari dovrebbero salire poiché gli investitori si aspetteranno che come al solito l'allentamento monetario scateni un'altra spinta di rialzo a medio termine. Il risultato finale potrebbe essere un crollo deflazionistico ma prima dovremmo raggiungere nuovi massimi storici sui maggiori indici azionari.
Il nostro obiettivo di riferimento resta a 5000 punti di S&P500 per la fine dell'anno.

Commento del 23-24 settembre

A causa di un'assenza prolungata questo fine settimana non posso pubblicare il commento.
Scriverò un breve aggiornamento al mio ritorno - martedì 26 settembre in mattinata.



Commento del 16-17 settembre

Redditi USA e USD su un massimo - adesso devono calare i tassi d'interesse e l'USD e decollare gli indici azionari

Riassunto: Stiamo aspettando una ripresa del rialzo delle borse europee ed americana. Secondo il nostro scenario macroeconomico la crescita economica deve rallentare e l'inflazione deve diminuire - questo deve avere come conseguenza un calo dei tassi d'interesse di mercato e di riflesso un afflusso di liquidità sui mercati azionari. Secondo i cicli e le nostre previsioni dovevamo ancora avere una settimana relativamente debole e gli indici azionari dovevano raggiungere un minimo di medio termine in concomitanza con la scadenza dei derivati di settembre di venerdì 15. In effetti negli Stati Uniti abbiamo ancora avuto una settimana senza una chiara tendenza e con una serie di sedute volatili, negative e positive. La performance settimanale a New York é di poco negativa a causa della pessima seduta di venerdì (S&P500 -1.22% a 4450.32 punti, Nasdaq100 -1.75% a 15202 punti). In Europa invece é andata decisamente meglio - forse a causa della debolezza dell'EUR e del fatto che le borse europee non hanno ancora scontato il calo della borsa americana nella seconda parte della seduta. Osserviamo con estremo interesse lo sviluppo dei tassi d'interesse di mercato e dei cambi. Questa settimana il reddito dell'US Tresury Bond decennale é ancora lievitato a 4.33% (+0.04%) e questo ovviamente ha pesato sulle borse. L'USD é invece rimasto stabile (USD Index a 104.99) - in effetti il calo del cambio EUR/USD a 1.0650 é stata una conseguenza della debolezza dell'EUR e non di una rivalutazione dell'USD. A corto termine gli US Bonds sono su un minimo e l'USD é su un massimo - lo deduciamo dal fatto che da alcuni giorni i DSI (Daily Sentiment Index) su tassi d'interesse e USD si aggirano sui 90 punti. Il valore estremo di questo indicatore di sentiment di corto termine ci assicura che adesso avremmo un movimento nella direzione opposta - non sappiamo se ci sarà solo una breve correzione o un'inversione di tendenza come speriamo noi. In questo senso la prossima settimana é decisiva. Nei prossimi giorni dovrebbe delinearsi un'accelerazione al rialzo degl indici azionari, specialmente negli Stati Uniti, e l'S&P500 dovrebbe dirigersi in maniera dinamica verso il nostro obiettivo a 5000 punti. Se invece la noiosa oscillazione in laterale che osserviamo da alcuni mesi dovesse continuare é probabile che fino a fine anno non ci saranno più cambiamenti di rilievo.
Spesso, quando i mercati finanziari sono vicini a degli importanti punti tornanti, osserviamo un periodo di indecisione con forte volatilità e una serie senza logica di sedute negative e positive. Questo é quanto abbiamo osservato settimana scorsa su vari mercati. L'S&P500 é balzato giovedì del +0.84% per poi cadere venerdì del -1.22%. Il cambio EUR/USD é precipitato giovedì fino a 1.0631 ma non c'é stata la temuta continuazione al ribasso ma piuttosto un rimbalzo fino a 1.0690. L'argento ha avuto una settimana sulle montagne russe con movimenti giornalieri nelle due direzioni fino al 2%. Insomma - secondo gli indicatori e sulla base del comportamento dei mercati sembra che un movimento importante sia imminente. Sommando vari fattori noi arriviamo alla conclusione che a breve debba esserci una consistente spinta di rialzo sui mercati azionari accompagnata da un calo dei tassi d'interesse di mercato, un indebolimento dell'USD e un rialzo dei prezzi dei metalli preziosi. L'alternativa, se ci sbagliamo, é lo stutus quo con mercati fermi e che oscillano sui valori attuali ancora per parecchie settimane. O ci muoviamo adesso o ci annoieremo fino a fine anno.    

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.39% a 4295 punti
SX7E (banche)          +3.34% a 110.81 punti
DAX                         +0.94% a 15893 punti
SMI                          +2.28% a 11197 punti
FTSE MIB                  +2.35% a 28895 punti
S&P500                     -0.16% a 4450.32 punti
Nasdaq100                -0.51% a 15202 punti

A New York abbiamo avuto una settimana volatile con parecchi cambiamenti di direzione. Le performance giornaliere dell'S&P500 (+0.67%, -0.57%, +0.12%, +0.84%, -1.22%) sottolineano questa fase di incertezza. I Summation Index sono instabili - sono saliti giovedì e ricaduti venerdì mostrando che basta poco per fare tendenza. Gli indicatori di partecipazione, momentum e sentiment (Fear&Greed Index a 52 punti) sono misti e in gran parte neutri con la conseguenza che gli analisti tecnici hanno buoni argomenti sia per un rialzo che per un ribasso. Noi non diamo molto peso all'esito delle sedute in concomitanza con una grande scadenza trimestrale dei derivati visto che molte operazioni sono legate ad aspetti tecnici e non a delle vere e proprie decisioni d'investimento. Gli alti volumi di venerdì (volume relativo a 1.9) mostrano in maniera esemplare questo effetto. Le prime sedute di settimana prossima dovrebbero darci delle chiare indicazioni per fare delle buone previsioni su quanto ci aspetta in autunno.
Osserviamo con interesse la buona performance settimanale del settore delle utilities in America (+2.89%) e delle banche in Europa (SX7E +3.34%) - spesso questi settori si muovono prima in aspettativa di una calo dei tassi d'interesse - vediamo...
Osservato speciale é il prezzo del petrolio (WTI a 90.02 USD/barile). Questo sta influenzando in maniera significativa i dati sull'inflazione e sulle vendite al dettaglio in America. Se come pensiamo l'economia sta frenando il prezzo dovrebbe ora ridiscendere in direzione dei 60 USD malgrado i disperati tentativi dell'Arabia Saudita di far salire ulteriormente il prezzo.

Commento del 9-10 settembre

Una settimana deludente - con tassi d'interesse in aumento e dollaro forte le borse scivolano verso il basso

Riassunto: Una settimana fà eravamo convinti che le borse stavano riprendendo il rialzo e che l'S&P500 si apprestava ad accelerare verso il nostro obiettivo a 5000 punti. Non ci aspettavamo più nessuna correzione di rilievo - in pratica pensavamo che il rialzo sarebbe ripreso in maniera dinamica. Sapevamo però che questo scenario positivo dipendeva da due fattori tra loro correlati: un calo dei tassi d'interesse di mercato e un indebolimento dell'USD. Siamo rimasti delusi - nelle ultime 4 (USA) / 5 sedute gli indici azionari hanno perso terreno, il reddito dell'USTBond decennale é marginalmente salito a 4.26% e il cambio EUR/USD é scivolato a 1.07. Insomma - uno sviluppo opposto rispetto a quanto avremmo desiderato noi. Osserviamo che in questa settimana le perdite degli indici sono inferiori ai guadagni della settimana precedente. Si potrebbe cercare delle scuse e osservare che solo Apple, il titolo guida dei mercati azionari mondiali, ha perso il -6% facendo pressione sia sull'S&P500 che sul Nasdaq. Questo però non basta a spiegare la debolezza delle borse che preferiscono ancora consolidare piuttosto che salire in maniera sostenibile. Il grafico degli indici azionari europei da aprile é paragonabile ad un encefalogramma piatto mentre S&P500 e colleghi stanno oscillando in laterale da metà giugno. Non sappiamo con precisione quando questa noiosa lateralità potrà finire. In teoria secondo gli oscillatori di medio termine un minimo significativo dovrebbe essere raggiunto alla fine di settimana prossima in concomitanza con la scadenza dei derivati di settembre. Questo non significa che settimana prossima le borse debbano necessariamente scendere ma piuttosto che fino a metà settembre i cicli sono ancora ostili con una labile pressione di vendita sui mercati.
Ribadiamo però il nostro concetto di base - la ripresa del rialzo delle borse mondiali e in particolare di quella americana é solo una questione di tempo - l'inflazione é tendenzialmente in calo e l'economia sta nettamente rallentando (in Europa potremmo già essere in recessione). Questo avrà come conseguenza che, nelle prossime settimane o al massimo mesi, i tassi d'interesse di mercato dovrebbero scendere convogliando nuovamente la liquidità sui mercati borsistici. C'é troppo pessimismo e troppi investitori sono sottoinvestiti. Molti sono ancora convinti che una recessione economica debba provocare una caduta delle borse - invece prevarrà l'effetto della diminuzione del costo del denaro - quando l'S&P500 supererà i 4600 punti tutti sarannno obbligati a salire sul treno in corsa - a questo punto i 5000 punti potrebbe essere raggiunti in due o tre settimane.
Restiamo fiduciosi e investiti in azioni - cominciamo ad essere impazienti ma d'altra parte non abbiamo motivi per preoccuparci visto che non appaiono sintomi tecnici che possano farci prevedre una forte correzione o addirittura un crollo dei mercati azionari. L'attuale noiosa ed apparentemente interminabile oscillazione in laterale deve risolversi al rialzo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.04% a 4237 punti
SX7E (banche)          -3.36% a 107.23 punti
DAX                         -0.63% a 15740 punti
SMI                          -1.14% a 10948 punti
FTSE MIB                  -1.46% a 28233 punti
S&P500                     -1.29% a 4457.49 punti
Nasdaq100                -1.35% a 15280 punti

Lunedì la borsa americana era chiusa in occasione della Festa del Lavoro. Da martedi a giovedì ci sono stat tre sedute moderatamente negative (S&P500 -0.42%, -0.70% e -0.32%). Venerdì c'é stato un leggero rimbalzo (S&P500 +0.14% a 4457.49). Il minimo di metà agosto a 4335 punti resta lontano ma ovviamente la borsa mostra una certa debolezza e non la tonicità che ci aspettavamo noi. In particolare ci ha deluso il Russell2000 (performance settimanale -3.61%) che ha perso quanto ha guadagnato la settimana precedente provocando un netto peggioramente dei rapporti A/D a NH/NL cumulati. D'altra parte gli oscillatori di medio termine si stanno scaricando senza fare danni e quindi dobbiamo accontentarci e prepararci ad aspettare al massimo ancora una settimana prima della ripresa dinamica e sostenibile del rialzo. Prevediamo che l'impulso positivo arriverà dai bonds che sembrano finalmente alla fine del ciclo negativo - concretamente sembra che i tassi d'interesse di mercato sull'USD debbano già cominciare a scendere settimana prossima. Forse la svolta si concretizzerà tra mercoledì e giovedì quando saranno pubblicati i dati sull'inflazione USA (indice dei prezzi ai consumi) e la BCE comunicherà le sue decisioni di politica monetaria.

Commento del 2-3 settembre

La borsa americana riparte al rialzo e punta ai 4800 punti di S&P500 - l'Europa segue a fatica

Riassunto: Una settimana fà abbiamo affermato che la correzione di luglio-agosto era terminata sul minimo a 4335 punti di S&P500 del 18 agosto. Per una settimana l'S&P500 aveva consolidato e accumulato sopra i 4350 punti e noi pensavamo che questo periodo di assestamento dovesse proseguire ancora una decina di giorni prima che gli indici azionari potesse ripartire al rialzo. Invece già da lunedì 28 agosto i compratori hanno preso il controllo delle operazioni e c'é stata una serie quasi ininterrotta di sedute positive. Gli indici chiudono la settimana con una solida performance positiva - l'S&P500 sale da 4405 punti a 4515.77 punti (+0.18%, performance settimanale del +2.50%). In America i guadagni sono stati più consistenti che in Europa poiché gli investitori ritengono che la situazione economica e monetaria negli Stati Uniti sia migliore che in Europa dove si prospetta già per questo trimestre una recessione. Pensiamo che abbiano ragione - ci aspettiamo che nelle prossime settimane le borse europee, pur salendo, accumuleranno ulteriore ritardo sull'America.
Malgrado che questo movimento vada nella direzione da noi auspicata, siamo stati sorpresi dal timing. Gli indici sono ripartiti al rialzo senza che ci siano state notizie particolarmente positive o cambiamenti sensibili sul fronte dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale stabile a 4.18% (+0.09%)) o dei cambi. I dati economici suggeriscono però che la crescita economica é in calo, il mercato del lavoro mostra delle crepe e l'inflazione é in scacco - probabilmente basta questo a convincere gli investitori che il ciclo di politica monetaria restrittiva da parte delle Banche Centrali é praticamente finito e ci sono buone ragioni, specialmente di liquidità, per tornare ad investire in azioni. Pensiamo che nelle prossime settimane molti investitori istituzionali, che sono sottoinvestiti, saranno obbligati a rincorrere il rialzo provocando un'accelerazione. Siamo convinti che ancora quest'anno il nostro obiettivo finale minimo del bull market a 5000 punti di S&P500 (nuovo massimo storico!) verrà raggiunto. È molto probabile che dopo questa correzione di metà luglio - metà agosto non si siano più correzioni intermedie di rilievo.
La borsa americana sta sovraperformando quelle europee. Non é una sorpresa visto che già ad inizio anno abbiamo previsto questo fenomeno. Questa differenza doveva però essere legata ad un indebolimento dell'USD che finora non c'é stato. Il cambio EUR/USD (1.0775) é praticamente sullo stesso livello di inizio anno. Pensiamo però che il rafforzamento dell'USD iniziato a metà luglio sia vicino alla fine. Lo "scollamento" che si é verificato in questa settimana dovrebbe essere temporaneo. Semplicemente il rialzo delle borse é partito prima del ribasso dell'USD. Pensiamo quindi che a breve l'USD Index (104.25) dovrebbe ritornare sui 100 punti per poi cadere in autunno verso il nostro obiettivo sui 90 punti. Il calo dell'USD dovrebbe corrispondere ad un aumento dei prezzi delle materie prime (con l'eccezzione del petrolio) e in particolare dei metalli preziosi.
Settimana scorsa abbiamo osservato un fenomeno molto costruttivo che ci rende particolarmente ottimisti. Da inizio anno molti analisti si lamentavano del fatto che solo una manciata di titoli "pesanti" del settore tecnologico facevano lievitare gli indici azionari. Non avevano tutti i torti - la scarsa partecipazione rende il rialzo fragile e a rischio di fallimento. La partecipazione é però decisamente migliorata - da mercoledì i Summation Index hanno ricominciato a salire. In questa settimana un contributo sostanziale al rialzo é arrivato dalle piccole e medie imprese raccolte nel Russell2000 (+1.11% a 1920 punti, performance settimanale a +3.63%). Siamo quindi fiduciosi e crediamo che il rialzo é destinato a continuare - non appare nessun segno di surriscaldamento. Gli indicatori di partecipazione, momentum e sentiment migliorano ma sono solo a metà strada e viaggiano ancora in territorio neutro. Chi é short deve assolutamente coprire al più presto e chi aspetta un'altra correzione per comperare potrà solo approfittare di brevi e modesti ritracciamenti come quello di venerdì del Nasdaq100 (-0.07%) arrivato dopo una serie di 5 sedute positive.
Siamo long azioni e USTBond ventennali in USD e assicuriamo l'USD su EUR e CHF. Lunedì abbiamo ancora comperato Russell 2000 e obbligazioni superando le quote normali fissate nei profili d'investimento. Ci aspettiamo ancora da tre a sei mesi di mercati finanziari molto favorevoli agli investimenti in azioni, obbligazioni e metalli preziosi.
 
Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.08% a 4282 punti
SX7E (banche)          +0.90% a 110.96 punti
DAX                         +1.33% a 15840 punti
SMI                          +1.08% a 11075 punti
FTSE MIB                  +1.57% a 28650 punti
S&P500                     +2.50% a 4515.77 punti
Nasdaq100                +3.67% a 15490 punti

Venerdì poteva esserci una caduta dopo il rally di lunedì - mercoledì (S&P500 +0.63%, +1.45% e +0.38%) e la frenata di giovedì (-0.16%). Invece le prese di beneficio si sono concentrate sul Nasdaq100 (-0.07% / Tesla -5.06%, Nvidia -1.71%) senza contagiare il resto del mercato. Al contrario uno spumeggiante Russel2000 (+1.11%) ha contribuito ad un'altra seduta nel complesso positiva (A/D a 5325 su 2914, NH/NL a 565 su 355, volume relativo a 0.85). L'S&P500 ha nuovamente aperto in guadagno a 4538 punti ed é salito fino a 4541 punti. Delle vendite dopo i dati economici USA delle 16.00 hanno fatto ridiscendere l'indice fino ai 4501 punti e obbligato le borse europee a chiudere in perdita (Eurostoxx50 -0.34%). La borsa americana ha però in seguito recuperato - l'S&P500 é oscillato per ore sui 4505 punti ed é salito in chiusura a 4515.77 punti (+0.18%). Notiamo il crollo della volatilità VIX a 13.09 punti (-0.48) che una settimana fà era ancora a 15.68 punti. Il CBOE Equity put/call ratio era relativamente basso a 0.65 mentre il Fear&Greed Index é a 56 punti (+3). Molti analisti non riescono a spiegare le ragioni di questo rally settimanale avvenuto sulla base di dati economici che mostrano un forte rallentamento della congiuntura. Molti ritengono che il rialzo non é sostenuto dai fondamentali e sono convinti che a breve le borse debbano cadere. Si sbagliano - gli investitori stanno già giocando il prossimo ciclo economico e sperano in un calo del costo del denaro. In ogni caso non vedono più ragioni per tenere i soldi in conto corrente e quindi comprano azioni o Bonds. Lo scetticismo alimenterà nel futuro il rialzo.
Non sappiamo cosa potrebbe succederà settimana prossima. Lunedì le borse di America e Canada resteranno chiuse in occasione della Festa del Lavoro. Venerdì la seduta a New York é stata nel complesso buona malgrado la forza dell'USD e la debolezza dei Bonds. In teoria era una giornata in cui normalmente si dovevano vendere azioni. Il fatto che questo non sia successo ci dice che i compratori prevalgono e sono decisi ed agguerriti. Per questa ragione la variante più probabile é che settimana prossima si riparte al galoppo al rialzo.

Commento del 26-27 agosto

Le borse stanno consolidando e si preparano a ripartire al rialzo

Riassunto: A metà luglio é iniziata una correzione di medio termine delle borse. Questa correzione é più lunga e profonda di quanto inizialmente previsto. All'inizio avevamo fissato un'obiettivo sull'S&P500 a 4450 punti. Una settimana fà l'S&P500 era però caduto fino a 4335 punti. Abbiamo quindi dovuto rivedere il nostro scenario riguardante questa fase. Con questo minimo a 4335 punti la correzione sembrava finita in termine di punti - gli indici non sembravano però ancora pronti a ripartire al rialzo. Di conseguenza pensavamo che ci dovessere essere una fase intermedia di consolidamento. In seguito, grazie ad un calo dei tassi d'interesse di mercato e all'indebolimento dell'USD, il rialzo delle borse doveva riprendere. In linea di massima ci aspettavamo un consolidamento dell'S&P500 sui 4350 punti. Nella settimana appena trascorsa questo scenario é stato rispettato. C'é stato un susseguirsi di sedute volatili, positive e negative, e per saldo gli indici azionari, in Europa e negli Stati Uniti, hanno guadagnato terreno. Lunedì e venerdì l'S&P500 (+0.67% a 4405.71 punti) ha toccato un minimo giornaliero rispettivamente a 4360 e 4356 punti - vicino quindi al nostro livello di riferimento a 4350 punti. Il problema dal nostro punto di vista é però che finora sul fronte dei tassi d'interesse e e dei cambi non succede nulla di significativo - il reddito dell'US Treasury Bond decennale resta ampiamente sopra il 4% (4.25%, +0.02%) e il dollaro americano non mostra segni di cedimento (USD Index a 104.15). Tecnicamente la situazione dei mercati azionari é praticamente invariata. L'ipervenduto e l'eccesso di ribasso di corto termine sono stati assorbiti. La pressione di vendita é evaporata. Gli oscillatori di medio termine e i Summation Index sono però ancora in calo e questo suggerisce che la correzione di medio termine ha bisogno ancora del tempo prima di essere completa. Questo non significa che ci deve ancora essere una spinta di ribasso ma piuttosto che il consolidamento potrebbe durare ancora una decina di giorni.
La riunione dei banchieri centrali a Jackson Hole non ha sbloccato la situazione. Jerome Powell ritiene che l'inflazione non é ancora sconfitta e non esclude nel futuro ulteriori aumenti dei tassi d'interesse di riferimento. Il suo discorso di venerdì non ha impressionato gli investitori. Dopo un calo iniziale gli indici azionari hanno recuperato e chiuso con un modesto guadagno. A noi preoccupano soprattutto i numerosi dati economici in Europa e in America che mostrano un forte rallentamento della crescita economica. Secondo noi c'é un rischio concreto di recessione e in questo caso é probabile che l'inflazione sparisca velocemente lasciando nuovamente spazio a pressioni deflazionistiche. Questo scenario fatica a concretizzarsi ma siamo convinti che nei prossimi mesi i tassi d'interesse di mercato debbano scendere rilanciando il rialzo delle borse specialmente nei settori di crescita e quelli sensibili al costo del denaro.
Tecnicamente sembra che il mercato dei Bonds e l'USD siano su un significativo punto tornante. Un calo dei redditi sull'USD dovrebbe provocare un indebolimento della moneta USA e rilanciare il rally delle borse. È solo una questione di tempo.
Una settimana fà vi avevamo segnalato il costruttivo sviluppo dei grafici dei metalli preziosi - specialmente platino e argento. In effetti nelle ultime 5 sedute c'é stato un rally di circa il +6% sull'argento. Anche l'oro lentamente si sta ora muovendo al rialzo. Ora ci aspettiamo che una simile inversione di tendenza si concretizzi sui Bond e sull'USD. Settimana scorsa i Bonds USA hanno già reagito con un evidente tentativo di formazione di base mentre l'USD Index (104.15) sembra venerdì avere esaurito la spinta intermedia di rialzo partita a metà luglio sui 99.50. Settimana prossima teniamo d'occhio questi due mercati per cercare di capire con precisione quando deve ripartire il rialzo dei mercati azionari.
Malgrado che la congiuntura in Europa sembra decisamente più debole che in America le borse europee seguono semplicemente quanto succede a Wall Street. Anche nei prossimi mesi questa correlazione dovrebbe continuare a funzionare.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.52% a 4236 punti
SX7E (banche)          +0.32% a 109.97 punti
DAX                         +0.37% a 15631 punti
SMI                          +1.09% a 10956 punti
FTSE MIB                  +1.61% a 28208 punti
S&P500                     +0.82% a 4405.71 punti
Nasdaq100                +1.68% a 14941 punti

La riunione dei banchieri centrali a Jackson Hole di giovedì e venerdì non ha avuto conseguenze per i mercati finanziari. Venerdì l'S&P500 ha aperto in positivo a 4400 punti, é salito fino a 4412 punti per poi cadere verso le 17.00 sul minimo a 4356 punti. Da qui le borse si sono risollevate e l'S&P500 é risalito a balzi irregolari fino alle 21.00. Dal massimo a 4418 punti l'S&P500 é sceso in chiusura a 4405.71 punti (+0.67%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5086 su 3089, NH/NL a 129 su 972 e volume relativo a 0.85. La volatilità VIX é crollata a 15.68 punti (-1.52), il CBOE Equity put/cal ratio era piuttosto alto a 0.97 mentre il Fear&Gredd Index é neutro a 48 punti (+5). Nel complesso gli indicatori di sentiment sono misti e non ci aiutano a prevedere i prossimi movimenti del mercato.
La situazione tecnica é fluida - ci sono buoni argomenti sia per i rialzisti che per i ribassisti. Noi notiamo che le borse reagiscono relativamente bene ad una serie di notizie potenzialmente negative. Restiamo quindi decisamente costruttivi. Appena i tassi d'interesse di mercato cominceranno a scendere il periodo di consolidamento e accumulazione dovrebbe terminare. Osserviamo da vicino i dati sull'inflazione sia per quel che riguarda i consumi sia sul fronte dei prezzi alla produzione. Pensiamo che un dato decisamente meglio delle previsioni degli analisti dovrebbe sbloccare la situazione e provocare un rally dei mercati che sarà l'inizio di una sostanziale spinta di rialzo. Considerando i numerosi dati economici pubblicati nelle scorse settimane che mostrano una netta frenata dell'economia europea ed americana pensiamo che questo evento non dovrebbe tardare - restiamo convinti long sui mercati azionari e short sui mercati obbligazionari americani.

Breve commento del 19-20 agosto

Errore: la correzione non é finita. Prevediamo però a breve un'inversione di tendenza di USD, tassi d'interesse e borse. 

Riassunto: A metà luglio avevamo previsto l'inizio di una correzione a medio termine con obiettivo a 4450 di S&P500. Una settimana fà, quando l'S&P500 era sceso fino ai 4443 punti, avevamo pensato che la correzione potesse essere finita. Gli indici americani erano a corto termine ipervenduti e sembravano per lo meno pronti per un rally. Gli oscillatori di medio termine non erano però ancora in basso e gli indicatori di sentiment non mostravano pessimismo. Di conseguenza non sapevamo se la correzione di medio termine era finita ma credevamo che l'imminente rally potesse darci una risposta convincente. Ci siamo sbagliati. Il fiacco rimbalzo di lunedì (S&P500 +0.58%) non ha avuto una continuazione - da martedì (S&P500 -1.16%) sono riprese le vendite che sono continuate mercoledì (-0.76%) e giovedì (-0.77%). Venerdì l'S&P500 ha toccato un nuovo minimo per questa correzione a 4335 punti per poi recuperare e chiudere praticamente in pari (-0.01% a 4369.71 punti). Il fatto che la borsa americana non sia riuscita a sviluppare un rally convincente é un segnale di debolezza. A livello di indicatori la situazione non é cambiata di molto. A corto termine gli indici sono ipervenduti e in eccesso di ribasso - a medio termine invece c'é ancora spazio verso il basso. Per quel che riguarda il sentiment c'é stato un netto peggioramento (Fear&Greed Index a 45 punti, CBOE Equity put/call ratio a 0.76 con due sedute con valori intorno a 1, VIX a 17.30 punti) ma non si può ancora parlare di forte pessimismo né di panico. La pressione di vendita é aumentata come si vede dall'incremento dei NL (venerdì a 1823) mentre i Summation Index continuano a scendere. Anche i nostri indicatori di base riguardanti il trend sono ormai misti (29.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 51.28).
Quello che ci fà restare decisamente positivi é la situazione sul fronte dei tassi d'interesse e delle divise. Il reddito dell'US Treasury Bonds decennale é salito fino a 4.30% e venerdì ha chiuso a 4.26%. Questo mercato sembra toppish e secondo i nostri indicatori un'inversione di tendenza sembra imminente. Lo stesso vale per l'USD. L'USD Index é salito venerdì fino a 103.57 e si é fermato a 103.32. I DSI di Bonds e USD mostrano che il rialzo dei tassi d'interesse e dell'USD dovrebbe a breve essere finito. Come sapete esiste una chiara correlazione tra Bonds, USD e borsa americana - una distensione sul fronte dei tassi d'interesse e un calo dell'USD dovrebbe permettere una ripresa del rialzo della borsa americana e di riflesso di quelle europee. La domanda é unicamente quando e da quali livelli. Non abbiamo una risposta precisa ma sembra che la correzione in termine di punti é vicina alla fine. Difficile dire se ci deve essere ancora un tuffo con panico o se si può ripartire dai 4350 punti di S&P500 dopo un breve consolidamento. Forse gli impulsi necessari per riprendere il rialzo arriveranno durante il meeting dei governatori delle Banche Centrali mondiali che si terra tra giovedì 24 e sabato 26 agosto a Jackson Hole.
Finora il calo delle borse iniziato a metà luglio ha ancora le caratteristiche di una correzione di medio termine all'interno di un rialzo. Non condividiamo l'isteria di molti investitori ed analisti che parlano già di bear market dopo una discesa di un 5-7% dai massimi. Le performances da inizio anno sono ancora ampiamente positive (S&P500 +13.81%, Eurostoxx50 +11.07%). Chiaramente esistono dei problemi come la crisi immobiliare in Cina o l'inflazione che cala solo lentamente. Le scetticismo riguardante questo bull market é ancora diffuso e sarà la molla per far scattare le borse nuovamente al rialzo nelle prossime settimane.
Restiamo pienamente investiti sui mercati azionari, long USTBonds e short USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.48% a 4213 punti
SX7E (banche)          -1.75% a 109.61 punti
DAX                         -1.63% a 15574 punti
SMI                          -2.19% a 10839 punti
FTSE MIB                  -1.81% a 27762 punti
S&P500                     -2.11% a 4369.71 punti
Nasdaq100                -2.22% a 14694 punti

La seduta di venerdì é stata sorprendente e secondo noi costruttiva. Molti si aspettavano un'accelerazione al ribasso al termine di una settimana dominata dalle vendite. Invece a Wall Street, dopo una quarantina di minuti, il mercato si é stabilizzato e ha recuperato grazie al sostegno proveniente dal Russell2000 (+0.51% a 1859 punti). L'S&P500 ha aperto a 4344 punti, é caduto su un minimo a 4335 punti e poi ha recuperato fino a metà seduta a 4371 punti. Dopo un'oscillazione in laterale sui 4360 punti c'é stata un'impennata fino ai 4381 punti. Delle vendite sul finale hanno fissato la chiusura a 4369.71 punti (-0.01%). La seduta al NYSE é stata nel complesso positiva con A/D a 4623 su 3607, NH/NL a 128 su 1824 e volume relativo a 0.95. Questa seduta si presta a due interpretazioni opposte a seconda dell'impostazione degli investitori. C'é chi dice che é stata una debole reazione ad una evidente situazione di eccesso di ribasso - paragona la seduta a quella di lunedì e si aspetta all'inizio di settimana prossima una ripresa delle vendite. C'é invece chi nota un esaurimento delle vendite e prevede per settimana prossima una ripresa del rialzo dopo un breve consolidamento. Noi propendiamo per la seconda variante ma teniamo d'occhio gli sviluppi sul fronte dei cambi e dei tassi d'interesse per ottenere una conferma.
Notiamo il comportamento molto costruttivo dei metalli preziosi. Il calo di argento e platino dai massimi di luglio sembra finito e settimana scorsa é apparso un evidente tentativo di inversione di tendenza. Questi due metalli hanno terminato la settimana in territorio positivo e ci aspettiamo che l'oro segua l'esempio.

Commento del 12-13 agosto

Ma é finita questa correzione? Probabilmente si. Il rally di settimana prossima ci darà la conferma.

Riassunto: A metà luglio, con l'S&P500 sui 4500 punti, avevamo previsto una correzione di medio termine con obiettivo teorico a 4450 punti. L'S&P500 é ancora salito fino ad un massimo annuale a 4607 punti prima di effettivamente cominciare a correggere. Questo ha cambiato la tempistica della correzione ma nella sostanza non é cambiato nulla. Le borse tra la fine di luglio la prima metà di agosto sono scese. Come era logico aspettarsi e come avevamo previsto, la tecnologia é il settore che ha corretto maggiormente. Nella settimana appena trascorsa le borse sono scivolate verso il basso senza cadute violente e senza molta pressione di vendita. Basta vedere quali sono stati i minimi giornalieri dell'S&P500 per rendersi conto di come le vendita prevalgano senza però provocare forti cedimenti. L'S&P500 ha toccato un minimo martedì a 4464 punti, mercoledì a 4461 punti, giovedì a 4458 punti e infine venerdi ha raggiunto quello che finora é il minimo di questa correzione a 4443.98 punti. L'indice ha terminato la settimana a 4464.05 punti (-0.11%) con una perdita settimanale di soli 14 punti o il -0.31%. Ora a corto termine si presenta una evidente situazione di ipervenduto e di eccesso di ribasso - gli investitori non sono più molto ottimisti ma non é ancora apparso pessimismo o addirittura panico. Gli oscillatori ci mostrano però che martedì 15 agosto la borsa americana dovrebbe toccare un minimo di periodo e deve poi seguire un consistente rally che sarà trascinato dal Nasdaq (visto che questo é l'indice maggiormente in ipervenduto). Gli oscillatori non sono perfetti - é possibili che il rally parta già lunedì o solo mercoledì. Se lunedì c'é ancora una seduta negativa avremo un'ottima occasione per un trade long comperando sui 4440-4450 punti di S&P500. Notiamo che il nostro obiettivo teorico per questa correzione a 4450 punti é stato raggiunto e i gaps sul grafico sono stati chiusi.
Non siamo però sicuri che il rialzo debba riprendere in maniera sostenibile e dinamica e portarci, come suggerito in un precedente commento, sui 4650-4700 punti di S&P500 per fine mese. La discesa della borsa americana é stata lenta e ordinata mentre a livello di sentiment i segnali sono misti. La VIX a 14.84 punti (-1.01) mostrano ancora un certo ottimismo mentre l'alto CBOE Equity put/call ratio mostra il pessimismo dei traders e garantisce unicamente il rally di settimana prossima. Non abbiamo a livello di indicatori la conferma che la correzione di medio termine é finita. I Summation Index sono in calo - non sembrano però voler "girare" e potrebbero scendere più in basso. Solo se il rally di settimana prossima sarà convincente a livello di dinamica e partecipazione (ci vuole un ritorno in due o tre sedute sopra i 4520 punti) potremmo credere che il rialzo ha ripreso il sopravvento. Per ora questa é ancora la tendenza di fondo dominante secondo gli indicatori di base (49.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 59.60 punti). 
Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é a 4.16% - il cambio EUR/USD é fermo a 1.0945 mentre l'USD Index (102.73) é ancora sopra i 100 punti. Vedete che sul fronte dei tassi d'interesse e su quello dei cambi non ci sono stati quei cambiamenti che noi ci aspettiamo come premessa per la ripresa del rialzo delle borse. Bisogna tenere d'occhio tutti i mercati per scorgere i segnali premonitori - le borse saliranno insieme ad un calo dei tassi d'interesse di mercato e un'indebolimento dell'USD. Non sappiamo quale mercato fornirà i primi segnali costruttivi. Ci sono evidenti supporti psicologici a 4% di reddito dell'USTB decennale e a 100 sull'USD Index.
Le borse europee da mesi non combinano nulla ad immagine del DAX tedesco che ad inizio maggio era sui 16000 punti e ha chiuso venerdì a 15832 punti (-1.03%). Ci sono talvolta degli scossoni come quello causata in Italia dal governo Meloni con la decisione di volere tassare gli extraprofitti delle banche. A parte questi incidenti di percorso ci aspettiamo che le borse europee seguano nel futuro  l'esempio dell'America nel bene e nel male.
L'inflazione é in calo e la tendenza é solida ed evidente - non lasciatevi influenzare da singoli dati mensili che sembrano confutare questa tendenza. Nel futuro il rischio é quello di una crisi deflazionistica e non un lungo periodo di inflazione.
Riassumendo la politica d'investimento resta invariata - siamo investiti in azioni, obbligazioni americane di lungo termine e assicuriamo l'USD contro EUR e CHF. Non crediamo che ci possa essere un ribasso (o peggio ancora un crash) delle borse provocato da una recessione economica - almeno non nei prossimi 3-6 mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.34% a 4321 punti
SX7E (banche)          -0.90% a 111.59 punti
DAX                         -0.75% a 15832 punti
SMI                          -0.15% a 11081 punti
FTSE MIB                  -1.09% a 28274 punti
S&P500                     -0.31% a 4464.05 punti
Nasdaq100                -1.61% a 15028 punti

La seduta di venerdì é stata contrassegnata da due eventi. L'S&P500 (-0.11% a 4464.05 punti) ha mostrato una buona reazione e ha chiuso 20 punti sopra il minimo giornaliero e di questa correzione a 4444 punti - il minimo é stato toccato in apertura e il successivo rimbalzo ha fatto risalire l'indice a 4473 punti. In seguito c'é stata unicamente una noiosa oscillazione intorno ai 4460 punti. Il secondo fattore d'interesse é la buona performance relativa del Russell2000 (+0.13% a 1925 punti) - questa forza relativa é una buona premessa per l'atteso rally di settimana prossima. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3653 su 4616, NH/NL a 277 su 977 (realtivamente pochi) e volume relativo a 0.9 (1.3 sul Russell2000). Il Fear&Greed Index (66 punti, -1) é ancora ampiamente sopra i 50 punti. Le borse europee hanno terminato la giornata in forte calo - hanno seguito l'S&P500, che ha aperto alle 15.30 sul minimo, e dopo non sono più riuscite a recuperare. Venerdì pomeriggio erano già tutti partiti per il fine settimana...
Martedì 15 agosto solo la borsa italiana é chiusa. Le altre borse mondiali operano normalmente anche se notiamo una certa apatia e scarsi volumi - molti preferiscono a giusta ragione godersi le vacanze estive.
 
Aggiornamento del 5-6 agosto

Una correzione é una questione di punti e di tempo

Riassunto: A metà luglio con l'S&P500 (-0.53% a 4478.03 punti) sui 4500 punti, sulla base della posizione degli oscillatori e dei segnali provenienti dagli indicatori di corto e medio termine, avevamo previsto l'inizio di una correzione delle borse all'interno di un rialzo di base forte e solido. Secondo noi la correzione doveva essere un'oscillazione in laterale con un obiettivo verso il basso di 4450 punti.
La correzione si sta svolgendo in maniera irregolare - non ci sono stati alcuni giorni di costante caduta ma piuttosto un sali e scendi che sta lentamente permettendo agli indici azionari di eliminare la situazione di ipercomperato, l'eccesso di rialzo e di fiducia da parte degli investitori. L'ultima settimana di luglio era stata sorprendentemente buona. Nella prima settimana di agosto le borse sono invece tornate a correggere complici i tassi d'interesse di mercato che sono saliti. Il reddito dell'obbligazione del tesoro americano decennale (USTBond a 4.05%, -0.15%) ha nuovamente superato la barriera psicologia del 4% e ha raggiunto giovedì il 4.20% mettendo in allarme gli investitori. In generale é sorto il dubbio che lo scenario sui tassi d'interesse potrebbe essere sbagliato. Finora il calo dell'inflazione aveva indotto a credere che i tassi d'interesse presto a tardi dovevano tornare a scendere spingendo le borse al rialzo. Noi siamo convinti che questo scenario sia ancora valido ma ovviamente ci sono delle fasi di incertezza - come il rialzo delle borse ha delle correzioni intermedie anche il calo dei tassi d'interesse ha dei rimbalzi.
Ora é evidente che la correzione di medio termine necessita di tempo per scaricare gli eccessi. Sulla base degli oscillatori sembra che ci potrebbe essere bisogno ancora una settimana fino a dieci giorni prima che gli indici tocchino il fondo. La tendenza di fondo della borsa americana à ancora saldamente al rialzo (59.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 62.88) e quindi pensiamo che il nostro obiettivo originale a 4450 punti di S&P500 sia ancora valido malgrado che disti solo 28 punti dalla chiusura di venerdì - ci sono ancora dei gaps che devono essere chiusi.
Le borse europee stanno semplicemente seguendo l'esempio, buono o cattivo, proveniente dagli Stati Uniti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.94% a 4332 punti
SX7E (banche)          -0.94% a 112.59 punti
DAX                         -3.14% a 15951 punti
SMI                          -1.94% a 11098 punti
FTSE MIB                  -3.10% a 28586 punti
S&P500                     -2.27% a 4478.03 punti
Nasdaq100                -3.02% a 15275 punti

L'S&P500 é ancora salito lunedì (+0.14%) ma poi é sceso per il resto della settimana. Venerdì l'indice ha tentato un rimbalzo dai 4500 punti ma questo livello non si é dimostrato una solida base e nella sconda parte della seduta l'indice é caduto fino al minimo attuale di questa correzione a 4474 punti. L'S&P500 ha chiuso poco più in alto a 4478.03 punti (-0.53%). Finalmente gli indicatori di sentiment a corto termine mostrano un chiaro cambiamento d'umore (VIX a 17.10 punti (+1.18), CBOE Equity put/call ratio a 0.66, Fear&Greed Index a 5 punti). I Summation Index scendono. L'ottimismo sta scemando ma non c'é ancora pessimismo - l'impressione é quindi che c'é bisogno ancora del tempo per concludere questa correzione. All'inizio di settimana prossima l'S&P500 dovrebbe tentare di risalire sopra i 4500 punti. L'indice non dovrebbe risalire in maniera sostanziale e sostenibile sopra questa resistenza intermedia ma dovrebbe essere respinto verso il basso e verso un nuovo minimo per questa correzione. Pensiamo che verso metà mese dovrebbe riapparire la tendenza rialzista - la prossima spinta di rialzo dovrebbe essere possente e dovrebbe permettere all'S&P500 di salire su un nuovo massimo annuale - l'indice potrebbe raggiungere i 4650-4700 punti per fine mese.
State long ed investiti in azioni.

Commento del 29-30 luglio

È inutile tentare di indovinare quando avremo una correzione - il rialzo é forte e non si ferma

Riassunto: A metà luglio gli indici azionari americani sulla base degli oscillatori e secondo gli indicatori di ipercomperato ed eccesso di rialzo, erano su un massimo a corto e medio termine. Avevamo quindi previsto l'inizio di una correzione intermedia che però avevamo subito definito come trascurabile nell'ottica degli investitori. In effetti il trend rialzista é forte e solido e quindi in questa situazione spesso la correzione si risolve in una oscillazione in laterale senza conseguenze negative. In realtà finora di correzione si é visto ben poco - ci sono state delle sedute negative e dei brevi vuoti d'aria ma in generale le borse hanno ancora fatto progressi. L'S&P500 ha toccato un nuovo massimo annuale giovedì a 4607 punti e ha chiuso venerdì a 4582.23 punti (+0.99%) facendo dimenticare il reversal del giorno prima di 80 punti dal massimo. Anche le borse europee (Eurostoxx50, DAX, FTSE MIB, ecc.) hanno raggiunto venerdì dei nuovi massimi annuali - solo l'SMI svizzero fatica a salire appesantito dalla forza del CHF e dal carattere difensivo dell'indice. Nel complesso però questa settimana il rialzo é continuato e gli indici restano costantemente ipercomperati ed in eccesso di rialzo mentre i traders sono molto ottimisti - da otto settimane il Fear&Greed Index (78 punti) oscilla tra i 74 e gli 82 punti segnalando una pericolosa fiducia. Come sappiamo però un forte rialzo é in grado di ignorare e superare questi ostacoli tecnici specialmente quando non ci sono sorprese negative. Esistono costantemente le premesse tecniche per dei brevi vuoti d'aria di un -2%/-3% ma é praticamente impossibile individuare il momento esatto di queste correzioni minori ed intermedie. Per questa ragione abbiamo più volte consigliato agli investitori di ignorare questo problema e utilizzare eventuali momenti di debolezza per ottimizzare il portafoglio o addirittura aumentare la percentuale di azioni. È evidente che gli indici azionari hanno "voglia di salire" e finora, malgrado divergenze tecniche, scarsa partecipazione e l'ostile politica monetaria delle Banche Centrali non vediamo pericoli all'orizzonte. Consigliamo caldamente di restare long e siamo convinti che il nostro obiettivo a 5000 punti di S&P500 verrà raggiunto quest'anno. Molti investitori istituzionali sono ancora sottoinvestiti e in parecchi ambienti circola molto scetticismo nei riguardi di questo rialzo che apparentemente sfida i fondamentali. Solo quando osserveremo un'accelerazione e dell'euforia potremo pensare di essere vicini alla fine di questo bull market - finora questa costellazione appare solo tra alcuni leader della tecnologia (come NVidia) mentre il resto del mercato fa solo costanti ma timidi progressi.
Nelle prossime settimane un calo dei tassi d'interesse di mercato, un indebolimento dell'USD e un rally nei prezzi delle materie prime dovrebbe alimentare ulteriormente il rialzo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.73% a 4466 punti
SX7E (banche)          +2.50% a 113.66 punti
DAX                         +1.81% a 16469 punti
SMI                          +0.98% a 11317 punti
FTSE MIB                  +2.24% a 29500 punti
S&P500                     +1.01% a 4582.23 punti
Nasdaq100                +2.11% a 15751 punti

Le Banche Centrali nelle loro riunioni ordinarie (FED ME 26.7. e BCE GIO 27.7.) hanno come preannunciato aumentato i tassi d'interesse di riferimento del +0.25%. Le borse non hanno praticamente reagito. Gli indici azionari sono saliti fino a giovedì pomeriggio e solo dopo l'annuncio da parte della Bank of Japan di voler cambiare qualcosa nella loro politica monetaria c'é stata un'impennata dei tassi d'interesse di mercato e un breve vuoto d'aria della borsa americana. La situazione é tornata nella normalità venerdì. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4571 punti, é sceso a 4566 punti ed é poi salito fino ai 4590 punti. Poco prima delle 20.00 é ridisceso a 4564 punti per poi risalire a zigzag e chiudere a 4582.23 punti (+0.99%). Formalmente é stata una seduta insignificante poiché l'S&P500 si é mosso nel range del giorno precedente. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6458 su 1818, NH/NL a 713 su 383 e volume relativo a 1.0. I NH sono pochi ma questo problema perdura da mesi senza essere in grado di far deragliare il rialzo - allora smettiamo di parlarne e ignoriamo questo fattore. Al rialzo hanno contribuito tutti i settori (DJT +1.75%, Nasdaq100 +1.85%, RUT +1.36%). Notiamo che in generale gli utili delle imprese sono superiori alle stime degli analisti e spesso la reazione degli investitori é violenta (p.e. Intel +6.6%). La tendenza di fondo é secondo gli indicatori al rialzo (72.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 65.27 punti) mentre i Summation Index salgono. Basta dare un'occhiata alla mappa per notare quali sono stati questa settimana i titoli in evidenza - Google +10.56%, Meta +10.61%, Nvidia +5.51% e in generale i semiconduttori.
In Europa, mentre i dati economici mostrano che la Germania é caduta in recessione, il DAX (+0.39% a 16469 punti) sale su un nuovo record storico. Il FTSE MIB italiano ha guadagnato da inizio anno il +24.44% - questa sovraperformance é da imputare soprattutto ai titoli finanziari. L'impressione é che la borsa italiana abbia corso troppo ma non vediamo ragioni per separarci dalle azioni italiane. L'unico rischio che vediamo é quello di una certa sottoperformance nei prossimi mesi.

Commento del 22-23 luglio

La correzione é finora un consolidamento - dovrebbe durare ancora una decina di giorni con obiettivo a 4450 punti di S&P500

Riassunto: Una settimana fà la posizione degli oscillatori mostrava che gli indici azionari americani erano probabilmente su un massimo intermedio a corto e medio termine. Considerando la forza del trend rialzista avevamo quindi previsto l'inizio di una correzione che però doveva essere modesta e quindi trascurabile e insignificante per gli investitori. Dai 4505 punti di S&P500 di venerdì scorso ci aspettavamo un'oscillazione in laterale di circa due settimane con un limite inferiore sui 4450 punti di S&P500. In effetti il nostro timing é stato sbagliato di alcuni giorni. Il rialzo é continuato fino a mercoledì (LU +0.39%, MA +0.71%, ME +0.24%) quando l'S&P500 a metà seduta ha raggiunto un nuovo massimo annuale a 4578 punti. Da qui l'indice é scivolato verso il basso ed é tornato venerdì in chiusura a 4536.34 punti (+0.03%). Vedete dalle performance settimanali sottoelencate che la correzione finora é stata un semplice consolidamento ad alto livello. La maggior parte degli indici azionari ha ancora guadagnato meno dell'1% con l'eccezione dell'Eurostoxx50 che é sceso del -0.20%. Una settimana fà abbiamo scritto che avevamo preso dei benefici sul settore tecnologico per investire in altri settori ciclici - vedete che almeno nelle ultime 5 sedute questa strategia é stata vincente - il tecnologico Nasdaq100 ha perso il -0.89% mentre il Dow Jones ha guadagnato il +2.08% e il Russell2000 é salito del +1.39%.
La correzione sembra essere appena iniziata - gli indicatori di sentiment (VIX a 13.60 punti, Fear&Greed Index a 82 punti) mostrano ancora troppo ottimismo mentre gli oscillatori sono scesi poco dai massimi - gli indicatori di ipercomperato come il RSI (S&P500 a 68.09 punti) sono tuttora molto alti. Di conseguenza pensiamo che questa fase di incertezza e consolidamento deve ancora continuare per una manciata di sedute e manteniamo invariata la nostra previsione - l'S&P500 dovrebbe scivolare fino ai 4450 punti in maniera da chiudere i gaps, assorbire gli eccessi e permettere al rialzo di riprendere vigore. Nel frattempo l'USD Index (100.79) dovrebbe distribuire intorno ai 100 punti prima di ricominciare a scendere. L'indebolimento dell'USD dovrebbe coincidere con una spinta di rialzo sui prezzi dei metalli prezioni e l'oro (1961 USD/oncia) dovrebbe involarsi verso i 2100 USD/oncia.
Un rialzo non é mai lineare - viene sempre interrotto da fasi di pausa e correzioni intermedie come sta avvenendo in questo momento.
Ribadiamo però la solidità e costanza di questo rialzo - il 74.2% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 65.05 punti - i Summation index, malgrado che il momentum é in calo, stanno ancora salendo. Siamo convinti che l'S&P500 raggiungerà il nostro obiettivo a 5000 punti in autunno.
Gli indici azionari europei seguono a fatica. Vi abbiamo più volte spiegato le ragioni di questo ritardo dovuto in gran parte all'effetto del cambio tra le divise. Usando la stessa moneta di riferimento (USD o EUR) la performance dei mercati azionari americani ed europei dovrebbe essere simile ancora nei prossimi mesi.
Il messaggio é semplice é chiaro. Bisogna ignorare i vari segnali di recessione, i gridi d'allarme di alcuni analisti fondamentali e restare investiti in azioni - le borsa sono già rivolte al prossimo ciclo economico contraddistinto da tassi d'interesse in calo e una modesta crescita economica con utili delle imprese di nuovo in aumento. È probabile che a questo periodo positivo seguirà a fine anno o all'inizio del 2024 una crisi deflazionistica che provocherà una caduta delle borse. Prima però godiamoci e sfruttiamo questo rialzo che nella fase finale dovrebbe essere contraddistinto da euforia e da una accelerazione di tipo esaustivo. Solo in seguito si potrà parlare di ribasso - mancano ancora parecchi mesi (ma non anni!).

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.20% a 4391 punti
SX7E (banche)          +1.53% a 110.88 punti
DAX                         +0.45% a 16177 punti
SMI                          +0.87% a 11207 punti
FTSE MIB                  +0.67% a 28855 punti
S&P500                     +0.69% a 4536.34 punti
Nasdaq100                -0.89% a 15425 punti

Per far iniziare una correzione c'é spesso bisogno un'evento. L'occasione si é presentata giovedì quando Tesla (-9.7%) e Netflix (-8.4%) hanno presentato dei risultasti trimestrali che hanno deluso gli investitori. L'S&P500 ha perso il -0.68% e in Nasdaq Comp. é sceso del -2.1%. La seduta di venerdì é invece trascorsa nella calma ed é stata contraddistinta dalla scadenza dei derivati di luglio. L'S&P500 si é mosso in soli 20 punti. L'indice ha aperto a 4550 punti ed é sceso sul minimo a 4436 punti. Poi l'indice é salito a scatti per alcune ore raggiungendo verso le 20.00 il massimo giornaliero a 4555 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni l'S&P500 é ricaduto ed ha chiuso sul minimo a 4536.34 punti (+0.03%). La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 3962 su 4185, NH/NL a 869 su 311 e volume relativo a 1.4. C'é poco da dire se non notare la chiusura sul minimo che lascia aperta la strada verso il basso.
Ora l'attenzione degli investitori si fissa sulle prossime sedute delle Banche Centrali (FED ME 26.7. e BCE GIO 27.7.) dove si prevedono ulteriori incrementi del +0.25% nei tassi d'interesse di riferimento. Questo aumento é però già scontato e non dovrebbe influenzare la tendenza rialzista di base dei mercati azionari. Settimana prossima potrebbero esserci delle brevi turbolenze - gli investitori possono ignorare queste oscillazioni a corto termine e godersi le vacanze.

Commento del 15-16 luglio

Rally dai supporti in Europa - nuovi massimi in America insieme ad un minimo del'USD - il nostro scenario funziona bene

Riassunto: Una settimana fà avevamo evidenziato il calo delle borse europee. Secondo noi doveva trattarsi di una debolezza temporanea e ci aspettavamo questa settimana una decisa reazione dai supporti (Eurostoxx50 a 4200 punti, DAX a 15500 punti). In effetti c'é stato un rally di consistenti dimensioni che é partito già lunedì e si é affievolito solo venerdì.
Dopo il consolidamento sui 4400 punti di S&P500 anche il rialzo della borsa americana doveva riprendere vigore. Il nostro obiettivo per luglio é sui 4600 punti. Secondo gli oscillatori l'S&P500 poteva raggiungere un massimo intermedio a corto e medio termine a metà luglio. A questo scopo però l'S&P500 doveva guadagnare questa settimana  un +2%/+3%. Questo sviluppo non sembrava a prima vista realistico ma invece é esattamente quello che é successo - l'S&P500 ha toccato venerdì un massimo annuale a 4527.76 punti e ha chiuso a 4505.42 punti (-0.10%) con una performance settimanale del +2.42%. A questa spinta di rialzo hanno decisamente contribuito i dati sull'inflazione che in America é in netto calo - il reddito dell'USTBond decennale é nuovamente sceso, come speravamo, a 3.83%.
Il calo dei tassi d'interesse di mercato negli Stati Uniti ha indebolito l'USD - il cambio EUR/USD é salito a 1.1228 (+ca. 2.5% in una settimana!) mentre l'USD Index (99.63) é caduto sotto i 100 punti. Già all'inizio dell'anno vi avevamo avvisati che il rialzo della borsa americana sarebbe avvenuto insieme ad un indebolimento dell'USD. Per questa ragione vi avevamo anche consigliato di assicurare il cambio con operazioni a termine. Pensiamo che quest'anno il rialzo della borsa USA sarà più forte che in Europa ma che la differenza di performance sarà compensata dalla variazione sui cambi. È quello che sta succedendo e questo effetto proseguirà nei prossimi mesi.
È probabile che il calo dell'USD provochi un rialzo dei prezzi delle materie prime (energia esclusa). Per questa ragione ci aspettiamo anche una buona performance dei metalli preziosi e industriali. Entro fine anno l'USD dovrebbe ancore perdere un -10% rispetto alle maggiori monete di riferimento - questo significa che l'USD Index dovrebbe muoversi in direzione dei 90 punti.
Ora la borsa americana, sulla base della posizione degli oscillatori, si trova su un massimo a corto e medio termine. Considerando la forza e la costanza del trend rialzista (71.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 62.43 punti) riteniamo che la correzione che ci aspetta nelle prossime una a due settimane dovrebbe essere trascurabile. Probabilmente avremo unicamente un movimento oscillatorio in laterale fino alla prossima riunione delle Banche Centrali (FED 26.7. e BCE 27.7.) prima della ripresa del rialzo - l'S&P500 non dovrebbe più scendere sotto i 4450 punti. Questa previsione é basata sul grafico - una correzione a medio termine di -1.5% sembra però veramente poco.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.86% a 4400 punti
SX7E (banche)          +3.56% a 109.35 punti
DAX                         +3.22% a 16105 punti
SMI                          +2.16% a 11110 punti
FTSE MIB                  +3.19% a 28663 punti
S&P500                     +2.42% a 4505.42 punti
Nasdaq100                +3.51% a 15565 punti

Venerdì il rialzo che ha contrassegnato la settimana si é fermato. L'S&P500 ha toccato il massimo annuale a 4527.76 punti verso le 16.15 e poi é ridisceso. A balzi irregolari é tornato a 4499 punti per poi chiudere a 4405.42 punti (-0.10%) con una insignificante perdita di 5 punti. Il calo in termine di punti é trascurabile ma rappresenta probabilmente l'esaurimento di questa spinta di rialzo a medio termine che era partita a fine maggio da ca. 4100 punti. La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1994 su 6263, NH/NL a 744 su 312 e volume relativo a 1.0. La caduta del Russell2000 (-1.01%) dopo 4 giorni di forte rialzo ha rappresentato una battura d'arresto. I Summation Index stanno ancora salendo ma sembrano destinati a "girare". La volatilità VIX é scesa a 13.34 punti (-0.27), il CBOE Equity put/call ratio (0.55) é da giorni basso mentre il Fear&Greed Index a 80 punti resta in territorio di "extreme Greed". Gli indicatori di sentiment a corto termine, seguiti dai traders, mostrano quindi una certa euforia mentre gli investitori sono ancora molto scettici e sottoinvestiti. È quindi probabile che adesso debba esserci una correzione di medio termine ma che la tendenza di base rialzista non sia in discussione. Essendo il trend solido e dominate crediamo che questa correzione si risolverà in un semplice consolidamento ad alto livello. Vedremo all'inizio della settimana come si presenterà il mercato - se la nostra ipotesi é corretta gli indici scivoleranno verso il basso con perdite marginali e poca pressione di vendita. Noi approfittiamo di questa fase per prendere benefici su settori che già hanno corso parecchio tipo tecnologia e aumentare le posizioni su settori ciclici che ancora non si sono mossi.
Restiamo convinti long sui mercati azionari, short Bonds in USD e short USD (malgrado che ora ci sarà una pausa sui 100 punti di USD Index). Le borse europee seguiranno a fatica quella americana - la congiuntura é più debole e l'inflazione più ostinata. Malgrado le alte valutazioni fondamentali l'America offre le migliori opportunità.

Commento dell'8-9 luglio

Il reddito dell'USTBond decennale risale a 4.06% e mette in allarme, a torto, gli investitori - rialzo in stallo

Riassunto: Una settimana fà, in occasione della fine del semestre, l'S&P500 aveva raggiunto un nuovo massimo annuale a 4458 punti e aveva chiuso a 4450 punti. L'impennata di quel venerdì era chiaramente una conseguenza del window dressing e costituiva a cortissimo termine un'eccesso che andava riassorbito con un consolidamento. Avevamo quindi previsto una discesa dell'S&P500 fino a 4400 punti per chiudere il gap d'apertura prima della ripresa del rialzo. La festa dell'Indipendenza di martedì ha spalmato questo consolidamento nel corso della settimana. Nella corta seduta di lunedì (S&P500 +0.12%) non é successo nulla di importante, martedì la borsa di New York era chiusa e la caduta é slittata a giovedì (S&P500 -0.79% a 4411.59 punti, minimo giornaliero a 4385 punti) dopo che mercoledì c'era stata una seduta di pausa in attesa dei dati sul mercato del lavoro. Venerdì l'S&P500 é risalito fino a 4440 punti e ha chiuso a 4398.95 punti (-0.29%) - ne riparliamo in seguito.
Il consolidamento si é svolto in linea di massima come previsto - é durato però più di quanto avevamo sperato visto che in seguito ci aspettavamo una salita dell'S&P500 verso i 4600 punti per metà luglio - ora questo obiettivo sembra troppo ambizioso.
L'attenzione degli investitori si é focalizzata sul mercato obbligazionario. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é risalito sopra il 4% e ha raggiunto venerdì il 4.06% (+0.01%). Molti analisti ritengono che l'aumento dei tassi d'interesse di mercato debba soffocare il rialzo della borsa americana e provocare un ribasso. Noi non siamo d'accordo per due ragioni. Una é evidente - i tassi d'interesse salgono da maggio e finora non hanno frenato il rally degli indici azionari americani. La seconda é che nel passato ci sono stati periodi simili a quello attuale dove i tassi d'interesse sono saliti in previsione di una futura ripresa congiunturale. Basta che gli utili delle imprese salgano in parallelo per permettere alla borsa di continuare il rialzo. La realtà é che l'S&P500 é poco più dell'1% sotto il massimo annuale e per ora non vediamo ragioni per preoccuparci malgrado le molte divergenze negative che ci sono a livello di partecipazione. Restiamo della ferma opinione che nei prossimi mesi gli indici azionari saliranno decisamente più in alto. Manteniamo l'obiettivo a 4500-4600 punti di S&P500 per luglio e a 5000 punti (nuovo massimo storico) in autunno.
Questa settimana é chiaramente apparso un evidente problema. Già una settimana fà avevamo segnalato che il DAX tedesco faceva fatica. Le borse europee stavano sottoperformando quella americana. Questa divergenza si é ora accentuata. Questa settimana gli indici azionari europei hanno perso un 2%-2.5% in più rispetto agli indici americani. Sembra che contro le previsioni della maggior parte degli analisti delle banche svizzere la liquidità si stia spostando verso l'America a scapito dell'Europa malgrado le alte valutazioni fondamentali della azioni americane. Al momento non sappiamo spiegarci questo effetto e non sappiamo se anche nel futuro le borsa europee accumuleranno ritardo. Sembra che la congiuntura in Europa sia più debole che in America mentre l'inflazione é a livelli più elevati - questo in effetti potrebbe costituire un problema. Osservando i grafici notiamo che gli indici azionari europei sono ora arrivati su importanti supporti (Eurostoxx50 a 4200 punti, DAX a 15500 punti) e a breve sono ipervenduti. Settimana prossima le borse europee dovrebbero quindi risalire. La reazione che dovrebbe delinearsi a partire da lunedì prossimo ci dirà quanto grave e duraturo é il problema della sottoperformance delle borse europee - teoricamente dovrebbe solo trattarsi di un fattore temporaneo. Vedremo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -3.69% a 4236 punti
SX7E (banche)          -1.64% a 105.59 punti
DAX                         -3.37% a 15603 punti
SMI                          -3.59% a 10874 punti
FTSE MIB                  -1.60% a 27778 punti
S&P500                     -1.16% a 4398.95 punti
Nasdaq100                -0.94% a 15036 punti

Venerdì l'S&P500 ha aperto a 4409 punti, é salito a 4415 punti ed é ricaduto a 4405 punti. In seguito é salito regolarmente e ha toccato il massimo giornaliero a 4440 punti verso le 19.30. Alla fine é sceso fino alla chiusura sul minimo giornaliero a 4398.95 punti (-0.29%). Questa chiusura sul minimo é un segnale negativo che però non vogliamo drammatizzare. In effetti la seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5608 su 2575 (grazie al buon comportamento del Russell2000 +1.22%), NH/NL a 551 (pochi !) su 388 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa a 14.89 (-0.61), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.52 e il Fear&Greed Index é ancora alto a 78 punti. I Summation Index sono misti (NYSE su, Nasdaq giù). La tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con il 58.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 56.16.
Per quel che riguarda le prossime due, tre settimane abbiamo sentimenti e segnali contrastanti. Vediamo che molti investitori sono preoccupati dell'alto livello dei tassi d'interesse. Tecnicamente noi crediamo che i tassi d'interesse debbano nel futuro tornare a scendere insieme ai dati sull'inflazione. Pensiamo quindi che da questo fronte debbano venire degli impulsi positivi per la borsa. A breve temiamo pero che il consolidamento possa continuare e che quindi é possibile che ci sia ancora un periodo di oscillazione in laterale. Insomma - per quel che riguarda il futuro prossimo non vediamo rischi di ribasso ma notiamo d'altra parte che il rialzo sembra in stallo. Gli oscillatori sono confusi visto che sembra delinearsi un massimo a medio termine verso metà mese. Per questo obiettivo però settimana prossima dovrebbe esserci una decisa spinta di rialzo (+2%/+3%) - al momento questo non sembra essere uno scenario realistico.
Restiamo convinti long sui mercati azionari, long Bonds negli Stati Uniti e short USD.

Commento del 1-2 luglio

Dopo la correzione minore é ripreso il rialzo - ora si sale ancora per due settimane con obiettivo a 4500-4600 punti di S&P500

Riassunto: A metà giugno avevamo previsto una correzione minore degli indici azionari all'interno di un trend rialzista solido e dominante. Secondo noi dal massimo a 4443 punti (16 giugno) l'S&P500 poteva scendere fino a 4310 punti (-3%) prima di riprendere il rialzo in direzione del prossimo obiettivo a 4500-4600 punti. In effetti la correzione é terminata lunedì 26 giugno con un minimo a 4328 punti. Come pensavamo la pressione di vendita durante questa correzione é stata modesta - pochi investitori hanno voluto vendere prima della fine del semestre. Da martedì ci sono stati soprattutto acquisti da parte di chi finora era sottoinvestito e non poteva permettersi di arrivare a questo importante appuntamento senza avere i titoli "giusti" (window dressing) in portafoglio. L'S&P500 ha terminato la settimana a 4450.38 punti (+1.23%) - l'indice ha toccato un nuovo massimo annuale a 4458 punti portando la performance 2023 al +15.91%. Le borse europee non sono da meno - da inizio anno l'Eurostoxx50 (+1.02% a 4399 punti) é salito del +15.96%. Il FTSE MIB italiano ha raggiunto un nuovo record annuale a 28230 punti (+1.08%, 2023 +19.08%) grazie alla forza relativa del comparto bancario.
La tendenza di fondo delle borse resta chiaramente al rialzo. Come ripetiamo da mesi il trend é solido e dovrebbe far salire gli indici azionari nei prossimi mesi decisamente più in alto. Liquidità e scetticismo alimentano il movimento. Secondo gli oscillatori di medio termine il prossimo massimo significativo dovrebbe verificarsi intorno a metà mese. Di conseguenza pensiamo che nelle prossime due settimane il rialzo continuerà in maniera dinamica e dovrebbe permettere all'S&P500 di raggiungere l'obiettivo intermedio indicato da tempo a 4500-4600 punti - a questo punto sembra che il massimo di questa spinta di rialzo sarà più vicino ai 4600 punti che ai 4500 punti. Vi ricordiamo che il nostro obiettivo finale per questo bull market é un nuovo massimo storico sui 5000 punti - questo obiettivo é indicativo e potrebbe essere rivisto, cammin facendo, al rialzo.
Restiamo investiti in azioni e abbiamo posizioni long in obbligazioni a lungo termine in USD. Finora il rialzo ha coinvolto soprattutto il settore tecnologico e le aziende ad alta capitalizzazione. Nei prossimi mesi ci aspettiamo che il rialzo si allarghi a tutto il listino e che anche le società piccola e media capitalizzazione (p.e Russell2000), fondamentalmente sottovalutate, si uniscano al rally. 

Leggiamo regolarmente le analisi fondamentali e tecniche di nostri colleghi. Ci concentriamo su quelle analisi che prevedono a breve un crollo dei mercati azionari - dobbiamo infatti confrontarci con chi ha opinioni diametralmente opposte alle nostre e giudicare se le loro giustificazioni sono valide e vanno prese in considerazione. In generale il problema di questo rialzo riguarda la scarsa partecipazione e l'eccesso di rialzo a corto termine - in effetti appaiono parecchie negative divergenze che suggeriscono una certa fragilità. Sulla base della nostra esperienza sappiamo che questi problemi non sono decisivi - possono favorire un'inversione di tendenza ma non provocarla se non intervengono altri fattori. Al contrario la debole partecipazione (al momento sono poche grandi imprese del settore tecnologico come Apple, Microsoft o NVidia che contribuiscono in maniera decisiva ai guadagni degli indici) può migliorare provocando un'accelerazione del rialzo - é proprio questo che ci aspettiamo nei prossimi mesi grazie ad una combinazione di inflazione e tassi d'interesse di mercato in calo e utili delle imprese superiori alle stime degli analisti. Molti investitori istituzionali e privati sono sottoinvestiti e saranno obbligati a saltare sul carro in corsa. Chi pensa che l'attuale rallentamento congiunturale farà cadere le borse si sbaglia - i mercati finanziari stanno già giocando la prossima fase quando il prezzo del denaro scenderà e la liquidità ricomincerà ad affluire in borsa.
L'ipercomperato non é un problema - bastano correzioni intermedie di breve durata ed intensità per assorbirlo. In un bull market gli indicatori che segnalano ipercomperato ed eccesso di rialzo restano sempre nella parte superiore del range poiché qualsiasi ritracciamento viene comperato come é successo in maniera esemplare nelle ultime due settimane.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.98% a 4399 punti
SX7E (banche)          +5.27% a 107.35 punti
DAX                         +2.01% a 16147 punti
SMI                          +0.53% a 11290 punti
FTSE MIB                  +3.75% a 28230 punti
S&P500                     +2.35% a 4450.38 punti
Nasdaq100                +1.93% a 15179 punti

Non abbiamo molti commenti da fare sulla settimana in borsa. La seduta di lunedì (S&P500 -0.45%) é stata negativa ma ha anche segnato la fine della correzione. La buona seduta di martedì (S&P500 +1.15%) é stata seguita da una pausa (-0.04%) e da due sedute in accelerazione (+0.45% e +1.23%). Come tradizione in un anno di borsa finora positivo gli indici sono arrivati a fine semestre su un massimo. È molto probabile che la tendenza debba continuare anche se lo "strappo" di venerdì con un gap up in apertura ha bisogno teoricamente di un breve pausa di consolidamento. Questa pausa potrebbe però anche mancare visto che spesso i nuovi semestri iniziano in maniera positiva grazie alla nuova liquidità affluita sui conti risparmio che deve essere investita.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap up a 4429 punti. Dopo una prima fase positiva l'indice verso le 17.50 é ridisceso a 4436 punti. Da li il rialzo si é fatto costante e regolare fino ai 4458 punti. Negli ultimi minuti della seduta alcune prese di beneficio hanno fissato la chiusura a 4450.38 punti (+1.23%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5678 su 2507, NH/NL a 984 (pochi !?) su 232 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita di poco a 13.59 (+0.05) - notiamo con un sorriso che questa anomalia é stata presa dai ribassisti come presagio per una caduta delle borse a luglio - ci sembra che gli orsi si arrampicano ormai sui vetri per trovare argomenti a sostegno delle loro tesi. Restiamo dell'opinione che la VIX scenderà nei prossimi mesi verso i 10 punti.
A livello di sentiment concordiamo sul fatto che a breve c'é un certo surriscaldamento (CBOE Equity put/call ratio a 0.53, Fear&Greed Index a 80 punti) e quindi c'é la possibilità che il gap fino a 4400 punti venga chiuso prima della ripresa del rialzo. Al di fuori di questo fattore non vediamo problemi tecnici gravi in grado di fare deragliare il rialzo. La tendenza di fondo della borsa americana é positiva con il 62.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 55.69.
Le borse europee seguono quella americana. Tra i vari indici ci sono delle temporanee differenze. Al momento il DAX tedesco fà fatica e non ha ancora migliorato il massimo annuale (16427 punti) che risale a metà giugno.  

Martedì di settimana prossima in America si festeggia il giorno dell'Indipendenza (4 luglio). La borsa di New York resta chiusa. La seduta di lunedì sarà più corta del solito e terminerà alle 13.00 ora locale. È quindi probabile che lunedì e martedì succeda ben poco - anche in Europa. Dopo il rally di venerdì, ultimo giorno del mese di giugno, é logico che ci sia essere una pausa di consolidamento di un paio di giorni prima della ripresa del rialzo. Il consolidamento potrebbe comportare un modesto ritracciamento di circa un -1%.

Breve commento del 24-25 giugno

La correzione é in corso - il trend resta al rialzo

Riassunto: Anche questo fine settimana sono assente e quindi mi limito ad un breve commento.
Una settimana fà l'S&P500 aveva toccato un nuovo massimo annuale a 4443 punti e aveva terminato la seduta di venerdì a 4409 punti. Noi avevamo dichiarato che era iniziata l'attesa correzione di corto termine. Visto che l'indice era salito più in alto di quanto avevamo precedentemente stimato pensavamo che la correzione sarebbe stata modesta e di breve durata. Per questa settimana ci aspettavamo un consolidamento tra i 4350 ed i 4450 punti - concretamente pensavamo che il culmine era stato praticamente raggiunto mentre dal massimo l'indice poteva scendere un centinaio di punti. In totale ci aspettiamo una correzione di circa un -3% dal massimo (= ca. 4310 punti). L'S&P500 ha toccato questo venerdì il minimo settimanale e finora minimo di questa correzione a 4441 punti e ha chiuso a 4448.33 punti (-0.77%). In generale la correzione si svolge come previsto. La pressione di vendita é modesta - sembrano più che altro prese di beneficio. Lunedì la borsa americana era chiusa - ci sono state tre sedute negative e una positiva - la perdita giornaliera é sempre stata inferiore all'1%. I Summation Index sono in calo mentre i nostri due indicatori di base restano rialzisti (50.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 53.18). Gli indici scivolano verso il basso ed é difficile stimare quando la correzione sarà finita. Per ora gli indicatori di sentiment di corto termine sono cambiati di poco (VIX a 13.44, Fear & Greed Index a 74 punti) e quindi é possibile che l'S&P500 debba perdere ancora una cinquantina di punti prima di toccare il fondo e riprendere il rialzo. Da due giorni il CBOE Equity put call ratio (0.64) é risalito sopra i 0.60 - segno che gli speculatori long stanno mollando la presa.
Restiamo long sui mercati azionari e approfittiamo della correzione per ottimizzare il portafoglio - al più tardi all'inizio di luglio il rialzo dovrebbe riprendere in direzione dei 4500-4600 punti di S&P500. Le borse europee seguiranno quella americana.
Nel complesso non c'é nulla di nuovo rispetto allo scenario che descriviamo da mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.80% a 4271 punti
SX7E (banche)          -2.85% a 101.97 punti
DAX                         -3.23% a 15830 punti
SMI                          -1.45% a 11221 punti
FTSE MIB                  -2.34% a 27209 punti
S&P500                     -1.39% a 4348.33 punti
Nasdaq100                -1.27% a 14891 punti


Commento del 17-18 giugno

Trend stabilmente al rialzo e in rafforzamento - a breve prevediamo una correzione di corto termine

Riassunto: Da mesi siamo positivi sui mercati azionari malgrado l'aumento dei tassi di'interesse di riferimento da parte delle Banche Centrali e una pericolosa combinazione di inflazione e rallentamento della crescita economica. Usiamo come riferimento l'S&P500 americano (-0.37% a 4409.59 punti) - il nostro obiettivo per questa spinta di rialzo di medio termine é a 4500-4600 punti e stimiamo che il rally dovrebbe sfociare ancora quest'anno in un nuovo massimo storico sui 5000 punti. Liquidità e fattori tecnici e psicologici obbligano gli investitori a comperare azioni - malgrado i guadagni da inizio anno (S&P500 +14.85%, Eurostoxx50 +15.85%) molti analisti sono ancora pessimisti e molti portfolio manager sono sottoinvestiti rispetto ai profili d'investimento. Esiste quindi ancora parecchio carburante per alimentare un rialzo che si sviluppa nell'incredulità di molti e nello scetticismo.
Tecnicamente la tendenza di fondo della borsa americana é saldamente al rialzo con il 65.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 55.92. I Summation Index continuano a salire e mostrano come non siano solo le società tecnologiche (Nasdaq +30.79% da inizio anno) a spingere gli indici verso l'alto - la partecipazione al movimento é in aumento.
Una settimana fà avevamo scritto che si stava profilando una situazione di ipercomperato e di eccessi di rialzo e ottimismo a corto termine. L'S&P500 era a 4298 punti e noi pensavamo che l'indice potesse salire fino a metà settimana sui 4340-4360 punti prima di cominciare a correggere. Avevamo osservato che le riunioni delle Banche Centrali e le loro decisioni di politica monetaria potevano influenzare questo scenario - inoltre era possibile che le borse salissero su un massimo intermedio solo in occasione della grande scadenza dei derivati di giugno di venerdì. In effetti la spinta di rialzo é stata più possente di quanto ci eravamo immaginati e l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo annuale a 4443 punti solo venerdì - l'indice ha terminato la seduta a 4409.59 punti (-0.37%) con una perdita di 16 punti e sembra aver cominciato l'attesa correzione. L'indice é però salito 83 punti sopra i 4360 punti che avevamo previsto noi. Dobbiamo di conseguenza rivedere nei dettagli la previsione di correzione a fronte di un rialzo più possente di quando avevamo precedentemente stimato. Probabilmente la correzione di corto termine sarà solo un consolidamento di alcuni giorni con un calo di circa il -3% dal massimo - l'indice potrebbe quindi settimana prossima ricadere sui 4300 punti prima di riprendere la corsa in direzione del prossimo obiettivo a 4500-4600 punti. Esiste solo un fattore d'incertezza - non pensiamo che prima della fine del semestre ci saranno parecchie vendite malgrado che gli oscillatori mostrino adesso la presenza di un top di corto termine. Considerando questo fattore é possibile che settimana prossima l'S&P500 si muova unicamente tra i 4350 e i 4450 punti.
Come previsto il rialzo della borsa americana é stato copiato dalle borse europee specialmente nei settori ciclici. DAX ed Eurostoxx50 hanno raggiunto dei nuovi massimi annuali. Inoltre il cambio EUR/USD é salito a 1.0943 - significa che per un investitore con moneta di riferimento EUR gli utili conseguiti sulla borsa americana in USD sono stati in buona parte cancellati dalla perdita sulla moneta. Questo effetto negativo non é una sorpresa poiché vi avevamo avvertiti che si sarebbe verificato. L'indebolimento dell'USD dovrebbe nelle prossime settimane dare nuovo slancio al rialzo dei prezzi dei metalli preziosi.   

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.45% a 4394 punti
SX7E (banche)          +1.91% a 104.97 punti
DAX                         +2.56% a 16357 punti
SMI                          +1.17% a 11386 punti
FTSE MIB                  +2.58% a 27861 punti
S&P500                     +2.58% a 4409.59 punti
Nasdaq100                +3.82% a 15083 punti

Dopo il rally di giovedì le borse sono nuovamente salite sullo slancio fino nel primo pomeriggio. L'S&P500 dopo l'apertura ha ancora avuto la forza di salire su un nuovo massimo annuale a 4448 punti malgrado valori di RSI e DSI a livello di guardia. Questi indicatori di ipercomperato e sentiment di cortissimo termine garantiscono però solo una breve reazione negativa ma non l'inizio di una sensibile correzione. Per prevedere una correzione noi ci basiamo soprattutto sugli oscillatori e gli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 82 punti) che al momento convergono nel segnalare un'alta probabilità di correzione.
Dopo la buona apertura l'S&P500 é sceso a sbalzi irregolari fino a 4421 punti, é risalito fino a metà seduta a 4440 punti e poi, esausto,  é sceso fino alla chiusura sul minimo a 4409.59 punti. La grande scadenza trimestrale di opzioni e futures ha condizionato la seduta e ha fatto esplodere i volumi (volume relativo a 1.7). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2866 su 5102 e NH/NL a 1107 su 277 (relativamente pochi NH a causa della debolezza relativa del Russell2000 (-0.73% a 1875 punti)). La volatilità VIX é scesa a 13.54 punti (-0.96) mentre il CBOE Equity put/call ratio era ancora basso a 0.46 (troppa speculazione al rialzo).
È troppo presto per dire se questo é l'inizio dell'attesa correzione o solo una reazione negativa ad un temporaneo eccesso di rialzo - ovviamente questa é la nostra speranza ma scopriremo la verità solo settimana prossima.
Gli investitori possono ignorare queste oscillazioni di corto termine e devono rimanere tranquillamente long. Siamo convinti che nei prossimi mesi gli indici azionari saliranno decisamente più in alto. È possibile che i nostri obiettivi vengano superati - al contrario riteniamo poco probabile che i ribassisti siano in grado di riprendere l'iniziativa ed imporsi. A momento non appare nulla all'orizzonte in grado di farci cambiare idea e far deragliare il rialzo delle borse.

Commento del 10-11 giugno

Nuovi massimi annuali in America - si verifica l'atteso sorpasso dell'Europa con un indebolimento dell'USD

Riassunto: Venerdì l'S&P500 (+0.11% a 4298.86 punti) americano ha toccato un nuovo massimo annuale a 4322 punti. L'indice ha guadagnato più del 20% dal minimo di ottobre dell'anno scorso e ora secondo le regole si trova di conseguenza ufficialmente in un bull market. Anche i nostri indicatori confermano la tendenza rialzista - il 58% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE é a 51.25 punti. Malgrado i dati positivi ci sono ancora molti analisti che prevedono a breve un crollo del mercato basandosi sui dati economici che mostrano l'inizio di una recessione. Come suggerito più volte nei nostri commenti questi pessimisti si sbagliano.
Nel futuro ci aspetta una crisi deflazionistica - prima però, nel periodo di passaggio dall'inflazione alla deflazione, i tassi d'interesse di mercato scenderanno e questo alimenterà il rialzo delle borse mondiali - lo scetticismo aiuterà il movimento. Ribadiamo la nostra previsione positiva per le azioni e confermiamo l'obiettivo a 5000 punti di S&P500.
A breve gli oscillatori di corto termine segnalano la vicinanza di un massimo intermedio. Settimana prossima avremo le riunioni dei responsabili di due importanti Banche Centrali: mercoledì 14 la FED e giovedì 15 la BCE comunicheranno le loro valutazioni economiche e le loro decisioni in materia di politica monetaria. Venerdì 16 ci sarà infine la grande scadenza trimestrale dei derivati (futures e opzioni) - spesso in questa occasione le borse segnano un massimo o un minimo di periodo. Tutti questi fattori convergono e ci inducono a prevedere che a corto termine verso la metà di settimana prossima l'S&P500 raggiungerà un massimo significatico sui 4340-4360 punti. In seguito dovrebbe verificarsi una correzione minore necessaria per assorbire gli eccessi (ipercomperato, eccesso di rialzo e di ottimismo). Considerando la tendenza di base rialzista é però probabile che questa sarà solo una correzione minore di breve durata (3-7 giorni) e di portata limitata (-3%/-5%). In seguito le borse dovrebbero ripartire al rialzo - vi ricordiamo che l'S&P500 dovrebbe salire senza correzioni importanti di medio termine fino al prossimo obiettivo intermedio a 4500-4600 punti.
Da due settimane le borse europee stanno sottoperformando l'America e marciano sul posto. Crediamo che questo effetto debba perdurare. In Europa l'inflazione sembra più persistente mentre il rallentamento economico, specialmente in Germania, potrebbe essere peggiore di quello americano. Sembra quindi che, giustamente, gli investitori preferiscano la borsa americana malgrado le ricche valutazioni fondamentali. L'indebolimento dell'USD dovrebbe ulteriormente favorire le società e le azioni americane.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.78% a 4289 punti
SX7E (banche)          +0.06% a 103.00 punti
DAX                         -0.42% a 16051 punti
SMI                          -1.65% a 11254 punti
FTSE MIB                  +0.35% a 27162 punti
S&P500                     +0.39% a 4298.86 punti
Nasdaq100                -0.12% a 14546 punti

È stata una settimana noiosa con modesti movimenti giornalieri degli indici azionari (S&P500 -0.20%, +0.24%, -0.38%, +0.62%, 0.11%). Gli investitori sono andati alla ricerca di settori "rimasti indietro" e ancora una volta ad approfittarne é stato il Russell2000 (performance settimanale +1.90%) con l'ovvia conseguenza che gli indicatori di partecipazione sono nuovamente migliorati. Un'altra prevedibile ripercussione é stato il calo della volatilità VIX a 13.83 punti - negli ultimi giorni il DSI é sceso più volte sotto i 10 punti - é quindi probabile che settimana prossima ci sia una reazione e un'impennata della VIX che dovrebbe corrispondere ad alcuni giorni di S&P500 in sensibile calo. Ripetiamo però che questi contraccolpi dovrebbero essere di breve durata - dopo l'attesa correzione intermedia di corto termine il rialzo dell'S&P500 riprenderà vigore e la VIX scenderà nei prossimi mesi verso i 10 punti.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 4304 punti. All'inizio é salito sullo slancio fino a 4322 punti. Poi é sceso a balzi irregolari fino a metà seduta quando ha toccato i 4291 punti. Dopo un doppio minimo l'indice é risalito fino ai 4308 punti e si é sgonfiato sul finale chiudendo a 4298.86 punti (+0.11%). La tecnologia ha seguito (Nasdaq100 +0.30%). La seduta al NYSE é stata negativa (a causa di prese di beneficio sul Russelll2000 (-0.80%)) con A/D a 2732 su 5179, NH/NL a 711 su 239 e volume relativo a 0.9. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.50 mentre il Fear&Greed Index si é fermato a 77 punti (+1) - questi dati sul sentiment segnalano a corto termine un certo eccesso di ottimismo e di speculazione al rialzo. Per logica questi eccessi devono essere eliminati tramite una sana correzione minore.
I Summation Index continuano a salire.
Nel complesso il rialzo delle borse é tecnicamente sano ed é destinato a proseguire. Lo scenario generale continua a svilupparsi a grandi linee secondo le nostre previsioni. Siamo long azioni e a corto termine favoriamo la borsa americana che dovrebbe essere sostenuta da un indebolimento dell'USD. Ci aspettiamo che l'USD Index tenti nelle prossime settimane di rompere il supporto a 100 punti. Il supporto é robusto e quindi saranno necessari alcuni tentativi (con relativi rimbalzi tecnici), prima della rottura definitiva al ribasso.
Nei prossimi mesi i tassi d'interesse di mercato dovrebbero scendere - vediamo una potenziale interessante sui Bonds americani e abbiamo una significativa posizione long in USTB ventennali.

Commento del 3-4 giugno

L'America riparte, come previsto, al rialzo - non bisogna guardare l'economia con il retrovisore

Riassunto: Le borse sono proiettate nel futuro ed ignorano i dati economici che riflettono il passato. L'inflazione sembra sotto controllo malgrado che la BCE di Lagarde continua ad alzare i tassi d'interesse e combatte una battaglia inutile. Nonostante che molti analisti prevedano un crollo delle borse pensando che il mondo é sull'orlo di una pesante recessione, gli indici azionari si limitano a fare delle correzioni minori ed intermedie seguite da ulteriori nuovi massimi marginali di periodo. Gli indicatori tecnici sono misti, in buona parte neutrali e contraddittori - a seconda della scelta degli indicatori si può giustificare qualsiasi scenario per il futuro.
Noi seguiamo fedelmente il nostro scenario di base che questa settimana ha ottenuto un'ulteriore conferma con una rottura al rialzo dell'S&P500 (+1.45% a 4288.37 punti) su un nuovo massimo annuale a 4290 punti. Interessante é che questa rottura al rialzo é avvenuta con un miglioramento dei dati sulla partecipazione mentre gli indici azionari non sono né ipercomperati né in eccesso di rialzo. È quindi probabile che questo movimento possa continuare senza correzioni significative fino a circa 4500-4600 punti di S&P500. Le borse europee saranno costrette, volenti o nolenti, a seguire.
Mentre la borsa americana nelle ultime tre settimane ha fatto progressi, quelle europee hanno marciato sul posto. L'Eurostoxx50 é passato da 4317 a 4323 punti. A questo riguardo c'é poco da dire - anche l'Europa sembra alla fine di un periodo di consolidamento.
Siamo invece delusi dal comportamento dell'EUR - il cambio EUR/USD é passato da 1.0850 a 1.0710. C'é stato quindi un lieve rafforzamento dell'USD mentre noi ci aspettavamo una sensibile perdita di valore da parte della moneta americana. Niente di drammatico ma la nostra teoria che il rialzo della borsa americana doveva essere accompagnato da una svalutazione dell'USD non é funzionata a dovere almeno nelle ultime tre settimane. Con USD forte é abbastanza logico che i metalli preziosi abbiano perso qualcosina ma la differenza in EUR é minima.
Nel complesso il rialzo delle borse fà fatica svilupparsi ma la tendenza é indiscutibile e nelle prossime settimane ci aspettiamo un ulteriore aumento dei prezzi delle azioni. Il rialzo non dovrebbe più limitarsi alla tecnologia ma coinvolgere il mercato nel suo complesso. I settori finora trascurati dovrebbero ritrovare i favori degli investitori come abbiamo già visto nella seduta di venerdì (Russell2000 +3.56%).

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.32% a 4323 punti
SX7E (banche)          +0.06% a 102.94 punti
DAX                         +0.42% a 16051 punti
SMI                          +0.08% a 11443 punti
FTSE MIB                  +1.33% a 27068 punti
S&P500                     +1.83% a 4282.37 punti
Nasdaq100                +1.73% a 14546 punti

La seduta di venerdì é stata ottima. Da una parte ha confermato la rottura al rialzo dell'S&P500, dall'altra ha salvato il bilancio settimanale delle borse europee che fino a quel punto era decisamente in rosso. I dati sul mercato del lavoro americano delle 14.30 hanno messo le ali ai mercati azionari che già erano ben disposti dopo l'accordo negli Stati Uniti sull'innalzamento del tetto del debito.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4254 punti, é sceso fino a 4245 punti e poi é salito regolarmente fino al nuovo massimo annuale a 4290 punti. Una pausa sul finale ha obbligato l'S&P500 ad un ritracciamento fino ai 4282.37 punti (+1.45%). Tutti i settori hanno partecipato al rialzo con un evidente passaggio di testimone dalla tecnologia (Nasdaq100 +0.73%) alle PMI (Russell2000 +3.56%) e alle banche regionali (KRE +6.16%).
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6389 su 1654, NH/NL a 1008 su 169 e volume relativo a 1.05. I Summation Index continuano a salire. La volatilità VIX é scesa a 14.60 punti (-1.05) - vi ricordate cosa vi abbiamo detto quando la VIX lottava sul supporto a 18 punti? La rottura al ribasso é stata in effetti definitiva con un obiettivo finale per la VIX sui 10 punti.
I dati sul sentiment a corto termine mostrano un certo eccesso di ottimismo (CBOE Equity put/call ratio a 0.52, Fear&Greed Index a 65 punti (-2)) e quindi all'inizio di settimana prossima potrebbe esserci una breve correzione fino a chiudere il gap a 4221 punti. Questo gap sembra però un'accelerazione (o una continuazione) e quindi potrebbe non venir colmato. Un'eventuale ritracciamento costituisce un'occasione d'acquisto in preparazione del rally estivo che verrà alimentato da liquidità e scetticismo. Chi é short o sottoinvestito sarà obbligato a comperare - dalle statistiche sembra che questo gruppo sia ancora folto.
Restiamo long azioni con decisione e convinzione. Abbiamo anche posizioni long su obbligazioni americane convinti che i tassi d'interesse di mercato debbano tornare a scendere alimentando il rialzo delle borse. Restiamo positivi per i metalli preziosi (oro, argento) e negativi sull'USD contro EUR.

Commento del 13-14 maggio

Meglio andare in vacanza mentre aspettiamo che la situazione si sblocchi

Riassunto: Questa settimana ho deciso di non annoiarvi con un'insipida analisi che non sarebbe in grado di aggiungere nulla di nuovo a quanto scritto nelle ultime settimane. L'S&P500 (-0.16% a 4124.08 punti) all'inizio di aprile ha superato i 4100 punti e da quel momento si é limitato ad oscillare intorno a questo valore in un range di circa 130 punti (4050-4180 punti). La tecnologia ha nel frattempo sovraperformato mentre la crisi delle banche regionali americane ha pesato sugli indici settoriali e in particolare sul Russell2000. Gli indicatori tecnici sono misti e tendenzialmente neutri. Nessuno é in grado di prevedere sulla base dell'analisi tecnica in quale direzione si muoveranno gli indici azionari e di consegeunza se avremo una rottura al rialzo o al ribasso.
Notiamo unicamente un diffuso pessimismo tra gli investitori che restano ancora sottoinvestiti. Siamo convinti che questo fatto presto o tardi alimenterà il rialzo. Malgrado parecchie notizie negative il mercato azionario non cede e non corregge - consideriamo questo comportamento come un segnale di forza.
Noi sulla base di riflessioni di tipo forndamentale restiamo decisamente rialzisti - lo scenario macroeconomico si sta sviluppando secondo le nostre attese (prezzi dell'energia (petrolio WTI a 70.04 USD/barile) e dati sull'inflazione in calo) e quindi non vediamo per ora ragioni per cambiare la nostra politica d'investimento.

Parto tre settimane in vacanza - direi che il momento é ideale visto che l'attuale fase di incertezza potrebbe durare ancora parecchio tempo. Il prossimo commento tecnico verrà pubblicato domenica 4 giugno.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.52% a 4317 punti
SX7E (banche)          +0.90% a 102.30 punti
DAX                         -0.30% a 15913 punti
SMI                          +0.09% a 11564 punti
FTSE MIB                  -0.00% a 27347 punti
S&P500                     -0.29% a 4124.08 punti
Nasdaq100                +0.61% a 13340 punti


Commento del 6-7 maggio

La borsa americana é ancora in un pantano ma l'uscita sarà al rialzo

Riassunto: Questa settimana sia la FED americana che la BCE europea hanno alzato i tassi d'interesse di riferimento del +0.25%. In America, dopo 9 aumenti del costo del denaro in 14 mesi, il tasso di riferimento dei FED Funds é arrivato a 5%-5.25%. Questo rapido aumento ha messo in crisi molte banche regionali americane che usavano i depositi dei clienti (soldi a corto termine) per finanziare crediti (p.e. ipoteche) o investimenti (obbligazioni a 10-30 anni) a lungo termine. Il deflusso dei soldi dei clienti verso i Money Market Funds, che offrono un reddito tra il 5% ed il 5.5%, ha destabilizzato i bilanci e provocato delle crisi di liquidità. Se le banche vendono le obbligazioni a lungo termine in bilancio per compensare i deflussi realizzano delle pesanti perdite che erodono il capitale proprio. Un management non all'altezza del compito, una manchevole gestione delle risorse finanziarie e la mancanza di disciplina di bilancio sta facendo fallire numerose banche regionali. Malgrado questi gravi problemi nel sistema finanziario americano, che questa settimana hanno messo pressione sui prezzi delle azioni delle banche sia in America che in Europa, gli indici azionari traballano ma non cedono. Un rally venerdì (S&P500 +1.85% a 4136.25 punti, Eurostoxx50 +1.25% a 4340 punti) ha permesso alla borsa americana di contenere le perdite (S&P500 performance settimanale -0.80%). In Europa invece il quadro é misto (Eurostoxx50 in perdita, DAX / SMI e FTSE MIB in guadagno) dove le differenze tra i vari indici é costituita per la maggior parte dal peso del settore finanziario.
In questa settimana gli indicatori sono rimasti pressoché invariati - la tendenza di fondo della borsa americana é formalmente debolmente al ribasso con il 45.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 43.83. Il Summation Index sul NYSE é in calo, quello sul Nasdaq sale di poco. La divergenza a livello di partecipazione, segnalata nelle scorse settimane, permane. Sono soprattutto alcuni grandi nomi nel settore tecnologico a guadagnare terreno e stabilizzare gli indici. Mentre il Nasdaq quest'anno guadagna il +16.90% il Russell2000 perde il -0.16% - la differenza é clamorosa e spiega la debolezza tecnica riscontrata nei rapporti A/D e NH/NL.
L'inflazione sta diminuendo mentre le economie occidentali sono sull'orlo di una recessione. Le Banche Centrali hanno segnalato l'intenzione di voler fare una pausa e attendere lo sviluppo della situazione prima di procedere eventualmente a ulteriori aumenti del costo del denaro. Gl investitori si aspettano che nel futuro i tassi d'interesse di riferimento tornino a scendere e questo spiega la differenza di rendimento tra l'USTBills a 1 mese (5.59%) e l'USTBond decennale (3.44% - invariato rispetto a settimana scorsa). Noi crediamo che basti questa pausa per dirigere nuovamente la liquidità sui mercati azionari e alimentare il rialzo delle borse.
A breve la borsa americana sembra ancora bloccata. I grandi nomi della tecnologia hanno già corso troppo e per ora non sembra che il resto del listino possegga la necessaria forza per spedire gli indici decisamente in alto. Temiamo che la fase di consolidamento dell'S&P500 tra i 4050 ed i 4200 punti possa durare ancora delle settimane. Attendiamo un evento in grado di sbloccare la situazione ed obbligare i molti pessimisti a saltare sul carro in corsa. A corto termine gli indicatori di sentiment sono misti - il CBOE Equity put/call ratio (0.69) é da giorni un pò troppo alto (pessimismo) mentre il Fear&Greed Index (59 punti, +6) segnala un certo ottimismo. Gli investitori istituzionali sono però sottoinvestiti e presto o tardo questa situazione deve essere corretta.
In generale notiamo che ci sono parecchi eventi negativi e notizie preoccupanti - questo flusso negativo non é però in grado di mettere le borse in ginocchio - questo é un segnale di forza. Da inizio anno gli indici azionari sono in guadagno - molti investitori che aspettano ancora un crollo delle borse dovranno presto o tardi ricredersi e saranno obbligati a comperare. Improvvisamente avremo un'accelerazione al rialzo. Consigliamo di restare completamente investiti in azioni rispettando i profili d'investimento. La debolezza dell'USD contro EUR e CHF deve essere assicurata con operazioni a termine.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.42% a 4340 punti
SX7E (banche)          -1.19% a 102.30 punti
DAX                         +0.24% a 15961 punti
SMI                          +1.02% a 11554 punti
FTSE MIB                  +1.00% a 27348 punti
S&P500                     -0.80% a 4136.25 punti
Nasdaq100                +0.09% a 13259 punti

La crisi delle banche regionali americane ha provocato quattro sedute consecutive di ribasso (S&P500 -0.04%, -1.16%, -0.70%, -0.72%). Venerdì, in mancanza di ulteriori notizie negative, c'é stato l'atteso ovvio rimbalzo da ipervenduto. L'S&P500 ha aperto in gap up a 4104 punti, é salito a 4124 punti, é ridisceso a metà seduta a 4114 punti per poi salire costantemente sul massimo a 4147 punti. Dopo le 21 l'indice é scivolato fino alla chiusura a 4136.25 punti (+1.85%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6459 su 1578, NH/NL a 559 su 417 e volume relativo a 1.0. Il rialzo ha goduto di buona partecipazione (Nasdaq100 +2.13%, RUT +2.39%, DJT +2.13%). La volatilità VIX é caduta a 17.19 punti (-2.90). Questo rapido cambiamento d'umore insieme al calo nell'ultima ora di contrattazioni ci inducono a credere che questa spinta di rialzo é soprattutto un rimbalzo tecnico con aspetti speculativi. Crediamo che settimana prossima l'S&P500 debba ancora ridiscendere fino a 4082 punti per chiudere il gap. Poi dovrebbe partire la prossima sostenibile spinta di rialzo a medio termine con obiettivo a 4500-4600 punti di S&P500. Non siamo sicuri che deve ancora esserci questo ritracciamento che deve essere considerato come una continuazione della fase di consolidamento. Il rialzo potrebbe ripartire subito specialmente se lunedì l'S&P500 riesce a superare con slancio i 4150 punti.
Il rialzo secondo noi non é in discussione - é solo l'uscita da questa fase di stallo che non é ancora chiara.

Commento del 29-30 aprile

Un rialzo apparentemente senza logica alimentato da liquidità e scetticismo - seguiamo il trend

Riassunto: Domenica scorsa pensavamo che l'S&P500 potesse salire sui 4150-4170 punti e poi avere ancora un vuoto d'aria di un'ottantina di punti prima di riprendere il rialzo. È successo il contrario - l'S&P500 é sceso fino a mercoledì a 4050 punti ed é salito giovedì e venerdì chiudendo la settimana sul massimo a 4169.48 punti (+0.83%) con un guadagno totale di 36 punti. Il risultato non cambia - il consolidamento é alla fine e il prossimo movimento dovrebbe essere un'ulteriore sostanziale spinta di rialzo di circa 400 punti. Molti analisti e investitori sono perplessi e sono scettici - in effetti molti dati economici suggeriscono che l'economia americana sta entrando in recessione. Considerando il difficile momento economico e il fatto che le Banche Centrali stanno ancora alzando i tassi d'interesse di riferimento per combattere l'inflazione sembra illogico che le borse possano continuare a guadagnare terreno. Molti analisti tecnici sottolineano la fragilità del movimento che dipende da pochi titoli di peso nel campo della tecnologia (AGMAF). La curva dei tassi d'interesse di mercato invertita mostra però chiaramente l'opinione della maggioranza degli investitori - le Banche Centrali dovranno presto o tardi cambiare politica monetaria e tornare ad essere espansive anche perché i deficit degli Stati devono essere rifinanziati. Inoltre si sta verificando un interessante effetto - le imprese stanno utilizzando la scusa dell'inflazione per alzare, in parte arbitrariamente, i prezzi e mantenere in questa maniera margini e profitti. A perderci sono le economie domestiche i cui redditi diminuiscono in termini reali poiché gli aumenti di salario sono inferiori agli incrementi dei prezzi al consumo.
Questa costellazione, almeno per parecchi mesi, favorisce un rialzo delle borse. L'analisi mostra che molti investitori hanno troppe poche azioni in portafoglio e saranno obbligati e comperare ed inseguire il rialzo provocando un'accelerazione del movimento.
La partecipazione al rialzo (NH/NL, volumi) é in questo momento modesta ed questo é un motivo di preoccupazione. Molti analisti tecnici parlano di divergenze negative. Noi grazie al fatto che da anni seguiamo i mercati finanziari, sappiamo che questo problema può essere superato senza danni. La partecipazione può migliorare mano a mano che gli indici salgono. Per il momento i segnalì tecnici sono misti e molti indicatori sono in territorio neutro - il 45.7% dei titoli USA é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 46.97 punti. I Summation Index stanno leggermente salendo. L'analisi tecnica offre buoni argomenti sia ai rialzisti che ai ribassisti a seconda del peso che si vuole dare ai singoli indicatori. Noi propendiamo decisamente per una prosecuzione dei rialzo grazie a tassi 'interesse di mercato tendenzialmente in calo (reddito dell'USTBond decennale a 3.44%). Due fattori sostengono la nostra previsione. Da metà marzo le borse non correggono più e ogni ritracciamento viene comperato - questo é un comportamento bullish. Inoltre le borse europee passano da un nuovo massimo annuale marginale al successivo - i progressi sono modesti ma regolari - il DAX é arrivato a 15922 punti (+0.77%) e si avvicina lentamente al record storico (!) di 16290 punti. L'Eurostoxx50 e il FTSE MIB questa settimana hanno invece fatto un passo indietro a causa della debolezza del settore bancario (SX7E a 103.54 punti, -1.97%) - l'effetto negativo dovrebbe essere temporaneo.
Tra l'altro anche i mercati emergenti mandano segnali costruttivi - consigliamo investimenti in Cina e in Brasile.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.12% a 4359 punti
SX7E (banche)          -3.89% a 103.54 punti
DAX                         +0.26% a 15922 punti
SMI                          -0.20% a 11437 punti
FTSE MIB                  -2.41% a 27077 punti
S&P500                     +0.87% a 4169.48 punti
Nasdaq100                +1.89% a 13246 punti

Come accennato nell'introduzione la settimana é iniziata male. Invece che con un tentativo di superare la resistenza a 4150-4170 punti di S&P500 la borsa americana é scesa fino a mercoledì quando l'indice ha toccato i 4050 punti. Molti "orsi" erano a questo punto convinti che finalmente ci sarebbe stata una rottura al ribasso sotto la linea di trend e un ritorno del bear market. Invece il mercato si é ripreso in maniera spettacolare. Giovedì (S&P500 +1.96%) e venerdì (S&P500 +0.83%) gli acquisti sono stai costanti e le borse hanno terminato la settimana sui massimi. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5788 su 2205, NH/NL a 574 (pochi !?) su 547 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é caduta a 15.78 punti (-1.25). La VIX é scesa decisamente sotto il vecchio supporto a 18 punti e ora Il DSI  é basso - a breve potrebbe quindi esserci un rimbalzo della VIX con un prolungamento del consolidamento dell'S&P500 sotto i 4170 punti di alcuni giorni - questa però é solo un'ipotesi riguardante l'inizio della prossima settimana - a maggio prevediamo una ripresa del rialzo, un veloce superamento della barriera a 4200 punti e un'accelerazione a 4500-4600 punti. Su questo livello l'S&P500 dovrebbe essere nuovamente ipercomperato a medio termine e quindi potrebbe verificarsi la prossima significativa correzione.
Lunedì 1. maggio le borse europee (con Cina e Brasile) saranno chiuse in occasione della festa del lavoro. Negli Stati Uniti é invece un giorno feriale e Wall Street sarà normalmente operativa.
Vi ricordiamo che siamo long EUR contro USD (ripettivamente assicuriamo le posizioni in USD su EUR/CHF) poiché riteniamo che il differenziale dei tassi d'interesse e l'inflazione si muoveranno in favore della moneta europea. Per fine giugno il nostro obiettivo per il cambio EUR/USD (1.1015) e a 1.15. Siamo convinti che il rialzo della borsa americana debba svolgersi a pari passo con un indebolimento dell'USD. Se come pensiamo l'S&P500 quest'anno salirà a 5000 punti (obiettivo) é probabile che anche il cambio EUR/USD possa dirigersi verso gli 1.20-1.25 (valore indicativo).

Commento del 22-23 aprile

Consolidamento in America - lento e costante rialzo in Europa

Riassunto: Il 31 marzo l'S&P500 (+0.09% a 4133.52 punti), che nella correzione di marzo era quasi caduto fino a 3800 punti, aveva nuovamente superato i 4100 punti. Nelle ultime tre settimane é successo poco o niente. L'indice si é mosso tra i 4070 ed i 4170 - un range di consolidamento di un centinaio di punti. Questa pausa é comprensibile - al mercato mancano gli stimoli visto che a livello di tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 3.57%) e cambi (EUR/USD a 1.0990) non succede più niente. L'inflazione diminuisce pur restando troppo alta e l'economia rallenta anche se gli indicatori economici non confermano ancora l'inizio di una recessione. Al momento sono gli utili delle imprese a muovere i prezzi delle azioni mentre il mercato nel suo complesso é senza tendenza - si può parlare di consolidamento. A dire il vero gli indicatori tecnici non convincono specialmente per quel che riguarda la partecipazione - i rapporti A/D cumulati non si espandono e i NH non aumentano. Gli investitori sono piuttosto ottimisti (Fear&Greed Index a 66 punti) senza però che appaia dell'euforia. In generale sembra che sono tutti convinti che il peggio é passato e che il minimo dell'ottobre dell'anno scorso sia definitivo. Mancano però forza tecnica e argomenti per far salire gli indici decisamente più in alto. A livello di oscillatori sembra che il mercato possa salire ancora per due o tre settimane prima che appaia il rischio di una seria correzione di medio termine. Insomma - dall'analisi tecnica arriva ancora luce verde anche se a breve il potenziale di rialzo sembra modesto.
Le borse europee riescono ancora a progredire - venerdì l'Eurostoxx50 (4408 punti, +0.54%) ha toccato un nuovo massimo a 52 settimane. La performance settimanale é però modesta. A breve anche dall'Europa non ci aspettiamo molto.
La tendenza di fondo della borsa americana é formalmente di poco al rialzo (43.3% delle azioni sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 50.19) ma i Summation Index hanno ricominciato a scendere. I prezzi delle prime correggono e sembra quindi che da questo fronte non possano a breve arrivare impulsi. Notiamo che i settori "forti" sono al momento quelli difensivi come consumi di base e farmaceutica - questa costellazione é tipica per un mercato "pauroso" e non di uno che si prepara ad un'accelerazione al rialzo.
Riassumendo manteniamo le nostre posizioni long azioni, long bond e short USD. Non vediamo rischi di forti correzioni o inversioni di tendenza. A breve però non appare abbastanza forza d'acquisto per permettere una ripresa dinamica del rialzo - al contrario é possibile che in certi settori ci siano delle prese di beneficio con la conseguenza che potrebbe esserci una modesta correzione minore di -2%/-3%.
Fino alle prossime riunioni della FED e della BCE del 3-4 maggio non pensiamo che gli indici azionari possano muoversi in maniera sostanziale. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.41% a 4408 punti
SX7E (banche)          +2.92% a 107.74 punti
DAX                         +0.47% a 15881 punti
SMI                          +1.04% a 11460 punti
FTSE MIB                  -0.45% a 27745 punti
S&P500                     -0.10% a 4133.52 punti
Nasdaq100                -0.60% a 13000 punti

È stata una settimana tranquilla durante la quale gli indici si sono mossi in pochi punti e i movimenti giornalieri sono rimasti contenuti in un range dell'1%. Anche venerdì abbiamo riscontrato questo andamento. L'S&P500 ha aperto a 4133 punti e si é mosso tra i 4113 ed i 4138 punti chiudendo praticamente invariato a 4133.52 punti (-0.10%). Gli indici azionari europei hanno invece chiuso sul massimo giornaliero,
La seduta al NYSE é stata formalmente negativa con A/D a 3710 su 4231 e NH/NL a 489 su 608. La buona performance di alcuni titoli di peso (p.e. Amazon +3.03%) ha permesso all'S&P500 e al Nasdaq100 (+0.11% a 13000 punti) di chiudere in guadagno. La volatilità VIX é scesa a 16.77 punti (-0.40) come conseguenza della lunga pausa intorno ai 4100 punti di S&P500 - da giorni il DSI é sui 15-18 punti e quindi é probabile che settimana prossima ci sia improvvisamente una seduta decisamente negativa. Pensiamo che l'S&P500 possa salire ancora un paio di sedute fino ai 4150-4170 prima di avere un vuoto d'aria di un'ottantina di punti. 
Non siamo in grado di dire quando il rialzo riprenderà in maniera dinamica. Aspettiamo lo sviluppo della situazione osservando le varie varianti - in particolare riteniamo che i redditi di mercato delle obbligazioni in USD debbano ulteriormente cadere prima che il mercato azionario possa uscire da questa fase di stasi.

Breve commento di venerdì 14 aprile - 16.00

Rialzo tranquillo e regolare con brevi correzioni intermedie

Questo fine settimana sono nuovamente assente. Mi sto godendo la "pensione". Parto per una settimana di vacanza a Palermo e dintorni e torno sabato prossimo. Di conseguenza pubblico ora un aggiornamento della situazione.

Anche questa settimana le borse hanno guadagnato terreno. Dai 4105 punti di giovedì prima di Pasqua l'S&P500 é salito agli attuali 4162 punti - nelle ultime 5 sedute ha guadagnato una sessantina di punti. Nel frattempo l'Eurostoxx50 sta sfiorando i 4400 punti con una performance settimanale che si avvicina al +2%.
Tra gli investitori regna lo scetticismo. Malgrado che l'umore dei traders (Fear&Greed Index a 68 punti) sia decisamente migliorato, i dati mostrano che gli investitori istituzionali sono sottoinvestiti. Nei social media molti analisti prevedono ancora un crollo delle borse basandosi sulla velenosa combinazione di tassi d'interesse di riferimento in aumento e rallentamento economico. Inoltre la borsa americana é fondamentalmente sopravvalutata (aspetto sul quale concordiamo anche se secondo noi é sul medio termine irrilevante). Sono invece i tassi d'interesse di mercato in calo e il fatto che la borsa stia tentando di anticipare il prossimo ciclo economico a spingere i mercati al rialzo. La liquidità é ancora abbondante.
A breve potrebbe ancora esserci una correzione intermedia. La pausa nella ultima decina di sedute sui 4100 punti di S&P500 ha permesso di assorbire parte degli eccessi ma a causa della spinta di giovedì (+1.33%) ed oggi (fino adesso) l'S&P500 é nuovamente in ipercomperato a corto termine. Inoltre come avevamo previsto la volatilità VIX é caduta sotto i 18.00 punti e si trova ora a 17.67 punti. Sullo slancio la VIX potrebbe scendere più in basso e l'S&P500 potrebbe raggiungere direttamente il prossimo obiettivo a 4200 punti. Poi però la VIX deve ritestare il vecchio supporto a 18 punti (e ora resistenza) e provocare un'altra correzione intermedia dell'S&P500.
Gli investitori possono ignorare queste oscillazioni che divertono e impegnano solo i traders. Non importa se c'é ora una correzione dai 4160 ai 4100-4120 punti o dai 4200 ai 4150 punti. L'importante é che la tendenza dominante resta saldamente rialzista e che in seguito vedremo salire gli indici azionari decisamente sopra i livelli attuali. Manteniamo un obiettivo a 5000 punti di S&P500 nei prossimi 6-9 mesi.
Restiamo long azioni americane ed europee, short USD e long obbligazioni in USD di lungo termine.

Breve commento del 7 aprile 12.00 - Pasqua

Nulla di nuovo - correzione minore come da copione

Riassunto: Una settimana fà le borse erano a breve termine ipercomperate e in eccesso di rialzo. Poiché la volatilità VIX (18.40 punti, -0.68) era sul supporto a 18 punti avevamo previsto che ci dovesse essere una correzione minore degli indici azionari assieme ad un rimbalzo della VIX dal supporto. Pensavamo che l'S&P500 (+0.36% a 4105.02 punti) dovesse scendere una sessantina di punti dai 4109 punti di venerdì 31 marzo prima di riprendere il rialzo e raggiungere il prossimo obiettivo a 4200 punti entro la metà del mese di aprile.
In effetti é stata una settimana tranquilla durante la quale gli indici azionari si sono mossi poco. L'S&P500 é sceso mercoledì e giovedì fino ai 4070 punti e poi ha recuperato terminando la settimana praticamente invariato (performance settimanale del -0.10%). Le borse europee hanno copiato quanto successo a Wall Street con risultati analoghi (Eurostoxx50 a 4309 punti, performance settimanale del -0.13%).
In America i dati congiunturali mostrano che l'economia americana é sull'orlo di una recessione. I mercati obbligazionari hanno reagito secondo logica - il reddito dell'USTBond decennale é sceso al 3.30%. Le borse sembrano invece indifferenti ai rischi di recessione. Molti analisti ed investitori pensano che le borse debbano reagire negativamente e prevedono l'inizio di una fase di ribasso rispettivamente il ritorno del Bear Market. Le banche svizzere con cui collaboriamo invitano alla prudenza e hanno ridotto la percentuale di azioni nei portafogli sotto gestione. Pensiamo che molti investitori istituzionali siano sottoinvestiti.
Noi siamo invece convinti che le borse si preparano già al prossimo ciclo economico che sarà nuovamente contraddistinto da una politica monetaria espansiva. Di conseguenza riteniamo che il rialzo delle borse debba continuare senza sostanziali pause o forti cedimenti grazie alla liquidità e allo scetticismo. Molti investitori saranno obbligati ad inseguire un mercato azionario al rialzo che si rifiuta evidentemente di correggere (con il termine correzione definiamo normalmente un calo di almento il -5%). Finora lo sviluppo degli indicatori sembra darci ragione. La partecipazione migliora e non vediamo nessuna divergenza che potrebbe suggerire un rischio di ribasso. La nostra opinione tecnica é invariata rispetto a una settimana fà - l'unica differenza é che questa pausa di 4 giorni ha permesso di assorbire buona parte degli eccessi.

Venerdì 7 aprile alle 14.30, a mercati chiusi, verrà pubblicato il rapporto sul mercato del lavoro americano a marzo. Il dato potrebbe scuotere il mercato e noi abbiamo preferito scrivere questo breve commento prima di conoscere le cifre. Questo per la semplice ragione che lunedì potrebbe esserci un breve vuoto d'aria fino ai 4050 punti di S&P500 ma di base la tendenza rialzista non é a rischio. Se i mercati azionari, all'inizio di settimana prossima, facessero un tuffo, avremmo solo un'altra occasione d'acquisto.
Restiamo pienamente investiti in azioni, short USD e long USTBond ventennali.

Oggi venerdì Santo i mercati finanziari in Europa e in America sono chiusi. Lunedì di Pasqua invece la borsa americana sarà aperta normalmente - solo in Europa i mercati saranno ancora chiusi.
Buona Pasqua a tutti.

Commento del 1-2 aprile

Mercati in ebollizione - borse europee a caccia dei massimi del 2021 - attenti alla VIX

Riassunto: Una settimana fà la crisi bancaria era al suo apice - dopo che l'UBS, col sostegno del governo svizzero, aveva rilevato il Credito Svizzero salvandolo dal fallimento sembrava che Deutsche Bank fosse il prossimo Istituto bancario europeo a barcollare. Noi avevamo definito questa crisi una tempesta in un bicchiere d'acqua che sarebbe finita nell'arco di qualche giorno. Eravamo rimasti positivi ed investiti sui mercati azionari soprattutto considerando il fatto che lo scenario macroeconomico si stava sviluppando secondo le nostre attese. Eravamo convinti che pessimismo e liquidità avebbero permesso agli indici azionari americani ed europei di riprendere rapidamente il rialzo ed avevamo ignorato i grafici e gli indicatori di base che mostravano come le borse fossero ancora in difficoltà.
Abbiamo avuto ragione. Lunedì (S&P500 +0.16%) e martedì (S&P500 -0.16%) le borse hanno ancora marciato sul posto ma poi, visto che la "crisi bancaria" non mieteva nuove vittime, i rialzisti hanno preso decisamente l'iniziativa (S&P500 +1,42%, +0.57% e +1.68% a 4109.31 punti) permettendo agli indici azionari europei di avvicinare i massimi del 2021 - nel caso del DAX stiamo parlando del massimo storico (16290 punti). Il rialzo ha coinvolto tutti i settori e le performance settimanali, complice la chiusura mensile, sono state, come potete constatare dalle cifre sottostanti, eccezzionali. I gestori patrimoniali sono stati costretti a comperare poiché per la fine del trimestre non potevano mostrare ai loro clienti un sottoinvestimento in azioni.
Gli indicatori stanno ovviamente migliorando. I Summation Index da martedì stanno salendo ed anche i nostri indicatori di base sul mercato americano, pur non essendo ancora per definizione rialzisti (solo il 38.2% dei titoli USA sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 45.07) sono decisamente migliorati.
Questa accelerazione al rialzo ha provocato a breve una leggera situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo che deve essere riassorbita. Da un punto di vista tecnico é interessante la situazione della volatilità VIX (18.70 punti -0.32). Come vedete sul grafico la VIX é arrivata su un evidente supporto e il folto gruppo di investitori pessimisti, che ancora difendono la tesi del ribasso (bear market), sono convinti che da questo supporto la VIX deve risalire innescando una possente spinta di ribasso. Nessuno sembra prendere in considerazione la possibilità che il supporto sui 18 punti venga rotto facendo scendere la VIX nelle prossime settimane sui livelli di metà 2021 (14 punti). A corto termine il DSI sulla VIX é talmente basso che effettivamente dovrebbe esserci un rimbalzo in concomitanza con un consolidamento o una breve correzione minore sull'S&P500. Noi pensiamo di conseguenza che all'inizio di settimana prossima l'S&P500 debba scendere una sessantina di punti per chiudere i gaps e assorbire gli eccessi. Crediamo però che successivamente il rialzo delle borse debba riprendere e che la VIX debba definitivamente e decisamente cadere sotto i 18 punti. A questo punto buona parte dei pessimisti saranno obbligati a saltare sul carro in corsa facendo accelerare il movimento - il prossimo obiettivo sull'S&P500 a 4200 punti dovrebbe essere raggiunto velocemente vale a dire entro metà mese.
Ulteriori guadagni della borsa americana provocheranno una continuazione del rialzo in Europa con numerosi indici guida che toccheranno dei nuovi massimi di periodo o addirittura storici. Anche questo fattore dovrebbe alimentare il rialzo visto che nessuno a questo punto potrà negare l'evidente esistenza di un trend positivo. Nuovi massimi sono una evidente conferma della validità di una tendenza.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.46% a 4315 punti
SX7E (banche)          +6.26% a 101.95 punti
DAX                         +4.49% a 15628 punti
SMI                          +4.44% a 11106 punti
FTSE MIB                  +4.72% a 27114 punti
S&P500                     +3.48% a 4109.31 punti
Nasdaq100                +3.24% a 13181 punti

Venerdì a New York abbiamo avuto un'ottima seduta (S&P500 +1.44% a 4109.31 punti). Non avendo notato nessuna notizia di particolare interesse riteniamo che questo rally sia stata una conseguenza della chiusura trimestrale - era nell'interesse di molti che gli indici azionari chiudessero su alti livelli e i shortisti in difficoltà sono stati costretti a chiudere le posizioni. Questo spiega anche il balzo di 13 punti dell'S&P500 negli ultimi minuti di contrattazioni.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4064 punti e al contrario del giorno precedente il gap non é stato chiuso. L'indice é salito fino a metà seduta a 4090 punti. Ha consolidato un paio d'ore sui 4082-4090 punti, é balzato sopra i 4100 punti, ha ritracciato nuovamente fino ai 4096 punti e sul finale si é impennato fino al massimo giornaliero a 4109.31 punti (+1.44%). Il rialzo é stato trascinato da tutti i  settori (DJT +2.19%, Nasdaq100 +1.68%, RUT +1.93% a 1802 punti!). La seduta é stata positiva con A/D a 6357 su 1643, NH/NL a 616 su 253 e volume relativo a 1.0. Notiamo l'evaporazione dei NL con la relativa sparizione della pressione di vendita. A livello settoriale sorprende in bene la forza dei consumi ciclici che riprendono il testimone dalla tecnologia. La buona performance del settore bancario, anche in Europa, suggerisce che la crisi é superata.
Il sentiment migliora (VIX a 18.70 punti, CBOE Equity put/call ratio a 0.59, Fear&Greed Index a 49 punti) ma lo scetticismo non sparisce. Molti sono ancora gli "esperti" che prevedono un crollo delle borse quando avremo i primi dati a conferma di una recessione. Nessuna si immagina che le borse possano salire malgrado un rallentamento della congiuntura. Gli investitori temono soprattutto l'inflazione e una politica restrittiva da parte delle Banche Centrali. Ora che i prezzi al consumo, specialmente nel comparto energia, sono in netto calo, la borsa si orienterà al prossimo ciclo economico.
Questa settimana i tassi d'interesse di mercato (USTB decennale a 3.48%, Bund decennale a 2.28%) sono rimasti fermi e anche i cambi si sono mossi poco (EUR/USD a 1.0840). Nel prossimo futuro però la debolezza dell'USD dovrebbe accentuarsi mentre i tassi d'interesse dovrebbero lentamente continuare a calare.
Restiamo decisamente rialzisti sui mercati azionari europei ed americano. Siamo investiti in obbligazioni a lungo termine.
Ancora quest'anno l'S&P500 dovrebbe raggiungere i 5000 punti. I maggiori indici azionari europei dovrebbero avere una performance simile aggiustata dal cambio. Questo significa che se l'S&P500 guadagnerà circa il +20% mentre il cambio EUR/USD salirà di un +6% (obiettivo a 1.15), l'Eurostoxx50 dovrebbe avere una performance di circa il +14%. Tenete conto di questo effetto e adattate la politica d'investimento alla vostra moneta di riferimento.
 
Breve commento del 25-26 marzo

Malgrado la debolezza del settore bancario e un clima da crisi finanziaria gli indici azionari salgono

Commento: Anche questo fine settimana sono assente e di conseguenza il commento odierno é sommario ed ridotto all'essenziale.
Domenica scorsa il governo ha salvato il Credito Svizzero obbligando praticamente l'USB ad assorbirlo. Le perdite per gli azionisti sono pesanti - la banca é stata venduta ad un prezzo di circa 3 Mia di CHF (contro un valore patrimoniale teorico di circa 35-40 Mia) mentre chi possedeva i CoCo Bonds ha visto azzerare il suo investimento di 16 Mia di CHF. Questa banca sistemica non é però fallita e sono stati evitati gravi problemi al sistema finanziario mondiale.
Mercoledì la FED ha nuovamente alzato i tassi d'interesse di riferimento sull'USD di +0.25%. Il mercato obbligazionario é rimasto indifferente - il reddito dell'USTB decennale resta fermo al 3.38% malgrado che il tasso di riferimento dei FED Funds sia ora del 5%. Probabilmente la FED nell'ultimo anno ha alzato i tassi d'interesse troppo velocemente e in maniera radicale creando gli scompensi che ora appaiono nel sistema bancario e nel mercato immobiliare. Gli investitori scommettono su una recessione che obbligherà nei prossimi mesi le Banche Centrali a seguire nuovamente una politica monetaria decisamente espansiva.
In Europa gli speculatori stanno cercando il prossimo Credito Svizzero e ora attaccano la Deutsche Bank (-8.53%). La nostra opinione é che questa crisi dovrebbe presto rientrare poiché il problema sembra circoscritto ad alcune banche, tipo Silicon Valley Bank o Credit Suisse, che erano mal condotte e nel passato hanno fatto gravi errori. Superata questa fase di incertezza il rialzo delle borse dovrebbe riprendere con vigore. Nei social media molti analisti si affannano a prevedere una ripetizione della crisi bancaria del 2008 e propagano scenari apocalittici - siamo convinti che si sbagliano poiché attualmente abbiamo a che fare unicamente con una crisi di fiducia e liquidità - entrambi i problemi possono essere facilmente combattuti dai Governi e dalle Banche Centrali.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.61% a 4130 punti
SX7E (banche)          -2.65% a 95.94 punti
DAX                         +1.28% a 14957 punti
SMI                          +0.19% a 10634 punti
FTSE MIB                  +1.56% a 25892 punti
S&P500                     +1.39% a 3970.99 punti
Nasdaq100                +1.98% a 12767 punti

Mentre nei commenti di borsa prevalgono i tono drammatici che si parla di crolli e di rischi di recessione la realtà mostra che questa settimana gli indici azionari si sono opposti con efficacia ad una serie di notizie negative e hanno guadagnato terreno. Negli indicatori di sentiment prevale il pessimismo (VIX a 21.74 punti (-0.87), CBOE Equity put call ratio a 0.73 (con valori molto alti sugli Index put/call ratio), Fear&greed Index a 33 punti (-1)). Per assurdo questo generale scetticismo alimenta il rialzo poiché molti bears sono obbligati dalla situazione a coprire le posizioni ribassiste.
Il mercato non é in ottima forma - molti grafici sono ribassisti, i nostri dati di base sono negativi (solo il 22.3% dei titoli USA sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE a 34.84) e per ora pochi settori sono veramente in un solido trend rialzista (p.e. tecnologia).
Con soddisfazione vediamo però che il nostro scenario macroeconomico di delinea come atteso (tassi d'interesse in calo, USD debole, fiammate rialziste su metalli e metalli preziosi) e le borse assorbono senza danni la pressione di vendita proveniente dal settore bancario. Venerdì l'indice delle banche europee ha ancora subito un crollo (SX7E -4.61%) e la performance settimanale é negativa (-2.65%). I maggiori indici azionari europei hanno però durante la settimana guadagnato terreno e venerdì la seduta a New York é stata decisamente positiva. Malgrado i segnali di debolezza provenienti dall'Europa (Eurostoxx50 -1.82%), dopo le 17.00 i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni e l'S&P500 ha chiuso sul massimo giornaliero a 3971 punti (+0.56%) con un guadagno di 22 punti. Ha sorpreso in bene l'indice Russell2000 (+0.85%) nel quale sono concentrate le banche a media e bassa capitalizzazione che in teoria dovrebbero costituire l'epicentro della crisi in America. Finora la borsa suggerisce che quella attuale é una tempesta in un bicchiere d'acqua.
Restiamo rialzisti su tutte le borse europee e su quella americana. L'S&P500 dovrebbe ora salire velocemente a 4200 punti, consolidare poi poi attaccare i 4500-4550 punti. Su questo livello potrebbe esserci un'ulteriore correzione a medio termine. Il nostro obiettivo resta a 5000 punti nei prossimi 6-9 mesi.

Commento del 18-19 marzo

Crollo dei titoli finanziari europei - l'America recupera grazie ai tassi d'interesse in forte calo - USD debole e oro al rialzo !

Riassunto: Una settimana fà ci aspettavamo che l'S&P500, malgrado i problemi che affioravano nel sistema bancario americano, riuscisse a fare base sui 3900 punti. Pensavamo che una fase di sostanziale e sostenibile rialzo potesse iniziare dopo la scadenza dei derivati di marzo (venerdì 17 marzo) a partire da questo livello. Nelle ultime 5 sedute la borsa americana ha ancora avuto dei momenti di debolezza - lunedì l'S&P500 é caduto fino ai 3814 punti. La borsa si é però dimostrata resistente e insensibile ad una serie di notizie negative. Il rallentamento dell'economia é ormai evidente e l'inflazione é in calo. Il prezzo del petrolio é caduto sotto il supporto a 70 USD (WTI 66.93 USD al barile) - é sceso sotto gli 80 USD di inizio 2022, prima della guerra in Ucraina, ed é meno della metà rispetto ai 130 USD di massimo raggiunti a marzo del 2022 pochi giorni dopo l'invasione russa. I tassi d'interesse stanno rispecchiando le negative prospettive economiche e il reddito dell'US Treasury Bond decennale é precipitato in pochi giorni a 3.39%. Il calo dei tassi d'interesse di mercato é stato causato non solo dal rallentamento congiunturale e dal calo dell'inflazione ma anche dalla crisi del sistema finanziario che dopo aver toccato le banche americane di media grandezza sta ora travolgendo il Credit Suisse. Ma restiamo ancora un attimo in America prima di passare all'Europa e alle sue banche.
Settimana prossima si riunisce la FED - al termina della seduta di mercoledì 22, alle 19.00, Powell comunicherà le decisioni della Banca Centrale americana. È probabile che per mantenere la sua credibilità, anche la FED come la BCE alzerà i tassi d'interesse di riferimento. Non sappiamo se l'incremento sarà di un +0.25% o di +0.50% - non é rilevante. È evidente che il mercato obbligazionario ha già preso la sua decisione e imporrà la sua volontà alle Banche Centrali - ciò significa che questo sarà probabilmente l'ultimo aumento del costo del denaro. Le borse hanno già scontato questo atteso cambiamento della politica monetaria - basta guardare la performance settimanale del Nasdaq100 (+5.82% !) per rendersene conto. La prossima fase di rialzo delle borse a medio termine é già cominciata - anche l'S&P500 ha terminato la settimana appena trascorsa con un saldo positivo del +1.43%. Ci sono ancora dei settori deboli come energia e finanza - il quadro tecnico, grafici a parte, é però decisamento costruttivo. Negli indicatori appaiono divergenze positive specialmente a livello di partecipazione e gli oscillatori di medio termine ci dicono che la borsa, in ipervenduto e in eccesso di ribasso, ha toccato questa settimana un minimo significativo. Ora deve esserci per lo meno un rimbalzo che ha buone probabilità di trasformarsi in un sostanziale rialzo. Facciamo questa affermazione non basandoci sugli indicatori di trend che sono a dire il vero deboli (20.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 34.54) ma sul fatto che lo scenario in generale si sta sviluppando secondo le nostre previsioni. L'USD si sta indebolendo (USD Index a 103.52), i prezzi dei metalli preziosi sono in netto aumento (oro a 1988 USD/oncia) e, come già spiegato in precedenza, i tassi d'interesse di mercato sono in calo malgrado la retorica delle Banche Centrali. 
Una settimana fà eravamo sorpresi della forza relativa delle borse europee che sembravano non voler prendere nota della difficoltà e della correzione in America in corso da inizio gennaio. Questa settimana é arrivato il conto e un aggiustamento sotto forma di una pesante caduta dei listini. La crisi bancaria in America ha avuto ripercussioni in Europa - il Credit Suisse, una banca sistemica, é stato travolto dalla crisi. Il mercato ha sfiduciato l'Istituto bancario elvetico dal quale scappano i migliori impiegati ed i clienti. Malgrado che il Credit Suisse sia finanziariamente solido e viene sostenuto, per quel che riguarda la liquidità, dai crediti della BNS, non può sopravvivere in maniera indipendente. È probabile che settimana prossima la banca venga venduta o assorbita dall'UBS  e il marchio CS sparirà. Le difficoltà del Credit Suisse hanno contagiato il sistema finanziario europeo e in borsa c'é stata un'ondata di vendite di azioni di banche ed assicurazioni. Giovedì 16 marzo la BCE ha alzato i tassi d'interesse di riferimento del +0.5% - la misura era stata preannunciata come necessaria per combattare l'inflazione - ha però messo ulteriore pressione sulla borsa. Le Banche Centrali agiscono in ritardo - hanno cominciato ad alzare i tassi d'interesse un anno fà quando l'inflazione era già evidente ed ora che si preannuncia un recessione stanno ancora strangolando la congiuntura quando invece bisognerebbe operare in maniera anticiclica. FED e BCE, condotte da due giuristi, stanno facendo una serie di errori che presto o tardo provocheranno una catastrofe. Hanno alzato i tassi d'interesse troppo tardi e troppo velocemente. Per fortuna ora dovrebbero passare nuovamente ad una politica monetaria espansiva che provocherà una fase di rialzo delle borse.
Restiamo della ferma opinione che nei prossimi 6-9 mesi ci sarà un rally di ampie dimensioni alimentato dalla liquidità e dallo scetticismo. Il nostro obiettivo di riferimento resta a 5000 punti di S&P500 con nuovi massimi storici sui maggiori indici azionari europei. Restiamo long azioni e Bonds americani ventennali. Crediamo che l'USD debba perdere di valore alimentando un rialzo nei prezzi dei metalli preziosi. Assicuriamo l'USD contro EUR. Settimana scorsa abbiamo approfittato della situazione per alcuni acquisti selettivi di azioni.
All'inizio di settimana prossima potrebbero ancora esserci alcune sedute volatili. Non tutti i problemi delle banche sembrano risolti e potrebbero ancora affiorare degli Istituti di medie dimensioni in difficoltà che dovranno fallire o essere salvati. In linea di massima ci aspettiamo però che da adesso l'atteso rialzo prenda corpo e gli indici azionari nelle prossime settimane e mesi dovrebbero salire con dinamica e partecipazione in aumento.     

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -3.89% a 4065 punti
SX7E (banche)          -12.00% a 98.56 punti
DAX                         -4.28% a 14768 punti
SMI                          -1.41% a 10613 punti
FTSE MIB                  -6.55% a 25494 punti
S&P500                     +1.43% a 3916.64 punti
Nasdaq100                +5.82% a 12519 punti

La seduta di venerdì non necessita di lunghi commenti. In questa giornata sono scaduti i derivati di marzo - era una grande scadenza trimestrale che ha condizionato la seduta con degli aggiustamenti tecnici ed alti volumi di titoli trattati (volume relativo a 2.0). L'S&P500 si é mosso tra i 3901 ed i 3958 punti e ha chiuso in mezzo al range a 3916.64 punti (-1.10%). Poteva andare peggio considerando le difficoltà del sistema bancario e le numerose previsioni di crack imminenti. Ovviamente gli investitori sono pessimisti (VIX a 25.51 (+2.52), CBOE Equity put/call ratio a 0.65, Fear&Greed Index a 25 punti (-4)). Molti analisti sono negativi e prevedono una ripresa della correzione ma negli indicatori appaiono segnali positivi. Per esempio la tecnologia (Nasdaq100 -0.49% a 12519 punti) mostra da giorni forza relativa mentre i rapporti NH/NL (226 su 1387) mostrano un calo della pressione di vendita e un lento affiorare di una nuova leadership. I Summation Index sono ancora in calo ma sembrano vicini ad un punto tornante. Insomma - come succede spesso alla fine di una correzione i grafici puntano verso il basso e gli indicatori di trend non sono incoraggianti. Gli indicatori di momentum mostrano però la voglia di "girare" del mercato e quelli di partecipazione mostrano la diminuzione della pressione di vendita con l'apparire contemporaneo di nuovi compratori in settori favoriti da un calo dei tassi d'interesse di mercato (tecnologia, materie prime, consumi di base). Settimana prossima questo cambiamento dovrebbe irrobustirsi e permettere anche alla borse europee di termine la correzione e riprendere il rialzo - non dimentichiamo che l'Eurostoxx50 da inizio anno, malgrado la correzione di questa settimana, guadagna ancora il +7.15%.

Breve aggiornamento di venerdì 10 marzo - 11.00

Un pò di panico per formare una solida base per un rialzo sostenibile

Sono le 11.00 del mattino e l'S&P500 vale circa 3900 punti. Questa settimana ci aspettavamo che l'S&P500 avesse ancora un tuffo per chiudere il gap a 3987 punti e poi continuasse a consolidare sui 4000 punti. Domenica scorsa avevamo dichiarato che la correzione di febbraio era terminata a 3920 punti. È chiaro che adesso l'S&P500 si trova 20 punti sotto questo livello e quindi in termine di punti sembra che la correzione abbia una continuazione verso il basso. Ribadiamo però l'affermazione che la correzione é formalmente terminata - escludiamo la possibilità che l'indice scenda sensibilmente più in basso e ci aspettiamo che verso metà mese parta una nuova sostanziale e sostenibile spinta di rialzo. I motivi sono molteplici a partire dal fatto che formalmente la tendenza di fondo é ancora al rialzo fino alla posizione degli oscillatori che segnalano la vicinanza di un minimo a medio termine.
Ieri é balcollata la Silicon Valley Bank (SIVB) - l'azione, che appartiene all'S&P500, ha perso il -60.4% su voci di una possibile illiquidità di questo istituto bancario. L'indice settoriale XLE é caduto del -4.06%. Questo "incidente" a fatto precipitare l'S&P500 (-1.85% a 3918.32 punti) che fino a mercoledì aveva seguito il nostro scenario.
La debolezza del settore bancario ha anche i suoi aspetti positivi. Finalmente gli indicatori di sentiment segnalano un pessimismo vicino al panico (VIX +3.50 a 22.61, CBOE Equity put/call ratio a 0.81, Fear&Greed Index +11 punti a 35 punti). Inoltre gli altri due mercati che osserviamo da vicino per determinare il trend si muovono finalmente nella direzione "giusta" - il reddito dell'USTBond decennale è scivolato a 3.93% (-0.05%) e l'USD si é indebolito. La FED deve scegliere se continuare ad alzare i tassi d'interesse di riferimento, creare problemi di liquidità come quello presso la Silicon Valley Bank e provocare una recessione o se invece tornare alla precedente politica monetaria accomodante. Noi siamo convinti che malgrado le affermazione di Powell, il ciclo di rialzo dei tassi d'interesse di riferimento da parte delle Banche Centrali sia vicino alla fine. A un anno dall'inizio della guerra in Ucraina, che ha fatto esplodere i prezzi al consumo specialmente nel comparto energia, i dati sull'inflazione annuale dovrebbero adesso scendere rapidamente come hanno fatto i prezzi di petrolio e gas negli ultimi 11 mesi.
Le borse europee sono oggi in forte calo ma fino a ieri gli indici azionari veleggiavano vicini ai massimi annuali. Da inizio febbraio le borse europee subiscono la correzione in America e non riescono più a fare progressi. Il quadro tecnico é però decisamente costruttivo e ci aspettiamo che il rialzo riprenda appena l'S&P500 troverà la forza per risollevarsi.
Pensiamo che fino alla grande scadenza trimestrale dei derivati di venerdì 17 marzo é poco probabile che possa partire la prossima gamba di rialzo. Consigliamo di utilizzare queste giornate di incertezza per adattare il portafoglio azionario ed effettuare acquisti nel caso in cui qualcuno fosse ancora sottoinvestito.

Commento del 4-5 marzo

Il rally di venerdì ridà vigore allo scenario rialzista - borse europee sui massimi annuali

Riassunto: Una settimana fà avevamo ribadito la validità del nostro scenario di base rialzista malgrado che la correzione di febbraio, specialmente in America, fosse più lunga e profonda del previsto. Eravamo però preoccupati dalla caduta dell'S&P500 (+1.61% a 4045.64 punti) sotto i 4000 punti e speravamo che questa settimana il mercato mostrasse segnali di forza. Ci aspettavamo l'affiorare di divergenze positive sul fronte dei cambi e dei tassi d'interesse e un rapido ritorno dell'S&P500 sopra i 4000 punti.
La prima parte della settimana é stata deludente. Solo il cambio EUR/USD (1.0635) ha toccato un minimo lunedì a 1.0532 ed é poi risalito - non sembrava però che la ripresa del rialzo dell'EUR (e il calo del'USD Index) avesse ripercussioni positive sulle borse. Gli indici azionari, dopo un breve e modesto rimbalzo lunedì (S&P500 +0.31% a 3982.24 punti) hanno ripreso la loro lenta discesa. I ribassisti sembrava avere il controllo delle operazioni anche grazie ad un continuo aumento dei tassi d'interesse di mercato. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale ha superato la barriera psicologica del 4% e giovedì ha raggiunto un massimo intermedio a 4.08% - contemporaneamente giovedì l'S&P500 in preborsa é precipitato fino a 3920 punti e all'inizio della seduta ha fatto segnare quello che é probabilmente il minimo della correzione di febbraio - inizio marzo a 3930 punti. A questo punto eravamo veramente allarmati. Per fortuna c'é stato un reversal e l'S&P500 é risalito 51 punti dal minimo e ha chiuso a 3981.35 punti (+0.76%). Venerdì il pessimismo sui Bonds (DSI vicino a 10 punti) ha finalmente provocato un rimbalzo, il reddito dell'USTBond decennale é tornato sotto il 4% (3.97% -0.11%) e la borsa si é involata. L'S&P500, una volta balzato sopra i 4000 punti, é salito fino alla chiusura a 4045.64 punti (+1.61%).
La correzione di febbraio dei mercati azionari, iniziata dai 4200 punti di S&P500 é finita e gli indici azionari europei (Eurostoxx50 +1.28% a 4294 punti) sono già nuovamente a ridosso del massimo annuale. Non crediamo però che il rialzo possa proseguire subito in maniera dinamica. Il rally di venerdì sembra solo un rimbalzo tecnico causato dall'ipervenduto e da una situazione di eccesso di ribasso. Il calo dei tassi d'interesse sembra essere stato causato da una reazione tecnica dovuta all'estremo pessimismo sui Bonds e non da un cambiamento nel quadro macroeconomico o dalla politica monetaria delle banche Centrali. Di conseguenza crediamo che, come anticipato settimana scorsa, debba ancora esserci una settimana di assestamento con l'S&P500 ad oscillare sui 4000 punti. Le reazioni dell'USD (USD Index a 104.48) e dei tassi d'interesse sono costruttive e sostengono il nostro scenario. La tendenza di fondo della borsa americana resta al rialzo con il 54.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.24 punti. I Summation Index, pur esserdo ancora in calo, sembrano matematicamente avvicinarsi ad un punto tornate.
Insomma - restiamo investiti in azioni, in America e in Europa, e in obbligazioni di lungo termine in USD. La correzione di febbraio sembra finita - il mercato non sembra ancora abbastanza forte per poter riprendere il rialzo in maniera sostenibile e dinamica. Appena però ci saranno dei segnali di distensione sul fronte dei tassi d'interesse é probabile che il rally sarà veloce e possente. Se le borse, grazie alla liquidità, riescono a salire malgrado fondamentali ostili, immaginatevi cosa succederà appena il vento girerà e avranno il vento in poppa.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.78% a 4294 punti
SX7E (banche)          +3.72% a 118.02 punti
DAX                         +2.42% a 15578 punti
SMI                          +0.07% a 11190 punti
FTSE MIB                  +3.11% a 27825 punti
S&P500                     +1.90% a 4045.64 punti
Nasdaq100                +2.68% a 12290 punti

Venerdì il reversal di giovedì era in attesa di una conferma. Molti operatori erano ancora scettici ed erano convinti che l'S&P500 avrebbe ripreso il ribasso. I Furu in rete erano in gran parte posizionati al ribasso. Il mercato delle opzioni mostrava posizioni record di put in scadenza giornaliera - gli speculatori erano posizionati short e come spesso succede in simili situazioni tecniche il mercato é stato risucchiato verso l'alto poichè mancavano nuovi venditori. La discesa dei tassi d'interesse di mercato ha accentuato il movimento. L'S&P500 ha aperto in gap up a 3996 punti e per circa un'ora c'é stato un combattimento intorno ai 4000 punti con un minimo a 3995 punti. Per le 16.30 l'S&P500 é balzato a 4017 punti e a questo punto i ribassisti si sono lentamente ritirati e i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni. L'S&P500 é inesorabilmente salito fino alla chiusura a 4045.64 punti (+1.61% - massimo giornaliero a 4048 punti). Tutti i settori hanno partecipato al rally (DJT +0.48%, Russell2000/RUT +1.35%, Nasdaq100/NDX +2.04%) - solo i settori difensivi hanno frenato (consumi di base / utilities). Ovviamente la seduta é stata positiva con A/D a 6465 su 1586, NH/NL a 521 su 432 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa a 18.49 (-1.10 / netta caduta sotto i 20 punti che potrebbe significare l'inizio di una spinta di rialzo a medio termine), il CBOE Equity put/call ratio era nuovamente basso a 0.59 e il Fear&Greed Index é balzato a 55 punti (+6 / neutro).
Se come pensiamo noi il rally di giovedì-venerdì é stato soprattutto una reazione tecnica, all'inizio di settimana prossima l'S&P500 deve ancora consolidare e riscendere a chiudere il gap a 3987 punti. Pensiamo però che questa pausa intorno ai 4000 non debba durare più di una manciata di sedute e in seguito l'S&P500 dovrebbe muoversi velocemente verso i 4200 punti (prossimo obiettivo intermedio).
La grande scadenza dei derivati di marzo si verificherà venerdì 17 marzo - in questa occasione gli indici azionari potrebbero trovarsi su dei massimi e dei minimi intermedi. Attenzione alle prossime sedute delle Banche Centrali previste il 16 marzo (BCE) e il 22 marzo (FED). Saranno però i dati sull'inflazione e il movimenti sui mercati obbligazionari e condizionare lo sviluppo delle borse.
Il mese di marzo rischia di essere volatile, appassionante e decisivo. 

Commento del 25-26 febbraio

Errore - il consolidamento a Wall Street si trasforma in una correzione intermedia più profonda e lunga del previsto

Riassunto: Ad inizio febbraio avevamo previsto che l'S&P500 americano, dopo aver raggiunto un massimo intermedio a 4195 punti, aveva bisogno di consolidare e correggere. Pensavamo che l'S&P500 dovesse scendere un centinaio di punti per eliminare l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo, ritrovare una solida base e in seguito riprendere il rialzo. Questa correzione doveva essere accompagnata da un rimbalzo dell'USD Index (105.19) a 104-105 punti e dei tassi d'interesse sulle obbligazioni in USD. Stimavamo che il reddito dell'US Treasury Bond decennale, che era sceso a gennaio sotto i 3.40%, potesse risalire a 3.80-3.90%. Ci siamo sbagliati - la correzione della borsa americana é più lunga e profonda del previsto. L'S&P500 (-1.05% a 3970.04 punti) é ricaduto sotto i 4000 punti e venerdì ha toccato un minimo a 30 giorni a 3943 punti. Nel frattempo l'USD Index ha superato la soglia dei 105 punti e il reddito dell'USTB decennale (3.95%, +0.07%) sfiora il 4%. Queste differenze rispetto ai nostri target non sarebbero un problema se avessimo dei chiari segnali tecnici che la fase di correzione é alla fine. Purtroppo non abbiamo questo tipo di conferma . Gli indicatori sono possibilisti - manca però quella situazione a corto termine di ipervenduto, eccesso di ribasso e pessimismo che normalmente garantisce la presenza di un solido minimo. In pratica il rialzo potrebbe riprendere dal livello attuale ma la variante di una continuazione della correzione, specialmente nel tempo, é ancora una possibilità da prendere in seria considerazione. L'S&P500 ha solido supporto solo sui 3900 punti, il reddito dell'USTB decennale, se riuscisse inaspettatamente a tornare sopra il 4% dovrebbe tentare una scalata verso il massimo annuale a 4.25% e l'USD Index, superato il settore 104-105 sembra avere via libera almeno fino a 106 punti.
Purtroppo gli ultimi dati economici sono poco incoraggianti per quel che riguarda il nostro conosciuto scenario macroeconomico. I dati sull'inflazione sono superiori alle attese e l'economia non scivola in recessione nei tempi da noi previsti. Di conseguenza i tassi d'interesse restano alti mentre le imprese presentano risultati trimestrali deludenti. Psicologicamente questa é una costellazione negativa per le borse poiché questa combinazione di dati negativi riguardanti il passato e incerti per quel che riguarda il futuro economico provoca una forte insicurezza. Le Banche Centrali non fanno nulla per aiutare i mercati finanziari e riassicurare gli investori. La FED continua a ripetere che avremo una soft landing ma tutti sanno che questo obiettivo nel passato non é mai stato raggiunto. Il mercato si divide in maniera radicale tra pessimisti e ottimisti - da inizio fabbraio sono i ribassisti a prevalere anche perché i dati economici e la retorica delle Banche Centrali sostengono le loro tesi.
La tendenza di fondo della borsa americana é ancora al rialzo (46.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 57.45) anche perché i precedenti segnali d'acquisto non sono ancora stati neutralizzati. I Summation Index sono però in calo e i dati sulla partecipazioni si stanno deteriorando. Settimana prossima abbiamo bisogno di segnali positivi e di una convincente reazione della borsa americana - in caso contrario il nostro scenario estremamente positivo per il primo semestre dell'anno é a rischio di revisione.
Tra i segnali positivi annoveriamo il comportamento delle borse europee. Fino a giovedì i più importanti indici azionari (Eurostoxx50, DAX) sono rimasti vicini al massimo annuale. Solo la caduta di venerdì (Eurostoxx50 -1.86% a 4178 punti, DAX -1.72% a 15209 punti) ha causato la performance settimanale negativa. In Europa la correzione di febbraio é stata finora solo un consolidamento come ci eravamo aspettati. in fondo la differenza con l'America é stata una conseguenza, come spesso succede, di un aggiustamento sul cambio tra le monete. Dagli 1.10 di inizio mese il cambio EUR/USD é sceso agli 1.0547 di venerdì. Questo rafforzamento di circa +4.5%% dell'USD compensa la perdita dell'S&P500 rispetto all'Eurostoxx50 in questo periodo. Per inciso il prossimo solido supporto sul cambio EUR/USD si trova a 1.05.     

In linea di massima noi restiamo costruttivi e rialzisti. Non perché l'analisi tecnica ci fornisce delle evidenti conferme ma perché non abbiamo ancora elementi per poter confutare il nostro scenario positivo. Dopo tre settimane di correzione e dopo un calo di circa il -6% dal massimo abbiamo però ora bisogno che l'S&P500 riprenda vigore. Speriamo che dai 3950 punti l'S&P500 riesca a tornare rapidamente sopra la barriera psicologica dei 4000 punti. In questo caso dovrebbe poi muoversi velocemente in direzione dei 4200 punti e successivamente dei 4600 punti. Ricordiamo e ripetiamo che questa reazione deve essere accompagnata da un calo dei tassi d'interesse di mercato e dell'USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.25% a 4178 punti
SX7E (banche)          -2.41% a 113.78 punti
DAX                         -1.76% a 15209 punti
SMI                          -0.66% a 11181 punti
FTSE MIB                  -2.76% a 26986 punti
S&P500                     -2.67% a 3970.04 punti
Nasdaq100                -3.25% a 11969 punti

Venerdì l'S&P500 ha trascorso per la prima volta nel mese di febbraio tutta la seduta sotto la barriera psicologica dei 4000 punti. Tecnicamente c'é stato qualcosa per tutti i gusti. L'indice ha toccato un nuovo minimo di periodo a 3943 punti ma ha chiuso 27 punti sopra questo minimo a 3970.04 punti (-1.05%). La pressione di vendita era costante ma moderata - non osserviamo un drammatico aumento dei NL (1493) ma da giorni i Summation Index sono il calo. A corto termine c'é una situazione di ipervenduto ed eccesso di ribasso e quindi la prossima settimana dovrebbe per lo meno esserci un rimbalzo tecnico. A medio termine però la correzione non sembra completa e quindi il rally non dovrebbe sfociare in una fase di sostenibile e sostanziale rialzo ma piuttosto in un'altra pausa di una decina di giorni con oscillazioni intorno ai 4000 punti. Mancano settori forti in grado di trascinare un rialzo - al momento solo finanza, industria, real estate e trasporti hanno un Bullish Percent Index sopra i 60 punti mentre il Nasdaq100 (-1.73% a 11969 punti, BPI a 33.00) rappresenta una zavorra per il mercato azionario.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap down a 3959 punti. Dopo un recupero a 3969 punti l'indice é caduto ad ondate sul minimo a 3943 punti. Poi é risalito a chiudere il gap fino a 3978 punti. Alle 20.50 é ricaduto a 3957 punti ma un rally sul finale ha fissato la chiusura a 3970.04 punti (-1.73%). Mentre l'indice ha chiuso lontano dal minimo, l'USD Index e i tassi d'interesse hanno finito la giornata a ridosso del massimo - di conseguenza é poco chiaro se il rimbalzo della borsa avrà lunedì una continuazione anche se questa é la nostra variante favorita. Il resto del mercato era meno debole (DJT -0.54%, RUT -0.92%) - le vendite erano concentrate nel settore tecnologico (Nasdaq100 -1.73%).
A livello di sentiment non abbiamo segnali particolari. La volatilità VIX é a 21.67 (+0.53), il CBOE Equity put/call ratio é relativamente alto a 0.82 e il Fear&Greed Index é sceso a 59 punti (-4). Nelle varie inchieste affettuate tra i differenti tipi di investitori i Bear sono tornati a prevalere sui Bulls - nelle ultime tre settimane l'umore degli investitori é decisamente peggiorato ma non si può parlare di forte pessimismo o panico.
Insomma - considerando tutte le notizie negative che hanno innondato i mercati finanziari nelle ultime tre settimane riteniamo che le borse si siano comportate ancora abbastanza bene e mostrano forza relativa. Ora però ci sono bisogno delle notizie positive sul fronte dei tassi d'interesse e un rallentamento congiunturale che possa far presagire la fine del ciclo restrittivo delle banche Centrali. In caso contrario la correzione potrebbe ancora continuare. Restiamo in attesa di divergenze positive sul fronte dei tassi d'interesse e/o dei cambi.   

Breve aggiornamento di venerdì 17 febbraio - 17.00

Consolidamento a Wall Street praticamente completo

Oggi pubblico un breve commento intermedio poiché durante il fine settimana sono assente e non potrò scrivere l'abituale analisi tecnica del fine settimana.

Durante la settimana il Dollaro americano e i tassi d'interesse sull'USD sono ancora saliti. L'USD Index ha toccato un massimo a 104.61 ed é entrato nella zona 104-105 punti che era il nostro obiettivo del rimbalzo. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale ha raggiunto oggi un reddito massimo a 3.92% e sembra avere esaurito con questa impennata il rimbalzo tecnico. L'S&P500 sta ancora consolidando - ha trascorso la settimana tra i 4050 e i 4170 punti riuscendo a compensare le spinte negative provenienti dai dati economici, dal rafforzamento dell'USD e dall'aumento dei rendimenti delle obbligazioni.
Il mercato azionario americano resta strutturalmente e tecnicamente forte malgrado un logico indebolimento degli indicatori dovuto alle due settimane di correzione in laterale. Aspettiamo impazienti la ripresa del rialzo. La borsa americana dovrebbe ricominciare a salire quando l'USD di indebolirà e i tassi d'interesse scenderanno. A questo punto anche i prezzi dei metalli preziosi dovrebbero nuovamente crescere.
Non siamo in grado di dire quando questo avverrà. Rimbalzi e correzioni sembrano completi ma potrebbe esserci bisogno un breve periodo di distribuzione (USD, tassi d'interesse) rispettivamente di accumulazione per gli indici azionari prima che i mercati finanziari ricomincino a muoversi in sintonia con le nostre conosciute previsioni di medio termine.
Ieri molti indici azionari europei hanno toccato (Eurostoxx50, FTSE MIB) o sfiorato (DAX) un nuovo massimo annuale. È evidente ed indiscutibile che gli indici azionari europei si trovano in una solida e sostenibile fase di rialzo che dovrebbe accelerare appena avviveranno segnali costruttivi da Wall Street.
Oggi scadono in America i derivati di febbraio - il mercato é nervoso e volatile poiché ormai i volumi di opzioni a corto termine costituiscono il 50% dei volumi totali - é un mercato di speculatori che diventa sul cortissimo termine dominato da fattori tecnici ed é quindi imprevedibile. Settimana prossima dovrebbe tornare la calma e speriamo che riappaia una stabile tendenza, Bisognerà però aspettare martedì poiché lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del President's Day / Washington's Birthday.

Commento del 11-12 febbraio

Una settimana di consolidamento con dei previsti rimbalzi tecnici sull'USD e sui tassi d'interesse

Riassunto: Da inizio anno le borse erano salite praticamente senza correggere. Una settimana fà avevamo previsto che doveva esserci una pausa di consolidamento - secondo noi l'S&P500 (+0.22% a 4090.46 punti), dopo aver quasi raggiunto i 4200 punti (massimo annuale a 4195 punti) doveva consolidare e avere una correzione minore fino a 4090 punti. La correzione doveva corrispondere ad un rimbalzo dell'UD Index (103.47) fino a 104-105 punti e da una modesta risalita dei tassi d'interesse. In effetti il reddito dell'US Treasury Bond decennale é aumentato dai 3.53% di una settimana fà ai 3.74% (+0.04%) di venerdì. L'S&P500 é sceso venerdì fino al minimo settimanale a 4060 punti ma é poi rimbalzato e ha chiuso a 4090 punti - la correzione é stata quindi più profonda di quanto avevamo stimato ma considerando la chiusura siamo soddisfatti. La correzione non sembra aver arrecato danni strutturali. Malgrado che i Summation Index stiamo lentamente scendendo da mercoledì la tendenza di fondo resta saldamente al rialzo (70.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 64.25) e il mercato é stato in grado di assorbire senza eccessive scosse una serie di notizie negative.
A breve é possibile che il consolidamento debba durare ancora qualche giorno poiché gli obiettivi del rimbalzo di USD e tassi d'interesse non sono ancora stati raggiunti. La correzione ha permesso ai mercati azionari di assorbire l'ipercomperato (le RSI sono tornate a 50-60 punti) e sembra praticamente completa in termini di punti - di conseguenza é possibile che ci siano ancora delle scosse di assestamento e l'S&P500 potrebbe ancora toccare un minimo discendente sui 4050 punti ma in seguito il rialzo dovrebbe riprendere in maniera dinamica.
Cercando di combinare questo scenario basato sull'analisi tecnica con l'agenda economica notiamo che martedì 14 febbraio alle 14.30 verrà pubblicato in America l'indice dei prezzi ai consumi. Probabilmente questo dato sull'inflazione darà una scossa al mercato. O provocherà un ultimo tuffo per completare la correzione o permetterà alla borsa americana di decollare direttamente e partire in direzione del nostro prossimo obiettivo intermedio a 4300 punti di S&P500.
Le borse europee continuano a muoversi come la borsa americana. Risalta la buona performance del settore bancario - la forza relativa di questo settore, e di riflesso della borsa italiana, sembra però agli sgoccioli. Quando i tassi d'interesse ricominceranno a scendere anche le azioni delle banche dovrebbero rientrare nel plotone.
In generale la nostra politica d'investimento é invariata. Siamo bullish e long sui mercati azionari e sulle obbligazioni di Stato specialmente in USD. Crediamo che nei prossimi mesi l'USD debba indebolirsi rispetto all'EUR e assicuriamo il rischio cambio.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.41% a 4198 punti
SX7E (banche)          +1.14% a 112.97 punti
DAX                         -1.09% a 15308 punti
SMI                          -1.93% a 11130 punti
FTSE MIB                  +1.18% a 27268 punti
S&P500                     -1.11% a 4090.46 punti
Nasdaq100                -2.17% a 12305 punti

È stata una settimana tranquilla con ampie oscillazioni giornaliere ma nessun movimento drammatico. C'é stata una serie di sedute positive e negative (S&P500 lu -0.61%, ma +1.29%, me -1.11%, gio -0.88% e ve +0.22%) che per saldo hanno provocato una performance settimanale negativa. Ancora una volta però i molti ribassisti e bear che affollano i social media sono rimasti delusi - ogni volta che ci sono un paio di sedute negativa c'é un folto gruppo di Furu (Financial Guru) che urlano al crollo imminente ma poi non succede nulla. La riprova é stata la seduta di venerdì dove c'erano le premesse per un'altra seduta negativa. Con tassi d'interesse in aumento l'S&P500 ha aperto nuovamente in calo a 4075 punti e all'inizio é caduto fino ai 4060 punti. Dopo le 16.00 però le vendite sono evaporate e gli indici si sono risollevati. Dopo una fase di debolezza a metà seduta l'S&P500 ha recuperato fino ai 4094 punti e ha chiuso poco più in basso a 4090.46 punti (+0.22%). Questa chiusura vicina al massimo giornaliero é un monito per i ribassisti che almeno fino a martedì prossimo staranno calmi. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3813 su 4211, NH/NL a 214 su 664 e volume relativo a 1.0. La tecnologia (Nasdaq100 -0.62%) ha corretto più dell'S&P500 e questa é una reazione normale.
Sul fronte del sentiment notiamo abbastanza ottimismo ma non siamo preoccupati - specialmente il CBOE Equity put/call ratio (0.69) ha perso la sua capacità di rispecchiare l'umore degli investitori a causa dell'esplosione dei volumi sulle opzioni di cortissimo termine. Il movimento di questo indicatore é diventato erratico - di conseguenza anche il Fear&Greed Index (70 punti, -2) tende ad esagerare nel bene e nel male. È evidente che il rally dal minimo di ottobre 2022 ha provocato un certo ottimismo ma noi riscontriamo ancora parecchio scetticismo che si concretizza in una sottoesposizione degli investitori, istituzionali ma soprattutto privati, sui mercati azionari. Molti strateghi sono ancora negativi per quel che riguarda le prospettive economiche e invitano alla prudenza - secondo noi non hanno capito che le borse si stanno inoltrando già nel prossimo ciclo. Quando arriveranno i primi dati economici che confermeranno l'inizio di una recessione gli investitori staranno già giocando il successivo miglioramento congiunturale provocato dalla reazione delle Banche Centrali che abbandoneranno la politica monetaria restrittiva poiché il problema non sarà più l'inflazione ma la possibilità che la frenata congiunturale sia eccessiva.
Seguiamo il trend, chiaramente rialzista, e cerchiamo di non farci confondere da singoli dati economici contraddittori - specialmente i dati riguardanti il mercato del lavoro, con tutti gli aggiustamenti stagionali, non rispecchiamo la realtà. I mercati obbligazionari, con la curva dei rendimenti fortemente invertita, lanciano segnali chiari e indiscutibili.

Commento del 4-5 febbraio

Tecno e volatilità - il rialzo é ancora selettivo

Riassunto: Anche la prima prima settimana di febbraio é terminata con una performance positiva delle borse europee ed americana. L'ipercomperato ha obbligato lunedì le borse ad una battuta d'arresto (lu S&P500 -1.30%) ma poi ci sono state tre sedute di forte rialzo (S&P500 ma +1.46%, me +1.05% e gio +1.47%) - i previsti aumenti dei tassi d'interesse di riferimento da parte della FED (me +0.25%) e della BCE (gio +0.50%) non hanno preoccupato gli investitori. Sembra che più le Banche Centrali si intestardiscono nella lotta all'inflazione e più aumentano le probabilità di recessione. Lo scenario più probabile é che le Banche Centrali stanno provocando un'eccessiva frenata congiunturale che poi dovranno combattere con una politica monetaria espansiva. In ogni caso sembra che ormai molti investitori stiano già giocando il prossimo ciclo economico - la prima reazione consiste nel chiudere posizioni short e tornare nei portafogli a posizioni azionarie neutrali rispetto ai profili d'investimento. Ad approfittare di questo effetto sono soprattuto le azioni delle società di tecnologia che più avevano sofferto nel 2022.
In questa fase non bisogna fare l'errore di concentrarsi sui dati del passato, come quelli relativi al mercato del lavoro e agli utili delle imprese, per fare delle previsioni. Non é illogico che i prezzi delle azioni non reagiscono negativamente a dei risultati trimestrali in parte deludenti specialmente quando questi sono accompagnati da piani ristrutturazione con una diminuzione dei posti di lavoro.
Il continuo a costante rialzo degli indici azionari lascia i mercati in una costante situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo - spesso le RSI sono sopra i 70 punti, le candele giornaliere sui grafici svettano sopra i limiti superiori delle Bollinger Bands e gli indici si allontanano sensibilmente dalle MM a 50 e 200 giorni. Questi eccessi a breve termine vengono compensati con delle improvvise sedute negative come quella di venerdì (S&P500 -1.04% a 4136.48 punti) - dei dati sorprendentemente buoni sul mercato del lavoro americano hanno fatto rimbalzare i tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 3.53%, +0.13%) e dei deludenti risultati trimestrali di alcuni big della tecnologia hanno invogliato i traders a delle prese di beneficio. La caduta di venerdì potrebbe avere un seguito fino al massimo i 4090 punti ma ormai i grafici parlano chiaro - c'é una serie di massimi a minimi ascendenti ed ogni correzione minore ed intermedia é un'occasione d'acquisto.
Finora il rialzo é selettivo e c'é una sana rotazione tra settori. Da inizio anno hanno sottoperformato i consumi di base, la farmaceutica e le aziende di pubblica utilità. La liquidità che defluisce da questi settori va verso altri settori come la finanza, industria, tecnologia o consumi ciclici. Per questa ragione i nuovi massimi (NH) si espandono ma non ancora in maniera massiccia e i Summation Index stanno entrando in stallo. Questo effetto non dovrebbe creare problemi al trend di base che resta saldamente rialzista (80.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 67.79). Il rialzo accelererà solo quando la partecipazione sarà generalizzata. Questo avverrà quando i grafici e gli indicatori di partecipazione negheranno in maniera definitiva la possibilità che si stia unicamente verificando un bear market rally. Questo dovrebbe succedere quando l'S&P500 supererà chiaramente la prossima forte resistenza a 4300 punti. Vi ricordiamo che noi ci aspettiamo la prossima consistente correzione intermedia solo sui 4300 punti di S&P500 (che corrisponde al prossimo obiettivo intermedio) e siamo convinti che quest'anno l'S&P500 salirà su un nuovo massimo storico intorno ai 5000 punti.
La rapida successione di sedute molto positive o negative mette disordine negli indicatori tecnici. La volatilità resta relativamente alta e la tradizionale correlazione tra S&P500 e VIX non funzione più su base giornaliera - per esempio venerdì, contro logica, sono scesi sia S&P500 che VIX (18.33 punti, -0.40). La conseguenze é che non ci si può più basare su questi indicatori, specialmente quelli di sentiment, per il trading giornaliero. Da giorni il CBOE Equity put/call é basso (0.57) e il Fear&Greed Index é alto (76 punti, +4) ma questo non basta per poter prevedere una fase negativa della borsa. I dati sulle opzioni sembrano troppo influenzati dei traders e dalle opzioni a scadenza settimanale e il Fear&Greed Index può restare alto per settimane senza che si verifichi un'inversione di tendenza.
Insomma - questo rialzo per molti aspetti é irrazionale ma questa é una buona ragione per credere nella sua continuazione. C'é ancora molto scetticismo e troppa liquidità parcheggiata in attesa di un buon investimento. La finanza é soggiogata al Bench Market - se gli indici di riferimento salgono nessuno può permettersi di restare a lungo fuori dal gioco. Tutti saranno presto o tardi obbligati a partecipare a questo pazzo rialzo delle borse provocando nei prossimi mesi un'accelerazione di tipo esaustivo.
Ancora una volta le Banche Centrali saranno presto o tardi obbligati a fornire liquidità a basso prezzo a imprese e Stati schiacciati da debiti eccessivi e da tassi d'interesse insostenibilmente alti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.91% a 4258 punti
SX7E (banche)          +2.29% a 111.69 punti
DAX                         +2.15% a 15476 punti
SMI                          +0.15% a 11349 punti
FTSE MIB                  +1.95% a 26950 punti
S&P500                     +1.62% a 4136.48 punti
Nasdaq100                +3.34% a 12573 punti

Venerdì gli Stati Uniti hanno comunicato che a gennaio sono stati creati 517'000 nuovi posti di lavoro al di fuori dell'agricoltura. Questo dato, sorprendentemente buono, era troppo distante dalle previsioni (185'000) per non avere conseguenze sui mercati finaziari. L'USD si é impennato (il cambio EUR/USD é sceso da 1.0930 a 1.0795) e come ovvia reazione i prezzi delle materie prime sono scesi (il prezzo dell'oro é crollato da 1930 a 1866 USD/oncia - il petrolio WTI ha perso 2.49 USD a 73.39 USD al barile). La borsa americana ha aperto in forte ribasso a 4133 punti di S&P500. L'indice é riuscito a recuperare fino ai 4182 punti ma é ridisceso e poco prima delle 20.00 é caduto sul minimo giornaliero a 4123 punti. Da qui non si é più risollevato. L'S&P500 é oscillato per ore sui 4130 punti e ha chiuso a 4136.48 punti (-1.04%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2232 su 5867, NH/NL a 1080 su 164 e volume relativo a 1.25.
Questa seduta negativa dovrebbe avere un moderato seguito. L'USD Index (102.82) é sceso senza interruzioni dai 114 punti di novembre 2022 ai 101 punti di giovedì - secondo noi ora ci vorrebbe un rimbalzo tecnico almento fino ai 104-105 punti. Questa reazione dovrebbe ripercuotersi in un rimbalzo dei tassi d'interesse e in un ulteriore calo di una quarantina di punti dell'S&P500. In linea di massima ci aspettiamo che settimana prossima ci sia un calo iniziale seguito da una stabilizzazione. Una pausa di una settimana con l'S&P500 a consolidare sui 4100 punti sembra la variante più probabile prima ripresa del rialzo in direzione dei 4300 punti.

Commento del 28-29 gennaio

La tecnologia riprende il comando

Riassunto: Dopo la correzione minore di metà gennaio fino ai 3900 punti di S&P500 ci aspettavamo questa settimana una ripresa del rialzo grazie in particolare alle azioni tecnologiche americane. Pensavamo che l'S&P500 dovesse fare ancora una breve pausa intorno ai 4000 punti prima che questa resistenza potesse essere definitivamente superata. In effetti l'S&P500 é salito lunedì subito su questo livello (+1.19% a 4019.81 punti), é oscillato per due sedute sui 4000 punti (ma -0.07% a 4016.95 punti, me -0.02% a 4016.22 punti) e si é infine involato giovedì (+1.10% a 4060.43 punti) e venerdì (+0.25% a 4070.56 punti). Senza andare nei dettagli notiamo che il contributo maggiore al movimento di rialzo é arrivato dal settore tecnologico (Nasdaq100 performance settimanale +4.70%).
A livello di sentiment la situazione non cambia. Come ripetiamo da settimane ci sono ancora molti investitori che non riescono ad accettare il fatto che la borsa salga malgrado fondamentali ostili - l'inflazione resta alta, le Banche Centrali stanno ancora alzando i tassi d'interesse, all'orizzonte si profila una recessione e gli utili delle imprese sono in calo. La borsa però sta già giocando il prossimo ciclo. Molti settori economici estremamente sensibili agli incrementi dei tassi d'interesse sono in grave difficoltà (immobiliare, auto) e gli interessi passivi in aumento stanno diventando un grave problema in particolare per quegli Stati molto indebitati. È molto probabile che nei prossimi mesi le Banche Centrali debbano piegarsi al volere dei mercati obbligazionari - questo significa che appena i dati sull'inflazione lo permetteranno (e questo succederà prima di quello che molti pensano) le Banche Centrali torneranno ad avere una politica monetaria espansiva. Questo significa la fine dell'aumento dei tassi d'interesse di riferimento, eventualmente (ma non necessariamente) un pivot e un ritorno del Quantitative Easing. A questo punto la liquidità, che adesso solo lentamente torna ad affluire in borsa, verrà investita massicciamente sui mercati azionari incurante delle valutazioni fondamentali e delle prospettive economiche. In poche parole siamo convinti che il rialzo é solo all'inizio e avrà tendenza ad accelerare.
A corto termine però le borse devono confrontarsi con la realtà. Da alcune settimane i tassi d'interesse di mercato (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 3.52%) non scendono più e i cambi sono stabili (EUR/USD a 1.0870). Il mercato si é mosso sulla base di attese e adesso ha bisogno di conferme. Settimana prossima la parola passa alle Banche Centrali - mercoledì la FED e giovedì la BCE decideranno un aumento dei tassi d'interesse - dovrebbero però comunicare la decisione di voler fare una pausa di riflessione poiché l'inflazione é in calo e l'economia sta frenando. Se le Banche Centrali comunicassero invece l'intenzione di voler combattere in maniera prioritaria l'inflazione pensiamo che il rialzo potrebbe fare ancora una pausa o potrebbe ancora esserci una correzione intermedia. La tendenza é però solida e sostenibile (77.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 61.65) e quindi il raggiungimento del prossimo obiettivo intermedio a 4300 punti di S&P500 é solo una questione di tempo. L'altro fattore importante sono gli utili delle imprese - finora la borsa riesce ad assorbire dei risultati trimestrali deludenti - se i mercati continuano ad ignorare il calo degli utili significa che questo fattore é insignificante - é già scontato nei corsi attuali e le borse stanno già guardando oltre. Nella prossima settimana sarà quindi importante osservare la reazione della borsa alla pubblicazione dei risultati trimestrali dei colossi tecnologici Amazon, Meta (Facebook), AMD, AAPL e Google.
Venerdì la borsa é salita malgrado i terribili dati forniti da Intel (-6.41% dopo un'apertura a -10%) e ha reagito con entusiasmo alle notizie provenienti da Tesla (+11.00%). Notiamo in questi casi come il short covering sia ancora una forza in grado di spingere i corsi delle azioni al rialzo. Immaginatevi cosa potrebbe succedere se i tassi d'interesse di riferimento e di mercato scendessero!
A corto termine le borse secondo molti parametri tecnici sono ipercomperate - non necessariamente questo deve provocare una reazione negativa. Un mercato al rialzo dove non c'é una correzione malgrado l'ipercomperato é per definizione un mercato forte con un trend solido, sostenibiile e dominante. Guardate ad esempio come si sviluppa il prezzo dell'oro - il RSI sopra i 70 punti rallenta semplicemente il movimento ma non provoca nessuna inversione di tendenza. Ci vuole una combinazione di fattori tecnici negativi (partecipazione, momentum, sentiment) per provocare una correzione importante o un crash. Per ora il semaforo resta sul verde.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.41% a 4178 punti
SX7E (banche)          +4.13% a 109.18 punti
DAX                         +0.77% a 15150 punti
SMI                          +0.33% a 11332 punti
FTSE MIB                  +2.56% a 26435 punti
S&P500                     +2.47% a 4070.56 punti
Nasdaq100                +4.70% a 12166 punti

La seduta di venerdì non ci ha detto nulla di nuovo. Di positivo possiamo notare come la borsa abbia assorbito senza contraccolpi i pessimi risultati trimestrali di Intel. L'S&P500 ha aperto in calo a 4053 punti, si é impennato a 4076 punti ed é caduto a 4048 punti di minimo giornaliero. Poi l'S&P500 é salito ad ondate fino alle 21.10 quando ha toccato il massimo a 4094 punti. Vendite sul finale hanno fissato la chiusura a 4070.56 punti (+0.25). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4060 su 3576, NH/NL a 1357 su 149 (rapporto in generale con un lento e costante incremento) e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é scesa a 18.51 (-0.22), il CBOE Equity put/call ratio era di 0.51 mentre il Fear&Greed Index era fermo a 69 punti. Il sentiment degli investitori migliora ma non appare nessun eccesso - nei social media traspare ancora parecchio pessimismo e la parola d'ordine é ancora "bear market rally". I Summation Index continuano a salire.
Le borse europee questa settimana hanno sottoperformato l'America - i guadagni sono stati modesti e concentrati nei settori ciclici, finanziario e tecnologico. La correlazione con l'America non é però a rischio. Siamo convinti che le borse europee e quelle dei mercati emergenti seguiranno la borsa americana. Continuiamo a prevedere un nuovo record storico dell'S&P500 sui 5000 punti nel corso di quest'anno.
Continuiamo a ridurre la liquidità in favore di azioni, obbligazioni e metalli preziosi. Attenzione che in Europa la curva dei tassi d'interesse non é invertita come é il caso per l'America. Questo ha delle ovvie implicazioni a livello congiunturale - in America si prevede una recessione - in Europa no. Lo spread sui titoli di Stato italiani ci sembra eccessivo - vale la pena comperare BTP. 

Commento del 21-22 gennaio

Dopo una modesta correzione il rialzo può continuare con rinnovato vigore

Riassunto: Da ottobre 2022 la tendenza di fondo delle borse mondiali é al rialzo. L'anno 2023 é iniziato con forti guadagni e una settimana fà l'analisi tecnica aveva segnalato una situazione di ipercomperato ed eccesso di rialzo a corto termine. La tendenza rialzista era però solida e sostenibile e quindi avevamo previsto che doveva solo esserci una pausa di consolidamento con una correzione minore - dai 4000 punti l'S&P500 doveva scendere nel settore 3920-3950 punti prima di risalire. In effetti abbiamo avuto una correzione e a Wall Street, dopo la chiusura di lunedì in occasione del Martin Luther King Day, ci sono state tre sedute negative (S&P500 ma -0.20%, me -1.56% e gio -0.76%). Giovedì l'S&P500 ha toccato il minimo di questa correzione a 3886 punti - l'indice é sceso più in basso di quanto avevamo stimato ma in questi casi é difficile fare una previsione esatta visti i numerosi fattori che possono influenzare a corto termine il mercato - bastano una notizia pessima o una dato economico negativo per ampliare il movimento di 1 o più punti in percentuale. Inoltre ci sono altissimi volumi nelle opzioni a breve scadenza - significa che ci sono tanti piccoli speculatori che aumentano considerevolmente la volatilità giornaliera - il CBOE Equity put/call ratio é passato dai 1.31 (!) di giovedì ai 0.54 di venerdì. Venerdì (S&P500 +1.89% a 3972.61 punti) é iniziata la riscossa con una seduta di forte rialzo trascinata dai big della tecnologia (Nasdaq100 +2.86%) - la forza relativa del settore, che si era delineata nelle scorse settimane, ha avuto un'ulteriore conferma.
Adesso la fase di sostanziale e sostenibile rialzo può riprendere il suo corso. Anche durante la correzione la partecipazione é rimasta buona e i Summation Index continuano a salire. La tendenza di fondo della borsa americana resta sulla base degli indicatori (72.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 56.86 punti) al rialzo. Nelle prossime settimane ci aspettiamo un contributo sostanziale dalla tecnologia e dalle PMI (Russell2000) che su base fondamentale sono sottovalutate. I big della tecnologia stanno affrontando delle profonde ristrutturazioni con massicce diminuzioni di personale che dovrebbe ristabilire la redditività del settore.
Il Fear&Greed Index (59 punti, +6) non rappresenta in maniera oggettiva l'umore degli investitori. Regna ancora lo scetticismo - la recessione che si profila negli Stati Uniti rende la gente pessimista e pochi comprano azioni con convinzione. Al momento sembra che la diminuzione dell'inflazione e il calo dei tassi d'interesse abbia più cha altro bloccato il flusso delle vendite e obbligato i shortisti a coprire le posizioni - il numero dei nuovi minimi é in costante diminuzione. C'é ancora un'abbondante liquidità parcheggiata in titoli di Stato a corta scadenza e in attesa di buone occasioni d'investimento. Più gli indici azionari salgono e più aumenta la pressione psicologica su chi é sottoinvestito e deve presto o tardi comperare. Pensiamo che la prossima gamba di rialzo debba far salire l'S&P500 sui 4300 punti - a questo livello ci aspettiamo la prossima correzione di medio termine. Quando questo livello verrà superato il rialzo dovrebbe accelerare in maniera esponenziale - ci aspettiamo questa fase nel secondo trimestre dell'anno. Le borse mondiali e quelle dei mercati emergenti dovrebbe svilupparsi alla stessa maniera.
Restiamo investiti in azioni, in obbligazioni di ottima qualità (USTBond ventennali) e short USD. Manteniamo le posizioni in oro - il rialzo é regolare in USD - in EUR il prezzo fatica ancora a salire ma noi restiamo ottimisti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.74% a 4120 punti
SX7E (banche)          -0.49% a 104.84 punti
DAX                         -0.35% a 15033 punti
SMI                          +0.04% a 11295 punti
FTSE MIB                  -0.03% a 25775 punti
S&P500                     -0.66% a 3972.61 punti
Nasdaq100                +0.67% a 11619 punti

Venerdì fino nel primo pomeriggio non sembrava che il vento stesse cambiando. Le borse europee erano in leggero guadagno grazie al recupero della borsa americana il giorno prima in finale di seduta. Il future sull'S&P500 era praticamente invariato. L'apertura a Wall Street é stata circospetta. L'S&P500 ha esordito a 3910 punti e all'inizio é ancora sceso a 3897 punti. I 3900 si sono però dimostrati un solido supporto e da qui l'S&P500 é risalito a 3930 punti. Per ore l'indice é oscillato su questo livello. Solo dopo le 19.15 i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni e l'indice é salito regolarmente fino alla chiusura sul massimo a 3972.61 punti (+2.86%).
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6410 su 1693, NH/NL a 763 su 258 e volume relativo a 1.05. La correzione delle precedenti tre sedute ha permesso di assorbire l'ipercomperato e l'accesso di rialzo negli indicatori (RSI a 55.99 punti). A livello di sentiment non notiamo cambiamenti particolari - la volatilità VIX (19.85 punti, -0.67) ha avuto nella prima parte della settimana l'atteso rimbalzo e nella prossima fase dovrebbe precipitare sotto i 18 punti facendo cadere in depressione tutti quelli che si aggrappano alle ultime possibilità offerte dall'analisi tecnica e grafica per un ritorno di quel bear market che ha dominato nei primi tre trimestri del 2022.
Noi siamo incoraggiati dal fatto che la correzione si sia svolta come pensavamo - in una fase di solido e sostanziale rialzo, nella quale secondo noi ci troviamo, l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo vengono riassorbiti tramite semplici correzioni minori di tre giorni e alcuni punti in percentuale sugli indici (-2%/-3%). Quando la tendenza di fondo é invece al ribasso queste correzioni sono molto più lunghe e profonde. Gli oscillatori non hanno ancora completamente scaricato l'eccesso di rialzo - questo significa che potrebbero ancora esserci alcune sedute con l'S&P500 ad oscillare sui 4000 punti. Il quadro tecnico generale resta però estremamente costruttivo.

Commento del 14-15 gennaio

Rialzo solido e costante - a corto termine l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo obbligherano le borse a fare una pausa

Riassunto: Come previsto le borse hanno continuato il rialzo di inizio anno. L'S&P500 (+0.40% a 3999.09 punti) ha finalmente abbandonato la fascia 3800-3900 punti e sullo slancio ha raggiunto i 4000 punti. La tecnologia mostra forza relativa e questa settimana la performance del Nasdaq100 (+0.71% a 11541 punti, performance settimanale +4.53%) é stata migliore del resto del mercato. Le borse europee, grazie ai settori ciclici, hanno continuato la loro corsa. A corto termine si delinea una situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo - gli oscillatori sembrano trovarsi su un massimo intermedio. Questo fatto non deve sorprendere nessuno considerando l'ampiezza del rialzo nelle prime due settimane del 2023 (Eurostoxx50 +9.42% / S&P500 +4.16%). Settimana prossima deve quindi esserci una pausa di consolidamento. Non ci aspettiamo una correzione intermedia ma piuttosto un'oscillazione in laterale di 3-5 giorni con un modesto ritracciamento (-1% fino a -2%). La ragione é semplice. A livello di indicatori il trend si sta rafforzando - la partecipazione é buona e in aumento - non appaiono divergenze negative. La tendenza di fondo della borsa americana é adesso ufficialmente al rialzo con il 75.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 55.67 punti. Per quel che riguarda di sentiment tra gli investitori regna ancora scetticismo - il Fear&Greed Index é salito solo fino a 63 punti (+6). Il mercato ha solo bisogno di assorbire i sostanziali progressi delle prime sedute dell'anno. Non abbiamo indicatori in posizioni estreme - solo la volatilità VIX a 18.35 punti (-0.48) sembra scesa su un supporto con una DSI molto bassa ed é pronta per un rimbalzo tecnico. Come sapete se la VIX rimbalza (sale) l'S&P500 dovrebbe ritracciare (scendere). Secondo il grafico un logico obiettivo per un ritracciamento si trova tra il supporto a 3950 punti e la MM a 50 giorni (ca. 3920 punti). 
Il nostro scenario finora si sviluppa secondo le attese - l'inflazione scende, i tassi d'interesse di mercato calano (reddito dell'US Treasury Bond a 3.49%) e l'USD si indebolisce (USD Index a 101.96). Ribadiamo di conseguenza la nostra previsione a medio termine - siamo all'inizio di una sostenibile e sostanziale fase di rialzo che dovrebbe permettere all'S&P500 di salire su un nuovo massimo storico a 5000 punti. Liquidità e sentiment alimenteranno il movimento. Il rialzo dovrebbe toccare tutte le borse mondiali e dovrebbe lentamente coinvolgere anche i settori di crescita e di rischio come la tecnologia. Sopra i 5000 punti di S&P500 l'aria sarà estremamente rarefatta ed esisterà una forte rischio d'inversione di tendenza. Dovrebbe poi seguire un lungo e profondo bear market durante il quale sarà sconsigliabile possedere azioni. Avremmo il tempo di discutere questo sviluppo nei prossimi mesi - anticipiamo questa nostra previsione unicamente per ricordarvi di utilizzare la fase finale del rialzo per vendere. Adesso bisogna essere investiti e bisogna lasciarsi trascinare dalla corrente - sembra che per i mercati azionari ci sia un potenziale di rialzo di ca +20% e parecchi mesi di tempo prima di entrare in una zona di pericolo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.31% a 4150 punti
SX7E (banche)          +1.22% a 105.36 punti
DAX                         +3.26% a 15086 punti
SMI                          +1.31% a 11290 punti
FTSE MIB                  +2.40% a 25783 punti
S&P500                     +2.67% a 3999.09 punti
Nasdaq100                +4.53% a 11541 punti

È stata una settimana tranquilla durante la quale le borse sono salite costantemente assorbendo senza problemi notizie potenzialmente negative. Sembra che lentamente gli investitori abbraccino la teoria del rialzo mentre tra i ribassisti comincia a serpeggiare i dubbi. Nei social media sono spariti gli scenari catastrofici che prevedavano una ripresa del ribasso e una rapida discesa verso i minimi di ottobre dell'anno scorsa che oggettivamente sono ormai lontani. Pochi investitori riescono a conciliare la realtà di borse in ascesa con le previsioni economiche piuttosto negative che puntano su una recessione. Pochi si ricordano che le borse scontano già la situazione attuale e guardano già al prossimo ciclo congiunturale.
Venerdì le borse hanno fatto segnare moderati guadagni - come nelle altre sedute della settimana.
L'S&P500 ha aperto a 3950 punti, é salito a 3980 punti ed é ritornato a 3970 punti. Fino alle 19.30 é lentamente risalito sui 3980 punti per poi accelerare al rialzo, raggiungere il massimo giornaliero a 4004 punti e chiudere poco più in basso a 3999.09 punti (+0.40%) con un guadagno di 16 punti. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva (come succede spesso negli ultimi tempi) con A/D a 5253 su 2784, NH/NL a 1576 su 66 e volume relativo a 1,0. I Summation Index continuano a salire. I dati sul sentiment sono ancora misti - la volatilità VIX é scesa a 18.35 punti (-0.48) - é su un supporto con un pesssimo sentiment (DSI) e quindi deve a breve rimbalzare - a medio termine ha però ancora parecchio spazio verso il basso. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.69 - in generale sembra sparita la speculazione al ribasso mentre ancora pochi speculano al rialzo.
Insomma - la situazione si sviluppa come previsto e gli indicatori finora confermano il rialzo e la sua solidità. Non appaiono problemi all'orizzonte e l'ipercomperato (le RSI sugli indici azionari europei sono sui 71-73 punti) può essere assorbito tramite una semplice pausa di consolidamento.
Notiamo che la corsa dell'oro continua (1920 USD/oncia) - l'oro guadagna terreno anche in EUR (1773 EUR/oncia) riuscendo a più che compensare la debolezza dell'USD. Anche il calo del CHF (EUR/CHF a 1.0037 - minimo a 0.9420 a settembre 2022) sottolinea il fatto che le dinamiche all'interno dei mercati finanziari sono cambiate - lentamente si abbandonano i beni rifugio in favore di maggiore rischio - pensiamo che il cambio possa risalire nei prossimi mesi a 1.05.
Lunedì 16 gennaio in America é un giorno festivo (Martin Luther King Day) - la borsa di New York é chiusa e senza le indicazioni provenienti dall'America le borse europee saranno letargiche.

Commento del 7-8 gennaio

Un forte calo dei tassi d'interesse di mercato scatena il rally delle borse - sostanziale rialzo

Riassunto: L'anno é iniziato sui mercati azionari con una decisa spinta di rialzo. I dati economici hanno confermato che l'inflazione in Europa é in calo e le borse hanno reagito con una serie di sedute positive - gli indici hanno rotto al rialzo facendo segnare dei nuovi massimi a 6 mesi. La borsa americana invece ha fatto più fatica. Solo venerdì un rally (S&P500 +2.28% a 3895.08 punti) ha permesso agli indici di chiudere la settimana con una performance positiva. Anche in America sono stati dei dati economici, che confermano il forte rallentamento congiunturale e l'imminenza di una recessione, a spingere i tassi d'interesse di mercato al ribasso e invogliare gli investitori a comperare azioni. Il reddito dell'USTBond decennale é sceso in una settimana (4 sedute) da 3.88% a 3.55% - in Europa il calo é stato più massiccio visto che il reddito del Bund tedesco decennale é crollato da 2.5650% a 2.1950%. Si sta quindi concretizzando il nostro scenario - lentamente gli investitori perdono la paura dell'inflazione e abbracciano la variante della recessione. Le Banche Centrali dovranno adattarsi a quanto decidono i mercati obbligazionari. I tassi d'interesse di mercato sono nettamente più bassi dell'inflazione e stanno scendendo malgrado che le Banche Centrali stanno ancora alzando i tassi d'interesse di riferimento. Le curve dei redditi sono invertite - un US Treasury Bill americano a 6 mesi rende il 4.79%. È evidente che gli investitori si aspettano che l'inflazione, almeno nella sua componente legata ai prezzi dell'energia (prezzo del petrolio WTI a 73.77 USD/barile), scenda e che quindi le Banche Centrali cambieranno nei prossimi mesi la loro politica monetaria. Noi siamo convinti che almeno nella prima fase questo avrà un effetto decisamente positivo sui mercati azionari che guardano al futuro. I prezzi delle azioni scontano al momento una situazione economica decisamente negativa con utili delle imprese in forte calo - la conseguenza é che le borse sono scese molto in basso - probabilmente troppo nel settore tecnologico.
Gli investitori sono ancora troppo pessimisti e sottoinvestiti. Crediamo che ora ci sarà un movimento nella direzione opposta paragonabile a quello di un'altalena - dall'eccesso in una direzione passeremo all'eccesso nella direzione opposta. Gli investitori scommetteranno su una nuovo periodo di crescita sostenuto da una politica monetaria espansiva. Ci prepariamo ad una fase di sostanziale e sostenibile rialzo dei mercati azionari che dovrebbe far salire l'S&P500 su un nuovo massimo storico. La nostra previsione é da mesi invariata - ci aspettiamo che nei prossimi 6-9 mesi l'S&P500 raggiunga i 5000 punti. Ovviamente la premessa é che non ci siano ulteriori sorprese decisamente negative come sono state la pandemia da Covid o la guerra in Ucraina.
Lentamente sta apparendo forza d'acquisto su tutti i mercati azionari - solo la tecnologia ha ancora dei problemi. Il Nasdaq100 (+2.78% a 11040 punti) si trova ancora poco sopra il minimo dell'anno 2022 di metà ottobre. Anche questa settimana la tecnologia (Nasdaq) ha sottoperformato. Per alimentare il rialzo é necessario che questa situazione cambi e che la tecnologia ricominci a trascinare i listini. Tassi d'interesse in calo dovrebbero nuovamente favorire i settori di crescita e invogliare gli investitori a prendere nuovamente rischi.  Ripetiamo infine il nostro avvertimento - tenete d'occhio i cambi poiché la performance dei portafogli verrà quest'anno sensibilmente influenzata dalle oscillazioni delle divise. In particolare ci aspettiamo che l'USD abbia una fase di debolezza mentre siamo convinti che nel 2022 l'EUR sia stato eccessivamente penalizzato. Crediamo che la prossima fase di rialzo delle borse debba essere accompagnata da rivalutazione dell'EUR contro USD - il nostro obiettivo é a 1.15.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +5.91% a 4017 punti
SX7E (banche)          +8.58% a 104.09 punti
DAX                         +4.93% a 14610 punti
SMI                          +3.87% a 11144 punti
FTSE MIB                  +6.22% a 25180 punti
S&P500                     +1.45% a 3895.08 punti
Nasdaq100                +0.92% a 11040 punti

Sul rialzo in Europa abbiamo poco da commentare - performance e grafici parlano da sé. Gli indici hanno chiuso venerdì su dei nuovi massimi di periodo. Gli incroci tra le MM a 50 e 200 giorni lanciano segnali d'acquisto a medio termine. È probabile che sullo slancio gli indici debbano guadagnare ancora un +5%/+8% prima che ci sia una prima correzione intermedia causata dall'ipercomperato, dalle resistenze e dai cicli. Al momento non vediamo nessun ostacolo all'orizzonte - oscillatori e indicatori sono ancora in posizioni intermedie ed é possibile che la prossima settimana sia una copia della settimana appena trascorsa.
In America invece la settimana é stata più indecisa e contrastata. Solo venerdì la borsa ha deciso di nuoversi decisamente al rialzo grazie ad un chiaro movimento sul fronte dei tassi d'interesse (reddito dell'USTB decennale a 3.55% / -0.16%). A livello di indicatori notiamo unicamente una chiara diminuzione dei NL (nuovi minimi) fatto che suggerisce che le vendite, specialmente nel settore tecnologico, si stanno esaurendo. L'S&P500 (+2.28% a 3895.08 punti) non é però ancora riuscito ad abbandonare il range 3800-3900 punti. Malgrado un lento miglioramente degli indicatori non c'é stato un movimento liberatorio e un'accelerazione al rialzo.
Venerdì l'S&P500 ha ancora aperto a 3834 punti e all'inizio é ancora sceso fino ai 3809 punti. Solo dopo la pubblicazione alle 16.00 dell'indice ISM dei responsabili degli acquisti (49.6 punti contro gli attesi 55) la borsa é decollata. L'S&P500 ha raggiunto alle 18.00 i 3880 punti, ha consolidato un paio d'ore, si é impennato fino ad un massimo a 3906 punti e ha chiuso a 3895 punti.
La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6691 su 1463, NH/NL a 1003 su 281 e volume relativo a 1.0. Tutti i settori hanno pertecipato (Nasdaq100 +2.78%, RUT +2.26%, DJT +3.38%). La volatilità VIX é caduta a 21.13 punti (-1.33), il CBOE Equity put/call ratio era ancora alto a 0.91 e il Greed&Fear Index é a 46 punti (+2).
Notiamo che in generale esiste ancora un folto gruppo di traders che scommette incessantemente su una ripresa del ribasso che ha contraddistinto i primi 10 mesi del 2022. La tecnica ci dice che questo gruppo non ha ancora perso e fino a quando l'S&P500 non supera desisamente i 3900 punti esiste ancora la possibilità di una ricaduta ed un test dei 3800 punti.
I Summation Index salgono - la tendenza di fondo della borsa americana é secondo gli indicatori neutra e contradditoria (55.00 dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 44.14 - i dati stanno però migliorando).
Riassumendo il rialzo iniziato ad ottobre del 2022 sta riprendendo vigore dopo una correzione intermedia di medio termine. Il movimento é confermato in Europa. In America esiste ancora la possibilità che il consolidamento prosegua ancora per qualche giorno. Il quadro generale (calo dell'inflazione e dei tassi d'interesse) favorisce però decisamente la variante del sostenibile e sostanziale rialzo dei mercati azionari nel primo semestre dell'anno.
 
Commento del 31 dicembre - 1 gennaio

Due settimane di ... 3850 punti di S&P500. Non c'é stato l'atteso rally di Natale e fine anno

Riassunto: Due settimane fà avevamo giudicato che la correzione intermedia di dicembre era terminata quando l'S&P500 (-0.25% a 3839.50 punti) aveva raggiunto l'obiettivo a 3830-3850 punti. Malgrado che negli indicatori tecnici non vedevamo ancora le premesse per l'inizio di una fase di sostanziale e sostenibile rialzo eravamo ottimisti per quel che riguardava le ultime due settimane del 2022 sulla base dell'effetto stagionale - spesso in questo periodo c'é un rally in occasione di Natale e prima della fine dell'anno. Pensavamo che l'S&P500 potesse risalire sui 4000 punti. Invece abbiamo avuto due settimane di oscillazioni in laterale tra i 3800 ed i 3900 punti di S&P500. Il calo dei tassi d'interesse di mercato ha subito una battuta d'arresto ed il reddito dell'US Treasury Bond decennale é risalito a 3.88%. Gli investitori non hanno ancora fatto una scelta tra i due scenari economici che si profilano all'orizzonte. I dati sull'inflazione e la politica monetaria delle Banche Centrali favoriscono un aumento del costo del denaro. Il rallentamento della crescita economica che probabilmente nel 2023 sfocerà in una recessione lasciano invece presagire un calo dei tassi d'interesse. Fino a quando uno dei due scenari non prevarrà é probabile che la borsa rimarrà senza direzione. A questo punto, con borse che oscillano in laterale, si pone la solita domanda: gli indici azionari stanno consolidando e preparando un rialzo o stanno distribuendo e si apprestano ad effettuare un ulteriore tuffo sotto i minimi di ottobre 2022? In favore di uno scenario positivo parla sicuramente il sentiment o l'umore degli investitori. Sia negli indicatori tecnici che nelle inchieste effettuate tra i vari tipi di investitori trapela un eccessivo pessimismo. La volatilità VIX (21.67 punti) resta testardamente sopra i 20 punti, il CBOE Equity put/call ratio veleggia costantemente sui 0.85 con punte a 2.40 (mercoledì 28.12) e 1.33 (giovedì 29.12) - Il Fear&Greed Index é a 37 punti. In rete prevalgono i commenti negativi. Molti analisti sono convinti che i tassi d'interesse relativamente alti strangoleranno l'economia e provocheranno una diminuzione degli utili delle imprese. Un ulteriore calo dei listini dovrebbe essere la conseguenza di questo scenario recessivo. Noi invece riteniamo che gli aspetti negativi sono già scontati nelle attuali quotazioni. Pensiamo che i tassi d'interesse di mercato, sia sull'USD che sull'EUR, nei prossimi mesi scenderanno facendo nascere tra gli investitori la speranza che il miracolo di una politica monetaria espansiva unita ad uno stimolo fornito dalla spesa pubblica, sarà in grado di rilanciare la crescita economica e sostenere i mercati finanziari. L'abbondante liquidità ancora a disposizione degli investitori istituzionali e privati dovrebbe tornare a scorrere in direzione delle azioni favorendo un'ultima fase di forte rialzo - noi restiamo dell'opinione che nei prossimi 6 mesi (questo lasso di tempo potrebbe variare di 3-6 mesi) l'S&P500 salirà su un nuovo massimo storico sui 5000 punti.
Le borse europee dovrebbero muoversi in parallelo con la borsa americana. Come nel 2022 la differenza di performance dovrebbe essere data dalla differenza sul cambio. Noi avevamo previsto che il cambio EUR/USD per fine anno dovesse risalire a 1.10 - non abbiamo sbagliato di molto considerando che il cambio ha chiuso venerdì a 1.0705. Le borse europee nel 2022 hanno perso circa il 12% - l'S&P500 é calato del -19% - l'USD ha guadagnato circa il 6% contro EUR. Il conto torna - un'investitore europeo nel 2022 ha perso con azioni americane il 13% (-19% +6%). Riteniamo che l'effetto si ripeterà nel 2023 - crediamo che l'USD si indebolirà e quindi la performance in moneta locale della borsa americana sarà superiore di quella delle borse europee. Affrontiamo il 2023 investiti in azioni, short USD contro EUR e long obbligazioni (soprattutto in America).
Torniamo ora alla questione accumulazione o distribuzione - praticamente dobbiamo decidere come inizierà il 2023. A corto termine non si profila una tendenza. I dati riguardanti momentum e partecipazione sono neutri. I Summation index sono in leggero calo ma basta poco per fargli cambiare direzione. Per ora i settori difensivi mostrano forza relativa nei riguardi dei settori di crescita. Praticamente il Nasdaq100 continua a sottoperformare e questo non é un segnale costruttivo. D'altra parte non appare una particolare pressione di vendita - il numero di nuovi minimi (NL) ristagna. Malgrado che molti operatori da settimane prevedono un crash giustificandolo con validi argomenti di tipo fondamentale gli indici si rifiutano di scendere. La tendenza di fondo della borsa americana é ancora al ribasso (39.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish percent Index sul NYSE a 40.87 punti) ma i dati non peggiorano.
Noi pensiamo che il deludente sviluppo delle borse nel mese di dicembre sia dovuto al window dressing di fine anno e dalle operazioni legate a riflessioni di ottimizzazione fiscale. In anni di borsa negativi come il 2022 questi effetti tendono a sfociare in vendite nei titoli che hanno performato male durante l'anno. Non é quindi una sorpresa che i grossi nomi (Apple, Google Amazon, Tesla, Nvidia) abbiano avuto un dicembre disastroso. L'effetto dovrebbe sparire all'inizio del 2023 e noi siamo convinti che dai 3800-3850 punti di S&P500 dovrebbe svilupparsi una sostanziale spinta di rialzo con obiettivo (già indicato in precedenti commenti) a 4300 punti di S&P500. La premessa é costituita da un calo dei tassi d'interesse di mercato. Riteniamo possibile che a breve il reddito dell'USTBond decennale possa provare a risalire sul 4% - in seguito però i tassi d'interesse di mercato devono ricominciare a scendere alimentando il rialzo delle borse.
Pensiamo che i problemi che attualmente affliggono l'economia internazionale (la guerra in Ucraina e la conseguente instabilità dei prezzi dell'energia, la pandemia in Cina) possono accelerare o rallentare il rialzo delle borse ma non cambiare in maniera radicale il nostro scenario di base. Ovviamente non siamo in grado di prevedere l'impatto di un eventuale inatteso evento di grande portata come lo scoppio di un conflitto tra Taiwan e la Cina con il coinvolgimento degli Stati Uniti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.61% a 3793 punti
SX7E (banche)          -0.46% a 95.86 punti
DAX                         -0.12% a 13923 punti
SMI                          -0.70% a 10729 punti
FTSE MIB                  -0.71% a 23707 punti
S&P500                     -0.14% a 3839.50 punti
Nasdaq100                -0.41% a 10939 punti

Sulle ultime sedute del 2022 c'é poco da dire. Sono state contrassegnate da modesti volumi di titoli trattati e da operazionio legate alla chiusura annuale. Gli investitori hanno cercato di abbellire i loro portafogli vendendo i titoli ad alta capitalizzazione e con pessime performance. I livelli tecnici hanno determinato i movimenti giornalieri. Lo si é visto ancora venerdì quando l'S&P500 ha toccato un minimo a 3800 punti (supporto intermedio) prima di recuperare e risalire dopo le 20.30 fino ai 3839.50 punti (-0.25%).
Per il resto abbiamo poco da segnalare. Dagli indicatori non arrivano segnali particolari (A/D a 3294 su 4754, NH/NL a 284.55). L'unico mercato che sembra raggiungere un livello tecnico significativo é quello delle obbligazioni - il DSI sui Bonds é sceso sotto i 20 punti e il reddito dell'USTB decennale (3.88%) si avvicina alla forte resistenza a 4%. Ripetiamo quindi che se il reddito salisse nei prossimi giorni verso il 4% é probabile che si verifichi un massimo intermedio sui redditi dei Bonds rispettivamente un minimo significativo sugli indici di borsa americani. Poiché secondo gli oscillatori la borsa americana é intorno ad un minimo di medio termine é probabile che in seguito parta un movimento di rialzo sostenibile. Insomma - sembra che il 2023 debba iniziare in maniera positiva anche se esiste ancora la possibilità di alcune sedute con l'S&P500 ad oscillare sui 3800-3850 punti. Qualsiasi caduta sotto i 3800 punti di S&P500 é da considerarsi un'occasione d'acquisto. Lo stesso vale per il Nasdaq100 (-0.10% a 10939 punti) nell'improbabile caso in cui il minimo annuale del 2022 a 10440 punti venisse nuovamente avvicinato e testato.

Chiusura 2022

Le performance annuali (2022) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -11.74% a 3793 punti
SX7E                        -4.64% a 95.86 punti
DAX                         -12.35% a 13923 punti
SMI                          -16.67% a 10729 punti
FTSE MIB                  -13.31% a 23707 punti
S&P500                    -19.44% a 3839.50 punti
Nasdaq100               -33.41% a 10939 punti
Nikkei                      -9.37%
Shanghai                  -15.12%

EUR/USD a 1.0705 (-5.84%)
EUR/CHF a 0.9898 (-4.63%)
Oro a 1823 USD/oncia - 1705 EUR/oncia (fine 2021 1829 USD/oncia)
Petrolio (WTI) a 80.26 USD/barile (fine 2021 75.21 USD / barile)
Reddito USTBond decennale (USD) a 3.88% (fine 2021 1.52%)
Reddito Bund decennale (EUR) a 2.5650% (fine 2021 -0.1815%)

Commento del 17-18 dicembre

La correzione é finita - manca (ancora) la forza per ripartire in maniera dinamica al rialzo

Riassunto: L'analisi di domenica scorsa era arrivata alla conclusione che la correzione di medio termine si stava svolgendo come previsto e doveva continuare ancora per tutta questa settimana con un'obiettivo massimo sull'S&P500 a 3830-3850 punti. L'S&P500 ha toccato venerdì un minimo a 3827 punti e ha chiuso a 3852.36 punti (-1.11%). Gli investitori reagiscono positivamente a dati economici che confermano un calo dell'inflazione mentre temono la testardaggine delle Banche Centrali che continuano ad alzare i tassi d'interesse di riferimento. Questo spiega il rally di lunedì (S&P500 +1.43%) e martedì (+0.73% con un balzo fino a 4133 punti in preborsa) al quale sono seguite tre sedute negative. In particolare l'incremento dei tassi d'interesse di +0.50% da parte di FED, BCE, BNS e BoE accompagnata da previsioni di ulteriori aumenti ha messo di cattivo umore gli investitori che adesso temono le conseguenze di una recessione. Il cambiamento d'umore é evidente e si rispecchia nei dati sul sentiment - il Fear&Greed Index é sceso a 42 punti (-9) e da giorni il CBOE Equity put/call ratio é decisamente sopra la media (me 1.33, gio 0.73 e ve 1.19) segnalando parecchia speculazione al ribasso. Secondo gli indicatori la correzione é finita. Almeno a corto termine gli oscillatori segnalano la probabile presenza di un minimo e questa costellazione unita al pessimismo degli investitori deve sfociare settimana prossima in una fase di rialzo che dovrebbe far tornare l'S&P500 sui 3950 punti. Il problema é che al momento non vediamo quei segnali positivi che spesso appaiono prima di una fase di sostenibile rialzo. Non vediamo settori particolarmente forti, non appare una leadership, lo sviluppo del rapporto NH/NL é deludente (malgrado che non ci sia una particolare pressione di vendita) e i Summation Index sono in calo. Formalmente i nostri indicatori di base (48.8% dei titoli sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 44.18) sono ribassisti.
Gli oscillatori di medio termine favoriscono ancora una fase interlocutoria di una manciata di sedute. Questo significa che settimana prossima dovrebbe partire una spinta di rialzo ma questo movimento non sarà probabilmente sostenibile. Dopo una salita sui 3950 punti di S&P500 la borsa americana rischia di ricadere e ritestare i minimi del 17 dicembre. Non sembra quindi che fino a fine anno avremo un dinamico rialzo - più probabile sembra essere un'oscillazione in laterale sui 3850-3950 punti con una chiusura a fine anno sui 4000 punti.
Purtroppo anche le borse europee hanno perso smalto. In linea di massima gli indici azionari europei seguono l'andamento della borsa americana. Poiché questa settimana l'EUR si é rafforzato nei riguardi dell'USD le borse europee hanno perso in percentuale di più di quella americana. Questo é un effetto che conosciamo. Il comportamento delle borse europee é passivo. Non ci sono più quei segnali di forza relativa che eranno apparsi precedentemente e questo é un fattore supplementare per farci credere che fino a fine anno il potenziale generale di rialzo delle borse é modesto malgrado il favorevole periodo stagionale.
La nostra politica d'investimento é invariata. Siamo investiti in azioni (specialmente EU e USA) con una posizione neutra rispetto al profilo d'investimento, siamo long obbligazioni (riteniamo che i tassi d'interesse di mercato debbano scendere) e siamo long EUR contro USD. Finora non appare nulla in grado di mettere in discussione questo scenario di base valido per i prossimi sei mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -3.52% a 3804 punti
SX7E (banche)          -0.46% a 92.87 punti
DAX                         -3.32% a 13893 punti
SMI                          -2.69% a 10770 punti
FTSE MIB                  -2.43% a 23688 punti
S&P500                     -2.08% a 3852.36 punti
Nasdaq100                -2.76% a 11243 punti

La seduta di venerdì é stata condizionata dalla scadenza dei derivati di dicembre. Era una grande scadenza trimestrale che ha fatto esplodere i volumi di titoli trattati (volume relativo a 1.9). Spesso questa scadenza tecnica corrisponde ad un massimo o un minimo intermedio - é probabile che ora si é verificato un minimo visto che gli indici appaiono ipervenduti e in eccesso di ribasso a corto termine. L'S&P500 ha aperto a 3874 punti, é salito fino a 3890 punti per poi ricadere e stabilizzarsi sui 3840 punti. Per ore il mercato é rimasto tranquillo - l'S&P500 ha toccato un minimo giornaliero a 3827 punti. Dopo le 20.30 la borsa si é ripresa. L'S&P500 é tornato a 3864 punti ed é ricaduto sul finale a 3852.36 punti (-1.11%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2335 su 5742 e NH/NL a 201 su 2057. La volatilità VIX é stranamente scesa a 22.62 punti (-0.21) - da mesi questo indicatore lancia segnali contraddittori - la tradizionale correlazione negativa con l'S&P500 a corto termine non funziona più.
Gli altri indici hanno perso meno terreno (Nasdaq100 -0.89%, Russell2000 -0.63%, DJ -0.85%, DJT -1.09%) - un effetto strano che probabilmente é dovuto alle scadenze tecniche.
A questo punto é molto probabile che settimana prossima si verifichi un rimbalzo tecnico. Purtroppo però non vediamo negli indicatori le premesse per una sostenibile e sostanziale fase di rialzo. Gli investitori sembrano indecisi e sballottati tra scenari contrastanti. Mentre il calo dei tassi d'interesse di mercato e la debolezza dell'USD hanno un'influsso positivo e fanno sperare che nel futuro le Banche Centrali saranno piu concilianti, i dati economici suggeriscono che nel prossimi mesi l'economia mondiale dovrebbe cadere in recessione mentre le Banche Centrali stanno ancora alzando il costo del denaro. Per saldo é poco chiaro quali effetti prevarranno sulle borse. Noi siamo convinti che la liquidità tornerà a scorrere in direzione dei mercati azionari e prevediamo un primo semestre 2023 positivo. Seguiamo da vicino il comportamento dei mercati obbligazionari (reddito dell'USTBond decennale a 3.48%) che sono meno volatili e sembrano più razionali. 
Il prossimo fine settimana, 24 - 25 dicembre, non pubblicheremo il commento tecnico. La prossima analisi é prevista il 1. o il 2 gennaio (in Svizzera é un giorno di festa) 2023.

Auguriamo a tutti i lettori Buone Feste e un felice e prospero Anno Nuovo.

Commento del 10-11 dicembre

La correzione intermedia si svolge come previsto - lentamente manca lo spazio per un consistente rally di fine anno

Riassunto:
Due settimane fà avevamo previsto l'inizio di una correzione intermedia a partire dalla zona di resistenza a 4056-4100 punti di S&P500. Settimana scorsa avevamo ribadito che le borse dovevano ancora correggere e assorbire una situazione di ipercomperato e di eccessi di rialzo a corto e medio termine. Per questa settimana ci aspettavamo una discesa dell'S&P500 sui 3950 punti - in effetti l'indice ha toccato un minimo martedì a 3918 punti e ha chiuso venerdì a 3934.38 punti (-0.73%). Crediamo che l'obiettivo massimo di questa correzione si situa a 3830-3850 punti. Dopo la correzione dovrebbe riprendere il rialzo - finora avevamo stimato che l'S&P500 potesse risalire sui 4300 per la fine dell'anno.
Ora affiora un problema. La correzione non sembra completa - gli oscillatori non sono ancora vicini ad un minimo e nessun indicatore é in una posizione tale da far presagire l'imminente ripresa del rialzo. Gli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 54 punti, -3 punti) sono in generale neutri e non mostrano ancora pessimismo. La volatilità VIX (22.83 punti, +0.54) é tornata decisamente sopra i 20 punti ma non si é impennata come pensavamo. Di conseguenza sembra che la correzione possa durare ancora tutta la prossima settimana. Per questo ci sono varie ragioni non solo tecniche ma anche fondamentali. Gli investitori prima di prendere ulteriori iniziative aspetteranno le decisioni delle Banche Centrali attese tra mercoledì (FED) e giovedì (BCE, BoE, BNS) - sono previsti degli aumenti dei tassi di interesse di riferimento ma molti si aspettano che il ritmo nell'aumento del costo del denaro nel futuro diminuisca. Infine venerdì scadono i derivati di dicembre - si tratta di una grande scadenza trimestrale che spesso condiziona i mercati. Se fino a metà dicembre gli indici azionari rischiano di continuare a scivolare verso il basso é poco probabile che il successivo rally, considerando la pausa natalizia e le varie festività, possa far salire gli indici fino ai nostri obiettivi. Una performance di un +10% in una decina di sedute sembra al momento uno scenario poco realistico malgrado che l'analisi tecnica mandi ancora segnali in generale positivi. La tendenza di fondo della borsa americana resta al rialzo con il 61.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 51.68 punti. Nelle ultime due settimane le borse avrebbero potuto correggere di più - assorbono gli eccessi con il tempo (e meno attraverso i prezzi) e si comportano relativamente bene considerando le premesse tecniche e una serie di notizie dal fronte economico poco edificanti. Specialmente i listini europei mostrano sorprendentemente forza relativa. Bisogna però prendere in considerazione un effetto - la performance degli indici da inizio anno (S&P500 - 17.45%, Eurostoxx50 -8.28%, SMI -14.04%) sono espresse nella moneta del Paese (USD, EUR, CHF). Se si considerano le differenze sui cambi (calcolando per esempio la performance per tutti gli indici in USD), le differenze si riducono notevolmente.  

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.89% a 3942 punti
SX7E (banche)          -0.53% a 93.30 punti
DAX                         -1.09% a 14370 punti
SMI                          -1.16% a 11068 punti
FTSE MIB                  -1.40% a 24277 punti
S&P500                     -3.37% a 3934.38 punti
Nasdaq100                -3.59% a 11563 punti

La settimana appena trascorsa é iniziata con due sedute decisamente negative (S&P500 -1.79% e -1.44%). Questa era la logica conseguenza di una costellazione tecnica che invocava la correzione. Sopra la barriera dei 3900 punti l'S&P500 si é però stabilizzato (mercoledì -0.19%) e ha poi recuperato terreno (giovedì +0.75%). La seduta di venerdì é finita con un tonfo dell'S&P500 a 3934.38 punti (-0.73%). Il calo di quasi 30 punti nell'ultima ora di contrattazioni suggerisce la possibilità che la prossima settimana inizi con un tentativo di discesa dell'S&P500 sotto i 3900 punti. Sulla base dei commenti che leggiamo nei forum per traders ed i alti valori di CBOE Equity put/call ratio (0.95) degli ultimi giorni sembra che molti investitori sono decisamente negativi e prevedono a breve una pesante caduta. Noi sosteniamo l'ipotesi della correzione intermedia ma non vediamo a livello tecnico nessuna ragione per un crollo delle borse. Restiamo di base costruttivi per quel che riguarda i prossimi 6 mesi.
La perdita di 34 punti nella seduta di venerdì ha provocato un peggioramento dei dati tecnici (A/D a 2433 5661, NH/NL a 331 su 929, volume relativo a 0.9, Summation Index in calo) ma non sembra apparire una particolare pressione di vendita. Inoltre notiamo volatilità e nervosismo in America ma gli altri mercati borsistici che seguiamo regolarmente ignorano questa frenesia e sono tranquilli e relativamente stabili.
Il calo dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBond decennale a 3.57% (+0.09%) - reddito del Bund decennale a 1.9345%) sta facendo una pausa - l'USD Index si é fermato a 104.90. Borse, tassi d'interesse e cambi stanno consolidando i loro movimenti in contemporanea e questo ci sembra logico e normale.

Insomma - é possibile e probabile che la prossima settimana inizi con delle ulteriori vendite. Pensiamo però che questo calo sia una normale fase di correzione all'interno di un rialzo di medio-lungo termine. Restiamo investiti in azioni e consigliamo di comperare a chi fosse sottoinvestito nel caso l'S&P500 cadesse sul nostro obiettivo massimo a 3830-3850 punti.
Notiamo la discesa del prezzo del petrolio (WTI) a 71.02 USD. Dai 130 USD al barile, prezzo raggiunto all'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, il greggio ha perso 60 USD ed é tornato a livello pre crisi. Ci aspettiamo un calo anche dei prezzi di gas e elettricità anche se qui il processo di adattamento é più difficile e quindi il calo necessiterà di più tempo - ridistribuire il petrolio é più facile che sostituire il gas trasportato attraverso una pipeline. Il discorso é ancora più difficile per l'elettricità che deve essere in gran parte prodotta e consumata sul momento. La conseguenza é evidente - l'inflazione nei prossimi mesi scenderà - il rischi attuale é quello di una recessione economica - speriamo che le Banche Centrali se ne rendano conto e reagiscano di conseguenza.

Commento del 3-4 dicembre

S&P500 si blocca sotto i 4100 punti - la pausa nel rialzo dovrebbe durare ancora una settimana prima del rally di fine anno

Riassunto: La tendenza di fondo dei mercati azionari é al rialzo. Una settimana fà avevamo però rilevato sugli oscillatori una situazione di eccesso a medio termine che doveva essere assorbita tramite un consolidamento ed una correzione intermedia. L'S&P500 era bloccato dalla fascia di resistenza a 4056-4100 punti. Considerando le molte posizioni speculative short pensavamo che l'S&P500 dovesse brevemente salire sopra i 4100 punti per sconvolgere i piani dei traders per poi ricadere sotto questa barriera e continuare a correggere. L'S&P500 ha toccato un massimo settimanale a 4101 punti giovedì e ha chiuso la seduta di venerdì a 4071.70 punti (-0.12%). L'eccesso di rialzo e l'ipercomperato non sono ancora stati riassorbiti - pensiamo quindi che la pausa di consolidamento in America debba proseguire ancora per parecchie sedute. Guardate ad esempio cosa sta succedendo in Europa dove l'ipercomperato (RSI di Eurostoxx50 a 73.64 e DAX a 71.69) segnalato dalla RSI sopra i 70 punti, da metà novembre ha frenato il rialzo ma non ha impedito agli indici di continuare a fare marginali progressi.
Terminata questa fase di stallo il rialzo dovrebbe proseguire in maniera dinamica - l'S&P500 potrebbe raggiungere per fine anno i 4300 punti.
Il calo dei tassi d'interesse (reddito dell'USD Treasury Bond decennale a 3.51% (-0.02%) e l'indebolimento dell'USD (USD Index a 104.44, EUR/USD a 1.0540) é ormai evidente e il movimento a breve sembra troppo esteso. Esiste quindi la possibilità che adesso avvenga un consistente rimbalzo tecnico in concomitanza con una correzione delle borse. Concretamente é possibile che il consolidamento dell'S&P500 sotto i 4100 punti diventi una correzione minore con obiettivo massimo a 3830-3850 punti. In questo caso non bisogna spaventarsi ma mantenere la rotta. Questi livelli sarebbero delle occasioni d'acquisto per chi non ha ancora abbracciato la tesi del rialzo delle borse ed é sottoinvestito.
Restiamo della ferma opinione che a medio termine (3-6 mesi) l'S&P500 debba salire su un nuovo massimo storico sui 5000 punti. L'Europa parteciperà al rialzo - ci saranno delle differenze di performance tra America ed Europa che verranno in buona parte compensate dal cambio EUR/USD. Concretamente pensiamo che l'USD Index a medio termine debba ricadere sui 94-96 punti.
Nell'immediato notiamo il forte calo della volatilità VIX (19.06 punti, -0.78) che é scesa sotto la barriera simbolica dei 20 punti. A corto termine la VIX (osservate il grafico del future) é caduta troppo in basso - il DSI (Daily Sentiment Index) é vicino ai 10 punti. È probabile che nelle prossime sedute ci sia come reazione un'impennata della VIX e un'aumento della volatilità giornaliera. In pratica nella prossima settimana ci devono essere una o due sedute decisamente negative - se lunedì ci fosse ancora un tentativo di salire a 4100 punti bisogna prendere al volo questa opportunità per un trade short di almeno 100 punti - noi pensiamo di rivedere settimana prossima i 3950 punti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.39% a 3977 punti
SX7E (banche)          -1.60% a 93.80 punti
DAX                         -0.08% a 14529 punti
SMI                          +0.27% a 11198 punti
FTSE MIB                  -0.39% a 24621 punti
S&P500                     +1.13% a 4071.70 punti
Nasdaq100                +2.02% a 11994 punti

È stata una settimana volatile il cui risultato finale é stato determinato dal rally di mercoledì (S&P500 +3.09%, Nasdaq100 +4.58%). Jerome Powell ha annunciato di voler ridurre il ritmo di aumento dei tassi d'interesse - gli investitori hanno interpretato questa affermazione come l'atteso cambiamento nella politica monetaria della FED e hanno comperato azioni spedendo l'S&P500 marginalmente sopra i 4100 punti. Resistenze e ipercomperato hanno però nuovamente bloccato il rialzo. La correzione iniziata lunedì (S&P500 -1.54%) e proseguita martedì (-0.16%) é continuata giovedì (-0.09%) e venerdì. Venerdì l'S&P500 ha aperto a 4032 punti, é secso sul minimo giornaliero a 4026 punti ed é risalito a metà seduta a 4062 punti. Dopo un movimento laterale di ore l'indice si é impennato fino ai 4080 punti e ha chiuso a 4071.70 punti (-0.12%). I buoni dati sul mercato del lavoro comunicati alle 14.30 hanno fatto inizialmente sperare in un'economia meno debole di quanto si pensava. Questi dati riguardano però il passato e sono stati presto accantonati da una borsa che guarda al futuro. Notiamo che per ora gli indici non scendono malgrado dati economici apparentemente ostili e buone premesse tecniche per una correzione intermedia. Questo é un segnale di forza.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4376 su 3671, NH/NL a 739 su 289 e volume relativo a 0.9. Il Fear&Greed Index é sceso a 63 punti (-6). I Summation Index salgono - la tendenza di fondo é al rialzo (73.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 58.15.
Riassumendo ora ci sono le premesse per una correzione intermedia all'interno di una solida fase di rialzo. La correzione potrebbe durare fino a 10 giorni e far scendere al massimo l'S&P500 a 3830-3850 punti. La correzione potrebbe però anche solo essere una semplice pausa di consolidamento tra i 3900 ed i 4000 punti. In seguito ci aspettiamo una rally fino alla fine dell'anno - l'S&P500 potrebbe sullo slancio raggiungere i 4300 punti.
La correlazione tra borsa, tassi d'interesse e USD é sempre più forte ed evidente. La borsa sale quando i tassi d'interesse di mercato scendono e l'USD si indebolisce. Succederà il contrario se la borsa correggerà.

Commento del 26-27 novembre

Oscillatori di medio termine vicini ad un massimo intermedio - difficile per ora superare i 4056-4100 punti di S&P500

Riassunto: Nella settimana appena trascorsa le borse hanno ancora guadagnato terreno. Noi speravamo che l'S&P500 (-0.03% a 4026.12 punti) potesse salire fino ai 4100 punti. Eravamo però coscienti del fatto che con solo 4 sedute a disposizione l'obiettivo era ambizioso. Giovedì 24 novembre in America si é festeggiata la Festa del Ringraziamento (Thanksgiving) e i mercati finanziari sono rimasti chiusi. Già mercoledì in serata l'attività é diminuita e venerdì (volume relativo a 0.4!) solo pochi operatori erano presenti sul mercato e le borse erano letargiche (range giornaliero dell'S&P500 di soli 14 punti!).
Ora é importante ricordarsi quale scenario macroeconomico si sta delineando e qual'é la tendenza di fondo delle borse.
L'inflazione ha probabilmente toccato i massimi tra ottobre e novembre e ora sta diminuendo. L'inflazione é stata provocata da un'interruzione e un malfunzionamento delle catene di approvvigionamento mondiali causate in origine dal Covid. Dopo anni di stabilità dei prezzi molte aziende hanno approfittato della situazione per imporre un aumento dei prezzi ai consumi - in parte questi aumenti sono ingiustificati. La guerra in Ucraina ha fatto esplodere i prezzi dell'energia (petrolio, gas, elettricità). L'incremento dei prezzi era in parte dovuto alla speculazione e da aspetti tecnici - conosciamo bene questo effetto sulle borse e li chiamiamo short covering o "paura di restare fuori" o semplicemente "segui il trend e il momentum". Ora i prezzi dell'energia stanno diminuendo - il prezzo del petrolio aveva toccato un massimo all'inizio dell'invasione russa sui 130 USD al barile (WTI) - ora il prezzo é sceso a 76.26 USD (!). Anche il prezzo del gas e dell'elettricità sono in calo non tanto per le misure adottate dai governi ma piuttosto per un semplice effetto di domanda ed offerta. L'offerta non é diventata così scarsa come molti temevano mentre la domanda é in calo a causa del rallentamento economico e dal contenimento dei consumi. Tutto questo ha un effetto sui tassi d'interesse. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale era salito a metà ottobre a 4.25% - ora é sceso a 3.68% (-0.03%). Contemporaneamente gli indici azionari hanno toccato il minimo annuale, hanno cambiato direzione e ora la tendenza dominante é al rialzo (il 68.9% dei titoli USD sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 56.07 punti). Il rialzo é destinato a continuare anche perché si é creato quel circolo virtuoso che prevedavamo da mesi. L'inflazione é in scacco, i tassi d'interesse di mercato scendono e l'USD si sta indebolendo (USD Index a 105.94, cambio EUR/USD a 1.04). Ora manca solamente che le Banche Centrali adattino la loro politica monetaria a queste nuove condizioni. Devono smettere di combattere l'inflazione (che in questo caso non é una conseguenza diretta della politica monetaria) aumentando ancora il costo del denaro ma devono piuttosto preoccuparsi di sostenere l'economia che deve affrontare un rallentamento economico che si rivelerà probabilmente una recessione. Quando la FED si unirà ai segnali che già stanno inviando i mercati obbligazionari, il rialzo delle borse subirà un'accelerazione.
Ora le borse si trovano in una situazione tecnica contraddittoria. C'é specialmente in Europa un eccesso di rialzo a corto termine (RSI sull'Eurostoxx50 a 76.94) e anche a medio termine gli oscillatori segnalano la vicinanza di un massimo significativo. Tutti vedono sui grafici le resistenze che si trovano tra i 4056 punti (MM a 200 giorni) e i 4100 punti (linea di trend discendente e resistenza statica) di S&P500. Sembrerebbe quindi logico che dei mercati ipercomperati e in eccesso di rialzo a corto e medio termine debbano fare una pausa e correggere a contatto con delle resistenze. D'altra parte a livello di sentiment questo é quello che si aspetta la maggioranza degli operatori. La volatilità VIX é molto bassa (20.56, +0.08) con un DSI che si avvicina a 10 punti. Da giorni osserviamo dei valori alti di (equity) put/call ratio (insolita speculazione al ribasso). Molti traders annunciano sui social media di avere riaperto posizioni short in previsione di una spinta di ribasso o addirittura di una ripresa del Bear Market. Raramente però le borse fanno quello che sembra ovvio e tutti si aspettano.
Noi pensiamo quindi che non ci sarà un'importante correzione. A breve l'S&P500 dovrebbe o potrebbe salire sopra i 4100 punti per sconvolgere i piani dei molti speculatori short - poi potrebbe correggere ma in questo caso ci aspettiamo solo un calo modesto prima della ripresa del rialzo.
Insomma - le borse sono corse troppo in troppo poco tempo (l'Eurostoxx50 é salito dai 3250 punti di fine settembre - ottobre agli attuali 3962 punti!) - lo stesso vale per i tassi d'interesse di mercato e per l'USD. Ci vuole ora una breve fase di digestione prima del rally di fine anno. Restiamo investiti in azioni e in obbligazioni di lungo termine - assicuriamo l'USD contro l'EUR.
L'Europa segue l'America.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.96% a 3962 punti
SX7E (banche)          +1.87% a 95.33 punti
DAX                         +0.76% a 14541 punti
SMI                          +1.11% a 11168 punti
FTSE MIB                  +0.18% a 24718 punti
S&P500                     +1.53% a 4026.12 punti
Nasdaq100                +0.67% a 11756 punti

C'é poco da dire sulla seduta di venerdì. Durante il Black Friday tutti erano occupati a fare gli acquisti di Natale a prezzi scontati e in borsa é successo poco o nulla. L'S&P500 si é mosso tra i 4020 ed i 4034 punti e ha chiuso praticamente invariato a 4026.12 punti (-0.03%). A livello tecnico é stata una seduta insignificante. I Summation Index continuano a salire. Il Fear&Greed Index é a 64 punti - mostra ottimismo ma ancora nessuna euforia - c'é spazio verso l'alto.
Per ora la partecipazione al rialzo é mediocre - il rapporto NH/NL non migliora come dovrebbe - speriamo che questa divergenza negativa sparisca nelle prossime settimane. C'é bisogna che la tecnologia (Bullish Percent Index sul Nasdaq a 41.36) ritrovi almeno parte del suo antico splendore per permettere agli indici nei prossimi mesi di raggiungere dei nuovi massimi storici. L'attuale forza di settori tradizionali (Dow Jones - industria), difensivi (consumi discrezionali - farmaceutica) e della finanza non basta.

Commento del 19-20 novembre

Pausa di consolidamento prima della prossima spinta di rialzo in direzione dei 4100 punti di S&P500

Riassunto: Una settimana fà le borse erano reduci da un possente rally - gli indici azionari specialmente in America erano a corto termine in eccesso di rialzo. Noi avevamo previsto una pausa di consolidamento con una discesa dell'S&P500 a 3920 punti. Il minimo settimanale si é verificato giovedì in pre borsa a 3904 punti - l'S&P500 ha terminato la settimana a 3965.34 punti (+0.48%). Dopo questa pausa il rialzo dovrebbe riprendere e culminare su un massimo ciclico di medio termine sui 4100 punti in concomitanza con la Festa del Ringraziamento (Thanksgiving) di giovedì 24 novembre. Poiché il consolidamento sta durando un paio di giorni in più del necessario sembra che il top intermedio verrà raggiunto solo dopo il prossimo fine settimana vale a dire verso la fine di novembre.
Da un punto di vista tecnico la situazione si sta sviluppando in maniera positiva - la partecipazione al movimento é soddisfacente anche se il rapposto NH/NL non sta migliorando come abbiamo sperato. I Summation Index però continuano a salire (significa che la maggior parte delle azioni sta guadagnando terreno) e la tendenza di fondo secondo i nostri indicatori di base (66.1% dei titoli americani sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 55.12) é al rialzo. Osserviamo un consolidamento anche a livello di tassi d'interesse (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 3.82% (+0.05%) e di valute (USD Index a 106.86 / cambio EUR/USD a 1.0325). Da questi due mercati arrivano quindi delle conferme che il nostro scenario rialzista per i prossimi mesi é corretto.
A livello di sentiment c'é ancora molto scetticismo. Tra i traders prevale l'opinione che si sta unicamente verificando un rally in controtendenza all'interno di un bear market. Molti stanno tentando di indovinare dove questo rally terminerà e  quando l'S&P500 ricomincerà a scendere verso un nuovo minimo annuale. Abbiamo l'impressione che ci sono ancora molte posizioni speculative short e che molti investitori hanno ancora troppe poche azioni in portafoglio rispetto ai profili d'investimento e ai benchmark. Tutti questi sono fattori che nelle prossime settimane dovrebbero alimentare il rialzo. Per assurdo la recessione economica che si profila all'orizzonte dovrebbe avere un influsso benefico sui mercati azionari poiché dovrebbe provocare un calo dell'inflazione e dei tassi d'interesse di mercato legando le mani alle Banche Centrali.
Abbiamo preso nota del buon comportamento questa settimana delle borse europee dovuto in parte al lieve apprezzamento dell'USD. In questo senso la nostra opinione non cambia - anche le borse europee parteciperanno al rialzo. Ci saranno dei brevi periodi di sovraperformance o sottoperformance - il cambio EUR/USD servirà da elemento di compensazione. Il problema dell'approvvigionamento energetico ha una maggiore importanza per l'Europa. Anche in Europa bisogna però essere investiti in azioni.
L'aspetto ciclico e stagionale é positivo e sostiene il rialzo delle borse fino alla prima decade di gennaio 2023 - di conseguenza pensiamo che la prossima correzione a medio termine, che dovrebbe iniziare verso la fine del mese e dai 4100 punti di S&P500, non dovrebbe fare danni significativi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.46% a 3924 punti
SX7E (banche)          +2.68% a 93.58 punti
DAX                         +1.46% a 14431 punti
SMI                          -0.73% a 11045 punti
FTSE MIB                  +0.90% a 24675 punti
S&P500                     -0.69% a 3965.34 punti
Nasdaq100                -1.18% a 11677 punti

Nella settimana appena trascorsa é tornata la calma sui mercati finanziari. L'S&P500 ha avuto per saldo movimenti giornalieri inferiori all'1% (-0.89% / +0.87% / -0.83% / -0.31% / +0.48%). L'impressione é che gli investitori avessero bisogno di fare una pausa e riordinare le idee dopo il possente rally della settimana precedente. Poiché la tendenza di fondo é al rialzo noi partiamo dal principio che questa pausa é di consolidamentoe non di distribuzione. Notiamo che gli indici non scendono malgrado RSI alte - in Europa gli RSI sono decisamente sopra i 70 punti, livello che abitualmente segnala ipercomperato (DAX a 77.22, Eurostoxx50 a 76.42). Un indice che non scende malgrado questi eccessi mostra che il rialzo é robusto. Abbiamo a che fare con mercati strutturalmente forti.
Sulla seduta di venerdì c'é poco da dire - l'S&P500 si é mosso a caso tra i 3936 ed i 3974 punti e ha chiuso nella parte superiore del range a 3965.34 punti (+0.48%) con un modesto guadagno di 18 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4701 su 3402, NH/NL a 533 su 351 e volume realtivo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 23.12 punti (-0.81), il CBOE Equity put/call ratio era a 061 mentre il Fear&Greed Index é a 62 punti (-1). Non abbiamo nessun indicatore tecnico in posizione estrema e quindi non abbiamo segnali particolari per permetterci di prevedere cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni - é un momento in cui gli indicatori si prestano a qualsiasi tipo di interpretazione e in rete si sommano le più svariate previsioni. Noi restiamo dell'opinione che la variante più probabile é una continuazione della tendenza dominante e quindi siamo convinti che il rialzo debba riprendere - riteniamo possibile che l'S&P500 salga nelle prossime 4 sedute (giovedì la borsa americana é chiusa e venerdì la maggior parte degli operatori saranno assenti) a 4100 punti (+3.4%). L'effetto stagionale gioca in nostro favore.
Vi ricordiamo che i tassi d'interesse e l'USD devono muoversi in correlazione con il rialzo delle borse. Significa che i tassi d'interesse di mercato devono scendere e l'USD deve indebolirsi - non é però necessario che questo succeda tutti i giorni - é la tendenza che conta.

Commento del 12-13 novembre (redatto il 14.11)

Trend rialzista confermato

Da giovedì e domenica sono stato a Francoforte. Purtroppo il viaggio di rientro é stato un disastro. Le ferrovie tedesche (DB - Deutsche Bahn) sono nel caos. Da Francoforte la metà dei treni erano notevolmente in ritardo e ci sono state parecchie annullazioni per guasti tecnici. Il mio treno in direzione Zurigo delle 18.06 é stato cancellato dopo che ho aspettato per circa 50 minuti la partenza che veniva costantemente annunciata come imminente. I viaggiatori si sono spostati su altri treni che erano poi affollati e non riuscivano a partire poiché le porte non si chiudevano. Senza dilungarmi eccessivamente, tra ritardi, cambi di percorso e un taxi per coprire una tratta dove ormai non circolava più nessun mezzo di trasporto pubblico sono arrivato a casa alle 2 del mattino.
DB - mai più! Forse viaggiare in auto o in aereo non é ecologico ma in certi casi é meglio e meno caro.

Oggi mi limito ad un breve commento.

Giovedì 10 novembre sono stati pubblicati in America gli ultimi dati dell'inflazione. Finalmente l'indice dei prezzi ai consumi é risultato inferiore alle stime degli analisti e l'inflazione su base annua é in calo. Le nostre previsioni macroeconomiche si stanno rivelando corrette. Infine i mercati finanziari reagiscono come ci eravamo aspettati. Gli indici azionari salgono, i tassi d'interesse di mercato scendono (il reddito del'USTBond decennale é caduto a 3.82%) e l'USD si é decisamente indebolito (USD Index a 106.16). La borsa americana ha avuto un rally storico con guadagni giornalieri tra il +5.5% per l'S&P500 ed il +7.5% per il Nasdaq100. Il rialzo sullo slancio é proseguito venerdì (S&P500 +0.92% a 3992.93 punti, performance settimanale +5.89% / Nasdaq100 +1.82% a 11817 punti, performance settimanale +8.84%).
Ora il trend rialzista che dovrebbe far salire l'S&P500 nei prossimi 6 mesi su un nuovo massimo storico é lanciato e confermato - la tendenza di fondo é al rialzo con il Bullish Percent Index sul NYSE a 56.17 e il 67.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni.
A corto termine il rally é stato troppo intenso e il movimento sembra troppo esteso ed eccessivo. All'inizio di questa settimana dovrebbe esserci un consolidamento. Ci aspettiamo una discesa dell'S&P500 sui 3920 punti in due o tre sedute. Poi però il rialzo dovrebbe continuare e la prossima seria resistenza si trova solo a 4100 punti. Pensiamo che questo obiettivo intermedio debba essere raggiunto nelle prossime due settimane (secondo gli oscillatori la borsa americana sarà ipercomperata intorno al 22-25 novembre) e solo a quel punto dovrebbe esserci una prima consistente correzione intermedia.
La nostra politica d'investimento non cambia - long azioni, long bonds (e short tassi d'interesse) e short USD.
Avrete notato che si sta verificando una evidente rotazione tra settori. Nelle ultime sedute i titoli della tecnologia hanno sovraperformato a scapito dei titoli difensivi come alimentari o farmaceutica. Gli investitori si buttano sulle azioni di quelle società che più avevano sofferto durante il ribasso. Questo effetto dovrebbe durare qualche settimana - in seguito però il rialzo dovrebbe coinvolgere tutto il listino.
Le borse europee (Eurostoxx50 +0.57% a 3868 punti, performance settimanale +4.88%) seguono la borsa americana al rialzo. Attenzione però che probabilmente ci sarà una differenza causata dall'aumento di valore dell'EUR rispetto all'USD (1.0360). In termini nominali la borsa americana dovrebbe avere una performance migliore ma la differenza rispetto all'Europa dovrebbe essere compensata dall'indebolimento dell'USD. Per questa ragione siamo short USD e annulliamo il rischio cambio sulle nostre posizioni azionarie americane.

Commento del 5-6 novembre

La borsa americana corregge più del previsto - il quadro tecnico resta in generale costruttivo

Riassunto: Una settimana fà l'S&P500 aveva raggiunto i 3900 punti e noi ci aspettavamo una pausa di consolidamento rispettivamente una correzione minore. Questo, nelle nostre intenzioni, doveva corrispondere ad un calo fino a circa 3800 punti in due o tre sedute. Invece l'S&P500 ha avuto una correzione profonda ed é caduto giovedì fino a 3696 punti. I 3700 punti sono stati testati più volte prima che il mercato trovasse la forza di riprendersi e l'S&P500 ha terminato la settimana a 3770.55 punti (+1.36%). È stata una settimana strana contraddistinta da forti movimenti nelle due direzioni, anche durante le singole sedute, ed un netto calo della volatilità (VIX a 24.44, -0.75). I big della tecnologia sono ancora in forte calo ma la loro debolezza é stata nuovamente compensata da altri settori. Un'altro aspetto insolito e sorprendente é stata la buona performance delle borse europee che sono salite nonostante i segnali negativi provenienti da Wall Street. Malgrado un incremento dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBond decennale a 4.17%, +0.03%) l'USD ha avuto venerdì un tracollo perdendo quasi il 2% del suo valore (USD Index a 110.67, -1.92%). Insomma - ci sono stati molti movimenti che non rispettano la logica e le abituali correlazioni tra borse, tassi d'interesse e cambi sulle divise. L'impressione é che c'é un aspro combattimento tra chi punta su uno scenario inflazionistico e chi invece favorisce uno scenario recessivo. Noi favoriamo ancora la nostra variate rialzista malgrado che in questa settimana non ci siano stati ulteriori segnali tecnici in nostro favore. La tendenza di fondo della borsa americana resta formalmente ribassista (45.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, BullishPercent Index sul NYSE a 46.57 punti) ma i dati sono praticamente uguali a quelli di una settimana fà nonostante la perdita settimanale degli indici azionari. I Summation Index stanno ancora salendo.
Malgrado che i dati sul mercato del lavoro americano pubblicati venerdì fossero decisamente meglio delle stime degli analisti, la borsa ha reagito positivamente a questo segnale inflazionistico - l'S&P500 ha difeso in maniera convincente il supporto a 3700 punti. Ora però la borsa americana, dopo questa correzione intermedia, deve ripartire al rialzo ed essere in grado di superare di slancio e con un miglioramento degli indicatori tecnici la barriera sui 3900 punti di S&P500. Se non riesce a salire adesso rischia di restare impastoiato ancora per settimane intorno ai 3800 punti. Un USD debole dovrebbe essere d'aiuto.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.08% a 3688 punti
SX7E (banche)          +4.10% a 91.04 punti
DAX                         +1.63% a 13459 punti
SMI                          +0.14% a 10787 punti
FTSE MIB                  +3.34% a 23282 punti
S&P500                     -3.35% a 3770.55 punti
Nasdaq100                -5.96% a 10857 punti

Dopo 4 sedute negative molti si aspettavano venerdì un crollo in direzione dei 3630 punti di S&P500. Invece l'S&P500 ha aperto a 3774 punti, é sceso inizialmente a 3734 punti ed é salito sorprendentemente fino alle 15.40 quanto ha toccato il massimo giornaliero a 3796 punti. Finalmente i ribassisti pensavano di avere partita vinta quando l'S&P500 é precipitato a 3710 punti. Dopo un rimbalzo c'é stato un nuovo tentativo di ribasso con un minimo giornaliero a 3708 punti. A questo punto i traders short hanno gettato la spugna e l'S&P500 é salito fino alla chiusura a 3770.55 punti (+1.36%). In questa giornata é sicuro che molti traders inesperti hanno perso i nervi e sono stati obbligati a chiudere posizioni, sopratutto al ribasso, in perdita.
La seduta é stata positiva con A/D a 5714 su 2420, NH/NL a 752 su 701 e volume relativo a 1.2. La tecnologia é ipervenduta e la reazione di venerdì del Nasdaq100 (+1.56% a 10857 punti) sembra solo l'inizio di un ampio rimbalzo.
Non abbiamo idee precisa su cosa potrebbe succedere settimana prossima. I segnali tecnici sono misti e contrastanti. È però evidente che per sostenere il nostro scenario rialzista la borsa americana deve ricominciare a salire. Le borse europee dovrebbero seguire - la forza relativa mostrata settimana scorsa é un segnale incoraggiante che non ci eravamo aspettati.
Sarà molto importante osservare la reazione dei mercati ai dati sull'inflazione in America previsti giovedì alle 14.30. Un mercato forte e rialzista deve essere in grado di reagire positivamente anche in caso di dati negativi per i prezzi delle azioni - come é successo venerdì 4 novembre dopo che i dati sul mercato del lavoro americano.

Commento del 29-30 ottobre

Due settimane di forte rialzo e nessuno capisce le ragioni - borsa americana forte malgrado il crollo di molti big della tecnologia

Riassunto: Due settimane fà avevamo dichiarato che il minimo del 13 ottobre a 3491 punti di S&P500 doveva essere definitivo. In seguito ci aspettavamo una sostenibile e sostanziale fase di rialzo che doveva fare salire l'indice americano in 3-6 mesi fino ad un nuovo massimo storico a circa 5000 punti. Una settimana fà gli indicatori tecnici segnalavano che questo rialzo era iniziato - non stava avvenendo un altro rimbalzo tecnico all'interno del bear market ma si era verificata l'attesa inversione di tendenza.
Nella settimana appena trascorsa gli indici azionari hanno ancora guadagnato terreno malgrado che molti big della tecnologia (Google, Microsoft, Amazon, e soprattutto Facebook/Meta) abbiano presentato risultati trimestrali inferiore alle stime degli analisti con conseguenti pesanti perdite del corso delle azioni. Il mercato azionario americano però adesso si é emancipato, é strutturalmente solido ed in grado di compensare la debolezza di questi colossi tecnologici. Venerdì il mercato é stato aiutato da Apple (+7.56%) - la società ha pubblicato utili sorprendentemente buoni e il mercato, che si aspettava un'altra delusione, ha reagito con un rally.  Al momento però sono altri settori tradizionali (Dow Jones performance settimanale +5.72% !) come industria, consumi di base o finanza a sostenere e alimentare il rialzo.  
Abbiamo finalmente notato un calo dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 4.02% contro il 4.21% di una settimana fà). Come avevamo giustamente valutato venerdì 21 ottobre i mercati obbligazionari hanno toccato un minimo significativo. Ora il prezzo delle obbligazioni deve lentamente salire mentre i tassi d'interesse di mercato scendono. Questo é quello che ci aspettavamo da settimane e dovrebbe dare un'ulteriore spinta al rialzo delle borse. Lentamente il rallentamento economico e il rischio di recessione si rispecchiano sui tassi d'interesse che dovrebbero scendere malgrado che le Banche Centrali stanno ancora combattendo l'inflazione ed alzando i tassi d'interesse di riferimento.
Il rialzo non sarà lineare ma ci saranno come d'abitudine delle correzioni intermedie. In due settimane l'S&P500 é passato dal minimo a 3491 punti ai 3901.06 punti (+2.46%) di venerdì. L'indice ha guadagnato circa 400 punti o +11% in 11 sedute. A corto termine gli oscillatori segnalano una situazione di ipercomperato e in certi indicatori di sentiment appare della speculazione al rialzo. L'umore degli investitori sta rapidamente cambiando (Fear&Greed Index a 61 punti (+4)). Di conseguenza é probabile che sui 3900 punti il rialzo debba fare una pausa. La tendenza é però forte e quindi eventuali ritracciamenti dovrebbero essere modesti e devono essere considerati delle occasioni d'acquisto. La prossima forte resistenza é solo sui 4100 punti di S&P500.
Mercoledì 2 novembre si riunisce la FED americana e dovrebbe annunciare un ulteriore aumento dei tassi d'interesse di riferimento del +0.75. Crediamo che prima di questo appuntamento gli investitori saranno prudenti e quindi l'ipercomperato di corto termine dovrebbe provocare all'inizio di settimana prossima una correzione minore.
A livello fondamentale sembra che il problema inflazione sia più acuto in Europa. Di conseguenza temiamo che il rialzo delle borse in Europa possa subire un certo ritardo. Le borse europee seguiranno l'America ma forse al momento é meglio puntare su altri mercati azionari - in Europa favoriamo la Gran Bretagna dove azioni e Sterlina Inglese sembrano decisamente sottovalutati. Siamo coscienti dei problemi politici ma crediamo che il nuovo Primo Ministro Sunak sarà in grado di fare un lavoro migliore di Liz Truss e ridare fiducia ai mercati.
In generale molti investitori sono ancora pessimisti per quel che riguarda le prospettive economiche e gli utili delle imprese. C'é ancora un folto gruppo di analisti ed operatori che ritengono che il bear market debba riapparire nelle prossime settimane e far crollare le borse su nuovi minimi. Molti investitori, privati ed istituzionali, posseggono troppe poche azioni rispetto a posizioni neutre o rispetto ai Benchmark. Più il mercato sale e più questi investitori saranno obbligati a saltare sul treno in corsa - il rialzo nei prossimi mesi avrà tendenza ad autoalimentarsi ed accelerare. Sconsigliamo caldamente qualsiasi operazione al ribasso. Formalmente la tendenza di base in America é ancora al ribasso (46.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullich Percent Index sul NYSE a 47.99) ma come notate gli indicatori sono nettamente migliorati e probabilmente settimana prossima, anche se si verificasse una correzione minore, passerano la barriera di 50 dando un segnale d'acquisto. Questi indicatori di base reagiscono lentamente ai cambiamenti e ci mettono un pò di tempo prima di confermare l'inversione di tendenza. Forse molti di voi avranno notato che quasi tutti gli indici sono tornati sopra la MM a 50 giorni - l'unica eccezione é il Nasdaq100. Chi vuole comperare tecnologia (lo consigliamo) deve favorire il Nasdaq Composite al Nasdaq100. Il periodo di dominanza degli AGMAF+ é terminato. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.92% a 3613 punti
SX7E (banche)          +2.84% a 87.45 punti
DAX                         +4.03% a 13243 punti
SMI                          +3.40% a 10772 punti
FTSE MIB                  +4.46% a 22529 punti
S&P500                     +3.95% a 3901.06 punti
Nasdaq100                +3.17% a 11546 punti

Venerdì a Wall Street c'erano i presupposti per una seduta negativa. Le cifre trimestrali di Amazon (-6.80%) aveva deluso gli investitori e i risultati di Apple a prima vista non sembravano entusiasmanti. L'S&P500 ha aperto praticamente invariato a 3808 punti. I compratori si sono però buttati su Apple (+7.56%), altri titoli tecnologici che nei giorni prima sono stati massacrati sono stati comperati (Microsoft +4.02%, Google +4.30%) e i piani di ristrutturazione di Intel (+10.66%) hanno aiutato il settore dei semiconduttori. La borsa americana é partita al rialzo e si é fermata solo alla chiusura sui massimi giornalieri - l'S&P500 ha toccato i 3905 punti e ha chiuso a 3901.06 punti (+2.46%). La seduta al NYSE é stata molto buona con A/D a 5986 su 2144, NH/NL a 1352 su 267 e volume relativo a 1.1. Tutto il listino ha partecipato al movimento (DJT +1.54%, Nasdaq100 +3.17%, RUT +2.25%). L'umore degli investitori sta (troppo?) velocemente migliorando - la volatilità VIX é scesa a 25.75 punti (-1.64) mentre il CBOE Equity put/call ratio (0.66) é da giorni piuttosto basso. I Summation Index salgono. Insomma - il rialzo é lanciato e sembra godere di buona salute con partecipazione in aumento. A corto termine il rally sembra essere stato troppo intenso e istintivamente preferiremmo che ora ci sia una pausa di consolidamento sui 3900 punti prima della prossima spinta in direzione 4100 punti.
Siamo convinti long - siamo investiti in azioni e in obbligazioni di Stato americane a lungo termine. Siamo long EUR contro USD.

Commento del 22-23 ottobre

Rialzo dei mercati azionari malgrado che i tassi d'interesse continuano a salire - segnali tecnici molto costruttivi

Riassunto: La settimana é andata meglio del previsto e ha avuto una caratteristica sorprendente. I mercati azionari sono partiti al rialzo malgrado che i tassi d'interesse di mercato continuino a salire - il reddito dell'US Treasury Bond decennale ha raggiunto il 4.24%.
Noi pensavamo che l'S&P500 (+2.37% a 3752.75 punti) dovesse fare base sui 3600 punti prima di poter cominciare a salire insieme al mercato obbligazionario. Invece gli indici azionari sono partiti al rialzo in solitaria - solo le divise hanno mantenuto l'abituale correlazione (il cambio EUR/USD é salito a 0.9860 mentre USD Index é scivolato a 111.82). Non c'é nessuna ragione concreta per giustificare il movimento di rialzo delle borse che ha sorpreso molti traders e molti investitori convinti che il bear market dovesse continuare. Noi una settimana fà avevamo dichiarato che le borse avevano raggiunto un minimo significativo ed erano pronte per un'inversione di tendenza. C'erano però solo dei buoni presupposti per un solido minimo ma ancora nessun segnale tecnico come premessa per una spinta di rialzo. Molti pensano ora che si stia verificando un rally da ipervenduto e da eccesso di ribasso - sono convinti che questa spinta si debba esaurire velocemente e che in seguito le borse debbano nuovamente crollare. Noi invece siamo dell'opinione che sia iniziata l'attesa fase di rialzo che deve catapultare nei prossimi 3-6 mesi l'S&P500 verso un nuovo massimo storico intorno ai 5000 punti. Da settimane i prezzi dell'energia stanno calando e presto o tardi questo si rifletterà nei dati riguardanti l'inflazione. L'economia mondiale sta rallentando e in molti Paesi occidentali si delinea una recessione. È probabile che nei prossimi mesi le Banche Centrali smettano di combattere l'inflazione alzando i tassi d'interesse e si concentrino invece sui problemi congiunturali e dei mercati finanziari. Ad un certo punto il costo del denaro ricomincerà a scendere e si lanceranno dei nuovi programmi di Quantitative Easing. Gli investitori anticiperanno questa manovra delle Banche Centrali - i tassi d'interesse di mercato scenderanno e i mercati azionari saliranno prima che i dati confermino il calo dell'inflazione e il probabile cambiamento di politica monetaria da parte delle Banche Centrali. Noi pensiamo che questo movimento sia imminente e che probabilmente il rialzo delle borse sia già iniziato. La conferma deve arrivare a breve dai mercati obbligazionari.
C'é assolutamente bisogno che i tassi d'interesse di mercato, specialmente sull'USD, comincino adesso a scendere per alimentare il rialzo delle borse. Venerdì i prezzi delle obbligazioni sembrano aver toccato un minimo significativo e sulle obbligazioni fino a 10 anni sembra che si sia verificata un'inversione di tendenza. In pratica i mercati obbligazionari sembrano avere una settimana di ritardo rispetto ai mercati azionari - sono ipervenduti e in eccesso di ribasso - il DSI giovedì era sotto i 10 punti.
Insomma - settimana prossima le borse devono continuare a salire ma questa volta il movimento deve essere confermato e sostenuto da un calo dei tassi d'interesse di mercato. In caso contrario abbiamo una persistente divergenza negativa che dovrebbe provocare una ricaduta dei mercati azionari.
La tendenza di fondo della borsa americana resta formalmente al ribasso con il 24.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 31.57. I dati stanno però decisamente migliorando e i Summation Index stanno salendo. La tecnologia mostra forza relativa e questo effetto é indispensabile per un solido rialzo dei mercati azionari. Gli investitori sembrano nuovamente disposti a prendere dei rischi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.81% a 3476 punti
SX7E (banche)          +4.54% a 85.03 punti
DAX                         +2.36% a 12730 punti
SMI                          +0.86% a 10418 punti
FTSE MIB                  +3.04% a 21567 punti
S&P500                     +4.74% a 3752.75 punti
Nasdaq100                +5.78% a 11310 punti

La settimana é iniziata con il botto - lunedì l'S&P500 ha guadagnato il +2.65%. Chi a breve speculava su un crash é stato obbligato a coprire le posizioni short e questo ha amplificato il movimento di rialzo che é continuato martedì (+1.14%). Mercoledì (-0.67%) e giovedì (-0.80%) c'é stato un ritracciamento e un consolidamento. Proprio quando i ribassisti pensavano di aver ripreso il controllo delle operazionio ed essere in grado di schiacciare l'S&P500 a 3600 punti c'é stata un'altra inattesa e robusta spinta di rialzo. Venerdì l'S&P500 ha aperto in calo a 3659 punti, é sceso sul minimo giornaliero a 3652 punti ed si é poi impennato a 3712 punti. Un'intervento della Bank of Japan a sostegno dello YEN ha indebolito l'USD e sostenuto i mercati azionari. L'effetto é sembrato subito scemare quando l'S&P500 verso le 17.00 é tornato a 3673 punti. Da qui però l'indice é solo salito, ha toccato il massimo settimanale a 3757 punti e ha chiuso a 3752.75 punti (+2.37%). La seduta é stata decisamente positiva con A/D a 6211 su 1951, NH/NL a 339 su 633 e volume relativo a 1.2 (!). La volatilità VIX resta alta a 29.69 punti (-0.29), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.58 e il Fear&Greed Index é salito a 45 punti (+5). Il rialzo ha coinvolto tutti i settori (DJT +2.12%, Nasdaq100 +2.39%, RUT +2.22%).
Settimana prossima giovedì la BCE e venerdì la BoJ si riuniscono per discutere la politica monetaria e fissare i tassi d'interesse di riferimento. Qualsiasi dichiarazione a sostegno della nostra tesi dovrebbe avere effetti positivi sui mercati azionari.
Settimana scorsa le borse sono salite malgrado il vento contrario che spirava dai mercati obbligazionari. Immaginatevi cosa potrebbe succedere se i tassi d'interesse di mercato cominciassero a scendere. Noi abbiamo completato le nostre posizioni long in azioni con un investimento in obbligazioni di Stato americane a lungo termine (scadenza 20 anni - reddito 4.54%).
C'é un'evidente resistenza a 3800 punti di S&P500 - a questa barriera si aggrappano i traders short. Se l'S&P500 riesce a passare questa resistenza ci aspettiamo un'accelerazione provocata dalla copertura di posizioni short e dai portfolio managers che sono obbligati a comperare per evitare un sottoinvestimento in azioni nei portafogli rispetto ai profili d'investimento e ai Benchmark.
È possibile e probabile che l'S&P500 abbia bisogno alcuni tentativi e del "lavoro" prima di passare definitivamente i 3800 punti.

Commento del 15-16 ottobre

Giovedì 13 ottobre c'é stato un key reversal day - il minimo a 3491 punti di S&P500 dovrebbe essere definitivo

Riassunto: Giovedì 13 ottobre negli Stati Uniti sono stati pubblicati i dati sull'inflazione aggiornati a settembre. L'inflazione su base annuale é del +8.2% - sopra le stime degli analisti di 8.1%. Tutti i dati (mensili e core) erano leggermente superiori alle attese. L'inflazione non diminuisce malgrado i numerosi aumenti del costo del denaro ed il calo del prezzo del petrolio (attualmente WTI a 85.61 USD/barile). Questi dati proccupanti hanno inizialmente fatto precipitare le borse. L'S&P500 é crollato del -3.5% in 1 minuto e ha toccato un minimo annuale a 3491 punti. Poi l'eccesso di ribasso e l'ipervenduto hanno provocato la chiusura di posizioni short e scatenato un rally - dal minimo, l'S&P500 é rimbalzato in 2 ore del +4.7%, ha toccato un massimo giornaliero a 3685 punti e ha chiuso a 3669.91 punti con un guadagno di 92 punti (+2.60%). Formalmente questo key reversal day dovrebbe aver completato la gamba di ribasso iniziata a metà agosto e terminato la fase di ribasso iniziata a gennaio. Questa giornata sembra aver esaurito il trend con una iniziale caduta caratterizzata da del panico, seguita da una forte reazione positiva. Dobbiamo ancora usare il condizionale poiché la seduta di venerdì é stata deludente (S&P500 -2.37% a 3583.07 punti) - la spinta di rialzo iniziata giovedì é bastata a far salire l'S&P500 fino ai 3712 punti ma poi hanno di nuovo dominato le vendite e gli indici azionari americani hanno chiuso sui minimi giornalieri e nuovamente con pesanti perdite. L'S&P500 non é riuscito a restare sopra la barriera psicologica dei 3600 punti - é però rimasto 92 punti sopra il minimo annuale.
Le performance settimanali in America sono negative e la tecnologia ha nuovamente sottoperformato (Nasdaq100 venerdì -3.10% / performance settimanale -3.24%). Non appaiono ancora chiare divergenze positive, i Summation Index sono ancora in calo e la tendenza di fondo é ancora al ribasso (16.0% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 25.56). Di conseguenza é probabile che la seduta di giovedì abbia segnato la fine del ribasso ma non si é ancora concretizzata un'inversione di tendenza.
Le borse europee seguono quella americana. Non bisogna lasciarsi ingannare dalle performances settimanali positive. Venerdì nel dopo borsa l'Eurostoxx50 é ancora sceso e alle 22.00 valeva 3357 punti. Sembra però che lentamente la debolezza relativa dei mercati azionari europei stia sparendo - durante la settimana il DAX tedesco, anche aggiustato con le differenze d'orario, ha guadagnato terreno e il settore bancario (SX7E) mostra un'inattesa reazione positiva. Il cambio EUR/USD (0.9724) si é stabilizzato. Di conseguenza non c'é più ragione, almeno secondo l'analisi tecnica, per prevedere nel futuro un comportamento peggiore delle borse europee rispetto a quella americana.
I giochi però non vengono decisi dai mercati azionari ma da quelli obbligazionari. Sui bonds non si delinea ancora nessuna inversione di tendenza. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é salito al 4.00% (+0.03%) e venerdì i futures hanno fatto segnare la peggiore chiusura giornaliera dell'anno. Fino a quando i prezzi delle obbligazioni scendono e i tassi d'interesse di mercato salgono é molto improbabile che le borse possano iniziare quella fase di rialzo che noi prevediamo su base fondamentale.  
Per ora solo sul mercato delle divise ci sono divergenze positive - negli ultimi giorni l'USD Index (113.17) non ha toccato un nuovo massimo annuale e in generale la forza dell'USD sembra scemare.
Osserviamo con interesse che tra gli investitori ed i traders prevale il pessimismo (Fear&Greed Index a 21 punti (-2)) e tutti sono estremamente negativi come se le borse non facessero che scendere a precipizio da mesi. Da inizio anno l'S&P500 perde il -24.82%. L'S&P500 si trova però solo un centinaio di punti sotto i livelli di metà giugno - sotto questa ottica le perdite negli ultimi tre mesi sono state solo del ca. -3%. Poco in confronto al costante afflusso di notizie negative, all'impennata dell'inflazione e al rischio di recessione.
Noi restiamo costruttivi per quel che riguarda il comportamento delle borse per i prossimi 3 a 6 mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.19% a 3381 punti
SX7E (banche)          +2.01% a 81.33 punti
DAX                         +1.34% a 12437 punti
SMI                          +0.20% a 10329 punti
FTSE MIB                  +0.14% a 20930 punti
S&P500                     -1.55% a 3583.07 punti
Nasdaq100                -3.24% a 10692 punti

Venerdì noi speravamo che le borse riuscissero a confermare i progressi mostrati giovedì. Noi ci aspettavamo un consolidamento - la seduta é però andata decisamente peggio di quanto avevamo previsto. L'S&P500 dopo l'apertura a 3692 punti é ancora salito a 3712 punti. Poi però le vendite sono riapparse in maniera massiccia. Alle 16.30 l'S&P500 era già ricaduto a 3620 punti. Si é stabilizzato su questo livello per circa un'ora e poi é scivolato costantemente verso il basso toccando un minimo a 3579 punti. Ha chiuso poco più in alto a 3583.07 punti (-2.37%). La borsa ha quindi chiuso sui minimi giornalieri con debolezza in tutti i settori (DJT -1.89%, RUT -2.66%, Nasdaq100 - 3.10%). La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1372 su 6780, NH/NL a 435 su 517 e volume relativo a 1.05. La VIX é salita poco a 32.02 punti (+0.08) mentre il CBOE Equity put/call ratio era relativamente basso a 0.63 - sembra che i traders siano relativamente ottimisti - forse condividono la nostra opinione che il minimo a 3491 punti di S&P500 é definitivo.
Per settimana prossima le opinioni divergono estremamente. Sui social media i ribassisti prevedono per lunedì un crash. Noi non vediamo ragioni per un'ulteriore pesante caduta dei mercati - non possiamo però escludere ancora una serie di sedute negative ed un ulteriore test del minimo annuale. Gli indici azionari restano a medio termine ipervenduti e in eccesso di ribasso - il rally di giovedì ha però alleviato a corto termine questo problema con la conseguenza che per le prossime sedute c'é nuovamente dello spazio verso il basso.
Ora bisogna osservare attentamente il comportamento dei mercati obbligazionari. I rischi di recessione dovrebbero provocare un'inversione di tendenza con conseguenze positive sui mercati azionari. Speriamo (ma non abbiamo elementi validi a supporto di questa ipotesi) che settimana prossima l'S&P500 riesca a fare base sui 3600 punti. Abbiamo bisogno di questa base per confermare la validità e solidità del minimo di giovedì scorso e come premessa per l'inizio dell'agognata fase di rialzo a medio termine.
Nell'agenda economica di settimana prossima non scorgiamo nessun appuntamento in grado di dare una scossa decisiva ai mercati finanziari.
 
Commento del 8-9 ottobre

Mercati volatili e dominati dalle emozioni - probabilmente si sta formando una base

Riassunto: In questo momento tutto gira intorno ai tassi d'interesse e alla discussione se nel futuro il problema principale dell'economia americana sarà l'inflazione o una recessione. L'inversione della curva tassi d'interesse (l'USTBills a 6 mesi rende il 4.09%, poi si sale fino ai TBonds a 3 anni che rendono il 4.33% - da qui si scende al 3.89% dei TBonds decennali fino al 3.86% dei Tbonds trentennali) indica che il mercato obbligazionario si aspetta una recessione. I dati economici sono contraddittori - quelli proiettati nel futuro mostrano un forte rallentamento congiunturale nei prossimi mesi - quelli che rispecchiano il passato ci dicono invece che la crescita é ancora robusta. Gli investitori sembrano confusi e fanno poca differenza tra futuro e passato. Venerdì é stato pubblicato il rapporto sul mercato del lavoro USA a settembre - al di fuori del settore agricolo sono stati creati 263'000 nuovi posti di lavoro e la disoccupazione é scesa al 3.5%. Questo dato, migliore delle stime degli analisti, ha alimentato la paura dell'inflazione e ha aumentato la probabilità che la FED a novembre alzi nuovamente i tassi d'interesse di riferimento del +0.75%. La reazione della borsa a questo punto era scontata - l'S&P500 é caduto a 3639.66 punti (-2.80%). Malgrado questo tonfo la performance settimanale é positiva (+1.51%) grazie alle due ottime sedute di lunedì (+2.59%) e martedì (+3.06%). Gli investitori non sembrano in grado di mantenere un'opinione e una rotta ma, dominati dalle emozioni, si spostano rapidamente in una o nell'altra direzione a seconda dei dati che vengono pubblicati o degli avvenimenti. Il taglio della produzione da parte dell'OPEC ha fatto nuovamente impennare il prezzo del petrolio (WTI 92.84 USD/barile, +4.19USD) e ha fatto aumentare i tassi d'interesse.
In generale sembra che i tassi d'interesse stiano formando un top (o i bonds un bottom) mentre gli indici di borsa provano a fare base sopra i minimi di fine settembre. Questo vale fino a quando non ci sarà un nuovo massimo annuale sui redditi o un nuovo minimo annuale su uno dei maggiori indici azionari.
L'analisi tecnica mostra che prevale decisamente il pessimismo - la volatilità VIX é salita a 31.36 punti (+0.84), il CBOE Equity put/call ratio é a 0.88 mentre il Faer&Greed Index é molto basso a 22 punti (-5). Le statistiche mostrano che la liquidità é abbondante e gli investitori hanno sottopesato le azioni nei portafogli - questo dovrebbe alimentare il rialzo nel caso in cui si verificasse un'inversione di tendenza.
Finora però la tendenza di fondo é ancora al ribasso con il 16.8% dei titoli americani sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 26.49. I Summation Index sono in calo. Solo il settore energia é in un trend rialzista - questo non basta a sostenere il mercato.
La nostra opinione non cambia. Di base abbiamo a che fare con mercati azionari ipervenduti e con investitori troppo pessimisti. Siamo convinti che i rischi di recessione nel prossimo futuro prevarranno e questo obbligherà le Banche Centrali ad adattare la politica monetaria. I mercati finanziari dovrebbero anticipare questo cambiamento. I tassi d'interesse dovrebbero scendere, l'USD dovrebbe indebolirsi e le borse iniziare una fase di sostenibile e sostanziale rialzo. In questa settimana però abbiamo rilevato ben poco a sostegno di questa tesi - ci accontentiamo del fatto che per saldo nelle ultime 5 sedute gli indici azionari abbiano guadagnato terreno. Le sedute di giovedì e venerdì sono state però dominate dalle vendite. Il momentum é dalla parte dei ribassisti. A questo punto é importante come inizia la prossima settimana. Come già indicato nel commento di una settimana fà l'S&P500 deve stare sopra i 3630-3640 punti - in questo senso il recupero nell'ultima ora di contrattazioni venerdì dal minimo a 3620 punti alla chiusura a 3639 é un segnale costruttivo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.73% a 3375 punti
SX7E (banche)          +1.52% a 79.72 punti
DAX                         +1.31% a 12273 punti
SMI                          +0.40% a 10308 punti
FTSE MIB                  +1.22% a 20901 punti
S&P500                     +1.51% a 3639.66 punti
Nasdaq100                +0.61% a 11039 punti

La seduta di venerdì é stata deludente per chi come noi pensava che finalmente il ribasso fosse finito sul minimo di fine settembre. Mercoledì l'S&P500 (-0.20%) aveva retto bene considerando il forte aumento dei tassi d'interesse di mercato (il reddito dell'USTB decennale era salito a 3.76%, +0.14%). Alla scivolato di giovedì (-1.02%) é però seguito il crollo provocato dal job report. Durante la settimana l'S&P500 non é riuscito a superare di slancio l'importante resistenza a 3800-3820 punti. Questo ha permesso ai ribassisti di riprendere coraggio e il controllo delle operazioni. Venerdì l'S&P500 ha aperto molto debole a 3697 punti ed é sceso a balzi fino alle 21.30 quanto ha toccato il minimo a 3620 punti. Il recupero sul finale non é bastato a contenere i danni (-2.80% a 3639.66 punti). Questo susseguirsi in rapida seguenza di sedute ottime o pessime é sconcertante.
La seduta é stata decisamente negativa con A/D a 1043 su 7147, NH/NL a 188 su 995 (relativamente pochi) e volume relativo a 1.05. Ci sorprende il fatto che il calo sia stato progressivo e ordinato - senza accelerazioni o segnali di panico.
Ora non abbiamo indicatori che mostrano eccessi di ribasso - teoricamente a breve c'é ancora spazio verso il basso e quindi é possibile che la prossima settimana inizi con un nuovo minimo annuale sotto i 3589 punti di S&P500. Il Nasdaq100 (-3.88% a 11039 punti) é già vicino al record negativo (minimo annuale a 10967 punti). Non facciamo previsioni per l'inizio di settimana prossima. Crediamo però che le probabilità di un'altra settimana positiva siano superiori a quelle di un'ulteriore caduta o ancora peggio un crash. Soggettivamente ci sembra che questi mercati abbiano già ampiamente scontato tutte le notizie negative.
Le borse europee continuano a seguire l'America senza poter sviluppare una dinamica indipendente. L'Eurostoxx50 (-1.69% a 3375 punti) da inizio anno perde il -21.47% - la performance é simile a quella dell'S&P500 -23.64% considerando anche il fatto che nel dopo borsa l'indice é ancora sceso a 3359 punti.
Teniamo d'occhio il ballo coordinato di mercato azionari, obbligazionari e delle divise. Da uno di questi mercati devono arrivare delle divergenze positive in grado di segnale con anticipo un'inversione di tendenza.  Cerchiamo dei massimi discendenti o dei minimi ascendenti.
Lunedì 10 ottobre in America é Columbus Day. Il mercato delle obbligazioni é chiuso e senza questo importante punto di riferimento é probabile che i mercati azionari saranno statici e poco mossi.

Breve aggiornamento del 3 ottobre

Finora abbiamo solo dei rimbalzi in un bear market - tassi d'interesse e cambi lanciano però segnali incoraggianti

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.89% a 3318 punti
SX7E (banche)          -5.46% a 78.52 punti
DAX                         -1.38% a 12114 punti
SMI                          +1.28% a 10267 punti
FTSE MIB                  -1.98% a 20648 punti
S&P500                     -2.91% a 3585.62 punti
Nasdaq100                -1.73% a 10971 punti

Settimana scorsa le borse hanno ancora perso terreno. Ci sono stati dei segnali positivi come la buona performance della borsa svizzera e la diminuzione dei nuovi minimi a 30 giorni in America che mostra una diminuzione della pressione di vendita (NL 1194 venerdì 30 settembre rispetto ai 3686 del precedente venerdì). Per ora é però evidente che le situazioni di eccesso di ribasso, ipervenduto e pessimismo provocano solo dei brevi rimbalzo tecnici (come quello di mercoledì 28) e niente di più. Le borse non sembrano ancora aver toccato il fondo ed essere pronte per un'inversione di tendenza malgrado che la caduta finale di venerdì (S&P500 -1.51% a 3585.62 punti) abbia l'aspetto di una capitolazione.
Settimana scorsa i tassi d'interesse di mercato sull'USD sembrano aver toccato un massimo (reddito dell'USTBond decennale a 3.83% contro il top di giovedì a 3.97%) e l'USD ha incominciato ad indebolirsi (USD Index a 112.08 contro i 112.81 della settimana precedente) ma questo non basta ancora ad influenzare positivamente le borse vittime di una spirale negativa. Il continuo flusso di notizie preoccupanti dai vari fronti di crisi non permettono ai mercati azionari di riprendere il fiato. La possibilità che il Credit Suisse sia sull'orlo del fallimento ha fatto riapparire i fantasmi della caduta della Lehman Brothers e della crisi dei mercati finanziari del 2008.

Noi pensavamo che settimana scorsa l'S&P500 (-1.51% a 3585.62 punti) dovesse scendere a testare il minimo di giugno a 3637 punti. Eravamo poi incerti se dopo questo test l'indice dovesse semplicemente fare base sopra i 3600 punti o se invece potesse già ripartire al rialzo. La caduta di venerdì ha negato entrambi i scenari e ci mette ora in una posizione difficile. Secondo gli indicatori il mercato resta ipervenduto a corto e medio termine e quindi il mese di ottobre dovrebbe iniziare con una fase di rialzo sostenibile (non solo un rally di un paio di giorni ma un rialzo di alcune settimane con obiettivo minimo a 3800 punti). La rottura sotto i 3600 punti e su un nuovo minimo annuale mostra però che il mercato é ancora molto debole e sembra mancare una solida base da cui ripartire. Solo un veloce e netto ritorno sopra i 3630 punti negherebbe la possibilità della continuazione del ribasso alimentando la variante della falsa rottura al ribasso.
La tendenza di fondo della borsa americana resta ribassista con il 12.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 18.65.

Non abbandoniamo però il nostro scenario rialzista. Siamo convinti che prossimamente i dati sull'inflazione miglioreranno decisamente e che di conseguenza i tassi d'interesse di mercato ricominceranno a scendere. L'USD dovrebbe indebolirsi. A questo punto le Banche Centrali dovrebbero cambiare politica monetaria e concentrare le loro preoccupazioni sui rischi di recessione. Le borse dovrebbero approfittarne e reagire con un rialzo alimentato inizialmente dal short covering. Al momento c'é nettamente troppo pessimismo (VIX a 31.62 punti, Fear&Greed Index a 17 punti).
Questa settimana deve iniziare con un ulteriore rimbalzo tecnico causato dall'eccesso di ribasso di venerdì. Se il rally durerà almeno tre giorni facendo risalire l'S&P500 decisamente sopra i 3630-3640 punti é possibile che si verifichi un'inversione di tendenza. La conferma deve arrivare dai mercati delle obbligazioni e delle divise.

Commento del 24-25 settembre

Il ribasso continua - eccesso di ribasso, ipervenduto e panico provocheranno settimana prossima un rally
Sarà un rimbalzo tecnico o un'inversione di tendenza? Lo decideranno l'USD e i tassi d'interesse di mercato

Riassunto: Mercoledì 21 settembre la FED americana ha alzato nuovamente i tassi d'interesse di riferimento del +0.75% e ha ribadito l'intenzione di voler combattere l'inflazione con una politica monetaria restrittiva e ulteriori aumenti del costo del denaro. Questa stretta monetaria é stata accolta con scetticismo dagli investitori che sono preoccupati dalle conseguenze congiunturali - Stati Uniti ed Europa si avvicinano a grandi passi ad una recessione e per molti analisti (noi compresi) Jerome Powell sta facendo un grave errore. In ogni caso la decisione ha provocato un'ulteriore crollo delle borse, un'impennata dei tassi d'interesse di mercato sull'USD (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 3.69% (-0.01%)) e un'accelerazione del rafforzamento dell'USD (USD Index a 112.81, cambio EUR/USD a 0.9692). Tutto questo é esattamente il contrario di quanto avevamo previsto - ci siamo sbagliati e l'S&P500 (-1.72% a 3693.23 punti, -1.72%) ha perso anche il supporto a 3800 punti ed é sceso a testare il minimo di giugno a 3637 punti. L'indice venerdì ha toccato un minimo giornaliero a 3647 punti contro il minimo annuale del 17 giugno a 3637 punti. Anche le borse europee sono state trascinate nel baratro - l'Eurostoxx50 (-2.29% a 3348 punti) e il DAX (-1.97% a 12284 punti) hanno raggiunto venerdì un nuovo minimo annuale marginale. Venerdì la presentazione del nuovo piano finanziario del governo inglese, che prevede una forte espansione della spesa pubblica finanziata col debito, ha contribuito a spaventare gli investitori e a provocare una pesante caduta della Sterlina Inglese e un'impennata dei tassi d'interesse. La tendenza di fondo delle borse é decisamente al ribasso e questo viene confermato dai nostri indicatori di base in America (12.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 21.46 punti). Ora le borse sono decisamente ipervendute e in eccesso di ribasso - questo vale sia a corto termine che a medio termine. Poiché venerdì abbiamo osservato del panico (VIX a 29.92 punti (+2.57), massimo giornaliero a 32.31 punti, CBOE Equity put/call ratio a 1.02 (!), Fear&Greed Index a 24 punti (-7)) é molto probabile che settimana prossima ci sia un rally. Ci sembra però poco probabile che il rally parta senza un test del minimo a 3637 punti di S&P500 - di conseguenza pensiamo che lunedì o martedì possa ancora esserci un vuoto d'aria.
Non sappiamo se il rally che ci sarà settimana prossima o all'inizio di ottobre sarà solo un rimbalzo tecnico in un bear market o se invece si verificherà un'inversione di tendenza. Siamo convinti che a breve il rialzo dei tassi d'interesse di mercato deve finire visto che nel futuro i dati economici che indicano l'arrivo di una recessione si moltiplicheranno. Inoltre i dati sull'inflazione devono migliorare visto che da settimane i prezzi dell'energia sono in calo (p.e. petrolio WTI a 78.74 USD/barile). Infine da giorni molti DSI (Daily Sentiment Index) si trovano in territorio estremo - i DSI su S&P500 Nasdaq e US Bonds sono sotto i 10 punti mentre quello sull'USD Index era giovedì a 93 punti. Questa concomitanza di posizioni estreme a livello di sentiment preannuncia un calo dell'USD e dei tassi d'interesse (già venerdì i redditi degli USTBond tra i 10 dei i 30 anni é sono scesi) e un forte rimbalzo degli indici azionari. Poiché il pessimismo degli investitori viene confermato da vari indicatori (inchieste, posizioni sui mercati delle opzioni e dei futures) il potenziale per un rally di copertura sembra consistente. Bisognerà poi vedere se durante questo rally appariranno anche della forza d'acquisto e partecipazione e se invece avremo solo un rimbalzo di modeste dimensioni e con debole partecipazione.
Per ora i grafici parlano contro la possibilità di un'inversione di tendenza generalizzata (borsa, divise e tassi d'interesse).     

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.34% a 3348 punti
SX7E (banche)          -3.82% a 83.06 punti
DAX                         -3.59% a 12284 punti
SMI                          -4.46% a 10137 punti
FTSE MIB                  -4.72% a 21066 punti
S&P500                     -4.65% a 3693.23 punti
Nasdaq100                -4.63% a 11311 punti

Nella seduta di venerdì ci sono stati dei movimenti di accelerazione che hanno le caratteristiche di una capitolazione. Non possiamo però parlare di key reversal day malgrado il recupero dell'S&P500 (-1.72% a 3693.23 punti) di 46 punti dal minimo - in effetti l'indice ha chiuso sotto il livello d'apertura e con una perdita. La reazione é però degna di nota.
L'S&P500 ha aperto in gap down a 3716 punti ed é sceso a balzi fino alle 21.00 quando ha toccato i 3647 punti. Nell'ultima ora di contrattazioni é risalito a 3693 punti. La seduta al NYSE é stata pessima con A/D a 1051 su 7206, NH/NL a 45 su 3686 (tanti - troppi) e volume relativo a 1.15. Ci sono state vendite in tutti i settori (Nasdaq100 -1.66% a 11311 punti, DJT -1.83%, RUT -2.48%). L'unico aspetto positivo é che lentamente la tecnologia mostra forza relativa. I Summation Index sono in calo.
Normalmente dopo una seduta del genere c'é un rimbalzo tecnico. Ci sono però due fattori da considerare. La vicina fine del trimestre e la posizione degli oscillatori che mostrano il probabile raggiungimento di un minimo significativo a corto e medio termine a metà di settimana prossima. È quindi possibile che l'S&P500 si "trascini" sui 3600 punti fino alla fine della settimana prossima e che la prevista fase di rialzo slitti all'inizio di ottobre. I traders possono provare ad aprire posizioni short sui 3600-3640 punti con obiettivo minimo a 3800 punti.
Gli investitori rimangono invece finora investiti in azioni in maniera neutrale secondo il loro profilo d'investimento.

Sono assente una settimana. Il prossimo fine settimana non pubblicherò il commento tecnico. Scriverò solo un breve aggiornamento il lunedì 3 ottobre in mattinata.

Commento del 17-18 settembre

Dolorosa ricaduta - ora si riparte dai 3800 punti di S&P500

Riassunto: La settimana é stata pessima - la pesante perdita settimanale degli indici azionari non corrisponde alle nostre attese e previsioni. Noi avevamo sperato che l'S&P500 (-0.72% a 3873.33 punti) riuscisse a fare base sopra i 4000 punti. Invece i dati sull'inflazione americana ad agosto pubblicati martedì sono stati accolti dagli investitori con un'ondata di vendite - le speranze di un netto calo dell'inflazione sono state infrante. A dire il vero i dati non erano così male - l'inflazione su base annua é al +8.3% contro il +8.5% del mese precedente. Gli analisti avevamo però stimato un calo al +8.1% e quindi la delusione é stata bruciante. Inoltre il dato "core" é stato del +0.6% contro il precedente +0.3%. L'S&P500 é salito fino a martedì alle 14.30 su un massimo a 4149 punti - poi é precipitato fino a venerdì toccando un minimo a 3837 punti. Un crollo di 312 punti (ca. -7.6%!) in quattro sedute. Nel commento di due settimane fà vi avevamo avvisati che "Nei prossimi mesi potrebbero esserci parecchie sorprese. I mercati finanziari sono molto instabili e volatili - gli investitori sono nervosi e cambiano velocemente opinione e posizione - la liquidità abbonda e favorisce gli eccessi. La speculazione amplia i movimenti e in molti mercati agiscono attori inesperti e non abituati a operare con simili ampi movimenti e nell'incertezza." Questi ampi e dinamici movimenti sono però veramente insoliti. Noi riteniamo che il ribasso sia stato amplificato dalla scadenza trimestrale dei derivati di settembre che si é verificata venerdì. Molti adepti delle Elliott Wave invece sostengono il contrario - dicono che la scadenza ha provocato il rimbalzo dopo le 20.00 che ha fatto tornare l'S&P500 a 3873 punti (+36 punti dal minimo) - si aspettano un ulteriore crollo settimana prossima. Noi invece seguiamo le nostre metodiche e non le Elliott Wave. Spesso alla scadenza dei derivati il mercato si trova su un minimo o su un massimo significativo - ora dovrebbe esserci stato un minimo. La pressione di vendita ci sembra modesta se paragonata all'ampiezza della perdita - il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (NL a 2046) é relativamente basso - ai Summation Index, che sono ancora in calo, basterebbe poco per cambiare direzione. Infine sembra che tutti gli investitori sono ora pessimisti e sottoinvestiti - i traders sono tutti short. Non abbiamo mai vissuto un crash in una situazione di tale disfattismo. Notiamo inoltre che il cambio EUR/USD (1.0014) non cala più e questa settimana non ha seguito la borsa americana al ribasso - il cambio sta evidentemente facendo base e spesso il mercato delle divise é un precursore. Ricordiamo che un calo dell'USD (USD Index a 109.39) é una delle nostre premesse per una fase di sostenibile e sostanziale rialzo della borsa americana. L'altra componente sono i tassi d'interesse. Qui abbiamo un problema. Il reddito dell'USTBond decennale é salito questa settimana al 3.45% - l'incremento da settimana scorsa (3.33%) é moderato ma indiscutibile - non c'é (ancora) nessun segnale d'inversione di tendenza.
Ora l'attenzione degli investitori si concentra sull'appuntamento di mercoledì 21 settembre - alle 20.00 (orario locale) la FED dovrebbe alzare di nuovo i tassi d'interesse di riferimento del +0.75% - molti pensano che l'incremento potrebbe essere del +1% - il mercato si aspetta entro fine anno un aumento totale del +2%. D'altra parte si sommano i segnali di recessione - venerdì Federal Express (-21.40%), il leader nel settore dei trasporti, ha pubblicato risultati decisamente inferiori alle stime e l'azione é crollata. Molti indicatori economici che guardano al futuro segnalano un forte rallentamento della congiuntura mentre il mercato del lavoro é ancora robusto. Se la FED cominciasse a mandare segnali di preoccupazione con una propensione ad occuparsi maggiormente della crescita economica piuttosto che dell'inflazione, dovrebbe esserci un cambio di tendenza in borsa. Questo cambiamento dovrebbe provocare quella possente spinta di rialzo che noi ci aspettiamo da mesi. 
A corto termine pensiamo che il supporto sui 3800 punti di S&P500 dovrebbe reggere - settimana prossima potrebbe ancora esserci una caduta fino a questo livello nel caso in cui la FED alzasse i tassi del +1% e si mostrasse ostinata nel combattere unicamente lo spettro di un'inflazione provocata soprattuto da uno shock a livello d'offerta. Nel caso in cui ci sbagliassimo l'S&P500 dovrebbe tornare a testare il minimo di giugno a 3636 punti. Secondo la nostra analisi il quadro tecnico generale gioca in favore del nostro scenario costruttivo - solo le analisi grafiche e i dati di base (25.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 37.70) parlano per una continuazione del ribasso.
Le borse europee continuano a seguire a distanza quella americana. Questa settimana si sono comportate relativamente meglio compensando il distacco accumulato nella settimana precedente. La borsa italiana approfitta del buon comportamento del settore bancario che ha reagito positivamente ai regali della BCE e all'incremento dei tassi d'interesse di mercato. L'effetto dovrebbe essere però evanescente e di breve durata.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.95% a 3500 punti
SX7E (banche)          +2.90% a 86.36 punti
DAX                         -2.65% a 12741 punti
SMI                          -2.66% a 10610 punti
FTSE MIB                  +0.07% a 22110 punti
S&P500                     -4.77% a 3873.33 punti
Nasdaq100                -5.77% a 11861 punti

Non c'é una ragione particolare per analizzare in maniera approfondita la seduta di venerdì. La settimana é stata determinata dalla seduta a New York di martedì quando l'S&P500 é crollato del -4.32% a 3932 punti. La rottura della fascia di supporto sui 4000 punti ha automaticamente riaperto la strada verso il basso almeno fino al minimo di inizio mese (3883 punti). Venerdì la scadenza dei derivati di settembre ha causato volatilità e volumi (volume relativo a 1.9) con un aspro combattimento tra ribassisti e rialzisti. Sullo slancio del momentum i ribassisti hanno fatto scendere l'indice a metà giornata fino a 3837 punti. L'S&P500 (-0.72% a 3873.33 punti) ha però chiuso a ridosso del massimo  giornaliero - l'hammer sul grafico e il recupero fino ai 3880 punti suggeriscono che un minimo significativo é stato raggiunto. Potrebbe esserci stata una falsa rottura al ribasso come premessa ad un'ennesima inversione di tendenza.
I dati sul sentiment mostrano un diffuso pessimismo (VIX a 26.30 punti (+0.03), CBOE Equity put/call ratio a 0.81, Fear&Greed Index a 36 punti (-4)) - i dati sono rafforzati dalle inchieste tra i vari tipi d'investitore e dalle nostre rilevazioni sui social media. Gli analisti si superano in previsioni catastrofiche basate su scenari di recessione con un contemporaneo aumento del costo del denaro. Ricordiamo che questi sono fatti conosciuti e già rispecchiati dalle attuali valutazioni delle borse.  
Noi consigliamo di restare investiti sui mercati azionari in maniera neutrale rispettando il profilo d'investimento. Abbiamo chiuso le nostre posizioni speculative long alla rottura del supporto a 4000 punti e le abbiamo riaperte venerdì sera.
Consigliamo di investire parte della liquidità in obbligazioni in USD - assicuriamo però la divisa con operazioni a termine. Siamo long EUR/USD sulla parità - siamo quindi ribassisti sull'USD.
Siamo meno ottimisti per le borse europee. Crediamo che la popolazione e la borsa stiano sottovalutando il pericolo di una penuria invernale di energia. Tutti pensano solo ai prezzi e alle bollette da pagare - il problema sarà però la disponibilità di gas ed elettricità - una brusca frenata economica sembra secondo le nostre stime inevitabile - speriamo di sbagliarci.
Personalmente ho già provveduto a ridurre la regolazione del riscaldamento in casa per una temperatura tra i 19 ed i 20 gradi e a comperare legna da ardere per il camino, candele e lampade solari.

Commento del 10-11 settembre

L'S&P500 (4067 punti) torna nettamente sopra i 4000 punti e innesca probabilmente la prossima fase di rialzo

Riassunto: La BCE giovedì ha alzato i tassi d'interesse di riferimento del +0.75%. L'aumento del costo del denaro proprio quando l'economia europea é sull'orlo della recessione é un errore. Come sottolineato più volte l'inflazione non é una conseguenza di un eccesso di domanda ma di uno shock a livello di offerta provocato prima dalla pandemia e in seguito dalla guerra in Ucraina che ha causato un'impennata dei prezzi dell'energia. I mercati azionari reagiscono con volatilità e movimenti caotici a questa situazione intricata. L'aumento dei tassi d'interesse ha un effetto negativo su congiuntura e borse. D'altra parte si profila una recessione e questo rallentamento dell'economia é già ampiamente scontato nei prezzi delle azioni. Tra gli investitori prevale il pessimismo. Molti analisti, operatori ed investitori (noi compresi) si aspettano quindi che nei prossimi mesi le Banche Centrali ricomincino a sostenere l'economia ed i mercati con una politica monetaria espansiva. Questo spiega in parte il rally che si é verificato questa settimana a Wall Street - é stato un misto di short covering da eccesso di ribasso e di pessimismo, e di speranza che l'aumento dei tassi d'interesse di mercato sia finito.
A breve alcuni fattori tecnici devono ancora influenzare il mercato azionario - il short covering non sembra ancora finito e la grande scadenza trimestrale dei derivati di settembre (venerdì 17) provocherà una forte volatilità. Crediamo che le prossime 5 sedute saranno turbolente. Se come pensiamo l'S&P500 (+1.53% a 4067.36 punti) riesce a formare base sopra i 4000 punti é probabile che in seguito il rialzo guadagni di forza e acceleri in direzione del primo obiettivo a 4600 punti (massimi di aprile) con resistenza intermedia a 4250-4300 punti. Ricordiamo che questo movimento deve assere accompagnato da un calo dei tassi d'interesse sull'USD e da una svalutazione della moneta americana. Finora su questi due mercati é successo poco: il reddito dell'USTBond decennale é a 3.33% (+0.04%) mentre l'USD Index é stabile a 108.94. Molti investitori questa settimana si aspettavano che grazie alla spinta delle Banche Centrali (i rappresentanti di FED e BCE continuano a ripetere che siamo solo all'inizio di un periodo di rialzo dei tassi interesse) i tassi d'interesse e l'USD dovessero continuare a salire al rialzo e invece sorprendentemente abbiamo assistito ad una battuta d'arresto. 
Settimana scorsa eravamo rimasti di base costruttivi e rialzisti ma, impressionati da due sedute decisamente negative, avevamo mostrato una certa cautela e reso il nostro scenario positivo dipendente dalla difesa da parte dell'S&P500 del supporto a 3900 punti. Inoltre avevamo previsto un rally della borsa americana e un ritorno dell'S&P500 sopra i 4000 punti - idealmente una salita fino a 4063 punti. Questa previsione si é realizzata - l'S&P500 mercoledì ha ancora toccato un minimo intraday a 3884 punti e poi si é involato. In 4 sedute ha guadagnato 143 punti o il +3.65%.
La tendenza a corto termine é ora al rialzo mentre a medio termine il quadro é ancora confuso. Gli indicatori sono in territorio neutro con molte contraddizioni a seconda che si guardi il quadro a corto, medio o lungo termine. La tendenza di fondo della borsa americana é formalmente ancora al ribasso (49.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 44.65) ma i dati stanno migliorando. I Summation Index stanno ancora scendendo ma il calo rallenta e si prospetta un'inversione di rotta.
Noi restiamo investiti e long. Manteniamo la nostra previsione di una salita dell'S&P500 a 5000 punti - il raggiungimento dell'obiettivo potrebbe però slittare all'anno prossimo.
Le borse europee come atteso seguono a fatica l'America. L'economia europea é in grave difficoltà e la recessione potrebbe essere più lunga e profonda che in America. Inoltre la FED ha maggiore spazio di manovra mentre la BCE sembra fare parecchi errori e perseguire una politica piena di contraddizioni che segue troppi obiettivi creando solo confusione. L'aumento dei tassi d'interesse é stato tardivo ed é arrivato al momento sbagliato - la BCE inoltre continua a comperare titoli di Stato per impedire un aumento eccessivo degli spreads. Temiamo che l'UE rischi nei prossimi anni di essere vittima delle sue disuguaglianze - potrebbe politicamente implodere. Per i prossimi mesi ci aspettiamo una rivalutazione dell'EUR sull'USD dell'ordine del +10%/+20% causata dal calo del differenziale dei tassi d'interesse - questo fuoco di paglia dovrebbe però terminare l'anno prossimo ed essere seguito da un crollo.   

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.72% a 3570 punti
SX7E (banche)          +4.48% a 83.92 punti
DAX                         +0.29% a 13088 punti
SMI                          +0.08% a 10900 punti
FTSE MIB                  +0.79% a 22094 punti
S&P500                     +3.65% a 4067.36 punti
Nasdaq100                +4.05% a 12588 punti

Lunedì la borsa americana é rimasta chiusa in occasione del Labor Day. Fino a mercoledì mattina gli indici azionari sono scivolati verso il basso - gli investitori sembrava attendere le decisioni della BCE e le dichiarazioni di Jerome Powell. Mercoledì c'é stato un primo rally a Wall Street (S&P500 +1.83%). Il rialzo é continuato giovedì (+0.66%) ed ha accelerato venerdì (S&P500 +1.53% a 4067.36 punti). Quest'ultima seduta decisamente positiva é stata la più sorprendente e convincente poiché non é giustificata da nessun dato o avvenimento in particolare. I compratori hanno semplicemente preso il controllo delle operazioni e l'hanno mantenuto per tutta la giornata dall'Asia, all'Europa fino all'America.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6639 su 1579, A/D a 326 su 239 e volume relativo a 0.95. Tutti i settori hanno partecipato al rialzo (Nasdaq100 +2.17%, DJT +2.44%, Russell2000 +1.95%). Gli indici azionari hanno adesso assorbito l'ipervenduto e l'eccesso di ribasso - le RSI sono sui 50 punti, gli oscillatori sono risaliti dai minimi. Anche a livello di sentiment gli indicatori sono migliorati e sono neutri (VIX a 22.79 punti (-0.82), CBOE Equity put/call ratio a 0.52, Fear&Greed Index a 45 punti (+3)). Indicatori a parte, molti investitori sono ancora sottoinvestiti e, considerando il preoccupante quadro macroeconomico, molti pensano che le borse sono in un Bear Market e prevedono un crollo. Pessimismo e scetticismo dovrebbero nelle prossime settimane alimentare il rialzo.
All'inizio di settimana prossima prevediamo un breve ritracciamento dopo un rally di 3 sedute e il raggiungimento dell'obiettivo intermedio dell'S&P500 a 4063 punti. L'S&P500 dovrebbe però fare base sopra i 4000 punti per poi continuare da metà settembre il rialzo.
Teniamo d'occhio cambi (l'USD deve indebolirsi) e tassi d'interesse (devono scendere). La correlazione tra questi due mercati e gli indici azionari non é ferrea - i movimenti di questi mercati devono però tendenzialmente confermarsi a vicenda.

Commento del 3-4 settembre

Prevediamo a breve un rally sopra i 4000 punti di S&P500 - le prospettive a medio termine peggiorano e noi diventiamo cauti 

Riassunto: Settimana scorsa l'S&P500 era caduto fino a 4057 punti. Noi avevamo previsto che molto probabilmente la correzione non era terminata e una caduta dell'indice fino all'obiettivo originario a 3900 punti fosse possibile - giovedì 1. settembre l'S&P500 (-1.07% a 3924.26 punti) ha toccato un minimo a 3903 punti - questo minimo é stato ritestato con successo venerdì (minimo giornaliero a 3906 punti). Lunedì 5 settembre la borsa americana resta chiusa in occasione della giornata del lavoro (Labor Day). A cortissino termine gli indici azionari americani sono decisamente ipervenduti e in eccesso di ribasso. Gli oscillatori segnalano la possibile presenza di un solido minimo a corto termine. È molto probabile che la prossima settimana inizi con un ulteriore rimbalzo tecnico che dovrebbe far risalire l'S&P500 decisamente sopra i 4000 punti. A questo rimbalzo dovrebbe seguire una fase di accumulazione intorno ai 4000 punti fino a metà settembre.
La correzione iniziata il 17 agosto sta però facendo più danni tecnici di quanto ci eravamo immaginati - i NL aumentano costantemente - i Summation Index scendono senza dare l'impressione di volersi fermare. La tendenza di fondo della borsa americana torna ad essere ribassista con il 31.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 43.11 punti. I tassi d'interesse in America continuano lentamente a salire - il reddito dell'US Treasury Bond decennale é a 3.20% (-0.06%). Anche l'USD Index (109.57) raggiunge regolarmente dei nuovi massimi. Non sembra che sul mercato delle obbligazioni e su quello delle divise ci debba essere a breve un'inversione di tendenza. Come sapete un calo dei tassi d'interesse e una fase di debolezza del'USD costituiscono le nostre premesse per una fase di rialzo sostanziale e sostenibile della borsa americana. A questo punto cominciamo ad avere dei dubbi che a settembre possa partire l'attesa fase di rialzo con obiettivo a 5000 punti di S&P500. Siamo convinti che le Banche Centrali presto o tardi torneranno a sostenere i mercati finanziari con una politica monetaria accomodante. Riteniamo inoltre che i prezzi dell'energia debbano scendere (come sta già avvenendo sul petrolio / WTI a 86.87 USD al barile dopo il picco a 130 USD (!) all'inizio della guerra in Ucraina) ma purtroppo temiamo che nel futuro le economie dei paesi occidentali saranno confrontate con un problema di disponibilità. In poche parole il problema non sarà il prezzo (e la relativa spinta inflazionistica) ma la carenza d'offerta. Riteniamo che la recessione economica, che prevediamo da mesi, é inevitabile e poco potranno fare i governi e le Banche Centrali per evitarla. A questo punto é difficile che possa crearsi quell'ottimismo necessario per alimentare una possente gamba di rialzo delle borse. Lo scenario economico che stiamo prospettando é quella di un periodo di stagflazione - una moderata recessione con prezzi dei beni e dei servizi in aumento a causa di una diminuzione dell'offerta superiore al calo della domanda. Il meccanismo della globalizzazione basato su dei sistemi di distribuzione su base mondiale funzionanti alla perfezione si é inceppato. Bisogna nuovamente cominciare a produrre localmente e prevedere magazzini e riserve di merci. In questo contesto gli utili delle imprese dovrebbero diminuire e non possiamo immaginarci uno scenario in grado di dare un forte impulso positivo alle borse.
Nei prossimi mesi potrebbero esserci parecchie sorprese. I mercati finanziari sono molto instabili e volatili - gli investitori sono nervosi e cambiano velocemente opinione e posizione - la liquidità abbonda e favorisce gli eccessi. La speculazione amplia i movimenti e in molti mercati agiscono attori inesperti e non abituati a operare con simili ampi movimenti e nell'incertezza. La prova sono gli assurdi e fortissimi movimenti dei prezzi dell'energia elettrica in Europa. Poiché ora in borsa regna il pessimismo é possibile che un marginale miglioramento della situazione politica ed economica basti a provocare un rally di vaste dimensioni.
Riassumendo é meglio aspettare due settimane e vedere come la borsa si comporta in questa fase che dovrebbe essere di accumulazione prima di prendere delle decisioni riguardante l'impostazione di base del portafoglio. Se l'S&P500 fa base sui 4000 punti, i tassi d'interesse di mercato cominciano a scendere e l'USD si indebolisce é ancora possibile e probabile che fino a fine anno le borse possano apprezzarsi. Le borse europee sembrano voler semplicemente seguire quella americana. L'ulteriore prova, oltre alle performance da inizio anno che sono praticamente uguali tra i principali indici europei e quelli americani, é il comportamento settimana scorsa. L'Europa ha semplicemente copiato l'America. Purtroppo questo vale anche per quel che riguarda la caduta a Wall Street venerdì dopo le 18.00. L'Eurostoxx50 ha chiuso la seduta ufficiale di venerdì a 3544 punti con un guadagno del +2.54%. Nel dopo borsa però le borse europee sono crollate - l'Eurostoxx50 venerdì 2 settembre alle 22.00 valeva 3462 punti!

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.65% a 3544 punti
SX7E (banche)          +3.25% a 80.29 punti
DAX                         +0.61% a 13050 punti
SMI                          -0.46% a 10891 punti
FTSE MIB                  +0.12% a 21921 punti
S&P500                     -3.29% a 3924.26 punti
Nasdaq100                -4.02% a 12098 punti

Forse lo scetticismo e la cautela che affiorano nel commento odierno sono una conseguenza delle ultime due sedute della settimana. Fino a mercoledì l'S&P500 é scivolato verso il basso (-0.67%, -1.10%, -0.78%) senza reazioni degne di rilievo. Giovedì però l'indice (+0.30% a 3966.85 punti) é rimbalzato con convinzione a contatto con l'importante supporto a 3900 punti (minimo a 3903 punti). Pensavamo che l'indice potesse poi risalire ma venerdì siamo rimasti delusi e a dire il vero sconcertati.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 3990 punti, ha ritracciato fino a 3974 punti (16.00) e poi con slancio é salito a 4018 punti di massimo. A questo punto sembrava che la correzione di agosto fosse terminata e che l'S&P500 avesse realizzato un'inversione di tendenza. Invece i rialzisti (come noi) sono rimasti ampiamente delusi. Dopo le 18.00 l'indice é sceso e per le 20.00 ha raggiunto i 3926 punti. Dopo una reazione fino ai 3942 punti c'é stata ancora una spinta di ribasso fino ad un minimo a 3906 punti. Solo dopo le 20.40 c'é stata una reazione e l'indice é risalito a 3924.26 punti (-1.07%). Alla fine resta una perdita di 42 punti e l'impressione che i ribassisti hanno il controllo delle operazioni. In effetti la seduta é stata decisamente negativa con A/D a 2893 su 5237, NH/NL a 114 su 1105 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa (?!) a 25.47 punti (-0.09), il CBOE Equity put/call ratio era alto a 0.81 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 41 punti (-4). Durante la settimana la volatilità VIX é rimasta praticamente invariata e questo é anomalo - non ne capiamo le ragioni.
Insomma - ci aspettavamo che dai 3900 punti l'S&P500 potesse risalire in alcuni giorni con facilità fino ai 4063 punti coprendo le perdite provocate dal discorso di Jerome Powell a Jackson Hole. Invece la pressione di vendita non accenna a diminuire e questo non ci piace.
Se contro le nostre previsioni l'S&P500 cade sotto i 3900 punti, dovrebbe in seguito perdere ulteriori 200 punti ed avvicinare il minimo annuale a 3636 punti di metà giugno. Una prospettiva deprimente considerando il fatto che resterebbe poi solo un trimestre per "salvare" l'annata.

Commento del 27-28 agosto

La correzione intermedia é quasi finita - ora c'é bisogno un periodo di accumulazione prima della prossima spinta di rialzo

Riassunto: Avevamo previsto che ad agosto dovesse esserci una correzione intermedia delle borse. Inizialmente pensavamo che la correzione dovesse partire da circa 4150 punti di S&P500 e avere come obiettivo i 3900 punti. In seguito, quando la spinta di rialzo ha fatto salire l'S&P500 più in alto di quanto previsto (massimo a 4325 punti il 16 agosto), avevamo pensato che la correzione dovesse far scendere l'S&P500 solo fino a circa 4100 punti. Venerdì le dichiarazioni di Jerome Powell a Jackson Hole hanno provocato una possente spinta di ribasso e hanno fatto precipitare l'S&P500 a 4057.66 punti (-3.37%). Il capo della FED ha dato l'impressione di voler perseguire una politica monetaria piuttoste restrittiva prendendo in considerazione la possibilità che questo possa provocare una recessione economica. Powell sembra mettere la sua priorità nel combattere l'inflazione. Questo ha spaventato gli investitori in azioni ma non ha impressionato più di quel tanto il mercato delle obbligazioni. Il reddito dell'USTBond decennale é salito, come previsto settimana scorsa, a 3.04% - venerdì l'incremento é stato però solo del +0.01%.
A breve é difficile stimare se la correzione é finita o se l'S&P500 deve cadere più in basso e raggiungere l'obiettivo originario a 3900 punti. Gli indicatori di ipervenduto (RSI sull'S&P500 a 43.88 punti), di eccesso di ribasso, gli oscillatori e gli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 44 punti, -5) non solo su quei valori estremi che normalmente assicurano la presenza di un solido minimo. È possibile che sullo slancio l'S&P500 possa scendere più in basso anche perché molti traders long sono stati sorpresi venerdì dall'ampiezza e velocità della spinta di ribasso e quindi ci saranno ancora dei traders che devono vendere e chiudere posizioni speculative long. L'USD Index (108.75 con possibile doppio massimo) sembra però su un massimo insieme ai tassi d'interesse sui titoli di Stato in USD. Stimiamo di conseguenza, sulla base della correlazione tra questi mercati, che il minimo di questa correzione sia vicino ed imminente. È improbabile che le borse possano riprendere in tempi brevi il rialzo malgrado che gli indicatori di base (59.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 54.32 punti) siano ancora rialzisti. Dopo il tonfo di venerdì ci deve prima essere una decelerazione e una fase di accumulazione prima che gli indici azionari possano ricominciare a salire. Considerando i cicli pensiamo che l'S&P500 debba fare base sui 4000 punti fino a metà settembre prima che possa iniziare a muoversi nuovamente al rialzo.
Al momento la possibilità che le borse si trovino in un bear market e che quindi la spinta di ribasso di venerdì possa avere una sostanziale e sostenibile continuazione ci sembra molto bassa - strutturalmente il mercato sembra ancora abbastanza solido con una modesta espansione dei nuovi minimi. L'unico problema é che gli investitori si lasciano trascinare eccessivamente dalle emozioni e che quindi il mercato é estremamente volatile (VIX a 25.56 punti, +3.78). Nessuno sembra aver notato che venerdì Jerome Powell ha reso le sue future decisioni sui tassi d'interesse dipendenti dallo sviluppo degli indicatori economici - gli Stati Uniti sembrano muoversi verso una recessione e noi non pensiamo che la FED possa seguire una politica monetaria molto restrittiva. Joe Biden spende però a piene mani tentando di assicurarsi il sostegno degli elettori in occasioni delle elezioni di medio termine di inizio novembre. Sarebbe meglio che FED e Governo agissero in armonia e non con politiche contrapposte e divergenti come avviene ora.
Teniamo d'occhio, con attenzione e da vicino, i mercati obbligazionari. I movimenti del reddito dell'USTB decennale ci diranno quello che pensa la maggior parte degli investitori - sarà questo mercato in fine dei conti a indicare quale direzione devono prendere i mercati azionari.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -3.39% a 3603 punti
SX7E (banche)          -4.28% a 77.76 punti
DAX                         -4.23% a 12971 punti
SMI                          -1.92% a 10942 punti
FTSE MIB                  -2.84% a 21895 punti
S&P500                     -4.04% a 4057.66 punti
Nasdaq100                -4.81% a 12605 punti

Settimana scorsa il mercato é stato molto nervoso e volatile con ampi movimenti nelle due direzioni (S&P500 -2.14%, -0.22%, +0.29%, +1.41%). Fino a venerdì molti hanno tentato di indovinare sulla base dei dati economici che venivano mano a mano pubblicati, cosa avrebbe detto Jerome Powel venerdì. Finalmente venerdì alle 16.00 la tensione si é scaricata al termine di un discorso relativamente breve - Jerome Powell ha condensato le sue riflessioni in una decina di minuti. Gli investitori hanno però avuto bisogno di una trentina  di minuti per prendere una decisione. L'S&P500 alle 15.30 ha aperto sui 4200 punti, poco dopo le 16.00 é caduto a 4163 punti per in seguito rimbalzare nuovamente a 4200 punti. Poi c'é stata una prima consistente spinta di ribasso e l'S&P500 é precipitato a 4125 punti. Sembrava volersi fermare su questo livello ma poi lentamente le vendite hanno ripreso il sopravvento e l'indice é sceso regolarmente e inesorabilmente fino alla chiusura a 4057.66 punti (-3.37%). È stata una seduta pessima sotto tutti punti di vista - non solo per la pesante perdita di 141 punti. I dati della giornata sono in effetti estremamente negativi (A/D a 977 su 7227, NH/NL a 332 su 781 e volume relativo a 0.95) con tutti i settori travolti dalle vendite (DJT -3.86%, Nasdaq100 -4.10%, RUT -3.30%). Normalmente dopo una seduta del genere c'é un breve ed evanescente rimbalzo tecnico ma in seguito ci devono ancora essere delle vendite. Non crediamo che i 4057 punti rappresentino il minimo della correzione.

Ovviamente anche le borse europee venerdì sono precipitate (Eurostoxx50 -1.93% a 3603 punti, performance settimanale del -3.39%) - come avevamo anticipato solo l'SMI svizzero (-1.10% a 10942 punti) si é salvato grazie ai suoi titoli difensivi. Nel dopo borsa però gli indici azionari europei hanno ulteriormente perso terreno. Alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 3568 punti e dobbiamo aspettarci lunedì mattina che le contrattazioni riprendano da questo livello (ca -1%). La situazione tecnica delle borse europee ricalca quella americana. Poiché l'economia europea sembra decisamente più debole di quella americana e poiché il problema energetico sembra in Europa acuirsi con ovvie conseguenze sulle attese d'inflazione, crediamo che le prossimo futuro sia preferibile puntare su Wall Street piuttosto che sulle borse dell'UE.
Ripetiamo però che, secondo gli indicatori tecnici (specialmente DSI), l'USD Index sembra essere su un massimo significativo - di conseguenza crediamo che l'USD nei prossimi mesi debba perdere di valore rispetto all'EUR. Il cambio tra le valute potrebbero compensare la sottoperformance dei mercati azionari europei.

Commento del 20-21 agosto

Correzione intermedia causata dall'ipercomperato e dal rimbalzo dei tassi d'interesse - tendenza di base al rialzo

Riassunto:
Alcuni dati economici, pubblicati durante la settimana, hanno suggerito che l'inflazione, specialmente in Europa, non é ancora sotto controllo. Come previsto il reddito dell'US Treasury Bonds decennale é risalito a 2.98%. Venerdì c'é stata una seduta decisamente negativa (S&P500 -1.29% a 4228.48 punti) che ha condizionato la performance settimanale. Finalmente si sta sviluppando l'attesa correzione minore ed intermedia - per il momento questa correzione segue lo scenario descritto in precedenti commenti. Strutturalmente la borsa appare ancora robusta e quindi il calo non dovrebbe essere importante. Oscillatori e RSI mostrano però che la correzione é appena iniziata e dovrebbe durare ancora quanche giorno. I Summation Index sono da venerdì in calo. La tendenza di fondo della borsa americana resta al rialzo con il 71.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 59.02.

Questo fine settimana sono assente e quindi non ho il tempo per effettuare un'analisi dettagliata. Passo subito alle conclusioni.
L'obiettivo della correzione minore é a 4100 punti di S&P500 - come preannunciato settimana scorsa. Questo movimento dovrebbe essere correlato ad una breve salita del reddito dell'USTB decennale sopra il 3.00%. La correzione deve essere utilizzata per ottimizzare il portafoglio azionario. A settembre prevediamo una ripresa dinamica del rialzo che dovrebbe sfociare su un nuovo record storico dell'S&P500. I settori ciclici e i titoli di crescita verrano favoriti rispetto ai settori difensivi. A breve sarà quindi l'SMI svizzero a mostrare la migliore performance relativa. In seguito bisognerà puntare su Nasdaq100 e Russell2000.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.23% a 3730 punti
SX7E (banche)          -4.45% a 81.24 punti
DAX                         -1.12% a 13544 punti
SMI                          +0.26% a 11156 punti
FTSE MIB                  -1.90% a 22534 punti
S&P500                     -1.21% a 4228.48 punti
Nasdaq100                -2.38% a 13242 punti

Commento del 13-14 agosto

Il rialzo dai minimi di giugno/luglio continua - la mancanza di una correzione intermedia é una prova della forza del mercato

Riassunto: Mercoledì é stato pubblicato il CPI (indice dei prezzi al consumo) negli Stati Uniti di luglio. Su base mensile l'indice é rimasto invariato (+0.00%) - su base annuale la crescita dei prezzi é stata del +8.5%, in netto calo dal picco di +9.1% di giugno. Il costante calo dei prezzi del petrolio (WTI) dai 120+ USD al barile di giugno agli attuali 92.09 USD, ha avuto la sua ovvia conseguenza. Il presidente Biden ha potuto annunciare trionfante che l'inflazione é del +0.0% e la borsa é decollata (S&P500 +2.13%). Molti investitori sono dell'opinione che la FED abbandonerà la politica monetaria restrittiva e sono corsi a comperare azioni malgrado fondamentali ancora ostili. Noi avevamo previsto questa reazione emotiva - era logico che dei dati altalenati su inflazione e crescita economica avrebbero influenzato l'umore degli investitori e fatto oscillare ampiamente gli indici azionari.
Secondo l'analisi tecnica esistevano già due settimane fà le premesse per una correzione minore fino ai 3900 punti di S&P500 - non é però necessario che l'ipercomperato venga compensato e assorbito tramite una correzione. Se la spinta di rialzo é possente, come nel caso attuale, gli indici possono estendere il rialzo ignorando temporaneamente le barriere tecniche e spostando la correzione nel tempo e su livelli superiori. Venerdì la borsa americana ha avuto un'altra ottima seduta e l'S&P500 ha chiuso sul massimo a 4280.15 punti (+1.73%). È possibile che la correzione parta dai 4300-4320 punti con obiettivo sui 4100 punti - questa però é solo un'ipotesi basata su indicatori e resistenze, fisse o dinamiche (MM a 200 giorni). In un mercato molto emotivo e dominato dai flussi di liquidità saranno a breve le notizie e i dati economici a provocare le prossime spinte nelle due direzioni. A corto termine una correzione minore é ancora lo scenario più probabile - a medio termine il rialzo dovrebbe continuare (la tendenza di fondo é positiva con il 81.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 59.63) e manteniamo il nostro obiettivo a 5000 punti di S&P500. Restiamo long e investiti in azioni.
Le borse europee non riescono a tenere il ritmo dell'America e gli indici azionari europei sottoperformano quelli americani. È la logica conseguenza delle differenze tra i due continenti per quel che riguarda le prospettive di crescita economica e l'inflazione. La crisi energetica attanaglia l'Europa che é maggiormente dipendente dalle forniture di gas dalla Russia - i prezzi dell'elettricità e del gas naturale continuano a salire. Pensiamo che questo effetto debba perdurare e siamo convinti che al momento sia più interessante investire in America che in Europa malgrado che parte della differenza di performance verrà assorbita dalla svalutazione dell'USD (cambio EUR/USD a 1.0260).
Ora l'attenzione degli investitori si sposta sulla prossima riunione della FED americana del 20-21 settembre. Se qualche settimana fà tutti erano convinti che la FED avrebbe annunciato un ulteriore aumento dei tassi di riferimento del +0.75%, ora un incremento del +0.5% sembra più appropriato. Il rialzo della borsa delle ultime due settimane e il ritrovato ottimismo degli investitori (Fear&Greed Index a 55 punti (+2) contro i 24 di inizio luglio) ci fanno però credere che molti pensano che la FED debba fare una pausa e i tassi d'interesse non saliranno più. Attenzione perché il mercato delle obbligazioni (reddito dell'USTBond decennale a 2.84%) manda dei segnali tecnici discordanti - sembra che a breve il reddito debba rimbalzare sui 3.00%-3.20% e questo potrebbe innescare la correzione della borsa.   

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.38% a 3776 punti
SX7E (banche)          +2.69% a 85.03 punti
DAX                         +1.63% a 13795 punti
SMI                          -0.05% a 11128 punti
FTSE MIB                  +1.70% a 22970 punti
S&P500                     +3.26% a 4280.15 punti
Nasdaq100                +2.71% a 13565 punti
 
Se il rally a New York di mercoledì (S&P500 +2.13%) é giustificato dai dati sull'inflazione quello di venerdì (S&P500 +1.73% a 4280.15 punti) sembra unicamente legato ad aspetti tecnici. Molti traders sono ancora pessimisti e short - parlano di bear market rally e prevedono una ripresa del ribasso con nuovi minimi annuali. Questo scetticismo é comprensibile - crea però un folto gruppo di investitori che presto o tardi si ritrova a dover chiudere posizioni short in perdita o dover rincorrere il mercato e comperare quanto avevano venduto tra maggio e giugno. Le inchieste affettuate tra i vari tipi di investitori mostrano che molti portafogli sono ancora sottoinvestiti. Il rally di venerdì sembra un effetto del short covering - nei social media circolava la convinzione che questa gamba di rialzo dovesse esaurirsi sotto i 4200 punti e la rottura di mercoledì, confermata giovedì (S&P500 -0.07% a 4207 punti) ha indotto molti a comperare. L'S&P500 venerdì ha aperto a 4228 punti, é oscillato per ore sui 4219-4236 punti ed é salito per le 17.15 a 4243 punti. A questo punto i compratori hanno preso il controllo delle operazioni e l'indice é salito in maniera regolare fino alla chiusura a 4280.15 punti (+1.73%). Il rialzo ha coinvolto tutti i settori (Nasdaq100 +2.06%, DJT +0.49%, RUT +2.09%) e ovviamente la seduta é stata decisamente positiva con A/D a 6592 su 1598, NH/NL a 1646 su 133 e volume relativo 0.8. Da giorni il "respiro" del mercato é in miglioramento - i nuovi minimi a 30 giorni (NL) sono evaporati mentre i Summation Index sono in costante ascesa.
A livello di sentiment appare un problema - mentre a luglio c'era ancora molto scetticismo per quel che riguardava la possibilità di un rialzo ora l'umore é cambiato e gli investitori cominciano a credere al rialzo e scommettono long (CBOE Equity put/call ratio a 0.50). Ora non solo gli oscillatori mostrano ipercomperato - anche indicatori tradizionali come la RSI (S&P500 a 71.67) mostrano un eccesso.
Le premesse per una correzione intermedia di un 200-300 punti di S&P500 sono ideali - ci vuole però un catalizzatore per far scattare le vendite. Nel calendario economico di settimana prossima non scorgiamo però nulla in grado di provocare dei tumulti sul mercato.

Un ammorbidimento della politica monetaria della FED dovrebbe provocare un calo dei tassi d'interesse di mercato e un indebolimento dell'USD. Al momento però sembra che il reddito dell'USTB decennale si sia stabilizzato sui 2.80% e l'USD Index si sia fermato sui 105 punti. Teniamo d'occhio questi due mercati (divise e tassi d'interesse) per cercare di capire quali sono le intenzioni degli investitori. Se i tassi d'interesse di mercato a breve salgono a causa di un rimbalzo tecnico e l'USD Index non cala é probabile che la borsa debba correggere. Negli scorsi mesi i movimenti su questi due mercati hanno preceduto e anticipato quelli dei mercati azionari.
 
Commento del 6-7 agosto

Finora l'ipercomperato viene assorbito con un consolidamento

Riassunto:I prezzi del petrolio scendono (WTI 89.01 USD/barile) insieme a quelli di molte materie prime. È probabile che nel futuro i dati sull'inflazione siano meno preoccupanti di quelli rilevati negli scorsi mesi. Molti analisti ed investitori cominciano a parlare del "FED pivot" - così viene definito l'atteso cambiamento di politica monetaria da parte delle Banche Centrali che noi abbiamo descritto regolarmente nei nostri commenti settimanali. Per combattere la recessione pensiamo che nel futuro la FED americana debba nuovamente abbassare i tassi d'interesse e seguire una politica monetaria espansiva con un maggiore sostegno dei mercati finanziari. Questa fase non sarà però priva di turbolenze e di periodi di incertezza - i tassi d'interesse non scenderanno in maniera lineare e il rialzo delle borse sarà interrotto da correzioni intermedie e consolidamenti. Una settimana fà avevamo rilevato una situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo degli indici azionari. Pensavamo che l'S&P500, catturato dalla densa zona di resistenza a 4080-4180 punti, dovesse fermarsi e correggere - il nostro obiettivo ideale per questa correzione intermedia si situava sui 3900 punti. Finora l'indice non ha corretto - si é semplicemente fermato. Giovedì 4 agosto l'S&P500 ha toccato un massimo di periodo a 4170 punti - ha terminato la settimana a 4145.19 punti (-0.16%). Malgrado la modesta performance settimanale positiva (+0.36%) il mercato azionario americano ha mostrato i muscoli. C'erano tutte le premesse per una correzione - venerdì i buoni dati sul mercato del lavoro (+528'000 nuovi posti di lavoro contro i previsti +250'000) hanno fatto riaccendere i rischi d'inflazione e hanno fatto salire i tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBond decennale a 2.83%, +0.15%). La borsa ha però reagito bene - dopo un tuffo fino a 4107 punti l'indice ha recuperato e ha chiuso 38 punti più in alto con una piccola perdita di 12 punti. Sembra che il mercato voglia assorbire l'ipercomperato con un semplice consolidamento.
Anche le borse europee si sono comportate bene e sono salite fino a giovedì quando hanno toccato un nuovo massimo a 30 giorni (Eurostoxx50 massimo a 3781 punti, chiusura venerdì a 3725 punti (-0.78%)).
A corto termine abbiamo una situazione contraddittoria. Gli indicatori mostrano che la tendenza di fondo é al rialzo (68.7% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 53.94). A corto termine però ci sono ancora degli accessi che andrebbero teoricamente assorbiti con una correzione. L'S&P500 non sembra in grado di superare di slancio i 4180 punti. I traders sono speculativamente long (CBOE Equity put/call ratio a 0.58) e l'umore degli investitori é decisamente migliorato in poco tempo (Fear&Greed Index a 50 punti). A breve c'é troppo ottimismo. Di conseguenza crediamo che la correzione non é ancora finita. Durata ed ampiezza dipenderanno probabilmente dai dati economici che verranno prossimamente pubblicati. Ci aspettiamo che il reddito dell'USTBond decennale torni sui 3% riaccendendo la discussione sulla politica monetaria della FED. Più si parlerà della possibilità che la FED debba ancora alzare i tassi d'interesse di riferimento e più aumenterà il rischio che ci sia un breve vuoto d'aria fino ai 3900 punti di S&P500.
Per quel che riguarda la politica d'investimento rimaniamo positivi, siamo investiti in azioni in maniera neutrale sulla base del profilo d'investimento e manteniamo un obiettivo a 6-9 mesi a 5000 punti di S&P500. Sembra però che questa fase di rialzo faccia fatica a svilupparsi e abbia bisogno di un lungo tempo di incubazione prima che si verifichi un'accelerazione. Bisogna restare investiti in azioni e sconsigliamo di vendere ora tentando di "giocare" la correzione. I traders possono provare a prendere posizioni speculative short  - il rischio é che la correzione si risolva con una consolidamento di un paio di settimane intorno ai 4100 punti di S&P500. Chi é ancora sottoinvestito dovrebbe avere nel prossimo futuro delle buoni occasioni d'acquisto a livelli inferiori di quelli attuali.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.47% a 3725 punti
SX7E (banche)          +3.46% a 82.80 punti
DAX                         +0.67% a 13574 punti
SMI                          -0.20% a 11123 punti
FTSE MIB                  +0.81% a 22586 punti
S&P500                     +0.36% a 4145.19 punti
Nasdaq100                +2.00% a 13207 punti

È stata una settimana relativamente tranquilla con borse poco mosse e con moderati volumi di titoli trattati. A New York abbiamo avuto quattro sedute negative e solo una positiva - il balzo di mercoledì (S&P500 +1.56%) ha però permesso agli indici di avere una performance settimanale generalmente positiva. Ancora una volta sono stai comperati i settori di crescita mentre ci sono state vendite sui settori difensivi - la conseguenza é stata la perdita settimanale dell'SMI svizzero (-0.20%) e il netto guadagno del Nasdaq100 (+2.00%) sul cui grafico appare un'impressionante serie di 8 candele verdi - significa che gli investitori comprano i momenti di debolezza e l'indice termina la seduta sopra il livello d'apertura - questo é un segnale di forza. La buona forma delle borse é sottolineata dai Summation Index che continuano a salire - la maggior parte dei titoli sta guadagnando. Le performances da inizio anno sono ancora decisamente negative (S&P500 -13.03% / Eurostoxx50 -13.33%) ma il recupero dai minimi di giugno e luglio é sostanziale. Ci sono perfino degli indici azionari in guadagno (FTSE100 inglese +0.75%, PSI portoghese +9.11%) contro la logica economica (recessione in Gran Bretagna).
La seduta di venerdì é stata condizionata dal report sul mercato del lavoro americano a luglio. Dopo il dato delle 14.30 estremamente positivo e il balzo dei tassi d'interesse sull'USD, molti si aspettavano un crollo della borsa. Invece il future sull'S&P500 é caduto in preborsa "solo" a 4103 punti e l'indice ha aperto sul minimo a 4107 punti. Per le 16.15 l'S&P500 aveva recuperato fino a 4151 punti. Poi il mercato si é calmato, gli indici si sono stabilizzati e l'S&P500 ha chiuso nella parte superiore del range giornaliero con una modesta perdita di 12 punti (-0.16% a 4145.19 punti). La seduta al NYSE é stata positiva (grazie al rialzo del Russell2000 +0.81%) con A/D a 4265 su 3909, NH/NL a 1247 su 243 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa (!) a 21.15 punti (-0.29), il CBOE Equity put/call ratio é rimasto basso a 0.58 e il Fear&Greed Index si é fermato in zona neutra a 50 punti. Questa settimana gli oscillatori, legati al momentum, sono scesi diminuendo la situazione di ipercomperato. Dovrebbero però ulteriormente scendere - tramite una pausa di consolidamento o un calo degli indici - come di preciso non lo sappiamo e non abbiamo elementi per prevederlo. Notiamo però che finora le borse hanno ignorato il rimbalzo dei redditi delle obbligazioni. Tutti sono convinti che il picco dell'inflazione é stato raggiunto - forse ci vorranno dei dati in grado di confutare questa tesi per innescare una correzione intermedia delle borse che secondo noi a questo punto é tecnicamente dovuta e auspicabile. Ci prepariamo ad una serie di dati economici contradditori che dovrebbe causare un andamento altalenante delle borse per alcune settimane. Ciclicamente é possibile che il rialzo riprenda in maniera dinamica solo a metà ottobre.

Commento del 30-31 luglio

Il rialzo a medio termine é confermato - a breve ipercomperato e resistenze dovrebbero provocare una correzione minore 

Riassunto: Mercoledì 27 luglio la FED americana ha alzato i tassi d'interesse di riferimento di un +0.75% portando quello dei FED Funds al 2.5%. Questa mossa per combattere l'inflazione era stata preannunciata da tempo e non ha sorpreso gli investitori. La borsa ha reagito con tre sedute di forte rialzo (S&P500 +2.62%, +1.21% e +1.42%) - il rally é stato favorito dai buoni risultati trimestrali di alcuni colossi della tecnologia. Powell nel suo discorso di mercoledì sera si é mostrato preoccupato del rallentamento economico e molti analisti e investitori hanno interpretato le sue dichiarazioni come l'intenzione di voler cambiare nei prossimi mesi la politica monetaria. Questo corrisponde al nostro scenario di base - la spinta inflazionistica dovrebbe diminuire mentre al centro delle preoccupazioni delle Banche Centrali dovrebbe entrare il rischio di recessione. Confermiamo la nostra previsione - nei prossimi mesi la politica monetaria dovrebbe diventare nuovamente espansiva e favorire il rialzo delle borse specialmente in America. Wall Street ha anticipato questa mossa. Dal minimo di metà giugno a 3636 punti l'S&P500 (+1.42% a 4130.29 punti) venerdì é risalito fino ai 4140 punti (+504 punti o +13.86%!). Nel frattempo il reddito dell'US Treasury Bond decennale é caduto dai 3.49% di giugno agli attuali 2.67%.
Per questa settimana noi ci aspettavamo un rialzo dell'S&P500 fino ai 4050-4070 punti - é andata meglio del previsto - noi abbiamo operato come preannunciato e abbiamo chiuso le nostre posizioni speculative long tra i 4095 ed i 4135 punti - i buoni risultati trimestrali di Microsoft e Google mercoledì e Apple e Amazon venerdì ci hanno indotto ad alzare i nostri limiti di vendita. A 4080-4180 punti c'é però una densa zona di resistenza. A corto termine, secondo gli oscillatori, la borsa americana é ipercomperata e i traders sono speculativamente long (da giorni la CBOE Equity put/call ratio (0.61) é bassa). Il reddito delle obbligazioni, che é strettamente inversamente correlato con la borsa, é sceso di molto in poco tempo - dovrebbe esserci ora un rimbalzo anche perché il prezzo del petrolio non scende più (prezzo del petrolio WTI a 98.62 USD/barile). Di conseguenza, come abbiamo preannunciato nel commento di settimana scorsa, ora dovrebbe iniziare una correzione intermedia a corto termine - l'S&P500 dovrebbe ridiscendere nelle prossime una a due settimane sui 3900 punti. Questo livello é indicativo poiché molti fattori emotivi influenzano a breve l'ampiezza delle oscillazioni degli indici - gli investitori sono ancora nervosi ed incerti e reagiscono istericamente ai dati sull'inflazione, a quelli sulla possibile recessione e alle notizie riguardanti i vari focolai di crisi (guerra in Ucraina, scarsità di energia in Europa, tensioni tra USA e Cina, ecc.).
Malgrado i numerosi problemi politici ed economici il rialzo delle borse iniziato a metà giugno sembra sostanziale e sostenibile e noi confermiamo la nostra previsione - l'S&P500 dovrebbe salire nei prossimi 6 a 9 mesi su un nuovo record storico - il nostro obiettivo indicativo é a 5000 punti. La tendenza di fondo della borsa americana é ora long con il 66.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 49.66.
Noi restiamo investiti in azioni ed intendiamo ritornare long sull'S&P500 (futures) al termine dell'attesa correzione intermedia che dovrebbe partire settimana prossima.
Le borse europee faticano a seguire l'America - i rischi di recessione in Europa sono più alti che in America considerando la dipendenza dell'economia dalla fornitura di gas dalla Russia. Inoltre la BCE ha meno spazio di manovra poiché il suo tasso d'interesse di riferimento é al 0.5% e sta continuando a comperare titoli di Stato (QE) per impedire che lo spreads di alcuni Paesi come l'Italia salga eccessivamente.
Pensiamo che nei prossimi mesi le borse europee debbano sottoperformare quella americana - questa differenza dovrebbe essere in parte compensata da un rialzo del cambio EUR/USD (1.0230).

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.10% a 3708 punti
SX7E (banche)          +4.43% a 80.03 punti
DAX                         +1.74% a 13484 punti
SMI                          +0.45% a 11145 punti
FTSE MIB                  +5.63% a 22405 punti
S&P500                     +4.26% a 4130.29 punti
Nasdaq100                +4.45% a 12948 punti

Fino a mercoledì gli investitori sono rimasti in attesa delle decisioni della FED. Le sedute di lunedì e martedì hanno visto le borse marciare sul posto o perdere qualche punto. Qualcuno a preferito non prendere rischi e vendere mentre nessuno ha osato comperare nel timore che la Banca Centrale americana esagerasse nel combattere l'inflazione. Una volta che da decisione é stata comunicata é sparita l'incertezza e le borse sono decollate - sui grafici degli indici americani appaiono tre convincenti candele verdi ad indicare tre sedute di forte rialzo con chiusura vicine ai massimi giornalieri. Il copione si é ripetuto nell'ultima seduta della settimana. L'S&P500 venerdì ha aperto a 4089 punti, ha brevemente ritracciato fino ai 4079 punti, é balzato fino a 4120 punti ed é poi ricaduto a 4092 punti. Dopo la chiusura In Europa i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni e l'S&P500 é salito regolarmente fino ad un massimo a 4140 punti. Solo sul finale l'indice é ridisceso a 4130.29 punti (+1.42%). Ancora una volta é stata la tecnologia a trascinare il listino (Nasdaq100 +1.81% a 12948 punti). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a  5486 su 2658, NH/NL a 1943 su 322 (da giorni in miglioramento) e volume relativo a 1.05. I Summation Index continuano a salire. La volatilità VIX é scesa a 21.33 punti (-1.00), la CBOE Equity put/call ratio era bassa a 0.61 mentre il Fear&Greed Index é salito a 42 punti (+3 punti ma ancora sotto i 50 punti). Per il momento gli investitori sono ancora scettici e molti attendono ansiosi la ripresa del ribasso - nessuno riesce a capacitarsi del fatto che malgrado il probabile inizio di una recessione (in USA ci sono stati due trimestri di crescita negativa del PIL) la borsa possa reagire in maniera positiva. Tutti sottovalutano l'effetto di un probabile cambiamento della politica monetaria ed il fatto che molto dell'attuale pessimismo degli investitori é ingiustificato. Nei prossimi mesi é probabile che molti saranno obbligati a saltare sul treno in corsa seguendo le vecchie regole - mai combattere contro la FED. Inoltre nessun portfolio manager può permettersi di essere sottoinvestito in una fase di rialzo - l'investire seguendo un mercato di riferimento ha le sue regole.
In Europa gli investitori hanno ricomperato l'Italia ora che la situazione per i prossimi mesi é chiara - avremo elezioni anticipate. La BCE si é però schierata a sostegno del mercato dei titoli di Stato e questo ha diminuito i timori di un crollo e ha fatto riaffluire la liquidità. Il DAX é invece ancora frenato dal problema dell'approvvigionamento energetico. Il difensivo SMI svizzero in questa fase sottoperforma - non ci si può aspettare altro. Per saldo l'Eurostoxx50 3708 punti) ha avuto una solida performance settimanale (+3.10%). 
Prepariamoci ora ad una correzione intermedia - dovrebbe costituire l'ultima occasione d'acquisto prima dell'accelerazione del rialzo. Riteniamo altamente improbabile che i minimi annuali vengano nuovamente testati. Non si possono però escludere sorprese tipo un intervento militare cinese a Taiwan. In questo caso un crollo delle borse é ancora possibile. 

Commento del 23-24 luglio

Il nostro scenario si sta delineando - molti segnali tecnici positivi

Riassunto: Come sapete noi ci aspettiamo l'inizio di una recessione economica. Questo sviluppo dovrebbe obbligare le Banche Centrali a cambiare la politica monetaria. Finora il problema é stata l'inflazione e quindi le Banche Centrali hanno adottato una politica monetaria restrittiva alzando a raffica i tassi d'interesse di riferimento - questa settimana per esempio la BCE ha alzato il costo del denaro del +0.5% abbandonando il regime dei tassi d'interesse negativi. Tra qualche mese il problema principale sarà il rallentamento economico e quindi la politica monetaria dovrebbe nuovamente diventare espansiva. Normalmente i mercati finanziari anticipano questo sviluppo - in particolare i redditi delle obbligazioni segnalano questo cambiamento cominciando a scendere. A metà giugno il reddito dell'US Treasury Bond decennale aveva toccato un massimo annuale a 3.49% - venerdì il reddito é caduto a 2.77% (-0.14%) - l'inversione di tendenza é evidente e indiscutibile. Anche i mercati azionari dovrebbero entrare in una fase di rialzo poiché vengono stimolati dal sostegno delle Banche Centrali, dalla liquidità e dal ritrovato ottimismo degli investitori che da mesi sono decisamente pessimisti (Fear&Greed Index ancora a 39 punti).
L'S&P500 ha raggiunto un minimo annuale a 3636 punti il 17 giugno in concomitanza con il massimo del rendimento del USTBond. Questa settimana l'S&P500 é brevemente salito sopra i 4000 punti prima di chiudere a 3961.63 punti (-1.77%). Noi avevamo previsto una settimana positiva con una salita a 3950 punti. L'indice é risalito in un mese di circa un +10% dal minimo - molti analisti parlano di bear market rally provocato dalla temporanea chiusura di posizioni short. Noi evitiamo definizioni - secondo noi questo rialzo é sostenibile e sarà sostanziale. Il nostro obiettivo a medio termine (6-9 mesi) resta a 5000 punti e questo significa un nuovo massimo storico. Non possiamo escludere che il minimo di giugno venga nuovamente testato. Settimana prossima ci aspettiamo un ulteriore rally di un centinaio di punti ma poi avremo una situazione di ipercomperato che dovrebbe obbligare il mercato ad effettuare una sensibile correzione intermedia. Le caratteristiche di questa correzione ci daranno chiare indicazioni per il futuro. In questa fase negativa ci aspettiamo che il mercato resti strutturalmente forte con una sana rotazione tra settori - il reddito dell'USD Treasury Bond decennale non dovrebbe più risalire sopra il 3.12% per confermare la testa e spalle ribassista. Sul fronte dell'inflazione arrivano le attese notizie positive - il prezzo del petrolio é sceso a 94.70 USD al barile (WTI) mentre il prezzo del grano é precipitato sotto il livello registrato prima dell'invasione russa dell'Ucraina.
Anche sul mercato delle divise appare un'inversione di tendenza - il cambio EUR/USD (1.0215) sale dopo essere caduto brevemente a luglio sotto la parità - crediamo che questo é solo l'inizio di una fase di rialzo. Nei prossimi mesi il differenziale dei tassi d'interesse dovrebbe muoversi in favore dell'EUR poiche la BCE é in ritardo rispetto alla FED per quel che riguarda il ciclo monetario.
Restiamo long sull'S&P500 a 3800 punti - pensiamo di prendere i guadagni nel caso che settimana prossima l'S&P500 salga sui 4050 punti. Siamo fondamentalmente long sulle borse - anche i nostri indicatori di base stanno migliorando (51.0% dei titoli americani sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 42.06) con la conseguenza che molti sistemi tecnici si apprestano a fornire dei segnali d'acquisto. Gli indici azionari americani di riferimento sono saliti questa settimana sopra la media mobile a 50 giorni - gli indici azionari europei si apprestano a farlo. Il quadro tecnico sta migliorando.  

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.43% a 3596 punti
SX7E (banche)          +3.52% a 76.63 punti
DAX                         +3.02% a 13253 punti
SMI                          +1.04% a 11096 punti
FTSE MIB                  +1.33% a 21212 punti
S&P500                     +2.55% a 3961.63 punti
Nasdaq100                +3.44% a 12396 punti

Questa settimana malgrado la caduta del governo Draghi in Italia e la seduta decisamente negativa venerdì a Wall Street (S&P500 -0.93% a 3961.63 punti) gli indici azionari hanno guadagnato terreno. Noi eravamo convinti che Draghi avrebbe terminato la legislatura - evidentemente ci siamo sbagliati e abbiamo sottovalutato l'instabilità del sistema politico italiano. Per fortuna le conseguenze negative sono state modeste - sia il FTSE MIB che l'indice europeo delle banche SX7E hanno avuto una performance settimanale positiva.
In America abbiamo avuto due sedute negative e tre positive - sembra che i compratori sono più forti e convinti dei venditori. Le sedute positive hanno visto gli indici azionari chiudere sui massimi giornalieri mentre nelle giornate negative ci sono stati degli acquisti sul finale. Gli investitori comprano nuovamente tecnologia e settori "rischiosi" e il numero dei nuovi massimi si sta lentamente espandendo (NH/NL venerdì a 1383 su 256). I Summation Index continuano a salire. Nel complesso questo rialzo iniziato a metà giugno sembra sano e non solo provocato dallo short covering. L'unico aspetto che ci lascia perplessi é finora la tiepida reazione del mercato al netto calo del rendimento delle obbligazioni - ci saremmo aspettati maggiore entusiasmo specialmente del settore tecnologico.
Venerdì l'S&P500 ha aperto a 4000 punti e sullo slancio é salito fino a 4012 punti di massimo. Poi l'indice é scivolato verso il basso fino alle 20.15 quando ha toccato il minimo a 3938 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni l'S&P500 é risalito lentamente fino a 3961.63 punti (-0.93%). La pressione di vendita era modesta ma diffusa (A/D a 2272 su 5929, volume relativo a 0.9). La perdita di 37 punti viene tecnicamente compensata dalla chiusura 23 punti sopra il minimo - abbiamo sia segnali negativi che positivi.
Gli investitori restano scettici e tendenzialmente pessimisti - molti parlano di bear market e sono convinti che nel corso dell'anno le borse scenderanno decisamente sotto i livelli di metà giugno (USA) e metà luglio (Europa). Noi giudichiamo i dati sul sentiment in maniera costruttiva - é normale che un rialzo venga inizialmente accompagnato e alimentato dallo scetticismo. A corto termine si profila una situazione di eccesso di rialzo e di ipercomperato - crediamo che nelle prossime due settimane l'S&P500 rimarrà bloccato nel range 3800-4050/4070 punti. Mercoledì 27 luglio la FED americana dovrebbe annunciare un ulteriore aumento dei tassi d'interesse di riferimento - in questa occasione l'S&P500 potrebbe toccare un massimo intermedio prima di correggere.
I dati tecnici riguardanti il sentiment sono contrastanti. La volatilità VIX (23.03 punti, -0.08 / in lento e costante calo dal 13 di giugno / in termini assoluti ancora piuttosto alta) e il Fear&Greed Index (39 punti, -3 punti) mostrano ancora un moderato pessimismo. Il CBOE Equity put/call ratio (0.73) é invece volatile e ballerino - suggerisce che i traders cambiano fronte e opinione velocemente e facilmente - questo rende il mercato instabile e difficilmente prevedibile sul cortissimo termine.
Continuiamo a monitorare da vicino i mercati delle divise e dei metalli preziosi. Per confermare il fatto che il rialzo dei mercati azionari é sostenibile il cambio EUR/USD (1.0215) dovrebbe continuare a salire (e non più cadere sotto la parità) insieme al prezzo dell'oro (1727 USD/oncia) e dei metalli preziosi in generale.

Commento del 16-17 luglio

Malgrado il trend ribassista e i fondamentali ostili le borse non crollano

Riassunto: La settimana é stata una brutta copia di quella precedente. Ancora una volta i mercati azionari sono stati sballottati da notizie e dati economici discordanti. L'S&P500 (+1.92% a 3863.16 punti) é scivolato verso il basso nelle prime quattro sedute - solo venerdì c'é stato un convincente rally che ha cancellato i segnali tecnici negativi che si erano accumulati nelle precedenti sedute e ha permesso di contenere la perdita settimanali. In fondo, malgrado che il quadro politico e macroeconomico non sia per niente entusiasmante, le borse reggono bene e danno segnali di forza. Gli indici azionari europei sembrano aver testato con successo (false e marginali rotture al ribasso) i minimi di marzo mentre in America da metà giugno abbiamo dei minimi ascendenti. Mancano ancora dei massimi ascendenti per poter ipotizzare la presenza di solidi minimi di medio termine, la fine della correzione e l'inizio di una sostenibile e sostanziale fase di rialzo.
I dati economici che stimano lo sviluppo futuro ci dicono che probabilmente le economie mondiali stanno entrando in recessione e quindi ormai molti economisti ed analisti si aspettano che la politica monetaria delle Banche Centrali nei prossimi mesi cambi. Per il momento i tassi di interesse di riferimento dovrebbero ancora salire ma sembra delinearsi un cambiamento - é questo che dovrebbe nel prossimo futuro permettere ai mercati azionari di ritrovare la via del rialzo. In ogni caso i tassi d'interesse di mercato non aumentano più e sembrano voler nuovamente scendere - il reddito dell'US Treasury Bond decennale resta sotto il 3% (2.93%, -0.03%) mentre il reddito del Bund decennale (1.13%) é decisamente sotto il massimo annuale di metà giugno (1.96%). I tassi d'interesse reali (nominale - inflazione) sono decisamente negativi e questo dovrebbe spingere la liquidità in direzione dei mercati azionari appena gli investitori decideranno di essere più coraggiosi e meno pessimisti (Fear&Greed Index a 27 punti).
L'unico problema resta il conflitto ucraino e il suo influsso sui mercati dell'energia (prezzo del petrolio WTI a 97.59 USD). Abbiamo più volte discusso questo tema in prededenti commenti e sapete cosa ci aspettiamo e cosa sarebbe necessario per stimolare gli acquisti di azioni.
Questa settimana c'é anche stata la crisi politica in Italia con le dimissioni di Mario Draghi respinte dal Presidente Mattarella . Questo ha influenzato negativamente la borsa italiana, i titoli bancari e in generale i mercati borsistici europei. Se come noi credete che Mario Draghi riuscirà a terminare la legislatura e in Italia non ci saranno elezioni anticipate potete adesso speculativamente comperare l'indice SX7E o azioni italiane.
Il cambio EUR/USD (1.0090) sembra aver toccato il fondo dopo una falsa rottura della barriera psicologica della parità. Da questo livello ci aspettiamo che il cambio salga in direzione di 1.20. Le correlazioni fino a fine anno dovrebbero funzionare in questa maniera: calo dei tassi d'interesse di mercato e dell'USD, rialzo delle borse, dei prezzi delle materie prime (con l'eccezione del comparto energia) e dei metalli preziosi. I primi a muoversi in questa direzione sono stati i tassi d'interesse - ora devono seguire le borse. Entro la fine di luglio il consolidamento dell'S&P500 sui 3700-3900 punti deve finire. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.84% a 3477 punti
SX7E (banche)          -7.23% a 74.02 punti
DAX                         -1.16% a 12864 punti
SMI                          -0.30% a 10982 punti
FTSE MIB                  -3.86% a 20933 punti
S&P500                     -0.93% a 3863.16 punti
Nasdaq100                -1.17% a 11983 punti

Le borse sono scese nelle prime quattro sedute della settimana e noi eravamo decisamente perplessi - questo comportamento sembrava in contraddizione con quanto di positivo avevamo visto nella settimana precedente. Per fortuna venerdì c'é stato un netto cambiamento e si é verificato un convincente rally. Forse nei giorni precedenti gli investitori si sono lasciati eccessivamente influenzare dalla crisi politica italiana e dalla caduta dell'EUR.
Venerdì le borse europee hanno aperto praticamente invariate e nulla lasciava presagire che avremmo avuto un'ottima giornata. I compratori sono apparsi all'apertura e a fasi alternanti hanno dominato per tutta la giornata (Eurostoxx50 +2.37% a 3477 punti). Nel pomeriggio l'S&P500 ha aperto in netto rialzo a 3840 punti. Dopo un breve ritracciamento fino ai 3817 punti, l'S&P500 é salito per la chiusura in Europa sui 3860 punti. Per il resto della giornata é oscillato una ventina di punti sotto questo livello e ha chiuso sul massimo giornaliero a 3863.16 punti (+1.92%). Tutto il listino ha partecipato alla festa (Nasdaq100 +1.83%, DJT +1.90%, RUT +2.16%) con la conseguenza che la seduta al NYSE é stata decisamente positiva (A/D a 6530 su 1649, NH/NL a 587 su 368, volume relativo a 0.9). I Summation Index salgono. La tendenza di fondo della borsa americana é ancora al ribasso (30.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percenti Index sul NYSE a 26.37) ma appaiono sembra più segnali di forza relativa - la pressione di vendita é sparita (i NL diminuiscono) mantre notiamo su parecchi grafici delle evidenti inversioni di tendenza.
Molti traderse piccoli investitori con un orizzonte d'investimento a corto termine sono ancora convinti che la borsa americana é in un bear market e si aspettano nel futuro dei nuovi minimi annuali. Ora dovrebbero cominciare ad innervosirsi poiché il minimo del 17 giugno (3636 punti di S&P500) é ormai lontano. Ci aspettiamo che il short covering provochi ad un certo momento una possente spinta di rialzo - se l'S&P500 riuscisse a tornare sopra i simbolici 4000 punti avremo una conferma che la tendenza é cambiata.
Siamo long a 3800 punti sull'S&P500 e siamo convinti che le borse stiamo facendo base e dovrebbero a breve cominciare a muoversi con decisione al rialzo. Nella prossima settimana l'S&P500 dovrebbe provare a salire in direzione della resistenza sui 3945 punti.

Commento del 9-10 luglio

La tendenza sta cambiando ma il passaggio da ribasso a rialzo richiede tempo

Riassunto: La settimana é terminata con una performance positiva degli indici azionari. Abbiamo però avuto segnali contrastanti sia dal punto di vista economico che tecnico - sia ribassisti che rialzisti hanno elementi per sostenere le proprie tesi. Le borse hanno guadagnato terreno ma gli indici hanno unicamente compensato (parte) delle perdite della settimana precedente e non hanno superato i precedenti massimi della fine di giugno - in questo senso la serie di massimi e minimi discendenti che contrassegnano un mercato ribassista non é ancora stata interrotta. Sul fronte economico abbiamo avuto dati incoraggianti da una parte (mercato del lavoro) e preoccupanti dall'altra (vendite al dettaglio). Il mercato dell'energia é ancora in balia del conflitto ucraino e ora l'opinione generale é che la Russia bloccherà la fornitura di gas all'Europa. La conseguenza é che il prezzo del petrolio non scende (104.79 USD al barile) e i prezzi del gas in Europa schizzano alle stelle. L'Europa teme di dover trascorrere l'inverno al freddo a causa della carenza di energia elettrica e gas. Gli investitori sono indecisi sulle prospettive economiche e questo si rispecchia sui tassi d'interesse che cambiano direzione quasi giornalmente. Il reddito dell'USTBond decennale é tornato sopra il 3% (3.09%).
Da un punto di vista tecnico le borse sono in territorio neutro e non abbiamo segnali particolari. Non abbiamo situazioni di ipercomperato o ipervenduto (RSI tra 45 e 53 punti). Mancano chiari segnali d'acquisto o di vendita. La tendenza di base della borsa americana resta ribassista con il 31.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 29.55. D'altra parte la borsa americana nel suo complesso manda segnali incoraggianti. C'é stata una serie di quattro sedute positive che é stata unicamente interrotta dal modesto calo di venerdì (S&P500 -0.08% a 3899.38 punti). La tecnologia mostra i muscoli (Nasdaq100 +0.14% a 12125 punti, performance settimanale di +4.66% in 4 sedute) e compensa ampiamente la debolezza del comparto energia. In questo senso i minimi di metà giugno sembrano essere definitivi e la correzione iniziata ad inizio anno sembra essere terminata. I mercati azionari non sembrano però ancora avere abbastanza forza e partecipazione per poter partire al rialzo in maniera sostenibile e duratura. I volumi sono modesti e malgrado che i Summation Index continuino a salire lentamente il movimento sembra fragile e a rischio di fallimento (basterebbero due o tre sedute decisamente negative per interrompere il rialzo).
Solo sul mercato delle divise si delinea un possibile cambiamento. L'USD é in eccesso di rialzo mentre l'EUR é ipervenduto. I DSI (Daily Sentiment Index) sono da giorni in posizione estrema con USD costantemente sopra i 90 punti e EUR sotto i 10 punti. A breve dovrebbe per lo meno esserci un forte rimbalzo tecnico che potrebbe innescare un'inversione di tendenza. Visto che il cambio EUR/USD é vicino alla magica barriera della parità (1.0185) é probabile che il rimbalzo inizi dopo una breve caduta sotto 1. I traders possono pianificare una posizione long.
Nel complesso é difficile prevedere cosa potrebbe succedere nelle prossime due o tre settimane. In linea di massima, in mancanza di chiari segnali e tendenze, é probabile che il consolidamento sui livelli attuali debba continuare. La correzione (o bear market) del primo semestre sembra finita. Mancano però le basi per ricominciare a salire. Ci sono ancora troppe incertezze e le Banche Centrali sembrano ancora intenzionate a combattere l'inflazione invece che agire per evitare una recessione. Teniamo d'occhio i tassi d'interesse intorno ai quali sembrano gravitare tutti gli altri mercati finanziari.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.69% a 3506 punti
SX7E (banche)          +0.07% a 79.79 punti
DAX                         +1.58% a 13015 punti
SMI                          +2.27% a 11015 punti
FTSE MIB                  +1.96% a 21774 punti
S&P500                     +1.94% a 3899.38 punti
Nasdaq100                +4.66% a 12125 punti

In fondo é stata una settimana tranquilla con movimenti delle borse limitati. Solo giovedì c'é stato un netto balzo in America (S&P500 +1.50%) - per il resto abbiamo avuto una serie di sedute tranquille con bassi volumi di titoli trattati. Anche venerdì non ci sono state sorprese. L'S&P500 ha aperto a 3886 punti, é sceso sul minimo a 3869 punti ed é salito sul massimo a 3918 punti. Sui 3900 punti sembra però esserci un'importante zona di resistenza e la borsa non sembra per ora aver la forza necessaria per superarla. L'indice é quindi ridisceso e ha chiuso praticamente invariato a 3899.38 punti (-0.08%). La seduta al NYSE é stata di poco negativa con A/D a 3870 su 4220, NH/NL a 680 su 158 e volume relativo a 0.7. La situazione di stasi ed equilibrio é apparsa in tutti i settori (DJT -0.52%, RUT -0.01%).
Fino a quando non si delieerà una chiara tendenza sui tassi d'interesse e sui prezzi dell'energia é improbabile che le borse possano muoversi in maniera sostanziale. I tassi d'interesse di mercato (in USD e EUR) e i prezzi dell'energia sono toppish (sembrano aver raggiunto un massimo e si deliea un'inversione di tendenza). Devono però decisamente scendere per invogliare gli investitori a riprendere rischi e comperare azioni.

Commento del 02-03 luglio

Il reddito dell'USTB decennale scende a 2.88% - ora tocca all'S&P500: dopo il consolidamento deve ricominciare a salire

Riassunto: Dopo il rally della settimana precedente questa settimana ci aspettavamo un consolidamento - le borse dovevano compensare a breve una situazione di eccesso di rialzo e l'S&P500 doveva fare una pausa intorno ai 3900 punti. Invece nelle prime quattro sedute della settimana gli indici sono nuovamente scivolati verso il basso - abbiamo avuto quattro sedute negative con un tonfo martedì (S&P500 -2.01%). La pressione di vendita era nel complesso modesta ma é evidente che gli investitori non hanno ancora voglia di comperare. Solo venerdì c'é stata finalmente una reazione positiva (S&P500 +1.05% a 3825.33 punti). Gli indici americani hanno ritracciato solo circa la metà dei guadagni della settimana precedente - gli indici europei sono rimasti (di poco) sopra i minimi di marzo. Di conseguenza la situazione tecnica del mercato, malgrado la tendenza di base ribassista (24.6% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 28.33) resta costruttiva con segnali positivi a livello di partecipazione - i NL sono relativamente pochi mentre i Summation Index tendenzialmente salgono.
Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso in una settimana dal 3.13% al 2.88% - il trend rialzista é stato rotto e sembra che si sia verificata un'inversione di tendenza. Conoscete il nostro scenario di base - siamo convinti che nei prossimi mesi la paura dell'inflazione verrà sostituita dal rischio di recessione - questo obbligherà le Banche Centrali ad adottare nuovamente una politica monetaria accomodante a sostegno della crescita economica e dei mercati finanziari. Questo dovrebbe provocare una sostanziale spinta di rialzo in grado di far salire l'S&P500 su un nuovo record storico. Il calo dei tassi d'interesse di mercato é il primo tassello di questo mosaico. Ora abbiamo bisogno che i prezzi dell'energia comincino a scendere (Petrolio WTI a 108.43 USD/barile) e che l'USD si indebolisca (USD Index a 104.88). Forse dovremmo aspettare fino alla prossima riunione della FED del 26-27 luglio prima che le borse possano partire decisamente al rialzo.
Naturalmente anche degli sviluppi positivi sul mercato dell'energia potrebbero influenzare positivamente le borse. Gli investitori sono talmente pessimisti (Fear&Greed Index a 24 punti) che basterebbe poco per stimolare gli acquisti di azioni. I dati sull'inflazione stanno già migliorando - le componenti legate ad alimentari ed energia continuano ad aumentare di prezzo ma il resto delle componenti (core) rispecchiano già il rallentamento congiunturale e sono in pari o in calo.
In generale ci aspettiamo ancora un paio di settimane di consolidamento delle borse sui livelli attuali. Le borse europee rischiano di continuare a sottoperformare la borsa americana.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.40% a 3448 punti
SX7E (banche)          -5.00% a 79.73 punti
DAX                         -2.33% a 12813 punti
SMI                          -0.49% a 10770 punti
FTSE MIB                  -3.46% a 21354 punti
S&P500                     -2.21% a 3825.33 punti
Nasdaq100                -4.29% a 11585 punti

Dopo quattro sedute negative venerdì finalmente le borse si sono risollevate. Questo é un segnale positivo - spesso l'ultima seduta di una settimana completa il trend delle precedenti sedute e prima della lunga pausa della Festa dell'Indipendenza era logico aspettarsi una certa prudenza da parte degli investitori. Il fatto invece che la scelta sia stata quella di comperare ed andare long é un chiaro rigetto della possibilità di un ulteriore test del minimo dell'S&P50 del 16 giugno a 3636 punti.
L'S&P500 ha aperto a 3784 punti e dopo una breve caduta é salito per le 16.00 a 3806 punti. In seguito é sceso per le 17.40 sul minimo giornaliero a 3752 punti - notiamo che il minimo del giorno precedente a 3736 punti non é stato avvicinato. Dopo l'S&P500 é salito a balzi irregolari fino ai 3828 punti e ha chiuso a 3825.33 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5748 su 2422, NH/NL a 289 su 742 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 26.70 punti (-2.01) mentre il CBOE Equity put/call ratio era a 0.69. Tutti i settori hanno contribuito al rialzo (Nasdaq100 +0.71%, DJT +1.01%, RUT +1.16%). In generale non abbiamo indicatori in posizione estrema e quindi é difficile fare delle previsioni a corto termine sulla sviluppo del mercato. L'impressione generale é però che il ribasso iniziato a gennaio é finito ed ora le borse stanno provando a fare base - questa fase di passaggio dalla predominaza delle vendite a quella degli acquisti dovrebbe durare ancora delle settimane ed essere contrassegnata da volatilità. Bisogna avere pazienza, leggere con attenzione i comunicati delle Banche Centrali e osservare da vicino gli sviluppi sui vari mercati finanziari (tassi d'interesse, divise, prezzi delle materie prime). Questi sviluppi dovrebbero confermare il nostro scenario economico e di politica monetaria che dovrebbe avere come logica conseguenza un rialzo delle borse nella seconda parte dell'anno.

Lunedì 4 luglio, in occasione delle Festa dell'Indipendenza, la borsa americana é chiusa.

Commento del 25-26 giugno

La situazione economica evolve come previsto - il rialzo a Wall Street sembra essere sostenibile

Riassunto: Una settimana fà gli indici azionari erano ipervenduti e in eccesso di ribasso con investitori estremamente pessimisti. Sul punto tornante costituito dalla scadenza dei derivati di giugno (17 giugno) avevamo previsto la presenza di un minimo intermedio e l'inizio di un rimbalzo di cui non potevamo ancora conoscere le caratteristiche. Nel frattempo la situazione economica sta cambiando e la paura dell'inflazione viene lentamente sostituita del timore di una recessione. I mercati obbligazionari stanno anticipando un cambio nella politica monetaria delle Banche Centrali che saranno obbligate cambiare strategia. Il rallentamento economico attenua la spinta inflazionistica e quindi probabilmente la FED tornerà nei prossimi mesi a sostenere l'economia ed i mercati finanziari con una politica monetaria espansiva ed accomodante.
Le borse hanno reagito a questa prospettiva con un rally - l'S&P500 é salito questa settimana del +6.45% malgrado che la borsa americana lunedì fosse chiusa - sono bastate le sedute di martedì (+3.31%) e venerdì (+3.06% a 3911.74 punti) a cambiare radicalmente la situazione. Questa spinta di rialzo é giovane (4 sedute) e non siamo ancora in grado di dire se si tratta di un semplice rimbalzo tecnico in un bear market o dell'inizio di una sostanziale e sostenibile fase di rialzo - non abbiamo ancora conferme tecniche. L'indice ha superato di slancio la zona di resistenza a 3800-3900 punti e ha chiuso numerosi gaps. Grazie al momentum l'S&P500 dovrebbe per lo meno essere in grado di tornare sui 4100 punti. Ovviamente noi difendiamo l'ipotesi che sia iniziata l'attesa fase di sostenibile rialzo con obiettivo a 5000 punti anche perché i dati sulla partecipazione stanno decisamente migliorando - la tecnologia (Nasdaq100 +3.49% a 12105 punti, performance settimanale a +7.44%) ha ripreso a trascinare il mercato. D'altra parte tra gli investitori regna ancora lo scetticismo (Fear&Greed Index a 28 punti) e quindi esiste ancora parecchio carburante per alimentare nelle prossime settimane il rialzo.
Parlando di carburante vengono subito in mente i prezzi dell'energia - il petrolio é sceso a 107.62 USD al barile (WTI) (il massimo a 130 USD di marzo é ormai lontano) mentre il gas é trattato a 6.27 USD contro il massimo a 9.66 USD dell'8 di giugno. In generale i prezzi delle materie prime sono da settimane in calo e questo nei prossimi mesi dovrebbe riflettersi positivamente sull'inflazione. Il problema a questo punto non é il prezzo ma l'approvvigionamento. Questa é la nostra unica preoccupazione per quel che riguarda il nostro scenario rialzista a medio termine per le borse. La performance settimanale del DAX tedesco (-0.06%) mostra che evidentemente non siamo gli unici ad essere preoccupati. L'industria tedesca é la più esposta al rischio di recessione nel caso in cui Putin decidesse di bloccare le forniture di gas all'Europa. Riteniamo che questa sia una concreta possibilità e quindi preferiamo decisamente la borsa americana a quelle europee. Siamo tornati long sull'S&P500 alle rottura sopra i 3800 punti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.75% a 3533 punti
SX7E (banche)          +1.86% a 83.93 punti
DAX                         -0.06% a 13118 punti
SMI                          +3.57% a 10823 punti
FTSE MIB                  +1.52% a 22119 punti
S&P500                     +6.45% a 3911.74 punti
Nasdaq100                +7.44% a 12105 punti

Venerdì é stata una giornata interessante poiché l'azione dei rialzisti é finalmente apparsa costante, potente e inarrestabile. La mattina le borse europee hanno aperto in pari - subito sono arrivati gli acquisti e gli indici europei e americani sono saliti senza sensibili ritracciamenti fino alla chiusura. L'Eurostoxx50 ha chiuso sul massimo a 3533 punti (+2.82%) ma il rialzo dei listini é proseguito fino alle 22.00 quando l'indice europeo ha raggiunto il valore teorico di 3564 punti.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 3831 punti e per le 16.20 era già a 3886 punti. Fino alle 20.30 é oscillato intorno a questo valore in un range di 25 punti. Infine ha ricominciato a salire, ha toccato un massimo a 3921 punti e ha chiuso a 3911.74 punti (+3.06%). Al rialzo hanno partecipato tutti i settori (DJT +3.96%, RUT +3.16%) e in particolare la tecnologia (Nasdaq100 +3.49%). La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6393 su 1820, NH/NL a 666 su 337 e volume relativo a 1.4 (!). I dati sul sentiment sono contrastanti (VIX a 27.23 punti (-1.82), CBOE Equity put/call ratio a 0.51, Fear&Greed Index a 28 punti (+5)). Il rally ha sorpreso molti e quindi é possibile che prosegua senza pause alimentato da chi é ancora short ed é obbligato a chiudere la posizione comperando. Tecnicamente appare a breve un accesso di rialzo e di speculazione che dovrebbe essere compensato con un consolidamento di alcuni giorni sui 3900 punti di S&P500. Per il momento gli indicatori di base puntano ancora al ribasso (23.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 27.31) ma ci aspettiamo nelle prossime sedute un netto miglioramento anche nel caso di una pausa nel rialzo - questi indicatori infatti hanno bisogno di tempo per reagire. I Summation Index stanno salendo - il movimento é iniziato sul Nasdaq martedì e da giovedì ha coinvolto anche il NYSE.
Siamo convinti che siamo all'inizio del rialzo estivo che, per coincidenza, é partito lo stesso giorno dell'inizi dell'estate. Come sapete ci aspettiamo che i tassi d'interesse di mercato ricomincino a scendere (reddito dell'USTBond decennale a 3.13%, reddito del Bund tedesco decennale a 1.4375%) e che l'USD debba perdere di valore - siamo quindi rialzisti sul cambio EUR/USD che non ha toccato la parità come molti "esperti" prevedono da anni.
L'unica incognita riguarda la guerra in Ucraina e in particolare la possibilità che Putin, come misura di ritorsione, blocchi le forniture di gas verso l'Europa. Noi riteniamo purtroppo questo scenario molto probabile e quindi l'Europa deve prepararsi ad un inverno al freddo e ad una recessione economica alla quale la BCE non ha nessun strumento per opporsi. In questo caso é improbabile che le borse europee possano seguire il rialzo dell'America.
Concretamente se l'S&P500 nei prossimi 6 mesi guadagna un +25% le borse europee potrebbero fermarsi ad un +10% con una rivalutazione dell'EUR sull'USD di un +10%/+20%. In pratica ci aspettiamo che la FED ritorni ad applicare una politica monetaria estremamente espansiva nel tentativo di evitare per le elezioni di metà mandato una recessione economica.

Commento del 18-19 giugno

Abbiamo sottovalutato la forza del ribasso a Wall Street - gli indici europei sono ancora sopra i minimi di marzo
Indici ipervenduti e sentiment pessimo - ci sarà a breve un rally di cui non conosciamo ancora le caratteristiche

Riassunto: Da inizio anno l'S&P500 (+0.22% a 3674.84 punti) ha perso il -22.90%. L'indice ha toccato venerdì 17 giugno un nuovo minimo annuale a 3636 punti. Noi pensavamo che i 3810 punti del 20 maggio fossero un solido minimo dal quale doveva svilupparsi una sostanziale e sostenibile fase di rialzo. Gli indicatori di base (13.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 19.97 punti) erano però ancora orientati al ribasso e quindi l'inversione di tendenza era ancora un'ipotesi senza conferma. Purtroppo ci siamo sbagliati. Già lunedì l'S&P500 ha accelerato al ribasso e ha rotto il supporto a 3820 punti. I dati sull'inflazione in aumento e gli incrementi dei tassi d'interesse da parte di numerose Banche Centrali hanno spaventato gli investitori - il ciclo di rialzo dei tassi d'interesse sembra essere solo all'inizio.
Venerdì c'é stata la grande scadenza dei derivati di giugno - spesso in questa occasione gli indici si trovano su dei massimi o dei minimi intermedi - ovviamente in questa occasione potrebbe esserci stato un minimo. Gli indici sono ipervenduti e in eccesso di ribasso - gli investitori sono decisamente pessimisti (Fear&Greed Index a 14 punti). È quindi probabile che la prossima settimana inizi con un rimbalzo. I grafici offrono però poche speranze - non sembra che il ribasso sia terminato. Solo a livello fondamentale vediamo dei segnali costruttivi - il prezzo del petrolio sta calando (WTI a 107.99 USD al barile) e i tassi d'interesse di mercato scendono (reddito dell'USTBond decennale a 3.25%). A livello settoriale notiamo che la tecnologia (Nasdaq100 +1.24% a 11266 punti) comincia a sovraperformare mentre avviene una rotazione tra i titoli del settore energia (deboli) e quelli del settore finanziario (relativamente forti). È quindi possibile che qualcosa stia cambiando. Notiamo inoltre che gli indici azionari europei, malgrado due pessime settimane, non sono ancora scesi sotto i minimi di marzo.
Le nostre posizioni long sono state chiuse alla rottura del supporto a 3820 punti di S&P500 - ora aspettiamo lo sviluppo della situazione - ci sembra troppo tardi per vendere e prima di prendere ulteriori decisioni preferiamo attendere l'esito del rimbalzo che si verificherà settimana prossima. Attenzione che lunedì 20 giugno la borsa americana é chiusa.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.47% a 3438 punti
SX7E (banche)          -0.62% a 83.25 punti
DAX                         -4.62% a 13126 punti
SMI                          -5.71% a 10531 punti
FTSE MIB                  -3.36% a 21788 punti
S&P500                     -5.79% a 3674.84 punti
Nasdaq100                -4.78% a 11266 punti

La settimana é stata pessima con due sedute catastrofiche - lunedì (S&P500 -3.88%) e giovedì (S&P500 -3.33%) gli indici azionari hanno subito pesanti perdite. Le vendite hanno colpito non solo i mercati azionari ma anche altri beni normalmente negativamente correlati come i metalli preziosi o le cryptocurrencies (Bitcoin a 18'300 USD contro il massimo a 69'000 USD di novembre 2021). Gli investitori sembrano quindi in panico e vendono di tutto (anche i settori difensivi come alimentari e farmaceutica) per aumentare la liquidità in portafoglio. Spesso questo comportamento si verifica alla fine di una fase di ribasso - possono però ancora esserci parecchie sedute negative con ulteriori crolli significativi.
Venerdì scadevano i derivati di giugno - era quindi una giornata particolare contrassegnata da alti volumi di titoli trattati (volume relativo a 1.8). Malgrado che esistessero già le premesse ideali per l'inizio di un sostanziale rimbalzo gli indici hanno guadagnato relativamente poco terreno (Eurostoxx50 +0.31% a 3438 punti, S&P500 +0.22% a 3674.84 punti). Non diamo però troppo peso a questa fiacca reazione - d'abitudine quando scadono i derivati c'é volatilità ma per saldo pochi movimenti poiché la maggior parte delle posizioni speculative sono già state chiuse o prolungate nei giorni precedenti.
In effetti la seduta di venerdì é stata relativamente tranquilla - l'S&P500 ha aperto a 3682 punti, é salito sul massimo a 3707 punti ed é caduto sul minimo a 3636 punti. Dopo le 16.45 la seduta era praticamente finita. L'S&P500 ha recuperato e si é stabilizzato intorno ai 3685 punti - ha chiuso a 3674.84 punti (+0.22%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5330 su 2953 e NH/NL a 205 su 1348 (pochi NL = divergenza positiva). La volatilità VIX é scesa a 31.13 (-1.82) mentre il CBOE Equity put/call ratio era ancora piuttosto alto a 0.72 (MM a 10 giorni a 0.73). I Summation Index sono in calo. Finora sui grafici appaiono delle serie di massimi e minimi discendenti tipici di un bear market - i rimbalzi dalle situazioni di ipervenduto sono anemici e il pessimismo resta diffuso.
È difficile stimare quando il ribasso potrebbe finire. Ci vorrebbe un cambiamento nella retorica delle Banche Centrali. Per almeno ancora un mese i dati sull'inflazione saranno però pessimi mentre a luglio la FED dovrebbe nuovamente aumentare i tassi d'interesse. Di conseguenza a breve é possibile e probabile che ci sia una stabilizzazione specialmente se il prezzo del petrolio si ferma sui 100 USD al barile e i tassi d'interesse di mercato si bloccano. Sembra però che prima di metà luglio non possano esserci le premesse fondamentali per l'inizio di un rialzo.
 
Commento del 11-12 giugno

Errore di valutazione - lo scenario rialzista é però, fino a prova contraria, ancora valido

Riassunto: Eravamo convinti che l'S&P500 dal minimo del 20 maggio a 3810 punti avesse iniziato una sostanziale e sostenibile fase di rialzo. Quando a fine maggio l'S&P500 era tornato sopra i 4100 punti pensavamo che non si trattasse di un bear market rally ma dell'inizio dell'atteso rialzo. Credevamo che la pausa sopra i 4100 punti fosse di accumulazione - invece c'é stata distribuzione. Questa settimana le borse sono nuovamente pesantemente cadute e l'ipotesi del rialzo é fortemente messa in discussione anche perché i nostri indicatori di base (22.1% dei titoli USA sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 41.47 punti) sono formalmente ancora ribassisti. L'errore ovviamente si estende a tutti i mercati strettamente correlati e sui quali ci aspettavamo un'inversione di tendenza: il prezzo del petrolio (120.67 USD al barile / WTI) non ricade sotto i 100 USD, il reddito del'USTreasury Bond decennale (3.15%) é risalito sopra il 3% tornando a testare il massimo annuale e l'USD Index (104.23 punti) rimane vicino ai 104 punti.
Il nostro scenario macroeconomico si sta però concretizzando - l'economia americana si sta indebolendo e rischia di cadere in recessione - per logica nei prossimi mesi la diminuzione della domanda dovrebbe far calare il prezzo del petrolio e diminuire le attese d'inflazione. I tassi d'interesse di mercato dovrebbero tornare a scendere. Nell'immediato però prevalgono le notizie negative - secondo il dato pubblicato venerdì l'inflazione negli Stati Uniti ha raggiunto il +8.6% - gli investitori hanno reagito negativamente a quello che sembra un rischio di stagflazione. Una recessione insieme ad una spinta inflazionistica é il peggio che possa capitare ad un'economia.
Oggettivamente nessuno degli indici azionari che analizziamo é sceso sotto i precedenti minimi annuali. Questo vale sia per le borse europee (Eurostoxx50 a 3599 punti, -3.36%), i cui minimi restano quelli registrati a marzo (Eurostoxx50 a 3387 punti), che per la borsa americana (S&P500 a 3900.86 punti (-2.91%) contro il precedente minimo del 20 maggio a 3810 punti). Questo vale anche per la tecnologia (Nasdaq100 a 11832 punti (-3.56%) contro il precedente minimo del 20 maggio a 11493 punti). Di conseguenza, fino a prova contraria, non possiamo ancora dichiarare che lo scenario rialzista é sbagliato. Realisticamente però lo spazio di manovra é limitato - all'S&P500 mancano solo 90 punti o un -2.3% ad un nuovo minimo annuale. Considerando quanto é successo giovedì (-2.38%) e venerdì (-2.91%), il trend ribassista di cortissimo termine e il momentum é possibile che già settimana prossima il bear market diventi una realtà confermata.
A favore della possibilità della ripresa del rialzo gioca il sentiment che resta catastrofico - gli investitori oscillano tra il pessimismo e il panico (VIX a 27.75 punti (+1.66), CBOE Equity put/call ratio a 0.89, Fear&Greed Index a 28 punti (-4)). Gli analisti fondamentali dipingono scenari foschi mentre si parla continuamente dell'inflazione, dell'effetto negativo dell'aumento del costo del denaro, della guerra in Ucraina che spinge al rialzo i prezzi dell'energia e dei cereali e della pandemia in Cina che continua a frenare la produzione e l'esportazione di beni indispensabili per far funzionare le economie occidentali. In mezzo a tutto questo si tende a dimenticare che la disoccupazione resta estremente bassa mentre i consumi rimangono elevati. I tassi d'interesse reali sono ancora ampiamente negativi e la liquidità é abbondante. Le borse potrebbero ancora rinascere e riprendere a volare come una fenice.
Solo una netta caduta degli indici azionari sotto i precedenti minimi annuali ci obbligherebbe ad abbandonare il nostro scenario di un rialzo estivo.
Le borse europee continuano a seguire da vicino la borsa americana. Questa settimana l'annuncio da parte della BCE di voler alzare il tasso d'interesse di riferimento a luglio ha scosso i mercati obbligazionari e ha messo sotto pressione in particolare le borse dei Paesi fortemente indebitati come l'Italia. Resta da capire se questa reazione negativa é giustificata dai fondamentali o ha solo radici psicologiche. È però evidente che se i tassi d'interesse di mercato e gli spreads aumentano le borse non potranno recuperare. Il bonus di cui ha goduto l'Italia nei primi mesi dell'anno potrebbe tramutarsi in un malus.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.88% a 3599 punti
SX7E (banche)          -7.31% a 83.77 punti
DAX                         -4.83% a 13761 punti
SMI                          -3.86% a 11084 punti
FTSE MIB                  -6.70% a 22547 punti
S&P500                     -5.05% a 3900.86 punti
Nasdaq100                -5.70% a 11832 punti

Le borse sono rimaste stabili e tranquille fino a mercoledì. Solo giovedì e venerdì si é verificato un crollo. L'S&P500 é rimasto tre sedute sopra i 4100 punti - la successiva rottura al ribasso é stata però devastante e indiscutibile.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap down e sul massimo giornaliero a 3955 punti. Alle 16.30 era già sceso a 3905 punti e ha chiuso sul minimo a 3900 punti (-2.91%) con una pesante perdita di 117 punti. La seduta al NYSE é stata pessima (come quella di giovedì) con A/D a 1184 su 7115, NH/NL a 195 su 848 e volume relativo a 1.0. A dire il vero ci aspettavamo più NL e maggiori volumi. Le vendite hanno travolto tutto il listino (Nasdaq100 -3.56%, RUssell2000 -2.73%). I Summation Index sono in calo. Questa seduta non offre oggettivamente molte speranze per settimana prossima. La variante più probabile sembra a breve una continuazione del ribasso almeno fino a testare i minimi annuali. Teniamo però d'occhio petrolio, USD e tassi d'interesse per una possibile reazione - i valori estremi di DSI suggeriscono che esiste una concreta possibilità di un'inversione di tendenza. Le prime sedute di settimana prossima saranno in questo senso decisive.

Commento del 4-5 giugno

Consolidamento sui 4100 punti di S&P500 - mercati in balia del petrolio e dei tassi d'interesse

Riassunto: Dal minimo annuale del 20 maggio a 3810 punti l'S&P500 é risalito per fine maggio fino a circa 4200 punti. Questa spinta di rialzo può essere un bear market rally o la prima ondata di una fase di rialzo di medio termine. Noi favoriamo decisamente la seconda variante e prevediamo un rialzo estivo fino a circa 5000 punti - questo rappresenterebbe un nuovo massimo storico. Una settimana fà avevamo previsto che questo rally iniziale avesse bisogno di una fase di consolidamento - pensavamo che tra martedì e mercoledì (lunedì la borsa americana é rimasta chiusa in occasione del Memorial Day) l'S&P500 dovesse ridiscendere sui 4100 per poi ripartire al rialzo. In effetti mercoledì l'S&P500 é ridisceso fino ai 4066 punti, é balzato giovedì a 4176 punti (+1.84%) ma é ricaduto venerdì a 4108.54 punti (-1.63%) - durante la settimana nessuna seduta é terminata con l'S&P500 sotto i 4100 punti. La seduta negativa di venerdì é stata provocata da dei buoni dati riguardanti il mercato del lavoro americano - i tassi d'interesse di mercato sono saliti (reddito dell'USTBond decennale a 2.96% (+0.04%)) e la borsa é precipitata trascinata come al solito verso il basso dai big della tecnologia (Nasdaq100 -2.67%). Al momento tutti gli investitori che agiscono sul mercato a breve si comportano seguendo il medesimo schema - alternando il rischio di recessione alla paura dell'inflazione fanno muovere i tassi d'interesse e la borsa - se i tassi d'interesse salgono la borsa scende zavorrata dalla tecnologia e viceversa. Oltre ai dati economici anche il prezzo del petrolio (WTI a 118.87 USD/barile) gioca in questa fase un ruolo determinante. Noi pensiamo che questa settimana, malgrado le performances negative degli indici, le borse si siano comportate ancora relativamente bene - hanno assorbito senza grandi cedimenti l'ipercomperato di corto termine, l'aumento dei tassi d'interesse e del prezzo del petrolio - gli indici hanno difeso i supporti.
Finora il rallentamento delle economie occidentali non ha avuto un influsso negativo sui prezzi dell'energia che si muovono sulla base di decisioni politiche - anche la speculazione finanziaria gioca un ruolo importante. Finora la nostra previsione di un prezzo del petrolio in calo decisamente sotto i 100 USD al barile é sbagliata - attenzione però che la situazione può cambiare velocemente e radicalmente visto che i dati sul sentiment (DSI) sono in territorio estremo per quel che riguarda bonds (tutti short e negativi) e petrolio (tutti long).
Gli indicatori di base riguardanti il trend di borsa in America (33.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 49.11) segnalano formalmente ancora ribasso ma stanno decisamente migliorando - i Summation Index salgono. Noi restiamo positivi e posizionati long.
Pensiamo che settimana prossima il rialzo debba riprendere. Rileviamo che c'é ancora parecchio pessimismo (Fear&Greed Index a 27 punti) e molti analisti prevedono una recessione e borse in calo. Notiamo sul mercato delle opzioni ancora parecchi puts - la chiusura di questo posizioni short dovrebbe alimentare il rialzo - per la scadenza dei derivati di giugno (17 giugno) stimiamo che l'S&P500 debba salire sulla prossima importante resistenza a 4300 punti.
Le borse europee si limitano a seguire quella americana - ci sono delle differenze sulla base del peso dei settori (p.e. finanza in Italia) negli indici. Le oscillazioni del cambio EUR/USD compensano in parte le differenze di performance. Per il resto gli investitori apprezzare il fatto che la BCE sembra restia ad alzare i tassi d'interesse di riferimento e adottare una politica monetaria restrittiva - questo nei prossimi mesi dovrebbe favorire l'EUR a scapito dell'USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.66% a 3783 punti
SX7E (banche)          -1.97% a 90.38 punti
DAX                         -0.01% a 14460 punti
SMI                          -1.01% a 11529 punti
FTSE MIB                  -1.91% a 24166 punti
S&P500                     -1.20% a 4108.54 punti
Nasdaq100                -1.04% a 12548 punti

Gli occhi degli investitori sono puntati sull'America - a causa della chiusura lunedì a Wall Street (Memorial Day) abbiamo quindi avuto una settimana con sole 4 sedute rilevanti. Il calo di martedì e mercoledì era previsto - é stato modesto e gli indici hanno chiuso decisamente sopra i minimi giornalieri. La seduta di venerdì é stata per noi deludente poiché il rally di giovedì non ha avuto una continuazione. D'altra parte non ci si può aspettare altro quando vengono pubblicati dei dati economici diversi dalle previsioni e a causa di tensioni politiche i prezzi dell'energia salgono.
Le borse europee hanno chiuso in leggero calo (Eurostoxx50 -0.30% a 3783 punti) e anche nel dopo borsa non hanno ceduto (Eurostoxx50 alle 22.00 a 3789 punti). L'S&P500 ha avuto una seduta decisamente negativa - formalmente ha però svolto una seduta nel range del giorno precedente e ha difeso il supporto a 4100 punti.
L'indice ha aperto in calo a 4139 punti e all'inizio é sceso fino a 4117 punti. Per le 16.00 é risalito sul massimo giornaliero a 4142 punti - alle 17.15 é caduto sul minimo a 4098 punti. In seguito si é limitato ad oscillare ampiamente intorno a 4115 punti e ha chiuso a 4108.54 punti (-1.63%). Osserviamo con interesse il diagramma dell'S&P500 - le perdite più importanti si concentrano nei semiconduttori e nei big (Tesla -9.22%, Apple -3.86%) - i pochi guadagni sono nel settore dell'energia (ETF Energy +1.32%) - l'energia non basta però a bilanciare le perdite della tecnologia (Nasdaq100 -2.67% a 12548 punti) vista la differenza di peso dei due settori nell'indice.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2206 su 6050, NH/NL a 547 su 137 e volume relativo a 0.7. La volatilità VIX é salita di poco a 24.79 punti (+0.07) - il CBOE Equity put/call ratio era relativamente alto a 0.77.

Nelle prossime settimane dovrebbero abbondare i segnali di un forte rallentamento economico specialmente negli Stati Uniti. La retorica della FED dovrebbe lentamente cambiare a favore di una politica monetaria in sostegno dell'economia a scapito della lotta contro l'inflazione. La diminuzione della domanda di petrolio insieme al forte aumento della produzione in America specialmente nel fracking dovrebbe finalmente alleviare le tensioni sul mercato e permettere al prezzo di ricadere sotto i 100 USD al barile. L'USD Index (102.18) dovrebbe ricadere sotto i 100 punti favorendo un'impennata del prezzo dell'oro. Gli investitori dovrebbero ricominciare a comperare massicciamente azioni appena vedranno che i tassi d'interesse di mercato sono in calo. Se questo scenario si sviluppa come pensiamo avremo probabilmente quel rialzo estivo delle borse che ora appare solo con possibilità nei grafici e nello sviluppo positivo degli indicatori di partecipazione.

Commento del 28-29 maggio

La prevista fase di sostenibile e sostanziale rialzo é iniziata
L'S&P500 é ipercomperato a corto termine ma ancora ipervenduto a medio termine

Riassunto: Nel primo trimestre del 2022 il PIL degli Stati Uniti é diminuito del -1.5%. Improvvisamente serpeggia la paura di una recessione mentre il rischio che una spirale inflazionistica travolga l'economia si affievolisce. Per assurdo la borsa reagisce con un rally alle notizie negative che provengono dal fonte economico. Questo é però esattamente quello che ci eravamo aspettati e rientra nella logica contorta dei mercati finanziari. Gli investitori temevano che la FED alzasse quest'anno più volte e massicciamente i tassi d'interesse di riferimento - per questa ragione venivano vendute le azioni di settori di crescita come quello tecnologico. Ora invece é molto probabile che la Banca Centrale sostenga nuovamente l'economia e i mercati con una politica monetaria espansiva. La liquidità torna a scorrere in direzione delle borse.
Dal minimo di una settimana fà a 3810 punti l'S&P500 é risalito a 4158 punti. Noi avevamo previsto un recupero fino a 4100 punti entro la fine del mese - abbiamo peccato di prudenza. Gli investitori sono ancora pessimisti (Fear&Greed Index a 17 punti) e molti si aspettano ancora una caduta degli indici azionari su dei nuovi minimi annuali e una capitolazione. La maggioranza degli analisti tecnici parla di bear market rally. Noi siamo invece decisamente più ottimisti - il rialzo é appena iniziato e confermiamo la nostra previsione. Abbiamo a che fare con una sostanziale e sostenibile fase di rialzo che dovrebbe permettere all'S&P500 di salire su un nuovo record storico - riteniamo che verso la fine dell'estate l'S&P500 debba raggiungere i 5000 punti.
Il rialzo verrà alimentato dalla liquidità e dallo scetticismo. Tutti saranno obbligati a salire sul treno in corsa poiché nessun professionista può permettersi in una situazione del genere di essere sottoinvestito. La psicologia farà il resto - dopo anni di bull market gli investitori privati sono abituati a comperare qualsiasi correzione - il rialzo finirà solo nell'euforia generale.
A corto termine la borsa americana é, secondo alcuni parametri tecnici, ipercomperata - noi ci aspettavamo una pausa sui 4100 punti di S&P500 prima che la prima spinta di rialzo permettesse all'indice di raggiungere i 4300 punti. Venerdi l'S&P500 ha superato di slancio i 4100 punti e ha chiuso sul massimo giornaliero a 4158.24 punti (+2.47%). Riteniamo che questo superamento sia una conseguenza del short covering e del fatto che lunedì 30 maggio la borsa americana sarà chiusa in occasione del Memorial Day. Chi doveva assolutamente chiudere posizioni short per evitare perdite insopportabili lo ha fatto venerdì in serata. Pensiamo che all'inizio di settimana prossima debba esserci una pausa di consolidamento con un ritorno dell'indice sui 4100 punti - poi il rialzo a medio termine potrà continuare. Non dovrebbe esserci nessuna sensibile correzione prima dei 4300 punti. Il rialzo nei prossimi mesi non si svilupperà in maniera lineare ma ci saranno delle correzioni intermedie - queste dipenderanno sia da aspetti tecnici (eccesso di rialzo) che dalle notizie che arriveranno dai vari fronti di crisi.
Il comportamento dei mercati obbligazionari costituisce il faro che illumina e mostra la via - il reddito dell'USTBond decennale sta scendendo (USTB decennale a 2.74%) - gli investitori anticipano le mosse della FED.
Le borse europee seguono e copiano lo sviluppo della borsa americana - l'unica differenza sembra essere l'ampiezza dei movimenti nelle due direzioni. Le performances da inizio anno sono simili (Eurostoxx50 -11.39%, S&P500 -12.76%). È il peso negli indici della tecnologia a fare la differenza. 
Finora vediamo solo un problema all'orizzonte che potrebbe far deragliare il nostro scenario positivo per le borse. Il prezzo del petrolio (115.05 USD al barile WTI) non scende e se il costo dell'energia continua lentamente a salire é improbabile che la paura dell'inflazione sparisca velocemente. Abbiamo bisogno che il prezzo del petrolio cada nelle prossime settimane decisamente sotto i 100 USD per alimentare il rialzo delle borse. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.15% a 3808 punti
SX7E (banche)          +5.77% a 92.20 punti
DAX                         +3.44% a 14462 punti
SMI                          +2.99% a 11647 punti
FTSE MIB                  +2.25% a 24636 punti
S&P500                     +6.58% a 4158.24 punti
Nasdaq100                +7.15% a 12681 punti

È stata una settimana positiva contrassegnata da una serie di sedute con forti guadagni. Solo martedì la borsa americana ha avuta una battuta d'arresto (S&P500 -0.81%) - in Europa invece c'é stata una pausa giovedì quando in numerosi Paesi si é festeggiata l'Ascensione. Per il resto hanno prevalso le compere - gli indici azionari sono stati catapultati verso l'alto da una evidente situazione di ipervenduto, eccesso di ribasso ed estremo pessimismo. Il reversal di venerdì 20 maggio a New York ha dato il via al movimento di copertura dei short e ha innescato l'inversione di tendenza.

Venerdì c'é stata un'accelerazione. Improvvisamente sembrava che tutti i traders avessero combiato idea - accantonato (ma non abbandonato) lo scenario di un bear market (per definizione questo si concretizza dopo una perdita del 20%) tutti hanno abbracciato l'ipotesi del rally da eccesso di ribasso - stranamente senza che negli indicatori fosse apparso quel panico e quella capitolazione attesi da molti per il raggiungimento di un solido minimo.
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap up ed é salito fino alla chiusura sul massimo a 4158.24 punti (+2.47%) - sui 4130 punti c'é stata una lunga pausa a conferma della presenza di una resistenza intermedia. Tutti i settori hanno partecipato al rally (Nasdaq100 +3.30% a 12681 punti, DJT +2.14%, RUT +2.70%) anche se ovviamente é stata la tecnologia a fare la parte del leone. Ci aspettiamo che questa leadership rimanga anche nel prossimo futuro. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 7176 su 1122, NH/NL a 931 su 157 (un netto ribaltamento) e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 25.72 (-1.78) mentre il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.49 - i traders stanno andando long. La tendenza di fondo della borsa americana é ancora formalmente al ribasso (32.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 44.42 punti) ma i dati stanno nettamente migliorando e a breve dovrebbe esserci un segnale d'acquisto. I Summation Index salgono.
Insomma - in una settimana la situazione tecnica é radicalmente cambiata. Molti analisti pensano che questo sia solo un bear market rally. Noi invece, grazie alla convincente accelerazione sopra i 4100 punti di S&P500, siamo convinti che sia iniziato l'atteso e previsto rialzo estivo. Ci aspettiamo una breve correzione intermedia sui 4300 punti di S&P500 - seguendo esempi del passato riteniamo che questa fase di rialzo debba sfociare su un nuovo massimo storico della borsa americana - il nostro obiettivo, dichiarato da tempo, resta a 5000 punti di S&P500.

Lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del Memorial Day. Sullo slancio di venerdì le borse europee apriranno in guadagno e per logica anche il future sull'S&P500 dovrebbe ancora salire di una decina di punti. Tra martedì e mercoledì ci aspettiamo una sana pausa di consolidamento prima che il rialzo continui in maniera dinamica in direzione dei 4300 punti di S&P500. Lo sviluppo sugli altri mercati (cambi, tassi d'interesse, prezzi dell'energia) dovrebbe confermare questa nostra previsione - in particolare l'USD dovrebbe indebolirsi e il cambio EUR/USD dovrebbe velocemente salire a 1.10.

Commento del 21-22 maggio

La tecnologia zavorra ancora i mercati - forza relativa dell'Europa

Riassunto: Venerdì l'S&P500 ha toccato un nuovo minimo annuale a 3810 punti prima di rimbalzare e chiudere a 3901 punti (+0.01%). Questo ulteriore minimo conferma il fatto che la tendenza di fondo é ancora ribassista come viene segnalato dagli indicatori (14.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 29.21 punti). Sugli altri mercati finalmente notiamo degli sviluppi costruttivi che corrispondono alle nostre previsioni: i tassi d'interesse di mercato sull'USD stanno scendendo (reddito dell'UST Bond decennale a 2.78%), l'USD si é leggermente indebolito (USDS Index a 103.06, cambio EUR/USD a 1.0560), il prezzo dell'oro sale (1846 USD/oncia) e il prezzo del petrolio é stabile (110.28 USD/barile WTI). L'inversione di tendenza che notiamo su questi mercati non ha però ancora avuto delle ripercussioni positive sulla borsa americana che non riesce a fissare un minimo definitivo e fare base. Le borse europee da inizio aprile scivolano verso il basso ma gli indici azionari restano ampiamente sopra i minimi annuali di marzo - questo é un segnale costruttivo e mostrano che l'Europa mantiene una forza relativa - probabilmente senza l'esempio negativo dell'America le borse europee avrebbero già da settimane ripreso il rialzo.
In America notiamo persistenti divergenze positive. Il numero di nuovi minimi a 30 giorni resta relativamente basso - venerdì malgrado il nuovo minimo annuale dell'S&P500 e del Nasdaq/Nasdaq100 (ma non del Russell2000!) i NL erano solo 1040. Significa che solo pochi titoli soprattutto del settore tecnologico vengono continuamente e sistematicamente venduti. In generale i Summation Index hanno fermato la loro caduta e da giorni tentano di cambiare tendenza - mercoledì sono saliti (NYSE e Nasdaq), giovedì sono scesi e venerdì erano di poco in positivo. Insomma - ci sono le premesse per l'atteso cambiamento di tendenza ma per ora la borsa americana non riesce a risollevarsi e secondo indicatori e grafici (serie di minimi discendenti - i rimbalzi vengono venduti) resta in un trend ribassista.
Le performance settimanali dei nostri indici sono miste con addirittura un segno positivo sul FTSE MIB (e sul settore bancario europeo). L'Europa (Eurostoxx50) ha perso solo parte dei guadagni della settimana precedente. Le azioni tecnologiche americane zavorrano ancora gli indici azionari - questa debolezza sembra essere strettamente correlata alle attese d'inflazione - siamo convinti che quando la paura dell'inflazione verrà sostituita dal timore di una recessione la situazione si ribalterà - i titoli di crescita e tecnologici ricominceranno a correre provocando l'atteso rialzo estivo. Vediamo....
Gli investitori sono decisamente pessimisti (Fear&Greed Index a 11 punti) e speculativamente orientati al ribasso (CBOE Equity put/call ratio a 0.80, MM a 10 giorni a 0.75). Questa situazione crea un effetto di molla compressa - la prima spinta di rialzo dovrebbe essere esplosiva e riteniamo possibile che entro la fine del mese di maggio l'S&P500 possa tornare sui 4100 punti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.25% a 3657 punti
SX7E (banche)          +1.57% a 87.17 punti
DAX                         -0.33% a 13981 punti
SMI                          -2.93% a 11309 punti
FTSE MIB                  +0.19% a 24095 punti
S&P500                     -3.05% a 3901.36 punti
Nasdaq100                -4.45% a 11835 punti

La settimana é stata condizionata dalla pessima giornata di mercoledì (S&P500 -4.04% / Nasdaq100 -5.06%). Per fortuna chi di conseguenza aveva previsto un crash per venerdì ha dovuto gettare la spugna verso le 19.30. I ribassisti sono riusciti a fare pressione sull'indice fino ai 3810 punti ma quando molti si aspettavano un ulteriore netto cedimento le vendite sono sparite. L'indice ha recuperato ad ondate fino alla chiusura a 3901.36 punti (+0.01%). Questo evidente reversal di quasi 100 punti potrebbe costituire un'inversione di tendenza - noi siamo ancora prudenti nell'abbracciare questa interpretazione visto che il guadagno finale é minuscolo e il Nasdaq100 ha ancora perso il -0.34% a 11835 punti. La seduta al NYSE é stata di poco negativa con A/D a 3956 su 4122, NH/NL a 169 su 1040 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é risalita a 29.43 punti (+0.08). Venerdì sono scadute le opzioni di maggio - sembra che c'erano molti venditori di nacked put che durante la settimana hanno ampiato la cauta degli indici. Questo effetto negativo dovrebbe sparire settimana prossima ed essere sostituito da uno short covering. Come al solito non sappiamo se avremo un ulteriore rimbalzo tecnico di modesta portata oppure se inizierà una spinta di rialzo. In questo senso i 4100 sono importanti e decisivi. Un rimbalzo deve fermarsi al più tardi a 4100 punti - se nelle prossime settimane l'indice supera questo livello sarà ufficialmente in una fase di rialzo con primo obiettivo intermedio a 4300 punti e obiettivo finale sui 5000 punti.
Riteniamo molto probabile che il cambio EUR/USD (1.0560) venerdì 13 maggio abbia raggiunto il minimo annuale a 1.0350. Potrebbe ora iniziare una fase di rialzo. Siamo abbastanza convinti dell'esattezza di questa previsione. Abbastanza da chiudere le posizioni short - attendiamo il superamento della resistenza a 1.0640 per aprire posizioni speculative long.
Crediamo in un imminente rally della borsa americana correlato ad una marcata debolezza dell'USD - é il compito di ogni investitore di trovare il sistema di partecipare al rialzo della borsa senza farsi penalizzare dall'eventuale calo dell'USD.

Commento del 14-15 maggio

L'S&P500 a 3858 punti ha toccato un soIido minimo - rimbalzo o rialzo ? - prossima fermata a 4300 punti

Riassunto: La spinta di ribasso iniziata ad aprile, che fa ancora parte della complessa correzione iniziata a gennaio, sembra finita. Le borse europee hanno toccato lunedì 9 maggio un minimo ascendente rispetto al minimo annuale di marzo - questo significa che gli indici azionari europei non sono scesi sotto i minimi del 7 di marzo e mostrano forza relativa. La borsa americana ha invece toccato giovedì un nuovo minimo annuale - l'S&P500 (+2.39% a 4023.89 punti) ha fatto segnare un minimo a 3858 punti. Questi 3858 punti sono decisamente meno di quanto avevamo stimato noi - eravamo inizialmente convinti che in questa fase l'S&P500 non sarebbe sceso sotto il minimo di marzo (4106 punti) - settimana scorsa con l'S&P500 a 4123 punti avevamo parlato di un'ulteriore potenziale massimo di ribasso di un -2%/-3% (corrispondente a circa 4000 punti). Ovviamente la debolezza della borsa americana ci preoccupa anche perché la tendenza di fondo resta formalmente al ribasso (14.0% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 28.18). D'altra parte é proprio questo eccesso di ribasso, l'ipervenduto e il panico osservati giovedì (Fear&Greed Index a 6 punti!) che ci fanno credere che sia arrivato il momento per un cambiamento di tendenza. Finalmente i tassi d'interesse sull'USD (reddito dell'USTBond decennale a 2.93%) cominciano a scendere a causa della evidente frenata dell'economia che rischia di cadere in recessione. Ci aspettiamo che nei prossimi mesi la FED cambi politica monetaria e invece che combattere l'inflazione comincia a preoccuparsi della debole situazione congiunturale. In questo caso la FED non dovrebbe più alzare di molto i tassi d'interesse di riferimento e la liquidità dovrebbe tornare a scorrere in direzione dei mercati azionari.
Non sappiamo se tra giovedì sera e venerdì l'S&P500 (+2.39% a 4023.89 punti) ha iniziato un rimbalzo tecnico o una fase di sostenibile e sostanziale rialzo. Favoriamo la seconda variante ma non abbiamo ancora nessuna conferma - solo degli indizi.
Da giorni la partecipazione al ribasso in borsa (NL, Summation Index) é in diminuzione e intravvediamo dei cambiamenti di tendenza (o per lo meno una pausa di distribuzione ad alto livello) su petrolio (110.49 USD), tassi d'interesse e USD (USD Index a 104.51). Pensiamo che settimana prossima l'S&P500 sarà in grado di restare sopra i 4000 punti - in questo caso dovrebbe poi continuare a salire e raggiungere entro fine mese i 4300 punti. Su questa forte resistenza l'S&P500 nelle scorse settimane é rimasto bloccato più volte e dovrà quindi fare una pausa di consolidamento. Se la nostra previsione di un rialzo estivo fino ai 5000 punti é giusta (questa resta la nostra variante preferita malgrado l'ultimo tuffo di questa settimana a 3858 punti) i 4300 punti dovrebbero essere superati senza grossi problemi e senza un'ulteriore correzione intermedia.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.05% a 3703 punti
SX7E (banche)          +3.59% a 85.82 punti
DAX                         +2.59% a 14028 punti
SMI                          -0.68% a 11650 punti
FTSE MIB                  +2.44% a 24048 punti
S&P500                     -2.41% a 4023.89 punti
Nasdaq100                -2.41% a 12387 punti

Giovedì abbiamo finalmente osservato panico sui mercati azionari con molti titoli della tecnologia che sono stati venduti in maniera generalizzata, indiscriminata e fondamentalmente ingiustificata. Il crollo ha travolto il Nasdaq100 comprese le società ad alta capitalizzazione come gli AGMAF, Tesla, NVidia e i semiconduttori. La volatilità VIX ha nuovamente superato i 34 punti mentre il CBOE Equity put/call ratio é schizzato a 0.82. Venerdì il rimbalzo iniziato giovedì (-0.13% a 3930 punti) dal minimo a 3858 punti é continuato. L'S&P500 ha aperto a 3972 punti e inizialmente ridisceso a 3963 punti. Le vendite erano però finite e i ribassisti sono battuti in ritirata. Per le 18.10 l'indice é salito sul massimo giornaliero a 4038 punti. C'é stata una modesta ricaduta a 3980 punti ma dopo le 20.00 i rialzisti hanno nuovamente preso il controllo delle operazioni e l'S&P500 ha chiuso a 4023.89 punti (+2.39%). Finalmente sul grafico é apparsa una lunga candela giornaliera verde dopo una serie di 7 candele rosse. Tutto il listino ha partecipato al rialzo (Nasdaq100 +3.70%, DJT +0.95%, RUT +3.06%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6919 su 1526, NH/NL a 149 su 514 (con un calo costante durante la settimana: lu 3336, ma 2999, me 2711, gio 2684) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 28.87 punti (-2.90) ma resta alta, la CBOE equity put/call ratio é scesa a 0.62 mentre il Fear&Greed Index é salito a 12 (ancora molto basso = panico). I Summation Index sono ancora in calo ma sembrano fare base ed essere pronti a risalire.
Insomma - l'umore degli investitori é ancora nero e tutti sono convinti che adesso ci deve essere solo un breve e modesto rimbalzo tecnico prima della ripresa del ribasso. Noi invece vediamo le premesse per una sostanziale fase di rialzo anche se non escludiamo che l'S&P500 debba fare ancora base sui 4000 punti. Questo significa che potremmo ancora avere alcune sedute estremamente volatili intorno a questo valore prima che ci possa essere una serie costante di sedute di rialzo.
In generale le borse europee dovrebbero seguire quella americana - non sappiamo però quale potrebbe essere l'effetto di un indebolimento dell'USD. Crediamo che finora la forza dell'USD (USD Index a 104.51) abbia favorito i listini europei. La correlazione sembra stretta tra Eurostoxx50 e S&P500 in USD (!). Se l'EUR, come pensiamo, comincerà rivalutarsi rispetto all'USD é probabile che le borse europee debbano sottoperformare la borsa americana.
Vi ricordiamo che un USD debole significa oro forte - se l'USD cominciasse a svalutarsi a causa del calo dei tassi d'interesse é probabile che l'oro (1811 USD/oncia) possa ricominciare a muoversi al rialzo e tornare entro fine mese sui 2000 USD.
Purtroppo la guerra in Ucraina e il comportamento della Russia continuano ad avere un influsso determinante sui prezzi dell'energia e sulle attese d'inflazione. Poiché Putin sembra imprevedibile e irriducibile é possibile che malgrado un calo della domanda il prezzo del petrolio resti sui 100 USD/barile. In questo caso le probabilità di un forte rialzo estivo della borse sono modeste.
Noi restiamo rialzisti pur essendo coscienti del fatto che il raggiungimento dei 5000 punti di S&P500 dipende da delle variante politiche che si situano al di fuori delle nostre capacità di previsione. Un calo delle prospettive d'inflazione e dei tassi d'interesse di mercato alimentarà il rialzo. Il trend positivo é molto probabile - il potenziale di rialzo é invece ancora incerto.

Commento del 7-8 maggio

La situazione tecnica a Wall Street non cambia. C'é un diffuso pessimismo ma nessun panico.

Riassunto: il 24 febbraio l'S&P500 ha toccato un minimo a 4106 punti. Lunedì 2 maggio l'indice ha toccato un nuovo minimo annuale a 4062 punti e ha terminato la settimana a 4123 punti (-0.57%). Il quadro tecnico non cambia. La pressione di vendita é modesta ma costante - il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (NL a 2207) non si impenna. I dati sul sentiment (VIX a 30.19 punti (-1.01), Fear&Greed Index a 31 punti) mostrano parecchio pessimismo ma non appare quel panico necessario per un solido minimo definitivo. Sul fronte delle divise (cambio EUR/USD a 1.0550, USD Index a 103.68), dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 3.12% (+0.07%), reddito del Bund decennale a 1.1280%) e del petrolio (109.70 USD/barile WTI) non si verifica l'atteso cambiamento di tendenza. La borsa americana sembra voler fare base per poi iniziare una fase di rialzo ma per il momento mancano ancora le premesse tecnico per un'inversione di tendenza. Il processo potrebbe durare ancora delle settimane e nel frattempo gli indici azionari potrebbero ancora scivolare verso il basso e perdere un paio di punti in percentuale. Le borse europee stanno imitando l'America ma sono ancora ampiamente sopra i minimi di inizio marzo.
Questa lunga e complessa correzione iniziata a gennaio assomiglia alla guerra in Ucraina. I russi attaccano e mantengono l'iniziativa - da settimane gli ucraini si difendono accanitamente e meglio del previsto. Il risultato é che i russi non riescono più a fare sensibili progressi - per ora però gli ucraini non sembrano in grado di contrattaccare con efficacia e recuperare parte del terreno perduto. Anche i ribassisti in borsa continuano a predominare - gli indici però non scendono di molto ed il numero di titoli veramente deboli non aumenta. Se il prezzo del petrolio cominciasse a scendere insieme ai tassi d'interesse di mercato, subito i titoli tecnologici e growth verrebbero nuovamente comperati e risalirebbero da una evidente situazione di eccesso di ribasso. Le borse non sembrano ancora mature per questo sviluppo malgrado che il mercato dell'energia si stia riorganizzando e a breve l'offerta dovrebbe nuovamente aumentare compensando le difficoltà di approvvigionamento provocate dall'invasione russa dell'Ucraina.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.57% a 3629 punti
SX7E (banche)          -3.96% a 82.84 punti
DAX                         -3.00% a 13674 punti
SMI                          -3.28% a 11730 punti
FTSE MIB                  -3.20% a 23475 punti
S&P500                     -0.21% a 4123.34 punti
Nasdaq100                -1.25% a 12693 punti

È stata una settimana dall'andamento altalenante. L'S&P500 é salito nelle prime tre sedute malgrado che lunedì 2 maggio abbia toccato un nuovo minimo annuale a 4062 punti. Mercoledì, dopo l'annuncio da parte della FED di un aumento dei tassi d'interesse di riferimento di un +0.5%, c'é stato un imponente rally - dal minimo giornaliero a 4148 punti l'indice é salito fino ad un massimo a 4307 punti e ha guadagnato un +3%. Giovedì ci aspettavamo un ritracciamento di circa un -1% - invece l'S&P500 é precipitato del - 3.56%.  Venerdì l'S&P500 si é mosso nel range settimanale. Ha aperto a 4128 punti, é caduto fino a 4067 punti e ha recuperato ad ondate fino alle 17.20 quando ha toccato il massimo a 4157 punti. Poi é scivolato nuovamente fino ai 4086 punti per infine recuperare negli ultimi 20 minuti di contrattazioni fino ai 4123.34 punti (-0.57%). La tecnologia era nuovamente debole - il Nasdaq100 ha perso il -1.22% a 12693 punti e ha toccato un nuovo minimo annuale. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 1937 su 6234, NH/NL a 163 su 2207 e volume relativo a 1.0.  Il CBOE Equity put/call ratio era alto a 0.72. I Summation Index sono leggermente in calo.
La tendenza di fondo della borsa americana é per definizione al ribasso con il 19.1% dei titoli sopra la SMA a 30 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 37.57.
Nella statistica dei COT notiamo un sensibile cambiamento - i Commercials (spesso giusti) hanno chiuso parecchi short e si avvicinano ad una posizione neutra - d'altra parte i piccolo speculatori (spesso sbagliati) sono invece in pari. Gli equilibri stanno cambiando ma per ora favoriscono solo una stabilizzazione dell'S&P500 sui 4100 punti.
Le borse europee seguono l'America - questa settimana hanno perso percentualmente di più ma questa é solo una conseguenza del ritardo nella reazione. Una settimana fà si erano comportate meglio grazie al fatto che non erano cadute venerdì dopo le 17.30 come era successo a Wall Street. L'effetto é stato compensato dalla perdita di lunedì mattina.

Riassumendo rimaniamo costruttivi e rialzisti per quel che riguarda i prossimi 6 mesi. A breve é possibile che gli indici azionari debbano ancora scendere un -2%/-3% prima di trovare un solido minimo. La fase di formazione di base e di inversione di tendenza potrebbe durare ancora alcune settimane. Attenzione però che la molla é compressa - molti settori sono ipervenduti e c'é un chiaro eccesso di pessimismo. Il primo movimento di rialzo potrebbe essere esplosivo. Teniamo d'occhio i vari mercati per individuare le prime divergenze positive. Notiamo per esempio che il CHF, tipica moneta rifugio che si rafforza in caso di crisi, da alcuni giorni sta perdendo di valore contro EUR. I futures sui USTBond americani sono decisamente ipervenduti con il DSI (Daily Sentiment Index) sotto i 10 punti. Settimana prossima ci deve per lo meno essere un rimbalzo - vedremo se questo rimbalzo avrà le caratteritiche dell'inversione di tendenza. Vi ricordiamo che se i future sui Bond salgono significa tassi d'interesse scendono. Al momento quasi nessuno prende in considerazione la possibilità che i tassi d'interesse possano scendere vista l'isteria che regna sul fronte dell'inflazione. I dati sull'inflazione riguardano però il passato - non il futuro...

Commento del 30 aprile - 1. maggio

La borsa americana dovrebbe aver toccato il fondo - settimana prossima c'é un rimbalzo tecnico o inizia di una fase di rialzo

Riassunto: Il PIL degli Stati Uniti nel 1. trimestre del 2022 é calato del -1.4%. Questo inatteso dato negativo mostra che l'economia americana sta decisamente rallentando e che probabilmente la FED non potrà combattere l'inflazione aumentando sensibilmente i tassi d'interesse di riferimento. La borsa americana ha reagito con un crollo (S&P500 -3.63% a 4131.93 punti) a questa notizia che si é aggiunta ad alcuni risultati deludenti delle imprese - per esempio l'azione di Amazon é caduta del -14.05% dopo aver annunciato una perdita trimestrale. Venerdì l'S&P500 ha fatto registrare la peggiore chiusura giornaliera dell'anno e ha avvicinato il minimo del 24 febbraio a 4106 punti. Il Nasdaq100 (-4.47% a 12854 punti) ha toccato un nuovo minimo annuale. Sugli indici c'é ora una situazione di eccesso di ribasso con molto pessimismo (Fear&Greed Index a 27 punti, -1 punto). È molto probabile che la prossima settimana inizi con un rimbalzo tecnico. Malgrado che noi avevamo previsto l'inizio di una sostenibile e sostanziale fase di rialzo dopo una falsa rottura al ribasso sotto i minimi del 24 febbraio, siamo leggermentre inquieti e preoccupati - in aprile tutte le reazioni dopo delle accelerazioni al ribasso e delle situazioni di ipervenduto si sono rivelate dei rimbalzi tecnici evanescenti. Forse anche questa volta rimarremo delusi dalla reazione degli investitori - lo scopriremo all'inizio di settimana prossima. Se i bulls non escono ora allo scoperto e non riprendono il controllo delle operazioni, é possibile che il nostro scenario positivo per la primavera-estate di quest'anno sia sbagliato. L'obiettivo a 5000 punti di S&P500 tra agosto e settembre di quest'anno sembra al momento troppo ottimistico considerando che la tendenza di fondo del mercato azionario americano é al ribasso (19.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 38.32 punti). Solo delle divergenze positive a livello di partecipazione (NH/NL) e il sentiment estremamente negativo ci fanno ancora sperare in una inversione di tendenza.
Vi ricordiamo che il nostro scenario rialzista per la borsa é legato ad alcuni sviluppi su altri mercati. Il prezzo del petrolio dovrebbe scendere (WTI a 104.69 USD), i tassi d'interesse di mercato dovrebbero calare (reddito dell'USTBond decennale a 2.89% (+0.04%),
reddito del Bund decennale a 0.9345%) e il dollaro dovrebbe perdere di valore (cambio EUR/USD a 1.0545, USD Index a 103.23). Fino adesso invece su questi mercati non appaiono dei cambiamenti significativi e la tendenza é ancora al rialzo per petrolio, tassi d'interesse e USD.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.97% a 3802 punti
SX7E (banche)          -4.45% a 86.26 punti
DAX                         -0.31% a 14097 punti
SMI                          -1.06% a 12128 punti
FTSE MIB                  -0.11% a 24252 punti
S&P500                     -3.27% a 4131.93 punti
Nasdaq100                -3.75% a 12854 punti

Fino a giovedì abbiamo avuto una settimana altalenante con una performance vicina alla pari. Venerdì c'é stato un crollo che ha condizionato il risultato complessivo degli ultimi 5 giorni di contrattazioni. Non bisogna lasciarsi ingannare dal buon comportamento delle borse europee che hanno tralasciato buona parte del calo di venerdì sera a New York. Alle 22.00 sulla base del future l'Eurostoxx50 valeva 3740 punti (-62 punti) - agli indici europei  manca un -1.6% sulla performance settimanale che teoricamente si avvicina a quella della borsa americana.
L'S&P500 ha aperto abbastanza bene a 4240 punti e all'inizio é ancora salito a 4269 punti. Poi le vendite hanno travolto il listino. Gli indici sono scesi ad ondate regolari fino alla chiusura. L'S&P500 ha toccato un minimo a 4124 punti e ha chiuso a 4131.93 punti (-3.63%). Al NYSE é stata una giornata pessima con A/D a 1411 su 6796, NH/NL a 211 su 1396 (non male! - pochi titoli della tecnologia fanno spofondare gli indici - c'é una evidente divergenza positiva) e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 33.40 punti (+3.41) e il CBOE Equity put/call ratio era a 0.78 - i valori sono alti ma non si trovano in territorio estremo. Gli indici sono caduti sotto il bordo inferiore delle Bollinger Bands - i Summation Index sono in calo. Non sappiamo se venerdì i rialzisti hanno capitolato - siamo però sicuri che esistono le premesse per un buon rimbalzo tecnico. Speriamo che questo sia l'inizio dell'atteso sostenibile rialzo ma non ne siamo più sicuri visto che nel mercato non vediamo gli sviluppi da noi auspicati.
Come pensavamo il dato negativo sul PIL dovrebbe provocare un ripensamento nella politica monetaria delle Banche Centrali. A maggio la FED dovrebbe alzare il tasso d'interesse di riferimento del +0.5% - poi però dovrebbe cambiare rotta. Se gli investitori tornano ad essere convinti che la FED sosterra i mercati azionari e stimolerà l'economia con una politica monetaria espansiva, l'abbondante liquidità dovrebbe riversarsi nei prossimi mesi nuovamente sulle borse provocando una possente spinta di rialzo. In questo senso la prossima settimana é decisiva.

Commento del 27 aprile

Consolidamento più lungo e profondo del previsto - la prevista fase di rialzo si profila però all'orizzonte

Riassunto: Le borse si trovano ancora in una fase di correzione e consolidamento. La base per un rialzo non sembra ancora completa. Pensavamo che l'S&P500 (-2.81% a 4175 punti) potesse difendere il supporto a 4400 punti e partire al rialzo da questo livello. Invece ci siamo sbagliati - sembra che ci voglia un ulteriore test del minimo del 24 febbraio a 4114 punti con del panico per concludere questa fase. In effetti non si sta ancora verificando quel cambiamento che ci eravamo immaginati. Le Banche Centrali sono ancora, almeno nelle dichiarazioni, più orientate a combattere l'inflazione che a sostenere la crescita economica. Per il momento i nostri valori di riferimento sono stabili e non si é ancora verificata una decisiva inversione di tendenza. I tassi d'interesse scendono da alcuni giorni ma il reddito dell'USTBond decennale resta ancora al 2.77% (-0.04%). Il prezzo del petrolio (WTI a 101.70 USD al barile) oscilla intorno ai 100 USD e non scende. L'USD é ancora forte (USD Index a 102.20) mentre noi ci aspettavamo un indebolimento ed eravamo convinti che l'USD Index non avrebbe stabilmente superato i 100 punti. Insomma - per ora la guerra in Ucraina e la pandemia in Cina, che mette nuovamente in crisi la catena di forniture nell'economia, creano parecchio pessimismo e gli indici azionari scendono senza reazioni di rilievo. A breve ci aspettiamo però un pò di panico e il raggiungimento di un minimo definitivo che vista la situazione odierna potrebbe in America trovarsi di poco sotto il livello del 24 febbraio (probabile falsa rottura al ribasso). Le borse europee si comportano in questa fase relativamente meglio ma non possono sfuggire al trend. Le perdite degli indici da inizio anno sono in percentuale simili a quelle dell'America ma per lo meno i minimi annuali di inizio marzo sono ancora lontani e molto probabilmente non verranno avvicinati.

Da alcuni giorni i ribassisti hanno preso il controllo delle operazioni. Fino al 20 di aprile gli indici sembravano voler formare base attraverso un'ampia oscillazione in laterale. L'S&P500 rispettava in linea di massima il range 4400-4600 punti. Poi si é verificata un'accelerazione al ribasso che é stata provocata soprattutto dalla debolezza delle grandi società tecnologiche (Nasdaq100 -3.87% a 13009 punti). Ieri però le vendite hanno travolto tutto il listino (A/D a 1152 su 7046, RUT -3.26%) in un movimento che puzza di capitolazione. I dati sul sentiment sono pessimi (VIX a 33.52 punti, CBOE Equity put/call ratio a 0.72, Fear&Greed Index a 26) ma potrebbero ancora peggiorare e non possiamo ancora parlare di panico - c'é molto pessimismo ma forse ci vuole ancora un tuffo per eliminare gli ultimi traders long. Notiamo nei commenti in internet che molti tentano ancora di indovinare il minimo e aprono posizioni long invogliati dagli interessanti livelli raggiunti dagli indici - ci sono ancora molte analisi che parlano di testa e spalle rialzista e eccesso di ribasso. Questi speculatori devono gettare la spugna prima che possa iniziare una sostenibile e sostanziale fase di rialzo.
I dati della seduta di ieri a Wall Street sono decisamente negativi (A/D a 1152 su 7046, NH/NL a 181 su 2217, Summation Index in calo) e quindi oggi dovrebbe esserci un fugace rimbalzo tecnico. Non rileviamo però ancora quelle divergenze positive necessarie per un rialzo. I mercati azionari non sono ancora ipervenduti (p.e. RSI sui 32 - 39 punti - non ancora sotto quei 30 punti che segnalano ipervenduto). Temiamo che la formazione di una base possa durare più a lungo di quanto avevamo inizialmente previsto e possa durare ancora da due a quattro settimane.
Non crediamo che le borse siano in una fase di ribasso a medio termine. Siamo convinti che in primavera e in estate debba ancora esserci una fase di rialzo in grado di riportare gli indici azionari su dei nuovi massimi annuali o storici (obiettivo sull'S&P500 a 5000 punti). Questa fase positiva deve essere provocata da una politica monetaria delle Banche Centrali accomodante e da notizie costruttive riguardanti i problemi che attualmente affliggono gli investitori. Ci riferiamo ovviamente alla gueraa in Ucraina e alla situazione pandemica in Cina.
Malgrado la ricaduta delle borse in aprile restiamo costruttivi ed investiti sui mercati azionari ai quali non esiste al momento una valida alternativa. A breve l'abbondate liquidità dovrebbe nuovamente scorrere in favore dei mercati azionari.

Breve aggiornamento dell'8 aprile 22.00

Il consolidamento continua e le borse non cadono malgrado i fondamentali ostili - il rialzo dovrebbe ripartire entro fine mese

La guerra in Ucraina continua, i tassi d'interesse salgono (reddito dell'USTBond decennale a 2.71%), il prezzo del petrolio rimane sui 100 USD al barile (WTI ca. 98 USD) e le Banche Centrali stanno diventando aggressive, vogliono combattere l'inflazione e almeno verbalmente si apprestano ad alzare in maniera sostanziale i tassi d'interesse di riferimento. In America gli esperti si aspettano 7 aumenti ancora quest'anno e molti ritengono che a maggio la FED alzerà il tasso d'interesse guida del +0.5%. Con queste premesse non si può che essere sorpresi dalla buona tenuta delle borse che sia in America che in Europa limitano le perdite. Alcuni settori difensivi come alimentari o farmaceutica vengono addirittura comperati e questo spiega la buona performance dell'SMI svizzero che stacca tutti di quasi 4 punti in percentuale.

Le borse sono scese fino a mercoledì e hanno recuperato nella seconda parte della settimana. Noi avevamo preso in considerazione l'eventualità che la correzione potesse continuare e avevamo scritto una settimana fà che l'S&P500 (4488.28 punti, -0.27%) poteva scendere ancora fino ai 4400 punti. L'indice a metà settimana ha toccato un minimo a 4449 punti. L'S&P500 potrebbe riprendere il rialzo da questo minimo ma al momento ci sembra più probabile che il consolidamento tra i 4400 ed i 4600 punti debba ancora durare da una a due settimane. Mancano per il momento abbastanza settori tecnicamente forti per poter provocare un'accelerazione al rialzo. Invece ci sono ancora alcuni settori chiave come tecnologia, Industria, consumi ciclici e banche (malgrado l'aumento dei tassi d'interesse di mercato!) che continuano a mostrare debolezza relativa e i cui indici settoriali scivolano verso il basso. Il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (NL) non aumenta però in maniera preoccupante e non osserviamo pericolose rotture al ribasso.

Lo scenario di base non cambia. Noi siamo costruttivi e rialzisti. Ci vorrebbero però degli sviluppi positivi in Ucraina per eliminare l'incertezza e far cambiare l'umore agli investitori. Il cambiamento, oltre che in borsa, dovrebbe avvenire come sapete su più fronti. Le Banche Centrali, confrontate con il rischio di una recessione, dovrebbero segnalare una politica meno restrittiva di quanto hanno comunicato finora. I tassi d'interesse di mercato dovrebbero fermare la loro salita ed eventualmente ridiscendere. Il prezzo del petrolio dovrebbe cadere diminuendo le stime per l'inflazione. Infine ci aspettiamo che l'USD si indebolisca. Oggi l'USD Index (99.83) ha brevemente superato i 100 punti ed é poi ricaduto sotto questa barriera psicologica. Noi pensavamo che l'indice non potesse superare in maniera sensibile e duratura la forte resistenza a 99.50 punti. Crediamo di conseguenza che l'USD sia su un massimo e che dopo questa marginale (falsa) rottura al rialzo debba cominciare a perdere di valore. Vediamo...   

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.54% a 3858 punti
SX7E (banche)          -3.85% a 88.40 punti
DAX                         -1.13% a 14283 punti
SMI                          +2.70% a 12507 punti
FTSE MIB                  -1.37% a 24819 punti
S&P500                     -1.26% a 4488.28 punti
Nasdaq100                -3.59% a 14327 punti

Il prossimo aggiornamento verrà pubblicato mercoledì 27 aprile verso le 08.30.

Commento del 2-3 aprile

L'incertezza provoca un noioso consolidamento - gli indici marciano sul posto - la tendenza é al rialzo

Riassunto: All'inizio di marzo é terminata la correzione delle borse. Tra il 7 di marzo (Europa) e il 15 di marzo (America) é iniziata l'attesa e prevista sostenibile e sostanziale fase di rialzo. L'inizio del movimento é stato dinamico ed é stato contrassegnato dalla copertura delle posizioni short. Poi é seguita una fase di consolidamento - da circa due settimane gli indici azionari sono volatili, hanno bruschi e ampi movimenti nelle due direzioni ma per saldo non riescono più a fare sostanziali progressi. Questa é una conseguenza della guerra in Ucraina che provoca parecchia incertezza e insicurezza tra gli investitori. Noi pensavamo che il rialzo dovesse essere alimentato da un calo dei prezzi del petrolio e da una diminuzione delle attese di inflazione. Invece finora il prezzo del petrolio resta stabile intorno ai 100 USD al barile (WTI a 99.27 USD/barile, -1.01 USD) e i tassi d'interesse di mercato non scendono (reddito dell'USTB decennale in USD a 2.38% (+0.06%), reddito del Bund decennale in EUR a 0.5575%). Strutturalmente il mercato si sta rafforzando e la tendenza di fondo a Wall Street é saldamente al rialzo (56.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 57.73 punti). A corto termine però lo sviluppo é ancora incerto - manca forza d'acquisto - il numero di nuovi massimi a 30 giorni (NH) non si espande. Il sentiment é neutro (Fear&Greed Index a 49 punti) e non osserviamo evidenti situazioni di ipervenduto o ipercomperato. Questo significa che l'andamento altalenante delle borse potrebbe continuare ancora per una o due settimene specialmente se non ci saranno dei concreti sviluppi nel conflitto in Ucraina. Noi pensiamo che nessuno é in grado di vincere la guerra e quindi presto o tardi ci saranno dei seri colloqui di pace e verrà sottoscritto un accordo. Putin e la Russia non possono però permettersi di apparire come perdenti e quindi fino a quando non avranno occupato almeno la parte della Ucraina che strategicamente gli interessa (il Dombass e il corridoio a sud (Mariupol) fino alla Crimea) non si siederanno al tavolo delle trattative costi quel che costi in termini di perdite di vite umane ed economiche.
Verso il basso le borse hanno formato a marzo una solida base - é però possibile che ci sia ancora una correzione intermedia fino ai 4400 punti di S&P500 (4545.86 punti, +0.34%). In seguito siamo convinti che il rialzo debba riprendere - la liquidità resta abbondante e mancano altenative all'investimento in azioni. Le Banche Centrali eviteranno di strangolare la ripresa economica alzando di molto i tassi d'interesse di riferimento - l'attuale diffuso pessimismo dovrebbe lentamente trasformarsi in ottimismo ed euforia facendo salire i maggiori indici azionari su dei nuovi massimi storici - riteniamo che l'S&P500 abbia il potenziale per salire sui 5000 punti nel corso dell'estate.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.32% a 3918 punti
SX7E (banche)          +2.85% a 91.94 punti
DAX                         +0.98% a 14446 punti
SMI                          +0.47% a 12179 punti
FTSE MIB                  +2.46% a 25163 punti
S&P500                     +0.06% a 4545.86 punti
Nasdaq100                +0.72% a 14861 punti

Nella settimana tra il 21 ed il 25 di marzo le borse europee avevano perso qualche punto mentre la borsa americana era riuscita a guadagnare terreno. Noi non abbiamo rilevato cambiamenti importanti nella situazione tecnica e non abbiamo sentito il bisogno di scrivere un commento - la tendenza non era cambiata e restava al rialzo. Anche questa settimana non ci sono stati cambiamenti di rilievo.
Gli indici azionari sono salito lunedì e martedì e l'S&P500 ha toccato un massimo di periodo a 4637 punti. Il superamento dei 4600 punti ha però esaurito a corto termine la spinta di rialzo e l'indice guida americano é arrivato in una situazione di ipercomperato - é seguita una correzione minore che ha fatto scendere l'S&P500 venerdì in serata fino ai 4507 punti. Senza una ragione particolare é improbabile che l'S&P500 possa salire stabilmente sopra i 4600 punti - se la prossima settimana iniziasse con alcune sedute positive é probabile che dopo l'S&P500 debba poi ricadere sotto i 4500 punti fino ad arrivare ad una situazione di ipervenduto. Non siamo in grado di dire quando questo sviluppo altalenante tra i 4400 ed i 4600 punti potrebbe finire - siamo solo convinti che in seguito le borse debbano salire più in alto - i dati tecnici stanno da settimane migliorando e assolutamente non vediamo le premesse per un crash come viene previsto da più parti. Secondo noi le discussioni riguardati l'inversione della curva dei tassi d'interesse in America (che dovrebbe segnalare l'inizio di una recessione) sono fuori luogo poiché abbiamo a che fare con un mercato manipolato dalla FED. Fino a quando i tassi d'interesse reali resteranno ampiamente negativi esiste un ampio e solido sostegno ai mercati azionari malgrado le alte valutazioni fondamentali.

Come detto mercoledì e giovedì le borse hanno corretto - venerdì sono rimbalzate e grazie a questo guadagno finale tutti gli indici hanno avuto una performance settimanale positiva. Avrete però notato che mancano delle rotture al rialzo - se i 4600 punti sembrano bloccare l'S&P500 lo stesso vale per 4000 punti di Eurostoxx50 ed i 15000 punti di DAX (valori indicativi e di riferimento).

Dopo il calo di mercoledì e giovedì c'era chi venerdì si aspettava un'accelerazione al ribasso e un crollo. Invece le borse si sono comportate in maniera costruttiva. La cosa non ci sorprende - si sta unicamente verificando un consolidamento con una correzione intermedia.
L'S&P500 ha aperto salendo sul massimo a 4548 punti. Poi é sceso fino a metà seduta, ha toccato un minimo verso le 19.30 a 4507 punti per poi rimbalzare fino a 4541 punti (20.45). Dopo un ritorno a 4520 punti (21.45) l'indice é risalito in chiusura a 4545.86 punti (+0.34%). Malgrado il debole guadagno anche della tecnologia (Nasdaq100 +0.15% a 14861 punti) la seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5253 su 2908, NH/NL a 753 su 386 e volume relativo a 0.9. I buoni dati sono una conseguenza della buona performance del Russell2000 (+1.01%). I Summation Index continuano a salire.
I dati sul sentiment sono misti e neutri (VIX a 19.63 punti (-0.93), CBOE Equity put/call ratio a 0.59 (dopo alcuni giorni a 0.41-0.45). A corto termine la borsa americana é senza tendenza - questo permette una correzione dell'S&P500 fino ai 4400 punti in caso di ulteriori notizie negative dall'Ucraina. La tendenza di fondo resta però solidamente al rialzo (anche nel caso in cui ci fosse questa estensione della correzione intermedia) e quindi bisogna restare investiti in azioni.

Crediamo che sull'USD Index (98.54) ci sia una forte e insuperabile resistenza sui 99.50 punti. In linea di massima ci aspettiamo nei prossimi mesi una fase di debolezza dell'USD in concomitanza con la ripresa del rialzo delle borse. Con un USD debole é probabile che la borsa americana debba sovraperformare le borse europee. Un USD debole dovrebbe anche sostenere il prezzo dell'oro (1924 USD/oncia / tendenza al rialzo) che in estate dovrebbe far segnare un nuovo record storico.
 
Commento del 19-20 marzo

Gli indicatori che guardano al futuro battono i grafici che mostrano il passato. Solo short squeeze o sostenibile rialzo?

Riassunto: Gli investitori hanno "preso le misure" della guerra in Ucraina - hanno superato la fase di incertezza e sono in grado di valutare le conseguenze economiche del conflitto. Il prezzo del petrolio si é stabilizzato sui 100 USD al barile (WTI 103.09 USD, +1.44 USD) e i tassi d'interesse di mercato hanno fermato la loro corsa al rialzo (reddito dell'USTB decennale a in USD a 2.14% (-0.06%), reddito del Bund decennale in EUR a 0.3615%). La correzione delle borse é finalmente terminata anche in America e gli indici azionari hanno iniziato l'attesa fase di sostanziale e sostenibile rialzo. La nostra ipotesi era che il minimo del 24 febbraio sull'S&P500 a 4106 punti era il minimo della correzione - abbiamo avuto ragione ma per poco e a fatica visto che il 15 marzo questo minimo é stato ritestato (4137 punti) e che lo stesso giorno il Nasdaq100 ha fatto segnare un nuovo minimo annuale marginale. Come preannunciato nel commento di settimana scorsa il minimo in Europa si é invece verificato il 7 marzo.
Da una decina di giorni gli indicatori di partecipazione, momentum e sentiment erano costruttivi - sulla base dei segnali forniti da questi indicatori noi eravano rimasti positivi - eravamo in attesa di un rialzo al termine di una fase di formazione di base. I grafici erano invece orrendi con una serie di massimi e minimi discendenti dal top di gennaio. Il problema é che alla fine di un ribasso i grafici hanno sempre un aspetto terribile e solo analizzando la situazione tecnica nel suo complesso é possibile evitare l'errore di shortare sui minimi e restare oggettivamente positivi. I grafici sono ottimi nel mostrare il trend ma pessimi nell'indentificare con anticipo una possibile inversione di tendenza.
Il rialzo di questa settimana é stato favorito dal short covering e da fattori tecnici come la scadenza trimestrale dei derivati di marzo.
È probabile che settimana prossima il mercato debba digerire questo rally con alcune sedute di consolidamento ed eventualmente un modesto ritracciamento di un paio di punti in percentuale. Siamo però all'inizio di una fase di sostenibile e sostanziale rialzo alimentato dalla liquidità e dallo scetticismo. Il rialzo potrebbe essere dinamico e dovrebbe sfociare in estate su un nuovo massimo storico dell'S&P500.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +5.85% a 3902 punti
SX7E (banche)          +8.71% a 92.04 punti
DAX                         +5.76 a 14413 punti
SMI                          +6.00% a 12185 punti
FTSE MIB                  +5.13% a 24222 punti
S&P500                     +6.16% a 4463.12 punti
Nasdaq100                +8.41% a 14420 punti

La settimana in borsa é iniziata ancora con delle vendite e una seduta negativa a Wall Street (S&P500 -0.74%). Le vendite sono però presto terminate e da martedì le borse sono decollate. L'S&P500 ha avuto un'impressionante serie di 4 sedute di deciso rialzo (+2.14%, +2.24%, +1.23% e +1.17%). L'aumento dei tassi d'interesse di riferimento (+0.25%) da parte della FED americana non ha avuto nessun influsso se non quello di togliere un fattore d'incertezza - la mossa era scontata da tempo. I tassi d'interesse reali (nominale - inflazione) restano ampiamente negativi obbligando praticamente gli investitori ad investire il denaro che lasciato in contanti sui conti correnti perde solo di valore. Molti analisti sono convinti che la FED é solo all'inizio di una serie di aumenti del costo del denaro. Noi invece ci aspettiamo nei prossimi mesi un netto rallentamento della crescita economica - questo obbligherà la FED a cambiare la sua retorica, abbandonare la variante di una politica monetaria restrittiva e rinunciare ad alzare di molto i tassi d'interesse. In pratica ci aspettiamo che la FED torni a sostenere economia e mercati senza realizzare l'atteso massiccio aumento del costo del denaro per combattere l'inflazione. Questo dovrebbe provocare una robusta fase di rialzo delle borse - forse l'ultima di questo bull market.

In ogni caso le sedute tra martedì e venerdì sono state all'insegna del rialzo e tecnicamente convincenti. Abbiamo osservato un netto miglioramento di tutti i parametri tecnici. Gli indicatori di base in America, finora negativi, sono tornati neutri (47.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 51.91 punti). A livello di sentiment c'é ancora parecchio scetticismo (Fear&Greed Index a 37 punti, +11 punti). Crediamo che nelle ultime quattro sedute il rialzo é stato alimentato dalla copertura di short - chi era orientato al ribasso ha gettato la spugna. Le varie inchieste effettuate tra gli investitori mostrano però che tutti sono ancora sottoinvestiti. Nella prossima fase tutti saranno obbligati a saltare sul carro in corsa per adattare il portafoglio alle nuove condizioni di mercato. Alla fine sarà l'euforia e la speculazione al rialzo a provocare l'accelerazione finale ma fino a questo punto mancano ancora parecchi mesi.

Le borse europee stanno seguendo l'America. Nella prima settimana di marzo erano cadute troppo in basso e in seguito avevano dovuto recuperare. Ora si sono affiancate a Wall Street e seguono lo stesso ritmo. La performance settimanale é simile.
Nelle prossime settimane noi ci aspettiamo un modesto calo dei tassi d'interesse di mercato e una rivalutazione dell'EUR sull'USD (EUR/USD a 1.1050). Questo avrà delle conseguenze sulle borse (America meglio di Europa, tecnologia meglio che banche e assicurazioni) ma in linea di massima tutti i mercati azionari dovrebbero muoversi al rialzo con poche differenze. Per evitare errori é meglio essere investiti in ETF sugli indici.

Venerdì la seduta é stata condizionata dalla scadenza dei derivati di marzo. In Europa la scadenza era diluita durante la giornata e quindi l'effetto é stato modesto (Eurostoxx50 +0.44% a 3902 punti)). In America invece c'é stata ancora una seduta di forte rialzo - probabilmente c'erano ancora parecchi short che speravano in un salvataggio sul finale. Noi ci aspettavamo una seduta di pausa - questo ulteriore guadagno é un segnale positivo anche se a breve il rialzo sembra ora parecchio esteso.
L'S&P500 ha aperto con un balzo a 4394 punti - prima dell'apertura il future indicava un valore sui 4375 punti. Questo iniziale attacco dei rialzisti ha costretto i ribassisti alla ritirata. L'S&P500 é salito praticamente per tutta la giornata e ha raggiunto i 4465 punti. Ha chiuso a 4463.12 punti (+1.17%). Un leggero calo dei tassi d'interesse ha favorito il settore tecnologico (Nasdasq100 +2.14% a 14420 punti). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5806 su 2382, NH/NL a 1317 (buono!) su 159 e volume relativo a 1.6 (nulla di speciale - é la conseguenza della chiusura delle posizioni in derivati). La volatilità VIX é scesa a 23.87 punti (-1.80), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.45 (basso - forse nell'immediato c'é troppa speculazione al rialzo) e il Fear&Greed Index é salito a 37 punti. I Summation Index stanno salendo.
In generale gli indici azionari sono tornati sui bordi superiori delle Bollinger Bands - le RSI giornaliere sono sui 55 punti. Secondo gli oscillatori gli indici potrebbero essere ipercomperati verso la fine di settimana prossima. Spesso quando la scadenza dei derivati corrisponde ad una fase di rialzo il venerdì c'é un massimo intermedio. Di conseguenza ci aspettiamo che settimana prossima ci sia un consolidamento. Non siamo in grado di dire se già lunedì gli indici potrebbero avere una seduta negativa - forse sullo slancio il rally potrebbe proseguire ancora una o due sedute. Pensiamo però che le performances settimana prossima saranno di poco positive e che avremo una qualche seduta con segno negativo. La pausa servirà per raccogliere forze e continuare in seguito a salire in maniera dinamica. Restiamo convinti long.

Commento del 12-13 marzo

Una faticosa fase di formazione di base c'é molto pessimismo

Riassunto: Secondo le nostre previsioni l'anno doveva cominciare con una correzione delle borse. La correzione doveva terminare a gennaio ed essere seguita da una sostenibile e sostanziale fase di rialzo. La guerra in Ucraina ha cambiato questa road map - la caduta delle borse, specialmente in Europa, é stata più profonda di quanto ci eravamo inizialmente immaginati, la fase di formazione di base é prolungata e il successivo rialzo fatica a partire. Le conseguenze economiche del conflitto sono ancora poco chiare poiché la situazione, sul fronte ma specialmente a livello di sanzioni, é in continua evoluzione. L'incremento dei costi dell'energia (petrolio WTI a 109.35 USD/barile) e in generale dei prezzi delle materie prime alimenta l'inflazione e aumenta il rischio di recessione. La crescita economica mondiale é però ancora robusta e l'uscita dalla pandemia ha un effetto stimolante. Gli utili delle imprese sono solidi mentre la politica monetaria delle Banche Centrali resta espansiva. Malgrado un aumento dei tassi d'interesse di mercato (reddito del Bund decennale in EUR a 0.2380%, reddito dell'USTBond decennale a 2.00%) i tassi d'interesse reali restano fortemente negativi e la liquidità é abbondante. L'attuale pessimismo degli investitori (Fear&Greed Index a 14 punti, -1) dovrebbe alimentare il rialzo appena questo dovesse delinearsi. Gli indicatori tecnici sono costruttivi. Solo i grafici ci preoccupano. Questa settimana gli indici azionari europei hanno toccato lunedì un nuovo minimo annuale - gli indici azionari americani sono rimasti sopra i minimi del 24 febbraio ma la correzione potrebbe essere una correzione di medio termine con tre spinte di ribasso e non una semplice correzione ABC. Concretamente esiste la possibilità che l'S&P500 (4204.31 punti, -1.30%) debba ancora cadere sotto i 4100 punti - la seduta di venerdì non ci é per niente piaciuta malgrado che gli indicatori di partecipazione mostrino delle divergenze positive e una diminuzione della pressione di vendita. Venerdì di settimana prossima scadono i derivati di marzo (opzioni e futures) - é una importante scadenza trimestrale. Le prime tre sedute della settimana sono quindi decisive per lo sviluppo del trend. Se l'S&P500 riesce a stabilizzarsi sui 4200 punti senza cadere sotto i 4100 punti é probabile che la fase di formazione di base si avvicini alla fine.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +3.68% a 3686 punti
SX7E (banche)          +4.49% a 84.66 punti
DAX                         +4.07 a 13628 punti
SMI                          +1.73% a 11495 punti
FTSE MIB                  +2.57% a 22464 punti
S&P500                     -2.88% a 4204.31 punti
Nasdaq100                -3.87% a 13301 punti

È stata una settimana molto volatile con numerosi cambiamenti di direzione e ampi movimenti nelle due direzioni. Il rally di mercoledì (Eurostoxx50 +7.44%, S&P500 +2.57%) ci ha mostrato come delle borse ipervendute e in eccesso di ribasso reagiscono al minimo segnale positivo - la copertura degli short può provocare dei movimenti molto dinamici e di una rara ampiezza. Il problema é che finora questi movimenti sono provocati dai traders e non dagli investitori. I traders long abbandonanno il mercato appena hanno un guadagno e al primo segnale di pericolo - non alimentano dei trend sostenibili. La volatilità é un sintomo del combattimento che sta avvenendo tra ribassisti e rialzisti - questo succede normalmente quando si sta verificando un'inversione di tendenza.
Le borse europee terminano la settimana con una performance positiva. I segnali sono però contrastanti poiché lunedì gli indici hanno toccato un nuovo minimo annuale che teoricamente lascia aperta la strada verso il basso. Per confermare la fine della correzione e l'inversione di tendenza l'Eurostoxx50 dovrebbe terminare una seduta sopra i 3800 punti. Venerdì l'indice europeo ha chiuso a 3686 punti (+0.97%) - nel dopo borsa é ricaduto a 3655 punti - ha perso quanto aveva guadagnato durante la giornata ma ha fatto meglio della borsa americana.
In generale riteniamo molto probabile che lunedì 7 marzo le borse europee abbiano toccato il minimo della correzione. Il rabbioso rally di mercoledì dovrebbe rappresentare il primo concreto segnale di rialzo - ci vuole però una continuazione verso l'alto. Le vendite si stanno prosciugando - le mani forti non stanno però ancora comperando con convinzione.

Mentre le borse europee nel corso della settimana hanno dato segnali di forza la borsa americana ha continuato tristemente a scivolare verso il basso. Su 5 sedute 4 sono state negative - come la settimana precedente. I volumi sono moderati e la pressione di vendita é modesta. I NL non aumentano. Mancano però i settori forti in grado di trascinare un possibile rialzo. Solo i settori energia, miniere d'oro e società di pubblica utilità sono secondo i BPI in un trend rialzista - troppo poco per controbilanciare la debolezza della tecnologia che soffre sotto l'aumento dei tassi d'interesse.
Ci vuole un calo dei prezzi del petrolio e dei tassi d'interesse per scatenare il rialzo delle borse - questa settimana per saldo il prezzo del petrolio é sceso (!) di 6 USD al barile ma i tassi d'interesse sono ancora saliti - non va bene.
Pensavamo che la seduta di venerdì potesse essere positiva. Invece l'S&P500 ha aperto sul massimo (4291 punti) ed é sceso praticamente per tutta la giornata. A metà seduta c'é stato un recupero dai 4235 ai 4256 punti. Poi però hanno nuovamente dominato le vendite e l'S&P500 ha chiuso 4 punti sopra il minimo a 4204.31 punti (-1.30%). Le vendite sono state diffuse (Nasdaq100 -2.13% a 13301 punti, Russell2000 - 1.59%) ma i volumi erano sotto la media (volume relativo a 0.95). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 1845 su 6345, NH/NL a 640 su 661 (pochi). I Summation Index sono scesi. La tendenza di fondo della borsa americana é al ribasso con il 26.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 39.93. I dati sul sentiment mostrano un diffuso pessimismo (VIX a 30.75 punti (+0.52), CBOE Equity put/call ratio a 0.66, Fear&Greed Index a 14 punti (-1)).
Dopo il rally di mercoledì gli indici azionari sia in Europa che in America non sono più ipervenduti. In teoria nulla a livello tecnico impedisce un'ulteriore caduta di un -2%/-3%. Questo ci preoccupa poiché in questo caso gli indici americani farebbero segnare un nuovo minimo annuale. Fino a quando la serie di minimi e massimi discendenti non viene interrotta le divergenze positive e il pessimismo sono unicamente una buona premessa per un rialzo ma non ancora un elemento valido per prevedere con buone probabilità di successo un rialzo. 
È troppo tardi per vendere - molto probabilmente la correzione é praticamente finita. Noi siamo investiti seguendo i profili d'investimento - nel frattempo stiamo speculando long. Per ora stiamo guadagnando poco e accumulando una serie impressionante di posizioni long chiuse dagli stop loss sui prezzi d'acquisto. È la conseguenza di molte false partenze. Ci vuole pazienza e disciplina...

Commento del 5-6 marzo

La guerra in Ucraina fa crollare le borse europee e l'EUR - la borsa americana é forte e pronta a partire al rialzo

Premessa: Le sanzioni economiche decretate dai Paesi occidentali contro la Russia sono ampie e brutali - hanno avuto profonde ripercussioni sui mercati finanziari. Le borse europee sono crollate. Il prezzo del petrolio, del gas e in generale delle materie prime sono notevolmente aumentati. Questo sviluppo inatteso ci ha preso di sorpresa - non poteva essere previsto con l'analisi tecnica. Ora si tratta di capire se in Europa c'é stato il solito evanescente crash delle borse causato da un evento inatteso o se le conseguenze sono più profonde. Russia e Ucraina rappresentano il 3% dell'economia mondiale. In teoria la guerra non dovrebbe far deragliare la ripresa economica post pandemia e non cambia le prospettive a medio termine. Bisogna però vedere quali saranno i contraccolpi dell'aumento dei prezzi dell'energia e se potrebbero esserci rilevanti problemi di approvvigionamento - non solo di petrolio e gas ma anche di alcuni beni di cui l'Ucraina fornisce una parte importante della produzione mondiale - ci riferiamo in particolare al grano e al neon (un gas necessario alla produzione di semiconduttori che proviene per il 70% dall'Ucraina). 
Riassunto: Noi prima del conflitto prevedevamo un calo del prezzo del petrolio - questa settimana invece il petrolio ha nettamente superato i 100 USD al barile e ha raggiunto venerdì i 115.68 USD (+8.01 USD / WTI). Come avevamo suggerito una settimana fà queste turbolenze economiche colpiscono soprattutto l'Europa - le borse europee si sono quindi staccate da quella americana e sono precipitate - nell'incertezza sono spariti i compratori, é diminuita la liquidità e i venditori non hanno incontrato resistenza. L'EUR ha perso notevolmente di valore - il cambio EUR/USD é caduto a 1.0930 - anche questo é uno sviluppo che non avevamo previsto - non é dovuto a ragioni economiche e razionali ma é in buona parte una reazione psicologica e di panico. Nel panico é difficile dire quando é stato raggiunto il fondo del ribasso delle borse europee. Gli indici sono ipervenduti (RSI tra 24 e 29 punti) e c'é molto pessimismo. Le vendite di venerdì hanno fatto crollare ulteriormente gli indici (Eurostoxx50 -4.96%) e l'accelerazione al ribasso sembra costituire un esaurimento. Secondo l'analisi tecnica la caduta dovrebbe essere praticamente finita - potrebbero ancora esserci una o due pessime sedute ma in linea di massima i mercati azionari europei sono pronti per un ampio e dinamico rimbalzo. La borsa americana si comporta relativamente bene - mentre in Europa regna il caos l'S&P500 (-0.79% a 4328.87 punti) ha perso questa settimana solo il -1.27%. Questo malgrado le pessime notizie dal fronte della guerra, l'impennata dei prezzi dell'energia e i deludenti dati economici. L'S&P500 é rimasto ampiamente sopra il minimo del 24 febbraio a 4106 punti e se non ci fosse verificata l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia la borsa americana si sarebbe probabilmente involata come prevediamo da alcune settimane. Il mercato azionario americano é strutturalmente forte e vediamo parecchie divergenze positive. L'umore degli investitori é invece pessimo (VIX a 31.98 punti (+1.50), Fear&Greed Index a 17 punti (-5)). La borsa americana é una molla compressa pronta a scattare verso l'alto. C'é solo da sperare che dall'Ucraina non arrivino ulteriori sorprese negative. Se in America parte l'atteso rialzo, le borse europee dovrebbero seguire e salire - non sappiamo però se seguiranno solo a distanza e se invece saranno in grado di recuperare il terreno perduto nelle ultime due settimane.  

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -10.44% a 3556 punti
SX7E (banche)          -18.68% a 81.02 punti
DAX                         -10.11% a 13094 punti
SMI                          -5.73% a 11300 punti
FTSE MIB                  -12.84% a 22464 punti
S&P500                     -1.27% a 4328.87 punti
Nasdaq100                -2.48% a 13837 punti

Venerdì in Europa hanno dominato i venditori - tutti i rimbalzi intermedi sono stati venduti e gli indici azionari hanno chiuso sui minimi con pesanti perdite (Eurostoxx50 -4.96%, DAX - 4.41%, FTSE MIB -6.24%). Le azioni delle società con un qualche legame con la Russia sono precipitate. In particolare il settore bancario é stato fatto a pezzi (SX7E -7.92%, Unicredit -14.59%) e le perdite su base settimanale sono pesantissime (SX7E -18.68%! a 81.02 punti). Regna il panico e le perdite superano nettamente le possibili ripercussioni negative del conflitto in Ucraina. Bisogna avere i nervi saldi per comperare ma probabilmente a medio termine questa é la strategia vincente. Quasi sempre lo scoppio di una guerra é stata un'occasione d'acquisto e al crollo iniziale é sempre seguito un recupero totale delle perdite in tempi relativamente brevi (3-12 mesi).
Tecnicamente esistono le premesse ideali per (almeno) un sostanziale rimbalzo. I mercati europeei sono però deboli e non riescono a farsi incoraggiare dal buon comportamento della borsa americana. Malgrado il recupero dell'S&P500 nella seconda parte della seduta venerdì l'Eurostoxx50 é risalito alla 22.00 solo a 3574 punti.

L'S&P500 venerdì ha perso 41 punti (-0.79%) - é poco in relazione al bagno di sangue che c'é stato in Europa. Nessuna seduta a Wall Street durante la settimana é stata veramente pessima e mercoledÌ c'é stato addirittura un rimbalzo del +1.86%.
L'S&P500 ha aperto a 4326 punti e ha balzi é sceso fino alle 17.10 quando ha toccato il minimo a 4285 punti. Poi tentennante ha recuperato fino alle 19.00 (massimo a 4342 punti) per infine tornare a 4328.87 punti (-0.79%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2289 su 5902, NH/NL a 662 su 1107 e volume relativo a 1.1. La RSI sull'S&P500 é a 43.34 punti - i Summation Index sono scesi di poco - la borsa americana contiene le perdite e mostra forza relativa. I dati relativi alla tendenza di base cambiano solo leggermente (27.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index a 42.05 (in aumento rispetto a settimana scorsa!)).
Malgrado la buona tenuta del mercato azionario americano i dati sul sentiment sono pessimi e venerdì abbiamo anche notato un'impennata del CBOE Equity put/call ratio a 0.67. Il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.74% (-0.12%) - questo é un fattore positivo per la borsa.
Riassumendo siamo convinti che il ribasso é esagerato - in America le premesse per l'inizio di una sostanziale e sostenibile fase di rialzo sono ancora buone - speriamo che anche l'Europa possa approfittarne.
È decisamente troppo tardi per vendere azioni. Chi ha coraggio deve andare long. Ci sono però parecchi fattori d'incertezza. Non possiamo escludere la possibilità che sia l'America a seguire l'Europa nel baratro - di conseguenza qualsiasi posizione speculativa long deve essere assicurata con stop loss. 
Noi venerdì con disciplina siamo riusciti a guadagnare soldi giocando solo long...

Commento del 26-27 febbraio

Il rialzo parte malgrado la guerra in Ucraina - le borse odiano l'incertezza ma non temono un conflitto armato circoscritto

Premessa: Abbiamo fatto un errore - eravamo convinti che la Russia non avrebbe invaso l'Ucraina. Condanniamo questo atto di guerra di cui Putin assume la piena responsabilità  - non c'é nessuna scusa valida ed alcuna spiegazione plausibile. Speriamo ardentemente che la Svizzera si unisca senza mezzi termini alle sanzioni contro la Russia previste dall'UE. Non siamo però qui per parlare di politica o per commentare gli avvenimenti internazionali. Ci concentriamo sull'analisi dei mercati finanziari e lasciamo agli esperti il compito di giudicare i crimini commessi dallla Russia.
Riassunto: Si é avverato lo scenario alternativo che abbiamo presentato settimana scorsa. Le borse hanno reagito negativamente alla prospettiva di un conflitto armato e fino a giovedì in serata sono precipitate. L'S&P500 ha toccato un nuovo minimo annuale a 4114 punti. L'Eurostoxx50 (+3.69% a 3970 punti) é caduto fino a 3765 punti. Poi é seguito un rally provocato dall'ipervenduto, dall'eccesso di ribasso e dal panico. Venerdì sera l'S&P500 ha chiuso a 4384.65 punti (+2.24%), 270 punti sopra il minimo e sopra il precedente minimo del 24 gennaio a 4222 punti. È molto probabile che questo rally costituisca l'inizio dell'attesa fase di sostenibile e sostanziale rialzo. La guerra ha unicamente fatto partire questo rialzo in ritardo e da un livello inferiore rispetto a quello inizialmente previsto dei minimi del 24 gennaio. Le borse stanno mostrando forza relativa e notiamo parecchie divergenze positive. La guerra tra la Russia e l'Ucraina potrebbe riservare ancora delle sorprese negative. In linea di massima però da questa situazione di estremo pessimismo sui mercati finanziari dovrebbe svilupparsi un consistente rialzo di medio termine. I tassi d'interesse di mercato dovrebbero scendere (reddito dell'USTBond decennale a 1.97% / poco superiore ai 1.92% di settimana scorsa) e difficilmente la FED alzerà i tassi d'interesse di riferimento. Il prezzo del petrolio é stabile (USD 91.59 al barile contro i USD 90.21 di una settimana fà) mentre il prezzo del gas sale solo in Europa. La liquidità dovrebbe alimentare il rialzo a cui tutti desiderano partecipare dopo aver visto che simili situazioni nel passato sono sempre state delle occasioni d'acquisto.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.54% a 3970 punti
SX7E (banche)          -8.52% a 99.64 punti
DAX                         -3.16% a 14567 punti
SMI                          -0.19% a 11987 punti
FTSE MIB                  -2.77% a 25773 punti
S&P500                     +0.82% a 4384.65 punti
Nasdaq100                +1.28% a 14189 punti

Giovedì l'S&P500 ha toccato un minimo a 4114 punti e ha chiuso in positivo a 4288.70 punti (+1.50%). Questo é stato un classico key reversal day accompagnato da divergenze positive - il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (2622) é risultato inferiore a quello del 24 gennaio malgrado che l'S&P500 fosse sceso 108 punti più in basso. Il rialzo é proseguito venerdì malgrado che le notizie dal fronte fossero per niente incoraggianti. Le borse europee hanno avuto un rally di consistenti dimensioni (Eurostoxx50 +3.69%) e hanno chiuso sul massimo giornaliero. Il rialzo é proseguito in America. L'S&P500 ha aperto a 4296 punti, si é ancora tuffato a 4286 punti ma poi i rialzisti hanno ripreso il controllo delle operazioni e l'S&P500 é salito verso le 18.30 a 4380 punti. C'é stata poi un'oscillazione in laterale che si é conclusa a 4384.65 punti (+2.24%). Al rally hanno partecipato tutti i settori (DJT +2.56%, RUT +2.25%) anche se per una volta la tecnologia ha faticato (Nasdaq100 +1.53) frenata probabilmente dai tassi d'interesse che ancora non scendono. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6651 su 1661, NH/NL a 538 su 157 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 27.59 punti (-2.73 / massimo giovedì a 37.79 punti), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.57 mentre il Fear&Greed Index é risalito a 31 punti (+6 punti). I Summation Index sono leggermente saliti! Nel complesso vediamo un mercato che ha voglia di salire - la guerra in Ucraina non ha provocato un crollo ma solo l'atteso vuoto d'aria di un -5% seguito da una rapida e vigorosa ripresa. Ignoriamo di conseguenza gli indicatori della tendenza di fondo che parlano ancora di ribasso (29.6% dei titoli sopa la SMA a 30 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 38.15).

In questa fase le borse europee sono più deboli di quella americana. È una logica conseguenza del fatto che il conflitto é alle porte dell'Europa e le maggiori conseguenze economiche negative colpiranno gli Stati dell'UE. La Russia potrebbe tagliare le forniture di gas all'Europa creando gravi problemi di approvvigionamento e provocando un'impennata dei prezzi. Per fortuna ci avviciniamo alla primavera e la temperatura esterna sta salendo facendo diminuire i consumi per il riscaldamento.
Le borse europee dovrebbero continuare a restare in coda a quella americana se non c'é un rapido miglioramento nelle relazioni con la Russia.

Due settimane fà avevamo consigliato caldamente di prendere i guadagni e vendere il settore bancario europeo. L'indice SX7E si trovava a 114.74 punti. Venerdì l'indice ha chiuso a 99.64 punti - malgrado il guadagno venerdì di +3.50% la perdita settimanale (-8.52%) é ancora pesante. L'esclusione della Russia dal sistema SWIFT, decisa questo fine settimana, dovrebbe provocare ulteriori problemi al sistema bancario - non é ancora giunto il momento di ricomperare le azioni delle banche malgrado la forte correzione.

In generale consigliamo di restare long ed investiti in azioni. Qualsiasi segnale di distensione con la Russia, improbabile al momento attuale ma non da scartare completamente, dovrebbe alimentare il rialzo delle borse. Putin ha però dimostrato negli ultimi giorni di essere un pazzo imprevedibile - non bisogna escludere la possibilità che una volta messo alle strette reagisca tentando di aggredire la NATO o usando l'arma atomica. In questo caso é meglio avere una strategia per assicurare il portafoglio.

Commento del 19-20 febbraio

Settimana di transizione - la fase di rialzo é solo rimandata - le premesse tecniche restano in favore di questa ipotesi

Premessa: La crisi ucraina sta influenzando l'umore degli investitori e a breve sta decisamente condizionando in negativo i mercati azionari. Noi siamo convinti che non ci sarà una guerra su larga scala - la Russia non invaderà l'Ucraina cercando di prendere militarmente il controllo del Paese. Putin continuarà a fare pressione sulla NATO cercando di ottenere concessioni con lo scopo di allargare la sua sfera di influenza nella regione. Probabilmente ci sarà un'escalazione nel Dombass e pensiamo che i russi andranno in soccorso dei loro alleati separatisti accusando l'Ucraina di aver provocato lo scontro. Se la Crimea é stata un facile e in parte giustificabile boccone, l'Ucraina é una preda troppo grande per la Russia - supera le capacità operative dell'esercito e la forza finanziaria del Paese che rischia di essere confrontato con massicce sanzioni economiche e di essere tagliato fuori dal commercio mondiale. Putin cercherà di far cadere il governo ucraino pro occidentale per sostituirlo con un governo marionetta che può controllare come fa con la Bielorussia. Per questo aumenta la pressione militare obbligando i Paesi occidentali a trattare.
Se ci sbagliamo e la Russia invade effettivamente l'Ucraina con le imponenti forze militari che sono attualmente ammassate al confine (si parla di 150'000 soldati o circa il 40% dell'esercito russo) logicamente le borse reagiranno inizialmente con un crollo (-5%). Se però il prezzo di petrolio e gas non salgono considerevolmente (questa settimana il prezzo del petrolio é sceso di 3 USD al barile / WTI a 90.21 USD/barile) crediamo che le conseguenze negative sulle borse occidentali saranno di breve durata e modeste.
Non bisogna criticare la Russia - si sta comportando come hanno fatto gli Stati Uniti per anni in Sud America, in Asia (Vietnam, Cambogia) e in medio Oriente.
Riassunto: La prima parte della settimana à stata volatile ma equilibrata. A seconda delle notizie che costantemente affluivano riguardanti l'Ucraina ci sono state delle spinte di rialzo e di ribasso ripartite tra i mercati europei e quello americano. Lunedì gli indici azionari europei hanno testato e in parte peggiorato i minimi di gennaio. Fino a mercoledì sera però gli indici azionari erano praticamente invariati. Solo giovedì la pressione di vendita é decisamente aumentata e le borse hanno chiuso in perdita portando la performance settimanale in negativo. Le perdite sono dell'ordine del -1.5%/-2% - poco considerando che potrebbe esserci un conflitto armato che coinvolge le maggiori potenze mondiali. È però evidente che dal minimo del 24 gennaio finora non c'é stata il rialzo che avevamo annunciato. Le premesse sono però intatte. Specialmente a livello di sentiment c'é un generale pessimismo. Nessuno prevede un rialzo delle borse poiché la paura dell'inflazione, l'aumento dei tassi d'interesse e il rischio di guerra impediscono alla maggior parte degli investitori di avere una visione serena ed oggettiva della situazione. La crescita economica resta solida e la liquidità é abbondante. Il prezzo del petrolio sembra essersi fermato alla soglia dei 100 USD/barile e comincia a scendere come avevamo previsto. Il cambio EUR/USD (1.1325) é stabile mentre il prezzo dell'oro (1897 USD/oncia) ha finalmente superato di slancio la zona di resistenza sui 1850-1870 USD e si dirige verso il massimo storico. La tendenza é al rialzo e nel corso dell'anno ci aspettiamo prezzi decisamente sopra i 2000 USD.
Malgrado la crisi ucraina il mercato azionario americano resta strutturalmente solido. Il deterioramente strutturale é modesto considerando che la borsa sta correggendo da inizio anno. Le maggiori perdite si registrano nei titoli speculativi della categoria dell' "economia distruttiva" - sono quelle società che promettevano di catapultare il mondo nel futuro con delle innovazioni tecnologiche strepitose - finora però avevano accumulato solo perdite. È giusto e sano che le quotazioni di queste società abbiano subito un tracollo - gli speculatori stanno sparendo dal mercato. La prossima spinta di rialzo dovrebbe partire da una solida base ed essere sostanziale e sostenibile. Dobbiamo unicamente superare la situazione di stallo nella crisi ucraina. Quando sarà sparita l'incertezza i mercati azionari potrebbero decollare - forse per l'ultima volta prima di una profonda crisi economica deflattiva.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.95% a 4074 punti
SX7E (banche)          -5.07% a 108.92 punti
DAX                         -2.48% a 15042 punti
SMI                          -1.81% a 12010 punti
FTSE MIB                  -1.70% a 26506 punti
S&P500                     -1.58% a 4348.87 punti
Nasdaq100                -1.74% a 14009 punti

Venerdì c'é stata una seduta negativa sia in Europa (Eurostoxx50 -0.95% a 4074 punti) che in America (S&P500 -0.72% a 4348.87 punti). Prima del lungo fine settimana nessuno ha osato comperare mentre alcuni hanno preferito vendere. La conseguenza é stato un "scivolare verso il basso" con volumi di titoli trattati nella media. L'S&P500 ha chiuso 21 punti sopra il minimo giornaliero mentre ancora la tecnologia (Nasdaq100 -1.14%) e alcuni suoi titoli speculativi (ROKU -22.29%) hanno subito le perdite più consistenti.
L'S&P500 ha aperto praticamente invariato a 4382 punti, ha toccato il massimo giornaliero a 4394 punti e in seguito é sceso regolarmente fino alle 19.15 quando ha toccato il minimo a 4327 punti. Poi é rimbalzato, ha fatto due picchi a 4375 e 4378 punti prima di ricadere una quarantina di punti. Infine ha recuparato e chiuso a 4348.87 punti (-0.72%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2407 su 5756, NH/NL a 287 su 780 (ancora relativamente pochi NL) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é stranamente scesa a 27.75 punti (-1.28), il CBOE Equity put/call ratio era piuttosto alto a 0.73 e il Fear&Greed Index era a 37 punti (-1). Nelle varie inchieste che vengono effettuate tra i vari tipi di investitori appare parecchio pessimismo - alcuni dati sono vicini ai valori di marzo 2020!
La tendenza di fondo della borsa americana é tra il neutro e il ribasso - il 28.1% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 47.87 - vista la situazione ci saremmo però aspettati numeri peggiori.

Come preannunciato una settimana fà il periodo di sovraperformance del settore finanziario é terminato. In Europa l'indice delle banche europee SX7E ha perso il -5.07%! In generale i mercati finanziari mandano su parecchi fronti lo stesso messaggio - per il momento l'aumento dei tassi d'interesse di mercato é finito e deve esserci una correzione. Il reddito dell'USTB decennale é sceso a 1.9% - quello del Bund decennale é ricaduto a 0.1785%. I mercati abbligazionari sembrano dire che la paura dell'inflazione é eccessiva - questa attitudine dovrebbe a breve influenzare positivamente anche i mercati azionari.

Lunedì 21 febbraio la borsa americana é chiusa in occasione del "Washington's Birthday". Aspettiamo degli sviluppi concreti sul fronte ucraino. Appena ci sarà una situazione chiara e sparirà l'incertezza ci aspettiamo l'inizio dell'attesa fase di rialzo. Se il tira e molla diplomatico continua potremmo purtroppo avere alcune settimana di formazione di base con mercati azionari volatili e per saldo ancora in leggera perdita. Bisogna avere pazienza...

Commento del 12-13 febbraio

Rialzo per il momento bloccato dalla crisi Ucraina

Riassunto: Due settimane fà avevamo annunciato che con il minimo sull'S&P500 (-1.90% a 4418.64 punti) del 24 gennaio a 4221 punti la correzione era terminata e che il venerdì 28 gennaio era iniziata una fase di rialzo sostanziale e sostenibile. Da quel momento però le borse non sono riuscite a fare sostanziali progressi. Ci sono stati alcuni tentativi di rialzo che sono stati annullati da dati sull'inflazione preoccupanti e dal rischio che la Russia invada l'Ucraina. L'incremento dei prezzi ai consumi in America ed in Europa ha provocato un ulteriore aumento dei tassi d'interesse di mercato - il reddito dell'US Treasury Bond ha superato marginalmente il 2% e solo venerdì (1.92%, -0.11%) é ricaduto sotto questa barriera psicologica - il reddito del Bund tedesco decennale é salito a 0.2875% (in territorio positivo !). Il prezzo del petrolio (WTI 93.10 USD/barile, +3.22%) si avvicina ai 100 USD. Malgrado questi effetti negativi i mercati azionari non crollano e gli indici restano ampiamente sopra i minimi di fine gennaio - le borse sono relativamente forti e sfidano il pessimismo degli investitori (Fear&Greed Index a 33 punti, -4 punti). Noi siamo convinti che la crisi Ucraina non avrà conseguenze durature sui mercati finanziari - sta solo creando molta incertezza. In casi simili ci sono delle vendite tra i ribassisti mentre i rialzisti aspettano di avere una visione chiara della situazione prima di comperare. Considerando la situazione politica le borse si comportano abbastanza bene - crediamo che c'é poco spazio verso il basso per una ulteriore correzione e restiamo convinti che nei prossimi mesi ci debba essere un sostanziale rialzo. Eventuali cadute come quella di venerdì (S&P500 -1.90% a 4418.64 punti) sono delle occasioni d'acquisto.
Per quel che concerne cambi, oro e petrolio cominciamo ad osservare dei movimenti nella direzione da noi prevista e auspicata. Il cambio EUR/USD é salito sopra gli 1.14 e solo venerdì é ricaduto a 1.1350. Il prezzo dell'oro é tornato sopra i 1800 USD/oncia (1858 USD). Solo il prezzo del petrolio continua a salire alimentando le attese d'inflazione. Quando la crisi Ucraina avrà uno sviluppo (nel bene o nel male) pensiamo che il prezzo del petrolio comincerà a scendere scatenando il rialzo delle borse. Le premesse monetarie e macroeconomiche restano buone - la nostra previsione non cambia - per i prossimi mesi siamo long.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.68% a 4155 punti
SX7E (banche)          +4.08% a 114.74 punti
DAX                         +2.16% a 15425 punti
SMI                          +0.76% a 12232 punti
FTSE MIB                  +1.36% a 26966 punti
S&P500                     -1.82% a 4418.64 punti
Nasdaq100                -3.09% a 14253 punti

A livello diplomatico non sembra esserci una soluzione alla crisi Ucraina. La Russia ammassa le sue truppe al confine. I Paesi della NATO con gli Stati Uniti in testa annunciano embarghi e ritorsioni ma un intervento armato sembra fuori discussione. Joe Biden venerdì ha dichiarato di ritenere un'invasione dell'Ucraina da parte della Russia imminente e questo ha spaventato gli investitori. Venerdì alle 19.20 l'S&P500 era ancora a 4480 punti - dopo il discorso di Biden l'indice é crollato fino a 4401 punti ed ha chiuso a 4418.64 punti (-1.90%) con una pesante perdita di 85 punti. Il Nasdaq100 ha fatto ancora peggio (-3.07% a 14253 punti). Le vendite hanno raggiunto anche il DJT (-2.54%) mentre notiamo che il Russell2000 (-1.02%) si comporta relativamente meglio. Sono soprattutto gli speculatori e gli investitori retail che si spaventano e scappano.
I dati della giornata sono ovviamente negativi (A/D a 2289 su 5936, NH/NL a 435 su 489 e volume relativo a 1.0) ma a livello di partecipazione rileviamo ancora una situazione costruttiva con poca pressione di vendita. Il Summation Index sul NYSE é in leggero calo mentre quello sul Nasdaq é salito (di poco). La tendenza di fondo della borsa americana é incerta con il 29.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 51.82 - i dati stanno però decisamente migliorando rispetto a due settimane fà.
Gli indicatori di sentiment mostrano che gli investitori sono pessimisti (VIX a 27.36 punti (+3.45), CBOE Equity put/call ratio a 0.64). Molti analisti giudicano che sia già iniziato un bear market. Noi riteniamo che la costellazione tecnica resta costruttiva - a sorpresa ad un certo momento le borse cominceranno a muoversi al rialzo a tutti saranno obbligati a saltare sul treno in corsa a causa dell'alta liquidità e dalla mancanza di alternative. Nella seconda parte dell'anno ci aspettiamo una crisi deflattiva (!) e un crollo delle borse ma avremo il tempo di discuterne più in là nel tempo.

Come vedete dalle performance settimanali le borse europee si comportano meglio di quella americana. Venerdì alle 22.00 l'Eurostoxx50 (-1.00% a 4155 punti) valeva 4079 punti e quindi buona parte della sovraperformance é sparita nel dopo borsa. La differenza resta però significativa in favore dell'Europa.
Sapete che da mesi avevamo un'opinione decisamente positiva sulle azioni delle banche europee - l'indice SX7E in effetti ha terminato il 2021 sui 100 punti e ha chiuso venerdì a 114.74 punti (-1.20%). Il settore finanziario é stato favorito dall'aumento dei tassi d'interesse. Noi crediamo che per alcune settimane i tassi d'interesse debbano adesso scendere e quindi pensiamo che il rally delle banche sia praticamente finito. Malgrado che restiamo fondamentalmente positivi sul settore vi invitiamo a prendere i guadagni e investire in altri settori ciclici.

Commento del 29-30 gennaio

La correzione é finita lunedì - il rialzo é iniziato venerdì in America

Riassunto: Il nostro scenario per i mercati azionari per la prima parte dell'anno si sta concretizzando secondo i piani. A gennaio doveva esserci una correzione della borsa americana durante la quale gli indici dovevano scendere sotto i minimi di novembre e dicembre 2021 - in particolare l'S&P500 (+2.43% a 4431.85 punti) doveva cadere sotto i 4500 punti. Lunedì c'é stata l'ondata finale di vendite - l'S&P500 ha toccato un minimo a 4222 punti e finalmente abbiamo osservato una cristallina situazione di ipervenduto, eccesso di ribasso e panico. Come avevamo facilmente previsto le borse europee hanno partecipato a questa correzione - hanno testato i minimi di novembre e dicembre senza però cadere decisamente più in basso. In questa fase l'Europa ha mostrato forza relativa e le perdite da inizio anno dei maggiori indici europei sono decisamente minori (Eurostoxx50 -3.76%) di quelle degli indici americani (S&P500 -7.01%). Con il selling climax di lunedì la correzione é terminata. Sono poi seguite tre sedute volatili con vari cambiamenti di direzione e test dei supporti - c'é stato un combattimento tra rialzisti e ribassisti per il controllo del mercato e tecnicamente queste sedute rappresentano la formazione di una base. Questa fase di cambiamento di tendenza é durata fino a venerdì pomeriggio. Verso le 14.00 gli indici azionari europei insieme ai futures americani hanno toccato il minimo della giornata e poi é iniziato un rally. L'S&P500 (+2.43% a 4431.85 punti) ha chiuso sul massimo giornaliero con un forte guadagno di 105 punti. Il recupero pomeridiano non ha permesso alle borse europee di evitare a fine seduta una perdita (Eurostoxx50 -1.15% a 4136 punti). Il valore dell'Eurostoxx50 alle 22.00 (4171 punti) mostra però che anche in Europa il trend é probabilmente passato al rialzo. L'analisi tecnica non é in grado di dire con sicurezza che il rally di venerdì é l'atteso inizio di una sostenibile e sostanziale fase di rialzo. Potrebbe anche essere stato semplicemente un forte rimbalzo da ipervenduto. Molti analisti in effetti pensano che la borsa americana sia già in un bear market e questa ipotesi viene paradossalmente sostenuta dai nostri indicatori di base (17.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 35.10 punti). Conoscete però la nostra ipotesi basata su esperienze del passato, sulla situazione economica e sulla politica monetaria della FED. Noi siamo convinti che la paura dell'inflazione é eccessiva e che la liquidità resterà abbondante. Nei prossimi mesi si parlerà molto di rischio di recessione - la FED si mostrerà nuovamente accomodante provocando un'ultimo rialzo della borsa con un'accelerazione esponenziale di tipo esaustivo. Solo settimana prossima sapremo se questa nostra ipotesi é corretta - il rally di venerdì dovrebbe avere una continuazione con un miglioramento dei dati tecnici. Da adesso e per qualche mese bisogna essere long e completamente investiti - dovrebbe salire praticamente tutto - saranno però favoriti i settori ciclici (tecnologia, industria, materie prime, ecc.) rispetto ai settori difensivi (alimentare, consumi di base, società di pubblica utilità, ecc.).

I mercati azionari si sviluppano secondo le nostre previsioni. Per il momento invece i cambi (EUR/USD a 1.1150), il prezzo dell'oro (1792 USD/oncia) e del petrolio (WTI 86.82 USD/ barile) non si comportano come pensavamo. Secondo noi l'USD dovrebbe indebolirsi, il prezzo dell'oro salire in direzione dei 1900 USD e quello del petrolio scendere. Questo sviluppo é coerente con il nostro scenario per i mercati azionari. Teniamo quindi d'occhio questi mercati per avere una conferma della nostra previsione di un forte rialzo delle borse nei prossimi mesi.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.19% a 4136 punti
SX7E (banche)          +1.15% a 106.13 punti
DAX                         -1.83% a 15319 punti
SMI                          -2.03% a 12104 punti
FTSE MIB                  -1.83% a 26565 punti
S&P500                     +0.77% a 4431.85 punti
Nasdaq100                +0.11% a 14454 punti

Venerdì fino alle 14.00 la seduta é andata veramente male e noi temevamo che gli indici volessero tornare a testare i minimi di lunedì. Eravamo perplessi poché l'ipervenduto, l'eccesso di ribasso e il forte pessimismo degli investitori non sembrava provocare nessuna reazione. Invece nel pomeriggio il vento é cambiato. Le borse europee, che stavano perdendo circa il -2.5%, hanno lentamente recuperato e il future sull'S&P500, che era ridisceso sui 4275 punti, si é risollevato. Dopo le 16.00 i rialzisti hanno decisamente preso il controllo delle operazioni. Per le borse europee era tardi - l'Eurostoxx50 dal minimo giornaliero a 4071 punti é risalito a 4136 punti (-1.15%) ma non ha potuto evitare una perdita di 48 punti. In America invece c'é stato un rally di vaste dimensioni e con buona partecipazione.
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4333 punti ma nella prima mezz'ora di contrattazioni é ancora caduto a 4292 punti. Poi a metà seduta é risalito a 4387 punti, é rimasto fino alle 20.00 a ridosso di questo livello, é sceso alle 20.30 fino a 4339 punti per infine decollare e chiudere sul massimo a 4331.85 punti (+2.43%). Il rialzo é stato trascinato dai big della tecnologia (Nasdaq100 +3.22%) con Apple in testa (+6.98%) grazie a buoni risultati trimestrali.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6063 su 2174, NH/NL a 105 su 2326 e volume relativo a 1.2. Il rialzo ha coinvolto tutti i settori (DJT +1.61%, RUT +1.93%). I Summation Index sono però ancora in discesa e il numero di nuovi minimi a 30 giorni (NL), pur non aumentando ancora, non scende. Tecnicamente é quindi ancora troppo presto per cantare vittoria. L'S&P500 ha una zona di resistenza sui 4430 punti - una chiusura giornaliera sopra i 4454 punti sarebbe una conferma tecnica che il trend a medio termine é al rialzo.
Attenzione ai tassi d'interesse - l'aumento del reddito dell'USTBond decennale (1.78%, -0.03%) é in stallo - probabilmente ora ci sarà una lunga fase di pausa sui 1.50-1.80% prima che il tasso d'interesse possa superare il 2% come noi prevediamo. Fino a quando i tassi d'interesse reali (tasso nominale - inflazione) restano ampiamente negativi le premesse monetarie restano decisamente favorevoli ai mercati azionari. La liquidità é abbondante e se come pensiamo gli indici ricominciano a salire molti saranno obbligati a saltare sul carro in corsa.

Commento del 22-23 gennaio

A breve deve iniziare una fase di sostanziale e sostenibile rialzo - possono ancora esserci alcuni giorni turbolenti

Riassunto: La borsa americana ha avuto una settimana terribile - tra martedì e venerdì ci sono state quattro sedute di forte ribasso con chiusure sui minimi giornalieri - sui grafici degli indici americani abbiamo quattro lunghe candele rosse. È difficile dire quando il minimo di una correzione é stato raggiunto - nel panico la caduta non si ferma su dei supporti - osservare le medie mobili, le Bollinger Bands o possibili supporti dinamici o fissi serve a poco. Per concludere una correzione ci vuole ipervenduto, eccesso di ribasso e panico. Venerdì questre tre condizioni si sono avverate. Il panico é però spesso soggettivo - una VIX a 28.85 punti e un CBOE Equity put/call ratio a 0.82 ci sembrano però sufficienti. Non ci fidiamo del Fear&Greed Index a 43 punti (-12 punti) poiché alcune delle 7 componenti di questo indice non sono aggiornate - in particolare il CBOE put/call ratio (MM a 5 giorni) é fermo al 17 gennaio. In realtà pensiamo che questo indice, se calcolato correttamente, dovrebbe trovarsi sui 30 punti. Venerdì in ogni caso é stato venduto tutto e questa settimana non sono solo scesi i big della tecnologia ma il mercato in generale come testimonia il crollo dell'S&P500.
A breve deve iniziare una fase di sostenibile e sostanziale rialzo. Potrebbero ancora esserci alcune sedute negative - spesso ci vuole una buona notizia per risollevare il morale degli investitori e per obbligare i shortisti a comperare scatenando un rally. Non pensiamo che la correzione terminerà con una fase di formazione di base sui 4400 punti di S&P500 (-1.89 a 4397.94 punti) ma piuttosto con un forte rimbalzo tecnico. Il rimbalzo potrebbe partire lunedì ma forse bisognerà aspettare fino a mercoledi sera quando la FED comunicherà le sue decisioni riguardanti la politica monetaria. Non bisogna inoltre dimenticare che la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese americane é in pieno svolgimento - settimana prossima sono previsti i dati di Microsoft,Tesla e Apple.
Siamo però convinti, come ripetiamo da settimane, che questa é un occasione d'acquisto in vista di una fase di rialzo della durata di qualche mese. Questa fase potrebbe sorprendere in positivo e rappresentare la fine del bull market. A questo punto vale la pena di spiegare succintamente il nostro scenario - questa previsione non é basata solamente sull'analisi tecnica ma é legata allo sviluppo economico in America e alla politica monetaria della FED.

Noi riteniamo che l'inflazione nei prossimi mesi debba scendere insieme al prezzo del petrolio. Gli analisti si aspettano che la FED quest'anno alzerà i tassi d'interesse di riferimento almeno 3 volte - noi pensiamo invece che la FED aumenterà il prezzo del denaro al massimo una volta. Il reddito dell'USTBond decennale (1.75%) dovrebbe salire sopra il 2% e potrebbe raggiungere il 2.5%. Questo però non dovrebbe impedire un rialzo della borsa americana poiché ci sarà ancora abbondante liquidità a disposizione. Se i tassi d'interesse aumentano nessuno compera obbligazioni che perdono sul corso - quindi tutti compreranno azioni grazie ad una favorevole combinazione di ottimi utili aziendali e una solida crescita economica. Inoltre i tassi d'interesse reali resteranno ampiamente negativi malgrado che l'inflazione diminuirà (dagli attuali 7%) e i tassi d'interesse di mercato aumenteranno - questo giustifica un investimento in azioni. Ogni bull market della storia, quando la azioni hanno valutazioni fondamentali decisamente troppo alte come é il caso adesso negli Stati Uniti, termina con un'accelerazione finale di tipo esaustivo contrassegnata da euforia e da una forte speculazione. Crediamo che adesso possa iniziare questa fase e che quindi potrebbero esserci delle sorprese positive con ulteriori guadagni di 20-30% dai livelli attuali. Non bisogna lasciarsi ingannare dal pessimismo che é emerso nelle scorse settimane e dal panico che é apparso settimana scorsa in borsa. Guardatelo come un episodio circoscritto all'America e legato a fattori tecnici.
Il fatto che la politica monetaria della FED sarà decisamente meno restrittiva di quanto si aspetta ora la maggioranza degli investitori dovrebbe inoltre indebolire l'USD. Pensiamo che il cambio EUR/USD possa salire a 1.22-1.25 alimentando ulteriormente il rally della borsa americana.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.00% a 4229 punti
SX7E (banche)          -3.85% a 104.92 punti
DAX                         -1.76% a 15603 punti
SMI                          -1.36% a 12355 punti
FTSE MIB                  -1.75% a 27061 punti
S&P500                     -5.68% a 4397.94 punti
Nasdaq100                -7.51% a 14438 punti

Venerdì c'é stata un'altra seduta decisamente negativa. Rispetto ai giorni precedenti abbiamo osservato anche il cedimento dei listini europei (Eurostoxx50 -1.63% a 4229 punti, alle 22.00 l'indice valeva 4185 punti) che fino a giovedì avevano ignorato la caduta degli indici americani. Anche questo é un tassello che completa la nostra previsione - alla fine della correzione ci aspettavamo una caduta generalizzata di tutti i settori e di tutte le borse.
Venerdì l'S&P500 ha aperto quasi in pari a 4475 punti e all'inizio é sceso a 4422 punti. Molti pensavano che questo potesse essere il minimo e c'é stato un rally di sollievo - l'indice é risalito fino alle 17.20 a 4494 punti. Poi però sono riapparsi i venditori che hanno dominato fino alla chiusura. A balzi l'indice é sceso fino a 4394 punti e ha chiuso a 4397.94 punti (-1.89%).
I dati della seduta sono pessimi (A/D a 1422 su 6922, NH/NL a 112 su 3102 e volume relativo a 1.4) come si conviene ad una giornata che potrebbe rappresentare il minimo della correzione. I Summation Index continuano a scendere. Secondo i nostri indicatori di riferimento (18.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 44,12) la tendenza di fondo della borsa americana é al ribasso.
Molti analisti pensano che é iniziato un bear market. Secondo noi invece sta terminando una correzione. Vedremo nei prossimi giorni chi ha ragione. A nostro favore gioca la nostra previsione che finora si é avverata (da settimane aspettavamo che si verificasse una correzione che doveva far cadere l'S&P500 sotto i 4500 punti) e la costellazione tecnica (ipervenduto, eccesso di ribasso e panico). I prossimi giorni saranno ricchi di appuntamenti importanti e saranno sicuramente interessanti. Probabilmente avremo ancora molta volatilità che sfrutteremo con operazioni di trading - da settimane giochiamo tendenzialmente al ribasso - da settimana prossima pensiamo che sarà meglio orientarsi al rialzo. Attenzione agli ultimi eventuali colpi di coda di questa correzione.

Aggiornamento del 21 gennaio

Correzione vicina alla fine - chiudere short - preparare long

Da martedì a giovedì 20 gennaio (S&P500 -1.84%, -0.97%, -1.10% a 4482 punti) la borsa americana ha avuto tre pessime sedute dominate dalle vendite. Gli indici azionari hanno chiuso sui minimi giornalieri e il nostro obiettivo é stato raggiunto - l'S&P500 é caduto sotto i 4500 punti facendo segnare un nuovo minimo a 60 giorni - l'indice é sceso sotto il minimo del 3 dicembre 2021 a 4494 punti. Il Nasdaq100 (-1.36% a 14846 punti) e il Russell2000 (-1.88% a 2024 punti) sono scesi ancora più in basso.
Finora il mercato azionario americano si é sviluppato secondo le previsioni.
La correzione doveva terminare con una caduta finale durante la quale l'S&P500 doveva sprofondare sotto i 4500 punti e negli indicatori dovevamo osservare ipervenduto e panico. Gli indici azionari sono ora scesi abbastanza e sono in effetti ipervenduti. Negli indicatori di sentiment però non rileviamo ancora panico - solo un diffuso pessimismo (VIX a 25.59 punti (+1.74), CBOE Equity put/call ratio a 0.62, Fear&Greed Index a 52 punti). Abbiamo l'impressione che la correzione é vicina alla fine. È sicuramente troppo tardi per vendere - bisogna a questo punto chiudere le posizioni short. È possibile che ci siano ancora un paio di sedute negative in grado di eliminare le ultime mani deboli - gli indicatori di sentiment dovrebbero ancora peggiorare. Oggi però scadono i derivati di gennaio e questa giornata potrebbe rappresentare un punto tornante. Stamattina l'S&P500 vale 4460 punti - potremmo aver raggiunto il minimo della correzione.
Come pensavamo in questa fase le borse europee si sono comportate meglio di quella americana. Dall'inizio dell'anno l'Eurostoxx50 perde il -0.15% contro il -5.90% dell'S&P500. La correzione ha toccato soprattutto la tecnologia e le PMI americane mentre i settori ciclici (energia, materie prime, banche, assicurazioni) hanno guadagnato terreno.
Sotto l'effetto psicologico della correzione molti analisti pensano ora che sia iniziato un baer market e che la borsa possa perdere nei prossimi mesi il 50% del proprio valore. Noi abbiamo uno scenario all'inizio diametralmento opposto. Crediamo che debba ancora esserci una fase di sostanziale e sostenibile rialzo di alcuni mesi. Per la seconda parte del 2022 siamo pessimisti ma avremo il tempo di discuterne più in là nel tempo.

Commento del 16-17 gennaio

Gli investitori si adattano ad un cambiamento della politica monetaria - le borse devono continuare a correggere

Riassunto: Abbiamo avuto una settimana di borsa movimentata con numerosi cambiamenti di direzione. Gli indici dei prezzi ai consumi salgono e l'inflazione ha raggiunto in America il 7% mentre in Europa si aggira intorno al 5%. I tassi d'interesse di mercato aumentano (reddito dell'USTBond decennale in USD a 1.78% - reddito del Bund decennale in EUR a -0.0455%) ma i tassi d'interesse reali (tasso nominale - inflazione) restano ampiamente negativi. Le Banche Centrali devono fare qualcosa per combattere l'inflazione e hanno segnalato un cambiamento nella politica monetaria. Gli acquisti mensili di obbligazioni (Quantitative Easing) diminuiranno e in certi Paesi come gli Stati Uniti ci saranno quest'anno degli aumenti dei tassi d'interesse di riferimento ora decisamente troppo bassi. Gli investitori cercano di capire quali conseguenze avrà questo cambiamento sui mercati azionari. L'adeguamento a questo nuovo scenario sta provocando una correzione delle borse. Per ora gli investitori si limitano ad un adattamento del portafoglio. Vendono azioni di società fondamentalmente sopravvalutate (tecnologia) e comprano azioni di società meno care ma che approfitteranno della crescita economica. Malgrado il disgusto dei sostenitori della Green Economy questa settimana é stato comperato il settore energia (petrolio a USD 83.82 al barile) che é salito del +5.68%. La correzione però non é finita - il tassi d'interesse devono salire più in alto e noi ribadiamo la nostra previsione che il reddito dell'USTBond deve superare il 2%. La borsa americana non é ipervenduta - gli investitori sono ancora relativamente fiduciosi ed ottimisti (Fear&Greed Index a 55 punti, +4 punti). I piccoli investitori ed i traders, le cosidette mani deboli, sono convinti che la borsa deve ricominciare a salire e per ora comprano azioni appena appare una possibilità che il minimo della correzione sia imminente. Questa settimana é stato comperato il Nasdaq100 (+0.75% a 15611 punti) appena é caduto sotto l'ovvio supporto a 15500 punti o é stato comperato l'S&P500 (+0.08% a 4662.85 punti) dopo l'ennesima rottura sotto la MM a 50 giorni. Nei prossimi giorni o settimane questa rotazione e questi tentativi di indovinare la fine della correzione finiranno con un fallimento e una ritirata - devono esserci alcuni giorni di forti vendite generalizzate con un pò di panico sul mercato. Solo a questo punto avremo un solido minimo dal quale potrà partire la prossima fase di rialzo sostanziale e sostenibile. Siamo convinti che l'S&P500 deve ritestare i 4500 punti. Le borse europee seguono l'esempio dell'America. Mostrano però forza relativa mentre il cambio EUR/USD (1.1415) sale. Gli indici azionari europei devono prossimamente scendere insieme a quelli americani - molto probabilmente però non cadranno sotto i minimi di novembre e dicembre 2021- questo perché le borse europee hanno più società nei settori ciclici e finanziari e meno nel settore tecnologico.
Crediamo che l'USD debba nei prossimi mesi perdere di valore mentre il prezzo dell'oro deve lievitare.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.78% a 4272 punti
SX7E (banche)          +1.89% a 109.13 punti
DAX                         -0.40% a 15883 punti
SMI                          -2.13% a 12525 punti
FTSE MIB                  -0.27% a 27554 punti
S&P500                     -0.30% a 4662.85 punti
Nasdaq100                +0.12% a 15611 punti

A dire il vero c'é poco da dire su questa settimana. Lunedì c'é stata una caduta e l'S&P500 ha toccato un minimo verso le 16.30 a 4581 punti. Gli indici azionari americani in serata hanno però recuperato e hanno terminato la giornata con solo una leggera perdita. Mercoledì l'S&P500 ha toccato il massimo settimanale a 4748 punti. C'é stata quindi parecchia volatilità (range settimanale di 166 punti) ma per saldo gli indici si sono mossi poco - rispetto venerdì 7 gennaio l'S&P500 ha perso solo 15 punti. Grazie al rimblalzo di venerdì (+0.75%) il Nasdaq100 ha guadagnato durante la settimana 19 punti mentre il Nasdaq Composite 100 é sceso come l'S&P500 (-0.28%). Questa settimana la correzione ha colpito più il Russell2000 (-0.84%). A livello di indicatori non notiamo nulla di particolare o anomalo. Il numero di nuovi minimi a 30 giorni aumenta (venerdì NL a 1412) ma non in maniera considerevole - la pressione di vendita é limitata ad alcuni settori ma non é generale. Gli indicatori di sentiment sono in territorio neutro. La volatilità VIX à a 19.19 punti (-1.12). Il CBOE Equity put/call ratio si muove parecchio - l'umore dei traders cambia velocemente a seconda del risultato delle singole sedute (CBOE Equity put/call ratio venerdì a 0.64). Sembra quindi che le oscillazioni degli indici siano causate dalle operazioni di trading e non da una vera a propria tendenza. Anche i nostri indicatori di base sono misti - il 36.9% dei titoli é sopra la MM a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE é a 54.57. Il Summation Index sul NYSE sale - quello sul Nasdaq scende. Nel complesso quindi gli investitori sembrano ancora indecisi sul da farsi - si muovono tra i settori senza cambiare l'esposizione azionaria.
Poiché finora non abbiamo osservato né ipervenduto né panico siamo convinti che la correzione debba continuare - pensiamo che ci debba ancora essere una caduta di un -3%/-5%. La ragione ufficiale sarà l'aumento dei tassi d'interesse. Questo vuoto d'aria potrebbe essere concentrato in alcune sedute e rappresenta un'occasione d'acquisto.
Se riteniamo che il minimo sia imminente o sia stato raggiunto pubblicheremo un avvertimento.
 
Lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del Martin Luther King Day.


Commento del 8-9 gennaio

I tassi d'interesse salgono, la borsa americana corregge - questa fase deve durare ancora un paio di settimane

Riassunto: La prima settimana del 2022 é iniziata bene ed é finita male. È iniziata bene grazie all'effetto della liquidità che deve essere investita all'inizio dell'anno. Dopo però é arrivata l'attesa correzione della borsa americana innescata dall'aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.76%). La reazione degli investitori é stata logica e preventivata - hanno sofferto i titoli tecnologici (Nasdaq100 -4.46%) mentre si sono comportati relativamente bene i titoli bancari (SX7E +6.54%) e in generale le azioni di società finanziarie e dei settori ciclici. Pensiamo che questa correzione debba continuare e provocare una caduta dell'S&P500 (4677.02 punti) sotto i 4500 punti. Quando avremo ipervenduto e noteremo del panico negli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index finora neutro a 52 punti) la correzione finirà e inizierà una sostanziale e sostenibile fase di rialzo di medio termine. È probabile che nella fase finale della correzione non solo la tecnologia verrà venduta ma tutto il listino comprese le borse europee.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.02% a 4305 punti
SX7E (banche)          +6.54% a 107.10 punti
DAX                         +0.40% a 15947 punti
SMI                          -0.60% a 12798 punti
FTSE MIB                  +0.99% a 27618 punti
S&P500                     -1.87% a 4677.02 punti
Nasdaq100                -4.46% a 15592 punti

Il 2022 é iniziato con una seduta positiva. All'inizio dell'anno viene solitamente investita la liquidità affluita sui conti risparmio e questi acquisti durano spesso alcuni giorni. Questa volta invece solo lunedì c'é stato un generale rialzo. La borsa americana ha toccato il massimo settimanale martedì mentre in Europa la spinta é durata fino a mercoledì mattina. Mercoledì a Wall Street c'é stata una pesante caduta - sul grafico dell'S&P500 (-0.41% a 4677.02 punti) tra martedì e venerdì c'é una serie di 4 candele rosse che simbolizzano la predominanza dei venditori. Poiché le vendite si sono concentrate nel settore tecnologico americano le borse europee si sono comportate relativamente  bene e per saldo chiudono la settimana praticamente invariate. La correzione é provocata da un aumento dei tassi d'interesse - il reddito del Bund decennale in EUR é salito a -0.0455% mentre quello dell'US Treasury Bond decennale é lievitato a 1.76%. Vi ricordiamo che noi avevamo previsto un incremento del tasso d'interesse dell'USTB decennale sopra il 2% - siamo quindi convinti che la correzione di inizio anno non é finita e questa previsione viene confermata dagli indicatori tecnici della borsa americana. Come abbiamo più volte spiegato nel passato un aumento dei tassi d'interesse di mercato favorisce il settore finanziario (banche, assicurazioni) mentre mette sotto pressione le valutazioni dei settori di crescita. È quindi logico che la tecnologia sta decisamente correggendo mentre le azioni della banche salgono. Gli investitori si comportano finora come previsto. La correzione deve però finire con un sell off generale. Finora sono tutti convinti che si tratta solo di un limitato attacco di debolezza e molti pensano che il fondo sia già stato raggiunto. In effetti gli indici Nasdaq Comp. e Nasdaq100 (-1.10% a 15592 punti) sono arrivati sui minimi di dicembre e sembrano su un supporto relativamente solido. Noi però ci aspettiamo che questa correzione elimini le mani deboli e gli speculatori. A questo scopo i minimi di dicembre in America devono essere superati al ribasso e deve esserci un pò di panico. Finora invece il calo é stato ordinato e ha colpito solo alcuni settori. Non c'é ipervenduto, pessimismo e nessun accenno di panico. Di conseguenza é improbabile che la borsa americana sia un un solido minimo intermedio.

Venerdì abbiamo avuto una seduta moderatamente negativa sia in Europa (Eurostoxx50 -0.44% a 4305 punti) che in America (S&P500 -0.41% a 4677.02 punti). Gli indici scivolano verso il basso senza una particolare pressione di vendita. Gli investitori sembrano sottovalutare la correzione e aspettano con calma la prossima spinta di rialzo.
L'S&P500 si é mosso tra i 4670 punti ed i 4708 punti. In fondo é stata una seduta tranquilla. L'indice ha però chiuso con una perdita di 19 punti, sotto il livello d'apertura (4692 punti) e sulla MM a 50 giorni. La candela sul grafico é rossa e l'indice ha toccato un nuovo minimo annuale a 4670 punti. Il trend a corto termine é quindi ribassista.
La seduta é stata negativa con A/D a 3608 su 4430, NH/NL a 737 su 770 e volume relativo a 1.0. Le vendite hanno colpito tutto il listino (DJT -0.47%, RUT -1.20%). La volatilità VIX é scesa (!) a 18.76 punti (-0.85), il CBOE Equity put/call ratio era alto (ma non troppo) a 0.59 e il Fear &Greed Index era neutro a 52 punti (+1). Il Summation Index sul NYSE sale, quello sul Nasdaq scende. La tendenza di fondo della borsa americana é incerta con il 37.1 dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.90.

Nei prossimi giorni i tassi d'interesse detteranno il ritmo della correzione. Potrebbero esserci dei rimbalzi intermedi. Ci saranno ancora alcuni giorni di debolezza dei settori di crescita e nella tecnologia (specialmente i big che sono fondamentalmente troppo cari). Ad un certo momento ci saranno alcune sedute pessime con del panico - arriveranno quando i traders e i piccoli investitori molleranno la presa poiché penseranno che la borsa potrebbe crollare invece che unicamente avere una modesta correzione intermedia. In quel momento la correzione sarà praticamente finita.
Stimiamo che in questa fase l'S&P500 debba scendere sotto i 4500 punti - potrebbe dover cadere fino a 4400 punti. Nella fase finale verrà venduto di tutto - sarà il momento per comperare. Temporalmente pensiamo che la correzione debba finire a gennaio.
Traders e investitori possono liberamente decidere come operare all'interno di questo scenario molto chiaro.
A corto termine c'é ancora una correzione di un -4%/-6%. Poi seguirà una fase di rialzo di mesi con dei nuovi sostanziali massimi storici (S&P500, Nasdaq, DAX, SMI) o annuali (Eurostoxx50. FTSE MIB).  

Chiusura 2021

Le performance annuali (2021) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +21.21% a 4306 punti
SX7E                        +35.45% a 100.52 punti
DAX                         +15.79% a 15884 punti
SMI                          +20.29% a 12875 punti
FTSE MIB                  +23.00% a 27346 punti
S&P500                    +26.89% a 4766.18 punti
Nasdaq100               +26.62% a 16320 punti
Nikkei                      +4.91%
Shanghai                  +4.80%

EUR/USD a 1.1370 (-6.91%)
EUR/CHF a 1.0379 (-4.03%)
Oro a 1829 USD/oncia - 1608 EUR/oncia (fine 2020 1898 USD/oncia)
Petrolio (WTI) a 75.21 USD/barile (fine 2020 48.53 USD / barile)
Reddito USTBond decennale (USD) a 1.52% (fine 2020 0.93%)
Reddito Bund decennale (EUR) a -0.1815% (fine 2020 -0.572%)


Le performance settimanali (4 sedute in Europa, 5 sedute in America) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.20% a 4306 punti
SX7E (banche)          +1.08% a 100.52 punti
DAX                         +0.82% a 15884 punti
SMI                          +0.71% a 12875 punti
FTSE MIB                  +1.22% a 27346 punti
S&P500                     +0.85% a 4766.18 punti
Nasdaq100                +0.07% a 16320 punti

Commento del 31 dicembre

Siamo alla fine...

Per i quattro indici azionari che analizziamo abitualmenteIn Europa quella di ieri é stata l'ultima seduta dell'anno - solo in alcuni Paesi come Francia, Olanda e Portogallo le borse oggi sono aperte fino alle 14.00. C'é poco da dire su questa giornata che é trascorsa nella calma. Molti operatori erano assenti o avevano già chiuso i libri in vista della fine dell'anno - i volumi di titoli trattati sono stati bassi.
L'Eurostoxx50 ha guadagnato il +0.50% a 4306 punti. Gli altri indici europei si sono comportati in maniera simile - il DAX é salito a 15884 punti (+0.21%) mentre il FTSE MIB (+0.01% a 27346 punti) ha marciato sul posto. L'SMI svizzero durante la giornata ha toccato un nuovo massimo storico a 12980 punti. Ha chiuso a 12875 punti (-0.39%) - poco male - il nuovo massimo e la perdita di 50 punti si compensano.
Se come pensiamo la borsa americana all'inizio del 2022 deve avere ancora una fase di correzione anche le borse europee nelle prossime settimane devono ridiscendere e testare i minimi di novembre. Le prospettive per i primi mesi dell'anno sono però buone. Per il momento le azioni restano il miglior veicolo d'investimento.

In America si comincia ad intravvedere un cambiamento. Il leaders sono affaticati (AGMA + NVidia e Tesla in perdita) mentre azioni di società finora neglette sono state comperate - esempi tipici sono le azioni delle società cinesi Alibaba (+9.72%) e Baidu (+10.50%, componente del Nasdaq100). Lasciando da parte questi movimenti di assestamento non é successo nulla di importante. La seduta a Wall Street é stata negativa - un effetto più che altro della stanchezza.
L'S&P500 ha aperto a 4800 punti e alle 16.30 ha toccato un nuovo record storico a 4808.93 punti. Poi l'indice é ricaduto sui 4800 punti dove é rimasto fino alle 21.00. Nell'ultima ora di contrattazioni ci sono state delle vendite che hanno fatto scendere l'S&P50 a 4778.73 punti (-0.30%). In fondo il famoso rally di fine anno é finito già lunedì - in seguito abbiamo ancora avuto dei nuovi record storici marginali ma per saldo l'indice ha perso 13 punti. La seduta al NYSE é stata strutturalmente positiva con A/D a 4324 su 3769, NH/NL a 874 su 325 (!) e volume relativo a 0.55. Ci sono state delle vendite un pò su tutti i settori (Nasdaq100 -0.37%, DJT -0.52%, RUT -0.02%). È normale che qualche trader abbia deciso di prendere i guadagni prima della pausa di fine anno - in fondo la borsa americana sta terminando un anno ottimo con gli indici sui massimi storici.
La volatilità VIX é salita a 17.33 punti (+0.38), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.49 mentre il Fear&Greed Index é salito di 2 punti a 62 punti. I Summation Index salgono. Il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.52% (-0.03%).
Questa seduta ha dato segnali tecnici misti e contraddittori. Il netto calo dei NL é un segnale sorprendentemente positivo. Le vendite sul finale ci dicono invece che la nostra previsione di una ulteriore imminente correzione potrebbe essere giusta. Non diamo però molto peso ai dati di una giornata anomala considerando che i volumi di titoli trattati erano tra i più bassi dell'anno.

Mentre l'Europa si prepara a festeggiare la fine dell'anno oggi in America si tratterà normalmente - la borsa é aperta. Il future sull'S&P500 stamattina perde 4 punti. La borsa giapponese era chiusa. I cinesi invece lavorano - Shanghai sta guadagnando il +0.5%.

Oggi finisce il servizio di analisi tecnica a pagamento della Bernasconi Consult.
Continuerò saltuariamente a pubblicare dei commenti tecnici su questa pagina - lo farò per piacere e per passione per la mia professione e non più per l'obbligo causato dalla vendita di un abbonamento.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno letto e seguito negli 11 anni di questa attività.

Auguro a tutti un felice e prospero Anno Nuovo.

Commento del 30 dicembre

Siamo agli sgoccioli...

Martedì l'S&P500 aveva terminato anzitempo il rally di fine anno con un minireversal e una seduta leggermente negativa. Ieri le borse europee hanno fatto la stessa cosa con una seduta moderatamente negativa (Eurostoxx50 -0.63% a 4284 punti). Gli indici azionari americani si sono mossi in pochi punti e hanno chiuso praticamente invariati. L'S&P500 é salito a 4793.06 punti (+0.15%). Questa é la migliore chiusura giornaliera della storia dell'indice - il record del giorno precedente a 4807 punti non é però stato migliorato.
Mancano due giorni alla fine dell'anno - in Europa quella odierna sarà per i nostri indici azionari l'ultima seduta - solo in alcuni Paesi come Francia, Olanda e Portogallo le borse domani sono aperte fino alle 14.00. In America invece si tratterà normalmente anche venerdì. I volumi di titoli trattati sono però bassi e gli investitori si limitano ad operazioni di cosmesi (window dressing) per adattare i portafogli prima della chiusura annuale.

Anche il nostro servizio é agli sgoccioli - pubblicherò regolarmente i commenti fino a domani sera. Poi farò una pausa e mi godrò alcuni giorni senza l'obbligo di alzarmi la mattina presto per analizzare i mercati e scrivere il commento tecnico del mattino. Probabilmente nel futuro scriverò l'analisi del fine settimana e dei commenti intermedi nel caso di avvenimenti importanti. Troverete questi documenti su questa pagina che sarà accessibile liberamente.

Le borse europee hanno continuato a seguire quanto succede in America. Martedì l'S&P500 ha chiuso in calo dopo aver toccato un nuovo record storico. Ieri le borse europee hanno aperto in pari e hanno chiuso con una moderata perdita (Eurostoxx50 -0.63% a 4284 punti, DAX -0.70%, FTSE MIB -0.37%) - sul grafico dell'Eurostoxx50 appare una candela rossa come era successo il giorno prima a New York. Per ora questa sembra solo una pausa di consolidamento. Conoscete però la nostra opinione - il rally di fine anno sembra aver esaurito la sua spinta e a gennaio dovrebbe esserci ancora una sensibile correzione. Questa seduta si inserisce perfettamente in questo scenario. L'indice delle banche SX7E ha perso il -0.10% a 100.51 punti. Ha sovraperformato l'Eurostoxx50 - avrebbe però potuto fare ancora meglio visto che i tassi d'interesse stanno sensibilmente salendo.
Anche l'SMI svizzero (-0.34% a 12926 punti) ha lasciato qualche punto sul terreno - meno che le borse europee in generale. La borsa svizzera si comporta come l'S&P500 americano - ha toccato martedì un nuovo record storico. La sua forza relativa é sorprendente considerando che l'indice non contiene tecnologia e ha un peso preponderante nei settori alimentare e farmaceutica.
Gli indici azionari europei sono tra i minimi ed i massimi di novembre con indicatori neutri - ora che il rally di fine anno ha perso il suo slancio bisognerà attendere e cercare di capire come vuole muoversi Wall Street per conoscere il futuro dele borse europee.

La borsa americana si é fermata. L'S&P500 si é mosso in soli 16 punti e ha chiuso con un leggero guadagno di 6 punti. Il volume di titoli trattati é basso (volume relativo a 0.6). I giochi prima della chiusura annuale sono fatti.  
L'S&P500 ha aperto a 4793 punti, é salito a 4798 punti ed é caduto a 4788 punti di minimo. Poi é risalito a balzi fino a 4804 punti e ha ceduto sul finale per chiudere a 4793.06 punti. I maggiori indici azionari si sono comportati in maniera simile (Nasdaq100 -0.01%, DJT +0.46%, RUT +0.12%). Malgrado ciò i dati sulla giornata sono tendenzialmente negativi (A/D a 3864 su 4222, NH/NL a 699 su 704). Notiamo l'ulteriore sensibile aumento dei nuovi minimi a 30 giorni che si concentra nel settore tecnologico. La divergenza negativa a livello di partecipazione non sparisce. La volatilità VIX é scesa a 16.95 punti (-0.59), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.55 mentre il Fear&Greed Index é salito a 60 punti (+6 punti). I Summation Index salgono.
Inutile ripetere i nostri argomenti - la situazione tecnica e la nostra previsione non cambiano. Nei prossimi giorni deve partire ancora una correzione intermedia -  i minimi di dicembre in America devono essere nuovamente testati - idealmente sia l'S&P500 che il Nasdaq100 devono scendere sotto questi minimi (4495 punti e 15508 punti). In seguito ci aspettiamo nei primi mesi del 2022 una sostanziale e sostenibile fase di rialzo che deve sfociare su netti nuovi massimi storici degli indici. La correzione intermedia é incerta - potrebbe essere meno profonda di quanto ci immaginiamo - la successiva fase di rialzo é molto probabile - gl investitori devono quindi restare investiti e long.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 2 punti. L'Eurostoxx50 alle 08.25 vale 4290 punti (+6 punti). Le borse europee aprirano in leggero guadagno. Oggi avremo una seduta tranquilla con pochi volumi e scarsi movimenti.

I tassi d'interesse stanno salendo - ieri il reddito dell'USTBond decennale é aumentato a 1.55% (+0.06%). Vi invitiamo a rileggere la fine del commento del 18-19 dicembre. Noi prevediamo nei prossimi mesi un generale aumento dei tassi d'interesse di mercato - il reddito dell'USTBond decennale dovrebbe superare il 2%. Non temiamo l'inflazione - pensiamo unicamente che i tassi d'interesse reali, ora decisamente negativi, devono lentamente ritornare alla normalità. La normalità significa che il tasso d'interesse nominale meno l'inflazione dovrebbe essere positivo - sarà difficile colmare la differenza ma almeno la direzione del movimento deve essere questa.

Commento del 29 dicembre

I giochi fino alla fine dell'anno sono fatti

Ieri l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 4807.02 punti - il rialzo continua. L'indice non ha però chiuso sul massimo giornaliero - non é riuscito a difendere questo record raggiunto poco dopo l'apertura. Nel corso della giornata i rialzisti si sono ritirati e ci sono state delle sporadiche vendite. L'S&P500 é sceso, ha colmato il gap d'apertura e ha chiuso a 4786.35 punti (-0.10%) con una leggera perdita di 4 punti. Come preannunciato nei nostri commenti, a breve il rialzo é troppo esteso e l'S&P500 si scontra con il bordo superiore delle BB. I volumi sono scarsi (volume relativo a 0.7). È probabile che fino a fine anno torni la calma e i mercati si stabilizzino sui livelli attuali.
Continuiamo a notare forti divergenze a livello di partecipazione - i NH (1015) sono troppo pochi considerando che l'S&P500 e il Nasdaq sono sui massimi storici. Ieri é apparso un altro preoccupante problema - i NL (494) sono quasi raddoppiati. Il mercato é fragile e il rialzo é a rischio poiché in sottofondo c'é una certa pressione di vendita. Crediamo che una volta che l'effetto stagionale sarà passato debba ancora esserci una correzione intermedia prima di una fase di consistente rialzo nei primi mesi del 2022.

Ieri le borse europee hanno avuto un'altra seduta di rialzo. Trainati dalla borsa americana anche gli indici azionari europei stanno avendo il loro rally di fine anno. L'Eurostoxx50 (+0.56% a 4311 punti) ha ripetuto la seduta di lunedì - ha aperto in pari e ha chiuso vicino al massimo giornaliero con un moderato guadagno di 23 punti. Gli altri indici hanno avuto un comportamento e una performance simili (DAX +0.81%, FTSE MIB +0.78%, SMI +0.81%). Il movimento anche in Europa sembra ora troppo esteso ma per il momento non abbiamo elementi validi per prevederne la fine - l'effetto stagionale favorisce una prosecuzione del rialzo fino alla prima settimana di gennaio dell'anno prossimo. Ci aspettiamo marginali progressi - difficilmente però gli indici (SMI escluso) raggiungeranno i massimi di novembre prima della prossima correzione. 

L'S&P500 ha aperto in gap up a 4793 punti e sullo slancio é salito fino al nuovo record storico a 4807 punti. L'indice fino alle 18.00 é rimasto sui 4800 punti. Poi é caduto a 4781 punti e dopo un rimbalzo si é fermato a 4786.35 punti (-0.10%). Le vendite hanno predominato nella seconda parte della seduta (Nasdaq100 -0.47%, DJT +0.01%, RUT -0.66%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3146 su 4929 e NH/NL a 1015 su 494. La volatilità VIX é ancora scesa a 17.54 punti (-0.14), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.46 mentre il Fear&Greed Index é invariato a 56 punti. I Summation Index salgono. Sembra che ora l'S&P500 voglia fermarsi e terminare l'anno sui 4800 punti.

Stamattina il future sull'S&P500 guadagna 9 punti. Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4312 punti. Le borse europee apriranno in pari. Stamattina ci aspettiamo gli ultimi acquisti. Poi anche in Europa i mercati ritracceranno e si fermeranno.
Il Nikkei ha perso il -0.56% - Shanghai é in calo (-0.9%) - il rally di fine anno ha esaurito il suo potenziale di rialzo.

Commento del 28 dicembre

Rally di fine anno con un nuovo record storico dell'S&P500 - é una sostenibile fase di rialzo ?

Il rally di fine anno é iniziato con una seduta moderatamente positiva in Europa (Eurostoxx50 +0.77% a 4288 punti) e una di forte rialzo in America (S&P500 +1.38% a 4791.19 punti). A Wall Street l'S&P500 é salito su un nuovo netto massimo storico a 4791 punti - sono 48 punti sopra il precedente massimo del 22 novembre 2021 a 4743 punti. Con questo nuovo massimo si chiude formalmente la correzione di novembre e dicembre - la nostra ipotesi di una possibile ricaduta dell'S&P500 a ritestare i 4500 punti é sbagliata almeno per quel che riguarda questa fase. Ha prevalso l'aspetto stagionale che prevede una salita degli indici azionari fino ai primi giorni dell'anno nuovo. Prescindendo dal fatto che un nuovo massimo storico é un segnale inequivocabile di rialzo bisogna domandarsi se questo rialzo é sostenibile nel medio termine. A questo riguardo l'analisi tecnica é possibilista ma tendenzialmente negativa poiché troppi pochi titoli stanno trascinando il listino. Concretamente il rapporto NH/NL é troppo basso (888 su 297) rispettivamente la linea dei Cumulative NH/NL é ancora molto lontana da un nuovo massimo. Abbiamo di conseguenza una seria divergenza a livello di partecipazione. Abbiamo visto durante il 2021 che l'S&P500 può continuare a salire malgrado questa debolezza - basta che i big della tecnologia (Nasdaq100 +1.59% a 16567 punti) continuino a performare decisamente meglio del resto del mercato. Se però i leaders hanno una battuta a vuoto e, come appare adesso, i gregari non sono pronti a sostenerli e rilevare il loro lavoro, il mercato rischia un importante vuoto d'aria. Il fatto che ieri i volumi di titoli trattati erano molto bassi (volume relativo a 0.7) aumenta questo rischio di instabilità.
Insomma - per i primi mesi del nuovo anno siamo decisamente positivi sia per ragioni tecniche che fondamentali. Non crediamo però che l'S&P500 e di riflesso le borse europee possano continuare a salire dai livelli attuali. Crediamo che debba ancora esserci una sensibile correzione intermedia prima che il rialzo possa continuare. È evidente che prima della fine dell'anno nessuno ha voglia di vendere. A questo punto bisogna cominciare a preoccuparsdi di cosa potrebbe succedere nella prima settimana di gennaio.

Le borse europee si sono limitate a seguire da lontano quanto sta succedendo in America. Ieri hanno aperto in calo ma sono subito salite e hanno avuto un'altra seduta di rialzo. Gli indici hanno chiuso sul massimo giornaliero con moderati guadagni - praticamente uguali per tutti gli indici (tra un +0.50% del DAX ad un +0.80% del FTSE MIB). Tradizionalmente le borse salgono fino ai primi giorni di gennaio - sembra quindi che le borse europee non vogliano continuare a correggere ma andare a testare il massimo annuale.
Gli indici azionari europei, con l'eccezione dell'SMI svizzero (+0.64% a 12866 punti e nuovo record storico), sono ancora lontani dai massimi di novembre. Difficilmente potranno colmare questo ritardo di 2%/3% nelle ultime 3 sedute di quest'anno.

L'S&P500 ha aperto sul minimo giornaliero a 4746 punti e ha chiuso sul massimo a 4791.19 punti. Praticamente l'indice é solo salito senza ritracciamenti degni di nota. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5316 su 2814, NH/NL a 888 su 297 e volume relativo a 0.7. La volatilità VIX é scesa a 17.68 punti, il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.45 mentre il Fear&Greed Index é balzato a 58 punti (+18 punti). I dati sul sentiment migliorano decisamente - un segno che gli investitori hanno sposato il rally di fine anno. I Summation Index salgono. È improbabile che nelle prossime sedute il mercato azionario americano cambi direzione. Ci prepariamo ad una serie di nuovi massimi storici marginali - non pensiamo che il mercato possa continuare a salire al ritmo della ultime 4 sedute ora che l'obiettivo di un nuovo massimo storico é stato raggiunto. Il limite superiore delle BB frenerà considerevolmente la corsa dell'S&P500.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 5 punti mentre le borse europee apriranno senza sostanziali variazioni. Sembra che oggi le borse vogliano fare una pausa di consolidamento. Le borse asiatiche sono in guadagno (Nikkei +1.37%, Shanghai +0.4%).
I cambi e i tassi d'interesse sono stabili. L'agenda economica non offre appuntamenti d'interesse. Ci prepariamo ad una giornata tranquilla.

Aggiornamento del 27 dicembre

Le borse ignorano Omicron - é giusto?

Il periodo natalizio é trascorso nella calma. Non é successo nulla (di negativo) in grado di influenzare i mercati finanziari. Nei Paesi occidentali le infezioni della nuova variante del Cornavirus Omicron stanno salendo esponenzialmente. Vengono introdotte nuove misure per diminuire la libertà di movimento dei cittadini e alcuni settori economici rientrano in un parziale lockdown. Il decorso di Omicron sembra essere più benigno rispetto a quello di Delta - le persono colpite dalla malattia però cominciano a mancare nell'economia. I mercati finanziari finora hanno ignorato il problema - é possibile che nelle prossime settimane ci sia un impatto negativo almeno a livello psicologico.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 3 punti. È la conseguenza di un effetto di adattamento. La caduta di 15 punti dell'S&P500 giovedì sera ha fatto scendere anche i futures degli indici azionari europei. Stamattina quest'ultimi hanno aperto in calo e poiché nessuno si aspetta una seduta negativa in Europa i futures europei vengono adesso comperati e di riflesso sale anche il contratto dell'S&P500.  Probabilmente questo movimento di assestamento finirà entro le 09.00 con borse europee in leggero calo e S&P500 con un guadagno di una manciata di punti.   
Da oggi fino alla fine dell'anno gli investitori ed i gestori patrimoniali hanno tempo per preparare i portafogli alla chiusura annuale. Ci saranno operazioni legate all'ottimizzazione fiscale e altre provocate dal window dressing. In generale verranno comperate azioni che finora hanno avuto una buona performance e vendute le azioni che quest'anno hanno deluso. Per saldo questi effetti in un anno di borsa positiva provocano una debole spinta di rialzo. In Europa avremo quattro sedute - le borse europee venerdì 31 dicembre sono per la maggior parte chiuse. In America invece si lavora anche l'ultimo dell'anno - in questa giornata i volumi saranno però scarsi e i movimenti modesti.

Le premesse sono per una settimana positiva - sapete che noi siamo scettici malgrado che nel complesso l'analisi tecnica fornisce un quadro costruttivo. Vediamo cosa succede. Secondo noi i 4700 punti di S&P500 sono determinati - se l'indice scende e chiude oggi sotto questo livello molti treders saranno presi in contropiede e potrebbe esserci una serie di vendite. Lo stesso potrebbe succedere se nei prossimi giorni l'S&P500 confermasse la sua incapacità di salire sopra il massimo storico del 22 novembre a 4743 punti.

Commento del 25-26 dicembre

I rialzisti sono in vantaggio - dubitiamo ancora che la correzione sia finita

Lunedì 20 dicembre le borse hanno fatto ancora un tuffo - l'S&P500 (+0.62% a 4725.79 punti) ha toccato un minimo a 4531 punti, il Nasdaq100 (+0.79% a 16308 punti) ha sfiorato i 15500 punti e gli indici azionari europei hanno testato i minimi di novembre senza peggiorarli. Tra martedì e giovedì c'é stata l'atteso rally natalizio. Ora i rialzisti hanno il momentum dalla loro parte - inoltre sono favoriti dall'effetto stagionale che prevede una serie di sedute positiva dopo Natale e fino ai primi giorni del Nuovo Anno. Gli indicatori di partecipazione migliorano, i Summation Index stanno salendo. l'ottimismo sta sostituendo il pessimismo (Fear&Greed Indx a 40 punti, +5 punti) e la vicinanza dei record storici sembra risucchiare le borse verso l'alto. Insomma tutti sono convinti che la correzione é finita e che nei prossimi giorni il rialzo deve continuare permettendo agli indici azionari americani S&P500 e Nasdaq/Nasdaq100 di raggiungere dei nuovi massimi storici. Sembra che solo noi siamo scettici. Non vediamo a livello tecnico un cambiamento significativo rispetto alle precedenti spinte di rialzo che si sono susseguite da inizio novembre e che si sono esaurite sui 4730-4740 punti di S&P500. Abbiamo notato che quella di giovedì 23 dicembre a 4725 punti é stata la migliore chiusura della storia dell'indice e siamo coscienti del fatto che sullo slancio e sfruttando l'aspetto stagionale l'indice dovrebbe nei prossimi giorni salire più in alto. Crediamo però che l'aspetto speculativo di questo rally provocherà ancora un fallimento del rialzo, una continuazione della correzione ed un ulteriore test dei minimi di fine novembre ed inizio dicembre. Sul medio termine restiamo costruttivi e long - i nostri portafogli sono investiti in azioni (con una posizione neutra relativamente al profilo d'investimento) e sono sotto investiti in obbligazioni (se possibile le posizioni sono ridotte a 0) poiché pensiamo che prossimamente i tassi d'interesse di mercato e reali debbano salire. Se come pensiamo ci sarà ancora un vuoto d'aria di un -5% prima della continuazione del rialzo, aumenteremo ulteriormente le posizioni azionarie specialmente in settori ciclici. In caso contrario siamo pronti a partecipare a quella che potrebbe essere l'ultima importante spinta di rialzo nei primi 3-6 mesi del 2022.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.51% a 4265 punti
SX7E (banche)          +3.58% a 99.44 punti
DAX                         +1.45% a 15756 punti
SMI                          +0.55% a 12785 punti
FTSE MIB                  +1.52% a 27016 punti
S&P500                    +2.28% a 4725.79 punti
Nasdaq100               +3.20% a 16308 punti

La seduta di giovedì é stata praticamente uguale alle due precedenti. È stata positiva sia in Europa (Eurostoxx50 +1.16% a 4265 punti) che in America (+0.62% a 4725.79 punti) ed é stata contrassegnata da volumi di titoli trattati modesti e in calo.
Gli indici azionari europei hanno chiuso sul massimo giornaliero e si trovano ora al centro del range di novembre - tra i massimi storici (DAX) o annuali (Eurostoxx50, FTSE MIB) e i minimi della correzione. In pratica sono in una posizione tecnica neutra - solo il trend di cortissimo termine (momentum) favorisce una continuazione del rialzo nei prossimi giorni.
L'S&P500 invece ha avuto un breve vuoto d'aria di 15 punti sul finale della seduta - dal massimo giornaliero a 4740 punti l'indice é caduto a 4725 punti - é come se l'indice avesse avuto paura del massimo storico del 22 novembre a 4743 punti. Il limite superiore delle BB é a 4759 punti e quest'anno l'S&P500 ha sempre rispettato questa labile barriera.
L'S&P500 ha aperto sul minimo a 4709 punti, é subito balzato a 4723 punti ed é poi lentamente salito a 4732 punti. Dopo le 17.00 si é fermato su questo livello. Dopo le 21.30 l'S&P500 é balzato a 4740 punti per infine cadere a 4725.79 punti. Praticamente tutti i settori hanno partecipato al rally natalizio (Nasdaq100 +0.79%, DJT +1.41%, RUT +0.89%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5948 su 2155, NH/NL a 730 su 229 e volume relativo a 0.75. Notate il numero di nuovi massimi a 30 giorni (NH) - é decisamente troppo basso considerando che l'S&P500 ha sfiorato il record storico. Abbiamo il solito problema che pochi titoli spingono il rialzo - sono le azioni delle società amate dai piccoli investitori retail come Tesla (+5.76%).
La tendenza di fondo della borsa americana secondo i nostri indicatori di base é al ribasso (!?) con il 35.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 47.74. Gli indicatori migliorano ma secondo noi la base é ancora troppo debole per sostenere un rialzo importante e duraturo. Vediamo ancora troppa speculazione (CBOE Equity put/call ratio a 0.49) e temiamo che la correzione debba durare più a lungo. Abbiamo però un problema per quel che riguarda l'aspetto temporale. Pensavamo secondo i cicli che la correzione dovesse finire per Natale. Se deve ancora esserci una fase negativa non sappiamo quando potrebbe verificarsi un minimo significativo e definitivo. Speriamo nei prossimi giorni di poter far chiarezza.   
Lunedì ci aspettiamo un ritracciamento dell'S&P500 sui 4700 punti. Su questo importante pivot dovrebbe decidersi il trend della borsa americana per la prossima decina di sedute.

Commento del 24 dicembre

Oggi le principali borse europee e quella americana sono chiuse in occasione del Natale.
Il nostro prossimo commento tecnico verrà pubblicato domenica 26 dicembre.

Auguriamo a tutti buone Feste e un felice Natale.

Commento del 23 dicembre

Malgrado Omicron le borse avevano voglia di fare un party per Natale

Ieri c'é stata un'altra seduta positiva sia in Europa (Eurostoxx50 +1.01% a 4217 punti) che in America (S&P500 +1.02% a 4696.56 punti). C'é molta più gente che crede ancora a Babbo Natale di quanto ci eravamo immaginati. Scherzi a parte sullo slancio di martedì gli indici sono saliti più in alto - dai numeri sembra che i ribassisti si sono momentaneamente ritirati mentre i rialzisti hanno pensato che fosse venuto il loro momento - i giorni prima di Natale sono solitamente favorevoli alle borse e basta crederci che la profezia si avvera. Dal tono del nostro commento avrete capito che non pensiamo che il mercato abbiamo già superato la fase di correzione. Non crediamo che da adesso gli indici azionari possano salire in maniera sostanziale e sostenibile e raggiungere nuovi massimi annuali o storici. Malgrado che siamo positivi sul medio termine siamo convinti che ci debba ancora essere un test dei minimi di novembre / dicembre. Siamo di base ottimisti e long - vogliamo però che gli speculatori (Tesla +7.49%) piglino una volta una legnata e spariscano dalla circolazione per poter ripartire su solide basi.

Ieri le borse europee dovevano fermarsi e chiudere in pari. Il piano é funzionato fino nel pomeriggio a fino all'apertura a New York. La borsa americana ha continuato il rialzo di martedì e le borse europee hanno seguito. L'Eurostoxx50 (+1.01% a 4217 punti) ha guadagnato altri 42 punti e ha chiuso sul massimo giornaliero con modesti volumi - abbiamo quindi un rialzo natalizio che dovrebbe concludersi oggi sui 4250 punti. Lo stesso vale per il DAX (+0.95% a 15593 punti) che é salito di 146 punti - oggi l'indice di borsa tedesco potrebbe raggiungere i 15700-15800 punti. Basta però osservare i grafici per rendersi conto che non siamo ancora in presenza di un'inversione di tendenza. La fase di correzione non sembra finita.

L'S&P500 ha aperto praticamente invariato e sul minimo giornaliero a 4648 punti. L'indice é partito al rialzo e verso le 17.15 ha raggiunto i 4683 punti. Si é fermato per ore su questo livello, é sceso brevemente a prendere slancio fino ai 4672 punti e ha chiuso sul massimo a 4696.56 punti (+1.02%). La tecnologia ha sovraperformato (Nasdaq100 +1.21%) mentre il resto del mercato é rimasto indietro (RUT +0.86%, DJT -0.01%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5866 su 2214, NH/NL a 454 su 316 e volume relativo. Gli indicatori di sentiment sono migliorati (VIX a18.63 punti (-2.38), CBOE Equity put/call ratio a 0.47, Fear&Greed Index a 36 punti (+5). I Summation Index sono leggermente saliti.
Ora il problema é solo di interpretazione degli indicatori. Chi osserva solo i miglioramenti ritiene che sia iniziato il rialzo di fine anno che deve proseguire nel primo trimestre del 2022. Chi come noi analizza la solidità del movimento e la partecipazione preferirebbe che la correzione continuasse in maniera da avere una base solida per ripartire al rialzo - il rally iniziato lunedì sera ci sembra puramente speculativo e provocato da alcuni effetti psicologici (test riuscito dei minimi di dicembre, acquisti dopo la rottura dell'S&P500 sotto la MM a 50 giorni, periodo stagionale favorevole). All'investitore tutto questo importa poco - mantiene le sue azioni nel portafoglio sapendo che nei prossimi mesi aumenteranno di valore. Se ci sarà ancora un tuffo nell'ambito di questa correzione sa che non deve preoccuparsi.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 3 punti. Probabilmente la tentazione di rivedere i 4700 punti sull'S&P500 é troppo forte e oggi l'S&P500 riuscirà a guadagnare ancora qualche punto. Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4238 punti (+21 punti). Le borse europee apriranno con un guadagno del +0.5% e probabilmente riusciranno a difenderlo fino alla chiusura.
Buone Feste!

Commento del 22 dicembre

Rimbalzo robusto - la settimana si conferma volatile e piena di sorprese

Dopo il tuffo di lunedì ieri doveva esserci una seduta positiva. Questa seduta poteva essere un rimbalzo tecnico o l'inizio del rialzo di fine anno dopo il test dei minimi della correzione - non lo sapevamo e sinceramente non lo sappiamo neanche stamattina. La borsa americana aveva già recuperato nella seconda parte della seduta di lunedì - prevedere ieri un rimbalzo era quindi facile e ovvio - il trend a cortissimo termine era evidente e i dati tecnici (pessimo rapporto A/D) favorivano questa reazione. Ci aspettavamo che l'S&P500 risalisse sui 4600-4607 punti - invece l'S&P500 ha chiuso sul massimo giornaliero a 4649.23 punti (+1.78%) con un impressionante guadagno di 81 punti - l'indice é tornato sopra la MM a 50 giorni.
Ora abbiamo il solito problema - la spinta di rialzo ha caratteristiche troppo speculative e la base di partenza non sembra abbastanza solida per sostenere una sostanziale fase di rialzo. Gli indicatori di partecipazione sono possibilisti. Ieri ci sono stati troppi volumi sui titoli in guadagno - oggi dovrebbe quindi esserci l'effetto opposto a quello martedì e di conseguenza ci aspettiamo un ritracciamento. Questa altalena non può però durare all'infinito - o nelle prossime sedute c'é ancora un minicrash con un pò di panico oppure lentamente gli indici riprenderanno a salire con maggiore regolarità.

Ieri le borse europee hanno seguito una logica e facile previsione tecnica e sono rimbalzate con forza. L'Eurostoxx50 (+1.65% a 4175 punti) ha chiuso sul massimo giornaliero e con un forte guadagno di 68 punti - in teoria questo é un segnale decisamente costruttivo ma i bassi volumi di titoli trattati ci invitano ancora alla prudenza. Il DAX (+1.36% a 15447 punti) e il FTSE MIB (+1.82% a 26653 punti) si sono comportati come l'Eurostoxx50 - in questo periodo ci sono poche differenze tra i Paesi dell'UE legati tra di loro dalla politica monetaria della BCE estremamente espansiva e dai programmi d'investimento decisi a Bruxelles.
L'indice delle banche SX7E ha guadagnato il +2.69% a 97.61 punti grazie anche all'aumento dei tassi d'interesse che da adesso dovrebbe essere persistente e duraturo.

L'S&P500 ha aperto in guadagno e in gap up a 4612 punti. All'inizio é sceso a 4583 punti di minimo ma poi é risalito, ha faticato sui 4610-4620 punti e a metà seduta si é stabilizzato intorno ai 4640 punti. Sul finale si é impennato a 4651 punti e ha chiuso a 4649.23 punti (+1.78%). Se lunedì é stato venduto tutto , ieri si é comperato tutto (Nasdaq100 +2.29%, RUT +2.95%, DJT +2.42%). Sembrava quasi che i traders avessero solo aspettato un test dei minimi di novembre (previsto da molti analisti e a cui si é dato molto risalto) per comperare. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6625 su 1468, NH/NL a 335 su 342 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 21.01 punti (-1.86), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.49 mentre il Fear&Greed Index é balzato a 32 punti (+7 punti). I Summation Index erano praticamente invariati.
Insomma - ci sono abbastanza elementi positivi per restare tranquillamente long in previsione di una fase di rialzo nel primo trimestre del 2022. Questa attesa ossessionante del rally di fine anno invece non ci piace e ci insospettisce. Non vediamo la ragione per questa ottima seduta se non la spinta fornita dalla speculazione - sappiamo che questa spinta é evenescente e non duratura. Temiamo quindi che possa ancora esserci una sorpresa negativa che esca dagli schemi - un breve minicrash o una continuazione di questa correzione strisciante ancora per una decina di sedute. Vediamo.

Stamattina i mercati sono relativamente calmi. Il future sull'S&P500 perde 3 punti. L'Eurostoxx50 alle 08.25 vale 4193 punti - le borse europee apriramno in guadagno (+0.4%). Pensiamo che oggi le borse europee chiuderanno in pari mentre l'S&P500 potrebbe di nuovo perdere una ventina di punti. Omicron sembra mettere nuovamente in difficoltà le società e le economie occidentali mentre la Lira Turca, dopo la forte reazione degli ultimi due giorni, ricomincia a perdere terreno - almeno a livello psicologico non vediamo ragioni per un eccessivo ottimismo.

Commento del 21 dicembre

I minimi sono stati testati - manca panico e sembra troppo presto per ripartire al rialzo

Ieri le borse sono cadute pesantemente e gli indici azionari hanno testato i minimi della correzione di fine novembre / inizio dicembre. L'Eurostoxx50 é sceso fino a 4046 punti e ha chiuso a 4107 punti (-1.30%) - il minimo di novembre é a 4027 punti. L'S&P500 é precipitato fino ai 4531 punti ma da metà seduta é risalito fino a 4568.02 punti (-1.14%) - il minimo di inizio dicembre si situa a 4495 punti. Il Nasdaq100 (-1.10% a 15627 punti) con un minimo giornaliero a 15508 punti ha leggermente peggiorato il precedente minimo a 15543 punti. Noi pensavamo che la correzione sarebbe finita definitivamente quando l'S&P500 avrebbe ritestato pesantemente i 4500 punti - contemporaneamente il Nasdaq100 doveva far segnare un nuovo minimo - le borse europee in questa fase dovevano avvicinare i precedenti minimi ma probabilmente non superarli al ribasso. Infine per un solido minimo volevamo avere ipervenduto e un pò di panico. Ora bisogna domandarsi se ieri queste condizioni sono state rispettate - potete voi stessi giudicare la situazione e prendere una decisione. Gli obiettivi sono stati praticamente raggiunti con uno scenario che corrisponde esattamente alle aspettative - solo l'S&P500 poteva scendere un 30-40 punti più in basso. Purtroppo però non abbiamo osservato nessun panico e nessuna vendita da disperazione - al contrario abbiamo visto come i rialzisti sono ancora convinti che ci sarà il rally di fine anno e comprano le debolezze. Avremmo preferito avere una chiusura sul minimo giornaliero con un'impennata della volatilità VIX di 5-8 punti (22.87 punti, +1.30).
A questo punto é possibile che la correzione sia finita ma come analisti tecnici dobbiamo ancora esprimere dei dubbi. Secondo gli oscillatori mancano ancora alcuni giorni al minimo definitivo - non crediamo che sia partita una fase di rialzo sostanziale e sostenibile e crediamo che avremo ancora alcune sedute volatili con un'ultimo tuffo. Se ci sbagliamo non é grave - la nostra posizione di base é long a medio termine - siamo investiti in azioni. Speriamo di avere ancora un'occasione per comperare futures nei prossimi giorni a prezzi inferiori degli attuali aggiungendo una parte speculativa long al nostro portafoglio. 

In Europa é sempre la borsa americana a dettare legge. Dopo la deludente seduta di venerdì a Wall Street e la caduta del future nella notte, ieri mattina le borse europee hanno aperto con una pesante caduta e sono scese fin verso le 10.30 - poi hanno recuperato fino nel primo pomeriggio. In seguito i grafici si sono appiattiti e le borse europee hanno ignorato le oscillazioni a New York. L'Eurostoxx50 (-1.30% a 4107 punti) ha toccato un minimo a 4046 punti e ha chiuso a 4107 punti con una perdita di 54 punti. Gli altri indici si sono comportati in maniera simile (DAX -1.88% a 15239 punti, FTSE MIB -1.63% a 26177 punti). C'é stato un test del minimo di novembre - é possibile che la correzione finisca qui - dobbiamo però attendere alcuni giorni per avere una certezza. Ieri non abbiamo visto panico e in teoria questo minimo é giunto troppo presto. Crediamo quindi che nei prossimi giorni debba ancora esserci un tentativo di ribasso.
L'indice delle banche SX7E ha perso solo il -0.99% a 95.05 punti malgrado che molti analisti parlano di pesanti perdite di alcune banche impegnante in Turchia sia con partecipazioni dirette che attraverso investimenti in titoli di Stato.

Anche la borsa americana ha aperto debole. L'S&P500 ha esordito a 4557 punti, in gap down e sotto la MM a 50 giorni (4607 punti). L'indice all'inizio ha recuperato a 4568 punti ma poi é lentamente e gradualmente sceso fino a 4531 punti. Da metà seduta é risalito come era sceso e ha raggiunto un massimo a 4569 punti. Ha chiuso a 4568.02 punti (-1.14%). Le vendite hanno colpito tutto il listino (Nasdaq100 -1-10%, RUT -1.57%, DJT -1.54%) in maniera omogenea. La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1669 su 6480, NH/NL a 167 su 1814 (nessun segno di miglioramento - nessuna divergenza positiva) e volume relativo a 1.05. Il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.47 mentre il Fear&Greed Index é lievitato a 27 punti (+2).
Dopo una seduta di questo tipo c'é normalmente un rimbalzo - l'ovvio obiettivo é la chiusura del gap e la MM a 50 giorni - significa 4600-4607 punti.

Stamattina il future sale di 36 punti - l'S&P500 vale 4604 punti. Alle 08.35 l'Eurostoxx50 vale 4166 punti - le borse europee apriranno al rialzo (+1.4%). Dovrebbero chiudere stasera sul livello d'apertura o poco più in basso. Seguendo il canovaccio tra mercoledì e giovedì dovrebbe esserci un ultimo tuffo e un ulteriore test dei minimi. Raramente le borse fanno però quello che sembra logico e che si aspettano tutti.

Aggiornamento del 20 dicembre

Settimana corta ma al cardiopalma

Prevediamo che questa settimana la correzione debba continuare - l'S&P500 (4620 punti) dovrebbe tornare a testare i 4500 punti. Ripetiamo però che l'obiettivo é indicativo - l'importante per avere un solido minimo sarà osservare una combinazione di ipervenduto e panico con forti vendite sui big della tecnologia. Venerdì 24 dicembre le borse saranno chiuse anticipando la festa del Natale. Ci sono 4 sedute per far cadere l'S&P500 del -2.6% - la settimana rischia di essere volatile e al cardiopalma. In ogni caso inizia "bene" (per noi) - alle 08.00 l'S&P500 vale 4565 punti - ha toccato un minimo a 4557 punti. La ragione ufficiale del tonfo é l'opposizione del senatore democratico Manchin al piano di investimento da 2000 Mia di USD di Joe Biden denominato Build Back Better. Al calo delle borse ha anche contribuito la caduta della borsa di Hong Kong (-1.9%) dopo le elezioni e il fallimento ufficiale di Evergrande. Forse c'é anche lo zampino di Omicron. Come sapete però noi crediamo che la borsa avrebbe corretto in ogni caso - sta poi ai giornalisti e agli operatori trovare la ragione.  
Tutti i traders che credevano ciecamente nel rally prima di Natale sono stati presi in contropiede e probabilmente cercheranno ora di tagliare le perdite e vendere il più velocemente possibile. Stamattina avremo una debole apertura e nella prima ora di contrattazioni gli indici scenderanno più in basso. Poi ci sarà un timido recupero. Vedremo infine cosa decideranno di fare gli americani. Non crediamo che già oggi ci sarà un crollo - se così fosse avremmo un problema per quel che riguarda il resto della settimana. L'obiettivo a 4500 punti potrebbe a questo punto essere troppo conservativo.

Questo subbuglio prima di Natale ha anche i suoi vantaggi. Degli investitori sottoinvestiti in azioni possono nei prossimi giorni comperare in previsione del rialzo del primo trimestre del 2022. Inoltre anche il prezzo del petrolio é in calo - stamattina perde il -3.5%. Dal massimo di novembre sugli 85 USD il prezzo é tornato a 68 USD - un balsamo per il portafoglio dei consumatori e per le prospettive d'inflazione.

Sono le 08.30 e la situazione in borsa non migliora - l'S&P500 sulla base del future vale 4555 punti (-65 punti). L'Eurostoxx50 vale 4056 punti (-105 punti) - le borse europee apriranno con un tonfo del -2.5%. Probabilmente stamattina scenderemo al solito -3% - tipico per delle sedute di forte ribasso. Sembra evidente che oggi avremo una seduta decisamente negativa - non osiamo prevedere quali saranno le perdite a fine giornata.

Commento del 18-19 dicembre

Correzione fino a Natale

Questa settimana, tra mercoledì e giovedì, il tentativo da parte dei rialzisti di riprendere il controllo delle operazioni e imporre un nuovo record storico dell'S&P500 é fallito. Giovedì in preborsa l'S&P500 ha raggiunto un valore di 4753 punti - l'indice ha però aperto decisamente più in basso e fino a venerdì é ricaduto a 4620.64 punti (-1.03%) con un minimo giornaliero a 4600 punti. La media mobile (MM) a 50 giorni scorre a 4604 punti e su questo riconosciuto supporto c'é stato un rimbalzo. Questa correzione sta durando più a lungo delle precedenti correzioni intermedie. Le borse però si stanno comportando secondo le previsioni. In Europa i minimi del 30 novembre dovrebbero essere definitivi mentre in America dovrebbe ancora esserci un test pesante dei minimi di inizio dicembre. Pesante significa che l'S&P500 dovrebbe ancora scendere marginalmente sotto i 4500 punti e il Nasdaq100 (-0.39% a 15801 punti) potrebbe crollare fino a 15000 punti. Perché questa correzione é così complicata ? - crediamo che gli investitori debbano digerire il fatto che la politica monetaria delle Banche Centrali sta cambiando. Sotto la pressione della spinta inflazionistica la FED americana ha deciso di togliere il piede dal gas, diminuire gli acquisti mensili di obbligazioni (tapering) e ha annunciato l'intenzioni di alzare i tassi di riferimento tre volte l'anno prossimo. Le altre Banche Centrali si stanno adattando. La BCE comincerà il tapering nel 2022 mentre altre Banche come la BoE (Gran Bretagna) hanno già effettuato un primo tiepido aumento dei tassi d'interesse. Non pensiamo che queste misure avranno un effetto negativo sulla borsa almeno per i prossimi mesi. Molti investitori mantenevano obbligazioni in portafoglio poiché erano convinti che i tassi d'interesse sarebbe rimasti bassi grazie agli acquisti delle Banche Centrali - se il reddito nominale era positivo, come sulle obbligazioni in USD, valeva ancora la pena avere dei Bonds. Se i tassi salgono questo investimento perde di valore - adesso bisogna quindi vendere queste obbligazioni e per ora l'unica alternativa sono le azioni. Crediamo che all'inizio del 2022 avremo ancora alcuni mesi di forte rialzo - questa potrebbe essere la fine del bull market (accelerazione finale di tipo esaustivo) ma avremo il tempo per discutere questa eventualità nel futuro.
A corto termine le borse sono ancora in una fase di correzione - si confrontano i rialzisti, che a giusta ragione guardano alle buone prospettive economiche e agli utili delle imprese in aumento, e i ribassisti che temono le alte valutazioni fondamentali e la conseguenza dei cambiamenti di trend sui tassi d'interesse. Noi siamo convinti che a corto termine debba ancora esserci una breve ondata di vendite. Gli argomenti per giustificarla non mancano - da Omicron a Evergrande, dall'aumento dei prezzi ai consumi (benzina, gas, beni di prima necessità) al crollo della Lira turca che fa temere un effetto di contagio sui mercati emergenti. Secondo gli oscillatori le borse dovrebbero toccare il fondo verso Natale - é quindi possibile che ci sarà ancora il rally di fine anno. L'alternativa é che la correzione debba durare più a lungo ed essere più profonda per poter eliminare quella spiacevole e dannosa speculazione che rende i mercati fragili e incapaci di sostenere un trend rialzista durevole. Questa variante negativa non viene per ora sostenuta dagli indicatori tecnici che mostrano un mercato che sta facendo base - i settori che sono stati venduti negli ultimi mesi cominciano a mostrare forza relativa (Russell2000 venerdì +1.00% !) mentre non hanno ancora corretto abbastanza i big della tecnologia.
Gli investitori devono restare investiti e long ignorando le forti oscillazioni delle borse che si stanno verificando da alcune settimane - all'inizio dell'anno prossimo avremo ancora una fase di borsa decisamente positiva. Pensiamo però che settimana prossima gli indici azionari subiranno ancora delle perdite - i traders devono operare short ancora per qualche giorno. Gli investitori possono stare a guardare - chi pensa di essere sotto investito può verso fine anno comperare delle azioni concentrandosi sui settori ciclici - gli altri possono prepararsi al Natale preoccupandosi unicamente di stare lontani dal Coronavirus nelle sue molteplici varianti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.90% a 4161 punti
SX7E (banche)          -0.80% a 96.00 punti
DAX                         -0.59% a 15531 punti
SMI                          +0.85% a 12715 punti
FTSE MIB                  -0.41% a 26611 punti
S&P500                    -1.94% a 4620.64 punti
Nasdaq100               -3.24% a 15801 punti

Venerdì la seduta sia in Europa (Eurostoxx50 -0.59% a 12715 punti) che in America (S&P500 -1.03% a 4620.64 punti) é stata negativa. 
Le borse europee come al solito hanno seguito l'America. Hanno aperto in calo, sono sceso fino alle 16.30 e sono brevemente rimbalzate sul finale. Ora gli indici azionari europei (con l'eccezione dell'SMI svizzero) sono nella parte inferiore del range della correzione di novembre e dicembre. Da giugno l'Eurostoxx50 marcia sul posto - questo periodo di stasi per il DAX é già iniziato ad aprile mentre il FTSE MIB ha leggermente sovraperformato per tutto l'anno. Pensiamo che nel futuro le borse europee, fondamentalmente più a buon mercato rispetto all'America, debbano recuperare parte del terreno perduto. A breve però devono ancora combattere contro la correzione - venerdì l'Eurostoxx50 alle 22.00 valeva 4145 punti - il minimo del 30 novembre si trova a 4027 punti. Pensiamo che il minimo possa essere ancora avvicinato.

In America abbiamo avuto una seduta strana - probabilmente una conseguenza della scadenza dei derivati di dicembre che si é riflessa sugli alti volumi di titoli trattati (volume relativo a 1.8). Perché strana ? L'S&P500 ha perso il -1.03%, il Russelll2000 é salito del +1.00% mentre il Nasdaq100 si é fermato nel mezzo con un -0.39%. Una simile divergenza é rara.
L'S&P500 ha aperto a 4643 punti, é caduto ad ondate fino ai 4600 punti (16.15), rimbalzato fino ai 4666 punti (17.10) e si é infine stabilizzato sui 4640 punti. Sul finale é caduto a 4620.64 punti (-1.03%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3717 su 4993 e NH/NL a 311 su 1415. La volatilità VIX é salita a 21.57 punti (+1.00), il CBOE quity put/call ratio era piuttosto alto a 0.59 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 26 punti (-5). I Summation Index sono ancora in calo.
Poiché non osserviamo né ipervenduto (RSI sui 45-48 punti) né panico crediamo che la correzione non é ancora finita.
La tendenza di fondo della borsa americana secondo i nostri due indicatori di riferimento é al ribasso (26.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 46.93). L'S&P500 e il Nasdaq100 sono sulla MM a 50 giorni e decisamente sopra la MM a 200 giorni - entrambe le MM sono in crescita e questo é un segnale di rialzo.

Riassumendo la fase di correzione non é finita. Stimiamo che possa durare fino a Natale. Il potenziale di ribasso a corto termine dei maggiori indici azionari é modesto - lo stimiamo a circa un -3%. Tra Natale e fine anno dovrebbe partire una fase di rialzo sostenibile e sostanziale.

In generale e ancora per qualche mese bisogna restare investiti in azioni ed evitare le obbligazioni. Pensiamo che il reddito dell'USTBond decennale in USD debba salire dagli attuali 1.41% a 2.00%. Stranamente sembra che l'USD non debba approfittarne ma piuttosto indebolirsi - questo é risultato della nostra analisi grafica sull'USD Index e sul cambio EUR/USD. Il prezzo dell'oro in USD dovrebbe finalmente salire - l'aumento di valore in EUR rischia però di essere modesto a causa della svalutazione dell'USD.

Commento del 17 dicembre

La correzione non é finita...

Tra le riunioni delle Banche Centrali (FED, BNS, BoE, BCE) e la grande scadenza dei derivati di dicembre ci sono state alcune sedute molto volatili e in parte senza un senso logico. Il rally di mercoledì in America é stato sicuramente eccessivo - il short covering ha fatto salire gli indici troppo in alto. Ieri c'é stata una rabbiosa correzione dopo che gli investitori si sono resi conto che stiamo vivendo un cambiamento fondamentale nella politica monetaria. Questo movimenti eccessivi hanno fornito dei falsi segnali tecnici. Ieri in preborsa l'S&P500 (-0.87% a 4668.67 punti), sulla base del future, ha toccato un record storico a 4753 punti. Logicamente noi abbiamo evitato di essere negativi in presenza di un nuovo massimo storico. Ci siamo limitati ad essere cauti, abbiamo definito il rally di mercoledì come speculativo e non sostenibile e abbiamo lasciato aperta la possibilità che il mercato dovesse continuare a correggere. Non ci siamo uniti al coro degli analisti che annunciavano il rialzo di fine anno. Inoltre il nuovo netto massimo storico dell'SMI svizzero (+2.07% a 12790 punti) ci ha mostrato che anche i mercati azionari europei hanno voglia di salire - un nuovo massimo é un segnale inequivocabile di rialzo. Ieri sera però il vento é nuovamente cambiato. L'S&P500 ha aperto in guadagno ma senza raggiungere un nuovo record storico ufficiale. Invece che continuare a salire, come tutti (noi compresi) si aspettavano, la borsa americana é invece scesa travolta da un'ondata di vendite, in parte irrazionale, sul settore tecnologico. Mercoledì l'indice dei semiconduttori SOX aveva guadagnato il +3.69% - ieri ha perso il -4.27%. Decisamente c'é un folto gruppo di traders che agisce d'istinto e in maniera insensata seguendo solo il momentum. La conseguenza é che la borsa diventa sul cortissimo termine imprevedibile e instabile. In fondo avevamo ragione quando mercoledì abbiamo scritto che l'S&P500 avrebbe dovuto fermarsi sui 4650 punti - questo é stato il minimo di ieri (4651 punti). Ora ripartiamo da questo livello e riprendiamo il discorso della correzione che non sembra ancora finito.

Ieri le borse europee hanno seguito come d'abitudine i segnali provenienti dagli Stati Uniti. Entusiasmati dal rally di mercoledì sera a Wall Street ieri mattina gli investitori europei hanno comperato e le borse hanno aperto con un balzo di quasi il +2%. Dopo un consolidamento Il rialzo é continuato e gli indici hanno toccato il massimo giornaliero intorno alle 13.00. Malgrado questi forti guadagni gli indici, con l'eccezione dell'SMI che é stato spinto dalle notizie riguardanti Novartis (+5.73%), non hanno però superato i massimi di settimana scorsa. Nel pomeriggio le borse europee si sono spente anche perché Christine Lagarde, al termine della riunione della BCE, non ha detto nulla di interessante. La sera gli indici europei hanno chiuso con guadagni intorno all'1% (Eurostoxx50 +1.00% a 4201 punti) - una buona giornata ma nulla di decisivo per quel che riguarda la tendenza. Gli indici rimangono impantanati tra i massimi di metà novembre e i minimi della correzione toccati a fine novembre. Restiamo dell'opinione che la fase di correzione non é finita. Se come pensiamo l'S&P500 deve ancora scendere sui 4500 punti prima di ripartire in maniera sostenibile al rialzo é probabile che le borse europee nella prossima decina di giorni debbano tornare sui livelli di fine novembre.

Ieri mattina la corsa della borsa americana sembrava inarrestabile. L'indice aveva chiuso mercoledì sera a 4709 punti. Ieri mattina, sulla base del future, l'S&P500 valeva 4738 punti. Fino alle 13.00 era salito a 4753 punti - 10 punti sopra il massimo storico del 22 novembre a 4743 punti. Pian pianino l'entusiasmo é scemato. Alle 15.30 l'indice ha aperto a 4726 punti, ha toccato brevemente un massimo giornaliero a 4732 punti e poi é sceso. La caduta é stata regolare - l'indice ha toccato un doppio minimo giornaliero verso le 21.00 a 4651punti. Sul finale é risalito a 4668.67 punti (-0.87%). Le vendite si sono concentrate nel settore tecnologico (Nasdaq100 -2.61% a 15863 punti) ma erano distribuite su tutto il listino (RUT -1.95%). La seduta al NYSEé stata negativa con A/D a 3045 su 5098, NH/NL a 427 su 699 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é salita a 20.57 punti (+1.28), il CBOE Equity put/call ratio era alto a 0.55 mentre il Fear&Greed Index é ricaduto a 28 punti (-6). I Summation Index continuano a scendere.
Ora la correzione riprende il percorso originale. Nei prossimi giorni (forse entro la fine di settimana prossima), l'S&P500 deve tornare a testare i 4500 punti. In questa fase la tecnologia sarà particolarmente debole e il Nasdaq100 dovrebbe scendere decisamente sotto i 15500 punti. La correzione sarà finita non quando avremo raggiunto questi obiettivi indicativi ma quando avremo ipervenduto e un pò di panico. Ci vuole una bella ripulita per eliminare la speculazione.

Stamattina il future sull'S&P500 é invariato. Oggi scadono i derivati di dicembre - é una grande scadenza trimestrale che coinvolge futures ed opzioni. Probabilmente avremo della volatilità - le forti oscillazioni degli scorsi giorni dovrebbero però aver obbligato gli investitori a chiudere già la maggior parte delle posizioni aperte. Di conseguenza ci aspettiamo che oggi gli indici azionari chiudano senza sostanzailio variazioni - al massimo l'S&P500 potrebbe "cercare" i 4650 punti.
Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4185 punti - le borse europee apriranno in calo del -0.4%. Il Nikkei ha perso il -1.79 - Shanghai lascia il -1.1% sul terreno.
La svolta nelle politiche monetarie potrebbe provocare anche un cambiamento a livello di cambi e tassi d'interesse. Ci aspettiamo nei prossimi mesi un aumento dei tassi d'interesse, specialmente in America, e un indebolimento dell'USD. Il cambio EUR/USD dovrebbe aver trovato base a 1.12. Il movimento di rialzo potrebbe far risalire il cambio nel corso dell'anno prossimo a 1.22. Tenetene conto nella vostra politica d'investimento.

Commento del 16 dicembre

Il rally di sollievo é stato molto forte - non abbiamo ancora una visione chiara

La FED americana abbandona il termine "transitoria" in riferimento all'inflazione, accelera la diminuzione dello stimolo monetario raddoppiando la riduzione degli acquisti mensili di obbligazioni (tapering) e lascia intendere che l'anno prossimo potrebbe alzare i tassi d'interesse tre volte. Questo comunicato di ieri sera alla 20.00 mostra una Banca Centrale che diventa meno accomodante di quanti molti speravano - ha però provocato un rally di sollievo. Malgrado tutto questa é stata una reazione logica poiché negli scorsi giorni si era accumulato troppo pessimismo e dell'ipervenduto nel mercato azionario. Noi stessi avevamo previsto una caduta dell'S&P500 dopo il comunicato a 4590-4600 punti e un successivo rally fino ai 4650 punti. La reazione della borsa ha seguito questo schema ma ci ha lasciati di stucco per la sua intensità - l'S&P500 é sceso a 4611 punti e poi é salito con tre possenti ondate fino a 4709.85 punti (+1.63%). Venerdì l'indice si era fermato a 4713 punti e quindi siamo tornati al punto di partenza. Sinceramente, dopo questa altalena, non sappiamo più a quali indicatori credere. I segnali sono misti e contraddittori. Ci sembra improbabile che l'S&P500 si faccia adesso nuovamente respingere verso il basso senza provare ad attaccare il massimo storico a 4743 punti. D'altra parte anche questo rally ha avuto una connotazione altamente speculativa - gli investitori hanno comperato i soliti nomi della tecnologia concentrando gli acquisti nei semiconduttori (SOX +3.69%). Anche adesso il rialzo non ci sembra sostenibile. D'altra parte il nostro scenario di una correzione strisciante di un paio di settimane ha subito un duro colpo - una seduta é bastata a cancellare le perdite delle due precedenti e la borsa americana é nuovamente a ridosso dei massimi storici almeno per quel che riguarda l'S&P500 e il Nasdaq100 (+2.35% a 16289 punti). I dati sulla partecipazione sono ancora deboli ma non possiamo basarci su questo fattore per prendere una decisione. Il rally é durato solo due ore e il tuffo delle borse prima e subito dopo l'annuncio (minimo dell'S&P500 a 4611 punti e del Nasdaq100 a 15746 punti) ha come conseguenza un pessimo rapporto NH/NL (279 su 1763 punti). La situazione potrebbe migliorare nelle prossime sedute. Infine non bisogna dimenticare, per complicare la valutazione della situazione, che domani c'é la grande scadenza dei derivati di dicembre. Tra oggi e domani molte operazioni saranno legate a questa scadenza tecnica e rischiano di falsare o nascondere la vera situazione tecnica del mercato. Siamo obbligati ad attendere alcuni giorni prima di poter aggiornare le nostre previsioni.
Sul medio termine eravamo e restiamo positivi e long. Nell'immediato non siamo in grado di giudicare se il discorso della correzione é ancora d'attualità.
Ieri le borse europee hanno avuto una seduta positiva e relativamente tranquilla. In serata non si sono fatte impressionare ed influenzare dalla debole apertura a New York e hanno chiuso con moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.37% a 4159 punti). Gli indici si sono mossi nella parte inferiore del range del giorno precedente senza dare segnali particolari. Questa seduta costruttiva sembrava un presagio a quanto sarebbe poi successo a Wall Street.
Oggi le borse europee tenteranno di ripetere il rally di martedì 7 dicembre (Eurostoxx50 +3.36%). Vediamo cosa succede. Se dopo la buona apertura gli indici continuano a salire e chiudono sul massimo giornaliero con forti guadagni avremo un evidente segnale di rialzo. Noi crediamo invece che il rialzo si fermerà nel corso della mattinata e poi gli indici scenderanno sotto il livello d'apertura.

La borsa americana ha atteso fino alle 20.00 le decisioni della FED. L'S&P500 ha aperto invariato a 4634 punti, é salito a 4637 punti e poi si é fermato intorno ai 4620 punti. Dopo le 20.00 ha fatto un breve tuffo fino a 4611 punti e infine é salito ad ondate fino alla chiusura a 4709.85 punti (+1.63%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5680 su 2427, NH/NL a 279 su 1763 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é scesa a 19.29 punti (-2.60), il CBOE Equity put/call ratio era piuttosto alto a 0.59 (la media e valore neutro é 0.49) mentre il Fear&Greed Index é salito a 35 punti (+6 punti). I Summation Index sono ancora in calo ma di poco.
La domanda é ora - quanto short covering ci sarà ancora nelle prossime sedute? Crediamo abbastanza per spedire l'S&P500 su un nuovo record storico.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di altri 28 punti - l'indice vale 4738 punti. Alle 08.20 l'Eurostoxx50 vale 4245 punti (+86 punti). Le borse europee apriranno con un balzo del +2%. Troppo? - troppo poco? A noi la reazione sembra troppo euforica anche perché quando deciso ieri dalla FED non é proprio favolevole alle borse. La reazione del mercato obbligazionario é stata però modesta (reddito dell'USTBonds decennale a 1.47%, +0.03%). In fondo le dichiarazioni di ieri sera di Jerome Powell sono un voto di fiducia nella crescita economica degli Stati Uniti.
Il Nikkei stamattina ha guadagnato il +2.13% - Shanghai sta salendo del +0.7%.
Oggi sono di turno la BoE e la BCE. Le Banche Centrali inglese ed europea si riuniscono per decidere la politica monetaria. Vedremo se i mercati reagiranno con altrettanto entusiasmo alle decisioni attese alle 13.00 e alle 13.45. 

Commento del 15 dicembre

Due sedute negative fanno tornare le borse in una modalità di correzione

Anche ieri le borse sia in Europa (Eurostoxx50 -0.92% a 4144 punti) che in America (S&P500 -0.92% a 4634.09 punti) hanno perso terreno. La settimana invece che iniziare con un'accelerazione al rialzo che avrebbe dovuto scaraventare l'S&P500 su un nuovo massimo storico, ha avuto finora due sedute negative. Gli indici azionari europei hanno chiuso i gap che si erano creati sui grafici con il rally del 7 dicembre - l'S&P500 é ricaduto sotto il supporto a 4650 punti e il Nasdaq100 é sceso sotto  i 16000 punti tornando ad appoggiarsi sulla MM a 50 giorni. Il rialzo di fine anno ha subito una battuta d'arresto e gli indici sono tornati in una modalità di correzione. Temiamo che la correzione possa durare ancora da una a due settimane rovinando il tradizionale rialzo di fine anno nel quale tutti credevano ciecamente. Nella correzione di fine novembre / inizio dicembre ci era mancata una caduta dei big della tecnologia e un pò di panico - pensiamo quindi che questa seconda parte della correzione colpirà soprattutto il Nasdaq100. Gli indici azionari americani dovrebbero cadere sotto il minimo di inizio dicembre. Le borse europee devono scendere insieme all'America - potrebbero però comportarsi relativamente meglio e non superare al ribasso i minimi di novembre.
La correzione é un'occasione d'acquisto in vista di un'ultima fase di rialzo nel primo trimestre del 2022.

Ieri le borse europee hanno nuovamente aperto in positivo e chiuso in perdita e sul minimo giornaliero. Adesso anche l'America mostra segni di cedimento. L'Eurostoxx50 (-0.92% a 4144 punti) ha perso nuovamente 39 punti - il DAX lo ha copiato con un -1.08% a 15453 punti. Invece finalmente il settore bancario, sul quale noi puntiamo, si é risvegliato. L'indice SX7E é salito in controtendenza del +0.94% a 96.74 punti.
Di riflesso il FTSE MIB (+0.02% a 26556 punti) si é salvato con una chiusura senza sostanziali variazioni. Unicredit ha guadagnato il +4.58%. La forza relativa del settore bancario non potrà però continuare a far galleggiare il FTSE MIB - tutt'al più l'indice potrebbe perdere meno dell'Eurostoxx50.
Come avevamo suggerito nell'analisi del fine settimana le borse ricominciano a correggere - colmati i gap é probabile che gli indici debbano tornare a testare i minimi di fine novembre.

Ieri l'S&P500 ha aperto a 4634 punti - questa apertura sotto il determinate supporto a 4650 punti ha condizionato l'esito della seduta e riaperto il capitolo della correzione. Le debolezze strutturali segnalate dagli indicatori di partecipazione hanno prevalso.
All'inizio l'S&P500 é ancora risalito a 4656 punti ma poi é lentamente e inesorabilmente sceso. Ha toccato a metà seduta il minimo a 4606 punti, ha recuperato fino a 4646 punti ed ha chiuso a 4634.09 punti (-0.75%) con una seconda significativa perdita 34 punti.
Le vendite hanno colpito tutti i settori (Nasdaq100 -1.04% a 15914 punti, RUT -0.96%) - anche i leaders come Microsoft (-3.26%).
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2044 su 6072, NH/NL a 173 su 1350 e volume relativo a 1.05. I dati sul sentiment sono peggiorati ma non c'é ancora un forte pessimismo. I Summation Index sono in calo.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 6 punti - l'S&P500 vale 4640 punti. Oggi termina la riunione della FED - alle 20.00 Jerome Powell comunicherà le decisioni del comitato - parlerà del tapering e di possibili aumenti dei tassi d'interesse l'anno prossimo. Cercherà di non spaventare gli investitori e a breve potrebbe esserci un rally di sollievo.
Stamattina le borse asiatiche sono miste e poco mosse (Nikkei +0.10%, Shanghai -0.4%). Alle 08.45 l'Eurostoxx50 vale 4161 punti (+17 punti) - le borse europee apriranno con dei moderati guadagni. Probabilmente si comportaranno come gli ultimi due giorni. Una salita fin verso le 10.00 e poi un calo fino nel primo pomeriggio. Poi tutto si fermerà in attesa di sapere cosa intende fare la Banca Centrale americana per combattere l'inflazione.

Commento del 14 dicembre

Una borsa forte non si inginocchia davanti ad una labile resistenza

Venerdì l'S&P500 aveva chiuso a 4712 punti, 2 punti sopra la fascia di resistenza a 4700-4710 punti - questa era la migliore chiusura giornaliera della storia dell'indice. Con questa buona premessa e sullo slancio del rialzo molti si aspettavano un veloce attacco al massimo storico del 22 novembre a 4743 punti. Invece ieri, senza una ragione precisa, la borsa americana ha avuto un cedimento. L'S&P500 ha perso 43 punti e ha chiuso sul minimo giornaliero a 4668.97 punti (-0.91%). Non é possibile prevedere un ribasso sulla base di questa seduta negativa - sapete che il primo importante e decisivo supporto si trova unicamente a 4650 punti. La tendenza di fondo é ancora al rialzo . È però evidente che la borsa americana sta incontrando delle difficoltà e non sembra avere la forza e gli argomenti per salire adesso più in alto. Insomma - una borsa forte non reagisce in questa maniera davanti ad una labile resistenza come quella costituita dai 4700-4710 punti. La caduta di ieri sembra sostenere la nostra ipotesi che la correzione di novembre non é finita e potrebbe esserci una importante ricaduta. Questo mercato é strutturalmente debole e fragile.

Ieri mattina le borse europee sono partite baldanzose al rialzo e verso le 10.30 hanno toccato il massimo giornaliero con guadagni di circa l'1%. Poi il mercato azionario ha cambiato direzione e gli indici sono scivolati verso il basso fino alla chiusura. Da quattro giorni i venditori prevalgono - le borse europee scendono. L'Eurostoxx50 (-0.38% a 4183 punti) sta ritracciando - avevamo previsto la chiusura del gap a 4146 punti e quindi questo sviluppo rientra nei piani. La discesa però potrebbe continuare come abbiamo spiegato nell'analisi del fine settimana. Bisogna fare attenzione. Anche il DAX (-0.01% a 15621 punti) e il FTSE MIB (-0.64% a 26551 punti) si stanno comportando come l'Eurostoxx50 e la chiusura del gap é vicina.
Normalmente un ritracciamento dura al massimo tre giorni. Con il calo di ieri la discesa dura ora da quattro giorni e il rally di martedì 7 dicembre é ormai evaporato. Chi credeva fermamente nel rialzo di fine anno comincerà ad avere dei dubbi.

L'S&P500 ha aperto sui 4703 punti e all'inizio é ancora salito a 4705 punti. È però rimasto sotto i 4710 punti. Dopo l'apertura l'indice é sceso fino alle 18.00 quando ha toccato i 4672 punti. Poi é risalito a balzi irregolari fino a 4689 punti. Nell'ultima mezz'ora di contrattazioni una forte ondata di vendite ha fatto cadere l'indice sul minimo a 4668.97 punti (-0.91%). Le perdite sugli altri indici (Nasdaq100 -1.52%, DJT -1.18%, RUT -1.42%) sono state ancora più marcate. Ovviamente la seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2150 su 6007, NH/NL a 305 su 1053 (netto peggioramento) e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 20.31 punti (+1.62), il CBOE Equity put/call ratio era alto a 0.56 e il Fear&Greed Index é sceso a 32 punti (-6). I Summation Index sono in calo.
I dati corrispondono nuovamente ad un mercato in correzione con un aumento della pressione di vendita. Fino a quando però l'S&P500 resta sopra i 4650 punti e il Nasdaq100 non cade sotto i 16000 punti il quadro tecnico in generale resta positivo. Non c'é nessuna ragione per aprire posizioni short - non abbiamo segnali di vendita.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 11 punti - l'indice vale 4680 punti. Le borse asiatiche sono in calo (Nikkei -0.73%, Shanghai -0.5%). Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4195 punti (+12 punti). Le borse europee apriranno con leggeri guadagni (+0.3%). Prima dell'importante riunione della FED di domani non crediamo che i traders vogliano prendere delle iniziative e dei rischi. È possibile che le borse riescano a difendere i guadagni iniziali fino a stasera ma in linea di massima ci aspettiamo una seduta senza sostanziali variazioni.

Aggiornamento del 13 dicembre

Tanti ottimisti e pessimisti - pochi possibilisti

Durante il fine settimana leggendo i commenti dei nostri colleghi siamo rimasti sorpresi delle opinioni che si dividono in due campi estremi e contrapposti. La maggior parte é ottimista e prevede un rialzo delle borse almeno fino alla fine dell'anno. Poi c'é un gruppo di analisti, spesso di età avanzata e provenienti da una formazione classica, che notano la fragilità strutturale del mercato e prevedono un crollo a breve delle borse. Quasi nessuno si situa nel mezzo e ritiene che nelle prossime settimane avremo mercati tranquilli, relativamente stabili e poco mossi.
Noi siamo di base positivi. Siamo convinti che nei prossimi mesi gli indici azionari debbano ancora salire. Di base sposiamo la teoria rialzista anche perché questo é il risultato fornito dall'analisi tecnica dei mercati - prevalgono i segnali positivi e il trend sui grafici é evidente. Abbiamo però l'impressione di assistere ad un gioco di prestigio provocato dalla droga monetaria. I mercati ci appaiono ora come a metà novembre - un rialzo provocato dalla speculazione e trascinato da pochi titoli di moda. La correzione non sembra aver avuto effetti benefici e aver creato quella solida base per proseguire il rialzo in maniera sostanziale e sostenibile.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 12 punti - l'S&P500 vale 4723 punti. Le borse asiatiche sono al rialzo (Nikkei +0.71%, Shanghai +0.6%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4214 punti (+15 punti). I nostri timori sembrano infondati - sembra che la settimana inizia con una seduta moderatamente positiva.

Commento dell'11-12 dicembre

Migliore chiusura dell'S&P500 (+0.95% a 4712.02 punti) della storia - gli indicatori non confermano

Di solito durante il fine settimana analizzo i grafici, esamino gli indicatori, rileggo i commenti dei giorni precedenti risalendo almeno di una settimana e poi prendo una decisione di massima e prevedo quello che dovrebbe succedere a corto e medio termine. Cerco sempre di dare un'opinione chiara con un trend e degli obiettivi anche a rischio di sbagliare. Evito di sviluppare vari scenari positivi e negativi perché so che non é quello che gli investitori hanno bisogno. Ci sono molti analisti che hanno sempre ragione poiché scrivono quei tipi di previsione nei quali si può leggere di tutto. Di solito sono strutturati nella maniera seguente - se l'S&P500 (+0.95% a 4712.02 punti) sale sopra il massimo storico a 4743 punti deve prolungare il rialzo fino a 4800 punti / se invece non supera stabilmente i 4700-4710 punti deve ricadere nel range 4630-4670 punti. Poiché raramente l'indice si muove più del 2% in una settimana la previsione é praticamente sembre giusto - é un movimento di una deviazionne standard intorno al valore attuale. Molti investitori non si rendono conto di questi "trucchi" degli analisti.
Questa settimana mi trovo di fronte ad un dilemma poiché la previsione é evidente e semplice. Terminata la correzione la borsa americana ha ripreso la tendenza di base rialzista e grazie al favorevole periodo stagionale deve salire fino alla prima decade di gennaio e raggiungere un nuovo massimo storico. Seguend la linea di trend ascendente che collega i massimi l'obiettivo si situa a circa 4900 punti. La seduta positiva di venerdì ha eliminato la possibilità che ci sia ancora una chiusura del gap di martedì a 4612 punti e un test del minimo di inizio dicembre sui 4500 punti. Il problema é che gli indicatori di partecipazione sono talmente deboli e deludenti che faccio molta fatica a dare fiducia a questo mercato. Il trend sembra basato su delle sabbie mobili che possono cedere da un momento all'altro. Il rialzo di settimana scorsa non sembra la ripresa di un paziente dopo una breve malattia ma la reazione ad una alta dose di stimolanti e antidolorifici che artificiosamente "fanno sentire bene" il paziente per un breve periodo ma che non migliorano per niente il suo stato di salute. Praticamente ho una strana sensazione che il mercato potrebbe subire un seconda profonda correzione proprio nel momento in cui nessuno se l'aspetta.
Come investitori siamo e dobbiamo restare long poiché questa é la narrativa fornita dal mercato. Però, malgrado la situazione tecnica invitante, evitiamo di alzare ulteriormente la nostra positione azionaria e a corto termine prendiamo delle precauzioni assicurando il portafoglio contro una possibile caduta del mercato di un -8%/-10% in due o tre settimane. L'assicurazione, sotto forma di puts, ci costa e diminuisce la performance.
Raramente però ho visto un mercato che si trova praticamente sul massimo storico (all'S&P500 mancano 31 punti, al Nasdaq100 (+1.13% a 16332 punti) 433) mentre i dati sulla partecipazione (numero di titoli sopra le MM a 50 e 200 giorni, Advances/Declines, Cumulative A/D, NH/NL a 30,90,180 e 360 giorni, Summation Index) assolutamente non confermano questi massimi e in parte divergono (peggiorano malgrado che gli indici salgono) e mostrano un mercato nel complesso debole. Faccio fatica a trovare settori forti e mi domando seriamente cosa potrebbe spingere il mercato più in alto. I nostri indicatori di base (34.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 50.65) mostrano che la tendenza di base é neutra e questo é un giudizio ancora ottimistico. Se prendo in considerazione I Bullish Percent Index dei settori vedo forza solo tra i Consumer Discretionary (che comprende Amazon e Tesla), nell'energia e nelle utilities - troppo poco. Il BPI sul Nasdaq100 é a 48 punti (neutro).
Insomma - tutti prevedono che dopo la correzione di novembre sia ora iniziata l'abituale fase di rialzo di fine anno. I grafici, la performance e il momentum confermano questa previsione. Io però ho la netta impressione che qualcosa non vada bene e che sto cadendo in una trappola. Sto long ma sono inquieto ed attento - la mia marcia non é tranquilla e spensierata e ho il dito pronto sul tasto che vendere short dei future sul Nasdaq100 - questo é l'indice che mi sembra più a rischio. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.92% a 4199 punti
SX7E (banche)          +1.99% a 96.78 punti
DAX                         +2.99% a 15623 punti
SMI                          +3.55% a 12607 punti
FTSE MIB                  +3.02% a 26722 punti
S&P500                    +3.82% a 4712.02 punti
Nasdaq100               +3.94% a 16332 punti

Venerdì le borse europee sono nuovamente scivolate verso il basso (Eurostoxx50 -0.22% a 4199 punti). Questa é stata la terza seduta di ritracciamento dopo il rally di lunedì e martedì. Parlare di seduta negativa é però eccessivo. Gli indici hanno chiuso sopra i livelli d'apertura e sui grafici appaiono delle piccole candele verdi o bianche. Alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 4210 punti e quindi la giornata si é conclusa teoricamente con un leggero guadagno. Sappiamo come funzionano le borse europee. Se come sembra la borsa americana deve proseguire il rialzo di fine anno gli indici azionari europei seguiranno. Difficilmente entro fine anno riusciranno a recuperare quel 5% che manca al massimo annuale o storico (SMI escluso). La tendenza é però evidente. D'altra parte se ci sarà quel minicrash che ad istinto temo, anche gli indici azionari europei cadranno pesantemente sotto i minimi di inizio dicembre.

Venerdì i dati sull'inflazione pubblicati alle 14.30 hanno fatto decollare la borsa americana almeno per quel che riguarda l'S&P500 e il Nasdaq. Il Russell2000 (-0.38%) invece ha avuto una seduta deludente.
L'S&P500 ha aperto a 4698 punti e questo inizio sui 4700 punti ha determinato lo svolgimento e l'esito della seduta. L'indice é sceso ad ondate fino ai 4670 punti. Da questo ovvio supporto l'indice dopo le 17.10 é risalito e ha metà seduta si é attestato sui 4690 punti. Dopo le 21.00 c'é stata un'accelerazione al rialzo - l'S&P500 ha toccato un massimo a 4713.57 punti e ha chiuso a 4712.02 punti (+0.95%). Come spesso succede abbiamo un'esito incerto - c'è stata una marginale rottura sopra la resistenza a 4700-4710 punti che non convince e ci lascia nell'incertezza riguardante la sua validità (2 punti e 10 minuti sono troppo pochi).
La seduta al NYSE é stata neutra a equilibrata (!) con A/D a 4044 su 4018, NH/NL a 237 su 522 (peggio di giovedì !) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 18.69 punti (-2.89 punti) mentre contro logica il CBOE Equity put/call ratio é balzato a 0.61. Il Fear&Greed Index é salito a 38 punti (+5 punti).
Bisogna domandarsi come l'S&P50 abbia potuto guadagnare 44 punti in una seduta nel complesso mediocre. Balzano agli occhi le grandi superfici verde chiaro di Microsoft (+2.83%) e Apple (+2.80%) mentre Cathie Wood, la regina dell'economia destruttiva, si domanda sconsolata come é possibile che il valore dei suoi fondi scenda in una giornata dove il Nasdaq100 guadagna il +1.13%. Forse perché i Summation Index sono ancora in calo...

Riassumendo la seduta di venerdì a Wall Street per l'S&P500 é stata decisamente positiva e il rialzo di fine anno si svolge come da copione. Siamo "obbligati" a prevedere una continuazione di questo movimento. Il mercato però tecnicamente non ci convince per niente e siamo inquieti. Pensiamo che possa esserci una di quelle sorprese che spesso la borsa tiene in serbo quando il consenso é unanime.
Venerdì di settimana prossima scadono i derivati di dicembre - é una grande scadenza trimestrale che spesso sfocia in un massimo o un minimo significativo. Sembra che l'S&P500 debba salire su un massimo - e se invece c'é un minimo? Se il mercato deve subire un netto cedimento probabilmente vedremo già lunedì le prime avvisaglie. Cosa potrebbe provocare un mini crash? Nell'agenda economica salta all'occhio la riunione della FED che si concluderà mercoledì 15 con un comunicato alle 20.00. E se Jerome Powell annunciasse che intende alzare nel 2022 i tassi d'interesse di riferimento alcune volte? Considerando i dati sull'inflazione la decisione sarebbe logica e dovuta. Non crediamo però che gli investitori faranno salti di gioia al pensiero.

Commento del 10 dicembre

I gap devono essere chiusi - in America un test dei minimi di inizio dicembre é ancora possibile

Ieri le borse europee hanno avuto una seconda seduta negativa  (Eurostoxx50 -0.59% a 4208 punti) - questo ritracciamento era previsto e necessario per assorbire gli eccessi provocati dal rally di lunedì e martedì. La novità é che questa fase di digestione é iniziata anche in America (S&P500 -0.72% a 4667.45 punti). Dopo il rally avevamo subito detto che il rialzo non poteva continuare in questa maniera - c'era troppa speculazione ed euforia. A livelli di indicatori la tendenza é evidentemente al rialzo - l'esperienza ci insegna però che le partenze con troppo entusiasmo spesso non continuano in maniera lineare specialmente quando non si sviluppano da una solida base. Un rialzo sostenibile deve essere provocato da investitori che comprano in un ottica di medio e lungo termine e non dai traders che vogliono sfruttare il tradizionale rally natalizio e di fine anno. Per questa ragione, pur essendo rialzisti, pensiamo che il mercato debba ancora subire uno scrollone per eliminare le mani deboli. Come anticipato, pensiamo che prima della scadenza dei derivati di dicembre di venerdì 17 debba ancora esserci un tuffo. In particolare il Nasdaq100 (-1.49% a 16149 punti) non ha corretto abbastanza e pensiamo che nei prossimi giorni possa toccare un nuovo minimo sotto i 15500 punti.

In Europa c'é stata una seconda giornata di consolidamento e una seconda seduta negativa (Eurostoxx50 -0.59% a 4208 punti, DAX -0.30% a 15639 punti) senza una particolare pressione di vendita. Gli indici azionari sono scivolati verso il basso fino nel primo pomeriggio e poi non hanno più recuperato. Per il momento questa fase si svolge come previsto - nei prossimi giorni ci aspettiamo per lo meno la chiusura dei gap di martedì. Il FTSE MIB (+0.24% a 26817 punti) invece ha guadagnato 65 punti grazie al balzo di Unicredit (+10.82%). L'indice é oscillato in laterale per tutta la giornata senza una tendenza. Questo guadagno é però un'anomalia e ci aspettiamo che nei prossimi giorni la borsa italiana torni a comportarsi come il resto delle borse europee.

L'S&P500 ha nuovamente aperto a 4685 punti. Per ore l'indice é oscillato in laterale in una ventina di punti e ha toccato il massimo a 4695 punti. Dopo le 20.00 é sceso e ha toccato il minimo a 4666 punti. Ha chiuso sul minimo a 4667.45 punti. L'indice ha chiuso 3 punti sotto il supporto a 4670 punti - in teoria dovrebbe adesso scendere almeno a 4650 punti dove si deciderà quanto sarà profondo il ritracciamento - 3 punti di rottura non sono però sufficienti per una valida previsione.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 1508 su 6613, NH/NL a 267 su 326 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita a 21.58 punti (+1.68), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.53 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 33 punti. I Summation Index sono scesi.
Ora abbiamo un misto di segnali positivi e negativi che rendono a corto termine la situazione incerta ed instabile. Il rialzo potrebbe riprendere da un ritracciamento fino a 4650 punti di S&P500 oppure ci sarà bisogno un test dei minimi come pensiamo noi. Molto é legato a fattori psicologici ed é difficile dire quanto di questo movimento é speculazione e quanto investimento.
A breve non ci sono ragioni per vendere azioni - a gennaio dell'anno prossimo gli indici saranno sopra i livelli attuali.
Chi vuole ancora comperare può aspettare - c'é una buona probabilità che nei prossimi giorni possa farlo a prezzi più bassi di quelli odierni. Nessuno deve spaventarsi nel caso ci sia ancora un consistente vuoto d'aria. È un processo normale nell'ambito della formazione di una solida base.

Stamattina il future sull'S&P500 guadagna 3 punti a 4670 punti. Alle 08.05 l'Eurostoxx50 vale 4188 punti (-20 punti). Le borse europee apriranno con un calo del -0.4%. Ci sembra troppo - pensiamo che stamattina proveranno a tornare in pari. Alle 14.30 sono attesi gli importanti dati sull'inflazione in America (indice dei prezzi ai consumi). Questi dati verranno presi come scusa per muovere il mercato - se le nostre ipotesi tecniche sono corrette aspettatevi una seduta negativa.
Le borse asiatiche sono in calo (Nikkei -1%, Shanghai -0.2%). 

Commento del 9 dicembre

Le borse devono digerire l'abbuffata - consolidamento

Dopo due giorni di forte rialzo ieri le borse hanno cominciato a consolidare i guadagni. In Europa questo ha provocato una seduta negativa (Eurostoxx50 -1.01% a 4233 punti). Gli indici azionari europei hanno ritracciato un terzo dei guadagni di martedì - una reazione normale. L'SMI svizzero (+0.67% a 12597 punti) si é mosso in controtendenza e ha toccato un nuovo massimo storico a 12687 punti. Come sapete questo é un segnale indiscutibile di rialzo. Probabilmente a breve l'indice deve consolidare come le altre borse europee - questo record da però un buon esempio agli altri mercati azionari europei. I balzi di Nestlé (+1.58%) e Roche (+1.26%) provocano questa buona performance relativa e assoluta della borsa svizzera. Se non ci fosse il problema Novartis (-0.04%, -10.06% da inizio anno) a frenare l'SMI la borsa svizzera quest'anno avrebbe veramente da festeggiare. 
La borsa americana sullo slancio ha guadagnato ancora qualche punto (S&P500 +0.31% a 4701.21 punti). Probabilmente i 4700 punti erano un obiettivo troppo allettante e l'S&P500 ha fatto di tutto per arrivarci. Ora però l'effetto di short covering deve esaurirsi.
In linea di massima pensiamo che questa fase di consolidamento debba durare qualche giorno e che gli indici in questa fase debbano colmare i gap che si sono formati sui grafici con l'accelerazione di martedì. È possibile che questo ritracciamento non si verifichi. Sarebbe però auspicabile per rendere stabile la successiva fase di rialzo. Un mercato dove ci sono ancora tanti traders ad influenzare le oscillazioni giornaliere e dove domina la speculazione é un mercato instabile. Se queste mani deboli sparissero staremmo tutti più tranquilli. Vi ricordiamo che settimana prossima, venerdì, scadono i derivati di dicembre. È una grande scadenza trimestrale che raramente avviene nella calma e senza turbolenze. Il rally di questa settimana ha eliminato i ribassisti. Ci vorrebbe ancora un tuffo di alcuni punti in percentuale per eliminare anche gli speculatori long.

Dopo il rally di martedì, ieri in Europa é iniziata puntuale una fase di consolidamento. C'é stata una seduta moderatamente negativa e in trading range - nulla di particolare. Il mercato deve assorbire e digerire i guadagni delle ultime sedute. L'Eurostoxx50 é sceso a 4233 punti (-1.01%) - ci aspettiamo in questa fase che il gap di martedì a 4146 punti venga chiuso. Gli altri indici (DAX -0.80% a 15687 punti e FTSE MIB -1.42% a 26751 punti) si stanno comportando in maniera simile. La tendenza di fondo é al rialzo.

L'S&P500 ha aperto praticamente invariato a 4684 punti. È salito a 4696 punti e poi é sceso verso le 17.00 sul minimo a 4674 punti. In seguito i rialzisti hanno controllato la situazione e hanno spinto l'indice fino ai 4705 punti. Sul finale l'indice é tornato a 4701.21 punti (+0.31%). Spesso nel passato degli abbonati ci hanno chiesto qual'é il senso nel descrivere l'andamento della seduta. È importante per fissare supporti e resistenze per la seduta seguente e per capire chi sta dominando tra rialzisti e ribassisti. Le chiusura su dei massimi e dei minimi sono significative così come la durata e l'intensità di un trend durante la giornata. Ieri abbiamo visto che sui 4700 punti di S&P500 l'aria é rarefatta - d'altra parte il mercato é ancora controllato dai rialzisti. Se oggi i ribassisti non tentano un affondo é probabile che l'S&P500 debba trascorrere ancora una o due sedute sui 4670-4710 punti prima della continuazione del rialzo. L'apertura di martedì sui 4650 punti costituisce un importante supporto - se l'S&P500 tra oggi e domani scende sotto questo livello potrebbe cadere di ulteriori 100 punti.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5523 su 1269, NH/NL a 314 (in calo !?) su 168 e volume relativo a 1.0. Anche ieri il rialzo ha coinvolto tutti i settori (Nasdaq100 +0.42%, Russell2000 +0.80%). La volatilità VIX é caduta a 19.90 punti (-1.99 punti), il CBOE Equity put/call ratio resta basso a 0.45 mentre il Fear&Greed Index é salito a 40 punti (+5). I Summation Index adesso salgono. Insomma - il comportamento della borsa americana é decisamente costruttivo. Il consolidamento potrebbe essere una semplice pausa a ridosso dei 4700 punti di S&P500 o un ritracciamento di un -2%/-3%. La tendenza fino alla prima decade di gennaio dovrebbe però restare saldamente rialzista.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 4 punti. Le borse asiatiche sono miste (Nikkei -0.47%, Shanghai +1%). L'Eurostoxx50 alle 08.15 vale 4244 punti (+11 punti). Le borse europee apriranno con un leggero guadagno (+0.2%). Pensiamo che l'SP500 non abbia la forza per superare i 4700-4710 punti. Di conseguenza ci aspettiamo che stasera le borse europee chiudano vicino al livello d'apertura.
L'alternativa é che i ribassisti tentino in contrattacco - al momento però non appare nessun movimento sospetto.

Commento dell'8 dicembre

Una inattesa accelerazione con la tecnologia a fare da padrone

Secondo noi la correzione delle borse era praticamente finita settimana scorsa. Gli indici azionari europei avevano probabilmente toccato il fondo martedì 30 novembre mentre in America pensavamo dovesse ancora esserci un test del minimo dell'S&P500 di venerdì a 4495 punti. Solo dopo la formazione di una solida base doveva partire una fase di rialzo che doveva durare fino alla prima decade di gennaio dell'anno prossimo. La buona seduta di lunedì ci aveva fatto venire il dubbio che il rialzo fosse già iniziato. Ieri c'é stata un'accelerazione che ha chiuso definitivamente il capitolo della correzione. Sia in Europa (Eurostoxx50 +3.36% a 4276 punti) che in America (S&P500 +2.07% a 4686.75 punti) c'é stata una seduta eccezionalmente positiva che ha spazzato via la maggior parte delle perdite provocate dalla correzione - specialmente in America gli indici sono già tornati a ridosso del massimo storico.
Questa improvvisa euforia non ci piace per numerose ragioni. Prima di tutto i mercati non ci sembravano ancora pronti per un movimento di tale portata - non vediamo una ragione particolare se non quella di voler a tutti costi partecipare al rally natalizio. Notiamo inoltre che gli speculatori hanno nuovamente comperato a piene mani i soliti nomi della tecnologia - gli investitori hanno semplicemente seguito gli schemi abituali dopo una correzione intermedia. Infine i gap up di ieri sono inabituali in questa fase del mercato - in genere questi gap up devono essere colmati - il problema é che questo non succede normalmente subito ma solo dopo una o due settimane - la correzione di settembre di quest'anno é un esempio classico. In questo caso é possibile che ci sia ancora un breve ma importante tuffo verso la metà di settimana prossima e prima della scadenza dei derivati di dicembre.
Riassumendo la ripresa del rialzo é indiscutibile - ora bisogna essere investititi e long. Speriamo che avete già comperato settimana scorsa. Saltare sul carro in corsa adesso é però pericoloso e potrebbe a breve avere conseguenze negative. Il rialzo potrebbe non proseguire in maniera lineare e dinamica - non possiamo ancora escludere un test dei minimi specialmente in America.  

Ieri le borse europee hanno avuto una seduta decisamente positiva. Guardando i grafici sembra che dopo aver passato sette sedute alla ricerca di un solido minimo gli investitori abbiamo deciso che la fase negativa era terminata e bisognava comperare.
Sinceramente non pensavamo che le borse europee potessero accelerare al rialzo con una simile velocità e con tanto entusiasmo. Ci aspettavamo che la transizione tra correzione e ripresa del rialzo sarebbe stata più fluida, lenta ed esitante. Questa seduta ci ha sorpreso come un gol nel primo minuto di una importante partita di calcio. Gli indici azionari europei hanno aperto in gap up e sono saliti praticamente per tutta la giornata, hanno spazzato via le resistenze e hanno chiuso a ridosso del massimo con guadagni record (Eurostoxx50 +3.36% a 4276 punti) . Siamo sbalorditi e non sappiamo cosa pensare di questo rally. Continuerà così o ci sarà una correzione intermedia? Il gap odierno verrà colmato nei prossimi giorni? Pur essendo rialzisti non abbiamo previsto questa possente spinta di rialzo e siamo "spiazzati".
Normalmente dopo una seduta del genere deve esserci un fase di digestione o consolidamento. Speriamo nei prossimi giorni di essere in grado di stimare come continueremo a salire fino al prossimo massimo significativo previsto nella prima decade di gennaio dell'anno prossimo. Un'altra "sorpresa" é la sottoperformance del settore bancario (SX7E +1.59% a 98.34 punti) - non tutto sta andando come ci eravamo immaginati... Il nostro scenario di un rialzo trascinato dai settori ciclici e finanziari con la tecnologia a sottoperformare, ieri non ha funzionato.

Anche la borsa americana é stata scaraventata verso l'alto da una improvvisa e in parte irrazionale ondata d'acquisti. L'S&P500 ha aperto in gap up a 4650 punti ed é salito di slancio fino alle 17.00 e ai 4693 punti. Probabilmente questo movimento é stato alimentato da tutti i traders short che sono rimasti catturati da questo improvviso cambiamento di tendenza e sono stati obbligati a coprire le posizioni. Molti erano short dai 4700 punti - questo significa che al più tardi a 4700 punti questo effetto di short covering deve esaurirsi. Dopo le 17.00 l'S&P500 é oscillato intorno ai 4690 punti con un massimo a 4694 punti. Sul finale c'é stato un tuffo fino a 4670 punti e un rimbalzo a 4686.75 punti (+2.07%). Il rialzo é stato trascinato dai big delle tecnologia (Nasdaq100 +3.02% a 16325 punti) ma ha goduto della partecipazione di tutto il listino (RUT +2.28%). La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6750 su 1403, NH/NL a 355 su 170 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é scesa a 21.89 punti (-5.29 punti), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.43 e il Fear&Greed Index ha guadagnato 10 punti a 35 punti. Il Summation Index sul NYSE é salito (!) mentre quello sul Nasdaq é ancora in calo. Il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.48% (+0.05%).
Con due sedute di forte rialzo la borsa americana ha praticamente compensato tutte le perdite accumulate nella correzione. Ora si tratta di capire se il rialzo può continuare in maniera dinamica e lineare o se invece, come temiamo noi, ci deve ancora essere una fase di debolezza intermedia con almeno la chiusura del gap che si é formato ieri sui grafici.

Stamattina il future sull'S&P500 sale ancora di 7 punti - l'S&P500 stanotte ha raggiunto teoricamente i 4707 punti e ora sta tornando indietro. Il Nikkei ha guadagnato il +1.42% - Shanghai sta salendo del +1.2%. Alle 08.45 l'Eurostoxx50 vale 4262 punti - le borse europee apriranno in leggero calo (-0.3%). Oggi le borse devono fare una pausa di digestione.

Commento del 7 dicembre

Un inizio di settimana molto buono - é già iniziato il rally natalizio ?

Ieri é stata una giornata di rialzo sia in Europa (Eurostoxx50 +1.40% a 4137 punti) che in America (S&P500 +1.17% a 4591.67 punti).
Le borse europee si sono mosse nel range di settimana scorsa e hanno chiuso sul massimo giornaliero con forti guadagni. Ieri sera eravamo incerti sul come giudicare questa giornata. Considerando i volumi di titoli trattati in calo abbiamo pensato che fosse ancora solo un rimbalzo tecnico e che quindi la fase di formazione di base non fosse ancora finita. Per i vari indici europei che analizziamo abbiamo indicato nei commenti serali quale dovrebbe essere il livello massimo del rimbalzo prima che ci sia ancora un'ultima spinta di ribasso. L'esito della seduta aa New York ha però fatto sorgere il dubbio che il rally natalizio sia già iniziato.

Per l'S&P500 avevamo previsto questa settimana un'oscillazione tra i 4500 ed i 4610 punti. Ieri sera l'indice ha toccato un massimo a 4612 punti e ha chiuso a 4591.67 punti (+1.17%). Ha quindi già raggiunto il teorico massimo settimanale con dei dati tecnici in sensibile miglioramento. Stamattina l'S&P500 vale 4622 punti - non ci sono bisogno grandi analisi tecniche per vedere che l'indice sembra partire al rialzo e non mostra la minima intenzione di voler ridiscendere in direzione dei 4500 punti. Fanno stato le chiusure giornaliere - l'S&P500 può ancora tornare sotto i 4610 punti. Le probabilità si spostano però decisamente in favore del rally natalizio che in ogni caso era la nostra previsione di base. L'unica cosa che non sapevamo era se i 4500 punti (4495 punti di minimo venerdì) fossero stati abbastanza per terminare la correzione.
L'S&P500 ha aperto a 4560 punti e all'inizio é ancora sceso a 4540 punti. Poi i rialzisti hanno preso il controllo delle operazioni e balzi regolari l'indice é salito fin verso le 20.00 quando ha toccato il massimo a 4612 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni é scivolato verso il basso e ha chiuso a 4591.67 punti (+1.17%). Come pensavamo hanno performatzo bene i settori ciclici e le banche (+1.93%) mentre la tecnologia ha ancora sottoperformato. Il Russell2000 (+2.26%) ha nettamente battuto il Nasdaq100 (+0.85% a 15846 punti).
La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5983 su 2187, NH/NL a 229 su 1658 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é scesa a 27.18 punti (-3.49%), il CBOE Equity put/call ratio era ancora abbastanza alto a 0.54 mentre il Fear&Greed Index comincia a recuperare ed é salito a 25 punti (+5 punti). I Summation Index scendono ancora ma rallentano la caduta. Il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.43% (+0.08%).
Insomma - l'S&P500 non ha chiuso sopra i 4610 punti ma il mercato nel suo complesso ha mostrato parecchia forza e non abbiamo visto divergenze. Inoltre la situazione si sviluppa come atteso con una buona performance dei settori ciclici. Esiste quindi una buona probabilità che la correzione sia finita e che sia iniziata l'attesa fase di rialzo fino alla prima decade di gennaio 2022.

Stamattina il future sull'S&P500 guadagna altri 30 punti. Il Nikkei é salito del +1.89% - Shanghai mostra un +0.2%. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4177 punti (+40 punti). Le borse europee apriranno con una plusvalenza di circa il +1%. Ieri sera abbiamo scritto che l'Eurostoxx50 poteva risalire al massimo fino ai 4200 punti prima di ricadere e continuare la fase di formazione di base.
4200 punti di Eurostoxx50, 15600 punti di DAX e 4610 punti di S&P500 - questi sono i livelli da monitorare oggi.

Nel commento del 27-28 novembre avevamo consigliato Lufthansa all'acquisto a 5.42 EUR - secondo noi questo era l'esempio tipico di una società che avrebbe performato bene nella prossima fase di rialzo. Ieri l'azione ha chiuso a 6.09 EUR (+12.3% in 6 sedute).

Aggiornamento del 6 dicembre

S&P500 bloccato a breve tra i 4500 ed i 4610 punti

Appaiono i primi scenari economici e le prime previsioni per i mercati finanziari per il 2022. Tutti sono concordi nel dire che fino a quando i tassi d'interesse reali sono negativi e le politiche monetarie restano espansive le azioni restano l'unico veicolo d'investimento sul quale contare per ottenere delle performance positive. La liquidità e le obbligazioni vengono penalizzati dall'inflazione. In effetti molte compagnie macinano utili - il problema evidente é che le valutazioni fondamentali sono decisamente troppo alte. Ora che le Banche Centrali cominciano a diminuire i volumi di acquisti mensili di obbligazioni molti temono a giusta ragione che la riduzione del flusso di liquidità provocherà delle turbulenze. Il 2022 sarà un anno difficile - la borsa americana dovrà combattere contro azioni semplicemente troppo care - l'interesse degli investitori dovrebbe spostarsi su altri mercati come quelli emergenti.

Per il momento le borse sono ancora impegnate con la correzione pre natalizia. Molti si domandano se la discesa dell'S&P500 a 4500 punti é sufficiente per concludere questa fase. È possibile ma poco probabile. È una soluzione troppo evidente e logica - normalmente la borsa si comporta diversamente da quello che si aspetta la maggior parte degli investitori. Il venerdì 17 scadranno i derivati di dicembre. Vediamo sul mercato delle opzioni delle operazioni aperte al ribasso di grandi dimensioni. Temiamo che la correzione potrebbe durare fino a questa data e fino al momento in cui questi contratti verranno chiusi e spariranno dal mercato. Per questa settimana ci aspettiamo una semplice oscillazione dell'S&P500 tra i 4500 ed i 4610 punti. Tendenzialmente siamo venditori speculativamente sui 4610 punti (trading) e compratori di azioni sul medio termine (investimento) nel caso di un tuffo in direzione dei 4500 punti e più in basso. Stamattina il future sull'S&P500 guadagna 19 punti - l'S&P500 vale 4557 punti.

Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4109 punti (+29 punti). Le borse europee apriranno con un guadagno del +0.70%. Non crediamo che oggi possano salire decisamente più in alto. La fase di incertezza e di formazione di base deve durare qualche giorno.

Commento del 4-5 dicembre

Anche gli indici americani hanno praticamente raggiunto gli obiettivi della correzione - ora le borse devono fare base

Durante la settimana la correzione delle borse é continuata. Come previsto una settimana fà, abbiamo avuto una serie di sedute molto volatili con numerosi cambiamenti di direzione. Le borse europee hanno probabilmente toccato il minimo della correzione martedì. La borsa americana potrebbe averlo fatto venerdì quando c'é stato l'atteso crollo della tecnologia e la caduta del Nasdaq100 (-1.74% a 15712 punti) su un minimo a 15543 punti. Gli obiettivi teorici della correzione (4500 punti di S&P500 e 15000 punti di Nasdaq100) sono stati praticamente raggiunti e negli indicatori di sentiment appare parecchio pessimismo (Fear&Greed Index a 20 punti, -5 punti). Finalmente anche i traders sembrano abbandonare il campo - il CBOE Equity put/call ratio é balzato a 0.74. Inoltre si moltiplicano le voci che annunciano la fine del Bull market e affermano che tra il 18 e il 22 novembre si é verificato il top quando l'S&P500 ha toccato i 4743 punti. Infine si sono fatti sentire i vari profeti del crash che pensano sia arrivato il loro momento. In mezzo a questa cacofonia noi abbiamo due convinzioni.
La prima é che la correzione é praticamente finita nel senso che gli indici sono probabilmente vicini al minimo definitivo. Non ci é però piaciuta la chiusura di venerdì. Invece che esaurire la spinta di ribasso con una chiusura sul minimo giornaliero, c'é stato un rally sul finale provocato da chi tenta ancora speculativamente di indovinare il minimo. I 4500 punti di S&P500 (minimo a 4495 punti) era in effetti un livello molto allettante e nell'ultima ora di contrattazioni sono arrivati gli acquisti. Temiamo di conseguenza che, come in un terremoto, ci debbano essere delle scosse di assestamento. La fine della correzione esattamente sugli obiettivi é troppo ovvia. Ci aspettiamo quindi ancora una settimana movimentata con un ulteriore test dei minimi e probabilmente una caduta degli indici americani ancora più in basso. Ci piacerebbe rivedere l'S&P500 a 4440 punti e il Nasdaq100 sui 15000 punti. Ricordiamo che i dati sul sentiment sono soggettivi - la differenza tra pessimismo e panico é labile ad aleatoria - visto l'eccesso di rialzo e l'ipercomperato da cui é partita la correzione dovrebbe esserci ora un forte eccesso di ribasso prima che finiscano le vendite. Le RSI degli indici americani veleggiano ancora sui 42 punti. Insomma - sembra ancora esserci dello spazio sotto i 4500 punti di S&P500 e il crollo della tecnologia non ci sembra sufficiente.
La seconda convinzione é che il rialzo sul lungo termine non é finito. Manca ancora una fase finale di euforia. Crediamo che nelle prossime una a due settimane debba partira un'ultima gamba di rialzo che avrà caratteristiche completamente diversa da quanto visto finora. La borsa salirà a causa della crescita economica provocata dagli stimoli monetari, fiscali e di spesa pubblica. I tassi d'interesse saliranno ma resteranno realmente ampiamente negativi evitando di spaventare gli investitori - prevediamo che dagli attuali 1.35% il reddito dell'US Treasury Bond decennale salga sopra il 2%. Con questo scenario saranno da favorire i titoli ciclici e finanziari (banche) - crediamo che in questa fase la tecnologia avrà tendenza a sottoperformare. In ogni caso noi non siamo negativi per i mercati azionari. Bisogna restare investiti e non farsi spaventare da questa correzione anche se avremo ancora qualche giorno difficile e di passione. Pensiamo che l'anno prossimo ci sarà un crollo delle borse quando le Banche Centrali perderanno il controllo della situazione e le loro misure non faranno più presa sui mercati. La festa però non é ancora finita - durerà ancora qualche mese e spesso la fase finale di un bull market é la parte più divertente e appassionante.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.23% a 4080 punti
SX7E (banche)          +1.21% a 94.85 punti
DAX                         -0.57% a 15170 punti
SMI                         -0.19% a 12175 punti
FTSE MIB                 +0.33% a 25938 punti
S&P500                    -1.22% a 4538.43 punti
Nasdaq100               -1.95% a 15712 punti

Venerdì la seduta é stata negativa sia in Europa (Eurostoxx50 -0.68% a 4080 punti) che in America (S&P500 - 1.22% a 4538.43 punti). Molti analisti hanno dato la colpa al deludente rapporto sul mercato del lavoro americano a novembre pubblicato alle 14.30. Non é questa la causa delle vendite - in effetti l'S&P500 alle 15.30 ha aperto in guadagno di 30 punti e sul massimo giornaliero - solo dopo é arrivato il crollo. I mercati azionari hanno semplicemente continuato la correzione che questa volta ha coinvolto come speravamo i big della tecnologia.
Ma torniamo in Europa. Le borse hanno aperto in guadagno, sono scese in negativo a metà mattinata e sono tornate in positivo nel pomeriggio. Poi ovviamente hanno seguito l'America e hanno chiuso poco sopra il minimo giornaliero e con moderate perdite. I minimi di martedì (Eurostoxx50 a 4027 punti) non sono stati avvicinati - neanche nel dopo borsa (Eurostoxx50 alle 22.00 a 4088 punti).
Per l'analisi tecnica non abbiamo nulla di nuovo da aggiungere rispetto alle precedenti analisi. Notiamo la buona performance settimanale del settore bancario che ha aiutato la borsa italiana - questa forza relativa é emersa malgrado che durante la settimana i tassi d'interesse di mercato sono scesi (reddito del Bund decennale a -0.394%). Immaginatevi cosa potrebbe succedere se il rialzo delle borse riprende e i tassi d'interesse cominciano a salire... 

L'S&P500 ha aperto con un balzo a 4608 punti - subito sono però arrivate le vendite e l'indice alle 18.00 era a 4506 punti. Ha recuperato fino ai 4535 punti ma poi i ribassisti hanno nuovamente dominato e hanno imposto un minimo a 4495 punti. Questa rottura sotto i 4500 punti é stata comperata e nell'ultima ora di contrattazione l'S&P500 é tornato a 4538.43 punti (-0.84%). La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1854 su 6270, NH/NL a 116 su 2001 (terza seduta con una diminuzione dei NL!) e volume relativo a 1.2. La volatilità VIX é balzata a 30.67 punti (+2.72) - i Summation Index sono ancora in calo.
Ora il mercato é decisamente in eccesso di ribasso a cortissimo termine. Ci aspettiamo quindi un rimbalzo seguita ancora da un tuffo. In questa fase di formazione di base ci aspettiamo che gli indicatori di partecipazione migliorino - abbiamo già visto che la pressione di vendita é in diminuzione. La spiegazione é semplice - il Russell2000 (-2.13%) venerdì non é sceso sotto il  minimo di giovedì - sono ora pochi titoli pesanti della tecnologia (AGMAF + Tesla (-6.42%) e NVidia (-4.46%)) a fare pressione sugli indici.
L'unico aspetto che ci preoccupa é la debolezza dei nostri indicatori di riferimento per il trend di base - solo il 24.6% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE é sceso a 43.31 punti. Vediamo però apparire della forza relativa sui settori ciclici che sembra sostenere le nostre previsioni positive sul medio termine.

Un'ultimo avvertimento: comprate solo delle azioni con dei validi fondamentali - le azioni di società "distruttive" senza utili e senza cash flow (in parte anche senza cifra d'affari) vengono in questa fase vendute senza ritegno. Nel prossimo rialzo difficilmente si riprenderanno. Anche le monete digitali stanno subendo perdite devastanti. Il Bitcoin un mese fà veleggiava sui 68'000 USD - oggi (sabato 4 dicembre) é precipitato a 42'000 USD. Risalirà insieme alla borsa - chi però non ha lo stomaco per sopportare questa volatiltà e i crolli intermedi deve restare lontano da questo mercato altamente speculativo.

Commento del 3 dicembre

La reazione del Russell2000 (+2.74%) é arrivata con un giorno di ritardo - il Nasdaq100 (+0.71%) zoppica

Mercoledì c'é stato un rally in Europa e un tonfo in America. Ieri é stato il contrario. Le borse europee (Eurostoxx50 -1.70% a 4108 punti) sono state influenzate dalla sedute negativa a New York del giorno prima e malgrado i segnali positivi che stavano arrivando nel pomeriggio dall'America hanno chiuso con forti perdite. A Wall  Street invece c'é stato l'atteso rally da ipervenduto (S&P500 +1.42% a 4577.10 punti) con protagoniste le piccole e medie imprese (PMI) racchiuse nel Russell2000 (+2.74%). Questa alta volatilità e questi repentini cambiamenti di direzione sono l'espressione del combattimento che sta avvennendo tra rialzisti e ribassisti e che dovrebbe permettere alle borse di trovare una solida base prima di ripartire definitivamente al rialzo.
Restiamo dell'opinione che per chiudere il capitolo correzione c'é bisogno che anche la tecnologia subisca un tracollo e che ci siano una o due sedute con panico. Ieri il Nasdaq100 (+0.71% a 15990 punti) ha semplicemente sottoperformato.
La correzione non é ancora finita malgrado che in Europa gli indici azionari sembrano aver toccato il fondo - difficilmente le borse europee scenderanno ancora sensibilmente sotto i minimi di martedì (Eurostoxx50 a 4027 punti). Il Nasdaq100 dovrebbe invece ancora cadere su un minimo a 15500 punti - sono 500 punti sotto il livello attuale (-3.2%).

Le borse europee seguono l'America con qualche ora di ritardo e purtroppo con una evidente debolezza relativa. In parole povere in questa correzione stanno perdendo di più in percentuale della borsa americana malgrado che le valutazioni fondamentali siano più interessanti. Pensiamo che questo sia anche una conseguenza di un mercato troppo frammentato e poco capitalizzato ma questo é un discorso troppo lungo da fare in questa sede. È anche una questione di marketing - sulla borsa americana di trovano molte più informazioni e analisi di mercato - le istituzioni e le banche europee non sono capaci a vendere azioni di società europee. Trovo più reseach gratuito in Internet sulle società americane rispetto alle informazioni che mi fornisce UBS (che si vanta di essere uno dei più grossi gestori patrimoniali al mondo e di cui sono cliente) sulle società svizzere. Ma torniamo alla borsa.
Ieri gli indici azionari europei hanno aperto in calo, hanno ancora perso qualche punto fino nel primo pomeriggio e hanno recuperato qualcosa in serata grazie ai segnali positivi provenienti da Wall Street. A fine giornata sono rimaste delle pesanti perdite tra il -1.70% dell'Eurostoxx50 e il -0.73% dell'SMI. Gli indici hanno perso meno di quanto avevano guadagnato mercoledì - il contraccolpo é però doloroso ed evidente. Di positivo possiamo segnalare la chiusura lontana dal minimo giornaliero e il fatto che il minimo di martedì non é stato avvicinato. La correzione e il processo di formazione di base non sono però ancora finiti.

L'S&P500 ha aperto in positivo a 4517 punti. All'inizio é salito fino ai 4568 punti ma poi é ancora ricaduto a 4525 punti facendo temere una ripetizione della caduta di mercoledì. L'indice é però ripartito al rialzo e ha metà seduta si é stabilizzato sui 4680 punti. È oscillato intorno a questo valore fino alla chiusura a 4577.10 punti (+1.42%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6014 su 2118, NH/NL a 123 su 2035 e volume relativo a 1.3. La volatilità VIX é scesa a 27.95 punti (-3.17%), il CBOE Equity put/call ratio é finalmente salito a 0.62 mentre il Fear&Greed Index é lievitato a 25 punti (+3 punti). Anche nel mercato dele opzioni appare adesso del pessimismo. Vorremmo però vedere una caduta dei big della tecnologia prima di poter dire che la correzione é finita.
I Summation Index sono ancora in calo.

Stamattina alle 07.00 il future sull'S&P500 guadagnava 6 punti - ora ne sta perdendo 3. L'S&P500 vale 4574 punti - c'é un'importante fascia di resistenza sui 4580-4600 punti. Fino a quando l'S&P500 non riesce a terminare una seduta sopra questo livello la strada verso il basso resta aperta. Alle 08.20 l'Eurostoxx50 vale 4138 punti (+30) - le borse europee apriranno con un guadagno del +0.7%. Oggi le borse dovrebbero calmarsi - crediamo che stasera ritroveremo gli indici vicini al livello d'apertura.
Alle 14.30 verrà pubblicato l'importante rapporto sul mercato del lavoro americano a novembre - spesso questi dati influenzano i tassi d'interesse. Non sembra però che questo sia l'attuale problema della borsa - negli ultimi giorni i tassi d'interesse sono rimasti stabili (reddito dell'USTBond decennale a 1.44%, +0.01%). Stamattina le borse asiatiche sono al rialzo - il Nikkei ha guadagnato il +1%, Shanghai sta salendo del +0.9%.
Probabilmente il tuffo finale di questa correzione é rimandato a settimana prossima.

Commento del 2 dicembre

Una preoccupante caduta della borsa americana - la correzione continua con delle reazioni inattese

Ieri fino alle 17.30 la seduta si é svolta senza sorprese. Le borse europee sono nuovamente rimbalzate e questa volta sono riuscite a salire dopo la buona apertura e a chiudere sul massimo giornaliero con forti guadagni (Eurostoxx50 +2.86%). Come anticipato ieri nei commenti serali questo rally non sembra ancora rappresentare l'inizio di una fase di rialzo poiché i modesti volumi non sostengono il movimento. Inoltre gli indici sono semplicemente tornati sui massimi di venerdì scorso lasciando aperto l'ampio gap down d'apertura. Siamo convinti che deve ancora formarsi una solida base prima che le borse possano salire in maniera sostenibile. Quella di ieri é stata però una dimostrazione che i rialzisti sono vivi e vegeti - é possibile, e secondo noi probabile, che i minimi di martedì vengano ancora testati nei prossimi giorni - la fine di questa correzione si sta però avvicinando e conviene cominciare a comperare in maniera selettiva azioni.
Noi pensiamo che nella prossima fase di rialzo delle borse i tassi d'interesse debbano salire. Probabilmente ora i tassi d'interesse di mercato sono su un minimo di periodo (reddito dell'USTBond decennale a 1.43%) - di conseguenza nel futuro bisogna concentrare gli investimenti in settori ciclici e che approfittano di un aumento del costo del denaro - noi comperiamo banche e compagnie aeree (ieri Lufthansa +5.07%) e diminuiamo le posizioni nel settore tecnologico.

Pensavamo che anche la borsa americana dovesse rimbalzare trascinata dal settore delle piccole e medie imprese (Russell2000 / RUT -2.34%) decisamente ipervenduto. Invece c'é stata a sorpresa una seduta in due direzioni. Un rialzo fino alle 17.30 e un forte ribasso fino alla chiusura. Il risultato é stata una seduta ad altissima volatilità con un impressionante ed inatteso reversal. Il Russell2000 si é mosso in un range di 5%! L'S&P500 ha aperto a 4615 punti, é salito a 4653 punti di massimo ed é crollato fino ad un minimo a 4510 punti per infine chiudere vicino al minimo a 4513.04 punti (-1.18%) - tra minimo a massimo abbiamo 143 punti o il 3.1%!
il nuovo minimo di periodo significa indiscutibilmente che la correzione non é ancora finita. Ieri anche la tecnologia ha avuto un netto cedimento - il Nasdaq100 (-1.60% a 15877 punti) ha rotto il supporto a 16000 punti e ha attivato l'obiettivo a 15500 punti. A livello tecnico abbiamo un problema - pensavamo che il Russell2000, decisamente ipervenduto, dovesse rallentare la caduta e cominciare a sovraperformare - il crollo di ieri ha smentito questa ipotesi ed ora non sappiamo esattamente come deve concludersi la correzione. Speriamo che il segnale provenga dalla tecnologia - quando anche questo settore crollerà e avremo del panico tra gli investitori sapremo con sicurezza che il minimo definitivo é stato raggiunto.
La seduta ieri al NYSE é stata pessima con A/D a 1670 su 6492, NH/NL a 231 su 2341 e volume relativo a 1.6. Avrete forse notato una divergenza positiva - il numero di nuovi minimi a 30 giorni (NL) é diminuito rispetto a ieri! La partecipazione al ribasso é in calo.
La volatilità VIX é salita a 31.12 punti (+3.93), il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.52 (ancora lontano da livello da noi auspicato di 0.67) e il Fear&Greed Index é sceso a 22 punti (-4). C'é pessimismo ma ancora nessun panico. I Summation Index continuano a scendere.
Insomma - la correzione si sta svolgendo come da copione e non é ancora finita. Bisogna però cominciare a comperare in previsione della successiva fase di rialzo. È difficile prevedere in anticipo quando e dove ci sarà il minimo - dagli attuali 4513 punti l'S&P500 potrebbe ancora scendere sui 4450 punti. I margini di errore sono però ampi (+/-50 punti) e probabilmente la prima reazione dal minimo sarà dinamica. Non bisogna aspettare troppo a comperare.

Stamattina il future sull'S&P500 guadagna 28 punti. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4134 punti - le borse europee apriranno con perdite di circa il -1%. Ieri molti traders sono rimasti bruciati dal reversal americano. Oggi saranno più prudenti. Avranno tendenza a vendere il rimbalzo iniziale piuttosto che comperarlo.
Stamattina i mercati asiatici sono tranquilli - il Nikkei ha perso il -0.65% - Shanghai é in pari.

Commento del 1. dicembre

Malgrado la seduta negativa ci sono i primi tentativi di formazione di base

Indubbiamente la seduta di ieri é stata negativa - sia l'Eurostoxx50 (-1.13% a 4063 punti) che l'S&P500 (-1.90% a 4567 punti) hanno perso più dell'1% e hanno toccato dei nuovi minimi mensili. La correzione continua - chi guarda solo le perdite e i grafici non trova elementi costruttivi. Chi invece osserva con attenzione quanto é successo nel corso della giornata ha notato due aspetti positivi. Il primo é che le borse europee hanno toccato il minimo giornaliero verso le 10.15 del mattino e poi hanno recuperato terreno. Il netto cedimento nel tardo pomeriggio della borsa americana non ha provocato un nuovo minimo delle borse europee che hanno mostrato un'evidente riluttanza a scendere più in basso. Un effetto simile l'abbiamo osservato a Wall Street. L'S&P500 (-1.90%) e il Russell2000 (-1.92%) hanno avuto la medesima perdita in termini percentuali. L'S&P500 é però caduto sul minimo a 4560 punti poco prima della chiusura - si é fermato 7 punti più in alto a 4567 punti. Il Russell2000 ha invece toccato il minimo giornaliero a 4175 punti a metà seduta e poi ha mostrato forza relativa risalendo di più dell'1% e chiudendo a 2199 punti, 24 punti sopra il minimo. Sembra quindi che i settori deboli concentrati nel Russell2000 abbiamo già cominciato a rimbalzare.
Il problema é che questa correzione sta facendo danni alla tendenza rialzista di fondo - il Bullish Percent Index sul NYSE é sceso a 46.89 punti e ormai solo pochi settori hanno un BPI sopra i 50 punti. Il fattore stagionale favorisce il rialzo di fine anno e la discesa di novembre ha ancora le caratteristiche di una correzione di corto termine. Temiamo però che la successiva fase di rialzo possa solo partire tra una decina di giorni ed essere piuttosto debole. Crediamo che gli indici azionari non riusciranno più a testare il massimo annuale.

Come avevamo previsto lunedì sera sulla base del deludente rimbalzo, ieri la correzione in Europa é continuata. L'Eurostoxx50 ha toccato un nuovo minimo di periodo e ha perso altri 46 punti. Il ribasso sta però rallentando e l'Eurostoxx50 ha chiuso lontano dal minimo giornaliero. Pensiamo che a breve l'Eurostoxx50, che ieri ha raggiunto la MM a 200 giorni, dovrebbe toccare il fondo e cominciare a fare base. Lo stesso vale per il DAX (-1.18% a 15100 punti), che ha raggiunto l'ovvio obiettivo a 15000 punti, e per il FTSE MIB (-0.87% a 25814 punti) che dovrebbe trovare solido supporto sui 25500 punti. 
L'indice delle banche SX7E (-0.30% a 93.80 punti) ha perso meno di quanto ci si poteva immaginare considerando anche un calo dei tassi d'interesse. Questo settore potrebbe trascinare il prossimo sostanziale rimbalzo che non dovrebbe tardare.

L'S&P500 ha aperto a 4624 punti ed é salito sul massimo a 4646 punti. È rimasto un'oretta sui 4640 punti e poi le dichiarazioni di Jerome Powell hanno scatenato le vendite. Il capo della FED pensa che l'inflazione non é solo un effetto temporaneo e intende anticipare e velocizzare il tapering. L'S&P500 é sceso a 4581 punti, é rimbalzato e poi con una seconda spinta di ribasso é caduto a 4565 punti. Dopo le 18.00 il mercato ha tentato di recuperare e l'S&P500 é tornato a ridosso dei 4600 punti ma dopo le 20.00 i ribassisti si sono definitivamente imposti. L'S&P500 ha toccato un minimo giornaliero a 4560 punti e ha chiuso a 4567.00 punti (-1.90%). Il Nasdaq100 ha perso meno terreno (-1.60% a 16135 punti) grazie alla buona prestazione di Apple (+3.16%). La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1788 su 6360, NH/NL a 177 su 2629 (!) e volume relativo a 1.6. La volatilità VIX é salita a 27.19 punti (+4.23), Il CBOE Equity put/call ratio era nella media a 0.48 mentre il Fear&Greed Index é precipitato a 26 punti (-14). Pensiamo che per terminare la correzione ci voglia una seduta pessima della tecnologia con un'impennata del ratio delle opzioni sulle azioni. Ma prima la borsa dovrebbe ancora rimbalzare con la leadership del Russell2000.

Stamattina il future sull'S&P500 guadagna 43 punti. Le borse asiatiche sono in positivo (Nikkei +0.41%, Shanghai +0.30%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4107 punti (+1%). Oggi ci aspettiamo un rimbalzo più convincente di quello di lunedì. Prevediamo una chiusura sopra il livello d'apertura e quindi con consistenti guadagni.

Commento del 30 novembre

Rimbalza bene solo la tecnologia - per il resto sembra che la correzione non é finita

Dopo il crollo di venerdì ieri doveva essere la giornata del rimbalzo - almeno a cortissimo termine c'era un eccesso di ribasso da compensare. Il rimbalzo é stato debole e deludente in Europa. Dopo la buona apertura i compratori sono velocemente scomparsi - gli indici azionari hanno chiuso poco sopra i minimi giornalieri e con leggeri (DAX +0.16% a 15280 punti) fino a moderati (FTSE MIB +0.73% a 26041 punti) guadagni. Rispetto alle perdite di venerdì, che si aggiravano intorno al -4%, il recupero ieri é stato quasi inesistente. Formalmente si é trattato di una seduta in trading range - teoricamente il rimbalzo potrebbe ancora svillupparsi anche perché ieri gli indici non sono mai caduti in negativo e quindi non abbiamo sui graficii dei minimi discendenti. È però evidente che pochi osano già comperare mentre molti sono ancora venditori spinti dall'incertezza e dalla voglia di ridurre i rischi.
Sembra che a corto termine la correzione non é terminata e potrebbe ancora esserci una limitata spinta di ribasso.

In America il rimbalzo a prima vista é stata più convincente - l'S&P500 ha guadagnato il +1.32% a 4655.27 punti. Osservando gli indicatori ci si rende però contro che gli acquisti sono stati selettivi e si sono concentrati guarda caso nel settore tecnologico (Nasdaq100 +2.33% a 16399 punti). Invece il Russell2000 (-0.18%) si é comportato come le borse europee fallendo il rimbalzo. Malgrado che l'S&P500 tornando sopra i 4650 punti abbia annullato la spinta di ribasso di venerdì, non sembra che la borsa americana abbia già superato la crisi. L'immagine é stata distorta dalla forza della tecnologia - sotto la superficie abbiamo avuto una seduta equilibrata (A/D a 4129 su 4006) che lascia la borsa in una posizione vulnerabile.
L'SP500 ha aperto in positivo sui 4651 punti. All'inizio l'indice non é riuscito a difendere i 4650 punti ed é sceso a 4625 punti. Poi però i compratori sono tornati in forze, l'indice é salito sui 4665 punti ed é rimasto su questo livello per parecchie ore. Ha toccato un massimo a 4673 punti e solo nell'ultima ora di contrattazione é tornato a 4655.27 punti (+1.32%). Come detto la seduta é stata equilibrata con A/D a 4129 su 4006, NH/NL a 199 su 1280 e volume relativo a 1.2. La volatilità VIX é precipitata a 22.96 punti (-5.66), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.42 mentre il Fear&Greed Index é balzato a 42 punti (+9). I Summation Index sono scesi.
Insomma - la seduta ha mandato segnali contrastanti - sembra che il mercato sia in cerca di equilibrio e di una solida base. Malgrado il forte guadagno dell'S&P500 non sembra che la correzione sia finita - crediamo che ci saranno ancora alcune sedute volatili durante le quali il mercato dovrebbe andare a cercare dei validi supporti. Mentre il Russell2000 é ipervenduto e pronto per un sostanziale rimbalzo, Il Nasdaq100 sembra essere rimbalzato ma pronto per un'altra spinta di ribasso in direzione dei 16000 punti - se questo supporto viene rotto l'indice dovrebbe scendere a 15500 punti.
Riassumendo la situazione tecnica é ancora contrassegnata da una forte instabilità con segmenti del mercato ancora deboli. Crediamo che la correzione sarà finita solo quando avremo un generale ipervenduto e un pò di panico. Per ottenere questa costellazione riteniamo che sia necessaria una caduta del settore tecnologico.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 43 punti. Il Nikkei ha perso il -1.63% - le borse cinesi sono in pari. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale  4044 punti - le borse europee apriranno con una caduta del -1.5%. Oggi avremo un'altra spinta di ribasso - la correzione continua.
Poiché noi siamo convinti che questa é solo una correzione di corto termine approfitteremo della situazione per comperare. È possibile che stamattina ci sia ancora un crollo (-3%'). Pensiamo però che stasera gli indici azionari europei chiuderanno decisamente sopra il minimo giornaliero.

Aggiornamento del 29 novembre

Le vendite del Black Friday in calo del 28% rispetto al 2019

Sono stati resi noti i dati riguardanti le vendite al dettaglio del Black Friday negli Stati Uniti. I media annunciano un aumento rispetto al 2020 - in effetti, se paragoniamo le visite ai negozi rispetto al 2019 c'é ancora un calo del -28%. L'America non ha ancora superato la crisi provocata dal Coronavirus.
Nel frattempo si moltiplicano le notizie riguardanti la nuova variante proveniente dal Sud Africa Omicron. C'é chi la definisce innocua mentre l'OMS si dichiara preoccupato e i Governi si affrettano a emanare misure per contenere la sua diffusione.
Omicron per le borse ha solo rappresentato una buona ragione per correggere. Le notizie riguardanti questa variante influenzeranno le prossime oscillazioni degli indici azionari ma non cambieranno la sostanza del movimento. Abbiamo una correzione di corto termine che probabilmente é vicina alla fine sia in termini di punti che temporalmente. È unicamente difficile scegliere il momento giusto per comperare e sfruttare la successiva fase di rialzo.

Oggi si inizia con un ovvio e prevedibile rimbalzo. Stanotte il future sull'S&P500 é subito risalito di 46 punti e poi si é bloccato - - l'S&P500 vale ora 4640 punti ed é quindi tornato sul massimo di venerdì e a ridosso della resistenza a 4650 punti. Secondo la nostra analisi l'indice non dovrebbe riuscire a superare questo livello al primo tentativo e dovrebbe ricadere. Pensiamo che in seguito dovrebbe esserci una caduta finale fino ai 4540 punti per terminare la correzione con dell'ipervenduto e del panico. Dobbiamo però analizzare la qualità dell'odierno rimbalzo prima di poter confermare questo scenario di massima.
L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4153 punti (+64 punti). Le borse europee apriranno con un balzo del +1.5%. Sullo slancio stamattina guadagneranno ancora qualche punto. Poi dovrebbero ridiscendere.
Il Nikkei stamattina ha perso il -1.63% - Shanghai é in pari.

Commento del 27-28 novembre

Omicron (variante 8.1.1.529) provoca un crollo che non dovrebbe durare più che qualche giorno

Venerdì la correzione strisciante delle borse che era iniziata intorno al 19 novembre é sfociata in una seduta pessima con un crollo in Europa (Eurostoxx50 -4.74% a 4089 punti) e una caduta pesante ma controllata in America (S&P500 -2.27% a 4594.62 punti). La causa ufficiale é la scoperta della nuova variante sudafricana Omicron del Covid19. Sembra che questa mutazione sia più contagiosa e pericolosa per la salute della variante Delta che al momento sta provocando la quarta ondata di contagi in Europa. Non pensiamo che questa variante Omicron cambierà radicalmente la situazione sia sanitaria che economica - le borse però avevano bisogno una ragione per correggere e l'hanno trovata. L'ondata di vendite non é stata provocata dai probelmi del mercato immobiliare cinese o dall'inflazione ma dal terzo tema che abbiamo più volte preso in considerazione - il Covid. Ancora una settimana fà nel commento del 20-21 novembre avevamo ripreso questa tesi: "La ripresa del rialzo é condizionata ad una correzione minore con un pò di pessimismo tra gli investitori. Siamo convinti che debba ancora esserci una fase di incertezza e consolidamento con eventualmente una correzione di un -5% prima che la tendenza di base rialzista (...) possa riapparire e liberare il suo potenziale nel tradizionale rally di Natale. La quarta ondata di contagi di Covid19 e i lockdown previsti in Europa dovrebbero contribuire a spaventare gli investitori ed indurli alla prudenza."
Sulla base di quanto osservato finora e in particolare di quanto successo venerdì restiamo convinti che le borse stanno avendo una correzione di corto termine che non dovrebbe mettere a rischio la tendenza rialzista di base. Il crollo di venerdì ha già permesso agli indici azionari europei di cadere in ipervenduto e cominciamo ad osservare un certo pessimismo - il Fear&Greed Index é precipitato dai 62 punti di mercoledì (giovedì la borsa era chiuso in occasione di Thanksgiving) ai 31 punti (-31 !) di venerdì. La volatilità VIX é esplosa a 28.62 punti (+10.04). Raramente questi indicatori cambiano così radicalmente nel corso di una giornata. Non bisogna poi dimenticare che la seduta a Wall Street era più corta del solito - é finita alle 19.00 con 3 ore di anticipo. Pochi operatori e investitori erano presenti ed attivi e quindi lunedì molti investitori si ritroveranno con una situazione mutata radicalmente e dovranno decidere cosa fare. Pochi hanno liquidità a disposizione per comperare e aumentare ulteriormente la quota azionaria - molti sono sovrainvestiti e tanti sono speculativamente long sul mercato delle opzioni. È probabile che ci saranno ancora delle vendite causate da chi é rimasto bruciato dalla velocità del crollo e deve adattare il portafoglio. I segnali di vendita generati dall'analisi tecnica, soprattutto grafica (rottura di supporti), indurranno molti a vendere. Noi crediamo che nelle prossime due settimane domineranno due fattori - la volatilità e la ricerca di un minimo ed di una solida base. La storia ci insegna che a qualsiasi terremoto in borsa seguono delle scosse di assestamento - ci aspettiamo di conseguenza alcune sedute con un largo range e numerose oscillazioni nelle due direzioni. D'altra parte crediamo che il minimo della correzione non é lontano specialmente in Europa. Per fare un esempio il DAX (-4.15% a 15257 punti) venerdì ha aperto in gap down sotto la MM a 50 giorni e sotto il bordo inferiore delle Bollinger Bands. L'indice é poi sceso sotto la MM a 200 giorni e ha chiuso sul minimo giornaliero con una megaperdita di 660 punti. La volatilità VDAX si é impennata a 29.08 punti (+10.27) - la RSI é già scesa a 27.41 punti. Evidentemente si é esagerato - é possibile che sulla slancio l'indice scenda ancora fino ai 15000 punti (minimo di maggio ed ottobre). Qui però deve fare base e successivamente riprendere il rialzo.
Noi abbiamo comperato l'Eurostoxx50 (-4.74% a 4089 punti) venerdì sera poco prima della chiusura alzando la percentuale di azioni in portafoglio. Non é una posizione speculativa long ma una posizione d'investimento a medio termine.
Diversa é la situazione in America dove gli  indici finora sono scesi poco e dove esiste teoricamente ancora parecchio spazio a disposizione verso il basso per una correzione. Dobbiamo però aspettare lunedì e una seduta "normale" prima di poter dire in quale forma tecnica si trova effettivamente l'America - da settimane ci lamentiamo della debolezza a livello di partecipazione, della fragilità strutturale e delle divergenze negative con un Russell2000 (-3.67%) relativamente debole e un Nasdaq100 (-2.09%) ancora forte e solido. La seduta di venerdì ha confermato questi problemi ma non ci ha ancora detto come Wall Street intende risolverli.
L'apparizione di "Omicron" ha fatto tornare lo spettro del lockdown e della recessione economica. I tassi d'interesse sono scesi (reddito dell'USTBond decennale a 1.48% (-0.16%) e il prezzo del petrolio é precipitato di 10.24 USD a 68.15 USD/barile. In genere i big della tecnologia approfittano di questo scenario - di conseguenza non pensiamo che l'S&P500 e il Nasdaq100 possano perdere ancora più di un -2%/-3% rispetto alla chiusura di venerdì.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -6.13% a 4089 punti
SX7E (banche)          -5.91% a 93.71 punti
DAX                         -5.59% a 15257 punti
SMI                         -2.76% a 12199 punti
FTSE MIB                 -5.43% a 25853 punti
S&P500                    -2.20% a 4594.62 punti
Nasdaq100               -3.30% a 16025 punti

Venerdì l'apparizione della variante Omicron ha scatenato la paura e le vendite. Gli investitori non hanno riflettuto molto e hanno seguito degli schemi ormai imparati a memoria in caso di crisi. Hanno venduto azioni specialmente in quei settori particolarmente colpiti da eventuali restrizioni e lockdown come le compagnie aeree (Lufthansa -12.84%). Hanno venduto le materie prime e i relativi settori (ETF Energy -4.02%). Hanno venduto quei settori eventualmente colpiti da un rallentamento economico e da un calo dei tassi d'interesse (come finanza - banche, SX7E -6.44%). Hanno comperato qualche titolo farmaceutico legato alla produzione di medicamenti anti Covid o vaccini (Moderna +20.57%) e hanno comperato beni rifugio come obbligazioni di Stato e CHF.
Insomma - in borsa gli investitori hanno venduto quasi tutto (A/D in America a 1256 su 6876) con la conseguenza che gli indici azionari sono scesi per tutta la giornata e hanno chiuso sui minimi giornalieri con alte perdite.
A corto termine sembra che le borse siano già vicine ad un minimo significativo - il problema é che molti sistemi danno ora un segnale di vendita a medio termine. I segnali sono contradditori - la tendenza di fondo della borsa americana é teoricamente neutra (37.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 52.22 punti). Noi crediamo che il rialzo non é ancora finito e che dopo questa correzione ci deve ancora essere una fase positiva almeno fino alla prima decade di gennaio 2022. Questo perché la nuova variante del Covid non é qualcosa che cambia le regole del gioco. L'economia ha imparato a gestire il problema dela pandemia, le politiche monetarie restano estremamente espansiva, i governi prevedono programmi d'investimento e stimolo economico miliardari e le imprese macinano utili. Solo un aumento dei tassi d'interesse può cambiare questa costellazione favorevole alle borse.

Evitiamo ulteriori commenti e analisi sulla seduta di venerdì a Wall Street che ovviamente é stata pessima con dati tecnici orribili (NH/NL a 133 su 1933 punti). Come ripetiamo da tempo aspettiamo una situazione di ipervenduto e del panico prima di poter dire che la correzione é finita. Gli indici azionari americani non sono ancora né ipervenduti né in eccesso di ribasso. Negli indicatori di sentiment appare del pessimismo ma non c'é ancora panico - possono ancora peggiorare. In particolare gli speculatori long non sembrano ancora disposti a gettare la spugna - venerdì il CBOE Equity put/call ratio é salito a 0.56 - il valore é alto ma noi aspettiamo un'impennata sopra i 0.67 (3 deviazioni standard rispetto alla media di lungo periodo a 0.48) prima di poter dire che anche i traders hanno accettato la correzione.

La seduta di venerdì é stata talmente negativa che già lunedì prevediamo una reazione e un rimbalzo. Poiché la seduta in Asia rischia di essere ancora al ribasso, crediamo che lunedì mattina in Europa potrebbe esserci ancora un tuffo.
In Europa bisogna ora sfruttare l'occasione per comperare delle azioni che sono state ingiustamente punite. Noi compreremo Lufthansa (EUR 5.42) che venerdì ha toccato il minimo storico. La società si é già ristrutturata e ha adattato la flotta alle nuove esigenze dettate dalla pandemia. Ha fatto un aumento di capitale rafforzando il capitale proprio e ha ripagato i prestiti ottenuti dallo Stato a causa del Covid19. Non dimentichiamo che il calo del prezzo del petrolio diminuisce il costo del kerosene e favorisce le imprese di trasporto.

Commento del 26 novembre

Variante 8.1.1.529

Ieri la borsa americana é rimasta chiusa in occasione della Festa del Ringraziamento (Thanksgiving). Come spesso succede quando non ci sono gli investitori americani, le borse europee hanno avuto una seduta senza direzione. Hanno aperto in positivo copiando quanto era successo la sera prima a Wall Street, sono oscillate un pò su e un pò giù e hanno chiuso sul livello d'apertura con moderati guadagni. Questa seduta positiva é un cambiamento rispetto alla serie negativa iniziata il 18 novembre. Formalmente é però una seduta in trading range che non significa ancora la fine della correzione - é semplicemente una seduta neutra e di pausa.
L'Eurostoxx50 ha trascorso tutta la giornata in positivo e ha chiuso a 4293 punti (+0.40%). Le altre borse europee si sono mosse in maniera simile (DAX +0.25% a 15918 punti, SMI +0.44% a 12449 punti e FTSE MIB -0.06% a 27094 punti). Ripetiamo che finora non abbiamo nessun segnale che ci indichi la fine della correzione malgrado che fino a mercoledì il comportamento della borsa americana sia stato costruttivo e contraddistinto da una evidente mancanza di pressione di vendita sui big della tecnologia.

Stamattina improvvisamente c'é un cambiamento. Nei media appare insistentemente la notizia che in Sud Africa é stata scoperta una nuova variante del Covid19 - la 8.1.1.529. Questa nuova forma del Covid sembra essere decisamente più pericolosa delle precedenti essendo più contagiosa, mortale e mutevole. Le borse accusano il colpo. Il future sull'S&P500 alle 08.00 é sul minimo giornaliero a 4636 punti - significa che l'S&P500 vale 4640 punti (-68 punti) e si trova sotto l'importante supporto a 4650 punti. Se la giornata terminasse in questa maniera tutti gli analisti tecnici daranno un segnale di vendita a corto termine. Per delle borse decisamente sopravvalutate e per degli investitori ottimisti e in attesa del rally di Natale una situazione scomoda e pericolosa. Potrebbe finalmente esserci quella correzione del -5% che aspettiamo da giorni.

Il Nikkei ha chiuso con una perdita del -2.53%. Shanghai é in calo del -0.6%. Le borse europee apriranno con una caduta tra il -2.5% e il -3%. Probabilmente avremo una giornata con molta volatilità. In America dopo Thanksgiving iniziano gli acquisti natalizi con il Black Friday - la seduta a Wall Street durerà meno del solito (termina alle 19.00 / -3 ore) e molti operatori saranno assenti. Questo potrebbe aumentare la vulnerabilità del mercato. Evitiamo di fare previsioni e teniamo d'occhio i 4650 punti di S&P500 (insieme ai 20 punti sulla volatilità VIX).

Commento del 25 novembre

Seduta neutra e chiusura lontana dai minimi - non c'é pressione di vendita

Ieri in borsa abbiamo avuto una giornata senza una tendenza e con un risultato misto.
In Europa l'Eurostoxx50 (-0.18% a 4276 punti) ha perso 7 punti ma non possiamo in generale parlare di seduta negativa. Il calo é stato modesto e i guadagni di FTSE MIB (+0.63% a 27109 punti ) e SMI (+0.23% a 12395 punti) compensano la perdita dell'indice europeo e del DAX tedesco (-0.37% a 15878 punti). Senza andare nei dettagli, che potete trovare nei commenti serali, gli indici durante la seduta hanno toccato dei nuovi minimi per questa correzione intermedia e hanno chiuso lontano da questi minimi. In questa maniera la strada verso il basso resta aperta e non abbiamo nessun indizio che possa suggerire la fine imminente della correzione. Gli indici non sono in ipervenduto e nessun obiettivo é ancora stato raggiunto. Solo il DAX, con un minimo giornaliero a 15740 punti, é arrivato vicino all'obiettivo a 15700 punti. Su questo livello si trovano il bordo inferiore delle Bollinger Bands e la MM a 50 giorni - é quindi logico che dopo una caduta di quasi 600 punti in 4 sedute ci sia ora un rimbalzo tecnico. Lo stesso vale per l'Eurostoxx50 che ha toccato un minimo giornaliero a 4240 punti. I 4250 punti erano il massimo di settembre - sembra logico che i traders abbiano usato questo livello come punto di riferimento per un rimbalzo tecnico.
Riassumendo questa seduta ha lanciato segnali misti. I nuovi minimi di periodo ci dicono che la correzione continua - la buona reazione dal minimo giornaliero mostra che l'azione dei ribassisti viene facilmente contrastata dai rialzisti appena esiste una buona occasione tecnica. L'impressione generale é che non c'é molto potenziale di ribasso. Abbiamo a che fare con una correzione intermedia e di corto termine che ha già vicina alla fine.
 
A Wall Street abbiamo avuto una seduta positiva per due aspetti. Da una parte gli indici azionari hanno chiuso con un leggero guadagno (S&P500 +0.23% a 401.46 punti, Nasdaq100 +0.37% a 16367 punti, Russell2000/RUT +0.15%). Inoltre gli indici hanno aperto in calo ma non sono riusciti a scendere sensibilmente sotto il minimo di martedì e hanno chiuso vicino al massimo giornaliero - sui grafici appare una convincente candela bianca. L'S&P500 é tornato a 4700 punti - dal 5 novembre oscilla intorno a questo livello senza attaccare il supporto a 4650 punti.
L'S&P500 ha aperto a 4662 punti, é sceso sul minimo a 4659 punti e poi é partito al rialzo. Si é fermato a 4697 punti e ha ritracciato fino a 4681 punti. Un rally sul finale ha fissato la chiusura a 4701.46 punti (+0.23%).
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4602 su 3459, NH/NL a 229 su 849 e volume relativo a 0.95. Malgrado la debole apertura il numero dei nuovi minimi a 30 giorni é notevolmente diminuito. La (poca) pressione di vendita sta sparendo - i Summation Index sono ancora scesi ma sembrano pronti a cambiare direzione. La volatilità VIX é scesa a 18.58 (-0.80), il CBOE Equity put/call ratio é neutro a 0.50 e il Fear&Greed Index é scivolato a 62 punti (-2).
Ieri la borsa americana non aveva voglia di scendere più in basso. Sembra che i rialzisti si siano presi gioco dei ribassisti che finalmente hanno sperato di poter sferrare un affondo. Invece sono subito stati bloccati e stamattina si trovano con le spalle al muro. Il future guadagna altri 16 punti e poiché oggi la borsa americana é chiusa in occasione di Thanksgiving é poco probabile che questa situazione di partenza possa cambiare nel corso della giornata.

Le borse asiatiche sono miste (Nikkei +0.67%, Shanghai -0.2%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4301 punti - le borse europee apriranno con un guadagno del +0.6%. Pensiamo che stamattina perderanno parte di questa pluvalenza. Poi si fermeranno in mancanza delle indicazioni che provengono normalmente da New York.

Commento del 24 novembre

La borsa americana corregge ma l'S&P500 non scende - settimana prossima dovrebbe riprendere il rialzo

Ieri le borse europee hanno avuto una seduta decisamente negativa (Eurostoxx50 -1.26% a 4283 punti) con uno sviluppo che in parte é diverso da quello della borsa americana (S&P500 +0.17% a 4690.70 punti). L'impressione é che in Europa la correzione sarà più profonda - potrebbe essere una conseguenza psicologica della quarta ondata di contagi di Covid19 che sta obbligando alcuni Paesi ad inasprire nuovamente le leggi che limitano la libertà di movimento dei cittadini. In America, malgrado il leggero guadagno dell'S&P500, la maggior parte del mercato azionario continua a correggere come mostrano in maniera esemplare i Summation Index in calo. I dati sulla partecipazione rimangono pessimi (A/D a 3611 su 4498, NH/NL a 369 su 1534 punti). C'é però un gruppo di titoli forti e pesanti (p.e. Apple +0.24%) che é in grado di sostenere il mercato mentre nelle retrovie sta avvenendo una rotazione tra settori - ieri la tecnologia era ancora debole (Nasdaq100 -0.45% a 16306 punti) mentre la buona giornata dei settori energia e soprattutto banche ha permesso all'S&P500 di chiudere senza sostanziali variazioni. Domani l'America si ferma in occasione della Festa del Ringraziamento - già oggi molti operatori saranno assenti, i volumi di titoli trattati saranno in diminuzione e gli indici azionari dovrebbe muoversi poco. Venerdì sanno tutti occupati ad acquistare i regali di Natale (Black Friday) e non a trattare azioni. Pensiamo quindi che nei prossimi giorni molte azioni ipervendute toccaranno il fondo con la conseguenza che settimana prossima proveranno a risalire. Se nelle prossime due o tre sedute, inaspettatamente, non c'é un'ondata di vendite in grado di rompere il supporto a 4650 punti di S&P500 possiamo prepararci ad inizio dicembre a nuovi massimi storici.

Ieri in Europa la correzione delle borse é continuata e finora non c'é nessuna segno che potrebbe finire a breve. In 4 sedute l'Eurostoxx50 (-1.26% a 4283 punti) ha perso circa 130 punti - é quasi tutto quello che aveva guadagnato a novembre. Anche ieri ha chiuso poco sopra il minimo giornaliero con una perdita secca di 50 punti. Lunedì 8 novembre avevamo previsto una correzione minore con obiettivo a 4250 punti - questo scenario é ancora valido.
Il DAX (-1.11% a 15937 punti) ha aperto in gap down e non é più riuscito a recuperare - ha perso altri 178 punti - la correzione non si é fermata ai classici tre giorni e sta continuando. A questo punto l'obiettivo sembra essere a circa 15700 punti. Le borse europee sono più deboli di quella americana. La quarta ondata di Covid19 e il rischio di un ulteriore lockdown sembrano fare dei danni. Dal comportamento poco coerente dei vari titoli (p.e. SAP e Zalando in perdita e Lufthansa in guadagno) il problema sembra essere più che altro psicologico. 
Il FTSE MIB (-1.62% a 26939 punti) ha perso di più dell'Eurostoxx50 - le forti oscillazioni di TIT (-4.72%), oggetto di un'OPA, aumentano la volatilità dell'indice. Sulla base di quanto visto finora e dello sviluppo degli indicatori il FTSE MIB potrebbe ridiscendere sui 26500-26700 punti (vedi commento del 9 novembre) prima che questa correzione di corto termine sia finita.
Ieri anche il difensivo SMI (-1.15% a 12366 punti) si é fatto travolgere dalle vendite. Visto che la correzione non si é fermata dopo i classici tre giorni pensiamo che debba esserci un pò di ipervenduto prima che si tocchi il fondo. L'obiettivo logico di questa correzione intermedia dovrebbe trovarsi intorno ai 12000 punti.
L'indice delle banche SX7E ha perso il -0.42% a 99.97 punti malgrado un ulteriore aumento dei tassi d'interesse. Non siamo negativi sul settore - come previsto ad ottobre il periodo di forza relativa di questo indice é però finito sui 103-104 punti e non ci aspettiamo che l'indice possa quest'anno superare questa zona di resistenza. 
Il cambio EUR/USD é stamattina a 1.1245 - a 1.1230 sembra formarsi un supporto che potrebbe terminare questa spinta di ribasso.

La seduta dell'S&P500 ha mostrato in maniera esemplare l'effetto di supporti (4650 punti) e resistenze (4700 punti). Questi due livelli hanno determinato il range giornaliero. L'S&P500 ha aperto a 4680 punti, é salito a 4699 punti di massimo e sceso a 4652 punti di minimo. Poi i traders si sono calmati e il mercato si é fermato. L'indice é lentamente risalito e ha chiuso a 4690.70 punti (+0.17%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3611 su 4498, NH/NL a 369 su 1534 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 19.38 punti (+0.21), Il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.53 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 62 punti (-2). Malgrado che da giorni molte azioni di piccole e medie società (Russell2000 -0.45%) scendono, i big sembrano immuni a questa pressione di vendita. Se a breve il supporto a 4650 punti di S&P500 non cade é probabile che il mercato azionario americano nel suo complesso riparta al rialzo trascinandosi dietro anche le borse europee.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 2 punti. Il Nikkei ha perso il -1.58% - Shanghai é in pari. Le borse europee devono recuperare la buona seconda parte di seduta ieri sera a Wall Street. L'Eurostoxx50 alle 08.25 vale 4301 punti - le borse europee apriranno con un moderato guadagno di circa il +0.4%. Pensiamo che oggi in generale avremo sia in Europa che in America una chiusura senza sostanziali variazioni. Prima della pausa di Thanksgiving nessuno vorrà aprire nuove posizioni e prendere dei rischi.

Commento del 23 novembre

Reversal Day

Jerome Powell é stato rieletto come responsabile della FED americana. Questa notizia ha entusiasmato gli investitori. La borsa americana ha aperto al rialzo e nella prima mezz'ora di contrattazioni é ancora salita. Verso le 16.00 l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico a 4743.83 punti con un guadagno di quasi l'1%. Ci sono poi state delle vendite e l'indice verso le 18.00 é ricaduto a 4704 punti. Gli aspetti tecnici hanno giocato un ruolo determinante - gli investitori hanno voluto nuovamente testare il supporto a 4700 punti. Il test sembrava aver avuto successo. Il mercato si é risollevato e verso le 21.10 l'S&P500 era tornato a 4731 punti. Improvvisamente il vento é cambiato ed é arrivata una massiccia ondata di vendite. L'S&P500 é caduto di quasi 50 punti e ha chiuso sul minimo giornaliero a 4682.94 punti con una perdita di 15 punti (-0.32%). Protagonista di questa inversione é stata la tecnologia - il Nasdaq100 ha toccato un nuovo massimo storico a 16764 punti e ha chiuso a 16380 punti (-1.16%) - una differenza di 384 punti! Abbiamo quindi avuto un nuovo record storico, un cambiamento di direzione e una chiusura in perdita e sul minimo - questo é un tipico key reversal day che rappresenta una classica formazione d'inversione di tendenza. Il segnale é rafforzato dalla chiusura sotto i 4700 punti e da dati sulla partecipazione decisamente negativi ((A/D a 3137 su 5013, NH/NL a 572 su 1581). Sembra che sia iniziata una correzione significativa che dovrebbe far tornare l'S&P500 sui 4500-4550 punti. La seduta odierna deve darci delle conferme - se l'S&P500 inaspettatamente torna sopra i 4700 punti il segnale di vendita a corto termine é annullato - una seduta negativa e una discesa sotto i 4650 punti sarebbe invece una garanzia che l'inversione di tendenza é valida. 

Ieri in Europa é stata una giornata movimentata. Dopo l'apertura in positivo le borse europee sono scese dando segni di debolezza tecnica. Nel pomeriggio la notizia della rielezione di Jerome Powell a capo della FED ha fatto salire l'S&P500 su un nuovo massimo storico. Le borse europee hanno seguito a distanza tornando in positivo. In serata però la borsa americana si é sgonfiata e l'Eurostoxx50 (-0.41% a 4338 punti) ha chiuso con una perdita di 18 punti. Gli altri indici si sono comportati in maniera simile. Abbiamo ora una serie di tre sedute di negative e tre candele rosse sul grafico. Potrebbe essere l'inizio di una correzione importante o la fine di una breve correzione minore utile ad assorbire l'ipercomperato. Lo scopriremo oggi ma il repentino calo delle ultime sedute dopo la faticosa salita di novembre ci fa temere che la variante negativa sia quella giusta.
Il cambio EUR/USD é caduto su un nuovo minimo annuale a 1.1226 - stamattina é a 1.1250. La spinta di ribasso potrebbe essere completa - avremo una conferma se il cambio torna sopra gli 1.14.

La seduta negativa a New York ha lasciato delle marcanti candele rosse sui grafici. Non é solo la falsa rottura al rialzo a preoccuparci - anche i dati tecnici sono scadenti e la divergenza negativa a livello di partecipazione peggiora. I Summation Index sono ancora in calo. Sembra che tra le varianti descritte nell'analisi del fine settimana sia valida quella da noi preferita - avremo probabilmente una correzione significativa con una rotazione tra settori - si realizzano i guadagni sulla tecnologia e si comprano settori ipervenduti soprattutto ciclici.
I dati sul sentiment sono peggiorati (VIX a 19.17 punti (+1.26), Fear&Greed Index a 64 punti (- 5 punti)) - prevale però ancora l'ottimismo. Ci sorprende il mercato delle opzioni - il rapporto CBOE Equity put/call ratio rimane molto basso a 0.40. I traders scommettono ancora massicciamente long e sembrano convinti che qualsiasi debolezza debba essere comperata. Questa volta dovrebbero sbagliarsi e quando batteranno in ritirata avremo una forte caduta e saremmo vicini al minimo.
Sul medio termine restiamo positivi - la correzione dovrebbe essere di corto termine ed essere benefica. Riporterà il mercato su solide basi e servirà a preparare il successivo rialzo fino alla prima decade di gennaio.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 13 punti. Le borse asiatiche sono stabili (Nikkei +0.00% (chiusa), Shanghai +0.20%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4302 punti - le borse europee apriranno con perdite di circa il -0.8%. Gli investitori sembrano essere stati presi in contropiede ed ora si affretteranno a diminuire le posizioni speculative long.

Aggiornamento del 22 novembre

I tassi d'interesse scendono, l'oro corregge, la tecnologia decolla - gli investitori scommettono contro l'inflazione

L'indice dei prezzi ai consumi non mente - in Europa ed in America c'é inflazione. D'altra parte i tassi d'interesse reali non sono mai stati così bassi come adesso. Il prezzo dell'oro (1842 USD), dopo la rottura al rialzo sopra i 1830 USD/oncia, si é fermato a 1877 USD e ora scende per ritestare la vecchia resistenza, ora supporto, dall'alto. Il Russell2000 dall'8 di novembre sta correggendo - l'S&P500 consolida, il Nasdaq100 continua imperterrito a salire - il rialzo della tecnologia e la sua forza relativa mostrano che gli investitori non temono un aumento dei tassi d'interesse. Nel complesso i mercati finanziari mandano più segnali deflazionistici che inflazionistici. Giovedì 25 novembre in America la borsa é chiusa in occasione della Festa del Ringraziamento (Thankgiving). Venerdì 26 inizia con il Black Friday l'orgia consumistica che prelude al Natale - la seduta di borsa sarà più corta del solito e molti operatori saranno assenti. In genere in questi giorni inizia il rally di Natale - le borse salgono anticipando l'aumento delle vendite al dettaglio. Vedremo se questo effetto si ripeterà anche quest'anno. A noi disturba il fatto che da inizio ottobre non ci sia stata una correzione delle borse che ora sono surriscaldate. Vedremo se gli indici malgrado gli eccessi riusciranno a fare ulteriori progressi o se invece, come pensiamo noi, c'é ancora una breve fase di debolezza prima del rialzo di fine anno.

Stamattina il future sull'S&P500 guadagna ancora 15 punti - l'S&P500 vale 4713 punti ed é nuovamente ad una manciata di punti dal massimo storico. Le borse non mostrano nessun segno di debolezza. Il Nikkei é fermo (+0.09%) - Shanghai sta guadagnando il +0.6%. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4367 punti (+11 punti) - le borse europee apriranno con modesti guadagni (+0.25%). Le premesse sono sia in Europa che in America per una seduta moderatamente positiva.

Commento del 20-21 novembre

Forti divergenze a livello di partecipazione

Abbiamo avuto un'altra settimana di consolidamento con una serie di sedute senza forti movimenti e con un'alternanza di moderati guadagni e perdite. Come potete constatare dalle performances settimanali gli indici azionari hanno marciato sul posto - la debolezza del settore finanziario in Europa ha penalizzato Paesi come l'Italia (FTSE MIB -1.42%) dove le banche (SX7E -4.27%) sono fortemente rappresentate nell'indice - la forza relativa della tecnologia ha invece aiutato il Nasdaq100 (+2.30%) e l'S&P500 (+0.32%).
Il Nasdaq100 (+0.54% a 16573 punti) ha toccato venerdì un nuovo record storico. Tecnicamente però la seduta a New York é stata negativa con A/D a 2533 su 5552. I dati sulla partecipazione mostrano da giorni che il mercato sta correggendo. Venerdì l'A/D sull'S&P500 (-0.14% a 4697.96 punti) era di 170 su 330, sul Nasdaq100 di 37 su 63! Otteniamo la stessa impressione se guardiamo i dati relativi ai NH e NL - sono 397 su 1347 per il NYSE e 224 su 763 sul Nasdaq. I Summation index sono in calo. Abbiamo quindi la maggior parte del mercato azionario americano che sta correggendo (Russell2000 - performance settimanale -2.91%) mentre gli indici più importanti galleggiano grazie all'ottima performance di un gruppo ristretto di titoli. Ricordiamo che gli indici sono calcolati sulla base della capitalizzazione della società. I movimenti in percentuale dei 10 big "pesano" sull'S&P500 molto di più di quelli dei restanti 490 titoli. Se guardate la mappa vedete che il +1.70% di Apple influisce di più sull'S&P500 del calo dell'intero settore dell'energia (ETF Energy -3.90%). Ripetiamo quanto già detto nelle precedenti analisi durante la settimana. C'é un gruppo di titoli ad alta capitalizzazione (Apple, Microsoft, Amazon, Google, Facebook + Tesla e NVidia) che sono al rialzo e permettono agli indici di fare costanti progressi. Il resto del mercato é neutro e da circa due settimane in correzione. Ci sono delle forti divergenze a livello di partecipazione che negli ultimi giorni hanno provocato parecchi segnali tecnici negativi come gli Hindenburg Omen.   
È improbabile che questa divergenza possa persistere. Come può uscire il mercato azionario da questa situazione di disequilibrio? Non necessariamente in maniera negativa. C'é un aspetto importante da considerare. Le azioni che stanno correggendo si avvicinano lentamente ad una situazione di ipervenduto - intanto c'é ancora una situazione di eccesso di rialzo sugli indici e in certi casi anche di ipercomperato (RSI sul Nasdaq100 a 73.53). L'ipercomperato sugli indici si concentra su poche azioni forti.
Crediamo che non saranno i leaders a seguire il resto del mercato al ribasso ma piuttosto il contrario - le azioni che adesso stanno correggendo dovrebbero a breve toccare il fondo e ricominciare a salire. Ci riferiamo in particolare a settori ciclici come energia, materie prime e finanza. Dovrebbe avvenire una rotazione tra settori durante la quale gli attuali leaders dovrebbero svolgere una correzione minore mentre il resto del mercato si rafforza. È possibile che questo assestamento provochi delle turbolenze. Una correzione della tecnologia dovrebbe spaventare i molti speculatori e traders long e provocare un peggioramento dell'umore degli investitori che al momento é ancora molto buono. Riassumendo, malgrado che il periodo tradizionalmente difficile tra il 10 ed il 20 di novembre sia passato, crediamo che il momento di incertezza non sia ancora finito. La ripresa del rialzo é condizionata ad una correzione minore con un pò di pessimismo tra gli investitori. Siamo convinti che debba ancora esserci una fase di incertezza e consolidamento con eventualmente una correzione di un -5% prima che la tendenza di base rialzista (51.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 61.06) possa riapparire e liberare il suo potenziale nel tradizionale rally di Natale.
La quarta ondata di contagi di Covid19 e i lockdown previsti in Europa dovrebbero contribuire a spaventare gli investitori ed indurli alla prudenza.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.32% a 4356 punti
SX7E (banche)          -4.27% a 99.60 punti
DAX                         +0.41% a 16160 punti
SMI                         +0.23% a 12545 punti
FTSE MIB                 -1.42% a 27337 punti
S&P500                    +0.32% a 4697.96 punti
Nasdaq100               +2.30% a 16573 punti (nuovo massimo storico)

Venerdì sono scaduti i derivati di novembre. Questa scadenza, che riguarda soprattutto il mercato delle opzioni, ha condizionato la borsa americana. L'S&P500 é rimasto bloccato intorno ai 4700 punti dove si concentravano tantissime opzioni call e put con questo strike. L'Europa ha seguito come d'abitudine l'America. Ha aperto in positivo ma é scesa nel pomeriggio e ha chiuso con modeste perdite (Eurostoxx50 -0.62% a 4356 punti). Nel corso della settimana gli indici hanno toccato dei nuovi massimi annuali o storici (DAX). Le performances settimanali sono però miste e mostrano borse che consolidano e marciano sul posto. A breve non sembra che possa cambiare qualcosa. In particolare la diminuzione della crescita economica, il peggioramento dell'umore dei consumatori e l'aumento dei contagi da Covid19 dovrebbero impedire la continuazione del rialzo. Per le prossime due a tre settimane siamo leggermente pessimisti e non vediamo ragioni, fondamentali e tecniche, per ulteriori progressi dei mercati azionari.

A New York abbiamo avuto una seduta strana dove si sono mischiati fattori fondamentali e tecnici. La netta diminuzione del prezzo del petrolio (WTI 75 USD/barile, -2.47 USD) ha provocato un calo dei titoli del settore energia (ETF Energy -3.90%) e una certa debolezza sul Russell2000 (-0.86%). La conseguenza é stata che i piccoli investitori long si sono concentrati sui big della tecnologia (Nasdaq100 +0.54% a 16573 punti) mentre l'S&P500 é oscillato intorno ai 4700 punti (apertura a 4698, massimo alle 18.30 a 4717 punti, minimo alle 19.40 a 4694 punti e chiusura a 4698 punti (-0.14%). Gli investitori istituzionali sembra cha abbiamo preferito ignorare questo "pasticcio". I volumi di titoli trattati erano bassi per una giornata di scadenza di derivati - specialmente sul Nasdaq.
Il Fear&Greed Index é sceso a 69 punti (-6 punti), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.42 mentre la volatilità VIX é salita a 17.91 punti (+0.32).
Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 1.54% (-0.05%). Mentre tutti parlano di inflazione i tassi d'interesse, anche in Europa, scendono (reddito del Bund decennale a -0.34%). Sembra che gli investitori si aspettino dei ritmi di crescita dell'economia inferiori al previsto. La liquidità continua a spingere i mercati azionari al rialzo - forse però molti si renderanno conto che il prezzo che stanno pagando per le azioni non corrisponde più alla realta economica. Un giorno i mercati finanziari torneranno alla realtà - non sembra però che questo momento sia vicino. La tendenza di fondo della borse rimane solidamente al rialzo.

Commento del 19 novembre

Fuochi d'artificio sul Nasdaq100 che raggiunge un nuovo record storico

Ieri é stata ancora la giornata dei big della tecnologia (Apple +2.85%, Amazon +4.14%, NVidia +8.25%) che con una spettacolare performance hanno compensato e nascosto la debolezza generale del mercato (A/D a 2669 su 5409). Raramente abbiamo visto gli indici azionari su dei massimi insieme ad un forte aumento dei nuovi minimi a 30 giorni (NL a 1428). Mentre il Nasdaq100 ha toccato un nuovo record storico a 16482 punti (+1.07%) il rapporto NH/NL sul Nasdaq faceva registrare un preoccupante ed estremamente negativo 243 su 919 (!). Non abbiamo un mercato a due velocità ma due mercati divergenti. Pochi titoli ad alta capitalizzazione sono in una fase di rialzo dinamica e inarrestabile mentre il resto del mercato sta correggendo - i Summation Index sono in calo. Questo significa che chi possiede ETF sugli indici o quel centinaio di titoli forti e pesanti (i NH a 360 giorni sono 161 contro 407 NL) sta festeggiando mentre la maggior parte degli investitori ha perdite nel portafoglio e sta sottoperformando il mercato. Non sappiamo quali conseguenza potrebbe avere questa forte divergenza. La tendenza delle borse é però indiscutibilmente al rialzo come viene confermato dai nuovi massimi storici sul DAX (-0.18% a 16221 punti) e sull'SMI (-0.37% a 12553 punti), dal nuovo massimo annuale sull'Eurostoxx50 (-0.39% a 4383 punti) in Europa e dal nuovo record storico del Nasdaq100 (+1.07% a 16482 punti) in America.

Le borse europee hanno dato segni di stanchezza. Gli indici hanno aperto al rialzo e sono saliti nella prima parte della giornata. I compratori si sono però velocemente ritirati e il rimbalzo dell'EUR ha contribuito a tenere lontani gli investitori in USD che vedevano salire il valore dei loro investimenti solo grazie al movimento sulle divise. Questo é un effetto che si ripete da giorni - l'unica differenza é che ieri ha avuto delle conseguenze negative. Insomma - la seduta é stata tecnicamente positiva visto che molti indici hanno toccato dei nuovi massimi storici o annuali. La perdita a fine giornata (Eurostoxx50 -0.39% a 4383 punti) é però un segnale di stanchezza - evidentemente l'ipercomperato fa effetto e impedisce delle giornate di forte rialzo - dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni parecchie candele senza corpo o rosse (rispettivamente nere). 

L'S&P500 ha continuato il suo combattimento intorno ai 4700 punti. Grazie agli ottimi risultati trimestrali di NVidia (+8.25%) e Macy's (+21.17%, settore delle vendite al dettaglio) l'S&P500 ha aperto in positivo a 4697 punti. Il primo tentativo di superare i 4700 é fallito. L'indice é ricaduto alle 16.20 a 4672 punti. Il secondo tentativo é andato meglio. Alle 18.30 l'S&P500 ha raggiunto i 4708 punti ed é poi oscillato in laterale fino alla chiusura a 4704.54 punti (+0.34%). I big della tecnologia si sono comportati molto bene - il resto del mercato era invece in difficoltà (DJT -0.32%, RUT -0.56%). La conseguenza é che la seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2669 su 5409, NH/NL a 243 su 919 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 17.59 punti (+0.48), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.45 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 75 punti (-3 punti). I dati sul sentiment rispecchiano la generale debolezza del mercato.
Gli indici sono al rialzo. La borsa in generale sta correggendo - solo il 55% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni malgrado che gli indici salgono ininterrottamente da inizio ottobre.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di altri 17 punti. L'indice vale 4724 punti ed é quindi su un nuovo record storico. Le borse asiatiche sono al rialzo (Nikkei +0.50%, Shanghai +1.2%). Alle 08.20 l'Eurostoxx50 vale 4403 punti - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.5%. Sembra che la settimana debba terminare con un'altra seduta moderatamente positiva e con nuovi massimi sugli indici azionari.

Commento del 18 novembre

Marcia sul posto con un peggioramento degli indicatori di partecipazione

Ieri le borse sia in Europa (Eurostoxx50 -0.02% a 4400 punti) che in America (-0.26% a 4688.67 punti) hanno chiuso senza sostanziali variazioni una seduta molto tranquilla e in un range estremamente stretto. L'Eurostoxx50 si é mosso in soli 10 punti - il range dell'S&P500 é stato di 17 punti. Sembra che gli investitori non sappiano più cosa comperare - d'altra parte non esistono ragioni particolari per vendere e ci sono solo prese di beneficio su alcuni titoli che nelle scorse settimane erano saliti troppo spinti dalla speculazione. Notiamo una divergenza a livello di partecipazione - il numero dei nuovi minimi (NL) a 30, 60, 90 e 360 giorni in America sta da giorni aumentando (NH/NL a 509 su 992). Tra i titoli sul minimo annuale troviamo parecchie società di biotecnologia e tanti nomi di società cinesi. Questa divergenza può risolversi in maniera positiva (i settori deboli riprendono forza) o in maniera negativa (gli indici cominciano a scendere) - c'é però un problema evidente che costituisce un motivo di preoccupazione e che spesso in situazioni di eccesso di ottimismo ha provocato della fasi negative di mercato.
La tendenza di fondo resta però saldamente al rialzo - ieri il DAX tedesco (+0.02% a 16251 punti) e l'SMI svizzero (+0.34% a 12600 punti) hanno toccato dei nuovi massimi storici marginali. Tutti gli altri indici rimangono a ridosso del massimo annuale o storico.

L'Eurostoxx50 é salito la mattina alle 09.45 sul massimo giornaliero. Per il resto della giornata é oscillato stancamente sopra la parità. L'indice si é mosso in pochi punti e ha chiuso praticamente invariato. Il mercato azionario europeo sembra entrare in letargo ma per il momento non da segni di cedimento. Anche il settore delle banche (SX7E -0.06% a 103.71 punti) é rimasto fermo - sul fronte dei tassi d'interesse non ci sono novità. I mercati al momento sono improntati alla stabilità. Malgrado i leggeri progressi preferiamo parlare di consolidamento - i guadagni sembrano più che altro legati alla perdita di valore dell'EUR rispetto all'USD. 

L'S&P500 ha trascorso la giornata sotto la resistenza a 4700 punti senza riuscire a superarla. L'apertura sotto questo livello ha condizionato la seduta. L'indice ha aperto a 4695 punti, é sceso sul minimo a 4684 punti ed é salito alle 18.00 sul massimo a 4701 punti. Poi é semplicemente oscillato tra questi due valori ed ha chiuso con una caduta finale a 4688.67 punti (-0.26%). Il Nasdaq100 non si é mosso (-0.01% a 16308 punti). Invece il DJT (-1.44%) e il RUT (-1.16%) hanno avuto dei vistosi cedimenti dovuti in gran parte al calo del prezzo del petrolio. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2312 su 5789, NH/NL a 509 su 992 e volume relativo a 1.0. Gli indicatori di sentiment hanno reagito normalmente - la volatilità VIX é salita a 17.11 punti (+0.74), il CBOE Equity put/call ratio resta neutro a 0.45 (la media di lungo periodo é a 0.48 - una DS corrisponde al range 0.41-0.54) e il Fear&Greed Index é sceso a 78 punti (-4 punti). I Summation Index sono scesi.
Il quadro generale tecnico mostra un mercato al rialzo ma frenato dagli eccessi - momentum e partecipazione sono in calo e c'é un rischio latente di una breve correzione di alcuni punti in percentuale. Noi ci aspettavamo un consolidamento tra il 10 ed il 20 di novembre - mancano tre sedute alla fine di questo periodo.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 9 punti grazie agli ottimi risultati trimestrali di NVidia pubblicati ieri sera dopo la chiusura. Le borse asiatiche sono in calo (Nikkei-0.30%, Shangahi -0.4%). Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4404 punti - le borse europee apriranno con leggeri guadagni. Anche oggi prevediamo una seduta tranquilla - gli indici azionari dovrebbero muoversi poco e chiudere senza sostanziali variazioni.

Commento del 17 novembre

I dati tecnici non confermano la buona giornata di Wall Street - il semaforo passa sul giallo lampeggiante

Ieri sera sono stato ad un concerto di musica classica - come si conviene ho disattivato il telefono a ho guardato la chiusura in America (S&P500 +0.39% a 4700.90 punti) solo brevemente al mio ritorno a casa e prima di andare a letto. Ero convinto che questa seduta di rialzo avrebbe causato un miglioramento dei parametri tecnici. Invece stamattina sono sorpreso e perplesso - la seduta é stata strutturalmente negativa con A/D a 3664 su 4373. Questo malgrado che sia il Nasdsaq100 (+0.74% a 16309 punti) che il Russell2000 (RUT +0.17%) abbiano guadagnato terreno. La sorpresa aumenta quando si guarda il rapporto NH/NL - 718 su 781 mostra una lieve diminuzione dei NH e un netto aumento dei NL - questo non si addice ad un mercato che si trova ad un passo dal massimo storico - nel sottofondo ci sono settori deboli. Ieri sera l'S&P500 é salito fino a 4715 punti - ha mancato il record storico di 3 punti e ha chiuso 15 punti più in basso. A completare il quadro non proprio entusiasmante c'é anche il calo dei Summation Index. A questo punto il nostro semaforo a corto termine passa sul giallo lampeggiante - significa che bisogna fare attenzione e non che necessariamente si passerà sul rosso. C'é troppo ottimismo (Fear&Greed Index a 82 punti, invariato) per un mercato che sembra imballato.

Sulla seduta in Europa c'é poco da dire. Gli indici hanno guadagnato ancora qualche punto e hanno toccato dei nuovi massimi storici (DAX +0.61% a 16247 punti) o annuali (Eurostoxx50 +0.35% a 4401 punti) marginali. Gli indici hanno chiuso vicino ai massimi giornalieri e finora non appare nulla di cui preoccuparsi. Solo un appunto - l'indice delle banche europee SX7E ha perso il -0.81% a 103.77 punti. L'indice ha raggiunto i 104 punti a metà ottobre e da quel punto si é fermato - non ha più fatto progressi e ha cominciato a sottoperformare l'Eurostoxx50. Questo potrebbe costituire un problema perché questo é un settore ciclico e legato allo sviluppo dei tassi d'interesse. Una sua debolezza significa che i tassi d'interesse non salgono e che la crescita economica in Europa dovrebbe essere inferiore alle aspettative. Ieri anche il FTSE MIB (-0.23% a 27804 punti) ha subito le conseguenze negative del calo delle azioni della banche e in generale della debolezza del settore finanziario.
Ricordiamo che gli indici azionari europei sono decisamente ipercomperati (RSI sul DAX a 74.98 punti) - questa é una buona premessa per un consistente vuoto d'aria.

L'S&P500 ha aperto praticamente invariato a 4682 punti. L'indice é subito salito ma si é fermato a ridosso della barriera dei 4700 punti. Per un'ora é oscillato sui 4695 punti e solo a metà seduta é balzato a 4706 punti. Alle 20.00 l'S&P500 ha toccato il massimo a 4715 punti. A 3 punti dal massimo storico ha cambiato direzione ed é sceso chiudendo a 4700.90 punti (+0.39%).
Come anticipato secondo i parametri tecnici la seduta a livello di partecipazione é stata negativa. Malgrado ciò gli indicatori di sentiment mostrano sempre un forte ottimismo (VIX a 16.37 (-0.12), CBOE Equity put/call ratio a 0.44). I tassi d'interesse sono invariati.
Il cambio EUR/USD ha toccato un nuovo minimo annuale a 1.1264 - stamattina torna a 1.1310. Siamo sorpresi dalla forza dell'USD. Non siamo in grado di dire dove si fermerà questa gamba di ribasso. L'oro invece sembra incontrare delle difficoltà. Dopo aver rotto al rialzo sopra la resistenza a 1830-1834 punti é salito di slancio fino a 1877 USD. Ora é tornato a 1855 USD. Tutti gli analisti parlano di rialzo e prevedono una rapida salita del prezzo dell'oro su nuovi massimi storici. Noi siamo decisamente più prudenti poiché, malgrado il trend rialzista, il movimento manca di forza e momentum.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 1 punto. Le borse asiatiche sono miste (Nikkei -0.40%, Shangahi +0.40%). Alle 08.35 l'Eurostoxx50 vale 4400 punti - le borse europee apriranno invariate. Non essendoci motivi per vendere é probabile che gli indici riescano a guadagnare ancora qualche punto.

Commento del 16 novembre

Investitori indecisi

Da giorni le borse si muovono in pochi punti e i tassi d'interesse oscillano senza una precisa direzione. Ieri l'S&P500 ha chiuso invariato (-0.00% a 4682.80 punti) al termine di una seduta dominata dagli aspetti tecnici - i movimenti dell'indice sono stati bloccati dal primo supporto e dalla prima resistenza sul future con il risultato che il range giornaliero é stato di soli 25 punti e l'indice si é fermato al centro del range. La tendenza é al rialzo ma gli indicatori di partecipazione stanno peggiorando. Questo non significa che l'indice deve scendere o addirittura cadere - sembra solo che in vista del massimo storico (4718 punti) i compratori hanno dubbi e si stanno ritirando. A questo punto é probabile che ci siano bisogno ancora parecchi giorni di consolidamento prima che la tendenza di fondo rialzista riprenda il sopravvento.

Ieri le borse europee sono lievitate e hanno chiuso sul massimo giornaliero e con modesti guadagni. L'Eurostoxx50 (+0.36% a 4386 punti) é salito di 16 punti e ha toccato un nuovo massimo annuale marginale. Come sapete questo é un segnale indiscutibile di rialzo. Il DAX (+0.34% a 16148 punti) e il FTSE MIB (+0.49% a 27868 punti) si sono comportanti come l'Eurostoxx50 con rispettivamente un nuovo massimo storico e un nuovo massimo annuale (per soli 2 punti). Resta da risolvere il problema dell'ipercomperato - gli indici potrebbero continuare a salire lentamente malgrado questo impedimento o potrebbero avere un improvviso e difficilmente prevedibile vuoto d'aria di alcuni punti in percentuale.
Il cambio EUR/USD é caduto su un nuovo minimo annuale a 1.1356 - stamattina é a 1.1375. La svalutazione dell'EUR rispetto all'USD compensa la sovraperformance delle borse europee rispetto all'America - si ripete l'effetto già osservato e analizzato settimana scorsa.
Il differenziale dei tassi d'interesse gioca in favore della moneta americana.

L'S&P500 ha aperto salendo sul massimo a 4697 punti. È scivolato verso il basso e dopo le 17.30 é caduto una ventina di punti ed ha toccato un minimo a 4672 punti. Dopo la metà seduta ha recuperato e ha chiuso invariato a 4682.80 punti. La seduta al NYSE é stata negativa (a causa della debolezza del RUT -0.45%) con A/D a 3356 su 4731, NH/NL a 757 su 595 (in aumento...!) e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita di poco a 16.49 punti (+0.20), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.42 mentre il Fear&Greed Index (82 punti. -1) segnala ancora parecchio ottimismo. I Summation Index sono in leggero calo.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 1 punto. Anche le borse asiatiche sono letargiche (Nikkei +0.11%, Shanghai -0.3%). L'Eurostoxx50 alle 08.50 vale 4694 punti. Le borse europee apriranno con leggeri guadagni. Ci aspettiamo una ripetizione della seduta di ieri.

Aggiornamento del 15 novembre

Nessuno osa impegnarsi a fondo a favore del clima poiché i costi sono enormi e le ripercussioni sull'economia negative

La conferenza sul clima di Glasgow (COP 26) é terminata con un accordo che sembra più che altro un'altra dichiarazione di intenti senza un preciso piano d'azione. Il riscaldamento della terra é un problema grave e tutti concordano sul fatto che bisogna fare qualcosa in favore del clima. I politici però negano qualcosa di evidente - la svolta climatica é cara e contempla dei sacrifici a tutti i livelli. È un percorso di "sangue, fatica, lacrime e sudore". Come in ogni cambiamento ci sono dei vincitori e dei vinti - chi ha qualcosa da perdere si oppone con tutte le sue forze. Con queste premesse é praticamente impossibile trovare dei compromessi che soddisfano tutti.

Il PIL del Giappone nel terzo trimestre del 2021 é sceso del -0.8% - su base annua la contrazione é del -3% - i dati sono peggiori delle stime degli analisti. Il Nikkei stamattina sale del +0.56%. Spesso fatichiamo a trovare un rapporto tra lo sviluppo della borsa e quello dell'economia reale. La liquidità abbondante e a basso prezzo ha cambiato le regole del gioco e distorto i valori fondamentali che regolano i mercati finanziari.

Durante il fine settimana non é successo nulla di particolare in grado di influenzare i mercati finanziari. Stamattina il future sull'S&P500 sale di 1 punto mentre l'Eurostoxx50 vale 4368 punti (-2 punti). Le borse sono praticamente invariate e la settimana inizia all'insegna della stabilità. È possibile che avremo un'altra settimana di consolidamento.

Commento del 13-14 novembre

Borse in ebollizione e pronte a ripartire al rialzo - gli indicatori di sentiment ci preoccupano ma é un aspetto soggettivo

Una settimana fà ci aspettavamo che le borse consolidassero o correggessero a causa dell'ipercomperato e del generale ottimismo. In effetti in Europa abbiamo avuto una serie di sedute di pausa e senza sostanziali variazioni durante le quali gli indici azionari si sono mossi poco. Non sono apparsi segnali di debolezza, le vendite durante la giornata sono state sporadiche e per saldo gli indici sono riusciti a guadagnare ancora qualche punto. L'Eurostoxx50 (+0.28% a 4370 punti) é arrivato venerdì a 3 punti dal massimo annuale mentre il DAX (+0.07% a 16094 punti) ha fatto registrare un nuovo massimo storico marginale. Solo l'EUR ha perso terreno - il cambio EUR/USD é sceso da 1.1570 di venerdì scorso a 1.1445 di questo venerdì con un nuovo minimo annuale a 1.1433. Le borse europee valutate in USD sono scese come l'S&P500 - il cambio ha compensato la differenza nella performance settimanale.
La borsa americana é scesa nella prime tre sedute della settimana ma poi ha recuperato - la seduta di venerdì (S&P500 +0.72% a 4682.85 punti) é stata decisamente positiva con la conseguenza che il calo settimanale é modesto (-0.31%). La tendenza di fondo della borsa americana resta saldamente al rialzo con il 64.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 66.18 punti. Nel quadro tecnico non appare nulla che possa mettere in dubbio il rialzo di Natale e gli indici sembrano in grado di salire fino alla prima decade di gennaio raggiungendo dei nuovi massimi storici.
Noi siamo per natura prudenti ed evitiamo di credere ciecamente a qualcosa che sembra ovvio. A prima vista sembra che l'attesa correzione sia già vicina alla fine e che il rialzo possa ora riprendere in maniera dinamica. In effetti noi avevamo previsto un consolidamento o una correzione minore tra il 10 ed il 20 di novembre sulla base di aspetti stagionali - per completare questa finestra temporale mancano ancora solo 5 sedute. Ci disturba il fatto che gli investitori sembrano essere euforici malgrado alcuni evidenti problemi. La crisi del mercato immobiliare cinese sembra essere una difficoltà lontana e circostritta - la spinta inflazionistica e l'arrivo di una nuovo ondata di infezioni di Covid19 sono invece aspetti vicini e reali che stanno toccando le finanze di qualsiasi famiglia europea e americana e stanno obbligando alcuni Paesi e reintrodurre misure che limiteranno nuovamente la libertà dei cittadini e provocheranno un rallentamento dell'economia. Per quel che riguarda le prospettive economiche a medio termine siamo ottimisti - gli stimoli combinati dei governi e delle banche centrali provocheranno certamente un periodo di sostenuta crescita economica di cui beneficeranno le imprese. A corto termine però c'é parecchia sabbia nel meccanismo e preferiremmo vedere negli investitori maggiore prudenza e un pizzico di scetticismo. Le valutazioni stratosferiche di molte azioni specialmente in America non permettono nessun margine di errore. Saremmo molto più tranquilli e fiduciosi riguardo al futuro se adesso ci fosse una sana correzione intermedia delle borse.
Concretamente evitiamo di essere esposti in azioni più di quando sarebbe consentito da un normale portafoglio bilanciato. Se invece ci fosse ancora nell'immediato futuro una correzione di un -5% saremmo disposti ad andare speculativamente long per sfruttare il successivo rialzo. Le premesse tecniche per una correzione minore sono ancora ideali e derivano da una combinazione di ipercomperato (p.e. RSI sull'Eurostoxx50 a 72.30 punti) e di eccesso di ottimismo (Fear&Greed Index a 83 punti) e di speculazione al rialzo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.17% a 4370 punti
SX7E (banche)          -0.63% a 104.05 punti
DAX                         +0.25% a 16094 punti (nuovo massimo storico)
SMI                         +1.58% a 12516 punti
FTSE MIB                 -0.23% a 27732 punti
S&P500                    -0.31% a 4682.85 punti
Nasdaq100               -0.97% a 16199 punti

Venerdì la seduta in Europa é stata senza storia e priva di emozioni. Gli indici sono saliti nei primi dieci minuti di contrattazioni creando le premesse per una seduta positiva. Poi c'é stato un pò di su e giù senza una direzione precisa e a fine giornata gli indici hanno guadagnato qualche punto (Eurostoxx50 +0.28% a 4370 punti). Questa é stata una seduta che si inserisce in maniera ideale in una settimana di consolidamento. Non siamo in grado di dire se ci deve ancora essere una fase di correzione o se con questo consolidamento la fase di digestione degli eccessi é già terminata. L'impressione generale é che la forza d'acquisto é superiore alla pressione di vendita e quindi gli indici dovrebbero nel futuro continuare a lievitare e a salire leggermente. Se ci fosse una correzione il freno dell'ipercomperato e dell'eccesso di rialzo verrebbe a mancare e in seguito il rialzo potrebbe riprendere in maniera dinamica. Gli investitori devono restare long. Chi é sotto investito può mettere dei limiti d'acquisto su delle azioni che gli interessano un -7%/-10% sotto il livello attuale e sperare in un vuoto d'aria.

Pensavamo che anche a Wall Street non sarebbe successo niente di speciale ed invece abbiamo avuto una seduta decisamente positiva - le marcanti candele bianche sui grafici ci fanno pensare che la minicorrezione potrebbe già essere finita.
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4658 punti e all'inizio é sceso praticamente in pari a 4651 punti. Fino alle 16.30 si é fermato qui e poi é partito al rialzo. Con nostra sorpresa ha superato facilmente la resistenza intermedia a 4670 punti e alle 17.30 é arrivato a 4680 punti. Dopo una pausa di ore si é impennato fino al massimo a 4688 punti ed ha chiuso a 4682.85 punti (+0.72%). Ancora una volta si é distinta la tecnologia (Nasdaq100 +1.04% a 16199 punti) mentre un calo del prezzo del petrolio ha frenato il Russell2000 (+0.11%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4691 su 3350, NH/NL a 734 su 460 (poco convincente) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é caduta a 16.29 punti (-1.37 !) mentre il CBOE Equity put/call ratio era nella media (0.47). I Summation Index sono leggermente saliti.
Insomma - la borsa americana ha dato l'impressione di non voler scendere - ora bisogna vedere se ha già la forza per salire più in alto su un nuovo record storico. 


Commento del 12 novembre

Sabbie mobili

Ieri gli indici azionari sia in Europa (Eurostoxx50 +0.21% a 4358 punti) che in America (+0.06% a 4649.27 punti) si sono mossi in pochi punti e hanno chiuso praticamente invariati. La situazione tecnica é stabile - esiste ancora dell'ipercomperato che deve essere riassorbito e c'é ancora troppo ottimismo. Di conseguenza é poco probabile che questa fase di consolidamento termini a breve.

In Europa gli indici si mantengono vicini ai massimi annuali - il DAX (+0.10% a 16083 punti) ieri ha toccato un nuovo massimo storico a 16114 punti. Da giorni le borse marciano sul posto - stanno consolidando e per ora non stanno correggendo. Per gli investitori in USD la correzione si esprime con una svalutazione dell'EUR - il cambio EUR/USD é sceso su un nuovo minimo annuale e si trova stamattina a 1.1440. I tassi d'interesse reali giocano in favore dell'USD - ieri però il mercato obbligazionario americano era chiuso e quindi i mercati si sono mossi senza questo importante punto di riferimento.
Al momento sia l'USD che l'oro (1858 USD/oncia) salgono assieme - questa non é l'abituale correlazione - non siamo sicuri che la rottura al rialzo dell'oro sopra la resistenza a 1830-1834 USD e il relativo segnale d'acquisto siano validi.

L'S&P500 ha aperto sul massimo giornaliero a 4664 punti e a balzi é scivolato fino al minimo a 4648 punti. Ha chiuso vicino al minimo a 4649.27 punti (+0.06%) con un magro bottino di 2 punti. Il guadagno proviene da un rimbalzo tecnico della tecnologia (Nasdaq100 +0.29% a 16032 punti). Il rimbalzo é un segnale positivo - non c'é pressione di vendita e i vuoti d'aria vengono comperati. La chiusura sul minimo é un segnale negativo - prevalgono ancora le prese di beneficio. In particolare non si capisce quale settore potrebbe essere il leader della prossima fase di rialzo - tecnologia, banche, farmaceutica e petrolio sembrano a fine corsa.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5020 su 3009, NH/NL a 642 su 488 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa a 17.66 punti (-1.07), il CBOE Equity put/call ratio é nuovamente basso a 0.44 e il Fear&Greed Index é stabile a 81 punti (-1). Gli investitori restano ottimisti e posizionati long in attesa della ripresa del rialzo - ci vorrebbe uno scossone per eliminare le mani deboli.
I Summation Index sono leggermente saliti - questo indicatore é senza direzione - come il mercato azionario. Siamo in bilico tra una fase di correzione e il rialzo che nel sottofondo continua a dominare.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 3 punti. Il Nikkei ha guadagnato il +1.13% - Shanghai sale del +0.2%. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4356 punti. Le borse europee apriranno praticamente in pari (-0.1%). Ci prepariamo ad un'altra seduta tranquilla e con pochi movimenti.

Commento dell'11 novembre

Sarà una correzione strisciante con una caduta sul finale

Ieri i dati sull'inflazione in America (aumento dei prezzi al consumo del +0.6% / +4.6% su base annua) hanno provocato un piccolo terremoto. I tassi d'interesse di mercato sono nettamente aumentati (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 1.56%, +0.10%) con la conseguenza che l'USD ha guadagnato terreno su tutte le altre monete. Il cambio EUR/USD é caduto su un nuovo minimo annuale a 1.1470 mentre il prezzo dell'oro ha superato la resistenza a 1830-1834 punti ed é salito agli attuali 1853 USD/oncia. L'oro ha dato un importante segnale d'acquisto che deve essere confermato nei prossimi giorni. In un mercato azionario già disposto a correggere queste notizie hanno causato a Wall Street una seduta negativa - S&P500 é caduto fino a 4630 punti ed ha chiuso a 4646.71 punti (-0.82%). Ovviamente l'aumento dei tassi d'interesse ha colpito particolarmente la tecnologia (Nasdaq100 -1.44% a 15985 punti) mentre una diminuzione del prezzo del petrolio ha indebolito il Russell2000 (-1.55%).
La correzione si sta svolgendo come da copione. Per il momento manca pressione di vendita (lo si vede dai volumi sui titoli in calo). Il rapporto NH/NL sta però decisamente peggiorando (679 su 554) e i Summation Index ieri sono leggermente scesi. Di conseguenza sembra che avremo una correzione strisciante con parecchi rimbalzi intermedi. Idealmente la correzione dovrebbe durare fino a circa il 20 novembre e dovrebbe terminare con un sensibile peggioramento degli indicatori di sentiment. Finora gli investitori sono ancora ottimisti (Fear&Greed Index a 82 punti, -4 punti) - per terminare la correzione ci sarà bisogno che gli speculatori long mollino la presa - dai commenti nei media (Telegram) sembra invece che aspettino unicamente il momento in cui partirà il rally natalizio.

Ieri sera non abbiamo scritto nessun commento riguardante la seduta in Europa poiché per il terzo giorno consecutivo non é successo nulla di importante e gli indici azionari hanno chiuso praticamente invariati (Eurostoxx50 +0.10% a 4348 punti). Le borse europee sembrano semplicemente consolidare e voler assorbire l'ipercomperato tramite una pausa ad alto livello. C'é anche da considerare il fatto che le borse europee per l'investitore in USD stanno correggendo attraverso l'indebolimento dell'EUR. Per logica anche L'Eurostoxx50 e colleghi dovrebbero avere una qualche seduta decisamente negativa - per il momento però non sembra che i venditori abbiamo l'intenzione di uscire allo scoperto.

L'S&P500 ha aperto in gap down a 4664 punti e all'inizio é risalito fino a 4684 punti tornando praticamente in pari. Poi sono arrivate le vendite e l'indice é sceso a parabola fino alle 20.40 quando ha toccato il minimo a 4630 punti. Sul finale é risalito a tentoni e ha chiuso a 4646.71 punti - una perdita di 38 punti ma una chiusura 16 punti sopra il minimo. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2154 su 5716, NH/NL a 679 su 554 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 18.73 punti (+0.95) mentre il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.48 (la media di lungo periodo é a 0.48, due deviazioni standard sono a 0.62 - un balzo sopra i 0.62 dovrebbe segnalare abbastanza pessimismo per chiudere la correzione).
Nel complesso é stata una seduta negativa durante la quale però i venditori non hanno dominato. Più che altro osserviamo vendite di realizzo e non una evidente pressione ribassista.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 10 punti. Le borse asiatiche sono al rialzo (Nikkei +0.59%, Shangahi +1.2%). Alle 08.45 l'Eurostoxx50 vale 4343 punti - le borse europee apriranno con una leggera perdita (-0.1%). In Europa si deliena un'altra seduta di pausa e di consolidamento. Escludiamo che le borse siano già pronte per riprendere il rialzo. Di conseguenza é possibile che in America oggi ci sia un debole rimbalzo - in linea di massima però ci aspettiamo un'altra seduta negativa - ne riparliamo come d'abitudine alle 14.00.

Commento del 10 novembre

Non c'é pressione di vendita

Ieri abbiamo avuto una seduta negativa e gli indici azionari sia in Europa (Eurostoxx50 -0.18% a 4344 punti) che in America (S&P500 -0.35% a 4685.25 punti) hanno perso qualche punto. Ci sono state delle vendite all'inizio della giornata ma poi gli indici si sono stabilizzati e fino alla chiusura sono oscillati in laterale senza spunti particolari. Non é apparsa pressione di vendita - più che altro ci sono state delle sporadiche vendite di realizzo che hanno permesso di eliminare parte dell'ipercomperato. Sembra che gli investitori siano incerti sul da farsi e non sappiamo a quale scenario economico credere - lo si vede sui tassi d'interesse che cambiano direzione praticamente ogni giorno (reddito dell'UST Bond decennale a 1.46%, -0.05%). Un giorno arrivano dati che mostrano una diminuzione del tasso di crescita dell'economia - il giorno successivo degli aumenti dei prezzi alla produzione e al consumo segnalano inflazione. Gli investitori sono confusi.
È ovvio che adesso le borse facciano una pausa dopo un mese di rally. Se ci sarà una correzione intermedia dipende dalla psicologia - per ora gli investitori restano ottimisti (Fear&Greed Index a 86 punti) e orientati speculativamente al rialzo (CBOE Equity put/call ratio a 0.44). Sarebbe logico e normale se una volta questa euforia sparisse lasciando il posto ed un approccio al mercato più razionale e pragmatico.  
Ieri le borse europee sono cadute in apertura, sono risalite fino nel primo pomeriggio e infine hanno seguito la borsa americana verso il basso. In generale il minimo giornaliero é stato toccato poco dopo le 09.00 e per il resto della giornata é successo poco o niente. I venditori non hanno dominato - non c'era pressione di vendita - il DAX tedesco (-0.04% a 16040 punti) ha addirittura toccato un nuovo record storico. Per ora le borse europee sembrano solo consolidare ad alto livello. Non vediamo divergenze - non vediamo nulla che possa farci presagire un violento vuoto d'aria - i mercati sono tranquilli.

In America l'annuncio che Elon Musk potrebbe vendere un 10% della sua partecipazione in Tesla (-11.99%) ha fatto crollare l'azione. Questo ha sgonfiato il Nasdaq100 (-0.71% a 16219 punti) ma per il resto non é successo niente di speciale - é stata una semplice seduta moderatamente negativa al termine di una fase di eccessivo rialzo.
L'S&P500 ha aperto a 4708 punti e per le 16.10 é caduto a 4676 punti - a questo punto i venditori si sono fermati e l'indice é semplicemente oscillato in laterale fino alla chiusura a 4685.25 punti (-0.35%). In questa fase l'indice si é mosso tra i 4670 ed i 4690 punti.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3487 su 4524, NH/NL a 770 (netto calo) su 385 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 17.78 punti (+0.56). I Summation Index sono ancora saliti.
Malgrado il calo degli indici (RUT -0.63%) non sono apparsi problemi particolari - come pensavamo il mercato sembra ora voler consolidare e assorbire l'ipercomperato. Il momentum é in calo. Nei prossimi giorni bisogna controllare se grafici ed indicatori sembrano voler ruotare e preparare un ribasso (correzione) e se invece appena che verranno riassorbiti gli eccessi i compratori torneranno alla carica.
Per ora non sembra che i ribassisti abbiano gli argomenti per prendere il sopravvento.

Stamattina alle 07.40 il future sull'S&P500 perdeva 11 punti - ora (08.30) ne perde solo 2 - gli europei sembrano essere ottimisti.
Le borse asiatiche sono in calo (Nikkei -0.6%, Shanghai -0.6%). L'Eurostoxx50 vale 4350 punti (+6 punti). Le borse europee apriranno con una leggera plusvalenza. La pausa e il consolidamento dovrebbero anche oggi condizionare le borse e provocare una seduta tranquilla - gli indici dovrebbero chiudere stasera senza sostanziali variazioni.

Commento del 9 novembre

Pausa - probabilmente é solo un consolidamento

Ieri é stata una giornata tranquilla. Gli indici azionari, sia in Europa (Eurostoxx50 -0.24% a 4352 punti) che in America (S&P500 +0.09% a 4701.70 punti), si sono mossi in pochi punti e nel range della seduta precedente - hanno chiuso senza sostanziali variazioni e vicini al livello d'apertura. È stata una giornata di pausa che ha permesso di assorbire un pò dell'ipercomperato e di diminuire il momentum del rialzo. C'é però ancora parecchia speculazione come mostrano i nuovi record storici delle monete cripto o i balzi di AMD (+10.14%) o NVidia (+3.54%). Sta cominciando una fase di consolidamento -  la domanda é se questo consolidamento sarà unicamente una pausa ad alto livello o una correzione intermedia. A questo punto la psicologia gioca un ruolo importante. Dopo più di un mese di forte rialzo i traders prenderanno i guadagni o aspetteranno semplicemente che le borse ricominciano a salire? A noi sembrano essere troppo aggressivi ed impazienti - ieri il CBOE Equity put/call ratio é sceso ad un livello molto basso (0.36). D'altra parte la volatilità VIX (17.22 punti, +0.74), che viene usata spesso dagli investitori istituzionali per compensare eventuali correzioni dell'S&P500, sta salendo da 3 giorni. Valutando i pro ed i contro riteniamo che la variante più probabile sia quella della correzione - bisogna però vedere come si comporta il mercato quando ci sarà una seduta negativa per vedere se i ribassisti hanno le forze necessarie per prendere il sopravvento per una decina di giorni.

L'Eurostoxx50 (-0.24% a 4352 punti) ha aperto e chiuso sullo stesso livello - ha svolto una seduta in uno stretto trading range e ha terminato la seduta con una insignificante perdita di 11 punti. La seduta negativa permette all'indice di eliminare parte dell'ipercomperato. La spinta di rialzo iniziata ad ottobre sembra finita. Ora deve esserci una pausa di consolidamento o una correzione minore con obiettivo ideale a 4250 punti. DAX (-0.05% a 16046 punti) e FTSE MIB (-0.31% a 27711 punti) si trovano in una situazione tecnica simile. In generale i grafici e gli indicatori sono costruttivi - se la correzione come pensiamo non fa danni gli indici azionari europei dovrebbero in seguito salire per fine anno su un nuovo massimo annuale. 

L'S&P500 si é mosso in soli 20 punti e ha chiuso praticamente invariato (+0.09% a 4701.70 punti). Ha aperto a 4705 punti e subito é salito fino a 4714 punti. Poi é sceso fino a metà seduta a 4694 punti. Ha recuperato e si é stabilizzato sui 4700 punti dove ha chiuso. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4619 su 3420, NH/NL a 1300 su 216 e volume relativo a 1.05. Il Fear&Greed Index é salito a 86 punti (+1) - i Summation Index salgono.
Per ora non ci sono cambiamenti nella caratteristica del trend - l'unica differenza rispetto alle precedenti sedute é la mancanza di un nuovo record storico - troppo poco per dire che il mercato é in difficoltà.

Stamattina il future sull'S&P500 scende di 7 punti. Il Nikkei ha perso il -0.75 - Shanghai sta salendo del +0.2%. Alle 08.40 l'Eurostoxx50 vale 4345 punti - le borse europee apriranno in leggero calo (-0.2%9. Le premesse sono per una seconda seduta di pausa e di consolidamento.

Aggiornamento dell'8 novembre

In America passa il piano infrastrutture - l'aumento della spesa sociale deve aspettare

Joe Biden ha ottenuto un successo - il Congresso ha approvato il suo piano di investimenti per rinnovare le infrastrutture del paese. Il piano sociale invece non trova una maggioranza e deve essere rimandato. La borsa dovrebbe nei prossimi giorni scontare questo piano di spese pubbliche - l'effetto sarà però modesto visto che il progetto era conosciuto da tempo. È possibile che si torni a parlare di inflazione visto che questi investimenti finanziati attraverso il debito hanno un effetto inflattivo.
Il nuovo farmaco di Pfizer (vedi analisi del fine settimana) ha riacceso le speranze che la crisi legata al Coronavirusa sia presto finita e si possa rapidamente tornare alla normalità - anche in questo caso potrebbero verificarsi dei cambiamenti negli investimenti visto che vivremo meno nella realtà virtuale mentre potremo di nuovo viaggiare liberamente favorendo il turismo e i trasporti.

Conviene gettare un'occhiata alle economie dei Paesi emergenti i cui mercati azionari sono decisamente sottovalutati. Alcune borse asiatiche e il Brasile sono fondamentalmente attraenti.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 6 punti. Le borse asiatiche sono miste - il Nikkei perde il -0.35%, Shanghai guadagna il +0.21%. Alle 08.25 l'Eurostoxx50 vale 4363 punti - le borse europee apriranno invariate. La settimana inizia in maniera tranquilla e all'insegna della stabilità.
Durante il fine settimana anche gli Stati Uniti hanno abbandonato l'ora estiva. La differenza d'orario tra l'Europa e New York torna ad essere di 6 ore. La borsa americana apre nuovamente alle 15.30 e chiude alla 22.00.

Commento del 6-7 novembre

L'euforia non é un problema fino a quando la partecipazione migliora e il momentum resta forte

Anche durante questa settimana gli indici azionari sono saliti - non c'é stata nessuna correzione intermedia. L'S&P500 (+0.37% a 4697.53 punti), il Nasdaq100 (+0.08% a 16359 punti) e il DAX tedesco (+0.15% a 16054 punti) hanno fatto registrare dei nuovi massimi storici. L'Eurostoxx50 (+0.69% a 4363 punti) e il FTSE MIB (+1.00% a 27796 punti) hanno toccato dei nuovi massimi annuali - la tendenza a medio termine delle borse europee é passata al rialzo. Solo l'SMI svizzero (-0.65% a 12321 punti) rimane formalmente in un trend neutro e sembra bloccato dalla resistenza a 12400 punti. In generale la partecipazione al rialzo é migliorata (NH/NL a Wall Street a 1528 su 346 rispetto ai 835 su 551 di una settimana fà) mentre il momentum resta intenso - il rialzo é dinamico e non subisce ancora rallentamenti come succede normalmente al termine di una fase positiva. Come abbiamo sottolineato più volte in questa situazione l'ipercomperato, l'eccesso di rialzo e l'ottimismo non bastano a provocare una correzione. Normalmente una RSI giornaliera e settimanale sopra i 70 punti mostrano che i compratori hanno esagerato e dovrebbero fare una pausa - d'altra parte se i rialzisti sono in grado di far salire la RSI così in alto significa anche che stanno dominando e hanno il controllo della situazione. Ora la RSI giornaliera di molti indici azionari é sopra i 70 punti (Eurostoxx50 a 73.72, S&P500 a 76.39) con il Nasdaq100 a condurre il plotone degli indici ipercomperati con la RSI a 78.28. Questo indicatore può però muoversi tra i 0 ed i 100 punti e più volte nel passato ha superato gli 80 punti. A questo eccesso può seguire un breve ritracciamento di un paio di punti in percentuale prima che il rialzo riprenda - non necessariamente deve esserci una sostanziale correzione.
Al momento strutturalmente e a livello di partecipazione il rialzo sta migliorando e non peggiorando. In America il 67.3% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 65.18 punti -  i Summation Index salgono. Di conseguenza non prevediamo nessuna inversione di tendenza fino alla prima decade di gennaio dell'anno prossimo. Nel frattempo una correzione intermedia sarebbe possibile ed auspicabile per assorbire gli eccessi. Stagionalmente potrebbe verificarsi tra il 10 ed il 20 novembre quando spesso c'é una fase di debolezza prima che parta il rally della festa del ringraziamento (Thanksgiving, 25 novembre) e di Natale. Il Fear&Greed Index é salito a 85 punti dai 72 punti di una settimana fà - é evidente che l'umore degli investitori non può continuare a migliorare costantemente a questo ritmo e quindi deve succedere prossimamente qualcosa in grado di riportare gli investitori alla realtà.
Nelle prime quattro giornate della settimana l'S&P500 ha terminato la seduta vicino al massimo giornaliero e la leadership della tecnologia é stata evidente - venerdì per la prima volta il ritracciamento e la chiusura lontana dal massimo (-21 punti) sono stati pronunciati e la tecnologia ha mostrato debolezza relativa malgrado un vistoso calo dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.45%, -0.08%). Forse questo é un indizio che il rialzo a corto termine comincia ad avere delle difficoltà - vediamo come inizia la prossima settimana.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.65% a 4363 punti
SX7E (banche)          +1.97% a 104.71 punti
DAX                         +2.33% a 16054 punti
SMI                         +1.76% a 12321 punti
FTSE MIB                 +3.42% a 27796 punti
S&P500                    +2.00% a 4697.53 punti
Nasdaq100               +3.21% a 16359 punti

Venerdì le borse europee hanno aperto in calo ma sono salite fino nel primo pomeriggio quando hanno toccato dei nuovi massimi storici o annuali. Verso sera gli indici sono ridiscesi - in chiusura hanno salvato dei moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.69% a 4363 punti). L'SMI svizzero (-0.65%) é stato vittima dell'annuncio da parte di Pfizer di aver scoperto un farmaco antivirale (Paxlovid) in grado di combattere il Covid19 con un'efficacia dell'89%. Sono state vendute le azioni delle società farmaceutiche legate ai vaccini (Lonza -7.53%) mentre sono state comperate le azioni di tutte quelle compagnie che potrebbero approfittare di una riapertura completa dell'economia come compagnie aeree o società del lusso. Questa reazione sembra però eccessiva e non pensiamo che possa trattarsi dell'inizio di un sostenibile movimento.
La tendenza delle borse europee é al rialzo e fino all'anno prossimo gli indici azionari dovrebbero riuscire a salire più in alto. La correlazione positiva con l'America é sempre valida e se l'S&P500 avrà una correzione di un -5% é probabile che lo stesso si verifichi in Europa.

La borsa americana settimana scorsa ha dato l'impressione di un treno in corsa sul quale tutti tentano di salire e trovare un posto ancora libero. Tutte le seduta sono state positive e sono saliti non solo i titoli di moda ma anche quei titoli di società che hanno presentato risultati trimestrali poco convincenti e sembrano essere "rimasti indietro". Tra le azioni in perdita rimangono solo molte società farmaceutiche o biotecnologiche e molte società che soffrono del rallentamento dell'economia cinese (produttori di materie prime come Vale).
Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap up a 4700 punti. Fino alle 15.00 é salito e ha raggiunto un nuovo record storico a 4718 punti. Poi ha perso terreno e con un'accelerazione é caduto sul minimo giornaliero a 4681 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni l'S&P500 ha recuperato e ha chiuso sul livello d'apertura a 4697.53 punti (+0.37%) con un guadagno di 17 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5172 su 2886, NH/NL a 1528 su 346 e volume relativo a 1.25. Il DJT é salito del +0.66%, il Russell2000 ha guadagnato il +1.44%. Solo la volatilità VIX balla fuori dal coro - invece che scendere é salita a 16.48 punti (+1.04) come se gli investitori istituzionali si stessero preparando ad una correzione del mercato.
I nuovi massimi storici su praticamente tutti gli indici azionari americani sono un segnale indiscutibile di rialzo. A livello tecnico non appare nulla che possa far presagire l'imminenza di un'inversione di tendenza. L'ipercomperato e l'eccesso di rialzo (l'S&P500 é 220 punti sopra la MM a 50 giorni) insieme a parecchio ottimismo e speculazione (CBOE Equity put/call ratio a 0.44, MM a 10 giorni a 0.42) costituiscono delle buone premesse per una breve correzione intermedia di un -5%. Un'eventuale correzione di questo tipo dovrebbe essere comperata in previsione di una successiva continuazione del rialzo fino all'inizio dell'anno prossimo.

Commento del 5 novembre

Irrazionale euforia ? - certe reazioni sono incomprensibili (NVDA +12.04%, QCOM +12.74%)

Anche ieri le borse non si sono fatte fermare dall'ipercomperato e dall'eccesso di rialzo e hanno ancora guadagnato terreno sia in Europa (Eurostoxx50 +0.55% a 4333 punti) che in America (S&P500 +0.42% a 4680.06 punti). Ovviamente abbiamo una nuova serie di massimi storici (S&P500, Nasdaq100 e DAX!), massimi annuali (Eurostoxx50 e FTSE MIB) e di periodo. Come pensavamo le resistenze sul DAX (+0.44% a 16029 punti) e sull'SMI (+0.16% a 12403 punti) hanno avuto l'effetto di bloccare il movimento ma non hanno innescato una reazione negativa. Il momentum del rialzo é in generale talmente forte che un'immediata inversione di tendenza é impensabile. Il rialzo deve prima rallentare e poi deve verificarsi una distribuzione prima che possa iniziare una fase negativa. A breve l'euforia (DSI sopra i 90 punti) dovrebbe provocare un breve vuoto d'aria me questa mini correzione dovrebbe essere comperata e pensiamo che la tendenza a medio termine debba restare al rialzo.
Notiamo con preoccupazione molti movimenti imputabili chiaramente all'euforia - ci riferiamo in particolare al balzo delle azioni delle società di semiconduttori NVidia e Qualcomm che ieri senza una ragione particolare sono salite più del 12%. I risultati trimestrali di Qualcomm corrispondevano alle stime degli analisti e non c'era nessuna ragione fondamentale per correre a comperare l'azione. Il tam tam nei social media ha però suonato in favore dell'azione che é stata consigliata all'acquisto su numerosi account in Telegram - il risultato é che tutti gli speculatori si sono buttati a comperare e le quotazioni sono salite come un razzo. Questa irrazionale euforia é estremamente pericolosa e suggerisce che il bull market potrebbe essere nella sua fase terminale e vicino alla fine. Vicino significa però che la festa potrebbe durare ancora qualche mese e se ogni giorno il Nasdaq100 (+1.25% a 16346 punti) guadagna in media il +1% c'é ancora parecchio potenziale di rialzo.

Le borse europee hanno toccato il massimo giornaliero la mattina intorno alle 10.00. Dopo la buona apertura gli indici sono però semplicemente oscillati in laterale senza più riuscire a fare progressi. Le borse europee sono decisamente ipercomperate - crediamo che la spinta di rialzo a breve si é esaurita. Ora dovrebbe esserci un consolidamento o una correzione minore. Gli indicatori di medio termine sono però costruttivi e crediamo che una correzione non dovrebbe mettere in pericolo il rialzo fino alla prima decade di gennaio.

In America abbiamo avuto la solita seduta di rialzo con protagonista la tecnologia. Gli indici sono nuovamente saliti sul finale e hanno chiuso a ridosso del massimo giornaliero. I nuovi record su praticamente tutti gli indici testimoniano di una mercato saldamente al rialzo e in ebollizione.
L'S&P500 ha aperto a 4666 punti ed é velocemente salito fino al nuovo record a 4683 punti. Poi é ricaduto fino ai 4665 punti e si é stabilizzato oscillando intorno ai 4670 punti. Sul finale si é impennato a 4680.06 punti (+0.42%). La seduta al NYSE é stata strutturalmente negativa (!) con A/D a 3537 su 4526, NH/NL a 1320 su 317 e volume relativo a 1.2. La volatilità VIX é salita senza rispettare l'abituale correlazione a 15.44 punti (+0.34) - questa é una interessante divergenza che mostra come la VIX ha rispettato il supporto a 15 punti e ha reagito al DSI a 9 punti. Forse un presagio per il resto del mercato?
Il CBOE Equity put/call ratio resta molto basso a 0.39 - il Fear&Greed Index é rimasto fermo a 82 punti. I Summation Index salgono.
Per ora non appare nulla di nuovo - la tendenza a corto e medio termine é al rialzo.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 4 punti. Le borse asiatiche sono in calo (Nikkei -0.61%, borse cinesi ca. -1%). L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4326 punti (-7 punti) - le borse europee apriranno in leggero calo. Nell'ultima seduta della settimana non ci aspettiamo un cambiamento - le borse dovrebbero mantenere un'intonazione costruttiva. Ci aspettiamo una seduta tranquilla e pensiamo che gli indici sia in Europa che in America chiuderanno senza sostanziali variazioni.

Commento del 4 novembre

La politica monetaria americana resta decisamente espansiva malgrado il tapering 

Anche la seduta di ieri é stata positiva sia in Europa (Eurostoxx50 +0.31% a 4309 punti) che in America (S&P500 +0.65% a 4660.57 punti). I nostri indici azionari hanno nuovamente toccato dei nuovi massimi di periodo (DAX, SMI), annuali (Eurostoxx50, FTSE MIB) o storici (S&P500, Nasdaq100). I guadagni in Europa sono stati modesti - in attesa dell'esito della riunione della FED gli europei sono stati prudenti.
Alle 19.00 la FED americana ha comunicato le sue decisioni - come atteso la Banca Centrale americana ha stabilito di diminuire di 15 Mia di USD al mese gli acquisti di obbligazioni (QE). Questa misura, chiamata tapering, significa che l'iniezione di liquidità, attualmente di 120 Mia al mese,  lentamente diminuisce. Jerome Powell si é però dato la pena di riassicurare i mercati che la politica monetaria resta decisamente espansiva - la FED ritiene che l'inflazione é temporanea a non vede la necessità nell'immediato futuro di alzare i tassi d'interesse. I mercati finanziari rimangono sommersi da una liquidità che l'economia reale non ha bisogno - questa liquidità circola nel sistema bancario e garantisce un flusso costante di capitali in cerca di obiettivi d'investimento.
La borsa ha reagito positivamente a questo annuncio - l'S&P500 si é fermato sui 4526 punti fino alle 19.00 per poi salire su un nuovo massimo storico a 4663.46 punti e chiudere poco più in basso a 4660.57 punti (+0.65%). Il settore che maggiormanete approfitta dei bassi tassi d'interese é quello tecnologico e la reazione degli investitori é stata logica ed immediata - il Nasdaq100 si é impennato a 16144 punti (+1.07%). Ancora meglio si é comportato il Russell2000 (+1.80%) malgrado un calo del settore petrolifero. Insomma - la borsa american é stata trascinata verso l'alto dall'euforia che ha fatto salire il Fear&Greed Index a 82 punti (+4). La volatilità VIX (15.10 punti, -0.93) é ricaduta sul supporto a 15 punti. Gli indici azionari americani salgono praticamente senza interruzioni da inizio ottobre - é ovvio che a questo punto i grafici mostrano solo dei trend rialzisti e i dati tecnici sono molto buoni. C'é solo da domandarsi se l'eccesso di rialzo e l'ipercomperato non rendano necessaria una correzione intermedia. C'é però una tale convinzione che le borse possano unicamente salire che nessuno osa più vendere ed opporsi al trend. Probabilmente il momentum deve per lo meno diminuire in maniera che gli investitori abbiamo il tempo di riflettere e di rendersi conto che stanno comperando qualcosa di ormai oscenamente caro.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5654 su 2372, NH/NL a 1457 su 276 e volume relativo a 1.1. I Summation Index salgono - il rialzo sembra solido e lentamente gode anche di una larga partecipazione. L'unico problema sono l'ecceso di ottimismo e la speculazione al rialzo (CBOE Equity put/call ratio a 0.39). L'ottimismo é però un'arma a doppio taglio - da una parte motiva i compratori e alimenta il rialzo - quando però é eccessivo significa che tutti sono investiti e la mancanza a breve di ulteriori acquisti provoca degli improvvisi vuoti d'aria. Ne risultano delle correzioni a corto termine di alcuni punti in percentuale che nella situazione tecnica attuale non dovrebbero però mettere a rischio il rialzo a medio termine.

Adesso molti indici sono ipercomperati (RSI sopra i 70 punti) e in eccesso di rialzo (parecchio sopra le MM a 50 giorni). Gli indicatori di sentiment a cortissimo termine mostrano un evidente surriscaldamento (DSI sopra i 90 punti). È molto probabile che adesso debba per lo meno esserci una pausa di consolidamento. Saranno i tassi d'interesse a decidere se la pausa significherà anche correzione minore. Ieri il reddito dell'USTBond é salito a 1.60% (+0.04%).

Stamattina il future sull'S&P500 é invariato. Il Nikkei ha guadagnato il +0.93% - le borse cinesi salgono di circa il +1%. L'Eurostoxx50 ieri sera alle 22.00 valeva 4332 punti. Stamattina alle 08.00 riparte ovviamente da questo livello - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.5% - sulla slancio stamattina guadagneranno ancora qualche punto. Poi pensiamo che il rally di inizio novembre sarà terminato.

Commento del 3 novembre

Luce verde - velocità elevata

Ieri c'é stata una ripetizione della seduta positiva di lunedì. Gli indici azionari hanno nuovamente toccato dei nuovi massimi di periodo, annuali, o storici e hanno chiuso vicino ai massimi giornalieri con moderati guadagni. C'é stato anche il medesimo attacco di irrazionale euforia. Questa volta invece che Tesla ad esplodere al rialzo é stata la società di noleggio d'auto Avis (+108%) con la conseguenza che l'indice DJ Transportation ha guadagnato il +6.88%. Evidentemente c'é gente che comincia ad impazzire ma questo non cambia niente al fatto che le borse continuano a salire trascinate dalla liquidità e finora l'analisi tecnica deve continuare a dare luce verde. Ipercomperato, eccesso di rialzo e troppo ottimismo possono provocare in ogni momento una correzione minore di alcuni punti in percentuale ma é praticamente impossibile prevedere in anticipo questo vuoto d'aria. Notiamo sempre delle divergenze negative a livello di partecipazione ma questa debolezza finora non ha delle conseguenze sul rialzo. Ieri malgrado i guadagni di S&P500 (+0.37% a 4630.65 punti), Nasdaq100 (+0.42% a 15972 punti) e Russell2000 (+0.16%) la seduta a New York é stata strutturalmente negativa (A/D a 3935 su 4118, NH/NL a 1138 su 327). I Summation Index continuano lentamente a salire.
Pensiamo che fino a quando sul fronte dei tassi d'interesse non ci sarà nulla di nuovo (reddito dell'USTBond decennale a 1.56%, -0.02%) difficilmente le borse potranno correggere. Il movimento di rialzo si autoalimenta grazie alla psicologia. Nessuno osa più vendere e chi decide di speculare lo fa al rialzo (CBOE Equity put/call ratio a 0.37) visto che il calcolo delle probabilità e l'evidenza del trend puntano chiaramente in questa direzione.

Stamattina regna la calma, Il future sull'S&P500 perde 4 punti. In Giappone é giorno di festa - le borse cinesi sono in leggero calo. L'Eurostoxx50 alle 08.50 vale 4292 punti - perde 4 punti rispetto alla chiusura di ieri a 4296 punti (+0.37%).
Stasera alle 19.00 si conclude la riunione della FED al termine della quale Jerome Powell dovrebbe annunciare l'inizio del tapering. Gli investitori sono stati informati con ampio anticipo di questa decisione e le conseguenze sui mercati finanziari dovrebbero essere modeste. Più che altro c'é un effetto psicologico negativo visto che lentamente verrà a mancare il flusso di liquidità che al momento fà esplodere le borse al rialzo.

Commento del 2 novembre

Mercati spumeggianti con un pizzico di irrazionale euforia (Tesla +8.49%)

Ieri in borsa é stata una giornata di generale rialzo e gli indici hanno toccato dei nuovi massimi di periodo (DAX, SMI), annuali (Eurostoxx50, FTSE MIB) o storici (S&P500, Nasdaq100). Potremmo anche finire il nostro commento qui poiché questi nuovi massimi sono la prova inconfutabile che il trend é al rialzo. Ovviamente, poiché le borse salgono ininterrottamente da circa un mese, si deliena adesso una situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo. Sappiamo però che questo effetto in genere é una buona premessa per una correzione intermedia ma non una garanzia. Il mercato può semplicemente continuare a salire frenato da questo problema tecnico - non sapremo mai se l'eccesso di ottimismo (Fear&Greed Index a 77 punti, +5) é abbastanza alto da esaurire la forza d'acquisto e lasciare prevalere la pressione di vendita. Vediamo riapparire una sana rotazione tra settori - lunedì la tecnologia ha rallentato la sua corsa (Nasdaq100 +0.34%) e il testimone é stato ripreso dal Russell2000 (+2.65%) grazie alla spinta fornita nuovamente dal settore dell'energia. Insomma - il ciclo rialzista che doveva permettere alle borse di salire fino all'inizio del mese di gennaio dell'anno prossimo sembra lanciato e da un punto di vista tecnico non appare nessun problema grave in grado di bloccarlo. Ieri anche in Europa si sono moltiplicati i segnali d'acquisto con l'Eurostoxx50 (+0.70% a 4280 punti) che ha toccato un nuovo netto massimo annuale a 4291 punti.
L'unico problema che soggettivamente comincia a preoccuparci é l'evidente speculazione ed una certa irrazionale euforia - ieri l'azione di Tesla ha ancora guadagnato il +8.49% dopo che settimana scorsa era già salita del +22.46% - non c'é nessuna ragione fondamentale per questo rally se non il culto per Elon Musk.

Le borse europee hanno aperto in positivo e sono salite fin verso le 10.00 - per il resto della giornata non hanno più combinato molto ma per lo meno hanno difeso i moderati guadagni e le rotture al rialzo fino alla chiusura malgrado che la borsa americana all'inizio della giornata fosse debole. Non abbiamo molto da aggiungere ai commenti serali. Sui grafici sono apparsi dei gap che nei prossimi giorni dovrebbero essere colmati con dei ritracciamenti ma per il resto le borse europee mostrano la voglia e l'intenzione di seguire il rialzo dell'America.

A Wall Street l'S&P500 (+0.18% a 4613.67 punti) ha guadagnato solo 8 punti ma ci ha pensato il Russell2000 (+2.65%) ha provocare una seduta estremamente positiva a livello di partecipazione (A/D a 6210 su 1905, NH/NL a 1398 su 244). L'S&P500 ha aperto sul massimo a 4520 punti e poi ha toccato due volte i 4495 ed i 4513 punti - qui si é formato  un range la cui rottura dovrebbe determinare il prossimo trend a corto termine. La volatilità VIX é salita a 16.41 punti (+0.15), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.40. I Summation Index salgono.
  
Stamattina le borse asiatiche sono in calo (Nikkei -0.43%, borse cinesi -1.2%) Alle 07.45 il future sull'S&P500 perde 5 punti. Prevediamo che le borse europee apriranno in leggero calo (-0.1%/-0.2%). Domani si riunisce la FED e dovrebbe annunciare la riduzione degli acquisti mensili di obbligazioni (tapering). Prima di questo importante appuntamento é normale che prevalga una carta prudenza - pensiamo che oggi avremo mercati tranquilli e indici praticamente invariati.

Oggi sono assente - i commenti sugli indici americani delle 14.00 non verranno pubblicati.

Aggiornamento del 1. novembre

L'attenzione degli investitori si sposta sui tassi d'interesse - mercoledì decide la FED

Settimana scorsa il tema dominante sono stati gli utili trimestrali delle società americane. Ora l'attenzione degli investitori si sposterà sui tassi d'interesse - pochi credono che l'inflazione é solo temporanea e le Banche Centrali dovrebbero cominciare ad adattare la politica monetaria a questa nuova realtà economica. In particolare i tassi d'interesse reali, da tempo nettamente negativi, dovrebbero lentamente salire. Se non scendono i prezzi al consumo sono i tassi d'interesse nominali che dovono salire. Prima che le Banche Centrali procedano ad un aumento dei tassi d'interesse di riferimento devono cominciare a diminuire gli acquisti mensili di titoli di Stato (tapering). Mercoledì si riunisce la FED e probabilmente annuncerà l'inizio di questa procedura. La FED americana compra attualmente 120 Mia di USD di obbligazioni al mese - mercoledì Jerome Powell dovrebbe comunicare che questi acquisti verranno progressivamente ridotti per finire nel corso del 2022. Vedremo se la diminuzione del flusso di liquidità avrà effetti negativi sulla borsa.
Secondo l'analisi tecnica é possibile che i tassi d'interesse nominali sull'USD a breve non salgano ma scendano insieme ai prezzi dell'energia, in particolare il petrolio. In questo caso dovrebbe esserci una correzione intermedia delle borse prima del rialzo fino alla prima decade di gennaio 2022. Questo é il nostro scenario di massima per le prossime due a tre settimane.
Durante il fine settimana l'Europa ha abolito l'orario estivo e le lancette degli orologi sono state spostate indietro di un'ora. Questo significa che New York é solo 5 ore dietro a noi invece delle abituali 6. La borsa americana aprirà questa settimana alle 14.30 e chiuderà alle 21.00.

Stamattina il future sull'S&P500 guadagna altri 7 punti. Il Giappone ha festeggiato l'esito delle elezioni facendo fare un balzo al Nikkei del +2.61%. Le borse cinesi sono invece miste dopo che dei dati economici hanno confermato il rallentamento della crescita economica. Le borse europee devono scontare la buona chiusura venerdì sera a Wall Street e i guadagni di stamattina del future - l'Eurostoxx50 alle 08.25 vale 4270 punti (+20 punti). La settimana inizia con un'intonazione positiva - non crediamo che finirà con un'altra performance del +1%.

Commento del 30-31 ottobre

Apertura sul minimo e chiusura sul massimo e nuovo record storico

Il rialzo continua e la borsa americana passa da un record al successivo - venerdì l'S&P500 (+0.19% a 4605.38 punti) ha toccato un nuovo massimo storico a 4608.08 punti. È inutile lamentarsi del fatto che da un punto di vista fondamentale le valutazioni di molte azioni sono assurde - nelle ultime 5 sedute l'azione di Tesla ha guadagnato il +22.46% e la società vale ora 1073 Mia. di USD. Ottimismo e liquidità mantengono la domanda di azioni costante a fronte di un'offerta in diminuzione a causa degli acquisti miliardari di azioni proprie da parte delle società che non sanno cosa fare d'altro con il contante che si accumula nei bilanci. La politica monetaria delle Banche Centrali, estremamente espansiva, ha creato un ambiente economico che favorisce il debito e la speculazione. Qualsiasi investimento a reddito fisso, dalla liquidità all'obbligazione, ha un reddito reale negativo a causa dei bassi tassi d'interesse nominali e della "temporanea inflazione". Di conseguenza la liquidità diventa come una patata bollente di cui bisogna disfarsi il più velocemente possibile. Abbiamo visto settimana scorsa che buoni risultati trimestrali incoraggiano gli investitori all'acquisto (Microsoft +7.26%) mentre risultati deludenti (Amazon +1.11%) sono considerati come delle occasioni d'acquisto. Pensiamo che fino a quando i tassi d'interesse reali non torneranno in positivo sarà difficile che questo bull market finisca - la tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con il 55.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 60.21. Il rialzo non accelera, come avviene solitamente nella parte finale ed esaustiva, poiché tutti sono coscienti dei pericoli - d'altra parte vengono a mancare le normali correzioni intermedie poiché tutti sono convinti, a ragione, che i politici ed i banchieri centrali non permetteranno mai che la bolla speculativa si sgonfi - é troppo pericoloso.
Secondo l'analisi tecnica gli indici azionari dovrebbero lentamente continuare a salire fino alla prima decade di gennaio dell'anno prossimo quando dovrebbe esaurirsi il ciclo. La partecipazione al rialzo resta modesta e suboptimale (NH/NL a 835 su 551) - sappiamo però che il mercato é in grado di ignorare questo problema specialmente su quegli indici dove predominano i big della tecnologia e della new economy - concretamente basta che le azioni di Microsoft, Apple, Tesla, Amazon, Google e Facebook continuino ad aumentare di valore che quello che combina il resto 94% dell'S&P500 conta poco. Il Russell2000 (-0.03%), che raccoglie 2000 piccole e medie imprese americane, si comporta come le borse europee - é oggi sui livelli di metà febbraio e negli ultimi 8 mesi si é limitato ad oscillare in laterale senza tendenza. Sono solo una decina di società di successo che distorcono l'immagine di borse che da mesi sono in stallo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.47% a 4250 punti
SX7E (banche)          -0.07% a 102.68 punti
DAX                         +0.94% a 15688 punti
SMI                         +0.43% a 12108 punti
FTSE MIB                 +1.14% a 26876 punti
S&P500                    +1.33% a 4605.38 punti
Nasdaq100               +3.22% a 15850 punti

Settimana scorsa ci aspettavamo che iniziasse una correzione intermedia - invece il rialzo é continuato trascinato dai big del Nasdaq100. I risultati trimestrali delle imprese americane sono stati misti ma questo non ha influito in maniera determinante sul mercato che ha assorbito facilmente il calo temporaneo di una o dell'altra azione. Le borse europee hanno seguito la borsa americana - non hanno mostrato l'intenzione di poter sviluppare una tendenza propria - l'unica differenza che notiamo, in termini positivi, é la maggiore partecipazione. Le borse europee sono più omogenee con più titoli che si comportano relativamente bene. Sotto questo punto di vista dovrebbero teoricamente reggere meglio ad una eventuale crisi - sappiamo però da esperienze del passato che non é il caso.
L'Eurostoxx50 (+0.39% a 4250 punti) ha avuto solamente sedute positive o praticamente in pari - per saldo l'indice ha guadagnato il +1.47% e ha chiuso venerdì a ridossso del massimo annuale (4252 punti) a 4250 punti. Le borse europee danno l'impressione di essere in grado di fare ulteriori progressi malgrado che finora é mancata la conferma fornita abitualmente da una convincente rottura al rialzo. Siamo costruttivi malgrado che formalmente la tendenza a medio termine resta neutra.

Venerdì l'S&P500 (+0.19% a 4605.38 punti) e il Nasdaq100 (+0.45% a 15850 punti) hanno toccato dei nuovi massimi storici e questo é un segnale indiscutibile di rialzo. A causa dei deludenti risultati trimestrali di Apple e Amazon gli indici hanno aperto in calo sul minimo giornaliero. In seguito sono però solo saliti e hanno chiuso sul massimo. L'S&P500 ha esordito a 4574 punti ed é salito fino a 4608 punti.
La seduta al NYSE é stata però strutturalmente negativa (!) con A/D a 3602 su 4423 e volume relativo a 1.15. La volatilità VIX é scesa a 16.26 punti (-0.2/), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.46 mentre il Fear&Greed Index si é fermato a 72 punti (=). Gli investitori sono ottimisti ma non pericolosamente euforici. I Summation Index sono leggermente saliti.
Nel complesso ci sono parecchie divergenze negative a livello di partecipazione ma la tendenza al rialzo sembra costante e solida - non vediamo nulla che potrebbe farci temere a breve l'inizio di una sostanziale correzione. D'altra parte l'eccesso di rialzo e di ottimismo potrebbero in ogni momento provocare una correzione intermedia di un -3% nel caso in cui una notizia negativa e imprevista fosse in grado di scuotere la fiducia degli investitori. Il nostro obiettivo a 4440 punti di S&P500 per una eventuale correzione intermedia rimane una valida opzione.

Commento del 29 ottobre

I risultati trimestrali di Apple e Amazon deludono gli investitori 

Ieri il Nasdaq100 ha toccato un nuovo record storico a 15783 punti e ha chiuso poco più in basso a 15778 punti (+1.15%). Finora la correzione resta un'ipotesi basata sugli indicatori di partecipazione - in effetti un rapporto NH/NL a 714 su 614 é decisamente deludente considerando che i maggiori indici azionari americani, Russell2000 (+2.02%) a parte, sono su dei massimi storici. Ci sono alcuni titoli e settori che spingono gli indici verso l'alto ma la maggior parte delle azioni é in un trend neutro come mostrano i Summation Index che oscillano a caso in laterale - se non si hanno i titoli "giusti" o non si segue il momentum é difficile adesso in questo mercato guadagnare parecchi soldi.
In ogni caso ieri gli investitori avevano voglia di dimenticare la deludente seduta di mercoledì e hanno riposto le loro speranze su Apple (+2.50%) e Amazon (+1.59%) che dopo la chiusura del mercato a New York dovevano pubblicare i loro risultati trimestrali. I dati sono inferiori alle stime degli analisti ma la reazione negativa del mercato é contenuta - il future sull'S&P500 stamattina sta perdendo 22 punti. Per il resto sono i soliti nomi (Tesla +3.77%) e i soliti temi ad attirare l'interesse degli investitori.
Ieri la borsa americana ha subito cancellato le perdite di mercoledì con una seduta speculare per quel che riguarda il rapporto A/D (5952 su 2089). La variante più probabile per il prossimo futuro é quella di un consolidamento - in questa fase una correzione minore fino ai 4440 punti di S&P500 é possibile.

Ieri le borse europee hanno avuto una buona giornata e gli indici azionari hanno chiuso con moderati guadagni. Alcuni indici hanno migliorato marginalmente il massimo di ottobre - questo salire a tentoni é sicuramente positivo ma non rappresenta quell'accelerazione al rialzo che potrebbbe indurci a cambiare opinione - la tendenza di fondo é ancora neutra. Il momentum é talmente debole che una correzione può verificarsi in qualsiasi momento.
Per il momento l'Eurostoxx50 (+0.31% a 4233 punti) si comporta leggermente meglio di quanto ci eravamo immaginati. Per lo meno ieri ha guadagnato ancora 13 punti e questa é la migliore chiusura del mese. I 4250 punti non sono ancora stati raggiunti.
Il 20 ottobre avevamo segnalato che l'indice delle banche SX7E (-0.91% a 102.56 punti) sembrava arrivato a fine corsa. I 103 punti sembrano una valida resistenza difficilmente valicabile. Ieri le azioni delle banche sottoperformano malgrado un aumento dei tassi d'interesse...
Il DAX (-0.06% a 15696 punti) ha chiuso praticamente invariato e vicino al massimo giornaliero - c'é poco da dire.
L'SMI svizzero (+0.54% a 12153 punti) ha toccato un nuovo massimo mensile marginale - il FTSE MIB (+0.31% a 26890 punti) non ha compensato la perdita del giorno precedente.
In generale le borse europee non sembrano avere la forza per salire decisamente più in alto.

L'S&P500 ha aperto in forte guadagno a 4575 punti - era evidente che gli investitori avevano voglia di cancellare la perdita di mercoledì e di guardare in avanti. L'S&P500 é sceso fino a 4571 punti ma poi é ripartito al rialzo e alle 16.30 era già sui 4585 punti. Per ore l'indice é oscillato sui 4580-4590 punti e sul finale si é impennato fino a 4596.42 punti (+0.98%). L'indice si é fermato 1 punto sotto il massimo storico. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva facendo tornare l'ottimismo tra gli investitori. La volatilità VIX é scesa a 16.53 punt (-0.45), il CBOE Equity put/call ratio era molto basso a 0.36 mentre il Fear&Greed Index é balzato a 72 punti (+9 punti). I Summation Index sono saliti.
Non vale la pena fare adesso grandi valutazioni - sappiamo che oggi avremo una seduta negativa. Attendiamo la chiusura settimanale per una valutazione globale della situazione tecnica. Ora che i big della tecnologia hanno pubblicato i risultati trimestrali sappiamo che non tutto funziona alla perfezione. Microsoft, Tesla e Google hanno entusiasmato gli investitori e sono state premiate con forti guadagni. Apple, Amazon e Facebook hanno deluso - questo risultato misto dovrebbe rispecchiarsi nella borsa che sembra per il momento arrivata a fine corsa.

Il future sull'S&P500 scende ora di 24 punti. Le borse asiatiche sono miste - il Nikkei guadagna il +0.34% - le borse cinesi salgono in media del +0.7%. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4208 punti - le borse europee apriranno con un tuffo del -0.8%/-0.9%. Pensiamo che stamattina ci sarà un recupero - nel pomeriggio in America ci aspettiamo però che la pressione di vendita aumenti. Una chiusura con perdite nell'ordine del -1% rispecchierebbe i deludenti numeri forniti da Apple e Amazon ad investitori decisamente troppo ottimisti.

Commento del 28 ottobre

Microsoft (+4.21%) e Google (+4.84%) salvano gli indici da una seduta pessima (A/D a 1928 su 6141)

Non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze. Malgrado il nuovo massimo storico del Nasdaq100 (+0.25% a 15598 punti) e la moderata perdita dell'S&P500 (-0.51% a 4551.68 punti) la seduta ieri a New York é stata pessima. Gli investitori cominciano a sembrare preoccupati del rallentamento della crescita economica e si stanno ritirando. I prezzi del petrolio, del rame e delle materie prime in generale sono scesi - i settori industriali e le banche hanno perso terreno - le azioni delle società di semiconduttori si sono fermate e i tassi d'interese hanno cominciato a scendere (reddito dell'USTBond decennale a 1.54%, -0.09%). La debolezza é apparsa soprattutto nel Russell2000 che ha perso il -1.90%. I Summation Index a sorpresa, visto che avevano un largo margine di riserva, sono scesi. Il rapporto NH/NL a 557 su 800 mostra in maniera eloquente la sparizione della forza d'acquito e l'aumento della pressione di vendita. I soldati si stanno ritirando e solo i generali rappresentati da Microsoft, Google, Apple, Amazon, e Tesla restano a difendere il rialzo. Questa seduta ha rafforzato l'ipotesi che la fase di rialzo di ottobre é finita ed ora deve esserci una pausa di consolidamento. Sulla base di quanto visto ieri é possibile che pausa significhi una correzione intermedia di alcuni punti in percentuale - per ora manteniamo l'ipotesi di una discesa dell'S&P500 fino ai 4440 punti.

Ieri le borse europee non hanno ancora dato segni evidenti di cedimento - L'Eurostoxx50 ha perso solo 4 punti a 4220 punti (-0.07%). Come pensavamo però la buona seduta di martedì non ha avuto un seguito e gli indici sono stati respinti verso il basso dalle resistenze. Il calo a New York si é concretizzato dopo le 20.00 e le borse europee non sono state coinvolte. Se l'America corregge anche le borse europee e i suoi indici dovranno scendere. Come anticipato non ci aspettiamo però una caduta immediata ma piuttosto una fase di distribuzione di qualche giorno.

Sulla seduta a Wall Street abbiamo poco da aggiugere. Gli ottimi risultati trimestrali di Microsoft e Google hanno spinto all'inizio gli indici al rialzo e hanno nascosto sotto il tappeto le vendite che stavano colpendo il resto del listino. L'S&P500 ha aperto praticamente invariato a 4576 punti e fino alle 20.00 é oscillato senza direzione tra i 4569 ed i 4584 punti. Solo nelle ultime due ore di contrattazioni i venditori hanno prevalso e l'indice é caduto di una trentina di punti e ha chiuso sul minimo a 4551.68 punti (-0.51%).
Gli indicatori di sentiment si sono mossi relativamente poco - la volatilità VIX é salita a 16.98 punti (+1.00), la CBOE Equity put/call ratio é nella media a 0.51 e il Fear&Greed Index é caduto a 63 punti (-7).
Oggi dopo la chiusura a Wall Street verranno pubblicati i risultati trimestrali di Apple e Amazon - molti investitori si aspettano miracoli (specialmente da Apple) e una ripetizione del rally di ieri di Microsoft e Google. È quindi probabile che oggi avremo una seduta d'attesa con un possibile modesto rimbalzo tecnico per molte azioni che ieri sono state massacrate.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 4 punti. Alle 08.50 l'Eurostoxx50 vale 4214 punti. Le borse europee apriranno in leggero calo. Prevediamo una seduta tranquilla con indici poco mossi e praticamente in pari.
Stamattina il Nikkei ha perso il -0.96% - le borse cinesi sono in calo di circa il -1%.

Commento del 27 ottobre

La spinta di rialzo di ottobre é finita - consolidamento o correzione ?

Ieri per la prima volta da giorni, degli ottimi risultati trimestrali di importanti società americane non hanno spinto la borsa nuovamente al rialzo. L'S&P500 (+0.18% a 4574.79 punti) ha toccato un nuovo massimo storico a 4598.53 punti ma é poi ricaduto di 24 punti da questo massimo e in chiusura ha salvato un magro bottino di 8 punti. Sul grafico, per la prima volta dal 12 ottobre, appare una candela rossa con il corpo nella parte inferiore del range giornaliero. Nel frattempo la borsa americana é ipercomperata, in eccesso di rialzo e gli investitori sono molto ottimisti e orientati speculativamente al rialzo. Malgrado che gli indicatori di medio termine restino nel complesso positivi e costruttivi, sembra che la spinta di rialzo di ottobre sia finita. Il potenziale si é esaurito sui 4600 punti - una simbolica barriera che molti possono interpretare come un punto d'arrivo.
Non siamo ancora in grado di dire se ora avremo un semplice consolidamento ad alto livello o una correzione intermedia e minore. Prima che la borsa americana possa cambiare direzione deve diminuire il momentum e deve esserci una certa distribuzione. Come a settembre ci aspettiamo alcune sedute di pausa durante le quali l'S&P500 potrebbe oscillare sui 4575 punti andanto a tastare i 4600 punti. In questa fase vedremo se si sviluppa pressione di vendita e se semplicemente sparisce la forza d'acquisto.

La seduta in Europa ci ha sorpreso in positivo. Per una volta le borse europee sono partite con slancio la mattina e sono riuscite a difendere i guadagni iniziali fino a sera. Sembra quasi che l'Europa abbia deciso di seguire finalmente l'America proprio quando quest'ultima sembra stanca ed affaticata. In linea di massima non crediamo che questa buona giornata avrà un seguito poiché davanti ai maggiori indici ci sono parecchie barriere tecniche mentre formalmente la tendenza di fondo é ancora neutra. Il nuovo massimo annuale del FTSEMIB (+0.58% a 26971 punti) mostra però che possiamo sbagliarci - forse la situazione é meglio di quanto sembra e le borse europee possono emanciparsi dall'America.
L'Eurostoxx50 é salito a 4224 punti (+0.85%). Questa seduta positiva con un guadagno di 36 punti é sicuramente un segnale costruttivo ma non rappresenta ancora una conferma che la tendenza a medio termine é al rialzo. La MM a 50 giorni é piatta sui 4150 punti e per il momento questo é ancora il livello di riferimento che l'Eurostoxx50 dovrebbe rivedere nel prossimo futuro ad intervalli regolari. Questo significa che malgrado che l'Eurostoxx50 si trovi a 4224 punti pensiamo che sia più probabile un ritorno sui 4150 punti piuttosto che un sostanziale nuovo massimo annuale sopra i 4250 punti.
Anche la borsa tedesca ha sorpreso in bene. Proprio quando non davamo più molte probabilità al DAX (+1.01% a 15757 punti) di riprendere il rialzo é arrivata questa seduta positiva con un guadagno di 157 punti. Il DAX é tornato dove era già a giugno - non c'é ancora ragione per entusiasmarsi. Però ieri il DAX ha aperto in gap up ed é riuscito a difendere un forte guadagno fino alla chiusura. Riesce inoltre a spostare verso l'alto il bordo superiore delle BB e questo é un segnale di forza. Nel complesso é stata una seduta costruttiva. La tendenza é però ancora neutra anche perché lentamente l'indice é in ipercomperato mentre la MM a 50 giorni scende. Temiamo quindi che nei prossimi giorni il DAX debba tornare sui 15500 punti.
Lo stesso vale per l'SMI svizzero (+0.69% a 12146 punti) che sembra voler superare la resistenza a 12000 punti. Non siamo però convinti di questa rottura al rialzo e ci aspettiamo che il gap a 12060 punti venga a breve richiuso.
Insomma - ieri l'Europa ha dato segni di risveglio. Forse gli investitori sposteranno il loro interesse dall'America all'Europa dove le valutazioni fondamentali sono più interessanti. Non ci facciamo però illusioni - una seduta non basta a far tendenza.

L'S&P500 ha aperto in gap up a 4586 punti e all'inizio é salito fino ai 4598 punti - sembrava dovesse esserci un'altra seduta decisamente positiva. Invece dopo le 17.00 il motore si é imballato e ha cominciato a perdere colpi. L'S&P500 é sceso fino a metà seduta, ha colmato il gap e ha toccato un minimo a 4569 punti. È lentamente e faticosamente risalito fino a 4586 punti ma sul finale é caduto a 4574.79 punti (+0.18%). Il Nasdaq100 (+0.29% a 15559 punti) ha avuto lo stesso comportamento. Il Russell2000 é sceso del -0.72% malgrado un ulteriore aumento del prezzo del petrolio. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3393 su 4644, NH/NL a 1023 su 466 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é stranamente aumentata a 15.98 punti (+0.74), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.43 mentre il Fear&Greed Index é rimasto a 70 punti (-1). I Summation Index sono saliti.
Sembra che la borsa america stia frenando - nei prossimi giorni vedremo se a questa frenata seguirà una curva o semplicemente una fermata.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 4 punti. Gli ottimi risultati di Microsoft e Google non scatenano l'entusiasmo ma vengono accolti come dovuti e in maniera compassata. L'Eurostoxx50 alle 08.45 vale 4217 punti - le borse europee apriranno in leggero calo (-0.2%).  Domani sono attesi i risultati trimestrali di Apple e Amazon - poi avremo tutte le "carte sul tavolo" e potremo affrontare il mese di novembre senza questa incognita.
Stamattina il Nikkei é in pari mentre le borse cinesi sono in calo del -1%. Un'altra società immobiliare cinese non é in grado di ripagare i debiti e sta fallendo. il mercato immobiliare cinese traballa e non siamo convinti che non ci saranno conseguenze importanti sull'economia mondiale.

Commento del 26 ottobre

Nuovo record storico dell'S&P500 a 4572 punti - conferma del rialzo

Ieri non é stata una giornata spettacolare ma il comportamento degli indici ed i guadagni a fine giornata sono stati sufficienti per confermare che la borsa americana vuole continuare a salire senza correggere. La nostra ipotesi di una correzione intermedia di corto termine può essere messa da parte. L'S&P500 (+0.47% a 4566.48 punti) ha guadagnato 21 punti - non sono tanti. Un ritracciamento iniziale a 4537 punti é stato però subito comperato e successivamente l'indice ha raggiunto un nuovo record storico a 4572 punti. È poi seguita la solita chiusura a ridosso del massimo giornaliero. La mancanza di pressione di vendita é evidente.

Mentre l'S&P500 ha raggiunto un nuovo massimo storico l'Eurostoxx50 (-0.01% a 4188 punti) ha marciato sul posto e ha chiuso invariato. Questa seduta ha confermato unicamente la mancanza di una tendenza e la debolezza relativa delle borse europee nei riguardi dell'America. A livello di indicatori non cé nulla di nuovo da dire - non notiamo nessun rafforzamento che potrebbe far presagire un'accelerazione al rialzo. D'altra parte fino a quando la borsa americana sale regolarmente é impossibile che le borse europee abbiano un cedimento.
Come ripetiamo da settimane la borsa italiana mostra forza relativa. Mentre le borse europee marciano sul posto (Eurostoxx50 -0.01%) il FTSE MIB (+0.92% a 26815 punti) riesce a fare progressi e questo effetto gli ha permesso di salire su un nuovo massimo annuale. Il momentum del rialzo é modesto - nel prossimo futuro possiamo però aspettarci che il FTSE MIB possa salire più in alto e continuare a comportarsi un pò meglio dell'Eurostoxx50. Osserviamo con interesse che il FTSE MIB riesce lentamente ad emanciparsi dalle azioni delle banche. Ieri é stato il settore auto (Stellantis +3.94%, Ferrari +4.10%) a spingere il listino al rialzo.
La borsa più importante in Europa é quella tedesca. Il DAX (+0.36% a 15559 punti) ieri ha guadagnato 56 punti ma da giorni i progressi sono modesti. Gli investitori sembrano intimoriti dai dati economici deludenti che suggeriscono una diminuzione della crescita economica. Inoltre pesa l'incertezza legata alla formazione del nuovo governo di centro sinistra la cui politica economica e fiscale é ancora incerta. I Verdi pretendono investimenti miliardari per il clima - la FDP é d'accordo ma lo vuole fare senza fare ulteriori debiti e senza alzare le imposte ai cittadini. Nessuno capisce che si può risolvere il problema.

La borsa americana ha proseguito sulla strada tracciata settimana scorsa. Ieri il rialzo é proseguito senza cambiamenti a livello tecnico. I guadagni sono arrivati nuovamente dai settori energia (ETF Energy +1.47%) e tecnologia (Nasdaq100 +1.03% a 15514 punti). La storia si ripete - ogni giorno uguale. I prezzi del petrolio, dei suoi derivati e del gas naturale salgono e questo spinge al rialzo le azioni del settore. D'altra parte i tassi d'interesse non aumentano (reddito dell'USTB decennale a 1.64%, -0.02%). Gli investitori si buttano come un branco di lupi affamati su alcuni titoli di moda che vengono spinti al rialzo al di là di ogni giustificabile valore fondamentale (Tesla +12.66%). Gli aspetti negativi vengono ignorati - ieri i deludenti risultati trimestrali di Facebook non hanno avuto effetti poiché gli investitori hanno preferito concentrarsi sulla notizia che la società intende comperare azioni proprie per 50 Mia di USD. Liquidità ed emozioni dominano sui fondamentali. Di conseguenza é probabile che il rialzo debba continuare ancora per mesi interrotto di tanto in tanto da un modesto assestamento necessario per assorbire gli eccessi.
L'S&P500 ha aperto a 4554 punti, é sceso brevemente a 4537 punti ma poi é partito al rialzo e a metà seduta ha raggiunto i 4568 punti. È rimasto alcune ore ad oscillare su questo livello con un nuovo record storico a 4571 punti ed ha chiuso a 4566.48 punti (+0.47%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5281 su 2805, NH/NL a 1068 su 458 (parecchi...) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é ridiscesa a 15.24 punti (-0.19), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.41 e il Fear&Greed Index é salito a 71 punti (+4). C'é parecchio ottimismo ma non possiamo ancora parlare di euforia - sugli indicatori di sentiment c'é margine di miglioramento. I Summation Index salgono. La borsa americana é nel complesso in buona forma.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di altri 14 punti. L'Eurostoxx50 alle 08.50 vale 4202 punti - le borse europee apriranno con un guadagno del +0.3%/+0.4%. Probabilmente oggi avremo una ripetizione della seduta di ieri. Dopo la chiusura a Wall Street verranno pubblicati i risultati trimestrali di Microsoft, Google e AMD - nessuno oserà vendere gli indici prima di questo appuntamento.

Aggiornamento del 25 ottobre

Inizio tranquillo

Nel fine settimana gli analisti ha pubblicato le loro previsioni riguardante il possibile sviluppo del mercato azionario. Come d'abitudine le opinioni sono contrastanti. Goldman Sachs sottolinea il fatto che sono previsti circa 90 Mia di USD di acquisti di azioni proprie - questo dovrebbe aumentare la domanda a spingere la borsa al rialzo - la banca americana parla di imminente euforia. Molti invece sono leggermente pessimisti e guardano con timore alla pubblicazione dei risultati trimestrali dei 5 big del mercato azionario americano Apple, Microsoft, Amazon Google e Facebook. In effetti sul corto termine i grafici di queste azioni sono toppish - venerdì la seduta del Nasdaq100 é stata negativa con sostanzaili cedimenti su Amazon, Google e Facebook. Vedremo chi ha ragione - in ogni caso saremmo sorpresi se questa settimana i mercati azionari stessero fermi.
Stamattina regna la calma e non ci sono movimenti importanti. Le borse asiatiche sono miste - il Nikkei sta perdendo il -0.66% - le borse cinesi stanno guadagnando intorno al +0.4%. Il future sull'S&P500 alle 07.50 sale di 4 punti. Stimiamo che le borse europee debbano aprire in leggero guadagno (+0.1%/+0.2%). Cambi e tassi d'interesse sono stabili - il prezzo del petrolio sale del +1%.
Per il momento abbiamo un inizio di settimana tranquillo. Oggi dopo la chiusura a Wall Street sono attesi i risultati trimestrali di Facebook.

Commento del 23-24 ottobre

Restiamo dell'opinione che debba ripetersi la falsa partenza dell'anno scorso

Una settimana fà abbiamo lasciato l'S&P500 (-0.11% a 4544.90 punti) a 4471 punti. Avevamo previsto una continuazione del rialzo di corto termine. Pensavamo che l'indice avrebbe fatto fatica a superare i 4500 punti e avevamo parlato di potenziale di rialzo massimo dell'1% (obiettivo massimo a 4515 punti). Abbiamo sottovalutato la spinta di rialzo visto che venerdì l'indice ha toccato un nuovo massimo storico a 4559 punti. Questo però non cambia il nostro scenario di massima che abbiamo descritto nell'analisi di domenica scorsa - crediamo che debba ancora esserci una sostanziale correzione intermedia prima che possa svilupparsi l'abituale rialzo di fine anno. È sempre difficile capire quando la combinazione di ipercomperato ed eccesso di ottimismo ha raggiunto i suoi limiti e provoca una reazione negativa. Pensavamo che la volatiltà VIX (15.43 punti, +0.42) dovesse scendere nel settore 15-16 punti e sui 16 punti abbiamo cominciato a preoccuparci - la VIX é però riuscita a cadere fino ai 15 punti (minimo di venerdì a 14.84 punti) prima di cominciare a risalire. Lo stesso vale per i DSI (Daily Sentiment Index) - quando l'indicatore é sopra gli 80 punti comincia a lampeggiare una lampada gialla - sopra i 90 punti il semaforo passa sul rosso. Il DSI é arrivato giovedì sera a 85 punti sull'S&P500 e a 84 punti sul Nasdaq100. Insomma - la nostra previsione si basa sopratutto sugli indicatori di sentiment - volatilità, put/call ratio e inchieste tra i vari tipi di investitori mostrano che tutti sono ottimisti e long - nessuno prende in considerazione la possibilità che il mercato possa ricadere facendo fallire o mettendo in dubbio il rialzo di fine anno - questo consenso unanime, che arriva molto rapidamente considerando che la correzione é finita ad inizio mese, ci insospettisce. Chi deve ancora comperare se tutti sono investiti al massimo e gli short sono stati costretti a gettare la spugna e coprire le posizioni ? A livello di partecipazione abbiamo avuto una serie di sedute poco convincenti dove il rapporto A/D non giustificava l'avanzata degli indici. Inoltre il rapporto NH/NL (978 su 584 (!) non migliora malgrado i nuovi record di DJIndustrial e S&P500. Al contrario appare una carta pressione di vendita come mostra il netto aumento dei nuovi minimi a 30, 90 e 180 giorni. Infine molti titoli hanno reagito veramente male alla pubblicazione dei risultati trimestrali (Intel -11.68%) o a notizie negative riguardanti il loro settore d'attività (Facebook -5.05%) - notiamo che gli investitori, quando sono delusi o sorpresi negativamente vendono ferocemente (SNAP -26.59%) e senza riflettere.
Crediamo di conseguenza che settimana prossima una qualche notizia negativa possa tagliare le gambe al rialzo e provocare un tonfo di un -2%/-5% nello spazio di pochi giorni. Pensiamo che debba ancora esserci almeno una correzione intermedia fino ai 4440 punti. Potrebbe essere più profonda nel caso che ci sia un avvenimento in grado di scuotere alla base la fiducia degli investitori. I pericoli potrebbero venire da più fronti - dai tassi d'interesse che restano vicini ai massimi annuali, ai risultati delle imprese (settimana prossima sono attesi i dati degli AGMAF). O forse potrebbe bastare che alcuni Paesi riducano le stime di crescita economica mentre la pandemia di Covid19 obbliga i governi ad assumere nuove misure restrittive.
Ripetiamo però che questa é solo un'ipotesi. I grafici degli indici azionari americani puntano al rialzo e gli indicatori confermano il trend. Il 56.6% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 60.62. Di conseguenza bisogna mantenere una posizione neutra con una normale ponderazione di azioni nel portafoglio - non stupitevi però se prima di arrivare ai 4600 punti l'S&P500 deve scendere 100 o 200 punti per prendere slancio ed eliminare le mani deboli.
Infine, da buoni svizzeri, siamo sempre inquieti quando il CHF si rafforza (EUR/CHF a 1.0662) - il cambio EUR/CHF é sceso sul minimo annuale e movimenti di questo tipo hanno spesso preceduto lo scoppio di una crisi finanziaria - forse il fallimento strisciante di Evergrande ci riserverà ancora delle sorprese sgradevoli e potrebbe veramente far scoppiare l'enorme bolla immobiliare cinese.   

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.14% a 4188 punti
SX7E (banche)          -0.67% a 102.75 punti
DAX                         -0.28% a 15543 punti
SMI                         +0.79% a 12056 punti
FTSE MIB                 +0.31% a 26571 punti
S&P500                    +1.64% a 4544.90 punti
Nasdaq100               +1.37% a 15355 punti

Questa settimana le borse europee, malgrado la seduta positiva di venerdì (Eurostoxx50 +0.80%), ci hanno deluso ma non sorpreso. Chi ha letto i commenti settimanali sa che non diamo molte possibilità alle borse europee di continuare a salire poiché mancano i settori forti in grado di spingere gli indici più in alto. Le performance settimanali non necessitano di commenti . le borse europee hanno marciato sul posto. Si sta ripetendo la situazione di giugno, luglio ed agosto quando la borsa americana continuava a salire trascinata dalla tecnologia mentre le borse europee oscillavano in laterale. Il rimbalzo dal minimo di ottobre é stato convincente ma una volta arrivati sui livelli di metà giugno gli indici si sono fermati. La tendenza in Europa é neutra e per ora non si delinea un cambiamento malgrado che la correlazione con l'America dovrebbe presto o tardi riapparire. Questo significa che non ci aspettiamo uno sviluppo divergente - se l'S&P500 sale, Eurostoxx50 e colleghi seguiranno a distanza. Se come pensiamo la borsa americana corregge ancora, prima del tradizionale rialzo di fine anno, é molto probablie che anche le borse europee tornino a testare i minimi di ottobre. Una eventuale correzione intermedia dovrebbe essere di breve durata e fare pochi danni - non c'é ragione per vendere anche perché non é chiaro quali potrebbero essere i settori più colpiti. Al momento però non vediamo ancora ragioni per aumentare le posizioni azionarie in vista del rally di fine anno. Dovrebbe esserci ancora tempo per comperare e forse questo dovrebbe essere possibile a livelli più interessanti di quelli attuali.

L'S&P500 (-0.11% a 4544.90 punti) ha chiuso venerdì al centro del range giornaliero con una insignificante perdita di 5 punti. L'indice ha toccato un nuovo massimo storico a 4559.67 punti ed é poi ricaduto. Alcuni analisti tecnici parlano di falsa rottura al rialzo e di esaurimento di trend. Per noi questo é eccessivo e prematuro. Ci vuole lunedì una seduta decisamente negativa per poter dire che il vento é cambiato. Non basta un giorno di debolezza nella tecnologia (Nasdaq100 -0.86%) per dire che il rialzo a corto termine é finito.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3800 su 4215, NH/NL a 978 su 584 e volume relativo a 1.0. I dati sul sentiment sono peggiorati di poco (Fear&Greed Index a 67 punti, - 2). I Summation Index continuano a salire. Per il momento dobbiamo classificare questa seduta come una normale pausa di consolidamento all'interno di un trend rialzista. Solo settimana prossima sapremo se la nostra ipotesi di una veloce correzione intermedia é giusta. Al momento attuale e sulla base degli indicatori e dei dati in nostro possesso la variante più probabile é una continuazione del rialzo in direzione dei 4600 punti di S&P500.
Attenzione però che statisticamente l'ultima settimana di ottobre é la peggiore dell'anno. I risultati trimestrali degli AGMAF hanno il potenziale per scatenare dei sostanzaili movimenti degli indici azionari - soprattutto sul Nasdaq100.

Commento del 22 ottobre

Nuovo record storico dell'S&P500 con un'altra giornata di A/D negativa

Da alcuni giorni le sedute si susseguono senza apparenti cambiamenti nel loro svolgimento e nel risultato finale. Le borse europee sono per saldo ferme ed oscillano a caso intorno a dei livelli che abbiamo già visto il mese di giugno (Eurostoxx50 -0.39% a 4155 punti). C'é una serie di sedute moderatamente positive o moderatamente negative che lasciano gli indici in una tendenza neutra. Come a luglio ed agosto le borse europee fanno da spettatrici a quanto sta avvenendo in America. A Wall Street invece si susseguono le sedute di rialzo - anche ieri l'S&P500 (+0.30% a 4549,78 punti) ha guadagnato 13 punti. La novità é che l'S&P500, come il Dow Jones Industrial il giorno precedente, ha toccato un nuovo record storico marginale a 4551.44 punti. Abbiamo adesso una serie di 7 sedute positive consecutive con altrettante candele bianche sul grafico. La partecipazione al rialzo é nuovamente deludente - ieri il rapporto Advance Decline (A/D a 3721 su 4304) era negativo, il numero di nuovi massimi a 30 giorni (NH a 895) é diminuito, quello dei nuovi minimi (NL a 274 punti) é aumentato. Ovviamente gli analisti tecnici sono preoccupati - non possono però che constatare la regolarità del rialzo che viene sostenuto da buoni dati sul momentum. Per cercare di indovinare quando finirà questa spinta di rialzo si guarda all'ipercomperato e agli indicatori di sentiment. Questi indicatori hanno però un pessimo timing - le borse possono restare per parecchio tempo ipercomperate e gli investitori possono essere molto ottimisti per settimane prima che questi eccessi provochino una sostanzaile reazione negativa. Ieri la volatilità VIX é caduta a 15.01 punti (-0.48) - quest'anno solo a fine giugno era scesa più in basso e unicamente durante una seduta. L'effetto sull'S&P500 é stato però trascurabile con una correzione intermedia solo a metà luglio.
Riassumendo per ora non c'é niente di nuovo - le borse europee sono in un trend neutro e non danno l'impressione di voler partire in una o nell'altra direzione. In America abbiamo un regolare rialzo che ha il difetto di mostrare una scarsa partecipazione - dall'esperienza di luglio e agosto sappiamo però che gli indici sono in grado di ignorare questo problema per parecchio tempo.

Sulla seduta in Europa c'é poco da dire. Gli indici sono scesi in apertura e non hanno più recuperato. L'encefalogramma é piatto. Con l'eccezione dell'SMI svizzero (+0.22% a 12039 punti) gli indici che seguiamo hanno chiuso con moderate perdite tra il -0.21% ed il -0.39%.

L'S&P500 ha aperto in leggero calo a 4530 punti e fino alle 21.00 é oscillato sulla parità in un range tra i 4526 ed i 4541 punti. Dopo le 21.00 é salito, ha toccato il massimo storico a 4551 punti e ha chiuso poco più in basso 4549.78 punti (+0.30%). Tutti i nostri indici  sono hanno guadagnato (Nasdaq100 +0.65%, DJTransportation +1.01%, Russell2000 0.28) ma come detto l'A/D era negativa. I Summation Index salgono.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 6 punti. Ieri sera i risultati trimestrali di Intel erano deludenti. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4174 punti - le borse europee apriranno con un guadagno del +0.4%. Oggi é venerdi e finisce la settimana. Non ci sono ragioni per un cambiamento nello svolgimento della seduta. Di conseguenza ci aspettiamo che le borse europee riescano a difendere i guadagni fino alla chiusura e che l'S&P500 riesca a colmare l'iniziale disavanzo e chiudere per l'ottava volta consecutiva con un moderato guadagno ed un nuovo record storico.

Commento del 21 ottobre

Tesla e IBM deludono - adesso il rialzo deve fare una pausa

La seduta di ieri non ha fatto che confermare una situazione tecnica che é evidente da giorni. Le borse europee, terminata la correzione di settembre-inizio ottobre sono risalite ma si sono fermate sui livelli di giugno. Ora non riescono più a fare progressi (Eurostoxx50 +0.13% a 4172 punti) e sono ritornate in una oscillazione in laterale e in un trend neutro - restano a guardare il rialzo in America senza trovare la forza per seguire. Alcuni Paesi sono in una migliore situazione tecnica - ci riferiamo in particolare all'Italia (FTSE MIB +0.94% a 26581 punti) - la differenza però non é sostanziale e probabilmente é solo la fotografia di un breve periodo. La borsa americana ha invece ripreso il rialzo e si comporta come tra maggio e fine agosto - il rialzo viene trascinato dalla tecnologia ma sembrano esserci abbastanza settori forti e abbastanza rotazione per permettere agli indici di salire fino a fine anno. A corto termine il rally é decisamente troppo esteso e gli investitori sono troppo ottimisti (VIX a 15.49 punti (-0.21), CBOE Equity put/call ratio a 0.42, Fear&Greed Index a 67 punti (+5)). Ci vuole di conseguenza una fase di consolidamento durante la quale noi auspichiamo un ritorno dell'S&P500 (+0.37% a 4536.19 punti) sui 4440 punti. Ieri l'S&P500 ha toccato un massimo giornaliero a 4540 punti - il massimo storico del 2 settembre é a 4545 punti - é probabile che questa evidente resistenza non possa essere superata di slancio.

Mentre l'S&P500 americano torna vicino al record storico le borse europee languono. Anche ieri l'Eurostoxx50 (+0.13% a 4172 punti) é riuscito solo a guadagnare 6 punti - la seduta é praticamente finita alle 09.45. Restiamo dell'opinione che questo mercato é senza direzione - come ad agosto-settembre appena la borsa americana correggerà per l'Europa saranno dolori. Mancano forza d'acquisto e settori in grado di spingere l'indice più in alto. Se si parla di nuove tecnologie bisogna guardare altrove poiché in Europa c'é ben poco. Il DAX tedesco (+0.05% a 15522 punti) sta accumulando ritardo e mostra debolezza relativa - forse molti temono che la nuova coalizione di governo dominata dalle sinistre e dai verdi non porti molto di buono per l'economia.
Anche il settore bancario (SX7E +0.37% a 103.50 punti) sembra aver trovato la sua giusta valutazione e senza un miglioramento sostanziale delle prospettive di crescita economica o un netto aumento dei tassi d'interesse di mercato non sembra poter salire molto più in alto.
Insomma - a breve non vediamo potenziale di rialzo per l'Europa.

La corsa dell'S&P500 americano sembra inarrestabile. Anche ieri l'indice ha aperto in guadagno a 4527 punti, non ha mai mostrato debolezza (minimo a 4524 punti), ha toccato un nuovo massimo di periodo a 4540 punti e si é fermato a 4536.19 punti (+0.37%) con un guadagno di  16 punti. Ora sul grafico c'é una serie di 6 candele bianche consecutive. Ieri il Nasdaq100 (-0.14% a 15388 punti) ha fatto una pausa - il testimone é stato rilevato dal Russell2000 (+0.61%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5188 su 2736, NH/NL a 982 su 245 (il rapporto migliora ma non rispecchia la dinamica del rialzo) e volume relativo a 0.95. I Summation Index salgono. La borsa americana a breve é ipercomperata e la vicinanza del massimo storico dell'S&P500 é una buona scusa per una pausa di consolidamento. Teniamo d'occhio la volatilità VIX - é scesa molto in basso e il DSI (12 punti) é vicino a quei 10 punti che assicurano una reazione. A 15-16 punti c'é un buon supporto e la VIX dovrebbe rimbalzare - come sapete se la VIX sale l'S&P500 scende.

Ieri sera dopo la chiusura Tesla e IBM hanno presentato i loro risultati trimestrali. Gli utili e i margini di Tesla erano meglio del previsto - hanno deluso invece i dati sulle vendite - l'azione é in calo. I risultati di IBM erano invece pessimi - nel dopo borsa l'azione ha perso circa il -5%. Questo spiega stamattina la perdita di 11 punti del future dell'S&P500. L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 4154 punti (-18 punti) - le borse europee apriranno con una perdita del -0.4%. Se si comportano come al solito stamattina cercheranno di tornare in pari. Poi aspetteranno di vedere cosa decidono di fare gli americani.
Ieri Netflix ha perso il -2.17% malgrado dei convincenti risultati trimestrali - sembra che gli investitori non si accontentano e si aspettano miracoli - questo effetto (presa di beneficio, sell the (good) news) potrebbe ripetersi settimana prossima quando saranno di turno gli AGMAF. Oggi ci interessano i dati di Intel (semiconduttori) e Freeport McMoran (materie prime / rame).

Commento del 20 ottobre

Come ad agosto...

Come ad agosto la borsa americana continua a salire trascinata da pochi titoli di moda soprattutto del settore tecnologico. Intanto le borse europee marciano sul posto e alternano sedute positive (Eurostoxx50 +0.37% a 4166 punti) a sedute negative accumulando ritardo nei riguardi dell'S&P500 americano (+0.74% a 4519.63 punti). La correzione di settembre, secondo la narrativa, era stata provocata dal caso Evergrande, dalla paura dell'inflazione e dall'aumento dei tassi d'interesse. Evergrande sta tranquillamente fallendo mentre i tassi d'interesse hanno ricominciato a salire (reddito dell'USTBond decennale a 1.65% +0.06%). Ora però il rialzo ignora semplicemente questi problemi.
A corto termine il rialzo dell'S&P500 e dal Nasdaq100 (+0.71% a 15410 punti) é molto esteso e gli investitori sono diventati decisamente ottimisti (VIX a 15.70 punti, -0.61 / Fear&Greed Index a 62 punti, +7)) e speculativamente orientati al rialzo (CBOE Equity put/call ratio a 0.40). Sappiamo che questi sono dei buoni presupposti per una correzione ma non significa necessariamente che una caduta della borsa é dietro l'angolo. I cicli sono favorevoli fino a fine anno - é però da escludere che il rialzo possa continuare al ritmo delle ultime 5 sedute durante le quali l'S&P500 ha guadagnato circa 190 punti.

Sulla seduta in Europa c'é poco da dire. Ci aspettavamo una reazione dopo la caduta di lunedì (Eurostoxx50 -0.75%). Il rimbalzo c'é stato ma é stato piuttosto anemico e nuovamente deludente. La seduta é stata di poco positiva e le borse europee hanno continuato a sottoperformare l'S&P500 che si é involato. Temiamo che l'Eurostoxx50 (+0.37% a 4166 punti) si bloccherà nuovamente, come quest'estate, in una larga oscillazione intorno a 4150 punti. Lo stesso vale per gli altri indici azionari europei - abbiamo indicato i livelli d'oscillazione nei commenti serali. Anche dal settore bancario (SX7E -0.04% a 103.12 punti) non arrivano più spunti.

L'S&P500 ha aperto nuovamente in guadagno e in gap up a 4501 punti. Dopo un breve ritracciamento a 4497 punti l'indice ha ricominciato a salire e dopo un paio d'ore di contrattazioni é arrivato sui 4516 punti. È rimasto parecchio tempo su questo livello, ha avuto un breve cedimento a 4510 punti e sul finale é salito a 4519.63 punti (+0.74%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5285 su 2697, NH/NL a 712 (pochi) su 321 e volume relativo a 0.9. I Summation Index salgono. Dopo 5 sedute consecutive positive aumenta la probabilità che debba verificarsi un consolidamento - sul grafico ci sono parecchi gaps da chiudere e idealmente nelle prossime sedute l'S&P500 dovrebbe tornare a 4440 punti. La tendenza di fondo della borsa americana é però saldamente al rialzo e non va combattuta.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 4 punti. Alle 08.50 l'Eurostoxx50 vale 4153 punti (-13 punti). In Europa si delinea una seduta moderatamente negativa. Negli scorsi giorni in America dopo l'apertura sono sempre arrivati dei compratori - vediamo se anche oggi il "miracolo" si ripete. Ieri sera i risultati di Netflix erano migliori delle stime degli analisti. Oggi sono attesi i risultati di Tesla e IBM.
Stamattina le borse asiatiche sono miste e poco mosse.

Commento del 19 ottobre

Partecipazione deludente e parecchio ottimismo

Ieri in Europa é iniziato l'atteso consolidamento con una seduta moderatamente negativa (Eurostoxx50 -0.75% a 4151 punti). La borsa americana invece ha continuato la sua corsa e l'S&P500 (+0.34% a 4486.46 punti) ha chiuso vicino al massimo giornaliero con un moderato guadagno di 15 punti. Avevamo presupposto che l'S&P500 potesse sullo slancio avere un'altra seduta positiva ma non riusciamo a capire questa divergenza tra Europa ed America. Certamente la ragione non sta nella differenza d'orario - già alle 17.20 l'S&P500 era salito a 4483 punti - le borse europee si sono semplicemente rifiutate di recuperare come l'America e chiudere in guadagno. Ci preoccupa la scarsa partecipazione al rialzo a Wall Street. A/D a 3695 su 4295 e NH/NL a 606 (in netto calo) su 490 (quasi raddoppiati rispetto a venerdì) sono dati che appaiono normalmente in una seduta negativa. Inoltre gli indicatori di sentiment migliorano troppo velocemente - in tre sedute siamo passati dal pessimismo ad un ottimismo che sfiora l'euforia - per lo meno nessuno parla più di correzione o di rischio di ribasso. In questo caso ci sono solo due possibilità per annullare la divergenza - o gli indici azionari americani scendono o gli indicatori di partecipazione migliorano di colpo. Le borse europee sembrano dire che una certa prudenza é giustificata.

La seduta di ieri in Europa é stata deludente sia per la perdita di 31 punti dell'Eurostoxx50 sia per il comportamento delle borse. L'Eurostoxx50 (-0.75% a 4151 punti) dopo l'apertura in calo é sceso fino alle 15.30 e malgrado il buon inizio di seduta a Wall Street, il recupero dal minimo ha lasciato a fine giornata una sensibile perdita che annulla praticamente i guadagni di venerdi. Ci aspettavamo l'inizio di una fase di consolidamento ma ieri gli indici azionari europei sono apparsi più deboli di quanto ci eravamo immaginati. Speriamo che l'Eurostoxx50 resti sopra la MM a 50 giorni. Il FTSE MIB (-0.83% a 26268 punti) ha perso più dell'Eurostoxx50 (-0.75%) - bisogna però relativizzare questo dato poiché ieri il FTSE MIB é stato appesantito dallo stacco del dividendo di 4 importanti società tra cui Intesa San Paolo - senza questo effetto esogeno il FTSE MIB avrebbe mostrato forza relativa.
L'indice delle banche SX7E ha perso solo il -0.28% a 103.16 punti - non male - l'indice sovraperforma l'Eurostoxx50 malgrado che da due giorni i tassi d'interesse siano tornati a salire.
Insomma - in questa seduta le borse europee hanno perso di più di quanto ci eravamo immaginati - il consolidamente é iniziato con una perdita abbastanza consistente. Vediamo però come reagisce oggi l'Europa al buon finale di seduta a Wall Street. Ci dovrebbe essere una reazione positiva.

Dalle indicazioni fornita dai futures sembrava che anche la borsa americana dovesse ritracciare. Invece la debolezza é durata ben poco. L'S&P500 ha aperto in calo a 4453 punti e all'inizio é sceso a 4447 punti di minimo. Poi sono tornati i compratori che si sono nuovamente concentrati nel settore tecnologico (Nasdaq100 +1.01% a 15300 punti). L'S&P500 é risalito con slancio e alle 17.20 ha raggiunto i 4483 punti. Poi il mercato si é fermato. L'S&P500 é ancora salito qualche punto e ha chiuso s 4486.46 punti. Malgrado i dati negativi sulla partecipazione anche il Russell2000 (+0.10%) é salito. I tassi d'interesse erano invariati mentre i Summation Index salgono ancora. Sul fronte del sentiment la volatilità VIX é rimasta bassa a 16.31 punti (+0.01), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.42 e il Fear&Greed Index é balzato di altri 5 punti a 55 punti.
Insomma - seduta positiva ma i dati sulla partecipazione non confermano la buona forma della borsa.
Tre settori hanno trascinato il rialzo - se però si guarda dietro le quinte si scopre qualcosa di sorprendente. Dietro Consumer Cyclical troviamo Amazon (+1.11%) e Tesla (+3.21%) - dietro Communication Services c'é tra altri Facebook (+3.26) e Google (+1.00%) e nell'amata tecnologia i maggiori guadagni arrivano da Apple (+1.18%) e Microsoft (+1.01%).

Stamattina le borse asiatiche si fanno contagiare dal rialzo in America (Nikkei +0.71%, Cina + ca. 1%). Il future sull'S&P500 sale di 5 punti. Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 4160 punti - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.2% - poco considerando la perdita di ieri. Forse il problema é il cambio EUR/USD che sale a 1.1650 - il rafforzamento dell'EUR compensa in parte la sottoperformance delle borse europee...

Aggiornamento del 18 ottobre

La situazione economica non giustifica un rialzo

L'economia cinese nel terzo trimestre dell'anno é cresciuta meno del previsto. Su base annua la crescita é del +4.9% - gli economisti prevedevano un'espansione del +5.2% dopo il +7.9% del trimestre precedente. L'economia cinese rallenta la sua corsa - considerando che questo Paese é la fabbrica dell'Occidente é probabile che anche l'espansione economica in Europa ed America stia diminuendo. In ogni caso non si sta verificando quella crescita esplosiva auspicata da politici e banchieri centrali che doveva permettere al mondo di lasciarsi velocemente alle spalle la pandemia. Fare debiti, aumentare la spesa pubblica e mantenere una politica monetaria estremamente espansiva non basta. La spiegazione di questo fenomeno é complessa. Chi ha tempo e voglia può leggere l'analisi trimestrale della società d'investimento Hoisington. In 5 pagine viene spiegato in maniera magistrale perché la deflazione da debiti continuerà anche nel futuro a determinare uno sviluppo insoddisfacente delle economie occidentali.

Stamattina i dati economici provenienti dalla Cina hanno bloccato le borse asiatiche. Il Nikkei perde il -0.20% - Shanghai é in calo del -0.3% - l'A50 crolla del -2.4%. Il future sull'S&P500 perde -14 punti. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4164 punti (-18 punti) - le borse europee apriranno in calo del -0.4%. Pensiamo che stamattina le borse cercheranno di tornare in pari - chi non ha comperato settimana scorsa lo farà nelle prossime ore. Lo sviluppo in seguito é incerto - dovrebbe iniziare una fase di consolidamento. Pensiamo che stasera ritroveremo gli indici poco lontano dai livelli d'apertura.

Commento del 16-17 ottobre

È tornata la voglia di prendere rischi ed é riapparsa la forza d'acquisto 

La settimana é iniziata male ed é finita molto bene. Le sedute di lunedì e martedì sono state negative. Mercoledì c'é stata la svolta - la giornata é cominciata con un calo ma c'é stato un buon recupero che ha permesso alle borse europee di chiudere in perdita ma lontano dai minimi e alla borsa americana di mettere a segno una prima seduta positiva con chiusura sopra il livello d'apertura. Giovedì gli indici azionari sono decollati e venerdì c'é stata l'attesa continuazione del movimento di rialzo. Da parecchi giorni avevamo visto che la pressione di vendita era sparita e avevamo affermato che la correzione di settembre-ottobre era terminata almeno per quel che riguardava la perdita in termine di punti. La borse però facevano fatica a risalire e mancava forza d'acquisto - non sapevamo se ci sarebbe stata ancora una fase di formazione di base o ancora un ultimo tuffo con panico e ipervenduto. Ora la situazione é chiara - la tendenza a corto termine é al rialzo e tra gli investitori torna l'ottimismo a la voglia di prendere rischi. Non ci sembra che la situazione economica giustifichi questo sviluppo favorevole ma probabilmente due fattori bastano a scatenare gli acquisti. Da una parte molte azioni hanno corretto parecchio dai massimi di settembre e sembrano offrire almeno otticamente delle buone occasioni per comperare a dei prezzi "convenienti". D'altra parte i tassi d'interesse restano bassi (reddito dell'USTBond decennale in USD a 1.59%, reddito del Bund decennale in EUR a -0.1615%) obbligando gli investitori a comperare azioni come unica alternativa valida per avere una qualche probabilità di raggiungere i propri obiettivi di performance. La liquidità é tornata a scorrere in direzione delle borse e gli indicatori tecnici migliorano su tutta la linea con la conseguenza che i segnali d'acquisto si moltiplicano dando ulteriore fiducia agli investitori.
A breve il movimento di rialzo comincia già ad essere troppo esteso - l'S&P500 (+0.75% a 4471.37 punti) e arrivato sul bordo superiore delle Bollinger Bands mentre la volatilità VIX (6.30 punti, -0.56) é già scesa sul primo supporto a 16 punti. Venerdì il Fear&Greed Index é balzato di 12 punti a 51 punti - il cambio d'umore é evidente. Sullo slancio pensiamo che lunedì mattina le borse si presenteranno ancora in guadagno - spesso il primo rally d'uscita da una base dura almeno tre giorni a causa della copertura delle posizioni short. Poi però dovrebbe seguire un ritracciamento e un consolidamento specialmente se i tassi d'interesse continuano a salire come hanno fatto venerdì.
Dallo sviluppo degli indicatori sembra che sia iniziata una fase di rialzo a medio termine e adesso i cicli sono favorevoli fino a fine anno. La situazione é però simile a quella dell'anno scorso - guardate cosa é successo tra settembre e dicembre del 2000. Vedrete che un anno fà si era verificata una falsa partenza con una ricaduta nella seconda metà di ottobre. Pensiamo che questo scenario possa ripetersi a grandi linee anche quest'anno. Tutti sono adesso sicuri che le borse saliranno fino a fine anno malgrado che non c'é nessuna ragione razionale per giustificare questo movimento. C'é stata una reazione di sollievo poiché sembra che il problema del fallimento di Evergrande non stai creando un effetto contagio. Però ci sono i problemi dell'inflazione, del forte aumento dei prezzi dell'energia, dell'interruzion delle catene di rifornimento mondiali, del rallentamento dell'economia cinese, del ristagno della crescita in Europa ed in America. Insomma - senza prevedere una caduta delle borse non vediamo abbastanza fattori positivi per giustificare un sostanziale rialzo. Pensiamo quindi che questo rialzo di corto termine in America e in Europa si fermerà prima dei massimi di settembre e che poi ci sarà una ricaduta verso i minimi di ottobre. Verso fine anno le borse dovrebbero poi in effetti salire ma considerando l'esperienza é probabile che il ritmo di crescita sarà moderato. Concretamente crediamo che dagli attuali 4471 punti l'S&P500 possa ancora salire sui 4500 punti per poi ricadere in un paio di settimane a 4300 punti - questo é uno scenario di massima che naturalmente dovremmo adattare sulla base degli avvenimenti. Riassumendo non vediamo ragioni per andare massicciamente long - evitiamo di comperare più azioni di quanto prevede una normale esposizione neutra. Come abbiamo trovato correttamente e tempestivamente il minimo della correzione speriamo di essere in grado di individuare per tempo il massimo di questa spinta di rialzo a corto termine. Non dovrebbe essere lontano.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.69% a 4182 punti
SX7E (banche)          +0.71% a 103.45 punti
DAX                         +2.51% a 15587 punti
SMI                         +1.67% a 11961 punti
FTSE MIB                 +1.68% a 26489 punti
S&P500                    +1.82% a 4471.37 punti
Nasdaq100               +0.63% a 15146 punti

La seduta di venerdì é stata la logica continuazione di quella di giovedì. Gli investitori si sono alzati la mattina e hanno visto che giovedì le borse avevano definitivamente cambiato direzione, si sono domandati cosa potevano ancora comperare per approfittare del rialzo e hanno dato i loro ordini d'acquisto. Gli indici azionari, sia in Europa (Eurostoxx50 +0.82% a 4182 punti) che in America (S&P500 +0.75% a 4471.37 punti) hanno aperto in guadagno e sono saliti lentamente per tutta la giornata chiudendo a ridosso dei massimi giornalieri con moderate plusvalenze. Nessun trader ha osato vendere e andare contro la corrente. Chi era ancora short é stato costretto a chiudere, comperare ed alimentare il rialzo. Lunedì questo effetto dovrebbe affievolirsi e le prime solide resistenze dovrebbero bloccare il movimento. Gli indici sono lontani dall'ipercomperato e gli indicatori di momentum hanno appena girato al rialzo - é possibile che ci sbagliamo e che quindi gli indici possano salire ancora qualche giorno - sulla base dei grafici non vediamo però un potenziale di rialzo a breve (una settimana) superiore all'1%.

L'S&P500 ha aperto a 4457 punti, é salito a 4470 punti ed é ridisceso alle 16.30 a 4458 punti. Dopo aver mostrato di non poter cadere in negativo l'indice é partito decisamente al rialzo ed é regolarmente salito fino a 4475 punti di massimo - ha chiuso a 4471.37 punti (+0.75%). Il Nasdaq100 (+0.63% a 15146 punti) ha seguito l'S&P500 mentre il Russell2000 (-0.37%) ha rovinato la giornata almeno per quel che riguarda la partecipazione. La seduta al NYSE é stata in effetti di poco positiva con A/D a 4047 su 3952, NH/NL a 1201 su 257 e volume relativo a 1.0. Il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.48. I Summation Index salgono. Per inciso l'S&P500 é sullo stesso livello del 15 settembre (30 giorni fà) - le due candele sul grafico si assomigliano.
Per definizione la tendenza di fondo della borsa americana é tornata al rialzo con il 51.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 57.04.

Nella settimana appena trascorsa le grandi banche hanno presentato i risultati trimestrali - i risultati erano solo in parte convincenti - ottime Bank of America e Goldman Sachs - OK JP Morgan e deludente Well Fargo (che però venerdì é stata comperata). Settimana prossima sono previsti i dati di alcuni big della new economy/tecnologia come Tesla, ASML, Netflix, Intel, SAP. IBM. Vedremo come reagiranno gli investitori - un mercato che vuole salire ignora le cattive notizie (e viceversa).

Commento del 15 ottobre

Accelerazione al rialzo

Ieri le borse hanno concluso la discussione di come doveva terminare la correzione con una impressionante e decisiva accelerazione al rialzo. Sia in Europa (Eurostoxx50 +1.61% a 4149 punti) che in America (S&P500 +1.71% a 4438.26) abbiamo avuto una seduta estremamente positiva che ha permesso agli indici di abbandonare definitivamente il pantano di inizio ottobre ed attaccare, in parte con successo, le resistenze. In particolare l'S&P500 ha superato di slancio i 4400 punti e la linea di trend discendente dal massimo di settembre dando un segnale d'acquisto. In Europa il nostro indicatore proprietario basato sulla stocastica ha fornito un segnale d'acquisto a medio termine. Il rally sembra però dipendere da un calo dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.52%, -0.04%). Secondo la nostra analisi dei futures su USTreasury Bond e Bund questo sembra essere solo un rimbalzo tecnico che non dovrebbe durare più di qualche giorno. Pensiamo di conseguenza che questa spinta di rialzo in borsa possa già finire oggi ed essere nuovamente seguita da una pausa con larghe oscillazioni in laterale.

Ieri le borse europee hanno avuto un'ottima giornata e sono salite dall'apertura fino alla chiusura. L'Eurostoxx50 (+1.61% a 4149 punti) ha guadagnato 68 punti e ha ripreso il rialzo. La resistenza costituita dalla MM a 50 giorni potrebbe obbligare l'indice a fare una pausa. Ci sono motivi per essere ottimisti ma pochi per essere entusiasti - il rally é stato stimolato da un netto ribasso dei tassi d'interesse che sembra una pura reazione tecnica. In fondo l'Eurostoxx50 é sullo stesso livello di metà giugno. Lo stesso vale per il DAX tedesco (+1.40% a 15462 punti) con una resistenza intermedia intorno ai 15600 punti fornita dalla MM a 50 giorni e dal bordo superiore delle BB. Il FTSE MIB (+1.23% a 26277 punti) si trova in una positzione tecnica migliore ed é più in avanti nel ciclo - dovrebbe poter salire fino al massimo annuale di 26688 punti prima di essere bloccato. Le banche (SX7E +0.86 a 101.70 punti) hanno partecipato a fatica al rally dell'Eurostoxx50 - evidentemente permane l'influsso, nel bene e nel male, dei tassi d'interesse.
In generale questa seduta positiva é stato un movimento liberatorio che fa passare definitivamente al rialzo il trend a corto termine. Il rischio di un test dei minimi di inizio ottobre é stato eliminato.

La borsa americana ha mostrato subito l'intenzione di cambiare marcia - l'S&P500 ha aperto in forte guadagno, in gap up e sopra i 4400 punti a 4404 punti. Dopo il classico ritracciamento fino ai 4400 punti per testare il supporto l'indice é partito al rialzo e non si é più farmato fino alla chiusura a 4438.26 punti (+1.71%). Le correzioni intermedie sono state più che altro delle pause senza conseguenze. Tutti i settori hanno contribuito ai guadagni degli indici (Nasdaq100 +1.88%, RUT +1.44%, DJT +1.58%) - in particolare i settori più dinamici tipo semiconduttori (SOX +3.08%) sono saliti maggiormente. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5975 su 1998, NH/NL a 951 su 188 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é crollata a 16.86 punti (-1.78), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.45 e il Fear&Greed Index é salito a 39 punti (+7). I Summation Index salgono.
Probabilmente ci sono ancora parecchi traders short che sono stati sorpresi dalla velocità del rialzo - dovranno chiudere le posizioni e comperare dando ancora una spinta agli indici per uno o due giorni. Poi molto dipenderà dai tassi d'interesse. A questo riguardo c'é un conflitto di interessi - la borsa sale quando salgono i prezzi delle materie prime con il petrolio in prima linea. Se i prezzi salgono aumentano le prospettive d'inflazione - con questo scenario é difficile che i tassi d'interesse possano scendere in maniera sostanziale. Pensiamo di conseguenza che la corsa dell'S&P500 si fermerà sui 4460 punti - poi ci sarà nuovamente una pausa con un possibile ritorno a 4400 punti.

Stamattina anche le borse asiatiche si fanno contagiare dal buon umore di europei ed americani. Il Nikkei ha guadagnato il +1.81% - le borse cinesi sono di circa il +0.5% in positivo. Il future sull'S&P500 sale ancora di 13 punti. Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4165 punti - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.4%. Pensiamo di ritrovarle stasera sui livelli d'apertura.
I dati sulle vendite al dettaglio in America attesi alle 14.30 dovrebbero rilanciare la discussione sulla dinamica della ripresa economica e potrebbero avere ripercussioni sui tassi d'interesse.

Commento del 14 ottobre

Seduta costruttiva - tecnicamente siamo ancora in una fase di consolidamento

Ieri i tassi d'interesse sono scesi insieme al prezzo del petrolio e le borse hanno tirato un sospiro di sollievo. La tecnologia finalmente si é risollevata (Nasdaq100 +0.76% a 14774 punti) provocando una seduta positiva a Wall Street (S&P500 +0.30% a 4363.80 punti). Anche in Europa la seduta é stata positiva (Eurostoxx50 +0.69% a 4083 punti) - l'unico problema é che il calo dei tassi d'interesse ha subito provocato delle prese di beneficio sui titoli bancari (SX7E -2.05% a 100.83 punti) con le ovvie e conosciute conseguenze sulla borsa italiana (FTSE MIB -0.12% a 25958 punti). Anche in America, malgrado i buoni risultati trimestrali di JPMorgan (-2.64%) ha prevalso la logica imposta dai tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.56%, .0.03%) e l'indice settoriale BKX ha perso il -0.77%.
Nel complesso é stata una giornata costruttiva con un miglioramento degli indicatori tecnici di momentum e partecipazione. Un test del minimo di settembre però non é ancora scongiurato specialmente fino a quando l'S&P500 resta sotto i 4400 punti e sotto la linea di trend discendente dal massimo di settembre.

Le borse europee hanno iniziato la giornata con un tuffo iniziale ma subito hanno recuperato e già per le 09.30 sono tornate in positivo. Verso le 11.00 avevano già raggiunto i livelli di chiusura - per il resto della giornata si sono limitate ad oscillare in laterale senza più reagire a  quanto stava succedendo a Wall Street. I maggiori indici hanno avuto una seduta moderatamente positiva (DAX +0.68% a 15249 punti, SMI +0.49% a 11814 punti). Dei problemi del FTSE MIB abbiamo già parlato. A breve tutto dipende dallo sviluppo dei tassi d'interesse. Considerando la reazione positiva del cambio EUR/USD (1.1590) e del prezzo dell'oro pensiamo che almeno a corto termine la reazione debba durare qualche giorno.

L'S&P500 ha aperto come negli ultimi giorni in guadagno a 4365 punti ed é sceso nella prima ora di contrattazioni sul minimo a 4330 punti. Dopo le 16.15 é risalito e alle 20.00 ha toccato il massimo a 4372 punti. Questa volta non é più ricaduto in negativo. È solo scivolato una decina di punti verso il basso e ha chiuso a 4363.80 (+0.30%). Per una volta anche il Russell2000 (+0.34%) si é mosso in parallelo. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5134 su 2840, NH/NL a 525 su 389 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 18.64 punti (-1.21), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.48 e il Fear&Greed Index si é fermato a 32 punti (invariato).
I Summation Index stanno salendo.
Dopo questa giornata dobbiamo ammettere che lo sviluppo a breve é incerto. Se ieri eravamo convinti che ci dovesse essere ancora una spinta di ribasso con un test pesante dei minimi di settembre oggi sembra possibile che la correzione si risolva con la formazione di una base e una lenta ripresa del rialzo.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4378 punti (+23 punti). Il Nikkei ha guadagnato il +1.46% - le borse cinesi sono miste e sulla parità. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4117 punti (+34 punti). Le borse europee apriranno con un balzo del +0.8%. Vedremo se saranno in grado di difendere questi guadagni fino a stasera. Ultimente le borse non sono mai state in grado di mantenere una tendenza per tutta la giornata. I cambiamenti di direzione sono stati numerosi malgrado che da inizio mese sui grafici europei prevalgano le candele bianche (o verdi).

Commento del 13 ottobre

Da giorni l'S&P500 verso la fine della seduta viene venduto

Ieri abbiamo avuto una seduta moderatamente negativa sia in Europa (Eurostoxx50 -0.43% a 4055 punti) che in America (S&P500 -0.24% a 4350.65 punti). Dopo il rally di mercoledì e giovedì di settimana scorsa abbiamo avuto tre sedute in perdita - gli indici scivolano verso il basso poiché mancano i compratori. La pressione di vendita é praticamente assente. Abbiamo notato che verso la fine della seduta a New York arrivano le vendite. Spesso sono gli investitori istituzionali a vendere sul finale. Crediamo però che la ragione attualmente sia un'altra. Ancora troppi traders stanno tentando la fortuna andando long (CBOE Equity put/call ratio a 0.41) e una volta che si rendono conto che il mercato non sale gettano la spugna e chiudono la posizione. Per eliminare queste mani deboli che provocano le false partenze ci vuole una seduta che li scoraggi - ci vorrebbe una seduta che li convinca che il mercato non é in grado di riprendere il rialzo. Temiamo quindi che debba ancora esserci una seduta decisamente negativa con un nuovo minimo marginale per questa correzione. Concretamente pensiamo che ci sarà nei prossimi giorni una caduta dell'S&P500 sotto i 4300 punti. In questo caso avremo un'occasione d'acquisto.

Come abbiamo previsto la mattina, le borse europee sono salite dopo aver aperto con una perdita di circa l'1% - non sono però riuscite a tornare in pari. L'Eurostoxx50 (-0.43% a 4055 punti) ha aperto con un tuffo fino a 4019 punti e poi ha recuperato nel corso della giornata. La sera é rimasta una moderata perdita di 17 punti. Al forte rialzo di giovedì scorso sono seguite tre sedute negative. La pressione di vendita é modesta ma é sufficiente per far scivolare l'indice verso il basso e farci prevedere un ulteriore test dei supporti (ca. 4000 punti). La formazione di una base ha bisogno di parecchi giorni e una serie di sedute up and down. L'alternativa é quella che abbiamo descritto nell'introduzione - un sell off con panico. A questo punto preferiremo quasi l'ondata di vendite finale in maniera di chiudere questa fase negativa che si trascina. Il DAX tedesco (-0.34% a 15146 punti) si comporta come l'Eurostoxx50. Il FTSE MIB (+0.23% a 25990 punti) ieri ha sovraperformato compensando la perdita di lunedì. L'SMI (-0.13% a 11756 punti ) marcia sul posto.

L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4374 punti. All'inio é caduto fino a 4350 punti, é risalito alle 18.00 a 4373 punti per poi scendere a balzi irregolari fino al minimo a 4342 punti. Ha chiuso a 4350.65 punti (-0.24%), Sul grafico appare una preoccupante serie di tre candele rosse con minimo a massimo discendenti. Il Nasdaq100 (-0.35% a 14662 punti) é sceso malgrado che ieri i tassi d'interesse siano diminuiti (USTB decennale a 1.59%). La seduta al NYSE é stata positiva (grazie al Russell2000 +0.61%) con A/D a 4683 su 3304, NH/NL a 467 su 582 e volume relativo a 1.0. I dati sul sentiment sono misti e contraddittori con un'insolito calo della volatilità VIX (19.85 punti, -0.15).
Riassumendo la borsa americana non trova gli argomenti per salire - manca di "trazione". Probabilmente deve quindi ridiscendere per trovare terreno solido.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 7 punti. il Nikkei perde il -0.32% - le borse cinesi guadagnano più dell'1%. Cambi e tassi d'interesse sono invariati. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4050 punti (-5) - le borse europee apriranno in leggero calo. Oggi le grandi banche americane cominciano a pubblicare i dati trimestrali - di turno sono JP Morgan e BlackRock. Vedremo se questo sarà in grado di muovere un mercato che comincia ad essere letargico - da 20 giorni l'S&P500 gira intorno ai 4350 punti.

Commento del 12 ottobre

L'S&P500 non riesce a superare i 4400 punti e conferma che la tendenza non é ancora al rialzo

Ieri in Europa c'é stata una seduta insignificante - come previsto gli indici hanno chiuso praticamente in pari (Eurostoxx50 -0.02% a 4072 punti). La seduta a Wall Street é stata più interessante malgrado la giornata parzialmente festiva (Columbus Day). L'S&P500 é salito fino a 4415 punti ma poi ha cambiato direzione ed é caduto nuovamente caduto sotto la resistenza costituita dai 4400 punti e dalla linea di trend discendente dal massimo di settembre. L'S&P500 ha chiuso con una perdita di 30 punti a 4361.19 punti (-0.69%) e conferma in questo modo di non avere ancora la forza per riprendere il rialzo. È quindi probabile che ci debba essere un periodo di consolidamento sui 4300-4400 punti prima che la fase di correzione sia conclusa. Poiché durante la correzione non abbiamo mai osservato ipervenduto e panico é possibile che ci sia ancora un tuffo a testare i minimi di settembre.

L'Europa non ci fornisce elementi d'analisi. C'é poco da dire su una seduta durante la quale gli indici si muovono in pochi punti e chiudono praticamente invariati (Eurostoxx50 -0.02% a 4072 punti, DAX -0.05% a 15199 punti) - oltre tutto questo é esattamente quello che avevamo previsto la mattina. Finora non abbiamo ancora abbastanza elementi tecnici per poter prevedere a breve una ripresa del rialzo malgrado che questa sia la variante più probabile dopo una correzione di medio termine.

L'S&P500 ha aperto invariato a 4385 punti e per le 16.30 é salito sul massimo a 4415 punti. Per circa un'ora si é difeso su questo livello ma poi ha cominciato a scendere e la sua caduta si é fermata solo con la chiusura a 4361.19 punti (-0.69%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2762 su 5199, NH/NL a 802 su 642 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é salita a 20.00 punti (+1.23), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.50 e il Fear&Greed Index é sceso a 32 punti (-2). I Summation Index sono misti e poco mossi - quello sul NYSE é salito, quello sul Nasdaq é sceso. Nel complesso é stata una seduta peggiore di quanto mostra la perdita dell'indice. Le vendite hanno toccato tutti i settori (Nasdaq100 -0.72, DJT -0.3%, RUT-0.56%) ed evidentemente manca la voglia e la motivazione per comperare. Ci sono troppi problemi ed incertezze - non da ultimo i tassi d'interesse che continuano a salire (reddito dell'USTBond decennale a 1.61%, +0.03%).

In Cina la crisi di Evergande si sta estendendo ad altre società del settore immobiliare. Gli investitori temono altre insolvenze e vedono azioni e obbligazioni al primo segnale di pericolo - stamattina le borse cinesi perdono il -2%. Il Nikkei é sceso del -0.97%.
Il future sull'S&P500 sta cadendo di altri 22 punti - l'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4030 punti (-42 punti) - le borse europee apriranno con una perdita del -1% - potrebbe esserci un recupero ma difficilmente oggi gli indici azionari chiuderanno senza perdite.

Aggiornamento dell'11 ottobre

Columbs Day - inizio del periodo di pubblicazione dei risultati delle imprese

Stamattina il future sull'S&P500 perde 15 punti. Le borse non sembrano ancora pronte per riprendere il rialzo e continuano a formare base. In America oggi si festeggia il Columbus Day. Il mercato obbligazionario é chiuso - la borsa a Wall Street tratta normalmente. Probabilmente avremo però una seduta poco interessante con volumi di titoli trattati inferiori allla media. Dopo un'apertura in calo ci aspettiamo un recupero e una chiusura senza sostanziali variazioni.
Questa settimana inizia il periodo di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese. Nella seconda parte della settimana sono di turno le grandi banche. Probabilmente i dati riguardanti gli utili delle imprese e le prospettive per il futuro saranno in grado di dare una tendenza ai mercati azionari per le prossime settimane.
Oggi sono assente - i commenti sui mercati azionari americani delle 14.00 non verranno pubblicati.

Commento del 9-10 ottobre

La tendenza é ora neutra o rialzista? - l'aumento dei tassi d'interesse é un impedimento

Mercoledì la correzione é finita - in Europa abbiamo visto un pò di panico - in America c'é stato un key reversal day. Il rialzo di giovedì ha confermato la fine della fase negativa. Nel complesso la correzione si é sviluppata come previsto - gli obiettivi sono stati raggiunti e il minimo si é verificato alcuni giorni prima della scadenza di metà ottobre. Secondo i cicli le borse dovrebbero ora ricominciare a salire e considerando che l'S&P500 (-0.19% a 4391.34 punti) si trova a soli 154 punti (3.5%) dal massimo storico di inizio settembre a 4545 punti é logico che questo massimo deve essere testato ed eventualmente migliorato. Gli indicatori sono però ora nel complesso neutri. Ci sono due settori forti (energia e finanza) che hanno la capacità di trascinare il listino al rialzo - la premessa per un rialzo dell'S&P500 é però che la tecnologia non continui a mostrare debolezza relativa e costituire una zavorra per il mercato azionario. Qui vediamo un problema. La tendenza dei tassi d'interesse é al rialzo (reddito dell'US TBond decennale a 1.61% (+0.03%) - reddito del Bund tedesco decennale a -0.151%). Questa é una logica reazione all'aumento dell'inflazione causato in parte dall'incremento del prezzo del petrolio. L'aumento dei tassi d'interesse é inoltre una manna per il settore bancario che può aumentare i suoi margini sui crediti. È invece un problema per il settore tecnologico - o almeno la correlazione é storicamente negativa. Non vediamo quindi come il problema potrebbe essere risolto - bisogna dare al mercato la possibilità di dimostrare che ci stiamo sbagliando ma se lo sviluppo del mercato obbligazionario continua nella direzione attuale é difficile che il Nasdaq100 (-0.51% a 14820 punti) torni agli splendori dei primi 8 mesi dell'anno. Probabilmente bisognerà aspettare la fine del mese e la pubblicazione dei risultati trimestrali degli AGMAF per avere una conferma definitiva - per ora sembra che il Nasdaq100 debba bloccarsi in un trend neutro intorno ai 15000 punti.
Insomma - la correzione di medio termine é praticamente finita malgrado che gli indicatori di medio termine non siano scesi abbastanza in basso per poter dire con sicurezza che questa fase é conclusa. La pressione di vendita é però sparita - d'altra parte non sembra esserci abbastanza forza d'acquisto per una ripresa sostenibile del rialzo. A parte energia e finanza, che salgono insieme ai tassi d'interesse, non appaiono altri settori forti. La ripresa economica sembra subire un rallentamente e questo si rispecchia nel settore dei consumi - le azioni dei colossi del settore Amazon e Walmart da mesi oscillano in laterale. Lo stesso vale per le azioni dei titoli innovativi e speculativi - l'ETF ARK Innnovation, gestito dalla famosa Cathie Wood, é fermo ai livelli di marzo - sembra che agli investitori comincia a mancare la propensione al rischio. Malgrado un miglioramento degli indicatori di momentum e partecipazione non vediamo ancora abbastanza elementi per poter prevedere da adesso a fine anno un rialzo delle borse. Non ci sono ragioni per essere short ma neanche motivi per avere più azioni in portafoglio di una normale posizione neutra.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.94% a 4073 punti
SX7E (banche)          +3.73% a 102.72 punti
DAX                         +0.33% a 15206 punti
SMI                         +1.64% a 11765 punti
FTSE MIB                 +1.70% a 26051 punti
S&P500                    +0.79% a 4391.34 punti
Nasdaq100               +0.19% a 14820 punti

La seduta di venerdì non ci ha detto nulla di nuovo. Le borse europee hanno digerito il rally di giovedì con un modesto ritracciamento (Eurostoxx50 -0.61% a 4073 punti, DAX -0.29% a 15206 punti). Gli investitori si sono preoccupati quando la borsa americana é scesa nella prima parte della seduta a New York con la conseguenza che le perdite si sono concretizzate dopo le 15.15 quando gli indici erano ancora in pari. I temi banche (SX7E +0.07%) e energia (ENI +2.33%) sono ancora dominanti e di conseguenza la forza relativa della borsa italiana permane (FTSE MIB +0.23% a 26051 punti). Gli indici sono adesso tra la MM a 200 giorni e la MM a 50 giorni che si stanno appiattendo - é una situazione di stabilità ma non vediamo niente che inciti al rialzo. Il nostro indicatore proprietario di medio termine basato sulla stocastica é sui 32 punti in una scala da 0 a 100 - migliora ma é ancora su sell.

L'S&P500 ha perso 8 punti (-0.19% a 4391.34 punti). Sono pochi ma la reazione é significativa - l'indice non é riuscito a stare sopra i 4400 punti e a superare la linea di trend discendente dal massimo di settembre. Pensiamo di conseguenza che settimana prossima debba scendere a colmare il gap a 4363 punti prima di risalire.
L'S&P500 ha aperto a 4410 punti e dopo una lunga fase di incertezza é sceso alle 19.30 sul minimo a 4389 punti. Per le 20.30 é tornato a 4405 punti ma nuovamente non é riuscito a stare sopra i 4440 punti ed é ricaduto in chiusura a 4391.34 punti (-0.19%). La tecnologia ha nuovamente deluso (Nasdaq100 -0.51%) e stavolta neanche il Russell2000 (-0.76%) ha salvato il listino. La conseguenza é una seduta negativa con A/D a 3092 su 4802, NH/NL a 705 su 487 e volume relativo a 0.85. La volatilità VIX é scesa a 18.77 punti (-0.77) mentre il CBOE Equity put/call ratio era abbastanza alto a 0.55  - dagli indicatori di sentiment arrivano segnali misti e contraddittori.
La tendenza di fondo della borsa americana é al massimo neutra con il 38.6% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 53.83.

Lunedì in America si festeggia il Columbus Day. Il mercato obbligazionario é chiuso - la borsa a Wall Street tratta normalmente. Probabilmente i volumi di titoli trattati saranno inferiori allla media.

Commento dell'8 ottobre

L'S&P500 chiude a 4400 punti - abbastanza per dire che la correzione é finita - troppo poco per dire che riprende il rialzo

Mercoledì sera sembrava che la correzione fosse finita con un key reversal day a Wall Street. Ieri si trattava di avere delle conferme.
In Europa c'é stata una seduta decisamente positiva con forti guadagni e una chiusura sul massimo giornaliero. L'Eurostoxx50 (+2.14% a 4098 punti) si ritrova 133 punti sopra il minimo di mercoledì (+3.35%) - una prestazione convincente. Per confermare l'inversione di tendenza l'S&P500 americano avrebbe dovuto salire sopra i 4400 punti e rompere la linea di trend discendente dal massimo di inizio settembre. Durante la seduta l'S&P500 ha raggiunto un massimo a 4430 punti ma poi ha ripiegato e ha chiuso a 4399.76 punti (+0.83%). Questa reazione é sufficiente per confermare che la correzione é finita - la ripresa del rialzo invece sembra fallita. Probabilmente ora deve esserci una fase di consolidamento prima che le borse possano salire più in alto. Bisogna inoltre domandarsi se i gap al rialzo che si sono aperti ieri sui grafici devono essere richiusi oppure no. In teoria questo non é necessario - sarebbe però meglio per eliminare quegli speculatori long che si sono subito buttati a comperare appena nel Congresso americano si é delienato un accordo per alzare il tetto del debito. D'altra parte bisogna vedere quanti short ci sono ancora che devono chiudere le posizioni ed alimentare il rialzo - crediamo pochi visto che gli indici hanno "ballato" sui minimi per 4/5 sedute rendendo evidente il fatto che si stava formando una base e che il vento stava cambiando di direzione.

Ieri l'Europa ha confermato la fine della correzione con una seduta decisamente positiva. L'Eurostoxx50 ha guadagnato 86 punti e ha chiuso sul massimo giornaliero. Il rialzo é stato generalizzato e ha coinvolto tutti i mercati e settori (DAX +1.85 a 15250 punti, Eurostoxx50 +2.14% a 4098 punti, FTSE MIB +1.51% a 25992 punti e SMI +1.68% a 11763 punti). Il FTSE MIB italiano e l'SMI svizzero sono più in avanti nel ciclo e sono già in una fase di rialzo. Nelle prossime sedute vedremo come gli indici riprendono il rialzo. La correzione doveva durare fino a metà ottobre ed é quindi finita qualche giorno prima del previsto - questo vale per il raggiungimento del minimo definitivo - pensiamo che debba ancora esserci una pausa con una certa volatilità prima che le borse possano salire in maniera sostenibile. Concretamente riteniamo possibile che l'Eurostoxx50 debba consolidare sui 4100-4150 punti prima che sia in grado di salire più in alto e attaccare il massimo annuale. Per gli altri indici vale lo stesso - i livelli per un consolidamento li abbiamo indicati nei commenti serali.

La borsa americana é partita decisamente al rialzo e ha toccato il massimo dopo un'ora di contrattazioni. Dopo i rialzisti si sono calmati e la borsa é scivolata verso il basso perdendo circa la metà dei guadagni iniziali. Ovviamente la giornata positiva é un fattore costruttivo. Invece la chiusura lontana dal massimo frena gli entusiasmi. La borsa é salita malgrado un aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTB decennale a 1.58% (+0.05%)) - é stata un'eccezione - vedrete che il tema inflazione ricomincerà a breve a preoccupare gli investitori.
L'S&P500 ha aperto salendo subito a 4402 punti e ha proseguito la sua corsa fino ai 4430 punti. Poi é scivolato verso il basso fino alla chiusura a 4399.76 punti. Il Nasdaq100 (+0.88%) e il Russell2000 (+1.59%) hanno seguito. Ne risulta una seduta decisamente positiva con A/D a 6089 su 1900, NH/NL a 811 su 294 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 19.54 punti (-1.46), il CBOE Equity put/call ratio era stranamente alto per una seduta del genere (0.52) mentre il Fear&Greed Index é salito a 32 punti (+5). Gli indicatori di momentum tipo MACD si apprestano a dare un segnale d'acquisto - i Summation Index salgono leggermente.
In generale abbiamo un netto miglioramento della situazione tecnica - la correzione é finita e ci sono le premesse per la ripresa del rialzo. I postumi della correzione devono però ancora essere assorbiti con una pausa di consolidamento che potrebbe essere contrassegnata da parecchia volatilità.

Stamattina il future sull'S&P500 sale di 2 punti. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4091 punti (-7 punti). Le borse europee apriranno in leggero calo (-0.2%). Pensiamo che stamattina torneranno in pari. Poi vedremo cosa deciderano di fare gli americani. I tassi d'interesse stanno ancora salendo insieme al prezzo del petrolio. Alle 14.30 verrà pubblicato il rapporto sul mercato del lavoro americano a settembre. Se questo confermerà il rischio d'inflazione é possibile che la seduta a Wall Street sia moderatamente negativa influezando la chiusura in Europa.

Commento del 7 ottobre

Siamo alla fine del tunnel - si vede la luce

Ieri mattina c'é stata ancora una possente spinta di ribasso e gli indici azionari di riferimento europei sono caduti su dei nuovi minimi per questa correzione. L'Eurostoxx50 (-1.30% a 4012 punti) é precipitato fino a 3965 punti. Si temeva che ci potesse essere ancora un cedimento in America visto che sulla base del future l'S&P500 era nuovamente sceso a 4284 punti. C'é voluta tutta la mattina per calmare gli animi e stabilizzare il mercato. Nel pomeriggio c'é stato un recupero ma questo non é bastato per permettere alle borse europee di tornare in positivo. A fine giornata sono rimaste delle sostanziali perdite - gli indici sono però tornati sui supporti (Eurostoxx50 a 4000 punti e DAX (-1.46% a 14973 punti) a 15000 punti) facendo sorgere il sospetto che si fosse trattato di una falsa rottura al ribasso - per lo meno il rimbalzo dal minimo é stato consistente. Peccato che negli indicatori di sentiment non sia ancora apparso del panico anche se ieri dal comportamento dei future (improvvisi cedimenti con gap down) si vedeva che serpeggiava parecchio nervosismo.

La seduta in America é stata positiva e costruttiva - esiste la possibilità che questa giornata abbia segnato la fine della correzione poiché c'é stato un evidente reversal. L'S&P500 ha aperto in forte calo a 4316 punti e all'inizio é ancora caduto a 4290 punti di minimo. Poi é risalito e a metà seduta si é stabilizzato intorno ai 4310 punti. In serata é salito a 4359 punti, ha consolidato e sul finale si é impennato fino a 4363.55 punti (+0.41%). L'indice é salito di 75 punti dal minimo passando da una forte perdita a un moderato guadagno. Questa é la seconda seduta positiva consecutiva che sembra rappresentare un key reversal day. La correzione sarebbe finita se l'indice riuscisse a salire sopra i 4400 punti. Non crediamo che ci riuscirà al primo tentativo ma probabilmente abbiamo visto il minimo della correzione. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 3192 su 4744, NH/NL a 282 su 1194 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 21.00 punti, il CBOE Equity put/call ratio é neutro a 0.48 e il Fear&Greed Index é invariato a 27 punti. Ieri la tecnologia ha convinto (Nasdaq100 +0.63% a 14766 punti). Un calo del prezzo del petrolio ha fatto scendere i tassi d'interesse e ha indebolito il Russell2000 (-0.60%).

Stamattina il future sull'S&P500 sale ancora di 20 punti - l'indice vale 4383 punti. In Europa avremo una seduta di rialzo e i guadagni dovrebbero superare l'1%. Poi ci aspettiamo ancora una fase di incertezza di alcuni giorni.

Commento del 6 ottobre

Un buon rimbalzo tecnico

Ieri c'é stato un rimbalzo dopo la negativa seduta di lunedì che in America aveva causato dei nuovi minimi per questa correzione. Abbiamo questa volta osservato una strana alleanza tra settore tecnologico (Nasdaq100 +1.39%) e settore finanziario. Mentre il rialzo delle banche (SX7E +3.99%) é giustificato da un aumento dei tassi d'interesse di mercato il rally delle azioni tecnologiche é più che altro un rimbalzo tecnico. Il rimbalzo é stato più convincente in Europa, dove le perdite di lunedì sono state più che compensate, che in America che per saldo nelle due giornate é ancora in perdita. Questa seduta può essere catalogata nel processo di formazione di base nella parte finale di una correzione. Avremo ancora dei tuffi e dei rimbalzi ma per saldo non crediamo che le borse debbano ancora sostanzialmente scendere sotto i minimi di lunedì. Ci sono addirittura mercati come il FTSE MIB italiano (+1.95% a 25956 punti) che mostrano già dei minimi ascendenti.

A testimoniare un mercato che sta cercando di fare base ieri le borse europee sono ripartite nella direzione opposta. La seduta é iniziata in positivo e fino alle 16.00 é stata contrassegnata da un timido rialzo. Poi un dato congiunturale americano positivo ha fatto decollare i listini e l'Eurostoxx50 (+1.73% a 4065 punti) ha chiuso sul massimo giornaliero e con un sostanziale guadagno che compensa ampiamente la perdita di lunedì. Non crediamo che questa seduta metta il punto finale alla correzione e che da adesso le borse europee debbano solo salire. Il supporto a 4000 punti si dimostra però solido - dovrebbe essere ancora testato e in teoria una caduta sui 3950 punti é ancora possibile. Sui 4000 punti potrebbe però verificarsi il minimo della correzione.
Il DAX (+1.05% a 15194 punti) si é comportato in maniera simile. Il supporto a 15000 punti si dimostra solido - può ancora essere  testato ma dovrebbe costituire il minimo della correzione.
La borsa italiana (FTSE MIB +1.95% a 25956 punti) mostra forza relativa con un minimo ascendente ad inizio ottobre rispetto al minimo di settembre - sembra quindi che i 25000 punti non saranno più testati e che abbiamo già visto il minimo della correzione.
Le borse europee sono ripartite al rialzo grazie ai settori ciclici e finanziari. Ovviamente con questa costellazione la borsa svizzera (SMI +0.04% a 11587 punti) ha faticato. Le azioni delle banche hanno guadagnato parecchio ma questo non é bastato a compensare il leggero calo dei titoli difensivi che hanno un forte peso nell'indice di borsa svizzero. La nostra opinione tecnica é invariata. Siamo rialzisti dai 11400 punti ma ci vorrà ancora qualche giorno e delle false partenze prima che l'SMI possa ricominciare a salire in maniera sostenibile.

Le borse europee hanno chiuso sul massimo giornaliero poiché la borsa americana ha toccato il suo massimo verso le 17.15. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4320 punti, é sceso a 4313 punti di minimo e poi é salito deciso fino ai 4365 punti. In seguito, dopo questo rally di 50 punti, il mercato si é fermato e l'S&P500 é oscillato tra i 4352 ed i 4369 punti fino alle 21.15, Sul finale l'indice é ricaduto a 4345.72 punti. Questa chiusura 24 punti sotto il massimo mostra che i ribassisti sono ancora vivi e vegeti.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5161 su 2826, NH/NL a 585 su 807 (entrambi in calo!) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é caduta a 21.30 punti (-1.66) mentre il CBOE Equity put/call ratio é nuovamente neutro a 0.45. I Summation Index sono ancora in leggero calo.
Insomma - strutturalmente il mercato migliora e la pressione di vendita é in diminuzione. Sono però ancora pochi i settori forti (petrolio) e per ora la borsa americana non ha l'energia per riprendere il rialzo. La correzione e la formazione di una base non sono completi.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 in calo di 24 punti. Le borse asiatiche sono in perdita (quelle cinesi sono ancora chiuse causa festività). Alle 08.40 l'Eurostoxx50 vale 4028 punti (-37 punti). Le premesse sono per una seduta negativa. Crediamo però che oggi ci sarà un recupero dopo la debole apertura. In fondo il rialzo dei tassi d'interesse (reddito dell'USTB decennale a 1.54%, +0.05%) non é così forte e non sembra più spaventare gli investitori.

Commento del 5 ottobre

Manca un pò di panico per un solido minimo - black out di Facebook (-4.89%) & Co.

La settimana é iniziata male. Cattive notizie riguardanti il mercato immobiliare cinese (Evergrande) hanno messo sotto pressione le borse asiatiche con la conseguenza che il future sull'S&P500 la mattina era debole. Poi nel pomeriggio dei dati economici hanno fatto lievitare i tassi d'interesse e il black out di Facebook (-4.89%), che ha coinvolto anche i servizi affiliati di Whatsapp e Instagram, ha invogliato gli investitori a vendere nuovamente il settore tecnologico (Nasdaq100 -2.16% a 14472 punti). Un mercato al rialzo é in grado di incassare questi fattori negativi senza cedere, Qui però abbiamo ancora un mercato all'interno di una correzione dove gli investitori sono nervosi, insicuri e pronti a scappare al primo segno di pericolo. Il risultato é stata una seduta negativa sia in Europa (Eurostoxx50 -0.96% a 3996 punti) che in America (S&P500 -1.30% a 4300.46 punti) durante la quale i minimi di venerdì sono stati testati o marginalmente superati al ribasso. Siamo convinti che il minimo di questa correzione di medio termine é vicino - ripetiamo però che la correzione non é ancora terminata e fino a circa la metà di ottobre rimane il rischio di questi improvvisi vuoti d'aria. Notiamo aspetti costruttivi - i settori difensivi (SMI +0.06%) mostrano forza relative e ieri in America sono aumentati sia i NH (771) che i NL (1205). Ci sono settori forti come quello dell'energia (ETF Energy +1.63%) - é la tecnologia soprattutto che deve correggere e non sembra ancora aver toccato il fondo.
La migliore garanzia per un solido minimo sarebbe un pò di panico. Finora negli indicatori di sentiment (VIX a 22.96 punti, +1.81) abbiamo notato pessimismo ma nessun eccesso che possa suggerire che gli investitori sono in panico.

Le borse europee hanno aperto in calo ma durante la giornata hanno provato a reagire e hanno recuperato. A metà giornata gli indici azionari erano praticamente in pari. La borsa americana ha però nuovamente avuto un cedimento provocato dai big della tecnologia e le borse europee hanno prontamente seguito e hanno chiuso sul minimo giornaliero e con una sensibile perdita. L'unico aspetto positivo é che ora le borse europee perdono meno di quella americana. Restiamo dell'idea che il minimo della correzione non é lontano.
L'Eurostoxx50 (-0.96% a 3996 punti) ha perso 39 punti e questa é la peggiore chiusura dall'inizio della correzione. Il minimo di venerdì non é stato superato al ribasso e l'indice é lentamente in ipervenduto. Questo significa che ora l'Eurostoxx50 dovrebbe cominciare a consolidare e accumulare sopra i 3950 punti. Lo stesso vale per il DAX (-0.79% a 15036 punti) appoggiato sul bordo inferiore delle Bollinger Bands e sul supporto a 15000 punti (MM a 200 giorni) e per il FTSE MIB (-0.60% a 25460 punti). L'indice delle banche SX7E ieri ha perso il -1.39% a 98.02 punti malgrado un aumento dei tassi d'interesse. Capitolazione?

L'S&P500 ha aperto in calo a 4352 punti e subito ha cominciato a scendere. In pratica la caduta é durata un'ora - alle 17.40 l'indice ha toccato il minimo a 4279 punti e poi per il resto della giornata é oscillato in laterale in una ventina di punti. È ancora risalito a 4307 punti e ha chiuso a 4300.46 punti (-1.30%). La tecnologia era molto debole (Nasdaq100 -2.16% a 14472 punti) con i 5 big in perdita. Il resto del mercato (DJT -0.29%, RUT -1.08%) ha contenuto le perdite. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2285 su 5748, NH/NL a 771 su 1205 e volume relativo a 1.1. La CBOE Equity put/call ratio era a 0.59 - ci vorrebbe un'impennata a 0.62-0.69 per indicare panico. Il Fear&Greed Index resta basso a 25 punti (-2). I Summation Index sono in calo.
Ieri gli indici hanno marginalmente superato al ribasso i minimi di venerdì - la pressione di vendita é però sparita dopo un'ora di contrattazioni e gli indici hanno chiuso decisamente sopra il minimo giornaliero. Non crediamo che gli indici debbano scendere decisamente più in basso - hanno però bisogno di una decina di giorni di consolidamento prima che possa svilupparsi un sostenibile movimento di rialzo.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 invariato a 4290 punti. Il Nikkei ha perso il -2.19% - le borse cinesi sono chiuse con l'eccezione di Hong Kong che é in pari. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4008 punti (+12 punti). Prevediamo una seduta di pausa con un tentativo stamattina in Europa di rimbalzo - non crediamo però che New York sia già pronta per un recupero.

Aggiornamento del 4 ottobre

Evergrande sospesa in borsa

Stanotte alla borsa di Hong Kong l'azione del colosso immobiliare Evergrande é stata sospesa dalle transazioni. Si vocifera che la società sull'orlo del fallimento possa essere "salvata" da Hopson Development disposta a rilevare una partecipazione del 51% per 40 Mia di HK$. Delle azioni di altre società sospettate di avere problemi di liquidità sono però in perdita - lo spettro del fallimento si aggira nelle borse cinesi. Il future sull'S&P500 ha all'inizio perso una quarantina di punti - ora ha recuperato e si trova a 4330 punti - cede 17 punti rispetto alla chiusura di venerdì sera.
L'Eurostoxx50 aprirà sui 4020 punti (-15 punti). Sembra che le borse europee non riescano ad approfittare della buona chiusura venerdì sera a Wall Street e si orientino piuttosto alla situazione attuale.
Il quadro odierno non é sorprendente - fino a metà ottobre ci aspettiamo mercati relativamente deboli. Le premesse oggi sono per una seduta moderatamente negativa malgrado tassi d'interesse in leggero calo.

Commento del 2-3 ottobre

La correzione sembra praticamente completa - ci preoccupano i grafici dei tassi d'interesse

Venerdì l'S&P500 (+1.15% a 4357.04 punti) sulla base del future ha toccato la mattina un minimo a 4260 punti. Nel pomeriggio si é verificato un possente rimbalzo e l'indice ha chiuso 100 punti sopra questo teorico minimo. Crediamo che con questa reazione la correzione é praticamente terminata. Praticamente significa che fino a metà ottobre il mercato dovrebbe ancora essere piuttosto debole - l'S&P500 dovrebbe avere alcune false partenze con formazione di base sui 4250 punti. In termine di punti non dovrebbe però scendere decisamente più in basso - temporalmente, rispettando i cicli, dovrebbe aver bisogno di un paio di settimane di consolidamento prima di poter riprendere il rialzo. Anche in Europa la correzione sembra completa. Venerdì gli indici hanno nuovamente avuto una seduta negativa (Eurostoxx50 -0.32% a 4035 punti). Sul minimo giornaliero (Eurostoxx50 a 3981 punti) gli indici di riferimento hanno raggiunto le medie mobili e 200 giorni e poi sono rimbalzati e hanno chiuso decisamente sopra questi minimi - alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva addirittura 4052 punti. Con questa robusta reazione dal minimo la spinta di ribasso sembra essersi esaurita.
Ora bisogna chiedersi cosa potrebbe succedere da adesso fino alla fine dell'anno. I cicli da metà ottobre sono moderatamente positivi e quindi ci aspettiamo che gli indici risalgano. Formalmente questa correzione é finita se l'S&P500 riesce a terminare una seduta sopra i 4403-4406 punti o se supera la linea di trend discendente che abbiamo inserito sul grafico. Ci preoccupa lo sviluppo dei tassi d'interesse. Tra giovedì e venerdì il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 1.48% (-0.04%) - in generale però i tassi d'interesse sembrano in una fase di rialzo di medio termine e il ritracciamente degli ultimi due giorni sembra solo un normale test dell'alto delle precedenti resistenze e ora supporti. Evitando di rendere l'analisi troppo complicata o dettagliata sembra che fino a fine anno i tassi d'interesse debbano tendenzialmente salire e con questa premessa dubitiamo che la borsa americana posso tornare agli splendori del mese di agosto. Il discorso per le borse europee é ancora più difficile poiché praticamente da aprile gli indici si limitano ad oscillare in laterale senza fare sostanziali progressi. Parliamo ancora di rialzo poiché le MM a 50 e 200 giorni stanno ancora leggermente salendo - in pratica però la tendenza di fondo é neutra. L'unica ragione per cui troviamo che l'Europa é ancora interessante sono le valutazioni fondamentali che sono ancora ragionevoli rispetta alle oscene valutazioni della borsa americana.
Riassumendo sembra che con il tuffo di venerdì mattina la correzione sia praticamente finita. Non bisogna però correre a comperare poiché ci deve ancora essere una fase di consolidamento - in questa fase potrebe ancora esserci un consistente vuoto d'aria con panico (in effetti avremmo preferito che la correzione terminasse con del panico negli indicatori di sentiment - questo non c'é stato). Infine non bisogna essere troppo investiti in azioni poiché il potenziale di rialzo nei prossimi mesi sembra modesto e limitato ad alcuni settori. Se come pensiamo i tassi d'interesse continueranno a lievitare bisogna possedere settori ciclici e banche ed evitare la tecnologia. È giunto il momento di investire in maniera selettiva e non più generale.
Secondo i grafici e i nostri indicatori il cambio EUR/USD (1.1595) a 1.1560 e l'oro (1761 USD/oncia) a 1721 USD hanno toccato dei minimi significativi e nelle prossime settimane e mesi dovrebbero tendenzialmente guadagnare terreno rispettando la conosciuta correlazione negativa tra USD e oro.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.96% a 4035 punti
SX7E (banche)          +1.22% a 99.02 punti
DAX                         -2.42% a 15156 punti
SMI                         -2.05% a 11575 punti
FTSE MIB                 -1.36% a 25615 punti
S&P500                    -2.21% a 4357.04 punti
Nasdaq100               -3.50% a 14791 punti

Venerdì le borse hanno iniziato la giornata con pesanti perdite e sembrava che potesse esserci un crollo. Invece poco dopo l'apertura in Europa le vendite sono evaporate e gli indici hanno lentamente recuperato. Ci voleva una notizia positiva per permettere ai compratori di riprendere coraggio e il controllo delle operazioni. Quando il colosso farmaceutico americano Merck (+8.37%) ha annunciato di aver scoperto un medicamento molto efficace contro il Coronavirus le borse hanno ripreso il rialzo. Gli acquisti si sono intensificati la sera a Wall Street. Era tardi per le borse europee che hanno chiuso lontano dai minimi ma ancora con delle perdite (Eurostoxx50 -0.32%. DAX -0.68%, FTSE MIB -0.27%). Invece la borsa americana é decollata e da una seduta potenzialmente molto negativa siamo arrivati ad una seduta decisamente positiva.
L'S&P500 ha aperto a 4327 punti e all'inizio é ancora sceso a 4288 punti di minimo. Ha in seguito recuperato e a metà seduta si é attestato a 4330 punti. Dopo le 20.00 c'é ancora stata una spinta di rialzo fino a 4375 punti e l'indice ha infine chiuso a 4357.04 punti (+1.15%) con un decisamente inatteso guadagno di 49 punti che formalmente rappresenta un key reversal day. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5643 su 2332, NH/NL a 682 su 1083 e volume relativo a 1.0. Malgrado la pessima apertura e i nuovi netti minimi a 30 giorni i NL erano di poco superiori a martedì. La volatilità VIX é scesa a 21.15 punti (-1.99), il CBOE Equity put/call ratio era neutro sulla media di lungo periodo a 0.56 mentre il Fear&Greed Index é ancora basso a 27 punti (+2). I Summation Index salgono impercettibilmente. La tendenza di fondo della borsa americana é da neutra a ribassista con il 37.2% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 51.11.

Fino a metà ottobre bisogna restare prudenti e i traders debbono piuttosto giocare al ribasso fino a quando l'S&P500 non termina una seduta sopra i 4406 punti. Da metà ottobre gli investitori possono guardare al futuro con ottimismo ma devono tenere d'occhio lo sviluppo dei tassi d'interesse. L'inflazione in Europa e in America si aggira ora sul 4-5%. Questo significa che i tassi 'interesse reali sono di un -4%. Questo sembra non bastare più per spingere le borse sempre più in alto. Una normalizzazione sul fronte dei tassi d'interesse implica un ritorno a tassi d'interesse reali vicini allo 0%. Vedremo se gli investitori spingendo al rialzo i tassi d'interesse di mercato obbligheranno le Banche Centrali ad abbandonare la politica monetaria estremente espansiva.
Non dimentichiamo i problemi del mercato immobiliare e dell'approvviginamento energetico in Cina. Un forte rallentamento dell'economia cinese non può che avere ripercussioni negative sulle economie occidentali e sulle borse.

Commento del 1. ottobre

Le borse non rimbalzano - la correzione sarà più profonda del previsto

Ieri le borse hanno aperto in positivo e all'inizio della seduta sono salite sui massimi di mercoledì. Pensavamo che e il rimbalzo potesse essere più consistente a far salire l'S&P500 nuovamente a 4400 punti. Invece l'indice di riferimento americano si é fermato a 4382 punti dopo che il giorno precedente si era impennato fino a 4385 punti. Poi le borse, sia in Europa (Eurostoxx50 -0.79% a 4048 punti) che in America (S&P500 -1.19% a 43307.54 punti) sono state nuovamente travolta da un'ondata di vendite. Sembra che i mercati non hanno ancora la forza per risollevarsi. Sta però cambiando qualcosa. I tassi d'interesse, almeno in America, non salgono più - ieri il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.52% (-0.03%) con la conseguenza che la tecnologia ha sovraperformato (Nasdaq100 -0.43% a 14689 punti). Il numero dei nuovi minimi a 30 giorni non aumenta (NL a 966) - la pressione di vendita é limitata. Infine secondo i nostri indicatori di sentiment di corto termine (DSI), i metalli preziosi devono aver toccato un minimo ed iniziato una fase di rialzo mentre il cambio EUR/USD dovrebbe farlo tra oggi e settimana prossima - in pratica pensiamo che a circa 1.1680 dovrebbe esserci un minimo significativo. Ci aspettiamo di conseguenza che anche la caduta delle borse sia quasi finita malgrado che secondo i cicli la correzione non dovrebbe finire prima di metà ottobre. 

In Europa é stata una giornata deludente. Malgrado che mercoledì non avevamo escluso ulteriori ritracciamenti pensavamo che ieri le borse europee potessero difendere i guadagni iniziali ed eventualmente incrementarli nel pomeriggio. Invece gli indici sono saliti nella prima ora ma poi sono costantemente scesi, sul mezzogiorno sono caduti in negativo e hanno chiuso sul minimo giornaliero e con moderate perdite. L'Eurostoxx50 (-0.79% a 4048 punti) ha perso 32 punti e ha cancellato il guadagno di mercoledì. Siamo però convinti che debba ancora esserci un rally prima di una caduta sotto il minimo del 20 settembre. Le altre borse europee si sono comportate più o meno come l'Eurostoxx50 - le differenze sono state causate dalla forza o debolezza relativa di certi settori. Il FTSE MIB (-0.21% a 25683 punti) ha perso meno grazie al settore bancario (SX7E +0.03% a 100.31 punti) mentre l'SMI svizzero (+0.12% a 11642 punti) ha guadagnato qualche punto grazie ai suoi settori difensivi. Nel ciclo e nella correzione le borse si trovano però più o meno tutte nella stessa situazione - gli indici sono lentamente ipervenduti a medio termine e non sembra più esserci molto spazio verso il basso prima che la correzione finisca.

Se la seduta in Europa é stata deludente quella in America é stata pessima poiché invece che concludersi sul massimo giornaliero e con l'S&P500 sui 4400 punti é finita con una pesante caduta e una chiusura sul minimo - questa chiusura é stata anche la peggiore del mese.
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4380 punti, ha toccato un massimo a 4382 punti e poi é sceso. Dopo una prima spinta di ribasso a 4315 punti c'é stato un recupero fino a 4348 punti. Nell'ultima ora c'é stata una caduta finale fino a 4307.54 punti (-1.19%). Stranamente sia Nasdaq100 (-0.43%) che Russell2000 (-0.94%) hanno perso meno. La conseguenza é che la seduta al NYSE é stata negativa ma non pessima: A/D a 3082 su 4902, NH/NL a 443 su 966 e volume relativo a 1.1. I dati sul sentiment sono cambiati poco: VIX a 23.14 punti (+0.58), CBOE Equity put/call ratio a 0.58 e Fear&Greed Index a 25 punti (-3). Purtroppo pensiamo che per terminare la correzione ci vorrà del panico - finora vediamo pessimismo ma nessun panico.

Stamattina il future sull'S&P500 perde ancora 35 punti. Il Nikkei é sceso del -2.32%. Le borse cinesi sono in pari. L'Eurostoxx50 alle 08.55 vale 3988 punti - le borse europee apriranno in forte calo (-1.5%). Non escludiamo la possibilità di un venerdì nero con una caduta finale di un -3%.

Commento del 30 settembre

Ad un primo debole rimbalzo deve seguirne uno più convincente fino ai 4400 punti di S&P500

Ieri c'é stato un primo tentativo di rimbalzo dopo le pesanti perdite di martedì. Il rimbalzo é stato debole - gli indici hanno chiuso nella parte inferiore del range giornaliero - le borse europee hanno chiuso con moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.53% a 4080 punti) mentre la borsa americana ha chiuso mista e praticamente in pari - al guadagno di 6 punti dell'S&P500 (+0.16% a 4359.46 punti) si contrappongono le perdite del Nasdaq100 (-0.11% a 14752 punti) e del Russell2000 (-0.20%). Ci sono però buone notizie - la pressione di vendita diminuisce - il numero dei nuovi minimi a 30 giorni é in calo - a cortissimo termine gli indici sono ancora ipervenduti. Di conseguenza, come anticipato ieri sera, pensiamo che ci debba ancora essere un ulteriore tentativo di rimbalzo con obiettivo a 4400 punti di S&P500. Pensiamo che questo verrà provocato da un reazione dei tassi d'interesse e dei cambi. Ieri la borsa ha reagito positivamente malgrado che il reddito dell'USTBond decennale sia ancora lievitato a 1.55% (+0.01%) e il cambio EUR/USD abbia toccato un nuovo minimo annuale a 1.1590. Crediamo che a breve il rialzo dei tassi d'interesse tassi e dell'USD siano eccessivi e ci aspettiamo una correzione - il calo dei tassi interesse provocherà una copertura degli short in borsa e un breve rally della borsa.

In Europa questo primo rimbalzo non é stato molto convincente. Le borse europee hanno chiuso nella parte inferiore del range giornaliero con un moderato guadagno. L'Eurostoxx50 (+0.53% a 4080 punti) é salito di 22 punti - pochi rispetto alla perdita di martedì. Non crediamo però che il rimbalzo sia concluso. Potrebbe esserci ancora un ritracciamento ma in seguito ci aspettiamo un ulteriore tentativo di rialzo nelle prossime una a tre sedute. La reazione dell'indice delle banche europee SX7E (+1.68% a 100.28 punti) é stata più convincente - l'indice torna sopra i 100 punti e conferma la tendenza rialzista. Stranamente questa volta il FTSE MIB (+0.64% a 25736 punti) non ha saputo approfittarne.
L'SMI svizzero doveva terminare la correzione a medio termine a 11400 punti. Martedì ha toccato un minimo a 11465 punti. Ieri é salito con forza relativa e buona partecipazione a 11628 punti (+1.24%). Teniamo d'occhio questo mercato che potrebbe anticipare lo sviluppo delle altre borse di una decina di giorni.
Il cambio EUR/USD é caduto sul minimo annuale a 1.1590. Siamo sorpresi da questa facile rottura al ribasso - ora il cambio dovrebbe cadere fino a 1.15.

L'S&P500 ha avuto una seduta volatile e senza una precisa direzione. L'indice ha aperto a 4370 punti, é salito a balzi fino a 4385 punti, é caduto velocemente fino a 4355 punti, é risalito a 4385 punti ed é infine sceso a 4359.46 punti (+0.16%). La chiusura 26 punti sotto il massimo é una delusione per i rialzisti - l'indice non ha però toccato un nuovo minimo mensile e questo é un segnale costruttivo. La debolezza sembra per una volta concentrata nei big della tecnologia. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3696 su 4289, NH/NL a 413 su 997 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 22.56 punti (-0.69) mentre il CBOE Equity put/call ratio é neutro a 0.51.
Crediamo che ora ci sarà un secondo tentativo di rialzo. Questo dovrebbe "andare meglio" poiché molti scettici, visto quanto successo ieri, all'inizio non parteciparanno e saranno obbligati a saltare sul treno in corsa quando l'S&P500 supererà i 4385 (doppio massimo di ieri). A questo scopo ci vorranno delle notizie positive sul fronte dei tassi d'interesse. Sarà meglio che i politici americani smettano di litigare e trovino velocemente delle soluzioni per alzare il tetto del debito.

Stamattina il future sull'S&P500 guadagna 33 punti - il Nikkei perde il -0.31% - la borsa cinesi sono al rialzo. L'Eurostoxx50 aprirà sui 4090 punti (+10 punti). Molti penseranno che la seduta odierna sarà come ieri e quindi stamattina ci sarà un ritracciamento. Pensiamo però che il pomeriggio potrebbe sorprendere in bene e permettere alle borse di chiudere sui massimi e con consistenti guadagni.

Commento del 29 settembre

I litigi tra repubblicani e democratici fanno ulteriormente salire i tassi d'interesse - il mercato cede di fronte a troppi problemi

I prezzi dell'energia continuano a salire - la Gran Bretagna é senza benzina, la Cina é a corto di carbone e deve diminuire la produzione industriale. I dati sull'inflazione restano alti e lentamente si comincia a credere che questa non sia così transitoria come affermano i responsabili delle Banche Centrali. A questi problemi si é aggiunto ieri il Congresso americano che non trova un accordo per alzare il tetto di indebitamento dello Stato - l'amministrazione americana rischia di dover cominciare a ridurre i suoi servizi (shutdown) e il Tesoro sta finendo i soldi - l'America si avvicina ad un'insolvenza tecnica. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é salito a 1.54%. Non é tanto - a maggio il reddito si aggirava sugli 1.70% ma é la tendenza al rialzo a mettere in difficoltà il settore tecnologico (Nasdaq100 -2.85% a 14770 punti) che fino ad inizio settembre era solamente salito ignorando qualsiasi segnale d'allarme.
Il risultato é che ieri c'é stata un'ondata di vendite ed é partita l'attesa seconda spinta di ribasso. Noi pensavamo che ci sarebbe stata una pausa fino a fine mese e che la correzione di medio termine sarebbe ripresa solo ad ottobre - abbiamo sbagliato la tempistica - per il resto la previsione é esatta. Ora dovremmo cercare di gestire questa anticipata e profonda spinta di ribasso. L'S&P500 (-2.04% a 4352.63 punti) doveva ridiscendere sui 4300 punti - ieri ha toccato un minimo a 4346 punti. L'Eurostoxx50 (-2.56% a 4058 punti) aveva un obiettivo a 4000 punti. Se la correzione deve durare fino a metà ottobre é ovvio che nel frattempo gli indici non possono solo scendere - ci saranno dei rimbalzi tecnici e della fasi di stasi - é anche possibile che gli indici debbano scendere decisamente più in basso. Potremmo dare maggiori informazioni dopo aver osservato le caratteristiche e l'intensità del prossimo rimbalzo.

Ieri mattina improvvisamente tutti si sono resi conto che i prezzi dell'energia stanno salendo, che l'inflazione non é temporanea e che i tassi d'interesse stanno aumentando. Tutti questi problemi si sono scaricati nel mercato azionario e le borse sono state travolte da un'ondata di vendite. L'Eurostoxx50 (-2.56% a 4058 punti) ha chiuso sul minimo giornaliero con una perdita di 100 punti. L'unico aspetto positivo é che il supporto intermedio a 4045 punti (chiusura del 20 settembre e apertura del giorno successivo) dovrebbe rallentare o fermare la caduta e provocare un rimbalzo. Lo stesso vale per il DAX (-2.09% a 15248 punti) che si é fermato vicino al minimo giornaliero con una perdita di 325 punti. Il bordo inferiore delle BB a 15219 punti dovrebbe contenere la caduta e servire come base per un rimbalzo. Il FTSE MIB (-2.14% 25573 punti) questa volta non si é salvato e non ha più mostrato forza relativa.
La ragione é evidente - ieri neanche le banche (SX7E -2.26% a 98.62 punti) sono riuscite a salvarsi dalle vendite - é un segno che comincia già ad esserci un certo fuggi fuggi generale - quando si ha paura si vende tutto. 
La borsa svizzera può consolarsi - l'SMI ha perso "solo" il -1.76% a 11485 punti - l'obiettivo a 11400 punti é vicino e l'ipervenduto dovrebbe cominciare a fare effetto. L'aspetto difensivo dell'indice dovrebbe preservare l'SMI da ulteriori pesanti danni.  
Il cambio EUR/USD scende a 1.1685 - il minimo annuale é a 1.1665 - secondo noi questo supporto dovrebbe reggere almeno il primo attacco. Il cambio sembra voler usare 1.18 come livello di riferimento per continuare ad oscillare in laterale.

Anche la seduta a Wall Street é stata pessima. Il listino é crollato senza rotazione tra settori - praticamente é sceso tutto (A/D a 1159 su 6878) - solo l'energia si é salvata (ETF Energy +0.34%) grazie all'aumento del prezzo del petrolio. L'S&P500 ha aperto a 4413 punti e volocemente ha spazzato via i supporto intermedi sui 4400 punti- È sceso regolarmente fino a metà seduta quando ha toccato il minimo a 4346 punti. I successivi tentativi di rimbalzo non hanno avuto successo. L'S&P500 verso le 21.20 era a 4180 punti ma sul finale é ricaduto a 4352.63 punti (-2.04%). Il Nasdaq100 (-2.85% a 14770 punti) ha toccato un nuovo minimo mensile - avevamo ipotizzato questa possibilità prevedendo che la correzione sarebbe terminata a 14500 o addirittura a 14000 punti.
La seduta al NYSE é stata pessima con A/D a 1159 su 6878, NH/NL a 609 su 1005 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 23.25 punti (+4.49), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.55 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 28 punti (-6) - nel complesso negli indicatori di sentiment appare pessimismo ma non panico.

Molto probabilmente partirà adesso un rimbalzo tecnico - la seduta di ieri é stata pessima e spesso c'é una reazione positiva - la vicinanza di alcuni supporti dovrebbe servire come trampolino di lancio. Inoltre stamattina il prezzo del petrolio scende, i tassi d'interesse non si muovono e i politici a Washington si stanno dando da fare per trovare un compromesso.

Il future sull'S&P500 guadagna 21 punti. Il Nikkei perde il -2.12% mentre le borse cinesi contengono le perdite (ca. -1%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4075 punti - le borse europee apriranno con un debole guadagno di circa il +0.4%. Il rimbalzo farà fatica a partire e probabilmente ci saranno all'inizio alcuni ritracciamenti - venerdì però ritroveremo le borse a livelli superiori rispetto alla chiusura di ieri. I traders a corto termine si posizionano long - gli investitori si preparano ad una continuazione della correzione dopo un rimbalzo tecnico che potrebbe anche essere sostanziale (S&P500 di nuovo a 4400 punti).

Commento del 28 settembre

Ritorna la rotazione tra settori - Nasdaq100 (-0.81%) contro Russell2000 (+1.46%)

A prima vista sembra che la settimana sia iniziata senza scossoni. Le borse europee hanno chiuso leggermente in guadagno (Eurostoxx50 +0.17% a 4165 punti) mentre l'S&P500 (-0.28% a 4443.11 punti) si é mosso in soli 21 punti e ha chiuso con un'insignificante perdita di 12 punti. C'erano però delle buone premesse per una seduta decisamente positiva e questo risultato lascia un pò l'amaro in bocca. Si ha l'impressione che il rimbalzo di settimana scorsa sia terminato e che ora gli indici siano in stallo in attesa di una seconda spinta di ribasso. Forse siamo noi che ce lo immaginiamo poiché questo sarebbe il nostro scenario favorito - pausa fino ad inizio ottobre e poi un tuffo fino a metà mese. Notiamo però che l'Eurostoxx50 (+0.17% a 4165 punti, resistenza a 4200 punti, massimo giornaliero a 4196 punti) ) e il DAX (+0.27% a 15573 punti, resistenza sulla MM a 50 giorni) si sono fermati su delle possibili resistenze e sono stati respinti verso il basso mentre sui grafici americani di S&P500 e Nasdaq100 appaiono delle evidenti linee di trend ribassiste partendo dal massimo di settembre. Per ora l'America "si salva" grazie ad una violenta e marcata rotazione tra settori. La tecnologia é debole (Nasdaq100 -0.81% a 15204 punti) anche a causa dell'aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.48%, +0.01%) - questa debolezza viene compensata dalla forza del settore energia che si riversa soprattutto sul Russell2000 (+1.46%). È raro vedere una simile differenza tra un Nasdaq in perdita e un RUT in guadagno.

Gli investitori hanno accolto positivamente l'esito delle elezioni in Germania e ieri mattina le borse europee hanno aperto in forte rialzo. La festa é durata solo qualche minuto - da questo massimo giornaliero in apertura gli indici azionari europei sono scivolati verso il basso per quasi tutta la giornata e hanno chiuso poco sopra il minimo giornaliero. L'Eurostoxx50 (+0.17% a 4165 punti) ha salvato un magro bottino di 7 punti - molto pochi considerando l'ottima performance del settore bancario (SX7E +3.15% a 100.90 punti). L'indice settoriale supera la barriera dei 100 punti e raggiunge un nuovo massimo annuale - la tendenza é al rialzo e la strada verso l'alto é aperta. Come d'abitudine la forza del settore bancario ha permesso al FTSE MIB italiano si sovraperformare (+0.63% a 26132 punti).
C'é un'accesa discussione tra analisti ed investitori sulle conseguenze dell'aumento dei prezzi dell'energia (petrolio e gas). Evidentemente c'é una spinta inflazionistica - nessuno é in grado di dire se l'inflazione sarà temporanea o ci saranno conseguenze durature. In ogni caso a corto termine c'é un rialzo in borsa dei settori energia e dei tassi d'interesse - quest'ultimo aiuta il settore bancario - non sembra che questo trend debba finire a breve - é quindi improbabile che la borsa nel suo complesso abbia un ampio cedimento visto che abbiamo dei settori portanti. Noi ci aspettiamo unicamente una correzione di un -3% in un paio di settimane.

L'S&P500 ha svolto una noiosa sedute in trading range. L'indice si é mosso in soli 21 punti e ha toccato il minimo (4436 punti) e il massimo (4457 punti) giornalieri nella prima ora di contrattazioni. A chiuso sul livello d'apertura, al centro del range e con un insignificante perdita di 12 punti. Grazie al rialzo del Russell2000 (+1.46%) la seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4834 su 3148, NH/NL a 1104 su 545 (entrambi in aumento!) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 18.76 punti (+1.01) mentre il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.43. I Summation Index sono saliti.
Nel complesso osserviamo una sana rotazione tra settori che dovrebbe impedire alla borsa americana di subire gravi danni. Il trend ribassista dai massimi di settembre é però ormai evidente. Se l'S&P500 rompesse il supporto intermedio a 4403-4406 punti dovrebbe in seguito cadere fino ai 4300 punti. Secondo gli oscillatori questo impulso ribassista dovrebbe arrivare solo settimana prossima.

Stamattina il mercato é incerto - il future sull'S&P500 nell'ultima ora é passato da un +9 all'attuale -8. L'Eurostoxx50 vale 4164 punti - le borse europee apriranno in leggero calo. Sembra che stamattina gli europei vogliano vendere - nella prima parte della seduta ci sarà un calo. Poi vedremo cosa decideranno gli americani - al momento il prezzo del petrolio e del gas salgono insieme ai tassi d'interesse sull'USD e l'USD - abbiamo lo stesso scenario che ha condizionato la seduta di ieri.

Aggiornamento del 27 settembre

Elezioni in Germania e mercato immobiliare cinese

I tedeschi hanno votato - finalmente si conoscono i risultati delle elezioni in Germania. Hanno perso i partiti tradizionali - SPD e CDU/CSU si sono fermati intorno al 25% dei voti. Lo spettro di un governo totalmente di sinistra é stato eliminato - SPD, Verdi e Sinistra non hanno insieme abbastanza voti per formare un governo. Per assurdo sappiamo con certezza che due partiti minori come i Verdi (14.8%) e la FDP (11.5%) andranno al governo - non si sa se lo faranno insieme alla SPD, partito di maggioranza relativa con il 25.7% dei voti o con la CDU/CSU che ha raccolto solo il 24.1% dei voti. La grande sconfitta é la CDU che con Armin Laschet non ha proposto un candidato in grado di sostituire con autorevolezza Angela Merkel. La borsa dovrebbe festeggiare la fine del periodo di incertezza - a questo punto chi nel futuro governerà in Germania non é molto importante.

In Cina dopo Evergrande sembra che un secondo colosso immobiliare, Sunac, ha problemi di liquidità. I mercati finanziari e la borsa non sembrano però essere proccupati. Le borse cinesi sono miste mentre il future sull'S&P500 guadagna 23 punti.
L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 4195 punti (+37 punti). Si festeggia l'esito delle elezioni in Germania - il party non dovrebbe durare a lungo. Pensiamo che dopo la fiammata iniziale le borse si fermeranno. I prezzi dell'energia continuano a salire e presto o tardi il problema dell'approvvigionamento in gas e petrolio per l'inverno comincerà a preoccupare gli investitori.

Commento del 25-26 settembre

Una bolla speculativa alimentata dal credito - il mercato immobiliare cinese. E le borse ?

In Cina circa il 75% dei risparmi privati é investito nel mercato immobiliare. Come nel resto del mondo anche la Cina negli ultimi due decenni ha reagito ad ogni crisi economica abbassando il costo del denaro e pompando liquidità nel sistema finanziario. Si é così creata un'immensa bolla speculativa - non poche famiglie possiedono 4 o 5 appartamenti e ci sono città fantasma e milioni di appartamenti sfitti in attesa di un locatore. Tutti sono convinti che il governo interverrà a sostenere il mercato ogni volta che apparirà il rischio di un crollo. Il partito comunista cinese ha però preso un'altra decisione - vuole eliminare la speculazione provocando ora una crisi e un danno gestibile nell'economia per evitare una catastrofe più tardi. Evergrande é una delle più grandi società immobiliari cinesi - ha circa 300 Mia di USD di debiti e 120'000 impiegati. Evergrande ha cominciato a non pagare gli interessi sui debiti ed é insolvente - si avvicina alla bancarotta. Il governo sembra voler gestire attivamente questo processo per evitare disordini sociali - farà in maniera che chi ha comperato e pagato un appartamento non ancora costruito lo riceverà - indennizzerà i piccoli risparmiatori che hanno investito nei prodotti finanziari di Evergrande. La Cina lo può fare anche perché le grandi banche del Paese sono statali. Il fallimento di Evergrande non dovrebbe essere un problema per il sistema finanziario mondiale ma un esempio e un ammonimento. Non é un problema poiché a fronte dei debiti c'é parecchia sostanza - manca soprattutto la liquidità. Il PCC farà in modo che saranno i grandi investitori a incassare le perdite. La Cina ha però deciso di combattere in maniera attiva le bolle speculative e gli eccessi. In questo solco si inseriscono anche le azioni contro i big della tecnologia che controllano i dati, il gioco in Internet e le monete digitali.
Nel resto del mondo invece si continua a pensare che i governi aumenteranno la spesa pubblica e che le Banche Centrali manterranno una politica monetaria espansiva all'infinito. Gli investitori sono convinti che la bolla speculativa delle borse debba crescere continuamente e che non si sgonfierà mai. Forse la Cina sta agendo in maniera più saggia e previdente delle autorità politiche e monetarie occidentali. Nella sua ultima seduta la FED americana ha deciso di ridurre gli acquisti di obbligazioni sul mercato - operazione conosciuta come Quantitative Easing. Al momento la FED acquista 120 Mia di USD di titoli al mese. Molti operatori si aspettano che la riduzione inizi a novembre di quest'anno. Nel frattempo i tassi d'interesse di mercato stanno salendo - il reddito dell'USTBond decennale é lievitato venerdì a 1.47% (+0.06%). I mercati azionari rappresentano per le economie occidentali il mercato immobiliare cinese. Sono decisamente sopravvalutati - questo é il risultato di anni di politiche fiscali e monetarie eccessivamente espansive. Vedremo come in America ed in Europa verrà risolto questo evidente problema. Malgrado che i tassi d'interesse anche in Europa stiano salendo, il reddito delle obbligazioni di Stato é ancora in gran parte negativo (reddito del Bund decennale a -0.22%). A confronto le azioni sono ancora attrattive. Le obbligazioni non sono concorrenziali.

Questa settimana c'é stato un crollo delle borse lunedì - come é sempre successo da inizio anno questo vuoto d'aria é stato comperato e la perdita é stata cancellata in pochi giorni. Le performance settimanali sono moderatamente positive. A livello finanziario (Credit Default Swap) non sembra che il caso Evergrande possa rappresentare un problema per i sistemi finanziari mondiali che non mostrano segni di stress. I prezzi dei tradizionali beni rifugio (oro, CHF) non salgono - anzi sta scendendo. Tecnicamente le borse sembrano in grado di riprendere il rialzo - ci vogliono però dei nuovi massimi per avere una conferma. Per ora i nostri indicatori di base sono ancora in territorio neutro (il nostro indicatore "europeo" basato sulla stocastica é a 50.68 in una scala da 1 a 100, in America il 45.2% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE é a 53.00). I cicli e gli indicatori di medio termine ci dicono invece che la correzione questa volta non é terminata. Pensiamo che almeno fino a metà ottobre le borse debbano restare volatili e ci aspettiamo ancora un test dei minimi di lunedì (S&P500 a circa 4300 punti e Eurostoxx50 a circa 4000 punti). Il problema non sono la Cina e Evergrande ma l'inflazione e l'aumento dei tassi d'interesse. Vedremo quando le borse cominceranno a reagire. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.67% a 4158 punti
SX7E (banche)          +1.25% a 97.82 punti
DAX                         +0.27% a 15531 punti
SMI                          -0.99% a 11817 punti
FTSE MIB                  +1.01% a 25968 punti
S&P500                     +0.51% a 4455.48 punti
Nasdaq100                -0.02% a 15329 punti

Venerdì c'é stata una seduta di assestamento e di consolidamento. In Europa c'é stato un moderato calo (Eurostoxx50 -0.87% a 4158 punti) dopo tre sedute di rialzo. In America gli indici si sono semplicemente fermati (S&P500 +0.15% a 4455.48 punti) in maniera che le performance settimanali in Europa ed America sono praticamente uguali. Le differenze sono settoriali. L'aumento dei tassi d'interesse ha favorito le banche e la borsa italiana in Europa e ha frenato la tecnologia in America - la debolezza del settore farmaceutico ha punito l'SMI svizzero. L'impulso ribassista di venerdì 17 e lunedì 20 settembre é stato annullato e gli indici si trovano nuovamente in campo neutro. A corto termine prevale il rialzo - a medio termine la situazione é incerta nel senso che gli indicatori possono essere interpretati sia in maniera costruttiva (miglioramento) sia negativa (ribasso non completo). I cicli suggeriscono cautela fino a metà ottobre.
Ci sorprende il fatto che negli indicatori di sentiment non appare mai pessimismo o panico. Sono solo i rialzisti a fermarsi e diventare cauti - mai i ribassisti ad essere veramente aggressivi - nessuno osa più essere bearish dopo mesi di fallimenti nelle speculazioni al ribasso.

Venerdì la borsa americana sembrava voler imitare l'Europa e ha aperto in calo - nel corso della giornata ha però recuperato - la stessa cosa non si può dire di Eurostoxx50 e colleghi che non sono più risaliti dopo il calo del mattino.
L'S&P500 ha aperto sul minimo a 4436 punti e dopo mezz'ora era già a 4455 punti. È poi oscillato in laterale con un minimo a 4440 punti per salire in serata sul massimo a 4463 punti. Ha chiuso a 4455.48 punti (+0.15%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3130 su 4822 (a causa dell calo del Russell2000, -0.49%), NH/NL a 677 su 425 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 17.75 punti (-0.88), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.57 mentre il Fear&Greed Index é lievitato a 32 punti (+1 punto). I Summation Index sono leggermente saliti. Noterete che gli indicatori mandano segnali contraddittori - questa é la conseguenza di un trend rialzista di corto termine e uno ribassista di medio termine. Secondo gli oscillatori il trend positivo di breve potrebbe perdurare ancora per due o tre sedute.
Siamo però convinti che nelle prossime due a tre settimane gli indici azionari debbano per saldo scendere - questo anche perché sui grafici si vedono delle evidente linee di trend discendenti dai massimi di inizio settembre.

Commento del 24 settembre

Anche gli indici americani chiudono il gap di lunedì

Ieri la seduta sia in Europa (Eurostoxx50 +1.08% a 4194 punti) che in America (S&P500 +1.21% a 4448.98 punti) é andata meglio del previsto. Pensavamo che l'S&P500 dovesse fermarsi sui 4400 punti o al massimo salire poco più in alto e colmare il gap a 4427 punti. Invece l'indice ha toccato un massimo giornaliero a 4465 punti e ha chiuso nuovamente sopra la MM a 50 giorni a 4437 punti. Avevamo escluso che potesse esserci il solito rialzo a V dopo la correzione intermedia - invece sembra che si stia verificando proprio questo scenario malgrado che gli indicatori di medio termine e i cicli ostili ci facessero preferire la variante della correzione di medio termine con formazione di base sui minimi di lunedì. Non siamo ancora convinti che la correzione sia terminata ma dobbiamo ammettere che la variante più probabile é che c'é stato il solito breve vuoto d'aria che come d'abitudine é stato comperato. Non c'é differenza per quel che riguarda la tendenza di base che resta al rialzo - é però evidente che all'inizio della settimana abbiamo perso una buona occasione d'acquisto se gli indici non scendono più a ritestare i minimi mensili.

Con una terza seduta di forte rialzo le borse europee hanno cancellato il calo di venerdì e il crollo di lunedì scorsi. Il problema Evergrande sembra dimenticato. Ci aspettavamo una spinta di rialzo a corto termine da una situazione di ipervenduto ma ora le borse stanno salendo più di quanto ci eravamo immaginati. L'Eurostoxx50 (+1.08% a 4194 punti) ha guadagnato nuovamente 44 punti e ha chiuso vicino al massimo giornaliero. Se come pensavamo noi la correzione deve continuare fino a metà ottobre ora la spinta dovrebbe esaurirsi e l'Eurostoxx50 deve prima fermarsi e poi ridiscendere. Possiamo però sbagliarci poiché questa correzione adesso sembra una delle tante correzioni minori senza conseguenze. Il DAX (+0.88% a 15644 punti) si comporta come l'Eurostoxx50 - le elezioni di questo fine settimana non sembrano impensierire gli investitori anche perché i Verdi (die Grüne) e la Sinistra (die Linke) hanno perso nei sondaggi consensi e un governo di sinistra insieme alla SPD é diventata una remota possibilità. È invece possibile che i moderati della FDP entrino in governo occupando l'importante ministero delle finanze.
Ieri l'indice delle banche europee SX7E (+2.36% a 97.40 punti) ha nuovamente sovraperformato il resto del mercato anche grazie ad un netto aumento dei tassi d'interesse di mercato. Come d'abitudine ne ha approfittato il FTSE MIB (+1.41% a 26081 punti).  
Il future sul Bund é caduto a 170.50 (-0.72%) - questo é un nuovo minimo di periodo e la tendenza é al ribasso - questo significa rialzo dei tassi d'interesse. Quando le borse cominceranno a preoccuparsi di questo fenomeno?

Ieri l'S&P50 ha subito messo le cose in chiaro. Ha aperto a 4418 punti e dopo mezz'ora si trovava già a 4448 punti. In seguito il ritmo di salita é diminuito - l'indice ha guadagnato terreno fino alle 20.00 quando ha toccato il massimo a 4465 punti. Come é salito é poi sceso - regolarmente e con calma. In chiusura é tornato a 4448.98 punti (+1.21%). Il rialzo ha coinvolto tutto il listino (Nasdaq100 +0.92%, DJT +1.67%, RUT +1.82%). Solo la tecnologia sembra farsi frenare dall'aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.41%, +0.09%). La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5975 su 1997, NH/NL a 746 su 267 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é caduta a 18.63 punti (-2.24), il CBOE Equity put/call ratio era nuovamente basso a 0.43 e il Fear&Greed Index, che reagisce in ritardo, é balzato a 31 punti (+6 punti). Ora il mercato deve digerire due ottime sedute. Se l'S&P500 riesce a consolidare sui 4430 punti é probabile che settimana prossima debba salire più in alto. Se invece scende nuovamente sotto i 4416 punti torna in auge la variante della correzione a medio termine.

Stamattina il future sull'S&P500 perde 6 punti. Le borse asiatiche sono miste - Evergrande non paga gli interessi sui prestiti in USD e lo spettro del fallimento riappare. L'Eurostoxx50 vale 4188 punti (-6 punti). Oggi si preannuncia una seduta di pausa e di consolidamento. Teniamo d'occhio i tassi d'interesse dopo il sensibile aumento di ieri. Se continuassero a salire a questo ritmo é probabile che si ricominci a parlare di inflazione - sappiamo che questo é veleno per le borse...

Commento del 23 settembre

Tapering da novembre e nessun aumento dei tassi d'interesse nel 2022 - gli investitori sono soddisfatti

Ieri la società cinese Evergrande ha lanciato segnali incoraggianti pagando gli interessi su un'obbligazionei in Yuan - la FED americana ha cercato di calmare i mercati e ha annunciato come previsto l'inizio della riduzione negli acquisti di titoli di Stato a partire da novembre. Secondo le dichiarazioni di Jerome Powell non sono previsti aumenti dei tassi d'interesse prima del 2023. Queste notizie positive hanno alimentato il rimbalzo delle borse iniziato lunedì sera in America. Le borse europee hanno avuto una seduta decisamente positiva (Eurostoxx50 +1.29% a 4150 punti) e sono state seguite a ruota da quella americana (S&P500 +0.95% a 4395.64 punti). Come abbiamo spiegato ieri nei commenti sugli indici americani la situazione tecnica é complessa poiché abbiamo un rimbalzo di corto termine alimentato dall'ipervenduto mentre gli indicatori di medio termine ci dicono che la correzione non é ancora terminata. Di conseguenza non pensiamo che gli indici possano già adesso risalire in maniera sostenibile. Pensiamo che l'S&P500 debba fermarsi intorrno ai 4400 punti - in seguito i minimi di lunedì (S&P500 a 4306 punti) dovrebbero essere nuovamente testati - i cicli sono ostili fino alla metà di ottobre e ci aspettiamo che nelle prossime due a tre settimane debba esserci la formazione di una base intorno ai minimi di lunedì. Rimane aperta la questione dei gap che si sono aperti lunedì. In Europa sono stati chiusi ieri. In America invece sono ancora aperti - ieri l'S&P500 ha toccato un massimo giornaliero a 4416 punti - il limite superiore del gap si trova a 4427 punti. Eravamo partiti dall'ipotesi che il gap sarebbe rimasto aperto. I 4400 punti di S&P500 non sembrano però costituire a breve una valida resistenza e l'esempio dell'Europa potrebbe riversarsi sull'America. Di conseguenza é possibile che l'S&P500 salga ancora nelle prossime una a due sedute fino a 4430 punti circa prima che ci sia ancora una spinta di ribasso.

Nel secondo giorno di rimbalzo l'Eurostoxx50 (+1.29% a 4150 punti) ha guadagnato nuovamente 52 punti ed é tornato su quei 4150 punti che ormai da metà giugno servono come punto di riferimento. Non pensiamo che ci sia stata una semplice correzione a V. Favoriamo la variante della correzione di medio termine e crediamo che l'indice debba fare base sui 4000 punti prima di poter risalire in maniera sostenibile. Dopo aver eliminato l'ipervenduto di corto termine ci aspettiamo che il minimo di lunedì venga ritestato.
Il DAX (+1.03% a 15506 punti) e il FTSE MIB (+1.44% a 25717 punti) si comportano come l'Eurostoxx50 e si trovano in una situazione tecnica simile. L'SMI (+0.41% a 11837 punti) in questo momento fatica a recuperare poiché i titoli difensivi appesantiscono l'indice. Il rimbalzo delle borse europee é trascinato dai titoli ciclici e non da quelli difensivi come alimentari o farmaceutica.
L'indice delle banche SX7E é balzato del +2.99% a 95.15 punti. La forte reazione non ci sorprende - nel commento di ieri mattina abbiamo scritto che il crollo degli scorsi giorni era ingiustificato.

L'S&P500 ha aperto a 4374 punti, é sceso a 4367 punti di minimo ed é poi risalito verso le 18.00 sui 4400 punti - su questo livello ha atteso le decisioni della FED. Dopo le 20.00 c'é stata della volatilità. L'indice ha toccato un massimo a 4416 punti e ha chiuso a 4395.64 punti (+0.95%). Il Nasdaq100 (+0.99% a 15176 punti) da alcuni giorni segue a ruota l'S&P500. Il Russell2000 ha guadagnato il +1.48% grazie al settore energia. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6169 su 1840, NH/NL a 451 su 358 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é caduta a 20.87 punti (-3.49), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.44 (gli speculatori sono subito andati long...) mentre il Fear&Greed Index é salito di poco a 25 punti (+2).
Ripetiamo - la tendenza a corto termine é al rialzo ma verso l'alto c'é poco spazio - a medio termine gli indicatori sono ancora negativi e ci dicono che la correzione non é terminata. 

Stamatina il future sull'S&P500 guadagna 12 punti e le borse asiatiche sono in positivo. Alle 08.35 l'Eurostoxx50 vale 4178 punti (+28 punti). Pensiamo che il rimbalzo debba fermarsi qui - stamattina le borse europee non dovrebbero più salire. Non sappiamo se già nel pomeriggio riappariranno i venditori. Se non ci saranno delle notizie negative a cambiare l'umore degli investitori é probabile che oggi avremo ancora una seduta moderatamente positiva sia in Europa che in America.

Commento del 22 settembre

Correzione intermedia - Evergrande amplifica il calo. Il minimo deve essere testato

Due settimane fà avevamo previsto l'inizio di una correzione intermedia che doveva far scendere gli indici americani di un -3%/-5%. L'S&P500 (-0.08% a 4354.19 punti) doveva cadere fino a circa 4400 punti. In effetti dal massimo storico a 4545 punti del 2 settembre l'indice é crollato lunedì fino a 4306 punti di minimo prima di cominciare a rimbalzare. La correzione é stata di conseguenza di circa il -5%. La caduta é stata amplificata dai problemi del gigante immobiliare cinese Evergrande che sembra dover fallire sotto il peso di 300 Mia di USD di debiti. Pensavamo che le borse europee potessere perdere più che quella americana ma invece la correzione ha avuto le stesse dimensioni.
Avrete notato che finora abbiamo parlato di correzione. Nel linguaggio tecnico questo significa che la tendenza di base dovrebbe restare al rialzo e che quindi nelle prossime settimane gli indici azionari dovrebbero ricominciare a salire. Questo però non é sicuro. Parliamo di correzione solo perché adesso non é ancora chiaro qual'é la tendenza dominante - non ci sono ancora abbastanza segnali negativi per poter dire che si é verificata un'inversione di tendenza. Secondo i nostri indicatori di base la tendenza di fondo della borsa americana é da neutra a ribassista (il 31.1% dei titoli sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é a 50.40 punti). La MM a 50 giorni, che da inizio anno sosteneva il rialzo, é stata indiscutibilmente e chiaramente rotta al ribasso. Sui grafici si sono formati dei minimi discendenti (il minimo attuale é inferiore a quello di metà agosto). Bisogna però osservare lo svolgimento del rimbalzo iniziato lunedì per poter dire con sicurezza che il trend di base sta cambiando. Se gli indici riuscissero a tornare sopra le MM a 50 giorni e consolidassero fino a metà ottobre é possibile che per fino alla fine dell'anno possa esserci ancora un tentativo di migliorare i massimi storici rispettivamente i massimi annuali. Ricordiamoci che le premesse del bull market sono ancora presenti - le politiche monetarie delle Banche Centrali rimangono estremamente espansive e la spesa pubblica aumenta costantemente per combattere gli effetti negativi della pandemia. I tassi d'interesse finora non salgono (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 1.33%). A questo riguardo sarà interessante constatare cosa decide la FED americana. La riunione odierna termina stasera alle 20.00.

Dopo il crollo di lunedì ieri c'é stato un rimbalzo. Poiché la borsa americana era già rimbalzata lunedì in serata la reazione in Europa é stata forte - l'Eurostoxx50 ha guadagnato 54 punti a 4097 punti (+1.33%). I guadagni si sono concretizzati nella prima ora e mezza di contrattazioni - per il resto della giornata le borse europee sono oscillate in laterale. Il DAX (che da inizio settembre é costituito da 40 società invece che 30) (+1.43% a 15348 punti) e il FTSE MIB (+1.22% a 25353 punti) si sono comportati come l'Eurostoxx50. Il difensivo SMI (+1.22% a 25353 punti) ha invece reagito meno - aveva perso meno nel ribasso e questo comportamento é quindi logico e normale.
Il settore bancario (SX7E +0.15% a 92.39 punti) é molto debole e ha perso nella correzione molto di più che il resto del mercato. Molti investitori temono che la crisi di Evergrande possa intaccare il sistema finanziario e pensano che gli istituti bancari possano restare coinvolti. Noi non condividiamo questo pessimismo anche perché i beni rifugio come oro o CHF non vengono comperati - non sembra che i mercati si stanno orientando verso una profonda crisi a livello mondiale. Il problema dovrebbe essere circoscritto alla Cina.

L'S&P500 ieri sera ha chiuso in pari (-0.08% a 4354.19 punti) e sul minimo giornaliero. Lunedì l'indice era rimbalzato circa 50 punti dal minimo e ieri non ha trovato la forza per un ulteriore recupero. Crediamo che nei prossimi giorni il minimo di lunedì a 4306 punti debba essere ritestato. Almeno questo dovrebbe essere il normale svolgimento di questa fase secondo l'analisi tecnica. Saranno però le notizie provenienti dalla Cina e dalle Banche Centrali a decidere come avverrà la formazione di una base. In ogni caso le borse sono ora ipervendute e gli investitori sono pessimisti (VIX a 24.36 punti (-1.35), Fear&Greed Index a 21 punti (-2). A corto termine dovrebbe esserci della volatilità sul minimo ma tendenzialmente nei prossimi giorni il recupero dovrebbe continuare. Ieri il numero di nuovi minimi a 30 giorni é decisamente diminuito (NH/NL a 288 su 750).
Notiamo che i Summation Index sono in calo - molti investitori stanno da mesi perdendo soldi nella borsa americana e probabilmente non hanno più voglia di speculare al rialzo. Solo la tecnologia (Nasdaq100 +0.10%) continua a comportarsi relativamente bene.

Stamattina il future a scadenza dicembre sull'S&P500 é a 4365 punti - significa che l'indice vale 4376 punti (+22 punti). Evergrande nella notte ha trovato la liquidità per rispettare un pagamento di interessi e gli investitori tirano un sospiro di sollievo. Alle 08.50 l'Eurostoxx50 vale 4127 punti (+30 punti). Il rimbalzo dal minimo continua. Pensiamo che l'S&P500 possa risalire senza problemi fino ai 4400 punti. Chiudere il gap  a 4427 punti sarà invece molto difficile...

Avviso

Da martedì 7 settembre a martedì 21 settembre sono in vacanza. I mercati finanziari sono molto tranquilli e non si delinea un cambiamento di tendenza. Di conseguenza, invece che lavorare anche in vacanza, ho deciso di sospendere per questo periodo la pubblicazione di analisi e commenti. Il sito non verrà aggiornato.
A tutti gli abbonati vengono accreditati 15 giorni di abbonamento.
Nel caso che succedesse qualcosa di importante, se iniziasse una correzione o se si verificasse un'inversione di tendenza pubblicherò il commento del mattino in forma abbreviata.

Aggiornamento del 6 settembre

Il Covid ci perseguiterà ancora per parecchio tempo

Domani volo dalla Svizzera nell'Italia del sud. Ieri sera ho riempito i questionari richiesti dalla linea aerea Swiss e dal governo italiano (Passenger Locator Form digitale europeo) per poter entrare sull'aereo e attraversare la frontiera con l'Italia. Malgrado che io sia vaccinato e avessi gli allegati necessari in forma elettronica ho impiegato insieme a mia moglie più di un'ora per completare la procedura online. Penso che nel futuro ci penserà due volte prima di muovermi in aereo e andare all'estero. A queste condizioni il traffico aereo difficilmente tornerà a livelli pre pandemia. Vedremo come saranno le vacanze in Italia - per precauzione ho stampato parecchie copie dei certificati di vaccinazione Covid - temo che li useremo parecchio.

Durante il fine settimana dal fronte economico non ci sono state novità di rilievo. Il future sull'S&P500 lievita a 4539 punti (+5 punti) mentre le borse asiatiche stamattina sono euforiche (Nikkei +1.79%).
Sempre più economisti si domandano perché la FED americana non reagisce ai dati sull'inflazione. È veramente un fenomeno temporaneo ? Ci sono molti dubbi poiché adesso stanno salendo non solo i prezzi ma anche i salari. Sorge il sospetto che la Banca Centrale é ormai in trappola e non può (e non vuole) fare marcia indietro. Come ha fatto finora, anche nel futuro troverà qualsiasi scusa per mantenere una politica monetaria estremamente espansiva e finanziare i debiti dello Stato. Debiti ed inflazione distruggeranno la fiducia nella moneta. Sotto questa ottica il rialzo interminabile delle borse é comprensibile. Meglio possedere dei beni reali che qualcosa che perde costantemente di valore sotto i colpi di interessi reali negativi come il contante o le obbligazioni.

Oggi la borsa americana é chiusa in occasione della festa del lavoro (Labour Day). Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4213 punti (+11 punti). Le borse europee apriranno con moderati guadagni. È possibile che sullo slancio gli indici salgano ancora qualche punto. Poi si fermeranno, ci sarà un ritracciamento e una stabilizzazione. Senza gli americani é molto probabile che il pomeriggio sarà poi molto tranquillo e senza movimenti di rilievo. Poiché gli europei da soli non prendono iniziative é probabile che avremo una seduta di poco positiva (+0.3%/ +0.5%).

Commento del 4-5 settembre

Oscillatori e resistenze devono provocare una pausa nel rialzo americano - non si intravvede un'inversione di tendenza

Le borse europee hanno avuto una settimana tranquilla con una serie casuale di sedute positive e negative. Per saldo non si sono mosse in maniera sostanziale e hanno nuovamente accumulato ritardo nei riguardi della borsa americana. Le performances settimanali sono miste con leggeri guadagni sull'Eurostoxx50 (+0.26%) e sul FTSE MIB (+0.22%) e perdite sul DAX (-0.45%) e sull'SMI (-0.70%). Ci sono delle brevi ondate d'acquisti su mercati (PSI 20 performance settimanale +3.05%) o settori che sembrano rimasti indietro o improvvisamente interessanti a causa di movimenti sui tassi d'interesse o sui prezzi delle materie prima ma il tutto dura poco e non si trasforma in tendenze sostenibili. In generale le borse europee si trovano poco sopra i massimi di giugno e non riescono a fare sostanziali progressi malgrado che la tendenza di fondo sia ancora debolmente al rialzo. Ci preoccupa il fatto che appena c'é un accenno di debolezza a Wall Street subito le borse europee vengono vendute e mostrano debolezza relativa. Temiamo che nel caso in cui ci fosse una correzione intermedia le perdite in Europa possano essere superiori che in America.
In America invece il rialzo é continuato al solito ritmo - gli indici hanno regolarmente toccato dei nuovi massimi storici (Nasdaq100 mercoledì, S&P500 giovedì a 4545.85 punti) ma non hanno mostrato l'intenzione di accelerare al rialzo. L'S&P500 rispetta la linea di trend che unisce i massimi da aprile e rimane all'interno delle Bollinger Bands senza riuscire ad allargarle. Sembra quindi che il rialzo abbia un limite - questa barriera continua a spostarsi verso l'alto al ritmo di 35-40 punti alla settimane. Finora tutte le correzioni minori finiscono sulla MM a 50 giorni. Settimana prossima crediamo che il rialzo debba bloccarsi ed é possibile che inizi un'altra correzione intermedia. Le ragioni sono molteplici. S&P500 e Nasdaq100 sono da giorni sulle resistenze. Possono salire poco (nelle ultime 4 sedute l'S&P500 ha guadagnato 4 punti) mentre possono correggere un -3% senza che ci sia un danno alla tendenza di fondo rialzista. Gli oscillatori sono arrivati venerdì su un apparente massimo ciclico. Il mese di settembre é statisticamente il peggiore dell'anno. Infine c'é la solita combinazione di ipercomperato, eccesso di rialzo e ottimismo da parte degli investitori (che raggiunge l'euforia nel caso del Nasdaq100 e in particolare del gruppo AGMAF & friends (NVidia, Netflix, Tesla)). Sappiamo che questo non garantisce la correzione ma é un'ottima premessa. Infine i tassi d'interesse stanno salendo (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 1.33%, +0.04%) - abbiamo l'impressione che questa volta il movimento dovrebbe continuare in direzione 1.50%-1.75% con ovvie conseguenze sui mercati azionari.
Riassumendo prevediamo ora una correzione intermedia di circa un -3% sull'S&P500 e -4%/-5% sul Nasdaq100. Temiamo che in questa fase la caduta delle borse europee potrebbe essere più pesante ma bisogna fare attenzione ai cambi. L'attuale rafforzamento dell'EUR (cambio EUR/USD a 1.1880) sembra mettere in difficoltà gli indici azionari europei - pensiamo però che la resistenza a 1.19 dovrebbe reggere.
La tendenza di fondo della borsa americana é d'altra parte saldamente al rialzo (59.1% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 61.89) e non vediamo dei cambiamenti negli indicatori che possano farci presupporre un'inversione di tendenza.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.26% a 4202 punti
SX7E (banche)          +0.02% a 96.88 punti
DAX                         -0.45% a 15781 punti
SMI                          -0.70% a 12351 punti
FTSE MIB                  +0.22% a 26064 punti
S&P500                     +0.58% a 4535.43 punti
Nasdaq100                +1.42% a 15652 punti

Venerdì il job report americano di agosto é stato deludente. L'economia ha creato senza il settore agricolo 235'000 nuovi posti di lavoro invece dei previsti 750'000. I salari sono saliti del +0.6% invece dell'atteso +0.3%. Sembra quindi delinearsi un rallentamento della crescita economica con inflazione - aleggia lo spettro della stagflazione. La borsa americana ha reagito con indifferenza. Dopo un breve tuffo iniziale gli indici hanno recuperato e hanno chiuso senza sostanziali variazioni. L'S&P500 si é mosso in soli 20 punti e ha chiuso a 4535.45 punti (-0.03%) con una insignificante perdita di 1 punto.
Come d'abitudine il mercato é stato sorretto dalla tecnologia (Nasdaq100 +0.31% a 15652 punti) mentre il resto del listino era debole (DJT -1.07%, RUT -0.52%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3208 su 4674, NH/NL a 794 (sempre pochi!) su 204 e volume relativo a 0.75. La volatilità VIX é rimasta ferma a 16.41 punti (+0.00), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.50 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 54 punti (-2). I Summation Index stanno salendo.
Le borse europee sono rimaste ferme fino nel primo pomeriggio. Dopo le notizie economiche provenienti dall'America sono cadute e in seguito non sono più riuscite a recuperare malgrado il buon esempio dell'America. L'Eurostoxx50 ha concluso la giornata con un calo del -0.71% a 4202 punti. Gli altri indici hanno subito perdite simili e di conseguenza la seduta é stata moderatamente negativa malgrado che al momento in cui l'Europa ha chiuso gli indici americani fossero già praticamente in pari.

Nelle varie inchieste effettuate in America gli investitori non sono particolarmente ottimisti. I bulls non sono molti - mancano però le voci negative. Nessuno osa prevedere un calo del mercato azionario. Il consenso é che il rialzo deve continuare almeno fino a fine anno con poco potenziale e nessun rischio di una sostanziale correzione. Stranamente i catastrofisti hanno spostato l'inizio del grande ribasso all'anno prossimo quando la FED sarà obbligata a diminuire lo stimolo monetario. Ricordiamoci però che raramente le borse si comportano secondo il consenso. Teniamo gli occhi aperti e in particolare non escludiamo la variante dell'accelerazione di tipo esaustivo - in questo caso anche l'Europa verrà risucchiata verso l'alto.

Commento del 3 settembre

Rotazione tra settori con indici praticamente fermi

Ieri l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico a 4545.85 punti - nella tendenza della borsa non cambia nulla. In America é anche riapparsa la rotazione tra settori. Mentre il Nasdaq100 (-0.04% a 15604 punti) ha fatto una pausa, ci hanno pensato i settori energia (ETF Energy +2.54%) e farmaceutica a spingere il mercato verso l'alto. Anche il Russell2000 sembra risvegliarsi (+0.74%). Il momentum é in calo e da giorni l'S&P500 balla sul bordo superiore delle Bollinger Bands e combatte contro la linea di trend che collega i massimi da aprile. Per il momento non abbiamo però nessun segnale particolarmente negativo - non sembra che il mercato voglia correggere - al contrario grazie alle PMI la partecipazione sta migliorando (NH/NL a 1093 su 123).
Mentre in America si festeggia un record dopo l'altro le borse europee seguono a distanza e rispetto ai massimi di giugno hanno fatto ben pochi progressi. Anche ieri l'Eurostoxx50 (+0.10% a 4232 punti) non ha saputo fare di meglio che guadagnare solo 4 punti. 
Anche la tendenza in Europa é al rialzo - lo dicono i magri progressi degli ultimi mesi e il fatto che gli indici si trovano sopra la MM a 50 giorni che salgono leggermente. Il trend é costante ma non é entusiasmante - non viene voglia di saltare sul treno in corsa e si ha l'impressione che appena a Wall Street si delineasse una correzione in Europa potrebbe esserci una pesante caduta. Ieri i vari indici si sono mossi in gruppo (DAX +0.10% a 15840 punti, FTSE MIB +0.20% a 26233 punti, SMI -0.00% a 12432 punti) come in quelle tappe dei giri ciclistici dove nessuno ha la voglia e la forza di attaccare e sfilacciare il plotone.

Da giorni il future sull'S&P500 si presenta in guadagno e questo condiziona l'andamento di tutta la giornata. Le borse europee provano a seguire ma non ci riescono e nel pomeriggio l'S&P500 apre in guadagno. Sullo slancio l'indice sale su un nuovo massimo e poi si sgonfia - a fine giornata resta una moderata plusvalenze che accontenta e scontenta tutti.
Ieri l'S&P500 ha aperto a 4542 punti e velocemente é salito sul nuovo record storico a 4545.85 punti. Fino alle 19.00 ha ballato intorno ai 4540 punti e poi in un'ora é sceso a 4524 punti di minimo. Fino a poco prima della chiusura é oscillato intorno ai 4528 punti. Negli ultimi minuti degli acquisti hanno fissato la chiusura a 4536.95 punti (+0.28%).
La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5228 su 2657, NH/NL a 1093 su 123 e volume relativo a 0.95. I dati sul sentiment sono praticamente invariati - i Summation Index salgono.
In generale non vediamo segnali di cedimento - al contrario sembra che gli acquisti si stiamo estendendo ad altri settori ciclici. Sembra che il rialzo possa continuare - vedremo se subirà un'accelerazione o se invece l'S&P500 continuerà a salire al ritmo di 35-40 punti.

Ora il future sull'S&P500 é a 4542 punti (+7 punti). L'Eurostoxx50 vale 4231 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate. Stamattina proveranno a salire - poi si fermeranno in attesa di conoscere le intenzioni degli americani. Alle 14.30 verrà pubblicato il job report di agosto. Poiché gli investitori sono ottimisti interpreteranno qualsiasi numero in maniera positiva. Se i dati sono buoni significa che la ripresa economica galoppa - se i dati sono deludenti significa che la FED non potrà diminuire la spinta monetaria. In ogni caso ci aspettiamo una seduta moderatamente positiva. Lunedì l'America festeggia il giorno del lavoro (Labour Day).

Commento del 2 settembre

Ancora una chiusura lontana dal massimo giornaliero - i venditori si stanno svegliando?

Ieri le borse europee hanno avuto un sussulto d'orgoglio con plusvalenze in parecchi mercati e settori - la seduta ha però mandato segnali contrastanti. L'Eurostoxx50 (+0.74% a 4227 punti) ha guadagnato 30 punti e verso le 10.15 ha toccato un nuovo massimo annuale a 4251 punti. Questo é sicuramente un segnale positivo anche se non significa ancora una rottura al rialzo. D'altra parte l'Eurostoxx50 ha chiuso 24 punti sotto il massimo giornaliero e quindi i rialzisti non hanno dominato. Se guardiamo da dove sono venuti i guadagni notiamo la buona performance del francese CAC40 (+1.18%) e dello spagnolo IBEX35 (+1.64%) - invece il tedesco DAX ha perso il -0.33% (15824 punti) e quindi non abbiamo un rialzo generalizzato di tutti i mercati ma un movimento selettivo. L'indice delle banche SX7E é balzato del +1.34% a 98.06 punti - si unisce ai mercati forti anche grazie ad un aumento dei tassi d'interesse. Come d'abitudine il FTSE MIB (+0.66% a 26181 punti) ha approfitato del buon comportamento del settore bancario.
In generale questa seduta si inserisce in maniera ideale nel nostro scenario di mercati azionari europei con una debole tendenza rialzista di fondo ma che per saldo non riescono a fare sensibili progressi. Non abbiamo l'impressione che le borse europee possano colmare il ritardo con l'America e cominciare improvvisamente a salire in maniera dinamica sovraperformando.

Per il secondo giorno consecutivo l'S&P500 (+0.03% a 4524.09 punti) l'S&P500 ha marciato sul posto. E ancora una volta nella parte finale della seduta l'indice é sceso e ha chiuso decisamente sotto il massimo giornaliero perdendo la maggior parte dei guadagni accumulati nella prima parte della giornata. Ci vuole un certo sforzo per poter definire questo un segnale negativo - rispetto ai giorni scorsi c'é perô un cambiamento. L'S&P500 non riesce a superare la linea di trend che collega i massimi e non riesce a spingere verso l'alto le Bollinger Bands - al contrario le BB limitano il movimento di rialzo. I venditori sembrano prendere coraggio - per due giorni hanno bloccato il rialzo - vediamo se adesso sono in grado di provocare una seduta decisamente negativa. Per questo ci vorrebbe un cedimento del settore tecnologico (Nasdaq100 +0.18% a 15611 punti e nuovo record storico) cosa che al momento sembra un'utopia. Tutti sono ottimisti sulla tecnologia e tutti hanno comperato - almeno a livello di sentiment ci sono delle buone premesse per una sorpresa. Ricordiamo però che finora la tendenza é saldamente al rialzo e a livello di indicatori non vediamo dei cambiamenti.
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4530 punti e all'inizio é oscillato senza direzione toccando un minimo a 4525 punti. Dopo le 18.00 ha deciso di salire e alle 19.30 ha raggiunto il massimo a 4537 punti. Il record storico di lunedì non é stato migliorato per una frazione di punto. Poi sono arrivate le vendite e a strappi irregolari l'indice é sceso fino alla chiusura a 4524.09 punti (+0.03%). La seduta al NYSE é stata positiva (grazie a DJT +0.61% e RUT +0.58%) con A/D a 4766 su 3101, NH/NL a 878 su 152 e volume relativo a 1.0. Gli indicatori di sentiment sono stabili (VIX a 16.11 punti (-0.37), CBOE Equity put/call ratio a 0.45, Fear&Greed Index a 57 punti (-4)).
I Summation Index stanno salendo.
Insomma - nulla indica che il rialzo é alla fine. Nelle ultime due sedute però le forze di compratori e venditori si sono equivalse. Poiché il mese di settembre é statisticamente il peggiore dell'anno e gli indici sono ipercomperati, in eccesso di rialzo e a contatto con delle resistenze, consigliamo di tenere gli occhi aperti e fare attenzione.

Ora il future sull'S&P500 é a 4520 punti (-1 punto). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4216 punti - le borse europee scontano il debole finale di seduta ieri sera a Wall Street. Gli indici azionari europei apriranno con perdite di circa il -0.25%. Prevediamo una seduta noiosa e con pochi movimenti - a fine giornata é probabile che ritroveremo gli indici poco lontano dai livelli d'apertura.

Commento del 1. settembre

Stanchezza passeggera?

Ieri le borse europee (Eurostoxx50 -0.06% a 4196 punti) ed americana (S&P500 -0.13% a 4522.68 punti) hanno avuto una seduta leggermente negativa. Ovviamente queste lieve perdite non hanno fatto danni e hanno lasciato la situazione tecnica invariata. L'unico aspetto interessante della giornata é che le borse non sono riuscite a difendere i guadagni iniziali e durante la giornata hanno prevalso le vendite. L'Eurostoxx50 é salito in tarda mattinata fino a 4222 punti - ha chiuso 26 punti più in basso. Il future sull'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 4542 punti - l'indice nel pomeriggio ha però aperto a 4528 punti e ha terminato la giornata 6 punti più in basso a 4522 punti. Non vogliamo dare troppo peso a questi deboli segnali negativi - se però il fenomeno oggi si ripete significa che i rialzisti stanno perdendo il predominio e potrebbbe iniziare una fase di consolidamento. D'altra parte ieri mattina abbiamo parlato di possibile rottura e accelerazione al rialzo di S&P500 e Nasdaq. La seduta di ieri é bastata a far rientrare l'S&P500 sotto la linea di trend ascendente e all'interno delle Bollinger Bands. Sembra quindi che la tendenza debba restare al rialzo ma anche continuare come prima vale a dire con la stessa inclinazione - questo significa un incremento di circa 4 punti al giorno o 20 punti alla settimana.

Ieri la risposta al nuovo record storico di lunedì a Wall Street da parte delle borse europee é stata deludente. L'Eurostoxx50 é salito la mattina e ha raggiunto i 4222 punti di massimo. Non é però riuscito a salire più in alto, attaccare il massimo annuale e inanellare la terza seduta consecutiva positiva. L'indice é caduto di 40 punti e ha chiuso con una perdita di 2 punti - troppo poco per parlare di reversal ma un mercato forte non si comporta in questa maniera. Tutto questo conferma la nostra impressione - formalmente la tendenza é al rialzo - effettivamente da metà giugno l'indice non riesce più a fare sostanziali progressi e non vediamo ragioni per comperare adesso. Se l'America corregge é probabile che le borse europee rispondano con un tonfo. 
Il DAX (-0.33% a 15835 punti) ha raggiunto i 16006 punti di massimo - ha sfiorato il precedente massimo storico a 16030 punti. Da questa ovvia resistenza e dal bordo superiore delle BB é stato però respinto e ha chiuso 170 punti più in basso con una perdita di 52 punti. I tassi d'interesse sono saliti. L'indice delle banche ha risposto con un moderato rialzo (SX7E +0.75% a 96.76 punti) - sinceramente ci saremmo aspettati di più - questo indice é ormai senza direzione e non sembra in grado di attaccare nuovamente la resistenza a 100 punti. Il FTSE MIB (-0.06% a 26009 punti) non ha saputo approfittare dei guadagni del settore bancario europeo - se il FTSE MIB non sale in simili occasioni come potrebbe riprendere il rialzo ?
Insomma - in Europa niente di nuovo.

Dopo la buona seduta di lunedì ieri la borsa americana ha fatto una pausa. Gli indici hanno chiuso al centro del range giornaliero con modeste variazioni. L'S&P500 ha aperto sui 4528 punti e all'inizio é caduto sul minimo a 4517 punti. Per la chiusura in Europa é risalito a 4531 punti, in serata é ridisceso a 4521 punti e poi é oscillato intorno a questo valore fino alla chiusura a 4522.68 punti (-0.13%). Il Nasdaq100 (-0.14% a 15582 punti) ha copiato l'S&P500 mentre il Russell2000 ha guadagnato il 0.34%. L'incremento del RUT ha provocato una seduta positiva con A/D a 4453 su 3402, NH/NL a 730 (pochi) su 181 e volume relativo a 1.05 (conseguenza dell'ultima seduta del mese?). Secondo logica la VIX é salita a 16.48 punti (+0.29), il CBOE Equity put/call ratio é salito leggermente a 0.46 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 53 punti (-4 punti). I Summation Index sono saliti.
Questa seduta ci dice poco o nulla - notiamo unicamente che la rottura al rialzo di lunedì non ha avuto una continuazione. Vediamo se anche oggi le borse dopo una buona apertura si sgonfiano.
La buona apertura é data dal future sull'S&P500 che sale a 4537 punti (+16 punti). Alle 08.20 l'Eurostoxx50 vale 4220 punti - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.6% e sul massimo di ieri. Spesso la prima seduta di un mese é positiva a causa della liquidità affluita sui conti risparmio che deve essere investita.
Lunedì 6 settembre la borsa americana é chiusa in occasione della festa del lavoro (Labour Day). Entro venerdì i traders cercheranno di ridurre le esposizioni in maniera da affrontare il lungo fine settimana con pochi rischi.

Commento del 31 agosto

S&P500 - ulteriore rottura al rialzo sopra il bordo superiore delle BB e nuovo record - segnali di accelerazione

Ieri sera l'S&P500 ha guadagnato ancora 19 punti - ha toccato un nuovo record storico a 4537 punti e ha chiuso a 4528.79 punti (+0.43%). La tecnologia (Nasdaq100 +1.11% a 15605 punti) é nuovamente il settore trascinante con gli AGMAF (Apple +3.04%, Amazon +2.15%, Facebook +2.15%) in evidenza. Il rialzo sta subendo un cambiamento. Ieri l'S&P500 ha bucato la linea di trend che da aprile collega i massimi e limita il rialzo - contemporaneamente l'indice é uscito dal bordo superiore delle Bollinger Bands (BB). Sembra quindi che la tendenza stia subendo un'accelerazione - é possibile che tra oggi e domani questa rottura al rialzo venga negata. È però molto pericoloso tentare ora di opporsi al rialzo aprendo operazioni short - spesso la fase finale di un lungo rialzo é un'accelerazione di tipo esponenziale che può durare poco (alcune settimane) ma avere performance eccezionalmente buone (+10%/+20%). Malgrado la debole partecipazione (NH/NL a 929 su 182, volume relativo a 0.8) non abbiamo nessun indizio concreto che a breve possa verificarsi una significativa correzione o un'inversione di tendenza. 
L'unico aspetto preoccupante é la concentrazione del rialzo in pochi settori - ormai sta sparendo anche l'abituale e sana rotazione tra settori. Ieri DJTransportation (-0.46%) e Russell2000 (-0.49%) hanno perso terreno mentre le borse europee hanno sottoperformato (Eurostoxx50 +0.19%). La debolezza relativa dell'Europa non sembra un problema specifico ma piuttosto una conseguenza della corsa in solitaria di  S&P500 e Nasdaq. L'Europa si comporta come le altre borse mondiali vale a dire in maniera normale. È la borsa americana con pochi titoli di peso a salire in maniera anomala.

Ieri le borse europee sono salite nella prima mezz'ora di contrattazioni e poi non hanno più combinato niente. Hanno ancora mostrato debolezza relativa rispetto all'America poiché non sono più riuscite a fare progressi mentre l'S&P500 si é involato verso un nuovo record storico. In paragone il guadagno di 7 punti del l'Eurostoxx50 é una marcia sul posto. Non sembra che l'Eurostoxx50 abbia la forza per riprendere il rialzo e salire su un nuovo massimo annuale. Lo stesso vale per DAX (+0.22% a 15887 punti), FTSE MIB (+0.07% a 26024 punti) e SMI (-0.02% a 12436 punti). Non abbiamo nessun segnale di vendita - il comportamento degli indici azionari europei é però deludente e non vediamo nessuna ragione per comperare. L'indice delle banche SX7E ha perso il -0.85% a 96.04 punti. I dati sull'inflazione in Germania mostrano che i prezzi al consumo ristagnano. I tassi d'interesse scendono di poco e questo basta per mettere in ginocchio le azioni bancarie. Anche in America abbiamo osservato lo stesso fenomeno. Strano perché normalmente le banche fanno parte dei settori ciclici che guadagnano quando l'economia cresce.
Questo irrobustisce il sospetto che la borsa americana sale non perché le prospettive economiche sono eccellenti ma perché é spinta dalla liquidità e dalla speculazione.

La seduta a New York ha seguito l'abituale svolgimento. L'S&P500 ha aperto con una caduta a 4514 punti. Poi é salito velocemente fino alle 17.15 quando ha raggiunto i 4536 punti. In seguito per ore é oscillato in laterale tra i 4531 ed i 4537 punti. Sul finale é caduto a 4528 punti. La seduta al NYSE é stata negativa (!) con A/D a 3755 su 4134, NH/NL a 929 su 182 e volume realtivo a 0.8. La volatilità VIX é scesa a 16.19 punti (-0.20), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.42 e il Fear&Greed Index é balzato a 57 punti (+7 punti). I Summation Index salgono.
Malgrado la pessima partecipazione S&P500 e Nasdaq guadagnano terreno e la loro corsa sembra inarrestabile. Al contrario - abbandonati dal resto del plotone sembra che ormai poche azioni vengono comperate da tutti e godono ormai dell'appoggio incondizionato degli investitori. In questo senso comincia ad apparire dell'irrazionale euforia.

Stamattina ritroviamo il future a 4539 punti (+15 punti). Questo ulteriore balzo fornisce l'intonaziona alla giornata. Il Nikkei guadagna il +1.08%. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4210 punti - le borse europee apriranno con moderati guadagni di circa il +0.3%. Probabilmente stasera chiuderanno sui livelli d'apertura.

Aggiornamento del 30 agosto

Afghanistan e uragano Ida su New Orleans - niente che possa influenzare i mercati finanziari

Durante il fine settimana si é parlato molto di Afghanistan e dell'uragano Ida che ha raggiunto le coste dell'America provocando parecchi danni. Questi non sono però temi che influenzano i mercati finanziari che mantengono stamattina il loro corso. Le borse asiatiche hanno dovuto scontare il nuovo massimo storico venerdì sera a Wall Street - il Nikkei ha guadagnato il +0.52%. Le borse cinesi sono ancora in calo (Shanghai -0.20%) e si muovono in maniera indipendente secondo gli umori del partito comunista cinese.
Il future sull'S&P500 guadagna 2 punti a 4507 punti. Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 4189 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate. Vedremo se gli investitori troveranno ancora degli argomenti per comperare.
Noi durante il fine settimana abbiamo riflettuto sul concetto di inflazione transitoria. Ci disturba un'evidente contraddizione. Se l'inflazione é transitoria significa che l'attuale crescita economica é solo un fuoco di paglia e nei prossimi mesi ci sarà per lo meno un netto rallentamento. Bisogna domandarsi se un aumento del PIL del 1%/2% é conciliabile che i livelli raggiunti dalla borsa americana. Se invece nel futuro l'economia si espanderà a ritmi nettamente superiori una spinta inflazionistica é inevitabile e i tassi d'interesse devono salire. In ogni caso questa combinazione di politica monetaria estremamente espansiva e crescita economica provocata da un'espansione della spesa statale tramite l'aumento del debito pubblico non é sostenibile.
Questa settimana non vediamo nell'agenda economica appuntamenti in grado di influenzare in maniera determinante i mercati finanziari. Inizia tra un paio di giorni il mese di settembre che statisticamente é uno dei peggiori dell'anno. Non osiamo più parlare di correzione ma ci sembra difficile che questa settimana le borse possano ancora salire.

Commento del 28-29 agosto

Rialzo all'infinito ?

Da inizio anno il rialzo dell'S&P500, malgrado alcuni sussulti intermedi, segue l'incremento della somma di bilancio della FED. Sembra che ormai l'unico fattore determinante per la borsa sia la liquidità fornita dalla Banca Centrale. Tutto il resto, sia che provenga dall'analisi fondamentale o dall'analisi tecnica, sembra non avere nessun influsso. Possiamo elencare decine di dati ed indicatori per dimostrare che la borsa americana é oscenamente cara ma questo sembra non essere sufficiente per poter prevedere una fine imminente di questo rialzo che continua a dimostrarsi forte e regolare - venerdì l'S&P500 (+0.88% a 4509.37 punti) ha toccato un nuovo record storico a 4513 punti e la performance da inizio anno é del +20.06%. L'ultima correzione degna di nota risale ad ottobre dell'anno scorso. L'analisi tecnica da mesi fornisce lo stesso risultato - gli indici azionari sono spesso ipercomperati, in eccesso di rialzo e gli investitori sono troppo ottimisti. Questa combinazione ad intervalli regolari dovrebbe provocare per lo meno delle correzioni - di tanto in tanto delle correzioni minori ed intermedie e qualche volta delle correzioni più importanti (-10%) e della durata di qualche settimana. Invece quello che ancora chiamiamo correzioni sono delle brevi cadute di due o tre punti in percentuale fino alla MM a 50 giorni - ogni caduta di questo genere viene però subito comperata ed é seguita da un nuovo massimo storico. Ormai nessuno osa più essere negativo sulla borsa americana ed i pessimisti, o gli investitori prudenti come siamo noi, si limitano ad essere sotto investiti. Nessun investitore privato compera obbligazioni poichè i redditi reali (reddito nominale meno il tasso d'inflazione) sono negativi. In Europa il Bund tedesco decennale rende il -0.4255% mentre in America il reddito dell'US Treasury Bond decennale é al 1.31%, poco sopra il reddito da dividendi dell'S&P500 (1.28%). E evidente che si preferisce prendere il rischio di comperare azioni piuttosto che essere sicuri di perdere soldi comperando obbligazioni. Nel passato qualsiasi bolla speculativa é arrivata alla fine, é scoppiata ed é stata seguita da un crollo più o meno lungo e grave. Anche questa volta arriveremo a questo risultato. La domanda é unicamente quando a da quali livelli. Purtroppo nessuno é in grado di dare una risposta malgrado che addesso molti analisti cominciano ad essere decisamente irrequieti i pensano che il limite é vicino. Il governo americano e la FED non intendono però togliere il piede dall'acceleratore e fino a quando l'orchestra suona nessuno pensa che sia giunto il momento di abbandonare la festa. Noi con le nostre analisi cominciamo ad essere frustrati poiché non osserviamo nessun cambiamento e non possiamo, settimana dopo settimana, che ripetere la stessa litania - ci sentiamo superflui come un poliziotto in mezzo al traffico che per ore fa unicamente cenno alle auto di proseguire. Cosa servono gli eccessi e le divergenze se il mercato finge di non vederli ? Che significato hanno i cicli annuali e stagionali in calo se l'S&P500 continua a salire ignorandoli? Il mercato ha per definizione sempre ragione e la tendenza rialzista é evidente e indiscutibile. Speriamo solo che questa pazzia non termini con un improvviso e imprevedibile crash - nel passato i crolli sono sempre stati preceduti da scosse di avvertimenti e non si sono mai verificati direttamente da un nuovo massimo storico. Speriamo quindi anche questa volta di renderci conto con anticipo quando si verificherà un'importante inversione di tendenza. Per ora non possiamo che dare via libera - il semaforo resta sul verde in America e sul giallo in Europa. Giallo significa che fino a quando l'America non corregge neanche l'Europa cederà. Formalmente però il trend rialzista in Europa é debole e gli indici azionari europei seguono a fatica e a distanza quelli americani.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.05% a 4191 punti
SX7E (banche)          +2.32% a 96.86 punti
DAX                         +0.28% a 15851 punti
SMI                          +0.19% a 12439 punti
FTSE MIB                  +0.34% a 26006 punti
S&P500                     +1.52% a 4509.37 punti - nuovo record storico
Nasdaq100                +2.25% a 15432 punti - nuovo record storico

Venerdì l'attenzione degli investitori era focalizzata sul discorso di Jerome Powell a Jackson Hole. Il capo della FED ha dichiarato di voler ridurre gli acquisti di titoli di Stato (QE) entro la fine dell'anno e che un aumento dei tassi d'interesse di riferimento non é ancora in discussione. Non ha trattato il problema dell'inflazione che secondo la FED é un effetto transitorio. Agli investitori questa combinazione di moderato tapering combinato con una promessa di voler mantenere la politica monetaria espansiva ancora per parecchio tempo é piaciuta. L'S&P500, che fino alle 16.00 veleggiava sui 4485 punti, é salito a razzo fino alle 16.20 quando ha raggiunto i 4504 punti. In seguito, come spesso succede negli ultimi mesi. l'indice si é mosso in una decina di punti. Ha toccato un massimo storico a 4513 punti e ha chiuso poco più in basso a 4509.37 punti (+0.88%). Il rialzo ha coinvolto tutto il listino (Nasdaq100 +1.01% a 15432 punti e nuovo record storico, DJTransportation +1.23% e Russell2000/RUT +2.85%). Le affermazioni di Powell, hanno indebolito l'USD e hanno fatto salire il prezzo del petrolio e dei metalli prezioni con ovvie conseguenze sulle azioni dei settori correlati (ETF Energy +2.67%).
Gli indici azionari europei, che fino alle 15.00 veleggiavano intorno alla parità, hanno seguito a distanza lo sviluppo della situazione a Wall Street. Hanno chiuso sul massimo giornaliero con moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.51% a 4191 punti, DAX +0.37% a 15851 punti). La sottoperformance dell'Europa é però evidente - una settimana fà l'Eurostoxx50 aveva perso il -1.94% - questa settimana ha guadagnato il +0.51% - una netta differenza con il -0.59% e +1.52% dell'S&P500. Le borse europee sono poco sopra i massimi di giugno e il massimo annuale risale al 13 agosto. Malgrado valutazioni fondamentali interessanti rispetto all'America le borse europee faticano a fare progressi - chi vuole delle borsa a buon prezzo deve guardare i mercati emergenti - chi cerca borse tecnicamente molto forti deve restare negli Stati Uniti - l'Europa é noiosa.

La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6703 su 1228, NH/NL a 878 su 184 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é crollata a 16.39 punti (-2.45), il CBOE Equity put/call ratio é nuovamente basso a 0.49 e il Fear&Greed Index é neutro a 50 punti (+11 punti!). I Summation Index stanno salendo. La tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con il 55.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 59.61 punti. Il sospiro di sollievo degli investitori é evidente - l'umore (sentiment) migliora adesso che Jerome Powell ha confermato il suo sostegno ai mercati finanziari.  
I ribassisti e quelli che prevedono un imminente crollo della borsa (p.e. Jeremy Grantham, Michael Burry, John Hussmann) tacciono. Gli analisti di Wall Street alzano regolarmente le stime dell'S&P500 per fine anno. Gli ottimisti parlano ora di 4800 punti. Se l'S&P500 continua a salire al ritmo attuale l'obiettivo é a 4830 punti - basta prolungare la linea di trend che collega da metà aprile i massimi per arrivare a questo obiettivo - non c'é bisogno di essere un analista strapagato a Wall Street - bastano una riga e una matita.
A noi questo rialzo sembra una pazzia - per il momento non abbiamo però niente di meglio da offrire.

Commento del 27 agosto

L'attentato a Kabul fa scendere la borsa americana - calo senza conseguenze

Ieri le borse hanno perso terreno. La ragione non sono solamente gli attentati all'aeroporto di Kabul - le borse europee (Eurostoxx50 -0.27% a 4169 punti) hanno aperto in calo e malgrado un recupero la mattina hanno trascorso tutta la giornata in negativo. Solo il difensivo SMI svizzero (+0.36%) é riuscito a guadagnare qualche punto grazie ai suoi titoli difensivi. In America sembrava che dovesse esserci una seduta di pausa con indici praticamente invariati. Le cattive notizie provenienti dall'Afghanistan hanno però provocato delle sporadiche vendite e la borsa é scesa - l'S&P500 ha chiuso sul minimo giornaliero a 4470 punti (-0.58%) con una moderata perdita di 26 punti. I volumi di titoli trattati erano decisamente sotto la media (volume relativo a 0.80) - questo mostra che non c'é stata una fuga dal mercato ma piuttosto alcune logiche prese di beneficio - dopo tre sedute di rialzo é normale che ci sia un ritracciamento - per saldo la performance settimanale é ancora decisamente positiva e questo calo non ha fatto nessun danno.
Nel complesso la situazione tecnica non é cambiata e la tragedia di Kabul non ha influenzato in maniera determinante il trend rialzista della borsa americana. Le borse europee invece deludono - l'Eurostoxx50 (-0.27% a 4169 punti) e il DAX (-0.42% a 15793 punti) sono fermi vicini alle vecchie resistenze di giugno rispettivamente a 4160 e 15800 punti - da mesi gli indici non fanno progressi e ci vuole una certa benevolenza per poter parlare di trend rialzista. Gli indici sono ancora sopra le MM a 50 e 200 giorni che salgono ancora leggermente. Basta però guardare i portafogli investiti in azioni europee per rendersi conto che guadagnare qualcosa é da mesi un'ardua impresa.

L'S&P500 ha aperto a 4493 punti e all'inizio é ancora salito a 4495 punti. Quando é arrivata la notizia della prima esplosione all'aeroporto di Kabul l'indice é sceso fino a 4470 punti. Poi ha recuperato e alle 18.00 era nuovamente sui 4487 punti. In seguito é sceso in maniera regolare fino alla chiusura sul minimo a 4470 punti (-0.58%). Le vendite erano diffuse su tutto il listino senza una particolare pressione di vendita (DJT -0.69%, RUT -1.13%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2045 su 5856, NH/NL a 511 su 255 (rapporto senza grandi variazioni rispetto ai precedenti giorni !) e volume relativo a 0.8. A livello di sentiment c'é stato un chiaro peggioramento a conferma che gli investitori sono pronti a scappare al primo segno di pericolo (ma finora non lo fanno) - la volatilità VIX é balzata a 18.84 punti (+2.05), il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.55 mentre il Fear&Greed Index é caduto a 39 punti (-5 punti). Il Summation Index sul NYSE torna a scendere - quello sul Nasdaq sale ancora. Il reddito dell'USTBond decennale é fermo a 1.34% (-0.01%). Nel complesso le pessime notizie provenienti dall'Afghanistan non hanno intaccato il rialzo della borsa americana - gli investitori (giustamente) temono molto di più le conseguenze di una eventuale stretta monetaria da parte della FED che degli attentati di un manipolo di terroristi su suolo straniero.

Oggi alle 16.00 é atteso il discorso di Jerome Powell nell'ambito della riunione dei responsabili delle Banche Centrali a Jackson Hole. Non crediamo che Powell dirà qualcosa in grado di spaventare gli investitori. Sa esattamente che l'economia e i mercati finanziari sono fragili e quindi doserà attentamente le sue affermazioni. Noi pensiamo che la FED stia volontariamente cercando di provocare inflazione per risolvere il problema dell'eccessivo indebitamento dello Stato. In questo caso manterrà una politica monetaria estremamente espansiva il più a lungo possibile - seguendo l'esempio del Giappone questo potrebbe significare all'infinito.

Stamattina il future sull'S&P500 risale a 4478 punti (+12 punti). Le borse asiatiche sono miste - il Nikkei ha perso il -0.39% - Shanghai sta guadagnando il +0.5%. L'Eurostoxx50 alle 0.30 vale 4172 punti - le borse europee apriranno in leggero guadagno (+0.1%) - crediamo che questa mattina cercheranno di salire ancora qualche punto (+0.5% ?) e poi si fermeranno in attesa del discorso di Jerome Powell. Siamo convinti che le dichiarazioni del responsabile della FED non muoveranno i mercati in maniera importante. Crediamo che oggi le borse chiuderanno con moderati guadagni compensando le perdite di ieri.

Commento del 26 agosto

Un'altra seduta positiva con nuovi massimi storici marginali e ... vendite in chiusura

La giornata di ieri é stata una copia di quella di martedì. Le borse europee hanno marciato sul posto - l'Eurostoxx50 ha guadagnato il +0.07% a 4181 punti - martedì la plusvalenza era stata del +0.04%. In America l'S&P500 (+0.22% a 4496.19 punti) e il Nasdaq100 (+0.07% a 15368 punti) sono saliti di qualche punto e hanno toccato dei nuovi massimi storici marginali. Gli indici azionari si sono mossi in pochi punti con modesti volumi - gli investitori sembrano in attesa di conoscere l'esito della conferenza dei responsabili delle Banche Centrali che si terrà tra oggi e domani a Jackson Hole.

Veramente su questa giornata abbiamo poco da dire. L'unico movimento rilevante é stato nuovamente l'aumento dei tassi d'interesse al quale questa volta ha partecipato anche l'Europa (future sul Bund a 176.02, -0.46%). Questo ha provocato l'abituale balzo del settore bancario europeo (SX7E +2.08% a 97.83 punti) che però questa volta non ha contagiato la borsa italiana (FTSE MIB +0.12% a 26060 punti). Da alcuni giorni le borse europee non riescono a seguire il rialzo della borsa americana. Gli indici di riferimento sono fermi poco sopra i massimi di giugno. Le borse europee mostrano debolezza relativa e se non salgono adesso possiamo immaginarci cosa succederà quando l'America comincerà a correggere.
Il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.35% (+0.06%) - questo movimento viene finora ignorato dalla borsa.

L'S&P500 ha aperto nuovamente cadendo sul minimo a 4485 punti. È salito fino alle 18.30 a 4501 punti, é sceso lentamente fino a 4485 punti, si é nuovamente impennato alle 21.45 a 4501 punti ed é caduto sul finale a 4496.19 punti (+0.22%). L'indice si é mosso in soli 16 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4812 su 3043, NH/NL a 681 (pochi!) su 182 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 16.79 punti (-0.43), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.42 mentre il Fear&Greed Index balza a 44 punti (+7 punti). I Summation Index salgono.
Come vedete rispetto a martedì c'é solo un logico miglioramento del sentiment - per il resto nulla di nuovo. Esistono le premesse ideali per una breve correzione intermedia con protagonista la tecnologia - il trend a medio termine sembra però voler restare saldamente al rialzo. Teniamo d'occhio i tassi d'interesse...

Stamattina il future sull'S&P500 scende a 4486 punti (-7 punti). Il Nikkei é fermo (+0.06%) - le borse cinesi sono in netto calo (Shanghai -1.1%). L'Eurostoxx50 alle 08.45 vale 4159 punti (-22 punti) - le borse europee perdono in apertura un -0.5%. Da alcuni giorni le borse europee non convincono - galleggiano a fatica. Crediamo quindi che stamattina gli indici scenderanno più in basso (-1% ?) e poi si fermeranno in attesa di capire cosa intendono fare gli americani. Il discorso di Jerome Powell a Jackson Hole é in agenda domani alle 16.00.

Commento del 25 agosto

Ancora una seduta positiva con nuovi massimi storici marginali e ... vendite in chiusura

Ieri le borse si sono praticamente fermate in attesa di conoscere l'esito della riunione dei responsabili delle Banche Centrali che avrà luogo, in maniera virtuale, giovedì e venerdì a Jackson Hole. È stata una giornata noiosa e priva di spunti d'interesse. Gli indici si sono mossi in pochi punti e hanno chiuso al centro del range giornaliero con modeste variazioni. Mentre in Europa si é marciato sul posto (Eurostoxx50 +0.04% a 4178 punti con DAX in guadagno (+0.33%) e FTSE MIB (-0.07%) e SMI (-0.32%) in perdita) in America sullo slancio gli indici azionari hanno ancora guadagnato terreno. L'S&P500 (+0.15% a 4486.23 punti) e il Nasdaq100 (+0.29% a 15357 punti) hanno toccato dei nuovi record storici e questo come sapete é un segnale indiscutibile di rialzo. L'unico aspetto interessante é lo sviluppo del mercato durante la seduta. In America statisticamente i piccoli investitori agiscono in apertura mentre gli investitori istituzionali si muovono durante la giornata e concentrano le loro decisioni in chiusura. I piccoli stanno comperando - gli istituzionali invece da due giorni vendono provocando un breve vuoto d'aria nell'ultima ora di contrattazioni. Tutto questo potrebbe significare nulla ed essere solamente uno sviluppo casuale - sembra però che i big players non siano molto ottimisti per il prossimo futuro mentre i traders (CBOE Equity put/call ratio a 0.39) continuano a speculare al rialzo.

Sulla seduta in Europa c'é poco da dire. È stata una giornata noiosa durante la quale gli indici azionari europei si sono mossi in pochi punti e hanno chiuso praticamente invariati. Tecnicamente é stata una giornata insignificante. L'Eurostoxx50 (+0.04% a 4178 punti) ha chiuso con un magro guadagno di 2 punti - é rimasto sopra il supporto a 4160 punti ma non ha confermato il trend rialzista con un'altra seduta decisamente positiva. Gli altri indici si sono mossi in maniera simile.

L'S&P500 ha aperto in guadagno ed é subito caduto sul minimo a 4482 punti. È salito a 4491 punti e a metà seduta é ridisceso a 4484 punti. Ha ripreso il rialzo fino alle 21.15 quando ha toccato il nuovo record a 4492 punti. Sul finale é caduto a 4486.23 punti (+0.15%). Sembra una seduta movimentata ma in realtà l'S&P500 si é mosso in soli 10 punti (!) e la discesa finale é stata di soli 6 punti.
La seduta al NYSE é stata decisamente positiva (grazie al Russell2000 +1.02%) con A/D a 5549 su 2358, NH/NL a 538 su 206 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é ferma a 17.22 punti (+0.07), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.39 mentre il Fear&Greed Index é balzato a 37 punti (+8 punti). I Summation Index sono saliti. Il reddito dell'USTBond decennale é lievitato a 1.29% (+0.04%).
Nel complesso é stata una buona seduta con la solita modesta partecipazione. Si é comperato ancora energia (ETF Energy +1.66%) e titoli speculativi come quelli cinesi che nelle scorse settimane erano precipitati.

Stamattina il future sull'S&P500 é fermo a 4481 punti. Le borse asiatiche marciano sul posto (Nikkei -0.03%, Shanghai +0.5%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4178 punti - le borse europee apriranno invariate. Prevediamo una ripetizione della seduta di ieri con meno movimenti, meno volumi e trascurabili variazioni degli indici azionari.

Commento del 24 agosto

Un susseguirsi di minimi e massimi ascendenti - un trend rialzista da manuale

Ieri sera l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 4489.88 punti - ha chiuso 10 punti più in basso a 4479.53 punti (+0.85%). Tralasciando il fatto che una settimana fà aveva chiuso esattamente sullo stesso livello, sul grafico continua la serie di minimi e massimi ascendenti sopra la MM a 50 giorni in ascesa. Abbiamo un trend rialzista da manuale che non si può mettere in discussione fino a quando non c'é una rottura al ribasso. Tutti i discorsi riguardanti la debole partecipazione e le divergenze sono a questo punto superflui e pane unicamente per gli analisti tecnici. Fino a quando l'S&P500 non sale sopra la linea di trend che collega i massimi (attualmente sui 4500 punti con un incremento di 4 punti al giorno) non c'é neanche quella accelerazione esponenziale che dovrebbe esaurire la tendenza. Questa situazione sussiste da novembre dell'anno scorso e fino a quando non ci sarà un cambiamento radicale nel trend o negli indicatori bisogna partire dal principio che il rialzo debba continuare anche nel futuro. A conferma del fatto che la tecnologia é, e rimane, la forza trainante di questo bull market ieri sera il Nasdaq100 (+1.46% a 15312 punti) ha raggiunto un nuovo netto massimo storico.
Un rialzo dei tassi d'interesse di mercato sembra essere l'unico fattore in grado di mettere in difficoltà la borsa - finora però i tassi d'interesse sono stabili (reddito dell'USTBond decennale a 1.25%, -0.01%) e i tassi d'interesse reali restano ampiamente negativi. Le Banche Centrali manipolano i tassi d'interesse impedendo che riflettano l'aumento delle attese inflazionistiche.

La seduta in Europa é stata deludente per chi sperava che gli indici azionari europei potessero recuperare il distacco accumulato settimana scorsa e riprendere il rialzo in maniera dinamica. Le borse hanno avuto una seduta positiva (Eurostoxx50 +0.70% a 4176 punti) e gli indici hanno guadagnato terreno. Hanno però chiuso vicini ai livelli d'apertura (o addirittura sotto come il DAX (+0.28% a 15852 punti)) e questo significa che durante la giornata c'é stato equilibrio tra rialzisti e ribassiti. L'Europa ha ignorato la buona apertura nel pomeriggio a New York e i nuovi massimi storici americani. Sia l'Eurostoxx50 che il DAX sono tornati sopra le resistenze (rispettivamente a 4160 e 12800 punti) e formalmente hanno ripreso il rialzo - il comportamento delle borse europee durante la giornata é però poco convincente - il potere d'acquisto sembra moderato - non ci sono ragioni per entusiasmarsi. Forse gli indici azionari europei sono in effetti é destinati a riprendere il rialzo e nei prossimi giorni miglioreranno i massimi annuali o storici - questo almeno é quanto suggerisce il trend a corto termine. Ieri però le borse europee non hanno dato una dimostrazione di forza ma di debolezza relativa.

L'S&P500 ha aperto in forte guadagno a 4463 punti. Questo é stato il minimo giornaliero - l'indice non é più sceso a colmare il gap iniziale come pensavamo noi. Come spesso succede in questo interminabile rialzo l'indice é salito regolarmente nelle prime ore di contrattazioni e ha raggiunto verso le 18.15 i 4486 punti. A questo punto si é fermato. È oscillato tra i 4482 ed i 4489 punti e sul finale é stato vittima di prese di beneficio e ha chiuso a 4479 punti. Alla seduta positiva (A/D a 6235 su 1723, NH/NL a 500 su 290 e volume relativo a 0.95) ha partecipato tutto il listino (DJT +0.94%, RUT +1.88%). Malgrado ciò il Summation Index sul NYSE é ancora sceso - quello sul Nasdaq é salito di poco. A livello di sentiment notiamo un ovvio miglioramento (VIX a 17.15 punti (-1.41), CBOE Equity put/call ratio a 0.41, Fear&Greed Index a 29 punti (+6)). Il rapporto put/call mostra una pericolosa speculazione al rialzo ma pensiamo che l'effetto negativo sul mercato apparirà solo tra qualche giorno se avremo ancora una o due sedute di questo tipo.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4484 punti (+9 punti). Le borse asiatiche salgono (Nikkei +0.87%, Shanghai +1%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4195 punti (+19 punti) - sembra che debba ripetersi la seduta di lunedì.

Aggiornamento del 23 agosto

Taper

Questa settimana si riuniscono a Jackson Hole i responsabili delle Banche Centrali delle maggiori potenze economiche mondiali. Il meeting inizia giovedì - il discorso di Jerome Powell, capo della FED, é in agenda venerdì.
Nelle scorse settimane le borse hanno ignorato qualsiasi tipo di problemi - economici e politici. Hanno mostrato di temere solamente la possibilità che le Banche Centrali riducano lo stimolo monetario - questa misura é conosciuta in inglese come taper. Per questa ragione ogni volta che un rappresentante di una Banca Centrale, soprattutto della FED, ha dovuto prendere posizione a riguardo dei dati sull'inflazione, gli investitori hanno unicamente fatto attenzione alla possibilità del tapering. Le domande sono tutte andate nella stessa direzione - quando la FED ha intenzione di ridurre il Quantitative Easing e quando intende alzare i tassi d'interesse di riferimento. Finora si parla soprattutto di 2023 - é una data abbastanza lontana da non impensierire i mercati finanziari. Vedremo tra giovedì e venerdì se a questo riguardo ci saranno delle novità.

Fino a giovedì crediamo che i mercati finanziari resteranno letargici. Settimana scorsa tutti hanno visto che la borsa americana non vuole correggere - i rialzisti hanno ancora il controllo delle operazioni e ogni debolezza viene comperata. Dai 4441 punti di venerdì l'S&P500 cercherà nei prossimi giorni di lievitare in direzione del massimo storico a 4480 punti. Poi vedremo come reagiranno i mercati finanziari. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é al 1.26% - nessuno discute il problema dell'indebitamento dello Stato Americano e del raggiungimento del limite massimo imposto dalla legge. I tassi d'interesse reali sono decisamente negativi - crediamo che nei prossimi mesi i tassi d'interesse di mercato debbano salire e questo per le borsa potrebbe rappresentare un grave problema.

Stamattina il future sull'S&P500 sale a 4451 punti (+14 punti). Le borse asiatiche scontano la buona seduta di venerdì scorso a Wall Street e guadagnano terreno - il Nikkei sale del +1.79% - Shanghai é in guadagno del +1.3%. L'Eurostoxx50 vale 4178 punti (+31 punti) - le borse europee apriranno con un balzo del +0.7% - l'Eurostoxx50 si troverà nuovamente sopra la barriera dei 4160 punti. Sarà interessante osservare se dopo questa buona apertura ci saranno ancora degli acquisti. La seduta sarà molto probabilmente positiva ma noi ci aspettiamo una chiusura sotto i livelli d'apertura.

Commento del 21-22 agosto

La tecnologia continua a sostenere il rialzo - nessuna possibilità per una correzione a medio termine

Due motivi ci inducono a dire che é stata una settimana deludente.
Alla fine della prima settimana di agosto gli indici azionari europei avevano rotto al rialzo dando un segnale d'acquisto - la lunga oscillazione in laterale, che da giugno aveva tenuto bloccato i mercati in un trend neutro, sembrava terminata. Noi avevamo affermato che la rottura doveva essere confermata con un test dall'alto delle vecchie resistenze. Per una settimana però il rialzo era continuato ed era sfociato venerdì 13 agosto su dei nuovi massimi annuali o storici. Nelle ultime 5 sedute l'Europa ha corretto e gli indici azionari sono ricaduti sotto i supporti. L'Eurostoxx50 dalla vecchia resistenza a 4160 punti era salito fino a 4242 punti. Venerdì, malgrado una seduta positiva (+0.55%) ha chiuso a 4147 punti - anche nel dopo borsa (valore alle 22.00 4154 punti) non ha "ripreso" i 4160 punti. Questo significa che la rottura al rialzo é fallita e che la sovraperformance dell'Europa si é liquefatta appena é arrivato un segnale di debolezza e di pericolo dall'America. Le borse europee hanno perso più terreno di quella americana.
L'S&P500 (+0.81% a 4441.67 punti) é sceso fino a giovedì quando all'inizio della seduta ha toccato il minimo settimanale a 4367 punti. Dopo due sedute negative sembrava che dovesse essercene una terza - tutti gli analisti tecnici si aspettavano che l'indice scendesse per lo meno a testare la MM a 50 giorni (4345 punti). Quest'anno tutte le correzioni intermedie si erano fermate su questa linea. Invece l'S&P500 é subito ripartito al rialzo e in due sedute, grazie ai big della tecnologia (Nasdaq100 +1.06% a 15092 punti), ha recuperato buona parte delle perdite delle prime tre sedute. Malgrado un evidente deterioramento della struttura del mercato (i Summation Index continuano a scendere) ancora una volta la borsa americana ha evitato una correzione a medio termine. Lo svolgimento delle sedute mostra in maniera inequivocabile che ogni debolezza viene comperata. Il rialzo riprende senza che si delinei una situazione di ipervenduto (RSI sui 30 punti) o di diffuso pessimismo (VIX sopra i 30 punti, CBOE Equity put/call ratio sopra i 0.63). Questa situazione é irritante poiché esiste constantemente il pericolo di un sostanziale vuoto d'aria. Se ci fosse una correzione che eliminasse gli eccessi si potrebbe in seguito comperare con convinzione - gli abbondanti programmi di spesa pubblica e l'espansiva politica monetaria delle Banche Centrali garantiscono liquidità e sostegno ai mercati finanziari. Forse é questo che spinge costantemente le borse verso l'alto creando una differenza rispetto ad altri bull markets della storia. Questa volta i redditi negativi o insufficienti delle obbligazioni obbligano gli investitori a comperare azioni malgrado che siano in prospettiva decisamente troppo care. C'é tanta liquidità in cerca di investimenti redditizi e questo inflaziona i prezzi dei beni reali. Tutti si aspettano che questa pazzia finisca quando le Banche Centrali saranno obbligate a ridurre lo stimolo monetario. Raramente però i mercati finanziari seguono il consenso. Crediamo che i responsabili intendano ridurre il mostruoso debito pubblico creando inflazione e mantenendo contemporanemente artificialmente i tassi d'interesse bassi. 

L'effetto della liquidità annulla l'efficacia di molti indicatori fondamentali e tecnici. Le divergenze permangono senza che la borse corregano per colmarle. I cicli vengono ignorati. Gli effetti stagionali sono stati annullati. In questo momento siamo tornati alla casella di partenza nel senso che la tendenza delle borse europee é neutra mentre il mercato americano é diviso in due. Buona parte del mercato sta correggendo (Russell2000) e da mesi non riesce a fare progressi - questo si rispecchia nei nostri indicatori di riferimento che sono misti e stanno peggiorando (36.8% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 53.76 punti). L'S&P500 e il Nasdaq100 sono invece ancora al rialzo e considerando quanto successo nelle ultime sedute crediamo che settimana prossima raggiungeranno un nuovo massimo storico. Gli investitori non ritengono che il Covid nella variante Delta e l'Afghanistan siano pericolosi per la borsa. Hanno invece paura di perdere il sostegno delle Banche Centrali. Giovedì a Jackson Hole si incontrano i responsabili delle Banche Centrali - qualsiasi dichiarazione che dovesse suggerire una riduzione degli acquisti di titoli (QE) o addirittura un aumento dei tassi d'interesse di riferimento verrebbe sicuramente recepita come un segnale negativo. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.94% a 4147 punti
SX7E (banche)          -4.26% a 94.66 punti
DAX                         -1.06% a 15808 punti
SMI                          -0.39% a 12415 punti
FTSE MIB                  -2.76% a 25918 punti
S&P500                     -0.59% a 4441.67 punti
Nasdaq100                -0.29% a 15092 punti

Venerdì, dopo il rimbalzo di giovedì, la domanda era se ci sarebbe stata una continuazione del rialzo o se invece sarebbe ripresa la correzione che aveva contraddistino la prima parte della settimana.
La risposta é stata confusa in Europa (Eurostoxx50 +0.55% a 4147 punti contro DAX +0.27% a 15808 punti e FTSE MIB -0.04% a 25918 punti) e evidente in America (S&P500 +0.81% a 441.67 punti). Le borse europee hanno boccheggiato in negativo fino nel pomeriggio e solo con l'avvicinarsi dell'apertura a Wall Street hanno cominciato a salire e hanno chiuso vicino ai massimi giornalieri. Non sono però riuscite a colmare il distacco accumulato durante la settimana.
L'S&P500 ha aperto a 4407 punti - i rialzisti hanno subito preso il controllo delle operazioni e i ribassisti sono spariti. L'S&P500 é salito "sparato" fino a 4435 punti. Dalle 16.30 ha fatto una pausa di due ore su questo livello. Poi c'é stata un'oscillazione intorno a 4440 punti con un minimo a 4433 punti ed un massimo giornaliero a 4444 punti. L'indice ha chiuso a 4441.67 punti ()+0.81%). Tutto il listino ha dato il suo contributo alla buona giornata (DJT +0.24%, RUT +1.65%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5955 su 1962, NH/NL a 290 su 1076 e volume relativo a 0.95. I NL sono ancora troppi considerando che i maggiori indici sono 1% dai massimi storici - ma come scritto in precedenza queste divergenze non sembrano avere un influsso. I dati sul sentiment sono contradditori - mentre il Fear&Greed Index resta molto basso (25 punti, +3) la volatilità VIX é caduta di 3.11 punti a 18.56 punti. Ormai in rete si trovano decine di indicatori di sentiment con i quali, visto il caos, si può fare qualsiasi previsione (rialzo o ribasso). Noi preferiamo usare sempre gli stessi (VIX, rapporti put/call, Fear&Greed Index, DSI) poiché sono collaudati e sappiamo come interpretarli - non sempre funzionano bene.   
Dopo due sedute positive i rialzisti hanno il sostegno del momentum e sembrano aver ripreso il controllo della situazione. L'ovvia conseguenza sarebbe che settimana prossima l'S&P500 riesca a salire sopra i 4480 punti e tocchi un nuovo record storico. Non sappiamo se le borse europee saranno in grado di seguire. La mancata rottura al rialzo di inizio agosto potrebbe indurre molti investitori sulla difensiva. L'EUR é debole (EUR/USD a 1.1695) e un investitore che ragiona in USD ha perso sulle azioni e sul cambio. In questo senso la giornata di lunedì é decisiva visto che i maggiori indici si trovano nuovamente a ridosso delle vecchie resistenze. Teniamo d'occhio i 4160 punti di Eurostoxx50 e 15800 punti di DAX.

Commento del 20 agosto

Rimbalzo dell'S&P500 trascinato dai big della tecnologia - l'Europa é succube dell'America

Ieri, da un punto di vista tecnico, la seduta a New York é stata decisamente negativa - il rapporto A/D era a 2157 su 5794 con una netta prevalenza dei titoli in perdita mentre il rapporto NH/NL a 163 su 1751 ha visto un notevole incremento dei nuovi minimi a 30 giorni che testimonia pressione di vendita. L'S&P500 (+0.13% a 4405.80 punti) é però riuscito a colmare il gap d'apertura e chiudere con un guadagno di 5 punti. Come é possibile? Gli investitori hanno comperato pochi titoli della tecnologia (p.e. NVidia +3.98%, Microsoft +2.08%) e questo ha permesso al Nasdaq100 (+0.51% a 14933 punti) di recuperare terreno. Il resto del mercato era invece in affanno - il Russell2000 ha perso nuovamente il -1.22% - il DJT é sceso del -1.25%. Il risultato é evidente - i Summation Index continuano a scendere mentre l'inquietudine degli investitori aumenta (Fear&Greed Index a 22 punti (-3 punti), CBOE Equity put/call ratio a 0.61).
Ieri il future sull'S&P500 é sceso in mattinata fino a 4347 punti - in vicinanza della MM a 50 giorni (oggi a 4348 punti) il future ha reagito ed é risalito. È evidente che il mercato azionario americano in questo momento é governato da aspetti tecnici.
Secondo noi le borse stanno correggendo e la discesa continuerà fino a quando avremo ipervenduto e un pò di panico. Nei commenti di ieri abbiamo già fatto delle ipotesi riguardanti tempistica ed obiettivi.

Ieri abbiamo potuto ancora una volta constatare che le borse europee restano dipendenti da New York. Come ripetuto più volte nel passato le borse europee non sono in grado di sviluppare un rialzo senza la collaborazione della borsa americana - possono sovraperformare per brevi periodi ma appena a Wall Street si delinea una correzione gli indici europei seguono immediatamente a ruota.
Ieri mattina le borse europee sono state travolte da un'ondata di vendite. Probabilmente dopo la seduta decisamente negativa di mercoledì sera a Wall Street molti hanno pensato che fosse venuto il momento per vendere. Nel pomeriggio però c'é stato un recupero - l'Eurostoxx50 (-1.54% a 4124 punti) ha chiuso 41 punti sopra il minimo giornaliero. A questo segnale costruttivo si contrappone la pesante perdita di 66 punti e la rottura del supporto a 4160 punti. Con alcune sedute negative l'Eurostoxx50 ha cancellato tutti i progressi da inizio agosto ed ora l'indice é tornato formalmente in un trend neutro intorno ai 4100 punti.
Gli altri indici europei del nostro panorama si sono comportati in maniera simile (DAX - 1.25% a 15765 punti, FTSE MIB -1.63% a 25928 punti, SMI -1.13% a 12403 punti) - nei trends ci sono delle leggere differenze che abbiamo evidenziato nei commenti serali. Nella sostanza però non cambia nulla. La fase di rialzo ha subito una grave battuta d'arresto. Non é ancora chiaro se dopo una correzione minore avremo una ripresa del rialzo o se la correzione é destinata a continuare fino ad ottobre come suggeriscono i cicli. Discuteremo la questione nell'analisi del fine settimana.

L'S&P500 ha aperto in gap down a 4380 punti. All'inizio é sceso a 4378 punti ma poi ha subito recuperato e a balzi é risalito alle 18.00 fino ai 4418 punti. In seguito l'indice é sceso ad ondate nuovamente a 4384 punti, é risalito a 4417 punti ed ha infine chiuso a 4405.80 punti (+0.13%). È stata una seduta volatile con un aspro combattimento intorno ai 4400 punti. Come spiegato é stata però una seduta in generale negativa e siamo convinti che il mercato deve ancora correggere. Sembra però che non debba esserci una violenta caduta in pochi giorni ma una discesa intercalata da rimbalzi sui supporti tecnici - il prossimo é la MM a 50 giorni. Pensiamo che questa volta l'S&P500 scenderà più in basso. Cercando di combinare lo sviluppo degli indicatori con il movimento degli oscillatori crediamo che l'S&P500 debba scendere verso la metà di settimana prossima sui 4300 punti. Ripetiamo però che questa stima presuppone un pò di ipervenduto e di panico (VIX a 21.67 punti, +0.10, nostro obiettivo a 32-38 punti).

Stamattina il future sull'S&&P500 scende a 4391 punti (-9 punti). Alle 08.40 l'Eurostoxx50 vale 4124 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate. Dopo il rimbalzo di ieri oggi potrebbe esserci una seconda spinta di ribasso. Gli investitori sembrano preoccupati delle numerose notizie negative che provengono da diverse direzioni - molti problemi che sembravano superati o di secondaria importanza (Covid, Afghanistan, inflazione) continuano a influenzare negativamente l'economia e l'umore della gente.

Commento del 19 agosto

Puzza di bruciato...

Ancora una volta c'é poco da dire sulla seduta di borsa in Europa. Gli indici sono scesi la mattina, hanno recuperato nel pomeriggio e hanno terminato la giornata senza grandi variazioni. L'Eurostoxx50 (-0.17% a 4189 punti) ha perso qualche punto senza avvicinare il supporto a 4160 punti. Il DAX invece é salito (+0.28% a 15966 punti) insieme al FTSE MIB (+0.50% a 12545 punti) che ha approfittato di una buona giornata del settore bancario (SX7E +0.89% a 97.03 punti). In generale ieri gli investitori erano nuovamente disposti a prendere dei rischi e hanno ricomperato quanto avevano venduto il giorno prima. L'SMI svizzero ha continuato la sua corsa (+0.54% a 26357 punti) e ha toccato un nuovo massimo storico.
Nel complesso le borse europee non hanno dato segnali particolari - sembra che stiano consolidando sopra i primi supporti costituiti dai massimi di giugno. Considerando la pessima seduta di ieri sera a Wall Street la situazione oggi dovrebbe cambiare ma dobbiamo essere sinceri - nella seduta di ieri non abbiamo rilevato nulla che possa suggerire l'inizio di una correzione.

L'S&P500 ha perso il -1.07% a 4400.27 punti - ha raggiunto il primo supporto a 4400 punti. Questa seduta decisamente negativa é un evidente cambiamento nel trend e chiude la spinta di rialzo iniziata a metà luglio. Ora bisognerà vedere se avremo la solita correzione minore fino alla MM a 50 giorni (4345 punti) o se questa volta i ribassisti avranno la forza di imporsi e far scendere l'S&P500 decisamente più in basso. Noi rileviamo da mesi forti divergenze a livello di partecipazione e riteniamo che le fondamenta del rialzo si stiano sgretolando - siamo fautori di una importante correzione di un -10%. È troppo presto per trarre delle conclusioni ma oggettivamente la giornata di ieri sembra solo l'inizio di una breve correzione di portata limita. Abbiamo già rilevato un forte peggioramento dei dati sul sentiment (Fear&Greed Index a 25 punti, -12 punti) e il numero dei nuovo minimi a 30 giorni (NL a 899) é diminuito invece che aumentare - i settori fino a ieri deboli stanno rallentando la caduta e tentando di fare base. In linea di massima di aspettiamo quindi una breve caduta dell'S&P500 fino a venerdì e poco sotto la MM a 50 giorni ma niente di peggio. Il Nasdaq100 (-0.96% a 14857 punti) potrebbe cadere fino a 14500 punti. Vediamo però cosa succede oggi poiché il calo ieri é iniziato dopo le 20.00 ed é durato finora solo 2 ore.

L'S&P500 ha aperto a 4438 punti, é salito a 4454 punti ed é poi scivolato verso il basso fino alle 20.00. Dopo la pubblicazione del protocollo dell'ultima riunione della FED c'é stata una violenta oscillazione - in seguito hanno prevalso le vendite e gli indici sono scesi fino alla chiusura sul minimo - l'S&P500 si é fermato a 4400.27 punti (-1.07%).
La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 2453 su 5368, NH/NL a 269 su 899 e volume relativo a 0.95. Le vendite hanno toccato tutti i settori (DJT -0.82%, RUT -0.84%). La volatilità VIX é balzata a 21.57 punti (+3.66) - il CBOE Equity put/call ratio é salito meno di quanto ci si poteva immaginare (0.52).
Nel complesso abbiamo avuto un'aumento della pressione di vendita - il mercato sembra però solo all'inizio di una spinta di ribasso poiché i volumi sono ancora relativamente bassi e gli acquisti di puts sono limitati.
I Summation Index sono ancora scesi.

Stamattina alle 07.30 il future sull'S&P500 perdeva 4 punti - ora (08.40) ne perde 25. Sembra che gli investitori europeei siano pessimisti e stanno vendendo. L'Eurostoxx50 vale 4142 punti - perde circa l'1% e cade sotto il supporto a 4160 punti - la giornata si preannuncia molto interessante.
Il Nikkei ha perso il -1.10% - Shanghai é in calo del -0.5%. Il cambio EUR/USD ha rotto il supporto a 1.17, é sceso a 1.1675 e si trova sul minimo annuale. È evidente che sui mercati finanziari sta cambiando qualcosa - nei prossimi giorni si tratterà di capire se avremo solo una breve correzione delle borse di portata limitata o se invece il rialzo é a rischio ed é iniziata quella correzione di medio termine fino a metà ottobre da noi auspicata sulla base dei cicli.

Commento del 18 agosto

L'S&P500 barcolla ma non crolla

Dal nuovo record storico di lunedì a 4468 punti ieri l'S&P500 é caduto fino a 4417 punti. Dopo le 19.00 l'indice ha però recuperato e ha chiuso 31 punti più in alto a 4448.08 punt (-0.71%). Il Nasdaq100 (-0.71% a 15002 punti) ha difeso il supporto a 15000 punti. I ribassisti hanno imposto una seduta negativa ma a parte questo limitato successo non hanno ottenuto risultati rilevanti ai sensi dell'analisi tecnica. Non capiamo perché stamattina molti pessimisti in rete festeggiano come se si fosse verificata un'inversione di tendenza. Noi non rileviamo nulla di particolare in questo calo e non abbiamo nessun segnale di vendita. Ovviamente continuiamo ad osservare i conosciuti problemi di partecipazione che stanno erodendo il mercato - ieri il rapporto NH/NL é esploso a 245 su 1439 anche perché il Russell2000 (RUT - 1.19%) era nuovamente debole. I Summation Index hanno accelerato la loro caduta. Non vediamo però ragioni per cambiare il nostro approccio - la tendenza di fondo della borsa americana (ci riferiamo in particolare ai maggiori indici S&P500 e Nasdaq 100) resta al rialzo.

Ieri sera siamo rientrati tardi e non abbiamo scritto i commenti sulla seduta in Europa. C'era anche una ragione evidente. Non sembrava che valesse la pena sprecare tante parole per analizzare una giornata durante la quale non era successo nulla di particolare ed i maggiori indici (Eurostoxx50 -0.14% a 4196 punti / DAX -0.02% a 15922 punti) avevano chiuso in leggero calo. Abbiamo notato la fuga da alcuni settori speculativi come quello delle banche (SX7E -1.62% a 96.17 punti). A questo riguardo abbiamo solo il rammarico che il nostro obiettivo a 100 punti non é stato raggiunto ma é stato solo sfiorato con un massimo venerdì scorso a 99.50 punti. L'ovvia conseguenza della caduta delle azioni delle banche é stata la sottoperformance della borsa italiana (-0.85% a 26224 punti) che come sappiamo dipende dai sui due big bancari. Di positivo rileviamo il nuovo record storico della borsa svizzera (SMI +0.47% a 12477 punti) - grazie ai suoi colossi dei settori alimentari (Nestlé +1.50%) e farmaceutico la corsa dell'SMI verso l'obiettivo a 12800 punti sembra inarrestabile.
Nel complesso la seduta in Europa é stata costruttiva. Gli indici sono scesi la mattina ma dopo alcune iniziali vendite si sono stabilizzati e dopo le 09.15 hanno recuperato e sono oscillati in laterale senza subire le conseguenze della debole apertura a Wall Street.

L'S&P500 ha aperto in forte calo a 4446 punti. Dopo un recupero fino ai 4457 punti l'indice é caduto verso le 17.00 sul minimo a 4417 punti. Notiamo che il supporto a 4400 punti non é stato avvicinato. Dopo metà seduta l'S&P500 ha recuperato a balzi irregolari e ha chiuso a 4448.08 punti (-0.71%)- La perdita di 31 punti é rilevante specialmente dopo una serie interminabile di sedute positive. L'indice dista però solo un 1% dal massimo - in pratica non é successo ancora niente. La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1928 su 6004, NH/NL a 245 su 1439 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita come pensavamo a 17.91 punti (+1.79), il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.58 mentre il Fear&Greed Index é precipitato a 37 punti (-12).
Ora bisogna vedere qual'é la reazione degli investitori a questa battuta d'arresto. Normalmente queste debolezze vengono comperate e quindi ci si potrebbe aspettare che nei prossimi giorni ci sia un recupero. Ieri però abbiamo notato un evidente avversione al rischio (risk off) con vendite nei settori speculativi e acquisti in quelli difensivi. Se stasera i ribassisti ripartono all'attacco potrebbe delienarsi un cambiameto di trend. In ogni caso é troppo presto per parlare di correzione.

Stamattina il future sull'S&P500 guadagna 2 punti a 4446 punti. Le borse asiatiche guadagnano terreno (Nikkei +0.59%, Shanghai +0.8%). L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4198 punti - le borse europee apriranno in leggero guadagno. Sembra che oggi torneremo ad avere una tranquilla seduta estiva con gli indici che si muoveranno in pochi punti.

Commento del 17 agosto

Nuovo record storico dell'S&P500

Stamattina devo uscire presto e quindi pubblico un commento in formato ridotto. In ogni caso non c'é molto da dire. Il nuovo record storico dell'S&P500 a 4480 punti é un segnale indiscutibile di rialzo che mostra come la crisi afgana non influenza i mercati finanziari. L'S&P500 ha aperto in calo a 4454 punti ed é sceso fino a 4437 punti di minimo. Dopo le 17.00 le vendite sono finite e l'indice é risalito in maniera costante fino alla chiusura a 4479.71 punti (+0.26%). Nei commenti serali avevamo già dato poco peso alla chiusura europea in calo (Eurostoxx50 -0.64% a 4202 punti). In effetti gli indici azionari avevano chiuso lontani dai minimi giornalieri e con moderate perdite. Nessun importante supporto era stato avvicinato e non avevamo nessun segnale di vendita. Bisogna quindi catalogare questa seduta europea come una normale seduta negativa all'interno di una fase di rialzo.
Ieri sera a New York non abbiamo visto dei cambiamenti significativi negli indicatori. La debole partecipazione al rialzo e la fragile struttura del mercato sono ancora presenti come mostrano i dati. Il rapporto NH/NL (405 su 1179) era pessimo ed entrambi i Summation Index sono ancora scesi. La volatilità VIX (16.12 punti, +0.67) ha avuto unicamente un breve sussulto. La chiusura del mercato sul massimo giornaliero e il nuovo record dell'S&P500 bastano però a spazzare via tutte le preoccupazioni. Per ora il trend rialzista non può essere messo in discussione.
Gli investitori tirano un sospiro di sollievo (Fear&Greed Index a 49 punti, +6 punti). Neanche la cocente sconfitta degli Stati Uniti in Afghanistan é in grado di far deragliare il bull market. Economicamente questa reazione non fa una grinza. Psicologicamente ci saremmo aspettati altro.

Stamattina alle 07.00 ritroviamo il future sull'S&P500 a 4462 punti (-12 punti). L'S&P500 perde teoricamente quanto guadagnato ieri. Le borse asiatiche sono in leggero calo (Nikkei -0.1%, Shanghai -1.0%). È presto per poter dire come apriranno le borse europee - pensiamo però non ci saranno differenze importanti rispetto alla chiusura di ieri sera - al massimo un calo di un -0.1%/-0.2%.
 
Aggiornamento del 16 agosto

I talebani riconquistano l'Afghanistan - cocente sconfitta degli americani - i mercati finanziari sono indifferenti

I talebani sono entrati a Kabul, il presidente Ghani é scappato all'estero e gli americani abbandonano il Paese. Questo rappresenta una cocente sconfitta, militare, economica e politica per gli Stati Uniti e per il presidente Joe Biden. I mercati finanziari non reagiscono alla notizia. Il future sull'S&P500 perde 12 punti a 4450 punti ma non pensiamo che questo calo sia una diretta conseguenza di quanto successo nel fine settimana. In effetti sui mercati finanziari non appaiono segnali di crisi. Il prezzo del petrolio é in calo del -1.2%, i tassi d'interesse scendono, il cambio EUR/USD é fermo a 1.1790. A questo punto, dimenticando la crisi afgana, tornano in evidenza i problemi tecnici della borsa. Vedremo oggi in giornata se le debolezze che abbiamo identificato nell'analisi del fine settimana provocheranno delle vendite o se invece le borse recupereranno subito le moderate perdite iniziali.
Il Nikkei ha perso il -1.61% - Shanghai é in pari. Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 4200 punti (-29 punti) - le borse europee apriranno con perdite di circa il -0.70%. Vi ricordiamo che noi ci aspettavamo un test dall'alto della vecchia resistenza e ora supporto a 4160 punti.

Commento del 15-16 agosto

Il massimo annuale del Russell2000 risale a metà marzo - forti divergenze sul Nasdaq - per il resto luce verde

Durante la settimana le borse sono nuovamente salite e gli indici azionari hanno toccato dei nuovi massimi annuali o storici. Le borse europee, dopo la rottura al rialzo di una settimana fà, hanno sovraperformato la borsa americana. Ci aspettavamo una correzione minore della tecnologia (Nasdaq100) in concomitanza con un aumento dei tassi d'interesse di mercato sull'USD. In effetti c'é stata solamente della debolezza relativa del Nasdaq100 che durante la settimana ha praticamente marciato sul posto (+0.18%) senza riuscire a migliorare il massimo storico di giovedì 5 agosto. Notiamo che l'indice delle piccole e medie imprese americane Russell2000 ha toccato il massimo storico a metà marzo di quest'anno - da allora sta oscillando in un ampio canale di circa il 10% senza più riuscire a fare progressi. In genere un top di lungo periodo della borsa inizia con la debolezza dei settori speculativi (tipo SPAC) e secondari (come Russell2000). Sono dopo un periodo di mesi questa debolezza di fondo comincia ad erodere il resto del mercato e gli ultimi a cedere sono gli indici delle società a larga capitalizzazione come S&P500 o Nasdaq100. La deludente partecipazione che segnaliamo da mesi potrebbe essere un sintomo di questa erosione delle fondamenta del mercato. Finora però la tendenza dei maggiori indici é debolmente ma solidamente al rialzo mentra quella della borsa americana nel suo complesso é neutra (48% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 60.71 punti). C'é una diffusa inquietudine che appere negli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 43 punti). L'impressione é che molti sono pronti ad abbandonare il mercato al primo segno di pericolo - al momento però non ci sono venditori - manca la pressione di vendita. Secondo questa costellazione se ci fosse un cedimento di alcuni punti in percentuale sotto i primi supporti (ca. 4380 punti di S&P500 e 15000 punti di Nasdaq100) dovrebbe staccarsi poi una slavina di consistenti dimensioni.
La caduta di Kabul e dell'Afghanistan nella mani dei Talibani, la cocente sconfitta degli americani e la perdita di credibilità di Joe Biden potrebbero rappresenzare quella scossa psicologica necessaria per cambiare il rapporto di forze in campo - una ritirata dei rialzisti e un tentativo di affondo dei ribassisti potrebbe provocare, in un mercato molto fragile a livello psicologico, una sensibile correzione.
Sul Nasdaq constiamo le più grosse divergenze (venerdì NH/NL a 285 su 505!). Il Summation Index é nuovamente in calo. Il Nasdaq100 (+0.31% a 15136 punti) ha toccato a metà luglio i 15000 punti - da quel momento non ha più fatto sostanziali progressi mentre molti indicatori di momentum e partecipazione sono in calo. L'euforia a cortissimo termine che mostra il DSI vicino a 90 punti mal si sposa con un indice in stallo. Siamo convinti che in caso di correzione sarà la tecnologia a subire le maggiori perdite.

Le borse europee si sono comportate meglio di quella americana. Crediamo che questo effetto possa perdurare. Prima di tutto perché fondamentalmente le azioni europee sono più a buon mercato di quella americane. Inoltre i settori ciclici, adesso in voga, sono parecchio rappresentati  negli indici europei mentre la tecnologia, che sembra perdere il favore degli investitori, é sottorappresentata. L'impressione é quindi che ci sia non solo una rotazione tra settori ma anche una tra Paesi - molte banche e investitori internazionali consigliano ora di investire in Europa piuttosto che in America. La sovraperformance non significa però uno sviluppo divergente - se l'America corregge é probabile che anche gli indici azionari europei scenderanno. Se la correzione si verificasse in un momento in cui molti investitori sono assenti (come adesso) é probabile che le borse a bassa capitalizzazione (come quella italiana) cadranno di più degli altri mercati.
Per il momento però la correzione é solo un'ipotesi basata su pochi elementi - alcuni indici sono ipercomperati (SMI e FTSE MIB con RSI sopra i 70 punti) e molti sono in eccesso di rialzo (forte distanza dalle MM a 50 e 200 giorni).
Come segnaliamo da giorni la volatilità VIX (15.45 punti, -0.14) é troppo bassa mentre il DSI é sotto i 10 punti - siamo quindi convinti che a breve la VIX debba impennarsi e se l'abituale correlazione negativa funzione regolarmente, l'S&P500 dovrebbe scendere. Lunedì mattina vedremo se la crisi afgana é in grado di scuotere le borse dal torpore - ormai i day trader si stanno addormentando davanti agli schermi poiché durante la giornata gli indici non si muovono più - venerdì l'S&P500 é oscillato in soli 8 punti (0.18%)! Se lunedì non succede nulla é molto probabile che il trend prevalga e avremo un'altra settimana moderatamente positiva.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.32% a 4229 punti - nuovo massimo annuale
SX7E (banche)          +1.37% a 98.88 punti
DAX                         +1.37% a 15977 punti - nuovo record storico
SMI                          +2.37% a 12464 punti - nuovo record storico
FTSE MIB                  +2.51% a 26652 punti - nuovo massimo annuale
S&P500                     +0.71% a 4468.00 punti - nuovo record storico
Nasdaq100                +0.18% a 15136 punti

La seduta di venerdì non ci ha riservato sorprese. Al termine di una settimana positiva ci aspettavamo una seduta di leggeri guadagni
e così é stato. Gli indici, sia in Europa (Eurostoxx50 +0.08% a 4229 punti) che in America (+0.16% a 4468.00 punti) hanno ancora guadagnato qualche punto e hanno fatto registrare nuovi massimi annuali o storici. È stata però una seduta senza storia con pochi movimenti e scarsi volumi. I nuovi massimi sono dei segnali indiscutibili di rialzo.

L'S&P500 ha aperto salendo a 4468 punti, poi é caduto a 4461 punti. Dopo aver praticamente toccato il massimo e il minimo della giornata la seduta era finita - l'indice ha chiuso con un balzo finale a 4468.00 punti (+0.16%). C'é stata la solita bilancia tra settori - é salita la tecnologia (Nasdaq100 +0.31%) - é sceso il Russell2000 (RUT -0.93%). La seduta al NYSE é stata di conseguenza negativa (il Nasdaq100 raggruppa 100 azioni, il Russell2000 invece 2000) con A/D a 3329 su 4550, NH/NL a 578 su 712 e volume relativo a 0.75. Negli indicatori non ci sono cambiamenti di rilievo.
Speriamo che settimana prossima la situazione cambi poiché questo debole rialzo é esasperante. Durante la giornata non si può fare praticamente nulla. Chi vuole fare trading deve indovinare quale potrebbe essere la differenza tra la chiusura serale e l'apertura del giorno dopo. In genere bisogna essere long. Forse é meglio prendere vacanza - buon Ferragosto a tutti!

Commento del 13 agosto

Nel trend nulla di nuovo - nei media si moltiplicano gli articoli sulla pericolosità della variante Delta

Ieri gli indici azionari sono saliti come nei giorni precedenti toccando dei nuovi massimi annuali (Eurostoxx50 +0.48% a 4226 punti) o storici (S&P500 +0.30% a 4460.83 punti) - in fondo avremmo potuto copiare il commento di ieri cambiando unicamente le cifre. Evidentemente ci sono delle piccole differenze che però non sono importanti - abbiamo assistito al risveglio del DAX (+0.70% a 15937 punti) e il settore tecnologico ha nuovamente dato un contributo al rialzo (Nasdaq100 +0.40% a 15088 punti). Infine il settore bancario ha fatto una pausa - l'indice SX7E (-0.60% a 98.68 punti) si é fermato a ridosso dei 100 punti (massimo a 99.42 punti) - la reazione é logica - in caso contrario i 100 punti non sarebbero una resistenza se fosse così facile avvicinarli e superarli.
Nel complesso però non vediamo nessuna cambiamento nel trend e gli indicatori tecnici non mandano segnali particolari - solo la volatilità VIX (15.59 punti, -0.47) é scesa troppo in basso con investitori pessimisti e traders che speculano al ribasso. Pessimismo sulla VIX é ottimismo sull'S&P500 - tutto va bene fino a quando non si esagera come adesso - nei prossimi giorni il percorso della VIX deve cominciare ad essere accidentato e contraddistinto da alcuni balzi. Se la VIX fa dei balzi l'S&P500 deve fare dei tuffi...

Sulla seduta in Europa non abbiamo niente da aggiungere ai commenti degli scorsi giorni e alle analisi di ieri sera. Abbiamo su tutti i mercati dei nuovi massimi e la rottura al rialzo é riuscita. Ci spiace che é mancata finora la conferma sotto forma di un test dall'alto delle vecchie resistenze ed ora supporti.

In America l'S&P500 ha aperto invariato sui 4445 punti e all'inizio é sceso fino a 4436 punti. Sul minimo di mercoledì i venditori sono nuovamente spariti e i compratori hanno ripreso il controllo delle operazioni. Dalle 16.10 in avanti l'indice é solo salito, ha raggiunto sullo slancio un nuovo record storico a 4461.77 punti e ha chiuso a 4460.83 punti (+0.30%). L'abituale rotazione tra settori é avvenuta tra Russell2000 (-0.28%) e Nasdaq100 (+0.40%) - il saldo é stato per l'S&P500 nuovamente positivo. La seduta nel complesso é stata però strutturalmente negativa con A/D a 3330 su 4520, NH/NL a 779 su 568 e volume relativo a 0.8. Gli indicatori di sentiment sono misti - solo la VIX é decisamente troppo bassa. Il Summation Index sul NYSE é salito - quello sul Nasdaq é di poco in positivo.
Insomma - in questo lungo ed interminabile rialzo con cambia nulla e per il momento non possiamo che prevederne la continuazione.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4454 punti (-1 punto). Le borse asiatiche sono in leggero calo (Nikkei -0.14%, Shanghai -0.2%). Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4427 punti - le borse europee apriranno in pari. Probabilmente finiremo la settimana con un'intonazione positiva - questo significa una seduta in pari o con ulteriori leggeri guadagni.

Ogni mattina leggiamo una rassegna della stampa e delle rete che grazie ai sistemi informatici oggigiorno a disposizione abbiamo adattato ai nostri interessi e bisogni. Notiamo stamattina molti articoli riguardante la variante Delta del Covid e la sua pericolosità - sembra che una nuova ondata di contagi potrebbe mettere nuovamente in difficoltà le economie occidentali. Il tema sembra cominciare a preoccupare malgrado che sia conosciuto da tempo. Le tensioni tra fautori e contrari alla vaccinazione aumentano e superano decisamente i limiti di una normale e civile discussione. Prendiamo in considerazione la possibilità che il Covid possa ancora influire negativamente sulle borse ed essere preso come scusa per una correzione.

Commento del 12 agosto

Nuovi massimi - lungo e costante rialzo senza cambiamenti negli indicatori

Ieri gli indici azionari hanno nuovamente guadagnato terreno sia in Europa (Eurostoxx50 +0.44% a 4206 punti) che in America (S&P500 +0.25% a 4447.70 punti). Tutti gli indici europei che analizziamo hanno toccato un nuovo massimo storico (DAX +0.35% a 15826 punti, SMI +0.21% a 12387 punti) o annuale (Eurostoxx50, FTSE MIB +0.98% a 26457 punti). In America l'S&P500 ha fatto registrare un nuovo record storico a 4449.44 punti. I guadagni giornalieri sono moderati ma costanti - per il momento bisogna partire dal principio che questo movimento deve continuare poiché non esistono più evidenti resistenze e non ci sono sostanziali cambiamenti negli indicatori. Certi mercati cominciano ad essere ipercomperati a corto e/o medio termine (p.e. RSI sul FTSE MIB a 69.93 punti) ma sappiamo che questo non significa necessariamente che debba esserci una correzione - basta una pausa di consolidamento per assorbire questo tipo di "surriscaldamento". Le borse semplicemente ignorano tutti i problemi tecnici come la mancanza di partecipazione o i cicli ostili.

Le borse europee sono state tranquille ed erano praticamente invariate fino nel primo pomeriggio. Poi la buona apertura a Wall Street ha provocato degli acquisti, gli indici azionari europei si sono impennati ma alle 15.15 é stato toccato il massimo giornaliero ed era tutto finito. L'Eurostoxx50 ha toccato un massimo a 4419 punti e ha chiuso 13 punti più in basso a 4406 punti. Il FTSE MIB (+0.98% a 26457 punti) ha sovraperformato le altre borse europee grazie alla buona spinta fornita delle azioni bancarie. L'indice settoriale europeo SX7E ha guadagnato il +1.29% a 99.28 punti e l'obiettivo a 100 punti é a portata di mano.
A livello tecnico non ci sono cambiamenti - la rottura al rialzo di settimana scorsa prosegue lentamente senza accelerazioni ed entusiasmo. Le vecchie resistenze non vengono testate.

L'S&P500 ha aperto a 4448 punti ed é subito salito sul nuovo record storico a 4449.44 punti. Dopo pochi minuti la spinta di rialzo é svanita e l'indice per un paio d'ore é sceso fino ai 4436 punti. Da metà seduta ha recuperato e ha chiuso a 4447.70 punti. Ancora una volta l'S&P500 si é mosso in soli 13 punti con un minimo ed un massimo ascendente. Il Nasdaq100 (-0.17% a 15027 punti) sta correggendo - il calo é impercettibile e non corrisponde a quanto ci eravamo aspettati. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5063 su 2835, NH/NL a 815 su 536 e volume relativo a 0.95. Notiamo che la volatilità VIX é scesa ancora più in basso a 16.06 punti (-0.73) - come spiegato in precedenti commenti ci aspettiamo che a breve la VIX cominci a salire - l'effetto sull'S&P500 é incerto anche se normalmente questi due indici sono correlati inversamente.
I Summation Index sono leggermente saliti. I tassi d'interesse sono stabili (reddito dell'USTB decennale a 1.35%, -0.01%).
Non ci sono cambiamenti nelle caratteristiche di questo rialzo che ignora i limiti ed i problemi tecnici.

Ora il future sull'S&P50 é invariato a 4440 punti. Le borse asiatiche alle 07.45 sono in leggero calo (ca. -0.2%). Pensiamo che le borse europee apriranno in pari. Avremo probabilmente una ripetizione delle precedenti sedute con pochi movimenti e indici che marceranno sul posto.

Commento dell'11 agosto

Nuovi massimi di Eurostoxx50 e S&P500 - un rialzo forte e dinamico ha però un'altro aspetto

La seduta di borsa é stata nuovamente positiva - l'Eurostoxx50 europeo (+0.26% a 4187 punti) ha toccato un nuovo massimo annuale a 4197 punti mentre l'S&P500 americano (+0.10% a 4438.75 punti) ha migliorato il record storico portandolo a 4445.21 punti. Gli investitori non hanno però voglia di festeggiare - gli acquisti sui nuovi massimi sono sporadici e i volumi di titoli trattati sono modesti - forse una conseguenza del fatto che molti sono in vacanza. Il rialzo non é dinamico ma costante - viene accompagnato da una scarsa partecipazione (in America NH/NL a 698 su 538) e da molta rotazione tra settori. D'altra parte non c'é neanche una correzione - gli indici azionari salgono semplicemente in maniera regolare, senza strappi e senza intoppi. Difficile dire fino a quando questa situazione potrebbe persistere anche perché a livello tecnico non ci sono cambiamenti significativi. L'unico grave problema é che specialmente la borsa americana é oscenamente cara - presto o tardi questa bolla speculativa é destinata ad esplodere ma nessuno sa quando - tutti pensano che non può succedere nulla fino a quando le Banche Centrali continuano a sostenere i mercati finanziari attraverso una politica monetaria estremamente accomodante. Spesso però la borsa non segue il consenso - pensiamo che sarà un evento inatteso e imprevedibile a cambiare il corso di questa tendenza rialzista.

Le borse europee sono salite la mattina, hanno fatto una lunga pausa nella parte centrale della giornata, hanno seguito la buona fase d'apertura a Wall Street e si sono sgonfiate sul finale. L'Eurostoxx50 (+0.26% a 4187 punti) ha guadagnato 13 punti ma ha chiuso 10 punti sotto il massimo giornaliero e nuovo massimo annuale a 4197 punti. Una dimostrazione di forza ha un'altro aspetto. 
Assistiamo ad un rialzo a piccoli passi. Niente entusiasmo o accelerazioni - i volumi di titoli trattati sono modesti. Per questa ragione temiamo un fallimento e una caduta simile a quella di metà giugno. Ci piacerebbe  vedere come l'Eurostoxx50 ritesta i 4160 punti dall'alto prima di confermare che é iniziata una nuova gamba di rialzo con un potenziale di circa il 5%. Chi compra e segue la corrente prende una decisione logica ma deve assumersi il rischio di una caduta e mettere uno stop loss poco sotto i 4160 punti.
Il FTSE MIB (+0.24% a 26201 punti) si trova in una situazione simile a quella dell'Eurostoxx50 - ieri l'indice ha toccato un nuovo massimo annuale.
Il DAX tedesco (+0.16% a 15770 punti) invece da giugno marcia sul posto. Ieri l'indice ha ripetuto le due precedenti sedute - lunedì ha perso 16 punti, ieri ne ha guadagnati 25 - per saldo si muove in pochi punti e con scarsi volumi di titoli trattati. Fino a quando il DAX resta ampiamente all'interno delle BB, orizzontali e parallele, e la MM a giorni é piatta, c'é poca speranza che si sviluppi un'altra spinta di rialzo. Questa é anche una delle ragioni per cui non crediamo molto alla rottura al rialzo dell'Eurostoxx50 perché difficilmente l'Europa senza la Germania può andare lontano.
L'SMI svizzero (+0.41% a 12361 punti) ha accelerato al rialzo. L'indice sembra risucchiato verso l'alto dai certificati short a barriera. Anche ieri l'SMI ha guadagnato 50 punti, ha toccato un nuovo massimo storico e ha sovraperformato le altre borse europee. Il tutto grazie non solo ai titoli farmaceutici ma ad un misto di azioni di diversi settori. Per questa ragione pensiamo che gli acquisti seguano adesso l'indice e non singole azioni. La tendenza é ovviamente al rialzo e per ora non vediamo pericoli all'orizzonte.
Insomma - le borse europee lievitano ma il rialzo sembra dipendere da Wall Street.

In America abbiamo avuto una seduta mista con pochi movimenti per lo più casuali. L'S&P500 (+0.10% a 4436.75 punti) ha guadagnato 4 punti. Il Nasdaq100 é sceso (-0.52% a 15053 punti) ma la sua debolezza é stata compensata da altri settori (DJT +1.87%, RUT +0.20%). L'S&P500 si é mosso in soli 15 punti e ha chiuso al centro del range giornaliero - per l'analisi tecnica é stata una seduta senza tendenza. La seduta al NYSE nel complesso é stata positiva con A/D a 4261 su 3643, NH/NL a 698 su 538 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é ferma a 16.79 punti (+0.07), i traders speculano long (CBOE Equity put/call ratio a 0.43) e il Fear&Greed Index é stabile (36 punti, +1).
Riassumendo questa seduta non ci ha detto nulla di nuovo. Il Nasdaq100 perde qualche punto come reazione al DSI eccessivamente alto. Non sembra però che voglia correggere. Non c'é pressione di vendita - appena un indice comincia a scendere i venditori si ritirano al primo ostacolo.

Il cambio EUR/USD sta testando il minimo annuale a 1.1707. Stamattina é a 1.1710. Gli acquisti sulla moneta americana sono provocati dai numerosi programmi di stimolo economico varati da Joe Biden. Ormai abbiamo perso il conto di quanto proposto e quanto deciso. Le notizie in questo senso però si susseguono e creano una sensazione di euforia per quel che riguarda le possibilità di crescita dell'economia e di riflesso la moneta si rafforza. A marzo di quest'anno, quando l'USD si era rivalutato a scapito dell'EUR, le borse europee avevano sovraperformato la borsa americana - l'effetto sembra ripetersi.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4426 punti (-3 punti). Le borse asiatiche salgono (Nikkei +0.65%, Shanghai +0.10%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4193 punti. Le borse europee apriranno in leggero guadagno. I mercati finanziari non reagiscono più ai dati congiunturali. La terza ondata di infezioni di Covid19 non sembra far paura - cittadini e economia stanno imparando a convivere con il virus. Ci aspettiamo una giornata tranquilla con indici azionari praticamente invariati.

Commento del 10 agosto

Gli investitori sono in vacanza - solo i traders sono attivi

Ieri le borse si sono mosse in pochi punti e i volumi di titoli trattati sono stati modesti - i maggiori indici azionari hanno terminato la seduta praticamente invariati. Ci sono stati degli argomenti interessanti come il crollo del prezzo dell'oro (1735 USD/oncia) la mattina presto in Asia - abbiamo osservato movimenti spettacolari su alcune azioni oggetto di speculazione come Biontech (+14.97%), Moderna (+17.10%) o Coinbase (+8.60%). Infine alcuni indici hanno approfittato della buona performance di alcuni settori - gli acquisti di titoli finanziari hanno aiutato la borsa italiana (FTSE MIB +0.54% a 26139 punti) mentre alcuni titoli farmaceutici (Roche +2.58%) hanno attirato l'interesse degli investitori e spedito l'SMI svizzero (+1.10% a 12310 punti) su un nuovo record storico. In generale però la seduta é stata fiacca (Eurostoxx50 +0.06% a 4177 punti, S&P500 -0.09% a 4432.35 punti) e la situazione situazione tecnica non é cambiata. L'unico aspetto degno di nota sono i nuovi massimi annuali su alcuni indici azionari europei che in linea di massima confermano l'avvenuta rottura al rialzo di settimana scorsa. Potrebbe però ancora trattarsi di una falsa rottura al rialzo come a metà luglio abbiamo avuto una falsa rottura al ribasso. Ci vorrebbe un test riuscito delle vecchie resistenze e ora supporti per essere sicuri che abbiamo un valido segnale d'acquisto per una sostenibile fase di rialzo (+5%).

L'S&P500 ha aperto invariato a 4436 punti. Ha provato a scendere ma si é fermato a 4424 punti. È poi lentamente salito a balzi irregolari e ha toccato un massimo a 4439 punti senza osare migliore il record storico a 4440 punti. Alla fine si é fermato a 4432.35 punti (-0.09%). Il Nasdaq100 (+0.15 a 15133 punti) ha guadagnato qualche punto mentre il Russell2000 (-0.58%) é sceso appesantito dal settore energia. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3319 su 4558, NH/NL a 554 su 479 e volume relativo a 0.85. La volatilità VIX é salita a 16.72 punti (+0.57), il CBOE Equity put/call ratio era nella media a 0.49 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 35 punti (-1 punto). I Summation Index erano quasi fermi. Il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.33% (+0.02%) - l'aumento dei tassi d'interesse di mercato sull'USD viene considerata la ragione del rafforzamento dell'USD - il cambio EUR/USD é sceso a 1.1740 (minimo a 3 mesi) e sembra che il minimo annuale a 1.17 debba essere ritestato. 
L'impressione generale é che la spinta di rialzo in America perde di slancio - il mercato intende fare una pausa che fino a prova contraria dovrebbe essere un consolidamento poiché a livello tecnico non appare nulla di nuovo rispetto alle scorse settimane.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4421 punti (-4 punti). Le borse asiatiche sono favorevoli (Nikkei +0.24%, Shanghai +0.4%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4180 punti - le borse europee apriranno con leggeri guadagni. Non ci sono notizie importanti e quindi prevediamo un'altra seduta tipica del periodo di vacanze estive - pochi movimenti, modesti volumi e indici praticamente invariati.

Aggiornamento del 9 agosto

Flash crash dell'oro che perde di colpo 100 USD - incidente o primo segnale di problemi in arrivo?

Durante la notte il prezzo dell'oro é precipitato fino a 1668 USD/oncia e si trova stamattina a 1739 USD - venerdì scorso l'oro aveva ceduto il supporto a 1800 USD e aveva terminato la settimana a 1763 USD. Anche il prezzo dell'argento di riflesso é in forte calo mentre le quotazioni degli altri metalli preziosi sono stabili. Negli ambienti finanziari si dice che un ordine di vendita di 4 Mia di USD abbia fatto crollare il prezzo dell'oro. A prima vista questo sembra unicamente un'incidente senza gravi conseguenze. Non ci sono movimenti sostanziali e particolari sugli altri mercati finanziari (borse, divise, obbligazioni - tassi d'interesse).
Il future sull'S&P500 é a 4420 punti (-9 punti) - con il discount di questo contratto significa che l'S&P500 vale 4427 punti. Il Nikkei non tratta a causa di un giorno di festa in Giappone - Shanghai sta guadagnando il +1%. Alle 08.00 l'Eurostoxx50 vale 4165 punti - le borse europee apriranno in leggero calo (-0.2%). Dopo il rialzo di settimana scorsa non é sorprendente che all'inizio di questa settimana ci siano delle prese di beneficio. In molti Paesi é tempo di vacanze - molti operatori sono assenti. Pensiamo che questa settimana ci sarà una pausa di consolidamento anche perché nel calendario finanziario non scorgiano appuntamenti importanti.

Commento del 7-8 agosto

Il rialzo sembra poter continuare sormontando i problemi tecnici

Settimana scorsa pensavamo che potesse iniziare una correzione delle borse - gli indicatori tecnici segnalavano che il Nasdaq100 (-0.47% a 15109 punti) era vicino ad un massimo intermedio mentre i tassi d'interesse sull'US Treasury Bond decennale (1.31%, +0.08%), che hanno un'evidente influenza su questo indice come ha mostrato al correzione di metà febbraio - inizio marzo, dovevano cominciare a salire da un minimo significativo. Venerdì i dati sul mercato del lavoro americano hanno in effetti provocato un sensibile aumento dei tassi d'interesse di mercato ma la reazione delle borse é stata deludente. Il Nasdaq100 ha perso terreno ma poco - l'S&P500 (+0.17% a 4436.52 punti) ha ancora guadagnato 7 punti e ha toccato un record storico a 4440.82 punti. Il cambio  EUR/USD ha reagito violentemente con una discesa da 1.1830 a 1.1760 - l'oro ha seguito la conosciuta correlazione ed é pesamentemente caduto nuovamente sotto il supporto a 1800 USD raggiungendo i 1763 USD. Insomma - tutto ha funzionato come previsto tranne la cosa più importante - l'S&P500 grazie all'abituale rotazione tra settori ha continuato imperterrito a salire e a questo punto non sappiamo più cosa potrebbe bloccarlo. Sembra che con l'analisi tecnica non siamo in grado di prevedere una correzione - le combinazioni di ipercomperato ed eccesso di rialzo non provocano come al solito delle prese di beneficio - l'euforia causa una o due sedute negative ma poi il mercato si risolleva - le carenze a livello di partecipazione (NH/NL a 792 su 414 - i dati cumulati non sono meglio...) vengono compensate da una rotazione tra settori. Se la tecnologia fa una pausa, come é successo venerdì, ci sono altri settori ciclici legati alla crescita economica (finanza, energia, industria, materiali) che prendono il testimone. Non parliamo più neanche delle oscene valutazioni fondamentali poiché il mercato é ormai mesi che le ignora. Gli investitori hanno liquidità in abbondanza e non vendono azioni in mancanza di alternative. Tutti sono convinti che fino a quando le Banche Centrali faranno di tutto per tenere basso il costo del denaro e finanzieranno i debiti pubblici ormai esplosi a livelli razionalmente inaccettabili e insostenibili, il party deve continuare. Tutti si rendono conto dell'assurdità della situazione e dell'esistenza di una bolla speculativa di epiche dimensioni. Nessuno però é in grado di prevedere quando la festa finirà e quindi, fino a quando c'é da divertirsi e da guadagnare, nessuno scappa. Il QE ha eliminato le obbligazioni come veicolo d'investimento per gli investitori privati che si concentrano sulle azioni.
Fino a quando non osserveremo un cambiamento nel comportamento del mercato azionario o negli indicatori non possiamo che prevedere una continuaziona del rialzo al quale sembra che anche l'Europa abbia nuovamente voglia di partecipare. I segnali di rottura al rialzo si moltiplicano e l'Eurostoxx50 (+0.36% a 4176 punti) venerdì é salito su un nuovo massimo annuale. Sembra che le borse europee abbiamo iniziato una spinta di rialzo a medio termine e sulla base della lunghezza del consolidamento sembra che esista un potenziale di circa il +5% di guadagno. Il rialzo ignora anche i cicli annuali e di lungo termine in calo e l'effetto stagionale negativo. A questo punto chi é ribassista sulla base dei segnali lanciati su più fronti dall'analisi tecnica é obbligato a gettare la spugna di fronte all'evidenza dei fatti.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.08% a 4176 punti - nuovo massimo annuale
SX7E (banche)          +5.02% a 97.54 punti
DAX                         +1.40% a 15761 punti
SMI                          +0.49% a 12176 punti
FTSE MIB                  +2.51% a 26000 punti - nuovo massimo annuale
S&P500                     +0.17% a 4436.52 punti - nuovo record storico
Nasdaq100                +1.00% a 15109 punti

Questa settimana abbiamo avuto solo delle sedute di pausa con chiusure senza sostanziali cambiamenti, o delle sedute di moderato rialzo.
Venerdì le borse europee hanno ancora guadagnato terreno - la seduta é stata caratterizzata da un aumento dei tassi d'interesse di mercato che prontamente ha provocato degli acquisti sul settore bancario (SX7E +2.52% a 97.54 punti) e di riflesso una buona performance relativa della borsa italiana (FTSE MIB +1.30% a 26000 punti). Ora che i tassi d'interesse ricominciano a salire il nostro obiettivo a 100 punti di SX7E é nuovamente realistico e raggiungibile. In generale gli indici europei stanno lievitando e stanno abbandonando il canale di oscillazione orizzontale valido da giugno. Questo rottura al rialzo sui grafici dovrebbe far salire gli indici a medio termine dai livelli attuali di circa un +5%. Il condizionale é legato a due fattori. In primo luogo le vecchie resistenze e ora supporti devono essere ritestati con successo per convalidare la rottura al rialzo - concretamente all'inizio di settimana prossima l'Eurostoxx50 dai 4176 punti deve ridiscendere sui 4160 punti, tenere il supporto e ripartire definitivamente al rialzo. La seconda condizione é che l'S&P500 non cominci a correggere - per questo, secondo noi, l'S&P500 deve restare sopra i 4400 punti ma ne riparliamo a tempo debito. Se l'America corregge é molto probabile che il rialzo dell'Europa fallisca e che le borse europee tornino nel range di giugno - luglio. È una variante da non escludere  considerando la falsa rottura al ribasso di metà luglio - se c'é stata una falsa rottura al ribasso può anche esserci una falsa rottura al rialzo.

Venerdì l'S&P500 (+0.17% a 4436.52 punti) ha toccato un nuovo record storico a 4440.82 punti ma il comportamento durante la giornata non é stato brillante. L'indice si é mosso in soli 11 punti (!) e ha chiuso al centro del range giornaliero (4429-4440 punti) con un magro bottino di 7 punti e modesti volumi. La tendenza resta debolmente ma saldamente al rialzo - il trend della borsa americana nel complesso é invece neutro (46.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni - Bullish Percent Index sul NYSE a 59.36 punti). 
Il rialzo del DJTransportation (+0.55%) e del Russell2000 (RUT +0.53%) hanno compensato il calo della tecnologia (Nasdaq100 -0.47%) con il risultato che la seduta al NYSE é stata di poco positiva con A/D a 4161 su 3716, NH/NL a 792 (pochi!) su 414 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 16.15 punti (-1.13) - il CBOE Equity put/call ratio é relativamente alto a 0.55 (la media di lungo periodo é a 0.48) mentre il Fear&Greed Index é salito a 36 punti (+2). I Summation Index sono leggermente saliti. I dati sul sentiment (umore degli investitori) sono misti - solo la volatilità VIX sembra decisamente troppo bassa (DSI a 11 punti) e pronta per un rimbalzo o un rialzo.
Insomma - venerdì ci aspettavamo una seduta negativa con un aumento dei tassi d'interesse e un marcato calo del settore tecnologico. I tassi d'interesse sono in effetti balzati trascinandosi dietro l'USD ma la reazione della borsa é stata blanda. L'impressione é quindi che più nulla é in grado di rallentare, fermare o far deragliare questo rialzo.
Forse bisogna dare a Wall Street ancora un paio di giorni di tempo per reagire all'aumento dei tassi d'interesse. Se però all'inizio di settimana prossima l'S&P500 non ridiscende sotto i 4400 punti é molto probabile che ci aspettino ancora parecchie settimane di moderato rialzo e quindi nuovi massimi storici sugli indici della borsa americana.

Commento del 6 agosto

Eurostoxx50 e S&P500 ballano sui massimi - i grafici sono costruttivi ma gli indicatori non confermano

Ieri é stata una buona giornata sia per le borse europee (Eurostoxx50 +0.39% a 4161 punti) che per quella americana (S&P500 +0.60% a 4429.10 punti). Come percentuale di guadagno é stata una seduta nella norma con moderati guadagni - niente di speciale. Sui grafici però si delieano delle rotture al rialzo. L'Eurostoxx50 ha toccato i 4166 punti e in questa maniera ha migliorato di 2 punti il precedente massimo annuale di metà giugno. L'S&P500 invece ha eguagliato il massimo storico del 29 luglio a 4429 punti e quella di ieri é la migliore chiusura giornaliera della storia dell'indice - il Nasdaq100 (+0.65% a 15181 punti) ha superato di una trentina di punti il precedente massimo storico. Ci sono state delle marginali rotture al rialzo che potrebbero significare in Europa l'inizio di una nuova spinta di rialzo a medio termine dopo un lungo periodo di consolidamento, e in America un'estensione di un trend che é già rialzista.
Il problema é che, se i grafici sono costruttivi, gli indicatori non confermano. Gli indicatori di partecipazione mostrano che la forza d'acquisto é insufficiente per salire decisamente più  in alto - gli oscillatori ci dicono che in America alcuni indici determinanti come il Nasdaq sono su dei massimi intermedi - infine gli indicatori di sentiment di cortissimo termine (DSI) mostrano euforia sul Nasdaq e pessimismo sulla volatilità VIX (17.28 punti, -0.6). Ieri i tassi d'interesse in America sono saliti (reddito dell'USTBond decennale a 1.23%, +0.04%) ma questo non ha avuto un effetto negativo sul comparto tecnologico come speravamo.
Bisogna ora vedere come regiscono i mercati oggi ai dati di luglio del mercato del lavoro americano che verranno resi noti alle 14.30. Nell'analisi del fine settimana avremo il tempo di decidere se si sta preparando una ripresa e/o una continuazione del rialzo o se invece, come pensiamo noi e come dovrebbe succedere secondo i cicli negativi, ci deve essere una correzione.

Sulla seduta in Europa abbiamo poco da dire. Stranamente gli indici erano scoordinati. L'Eurostoxx50 ha toccato il massimo in tarda mattinata e poi é oscillato in laterale - sembrava quasi che fosse stato fermato dalla resistenza costituita del massimo annuale. DAX (+0.33% a 15744 punti) e FTSE MIB (+0.69% a 25665) sono invece saliti piuttosto nel pomeriggio chiudendo sul massimo giornaliero. L'SMI svizzero (+0.17% a 12199 punti) marcia invece sul posto poiché i suoi leaders (Nestlé, Roche e Novartis) e sono decisamente stanchi. Tutti gli indici azionari europei da qualche giorno lievitano ma non hanno ancora dato dei chiari segnali d'acquisto.

L'S&P500 ha subito voluto cancellare la perdita del giorno prima. Ha aperto a 4413 punti, é lentamente salito a 4422 punti ed é risceso a 4416 punti. Alle 21.30 era tranquillo sui 4420 punti ma sul finale c'é stata un'ultima ondata d'acquisti e l'indice ha chiuso sul massimo a 4429.10 punti (+0.60%). Il Nasdaq100 (+0.65% a 15181 punti) ha seguito. DJT (+1.26%) e Russell2000 (+1.81%) hanno sovraperformato con il risultato che la seduta é stata decisamente positiva con A/D a 5619 su 2276, NH/NL a 583 su 573 e volume relativo a 0.95. La partecipazione resta miserabile con un numero di NH troppo basso. Il CBOE Equity put/call ratio era nella media a 0.52 mentre il Fear&Greed Index é balzato a 34 punti (+8). I Summation Index sono leggermente saliti.
I trader hanno fatto vedere come possono abbandonare un titolo senza prevviso - AMD ieri é precipitata del -5.41% dopo aver guadagnato un +50% in tre settimane.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4421 punti (-1). L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4164 punti (+3 punti). I mercati azionari sono praticamente fermi e fino ad oggi pomeriggio ci aspettiamo che regni la calma. Poi vedremo....

Commento del 5 agosto

Comportamento costruttivo delle borse europee - forza relativa e parziali rotture al rialzo

Ieri le borse europee hanno dato segnali di risveglio - l'Eurostoxx50 (+0.65% a 4145 punti) ha guadagnato 25 punti ed é tornato a soli 20 punti dal massimo annuale di metà giugno a 4165 punti. Abbiamo notato due aspetti positivi. Le borse europee sono salite malgrado la debolezza di New York - invece che insaccarsi appena l'S&P500 (-0.46% a 4402.66 punti) perdeva una manciata di punti hanno ignorato il calo e hanno chiuso vicine al massimo giornaliero. Inoltre cominciano a verificarsi delle interessanti rotture al rialzo come sul francese CAC40 (+0.33%) che ha toccato un nuovo netto massimo annuale. Tra l'altro il CAC40 con un +21% da inizio anno é una delle migliori borse europee di un certo peso insieme all'AEX olandese (+22%).
Il DAX tedesco (+0.88% a 15692 punti) si é comportato ancora meglio ma resta un 300 punti dal massimo annuale. Se guardate il grafico noterete che malgrado il guadagno di 137 punti nel trend non cambia nulla. Anche il comportamento del mercato azionario tedesco é stato però costruttivo poiché in serata il DAX non é sceso malgrado la debole apertura a Wall Street. Forse che le borse europee riescono ad emanciparsi dall'America? Non crediamo ma nei prossimi giorni esamineremo con attenzione lo sviluppo della situazione per vedere se esiste effettivamente la possibilità che emerga della forza relativa.
In Svizzera c'é stata un'altra seduta con pochi movimenti e l'SMI (+0.13% a 12178 punti) ha chiuso praticamente in pari. Questa é però la migliore chiusura della storia e questo basta a confermare che la tendenza é debolmente al rialzo. Non siamo molto positivi per questo mercato che manca attualmente di forza poiché i tre big (Nestlé, Roche e Novartis) marciano sul posto - d'altra parte non c'é nessuna ragione per vendere. 
Insomma - dall'Europa abbiamo dei segnali costruttivi - vediamo nei prossimi giorni se abbiamo delle conferme sotto forma di ulteriori rotture al rialzo. A questo scopo avremmo però bisogno una certa collaborazione da parte dell'America e questa non é per niente scontata.

In effetti a Wall Street abbiamo avuto una seduta mista per quel che riguarda gli indici e una seduta negativa per quel che riguarda la struttura (A/D a 2410 su 5483). L'S&P500 (-0.46% a 4402.66 punti) ha perso terreno ma ha difeso il supporto a 4400 punti. La tecnologia rappresentata dal Nasdaq100 (+0.14% a 15083 punti) ha ancora guadagnato terreno - tutti adorano i semiconduttori (SOX +1.18%) e in particolare il duo AMD (+5.52%) e NVidia (+2.32%) - fino a quando questa mania durerà é improbabile che il mercato azionario americano possa correggere.
Per il resto abbiamo avuto una seduta un pò sconclusionata e senza tendenza - l'S&P500 si é mosso a caso in soli 16 punti nel range del giorno precedente. Dopo tre sedute di combattimenti tra rialzisti e ribassisti intorno ai 4400 punti si é deciso di fare una pausa.
L'S&P500 ha aperto a 4408 punti ed é ancora salito sul massimo a 4416 punti. Poi ad ondate é sceso sul supporto a 4400 punti. Visto che il supporto ha retto le parti hanno deciso di fare una tregua. L'S&P500 é oscillato in laterale e ha chiuso a 4402.66 punti (-0.46%). Notiamo che la partecipazione resta debole con pochi NH e abbastanza NL (NH/NL a 478 su 837) - la situazione é particolarmente instabile sul Nasdaq (NH/NL a 239 su 509). I Summation Index sono nuovamente in calo. La volatilità VIX é ferma a 17.97 punti (-0.07), il CBOE Equity put/call ratio é a 0.52 mentre il Fear&Greed Index é ricaduto a 26 punti (-4).
Il reddito dell'USTBond decennale é fermo a 1.19%. Secondo gli oscillatori e il DSI il Nasdaq100 dovrebbe essere su un massimo intermedio e essere pronto per una correzione minore - secondo noi questa dovrebbe corrispondere ad un temporaneo aumento dei tassi d'interesse - vediamo se già oggi appare qualcosa prima dell'importante rapporto sul mercato del lavoro americano di luglio atteso domani alle 14.30.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 praticamente invariato a 4397 punti (+2). L'Eurostoxx50 vale 4140 punti (-5) - le borse europee aprirano in leggero calo. Oggi ci aspettiamo una seduta di pausa - gli indici dovrebbero muoversi di pochi punti e chiudere praticamente invariati.

Commento del 4 agosto

I ribassisti si fermano sul supporto a 4370 punti di S&P500

Ieri gli indici azionari europei si sono mossi in pochi punti e hanno chiuso sul livello d'apertura, praticamente invariati e al centro del range giornaliero. Questo vale per tutti gli indici che analizziamo che a fine giornata presentano delle differenze inferiori al 0.1% (!) (Eurostoxx50 +0.03% a 4118 punti, DAX -0.09% a 15555 punti, FTSE MIB +0.02% a 25356 punti e SMI -0.06% a 12163 punti). Gli indici dell'UE da metà giugno non riescono più a fare progressi e la MM a 50 giorni é ormai piatta. Tutto questo conferma che per il momento la tendenza é neutra e a breve ci sono poche speranze per un movimento significativo.

Dopo questa seduta opaca e insignificante in Europa, passiamo subito all'America che invece ha fornito agli analisti tecnici alcuni momenti di tensione e dei temi d'analisi. I ribassisti hanno nuovamente tentato un affondo e questa volta si sono fermati sopra l'evidente supporto a 4370 punti di S&P500. L'indice é caduto alle 16.40 a 4373 punti e a questo punto i traders sono intervenuti e hanno comperato. L'effetto é stato spettacolare. Immediatamente l'indice é risalito a 4385 punti, ha consolidato per circa un'ora e poi ha ripreso la sua corsa fino ai 4407 punti che sono stati toccati verso le 17.45. Con l'S&P500 nettamente sopra i 4400 punti i rialzisti hanno poi avuto vita facile - l'indice é salito lentamente fino alla chiusura a 4423.15 punti (+0.82%). Lunedì i rialzisti sembravano in difficoltà - ieri hanno mostrato la capacità da saper ancora dominare la scena. A livello di partecipazione il mercato appare però debole e fragile. Il rapporto nuovi massimi su nuovi minimi a 30 giorni (NH/NL a 473 su 733) mostra che in sottofondo esiste una certa pressione di vendita che si estende anche al comparto tecnologico (Nasdaq NH/NL a 238 su 473). I settori forti come quello dei semiconduttori (SOX +0.57%) non mollano e gli investitori una volta che hanno trovato un nuovo amore sono ancora in grado di farlo decollare come mostra l'esempio di  AMD (+3.62%) . La prossima correzione minore sembra però dietro l'angolo come abbiamo spiegato ieri nel commento sul Nasdaq100. A questo riguardo notiamo che ieri il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 1.19% (-0.01%).
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4758 su 3159 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é ricaduta a 18.04 punti (-1.42), il CBOE Equity put/call ratio é nuovamente basso a 0.47 e il Fear&Greed Index é risalito a 30 punti (+6). Il Summation Index sul NYSE é salito, quello sul Nasdaq é ancora in calo.
Il rialzo ieri é apparso su tutto il listino (Nasdaq100 +0.65%, DJT +1.45%, RUT +0.36%) - una decisa debolezza iniziale del Russell2000 é sparita nel corso della giornata.
Ora l'S&P500 (4423 punti) si trova nuovamente a pochi punti dal massimo storico (4430 punti). Sarebbe logico che tra oggi e domani l'indice riuscisse a raggiungere un nuovo massimo storico marginale sui 4440 punti. Verso la fine della settimana dovrebbe però partire del Nasdaq100 una correzione minore.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4413 punti (-2 punti). Le borse asiatiche sono miste e poco mosse (Nikkei +0.22%, Shanghai -0.8%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale a 4137 punti (+19 punti). Le borse europee apriranno con moderati guadagni - dovrebbero riuscire a difendere questa iniziale plusvalenza fino a stasera.

Commento del 3 agosto

I rialzisti hanno perso l'iniziativa

Ieri mattina sembrava che la settimana dovesse iniziare come al solito - vale a dire con i rialzisti a controllare la situazione e a far lievitare le borse. In effetti gli indici azionari europei hanno aperto in guadagno e nei primi 10 minuti di contrattazioni sono saliti baldanzosi con guadagni che hanno ampiamente superato l'1% - l'Eurostoxx50 (+0.67% a 4116 punti) dai 4089 punti di venerdì é balzato fino a 4135 punti. Poi improvvisamente la spinta é finita - gli indici sono scivolati verso il basso fino a metà giornata e poi hanno recuperato nel pomeriggio senza ritrovare la forza mostrata in apertura. Rimane la delusione di un mercato che dopo la buona apertura non ha più fatto progressi ed é stato vittima di prese di beneficio. Abbiamo quindi avuto una seduta in generale positiva ma per niente convincente per quel che riguarda la forze dei rialzisti. La tendenza resta neutra.
Gli altri indici che analizziamo si sono comportati peggio dell'Eurostoxx50. Il DAX (+0.16% a 15568 punti) ha perso quasi completamente i guadagni iniziali mentre il FTSE MIB (-0.05% a 25351 punti) ha chiuso addirittura in leggera perdita e sul minimo giornaliero. Questa volta le banche (SX7E -0.41% a 92.49 punti) hanno giocato contro il mercato azionario italiano. Ieri hanno prevalso le vendite causate dai tassi d'interesse ancora in calo. Se i tassi d'interesse non salgono il nostro obiettivo a 100 punti é utopico. La costante diminuzione dei tassi d'interesse da metà maggio é una contraddizione. Se la crescita economica é robusta e l'inflazione cresce ci si potrebbe aspettare che i tassi d'interesse salgano e tornino per lo meno in positivo (il reddito di tutte le obbligazioni di Stato tedesche é ora negativo compreso il Bund trentennale!). Non si riesce a capire se questo sviluppo rispecchia effettivamente la situazione economica e le decisioni d'investimento dei risparmiatori o se é solo una conseguenza delle manipolazioni delle Banche Centrali.

In America abbiamo avuto lo stesso effetto come in Europa - buona apertura ma chiusura lontana dal massimo giornaliero e vicina al minimo giornaliero. Poiché l'S&P500 (-0.18% a 4387.16 punti) ha perso 8 punti si potrebbe parlare di reversal - la perdita é però modesta e i volumi di titoli trattati troppo bassi per poter credere che si sia verificata un'inversione di tendenza. In ogni caso le candele rosse sui grafici mostrano che dopo il gol iniziale dei rialzisti la partita é stata vinta dai ribassisti.
L'S&P500 ha aperto a 4420 punti e si é mosso poco fino alle 17.30 quando valeva 4414 punti. Poi c'é stata una veloce caduta fino a 4395 punti seguita da un'oscillazione di ore sui 4394-4402 punti - é evidente che i 4400 punti sono un importante livello di riferimento. Sul finale l'indice é caduto fino a 4384 punti e ha chiuso a 4387.16 punti (-0.18%). Il mini reversal ha coinvolto tutti gli indici (Nasdaq100 +0.02%, DJT -0.58%, RUT -0.48%) - la tecnologia ha ancora sovraperformato e in questo senso non é cambiato nulla.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3813 su 4095, NH/NL a 830 su 372 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é balzata a 19.46 punti (+1.22), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.51 mentre il Fear&Greed Index é rimasto a 24 punti. A livello di sentiment notiamo unicamente che la VIX si muove parecchio appena l'S&P500 mostra un qualsiasi segno di debolezza - il nervosismo é palpabile. I Summation Index erano nuovamente in leggero calo.
Ieri gli indici si sono appena mossi e gli indicatori tecnici sono praticamente invariati. Formalmente non é cambiato nulla nel trend. Sembrava però che la settimana dovesse iniziare con i rialzisti a dominare nuovamente la scena. Invece ieri hanno perso l'iniziativa e a sorpresa non sono riusciti ad imporsi. L'S&P500 ha confermato il ritorno sotto i 4400 punti. Tutto questo cambia leggermente l'intonazione di fondo. Invece che parlare incondizionatamente di rialzo bisogna prendere in seria considerazione la possibilità di un lungo consolidamento.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4394 punti (+13 punti). Significa che l'S&P500 vale nuovamente 4400 punti. L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 4115 punti - le borse europee apriranno invariate. Poiché nei prossimi giorni non sono attese notizie importanti pensiamo che le borse sprofonderanno nella pausa estiva. Se i ribassisti non cercheranno di approfittare della stanchezza dei rialzisti per tentare un affondo é possibile che fino a venerdì non succeda nulla.

Aggiornamento del 2 agosto

Le borse cinesi rimbalzano e questo é abbastanza per un iniziare la settimana con ottimismo

Come spiegato nell'analisi di domenica, come si sarebbero presentati i mercati azionari stamattina avrebbe probabilmente determinato l'andamento della settimana. I mercati asiatici si riprendono dopo che le borse cinesi si sono stabilizzate, il governo ha assunto toni concilianti e gli investitori hanno ripreso fiducia. Shanghai sta guadagnando il +1.8% - il Nikkei é salito del +1.76%. Il future sull'S&P500 si é subito adattato - stanotte é balzato di una ventina di punti a al momento é a 4413 punti (+24 punti). Questo significa che l'S&P500 vale 4419 punti e si trova nettamente sopra la barriera dei 4400 punti.
Insomma  si delinea la solita settimana di moderato rialzo e l'S&P500 dovrebbe marginalmente migliorare il massimo storico a 4430 punti. Come d'abitudine le borse europee seguono le indicazioni provenienti dagli altri mercati e soprattutto da Wall Street. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4116 punti (+27 punti) - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.6%. Ci aspettiamo che riescano a difendere questa buona apertura e che terminino la giornata con moderati guadagni. Ormai anche i pessimisti stanno gettando la spugna e si adattano ad una situazione evidente - le borse non vogliono correggere.
Le discussioni con gli investitori privati sono ormai diventate monotone - nessuno vuole comperare obbligazioni mentre tutti chiedono quali azioni si possono ancora comperare con la liquidità che langue in conto corrente.

Commento del 31 luglio - 1. agosto

Salita esponenziale o crash ? né uno né l'altro - forse ci sarà un consolidamento di mesi

Tra gli analisti tecnici e fondamentali circolano due teorie. La prima prevede che il rialzo continui e che ci sia un'accelerazione finale di tipo esponenziale. Uno dei conosciuti rappresentanti di questa variante é David Hunter che prevede che l'S&P500 debba salire ancora quest'anno a 5000 punti prima che si verifichi un crollo epocale delle borse. La seconda teoria é quella seguita dai numerosi pessimisti che si aspettano da un momento all'altro un crash causato principalmente dalle oscene valutazioni fondamentali raggiunte dal mercato azionario americano. Noi analizziamo regolarmente il mercato a ricerca di elementi a sostegno di una o dell'altra teoria. In questo momento non vediamo nessun segnale di accelerazione. Settimana scorsa molti si aspettavano che gli ottimi risultati trimestrali dei colossi della tecnologia fossero un grado di fare accelerare al rialzo il Nasdaq100 e i listini americani. Invece il rialzo é proseguito con il solito ritmo. L'S&P500 ha toccato un nuovo record storico giovedì a 4430 punti ma ha chiuso venerdì a 4395.26 punti (-0.58%) - ha terminato quindi la settimana sotto il primo supporto a 4000 punti e con una perdita complessiva in 5 sedute di 16 punti. Il ritmo del rialzo dell'S&P500 é costante da circa un anno - la salita della MM a 50 giorni é regolare e non mostra nessun segno di accelerazione. L'analisi tecnica non offre neanche molti elementi in favore dei teorici del crash. Da un paio di mesi il rialzo diverge dai cicli che prevedono un calo del mercato azionario americano fino ad ottobre. Il divario che si é creato dovrebbe essere colmato e in questo senso é possibile che ci sia un sostanziale vuoto d'aria - questo potrebbe però verificarsi unicamente nel caso in cui una correzione minore facesse scendere l'S&P500 sotto la MM a 50 giorni (ora a 4283 punti) cambiando improvvisamente le regole del gioco. In questo caso la correzione minore potrebbe svilupparsi in una correzione di medio termine - un evento atteso da tempo e in teoria necessario per eliminare gli eccessi e riportare la borsa su solide basi. C'é però già troppo pessimismo per un crash - nei dati sul sentiment (Fear&Greed Index a 24 punti, -6 punti) notiamo già tanta cautela e molto scetticismo.
Non bisogna infine dimenticare che le forze che hanno spinto il rialzo fino ad oggi sono ancora presenti e hanno un influsso costante e determinante. La FED segue una politica monetaria estremamente espansiva malgrado una preoccupante spinta inflazionistica. Il governo americano lancia un programma di spesa pubblica dopo l'altro (deficit spending) e i bassi tassi d'interesse (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 1.24%, -0.04%) spingono gli investitori a comprare azioni come unica possibile alternativa (TINA) per poter conseguire un reddito del capitale sufficiente a raggiungere gli obiettivi e coprire l'inflazione. Lasciando perdere le valutazioni fondamentali ormai stratosferiche gli investitori hanno l'impressione di non poter abbandonare il mercato azionario e sono convinti che i prezzi delle azioni debbano sempre salire. La nuova generazione di investitori ha unicamente l'esperienza di un bull market durante il quale bisognava comperare qualsiasi correzione e qualsiasi debolezza (BTFD) per aver successo. In ogni crisi Stati e Banche Centrali sono intervenuti per risollevare l'economia e soprattutto i mercati azionari. Con due potenti attori pronti a salvare il mercato azionario a qualsiasi costo e in qualsiasi occasione cosa potrebbe andare male ?

Riassumendo sia la teoria dell'accelerazione esponenziale che quella del crash non vengono sostenute dall'analisi tecnica. La tendenza di fondo della borsa americana é secondo i nostri due indicatori di riferimento neutra (43.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percent Index sul NYSE a 57.33 punti). L'S&P500 e il Nasdaq si trovano in un debole rialzo poiché riescono regolarmente a migliorare il massimo storico e restano sopra le MM a 200 e 50 giorni in ascesa. Ignorano finora le conosciute divergenze a livello di partecipazione e i cicli ostili. Lo scenario più probabile per il prossimo futuro é quindi che questo lento rialzo debba continuare - senza accelerazioni e senza crash. D'altra parte non é possibile che questo movimento possa continuare all'infinito. Questa settimana praticamente per tutte le borse la performance é stata negativa - l'eccezione é costituita del FTSE MIB (-0.60% a 25363 punti) che é stato aiutato dalla buona prestazione del settore bancario europeo (SX7E -0.80% a 92.87) e in particolare da Unicredit (performance settimanale +5.39%) che dovrebbe riprendere le parti interessanti di MPS dettando le condizioni allo Stato Italiano (tanto le perdite e le differenze contabili le pagano il contribuente...).
Nella settimana appena trascorsa le borse sono sembrate affaticate - malgrado una serie di buone notizie gli indici azionari non sono più riusciti a fare progressi. Sui grafici sembra delinearsi la prossima correzione minore - facciamo quindi attenzione poiché presto o tardi una correzione minore si trasformerà in correzione a medio termine. Bisogna però vendere unicamente se l'S&P500 rompe il supporto fornito dalla MM a 50 giorni con un evidente deterioramente degli indicatori e momentum. Fino a quel momento conviene ignorare la borsa con le sue oscillazioni a corto termine e godersi le vacanze estive.
Per le borse europee la strategia é ancora più semplice - seguiranno ciecamente quanto succederà in America - la tendenza é da mesi neutra. Poiché ultimamente i tentativi di ribasso sono più convincenti di quelli di rialzo riteniamo che per il futuro la variante della rottura al ribasso e della correzione sia quella più probabile. I traders possono giocare sulla sovraperformance di singoli mercati (FTSE MIB) o settori (banche). Molto probabilmente a tutti sarà sfuggito il fatto che venerdì l'SMI svizzero (+0.25% a 12116 punti) ha toccato per 4 punti un nuovo massimo storico marginale - sembra che in fondo possedere Nestlé o Roche sul lungo periodo sia una strategia vincente.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.48% a 4089 punti
SX7E (banche)          +1.59% a 92.87 punti
DAX                         -0.80% a 15554 punti
SMI                          -0.12% a 12116 punti
FTSE MIB                  +0.95% a 25363 punti
S&P500                     -0.37% a 4395.26 punti
Nasdaq100                -1.00% a 14959 punti

Venerdì i deludenti risultati trimestrali di Amazon (-7.56%) hanno influito negativamente sulle borse europee (Eurostoxx50 -0.67% a 4089 punti) e americana (S&P500 -0.54% a 4395.26 punti). Gli indici azionari hanno però chiuso lontani dai minimi giornalieri e con moderate perdite. L'impressione é quindi che questa seduta negativa resterà senza conseguenze. Per decidere come si prosegue dovremmo vedere se lunedì l'S&P500 si ripresenterà sopra i 4400 punti o se invece il future sarà in negativo. Un calo iniziale dovrebbe significare l'inizio di una correzione minore con obiettivo sull'S&P500 a 4300 punti.

L'S&P500 ha aperto con un tonfo iniziale a 4392 punti. Alla debole apertura non sono seguite ulteriori vendite. Sono subito arrivati i compratori e l'indice per le 16.10 é risalito a 4412 punti. In seguito é sceso di una quindicina di punti ed é oscillato per ore tra i 4390 ed i 4400 punti. Ha chiuso a 4395.26 punti (-0.54%). La caduta di Amazon non ha avuto gravi conseguenze sul settore tecnologico (Nasdaq100 -0.58% a 14959 punti). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2682 su 5222, NH/NL a 610 su 473 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 18.24 punti (+0.54) - il CBOE Equity put/call ratio era a 0.56. Il Summation Index sul NYSE é salito - quello sul Nasdaq era in calo. Molti indicatori sono in posizione neutra e non abbiamo segnali particolari. I grafici sono toppish e quindi favoriamo la variante della correzione minore ma possiamo facilmente sbagliarci.
Molti investitori si godono le vacanze estive - la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese si avvicina alla fine - settimana prossima non sono previsti dati economici molto importanti o eventi straordinari. Non bisogna quindi stupirsi se avremo una settimana di pausa con mercati azionari poco mossi e indici senza sostanziali variazioni.

Commento del 30 luglio

C'é molta stanchezza... - Amazon é il punto tornante ?

Ieri le borse sono ancora salite sia in Europa (Eurostoxx50 +0.33% a 4116 punti) che in America (S&P500 +0.42% a 4419.15 punti). Non é stata però una prestazione convincente. Le borse europee hanno toccato il massimo giornaliero nel primo pomeriggio e poi sono scivolate verso il basso senza più reagire al nuovo massimo storico dell'S&P500 (4429.97 punti). Le borse europee sono sembrate stanche, smotivate ed apatiche - senza forza. I guadagni di ieri non cambiano il quadro tecnico che resta contrassegnato da una tendenza neutra che da aprile non permette più agli indici azionari europei di fare sostanziali progressi. L'intonazione di fondo é costruttiva visto che gli indici restano sopra le MM a 50 giorni e le MM a 200 giorni sono ancora in crescita. Inoltre settimana scorsa un tentativo di correzione é stato respinto con successo. Le borse europee danno però l'impressione di essere in stallo e di aspettare unicamente la buona occasione per cadere. Delle borse che non salgono quando le premesse sono ideali e non seguono il buon esempio della borsa americana sembrano delle borse in distribuzione. In ogni caso non vediamo buone ragioni per comperare e aspettiamo pazientemente dei segnali di vendita che secondo i cicli e la stagionalità non dovrebbero tardare.

In America c'é stata la solita seduta di moderato rialzo con rotazione tra settori. L'entusiasmo e la fantasia sui titoli tecnologici (Nasdaq100 +0.20% a 15048 punti) sta scemando dopo che la reazione degli investitori a degli ottimi risultati trimestrali é stata mista - ieri Facebook ha perso il -4.02% solo perché la società nel prossimo futuro non ritiene di poter continuare a crescere al ritmo dell'ultimo trimestre. Il testimone é stato ripreso dai settori ciclici e questo ha permesso finalmente ai Summation Index di cambiare direzione - ieri sono saliti.
L'S&P500 ha aperto sul massimo di mercoledì a 4416 punti e sullo slancio é salito alle 17.00 a 4429 punti. Fino alle 19.00 l'indice é oscillato in pochi punti sotto questo nuovo record storico e infine é scivolato verso il basso e ha chiuso a 4419.15 punti (+0.42%). Durante la giornata l'indice si é mosso in soli 13 punti (!) - questo la dice lunga sull'entusiasmo e la partecipazione (volume relativo a 0.9) che circondano questi nuovi massimi storici. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5127 su 2746 e NH/NL a 764 su 303 - praticamente in tutti i settori ci sono stati dei guadagni (DJT +0.79%, RUT +0.68%). A livello di sentiment (umore degli investitori) non ci sono cambiamenti rilevanti (VIX a 17.70 (-0.61), CBOE Equity put/call ratio a 0.48, Fear&Greed Index a 30 punti (+5).
Ieri sera dopo la chiusura della borsa Amazon ha pubblicato i risultati trimestrali. Gli utili erano ottimi ma la crescita del gruppo é in calo specialmente nell'attività dell'archiviazione e salvataggio dei dati (cloud) - nel dopo borsa l'azione ha perso circa il -6%.
Questa é la ragione della caduta stamattina del future sull'S&P500 - il contratto é sceso fino ad un minimo a 4370 punti e si trova adesso a 4377 punti (-35 punti). Vedremo se questa debolezza verrà considerata una buona occasione d'acquisto e se i compratori appariranno già stamattina. Noi pensiamo che dovrebbero esserci delle generali prese di beneficio e che ci sarà quindi un'altra correzione minore fino alla MM a 50 giorni - questo significa che nelle prossime 1 a 3 sedute l'S&P500 dovrebbe cadere sui 3300 punti. Poi vedremo se la pressione di vendita aumenta o se si tratta del solito vuoto d'aria senza conseguenze.
L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4091 punti - le borse europee apriranno in calo del -0.6%. Sembra poco - forse tutti pensano che si tratti unicamente di un problema limitato ad Amazon e al settore tecnologico. Notiamo però che degli AGMAF solo Google ha convinto e dopo i risultati trimestrali l'azione é decisamente salita. Nei casi di Apple, Facebook e Amazon invece gli investitori hanno reagito con delle vendite - forse é giunto il momento che il Nasdaq100 corregga.

Commento del 29 luglio

Molto nervosismo - pochi risultati

Ieri tutti aspettavano di vedere come il mercato avrebbe reagito ai risultati trimestrali di Apple, Microsoft e Google e al comunicato finale al termine della riunione della FED. I movimenti delle azioni tecnologiche sono stati modesti - solo Google (+3.18%) é balzata sulla base dei buoni risultati - il calo di Apple (-1.22%) mostra che non sempre i prezzi delle azioni salgono sulla base di un aumento considerevole degli utili. In generale é stata però una giornata positiva per la tecnologia - il Nasdaq100 (+0.41% a 15018 punti) ha recuperato parte della perdita del giorno precedente. La FED non ha cambiato nulla nella sua politica monetaria e Jerome Powell non ha detto nulla di nuovo - dopo una breve fibrillazione il mercato azionario si é calmato e l'S&P500 (-0.02% a 4400.64 punti) ha chiuso invariato. Insomma - tranne l'atteso rimbalzo da ipervenduto del Russell2000 (+1.51%) non é successo nulla di speciale e a livello tecnico non abbiamo niente di nuovo da segnalare. Il rapporto NH/NL é tornato nella normalità (418 su 379) e questo significa una scarsa partecipazione ma sappiamo che il mercato non sembra preoccuparsi di questo problema strutturale. I Summation Index sono ancora scesi ma la velocità della caduta é in netta diminuzione - questo lascia supporrre che a breve il calo debba finire.
I tassi d'interesse sull'USD non si sono mossi (reddito dell'USTBond decennale a 1.26% (+0.01%)) ma l'USD ha reagito negativamente alle dichiarazioni di Powell (EUR/USD a 1.1860) - l'analisi tecnica aveva anticipato questo movimento e vi avevamo avvisato lunedì mattina che la tendenza stava cambiando.

Facciamo un passo indietro. Le borse europee hanno avuto una seduta positiva (Eurostoxx50 +0.94% a 4103 punti) che segue alla seduta negativa di martedì (Eurostoxx50 -0.93%). In pratica c'é una serie di sedute positive e negative ma per saldo gli indici azionari europei si muovono poco e sono praticamente sui livelli raggiunti a metà aprile. Il DAX (+0.33% a 15570 punti) costituisce l'esempio tipico. A metà aprile aveva toccato i 15500 punti. Ora é al centro delle Bollinger Bands e sulla MM a 50 giorni che scorre ormai orizzontale. Per ora non abbiamo indizi validi per poter prevedere la prossima tendenza delle borse europee con buona probabilità di riuscita. Il mercato é senza stimoli e la pausa estiva non aiuta a invogliare gli investitori a prendere l'iniziativa.

L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4408 punti. All'inizio é sceso fino a 4394 punti ma in seguito é tornato a 4406 punti. Prima della fine della riunione della FED l'indice é scivolato a 4392 punti - dopo le 20.00 é salito sul massimo giornaliero a 4415 punti ma sul finale é ricaduto a 4400.64 punti (-0.02%). Insomma - una seduta volatile e senza una direzione precisa che si é conclusa con un nulla di fatto.
La seduta al NYSE é stata (grazie al Russell2000 +1.51%) positiva con A/D a 5865 su 2061 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 18.31 (-1.05), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.52 (la media di lungo periodo é a 0.49) e il Fear&Greed Index é scivolato a 25 punti (-1). Nei dati sul sentiment troviamo qualsiasi cosa - dal pessimismo del Fear&Greed Index all'ottimismo dei DSI - non osiamo dedurre da questi dati contradditri qual'é il vero umore degli investitori che sembra variare a seconda del segmento di mercato.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4397 punti (+4 punti) - l'S&P500 cash vale 4404 punti e si trova nuovamente sopra la barriera dei 4400 punti. L'Eurostoxx50 vale 4109 punti (+7 punti). Sembra che avremo un'altra seduta estiva con scarsi volumi, pochi movimenti e indici azionari praticamente invariati. Ieri dopo la chiusura dei mercati Facebook ha comunicato i suoi risultati trimestrali - malgrado utili in forte aumento l'azione nel dopo borsa ha perso il -3.4%. Oggi é il turno di Amazon.

Commento del 28 luglio

I ribassisti tentano un affondo ma non ottengono risultati significativi

Ieri sia in Europa (Eurostoxx50 -0.93% a 4064 punti) che in America (S&P500 -0.47% a 4401.46 punti) c'é stata una seduta moderatemente negativa che a livello tecnico non ha fatto danni - gli indici azionari si trovano ancora decisamente sopra il livello di una settimana fà. I ribassisti hanno tentato un affondo ma non sono riusciti ad ottenere dei risultati significativi. Gli indici hanno chiuso decisamente sopra il minimo giornaliero e questo mostra che qualsiasi ritracciamento viene ancora comperato - i rialzisti sono vivi e vegeti. L'S&P500 é riuscito a riprendere il primo supporto a 4400 punti dopo una discesa fino a 4372 punti. C'é stato un cambiamento - per una volta la tecnologia era debole e il Nasdaq100 ha perso il -1.11% a 14956 punti - l'indice é caduto fino a 14787 prima di trovare la forza di risalire 170 punti. Notiamo con estremo interesse che l'azione di Tesla (-1.95%), malgrado che la società abbia presentato ottimi risultati trimestrali, é stata vittima di prese di beneficio. Molte di queste azioni di moda sono quotate per la perfezione e malgrado utili in aumento gli investitori sembrano delusi appena c'é un dettaglio che non mostra un futuro radioso.
Infine abbiamo rilevato l'abituale debolezza a livello di partecipazione. I Summation Index sono ancora in calo e il rapporto NH/NL (309 su 1075) si é nettamente deteriorato - é bastata una normale seduta negativa per far lievitare il numero dei nuovi minimi a 30 giorni sopra i 1000!

Le borse europee, impressionate dal crollo dei listini cinesi, hanno aperto in calo e hanno continuato la loro discesa fino alle 09.45. Le vendite sono rapidamente finite e il resto della giornata é trascorso nella calma. Gli indici hanno recuperato fino nel primo pomeriggio e sono in seguito nuovamente scesi quando la borsa americana ha aperto debole. I minimi del mattino non sono più stati superati. Sui grafici appaiono delle piccole candele con il corpo nel mezzo - significa che dopo l'apertura le forze di rialzisti e ribassisti si sono bilanciate. Le borse europee continuano nel complesso a non convincere e la variante più probabile sembra un'uscita al ribasso dal canale orizzontale valido da giugno. Settimana scorsa c'é già stato un primo tentativo. Per il momento però il trend resta neutro e conviene attendere segnali chiari prima di muoversi.

L'S&P500 ha aperto a 4400 punti e all'inizio é ancora salito a 4409 punti di massimo. Poi c'é stato l'attacco dei ribassisti che ha provocato una caduta sotto i 4400 punti e una discesa fino ai 4373 punti verso le 19.30. In seguito il mercato ha trovato la forza per recuperare e l'S&P500 ha chiuso a 4401.46 punti (-0.47%). Il mercato era debole in generale e non abbiamo notato la solita sana rotazione tra settori (DJT -2.21%, RUT -1.13%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2294 su 5616, NH/NL a 309 su 1075 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 19.36 punti (-1.78%), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.59 mentre il Fear&Greed Index é ricaduto a 26 punti (-6 punti). I dati sul sentiment offrono parecchie possibilità d'interpretazione - noi ci limitiamo ad osservare che c'é parecchio nervosismo e questo porta per lo meno ad instabilità - il mercato sembra pronto per un rapido e ampio movimento.

I risultati trimestrali di Apple, Microsoft e Google non smuovono le acque - il future sull'S&P500 é a 4393 punti (-1 punto). Il Nikkei ha perso il -1.39% - le borse cinesi sono miste (Shanghai -0.5%). L'Eurostoxx50 alle 08.35 vale 4076 punti (+8 punti) - le borse europee apriranno con un leggero guadagno di circa il +0.2%. Stasera alle 20.00 termina la seduta della FED - fino a quel momento non pensiamo che gli investitori prenderanno iniziative. Crediamo che le borse europee chiuderanno in pari. Vedremo se gli americani venderanno le azioni dei big della tecnologia dopo la pubblicazioni degli utili come é stato il caso ieri con Tesla.

Commento del 27 luglio

Le borse europee consolidano - l'S&P500 fa segnare un nuovo massimo storico marginale

Da settimane ripetiamo che fino a quando a livello tecnico nel trend non cambia qualcosa é probabile che il rialzo debba continuare - ieri purtroppo é stata un'altra giornata durante la quale non é apparso nulla di nuovo. Le borse europee non sono riuscite a continuare a salire dopo l'ottima seduta di venerdì e hanno consolidato. Gli indici si sono mossi in pochi punti e hanno chiuso con leggere perdite (Eurostoxx50 -0.16% a 4102 punti, DAX - 0.32% a 15619 punti). Il FTSE MIB (+0.68% a 25296 punti) é salito contro corrente - questa però non é una sorpresa ma una conferma di quanto osservato a metà di settimana scorsa (mercoledì 21 luglio). Il settore bancario europeo (SX7E +2.17% a 93.39 punti) torna a godere dell'interesse degli investitori e la borsa italiana ne approfitta. Escludiamo che ci possa essere uno svilupoo divergente tra Eurostoxx50 e FTSE MIB e quindi la giornata di ieri dovrebbe costituire un'eccezione. È però probabile che nel prossimo futuro banche e borsa italiana possano sovraperformare. Finora sembra però che le borse europee mantengano la tendenza neutra e continuino ad oscillare nel canale orizzontale valido da giugno. Ripetiamo - negli indicatori tecnici non appare nulla di nuovo che possa far presagire un'accelerazione al rialzo. Al contrario é molto probabile che se la borsa americana corregge quelle europee seguano a ruota.
Anche la seduta in America ha rispettato l'abituale copione. Gli investitori hanno comperato i big della tecnologia - ieri si sono buttati su Tesla (+2.21%) visto che la compagnia avrebbe presentato i risultati trimestrali dopo la chiusura dei mercati. L'S&P500 (+0.24% a 4422.73 punti) ha guadagnato qualche punto grazie al settore energia (ETF Energy +2.47%). Il Nasdaq100 ha marciato sul posto (+0.09% a 15125 punti) - poiché l'indice é ipercomperato e stasera sono attesi i risultati trimestrali dei tre big Apple Microsoft e Google é normale che non sia successo nulla di particolare. La partecipazione al rialzo resta però miserabile malgrado il guadagno del Russell2000 (RUT  +0.33%) - i Summation Index continuano a scendere mentre il rapporto NH/NL a 462 su 595 mostra un leggero aumento di entrambi i valori - in sottofondo c'é pressione di vendita mentre la forza d'acquisto resta modesta. In un rialzo con partecipazione i NH dovrebbero veleggiare, dopo una serie di nuovi massimi storici su S&P500 e Nasdaq, sui 1500/2000. Sappiamo che questa divergenza può anche risolversi in maniera positiva per il mercato se improvvisamente tutto il listino venisse coinvolto nel rialzo. Guardandosi intorno sembra però che le borse stiano "perdendo pezzi" e non siano in una situazione molto sana - vediamo piuttosto distribuzione. Il rialzo delle borse internazionali si é fermato, le borse cinesi sono in calo, quelle europee in stallo. Attendiamo con estremo interesse l'esito delle prossime due o tre sedute.

L'S&P500 ha aperto a 4409 punti  e durante la seduta non é più sceso sotto i 4400 punti. All'inizio é salito a 4415 punti e poi é ricaduto sul minimo giornaliero a 4405 punti. Per le 17.30 (chiusura in Europa) l'indice é risalito a 4419 punti. In seguito l'S&P500 é oscillato in pochi punti e grazie ad un'impennata finale ha chiuso a 4422.30 punti (+0.24%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4138 su 3770 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é stranamente salita a 17.58 punti (+0.38), il CBOE non ha pubblicato i dati sul mercato delle opzioni e il Fear&Greed Index é rimasto fermo a 32 punti.

Stamattina il Nikkei guadagna il +0.45% - le borse cinesi sono invece ancora in calo (Shanghai -1.2%). Il future sull'S&P500 é a 4405 punti (-9 punti) - i buoni risultati trimestrali di Tesla non smuovono il mercato - sembra che gli utili in aumento siano già stati scontati dai mercati. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4094 punti (-6 punti) - le borse europee apriranno in leggero calo. Prevediamo un'altra seduta di pausa in attesa di conoscere i risultati trimestrali di Apple, Microsoft e Google.
Domani sera si riunisce la FED per discutere la situazione economica e definire la politica monetaria - ci aspettiamo che a breve l'inflazione torni ad essere un argomento di discussione. Qualsiasi segnale da parte della FED in direzione di una diminuzione dello stimolo monetario potrebbe mandare i mercati in fibrillazione.

Aggiornamento del 26 luglio

Quando tutti conoscono le regole e le seguono é spesso il momento in cui il mercato cambia il gioco

Ormai é evidente - tutte le correzioni dell'S&P500 si fermano alla media mobile (MM) a 50 giorni - questi brevi vuoti d'aria costituiscono delle occasioni d'acquisto a cui segue un nuovo massimo storico. Questa é la prima regola valida da inizio anno o meglio ancora da maggio dell'anno scorso. La seconda regola é che bisogna comperare gli AGMAF e quindi il Nasdaq100 prima della pubblicazione dei risultati trimestrali. In previsione di utili in forte aumento il Nasdaq100 sale sempre.
Tutti conoscono queste regole che settimana scorsa hanno avuto un'ulteriore conferma - per l'ottava volta quest'anno l'S&P500 é risalito dopo un test o una marginale rottura sotto la MM a 50 giorni. Questa volta la reazione é stata particolarmente forte e dinamica come se ai traders cominciasse a piacere giocare questo gioco che assicura guadagni sicuri e ad occhi chiusi. Attenzione però che quando si é instaurata un'abitudine spesso é giunto il momento che il gioco cambi. È probabile che uno dei prossimi tentativi di correzione non si fermi sulla media mobile a 50 giorni ma che ci sia una rottura dinamica del supporto in grado di scatenare il panico. È inoltre possibile che al momento in cui gli AGMAF renderanno noti gli utili trimestrali non ci sia un'impennata ma una caduta - questo perché tutti hanno comperato in anticipo e tutti aspettano un'ultima accelerazione per vendere. Insomma - le prossime sedute rischiano di essere molto interessanti e ricche di sorprese.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4392 punti (-13 punti). Per una volta non iniziamo la giornata con il future in positivo. L'Eurostoxx50 alle 08.35 vale 4086 punti - le borse europee apriranno in calo del -0.5%. Oggi dovrebbe esserci una seduta di consolidamento. Il Nikkei ha guadagnato il +1.01% - Shanghai é in calo del -2.5%. La debolezza dei mercati azionari cinesi comincia ad essere tema di discussione e di preoccupazione. Normalmente però la correlazione tra Cina e il tandem America - Europa é scarsa.

Il cambio EUR/USD risale a 1.1780. Il cambio sta formando base sugli 1.1750 e temiamo che il nostro obiettivo a 1.17 non venga raggiunto. L'impressione é che si stia preparando una spinta di rialzo.

Commento del 24-25 luglio

Tecnologia all in

Una settimana fà avevamo previsto che doveva esserci una breve "frana" che doveva far cadere l'S&P500 di un -3% - avevamo escluso l'eventualità di una correzione più importante o di un'inversione di tendenza sulla base dei dati sul sentiment che mostravano investitori già piuttosto pessimisti e con un piede sull'uscita. Avevamo nuovamente messo in evidenza che da inizio anno qualsiasi correzione si era fermata sulla MM a 50 giorni. In effetti lunedì c'é stata una pesante caduta - dai 4327 punti di venerdì l'S&P500 é sceso fino a 4233 punti di minimo - la MM a 50 giorni in quel momento scorreva a 4240 punti. A dire il vero noi prevedevamo qualcosa di più e in particolare ci aspettavamo maggiore debolezza nel settore tecnologico. Invece l'ondata di vendite é durata unicamente qualche ora e il Nasdaq100 invece che sotto performare ha sovraperformate scatenando la successiva spinta di rialzo. Da martedì le borse sono unicamente salite come se un'orda di investitori avesse solo aspettato una correzione minore per comperare. La seduta di venerdì é stata decisamente positiva sia in Europa (Eurostoxx50 +1.23% a 4109 punti) che in America. L'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 4415.18 punti e ha chiuso poco più in basso a 4411.79 punti (+1.01%). Ancora una volta la tecnologia ha trascinato il rialzo (Nasdaq100 +1.15% a 15111 punti, nuovo record storico) con i conosciuti AGMAF in evidenza (Google +3.58%, Facebook +5.30%). Le divergenze a livello di partecipazione permangono e si rafforzano. Malgrado i nuovi record sugli indici il rapporto nuovi massimi su nuovi minimi a 30 giorni (NH/NL a 436 su 576) é negativo (!) e decisamente preoccupante. Lo stesso vale per gli altri periodi presi in considerazione (NH/NL a 90 giorni a 254 su 357, a 180 giorni a 193 su 232). Neanche il Nasdaq si salva - abbiamo NH/NL a 30 giorni a 220 su 403 e a 1 anno a 66 su 81. Sono in calo soprattutto titoli della biotecnologia e di società cinesi - senza cercare di razionalizzare i dati é evidente che la partecipazione é miserabile. Solo l'S&P100 sale - i restanti 400 titoli dell'indice S&P500 ristagnano con un grafico che copia quello dell'Eurostoxx50. Non é una sorpresa che i Summation Index sono ancora in calo. Molti analisti tecnici sono perplessi poiché molti indicatori mostrano un mercato debole e non confermano il rialzo. Venerdì il TRIN (un'oscillatore di cortissimo termine che indica ipervenduto o ipercomperato) é balzato a 3.08 - questo significa ipervenduto (!) e si verifica normalmente in giornate di forte ribasso. Questa anomalia può succedere unicamente quando pochi titoli di peso salgono con pochi volumi mentre tanti titoli scendono con forti volumi. Insomma - le divergenze si intensificano e solo alcune azioni di grandi società tecnologiche proseguono il rialzo e permettono agli indici di salire. Da mesi c'é questa situazione - nei pochi momenti in cui la tecnologia ha corretto una rotazione tra settori ha favorito il Russell2000 (RUT +0.46%) e il mercato complessivamente ha superato qualsiasi momento di difficoltà. Fino a quando non cambia qualcosa dobbiamo partire dal principio che questo strano e anomalo rialzo sostenuto dalla liquidità può continuare malgrado che le valutazioni fondamentali non costituiscano più un parametro di riferimento. Gli investitori stanno semplicemente ignorando il fatto che le azioni sono oscenamente care. Nel passato le bolle speculative sono state ricorrenti - terminano sempre con dei periodi di irrazionale euforia e spesso con delle accelerazioni finali di tipo esponenziale. Malgrado i numerosi gridi di allarme provenienti da analisti economici, fondamentali e tecnici, é possibile che il rialzo possa continuare ancora per mesi e subire addirittura un'accelerazione. Probabilmente lo scopriremo osservando settimana prossima come il mercato reagisce ai risultati trimestrali degli AGMAF. I risultati saranno da buoni a ottimi - vedremo se ci saranno prese di beneficio e se invece le azioni verranno nell'entusiasmo nuovamente comperate catapultando il Nasdaq100 verso dei nuovi record storici. Sembra inutile rimarcare che il Nasdaq100 é ipercomperato e in eccesso di rialzo a corto e medio termine - da mesi la borsa ignora questi eccessi e probabilmente lo farà anche nel prossimo futuro.

E le borse europee come si comportano? Semplicemente la tradizionale correlazione tra America e Europa continua a funzionare nel senso che il rialzo della borsa americana impedisce agli indici azionari europei di correggere. Lunedì Eurostoxx50 e colleghi sono pesamentemente caduti e ci sono state delle rottura al ribasso e dei segnali di vendita. La crisi é però rientrata mercoledì sera quando gli indici, grazie al buon esempio di Wall Street, hanno annullato le perdite di lunedì e sono rientrati nei canali di oscillazione orizzontali validi da giugno. Sullo slancio il rialzo é poi proseguito giovedì e venerdì permettendo agli indici di chiudere la settimana con una performance positiva. Per il momento nulla ci permette di prevedere una continuazione del rialzo e una salita degli indici su nuovi massimi annuali o storici. È però una variante da prendere in considerazione visto che il tentativo di ribasso é fallito.
Non crediamo che il nuovo massimo storico dell'SMI svizzero (+1.28% a 12130 punti) possa servire da esempio. Questo perché questo massimo é marginale e deve essere ancora confermato - potrebbe trattarsi di una falsa rottura al rialzo. Inoltre l'SMI nel passato ha seguito più da vicino l'S&P500 che l'Eurostoxx50.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.82% a 4109 punti
SX7E (banche)          +2.42% a 91.41 punti
DAX                         +0.83% a 15669 punti
SMI                          +0.87% a 12130 punti - nuovo massimo storico
FTSE MIB                  +1.34% a 25124 punti
S&P500                     +1.96% a 4411.79 punti - nuovo massimo storico
Nasdaq100                +2.93% a 15111 punti - nuovo massimo storico

Venerdì a Wall Strett ci aspettavamo una seduta moderatamente positiva. Non pensavamo però che ci fosse già abbastanza pressione d'acquisto per far salire gli indici subito su dei nuovi massimi storici. Abbiamo sottovalutato la spinta fornita dagli AGMAF prima dei risultati trimestrali - la seduta é andata meglio del previsto.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 4386 punti. Dopo una breve discesa a 4381 punti l'indice é salito di slancio sopra i 4400 punti - ha raggiunto alle 16.30 i 4407 punti. Poi si é fermato per ore oscillando sopra i 4400 punti. Sul finale c'é stato ancora un breve rally fino ai 4415 punti e l'S&P500 ha chiuso a 4411.79 punti (+1.01%). Il Nasdaq100 ha sovraperformato (+1.15%), DJT (+0.69%) e RUT  (+0.46%) hanno sottoperformato. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4597 su 3289 e volume relativo a 0.85. La volatilità VIX é scesa a 17.20 (-0.49), il CBOE Equity put/call ratio era stranamente alto a 0.61 mentre il Fear&Greed Index é balzato a 32 punti (+7 punti). Per definizione la tendenza della borsa americana non é al rialzo ma da neutra a leggermente al ribasso - solo il 41.7% dei titoli sono sopra la SMA a 50 giorni mentre il Bullish Percent Index sul NYSE (53.28) é di poco sopra i 50 punti.

Da marzo dell'anno scorso le borse salgono spinte da un'enorme massa di liquidità proveniente da due fronti - le Banche Centrali con i tassi d'interesse vicini allo 0% ed il QE e gli Stati con i programmi di spesa pubblica previsti inizialmente per assorbire gli effetti negativi della recessione da Covid19 e successivamente per rilanciare la crescita economica. Nell'immediato non sembra che debba cambiare qualcosa e agli investitori non restano più molte possibilità - la liquidità perde di valore a causa di tassi d'interesse reali negativi. L'unica alternativa valida sembra quella di comperare azioni non perché gli utili delle società giustificano le alte valutazioni ma perché il bull market induce gli investitori a credere di riuscire nel futuro di vendere le azioni a qualcun'altro ad un prezzo superiore.
Questa spirale virtuosa continuerà fino a quando non finirà - sarà molto difficile prevederne la fine. Chi investe in azioni deve però essere cosciente dei pericoli - prima del primo crollo della borsa non ci saranno segnali d'avvertimento. Uscire al momento giusto sarà un caso fortunato.
I gap up di venerdì sera a Wall Street potrebbero essere un segnale di esaurimento - le rotture al rialzo potrebbero essere dei falsi segnali. Lunedì Tesla presenta i risultati trimestrali. Martedì seguiranno Apple, Microsoft e Google. Vediamo come inizia la settimana...

Commento del 23 luglio

Rialzo senza novità a livello tecnico

Ieri le borse hanno guadagnato terreno sia in Europa (Eurostoxx50 +0.80% a 4059 punti) che in America (S&P500 +0.20% a 4367.48 punti). Le borse europee hanno semplicemente copiato quanto stavano facendo gli americani e il rialzo rispecchia l'ottima seduta di mercoledì a Wall Street che si era conclusa sul massimo giornaliero. Inoltre non c'era nessuna ragione per vendere visto che ieri la BCE, al termine della sua regolare seduta, ha ribadito la sua politica monetaria estremamente espansiva con tassi d'interesse vicini allo 0% e una continuazione dei massicci acquisti di titoli di Stato conosciuto sotto l'acronimo di QE. In America non abbiamo visto nulla di nuovo - si é verificata la solita rotazione tra settori che a dire il vero comincia ad essere nevrotica. In effetti non fa molto senso che il Russell2000 dopo due ottime sedute (+2.99% e +1.81%) abbia perso senza ragione apparente il -1.55%. Sembra che ci sia un'orda di speculatori che si sposta rapidamente da un tema al successivo senza una logica apparente - questo rende il mercato instabile e a cortissimi termine imprevedibile. Per il resto hanno funzionato i soliti meccanismi - il reddito dell'USTBond decennale é sceso (1.27%, -0.03%) e questo ha permesso al settore tecnologico di sovraperformare (Nasdaq100 +0.65% a 14940 punti). Tutti sono in attesa dei risultati trimestrali degli AGMAF che verranno pubblicati settimana prossima. Poiché tutti sono convinti che gli utili saranno ottimi nessuno vende e molti comprano sperando in un rally dopo la notizia. Infine i 15000 punti hanno un'attrazione fatale poiché sono un'importante barriera psicologica e rappresentano il record storico. Come spiegato nel commento di ieri pomeriggio é improbabile che una correzione possa partire prima di conoscere i risultati trimestrali dei big della tecnologia - mancano solo 60 punti ai 15000 punti ed é probabile che sullo slancio questa resistenza venga attaccata.

Come spiegato nei commenti serali le borse europee si sono lasciate alle spalle la pesante caduta di lunedì e stanno tornando nel canale di oscillazione valido da inizio giugno. L'Eurostoxx50 (+0.80% a 4059 punti) dopo l'apertura é salito subito (09.10) a 4058 punti e per il resto della giornata non ha più combinato nulla. Questo é un chiaro segnale che la spinta di rialzo sta scemando. L'Eurostoxx50 é tornato al centro del range 3950-4150 punti e sulla MM a 50 giorni. Il quadro tecnico generale favorisce uno scenario che vede le borse europee riprendere il canale orizzontale valido da giugno. In poche parole pensiamo che l'Eurostoxx50 é destinato a muoversi intorno ai 4050 punti ancora per settimane se non che la borsa americana decide improvvisamernte di avere una correzione più seria che non una semplice discesa a testare la linea mobile a 50 giorni in ascesa. Gli altri indici azionari si trovano in una situazione simile - trovate i dettagli nei commenti serali. La realtà é che da metà aprile gli indici non riescono più a fare sostanziali progressi. Questa settimana abbiamo visto che le borse non vogliono correggere. Nei dati tecnici e sui grafici non appare però l'intenzione di voler effettuare un'accelerazione al rialzo. Dobbiamo attendere che cambi qualcosa a livello tecnico per poter prevedere un'uscita da questa tendenza neutra.

L'S&P500 ha aperto a 4363 punti e all'inizio é oscillato nervosamente intorno a questo livello. Alle 16.40 ha toccato un massimo intermedio a 4366 punti per poi cadere alle 18.00 sul minimo a 4350 punti. In seguito l'indice é salito regolarmente fino alla chiusura. Ha toccato un massimo giornaliero a 4369 punti e si é fermato a 4367.48 punti (+0.20%). Malgrado i guadagni di S&P500 e Nasdaq100 (+0.65%) la seduta alla borsa americana é stata negativa (A/D a 2859 su 5049, NH/NL a 318 su 329 e volume relativo a 0.9) a causa del cedimento del Russell2000 (RUT -1.55%). La volatilità VIX é scesa a 17.69 punti (-0.22), il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.57 e il Fear&Greed Index é rimasto fermo a 25 punti. I Summation Index sono ancora in calo. Le forti divergenze a livello di partecipazione permangono ma non sembrano disturbare e influenzare negativamente l'S&P500.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4373 punti (+13 punti). Le borse sembrano voler completare la settimana con un'altra seduta positiva. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4074 punti (+25 punti). Le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.5%.
I risultati trimestrali di Intel, resi noti ieri sera dopo la chiusura della borsa americana, erano convincenti. Oggi non sono previsti dati economici in grado di influenzare i mercati finanziari. Probabilmente stasera gli indici azionari chiuderanno vicini ai livelli d'apertura. Questo significa che avremo un'altra seduta positiva che ci permetterà di archiviare definitivamente le sedute negative di venerdì e lunedì scorsi.

Commento del 22 luglio

Le borse cancellano il tonfo di lunedì - l'America non sembra in grado di riprendere il rialzo

Sullo slancio di martedì ieri le borse sono nuovamente salite. Le borse europee si sono fatte ispirare dal +1.52% dell'S&P500 della sera prima e hanno recuperato il ritardo. Sono salite la mattina, hanno fatto una pausa a metà giornata e quando da Wall Street é nuovamente arrivata luce verde hanno continuato la loro corsa e hanno chiuso vicino ai massimi giornalieri con sostanziali guadagni. L'Eurostoxx50 si é issato a 4026 punti (+1.78%) ed é quindi tornato sopra il supporto a 4000 punti cancellando l'impulso ribassista di inizio settimana. Ci sono degli indici come il DAX (+1.36% a 15422 punti) che non hanno ancora annullato il segnale di vendita e che in teoria si trovano ancora in una fase di correzione. Da come si sta sviluppando la situazione sembra però che le borse europee debbano per lo meno tornare nel canale orizzontale valido da giugno. Poi tutto dipenderà da cosa intende fare la borsa americana.

Ieri in Europa si é comportato molto bene il settore bancario (SX7E +3.31% a 90.29 punti). Questo ha approfittato di una serie di fattori positivi - la buona performance in generale delle borse europee, l'aumento dei tassi d'interesse di mercato sull'EUR e i buoni risultati trimestrali di alcuni colossi tipo UBS. Pensiamo che nel futuro l'aumento dei tassi d'interesse potrebbe continuare - come già scritto più volte in precedenti commenti pensiamo che lunedì sera i tassi d'interesse su EUR e USD abbiano toccato un minimo significativo e ora debbano risalire in maniera sostenibile. L'indice SX7E ha il potenziale per salire fino ai 100 punti e questo potrebbe aiutare particolarmente la borsa italiana. Ieri il FTSE MIB (+2.36% a 24675 punti) ha sovraperformato e ha recuperato parte del suo ritardo. Il grafico ha un aspetto ancora ribassista ma ovviamente é impensabile che la borsa italiana si comporti in maniera opposta al resto del mercato. Nei prossimi giorni il FTSE MIB dovrebbe tornare sui 25000 punti e stabilizzarsi.

Anche la borsa americana ha avuto una buona giornata e l'S&P500 (+0.82% a 4358.69 punti) é salito sopra i 4330 punti dando l'impressione di poter continuare la sua corsa. Non siamo però ancora convinti che nei prossimi giorni l'S&P500 abbia la forza per attaccare il massimo storico a 4392 punti. Dopo due sedute con un alto rapporto A/D (ieri 6314 su 1626 punti) dovrebbe esserci una seduta negativa e quindi un ritracciamento per ritestare i 4330 punti. In questa occasione potremo decidere cosa ci aspetta nel futuro. Ieri abbiamo nuovamente osservato la conosciuta rotazione tra settori che si é espresse in una buona performance relativa del Russell2000 (RUT +1.81%) e dei settori energia e banche. Questo però non é andato a detrimento del Nasdaq100 (+0.77% a 14842 punti) che é salito malgrado un aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.30%, +0.07%). Evidentemente se la situazione non cambia gli indici azionari americani sono destinati a migliorare i massimi storici. La partecipazione al rialzo é però ancora scarsa mentre i Summation Index continuano a scivolare verso il basso (sembrano però cominciare a fare base). Di conseguenza crediamo che la partita riguardante il trend a corto e medio termine non é ancora decisa.

L'S&P500 ha aperto in gap up a 4338 punti e questo ha praticamente deciso l'esito finale. L'S&P500 é velocemente balzato fino a 4350 punti e poi é ancora salito leggermente e lentamente fino al massimo a 4359 punti. Ha chiuso poco sotto a 4358.69 punti (+0.82%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6314 su 1626, NH/NL a 443 (pochi) su 168 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 17.91 punti (-1.82), il CBOE Equity put/call ratio é rimasto stabile a 0.46 e il Fear&Greed Index é salito a 25 punti (+5 punti).
I maggiori indici azionari americani si sono mossi nel range della seduta di venerdì scorso. Ora sarà molto più difficile fare ulteriori progressi e ci aspettiamo che ci sia per lo meno una pausa con un ritorno dell'S&P500 a 4330 punti. In questa fase vedremo come si sviluppa la situazione tecnica e se appare quella leadership necessaria per attaccare i massimi storici. Per ora abbiamo ancora fondati dubbi.

Stamattina il future dell'S&P500 é a 4353 punti (+3 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4045 punti (+19 punti). Le borse europee apriranno con moderati guadagni (+0.5%). Sembra che avremo una seduta positiva ma non crediamo che gli indici azionari possano salire di molto sopra i livelli attuali.
Oggi si riunisce la BCE per discutere la situazione economica e la politica monetaria. Alle 13.45 verranno rese note le decisioni. Ci aspettiamo che i tassi d'interesse restino invariati - poiché a nessuno sembra ormai interessare cosa racconta Christine Lagarde nelle sue conferenze stampa ci aspettiamo che l'evento non abbia nessuna conseguenza sui mercati finanziari.

Commento del 21 luglio

L'S&P500 risale dalla MM a 50 giorni - dovrebbe essere stato un rimbalzo

Dopo la pesante caduta di lunedì (-1.59%) ieri l'S&P500 é rimbalzato con convinzione (+1.52% a 4323.06 punti) dalla media mobile (MM) a 50 giorni. Lo aveva già fatto più volte quest'anno e non bisogna quindi stupirsi di questa reazione che é stata favorita da una situazione di ipervenduto del Russell2000 (RUT +2.99%) e da una posizione favorevole degli oscillatori.
Speravamo che a breve l'S&P500 potesse scendere più in basso e che quindi potesse esserci una correzione più severa in grado di riportare il mercato su solide basi eliminando gli eccessi - per il momento però non sembra che il mercato voglia soddisfarci.

La reazione positiva si era già delienata in Europa. Dopo il tonfo di lunedì (-2.66% a 3928 punti) l'Eurostoxx50 la mattina aveva aperto in positivo e aveva raggiunto i 3979 punti verso le 09.35. Poi però gradualmente erano riapparsi i venditori e l'indice nel pomeriggio era ricaduto in negativo. Solo dopo l'apertura a New York c'é stato un solido recupero che ha permesso all'indice di chiudere a 3956 punti (+0.71%). Gli altri indici azionari si sono comportati in maniera simile e questo significa che sono riusciti a recuperare solo circa un quarto (fino a un terzo) delle perdite del giorno precedente. Le borse europee lunedì hanno rotto al ribasso e formalmente hanno dato un segnale di vendita - stanno di conseguenza correggendo e la reazione di ieri, avvenuta con bassi volumi di titoli trattati, non può che essere considerata come un anemico rimbalzo. C'é stata una semplice seduta nel range del giorno precedente e le piccole candele rosse sui grafici mostrano che durante la giornata i compratori erano assenti. Non possiamo però essere decisamente negativi e parlare di correzione a medio termine o ribasso e la ragione probabilmente la conoscete già. La correlazione tra Europa ed America impedisce alle borse europee di scendere se dall'America non arriva il "permesso". Fino a quando la borsa americana non darà un segnale di vendita é poco probabile che le borse europee scendano più in basso - probabilmente si fermeranno un gradino più in basso rispetto al canale d'oscillazione di giugno - metà luglio e aspetteranno di capire cosa intendono fare gli americani.

Lunedì sera la borsa americana era in parecchi settori ipervenduta e c'era stato del panico specialmente nel mercato delle opzioni. È quindi logico che ieri ci sia stata una reazione positiva - la sua ampiezza ci ha però stupito e ci pone di fronte ad una logica questione - sta riprendendo il rialzo o si tratta solo di un robusto rimbalzo? Al momento favoriamo la seconda opzione. La reazione dalla MM a 50 giorni era ovvia ed attesa. Un mercato sano però non avrebbe avuto un simile deterioramente prima di reagire. I Summation Index sono talmente deboli che neanche il rally di ieri ha permesso a questi indicatori di cambiare direzione. Il quadro tecnico generale é quello di un mercato strutturalmente debole che non dovrebbe aver la forza per salire su dei nuovi massimi malgrado che S&P500 e Nasdaq100 siamo solo un 2% sotto i record storici. Sospettiamo che la situazione del mercato debba cambiare sotto l'influsso dei tassi d'interesse - lunedì il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.19% mentre il DSI sui Bonds é salito a 90 punti. Ieri il reddito é salito (1.23%, +0.04%) e crediamo che questa sia un'inversione di tendenza per una fase di rialzo a medio termine. Malgrado che finora il mercato non ci ha dato ragione, crediamo che nel prossimo futuro la tecnologia (Nasdaq100 +1.23% a 14728 punti) debba sottoperformare mettendo in difficoltà la borsa americana,
L'S&P500 ha aperto in leggero guadagno a 4262 punti. Fino alle 18.00 l'indice é salito con slancio fino a 4333 punti. Poi si é fermato - é sceso una decina di punti ed é salito sul massimo giornaliero a 4336 punti. Sul finale é caduto a 4323.06 punti (+1.52%). La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6680 su 1260, NH/NL a 276 su 544 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é caduta a 19.73 punti (-2.77), il CBOE Equity put/call ratio é tornato nella media a 0.44 e il Fear&Greed Index é risalito a 20 punti (+3 punti).
Nel complesso é stata una buona seduta che ha bilanciato la pessima seduta di lunedì. Ora siamo tornati al punto di partenza con la differenza che nell'immediato sono i rialzisti ad avere l'iniziativa. Il combattimento si sta svolgendo intorno ai 4330 punti - solo se l'S&P500 riuscisse a chiudere una seduta decisamente sopra questo livello la teoria del rimbalzo tecnico potrebbe eessere sbagliata.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4316 punti (+1 punto). L'Eurostoxx50 aprirà sui 3976 punti - le borse europee guadagnano in apertura un +0.5% - probabilmente sullo slancio saliranno ancora qualche punto e poi si fermeranno in attesa di capire cosa intendono fare gli americani.  Il Nikkei ha guadagnato il +0.58% - Shanghai sta salendo del +0.7%.
In America prosegue la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese - ieri sera dopo la chiusura Netflix ha deluso con una forte diminuzione degli abbonati negli Stati Uniti. Non tutto quello che é tecnologia brilla - é possibile che nel prossimo futuro parecchie società non potranno soddisfare le alte previsioni di analisti ed investitori.

Commento del 17-18 luglio

Il rialzo del Nasdaq100 si é fermato a 15000 punti - nelle ultime 3 sedute é cambiato qualcosa - correzione intermedia

Da metà maggio la tecnologia aveva permesso all'S&P500 di continuare il rialzo. Il più importante indice azionario americano sale praticamente senza interruzione da novembre dell'anno scorso - ci sono state solo alcune correzioni intermedie e minori che hanno fatto ridiscendere l'indice di un paio di punti in percentuale fino alla MM a 50 giorni - la tendenza di fondo della borsa americana é però sempre rimasta al rialzo. Come accennato all'inizio del commento, da maggio il rialzo é stato trascinato dal Nasdaq100 e soprattutto da alcuni titoli di peso - alcuni anni fà abbiamo identificato negli AGMAF (Apple, Google, Microsoft, Amazon, Facebook) la forza trainante del mercato. Ultimamente la partecipazione al rialzo é diminuita fino a diventare miserabile - ormai sono solo poche società di peso a continuare il rialzo mentre la maggior parte del listino azionario americano da tempo sta correggendo - lo vediamo dai Summation Index sul NYSE e sul Nasdaq che hanno "toppato" a metà febbraio e hanno ricominciato a scendere da metà giugno. Mercoledì 14 luglio l'S&P500 ha raggiunto il record storico a 4393.68 punti - ha però terminato la seduta 19 punti più in basso con una candela rossa sul grafico. Giovedì e venerdì la borsa americana é scesa - l'S&P500 é caduto a 4327.16 punti (-0.75%). Nelle ultime tre sedute della settimana il mercato é cambiato - il Nasdaq100 é sceso insieme all'S&P500 e ha perso la forza relativa - la rotazione tra settori non ha più funzionato e il Russell2000 (RUT -1.24%) non é stato in grado di compensare il calo dell'indice tecnologico. Insomma - dopo tre settimane di performance positive questa settimana l'S&P500 ha dovuto lasciare il -0.97% sul terreno e le ultime tre candele sul grafico sono rosse - questo mostra che pur non dominando (le chiusure erano in genere lontane dal minimo giornaliero) i venditori hanno finalmente preso l'iniziativa. Parlare di correzione é ancora prematuro - l'S&P500 si trova a soli 66 punti dal massimo storico. Sull'S&P500 non abbiamo ancora un segnale di vendita e non é ancora stato rotto nessun importante supporto - la MM a 50 giorni scorre a 4239 punti e da inizio anno é stata in grado di contenere tutte le modeste correzioni intermedie.
Temiamo però che questa volta possa verificarsi una frana - non un crash. La tecnologia era l'ultimo bastione che sosteneva il mercato e negli ultimi giorni abbiamo visto delle vendite massicce specialmente nell'amato settore dei semiconduttori. L'impressione é che il mercato nel suo complesso resta solido ma i traders e gli speculatori long stanno battendo in ritirata - venerdì il CBOE Equity put/call ratio é balzato a 0.69, il valoro più alto da inizio anno. Ci sono tantissimi investitori inesperti che usano la leva del credito e che fino adesso hanno pensato che il mercato, e in particolare i big della tecnologia, potesse solo crescere di valore. Per molti gli AGMAF sono diventati un sostituto delle obbligazioni. In questo momento si é creata la costellazione ideale per un sostanziale vuoto d'aria provocato dagli speculatori che spaventati si ritirano dal mercato - finora si erano limitati a saltare da un titolo all'altro senza abbandonare la borsa. Pensiamo che una caduta di un -3% sull'S&P500 e di un -5% sul Nasdaq100 all'inizio di settimana prossima sia possibile e probabile. Non crediamo però che ci sarà qualcosa di peggio - la ragione sono gli indicatori di sentiment che mostrano già parecchio pessimismo tra gli investitori - specialmente il Fear&Greed Index é già sceso a 23 punti (-6 punti) e si avvicina al livello di panico. Inoltre gli oscillatori di corto termine sono già parecchio in basso e potrebbero toccare il fondo verso la fine di settimana prossima. Infine il numero di nuovi minimi a 30 giorni venerdì é diminuito (NL a 1416 contro i 1711 del giorno precedente malgrado la discesa degli indici), Questa é una divergenza positiva e mostra che la discesa dei titoli relativamente deboli sta perdendo di slancio.
Insomma - all'inizio di settimana prossima potrebbe esserci una breve ondata di vendite e un "ripulisti" concentrata nel settore tecnologico. Non ci aspettiamo però un crash o un cambiamento nella tendenza di base della borsa americana che al momento sta diventando neutra (35.7% dei titoli sopra la SMA a 30 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 56.46).
Vi ricordiamo che i cicli annuali e di lungo periodo sono in calo fino ad ottobre. Di conseguenza crediamo che dopo questa correzione intermedia la borsa americana non riuscirà più a migliorare il massimo storico, Vedremo in seguito se é destinata ad oscillare in laterale come stannno facendole borse europee o se invece ci sarà una correzione più importante con una lunga scivolata verso il basso.

E le borse europee come potrebbero comportarsi in questo frangente? A corto termine il trend é neutro. Gli indici azionari europei da inizio giugno stanno marciando sul posto. Parecchi indici sono fermi sul livello di metà aprile - l'Eurostoxx50 (-0.51% a 4035 punti) aveva già raggiunto i 4037 punti il 16 aprile. Al momento vediamo parecchi segnali di debolezza ma come avete potuto leggere nei commenti durante la settimana riguardanti i singoli indici, non abbiamo ancora nessuna decisiva rottura al ribasso. Il Nasdaq100 quest'anno ha già corretto due volte. Da metà febbraio a metà marzo e a maggio. Notiamo che le borse europee hanno ignorato la prima correzione mentre hanno subìto la seconda. La correlazione é più alta tra Europa e S&P500 che tra Europa e Nasdaq100. Probabilmente questa é una conseguenza dei pochi titoli tecnologici presenti nei listini europei. Se come pensiamo la correzione a Wall Street sarà incentrata sui titoli tecnologici del Nasdaq100, ci aspettiamo che le conseguenze negative sulle borse europee saranno modeste. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.79% a 4035 punti
SX7E (banche)          -2.95% a 89.25 punti
DAX                         -0.94% a 15540 punti
SMI                          +0.31% a 12026 punti
FTSE MIB                  -1.03% a 24792 punti
S&P500                     -0.97% a 4327.16 punti
Nasdaq100                -0.97% a 14681 punti

Giovedì eravamo incerti su come classificare la seduta negativa. Venerdì la situazione é diventata evidente - i venditori hanno decisamente preso l'iniziativa e il sopravvento. Sia in Europa che in America gli indici azionari hanno aperto in positivo ma non sono riusciti a fare ulteriori sostanziali guadagni. In Europa dopo le 12.00 e a Wall Street dopo le 16.10 gli indici sono ricaduti in negativo. L'Eurostoxx50 (-0.51% a 4035 punti) e i suoi colleghi (DAX -0.57% a 15540 punti e FTSE MIB -0.33% a 24792 punti) hanno chiuso con moderate perdite. Sul finale di seduta hanno recuperato qualche punto grazie al fatto che la borsa americana si era stabilizzata. Non bisogna però farsi ingannare - l'Eurostoxx50 alle 22.00 valeva 4023 punti, poco sopra il minimo durante la seduta a 4014 punti. Nessun indice ha rotto i supporti che però, come sapete, non sono lontani. Il nostro indicatore proprietario basato sulla stocastica ha dato un segnale di vendita a medio termine sul DAX - il segnale non é definitivo e deve ancora essere confermato. È però un ulteriore tassello del puzzle che attribuisce maggiore probabilità ad una rottura al ribasso con relativa correzione alla variante del rialzo.
Notiamo con interesse il buon comportamento della borsa svizzera. L'SMI venerdì é salito del +0.42% a 12026 punti e la performance settimanale é positiva (+0.31%). Evidentemente i titoli difensivi sono ancora richiesti - questo tende a confermare l'ipotesi che la correzione toccherà la tecnologia e probabilmente i settori ciclici ma meno i settori difensivi come alimentari, farmaceutica e lusso.

I venditori hanno controllato anche la seduta a Wall Street. L'S&P500 ha aperto sul massimo a 4374 punti. È sceso velocemente fino alle 16.10 a 4345 punti. Poi fino alle 20.00 é oscillato in laterale in pochi punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni é sceso fino a 4322 punti ed ha chiuso poco sopra a 4327 punti (-0.75%). Le vendite hanno colpito tutto il listino (Nasdaq100 -0.76%, DJT -1.39%, RUT -1.24%). I tassi d'interesse sono rimasti fermi (reddito dell'UTBond decennale a 1.31%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2016 su 5875, NH/NL a 321 su 1416 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita 18.45 punti (+1.44) - nella correzione di maggio era salita a 28 punti - ha quindi ancora parecchio spazio verso l'alto.
Nei commenti nei social media delle ultime due settimane sembrava che il mercato azionario americano potesse solo salire - chi non comperava e speculava al rialzo veniva considerato uno stupido. Ora ci sono state due sedute negative ad interrompere la serie vincente. Basteranno spaventare i piccoli traders long ed indurli a vendere? Lo scopriremo all'inizio di settimana prossima.

Purtroppo io sarà assente da oggi fino a martedì sera. Di conseguenza non potrò pubblicare i commenti e le analisi di lunedì e martedì.
A tutti gli abbonati vengono accreditati due giorni di abbonamento. Mi scuso dell'inconveniente.

Commento del 16 luglio

"Se la borsa americana starnutisce le borse europee si prendono un raffreddore."

Questo detto ha avuto ieri una conferma - l'S&P500 in serata stava scendendo una ventina di punti e questo é bastato a far cadere le borse europee e farle chiudere con perdite leggermente superiori al -1% e vicine al minimo giornaliero. Questa é la ragione per cui temiamo che appena ci sarà una correzione in America le borse europee rischiano di sottoperformare ed avere una fase di ribasso. Ieri sugli indici azionari europei non abbiamo registrato nessuna rottura al ribasso e nessun segnale di vendita. Dobbiamo però osservare da vicino come si comporta l'America per poter decidere se le borse europee cadranno sotto i supporti e cominceranno seriamente a correggere. Naturalmente non basterà che un'indice cada sotto il supporto ma ci vorrà una generale rottura al ribasso. L'Eurostoxx50 (-1.05% a 4056 punti) dovrebbe cadere sotto i 4000 punti - il DAX (-1.01% a 15629 punti) dovrebbe scendere sotto i 15400 punti (chiusura dell'8 luglio e bordo inferiore delle BB) e il FTSE MIB (-1.27% a 24875 punti) dovrebbe rompere il supporto a 24500 punti. A questo punto bisognerà cominciare seriamente a preoccuparsi - non prima.    

Ieri l'S&P500 ha avuto una seconda seduta negativa consecutiva e non ha toccato un nuovo record storico. Non eravamo più abituati ad una simile "serie nera" e malgrado il moderato calo (-0.33% a 4360.03 punti) abbiamo l'impressione che qualcosa stia cambiando nel trend. Ieri é mancata l'abituale rotazione tra settori mentre il deterioramento strutturale sta facendo ulteriori progressi. I Summation Index sono ancora in calo e non bisogna essere stupiti se su alcuni indicatori di sentiment appare pessimismo (Fear&Greed Index a 29 punti, -5 punti). Sono solo i due grandi indici S&P500 e Nasdaq che si mantengono vicini ai massimi storici grazie alla forza relativa e all'ottima performance dei big della tecnologia. La maggior parte del listino azionario america sta invece scendendo da settimane e l'investitore medio con un portafoglio diversificato sta perdendo soldi ed é evidentemente frustrato - ha l'impressione di mancare qualcosa o di sbagliare qualcosa nella sua politica d'investimento.

L'S&P500 ha aperto in calo a 4362 punti ma nella prima parte della seduta ha recuperato fino alla parità (4369 punti). Poi é sceso a leggere ondate e alle 18.45 era ancora a 4361 punti. In seguito ha fatto un tuffo e ha toccato alle 20.00 il minimo a 4340 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni ha recuperato e ha chiuso a 4360.03 punti (-0.33%). L'indice ha perso 14 punti ma i venditori non hanno dominato - la chiusura si trova 20 punti sopra il minimo e solo due punti sotto l'apertura. Per una volta il Nasdaq100 ha perso di più (-0.71% a 14794 punti) - forse una conseguenza dell'eccessivo ottimismo a cortissimo termine (DSI a 89 punti). Anche il Russell2000/RUT ha perso il -0.55%. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2935 su 4933, NH/NL a 220 su 1711 (!) e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita di poco a 17.01 punti (+0.68) mentre il CBOE Equity put/call ratio é rimasto a 0.49.
Per ora questa sembra solo una normale seduta negativa all'interno di un rialzo intatto.

Stamattina il future sull'S&P500 é in pari a 4352 punti. Alle 08.25 l'Eurostoxx50 vale 4062 punti (+6 punti) - le borse europee apriranno con un leggero guadagno. Tenteranno di recuperare le perdite di ieri? Non crediamo. I mercati azionari sembrano stanchi - questo non significa che debbano scendere ma che per il momento la spinta di rialzo si é esaurita.
Il Nikkei stamattina perde il -0.98% - Shanghai é in calo del -0.5%.
Probabilmente gli investitori attenderanno le prossime due settimane ed i risultati dei big della tecnologia prima di decidere sul da farsi.

Commento del 15 luglio

Le borse marciano sul posto - l'America chiude nuovamente lontana dal massimo giornaliero

Per quel che riguarda gli indici azionari e gli indicatori tecnici la seduta di ieri é stata insignificante. L'Eurostoxx50 (+0.12% a 4099 punti) e l'S&P500 (+0.12% a 4374.30 punti) hanno chiuso con leggeri guadagni. L'S&P500 ha toccato un nuovo record storico marginale a 4393.68 punti e questo conferma in maniera inequivocabile che la tendenza della borsa americana é al rialzo. Lo svolgimento della seduta a Wall Street é stato nuovamente contrassegnato da un netto calo dal massimo giornaliero e da una chiusura vicina al minimo giornaliero - l'impressione é quindi che gli indici facciano fatica a salire più in alto e che il Nasdaq100 (+0.17% a 14900 punti, massimo giornaliero a 15001 punti) abbia una resistenza a 15000 punti. Questo non significa che dobbiamo preoccuparci o prepararci ad una correzione. Significa unicamente che il rialzo sta facendo una pausa e dobbiamo cercare di capire quale aspetto avrà la fase successiva. Potrebbe essere un'accelerazione così come una correzione. Per ora sono pochi titoli della tecnologia (Apple +2.41%) a sostenere il listino. Da settimane la maggior parte dei titoli trattati in America sta perdendo terreno come mostrano i Summation Index in calo. La partecipazione al rialzo é miserabile (A/D a 278 su 1213) con un settore delle PMI (RUT -1.63%) in chiara difficoltà. Non sappiamo però se nel futuro sarà il Russell2000 a recuperare o il Nasdaq100 a cedere. La nostra ipotesi che i tassi d'interesse dovevano salire (reddito dell'USTBond decennale a 1.37%. -0.05%) e influire negativamente sul settore tecnologico per il momento é sbagliata. I tassi d'interesse sono stabili e non si fanno impressionare dai dati economici che mostrano inflazione (più o meno transitoria...).

Anche ieri le borse europee si sono mosse in pochi punti e hanno chiuso praticamente invariate. L'Eurostoxx50 (+0.12% a 4099 punti) ha guadagnato 6 punti ma le ultime due candele sul grafico si vedono appena. L'Eurostoxx50 resta al centro del canale orizzontale valido da inizio giugno e la tendenza é neutra con MM a 50 giorni in appiattimento. Il DAX (-0.00% a 15789 punti) ha nuovamente marciato sul posto e per saldo non si é mosso. I volumi di titoli trattati sono ulteriormente in calo - il mercato si sta addormentando. Il DAX resta nella parte superiore del canale orizzontale valido da inizio giugno e la tendenza é neutra. Malgrado dei nuovi massimi storici marginali l'indice si rifiuta di accelerare al rialzo. Il FTSE MIB (+0.15% a 25194 punti) ha guadagnato 37 punti e si appoggia sulla MM a 50 giorni ormai piatta. Anche il FTSE MIB é al centro del canale orizzontale valido da inizio giugno e la tendenza é neutra - praticamente l'indice si muove intorno ai 25000 punti da quasi tre mesi e non sembra voler assumere una tendenza sostenibile al rialzo o al ribasso.
Riassumendo le borse europee per il momento sono da dimenticare. Da settimane oscillano in laterale in pochi punti e non mostrano l'intenzione di voler cambiare il loro comportamento.

L'S&P500 ha aperto con un nuovo record storico marginale a 4393.68 punti. Subito sono però arrivate delle vendite e l'indice é sceso verso le 18.00 sul minimo giornaliero a 4362 punti. In seguito é rimbalzato una quindicina di punti e fino alla chiusura é oscillato intorno ai 4376 punti. Ha chiuso a 4374.30 punti. La seduta L NYSE é stata negativa con A/D a 2921 su 5003 e volume realtivo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 16.33 punti (-0.79(, il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.49 (la media di lungo periodo é a 0.46) mentre il Fear&Greed Index resta basso a 34 punti (-1 punto).
Malgrado lo scetticismo di molti analisti la borsa americana non mostra l'intenzione di voler correggere. Le divergenze a livello di partecipazione e l'ipercomperato non bastano a provocare un'inversione di tendenza.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4354 punti (-3 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.15 vale 4087 punti - le borse europee apriranno con un calo del -0.3%. Le borse sembrano volersi fermare e al momento ne i discorsi dei responsabili delle Banche Centrali (oggi alle 15.30 parla Jerome Powell) ne i dati economici o i risultati trimestrali delle imprese sembrano poter dare impulsi decisivi ai mercati finanziari.

Commento del 14 luglio

Minireversal - se significa qualcosa lo scopriremo oggi

Ieri fino alle 18.00 tutto stava andando come al solito. Le borse europee avevano terminato la seduta senza sostanziali variazioni (Eurostoxx50 -0.06% a 4090 punti) mentre l'S&P500 aveva toccato un nuovo record storico marginale a 4392.37 punti. Poi il vento ha cambiato direzione. L'S&P500 é sceso 26 punti dal massimo e ha chiuso a 4369.31 punti (-0.35%) con una modesta perdita di 15 punti. L'indice ha lasciato sul terreno quello che aveva guadagnato il giorno precedente - non sembra nulla di importante. Però sul grafico appare una candela rossa e formalmente questo é un mini reversal poiché l'indice ha chiuso in perdita dopo un nuovo massimo. Il calo dal massimo é contenuto e i volumi di titoli trattati erano nella media (volume relativo a 0.95) - non c'é un motivo concreto per pensare che l'indice stia iniziando una fase negativa anche perché il Nasdaq100 rimane solidissimo (-0.02% a 14974 punti) e continua a sovraperformare. C'é stato però un lieve cambiamento nel monotono ed interminabile rialzo e questo attira la nostra attenzione. Se oggi c'é una sostanziale continuazione verso il basso é possibile che il rialzo sia finito e che inizi una correzione. Per questo l'indice dovrebbe scendere sotto i 4289- 4300 punti - questo supporto sembra ancora lontano ma non si sa mai.

Malgrado che la borsa americana nel tardo pomeriggio sia ancora salita le borse europee ieri si sono mosse in pochi punti e hanno chiuso praticamente invariate. L'Eurostoxx50 (-0.06% a 4090 punti) ha perso 2 punti. Il DAX (-0.00% a 15789 punti) ha marciato sul posto. Non c'é stato nessun tentativo di proseguire il rialzo delle ultime due sedute e attaccare il massimo annuale.
Il settore delle banche ieri a Wall Street era debole e gli europei si sono affrettati a copiare. Il risultato é che l'indice SX7E ha perso il -1.48% a 90.81 punti. La conseguenza la potete intuire. Il FTSE MIB (-0.50% a 25156 punti) ha ha perso 126 punti. Il calo di UCG (-1.99%) e ISP (-1.71%) ha zavorrato il FTSE MIB.

Il cambio EUR/USD scende stamattina a 1.1785 - il supporto a 1.18 é stato attaccato con successo . Secondo noi la tendenza a corto termine é al ribasso e il cambio dovrebbe ricadere a 1.17.

L'S&P500 ha aperto a 4378 punti e fino alle 18.00 é salito regolarmente fino ai 4392 punti. Ci aspettavamo che il mercato come d'abitudine si fermasse. Invece l'indice é sceso e poco prima della chiusura ha toccato il minimo giornaliero a 4366 punti. Sul finale é rimbalzato a 4369.31 punti (-0.35%). Il Nasdaq100 ha toccato un nuovo record storico a 15002 punti (!) ed é poi ricaduto a 14874 punti (-0.02%). Il Russell2000 (-1.88%) era decisamente debole. La seduta al NYSE é stata di conseguenza negativa con A/D a 1618 su 6302, NH/NL a 302 su 657 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita a 17.02 punti (+0.95) il CBOE Equity put/call ratio é relativamente basso a 0.48 e il Fear&greed Index é sceso a 35 punti (-3). Da come si muovono i dati sul sentiment sembra che molti investitori e trader sono long ma pronti a scappare al primo segnale di pericolo - la bolla speculativa é evidente e nessuno vuole essere coinvolto in un eventuale crash - una piccola slavina potrebbe provocare la valanga. Pensiamo però che fino a quando la tecnologia regge non ci sono pericoli. Ieri mattina il DSI sul Nasdaq era a 89 punti - un ritracciamento era questione di ore e si é prontamente verificato. La debolezza del Russell2000 e la conseguente fragilità strutturale del mercato (i Summation Index continuano a scendere e mostrano che da settimane la maggior parte delle azioni sono in calo) restano un problema da non sottovalutare.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4357 punti (-3 punti). L'Eurostoxx50 vale 4085 punti (-9 punti). Le borse europee apriranno in leggero calo ma non sembra che la giornata sarà pessima. In America é iniziata la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese. Questa settimana dominano le banche - finora i risultati sono misti e le reazioni negative.

Commento del 13 luglio

Una delle solite sedute di moderato rialzo con nuovi record storici marginali

Ieri, sia in Europa (Eurostoxx50 +0.62% a 4093 punti) che in America (S&P500 +0.35% a 4384.63 punti), c'é stata una seduta di moderato rialzo con bassi volumi di titoli trattati. L'S&P500 e il DAX (+0.65% a 15790 punti) hanno toccato dei nuovi record storici marginali. Malgrado i progressi, le borse europee sono ancora nel trend neutro che le tiene bloccate in uno stretto canale orizzontale da metà giugno. Da come si sviluppa la situazione aumenta la probabilità che questa pausa sia un consolidamento e che quindi prossimamente le borse europee rompino al rialzo e ricomincino a salire. Tra i vari indici che analizziamo ci sono delle leggere differenze che abbiamo spiegato nei commenti serali. I grafici di Eurostoxx50 e FTSE MIB (+0.92% a 25283 punti), malgrado il recupero delle ultime due sedute e il ritorno sopra la MM a 50 giorni, sono ancora tendenzialmente negativi con parecchi massimi e minimi discendenti dal massimo annuale di metà giugno. Sappiamo però che il destino dell'Europa é strettamente legato all'America dove il rialzo prosegue regolare, impertubabile e senza correzioni intermedie. Purtroppo in America a livello tecnico non appare nulla di nuovo e quindi bisogna partire del principio che gli indici debbano salire più in alto malgrado che ormai gli eccessi sono sotto gli occhi di tutti.

L'S&P500 ha aperto a 4365 punti e come per magia é salito in linea retta fino alle 16.45 a 3480 punti. Qui si é fermato. È oscillato per ore in pochi punti, é salito su un nuovo record storico a 3486 punti e ha chiuso poco più in basso a 4384.63 punti (+0.35%). Il Nasdaq100 ha seguito a ruota (+0.35% a 14877 punti). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4488 su 3379, NH/NL a 461 su 307 e volume relativo a 0.8. I dati sul sentiment sono praticamente invariati (VIX a 16.17 punti (-0.01), CBOE Equity put/call ratio a 0.49 e Fear&Greed Index a 38 punti (+1)). I Summation Index sono ancora in calo. Divergenze negative e scarsa partecipazione non sembrano in grado di influenzare il trend. I DSI si stanno riavvicinando ai 90 punti - é probabile che nei prossimi giorni ci sia un breve vuoto d'aria causato dall'eccesso di ottimismo e speculazione al rialzo -
Vedremo se l'indice dei prezzi ai consumi di giugno, che verrà reso noto alle 14.30, riuscirà smuovere i tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.38% (+0.01%) e di riflesso le borse.

Stamattina i mercati azionari sono fermi ed apatici. Il future sull'S&P500 é a 4371 punti (-5 punti). L'Eurostoxx50 vale 4098 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate. Fino ad oggi pomeriggio non c'é da aspettarsi niente.

Aggiornamento del 12 luglio

Anche Apple supera finalmente il massimo di febbraio

Venerdì Apple si é formalmente unita al rialzo dei big della tecnologia - l'azione dopo mesi di attesa ha superato il precedente massimo di febbraio e ha fatto segnare un nuovo record storico. Molti vedono questo evento come un segnale che il rialzo della tecnologia e del Nasdaq100 devono continuare. Noi non siamo così entusiasti. Apple é un titolo importante e rappresenta, con una capitalizzazione di 2390 Mio di USD, circa il 13% del Nasdaq100. Non é però una società puramente tecnologica e formalmente rientra nel settore "consumer electronics". Non é un motore del rinnovamento tecnologico che aumenta la produttività dell'economia ma rispecchia piuttosto la propensione mondiale ai consumi. La rottura al rialzo deve ancora essere confermata e non significa necessariamente che il mercato nel suo complesso ha ancora parecchio potenziale di rialzo. Apple é semplicemente rimasta indietro e raggiunge con mesi di ritardo quell'obiettivo che i suoi conosciuti colleghi del club AGMAF hanno già raggiunto nelle scorse settimane. È ovvio che ai nuovi massimi degli indici azionari americani debbano partecipare le sue componenti più importanti.

Stamattina le borse asiatiche hanno copiato quanto successo venerdì in Europa e in America. Il Nikkei ha guadagnato il +2.17%, Shanghai sale del +0.7%. Il future sull'S&P500 frena - é a 4353 punti (-7 punti). Come conseguenza anche le borse europee apriranno il leggero calo - l'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 4064 punti (-4 punti, -0.1%).
Questa settimana sono previsti parecchi dati economici interessanti. Il primo sarà martedì l'indice dei prezzi ai consumi di giugno in America. Questo dato sull'inflazione potrebbe muovere i tassi d'interesse. Come sapete noi ci aspettiamo che ora i tassi d'interesse sull'USD tornino a salire e provochino una correzione della tecnologia. Vediamo... Oggi sembra che avremo una seduta tranquilla durante la quale gli indici azionari dovrebbero muoversi poco e chiudere praticamente invariati.

Commento del 10-11 luglio

Settimana volatile che si conclude con l'abituale nuovo record storico dell'S&P500

Abbiamo avuto una settimana come da copione. L'eccesso di ottimismo segnalato in America dai DSI (Daily Sentiment Index) sui 90 punti per i maggiori indici azionari ha provocato giovedì un breve vuoto d'aria che ha fatto scendere l'S&P500 fino ai 4289 punti. La liquidità e la relativa domanda di azioni hanno subito provocato una reazione e un'ondata d'acquisti - la borsa americana ha già recuperato parte delle perdite nella seduta di giovedì per poi esplodere venerdì con un nuovo record storico dell'S&P500 (+1.13% a 4369.55 punti) a 4371.60 punti. La regola che prevedeva un nuovo massimo dopo una serie di 7 sedute positive (vedi commento di una settimana fà) é stata rispettata. In questa fase le borse europee hanno fatto da comparse e hanno seguito le indicazioni provenienti da Wall Street. Gli indici azionari europei hanno provato giovedì a scendere e si sono verificate alcune rotture al ribasso (Eurostoxx50, FTSE MIB). Il rally di venerdì (Eurostoxx50 +1.91% a 4068 punti) ha però immediatamente eliminato questi segnali negativi ed ha riportato le borse europee nel canale d'oscillazione valido da inizio giugno e nel trend neutro. Le performance settimanali delle borse europee sono miste - l'Eurostoxx50 ha perso il -0.40%. Questa é una conseguenza dell'intensa rotazione tra settori che questa settimana ha nuovamente penalizzato il settore finanziario e di conseguenza la borsa italiana - il FTSE MIB nelle ultime 5 sedute ha perso il -0.91% malgrado il balzo di +1.67% di venerdì.
La situazione tecnica non é cambiata. Il rialzo della borsa americana prosegue come un rullo compressore - ignora qualsiasi debolezza strutturale e qualsiasi divergenza - non possiamo che ripetere la raccomandazione di evitare di opporsi ad un rialzo di questo tipo che gode dell'appoggio incondizionato delle Banche Centrali e della politica. L'unica differenza che notiamo rispetto ad una settimana fà ed abbiamo segnalato in anticipo negli ultimi commenti, é il probabile minimo intermedio sui tassi d'interesse. Da metà maggio fino adesso il rialzo é stato trascinato e sostenuto dal settore tecnologico che si é mosso in stretta correlazioni con i Bonds (rialzo dei Bonds e ribasso dei tassi d'interesse). Secondo i grafici e gli indicatori il ribasso dei tassi d'interesse é finito ed ora deve esserci una fase si rialzo. Questo rialzo é iniziato tra giovedì e venerdì (reddito dell'USTBond a 1.37%, +0.07%) e dovrebbe fermare il rally del Nasdaq100. L'effetto negativo é già apparso venerdì sotto forma di una sottoperformance del Nasdaq100 (+0.70% a 14826 punti). Se però questa sottoperformance nei prossimi giorni non si trasforma in correzione la borsa americana nel suo complesso non può che continuare a guadagnare terreno. Non bisogna dimenticare che gli investitori agiscono globalmente. La ripresa economica in Cina sta rallentando - nei Paesi asiatici imperversa ancora la pandemia - in Europa la ripresa economica stenta ad accelerare mentre riappaiono dei focolai di di Covid19 (Olanda, Catalogna). Malgrado le valutazioni fondamentali oscenamente alte l'America appare ancora come un garante di stabilità e come l'alternativa più valida - le società tecnologiche macinano utili e sembrano un veicolo d'investimento che assicura crescita e guadagni. Sono un magnete per la liquidità che sfugge dai mercati obbligazionari e dai tassi d'interesse reali negativi.
Al momento non appare nulla in grado di bloccare il rialzo della borsa americana - gli europei sono obbligati a seguire. A questo punto é possibile che le borse europee terminino l'oscillazione in laterale che le tiene ferme da mesi (l'Eurostoxx50 é sui livelli di metà aprile!) e che si verifichi una rottura al rialzo. Noi manteniamo il nostro atteggiamento prudente basato sui cicli che prevedono una discesa delle borse fino ad ottobre. È però evidente che per il momento la direzione indicata dai cicli é sbagliata - le borse non stanno scendendo ma salgono in America e sono neutre in Europa. Siamo però rimasti sottoinvestiti finora e non abbiamo il coraggio di andare long con convinzione proprio adesso.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.40% a 4068 punti
SX7E (banche)          -1.98% a 91.97 punti
DAX                         +0.24% a 15687 punti
SMI                          +0.21% a 11994 punti
FTSE MIB                  -0.91% a 25051 punti
S&P500                     +0.40% a 4369.55 punti
Nasdaq100                +0.67% a 14826 punti

Venerdì c'é stata una seduta decisamente positiva sia in Europa (Eurostoxx50 +1.91% a 4068 punti) che in America (S&P500 +1.13% a 4369.55 punti).
Le borse europee hanno aperto in positivo, sono salite fino in tarda mattinata e poi si sono fermate in attesa di vedere cosa intendevano combinare gli americani. Dopo la buona apertura a Wall Street il rialzo é continuato e gli indici azionari europei hanno chiuso sui massimi giornalieri con forti guadagni. Gli indici sono tornati nei canali d'oscillazione in laterale validi da metà giugno. Il capitolo della rottura al ribasso sembra chiuso ma lascia uno strascico negativo sui grafici. L'Eurostoxx50 mostra dal 18 di giugno una serie di massimi discendenti e il minimo di giovedì a 3962 punti sembra aver aperto la strada verso il basso. Il FTSE MIB (+1.67% a 25051 punti) mostra un simile preoccupante grafico mentre il DAX (+1.73% a 15687 punti) mantiene strettamente il trend neutro con una serie alternante di sedute positive e negative sopra la MM a 50 giorni e sopra il bordo inferiore delle BB. È difficile dire con sicurezza se le borse europee stanno distribuendo o accumulando. Secondo i grafici la rottura dovrebbe verificarsi al ribasso. Gli indicatori sono invece costruttivi - l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo sono spariti e gli indicatori di momentum come il MACD stanno girando verso l'alto e potrebbero dare un segnale d'acquisto. A dire il vero però tutto questo non é molto importante visto che é la borsa americana ad imporre il ritmo di danza. Se la borsa americana continua a salire é possibile che le borse europee presto o tardi si decidano a seguire. Se invece la borsa americana si ferma o corregge e improbabile che le borse europee possano salire in solitaria. Non sembra che dai cambi possano venire degli impulsi decisivi visto che il cambio EUR/USD non sembra volersi allontanare di molto dagli 1.20 (+/- 2 cts).

A Wall Street gli investitori hanno subito mostrato l'intenzione di volersi lasciare alle spalle in vuoto d'aria di giovedì. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4330 punti e fino alle 17.40 é salito fino ai 4365 punti. Poi ha fatto una lunga pausa. Solo sul finale l'indice é salito fino ai 4371 punti ed ha chiuso poco più in basso a 4369.55 punti (+1.13%). All'inizio il Nasdaq100 é rimasto fermo in pari. Solo dopo un'ora di contrattazioni ha deciso di partecipare alla festa (+0.70% a 14826 punti). La rotazione tra settori e l'aumento dei tassi d'interesse ha però favorito il Russell2000 (+2.17%) e questo ha fatto nettamente migliorare i dati tecnici della giornata. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6509 su 1394, NH/NL a 325 su 245 e volume relativo a 0.85. I dati sul sentiment sono ovviamente migliorati (VIX a 16.18 punti (-2.82), CBOE Equity put/call ratio a 0.53 e Fear&Greed Index a 37 punti (+5 punti)).
Sembra che dobbiamo rassegnarci all'idea che la borsa americana non vuole correggere - ogni ritracciamento viene subito comperato.
Pensiamo che ora il reddito dell'USTBond decennale debba salire in direzione di 1.75%/2.00% - questo é almeno quello che suggeriscono grafico e indicatori. Questo aumento deve mettere in difficoltà il settore tecnologico. Venerdì abbiamo visto che la difficoltà si é tradutta unicamente in una sottoperformance. A febbraio questo effetto aveva però causato una correzione di circa il -11% del Nasdaq100 - vediamo cosa succede questa volta. Non pensiamo però che senza la tecnologia l'S&P500 possa andare lontano.

Commento del 9 luglio

Rottura al ribasso in Europa ma l'America non conferma

Ieri le borse europee sono state travolte da un'ondata di vendite che é iniziata all'apertura dei mercati ed é terminata nel primo pomeriggio. Dopo settimane di relativa tranquillità le perdite giornaliere hanno superato il -2% e sui grafici di alcuni indici appaiono delle preoccupanti rotture al ribasso. L'Eurostoxx50 é sceso a 3991 punti (-2.18%). Questa é la peggiore chiusura da inizio giugno e l'indice cade decisamente sotto la MM a 50 giorni e sotto il supporto a 4050 punti. In teoria l'indice dovrebbe scendere nei prossimi giorni più in basso visto che non é ancora ipervenduto, Scriviamo "in teoria" poiché non bisogna considerare un'indice in maniera a sé stante ma nel contesto del mercato. Vediamo quindi che il DAX tedesco (-1.73% a 15420 punti), malgrado che questa sia la peggior chiusura da inizio giugno, si é salvato sopra il bordo inferiore delle Bollinger Bands e ha quasi eguagliato il minimo del 21 giugno. Non si può quindi parlare di decisiva rottura al ribasso anche perché il nostro indicatore proprietario basato sulla stocastica (54.60 punti) non é sceso sotto i 50 punti e non ha dato un segnale di vendita. Anche le perdite dell'SMI (-1.33% a 11924 punti) sono moderate e l'indice rimane vicino ai 12000 punti, livello che ha contraddistinto l'ultima ventina di sedute. La rottura al ribasso del FTSE MIB (-2.55% a 24641 punti) é invece netta e come sappiamo é stata accentuata dalle debolezza relativa del settore bancario (SX7E -2.65% a 89.50). A questo proposito abbiamo una interessante previsione - crediamo che il calo dei tassi d'interesse sul corto termine sia terminato ieri con un'accelerazione - il sentiment sulle obbligazioni é euforico e estremamente negativo sui tassi - crediamo che adesso i tassi d'interesse sia in EUR che in USD debbano risalire e quindi ci prepariamo ad un periodo di sovraperformance del settore bancario e ad un periodo difficile per la tecnologia.
Riassumendo le borse europee stanno correggendo e alcuni indici presentano delle preoccupanti rotture al ribasso. La correzione é però formalmente iniziata già il 18 giugno e, come ben mostrano le RSI in calo e sui 35-45 punti, é già servita ad eliminare buona parte dell'ipercomperato. Se la borsa americana non comincia a correggere (e finora non sembra il caso) difficilmente le borse europee scenderanno decisamente più in basso. Preferiamo attendere la chiusura settimanale per potrebbe dare maggori indicazioni sulla durata e profondità della correzione che sembra finora minore e con scarsa pressione di vendita.

Anche a Wall Street abbiamo avuto una seduta negativa (S&P500 -0.86% a 4320.82 punti) ma gli indici hanno chiuso decisamente sopra i minimi giornalieri raggiunti nella prima ora di contrattazioni e le perdite a fine giornata sono moderate. Questa sembra essere stata una normale seduta negativa all'interno di un rialzo che é stata necessaria per eliminare parte dell'euforia a cortissimo termine segnalata dai DSI sui 85-90 punti. Non é apparsa una particolare pressione di vendita. Si é accentuata la debolezza strutturale visto che il Russell2000 (RUT -0.94%) ha nuovamente perso parecchio terreno é questo ha provocato un'esplosione dei nuovi minimi a 30 giorni (NL a 2316 punti). I Summation Index ovviamente proseguono la loro discesa. Il settore tecnologico (Nasdaq100 -0.60% a 14722 punti) continua a sostenere il mercato azionario americano e fino a quando non ci sarà un cedimento del Nasdaq é poco probabile che possa svilupparsi una correzione a Wall Street. Le cose potrebbero cambiare se i tassi d'interesse sull'USD (reddito dell'USTBond decennale a 1.30%, -0.03%) ricominciassero a salire come prevediamo. In questo caso il Nasdaq100 dovrebbe correggere - l'effetto negativo potrebbe però essere compensato da una ripresa del Russell2000 (con energia e banche) e si potrebbe nuovamente verificare una rotazione tra settori. Queste però sono solo delle interessanti riflessioni. Dobbiamo vedere come reagisce il mercato nelle prossime due o tre sedute.
L'S&P500 ha aperto in forte calo a 4303 punti. All'inizio é caduto fino ad un minimo a 4289 punti - poi ha recuperato e a metà seduta era nuovamente a 4330 punti. Nella seconda parte della giornata é sceso lentamente a 4308 punti ed é rimbalzato sul finale a 4320.82 punti (-0.86%). L'indice ha salvato il supporto intermedio a 4300 punti e ha chiuso 31 punti sopra il minimo - malgrado la perdita di 37 punti ha dato una dimostrazione di forza.
La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1997 su 5895, NH/NL a 151 su 2316 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 19.00 punti (+2.80), il CBOE Equity put/call ratio era abbastanza alto a 0.59 mentre il Fear&Greed Index é caduto a 32 punti (-7 punti).

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4317 punti (+4 punti) - alle 07.00 era ancora a 4309 punti. Questo significa che gli europei vogliono recuperare parte delle perdite di ieri (che sembrano eccessive) e nei loro acquisti coinvolgono il future. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4016 punti (+25 punti). Le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.6%.
Non sappiamo se la borsa americana intende correggere ma siamo convinti che la seduta negativa di ieri non sarà un episodio isolato. Crediamo che oggi le borse europee dopo l'apertura non saliranno più in alto. È possibile che nel pomeriggio a Wall Street riappaiano i venditori - leggete i commenti delle 14.00 per maggiori dettagli.

Commento dell'8 luglio

Un'altra seduta tecnicamente negativa con nuovi record storici di S&P500 e Nasdaq

Ieri le borse europee sono rimbalzate visto che il loro tentativo di scendere sotto i supporti di martedì non era stato "approvato" dall'America. Constatato che il rialzo a Wall Street prosegue costante e regolare gli europei sono stati costretti a rientrare nei ranghi. La conseguenza é stata ieri una seduta decisamente positiva che ha visto il DAX (+1.17% a 15692 punti) recuperare completamente le perdite di martedì. Invece l'Eurostoxx50 (+0.64% a 4078 punti) sembra essere debolmente rimbalzato poiché ha recuperato solo parte del calo del giorno precedente. La differenza é stata fatta soprattutto dal settore bancario (SX7E -0.78% a 91.94 punti) che ha rifiutato di partecipare alla festa e ha preferito seguire i segnali provenienti dai tassi d'interesse ancora in calo. Strana questa discesa dei tassi d'interesse che da due giorni ha subito un'accelerazione - questo movimento non corrisponde alla narrativa vigente di un'economia che cresce robusta con inflazione temporanea. Ma torniamo alla borsa. Con titoli bancari deboli é ovvio che la borsa italiana (FTSE MIB +0.23% a 25285 punti) ha arrancato in fondo al gruppo. Differenze a parte la tendenza delle borse europee é praticamente da metà aprile neutra. Da giugno questo movimento in laterale si é cementato con MM a 50 giorni in orizzontale e BB strette e parallele. Non siamo ancora in grado di prevedere il termine e l'uscita da questa fase neutra. I cicli e gli eccessi negli Stati Uniti ci fanno preferire la variante della correzione. La tendenza di fondo e gli indicatori di momentum ci dicono che una rottura al rialzo non é da escludere. Come al solito a decidere sarà l'America anche se c'é un fattore da considerare. Da settimane la borsa americana passa da un record al successivo mentre le borse europee sono ferme. L'America non può andare meglio - se c'é un cambiamento può solo significare correzione o ribasso. Questo significa un peggioramento per l'Europa dalla situazione attuale di stallo.

In America abbiamo avuto un'altra seduta tecnicamente negativa (A/D a 3362 su 4535, NH/NL a 395 su 1604!) con guadagni su S&P500 (+0.34% a 4358.13 punti) e Nasdaq100 (+0.16% a 14810 punti). Entrambi gli indici hanno toccato dei nuovi record storici mentre i Summation Index continuano a scendere. Difficilmente il mercato può continuare a salire con simili divergenze a livello di partecipazione. O la partecipazione migliora (e per questo il Russell2000 (RUT -0.95%) deve ricominciare a salire) oppure ad un certo momento deve verificarsi un importante vuoto d'aria per riportare il mercato su solide basi.
L'S&P500 ha aperto a 4350 punti e dopo una salita a 4356 punti é caduto alle 16.45 sul minimo a 4329 punti. Ha subito recuperato e dalle 18.00 in avanti si é attestato sui 4358 punti. Sul finale si é impennato su un nuovo record a 4361.88 punti ed ha chiuso a 4358.13 punti (+0.34%). A livello di sentiment non ci sono cambiamenti rilevanti (VIX a 16.20 punti (-0.24), CBOE Equity put/call ratio a 0.52, Fear&Greed Index a 39 punti (invariato)).
Da quasi due mesi il mercato azionario americano si appoggia sulla tecnologia. Il Nasdaq100 é passato dai 13000 punti del 19 maggio agli attuali 14800 punti. Sono 1800 punti o quasi il 14% di guadagno in meno di due mesi. Non vi sembra che stiamo esagerando ?
In ogni caso dei nuovi massimi storici sono delle conferme indiscutibili che il trend é al rialzo. Al momento non abbiamo nulla che potrebbe farci pensare che la fine del movimento é imminente. A livello di sentiment notiamo solo che c'é troppo ottimismo sui USTBonds rispettivamente pessimismo sui tassi d'interesse. Crediamo che nei prossimi giorni i tassi d'interesse sull'USD debbano ricominciare a salire. Per logica questo dovrebbe innescare una correzione del Nasdaq.

Stamattina c'é qualcosa di nuovo. Verso le 07.00 il future sull'S&P500 era a 4341 punti - ora (08.15) é sceso a 4337 punti (-12 punti). La giornata non inizia con il future in guadagno o in recupero. L'Eurostoxx50 vale 4060 punti (-18 punti). Le borse europee apriranno con una perdita di circa il -0.5%. Il Nikkei ha perso il -0.81% - Shanghai é in calo del -0.7%. Preferiamo non fare previsioni per la giornata ed osservare attentamente cosa succede. Forse si deliena un cambiamento...

Commento del 7 luglio

Europa debole appena l'America si ferma - la tecnologia tiene in piedi la baracca

Ieri le borse europee hanno avuto una seduta negativa (Eurostoxx50 -0.85% a 4052 punti) e gli indici azionari si sono riavvicinati ai supporti costituiti dai limiti inferiori delle Bollingers Bands, dalle MM a 50 giorni e da una serie di supporti statici che si sono formati negli ultimi 30 giorni. Non c'é stato nessun tentativo di rottura al ribasso e non é scattato alcun segnale di vendita. L'impressione generale é però che il trend neutro valido da metà aprile sia maturo - se non ci fosse il rialzo della borsa americana a trattenere gli investitori crediamo che sarebbe già iniziata da giorni una correzione.
In America il rialzo dell'S&P500 (-0.20% a 4343.54 punti) si é fermato non prima però che l'indice toccasse un nuovo massimo storico marginale a 3456.46 punti. La seduta é stata simile alle molte che l'hanno preceduta nei mesi di giugno e luglio. I tassi d'interesse sono scesi (reddito dell'USTBonds decennale a 1.37%, -0.07%) e la tecnologia ha sovraperformato - il Nasdaq100 ha ancora guadagnato un +0.40% a 14786 punti. Invece i settori energia (ETF Energy -3.25%) e banche (BKX -2.66%) sono caduti piuttosto pesantemente trascinando verso il basso il Russell2000 (RUT -1.36%). Logicamente questo ha provocato un forte aumento dei nuovi minimi a 30 giorni (NL a 1396 punti) dando l'impressione di un esercito che avanza con impressionanti perdite tra i soldati - questo continuo deterioramente della partecipazione preoccupa gli analisti tecnici poiché spesso questo fenomeno ha preceduto degli importanti crolli di mercato. Non é però sicuro che la storia debba ripetersi.

Fino alle 15.30 le borse europee erano solo in leggero calo. La borsa americana dopo l'apertura ha cominciato a scendere e subito le borse europee l'hanno imitata. Grazie ad un breve rimbalzo sul finale gli indici hanno chiuso poco sopra i minimi giornaliero con perdite vicine all'1% (Eurostoxx50 -0.85% a 4052 punti, DAX -0.96% a 15511 punti, FTSE MIB -0.84% a 25227 punti). Solo il difensivo SMI svizzero (-0.02% a 11965 punti) é rimasto immune a questo effetto. Da mesi le borse europee non riescono più a fare sostanziali progressi e da giugno oscillano in un canale orrizzontale mentre il trend é neutro. In questo momento si stanno avvicinando ai limiti inferiori del canale. Per una rottura al ribasso ci vuole la collaborazione dell'America.

L'S&P500 ha aperto con un nuovo massimo storico margianale a 4356 punti. Poi l'indice é sceso fino a metà seduta a 3414 punti, In seguito ha recuperato fino alla chiusura a 4343.54 punti (-0.20%). L'indice ha chiuso con una perdita di 8 punti e 29 punti sopra il minimo. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2275 su 5660, NH/NL a 365 su 1396 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 16.44 punti (+1.37%), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.51 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 39 punti (-6). La tecnologia (Nasdaq100 +0.40%, Amazon +4.69%, Apple +1.47%) tiene in piedi un mercato che mostra parecchie crepe. I Summation Index sono in calo.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4331 punti (-2 punti). Non é più la manciata di punti di guadagno di settimana scorsa ma per ora manca pressione di vendita. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4056 punti - le borse europee apriranno in leggero guadagno (+0.1%). Oggi ci aspettiamo una seduta tranquilla - almeno fino alle 20.00 quando verrà pubblicato il protocollo dell'ultima riunione del FOMC (organo della FED). In questo momento si ricomincerà a discutere di politica monetaria e tassi d'interesse. Pensiamo che solo un aumento dei tassi d'interesse potrebbe frenare la corsa della tecnologia ed imporre al mercato azionario americano una battuta d'arresto.

Commento del 6 luglio

Gli europei si fanno una dormitina

Ieri la borsa a Wall Street era chiusa. In occasione della Festa dell'Indipendenza gli americani hanno l'abitudine di avere un lungo fine settimana a disposizione - quest'anno il 4 luglio cadeva di domenica e quindi si é deciso di aggiungere il lunedì 5 come giorno festivo.
Le borse europee si sono comportate come fanno solitamente quando gli investitori americani sono assenti e mancano le indicazioni provenienti da Oltre Oceano. Gli indici azionari hanno aperto la mattina seguendo le indicazioni provenienti dai mercati asiatici - hanno aperto quindi in calo. Dopo d'abitudine c'é la scelta tra due varianti - o gli indici si fermano sul livello d'apertura o risalgono e chiudono in pari. Ieri gli europei hanno scelto la seconda variante. Le borse hanno recuperato dopo la debole apertura e hanno chiuso praticamente in pari. L'Eurostoxx50 (+0.07% a 4087 punti) ha guadagnato di 3 punti. Il DAX tedesco (+0.08%) e l'SMI svizzero (+0.02% a 11967 punti) si sono comportati alla stessa maniera. I tassi d'interesse ieri sono saliti e quindi le azioni delle banche (SX7E +1.72% a 95.41 punti) hanno guadagnato terreno. Ne ha approfittato il FTSE MIB (+0.63% a 25411 punti) ma questo é un effetto conosciuto e molto probabilmente di breve durata. Ormai questa é una semplice reazione istintiva e meccanica.
Questa seduta insignificante, con indici fermi e con scarsi volumi di titoli trattati, non cambia la situazione tecnica. Le borse europee sono in un trend neutro da circa metà aprile e noi abbiamo l'impressione che una correzione viene unicamente impedita dal rialzo della borsa americana. Vedremo se da oggi cambia qualcosa visto che tecnicamente la borsa americana sembra essere arrivata venerdì su un massimo significativo.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4341 punti (-1 punto) mentre l'Eurostoxx50 vale 4077 punti. Le borse europee apriranno in leggero calo (-0.2%). Probabilmente gli indici azionari europei stamattina si fermeranno in attesa di vedere cosa decidono di fare gli americani - sarà interessante osservare se l'S&P500 e il Nasdaq assorbiranno nei prossimi giorni gli eccessi con una semplice pausa o se invece cominceranno a scendere. Ormai non osiamo più prevedere una fase di ribasso...

Aggiornamento del 5 luglio

I cicli

Da settimane parliamo dei cicli annuali e di lungo periodo sulla borsa americana che sono in calo - poiché a grandi linee gli indici azionari dovrebbero seguire questi cicli noi ci aspettiamo che la borsa cominci a correggere. Ma come funzionano questi cicli e quanto sono affidabili? Noi non facciamo dell'analisi ciclica - per questo ci basiamo su due società americane specializzate in questo campo. Poiché sono dei servizi a pagamento non possiamo pubblicare i risultati sul nostro sito. Possiamo però darvi un'idea di come funzionano sulla base di informazioni accessibili liberamente al pubblico come quelle di Thomas Bulkowsky. Passando dal link trovate le sue ultime simulazioni di inizio luglio. Osservate i tre grafici di Dow Jones Industrial, Nasdaq e S&P500, Vedrete che i cicli hanno cominciato a scendere a maggio ma cadono decisamente a luglio dopo una fase intermedia positiva a giugno. Funzionano i cicli ? - a grandi linee si ma spesso ci sono degli scollamenti temporali e nell'ampiezza delle oscillazioni. In ogni caso i cicli avevano corettamente previsto il crollo di marzo dell'anno scorso causato dal Covid - di conseguenza sono uno strumento da non sottovalutare.

Oggi la borsa americana é chiusa. Alle 08.05 il future sull'S&P500 é a 4335 punti (-7 punti). L'Eurostoxx50 vale 4077 punti - le borse europee apriranno in leggero calo (-0.2%). Sarà interessante osservare se gli europei, abbandonati a loro stessi, decideranno di vendere e far scendere gli indici più in basso e se invece le borse semplicemente si fermeranno con bassi volumi in attesa che domani si ricominci a lavorare a Wall Street.  

Commento del 3-4 luglio

La borsa americana si riduce a Amazon (+2.27%), Apple (+1.96%), Microsoft (+2.23%) e Google (+2.30%)

Niente sembra in grado di bloccare il rialzo della borsa americana. Nella settimana appena trascorsa le borse europee si sono mosse a caso scendendo quando erano abbandonate a loro stesse e salendo quando si rendevano contro che a Wall Street si passava da un record storico al successivo. La performance settimana delle borse europee é mista - alcuni indici hanno guadagnato terreno (DAX +0.27%) ma la maggior parte é scesa - l'Eurostoxx50 (+0.13% a 4084 punti) ha perso il -0.88%. Non c'é però nessun segnale di vendita e fino a quando in America non cambierà qualcosa é improbabile che le borse europee possano dissociarsi iniziando a correggere. La tendenza in Europa é neutra.
L'S&P500 (+0.75% a 4352.34 punti) invece é reduce da 7 sedute positive consecutive e di conseguenza ha toccato venerdì un nuovo record storico a 4355.43 punti e durante la settimana ha guadagnato il +1.67% grazie alla spinta proveniente dal settore tecnologico. Anche il Nasdaq100 (+1.15%) ha toccato venerdì un nuovo massimo storico. Gli analisti tecnici constatano attoniti che tutti i loro gridi d'allarme basati sulla scarsa partecipazione risuonano nel nulla almeno per quel che riguarda i maggiori indici. Stanno succedendo molte cose che non fanno molto senso - venerdì la seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3719 su 4125 - i Summation Index sono leggermenti scesi e questo significa che la maggior parte dei titoli sta perdendo terreno. Il rapporto NH/NL (379 su 531) era miserabile a causa soprattutto del calo del Russell2000 (-1.01%). La correlazione tra Nasdaq e RUT é sul minimo storico e questo conferma la furiosa rotazione tra settori. Come é allora possibile che l'S&P500 continua a salire ? - bastano le azioni dei quattro colossi indicati nel titolo con il contorno di un qualche altra società di moda a far lievitare il mercato. È normale ? - la risposta evidentemente é no ma questo non ci serve molto per prevedere la fine di questo movimento. In questo momento siamo semplicemente disarmati di fronte ad un rialzo che sfida i cicli e parametri validi da decenni. Possiamo solo dire che é meglio evitare di opporsi a questo rialzo che sembra procedere come un carro armato in grado superare qualsiasi ostacolo - divergenze, ipercomperato ed eccesso di rialzo vengono ignorati. Spesso i rialzi sono terminati per degli errori di politica monetaria - in questo momento però la liquidità continua a scorrere a fiumi e dal mercato obbligazionario non arrivano segnali d'allarme (reddito dell'USTBond decennale a 1.44%, -0.04%). Oppure il Bull Market é morto per sfinimento e per euforia al termine di un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Finora però il rialzo é regolare e non sta accelerando. Insomma - fino a quando non cambia qualcosa dobbiamo partire dal principio che il bull market in America non é ancora alla fine. Le borse europee al momento fanno da ruota di scorta - se l'America non corregge presto o tardi che gli indici azionari europei ricominceranno a salire. Attenzione però se all'inizio di settimana prossima si verifica una rottura al ribasso. In questo momento a Wall Street potrebbe tremare le gambe e a qualcuno potrebbe venire finalmente la voglia di vendere. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.88% a 4084 punti
SX7E (banche)          -2.56% a 93.80 punti
DAX                         +0.27% a 15650 punti
SMI                          -0.29% a 11964 punti
FTSE MIB                  -0.89% a 25282 punti
S&P500                     +1.67% a 4352.34 punti
Nasdaq100                +2.66% a 14727 punti

Sulla seduta di venerdì non c'é molto da dire. Si é ripetuto il film già visto nei giorni precedenti. Le borse europee sono salite baldanzose fino alle 10.00. Poi hanno cambiato direzione, sono scese e sono infine oscillate in laterale con un 'occhio a New York. L'S&P500 é salito dall'apertura e quindi la chiusura in Europa é stata conciliante - l'Eurostoxx50 ha guadagno il +0.13% a 4084 punti. Il massimo annuale del 18 giugno a 4165 punti é ancora a portata di mano.

La seduta a New York é stata invece da Dottor Jekill & Mister Hyde. Il mercato nel suo complesso era debole con perdite soprattutto nel settore delle PMI (RUT -1.01%) - invece i guadagni dei colossi tecnologici sono bastati a fare involare l'S&P500 e il Nasdaq. Il rialzo é malsano e il rischio che qualcosa vada male sta quindi aumentano - però può continuare e sempre nel passato una serie di 7 sedute positive é sfociata a medio termine in un nuovo massimo. Questo significa che, statisticamente parlando, settimana prossima può esserci un ritracciamento o una correzione minore ma in seguito l'S&P500 deve salire sopra i 4355 punti.
L'S&P500 ha aperto in gap up sul minimo a 4329 punti. L'indice é salito regolarmente fino alle 19.00 quando ha toccato i 4349 punti. Poi si é "calmato". L'S&P500 ha ancora toccato un massimo storico a 4355 punti e ha chiuso poco più in basso a 4352.3 punti (+0.75%). L'A/D dell'indice era di 305 su 194 ! La volatilità VIX é scesa a 15.07 punti (-0.41), il CBOE Equity put/call ratio é salito a 0.51 mentre il Fear&Greed Index é rimasto uguale a 45. Nel complesso gli indicatori di sentiment mostra che gli investitori sono fiduciosi e quasi pienamente investiti - a cortissimo termine c'é euforia (DSI) ma questa può essere compensata con un breve tuffo di due o tre sedute e -2%/-3% in percentuale. Questo non significa che ci sarà un'inversione di tendenza malgrado che i cicli sono in calo fino ad ottobre. Ci vorrebbe una caduta sotto i 4200 punti per cambiare il trend.

Lunedì la borsa americana é chiusa. Il 4 settembre negli Stati Uniti si festeggia la giornata dell'Indipendenza e per tradizione ci sono alcuni giorni di vacanza - quest'anno é stato aggiunto il lunedì 5 come giornata non lavorativa. Domani potremo osservare cosa combinano gli europei senza gli americani. Noi avremo il tempo per approfondire le nostre analisi e vedere se ci viene una qualche nuova idea.

Commento del 2 luglio

Nuovo record storico dell'S&P500 ma gli indicatori non cambiano - partecipazione patetica

Ieri, visto che ancora una volta la borsa americana si apprestava a salire su dei nuovi massimi storici, le borse europee hanno rinviato l'inizio della correzione e sono rimbalzate. Il rimbalzo é stato nuovamente poco convincente. Gli indici azionari hanno aperto in positivo e sono saliti baldanzosi fino alle 10.00. Poi si sono sgonfiati e sono scesi di un -1% dal massimo. Un recupero nel pomeriggio ha permesso una chiusura con moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.36% a 4078 punti, DAX +0.47% a 15603 punti, FTSE MIB +0.73% a 25286 punti) che compensano solo in parte le perdite di mercoledì. Eurostoxx50 e DAX hanno recuperato circa la metà del precedente calo - il FTSE MIB ha fatto meglio grazie alla forza del settore bancario (SX7E +1.84% a 95.38 punti) e al risveglio di ENI (+1.85%) che finalmente sembra accorgersi che le azioni del settore in America si stanno comportando decisamente meglio.
Le borse europee si muovono ancora in laterale oscillando in un range di pochi punti in percentuale (ca. 3%) e da metà aprile non hanno fatto sostanziali progressi - la tendenza é neutra. L'impressione é che gli indici vogliano scendere ma fino a quando la borsa americana continuerà a salire é improbabile che le borse europee rompano i supporti. Possono sottoperformare ma difficilmente divergono.

In America c'é stata la solita seduta di rialzo e l'S&P500 (+0.52% a 4319.94 punti) ha raggiunto un nuovo record storico marginale a 4320.66 punti. I dati sul mercato del lavoro pubblicati alle 14.30 hanno fatto salire i tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.48%, +0.03%). Le conseguenze le conosciamo a memoria - la tecnologia ha marciato sul posto (Nasdaq100 +0.03% a 14560 punti) e con la solita rotazione tra settori sono saliti energia e banche. Ne ha approfittato il Russell2000 (RUT +0.81%). Malgrado tutto questo rialzo la partecipazione é patetica e miserabile - solo 407 titoli in America hanno toccato un nuovo massimo a 30 giorni mentre 363 hanno fatto segnare un nuovo minimo.
L'S&P500 ha già aperto su un nuovo massimo a 4306 punti, È brevemente sceso a 4304 punti ma poi é salito per il resto della giornata in maniera più o meno regolare fino ai 4320 punti raggiunti con un'accelerazione poco prima della chiusura a 4319.94 punti (+0.52%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4896 su 2985 e volume relativo a 0.9. Il sentiment é migliorato (VIX a 14.48 punti (-0.35), CBOE Equity put/call ratio a 0.44, Fear&Greed Index a 45 punti (+4). I Summation index sono leggermente saliti.
A livello tecnico non appare nulla di nuovo - ipercomperato ed eccesso di rialzo non frenano il rialzo e questo é un segno che la tendenza é robusta. È molto strano che gli indici continuino a salire malgrado i cicli in calo - spesso ci sono delle differenze temporali specialmente quando si tratta di cicli di lungo termine e/o annuali. Qui però la differenza é ormai ampia - per colmare il gap ci vorrebbe un'improvvisa caduta di parecchi punti in percentuale.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4310 punti (invariato). Il Nikkei é salito del +0.21% - Shanghai, dopo dati economici deludenti, perde il -1.9%. L'Eurostoxx50 alle 08.25 vale 4082 punti (+4 punti) - le borse europee si rifiutano di farsi contagiare dall'entusiasmo che regna a Wall Street e aprono stamattina con un magro +0.1%. Oggi é l'ultima seduta della settimana e prima del lungo fine settimana della Festa dell'Indipendenza americana é improbabile che succeda qualcosa. Non pensiamo che il rapporto sul mercato del lavoro americano a giugno che verra pubblicato alle 14.30 possa cambiare qualcosa. Un mercato orientato al rialzo interpreta i dati sempre in maniera positiva. Se la disoccupazione diminuisce é un segnale che la ripresa economica é robusta. Se la creazione di posti di lavoro é inferiore alle attese va bene perché i tassi d'interesse non salgono.
Non riusciamo ancora a spiegarci da un punto di vista fondamentale perché l'USD si rafforza (EUR/USD a 1.1845) - l'analisi grafica ci da però un chiaro obiettivo a 1.17.
Improvvisamente non si parla più di Bitcoin (ca. 32900 USD) dopo che a metà aprile il prezzo era salito fino a 64000 USD. Questo mostra in maniera esemplare come un rialzo può terminare improvvisamente nell'euforia ed essere seguito da una pesante caduta.  Un'altro esempio tipico di speculazione é quello del legno da costruzione - ad inizio maggio sembrava che il mercato delle costruzioni dovesse fermarsi per mancanza di legno. Le esagerazioni sono all'ordine del giorno.

Commento del 1. luglio

Come lunedì - borse europee deboli e nuovo record storico marginale dell'S&P500

Ieri le borse europee sono nuovamente cadute (Eurostoxx50 -1.05% a 4064 punti) ripetendo la strana seduta di lunedì. Strana perché gli indici azionari europei sono scesi malgrado che da Wall Street venissero segnali incoraggianti. L'S&P500 (+0.13% a 4297.50 punti), quando le borse europee hanno chiuso, era praticamente in pari e durante la seduta ha ancora toccato un nuovo record storico marginale a 4302.43 punti. L'unica differenza importante é la forza dell'USD - il cambio EUR/USD cade a 1.1840 e come avevamo intuito sulla base del grafico sembra voler andare a testare il minimo annuale a 1.17. Non capiamo perché l'apprezzamento della moneta americana debba contribuire alla differenza di performance tra Europa ed America - al massimo dovrebbe essere il contrario visto che la somma tra USD forte e borsa al rialzo favorisce decisamente l'America. In ogni caso ieri gli indici azionari europei si sono fermati appena sopra i primi importanti supporti - é però improbabile che si verifiche una rottura al ribasso se da Wall Street non arriva un segnale negativo che apra la strada verso il basso.

L'Eurostoxx50 (-1.05% a 4064 punti) ha perso 43 punti e quella di ieri é la peggiore chiusura del mese. L'indice si é fermato poco sopra il primo importante supporto statico a 4040 punti dove scorre anche la MM a 50 giorni (4049 punti e in crescita). Attenzione perché malgrado che la tendenza sia ancora neutra e il mercato americano non cede l'Eurostoxx50 si appresta a dare un segnale di vendita. Dal massimo annuale del 18 giugno la serie di massimi discendenti é ormai evidente.
Anche a Francoforte l'altalena tra sedute positive e negative é proseguita - ieri il DAX (-1.02% a 15531 punti) ha perso 159 punti. Martedì l'indice non era salito a testare il massimo storico e il bordo superiore delle BB. Ieri invece ha provato a scendere sul bordo inferiore delle BB e sul supporto fornito dalla MM 50 giorni. Non c'é ancora nessuna decisiva rottura o segnale di vendita. L'impressione é però che i ribassisti si sono svegliati, stanno prendendo lentamente il sopravvento e hanno più forza e convinzione che i rialzisti. Se fossimo obbligati a scegliere scommettemmo al ribasso anche perché é in questa direzione che vanno i cicli.
Il FTSE MIB (-1.01% a 25102 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50 e si trova nella medesima situazione tecnica. Non c'é quindi bisogno di fare grandi commenti. Se l'indice termina una seduta decisamente sotto i 25000 punti avremo un segnale di vendita che segnerà l'inizio di una correzione. Ieri sera non mancava molto...
L'SMI (-0.71% a 11942 punti) non é riuscito a salire su un nuovo massimo storico - é invece caduto e ha perso 85 punti con una marcante candela rossa sul grafico. Secondo le regole questo non é un doppio massimo - temporalmente i due massimi sono troppo vicini. Sembra però che l'SMI non riesce a salire più in alto e lentamente sono i ribassisti che stanno prendendo l'iniziativa. È almeno evidente che da metà mese il trend é cambiato. La forte distanza dalla MM a 50 giorni mostra una pericolosa situazione di eccesso di rialzo che potrebbe essere eliminata con una violenta caduta di 500 punti o, al massimo, fino agli 11200 punti. Attenzione... Da giovedì 17 giugno, da quando avevamo per la prima volta citato la possibilità di una forte correzione, la situazione é cambiato poco a livello di punti ma di parecchio per quel che riguarda la tendenza. Il rally iniziato a maggio é finito e ha lasciato spazio ad un movimento in laterale che puzza di distribuzione. L'unica ragione che ci trattiene dal shortare massicciamente l'SMI é che spesso le prime sedute di un nuovo semestre sono positive a causa della liquidità affluita sui conti di previdenza che deve essere investita. 
Insomma - sembra che le borse europee abbiano voglia di scendere - senza gli americani é però improbabile che lo facciano.

La seduta a New York é stata noiosa - gli indici si sono mossi a caso in pochi punti e hanno chiuso praticamente invariati. L'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico marginale a 4302.43 punti e ha chiuso a 4297.50 punti (+0.13%). Il Nasdaq100 (-0.12% a 14554 punti) si é mosso in soli 52 punti - ha aperto e chiuso sullo stesso livello con una insignificante perdita di 18 punti. Anche il resto del mercato era letargico (DJT +0.18%, RUT +0.07). La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 3943 su 3919, NH/NL a 335 (in calo!) su 637 (in aumento!) e volume relativo a 0.95. Gli indicatori di sentiment sono fermi - i Summation Index sono ancora in calo.
Insomma - l'indebolimento strutturale progredisce ma per il momento la borsa americana non mostra la minima intenzione di voler correggere gli eccessi. Probabilmente fino a quando dal fronte dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.45%) arriva via libera gli investitori continuaranno ad amare la tecnologia e questo basterà far lievitare la borsa americana.
Spesso questo idillio termina improvvisamente con un importante vuoto d'aria.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4295 punti (+7 punti). Sapendo questo sappiamo tutto - le borse europee devono rimbalzare e probabilmente avremo la solita seduta moderatamente positiva con nuovi massimi storici marginali negli Stati Uniti. Il Nikkei ha perso il -0.33% - Shanghai sta guadagnado il +0.10%. Alle 08.20 l'Eurostoxx50 vale 4087 punti - le borse europee apriranno in positivo (+0.5%). Probabilmente riusciranno a difendere questa plusvalenza fino a stasera ripetendo la seduta di martedì.
In America sta iniziano il lungo fine settimana della festa dell'Indipendenza - da oggi i volumi saranno in calo mentre lunedì 5 luglio la borsa di New York sarà chiusa. Sembra improbabile che fino a settimana prossima possa succedere qualcosa di importante sui mercati finanziari.

Commento del 30 giugno

Questo mercato, pur continuando a salire, puzza di bruciato

Ieri la musica non é cambiata. Gli investitori hanno ancora comperato tecnologia (Nasdaq100 +0.33% a 14572 punti) e l'S&P500 (+0.03% a 4291.80 punti) ha toccato un nuovo record storico a 4300.52 punti. Le borse europee hanno preso nota del fatto che la borsa americana non intende correggere e hanno nuovamente cambiato direzione - sono rimbalzate (Eurostoxx50 +0.43% a 4107 punti) e hanno compensato le perdite di lunedì. La tendenza delle borse europee é neutra - quella della borsa americana é debolmente al rialzo. Debolmente significa che il ritmo di salita (momentum) é modesto ma costante - da inizio anno sull'S&P500 ci sono state solo delle correzioni minori senza importanza che sono state sempre usate per degli acquisti. Ci sono state due correzioni importanti del Nasdaq100 provocate da un aumento temporaneo dei tassi d'interesse - queste correzioni hanno provocato della volatilità ma a livello di trend di lungo termine e performance sono state insignificanti - da inizio anno le performance di S&P500 (+14%), Nasdaq100 (+13%) o Russell2000 (+17%) sono state ottime e praticamente uguali. La rotazione tra settori ha provocato un appiattimento.
Strutturalmente però questo mercato appare molto fragile a livello di partecipazione. Negli ultimi giorni questa debolezza strutturale é aumentata. Anche ieri il mercato é salito con poco: A/D a 3206 su 4643, NH/NL a 470 (!) su 533 (!) e volume relativo a 0.9. I Summation Index sul NYSE e sul Nasdaq sono scesi. Questo significa che la maggior parte dei titoli sta perdendo terreno e molti investitori si stanno domandando come é possibile che il loro portafoglio stia perdendo di valore mentre gli indici passano da un record al successivo. Questa perplessità si rispecchia nei dati sul sentiment. La volatilità VIX é salita a 16.02 punti (+0.26), il CBOE Equity put/call ratio era nella media (0.43) mentre il Fear&Greed Index é fermo a 43 punti - sotto i 50 punti che separano pessimismo da ottimismo. Come si può sviluppare questa situazione di fragilità? In due maniere: o la partecipazione migliora notevolmente confermando il rialzo degli indici oppure ci deve essere un sostanziale vuoto d'aria per riportare il mercato su solide basi. L'eccesso di rialzo e i cicli negativi ci fanno favorire la variante della correzione - questa dovrebbe partire nei prossimi giorni dopo la chiusura del semestre. Vediamo se prima della festa nazionale del 4 luglio qualcuno ha voglia di vendere.

Ieri le borse europee sono rimbalzate senza convinzione. L'Eurostoxx50 dopo la perdita di lunedì (-0.75%) é risalito a 4107 punti (+0.43%) e ha chiuso al centro del range giornaliero. Sembra che le borse europee cedano terreno appena vedono qualcosa in America che non gli piace e risalgano poi a fatica. In ogni caso da aprile gli indici non riescono più a fare sostanziali progressi - la tendenza di corto termine é neutra e gli indici si mantengono a fatica sopra le MM a 50 giorni. Le Bollinger Bands sono strette, orizzontali e parallele - questo avviene normalmente prima di un movimento rapido e significativo. Insomma - non pensiamo che la calma che contraddistingue le ultime settimane possa durare a lungo e le premesse sono per un importante vuoto d'aria che si dovrebbe verificare a breve (questo significa entro la prima settimana di luglio).

Anche ieri l'S&P500 si é mosso in pochi punti (13) e l'esito della seduta é stato deciso dal movimento che si é verificato sul future prima dell'apertura. L'S&P500 ha iniziato le contrattazioni a 4290 punti. All'inizio é salito sul nuovo record storico a 4300 punti e poi é scivolato verso il basso per ore fino a 4287 punti. Sul finale é rimbalzato a 4291.80 punti (+0.03%).  I pochi guadagni sono concentrati sulla tecnologia (Nasdaq100 +0.33% a 14572 punti) mentre il Russell2000 ha perso il -0.58%. La borsa americana, come pensavamo, é salita per la fine del semestre su un massimo. Oggi dovrebbe fermarsi. Da giovedì aumentano notevolmente le probabilità che i venditori si sveglino e cerchino di prendere l'iniziativa e il controllo delle operazioni.

Stamattina alle 07.00 il future sull'S&P500 era a 4287 punti - ora (08.20) é sceso a 4283 punti (+1 punto). Oggi mancherà l'abituale apertura in guadagno - l'Eurostoxx50 vale 4098 punti e quindi le borse europee perdono un -0.2%. Per logica oggi, ultimo giorno del mese e del semestre, dovrebbe esserci una seduta molto tranquilla con indici azionari praticamente invariati.

Commento del 29 giugno

Borse europee spossate - nuovi record storici di S&P500 e Nasdaq100 - non cambia mai niente?

Stamattina siamo piuttosto frustrati e dobbiamo sfogarci - sembra che analizzare in maniera approfondita il mercato usando i parametri tecnici per individuare un massimo significativo e prevedere un'inversione di tendenza sia un'impresa senza senso e senza possibilità di successo. Almeno per quel che riguarda la tecnologia e il Nasdaq100 (+0.23% a 15554 punti) che dal 2009 non ha mai avuto un anno con una performance negativa! Ieri in America abbiamo avuto una seduta negativa secondo i parametri tecnici - l'A/D era a 3434 su 4521 e DJTransportation (-0.95%) e Russell2000 / RUT (-0.52%) hanno perso terreno. Gli acquisti si sono concentrati sul settore tecnologico e S&P500 (+0.23% a 4290.61 punti), Nasdaq Comp e Nasdaq100 (+1.25% a 14525 punti) hanno toccato dei nuovi massimi storici trascinati dai soliti nomi (Facebook +4.18%) e dal settore dei semiconduttori (+2.52%). Il mercato ha assorbito senza problemi la debolezza dei settori energia e banche.
A questo punto un'analisi del mercato sembra fatica sprecata poiché i nuovi massimi storici sono un segnale inequivocabile e indiscutibile di rialzo. A dire il vero abbiamo previsto che il mercato azionario americano dovesse salire fino alla fine del semestre - stiamo però continuando a spostare la data di un possibile massimo. In verità continuando a prevedere una correzione presto o tardi avremo ragione ma forse sarà solo un caso. Insomma - stamattina dubitiamo delle nostre capacità di previsione anche perché negli indicatori tecnici non vediamo nulla di nuovo. Mentre le borse europee da circa due mesi non stanno andando da nessuna parte (Eurostoxx50 -0.75% a 4089 punti) malgrado valutazioni fondamentali relativamente interessanti, il rialzo dell'S&P500 e del Nasdaq sembrano infiniti malgrado che le azioni siano oscenamente care.
La borsa americana continua ad essere in eccesso di rialzo e tra gli investitori, relativamente ottimisti, nessuno osa più mettersi dalla parte dei bears, vendere, aprire posizioni short e prevedere un ribasso. La partecipazione al rialzo é mediocre (NH/NL a 602 su 613) ma sembra che tutto questo non basti a far cambiare direzione all'S&P500 e al suo partner favorito Nasdaq100. I tassi d'interesse non salgono (reddito dell'US Treasury Bond decennale a 1.49%, -0.05%) e gli investitori, armati di ampia liquidità, non vedono altra alternativa all'acquisto di azioni.

In Europa é stata una giornata un pò strana poiché le borse (Eurostoxx50 -0.75% a 4089 punti) hanno chiuso sul minimo giornaliero con moderate perdite mentre la borsa americana lanciava segnali positivi (alle 17.30 l'S&P500 era in pari mentre il Nasdaq100 era salito su un nuovo record storico). Sui grafici degli indici azionari europei la perdita e la candela rossa non hanno un significato particolare e non ci sono conseguenze a livello tecnico - gli indici azionari sono semplicemente sul livello di inizio mese e la tendenza a corto termine é neutra. Come spesso é successo quest'anno dobbiamo osservare quel che succede in America per capire se l'Europa intende correggere o sta semplicemente consolidando. Se in America non inizia una correzione é poco probabile che le borse europee rompano i supporti e comincino a scendere in solitaria.
Ieri i tassi d'interesse sono scesi e come logica conseguenza le azioni delle banche sono cadute (SX7E -2.40% a 93.96 punti). Piuttosto pesantemente a dire il vero e questo rafforza la nostra impressione che la forza relativa del settore é finita e che il massimo di inizio giugno poco sopra i 100 punti é definitivo. A subire le conseguenze del calo delle azioni delle banche é stato soprattutto il FTSE MIB italiano (-1.11% a 25227 punti). Questo mercato non sta però mandando segnali particolarmente negativi e non ci sembra che nel futuro debba comportarsi peggio dell'Eurostoxx50 - probabilmente il tuffo di ieri é stato unicamente un attacco di debolezza temporanea senza conseguenze durature.

Sulla seduta a Wall Street c'é poco da dire. L'S&P500 ha aperto su un nuovo massimo a 4287 punti. All'inizio é ridisceso a 4276 punti, é rimbalzato, e a metà giornata é ricaduto sul minimo a 4274 punti. Poi é salito fino al nuovo record storico a 4292 punti e ha chiuso poco più in basso a 4290.61 punti (+0.23%). Il guadagno di 9 punti é modesto ma indiscutibile. La volatilità VIX é salita a 15.75 punti (+0.14), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.42 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 43 punti (-1 punto). Il Summation Index sul NYSE é leggermente sceso - quello sul Nasdaq é salito.
Insomma gli indicatori tecnici sono deboli - il mercato però sale trascinato dalla tecnologia - come nel calcio vince chi segna i goals e non chi gioca meglio o ha i giocatori più bravi e più pagati. Un riferimento alla vittoria della Svizzera contro la Francia é puramente casuale.

Stamattina il future sull'S&P500 perdeva 7 punti - un'incredibile attacco di debolezza - adesso però (08.15) sta recuperando e si trova a 4277 punti (-3 punti). L'Eurostoxx50 vale 4093 punti - le borse europee apriranno con leggeri guadagni e non mostrano l'intenzione di voler recuperare le perdite di ieri. Il Nikkei ha perso il -0.81% - anche Shanghai é in calo del -0.8%. Sembra che almeno fino alla fine del mese la borsa americana non abbia l'intenzione di scendere. Sembra inutile scrutare l'agenda economica in cerca di appuntamenti importanti poiché ogni dato economico muove un pò i tassi d'interesse e provoca una rotazione tra i settori in borsa. Da mesi però l'influsso dei dati economici sul trend degli indici azionari é trascurabile.

Aggiornamento del 28 giugno

Variante Delta e calcio

Durante il fine settimana non ci sono stati avvenimenti in grado di influenzare i mercati finanziari. Le notizie che abbondano nei media girano tutte intorno al Covid 19 e ai campionati europei di calcio - niente di nuovo e niente di importante dunque.
La logica conseguenza é che stamattina le borse sono stabili, i cambi sono praticamente invariati e il prezzo del petrolio é fermo. Solo i prezzi dei metalli preziosi stanno salendo ma ormai nessuno si interessa più a questo mercato relativamente stabile - i traders preferiscono giocare con le divise digitali.
Le borse asiatiche sono in leggero calo - il Nikkei ha perso il -0.10% mentre Shanghai sta lasciando il -0.2% sul terreno. Il future sull'S&P500 é a 4275 punti (+4 punti) - anche in questo ambito non cambia niente - il future si ripresenta con un guadagno di qualche punto che da l'intonazione alla giornata. A questo punto la psicologia gioca un ruolo decisivo. Fino a quando il future sale le aspettative sono per una continuazione del rialzo - con questa premessa nessuno osa vendere e in mancanza di venditori le borse possono solo lievitare come hanno fatto negli ultimi due mesi. La situazione potrebbe cambiare con la fine del semestre ma fino a mercoledì ci sono ancora tre sedute di borsa.
Come d'abitudine domenica abbiamo letto le analisi dei nostri colleghi analisti tecnici. Le tesi sono diametralmente opposte. Chi segue trends e usa l'analisi grafica prevede la continuazione del rialzo o addirittura pensa che potrebe verificarsi un'accelerazione. Chi come noi da parecchio peso agli indicatori di partecipazione, momentum e sentiment nota la mediocre partecipazione che ultimamente sta addirittura diminuendo e teme la correzione. È difficile gestire questa dicotomia - più le borse salgono distanziandosi dalle medie di  lungo periodo e più si creano delle situazioni di eccesso e di fragilità. Il rialzo alimenta il rialzo ma d'altra parte fa aumentare il rischio di correzioni. Più il mercato sale senza delle sane correzioni intermedie e più aumenta la possibilità che eventuali correzioni siano improvvise, brutali e sostanziali.
Insomma - molto gira intorno al calcolo delle probabilità che grazie alle sue espressioni matematiche da una falsa impressione di precisione - invece molte valutazioni sono soggettive e aleatorie. Prevedere lo sviluppo delle borse non é una scienza esatta e basta poco per cambiare completamente le carte in tavola.
Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 4120 punti - le borse europee apriranno invariate. Nell'agenda economica non scorgiamo appuntamenti importanti. Ci aspettiamo di conseguenza una seduta tranquilla - gli indici azionari dovrebbero chiudere praticamente invariati.

Commento del 26-27 giugno

Nessuno vende prima della fine del semestre - window dressing?

Una settimana fà eravamo convinti che le borse stessero cominciando a correggere malgrado che molti indici azionari avessero appena toccato dei nuovi massimi storici o annuali. Non avevamo ancora dei segnali di vendita e non sapevamo se la pessima seduta di venerdì 18 giugno fosse stata unicamente una conseguenza della scadenza dei derivati o se invece rappresentava l'inizio di una spinta di ribasso. Sapevamo d'altra parte che esiste un diffuso interesse a terminare il semestre su dei massimi - gli investitori istituzionali cercano di arrivare su questa scadenza completamente investiti e con i titoli "giusti" vale a dire quelli che finora si sono comportati meglio (window dressing). In questa maniera possono dimostrare di aver assolto correttamente il loro compito e possono massimizzare le loro performance fees. L'ottima seduta di lunedì ha cancellato lo scenario negativo e ha rilanciato il rialzo che é sfociato tra giovedì e venerdì in nuovi record storici sulla borsa americana - l'S&P500 (+0.33% a 4280.70 punti) ha toccato un nuovo massimo storico a 4286.12 punti.
La situazione tecnica di fondo però non cambia - le borse a medio termine sono ipercomperate e molti indici sono in eccesso di rialzo (distanza eccessiva dalle MM di medio e lungo periodo). Secondo gli oscillatori un massimo potrebbe essere raggiunto a metà di settimana prossima in concomitanza con la fine del mese. Negli indicatori di sentiment non appare una generale euforia (Fear&Greed Index a 44 punti, +5 punti). I DSI (Daily Sentiment Index) molto alti sugli indici azionari e molto basso sulla volatilità VIX (15.62 punti, -0.35) mostrano però che a breve si é esagerato - questa impressione viene confermata dagli alti volumi di titoli trattati venerdì (volume relativo a 1.25, 1.6 sul Nasdaq) che suggeriscono un esaurimento di trend a cortissimo termine. I cicli annuale e di lungo termine sono in calo insieme al Summation Index sul NYSE (quello sul Nasdaq invece sta salendo). Il quadro tecnico quindi rispetto ad una settimana fà non cambia - la tendenza di fondo della borsa americana é moderatamente al rialzo (62.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 68.08 punti) ma il rischio di un importante vuoto d'aria nei prossimi giorni é molto alto. Considerando i giorni di valuta sulle operazioni di borsa pensiamo che la settimana debba iniziare ancora con una o due sedute di pausa - il resto della settimana dovrebbe essere in discesa. Una settimana fa avevamo parlato di 4000 punti di S&P500 per fine mese - ovviamente questo obiettivo non é più realistico. Il movimento delle ultime 5 sedute ci obbliga ad alzare l'obiettivo indicativo sui 4080-4100 punti da raggiungere in un paio di settimane.
La premessa per questa correzione é che appaia della pressione di vendita. I rialzisti sono cauti ma costituiscono un gruppo numeroso e agguerrito. Invece mancano i ribassisti - nessuno assicura i portafogli al ribasso con future o opzioni (si nota questo effetto nell'analisi dei COT e del mercato delle opzioni) e nelle inchieste effettuate tra i vari tipi di investitori i bears sono su livelli molto bassi. Insomma - essere pessimisti non é più di moda. Nessuno parla più dei fondamentali e delle valutazioni delle azioni in America che sono assurdamente alte. Il mercato é mosso dai traders che parlano di momentum e flow. Si compra quello che sale e non quanto é a buon prezzo e dovrebbe guadagnare di valore. Le borse festeggiano i dati economici deludenti che fanno diminuire i tassi d'interesse e allontanano il momento in cui le Banche Centrali saranno obbligate a seguire una politica monetaria meno espansiva di quella attuale. Il concetto di "inflazione temporanea" si sta facendo strada. Noi non sappiamo se nel futuro ci sarà inflazione - il comportamento dei mercati obbligazionari (reddito dell'USTBond decennale a 1.54%, +0.05%) dice di no visto che i redditi reali (interessi meno inflazione) sono decisamente negativi. Sappiamo però che questo mercato é manipolato dalle Banche Centrali tramite le operazioni di QE e quindi non possiamo basare le nostre decisioni d'investimento su redditi tenuti artificialmente bassi.
Gli investitori di tutto il mondo hanno però un problema - la liquidità e il reddito fisso sono una palla al piede che talvolta genera con certezza redditi negativi. L'unica alternativa malgrado i rischi e le valutazioni eccessivamente alte sono solo i beni reali (azioni, immobili, materie prime) - fino a quando la musica suonerà tutti contineranno a ballare.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.91% a 4120 punti
SX7E (banche)          +2.16% a 96.27 punti
DAX                         +1.04% a 15608 punti
SMI                          +0.49% a 11999 punti
FTSE MIB                  +1.16% a 25510 punti
S&P500                     +2.74% a 4280.70 punti
Nasdaq100                +2.10% a 14345 punti

La seduta di venerdì é stata senza storia - ha semplicemente completato una settimana di rialzo con un leggero guadagno sui principali indici azionari.
L'Eurostoxx50 si é fermato a 4120 punti (-0.04%) - durante la settimana le borse europee hanno avuto un andamento altalenante e non sono riuscite a migliorare i massimi annuali o storici della settimana precedente. La performance settimanale é però positiva e compensa le perdite della settimana precedente - per saldo l'Europa marcia sul posto e da metà aprile i progressi sono modesti. Come mostra in maniera esemplare il DAX (+0.12% a 15608 punti) le borse si sono assestate al centro delle Bollinger Bands ormai strette, piatte e parallele. Le borse sono mature per un movimento dinamico - ovviamente noi siamo convinti che questo movimento dinamico debba essere al ribasso - contro questa ipotesi parla il trend - in favore gli indicatori di partecipazione, momentum e sentiment. Anche i cicli sono negativi e con una costellazione tecnica di questo tipo almeno le probabilità sono in favore della correzione di medio termine.

Venerdì la borsa americana ha praticamente ripetuto la seduta di giovedì. L'S&P500 ha aperto in gap up a 4276 punti e si é mosso in soli 15 punti. Con una discesa a 4271 punti l'indice ha colmato il gap sul grafico ed verso la fine ha toccato il massimo storico a 4286 punti. Ha chiuso a 4280.70 punti con un guadagno di 14 punti da imputare soprattutto al settore energia (petrolio a 74.05 USD/barile, +0.75) e banche (grazie all'aumento dei tassi d'interesse di mercato). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4599 su 3212 e NH/NL a 829 (pochi) su 236. L'S&P500 a metà aprile era a 4191 punti - ora é quasi 100 punti più in alto - é un guadagno di poco superiore al 2% in due mesi - é poco ma il trend é indiscutibile e costante. Vediamo se settimana prossima cambia qualcosa. Noi pensiamo che una salita del reddito dell'USTBond decennale sopra gli 1.75% possa essere l'evento in grado di scatenare le vendite soprattutto nel settore tecnologico.

Commento del 25 giugno

Nuovi record storici di S&P500 e Nasdaq - come ovvia conseguenza le borse europee non correggono e risalgono

Ieri é stata una buona giornata per le borse mondiali. Gli indici azionari europei sono risaliti (Eurostoxx50 +1.13% a 4122 punti) e hanno compensato le perdite di mercoledì. Avevamo notato che le borse europee stavano provando a correggere ma che l'America era stabile e quindi non dava via libera. Gli europei, come succede in politica, si sono piegati alle indicazioni piuttosto chiare provenienti da Wall Street e le borse, invece che continuare a scendere ed attaccare i supporti, sono nuovamente rimbalzate. In America c'é stata un'altra seduta surreale durante la quale l'S&P500 (+0.58% a 4266.49 punti) si é mosso in soli 9 (!) punti e ha toccato un nuovo record storico a 4271.28 punti. Non c'é pressione di vendita e i ribassisti sono terrorizzati e frustrati - non osano più prendere l'iniziativa. Ogni mattina il future sull'S&P500 si ripresenta con leggeri guadagni e questo da l'intonazione alla giornata - chi vuole vendere ci rinuncia in attesa di prezzi migliori e chi ha della liquidità compra seguendo il trend che sembra ricompensare all'infinito chi specula long. Ormai la rete é piena di guru che comprano qualsiasi cosa o dopo qualche giorno si vantano di avere facoltà di previsione particolari. È abbastanza facile poiché in un mercato che passa da un record storico al successivo chi é long ha ragione é chi é short ha torto e sta zitto. Ad un certo punto le regole del gioco cambieranno e riappariranno le Cassandre - questo momento non sembra però ancora giunto.

Le borse europee hanno nuovamente cambiato direzione. Venerdì scorso erano pesantemente cadute. Lunedì e martedì sono rimbalzate mentre mercoledì sono nuovamente inciampate. Ieri non hanno potuto che constatare la stabilità della borsa americana e quindi hanno deciso di compensare il tuffo di mercoledì. Per saldo le borse europee stanno marciando sul posto. Da alcuni giorni gli indici azionari europei sembrano distribuire e la tendenza a corto termine é neutra. È però evidente che se l'America non corregge non lo fà neanche l'Europa. Grazie alla rotazione tra settori le borse europee si muovono in maniera omogenea. Di tanto in tanto, a dipendenza della forza relativa di un settore o di un altro, c'é un indice che qualche giorno si comporta meglio o peggio degli altri - ieri il FTSE MIB (+1.38%) si é comportato meglio del DAX (+0.86% a 15589 punti) grazie alla plusvalenza del settore bancario (SX7E +1.38% a 95.46 punti). La performance da inizio anno é però all'incirca uguale per tutti e da metà aprile i guadagni sono di circa il +2%. La spinta di rialzo é modesta ma indiscutibile - gli indici lievitano e per il momento non ci sono segnali di vendita malgrado che eccessi, divergenze e cicli negativi ci lasciano in uno stato di continua apprensione.

La seduta a Wall Street é stata molto strana. S&P500 e Nasdaq/Nasdaq100 hanno aperto su dei nuovi massimi storici marginali e poi non si sono più mossi. I nuovi record non hanno provocato ne euforia ed ulteriori acquisti ne hanno scatenato delle vendite di realizzo. L'S&P500 ha aperto a 4264 punti ed é oscillato per tutta la giornata tra i 4262 ed i 4271 punti. L'indice ha chiuso a 4266.49 punti (+0.58%). Il Nasdaq100 si é comportato in maniera simile con un massimo a 14429 punti e una chiusura a 14365 punti (+0.64%). La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5911 su 1939. Considerando i nuovi massimi storici degli indici i dati sulla partecipazione sono terribile (NH/NL a 661 su 271) - raramente abbiamo visto delle divergenze così forti. La volatilità VIX é scesa a 15.97 punti (-0.35), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.40 mentre il Fear&Greed Index é salito a 39 punti (+4). Quest'ultimo indicatore mostra ancora pessimismo - questa é una conseguenza della composizione dell'indice che considera anche i dati sulla partecipazione (strength & breadth) al momento pessimi. Il Summation Index sul NYSE é ancora sceso di poco - quello sul Nasdaq adesso sale.
Il mercato azionario americano é caratterizzato dall'assenza di vendite e di pessimisti - nessuno osa più opporsi al trend e prevedere un ribasso contro l'evidente volontà dei governi e delle Banche Centrali di inflazionare i mercati finanziari. Pensiamo che fino alla fine del semestre non ci saranno le premesse per l'inizio di una correzione - tutti hanno l'interesse ad arrivare al 30 giugno completamente investiti e con indici azionari su dei massimi. Poi vedremo se qualcuno deciderà di scappare considerando le assurde valutazioni fondamentali raggiunte da molte borse - quella americana in primis. Gli oscillatori e gli indicatori di sentiment suggeriscono che settimana prossima si deve verificare un massimo significativo a corto termine.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4258 punti (+2 punti). Questo ci dice che probabilmente avremo una seduta leggermente positiva anche perché raramente di venerdì cambia l'intonazione che ha dominato durante la settimana. Il Nikkei ha guadagnato il +0.66% - Shanghai sale del +1.2%. Cambi, tassi d'interesse e prezzi delle materire prime sono stabili. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4126 punti (+4 punti) - le borse europee apriranno con un leggero guadagno. Nell'agenda economica non sono previsti appuntamenti d'interesse. Per logica gli indici oggi chiuderanno vicini al livelli d'apertura.

Commento del 24 giugno

L'Europa ricomincia a correggere dopo un rimbalzo mentre l'America difende il trend rialzista - non fa senso...

Ieri le borse europee hanno aperto sul massimo giornaliero e chiuso vicino al minimo con sensibili perdite. Sui grafici appaiono delle lunghe candele rosse che confermano la nostra ipotesi - gli indici azionari lunedì sono solamente rimbalzati. L'Eurostoxx50 (-1.14% a 4076 punti) ha perso 47 punti ma é rimasto sopra il minimo di lunedì e sopra la MM a 50 giorni. Il DAX (-1.15% a 15456 punti) si é comportato in maniera simile - é caduto di 180 punti ma si é fermato sopra il minimo di lunedì, sopra il limite inferiore delle BB e sopra la MM a 50 giorni. Lo stesso vale per il FTSE MIB (-0.94% a 25077 punti).
Martedì abbiamo scritto che secondo noi il balzo di lunedì era stato un rimbalzo tecnico. Pensavamo che la correzione fosse ancora lo scenario più probabile rispetto all'accelerazione al rialzo. Per confermare l'inizio di una correzione ci vuole però una chiusura sotto i primi supporti costituiti dalla MM a 50 giorni e, meglio ancora, dai minimi di lunedì.
Un fatto ci lascia perplessi - la borsa americana non cede e l'S&P500 (-0.11% a 4241.84 punti) rimane a ridosso del massimo storico - se l'America non corregge dubitiamo che le borse europee possano scendere decisamente più in basso.

La seduta a Wall Street é stata noiosa e non ci ha fornito nessun argomento di analisi tecnica. L'S&P500 (-0.11% a 4241.84 punti) si é mosso in soli 15 punti e ha chiuso con una leggera perdita di 4 punti che si é concretizzata sul finale. L'indice tecnologico Nasdaq100 ha toccato un nuovo record storico marginale a 14324 punti e ha chiuso in pari a 14274 punti (+0.03%). Sappiamo che dei nuovi massimi sono dei segnali inequivocabili di rialzo. In questo caso però la spinta é talmente debole (NH/NL a 524 su 318) che fatichiamo ad entusiasmarci.
La giornata é stata senza storia. L'S&P500 ha aperto a 4251 punti, é salito a 4256 punti (1 punti dal record storico), é oscillato intorno a 4248 punti ed é caduto sul finale sul minimo a 4241.84 punti (-0.11%). La seduta al NYSE é stata positiva (grazie al Russell2000 / RUT (+0.33%) - come sapete questo indice comprende 2000 azioni contro le 500 dell'S&P500 o le 100 del Nasdaq100) con A/D a 4144 su 3644, NH/NL a 524 su 318 e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é scesa a 16.32 punti (-0.34), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.39 mentre il Fear&Greed Index é salito a 35 punti (+3 punti). I Summation Index sono in lieve calo.
Questo mercato é contrassegnato dalla mancanza di forza d'acquisto e pressione di vendita. I tassi d'interesse sono fermi (reddito dell'USTBond decennale a 1.50% (+0.02%)) malgrado le feroci discussioni tra i teorici dell'inflazione e quelli della deflazione. I dati economici ci dicono che la crescita economica é in perdita di velocità - le borse reagiscono però positivamente a queste notizie - sembra che gli investitori temano più che altro un aumento dei tassi d'interesse.
Al momento gli investitori non hanno ragioni per vendere malgrado i guadagni - se vendono non sanno cosa fare con il contante che spesso viene punito dalla banche con tassi d'interesse negativi. Fino a quando ci sarà una ragione per restare nel mercato azionario é probabile che le borse non scenderanno. È possibile che il bull market morirà semplicemente di stanchezza. Basterà che chi ha comperato azioni a credito decida di vendere per ripagare i debiti innescando un ribasso. Il Margin Debt in America é il più alto della storia - evviva la speculazione!

Stamattina il future sull'S&P500 risale a 4240 punti (+9 punti). Le borse asiatiche marciano sul posto (Nikkei -0.05%, Shanghai -0.00%). Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 4093 punti - le borse europee apriranno con un guadagno del +0.4%. Fino nel primo pomeriggio pensiamo che non succederà nulla. Alle 14.30 verranno pubblicati alcuni dati economici americani che potrebbero essere usati come scusa per muovere il mercato. In linea di massima abbiamo però l'impressione che le borse vogliano terminare il semestre vicine ai massimi annuali e quindi vicine ai livelli attuali.
Alle 11.00, al termine della sua periodica riunione, la Bank of England renderà note le sue decisioni di politica monetaria - non pensiamo però che questo evento possa influenzare le borse.

Commento del 23 giugno

Nuovo record storico del Nasdaq100

Ieri le borse europee hanno marciato sul posto. L'Eurostoxx50 (+0.26% a 4123 punti) é riuscito a guadagnare ancora qualche punto - l'impressione é però che gli indici azionari europei stiano solo rimbalzando dopo la caduta di venerdì scorso. In due sedute hanno recuperato circa la metà delle perdite di venerdì. Tra i vari indici ci sono delle differenze anche perché la loro composizione é diversa. Il FTSE MIB (-0.32% a 25315 punti) per esempio ha sottoperformato a causa della debolezza del settore bancario.
Non sappiamo come definire la tendenza di fondo. Se guardiamo semplicemente le medie mobili (MM) a 50 e 200 giorni il quadro é ancora costruttivo - in effetti le curve stanno salendo e gli indici rispettano il supporto fornito dalla MM a 50 giorni. Da mesi però le borse europee non fanno sostanziali progressi e quindi si può quasi parlare di tendenza neutra. Ulteriori dettagli sulla situazione tecnica dei vari indici li trovate nei commenti serali.
È evidente che fino a quando non ci sarà una correzione in America anche l'Europa continuerà a fare lenti progressi - anche ieri gli indici europei sono saliti in serata grazie agli impulsi positivi provenienti da Wall Street. Temiamo però che i cicli ostili presto o tardi provocheranno un importante vuoto d'aria.

Gli investitori hanno aspettato con ottimismo il discorso di Jerome Powell delle 20.00. L'S&P500 ha aperto in pari a 4224 punti e all'inizio é ancora sceso a 4219 punti. Dopo é seguita la solita spinta di rialzo - alle 17.15 l'indice é salito a 4241 punti. Poi per ore l'S&P500 é rimasto immobile sui 4240 punti. Dopo le 20.00 l'indice si é impennato a 4255 punti (non ha migliorato il massimo storico a 4257 punti) e ha chiuso a 4246.44 punti (+0.51%). Il listino é stato nuovamente trascinato dalla tecnologia - il Nasdaq100 ha raggiunto un nuovo massimo storico a 14270 punti (+0.94%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4253 su 3537, NH/NL a 401 su 496 (nel complesso il rapporto é deludente) e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é scesa a 16.66 punti (-1.23) - il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.47 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 32 punti (-1). I Summation Index sono ancora in calo.
La situazione in America é diversa rispetto all'Europa. L'S&P500 ha più che compensato la spinta di ribasso della fine di settimana scorsa e sta sfiorando il massimo storico. La tecnologia ha ritrovato la sua forza e il trend torna ad essere al rialzo. Malgrado che da due mesi l'S&P500 non stia facendo sostanziali progressi (a metà aprile era a 4191 punti - in due mesi ha guadagnato una sessantina di punti o meno del 2%) il mercato non mostra segni di cedimento e non sembra voler cambiare direzione.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4246 punti (+10 punti). Alle 08.45 l'Eurostoxx50 vale 4229 punti - le borse europee apriranno con leggeri guadagni (+0.1%/+0.2%). Il Nikkei (+0.03) e Shanghai (+0.10%) sono fermi. I tassi d'interesse sono stabili (reddito dell'USTBond decennale a 1.48%, -0.02%). Sembra che avremo un'altra giornata di debole rialzo.

Commento del 22 giugno

Contrattacco

Dopo la caduta di venerdì ci aspettavamo che questa settimana la correzione continuasse. In effetti ieri mattina i venditori avevano ancora il controllo delle operazioni. Il future sull'S&P500 era sceso durante la notte a 4126 punti e il Nikkei la mattina aveva chiuso con una pesante perdita del -3.39%. La situazione si é ribaltata dopo l'apertura in Europa. Dopo un tuffo iniziale gli indici azionari europei si sono fermati e sono ricominciati a salire. Verso le 10.00 erano in pari e hanno continuato il recupero fino alle 12.00. Poi le borse europee hanno aspettato gli americani. Dopo la buona apertura a Wall Street le borse europee hanno guadagnato ancora qualche punto (pochi a dire il vero se paragonati al rally che si stava verificando in America) e hanno chiuso sul massimo giornaliero e con moderati guadagni (+0.4% / +0.7%). L'Eurostoxx50 ha toccato la mattina un minimo a 4049 punti e ha chiuso a 4110 punti (+0.67%). Il guadagno di 29 punti compensa solo in parte le perdite di venerdì (-75 punti) e considerando i modesti volumi sembra solo un rimbalzo tecnico. La spinta di ribasso di venerdì prevale ancora e domina il quadro tecnico. Il problema é che in America la reazione é stata decisamente più robusta.

In effetti il future sull'S&P500 ha cominciato a lievitare già dalla mattina presto. L'S&P500 alle 15.30 ha aperto sui 4177 punti - circa 40 punti sopra il minimo indicato dal future durante la notte. Subito c'é stata una possente spinta di rialzo di provenienza a dire il vero piuttosto sospetta. Evitiamo però di razionalizzare e restiamo oggettivi - valutiamo la situazione solo sotto l'aspetto tecnico. L'S&P500 é salito alle 17.00 a 4217 punti. A questo punto l'indice era già in guadagno del +1.2% e si trovava nuovamente sopra la MM a 50 giorni e sopra la barriera psicologica dei 4200 punti - il mercato era "salvo". Dopo le 17.00 é successo stranamente poco o nulla. L'S&P500 é ancora salito fino ai 4226 punti ed ha chiuso a 4224.79 punti (+1.40%). Ieri é tornata di moda la narrativa della robusta crescita economica con rischio di inflazione. I tassi d'interesse sono saliti (reddito dell'USTBond decennale a 1.50%, +0.05%), la tecnologia ha sottoperformato (Nasdaq100 +0.62%) e c'é stato un forte rimbalzo di settori come energia e banche. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5600 su 2290, NH/NL a 377 su 546 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é caduta a 17.89 punti (-2.81), il CBOE Equity put/call ratio é di nuovo basso a 0.42 e il Fear&Greed Index é salito a 33 punti +3 punti). I Summation Index sono ancora in calo.
Insomma la borsa americana ha recuperato completamente la perdita di venerdì e torna ad essere nuovamente in equilibrio. La spinta di ribasso é stata compensata con l'abituale rotazione tra settori. Ora non capiamo quali sono le intenzioni degli investitori. Da circa metà aprile le borse non vanno da nessuna parte. Malgrado che la tendenza di fondo sia ancora rialzista se consideriamo le MM a 50 e 200 giorni, gli indici azionari non fanno più sostanziali progressi. Secondo i cicli le borse dovrebbero scendere ma in realtà qualsiasi tentativo di ribasso viene prontamente respinto.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4220 punti (+7 punti). Questo ulteriore guadagno é la conseguenza del forte rialzo delle borse asiatiche che dovevano recuperare a traino di Europa ed America - il Nikkei ha guadagnato il +3.12%.
L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4124 punti - le borse europee apriranno che un balzo del +0.3%. Il rialzo di ieri avrà un seguito? Ne dubitiamo fortemente. Pensiamo che continuerà l'andamento altalenante con una serie di sedute positive e negative ed un aumento della volatilità. Alla fine dovrebbero prevalere i cicli ed i ribassisti - magari però dovremmo aspettare la fine del mese.

Aggiornamento del 21 giugno

Le borse sono salite troppo anticipando la ripresa economica - c'é bisogno di un assestamento

Improvvisamente tutti hanno cominciato a parlare di correzione. Gli analisti che incitavano a comperare azioni come unica alternativa al reddito fisso scoprono che i prezzi delle materie prime stanno calando da settimane - basta guardare l'esempio del legname da costruzione. Avremo nei prossimi mesi una robusta crescita economica sostenuta dalla spesa statale e da una politica monetaria espansiva. Probabilmente però le borse nell'entusiasmo sono salite troppo anticipando questa ripresa economica. Ora che nelle cifre e nei dati economici comincia a trasparire la realtà ci si rende conto che le borse devono correggere. È difficile stimare quanto deve durare questo processo di assestamento. Sicuramente però si svolgerà ad ondate - spinte di ribasso verranno interrotte da ampi rimbalzi. In un rialzo le fase negative sono delle correzioni. In un ribasso é il contrario - le fasi positive sono delle correzioni. A breve le borse devono scendere più in basso - essendo però questa la prima spinta di ribasso é probabile che basteranno poco ipervenduto e pessimismo per arrivare ad un primo minimo significativo - questo significa RSI appena sotto i 30 punti e un lieve eccesso negli indicatori di sentiment. Il Fear&Greed Index é già a 30 punti - sotto i 25 punti inizia il panico...

Stamattina gli investitori ritrovano un pò di coraggio. Alle 07.00 il future sull'S&P500 era a 4134 punti (-19) mentre il Nikkei chiudeva a -3.39%. Ora (08.15) il future é risalito a 4144 punti (-9 punti). Probabilmente molti pensano che la prevista debole apertura in Europa sia un'occasione d'acquisto - vedremo se hanno ragione. L'Eurostoxx50 vale 4048 punti - le borse europee apriranno con un calo del -0.8%. Stamattina potrebbe esserci un tentativo di tornare in pari. Poi vedremo nel pomeriggio cosa intendono fare gli americani.

Commento del 19-20 giugno

La correzione inizia il giorno della scadenza - dovrebbe essere una correzione intermedia all'interno di un ribasso di mesi

Tra lunedì e giovedì le borse sono oscillate in pochi punti e senza direzione. Ormai venerdì mattina avevamo abbandonato la speranza che la prevista correzione potesse partire nella settimana di scadenza dei derivati di giugno. Avevamo pianificato di discutere la situazione tecnica e le probabilità di una correzione in questa analisi del fine settimana. Invece proprio venerdì c'é stato un decisivo ribaltamento della situazione che ha fatto passare gli indici azionari da dei massimi significativi ad una fase a corto termine di ribasso. L'Eurostoxx50 (-1.80% a 4083 punti) ha toccato poco prima di mezzogiorno un nuovo massimo annuale a 4165 punti - ha chiuso 82 punti più in basso e in questa maniera ha praticamente cancellato in alcune ore tutti i guadagni del debole rialzo da inizio giugno. L'SMI svizzero (-0.58% a 11941 punti) venerdì ha toccato un nuovo record storico a 12072 punti - il Nasdaq100 (-0.80% a 14049 punti) ha invece raggiunto un record il giorno prima a 14205 punti. La correzione sta coinvolgendo soprattuto i settori ciclici e quelli che in teoria approfittavano di una forte crescita economica con tassi d'interesse in aumento. Le perdite sono già pesanti in settori come materiali di base, energia o finanza (banche). Questo spiega la differenza di performance tra i vari indici - Il Nasdaq100 si é difeso bene grazie alla tecnologia, l'SMI é salito grazie ad alimentari e farmaceutica. L'S&P500 (-1.31% a 4166.45 punti) e il DAX tedesco (-1.78% a 15448 punti) sembrano già più in avanti nella correzione - le RSI sono sui 43-46 punti - l'S&P500 é già sceso sotto la MM a 50 giorni. Gli indicatori di sentiment in America mostrano già un certo pessimismo. La volatilità VIX é balzata a 20.70 punti (+2.95) e se interpretiamo correttamente il grafico sembra che debba salire sui 24-26 punti prima che la correzione dell'S&P500 possa finire. Il Fear&Greed Index é già crollato a 30 punti (-11 punti).
L'intonazione di fondo dei mercati azionari sta però cambiando. I nostri indicatori di riferimento in America (46.9% dei titoli sono sopra la SMA a 50 giorni, il Bullish Percent Index sul NYSE é sceso a 65.34 punti) mostrano un netto indebolimento - la tendenza di base non é più al rialzo ma neutra. I Summation Index sul NYSE e sul Nasdaq hanno cominciato a scendere da alti livelli. Sulla base dei cicli di lungo periodo e annuale crediamo quindi che le borse sono unicamente all'inizio di una fase di ribasso che potrebbe durare fino ad ottobre. Secondo una nostra simulazione l'S&P500 potrebbe scendere sui 3500 punti. Non bisogna credere ciecamente a queste simulazioni - non prevediamo un ribasso del 15-20%. Vi avvisiamo unicamente che sembra esserci parecchio potenziale di ribasso e questa correzione non é un'occasione d'acquisto. Invece il successivo rimbalzo dovrebbe essere un'ultima occasione per vendere a prezzi elevati.
Dopo solo una seduta decisamente negativa non possiamo parlare di correzione generale delle borse. Alcuni indici si sono mossi appena e non hanno dato nessun segnale di vendita. In America abbiamo però una serie di rotture al ribasso (DJ Industrial, DJ Transportation, S&P500, Russell2000) che sono inequivocabili - si sta verificando una correzione a corto termine. Questa prima spinta di ribasso (o correzione a seconda dei punti di vista) dovrebbe terminare per fine mese sui 4000 punti di S&P500. Questa é una stima iniziale su cui non scommettiamo poiché sappiamo che la seduta di venerdì é stata dominata dalle scadenze tecniche (volume relativo a 1.5) e di conseguenza potrebbe aver lanciato dei falsi segnali tecnici. Per tutta la settimana ci sono stati dei forti movimenti di assestamento che male rispecchiano le abituali correlazioni e la logica. Il cambio EUR/USD é crollato a 1.1860. il prezzo dell'oro é precipitato a 1487 USD/oncia mentre il reddito dell'US Treasury Bond decennale é sceso a 1.45% (-0.07%) mentre tutti parlano di inflazione.
Un'ultima osservazione - le borse europee sono relativamente più forti di quella americana. Nei prossimi mesi é probabile che l'Europa si comporti meglio dell'America - chi vuole possedere azioni deve essere preferibilmente investito in Europa.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.05% a 4083 punti - nuovo massimo annuale a 4165 punti
SX7E (banche)          -4.06% a 94.23 punti
DAX                         -1.56% a 15448 punti
SMI                          +0.84% a 11941 punti - nuovo record storico a 12072 punti
FTSE MIB                  -1.94% a 25218 punti
S&P500                     -1.91% a 4166.45 punti
Nasdaq100                +0.37% a 14049 punti

Venerdì fino nel primo pomeriggio i mercati erano calmi - gli indici azionari europei erano praticamente invariati o in leggero calo. Poi nel pomeriggio sono apparsi dei venditori e gli indici hanno cominciato e scendere insieme al future sull'S&P500. A fine giornata le perdite erano pesanti - si può parlare di un key reversal day che ha ribaltato il risultato settimanale. Le perdite di venerdì hanno fatto si che la performance settimanale degli indici dell'UE fosse decisamente negativa. L'Eurostoxx50 ha chiuso poco sopra il minimo giornaliero a 4083 punti (-1.80%) - alle 22.00 l'indice valeva 4081 punti. Gli altri indici si sono comportati alla stessa maniera. Sui grafici appaiono delle lunghe candele rosse che raggiungono il limite inferiore delle Bollinger Bands. Non abbiamo ancora dei segnali di vendita a medio termine ma sembra ormai evidente che le borse vogliono scendere.

L'S&P500 ha aperto in gap down a 4192 punti e non é più riuscito a tornare sopra la barriera dei 4200 punti. Per ore é oscillato in una ventina di punti e sembrava volersi fermare con una perdita dell'1%. Alle 21.40 era ancora a 4184 punti. Sul finale é caduto fino a 4164 punti ed ha chiuso a 4166.45 punti (-1.31%). La tecnologia ha retto abbastanza bene ed il Nasdaq100 (-0.80% a 14049 punti) é rimasto sopra il supporto intermedio a 14000 punti - il comportamento di questo indice resta costruttivo. DJT (-1.33%) e RUT (-2.17%) hanno invece perso parecchio terreno. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 1720 su 6159, NH/NL a 343 su 1383 e volume relativo a 1.5. Come descritto precedentemente gli indicatori di sentiment sono decisamente peggiorati - anche i traders stanno battendo in ritirata (CBOE Equity put/call ratio a 0.56). Lunedì vedremo se queste pessima seduta é stata unicamente provocata dalla scadenza tecnica dei derivati di giugno o se invece come pensiamo noi é l'inizio di una spinta di ribasso. Per sollevare il morale ai rialzisti ricordiamo che gli investitori istituzionali hanno interesse a far terminare il semestre con dei buoni risultati per incassare le performance fees. La caduta del future sull'S&P500 nel dopo borsa a 4141 punti non promette però nulla di buono per settimana prossima.

Commento del 18 giugno

Scosse di assestamento in vista dell'odierna scadenza dei derivati

Ieri sui mercati finanziari ci sono stati parecchi movimenti inusuali spiegabili unicamente con l'imminente scadenza dei derivati di giugno. L'USD é decollato e il cambio EUR/USD é precipitato a 1.19. Questo potrebbe essere spiegato con un aumento del differenziale dei tassi d'interesse in favore dell'USD - invece é successo esattamente il contrario con il future sul USTBond trentennale a fare un inusuale balzo verso l'alto. Contemporaneamente ieri sono crollati i prezzi dei metalli prezioni - l'oro ha perso in due giorni 90 USD e si trova stamattina a USD 1783/oncia - dall'ipercomperato di fine maggio é passato velocemente all'ipervenduto. Terminiamo la lista (incompleta) con il decollo del Nasdaq100 (+1.29% a 14163 punti) su un nuovo record storico - in una giornata prevalentemente negativa (A/D a 2869 su 4962) per la borsa americana l'indice tecnologico é salito grazie ai suoi 5 big AGMAF e alcune azioni di semiconduttori (NVidia +4.76%, AMD +5.55%). Chi però stamattina guarda i mercati azionari di tutto questo nota poco o niente visto che l'Eurostoxx50 (+0.15% a 4158 punti) e l'S&P500 (-0.04% a 4221.86 punti) hanno chiuso praticamente invariati. I maggiori indici azionari si avvicinano all'odierna scadenza di giugno di futures ed opzioni nella calma - in questa settimana le borse si sono mosse appena e gli indici arrivano a questa importante scadenza su dei massimi significativi. Ancora non sappiamo se dopo questi massimi avremo una importante correzione o semplicemente un'altra fase di consolidamento per assorbire eccessi ed ipercomperato.

Anche ieri le borse europee si sono mosse poco e hanno chiuso al centro dei range giornalieri e senza sostanziali variazioni. Abbiamo avuto le solite conferme del rialzo con un nuovo massimo annuale dell'Eurostoxx50 (+0.15% a 4158 punti) a 4164 punti e un nuovo record storico dell'SMI (+0.24% a 12011 punti) a 12017 punti. Anche il DAX (+0.11% a 15727 punti) e il FTSE MIB (-0.21% a 25713 punti) hanno chiuso poco lontano dal valore del giorno precedente. Gli indici sono generalmente ipercomperati e la spinta di rialzo é modesta - da inizio mese l'Eurostoxx50 ha guadagnato una sessantina di punti - questa plusvalenza potrebbe essere spazzata via in una giornata decisamente negativa. Finora però non emerge nessun segnale di debolezza. A livello tecnico non appaiono problemi all'orizzonte.

La seduta a Wall Street é stata un pochino più movimentata. L'S&P500 si é mosso in 36 punti con parecchi cambiamenti di direzione e ci sono delle forti differenze tra i vari indici - al rialzo del Nasdaq100 (+1.29%) si contrappone la debolezza del DJT (-2.10%) e del Russell2000/RUT (-1.18%). Tra queste due correnti l'S&P500 ha deciso di chiudere praticamente in pari (-0.04% a 4221.86 punti). Una rottura del supporto intermedio a 4200 punti (minimo a 4196 punti) non ha avuto conseguenze.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2869 su 4962, NH/NL a 564 su 1030 (!) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 17.75 punti (-0.40), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.49 e il Fear&Greed Index é sceso a 41 punti (-4 punti). Nel complesso gli indicatori di sentiment mostrano che gli investitori sono cauti e leggermente pessimisti - questo quadro é sorprendente visto che il Nasdaq100 ha toccato un record storico e l'S&P500 é solo 36 punti sotto il massimo. Evidentemente a molti non piace il fatto che malgrado che si parli sempre di rialzo l'S&P500 é solo 30 punti sopra il massimo intermedio a 4191 punti del 16 aprile! Tra l'altro i Summation Index ieri sono scesi - la maggior parte degli investitori ricomincia a perdere soldi...
In America esistono le premesse ideali per una correzione minore causata dalle vendite di speculatori long che perdono la pazienza. 

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4216 punti (+3 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4161 punti - le borse europee apriranno con leggeri guadagni. Oggi ci saranno movimenti improvvisi e volatilità quando ci saranno le scadenze tecniche - in linea di massima ci aspettiamo però che gli indici terminino la giornata praticamente invariati.
Anche in Asia stamattina regna la calma - Il Nikkei ha perso il -0.19% - Shanghai sta salendo del +0.10%.

Commento del 17 giugno

La FED prevede di alzare i tassi d'interesse per due volte entro la fine del 2023

Ieri sera alle 20.00 é terminata la regolare riunione della FED per discutere la situazione economica e decidere adattamenti nella politica monetaria. Per ora la FED non cambia nulla - si rende però conto che l'inflazione potrebbe essere più alta della stime iniziali e non solo transitoria - prevede di dover alzare i tassi d'interesse entro la fine del 2023. Questo lieve cambiamento nell'attegiamento della FED ha provocato un pò di volatilità sui mercati. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é salito a 1.57% (+0.06%) e l'S&P500 ha perso 22 punti. La reazione degli investitori é però stata contenuta - il primo supporto a 4200 punti di S&P500 é bastato per far rimbalzare l'indice fino ai 4223.70 punti (-0.54%). Aumenta la probabilità di una correzione intermedia ma per ora non abbiamo nessun segnale di vendita. La partecipazione continua a peggiorare - il rapporto NH/NH é passato a 582 su 535 mentre il Summation Index sul NYSE ha cominciato a scendere. Almeno per qualche giorno se non settimane non parleremo più di nuovi massimi annuali o storici. Non é però ancora chiaro se avremo una consistente correzione e di che tipo. Vi ricordiamo che secondo i cicli la borsa americana dovrebbe restare tendenzialmente debole fino ad ottobre. Non é realistico pensare che le borse europee possano muoversi in maniera divergente.

La seduta in Europa é stata priva d'interesse. Come pensavamo gli indici si sono mossi in pochi punti e hanno chiuso senza sostanziali variazioni. L'Eurostoxx50 é salito a 4151 punti (+0.20%) senza migliorare il massimo annuale di martedì. Solo l'SMI svizzero (+0.50% a 11982 punti) continua la sua corsa e ha fatto segnare un nuovo record storico malgrado l'ipercomperato. Ieri é stato nuovamente il settore farmaceutico insieme a quello assicurativo a far salire l'indice. Questi due settori erano da inizio anno rimasti indietro e offrono un buon reddito da dividendo. Novartis e Roche sembrano avere ancora del potenziale di rialzo - queste due azioni costituiscono circa il 35% dell'indice. Non c'é ragione per tentare di anticipare un massimo significativo e tentare di opporsi al trend.

A Wall Street gli investitori sono rimasti in attesa del comunicato della FED fino alle 20.00. L'S&P500 ha aperto sul massimo a 4250 punti ed é scivolato fino ai 4235 punti. Dopo le 20.00 l'indice é caduto in brevi ondate fino ai 4202 punti di minimo. Poi é rimbalzato fino ai 4237 punti e sul finale é ridisceso a 4223.70 punti (-0.54%). Malgrado l'aumento dei tassi d'interesse il Nasdaq100 ha sovraperformato (-0.34% a 13983 punti). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2715 su 5108, NH/NL a 582 su 535 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é balzata a 18.15 punti (+1.13), il CBOE Equity put/call ratio era piuttosto alto a 0.55 e il Fear&Greed Index é caduto a 45 punti (-6). Si vede che gli investitori sono nervosi e temono una correzione - al minimo cedimento del mercato gli indicatori di sentiment si impennano. Per questa ragione pensiamo che a breve il potenziale di ribasso é modesto. Crediamo che l'S&P500 potrebbe attacare il primo supporto (psicologico più che altro) a 4200 punti e scendere a 4180 punti. Poi vedremo - ne riparliamo il fine settimana quando si sarà posato il polverone causato dalla scadenza dei derivati di giugno.

Stamattina alle 08.30 il future sull'S&P500 scende a 4195 punti (-17 punti). L'Eurostoxx50 vale 4133 punti - le borse europee apriranno in calo del -0.5%. Pensiamo che stamattina proveranno a scendere più in basso - ci vuole una seduta decisamente negativa per obbligare i long a chiudere la posizioni.
Il Nikkei ha perso il -0.93% - Shanghai é in pari.
Il cambio EUR/USD é caduto a 1.1990. L'USD si rafforza ora che ci sono delle prospettive di aumento dei tassi d'interesse sull'USD. Il cambio resta ancorato al nostro livello di riferimento a 1.20.

Commento del 16 giugno

Nuovi massimi marginali ma borse stanche

Anche ieri le borse hanno terminato la giornata senza sostanziali variazioni. E anche ieri su parecchi indici abbiamo registrato dei nuovi massimi annuali o storici. L'Eurostoxx50 europeo (+0.26% a 4143 punti) ha toccato poco dopo l'apertura un nuovo massimo annuale a 4158 punti. Lo stesso l'ha fatto l'S&P500 (-0.20% a 4246.59) con un nuovo massimo storico a 4257.16 punti all'inizio della seduta. I dati sulla partecipazione sono in deterioramento - lunedì era notevolmente aumentato il numero dei nuovi minimi a 30 giorni in America (NL) - ieri é fortemente diminuito il numero dei nuovi massimi a 30 giorni (NH da 1082 a 630). Sarà difficile che le borse possano fare ulteriori progressi senza una sana correzione in grado di eliminare la speculazione - la scadenza dei derivati di giugno di venerdì obbligherà i traders a rivedere le posizioni - dovrebbero esserci delle prese di beneficio e difficilmente tutte le posizioni long verranno riaperte. Sembra però che il resto della settimana debba trascorrere nella calma - i mercati sono tranquilli e l'aumento della volatilità VIX (17.02 punti, +0.63) non corrisponde ad un aumento della volatilità giornaliera - persiamo che venerdì gli indici azionari chiuderanno vicino ai livelli attuali.

Ieri sera non abbiamo scritto i commenti serali sulla seduta in Europa poiché veramente non c'era niente di nuovo da dire riguardante l'analisi tecnica. Gli indici hanno aperto sui massimi e hanno chiuso sui minimi - quello che a parole sembra un movimento importante é in effetti un oscillare in un range di meno del 0.5% - in pratica le borse sono rimaste ferme con modesti volumi di titoli trattati. Gli indici in generale hanno guadagnato qualche punto e oltre al massimo dell'Eurostoxx50 registriamo anche il nuovo record storico dell'SMI (+0.47% a 11922 punti) che continua a salire malgrado l'ipercomperato. Questo é un segnale di forza da parte della borsa svizzera che lievita grazie alla old economy rappresentata da alimentari, lusso e farmaceutica.

Anche la seduta a Wall Street é stata noiosa e senza sorprese - l'SP500 si é mosso in soli 19 punti. L'indice ha aperto su un nuovo massimo storico a 4257.16 punti. Da questo massimo é però sceso fino a 4238 punti verso le 17.40. In seguito é risalito a 4252 punti e in chiusura é ricaduto a 4246.59 punti (-0.20%). Il Nasdaq100 (-0.69% a 14030 punti) é ricaduto a 14000 punti facendo nascere il sospetto che il nuovo record di lunedì sia una falsa rottura al rialzo - é però ancora troppo presto per dirlo - ci vorrebbe una caduta sotto i 14000 punti (e in seguito sotto i 13800 punti) per confermare questa possibilità e l'inizio di una correzione. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3154 su 4671, NH/NL a 630 su 386 e volume relativo a 0.9. A livello di sentiment non ci sono cambiamenti importanti. I Summation Index continuano a salire. Per ora il rialzo non sembra in pericolo.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4238 punti (+1 punto). L'Eurostoxx50 alle 08.35 vale 4151 punti - le borse europee apriranno con leggeri guadagni (+0.2%). Prevediamo una copia della seduta di ieri.
Oggi c'é la periodica riunione della FED per discutere la situazione economica e decidere eventuali adattamenti nella politica monetaria. Nessuno prevedere dei cambiamenti nei tassi d'interesse o nel QE - a tutti però interesserà leggere come la FED valuta il problema inflazione e come intende affrontarlo - é possibile che dopo le 20.00 i  mercati comincino a muoversi. In quale direzione non dipende dall'analisi tecnica ma dalle dichiarazioni di Jerome Powell.

Commento del 15 giugno

Una raffica di nuovi massimi

La seduta di ieri é stata poco spettacolare - gli indici azionari si sono mossi in pochi punti e hanno chiuso con modesti guadagni. Abbiamo però rilevato una raffica di nuovi massimi annuali (Eurostoxx50 +0.14% a 4132 punti, massimo a 4155 punti) o storici (S&P500 +0.18% a 4255.15 punti, nuovo record storico a 4255.59 punti). Ricordiamo che dei nuovi massimi sono dei segnali inequivocabili di rialzo e confermano il trend. A questo punto sembra che le borse vogliano seguire lo scenario classico e che debbano di conseguenza salire su un massimo significativo in occasione della scadenza dei derivati di giugno di venerdì.
In questa calma apparente abbiamo osservato alcuni movimenti interessanti e inusuali. La volatilità VIX, che normalmente scende quando c'é una seduta positiva del'S&P500, é salita a 16.39 punti (+0.74) - non conosciamo la ragione di questa variazione ma prendiamo nota di questa divergenza - c'é chi sta comperando VIX - questa é l'abituale strategia degli investitori istituzionali che si assicurano contro una possibile correzione del mercato. Il numero dei titoli americani che hanno toccato un nuovo minimo a 30 giorni (NL) é più che raddoppiato dai 192 di venerdì ai 475 di ieri - da una qualche parte sta arrivando della pressione di vendita. Fino alle 21.20 l'S&P500 era ancora in perdita di 10 punti e si trovava a 4237 punti. Un'ondata d'acquisti sul finale concentrata sui big della tecnologia (p.e. Apple +2.46%) ha catapultato l'S&P500 sul massimo giornaliero e nuovo record storico a 4255.59 punti - sembra che le mani forti abbiano interesse a far salire gli indici più in alto possibile per la scadenza dei derivati. Contemporaneamente il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.51% (+0.04%) e si muove come previsto.
Riassumendo finora il rialzo continua e sulla base di quanto visto nella prima seduta della settimana é probabile che le borse salgano su dei massimi significativi in occasione della scadenza dei derivati di giugno di venerdì. Non pensiamo però che la salità sarà regolare e costante fino a venerdì sera. È probabile che tra mercoledì e giovedì ci siano degli scossoni per obbligare anche i long a mollare la presa. Le divergenze osservate ieri aumentano la probabilità che successivamente ci sia una correzione delle borse di una certa importanza (-5%).

Le borse europee hanno come al solito copiato l'America. Hanno aperto in positivo e nella prima ora di contrattazioni sono salite con slancio. Poi il carburante é venuto a mancare. Gli indici sono scivolati verso il basso fino nel pomeriggio e solo dopo l'apertura a Wall Street si sono risollevati e hanno chiuso generalmente in rialzo. Oltre al nuovo massimo annuale dell'Eurostoxx50 notiamo il nuovo record storico del DAX (-0.13% a 15673 punti) a 15802 punti e il nuovo record storico dell'SMI (+0.21% a 11866 punti) a 11895 punti. Il FTSE MIB (+0.16% a 25757 punti) si é mosso come le altre borse europee senza però raggiungere un nuovo massimo. Nel trend e negli indicatori tecnici non appare nulla di nuovo. Solo l'SMI svizzero é decisamente ipercomperato (RSI a 78.88 punti).

L'S&P500 ha aperto a 4241 punti e fino alle 21.20 si é mosso stancamente tra i 4134 ed i 4144 punti (range di 10 punti!). Solo sul finale si é impennato a 4255.15 punti (+0.18%). Il Nasdaq100 (+0.93% a 14128 punti), dopo due mesi di attesa, ha raggiunto un nuovo massimo storico. Abbiamo assistito alla solita rotazione tra settori - la forza della tecnologia é stata compensata dal calo di DJT (-0.87%) e PMI (Russell2000 / RUT -0.41%). La seduta al NYSE é stata strutturalmente negativa (!) con A/D a 3406 su 4433, NH/NL a 1082 su 475 e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é salita a 16.39 punti (+0.74) mentre il CBOE Equity put/call ratio é nuovamente (troppo) basso a 0.36. Il Fear&Greed Index é invariato a 54 punti. I Summation Index continuano a salire.
Malgrado i nuovi record di S&P500 e Nasdaq ieri la borsa americana non ha tecnicamente convinto. Gli indici sono saliti grazie a pochi titoli tecnologici e al settore dei semiconduttori. I nuovi massimi sono però indiscutibili e per ora nulla sembra impedire una continuazione dei rialzo.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 (settembre) a 4256 punti (+10 punti). Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4153 punti - le borse europee apriranno con un guadagno di circa il +0.5% e sul massimo di ieri. Pensiamo che avremo un'altra seduta moderatamente positiva - dopo la buona apertura e un nuovo massimo annuale / storico marginale gli indici azionari dovrebbero ridiscendere e chiudere sui livelli d'apertura o poco più in basso.
Il Nikkei ha guadagnato il +0.96% - Shanghai perde il -0.9%. Da inizio anno le borse cinesi sono di poco in guadagno...  

Aggiornamento del 14 giugno

Secondo le statistiche l'S&P500 corregge prima della scadenza dei derivati solo se è ipercomperato

Nell'analisi del fine settimana abbiamo discusso dell'importanza della scadenza dei derivati di venerdì 18 giugno. Spesso in questa occasione ci sono delle turbolenze e quest'anno la probabilità di questo scenario é alta a causa del minimo annuale della volatilità VIX (15.65 punti). Spesso in occasione di una grande scadenza trimestrale dei derivati gli indici salgono su dei massimi o scendono su dei minimi significativi. Ovviamente questa volta possiamo solo aspettarci un massimo. Abbiamo esaminato parecchi esempi del passato e in particolare cosa succede quando il mercato é reduce da una lungo periodo di rialzo. Abbiamo notato che l'S&P500 comincia a correggere alcuni giorni prima della scadenza (da 3 a 5 giorni prima) solo quando il mercato é ipercomperato a corto termine (RSI sopra i 70 punti). Sembra che l'ipercomperato aumenti il nervosismo dei traders che non attendono all'ultimo minuto per prendere i guadagni e chiudere le posizioni in scadenza. Invece quando il rialzo é stato lento e regolare e la RSI é ancora decisamente sotto i 70 punti la correzione e l'aumento della volatilità VIX iniziano solo la settimana dopo la scadenza. Cosa dobbiamo  aspettarci questa volta? In questo momento la RSI sull'S&P500 é a 62.49 punti, quella sul Nasdaq100 a 63.39 punti. La VIX é bassa ma il DSI (Daily Sentiment Index) é ancora decisamente sopra i 10 punti - c'é ancora del margine per un calo. Per quel che riguarda unicamente l'aspetto tecnico la variante più probabile é che l'S&P500 riesca ancora a salire moderatamente fino a venerdì - l'obiettivo ideale si situa a 4265 punti. Dagli attuali 4247 punti si tratta di un guadagno di 18 punti. Sulla base delle statistiche una correzione dovrebbe iniziare solo settimana prossima. Naturalmente tutto questo vale unicamente se non succede qualcosa in grado di destabilizzare i mercati finanziari in anticipo. Nell'agenda politica ed economica non vediamo però nessun appuntamento abbastanza importante da influenzare le borse in maniera significativa.

Stamattina ritroviamo il future sul'S&P500 a 4238 punti (+2 punti) - da oggi ci riferiamo al contratto a scadenza settembre che ha un discount di circa 10 punti rispetto all'indice cash. Le borse cinesi sono chiuse per un giorno di festa - il Nikkei ha guadagnato il +0.73%.
L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4135 punti - le borse europee apriranno con leggeri guadagni. La settimana inizia nella calma e i mercati finanziari sono stabili e poco mossi. Finora non abbiamo nessuna indicazione per poter dire se in effetti avremo una settimana di moderato rialzo o se invece a breve la volatilità aumenterà in preparazione della scadenza dei derivati.

Commento del 12-13 giugno

Cicli contro Banche Centrali - chi vince?

In questa settimana le borse hanno nuovamente guadagnato terreno - l'S&P500 americano (+0.19% a 4247.44 punti) ha toccato giovedì un nuovo record storico a 4249.74 punti mentre venerdì l'Eurostoxx50 europeo (+0.75% a 4126 punti ) ha raggiunto un nuovo massimo annuale a 4129 punti. La tendenza di fondo delle borse é al rialzo e questo viene confermato dai due nostri indicatori di riferimento in America: il 72.5% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 73.66 punti. Da più di un anno non ci sono delle correzioni degne di nota (-10%) - il mercato azionario assorbe le situazioni di eccesso unicamente con delle correzioni intermedie di un -3%/-5% che sono difficili da prevedere in anticipo poiché vengono normalmente scatenate da eventi particolari. Tutti, noi compresi, sono alla ricerca del top di questo lungo bull market poiché le valutazioni fondamentali, specialmente in America, sono molto alte. Possiamo con validi motivi parlare di mercati azionari oscenamente cari e fondamentalmente sopravvalutati. Sappiamo quali sono le forze che spingono le borse - sono l'eccesso di liquidità ed i bassi tassi d'interesse che obbligano gli investitori, in mancanza di alternative, a comperare azioni. Le Banche Centrali però non cambiano rotta o per lo meno non sembrano intenzionate a diminuire lo stimolo monetario. Malgrado che giovedì l'indice dei prezzi al consumo americano abbia mostrato che l'inflazione su base annua cresce del +5% (!) la FED lascia i tassi d'interesse di riferimento vicino allo 0% e continua a comperare più di 100 Mia di obbligazioni al mese nell'ambito del Quantitative Easing - il risultato é che il reddito dell'US Treasury Bond decennale non sale ed é al 1.47% (-0.02%). Il reddito reale é di circa il -3.5% in negativo. In Europa la situazione é simile - il reddito del Bund decennale é al -0.2745% mentre l'inflazione é ufficialmente al +2.0%.
Da maggio i cicli annuali e di lungo periodo sono in calo e noi avevamo previsto sulla base di questa indicazione che le borse dovessere tendenzialmente correggere fino ad ottobre. Ci possono essere degli sviluppi divergenti tra cicli e mercati azionari di settimane ma in genere se il ciclo é negativo come é il caso adesso é raro che la borsa salga in controtendenza. Tra cicli e Banche Centrali chi vince? La risposta é evidente - crediamo che fino a quando le Banche Centrali non si mostreranno preoccupate dei dati sull'inflazione e non mostreranno l'intenzione di voler cambiare qualcosa nella loro politica monetaria, il rialzo delle borse é destinato a continuare. Ovviamente esiste sempre la possibilità di brevi correzioni intermedie. Una di queste dovrebbe verificarsi tra la metà e la fine del mese e dovrebbe essere causata da ragioni tecniche - venerdì 18 giugno scadono i derivati (futures e opzioni) - é una grande scadenza trimestrale e spesso questo evento corrisponde ad un punto tornante. Poiché le operazioni di reporting avvengono nel corso della settimana é probabile che un massimo intermedio venga raggiunto intorno alla giornata di mercoledì - questa possibilità viene confermata dagli oscillatori. Nei nostri indicatori non appare però la possibilità che si verifichi un'inversione di tendenza e l'inizio di un ribasso.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.91% a 4126 punti - nuovo massimo annuale
SX7E (banche)          -1.04% a 98.22 punti
DAX                         +0.00% a 15693 punti
SMI                          +2.34% a 11841 punti - nuovo record storico
FTSE MIB                  +0.57% a 25717 punti
S&P500                     +0.41% a 4247.44 punti
Nasdaq100                +1.65% a 13998 punti

Nella seduta di venerdì le borse europee si sono fatte ispirare da Wall Street - giovedì sera l'S&P500 aveva toccato un nuovo record storico e questo ha contagiato gli europei. Le borse hanno aperto in leggero guadagno e sono salite lentamente per tutta la giornata con modesti volumi di titoli trattati. Alla fine tutti gli indici hanno chiuso con un moderato guadagno. L'Eurostoxx50 (+0.75 a 4126 punti) ha toccato un nuovo massimo annuale e questo come sapete e un segnale indiscutibile di rialzo. Il DAX ha guadagnato il +0.78% a 15693 punti, il FTSE MIB, frenato dal settore bancario (SX7E -0.20% a 98.22 punti), é salito del +0.31% a 25717 punti. L'SMI (+0.26% a 11841 punti) ha toccato un nuovo record storico a 11873 punti - il guadagno giornaliero é modesto ma ugualmente rimarcabile considerando la forte situazione di ipercomperato a corto termine (RSI a 78 punti).
Riassumendo, dopo il lungo consolidamento tra metà aprile e maggio, le borse europee hanno ripreso il rialzo. Il movimento é tecnicamente sano e nulla sembra indicare che debba terminare a breve. Il momentum é scarso - non ci saranno nel futuro accelerazioni e i guadagni settimanali resteranno modesti - non c'é però nessuna ragione per abbandonare il mercato malgrado che il rialzo sembra essere decisamente maturo (ci riferiamo all'ipercomperato di medio termine e ai cicli). 

In America c'é stata una seduta di poco positiva - fino alle 21.40 però non era successo nulla e l'S&P500 era praticamente in pari a 4238 punti. L'indice ha aperto con un'impennata a 4246 punti, é sceso in due ondate fino a metà seduta a 4232 punti di minimo, ha recuperato ed ha chiuso sul massimo giornaliero a 4247.44 punti (+0.19%). L'indice tecnologico Nasdaq100 (+0.27% a 13998) é salito secondo logica a 14000 punti - nell'ambito della conosciuta rotazione tra settori DJT (+0.98%) e RUT (+1.06%) hanno sovraperformato. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5004 su 2787, NH/NL a 836 (relativamente pochi e in calo!) su 192 e volume relativo a 0.75. Per quel che riguarda il sentiment la volatilità VIX é scesa sul minimo annuale a 15.65 punti (-0.45), Il CBOE Equity put/call ratio é neutro a 0.48 mentree il Fear&Greed Index é lievitato a 54 punti (+ punti). Non c'é troppo ottimismo o euforia - che mancano sono i ribassisti. Sembra che più nessuno osi posizionarsi short. I Summation Index sono saliti.
Insomma - il rialzo é intatto e non vediamo situazioni di eccesso da compensare. Il mercato da mesi presenta gli stessi problemi a livello di partecipazione e questi finora non hanno provocato delle sostanziali correzioni. L'unico problema che osserviamo é la mancanza di settori "rimasti indietro" e che varrebbe ancora la pena comperare. Pur usando l'immaginazione non sappiamo cosa potrebbe provocare un'estensione del rialzo. D'altra parte negli indicatori non vediamo nulla che possa mettere in pericolo il trend.
Giovedì l'S&P500 ha superato il massimo di maggio a 4238 punti. Formalmente ha effettuato una rottura al rialzo e questo é un momento delicato. L'indice deve essere in grado di confermare la rottura con ulteriori guadagni. Se invece ricade la rottura potrebbe essere negata e questo dovrebbe causare prese di beneficio e vendite. Psicologicamente un eventuale ritorno dell'S&P500 sotto i 4200 punti sarebbe un segnale negativo e dovrebbe provocare l'inizio di una correzione.

Commento dell'11 giugno

Nessuna correzione in vista

L'S&P500 sale costantemente da marzo dell'anno scorso - il movimento viene accompagnato dalla MM a 50 giorni che sale insieme all'indice e serve da livello di riferimento. Ogni tanto ci sono delle correzioni intermedie di modeste proporzioni e l'S&P500 torna a giocare con la MM a 50 giorni con una breve rottura e un rapido recupero. Tutti i nostri tentativi di trovare un massimo significativo e l'inizio di una fase di ribasso sono stati vani. Ieri l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico a 4249.74 punti e ha chiuso poco più in basso a 4239.18 punti (+0.47%). Il precedente record a 4238 punti é stato migliorato di poco ma il progresso é indiscutibile. Noi di tanto in tanto troviamo negli indicatori delle situazioni anomale o delle divergenze che ci fanno sperare in un cambiamento del trend. Finora però nessuna situazione di eccesso sembra impensierire il mercato. Ieri il dato sull'inflazione superiore alle stime degli analisti ha fatto scendere i tassi d'interesse (invece che farli salire come da logica) con la conseguenza che la tecnologia ha nuovamente guadagnato terreno e il Nasdaq100 (+1.05% a 13960 punti) ha superato la zona di resistenza a 13800 punti. La nostra ipotesi di una testa e spalle ribassista é da gettare. A questo punto non possiamo che seguire il debole trend rialzista e restare in attesa che questo mercato oscenamente caro venga fermato dalle valutazioni fondamentali eccessive.

Considerando gli appuntamenti in agenda (riunione della BCE e dati sull'inflazione americana) ieri in Europa ci aspettavamo una seduta movimentata con sensibili cambiamenti. Siamo ovviamente delusi - l'Eurostoxx50 (-0.02% a 4096 punti) si é mosso in soli 29 punti e ha chiuso invariato e al centro del range giornaliero. Per l'analisi tecnica c'é poco da dire - il momentum é in calo ma finora non c'é nessun segno di cedimento - il rialzo é solo in stallo. Il DAX (-0.06% a 15571 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50. Il FTSE MIB (-0.40% a 25638 punti) italiano ha invece perso 103 punti. Da quando il FTSE MIB ha superato i 25000 punti, l'indice ha sovraperformato il resto dell'Europa. Da due giorni il FTSE sta facendo una correzione minore per assorbire l'ipercomperato e mettersi "in riga" con il resto dell'Europa. Questa debolezza relativa dovrebbe terminare a breve. Poi il FTSE MIB si riunirà al plotone europeo.

L'indice dei prezzi ai consumi americano superiore alle stime degli analisti ha fatto scendere il reddito dell'USTBond decennale a 1.45% (-0.05%) - questa strana e poco logica reazione ha favorito i titoli tecnologici (Nasdaq100 +1.05%). Il resto del mercato però non ha brillato (DJT -0.72%, RUT -0.68%) - non abbiamo assistito ad una convincente accelerazione al rialzo ma al solito modesto guadagno con partecipazione suboptimale.
L'S&P500 ha aperto a 4236 punti ed é velocemente salito a 4249.74 punti (nuovo record storico). Per le 17.00 l'indice é ricaduto a 4220 punti. Non si é però verificato un reversal - il mercato si é stabilizzato, l'S&P500 con una parabola é risalito a 4245 punti e ha chiuso a 4239.18 punti (+0.47%). La seduta al NYSE é stata di poco positiva con A/D a 4220 su 3595, NH/NL a 910 su 272 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é caduta a 16.10 punti (-1.79), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.43 mentre il Fear&Greed Index é aumentato di 2 punti a 52 punti. I Summation Index salgono. A livello di sentiment abbiamo un cauto ottimismo contrassegnato dalla mancanza di investitori orientati al ribasso.

Oggi non sono previsti dati economici importanti - é improbabile che nell'ultima seduta della settimana ci sia un'inversione di tendenza. Il future sullS&P500 é a 4239 punti (+1 punto). Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 4100 punti. Le borse europee apriranno in leggero guadagno (+0.1%).
Il Nikkei é in pari (-0.02%) - Shanghai sta perdendo il -0.3%. Se gli avvenimenti di ieri non sono riusciti a smuovere le acque é probabile che oggi avremo un'altra seduta letargica.

Commento del 10 giugno

Non ci siamo persi niente...

Nell'analisi del fine settimana avevamo discusso la possibilità che l'S&P500 (-0.18% a 4219.55 punti) attaccasse il record storico del 5 maggio a 4238 punti. Malgrado che l'estensione del rialzo fosse la variante più probabile non davamo a questo mercato molto potenziale verso l'alto. Martedì l'S&P500 ha toccato un massimo giornaliero a 4236 punti, ieri é arrivato fino ai 4237 punti prima di cadere una ventina di punti. Rispetto alla chiusura di venerdì scorso a 4229 punti l'indice non si é mosso di molto e non é riuscito a fare sostanziali progressi. Un'altro livello per noi importante erano i 13800 punti di Nasdaq100 (+0.03% a 13814 punti) - in questo caso c'é stata una marginale rottura della resistenza ma questa non é decisiva. L'ipotesi della testa e spalle ribassista é ancora valida anche perché le due ultime candele sul grafico sono rosse - i tentativi di rialzo sono stati respinti dopo i guadagni in apertura.
E in Europa? L'Eurostoxx50 (+0.02% a 4096 punti) martedì ha toccato un nuovo massimo annuale a 4115 punti. Anche gli altri indici hanno toccato dei nuovi record. Tutto questo però cambia qualcosa nel quadro tecnico? Sappiamo che la tendenza di fondo é debolmente rialzista - rispetto a venerdì scorso però l'Eurostoxx50 é salito di soli 7 punti. Non ci sono ragioni per entusiasmarsi. Il DAX tedesco (-0.38% a 15581 punti) in questi tre giorni ha perso un centinaio di punti - il FTSE MIB (-0.26% a 25741 punti) ne ha guadagnati 170. Solo l'SMI svizzero (+1.13% a 11788 punti) si é involato grazie ad un rally dell'importante settore farmaceutico (Novartis +2.33%, Roche +3.08%) - avevamo previsto questo movimento con alcuni giorni di anticipo (commento del 3 giugno). Ora l'indice é decisamente ipercomperato (RSI a 76 punti) e dovrebbe rientrare nei ranghi comportandosi come le altre borse europee.
Insomma - nelle ultime tre sedute non ci siamo persi niente. Gli indici si  sono mossi appena e in generale la situazione tecnica é invariata. Notiamo unicamente dei cambiamenti a livello di sentiment. Gli investitori americani sono diventati più ottimisti malgrado la marcia sul posto. La VIX (17.89 punti , +0.82%) ieri é aumentata e questo sembra solo l'inizio di un movimento di rialzo.
Il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.50% (-0.03%). Notiamo che malgrado il calo dei tassi d'interesse la borsa non ha saputo approfittarne - questo é inusuale e lo interpretiamo come una mancanza di potere d'acquisto. Il DSI sui Bond é molto alto - crediamo quindi che ora debba esserci un movimento di rialzo sui tassi d'interesse e il reddito dovrebbe tornare sopra gli 1.70%.
Nel complesso questa pausa di tre giorni favorisce i ribassisti - visto che i rialzisti non sono riusciti a migliorare il record a 4238 punti di S&P500 é ora il turno dei ribassisti - tocca a loro prendere l'iniziativa e far vedere se sono in grado di creare pressione di vendita. Finora questa é inesistente.

La seduta di ieri é stata noiosa e si é conclusa senza sostanziali variazioni degli indici azionari che si sono mossi poco con modesti volumi. L'Eurostoxx50 ha chiuso in pari (+0.02% a 4096 punti) mentre DAX e FTSE MIB hanno perso qualche punto. Da un paio di giorni la farmaceutica é tornata di moda e l'SMI ne sta approfittando (+1.13% a 11788 punti e nuovo record storico). Nell'ambito della conosciuta rotazione tra settori sembra che gli investitori abbiano scoperto un nuovo amore - durerà poco.

L'S&P500 ha aperto a 4234 punti e fino alle 20.30 si é mosso in laterale in una manciata di punti - ha toccato un massimo giornaliero a 4237 punti. Dopo le 20.30 é sceso ed ha chiuso sul minimo giornaliero a 4219.55 punti (-0.18%). Grazie al calo dei tassi d'interesse la tecnologia si é ancora difesa bene (Nasdaq100 +0.03% a 13814 punti) mentre il resto del mercato era più debole (DJT -1.24%, RUT -0.71%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3230 su 4573, NH/NL a 1193 su 163 e volume relativo a 0.75 (1.1 sul Nasdaq). Notiamo che il CBOE Equity put/call ratio era molto basso a 0.36 - gli speculatori sono nuovamente long - negli ultimi tempi erano spesso dalla parte sbagliata. Il Fear&Greed Index é ancora neutro a 50 punti (=).

Oggi alle 14.30 é atteso l'indicatore principale riguardante l'inflazione - l'indice USA dei prezzi ai consumi di maggio. Prima, alle 13.45, la BCE comunicherà le sue decisioni di politica monetaria. È possibile che oggi le borse cominceranno a muoversi dopo giorni di apatia.
Stamattina il future sull'S&P500 é a 4220 punti (+2 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.50 é a 4100 punti. Le borse europee apriranno con leggeri guadagni. Fino a mezzogiorno non succederà nulla - vedremo se nel pomeriggio le notizie saranno in gradi di muovere i tassi d'interesse e di riflesso le borse.

Commento del 5-6 giugno

The trend is your friend - in un rialzo un'estensione é più probabile che un'inversione

Anche questa settimana non é iniziata una correzione e le borse hanno nuovamente guadagnato terreno. Gli indici azionari europei hanno raggiunto dei nuovi massimi annuali (Eurostoxx50 e FTSE MIB) o storici (DAX e SMI) marginali. La borsa americana, grazie al balzo di venerdì (S&P500 +0.88% a 4229.89 punti), ha una performance settimanale positiva - la tendenza di fondo é al rialzo come mostrano i nostri indicatori di riferimento (il 67.3% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 73.22 punti). Malgrado che da metà aprile i guadagni sono modesti, i progressi ed i nuovi massimi sono indiscutibili. Quando il trend é al rialzo é probabile che ci sia una continuazione mentre é meno probabile che si verifichi un'inversione di tendenza specialmente adesso che non c'é una situazione estrema di eccesso di rialzo, di ipercomperato e di ottimismo da parte degli investitori.
D'altra parte vogliamo ricordare qual'é la nostra previsione di fondo. Il massimo dell'S&P500 del 7 di maggio dovrebbe essere una massimo significativo - lo stesso vale per il doppio massimo di aprile del Nasdaq100 (+1.78% a 13770 punti) sui 14000+ punti specialmente se l'indice non riesce più a superare la resistenza a 13800 punti (testa e spalle ribassista). Finora questa ipotesi é ancora valida e non é ancora stata confutata dai fatti - venerdì l'attacco al massimo storico dell'S&P500 si é spento a 4233 punti e il Nasdaq100 ha toccato un massimo giornaliero a 13784 punti. I cicli annuale e di lungo termine dell'S&P500 sono in calo e secondo noi la borsa americana dovrebbe essere tendenzialmente debole fino ad ottobre.
Al termine della seduta di venerdì a New York tutti gli investitori sono positivi (VIX a 16.42 punti, -1.62) e tutti i traders che seguiamo su twitter si aspettano per settimana prossima un nuovo massimo storico dell'S&P500 sopra i 4238 punti. Nell'inchiesta effettuata tra i  membri dell'associazione degli investitori individuali (AAII) il 2 giugno i ribassisti (bears) sono risultati essere solo il 19.8% - il livello più basso dell'anno. Siamo sempre prudenti nelle nostre previsioni quando tutti sono della stessa opinione - se tutti sono già long in attesa dell'estensione del rialzo chi comprerà adesso per far salire l'indice più in alto? 
Gettando uno sguardo sull'agenda economica di settimana prossima notiamo che giovedì é prevista la pubblicazione dell'indice ai prezzi al consumo per maggio. I mercati sono molto sensibili a questi dati sull'inflazione come abbiamo visto venerdì (riprendiamo in seguito questo argomento). Negli scorsi mesi c'é stata un'ondata di vendite prima di questo dato - di conseguenza preferiamo osservare come inizia la prossima settimana prima di confermare la previsione al momento più ovvia che é quella della continuazione del rialzo al piccolo trotto.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.46% a 4089 punti
SX7E (banche)          +0.74% a 99.26 punti
DAX                         +1.11% a 15692 punti - nuovo record storico
SMI                          +1.26% a 11570 punti - nuovo record storico
FTSE MIB                  +1.59% a 25570 punti - nuovo massimo annuale
S&P500                     +0.61% a 4229.89 punti
Nasdaq100                +0.62% a 13770 punti

Venerdì la seduta é stata salvata dal report sul mercato del lavoro americano a maggio pubblicato alle 14.30 - l'economia americana ha creato meno posti di lavoro rispetto alle stime degli analisti ed é successo esattamente il contrario di quello che avevamo previsto nel commento delle 14.00 - la paura dell'inflazione é diminuita, i tassi d'interesse sono scesi (reddito dell'USTBond decennale a 1.56%, -0.07%), l'USD si é indebolito e le borse sono decollate trascinate dal settore tecnologico.
Fino alle 12.30 le borse europee erano in perdita, verso le 14.30 erano praticamente in pari e dopo l'apertura a New York sono salite e hanno chiuso a ridosso del massimo giornaliero con modesti guadagni (Eurostoxx50 +0.25% a 4089 punti). Il calo dei tassi d'interesse si é visto anche in Europa (future sul Bund a 170.38, +0.26%, reddito del Bund decennale a -0.212%) e le azioni delle banche (SX7E -1.13% a 99.26 punti) sono scese. Queste correlazioni tra tassi d'interesse, divise, tecnologia e banche sono ormai inculcate nella mente degli investitori da funzionare sempre e automaticamente - dovremo cominciare a preoccuparci per la borsa quando appariranno delle divergenze.
I nuovi massimi storici o annuali degli indici azionari europei ci obbligano a ricordare quali sono le regole di base - i massimi significano che la tendenza é al rialzo e che la variante più probabile rimane quella della continuazione del movimento. La partecipazione al rialzo é modesta - il momentum é scarso - gli indici però lievitano e finora non appare nulla all'orizzonte in grado di provocare un'inversione.

Grazie al job report la borsa americana ha aperto in positivo. L'S&P500 ha iniziato la seduta dai 4214 punti ed é salito lentamente e con lunghe pause fino al massimo a 4133 punti. Solo negli ultimi 5 minuti di contrattazioni l'indice é sceso a 4229.89 punti (+0.88%). Il guadagno di 37 punti é consistente - dall'apertura l'indice é però salito di soli 15 punti. L'indice si é mosso nel range settimanale senza superare il massimo di martedì 1 giugno. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5286 su 2540, NH/NL a 818 (pochi) su 218 e volume relativo a 0.8 (scarso). La volatilità VIX é caduta a 16.42 punti (-1.62), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.44 mentre il Fear&Greed Index é salito a 48 punti (+2 / neutro). A livello di sentiment non notiamo eccesso di ottimismo ma piuttosto mancanza di pessimismo. Malgrado che molti investitori siano scettici per quel che riguarda il potenziale di rialzo (probabilmente a causa delle altissime valutazioni fondamentali) nessuno teme un ribasso e sembra assicurarsi contro una simile eventualità. Spesso questa costellazione ha provocato dei brevi e veloci vuoti d'aria di -3%/-5%. I Summation Index stanno salendo.
Riassumendo le borse sono in un solido ma debole trend rialzista. Per ora i cicli negativi in America hanno fermato gli indici sui livelli di aprile ma non hanno provocato un'inversione di tendenza. In generale gli indicatori tecnici mostrano che esiste una buona probabilità che questo andamento altalenante continui e che la prossima settimana inizi con una breve correzione minore. Niente sembra far presagire a breve la possibilità di un'inversione di tendenza e di un ribasso.

Purtroppo devo nuovamente assentarmi alcuni giorni. Parto oggi, domenica 6 giugno e torno mercoledì 9 giungo in serata.
Ricomincerò a pubblicare i commenti mercoledì sera o giovedì mattina - a tutti gli abbonati vengono accreditati 3 giorni di abbonamento.

Commento del 4 giugno

Malgrado i problemi di Apple e Tesla la borsa americana é stabile e quelle europee lievitano

Ieri in Europa abbiamo avuto una seduta mista - mentre DAX (+0.19% a 15632 punti) e FTSE MIB (+0.29% a 25452 punti) sono ancora riusciti a guadagnare qualche punto, l'Eurostoxx50 é sceso a 4079 punti (-0.23%) - forse questa é solo la conseguenza del fatto che l'Eurostoxx50 chiude venti minuti più tardi delle altre borse. L'S&P500 ha perso il -0.36% a 4192.85 punti - alle 17.10 ha toccato il massimo giornaliero a 4204 punti - questo ha sostenuto le borse europee nella fase finale della seduta. Nel complesso abbiamo avuto una giornata con modeste variazioni. Le borse europee rimangono vicine ai massimi di martedì - in questa giornata il DAX ha toccato un nuovo record storico a 15685 punti - l'Eurostoxx50 ha fatto segnare un nuovo massimo annuale a 4101 punti - il FTSE MIB ha raggiunto un nuovo record annuale a 25553 punti. Questi massimi rappresentano una rottura al rialzo che sancisce formalmente la ripresa del trend. Il movimento non é convincente - gli indici faticano a fare progressi. Rispetto a metà aprile i guadagni sono modesti. Quella di ieri  é però in generale la migliore chiusura giornaliera dell'anno e quindi la tendenza positiva é indiscutibile. Gli indici non sono ipercomperati e non appaiono eccessi in grado di provocare a breve un'inversione di tendenza. L'SMI svizzero (+0.35% a 11510 punti) ha chiuso su un nuovo massimo storico e l'obiettivo finale del rialzo a 11500-11600 punti é stato praticamente raggiunto. La tendenza é al rialzo ed esiste ancora dello spazio verso l'alto prima dell'ipercomperato. Per il momento non vediamo nessuna ragione per vendere anche perché i titoli farmaceutici hanno appena cominciato a salire e sembrano avere ancora del potenziale.
Riassumendo le borse europee salgono lentamente - nell'ultimo mese e mezzo non hanno fatto sostanziali progressi - i guadagni si situano sul +1%/+2%. Al momento però non appare nessun segnale che possa far prevederere l'inizio di una sostanziale correzione.

In America invece la seduta é stata negativa. Come previsto la tecnologia é nuovamente debole - il Nasdaq100 (-1.06% a 13529 punti) negli scorsi giorni é stato respinto verso il basso dalla resistenza a 13800 punti. Alcuni titoli importanti sia a livello di capitalizzazione (Apple) che a livello psicologico (Tesla - la stella dell'economia "distruttiva" di ARK Invest) sono in seria difficoltà con un evidente trend ribassista a corto termine e il rischio di importanti rottura al ribasso. Tesla ad esempio ha raggiunto a gennnaio i 900 USD. Ora é a 572 USD (-5.33%) e ha rotto il supporto a 600 USD con un'obiettivo teorico a 300 USD. Finora la debolezza di questi big é compensata dal resto del mercato - il Summation Index sul Nasdaq sta ancora salendo. La situazione tecnica é però labile e temiamo che un test del supporto a 13000 punti da parte del Nasdaq100 possa scatenare una valanga. Per adesso però il mercato regge.
Ieri l'S&P500 ha aperto in calo a 4184 punti e all'inizio é caduto fino a 4168 punti. Da qui ha recuperato in due ondate ed é risalito per le 17.10 sul massimo giornalierio a 4204 punti. In seguito l'indice é scivolato fino alla chiusura a 4192.85 punti (-0.36%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2861 su 4956, NH/NL a 653 (pochi) su 319 (in aumento) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 18.04 punti, il CBOE Equity put/call ratio resta basso a 0.41 mentre il Fear&Greed Index é neutro a 46 punti (-1). Ieri sono scesi anche DJT (-0.48%) e RUT (-0.81%).
La scorsa settimana era terminata con l'S&P500 a 4204 punti - finora é successo poco o niente. L'S&P500 ha avuto una serie di sedute senza direzione e con modesti cambiamenti. La perdita in tre sedute é di 12 punti - nulla. Pensiamo però che nei prossimi giorni debba esserci un tentativo di ribasso - vedremo come l'S&P500 si comporterà sull'importante supporto intermedio a 4150 punti.

Come anticipato martedì mattina é cominciata puntuale la correzione di oro (1870 USD/oncia) e dell'USD (EUR/USD a 1.2110). La correzione non é ancora completa.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4189 punti (-2 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4082 punti - le borse europee apriranno con un leggero guadagno (+0.1%). Probabilmente le borse staranno tranquille fino nel primo pomeriggio. Poi vedremo se il rapporto sul mercato del lavoro americano a maggio (14.30) riuscirà a dare impulsi al mercato.
Per la cronaca il Nikkei ha perso il -0.40% mentre Shanghai sta salendo del +0.1%. Anche dall'Asia arrivano segnali misti.

Commento del 1. giugno

Le borse europee si trascinano senza idee

Ieri gli investitori americani e quelli anglosassoni erano assenti dai mercati - le borse di New York e Londra sono rimaste chiuse. Come spesso succede in occasioni del genere le borse europee sono rimaste senza punti di riferimento e si sono trascinate senza idee e senza stimoli. Il risultato é stata una seduta moderatamente negativa (Eurostoxx50 -0.76% a 4039 punti) e soprattutto con bassi volumi di titoli trattati. Le marginali rotture al rialzo di settimana scorsa sono state negate e gli indici sono tornati nei range validi da aprile. Le borse europee hanno aperto in leggero calo e durante tutta la giornata i compratori sono rimasti assenti. Gli indici sono scivolati verso il basso con una breve accelerazione sul finale e hanno chiuso sul minimo giornaliero. Il DAX tedesco (-0.64% a 15421 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50. Il FTSE MIB (+0.00% a 25170 punti) ha chiuso in pari e normalmente una seduta del genere non meriterebbe nessun commento. La mattina però l'indice ha toccato un nuovo massimo annuale a 25278 punti e la borsa italiana si é comportata meglio delle altre borse europee che erano in perdita. Nel complesso quindi la prestazione della borsa italiana é buona e costruttiva - il FTSE MIB mostra forza relativa. Anche la borsa svizzera ha perso terreno dopo il massimo storico di venerdì scorso. L'SMI (-0.55% a 11363 punti) ha svolto una seduta nel range di venerdì e ha perso meno di quanto aveva guadagnato il giorno prima. Ovvio che non si può essere contenti - al momento però dobbiamo catalogare questa perdita come una normale seduta negativa all'interno di una fase di rialzo.
Riassumendo non possiamo dare peso a questa seduta in moderato calo e con scarsi volumi - malgrado le candele rosse sui grafici non abbiamo nessun segnale particolarmente negativo. Nell'analisi del fine settimana avevamo dubitato della validità della rottura al rialzo e questa seduta sembra confermare la nostra opinione.

Stamattina ritroviamo il future sullS&P500 a 4205 punti (+2 punti) - ieri sera era sceso insieme alle borse europeee a 4192 punti. Il recupero del future provoca una reazione positiva delle borse europee - alle 08.00 l'Eurostoxx50 vale 4052 punti.
Le borse asiatiche si sono mosse poco - il Nikkei ha perso il -0.12% - Shanghai é al momento in pari.
Archiaviata l'insipida seduta di ieri in Europa la settimana di borsa inizia oggi.

Il prezzo dell'oro é salito a 1918 USD/oncia - l'oro é ipercomperato mentre l'USD é vicino all'ipervenduto - ci prepariamo ad una correzione minore. Crediamo che l'oro debba tornare sui 1850 USD mentre il cambio EUR/USD dovrebbe ridiscendere sugli 1.20.

A causa di un lutto in famiglia devo assentarmi un paio di giorni a partire da oggi pomeriggio.
Il sito viene aggiornato fino ai commenti delle 14.00 sugli indici azionari americani. Il servizio viene sospeso probabilmente fino a giovedì in giornata. A tutti gli abbonati verranno accreditati 2 giorni di abbonamento.

Aggiornamento del 31 maggio

Memorial Day

Il fine settimana é trascorso senza eventi in grado di influenzare i mercati finanziari. Di conseguenza stamattina si riparte dalla chiusura di venerdì. Il future sull'S&P500 é a 4206 punti (+4 punti). Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 4065 punti - le borse europee apriranno in leggero calo. Il Nikkei ha perso il -0.98% - Shanghai é in pari.
Oggi la borsa americana é chiusa in occasione del Memorial Day - l'assenza degli investitori americani si farà sentire. Senza le indicazioni provenienti da Oltre Oceano oggi le borse europee si muoveranno poco e i volumi di titoli trattati saranno modesti.

Durante il mese di maggio abbiamo spesso preso in considerazione la possibilità di una correzione. Secondo noi i cicli e la debole partecipazione favoriscono questo scenario. Naturalmente ci stiamo chiedendo quale evento potrebbe provocare una correzione visto che finora una regolare e sana rotazione tra settori ha sempre permesso al mercato di assorbire senza danni gli eccessi di rialzo e l'ipercomperato. Pensiamo che la chiave di lettura la forniscano le obbligazioni. Malgrado che si parli constantemente di inflazione i tassi d'interesse da aprile, quando l'USTBond decennale aveva raggiunto l'1.7% di reddito, sono in leggero calo. Secondo il mercato obbligazionario, solitamente molto efficente, avremo una crescita economica robusta ma non eccezionale e i tassi d'interesse non sono destinati a salire. Con uno scenario del genere abbiamo l'impressione che le azioni delle banche hanno corso troppo - una correzione delle borse dovrebbe cominciare da qui - vediamo.

Commento del 29-30 maggio

L'ipotesi ciclica é ancora valida

Settimana scorsa le borse hanno ancora guadagnato terreno. Parlare però di ripresa del rialzo é eccessivo. In America nessun indice é riuscito a superare i massimi di inizio maggio. L'S&P500 (+0.08% a 4204.11 punti) si é fermato a 4218 punti e non ha fatto nessun tentativo di attaccare il record storico di 4238 punti del 7 maggio - l'indice ha guadagnato il +0.99% lunedì e per il resto della settimana ha marciato sul posto con una serie di sedute senza direzione, con pochi movimenti e modesti volumi. La tecnologia ha nuovamente mostrato forza relativa ma anche in questo caso dopo il balzo di lunedì (Nasdaq100 +1.71%) é successo ben poco. In Europa l'Eurostoxx50 (+0.78% a 4070 punti) ha toccato venerdì un nuovo massimo annuale a 4075 punti. Non possiamo però definire questo nuovo massimo come una decisiva rottura al rialzo - l'indice era già a metà aprile sui 4040 punti e non riusciamo ad entusiasmarci per un guadagno inferiore all'1% in un mese e mezzo. Sui grafici queste "rotture" al rialzo si vedono appena - si può al massimo parlare di mercati che stanno lievitando senza correggere. Anche il FTSE MIB (+0.45%) ha toccato venerdì un nuovo massimo annuale - la situazione tecnica é però paragonabile a quella dell'Eurostoxx50. Il mercato azionario più importante in Europa, quello tedesco, é invece in stallo. Il DAX (+0.74% a 15520 punti) era già il 19 aprile a 15500 punti - martedì ha toccato un record storico a 15568 punti - notiamo però che questo nuovo massimo marginale non ha scatenato l'entusiasmo degli investitori e provocato nuovi acquisti e un'accelerazione al rialzo. L'oscillazione in laterale iniziata ad aprile prosegue - le Bollinger Bands sono piatte e parallele.
In America l'ipotesi ciclica secondo la quale la borsa deve essere tendenzialmente debole e in calo fino a metà ottobre é ancora valida. I cicli a cui ci riferiamo sono quelli di lungo periodo e annuali - l'inizio di un ciclo ribassista di questo tipo non significa necessariamente che subito gli indici devono scendere - ci posso essere dei ritardi anche di settimane rispetto al termine previsto. L'importante é che non ci sia nel frattempo un chiaro rialzo ma piuttosto, come sta avvenendo adesso, un'oscillazione in laterale causata da un mercato a cui mancano forza e motivazione per salire più in alto. A inizio maggio abbiamo previsto che il doppio massimo del Nasdaq100 sui 14000 punti dovrebbe essere il massimo definitivo dell'anno. Finora questa previsione é ancora valida. Il Nasdaq100 questa settimana poteva salire fino ai 13800 prima di ricominciare a correggere. Venerdì l'indice si é fermato a 13686 punti (+0.21%) e sul grafico comincia a intravvedersi l'attesa testa e spalle ribassista.
Insomma - questa settimana positiva non può ancora essere interpretata come la ripresa del rialzo ma deve piuttosto essere vista come un'onda verso l'alto in un trend di medio termine ancora poco chiaro. Sapete che la tendenza di fondo delle borse é ancora al rialzo come mostrano le MM a 50 e 200 giorni in aumento. In America la tendenza rialzista é confermata dai due nostri indicatori di riferimento: il 63.9% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 71.83 punti. Questo significa che lo scenario più probabile per il prossimo futuro resta quello di un modesto rialzo che segue il ritmo di salita delle MM.
I problemi a livello di partecipazione però rimangono e con cifre del genere non vediamo abbastanza forza d'acquisto per permettere agli indici di salire ulteriormente in maniera sostenibile. In mancanza di potenziale di rialzo non esistono molte possibilità - o le borse continuano a oscillare in laterale con una costante rotazione tra settori oppure c'é un periodo più o meno lungo di correzione come suggeriscono i cicli. Adesso gli indici cominciano a collidere con le MM a 50 giorni. Pensiamo quindi che l'oscillazione in laterale iniziata ad aprile che ha permesso di eliminare l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo si avvicina alla fine.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.11% a 4070 punti
SX7E (banche)          +1.23% a 98.53 punti
DAX                         +0.53% a 15520 punti
SMI                          +1.79% a 11426 punti
FTSE MIB                  +0.78% a 25169 punti
S&P500                     +1.16% a 4204.11 punti
Nasdaq100                +2.05% a 13686 punti

Venerdì, rispettando la logica che vede le borse terminare la settimana con l'intonazione che era stata valida fino a quel momento, la seduta é stata moderatamente positiva.
Le borse europee sono lentamente salite dall'apertura fino alla chiusura - grazie ai guadagni di questa giornata la performance settimanale dell'Eurostoxx50 (+0.78% a 4070 punti) ha superato l'1%. Anche per gli altri indici (DAX +0.74% a 15520 punti e FTSE MIB +0.45% a 25169 punti) questa seduta ha contribuito il larga parte al buon risultato settimanale. Notiamo il nuovo record storico e la forza relativa della borsa svizzera (SMI +0.76% a 11426 punti) - questo mercato difensivo é salito grazie ai titoli del lusso (Richemont, Swatch) - é sorprendente che l'SMI si comporti così bene nello scenario propagato dagli analisti di crescita economica con inflazione. Le borse non rispecchiano le previsioni degli economisti. Polemicamente osserviamo che l'accelerazione al rialzo dell'SMI si é verificata quando la Svizzera ha interrotte le trattative durate 7 anni per un accordo quadro con l'UE poiché le posizioni erano troppo divergenti - non sembra che la borsa si sia spaventata di fronte a questo "divorzio".

La seduta di venerdì a New York ha rispecchiato le precedenti tre. Gli indici si sono mossi a caso in pochi punti e senza spunti particolari. L'S&P500 ha aperto a 4212 punti, é sceso a 4206 punti di minimo ed é salito alle 18.00 sul massimo a 4218 punti. In seguito é scivolato verso il basso - alle 21.50 era ancora a 4212 punti e sul finale é caduto a 4204 punti salvando un misero guadagno di 3 punti. Non ci sono stati movimenti particolari (Nasdaq100 +0.21%, DJT +0.26%, RUT -0.18%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4415 su 3337, NH/NL a 650 (pochi!) su 165 e volume relativo a 0.9. Gli indicatori di sentiment sono stabili (VIX a 16.76 punti (+0.02), CBOE Equity put/call ratio a 0.45 e Fear&Greed Index a 38 punti (+2)). I Summation Index sono saliti. Il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.58% (-0.03%). Secondo gli oscillatori le borse dovrebbero essere su un massimo intermedio (tra venerdì e martedì prossimo).
Lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del Memorial Day.
Venerdì alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 4062 punti (-8 punti). Vediamo come si presentano i mercati lunedì mattina - le premesse sono finora per una seduta in Europa molto tranquilla e leggermente negativa.

Commento del 28 maggio

Seduta mista con indici poco mossi - nulla di nuovo

Ieri sembrava che dovesse esserci una seduta moderatamente negativa - a metà giornata le borse europee perdevano un -0.4% mentre il future sull'S&P500 era in calo di una decina di punti. Nel primo pomeriggio sono stati pubblicati una serie di dati congiunturali migliori delle attese - il future sull'S&P500 ha recuperato una ventina di punti e i tassi d'interesse sull'USD sono saliti (reddito dell'USTBond decennale a 1.61%, +0.03%). Le conseguenze sono state le solite - le azioni delle banche ne hanno approfittato (BKX +1.47%, SX7E +2.18%) e l'USD si é rafforzato. Invece che aprire poco sopra il primo supporto a 4180 punti l'S&P500 (+0.12% a 4200.88 punti) si é ritrovato a 4208 punti, sopra la barriera psicologica dei 4200 punti. Sulla slancio l'indice é ancora salito a 4213 punti di massimo ma poi ad ondate é ricaduto a 4297 punti. Un recupero sul finale ha permesso all'S&P500 di chiudere a 4200.88 punti (+0.13%). L'aumento dei tassi d'interesse ha penalizzato la tecnologia (Nasdaq100 -0.33%) ma questa debolezza é stata compensata dai settori ciclici (DJT +0.67%, RUT +1.06%) seguendo le abituali regole della rotazione tra settori. Insomma - l'S&P500 invece di dare l'impressione di voler nuovamente correggere ed eventualmente formare una testa e spalle ribassista, si é issato sopra i 4200 punti ed ora sembra puntare al massimo storico a 4238 punti. La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5288 su 2484, NH/NL a 631 (pochi!) su 161 e volume relativo a 1.4. La volatilità VIX é caduta a 16.74 punti (-0.62), il CBOE Equity put/call ratio era relativamente basso a 0.41 mentre il Fear&Greed Index resta stranamente in territorio "pessimismo" a 36 punti (+1 punto).
Una ventina di punti di S&P500 hanno psicologicamente fatto la differenza - malgrado che a livello tecnico sia cambiato poco o nulla i rialzisti sono adesso in vantaggio. Prima del lungo fine settimana del Memorial Day é poco probabile che si verifichi un ribaltamento di fronte.

E le borse europee? Grazie ai buoni dati economici americani dopo le 14.30 sono risalite decisamente in positivo. In serata si sono però sgonfiate con risultati alterni. L'Eurostoxx50 (+0.19% a 4039 punti) ha guadagnato 7 punti e durante la seduta ha eguagliato il massimo annuale a 4056 punti. Il DAX (-0.28% a 15406 punti) invece ha perso 44 punti e sul grafico appare un'altra candela rossa con minimo e massimo discendenti. Il FTSE MIB é balzato a 25056 punti (+1.12%) e chiude per la prima volta quest'anno sopra i 25000 punti. Infine l'SMI svizzero (-0.07% a 11340 punti) ha toccato un nuovo record storico a 11408 punti ma ha chiuso praticamente in pari.
Le borse europee rimangono a ridosso dei massimi annuali e delle resistenze ma non hanno ancora mostrato una decisa rottura al rialzo in grado di confermre il trend rialzista.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4209 punti (+10 punti). Alle 08.40 l'Eurostoxx50 vale 4050 punti - le borse eruopee apriranno in guadagno (+0.3%) ma sotto i massimi di ieri. Prima del lungo fine settimana del Memorial Day non crediamo che i traders prenderanno dei rischi ed apriranno nuove posizioni. Ci aspettiamo quindi che le borse termineranno una settimana nel complesso positiva con una seduta di modesto rialzo.

Commento del 27 maggio

Le borse sono a un punto morto

Ieri le borse si sono mosse poco - al termine di una seduta senza direzione sia gli indici europei (Eurostoxx50 -0.11% a 4031 punti) che quelli americani (S&P500 +0.19% a 4195.99 punti) hanno chiuso praticamente invariati. Il rialzo é in stallo ma i ribassisti non riescono a prendere l'iniziativa - c'é una rotazione tra settori come mostrano i rialzi dell'SMI (+0.38% a 11348 punti) o del Russell2000 (+1.97%). Non c'é però nuovo afflusso di denaro e manca la spinta per salire più in alto. Restiamo dell'opinione che i cicli negativi presto o tardi provocheranno un'inversione di tendenza - sembra però che bisogna avere pazienza poiché manca un evento catalizzatore in grado di scatenare le vendite.

In Europa c'é stata un'altra seduta poco convincente che ha ripetuto lo svolgimento di quella di martedì - rialzo la mattina e ritorno nel pomeriggio al punto di partenza. L'Eurostoxx50 ha aperto in guadagno ed é salito nuovamente a testare il massimo annuale - questa volta é arrivato a 4054 punti prima di cambiare direzione e chiudere 23 punti più in basso e con una leggera perdita di 5 punti. Il DAX tedesco (-0.09% a 15450 punti) si é comportato alla stessa maniera. C'é poco da dire - i rialzisti non riescono ad imporsi e a far partire una nuova spinta di rialzo. Se gli indici non riescono a salire é probabile che a breve ci sia un tentativo di partire nella direzione opposta. Il FTSE MIB (-0.46% a 24778 punti) ha sottoperformato - questa debolezza sembra però casuale e conseguenza delle cattive notizie provenienti da Unicredit (-2.03%). Mentre le borse europee hanno chiuso in leggero calo dopo un'ulteriore fallito tentativo di rottura al rialzo l'SMI svizzero (+0.38% a 11348 punti) ha guadagnato altri 43 punti. Sul grafico c'é adesso una convincente serie di 4 candele bianche con minimo e massimo ascendenti. È possibile che l'obiettivo a 11500-11600 punti venga raggiunto sullo slancio senza correzioni intermedie.

Anche la seduta a Wal Street é stata noiosa, senza direzione e avara di spunti d'analisi. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4197 punti e all'inizio é sceso sul minimo del giorno precedente a 4182 punti. Poi é risalito fino a metà seduta toccando un massimo a 4202 punti. A questo punto sia i ribassisti che i rialzisti non sapevano più cosa fare e l'indice si é assestato in chiusura a 4196 punti (+0.19%). È stata quindi una seduta nel range del giorno precedente. In generale però la borsa ha guadagnato terreno (Nasdaq100 +0.33%, DJT +0.95%, RUT +1.97%) - l'S&P500 per una volta é il fanalino di coda. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5890 su 1895, NH/NL a 382 su 314 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é caduta a 17.36 punti (-1.48), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.44 mentre il Fear&Greed Index é salito di 2 punti a 35 punti.
Ora esistono due correnti di pensiero. I rialzisti dicono che le borse hanno fatto numerosi tentativi di accelerare al rialzo e presto o tardi riusciranno a rompere le resistenze. I ribassisti invece sono convinti che dopo i numerosi tentativi falliti é evidente che le borse non hanno più la forza per salire e devono scendere. Noi sulla base dei cicli favoriamo la variante negativa.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4187 punti (-6 punti). Le borse asiatiche sono miste e poco mosse (Nikkei -0.33%, Shanghai +0.3%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4032 punti - le borse europee apriranno invariate. Si avvicina il lungo fine settimana del Memorial Day - lunedì 31 maggio in America la borsa resta chiusa. In mancanza di stimoli particolari é probabile che la settimana termini con un paio di sedute tranquille e senza forti movimenti.

Commento del 26 maggio

Nuovi massimi di SMI, DAX e Eurostoxx50 - tecnicamente però la rottura al rialzo é fallita

Ieri sembrava essere la giornata giusta per una chiara rottura al rialzo delle borse europee e per una conferma del trend rialzista in America con la leadership della tecnologia. Invece il risultato finale é diverso - specialmente per quel che concerne l'analisi tecnica.
Un nuovo record storico é venuto da una borsa che nessuno si aspettava - quella svizzera. Tutti parlano di titoli ciclici e tecnologici - invece l'SMI (+0.71% a 11305 punti) ha guadagnato 80 punti grazie ai titoli del lusso ed alimentari. L'SMI ha confermato con un nuovo netto massimo storico il trend rialzista. In genere questo indice riesce a staccarsi 400 punti dalla MM a 50 giorni - di conseguenza pensiamo che l'obiettivo di questa spinta debba situarsi sui 11500-11600 punti.
Le altre borse europee hanno chiuso senza sostanziali variazioni - i rialzisti hanno motivi per essere delusi. Gli indici azionari hanno aperto in guadagno e sembravano sulla buona via per rompere le resistenze e accelerare al rialzo. DAX (+0.18% a 15465 punti - nuovo massimo storico a 15568 punti) e Eurostoxx50 (+0.01% a 4036 punti - nuovo massimo annuale a 4057 punti) invece dopo un nuovo massimo marginale hanno cambiato direzione e hanno chiuso sul minimo giornaliero e praticamente in pari. La candela sul grafico é rossa. Le chiusure si situano sotto i precedenti massimi assoluti di settimana scorsa. Per l'analisi tecnica questa é una falsa rottura delle resistenze e per il momento non possiamo dire che la tendenza rialzista torna ad essere dominante. Il FTSE MIB (+0.01% a 24892 punti) si é comportato alla stessa maniera con la differenza che la perdita di lunedì causata dallo stacco dei dividendi ha impedito all'indice di toccare ieri un nuovo massimo annuale. L'indice sembra essere stato respinto verso il basso dalla debole resistenza fornita dai 25000 punti. Malgrado la seduta nel complesso positiva non possiamo confermare che il FTSE MIB deve continuare a salire. 

Anche la borsa di New York non ha convinto. Dopo il buon inizio di settimana tutti si aspettavano una continuazione del rialzo - l'S&P500 (-0.21% a 4188.13 punti) sembrava pronto a superare i 4200 punti ed attaccare il record storico a 4238 punti. Invece la seduta é stata piuttosto negativa (A/D a 2713 su 5099, NH/NL a 432 su 344, volume relativo a 0.9) malgrado che il Nasdaq100 (+0.12%) sia ancora riuscito a guadagnare terreno.
L'S&P5090 ha aperto salendo sul massimo giornaliero a 4213 punti. Dopo é sceso a balzi irregolari per quasi tutta la giornata. Ha toccato un minimo a 4182 punti e ha chiuso a 4188 punti. Ancora una volta notiamo una rotazione tra settori - vince la tecnologia mentre DJT (-0.98%) e RUT (-0.97%) erano decisamente deboli. La volatilità VIX é salita a 18.84 punti (+0.44), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.49 mentre il Fear&Greed Index é ancora sceso a 33 punti (-2 punti). I Summation Index si sono mossi di poco - quello sul NYSE é sceso - quello sul Nasdaq é salito.
Insomma - questa seduta ha lanciato segnali misti e confusi. I rialzisti possono guardare al rialzo del Nasdaq100 - la candela sul grafico ha minimo e massimo ascendenti. I ribassisti notano la debolezza generale della seduta che si é verificata proprio quando la borsa sembrava pronta per ripartire con convinzione al rialzo.
Noi notiamo che il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.56% (-0.05%). I dati congiunturali sono deludenti e sembra che la ripresa economica americana sostenuta dalla spesa pubblica potrebbe essere un fuoco di paglia. In ogni caso il verdetto dei mercati obbligazionari é chiaro - non credono allo scenario inflazionistico.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4197 punti (+12 punti). Anche oggi i mercati ripartono con un'intonazione positiva. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 4052 punti. Da un punto di vista psicologico la seduta odierna é importante - se i rialzisti falliscono nuovamente potrebbero battere in ritirata. Vedremo se oggi le borse europee riescono a chiudere in guadagno e sui massimi giornalieri o se invece ricadono come ieri.
Il Nikkei ha perso il -0.32% - le borse cinesi sono miste e poco mosse.
I cicli sulla borsa americana sono in calo - indicatori di medio e lungo termine stanno ruotando verso il basso e il quadro tecnico si sta indebolendo. Restiamo prudenti e convinti che il prossimo movimento dinamico e significativo sarà al ribasso.

Commento del 25 maggio

La risurrezione dei big della tecnologia

La settimana é iniziata con un rimbalzo dei prezzi delle monete digitali ed un calo dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.61%, -0.02%). Questa é la combinazione ideale per spingere i titoli tecnologici al rialzo. In effetti gli investitori non si sono fatti pregare e hanno comperato soprattutto le azioni dei big e del Nasdaq100 (+1.71% a 13641 punti). Questo ha avuto ripercussioni a cascata su tutto il listino. Il Nasdaq é salito del 1.41%, l'S&P500 ha guadagnato il +0.99% a 4197.05 punti mentre DJT (+0.87%) e Russell2000/RUT (+0.54%) sono saliti ma hanno sottoperformato. In generale é però stata una buona giornata per la borsa americana visto che i Summation Index sono saliti e sugli indicatori di momentum come il MACD si delienano dei buy cross. A questo punto sembra che l'S&P500 possa nei prossimi giorni raggiungere un nuovo record storico malgrado che ci siano le solite divergenze a livello di partecipazione (NH/NL a 492 (!) su 235 e volume relativo a 0.7).
Sulla seduta in Europa c'é poco da dire. La festa dell'Ascensione ha tenuto parecchi investitori lontani dai mercati - le borse di Germania, Svizzera e Austria erano chiuse. L'Eurostoxx50 indicativamente era trattato alle 18.00 a 4047 punti (+0.48%).
Il FTSE MIB é sceso a 24891 punti (-0.34%). Questa perdita di 86 punti é però senza importanza. Ieri in Italia le azioni di molte società sono state trattate dopo lo stacco dei dividendi - questo effetto ha provocato un calo di circa il -0.9% del FTSE MIB che ha ragioni puramente matematiche e non significa una perdita della borsa. Senza questo fenomeno una tantum il FTSE MIB avrebbe guadagnato il +0.5%. 
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 4180 punti ed é subito salito - alle 16.40 ha raggiunto i 4200 punti. Per ore é rimasto su questo livello poi é lievitato fino al massimo giornaliero a 4109 punti per infine lentamente tornare a 4197 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4938 su 2871. La volatilità VIX é precipitata a 18.40 punti (-1.75), Il CBOE Equity put/call ratio torna ad essere basso a 0.40 mentre il Fear&Greed Index ancora non si muove (35 punti, +1). Sembra che l'ottimismo torni a serpeggiare tra i traders mentre gli investitori sono ancora circospetti.
L'impressione generale é che le borse stiano ripartendo al rialzo dopo aver consolidato per circa un mese e mezzo. Manca ancora la conferma data da nuovi massimi di periodo. Questa potrebbe già arrivare oggi in Europa visto che l'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4060 punti. Il future sull'S&P500 sale a 4210 punti (+16 punti). Il Nikkei ha guadagnato il +0.67% mentre le borse cinesi stanno salendo di più del +2%. I mercati non sembrano farsi influenzare negativamente dal calo del PIL tedesco nel primo trimestre di quest'anno del -1.8%.

Aggiornamento del 24 maggio

Mercati tranquilli

La settimana inizia senza sorprese. Il Nikkei ha guadagnato il +0.17% - Shanghai sale del 0.3%. Il future sull'S&P500 poco prima dell'apertura delle borse europee é a 4164 punti (+12 punti). Ovviamente l'Eurostoxx50 é ufficiosamente in guadagno - alle 08.55 l'indice vale 4037 punti (+12 punti). Poiché in alcuni Paesi europei, tra cui Germania, Austria e Svizzera é un giorno di festa (Ascensione), l'attività sarà ridotta e alcuni indici non verranno calcolati - sulla base dei futures si potrà però vedere come si sviluppano le borse. Per avere informazioni attendibili dovremmo aspettare nel pomeriggio l'apertura della borsa di New York.

Commento del 22-23 maggio

Investitori a caccia di nuovi temi d'investimento - la caccia potrebbe essere inutile e senza risultati concreti 

Settimana scorsa c'é stato parecchio su e giù e rotazione tra settori. Il risultato di questa volatilità é stata una marcia sul posto con conseguenze miste a livello di indici. In America DJ Industrial e S&P500 hanno perso qualche punto mentre il Nasdaq100 é riuscito a terminare la settimana con un guadagno. In Europa tutti gli indici hanno una performance leggermente positiva - rispetto al solito schema delle scorse settimane che vedeva i settori ciclici ed il DAX a prevalere sono invece stati il difensivo SMI e il FTSE MIB ha mostrare i maggiori guadagni. Gli investitori hanno comperato settori come alimentari o lusso o borse che a livello fondamentale sono meno care. Martedì 18 maggio gli indici azionari europe hanno toccato dei nuovi massimi annuali o storici (DAX) ma questa marginale rottura al rialzo si é rivelata fugace ed é stata immediatamente negata - gli indici sono tornati nel canale d'oscillazione in laterale valido da aprile.
La pausa ha eliminato l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo - le RSI giornaliere sono tornate sui 50 punti mentre molti indici sono sulle MM a 50 giorni e non più parecchi punti più in alto. Le borse sembrano avere completato una correzione attraverso un consolidamento - gli indicatori di momentum come il MACD stanno facendo base e sembrano voler girare al rialzo mentre I Summation Index in America stanno terminando la loro discesa - venerdì quello sul NYSE ha ancora perso qualcosa mentre quello sul Nasdaq per il secondo giorno consecutivo é salito. La correzione del Nasdaq100 dal doppio massimo di aprile e il consolidamento dell'S&P500 sui 4060-4240 punti (un range di 160 punti o meno del 4%) hanno cambiato l'umore degli investitori che hanno abbandonato l'euforia di inizio aprile per passare lentamente ad un certo pessimismo (Fear&Greed Index a 34 punti, -3 punti). La tendenza di fondo della borsa americana é per definizione al rialzo con il 55.4% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 68.54 punti.
Riassumendo secondo l'analisi tecnica dei grafici e degli indicatori le borse sembrano aver completato un consolidamento con una correzione in alcuni segmenti di mercato come la tecnologia. Potrebbero nei prossimi giorni o settimane riprendere il rialzo. Vediamo però due problemi. Il primo é conosciuto - i cicli annuali e di lungo periodo sono adesso negativi e mostrano che le borse dovrebbero tendenzialmente essere deboli e scendere fino ad ottobre - finora però i cicli negativi non hanno avuto un influsso determinante - il rialzo si é fermato ma gli indici per ora non scendono. Il secondo problema é che lentamente gli investitori sembrano non sapere più cosa comperare - sono passati dalla tecnologia ai settori industriali - sono saliti i prezzi delle materie prime e sono stati comperati i settori energia e materiali. Poi si é arrivati ai settori ciclici come auto o finanza. Sono cresciute di valore le azioni delle banche che approfittano di migliori prospettive congiunturali e dell'aumento dei tassi d'interesse. Ora però queste spinte di rialzo sembrano complete. Numerosi assets speculativi stannno correggendo - i tassi d'interesse non aumentano più (reddito dell'UST Bond decennale a 1.63%, reddito del Bund tedesco decennale a -0.1325%). I mercati obbligazionari sembrano ignorare le discussioni tra economisti riguardanti il rischio di inflazione. Insomma - la spinta di rialzo sembra essersi esaurita e non appare all'orizzonte nulla di nuovo in grado di spingere le borse più in alto considerando anche che le valutazioni fondamentali, specialmente in America, sono oscenamente alte. I Bullish Percent Index ristagnano e solo le miniere d'oro mostrano un aumento della forza relativa e sembrano svegliarsi dopo che per mesi sono state ignorate.
Pensiamo che la prossima settimana sarà decisiva - sembrano esserci molte scommesse al rialzo a margine (vale a dire usando la leva del debito). La volatilità delle ultime due settimane mostra che i traders cominciano a diventare nervosi e vogliono una soluzione. Crediamo che il periodo di oscillazione in laterale che ha portato le Bollinger Bands a restringersi e muoversi parallelle ed orizzontali, debba finire. Secondo noi prevarranno i cicli negativi. Grafici ed oscillatori favoriscono però la variante della rottura al rialzo. Siamo di fronte ad un futuro incerto che offre però due vantaggi. La soluzione riguardante il prossimo trend sembra vicina e il range nel quale le borse possono muoversi senza dare un segnale definitivo é ristretto. Come traders bisogna decidere per una direzione (andando long o short) e mettere degli stop loss sui supporti o sulle resistenze - nel caso che il mercato andasse nella direzione opposta la perdita sarà contenuta. Poiché non bisognerà aspettare a lungo una strategia basata sulle opzioni ha alte probabilità di successo.
Gli investitori devono aspettare che le borse decidano tra rialzo e ribasso prima di adattare il portafoglio.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.14% a 4025 punti
SX7E (banche)          -0.13% a 97.33 punti
DAX                         +0.14% a 15437 punti
SMI                          +0.94% a 11225 punti
FTSE MIB                  +0.84% a 24975 punti
S&P500                     -0.43% a 4155.86 punti
Nasdaq100                +0.14% a 13411 punti

Il rialzo di giovedì e proseguito fino a venerdì verso le 16.00 quando l'S&P500 ha toccato il massimo giornaliero a 4188 punti. Poi le borse hanno nuovamente cambiato direzione. Per le borse europee i venditori si sono svegliati tardi e gli indici hanno chiuso con moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.65% a 4025 punti). Nel complesso però é stata una buona settimana per le borse europee che si sono comportate meglio dell'America e hanno chiuso a ridosso dei massimi annuali - alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva ancora 4027 punti.

In America ha deluso la tecnologia. Dopo le due sedute di rialzo di mercoledì e giovedì il Nasdaq100 (-0.61% a 13411 punti) era riuscito a superare i 13400 punti e la MM a 50 giorni (13463 punti) - sembrava sullo slancio poter proseguire il rialzo fino ai 14000 punti e trascinare la borsa americana. Invece venerdì l'indice ha aperto sul massimo e chiuso sul minimo con una perdita di 82 punti. Molti stanno perdendo la speranza che la tecnologia a breve possa ritrovare "l'antico splendore".
L'S&P500 ha aperto a 4180 punti, é brevemente salito fino a 4188 punti ma poi si é spento. È sceso ad ondate irregolari fino alle 19.00 quando ha toccato i 4151 punti, ha recuperato due volte fino ai 4158 punti e ha chiuso praticamente invariato a 4155.86 punti (-0.08%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4267 su 3433 (grazie al RUT +0.34%), NH/NL a 546 su 157 e volume relativo a 0.85. La volatilità VIX é scesa a 20.15 punti (-0.52) mentre la CBOE Equity put/call ratio era nella media (0.53).
I modesti volumi e i bassi rapporti NH/NL mostrano che non c'é né forza d'acquisto né pressione di vendita. A metà di settimana scorsa i rialzisti erano convinti di aver ripreso il sopravvento - venerdì hanno perso l'iniziativa.
Settimana prossima dovrebbe esserci una decisione. Durante il fine settimana i prezzi delle monete digitali sono nuovamente in forte calo - questo di solito ha un influsso negativo sul settore tecnologico.
Lunedì in Svizzera, Germania e Austria si festeggia l'Ascensione - le borse di questi Paesi sono chiuse.
Il sito viene aggiornato regolarmente.

Commento del 21 maggio

Le borse festeggiano il recupero del Bitcoin - adesso siamo al punto di partenza

Ieri le monete digitali sono rimbalzate in maniera spettacolare dai minimi di mercoledì sera e anche le borse hanno tirato un sospiro di sollievo. Sia in Europa (Eurostoxx50 +1.58% a 3999 punti) che in America (S&P500 +1.06% a 4159.12 punti) c'é stata una seduta decisamente positiva che cancella le perdite di mercoledì. Ora gli indici azionari sono nuovamente tornati al centro nel canale d'oscillazione valido praticamente da inizio aprile - al momento né rialzisti né ribassisti sembrano essere in grado di imporsi. I volumi di titoli trattati sono modesti e più che altro sembra verificarsi una rotazione tra temi e settori - ieri é tornata di moda la tecnologia ed i big cap (Nasdaq100 +1.93% 13494 punti) mentre ci sono state prese di beneficio in altri settori ciclici (DJT -0.59%, RUT +0.64% (sottoperformance)). L'ipercomperato e l'eccesso di rialzo sono nel frattempo stati riassorbiti - gli investitori non sono più eccessivamente ottimisti (Fear&Greed Index a 37 punti, +2 punti). È possibile che prossimamente il rialzo riprenda seguendo la tendenza di fondo - secondo i cicli questo scenario é poco probabile - ne discuteremo nel commento del fine settimana.

Le borse europee hanno aperto al rialzo ma mano a mano nel corso della mattinata i guadagni iniziali sono evaporati. Verso le 11.30 gli indici azionari erano tornati in pari. Nel pomeriggio però ci hanno pensato gli americani a far decollare gli indici che hanno chiuso sui massimi giornalieri e con forti guadagni. Il DAX (+1.70% a 15370 punti) ha fatto meglio dell'Eurostoxx50 (+1.58% a 3999 punti) mentre per una volta la borsa italiana é rimasta indietro (FTSE MIB +0.88% a 24702 punti) frenata dal settore bancario (SX7E +0.40% a 96.31 punti). Tutto sommato é stata però una buona seduta per le borse europee alle quali sono però mancati i volumi. L'impressione é stata quella di un rimbalzo come reazione al tonfo di mercoledì - non sembra che gli indici stiano prendendo la rincorsa per attaccare i massimi annuali malgrado che siano distanti solo un 1% dai record.

Ieri mattina i futures americani erano scesi - quello dell'S&P500 era tornato a 4112 punti. Dopo le 11.30 é però cominciata la rimonta e alle 15.30 l'indice ha aperto in guadagno a 4130 punti. Questo é stato il minimo giornaliero. Gli investitori hanno subito mostrato le loro intenzioni - l'S&P500 é partito al rialzo e si é fermato solo alle 17.50 quando ha toccato i 4167 punti. Poi l'indice é oscillato in laterale, si é impennato brevemente fino ai 4172 punti ed é caduto sul finale a  4159.12 punti (+1.06%). Si sono comportati molto bene i big della tecnologia. Il Nasdaq100 ha superato l'importante resistenza a 13400 punti. L'indice é ancora di poco tornato sopra la MM a 50 giorni a 13456 punti e potrebbe in questa maniera aver concluso la correzione iniziata ad aprile. Il condizionale é d'obbligo visto che la rottura al rialzo é ancora marginale. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5736 su 2080, NH/NL a 380 su 257 e volume relativo a 0.9 (0.7 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 20.67 punti (-1.51), il CBOE Equity put/call ratio é di nuovo basso a 0.48 mentre il Fear&Greed Index é salito di poco a 37 punti (+2). Il Summation Index sul NYSE é in calo - quello sul Nasdaq100 é salito.
Anche a Wall Street abbiamo l'impressione che ci sia stato un rimbalzo tecnico. Provando a leggere nella mente dei traders crediamo che abbiano visto la reazione del Bitcoin e si siano domandati cosa potevano comperare per approfittarne. La logica risposta é stata tecnologia (Tesla +4.14%). Questa spinta dovrebbe finire oggi. Se la nostra interpretazione é corretta oggi le borse chiuderanno in pari dopo un'apertura in guadagno.

Alle 08.40 il future sull'S&P500 é a 4163 punti (+9 punti) mentre l'Eurostoxx50 vale 4008 punti (+9 punti). Settimana scorsa il rimbalzo era durato fino a venerdì sera. Questa volta pensiamo che finirà prima poiché il rimbalzo é già iniziato mercoledì sera dopo la chiusura in Europa. Pensiamo quindi che dopo la buona apertura le borse non riusciranno più a progredire. L'America deciderà se avremo una seduta in pari o con un modesto guadagno (+0.2%/+0.4%).

Commento del 20 maggio

Una tempesta in un bicchiere d'acqua o le scosse che precedono un terremoto ?

Ieri é stata una giornata movimentata con una pesante caduta delle borse nella prima parte della giornata e un recupero nel tardo pomeriggio a partire dalle 16.40. Poiché la reazione dai minimi é iniziata tardi le borse europee hanno chiuso con forti perdite (Eurostoxx50 -1.71% a 3936 punti) malgrado che siano risalite circa un +1% dal minimo giornaliero. In America invece le perdite a fine seduta sono state modeste (S&P500 -0.29% a 4115.68 punti) - il Nasdaq100 é riuscito addirittura a chiudere in guadagno (+0.15% a 13238 punti) dopo che per la terza volta il supporto a 13000 punti ha tenuto. Nessun indice nel nostro panorama ha rotto un decisivo supporto o ha dato un segnale di vendita. Non é chiaro se queste turbolenze siano state unicamente un episodio isolato causata dal crollo delle monete virtuali (o cryptocurrencies) o se invece questo sia un segnale di instabilità e della possibilità che le borse stiano preparando un mini crash. Il reddito dell'US Treasury Bond decennale é salito a 1.68% (+0.04%) - questo é un segnale d'allarme. L'analisi tecnica non fornisce ancora una soluzione anche se voi conoscete la nostra opinione - sulla base dei cicli ci aspettiamo mercati azionari in calo fino ad ottobre - secondo noi il massimo dell'S&P500 del 7 maggio a 4238 punti dovrebbe essere definitivo. Ieri però i rialzisti hanno ancora dimostrato di avere l'intenzione per comperare qualsiasi ritracciamento e di avere le forze per imporsi.

Ieri c'é stato un crollo delle criptodivise che ha messo di riflesso i mercati azionari sotto pressione. Le borse europee sono cadute fino alle 16.15 e hanno poi partecipato al generale recupero dei mercati finanziari. L'Eurostoxx50 (-1.71% a 3936 punti) ha toccato un minimo giornaliero a 3892 punti e ha chiuso 44 punti (!) più in alto con una perdita di 68 punti. Abbiamo più volte parlato di supporto a 3950 punti ma considerando il doppio minimo di inizio maggio sarebbe più corretto parlare di 3920 punti. Non possiamo di certo parlare di rottura al ribasso e segnale di vendita dopo un recupero così convincente dal minimo giornaliero. Lo stesso vale per il DAX (-1.77% a 15113 punti) - l'indice é sceso fino a 14961 punti e ha chiuso 152 punti più in alto con una perdita di 273 punti. L'indice ha salvato il supporto a 15000 punti e ha nuovamente evitato un segnale di vendita. L'uscita dal range 15000-15500 punti é incerta e la tendenza a corto termine é ancora neutra. Il FTSE MIB (-1.58% a 24486 punti) ha fatto segnare un minimo a 24260 punti ed é poi rimbalzato di 246 punti. Il supporto a 24000 punti non é stato né rotto né attaccato. La forte reazione dal minimo mostra che i compratori sono attivi e acquistano su qualsiasi debolezza. Non sembra che a breve questo mercato voglia rompere al ribasso. Abbiamo però detto la stessa cosa martedì riguardante il rialzo. Ovviamente per ora il FTSE MIB é bloccato e l'uscita dal range 24000-25000 punti é incerta. Anche ieri il FTSE MIB ha sovraperformato l'Eurostoxx50 - questo é un segnale di forza.
Insomma - questa seduta decisamente negativa ha fatto scendere gli indici unicamente sui minimi di settimana scorsa e sul bordo inferiore del canale d'oscillazione valido da inizio aprile - non c'é stata una rottura al ribasso e il rimbalzo dal minimo é stato convincente. Le previsioni per le prossime settimane sono ancora incerte anche se noi sulla base dei cicli siamo tendenzialmente negativi.

Il ribasso é proseguito in America ma é terminato verso le 16.40 quando l'S&P500 ha toccato un minimo a 4061 punti. Poi la borsa ha recuperato regolarmente fino alle 19.15 quando l'S&P500 ha raggiunto i 4108 punti. Alle 20.00 la pubblicazione del protocollo dell'ultima riunione della FED ha provocato ancora della volatilità e l'S&P500 é tornato a 4084 punti. Poi però c'é stato ancora un recupero e l'indice ha chiuso sul massimo giornaliero a 4115 punti con una modesta perdita di 12 punti.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2309 su 5502, NH/NL a 180 su 604 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 22.18 punti (+0.84), il CBOE Equity put/call ratio era piuttosto alto a 0.58 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 35 punti (-3 punti).
I rialzisti vedono che il mercato sta assorbendo l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo con molta volatilità e un modesto calo dal massimo storico - gli investitori stanno diventando pessimisti. Secondo loro terminato questo periodo ci sono le premesse per la ripresa del rialzo. I  ribassisti interpretano queste sedute negative come dei ripetuti tentativi di ribasso che presto o tardi avranno successo - l'aumento dei tassi d'interesse é veleno per le borse. Noi prima di dare un'opinione definitiva preferiamo osservare l'uscita dal range 4060 punti (nuovo decisivo supporto) - 4238 punti (massimo storico). Una chiusura giornaliera sotto i 4125 punti non é più sufficiente per dare un segnale di vendita considerando la forte reazione dal minimo e la MM a 50 giorni che scorre a 4081 punti.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4109 punti (-2 punti). Le borse europee devono ancora recuperare il recupero sul finale della borsa americana. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3962 punti (+26 punti). L'esito dell'odierna seduta é incerto. Ieri il Bitcoin é crollato fino a 30200 USD - poi é risalito a 40150 USD - ora si trova sui 39500 USD. Tutti osservano da vicino questo mercato speculativo - é probabile che a breve le oscillazioni del bitcoin e delle monete digitali in generale si riflettano sulle borse. Non crediamo però che le turbolenze su questo mercato di nicchia possano mettere in difficoltà i mercati finanziari.

Commento del 19 maggio

In Europa nuovi massimi annuali marginali - in America nuova spinta di ribasso

Tentando di copiare la seduta di rialzo di venerdì sera a Wall Street, ieri mattina le borse europee hanno aperto in positivo e sullo slancio sono salite su dei nuovi massimi annuali (Eurostoxx50 e FTSE MIB) o storici (DAX) marginali. La rottura al rialzo é fallita - dopo le 09.20 gli indici sono scesi, hanno perso circa un -1% dal massimo giornaliero e hanno chiuso senza sostanziali variazioni. Praticamente questo significa che l'Eurostoxx50 é inizialmente balzato a 4043 punti di massimo (3 punti sopra il precedente massimo annuale di aprile) e ha chiuso a 4005 punti (-0.04%) con una perdita di 1 punto. La tendenza di corto termine resta neutra.
Il DAX (-0.07% a 15386 punti, nuovo massimo storico a 15538 punti) e il FTSE MIB (+0.07% a 24880 punti, nuovo massimo annuale a 25113 punti) si sono comportati in maniera simile. Poiché i rialzisti non sono riusciti ad imporsi ora la palla passa nel campo dei ribassisti. Vedremo nei prossimi giorni cosa riusciranno a fare all'interno del canale d'oscillazione laterale che si é delienato a partire da inizio aprile. Per quasi tutti gli indici ci sono dei supporti statici sul livello inferiore di questi canali che vengono ora rafforzati dalle MM a 50 giorni e dai bordi inferiori delle Bollinger Bands - spesso questi livelli di riferimento si trovano vicini come nel caso del DAX dove tutto scorre ora sui 15000 punti. Avevamo indicato questi importanti livelli per dei segnali di vendita a medio termine nel commento del 5 maggio.

La seduta a New York é trascorsa nella calma assoluta fino alle 20.00. Sembrava che dovessimo avere una insignificante seduta in trading range con chiusura in pari. Invece dopo le 20.00 ci sono state due spinte di ribasso, l'S&P500 ha perso 30 punti e ha chiuso sul minimo giornaliero a 4127.83 punti (-0.85%). Gli analisti si affannano per cercare di trovare la ragione di queste vendite - noi avvisiamo solamente che le ondate di vendita senza chiare motivazioni sono le più pericolose - sono un segno evidente dell'intenzione del mercato di voler scendere. Avrete notato che l'S&P500 si é fermato sul decisivo supporto a 4125 punti...
Sono scesi praticamente tutti gli indici in maniera compatta (Nasdaq100 -0.71%, DJT -1.20%, RUT -0.73%). I settori più deboli erano energia, finanza e industriali - questi erano anche i settori più forti nelle scorse settimane e venivano ora osannati da tutti gli analisti - sapete però come reagisce il mercato a delle situazioni di eccessi di rialzo e di ottimismo. Potete anche dare un'occhiata alle monete virtuali (Bitcoin -12% / -30% negli ultimi 7 giorni) per rendervene conto.
La seduta al NYSE é stata di poco negativa con A/D a 3991 su 4176, NH/NL a 636 su 267 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita a 21.34 punti (+1.62), il CBOE Equity put/call  ratio era neutro a 0.48 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 38 punti. I Summation Index sono in calo.
Sembre evidente che é iniziato un'altro tentativo di correzione dopo che gli indici non sono stati in gradi di attaccare i massimi storici di inizio maggio. Il primo tentativo di ribasso di settimana scorsa é fallito - tra giovedì e venerdì le borse sono risalite. Vediamo se questo secondo tentativo avrà successo. Conoscete la nostra opinione basata sui cicli.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4107 punti (-16 punti). Le borse europee devono scontare sia il finale di sedute in calo a Wall Street sia questa ulteriore perdita. L'Eurostoxx50 alle 08.35 vale 3968 punti - le borse europee apriranno con un tuffo del -1%. Pensiamo che dopo l'apertura ci saranno ancora delle vendite - poi seguirà un tentativo di recupero. Nel pomeriggio tutto dipenderà dagli americani - leggete i nostri commenti delle 14.00.
Il Nikkei ha perso il -1.28% - Shanghai scende del -0.6%.
Finora non appare pressione di vendita e c'é poco nervosismo - gli investitori sembrano sottovalutare il rischio di un importante vuoto d'aria - é meglio fare attenzione specialmente su quelle posizioni azionarie speculative e non sostenute dai fondamentali...

Commento del 18 maggio

Seduta senza direzione e chiusura senza sostanziali variazioni

La settimana é iniziata tranquillamente e senza sorprese. Le borse europee hanno copiato l'America di venerdì sera con un'apertura al rialzo. Dopo però ci sono state delle vendite, gli indici sono scesi fino a metà giornata e sono risaliti nel pomeriggio. Alla fine hanno chiuso con delle leggere perdite (Eurostoxx50 -0.26% a 4006 punti / DAX -0.13% a 15396 punti) o con dei marginali guadagni (FTSE MIB +0.39% a 24862 punti / SMI +0.13% a 11135 punti). A livello tecnico non ci sono cambiamenti di rilievo. Da circa un mese gli indici azionari europei oscillano in laterale e non si capisce se vogliono uscire al rialzo seguendo la tendenza di fondo o rompere al ribasso seguendo i cicli.
Dopo l'ottima seduta di venerdì con un rapporto A/D talmente alto da mostrare un eccesso di rialzo a cortissimo termine, ieri ci aspettavamo un ritracciamento e una seduta negativa. In effetti l'S&P500 é sceso a 4163.29 punti (-0.25%) e il Nasdaq100 (-0.60% a 13312 punti) é stato respinto verso il basso dalla resistenza a 13400 punti - questa seduta negativa non sembra però avere un significato particolare e non sembra rappresentare l'inizio di una fase di ribasso o di correzione. Non c'era pressione di vendita e gli indici hanno chiuso lontano dai minimi giornalieri. L'S&P500 dopo l'apertura a 4161 punti é ancora salito a 4171 punti. Dopo é sceso fino alle 19.40 su un minimo a 4142 punti - il supporto a 4125 punti non é stato né avvicinato né testato. Nelle ultime due ore di contrattazioni l'S&P500 é risalito a 4163.29 punti (-0.25%). La seduta al NYSE é stata di poco positiva (grazie al Russell2000/RUT +0.11%) con A/D a 3972 su 3855, NH/NL a 577 su 339 e volume relativo a 0.95. La volatiltà VIX é salita a 19.72 punti (+0.91), il CBOE Equity put/call ratio era relativamente alto a 0.55 mentre il Fear&Greed Index é ancora fermo a 40 punti. I Summation Index sono ancora lievemente in calo.
Il prezzo del petrolio (+1.4%) e dell'oro (1868 USD/oncia, +26 USD) sono saliti facendo lievitare i prezzi delle azioni delle compagnie attive nei settori. In generale ci sono molte scommesse al rialzo sui prezzi delle materie prime. Questo é il tema principale che sostiene ora le borse - si parla anche molto di inflazione malgrado che il reddito dell'USTBond decennale (1.64% / +0.01%) non si muove. L'effetto sui mercati obbligazionari é quasi più pronunciato in Europa - la Germania é rimasto l'unico Paese europeo (UE) dove il reddito del prestito dello Stato decennale (Bund) é negativo - il resto (compresi Olanda, Austria e Francia) hanno redditi ormai positivi. Il differenziale dei tassi d'interesse si muove in favore dell'EUR facendo lievitare il valore della moneta europea nei riguardi dell'USD.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4173 punti (+15 punti). Dopo l'assestamento di ieri sembra che oggi le borse vogliano salire - almeno l'S&P500 recupera quanto perso ieri sera. Il Nikkei stamattina ha guadagnato il +2.15% - Shanghai é in pari. L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 4038 punti (+32 punti) - l'indice é nuovamente vicinissimo al massimo annale a 4040 punti. Una rottura al rialzo sembra possibile - noi siamo ancora scettici considerando come si é comportato ieri il DAX a contatto con il bordo superiore delle Bollinger Bands.

Aggiornamento del 17 maggio

Speculazione ovunque

Nei vari social media si trovano dappertutto filmini e dichiarazioni di giovani investitori che stanno guadagnando una fortuna trattando criptocurrency o azioni di società distruttive con un futuro radioso ma ancora senza prodotti, fatturato e utili. In molti Paesi in via di sviluppo molte persone abbandonano il loro lavoro per dedicarsi a tempo pieno a questa lucrativa attività di trading. Pochi si rendono conto che questo periodo durerà poco e che il successo é effimero e unicamente il risultato di una malsana speculazione che terminerà male per la maggior parte dei piccoli investitori.
Segmenti del mercato hanno già corretto o sono già crollati come le SPAC. In generale pero i maggiori indici azionari di Stati Uniti ed Europa sono ancora vicini aì massimi annuali o storici. La festa potrebbe finire questa settimana o unicamente tra alcuni anni - nessuno lo sa con precisione. L'S&P500 ha terminato il 2020 a 3756 punti. Noi avevamo ad inizio anno constatato l'evidente volontà da parte dei Governi e delle Banche Centrali di voler favorire la crescita economica e sostenere i mercati finanziari. Per questa ragione, malgrado le elevate valutazioni fondamentali, avevamo previsto un anno di borsa da neutro a moderatamente positivo. Praticamente pensavamo che l'S&P500, se tutto andava bene, poteva terminare l'anno sui 3800-4000 punti. L'S&P500 (4232 punti) é adesso semplicemente troppo in alto - siamo molto scettici nei riguardi della possibilità di ulteriori sostanziali guadagni. In linea di massima ci aspettiamo un ribasso ad ondate fino ad ottobre fino a circa 3400-3600 punti - negli ultimi tre mesi dell'anno i cicli favoriscono invece la variante di una rialzo. Probabilmente questo scenario di correzione seguito da un moderato recupero é sbagliata poiché gli investitori hanno l'abitudine di esagerare in una direzione o nell'altra. Se ci sarà adesso qualcosa in grado di provocare un'inversione di tendenza dovrebbe esserci un forte ribasso che si concluderà solo con del panico come a marzo del 2020.
Nel corto termine bisogna osservare il supporto a 4125 punti di S&P500 - se l'indice terminasse una settimana decisamente sotto questo livello é probabile che la tendenza sia cambiata.

Stamattina il future ull'S&P500 é a 4162 punti (-6 punti). Le borse asiatiche sono miste (Nikkei -0.94%, Shanghai +0.7%). Alle 08.20 l'Eurostoxx50 vale 4026 punti (+9 punti) - le borse europee apriranno con dei leggeri guadagni. Durante il fine settimana Elon Musk ha nuovamente fatto delle dichiarazioni che hanno provocato una massiccia ondata di vendite sulle monete digitali - gli speculatori sono frustrati e di pessimo umore - non crediamo che oggi abbiano voglia di spingere le borse al rialzo. C'é già chi parla di correlazione tra Bitcoin e S&P500. Lasciando da parte queste discutibili teorie conoscete la nostra opinione - la seduta odierna dovrebbe essere negativa - a fine giornata vedremo che tipo di seduta abbiamo avuto. Sapete che secondo il ciclo annuale un ribasso potrebbe iniziare verso la metà di maggio...

Commento del 15-16 maggio

L'S&P500 torna sopra i 4125 punti - sembra aver svolto una semplice correzione se non fosse per i cicli negativi

Una settimana fà aspettavamo l'inizio di una fase di ribasso - il ciclo di lungo termine era già in calo da inizio maggio mentre quello annuale sarebbe diventato negativo a metà mese. La nostra ipotesi di un top sul Nasdaq era diventata più probabile con una caduta di 600 punti dal massimo storico di fine aprile ma non era ancora stata confermata.
Da lunedì a mercoledì la borsa americana é precipitata e l'S&P500 ha toccato un minimo a 4056 punti - l'indice si é salvato sopra la MM a 50 giorni ma la rottura del supporto a 4125 punti aveva generato nei nostri sistemi un segnale di vendita. Eravamo convinti che si fosse verificata un'inversione di tendenza. Giovedì e venerdì la borsa americana é risalita - l'S&P500 ha terminato la settimana a 4173.85 punti (+1.49%). L'indice ha recuperato 127 punti dal minimo e si trova nuovamente a soli 65 punti dal massimo storico - la performance settimanale é però negativa. Il grafico da l'impressione che la borsa americana ha svolto unicamente una delle tante correzioni minori che abbiamo già avuto quest'anno (fine gennaio, inizio febbraio, fine marzo). Sembra che la MM a 50 giorni sia ancora servita da supporto. Nelle precedenti occasioni l'S&P500 ha in seguito ripreso il rialzo verso un nuovo record storico. Le MM a 50 giorni e a 200 giorni salgono regolarmente. Anche questa volta é bastato un pò di pessimismo negli indicatori di sentiment per risvegliare la voglia di comperare. Sinceramente adesso non sappiamo se dobbiamo seguire questi segnali positivi forniti dagli indicatori di momentum e dal grafico o se invece bisogna credere ai cicli negativi. Il comportamento delle borse europee non ci aiuta a prendere una decisione. Gli indici azionari europei sono crollati martedì ma non hanno rotto nessun supporto e non hanno dato nessun segnale di vendita. L'Eurostoxx50 durante la settimana ha perso 17 punti ma le borse in generale si sono mosse intorno alla parità - al calo dell'Eurostoxx50 si contrappongono i guadagni di DAX e FTSE MIB - la borsa italiana ha approfittato dell'ulteriore spinta di rialzo del settore bancario. D'altra parte nessuna borsa ha fatto segnare un nuovo massimo annuale anche se alcuni alcuni indici (CAC40, IBEX) ci sono andati molto vicini. Formalmente da inizio aprile le borse europee sono ancora in un trend neutro - c'é un'oscillazione in laterale che in linea di massima rappresenta un consolidamento - finora però non c'é stata la ripresa del rialzo.
Riassumendo il rally della borsa americana tra giovedì e venerdì é stato troppo forte per essere un semplice rimbalzo tecnico. Speriamo che la prossima settimana inizi nuovamente con un tuffo ma sinceramente non ne siamo sicuri. Il momentum favorisce a breve il rialzo. Solo il Nasdaq100 (+2.16% a 13393 punti), risalendo a 13400 punti, sembra aver completato un rimbalzo tecnico che rispetta il livello ideale per un rimbalzo all'interno di una spinta di ribasso non completa. Se i cicli negativi hanno ragione e prevalgono, la borsa americana settimana prossima deve scendere trascinata verso il basso dalla tecnologia. Un nuovo record storico dell'S&P500 cancellerebbe invece l'ipotesi del top e del ribasso.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.42% a 4017 punti
SX7E (banche)          +3.75% a 97.46 punti
DAX                         +0.11% a 15416 punti
SMI                          -0.47% a 11120 punti
FTSE MIB                  +0.63% a 24766 punti
S&P500                     -1.39% a 4173.85 punti
Nasdaq100                -2.38% a 13393 punti

La seduta di venerdì non é per niente andata come speravamo. Pensavamo che dopo il rimbalzo di giovedì le borse sarebbero nuovamente scese. Invece sia in Europa (Eurostoxx50 +1.64% a 4017 punti) che a New York (S&P500 +1.49% a 4173.85 punti) c'é stata una seduta di rialzo con forti guadagni e una chiusura sul massimo giornaliero. Solo i modesti volumi non confermano la dominanza dei rialzisti. Alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 4039 punti - il massimo annuale risale al 19 aprile a 4040 punti. È possibile che le borse europee lunedì segnalino la fine del periodo di consolidamento con dei nuovi massimi annuali.

L'S&P500 ha aperto in gap up a 4145 punti e non é più sceso - il destino della seduta era già segnato con questa convincente apertura sopra il massimo di giovedì e sopra il supporto a 4125 punti. L'indice é regolarmente salito fino ai 4183 punti. Dopo le 21.00 il rialzo si é esaurito, l'indice é andato in laterale e ha chiuso a 4173.85 punti (+1.49%). Forse il ritracciamento é stato causato dal Nasdaq100 (+2.16% a 13393 punti) che é ricaduto sotto l'obiettivo a 14000 punti (rafforzato dalla MM a 50 giorni a 13402 punt). Se la seduta di martedì era stata dominata dai ribassisti quella di venerdì ha l'impronta dei rialzisti (A/D a 6795 su 1063, NH/NL a 433 su 318 e volume relativo a 0.8). La volatilità VIX é precipitata a 18.81 punti (-4.32), il CBOE Equity put7call ratio é sceso a 0.54 mentre il Fear&Greed Index é rimasto stranamente fermo a 40 punti). I Summation Index sono ancora in calo ma vicini ad un minimo intermedio. Secondo i nostri indicatori di riferimento la tendenza di fondo della borsa americana é debolmente al rialzo con il 53.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 67.07.
L'A/D nettamente squilibrato mostra un eccesso di rialzo nel cortissimo termine che normalmente deve essere compensato con una seduta negativa - pensiamo quindi che lunedì l'S&P500 possa scendere. Sarà però il future lunedì mattina a dirci quali saranno le intenzioni degli investitori.

Per inciso il grafico dell'oro (USD 1842 o EUR 1517 /oncia) é molto costruttivo e il prezzo sembra pronto a rompere al rialzo sopra la MM a 200 giorni con un primo obiettivo a 1950 USD/oncia. Spesso un rialzo dell'oro corrisponde ad un ribasso dell'USD.

Commento del 14 maggio

Robusto rimbalzo in America nel range del giorno precedente

Dopo la pessima seduta di mercoledì ieri a Wall Street, ieri doveva esserci una reazione. La reazione doveva permettere alle borse europee di recuperare dopo una pessima apertura. In linea di massima però ci aspettavamo che gli indici azionari europei (Eurostoxx50 +0.13% a 3952 punti) chiudessero con una perdita mentre quelli americani (S&P500 +1.22% a 4112.50 punti) dovevano risalire ma non di molto - pensavamo che al massimo l'S&P500 potesse tornare a 4100 punti. Il rimbalzo é stato più robusto del previsto - le borse europee hanno chiuso in positivo e circa un +2.5% sopra il minimo giornaliero - l'S&P500 é invece tornato sopra i 4100 punti. Per l'analisi tecnica non ci sono però stati cambiamenti significativi. Le borse europee non hanno ancora rotto al ribasso e non ci sono segnali di vendita malgrado che ieri sono stati toccati intraday dei nuovi minimi a 30 giorni - da giorni gli indici testano i supporti. In America é ancora valido il segnale di vendita generato mercoledì con la discesa dell'S&P500 sotto i 4125 punti - la tendenza di fondo sembra essere passata al ribasso specialmente sulla tecnologia (Nasdaq100 +0.82% a 13109 punti) che continua a sottoperformare.

Ieri nelle prime ore di contrattazioni le borse europee sono precipitate e l'Eurostoxx50 (+0.13% a 3952 punti) ha toccato poco dopo le 11.00 un nuovo netto minimo a 30 giorni a 3857 punti. Nel commento del mattino avevamo previsto che ci sarebbe stato un recupero nel pomeriggio - questo é stato più forte del previsto. L'Eurostoxx50 ha chiuso con un guadagno di 5 punti e nuovamente sopra il decisivo supporto a 3950 punti. L'Eurostoxx50 mostra segni di cedimento ma per ora non c'é nessuna rottura al ribasso e nessun segnale di vendita. Lo stesso vale per il DAX (+0.33% a 15199 punti) e per il FTSE MIB (+0.14% a 24486 punti - a fine giornata gli indici hanno chiuso sopra i decisivi supporti che si trovano rispettivamente a 14900-15000 punti e a 24000 punti.
La borsa svizzera era chiusa in occasione della festa dell'Ascensione.

L'S&P500 (+1.22% a 4112.50 punti) ha aperto in guadagno a 4089 punti - la seduta é stata volatile e con numerosi cambiamenti di direzione - l'indice si é mosso nel range del giorno precedente - ha però chiuso sopra il livello d'apertura con un robusto guadagno di 49 punti che corrisponde ad un ritracciamento superiore al 50% della perdita del giorno precedente.
Dopo l'apertura a 4089 punti, l'indice é salito a 4128 punti, é ricaduto a metà giornata a 4088 punti, é salito fino quasi alla chiusura a 4131 punti e si é fermato a 4112 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4913 su 2959, NH/NL a 182 su 1268 (in leggero aumento...) e volume relativo a 0.9. I dati sembrano quelli tipici di una seduta di rimbalzo. La volatilità VIX é precipitata a 23.13 punti (-4.46), il CBOE Equity put/call ratio era relativamente alto a 0.63 mentre il Fear&Greed Index é salito a 40 punti (+3 punti). I Summation Index sono in calo.
Non sappiamo cosa potrebbe succedere adesso poiché la borsa si sta comportando diversamente di quanto ci eravamo aspettati sulla base degli oscillatori. Ieri doveva esserci un debole rimbalzo mentre oggi il ribasso doveva proseguire in direzione dei 4000 punti di S&P500. Solo da questo livello doveva esserci un sostenibile rimbalzo di qualche giorno. Molto dipende da cosa succede oggi e da come le borse terminano la settimana. Malgrado che alle 08.25 il future sull'S&P500 sia a 4123 punti (+16 punti) la seduta odierna dovrebbe essere negativa. La prossima settimana dovrebbe poi iniziare con un tuffo dell'S&P500 in direzione dei 4000 punti e del Nasdaq100 verso i 12800 punti - qui dovrebbe esserci un primo minimo significativo a corto termine. Se invece oggi si sale dobbiamo rivedere totalmente il nostro scenario. Secondo il ciclo annuale la borsa americana avrebbe dovuto cominciare a scendere dopo la metà di maggio - é possibile che questa settimana volatile sia solamente un ultimo periodo di distribuzione.

Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 3978 punti (+26 punti). Le borse europee apriranno con guadagni del +0.6% circa. Secondo noi non dovrebbero salire decisamente più in alto e cadere in negativo nel pomeriggio - vediamo...

Breve commento del 13 maggio - Ascensione

Segnale di vendita a medio termine sulla borsa americana

Ieri c'é stata l'attesa pesante caduta della borsa americana (S&P500 -2.14% a 4063.04 punti) alla quale ha partecipato tutto il listino (Nasdaq100 -2-62%, DJT -2.29%, RUT - 3.26%). L'S&P500 ha aperto a 4130 punti, é ancora brevemente salito a 4134 punti di massimo e poi ha cominciato a scendere. I ribassisti hanno dominato e le vendite sono durate per tutta la giornata. L'S&P500 é sceso regolarmente, ha toccato un minimo a 4056 punti ed é rimbalzato negli ultimi minuti di contrattazioni a 4063 punti. L'S&P500 ha definitivamente rotto il supporto a 4125 punti e ha dato un segnale di vendita a medio termine. Il Nasdaq ha confermato la nostra ipotesi di un doppio massimo e top. La tendenza di fondo é adesso al ribasso e secondo i cicli potrebbe durare fino ad ottobre. Naturalmente la borsa americana non scenderà continuamente - come nel rialzo ci saranno delle ondate con fasi di ribasso interrotte da dei rimbalzi tecnici. Prevediamo che il primo rimbalzo possa iniziare nei prossimi giorni (venerdì o lunedì prossimo) e potrebbe far risalire l'S&P500 sui 4100 punti. 
La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1119 su 6779, NH/NL a 217 su 1148 e volume relativo a 1.0. Il rapporto A/D é pessimo - spesso dopo una seduta del genere c'é un primo debole ed anemico rimbalzo tecnico. I NL sono meno che ieri (!) - malgrado la pessima seduta la partecipazione al ribasso é in diminuzione - per questo prevediamo nei prossimi giorni un sostanziale rimbalzo.
La volatilità VIX é balzata a 27.59 (+5.75), il CBOE Equity put/call ratio à lievitato a 0.63, il Fear&Greed Index é sceso a 37 punti (-12). A breve c'é un pò di panico (VIX) - potrebbe però essere peggio prima di un solido minimo.

Le borse europee si sono comportate relativamente bene (Eurostoxx50 +0.03% a 3947 punti) e hanno osservato senza grandi emozioni la caduta che si stava verificando a New York. Non abbiamo nessun segnale di vendita e non é stato rotto nessun supporto. Potete leggere i nostri commenti serali per ulteriori dettagli. È possibile che sia iniziato un periodo di sovraperformance delle borse europee con una rotazione a scapito dell'America. Ne parleremo nel fine settimana.

Stamattina alle 08.45 il future sull'S&P500 é a 4069 punti (+10 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.50 vale 3910 punti - le borse europee apriranno con un tuffo del -1%. Stamattina ci aspettiamo ulteriori vendite. Nel pomeriggio dovrebbe esserci un recupero - avremo sicuramente una seduta negativa ma grazie ad un modesto rimbalzo tecnico a New York é possibile che la chiusura si situi sopra il livello d'apertura.
Tra venerdì e lunedì dovrebbe ancora esserci un'ultima spinta di ribasso per completare questa prima gamba di ribasso iniziata dal massimo del 7 maggio a 4238 punti di S&P500. Settimana prossima ci sarà un sostanziale rimbalzo.

Commento del 12 maggio

Rotazione tra settori - questa volta però non in positivo ma in negativo

Ieri la caduta iniziata lunedì sera a New York é continuata coinvolgendo inizialmente le borse asiatiche (Nikkei -3.08%) e poi quelle europee (Eurostoxx50 -1.92% a 3946 punti). Il testimone é in seguito tornato a Wall Street dove c'é stata una seconda seduta negativa (S&P500 -0.87% a 4152.10 punti). Abbiamo però osservato un effetto sorprendente. Finora si era solamente parlato di debolezza del settore tecnologico e mancanza di contagio sul resto del listino - sembrava che solo il Nasdaq dovesse correggere mentre il resto del mercato stava consolidando. Ieri sera la musica é cambiata - il Nasdaq100 é rimbalzato (-0.06% a 13351 punti) dopo essere precipitato fino a 13094 punti. Le vendite hanno improvvisamente travolto i leaders delle scorse settimane come mostra la pesante caduta del DJ Industrial (-1.36%) e del DJ Transportation (-1.39%). Questo significa che sta avvenendo una rotazione tra settori ma in senso negativo. All'inizio é stata venduta la tecnologia - ora i ribassisti cominciano a vendere altri settori facendo esplodere il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (NH/NL a 171 su 1734 !!!). Questo potrebbe essere l'inizio di una seria correzione - per avere un chiaro segnale di vendita abbiamo però bisogno una chiusura giornaliera dell'S&P500 per lo meno sotto i 4125 punti - ieri l'indice ha toccato un minimo a 4111 punti ma poi é risalito e ha chiuso 41 punti più in alto. I ribassisti hanno messo a segno una stoccata ma non hanno dominato.

Le borse europee hanno copiato quanto successo a New York. L'Eurostoxx50 (-1.92% a 3946 punti) ha aperto con una caduta a 3958 punti e non é più riuscito a recuperare. Ha chiuso però 21 punti sopra il minimo giornaliero di 3917 punti. In questa maniera l'Eurostoxx50 ha testato i minimi di settimana scorsa e la MM a 50 giorni senza rompere al ribasso. Questo significa che il trend futuro é ancora incerto. Questo oscillazioni intorno ai 4000 punti possono essere sia consolidamento che distribuzione. Noi sulla base dei cicli favoriamo come sapete l'inizio di una fase negativa. Il DAX (-1.82% a 11119 punti) e il FTSE MIB (-1.64% a 24396 punti) si sono comportati come l'Eurostoxx50 - ci sono delle leggere differenze riguardanti i livelli di riferimento ed i supporti (leggete a questo riguardo i commenti serali) ma in linea di massima la previsione tecnica é la stessa - la correzione o il ribasso sono degli scenari che stanno prendendo corpo ma non c'é ancora nessun segnale di vendita. Bisogna però valutare la possibilità di una sostanziale discesa degli indici azionari nelle prossime settimane e non credere che l'attuale debolezza sia una buona opportunità d'acquisto in vista di una continuazione del rialzo. I rischi sembrano essere al ribasso.

L'S&P500 ha aperto sui 4141 punti ed ha chiuso 11 punti più in alto a 4152 punti. A prima vista sembra che non sia successo nulla di speciale. I movimenti all'interno dell'indice sono però stati violenti. Il Nasdaq100 ha recuperato un 2% dal minimo - mentre i titoli tecnologici risalivano gli investitori hanno cominciato a vendere altri settori che sembrano aver corso troppo come energia, trasporti o finanziari. Sarà interessante osservare se questa rotazione porterà ad una rottura dei supporti e all'inizio di una fase negativa come suggeriscono i cicli.
L'S&P500 ha aperto a 4141 punti e dopo una fase di incertezza é precipitato fino a 4111 punti di minimo. Poi é risalito e verso le 17.30 si é attestato sui 4145 punti. Infine é oscillato intorno a questo valore fino alla chiusura a 4152.10 punti (-0.87%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2495 su 5337, NH/NL a 171 su 1734 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX si é impennata a 21.84 punti (+2.18), il CBOE Equity put/call ratio e salito di poco a 0.57 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 49 punti (-2). Non appare ancora pessimismo - solo un pò di inquietudine tra gli investitori istituzionali che giocano normalmente la VIX per assicurare i portafogli.
I Summation Index sono in calo.
Ieri la pressione di vendita é aumentata ma non in maniera decisiva. È possibile che ci siano ancora alcuni giorni di indecisione con larghe oscillazioni tra i 4110 ed i 4190 punti di S&P500 prima di un tentativo di rottura al ribasso. Secondo la nostra analisi tecnica il tentativo dovrebbe avere successo. Negli ultimi mesi abbiamo però spesso sbagliato nel predire le correzioni e quindi aspettiamo una rottura definitiva dei supporti prima di dare dei segnali di vendita.

Stamattina il future sull'S&P500 é 4130 punti (-16 punti). È in calo ma in recupero dal minimo stanotte a 4110 punti. L'Eurostoxx50 alle 08.35 vale a 3932 punti (-14 punti). Le borse europee apriranno in calo ma sopra i minimi di ieri - non crediamo che stamattina scenderanno decisamente più in basso.
Il Nikkei ha nuovamente perso il -1.61% - Shanghai sta guadagnando il +0.6%.
Domani in Svizzera é un giorno di festa (Ascensione). Noi pubblicheremo i commenti normalmente ma in forma ridotta.

Commento dell'11 maggio

Il Nasdaq100 (-2.63%) ha definitivamente un problema - rottura al ribasso

Ieri fino alle 20.00 sembrava che dovessimo avere un tranquillo lunedì senza sostanziali variazioni degli indici azionari. L'Eurostoxx50 aveva chiuso a 4023 punti (-0.27%). L'indice europeo aveva perso una decina di punti e non era riuscito ad attaccare il massimo annuale malgrado che mancassero pochi punti. Le borse europee però avevano chiuso miste senza fornire nessun segnale particolare. Il DAX (+0.00% a 15400 punti) si era fermato mentre il FTSE MIB (+0.78% a 24802 punti) era riuscito a guadagnare 190 punti grazie alla forza del settore bancario (SX7E +2.24%). Insomma - in Europa avevamo avuto una seduta senza direzione che seguiva i temi conosciuti - debolezza nei settori difensivi (alimentare, farmaceutica) e forza in settori ciclici come banche, auto o chimica.

Anche in America la prima parte della seduta non ha riservato sorprese. L'S&P500 oscillava intorno alla parità mentre un calo del Nasdaq100 sembrava essere solo un attacco di debolezza del settore tecnologico (AGMAF e Tesla con perdite finali superiori al -2%) - la pressione di vendita non si allargava ad altri settori. Dopo le 20.00 invece é cominciato a scendere un pò tutto - ufficialmente gli investitori hanno paura dell'inflazione - in pratica, come sapete, il problema del Nasdaq100 era nell'aria da tempo. L'S&P500 é caduto dai 4225 punti delle 20.00 fino alla chiusura sul minimo giornaliero a 4188 punti (-1.04%). Il Nasdaq100 (-2.63% a 13359 punti) é precipitato su un nuovo minimo mensile ed é di poco sceso sotto la MM a 50 giorni. Abbiamo un segnale di vendita a corto termine sulla borsa americana. Potrebbe trattarsi dell'ennesima correzione minore. Se invece l'S&P500 scende decisamente sotto i 4125 punti é probabile che sia iniziato quel periodo negativo segnalato dai cicli che potrebbe accompagnarci fino ad ottobre. Nei prossimi giorni dobbiamo osservare fino a dove scendono gli indici e soprattutto come si comporta il mercato - finora qualsiasi correzione minore é stata comperata - se invece vedremo che i rimbalzi giornalieri verranno venduti sapremo che il problema é più grave che una semplice debolezza relativa del settore tecnologico.

L'S&P500 ha aperto in pari a 4233 punti e fino alle 20.00 é oscillato tra i 4220 ed i 4236 punti - sembrava una tranquilla seduta senza direzione e in trading range - nessuno sembrava preoccuparsi del fatto che il Nasdaq100 stesse perdendo un -1%. Poi improvvisamente la pressione di vendita é apparso su tutto il listino - l'S&P500 con due ondate ed una pausa intermedia a 4200 punti é caduto fino ai 4188.43 punti (-1.04%). Non solo la tecnologia era in difficoltà (Nasdaq100 -2.63%) - anche il Russell2000 (RUT -2.59%) é stato venduto. Probabilmente avremo una correzione generale della borsa quando e se i settori forti (DJIndustrial -0.10%, DJTransportation -0.09%) cominceranno a cadere.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2022 su 5811, NH/NL a 1215 su 956 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita a 19.66 punti (+2.97), il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.59 mentre il Fear&Greed Index é sceso 4 punti a 51 punti.
I Summation Index sono in calo - il reddito dell'USTreasury Bond decennale é salito a 1.63% (+0.03%).
Evitiamo di gridare alla correzione dopo un giorno negativo - notiamo pero che il Nasdaq100 sta cedendo come previsto. Nasdaq Composite e Nasdaq100 sembrano aver completato completato il top e la nostra ipotesi di un ribasso trascinato da questo settore ottiene un'ulteriore conferma. I cicli sono negativi e come sapete pensavamo che la borsa americana potesse cominciare a scendere all'inizio di maggio (ciclo di lungo termine) o alla metà di maggio (ciclo annuale). È quindi possibile che venerdì 7 maggio l'S&P500 abbia toccato il suo massimo annuale definitivo.

Stamattina non ripartiamo con un rimbalzo ma con una caduta più in basso. Il future sull'S&P500 é a 4166 punti (-17 punti). Alle 08.45 l'Eurostoxx50 vale 3972 punti (-1%). Vedremo se stamattina le borse europee tenteranno di chiudere il gap down d'apertura o se invece la pressione di vendita aumenterà. Crediamo che una seria correzione deve cominciare con i potenziali venditori che vedono gli indici sgretolarsi sotto i loro piedi e devono inseguirli per riuscire a vendere.
Per la cronaca stamattina il Nikkei ha perso il -3.08%.

Aggiornamento del 10 maggio

Ci stiamo abituando e non prendiamo in considerazione altre possibilità

Nei media si discute solo del rialzo delle borse, dei prezzi delle materie prime e delle valute digitali. Tutti sono convinti che i prezzi dei beni reali (o virtuali) possano solo salire poiché vengono sostenuti dalla liquidità, dai bassi tassi d'interesse e dalla volontà dei governi e delle Banche Centrali. Nessuno si pone la domanda fino a quando tutto questo fa senso. Se l'economia cresce sul lungo termine ad un ritmo del +1.5% non é possibile che il prezzo delle azioni cresca tutti gli anni del +20%/30% - é evidente ed assodato che al momento le azioni sono molto care. Eppure tutti continuano a comperare. L'evidenza del rialzo sconfigge la logica della matematica finanziaria.
Stamattina ritroviamo gli indici azionari in positivo - il future sull'S&P500 é a 4231 punti (+6 punti). Anche questa settimana inizia con nuovi record storici. Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 4039 punti (1 punto dal massimo annuale) - le borse europee apriranno con un leggero guadagno del +0.15%. Al momento nulla sembra turbare il bull market - i rialzisti sono euforici e continuano ad alzare i loro target - i ribassisti non osano più parlare e preferiscono evitare di esprimere opinioni che alla luce dei fatti si rivelano da più di un anno sbagliate. Fino a quando nei mercati non appare qualcosa di nuovo anche noi non possiamo che prevedere prezzi delle azioni in aumento - teniamo però d'occhio la tecnologia....

Commento dell'8-9 maggio

Nuovo massimi storici di S&P500, DJI e DJT - la tecnologia é relativamente debole e sottoperforma

Anche questa settimana si sono verificati dei nuovi massimi storici su numerosi indici azionari americani. L'S&P500 ha toccato venerdì i 4238.04 punti e ha chiuso a 4232.60 punti (+0.74%) - il precedente massimo del 29 aprile é stato migliorato di 20 punti. Come sapete dei nuovi record storici sono una conferma indiscutibile e inequivocabile di rialzo - il 60.5% delle azioni americane é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 72.87 punti. Da alcune settimane segnaliamo la debolezza relativa del settore tecnologico e il 25 aprile abbiamo lanciato l'ipotesi che il Nasdaq Composite e il Nasdaq100 (+0.78% a 13719 punti) abbiano raggiunto ad aprile un massimo significativo e possibile massimo annuale. Finora questa ipotesi é ancora valida - in questa settimana il Nasdaq100 (+0.78% a 13719 punti) ha avuto una performance negativa (-1.02%) e venerdì sembra aver completato l'atteso rimbalzo tecnico fino ai 13800 punti (massimo giornaliero a 13814 punti). Pensavamo che la debolezza del settore tecnologico potesse contagiare il resto del listino ma finora ci siamo sbagliati. Secondo i cicli la borsa americana (rappresentata dall'S&P500) poteva cominciare a scendere da inizio maggio seguendo i cicli di lungo periodo oppure poteva "reggere" ancora per un paio di settimane e cominciare a scendere solo a partire da metà maggio seguendo il ciclo annuale. Il nuovo massimo storico marginale di venerdì non può ancora essere considerato come un'accelerazione al rialzo - la previsione che la borsa americana scenderà a partire da metà maggio é ancora valida anche se in questo momento sembra appesa ad un filo poiché il momentum é chiaramente dalla parte dei rialzisti. Un'ipotesi va però difesa fino a quando non viene confutata dai fatti. Se settimana prossima l'S&P500 continua a salire, il Nasdaq100 termina una seduta decisamente sopra i 13800 punti e gli indici azionari europei salgono su dei nuovi massimi annuali (i record risalgono alla metà di aprile) saremmo obbligati ad abbandonare l'ipotesi del top - in questo caso il rialzo potrà continuare e noi saremo obbligati ad andare a cercare altre possibilità per un massimo definitivo. Al momento la situazione tecnica di base non cambia - notiamo evidenti divergenze negative a livello di partecipazione ma questa sindrome esiste da settimane e non sembra in grado di provocare un'inversione di tendenza.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.50% a 4034 punti
SX7E (banche)          +2.22% a 93.93 punti
DAX                         +1.34% a 15399 punti
SMI                          +1.37% a 11173 punti
FTSE MIB                  +1.95% a 24612 punti
S&P500                     +1.23% a 4232.60 punti
Nasdaq100                -1.02% a 13719 punti

Questa settimana le borse europee hanno recuperato quanto avevano perso nelle due precedenti settimane. Sembra che quello che gli investitori temano di più é un aumento dei tassi d'interesse. In effetti le borse sono andate a picco martedì dopo che Janet Yellen aveva ventilato la possibilità che le misure di stimolo del Governo stessero surriscaldando l'economia e che forse la FED avrebbe dovuto alzare leggermente il costo del denaro. I dati sul mercato del lavoro pubblicati venerdì erano invece nettamente inferiori alle previsioni per quel che riguarda il numero di nuovi jobs creati nel mese di aprile. Questo conferma che la ripresa economica non é così dinamica come si pensava, ha allontanato lo spettro di un aumento dei tassi d'interesse e ha fatto decollare le borse. Venerdì l'Eurostoxx50 (+0.87% a 4034 punti) ha chiuso sul massimo giornaliero e a soli 6 punti dal massimo annuale del 19 aprile. Gli altri indici azionari si sono comportati in maniera simile (DAX +1.34% a 15933 punti, FTSE MIB +0.48% a 24612 punti e SMI +1.37% a 11173 punti).
La tendenza di fondo delle borse europee resta al rialzo - gli indici azionari si trovano sopra le MM a 50 e 200 giorni in ascesa. Il rialzo é in netta perdita di momentum - gli indici da inizio aprile hanno fatto solo marginali progressi. Finora però qualsiasi ritracciamento é stato comperato e qualsiasi segnale di vendita, anche a corto termine, é stato immediatamente cancellato. Le borse europee rimangono strettamente correlate a quella americana e non appare nulla che possa suggerire che possa esserci uno scollamento. Le borse europee seguono gli stessi temi di Wall Street - vengono comperati settori ciclici, energia, banche. Per questa ragione il difensivo SMI svizzero sta sottoperformando. Finora non c'é però nessun importante settore o segmento di mercato in una fase di ribasso. Fino a prova contraria il rialzo può continuare.

Venerdì il job report di aprile é stato accolto positivamente dai mercati azionari. L'S&P500 ha aperto invariato a 4201 punti ed é subito partito al rialzo - ha superato di slancio il massimo storico a 4218 punti e alle 16.20 ha raggiunto i 4236 punti. Poi per ore é oscillato in laterale tra i 4124 punti ed i 4138.04 punti. Sul finale é ricaduto a 4132.60 punti (+0.74%). Il Nasdaq100 (+0.78%) ha seguito senza sovraperformare - i maggiori impulsi sono arrivati dal DJT (+1.39%) e dal Russell2000/ RUT (+1.35%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5874 su 1940, NH/NL a 365 (pochi NH!) e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é crollata a 16.69 punti (-1.70), il CBOE Equity put/call ratio é neutro a 0.51 mentre il Fear&Greed Index é salito a 55 punti (+4 punti). Gli investitori sono piuttosto ottimisti ma non euforici. Il Summation Index sul NYSE é salito - quello sul Nasdaq é sceso.
Nel complesso é stata una buona seduta e i nuovi record storici confermano che la tendenza é al rialzo. Tranne che per i cicli negativi niente ci dice che gli indici debbano correggere o cambiare direzione. Siamo unicamente convinti che la sottoperformance del settore tecnologico continuerà. Vedremo se i molti settori ciclici che da parecchi mesi salgono senza sosta (energia, materie prime, materiali, banche, ecc.) potranno continuare ad apprezzarsi e compensare la debolezza del Nasdaq100. Non dimentichiamo che secondo tutti i parametri la borsa americana é oscenamente cara.

Un breve commento sulle criptodivise che continuano a crescere di prezzo ad un ritmo esponenziale. Questi divise non hanno nessun valore intrinseco quindi possono essere trattate a qualsiasi prezzo - questo é un vantaggio e parla in favore di una continuazione del rialzo. È però evidente che si tratta di una bolla speculativa che terminerà con un crollo. Come detto più volte in passato fino a quando la gente ci crede e c'é domanda il fatto che l'offerta é limitata crea le premesse per un rialzo esplosivo. Il bitcoin é stato creato nel 2009 e fino ad oggi (dopo 12 anni) non si é imposto come mezzo di pagamento ma solo come veicolo di speculazione e mezzo per aggirare le restrizioni di esportazione di capitali ed evadere il fisco.
I paralleli con la bolla speculativa dei tulipani del 1600 in Olanda sono evidenti.
Dall'inizio di questa mania migliaia di monete virtuali sono sparite poiché non più trattate e senza valore. Probabilmente questo succederà anche con Bitcoin, Ethereum e il resto. Il prezzo di queste monete virtuali sopravvissute potrebbe però ancora decuplicare più volte prima di crollare. Chi si getta in questa avventura deve essere cosciente dei rischi - il potenziale di guadagno é però ancora gigantesco.
Personalmente mi disturba un aspetto - il Bitcoin e le altre divise digitali vengono sempre raffigurate come delle monete d'oro. In fondo é una truffa poiché esistono solo in una blockchain e sono puramente virtuali. Se sparicono da una memoria digitale sono perse per sempre. Non c'é niente di fisico.

Commento del 7 maggio

Mi assento un paio di giorni - devo uscire presto e mi limito ad un breve commento

Ieri in Europa c'é stata una seduta volatile con numerosi cambiamenti di direzione. L'Eurostoxx50 (-0.08% a 3999 punti) ha chiuso al centro del range giornaliero con una insignificante perdita di 3 punti. DAX (+0.17% a 15196 punti, FTSE MIB (+0.13% a 24495 punti) e SMI (+0.02% a 11111 punti) si sono comportati alla stessa maniera e hanno terminato la giornata praticamente invariati. Gli indici si sono stabilizzati sopra i supporti. Per l'analisi tecnica non c'é nulla di nuovo.

La borsa americana si é comportata alla stessa maniera fino alle 20.40. L'S&P500 ha aperto a 4166 punti - c'é poi stato un sali e scendi senza una direzione precisa con un minimo a 4147 punti e un massimo intermedio a 4183 punti alle 17.45. Poi l'indice é scivolato verso il basso e alle 20.40 era in pari a 4168 punti. Infine c'é stato un rally innescato dalla tecnologia - nel commento delle 14.00 sul Nasdaq100 avevamo previsto questa reazione che si é verificata con alcune ore di anticipo. L'S&P500 é decollato e ha chiuso a 4201.62 punti (+0.82%) ed é stato seguito a ruota dal Nasdaq100 (+0.82% a 13613 punti). Il resto del listino ha seguito a distanza (DJT +0.54%, RUT +0.00%). La seduta al NYSE é stata solo moderatamente positiva (A/D a 4266 su 3522) con un preoccupante aumento dei nuovi minimi a 30 giorni (NH/NL a 729 su 1161). A livello di sentiment non ci sono sorprese (VIX a 18.39 punti (-0.76), CBOE Equity put/call ratio a 0.57 e Fear&Greed Index fermo a 51 punti.
I Summation Index sono in calo - quello sul NYSE di poco.
L'S&P500 ha riconquistato i 4200 punti e si trova nuovamente a soli 18 punti dal massimo storico. DJ Industrial (+0.93%) e DJ Transportation (+0.54%) hanno toccato ieri un nuovo massimo storico. Malgrado i problemi a livello di partecipazione la borsa americana continua il rialzo - l'S&P500 sale malgrado che questa volta la tecnologia non trascini il movimento ma si limiti a seguire.

Stamattina alle 08.00 ritroviamo il future sull'S&P500 a 4198 punti (+4 punti). Il Nasdaq100 potrebbe rimbalzare fino ai 13700-13800 punti. Sembra che oggi avremo ancora una seduta moderatamente positiva. Alle 14.30 verrà pubblicato il rapporto sullo stato del mercato del lavoro americano ad aprile. Vedremo se i dati daranno una spinta al mercato oppure no.

Commento del 6 maggio

Rally in Europa che annulla il segnale di vendita - la situazione tecnica rimane precaria e instabile

Le borse europee hanno avuto una seduta di forte rialzo (Eurostoxx50 +1.99% a 4002 punti). È stata una reazione a quanto successo il giorno prima in America. Tutti pensavano che la borsa americana stesse precipitando e si erano affrettati a vendere. Invece gli indici azionari americani hanno recuperato terreno nella seconda parte della seduta di martedì e ieri gli indici azionari europei si sono affrettati a copiare l'esempio e sono ripartiti con slancio nella direzione opposta. Noi pensavamo che le borse europee potessero recuperare circa la metà della perdite del giorno precedente e che di conseguenza dovessero salire di un +1%. Invece il rialzo é durato per tutta la giornata e la seduta é stata speculare rispetto a quella di martedì. Le borse europee hanno chiuso sul massimo giornaliero e con guadagni intorno al +2% (DAX +2.12% a 15170 punti, FTSE MIB +2.03% a 24463 punti). In questa maniera gli indici sono tornati sopra i supporti e hanno formalmente annullato il segnale di vendita. Ora tecnicamente siamo al punto di partenza - la tendenza di fondo é al rialzo ma i cicli favoriscono l'inizio di una fase negativa. Questa nervosa oscillazione di poco sopra i supporti potrebbe durare fino a metà mese. Nelle ultime due settimane abbiamo notato che le borse non riescono più a fare sostanziali progressi. Martedi abbiamo osservato che al minimo segnale di pericolo gli investitori vendono e sono in grado di far cadere facilmente gli indici di alcuni punti in percentuale, sotto i supporti e sotto i limiti inferiori delle Bollinger Bands. Il rischio di improvvisi e sostanziali vuoti d'aria é considerevole.

Ieri la borsa americana avrebbe dovuto continuare il rimbalzo di martedì - l'S&P500 doveva far vedere di essere capace di tornare sui 4200 punti. Invece questa dimostrazione di forza é fallita. L'S&P500 é risalito alle 18.00 fino al massimo giornaliero a 4189 punti. Poi però é ricaduto in pari (+0.07% a 4167.59 punti) ed é tornato più vicino al supporto (4125 punti) che al record storico a 4218 punti. Ancora una volta la tecnologia ha mostrato debolezza relativa (Nasdaq100 -0.30% a 13503 punti) e il Nasdaq100 non é riuscito a cancellare il segnale di vendita generato martedì con la caduta sotto il supporto a 13700-13800 punti. I Summation Index sono in calo. La situazione tecnica rimane precaria ed instabile. Pensiamo che la debolezza del settore tecnologico potrebbe contagiare tutto il listino appena l'isteria riguardante il rischio d'inflazione, che sostiene settori come energia, materiali di base o finanziari, sparirà. Per lo meno in questo momento il mercato delle obbligazioni (USTBond decennale a 1.59% (-0.02%)) non sembra credere a questo scenario.
L'S&P500 ha aperto al rialzo a 4182 punti. All'inizio l'indice é ridisceso fino ai 4161 punti ma poi i rialzisti sono tornati alla carica e hanno fatto risalire l'indice fino ai 4187 punti. Dopo le 18.00 la spinta si era esaurita, l'indice ha perso una decina di punti, é oscillato in laterale qualche ora ed é infine caduto a 4167.59 punti (+0.07%). Come martedì la tecnologia era debole mentre si sono difesi bene DJI (+0.29%) e DJT (+0.09%). La seduta al NYSE é stata moderatamente positiva con A/D a 4141 su 3665, NH/NL a 673 su 583 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 19.15 punti (-0.33), Il CBOE Equity put/call ratio era nuovamente basso a 0.46 mentre il Fear&Greed Index é rimasto a 51 punti (=). Gli investitori si sono rilassati dopo lo spavento di martedì.
Noi crediamo che la caduta di martedì sia solo un sintomo di una situazione tecnica che si sta deteriorando - lentamente la rotazione tra settori sta diminuendo poiché ormai é salito tutto e non si sa più cosa comperare. Tutti hanno vissuto sulla propria pelle il crollo di uno o più "eroi" del passato (ieri é stato il caso di Peloton (-14.56%)) e sembra difficile che si possa ricreare quello stato di euforia necessario per far accelerare gli indici al rialzo.

Stamattina il future sull'S&P500 é 4162 punti (+2 punti) - l'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 3996 punti (-6 punti). Le borse europee apriranno in leggero calo. Crediamo che stamattina proveranno a tornare in positivo. Poi si fermeranno. Crediamo che oggi avremo una seduta senza sostanziali variazioni o una seduta moderatamente negativa - prima dell'importante rapporto sul mercato del lavoro americano ad aprile previsto domani alle 14.30 gli investitori saranno prudenti.

Commento del 5 maggio

Rottura al ribasso e segnale di vendita in Europa - l'America non conferma

Dopo giorni di calma e di sedute insignificanti ieri finalmente le borse si sono mosse - al ribasso. A provocare l'ondata di vendite sono state alcune dichiarazioni di Janet Yellen che ha parlato di rischio di surriscaldamento dell'economia e necessità di alzare "un pochino" i tassi d'interesse per evitare il problema. Nella tarda serata la Yellen ha fatto marcia indietro rimangiandosi l'affermazione che i programmi di stimolo di Joe Biden possano surriscaldare l'economia. Fino alle 13.20 le borse europee erano tranquille e praticamente invariate. Poi i mercati azionari sono stati travolti da un'ondata di vendite che é proseguita fin verso le 18.00. Abbastanza quindi per far cadere in ginocchio le borse europee ma non quella americana.

In Europa abbiamo finalmente avuto l'attesa seduta decisamente negativa con chiusura sul minimo giornaliero. L'Eurostoxx50 (-1.89% a 3924 punti) ha perso 76 punti e ha chiuso sotto il supporto a 3950 punti dando un segnale di vendita.
Ieri sera abbiamo commentato in questa meniera gli avvenimenti: "Adesso bisogna vedere se stasera l'S&P500 conferma questo segnale di vendita. In teoria domani dovrebbe esserci per lo meno un rimbalzo fino ai 3950 punti - se questo rimbalzo venisse a mancare allacciate le cinture di sicurezza. Se il rimbalzo fa tornare a fine seduta l'Eurostoxx50 sopra i 3950 punti abbiamo avuto oggi un semplice incidente di percorso e una falsa rottura al ribasso. Avrete capito che la seduta di domani é decisiva."
È appurato che le tendenze si decidono a New York ma prima di passare ad analizzare quanto successo a Wall Street guardiamo cosa hanno combinato le altre borse europee. Il DAX (-2.49% a 14856 punti) é precipitato di 380 punti e ha terminato la seduta sotto il supporto a 15000 punti - anche per questo indice abbiamo un segnale di vendita. Infine il FTSE MIB (-1.81% a 23977 punti) é caduto di  442 punti e ha chiuso marginalmente sotto il supporto a 24000 punti. In questo caso il segnale di vendita é debole. L'SMI (-1.33% a 10970 punti) é sceso "solo" di 148 punti e ha chiuso sotto il decisivo supporto a 11000 punti. L'SMI perde molto meno che le altre borse europee - il carattere difensivo dell'SMI ha frenato la caduta. Il prossimo supporto e obiettivo di una fase di ribasso é a 10600 punti.
L'indice delle banche SX7E ha perso solo il -1.14% a 91.03 punti. L'indice mostra forza relativa in una giornata di borsa pessima e con tassi d'interesse di mercato in calo - questo é un segnale molto costruttivo.
Il cambio EUR/USD é ricaduto a 1.2020. A corto termine c'é un evidente supporto a 1.20 - secondo noi dovrebbe essere rotto dopo qualche tentativo.
Riassumendo le borse europee sono cadute al primo segnale di pericolo. È una reazione tipica ad una situazione di eccesso - tutti temono la correzione e vendono appena c'é un cedimento. C'é però poco da fidarsi degli europei che hanno dimostrato nel passato di avere i nervi fragili e di dipendere troppo da quanto sta succedendo a New York. Dopo il rimbalzo odierno potremo fare il punto della situazione e potremo dire se i segnali di vendita sono validi oppure no. Non basta una seduta negativa (specialmente in Europa) per poter con sicurezza dichiarare che é iniziata una correzione.

In effetti la borsa americana é caduta solo fino alle 18.00 - poi ha recuperato. L'S&P500 (-0.67% a 4164.66 punti) é sceso fino a 4128 punti di minimo ma é risalito 36 punti dal minimo chiudendo con una moderata perdita. Ricordiamo che noi abbiamo indicato un decisivo supporto a 4125 punti - l'indice doveva terminare una seduta sotto questo livello per dare un segnale di vendita. Il supporto non é stato rotto - neanche nel corso della seduta. Le vendite si sono concentrate nello strutturalmente debole settore tecnologico (Nasdaq100 -1.85% a 13544 punti, Apple -3.54%) mentre altri settori sono risultati immuni. Il DJ Industrial (+0.04%), il DJT (+0.04%) e settori come banche o materiali hanno guadagnato terreno.
L'S&P500 ha aperto in forte calo a 4174 punti e fino alle 18.00 é sceso ad ondate regolari e ha raggiunto un minimo a 4127 punti. Poi l'indice é lentamente e costantemente risalito fino a 4154 punti. Sul finale c'é stata un'impennata fino a 4164.66 punti (-0.67%). La seduta al NYSE é stata decisamente negativa (complice il Russell2000 in netto calo (-1.28%)) con A/D a 2436 su 5391, NH/NL a 568 su 876 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 19.48 punti (+1.17), il CBOE Equity put/call ratio era più alto del solito a 0.56 e il Fear&Greed Index é sceso a 51 punti (-3). In generale gli indicatori di sentiment sono peggiorati - mostrano una leggera inquietudine ma nessun pessimismo. I Summation Index sono leggermente scesi.
Insomma - a New York c'é stata una normale seduta negativa che non sembra rappresentare l'inizio di un ribasso. Solo il Nasdaq1000 ha fornito un debole segnale di vendita - debole poiché l'indice ha chiuso 150 punti sopra il minimo giornaliero e potrebbe già aver completato una correzione minore fino alla MM a 50 giorni.
Bisogna ora osservare come si svolge l'odierno rimbalzo. Per il momento non sembra che bisogna affrettarsi a vendere. Il supporto a 4125 punti di S&P500 resta determinante e finora non é in pericolo - la pressione di vendita é ancora moderata e limitata al settore tecnologico. Solo se ci fosse un contagio ci sarebbe da preoccuparsi.

Stamattina il future sull'S&P500 si trova a 4164 punti (+6 punti). Le borse in Giappone e Cina sono ancora chiuse. Il cambio EUR/USD scende nuovamente a 1.20 - pensiamo che una rottura sotto gli 1.20 possa avere conseguenze negative sulle borse.
L'Eurostoxx50 alle 08.35 vale 3950 punti (+26 punti). Le borse europee riapriranno con guadagni di circa il +0.6% e intorno ai supporti. Pensiamo che stamattina dovrebbero provare a salire più in alto (fino a +1%). Il pomeriggio invece potrebbe riservare sorprese negative. La caduta di ieri ha sicuramente lasciato un segno - chi é troppo esposto long cercherà di usare il rimbalzo per vendere. Le vendite di ieri non sono casuali - le dichiarazioni della Yellen sono state unicamente una scusa per delle prese di beneficio che erano dovute da tempo. L'ipotesi che stia iniziando una correzione é ancora valida - é però possibile che ci vogliano ancora alcuni giorni altalenanti prima che la nuova tendenza si imponga.

Commento del 4 maggio

La mattina si compra - la sera si vende

Il mese di maggio é iniziato con una seduta positiva sia in Europa (Eurostoxx50 +0.64% a 4000 punti) che in America (S&P500 +0.27% a 4192.66 punti). Gli indici non hanno però provato a migliorare i massimi annuali o storici e nella seconda parte della giornata hanno prevalso le vendite - gli indici hanno chiuso lontani dai massimi giornalieri. Sembra mancare il potere d'acquisto per salire più in alto - é quindi possibile che il movimento laterale delle ultime due settimane sia distribuzione e non consolidamento e accumulazione. In questo momento però non c'é pressione di vendita. Non é ancora possibile prevedere se avremo un'accelerazione al rialzo o al ribasso. Malgrado che le Bollinger Bands molto strette significano che probabilmente un movimento significativo é imminente i cicli ci dicono che questa fase di incertezza potrebbe durare fino a metà mese. Noi favoriamo la variante dell'inizio di una correzione o di un ribasso fino ad ottobre - questa é la soluzione che sembrano suggerire le divergenze a livello di partecipazione e i cicli di lungo termine e annuali. Ieri il Nasdaq100 (-0.44% a 13799 punti) si é seduto sul primo supporto a 13800 punti - questo é il primo indice che potrebbe dare un segnale di vendita a corto termine.

Dopo due sedute negative l'Eurostoxx50 (+0.64% a 4000 punti) ieri é risalito con moderati volumi di trattati. L'indice ha chiuso al centro del range giornaliero. Questa seduta ci dice che le borse europee non sono ancora pronte per una rottura ed accelerazione al ribasso. Forse si é trattato della solita seduta positiva di inizio mese quando la nuova liquidità affluita sui conti risparmio deve essere investita. Il DAX (+0.66% a  15236 punti) ha evitato di testare il bordo inferiore delle BB e si é comportato come l'Eurostoxx50 - rally nella prima ora di contrattazioni, calo fino a mezzogiorno, recupero fino alle 14.00 e lento calo fino alla chiusura. Il FTSE MIB (+1.15% a 24420 punti) si é comportato relativamente meglio - probabilmente questa é una conseguenza del fatto che la borsa italiana aveva alle spalle quattro sedute negative e non solo due.
Con tassi d'interesse invariati ieri le banche hanno sottoperformato (SX7E +0.21% a 92.08 punti).
Malgrado questa seduta positiva non vediamo le premesse per una continuazione a breve del rialzo. Crediamo piuttosto che durante la settimana ci sarà un tentativo di scendere sotto i minimi di aprile.

La borsa americana ha avuto una seduta positiva (A/D a 4796 su 3035, NH/NL a 758 su 347 e volume relativo a 0.9). L'S&P500 (+0.27% a 4192.66 punti) però non é però riuscito a difendere i guadagni iniziali ed ha chiuso 4 punti sopra il minimo giornaliero con un magro bottino di 11 punti. Il Nasdaq100 é sceso del -0.44%. Non si può parlare di conseguenza di ripresa del rialzo ma piuttosto di una seduta di pausa che non soddisfa nessuno.I Summation Index praticamente non si sono mossi.
L'SP500 ha aperto in positivo a 4204 punti. All'inizio é salito a 4209 punti - poi ha cambiato direzione a fino alle 17.30 é sceso a 4193 punti. In seguito é lentamente risalito e alle 21.00 ha nuovamente raggiunto i 4203 punti. Sul finale é ricaduto a 4188 punti e ha chisuo a 4193 punti. Gli indicatori di sentiment si sono mossi poco e in maniera disordinata (VIX a 18.31 punti (-0.30), CBOE Equity put/call ratio a 0.51 e Fear&Greed Index a 54 punti (-2)). Il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.63% (-0.02%). Il prezzo del petrolio é salito del +2%. Decisamente questa seduta ha lanciato segnali discordanti e non ci fornisce nessun elemento valido per poter prevedere la direzione del prossimo movimento significativo.

Stamattina il future sull'S&P500 scende a 4178 punti (-7 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3999 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate. L'agenda economica non offre appuntamenti di grande interesse. La stagione di pubblicazione dei risulati delle imprese americane prosegue - oggi il nome più importante é la farmaceutica Pfizer - non ci sono però più società in grado da sole di muovere i listini. Dopo il balzo di ieri é probabile che oggi avremo una seduta leggermente negativa.

Aggiornamento del 3 maggio

Covid-19, inflazione e cryptovalute

Durante il fine settimana i temi discussi nella stampa internazionale sono rimasti i soliti.
Mentre in Europa si fanno lenti progressi contro il Covid19 grazie ai vaccini, l'India viene travolta da un'ondata di nuove infezioni - il numero dei decessi aumenta in maniera esponenziale. I Paesi in via di sviluppo sono in una profonda crisi sanitaria ed economica.
In America stanno salendo i prezzi di case, energia e di molti beni di prima necessità - si discute se i dati riguardanti l'inflazione corrispondano alla realtà. I tassi d'interesse sembrano troppo bassi e molti ritengono che la politica monetaria della FED sia troppo accomodante. Noi pensiamo che a breve i tassi d'interesse di mercato debbano salire spingendo al rialzo l'USD. Per il momento non ci sono conseguenze sulla borsa americana - l'umore degli investitori potrebbe però cambiare rapidamente.
Nel frattempo spregiudicati investitori e speculatori continuano a spingere i prezzi delle monete digitali al rialzo. La notizia del giorno é che l'Ethereum, la seconda moneta digitale per capitalizzazione dopo il Bitcoin, ha superato i 3000 USD e ha toccato un nuovo record storico a 3106 USD. Considerando che il valore intrinseco di queste monete é nullo (provate stamattina ad andare a fare la spesa al supermercato e chiedete se é possibile pagare in Ethereum) l'aumento di valore di questi assets virtuali é un segno dei tempi.
Da due settimane il rialzo delle borse é in stallo - vedremo come usciremo da questa fase di apparente consolidamento. La tendenza dei mercati azionari in generale é al rialzo. I cicli suggeriscono che il rischio di una correzione o un ribasso sono alti.

All'inizio di questa settimana ci sono tre giorni di festa sia in Giappone che in Cina. I mercati finanziari mondiali devono fare a meno degli investitori asiatici. Stamattina il future sull'S&P500, che é il contratto che fornisce l'intonazione alle borse, sale a 4183 punti (+9 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.15 vale 3976 punti (+2 punti). Le borse europee apriranno con leggeri guadagni (DAX +0.2%). Sui mercati azionari non ci sono novità di rilievo. Sembra che avremo un'altra seduta tranquilla e senza sostanziali variazioni.

Commento del 1-2 maggio

Le borse sono in stallo - i cicli sono ostili - malgrado l'assenza di segnali di vendita bisogna essere prudenti

Questa settimana i rialzisti sono rimasti delusi mentre i ribassisti hanno tirato un sospiro di sollievo. Si sapeva che i risultati trimestrali dei big della tecnologia sarebbero stati da buoni a ottimi e che la crescita dell'economia nel primo trimestre del 2021 era stata molto robusta (PIL +6.4%). Molti pensavano che la pubblicazione dei dati avrebbe provocato un'accelerazione al rialzo della borsa americana. In effetti gli utili record delle sei più grandi società tecnologiche americane, Apple, Microsoft, Amazon, Google e Facebook e Tesla sono stati onorati solo in parte dagli investitori - le reazioni dei prezzi delle azioni sono state miste con la conseguenza che malgrado dei nuovi massimi storici marginali, sia Nasdaq Composite che Nasdaq100 hanno terminato la settimana con una perdita. L'ipotesi che abbiamo presentato una settimana fà di un doppio massimo o una falsa rottura al rialzo é ancora valida.
Joe Biden ha presentato un nuovo programma di stimolo economico - dopo quello dedicato a combattere gli effetti negativi della pandemia e quello per le infrastrutture é arrivato un piano da 2300 Mia di USD per sostenere le famiglie e aumentare la spesa sociale. Vi ricordate le regole europee del trattato di Maastricht? Prevedevano che il deficit annuale di uno Stato non potesse superare la soglia del 3% - in questo momento gli Stati Uniti si stanno indebitando ad un ritmo annuo del 19% (!) del PIL. Se non ci fosse la FED a finanziare il debito stampando moneta gli Stati Uniti avrebbero da tempo fatto la fine del Venezuela. Le cifre ci fanno però capire che siamo di fronte al più grande esperimento monetario e di spesa pubblica della storia il cui esito é altamente incerto. I rischi sono inflazione, svalutazione e un sistema finanziario e sociale fuori controllo. Già adesso i prezzi delle materie prime e dei beni reali stanno esplodendo mentre circa un terzo della popolazione americana vive grazie ai soldi versati dello Stato - molti preferiscono incassare gli assegni provenienti dal governo piuttosto che andare a lavorare. Molte imprese cercano disperatamente collaboratori mentre la disoccupazione resta ancora molto alta.
Vedremo cosa succederà quando questa spinta eccezionale finirà e il Paese ritornerà alla normalità. Se le spese e gli investimenti non avranno creato un  circolo virtuoso di crescita economica restaranno solo grandi disuguaglianze, molta gente disillusa ed una immensa montagna di debiti.
Da inizio aprile gli indici azionari non riescono più a fare sostanziali progressi. Le performances delle ultime due settimane sono leggermente negative. Possiamo parlare di borse in stallo. La tendenza di fondo resta al rialzo poiché gli indici sono sopra le MM a 200 e 50 giorni in crescita. In America il 59.2% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 75.15 punti. Bisogna quindi partire dal principio che questa pausa sia un periodo di consolidamento e che nel futuro del borse continueranno a salire. A maggio però iniziano statisticamente i 6 mesi peggiori dell'anno. Il ciclo di lungo periodo é già in calo mentre il ciclo annuale mostra che le borse potrebbero ancora "reggere" fino a metà maggio ma poi dovrebbero scendere (e di parecchio) fino ad ottobre.
Non abbiamo ancora nessun segnale di vendita - nei commenti giornalieri abbiamo ripetutamente avvisato che la rottura dei primi supporti, relativamente vicini, potrebbero far precipitare la situazione. A breve sembra che i tassi d'interesse sia sull'EUR che sull'USD debbano salire - intanto l'USD dovrebbe rafforzarsi e ci aspettiamo che il cambio EUR/USD torni a 1.18. Forse sarà questo a far partire una fase di ribasso delle borse. Quando le borse cominceranno a scendere (se lo faranno come prevediamo noi) anche i tassi d'interesse dovrebbero di nuovo calare. Non chiedeteci cosa potrebbe provocare questa inversione di tendenza poiché non lo sappiamo - lo scenario é però consistente. È possibile che la ripresa economica sarà inferiore alle attese, che una nuova variante del Covid19 faccia nuovamente ripartire la pandemia o che ci sia un qualche nuovo evento in grado di destabilizzare l'economia mondiale - viste le numerosi tensioni internazionali e le bombe vaganti tipo Archegos c'é solo l'imbarazzo della scelta.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.96% a 3974 punti
SX7E (banche)          +7.51% a 91.89 punti
DAX                         -0.94% a 15136 punti
SMI                          -1.59% a 11022 punti
FTSE MIB                  -1.00% a 24141 punti
S&P500                     +0.02% a 4181.17 punti
Nasdaq100                -0.58% a 13860 punti

Settimana scorsa nelle borse europee ed americana abbiamo avuto una serie di sedute di poco negative o positive. Gli indici si sono mossi poco e le borse hanno reagito con un'alzata di spalle ai numerosi dati economici e agli utili delle imprese americane. Le azioni delle singole imprese si sono mosse violentemente dopo la pubblicazione dei risultati trimestrali ma il mercato nel suo insieme é rimasto fermo. Questa pausa ad alto livello (l'S&P500 ha toccato giovedì un nuovo record storico marginale a 2418 punti) ha permesso alle borse di assorbire parte del'ipercomperato di corto termine - inoltre gli investitori sono diventati più prudenti come mostrano la VIX salita a 18.61 punti (dai 17.33 di una settimana fà), il CBOE Equity put/call ratio lievitato a 0.59 (da 0.39) e il Fear&Greed Index sceso a 56 punti (da 61 punti). Nel sottofondo aumenta la pressione di vendita (il numero dei NL sta crescendo) ma finora non ci sono sostanziali conseguenze negative. Ripetiamo - fino a prova contraria (tipo una pessima seduta con chiusura sul minimo e volumi di titoli trattati in forte aumento) o fino alla rottura dei primi supporti bisogna partire dal principio che le borse stanno unicamente consolidando prima di riprendere il rialzo.
Venerdì sia in Europa (Eurostoxx50 -0.55% a 3974 punti) che in America (S&P500 -0.72% a 4181.17) la seduta é stata negativa. Questa seduta non ha però cambiato il quadro tecnico generale - in particolare l'S&P500 é risalito dopo aver raggiunto la prima zona di supporto a 4170-4175 punti - sembra che i venditori non siano in grado di prendere l'iniziativa e dominare. Da mesi sul grafico non c'é una lunga e marcante candela rossa con chiusura sul minimo giornaliero.
L'S&P500 ha aperto a 4188 punti e nella prima ora é risalito a 4196 punti. Poi é lentamente sceso ad ondate fino a i 4174 punti. Dopo le 20.00 ha recuperato ed ha chiuso a 4181 punti con una perdita di 30 punti. Il range giornaliero é di soli 24 punti. Tutti i maggiori indici sono scesi (Nasdaq100 -0.78% a 13860 punti, DJT -0.47%, RUT - 1.65) - ovviamente la seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2161 su 5618, NH/NL a 458 su 375 e volume relativo a 1.0. I Summation Index sono adesso in calo. Il reddito dell'USTBond decennale é invariato a 1.65%.
Il cambio EUR/USD venerdì é pesantemente caduto a 1.2020 - c'é stato l'atteso cambiamento di tendenza a corto termine che dovrebbe riportare il cambio intorno a 1.18.
Insomma - la seduta di venerdì ha visto un arretramento generale delle borse - non abbiamo però nessun elemento per poter dire che questo é l'inizio di una fase negativa.
Vediamo come inizia il nuovo mese - secondo la nostra previsione le borse potrebbero scendere da subito o continuare ad oscillare in laterale, come hanno fatto da metà aprile, ancora per due settimane. Secondo i cicli annuali prevediamo un ribasso a partire da metà maggio fino a metà ottobre. Non bisogna però ancora andare contro la tendenza dominante che fino a prova contraria é al rialzo. Concretamente é meglio evitare adesso acquisti di azioni e bisogna tenere la mano pronta a schiacciare il pulsante d'uscita e di vendita.

Commento del 30 aprile

Nuovi record storici in America - l'Europa traballa

Ieri l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 4218.78 punti e ha chiuso poco più in basso a 4211.47 punti (+0.68%) con un guadagno di 28 punti. La tendenza della borsa americana é indiscutibilmente al rialzo. La tecnologia fatica a tenere il passo - il Nasdaq100 ha toccato un nuovo record storico marginale a 14073 punti - ha però chiuso 100 punti più in basso (+0.49% a 13970 punti) senza confermare la rottura al rialzo. La partecipazione resta debole. Diciamo che al momento i grafici trionfano sugli indicatori - mentre i primi parlano solo di rialzo i secondi invitano alla prudenza poiché da settimane mostrano divergenze negative specialmente a livello di partecipazione e in particolare nel settore tecnologico. Temiamo che l'aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond decennale a 1.65%, +0.02%) possa presto o tardi mettere in difficoltà il mercato azionario ma al momento non vediamo nessuna valida ragione per prevedere un top e un'inversione di tendenza.

Abbiamo iniziato il commento parlando della borsa americana poiché é questa che conduce il ballo. Ieri in Europa c'é stata una seduta negativa (Eurostoxx50 -0.45% a 3997 punti) che contrasta con quanto visto a Wall Street. Il problema é che la debolezza in Europa é apparsa già all'apertura dei mercati. Da giorni prevedevamo che ci sarebbe stato a breve un movimento importante con un'accelerazione in una o nell'altra direzione. Ora sembra che la rottura debba avvenire al ribasso.
Le premesse la mattina erano per una seduta positiva. Dopo la buona apertura però le borse europee non sono più riuscite a fare progressi. L'Eurostoxx50 é caduto in negativo nel pomeriggio. La perdita di 18 punti é modesta. Preoccupa però il fatto che l'Eurostoxx50 invece che attaccare il massimo annuale é caduto dopo una serie di 6 sedute dove o é salito o ha marciato sul posto. La tendenza é al rialzo e tutti si aspettano che l'Eurostoxx50 salga. Spesso però il mercato non segue il consenso ma fa esattamente l'opposto. Se il supporto a 3950 punti venisse rotto sarebbero guai. Il DAX (-0.90% a 15154 punti) ha aperto in positivo ma poi é sceso praticamente per tutta la giornata e ha chiuso vicino al minimo con una vistosa perdita di 138 punti. Se l'indice scende sotto i 15000 punti deve iniziare una correzione poiché molti analisti tecnici avranno un segnale di vendita. Sarà un segnale da non trascurare perché come preannunciato ora deve esserci un movimento rapido e significativo. I tassi d'interesse in aumento hanno spinto l'indice delle banche SX7E (+1.16% a  91.87 punti) ancora al rialzo. Attenzione però che il settore non può muoversi per tanto in controtendenza rispetto all'Eurostoxx50. Se l'Eurostoxx50 comincia a cadere (e non scendere dolcemente come ieri) anche il SX7E verrà trascinato verso il basso.
Il FTSE MIB (-0.74% a 24278 punti) ha vistosamente perso terreno malgrado il buon comportamento del settore bancario. L'ovvio importante supporto sul FTSE MIB si trova a 24000 punti.
Riassumendo ieri le borse europee hanno ignorato i segnali costruttivi provenienti dall'America ed hanno avuto una seduta negativa. Può essere solo un problema temporaneo - al momento non abbiamo nessuna segnale di vendita. Bisogna però monitorare con attenzione lo sviluppo della situazione. Finora abbiamo giudicato il movimento laterale da metà aprile come un consolidamento che doveva terminare con una ripresa del rialzo. Ieri però gli indici sono scesi e si sono pericolosamente avvicinati ai supporti proprio quando si avvicina il momento in cui deve esserci una decisiva rottura al rialzo o al ribasso. Questo attacco di debolezza in concomitanza con tassi d'interesse in sensibile aumento ci preoccupa.

L'S&P500 ha aperto sul nuovo massimo storico a 4218 punti. L'indice é caduto in due ondate fino alle 18.05 quando ha toccato il minimo giornaliero a 4176 punti. Il gap up in apertura é stata in questa maniera colmato. Poi l'S&P500 é ripartite al rialzo e con un movimento regolare é risalito fino ai 4215 punti. Sul finale é sceso a 4211.47 punti (+0.68%). La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 3961 su 3837, NH/NL a 1060 su 205 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 17.61 punti (+0.33), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.47 e il Fear&Greed Index é balzato a 66 punti (+5). I Summation Index sono saliti.
Malgrado gli ottimi risultati trimestrali Apple (-0.07%) ha marciato sul posto. Solo Facebook (+7.30%) ha reagito con un balzo ai convincenti risultati. In generale abbiamo l'impressione che molti dati positivi siano già scontati nelle attuali quotazioni stratosferiche delle azioni. Anche il forte aumento del PIL americano (+6.4%) non ha scatenato un rally ma é stato onorato solo con una seduta moderatamente positiva.
Dubbi a parte i nuovi record storici sono un segnale indiscutibile di rialzo e fino a prova contraria bisogna partire dal principio che gli indici saliranno più in alto.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4192 punti (-11 punti). L'Eurostoxx50 vale 3997 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate e non sembrano avere l'intenzione di recuperare le perdite di ieri. Ci vorrebbe oggi un guadagno del +0.5% per evitare che la performance settimanale sia negativa.
Ieri sera dopo la chiusura a Wall Street Amazon ha presentato dei buoni risultati trimestrali - nel dopo borsa l'azione ha guadagnato il +2%. Adesso tutti i big della tecnologia hanno pubblicato i loro utili trimestrali - bisogna osservare con attenzione come si comporta il Nasdaq100 nei prossimi giorni - malgrado ottimi dati la chiusura del 16 aprile é ancora la migliore della storia. La nostra ipotesi del doppio massimo é ancora valida.

Commento del 29 aprile

Joe Biden spende - la FED finanzia il debito e tiene bassi i tassi d'interesse - le imprese macinano utili

Dopo il pacchetto di aiuti Covid-19 da 1900 Mia. di USD e il programma di investimento in infrastrutture da 2300 Mia di USD Joe Biden ha annunciato ulteriori uscite aggiuntive per 1800 Mia di USD in spese sociali per aiutare le famiglie americane. Jerome Powell e la FED finanziano il mostruoso deficit continuando a mantenere i tassi d'interesse di riferimento a 0% e acquistando 120 Mia di titoli di Stato ogni mese. In un mondo dove tutti vivono al di sopra delle proprie possibilità spendendo dei soldi che non esistono le imprese macinano utili - lo ha dimostrato ieri sera anche Apple presentando dopo a chiusura a Wall Street degli ottimi risultati trimestrali. Malgrado che ieri sera l'S&P500 (-0.08% a 4183.18 punti) abbia marciato sul posto niente sembra in grado di turbare il rialzo delle borse. L'analisi tecnica non può che confermare la tendenza rialzista sancita da un nuovo massimo storico dell'S&P500 a 4201.53 punti. La partecipazione miserabile (NH/NL a 817 (!) su 182) e il momentum in calo sembrano non interessare a nessuno.

Per la quarta seduta consecutiva le borse europee si sono mosse in pochi punti senza direzione e hanno chiuso senza sostanziali variazioni (Eurostoxx50 +0.08% a 4015 punti, DAX +0.28% a 15292 punti, FTSE MIB -0.06% a 24459 punti). Il momentum é in calo, le Bollinger Bands si stanno restringendo, sui grafici appaiono delle costellazioni tecniche tipo dei triangoli orizzontali che presuppongono l'imminenza di un movimento significativo. Di solito dopo una pausa di questo tipo le borse ricominciano a muoversi in direzione del trend dominante che attualmente é al rialzo. I segnali negativi mandati del Nasdaq non sono però spariti e ieri il Nasdaq100 ha perso il -0.42% a 13901 punti. Di conseguenza l'accelerazione al rialzo non é ancora un dato di fatto.

L'S&P500 ha aperto a 4191 punti e fino alle 20.00 é oscillato a caso tra 4184 e 4196 punti. Dopo la conclusione della riunione della FED e durante la conferenza stampa di Jerome Powell l'indice si é impennato fino ad un nuovo massimo storico a 4201 punti ma poi é ricaduto a 4183.18 punti (-0.08%). Il 16 aprile l'indice aveva toccato i 4191 punti - nel frattempo non ha fatto progressi.
Anche gli altri indici si sono mossi poco (DJT -0.16%, RUT +0.13%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4447 su 3316, NH/NL a 817 su 182 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 0.43, il CBOE Equity put/call ratio é stabile a 0.43 mentre il Fear&Greed Index é lievitato a 61 punti (+2). I Summation Index stanno lentamente salendo.
Ieri sera l'S&P500 ha chiuso in calo, sul minimo giornaliero e 18 punti sotto il massimo giornaliero - non possiamo però parlare di segnale negativo o reversal - é stata semplicemente una seduta neutra senza significato particolare.

I buoni risultati trimestrali di Apple e Facebook fanno salire il future sul Nasdaq100 del +0.8%. Di riflesso il future sull'S&P500 sale a 4198 punti (+22 punti). L'Eurostoxx50 vale 4022 punti (+7 punti) - le borse europee apriranno con un guadagno di circa il +0.2%. Niente di entusiasmante e nessuna accelerazione - probabilmente avremo però una seduta di moderato rialzo.
Alle 14.30 é previsto il dato sulla crescita economica (PIL) negli Stati Uniti nel primo trimestre dell'anno - la stima degli analisti é a +6.1%. Sicuramente il dato non deluderà gli investitori.

Commento del 28 aprile

Google fantastica - Microsoft delude - gli effetti si compensano

La seduta di ieri é stata semplicemente una brutta copia di quella di lunedì. Brutta perché invece che guadagnare qualche punto sia le borse europee (Eurostoxx50 -0.22% a 4012 punti) che quella americana (S&P500 -0.02% a 4186.72 punti) hanno chiuso con delle leggere perdite. Gli indici azionari si sono nuovamente mossi in pochi punti intorno al livello d'apertura e hanno chiuso senza sostanziali variazioni e con modesti volumi di titoli trattati. A livello tecnico non c'é molto da dire - dopo un periodo di pausa spesso ci sono però dei forti movimenti dinamici per uscire dal trading range - molti grafici mostrano che questa pausa, che finora sembra essere di consolidamento e di assorbimento dell'ipercomperato, si avvicina alla fine. 

C'é sempre poco da commentare quando durante una giornata un indice si muove senza direzione in pochi punti e chiude senza sostanziali variazioni. La perdita di ieri in Europa (Eurostoxx50 -0.22%, DAX - 0.31% e FTSE MIB -0.17%) compensa il guadagno di lunedì e gli l'indici sono ancora dove si trovavano giovedì scorso. Dopo una pausa di questo tipo é poco probabile che il mercato ricominci a salire lentamente e moderatamente seguendo il trend - in genere c'é un'accelerazione in una o nell'altra direzione. La variante più probabile é il rialzo - la più pericolosa é un ribasso che potrebbe essere violento e veloce poiché nessuno se l'aspetta.
Sul grafico del DAX si vede che le Bollinger Bands si stanno restringendo mentre l'indice si chiude in un triangolo orizzontale che sembra vicino alla fine.L'impressione é che gli investitori abbiano ancora bisogno una manciata di sedute per decidere, sulla base degli utili delle imprese e dei dati economici, cosa conviene fare. Siamo convinti che il mese di maggio sarà diverso da quello di aprile.

L'S&P500 ha aperto in leggero guadagno a 4190 punti. Si é mosso tra un minimo a 4176 punti e un massimo di 4193 punti (range di 17 punti) e ha chiuso invariato a 4186.72 punti (-0.02%). Sulla tecnologia abbiamo osservato delle prudenti prese di beneficio (Nasdaq100 -0.47%). il DJ Transportation (+1.44%) ha fatto registrare un nuovo record storico. La seduta al NYSE é stata moderatamente negativa con A/D a 3598 su 4166, NH/NL a 792 su 164 e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é rimasta stabile a 17.56 punti (-0.08), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.50 mentre il Fear&Greed Index é fermo a 59 punti (+1).
Ieri sera dopo la chiusura una serie di importanti società tecnologiche tra cui Microsoft e Google ha presentato i risultati trimestrali. Quelli di Google erano ottimi e l'azione nel dopo borsa é decollata - quelli di Microsoft erano buoni ma gli investitori si aspettavano di più e l'azione é caduta. Gli effetti si compensano - il future sul Nasdaq100 stamattina é invariato. Pensiamo che ci sono molti traders long che si aspettavano una decisa spinta di rialzo grazie ai buoni risultati dei big della tecnologia - se vedono che il mercato non si muove potrebbero decidere di mollare la presa e vendere. Pensiamo che prima di prendere una simile decisione aspetteranno per lo meno di conoscere i dati di Apple previsti stasera dopo la chiusura a Wall Street.

Stamattina i mercati finanziari sono nuovamente fermi e tranquilli. il future sull'S&P500 é a 4183 punti (+4 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 4114 punti (+2 punti). Le borse europee apriranno in leggero guadagno - sembra che anche la terza seduta di questa settimana sarà come le due precedenti e non ci saranno movimenti rilevanti.
Oggi si riunisce la FED per discutere la situazione economica e la politica monetaria. L'esito della riunione verrà comunicato alle 20.00. Alle 20.30 seguirà la conferenza stampa di Jerome Powell. Non crediamo che ci saranno novità di rilievo ma come sapete quando il più potente presidente di una Banca Centrale parla é meglio ascoltare.

Commento del 27 aprile

Tesla é un trader, non un produttore d'auto

La settimana é iniziata sia in Europa (Eurostoxx50 +0.19% a 4020 punti) che in America (+0.18% a 4187.62 punti) con una seduta leggermente positiva. Gli indici si sono mossi poco con modesti volumi di titoli trattati. Le borse sembravano a corto di argomenti o in attesa di nuovi impulsi. Dopo la chiusura a New York Tesla ha pubblicato i risultati trimestrali. Il guadagno per azione ha superato le stime degli analisti - il resto (entrate, cash flow, margini, liquidità) era più o meno come previsto. L'unico problema é che Tesla non guadagna producendo e vendendo auto elettriche - i sui utili derivano unicamente dalla vendita di certificati CO2 ad altre compagnie e (novità) dal trading con bitcoins che in questo trimestre ha generato un reddito di 100 Mio di USD. Questo é il sistema che tiene in piedi questo bull market - non é di certo un modello di crescita economica sostenibile che genera ricchezza e posti di lavoro. Chi compra le azioni di Tesla non si interessa a questi dettagli - ai traders interessano solo la narrativa, le emozioni ed il trend. I fondamentali sono qualcoso di complicato e superfluo - le borse salgono e ricompensano questo tipo di società "distruttive".

La giornata di ieri in borsa non necessita di grandi commenti - l'Eurostoxx50 si é mosso in soli 22 punti - l'S&P500 é oscillato in 12 punti - abbiamo avuto una seduta tranquilla e senza direzione. I guadagni a fine giornata sono trascurabili - mostrano unicamente che nel dubbio le borse preferiscono guadagnare qualche punto anche perché i risultati delle imprese in questo trimestre di ripresa economica non possono che essere buoni. Buoni e superiori alle stime degli analisti di Wall Street che stanno facendo il solito gioco - tengono le stime basse in maniera da poter esultare al momento della comunicazione dei dati effettivi e spingere le azioni al rialzo.
Eurostoxx50 e DAX (+0.11% a 15296 punti) hanno guadagnato qualche punto. L'indice delle banche SX7E é balzato del +2.70% a 87.78 punti. Ieri il settore si é comportato molto bene malgrado che i tassi d'interessi erano invariati - forse c'é un certo ottimismo visto che si ricomincia a parlare del Recovery Plan che dovrebbe rilanciare la crescita economica europea. La forza del settore bancario ha sostenuto il FTSE MIB (+0.52% a 24513 punti) - un effetto che conosciamo bene. In Italia, uno dei Paesi che più approfitta del Recovery Plan, il governo Draghi ha trasmesso i dettagli del piano di investimenti al Parlamento per la ratifica. Logico che in Italia regni un certo entusiasmo malgrado le critiche dei soliti scettici.
Gli indici azionari europei sono tornati a ridosso dei massimi annuali del 16-19 aprile. Questi massimi non sono stati ancora migliorati. L'impressione però é che il capitolo correzione potrebbe già essere terminato - fino a prova contraria la tendenza é al rialzo con un latente rischio di forti vuoti d'aria poiché senza correzioni c'é sempre un eccesso da compensare.

La seduta a Wall Street si é aperta con lieve balzo dell'S&P500 a 4187 punti - a questo punto la giornata era già praticamente finita visto che per il resto della giornata l'indice si é semplicemente mosso in 12 punti interno a questo valore. Poco dopo le 21.00 l'indice ha toccato un nuovo record storico marginale a 4194.19 punti e in chiusura é tornato a 4187.62 punti (+0.18%). Bene si sono comportati la tecnologia (Nasdaq100 +0.61% a 14026 punti) e le PMI (RUT +1.15%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5189 su 2603, NH/NL a 114 su 124 e volume relativo a 0.75. La volatilità VIX é salita a 17.64 punti (+0.31), il CBOE Equity put/call ratio era relativamente basso a 0.43 e il Fear&Greed Index é sceso a 58 punti (-3 punti). I Summation Index sono saliti. A livello tecnico non ci sono cambiamenti di rilievo. La tendenza é al rialzo - da oggi fino a giovedì verrano resi noti i risultati trimestrali dei 5 big della tecnologia AGMAF - la reazione della borsa servirà a confermare il trend o a provocare l'inizio di una correzione - l'ipotesi del doppio massimo sul Nasdaq é ancora valida.

Stamattina non cambia nulla - ritroviamo il future sull'S&P500 a 4187 punti (+6 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.25 vale 4019 punti - le borse europee apriranno in pari. Microsoft e Google pubblicheranno i risultati trimestrali stasera dopo la chiusura dei mercati americani. Fino a quel momento non dovrebbe succedere nulla di importante.

Aggiornamento del 26 aprile

Gli analisti litigano

Stamattina ritroviamo i mercato finanziari allo stesso punto di come li avevamo lasciati venerdì sera. Il future sull'S&P500 é a 4172 punti (+1 punto). Il Nikkei ha guadagnato il +0.42% mentre Shanghai sta perdendo il -0.5%. I cambi, i tassi d'interesse ed i prezzi dei metalli preziosi sono praticamente invariati. Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 4013 punti - le borse europee apriranno in pari. Pensiamo che stamattina le borse europee proveranno a guadagnare qualche punto per cercare di imitare quanto é successo venerdì a Wall Street. La spinta dovrebbe però essere modesta ed esaurirsi in un paio d'ore. Al momento non vediamo nessuna ragione particolare per un movimento importante della borsa americana - i risultati trimestrali di Tesla verranno pubblicati solo dopo la chiusura.
Gli analisti litigano a colpi di grafici ed indicatori. Chi lavora con i grafici vede sopratutto tendenze rialziste ed invoca l'accelerazione - finora per non c'é nessuna segnale di melt-up - la tendenza di S&P500 e colleghi é al rialzo ma l'inclinazione del movimento non sta aumentando - le linee di trend che limitano superiormente i grafici non vengono violate. Gli analisti fondamentali e chi da parecchio peso agli indicatori di partecipazione prevedono invece la fine del bull market e si aspettano a maggio un crollo della borsa. Le analisi sono entrambe corrette - le conclusioni però divergono e quindi il mercato dimostrerà che qualcuno ha torto. Un rialzo normalmente si sviluppa con delle fasi positive e delle correzioni intermedie - é probabile che anche questa volta lo sviluppo futuro non si sposterà di molto da questo scenario abituale lasciando tutti un pò delusi. Per fare notizia e attirare l'attenzione degli investitori (e clienti) bisogna però prevedere qualcosa di speciale - non bisogna essere sorpresi se i titoli delle analisi mettono spesso in evidenza eventi eccezionali. 
Probabilmente oggi non succederà nulla di importante.

Commento del 24-25 aprile

Borsa americana in fibrillazione - per vedere la correzione ci vuole la lente di ingrandimento...

Nell'analisi del fine settimana del 18 aprile avevamo constatato che la tendenza delle borse era ancora solidamente al rialzo - la maggior parte degli indici azionari aveva raggiunto dei nuovi massimi annuali o storici. Secondo l'analisi tecnica in quel momento le borse erano ipercomperate e in eccesso di rialzo non solo a corto ma anche a medio termine. Malgrado la forza del trend e l'impressione che si stesse verificando un'accelerazione avevamo (nuovamente) ipotizzato l'inizio di una correzione. Quello che é seguito é stato un andamento altalenante che ha l'aspetto di una fibrillazione - c'é stata una serie di sedute decisamente negative e positive intorno ad importanti livelli di supporto / resistenza (p.e. 13800 punti di Nasdaq100) che ha provocato sia segnali di vendita che segnali d'acquisto a corto termine. Sorprende la mancanza di continuità - dopo le prime due sedute negative (lu e ma) eravamo convinti che fosse iniziata una correzione - minore ed intermedia o più importante e a medio termine - ma almeno una correzione con un certo potenziale di ribasso (4090 punti di S&P500). Invece tra mercoledì e venerdì c'é stato un su e giù con sedute dall'andamento e risultati completamente opposti che hanno disorientato anche i traders più esperti. Per saldo durante la settimana gli indici sono scesi e quindi in teoria abbiamo a che fare con una correzione. In America però le perdite sono talmente contenuto che ci vuole la lente d'ingrandimento per vedere il calo sul grafico. La seduta di venerdì a Wall Street é stata decisamente positiva (S&P500 +1.09% a 4180.17 punti) - l'S&P500 ha fatto registrare un nuovo massimo storico a 4194.17 punti e si é fermato 14 punti più in basso con un forte guadagno di 45 punti. La tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo (59.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni, Bullish Percend Index sul NYSE a 71.51) e quindi lo scenario più probabile é che le borse ricomincino settimana prossima a salire chiudendo il capitolo correzione con un semplice ritracciamento o consolidamento che ha permesso ai mercati di assorbire per lo meno parte dell'ipercomperato di corto termine.
Non siamo però ancora disposti ad abbandonare la variante correzione perché dal settore tecnologico arrivano segnali discordanti - da settimane osserviamo divergenze negative su Nasdaq Composite / Nasdaq100 e il quadro tecnico a medio termine continua a non convincere. È possibile che si stia verificando un doppio massimo sul Nasdaq Comp rispettivamente una falsa rottura al rialzo sul Nasdaq100. Questo significa che settimana prossima gli indici potrebbero ripartire al ribasso e dare un segnale di vendita - osserviamo con attenzione i 13800 punti di Nasdaq100 (+1.30% a 13941 punti) e sopratutto i 13500 punti per un segnale di vendita definitivo.
Da dove viene questo pessimismo che osservando il grafico sembra ingiustificato? Prima di tutto la tecnologia mostra ancora debolezza relativa rispetto all'S&P500 - la correzione di metà febbraio / inizio marzo ha strutturalmente indebolito questo settore che da due mesi sottoperforma. Il price momentum é in calo (per gli interessati questo lo si vede con l'indicatore ROC). La partecipazione al rialzo é da settimane debole e suboptimale - lo si vede nei rapporti A/D, NH/NL e sul Bullish Percent Index. Il Bullish Percent Index sul Nasdaq Comp é a 59.96 - a febbraio era sopra gli 80 punti. In assoluto il Nasdaq si comporta bene grazie al Nasdaq100 e agli AGMAF. È però troppo poco - il rialzo posa su fondamenta fragili e si avvicina il momento della verità. Settimana prossima Apple, Microsoft, Amazon, Google, Facebook e Tesla presenteranno i risultati trimestrali. Tra qualche giorno sapremo se la tecnologia ha ancora la forza per spingere al rialzo i listini americani o se invece, come sospettiamo, ci sarà effettivamente una caduta e una correzione.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -0.49% a 4013 punti
SX7E (banche)          -3.00% a 85.47 punti
DAX                         -1.17% a 15279 punti
SMI                          -0.55% a 11200 punti
FTSE MIB                  -1.45% a 24386 punti
S&P500                     -0.13% a 4180.17 punti (nuovo massimo storico a 4194 punti)
Nasdaq100                -0.71% a 13941 punti

Stranamente le borse europee venerdì hanno marciato sul posto (Eurostoxx50 -0.04%) e non hanno seguito l'America al rialzo. Non é stato un problema di differenze d'orario o di rialzo ritardato a Wall Street. Alle 16.50 l'S&P500 era già a 4184 punti. Semplicemente sembrava che le borse europee non avessero più forza per salire e sono rimaste a guardare. La prova é che alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 4010 punti (-3). Forse si é verificato l'effetto di compensazione sul cambio che abbiamo già spesso osservato nel passato. Il cambio EUR/USD é salito a 1.21 e questa forza dell'EUR (ca. +0.7%) fa la differenza. In USD la performance delle borse in Europa ed in America é praticamente uguale. È evidente che lo sviluppo futuro delle borse europee continua dipendere dagli Stati Uniti. Fino a prova contraria la tendenza delle borse europee é al rialzo.
I tassi d'interesse salgono anche in Europa. Il reddito del Bund decennale é salito dai -0.57% di inizio anno agli attuali -0.25%. Si tratta ancora di interessi negativi che tendono a spostare la liquidità dal reddito fisso alla borsa. Il reddito da dividendi dell'Eurostoxx50 é attualmente di circa il 3.2%. Da questo punto di vista in Europa é più interessante investire in azioni che in obbligazioni - il vantaggio sta però diminuendo. In America é l'opposto - l'S&P500 rende l'1.38% mentre il reddito dell'US Treasury Bond decennale é a 1.58%.   

Dopo la seduta negativa di giovedì pensavamo che venerdì a New York ci sarebbe stato almeno un ulteriore tentativo di ribasso. Invece la borsa é salita dall'apertura fino alle 21.40 - solo sul finale c'é stato un ritracciamento. L'S&P500 ha aperto praticamente in pari a 4138 punti. Subito é partito al rialzo e alle 16.50 era già a 4184 punti. Poi per ore il mercato si é fermato e l'S&P500 é oscillato in una manciata di punti. Sul finale c'é stata un'impennata fino a 4194 punti - negli ultimi 20 minuti delle vendite hanno fatto scendere l'indice a 4180.17 punti (+1.09%). È stata una seduta decisamente positiva (A/D a 6172 su 1606, NH/NL a 743 su 145) con la partecipazione omogenea di quasi tutti i settori (Nasdaq100 +1.30%, DJT +1.42% (nuovo massimo storico), RUT +1.76%). La volatilità VIX é ricaduta a 17.33 punti (-1.38 / torna tra i 16 ed i 18.50 punti), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.39 e il Fear&Greed Index é salito a 61 punti (+2). Gli indicatori di sentiment mostrano ottimismo ma c'é parecchio margine per un miglioramento.
I Summation Index sono saliti.
A prima vista questa seduta positiva cancella i segnali negativi della settimana e rimette in corsa il rialzo - sembra che gli indici settimana prossima debbano continuare a salire. Non ci sono abbastanza elementi negativi per indurci a speculare al ribasso.
La situazione tecnica del Nasdaq Composite però non ci piace. Come bisogna tradurre questa valutazione ambigua in una strategia operativa? Un esempio : un trader può essere long Nasdaq100 (idealmente ha comperato venerdì quando l'indice é salito sopra i 13800 punti o ha aspettato la chiusura per avere un segnale chiaro e lo ha fatto sui 13940 punti). All'inizio mette uno stop loss poco sotto i 13800 punti - se l'indice sale sposta lo stop loss sul livello d'acquisto. Vende short solo se l'indice rompe la linea di trend ascendente dai minimi di marzo - questa si trova ora sui 13500 punti (in crescita). Buona fortuna e attenzione ai risultati trimestrali dei big della tecnologia...

Commento del 23 aprile

I ribassisti contrattaccano e ribaltano la situazione in loro favore - Nasdaq100 (-1.24% a 13762 punti) sotto i 13800 punti

Ieri sera verso le 19.00 l'amministrazione di Joe Biden ha comunicato i dettagli della proposta di aumento delle imposte. Limposizione fiscale delle imprese deve aumentare a circa il 28% e questo lo si sapeva da tempo - da quando Biden aveva annunciato il suo piano di investimenti in infrastrutture. La borsa americana ieri sera ha però reagito negativamente. Fino a qual momento gli indici azionari erano saliti. Le borse europee avevano continuato il rimbalzo iniziato mercoledì (Eurostoxx50 +0.97% a 4014 punti) mentre l'S&P500 dopo un'apertura in calo era tornato in positivo e si trovava sui 4179 punti. In un'ora l'S&P500 é caduto di 56 punti a 4123 punti di minimo. Dopo le 20.00 ha recuperato una decina di punti e ha chiuso a 4134.98 punti (-0.92%). L'indice ha perso quello che aveva guadagnato mercoledì - in teoria torniamo alla casella di partenza. In pratica ci sono due importanti differenze che danno un vantaggio ai ribassisti. I rialzisti sono stati presi in contropiede ed ora i ribassisti hanno il momentum in loro favore. Inoltre il Nasdaq100 (-1.24% a 13762 punti) é caduto sotto il supporto a 13800 punti e ha dato un segnale tecnico di vendita - la tecnologia sarebbe il settore più colpito da un aumento delle imposte. La rottura al ribasso non é ancora definitiva - 38 punti sono pochi e le ultime tre candele sul grafico sono praticamente parellele - i minimi di mercoledì e giovedì sono quasi gli stessi - l'indice ha chiuso 50 punti sopra il minimo. La seduta odierna dovrebbe però fornire chiarezza. Se l'America chiude in positivo stiamo avendo un semplice consolidamento - se invece l'S&P500 scende e cade sotto i 4100 punti é probabile che la correzione sia appena agli inizi e debba proseguire.

Sulla seduta in Europa c'é poco da dire. Raramente le borse europee prendono l'iniziativa - in genere si limitano a copiare quanto sta succedendo in America e la giornata di ieri non é stata un'eccezione. Gli indici hanno aperto in positivo e sono lentamente saliti per tutta la giornata chiudendo vicino ai massimi giornalieri e con dei consistenti guadagni. Oggi cambieranno nuovamente direzione - sarà unicamente interessante vedere se dopo l'apertura in calo si fermano o se invece le vendite si intensificano. Finora la settimana é stata di poco negativa e il comportamento degli indici assomiglia ad un semplice consolidamento per assorbire l'ipercomperato.

Come descritto nell'introduzione l'ondata di vendite in America é durata solo un'ora. In seguito la borsa si é stabilizzata, é rimbalzata ma non é riuscita a recuperare. Le perdite a fine giornata sono importanti soprattuto nell'importante settore tecnologico. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3034 su 4712, NH/NL a 640 su 179 e volume relativo a 0.95. A livello di partecipazione i dati sono relativamente buoni - l'A/D é negativa ma non pessima e il numero dei NL é nettamente diminuito come conseguenza della forza relativa del Russell2000 (RUT -0.31%). Sappiamo però che al momento la tecnologia é determinante - se il Nasdaq100 comincia a scendere trascinerà il resto verso il basso.
La volatilità VIX é balzata a 18.71 punti (+1.21), il CBOE Equity put/call ratio é più alto a 0.52 mentre il Fear&Greed Index é sceso di poco a 52 punti (-2). I Summation Index scendono.
Insomma - con questa seduta negativa si riapre la strada verso il basso e noi tiriamo un sospiro di sollievo. Malgrado il rialzo di mercoledì avevamo continuato a difendere l'ipotesi della correzione. Finora però é successo poco se non un'altalena e un susseguirsi di sedute negative e positive. Speriamo che l'ultima seduta della settimana porti un pò di chiarezza e confermi lo scenario della correzione.

Stamattina il future sull'S&P500 é praticamente invariato a 4128 punti (+1 punto). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3999 punti (-15). In genere le borse europee, in situazioni paragonabili, tentano la mattina di colmare la perdita iniziale. Poi vedremo cosa decideranno di fare gli americani. Ieri sera Intel ha pubblicato dei risultati che non hanno soddisfatto le eccessive aspettative degli investitori - l'azione nel dopo borsa ha perso il -2%. Le monete digitali (Bitcoin), che mostrano l'appetito al rischio degli speculatori, perdono nelle ultime 24 ore circa il -10%. L'impressione generale é che l'euforia sta lasciando spazio ad una certa prudenza e questo significa che le borse potrebbero questa volta veramente correggere.

Commento del 22 aprile

La borsa americana cancella l'impulso ribassista - la correzione potrebbe essere solo un consolidamento

Ieri sia le borse europee (Eurostoxx50 +0.91% a 3976 punti) che quella americana (S&P500 +0.93% a 4173.42 punti) sono salite. La seduta positiva in Europa aveva l'aspetto di un rimbalzo anche perché gli indici hanno recuperato solo circa la metà della perdita del giorno precedente. Invece la reazione positiva in America é stata più robusta e convincente. Gli indici non hanno solo compensato la perdità di martedì ma anche buona parte di quella di lunedì. Per saldo questa settimana l'S&P500 é in calo di appena 12 punti - inoltra la reazione ieri é sembrata più forte e convincente della tentennante discesa delle due precedente sedute. Ieri l'S&P500 ha aperto sul minimo a 4127 punti ed é salito con delle pause praticamente per tutta la giornata, Ha chiuso due punti sotto il massimo giornaliero a 4173.42 punti (+0.93%). Gli acquisti hanno coinvolto tutto il listino (Nasdaq100 +0.91%, DJT +0.98%, RUT +2.35%) malgrado che l'azione di riferimento della giornata (Netflix -7.40%) sia precipitata dopo aver pubblicato dei risultati trimestrali deludenti.
Riassumendo tra lunedì e martedì avevamo avuto l'impressione che fosse iniziata una correzione anche perché il calo era cominciato puntuale in occasione del massimo del ciclo a medio termine. Malgrado che gli indici americani non avessero dato nessun segnale di vendita pensavamo che la discesa potesse accelerare e ci eravamo fidati del segnale d'acquisto fornito dalla volatilità VIX (17.50 punti, -1.18) che aveva superato la resistenza a 18.50 punti. La positiva seduta di mercoledì ha invece cancellato l'impulso ribassista e ora ci ritroviamo alla casella iniziale. La costellazione tecnica continua a favorire lo sviluppo di una correzione intermedia - il primo tentativo di ribasso é però miseramente fallito e bisogna domandarsi se i ribassisti hanno ancora abbastanza forze e motivazione per imporsi.

Non facciamo lunghi commenti sulla seduta in Europa che ieri sera abbiamo classificato come possibile rimbalzo. La ragione é semplice - per essere un rimbalzo oggi le borse dovevano nuovamente scendere - invece sembra che stamattina gli indici apriranno con un guadagno del +0.7%. Possiamo paragonare l'Europa all'America con l'unica differenza che l'Europa segue l'America con alcune ore di ritardo. Non sappiamo se le borse europee stanno ancora correggendo o semplicemente consolidando prima di continuare a salire. La caduta di lunedì e martedì ha eliminato buona parte dell'ipercomperato di corto termine e questo riapre la strada verso l'alto. Ci sarebbe ancora dell'eccesso di rialzo da compensare con una sana discesa fino alle MM a 50 giorni ma sappiamo che se un rialzo é forte questa fase di assorbimento non é necessaria. Insomma - favoriamo ancora la variante della correzione intermedia ma a questo punto non possiamo escludere che il rialzo continui e che questa settimana, tra il calo di lunedì e martedì e il rimbalzo di mercoledì e giovedÌ (?) ci sia solo una pausa di consolidamento.

Come spiegato nell'introduzione la seduta a Wall Street é stata decisamente di rialzo con una salita dall'apertura in leggero calo fino alla chiusura un +1% più in alto. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6541 su 1282, NH/NL a 564 su 628 (ancora tanti ma in netta diminuzione) e volume relativo a 0.85. Il CBOE Equity put/call ratio é stabile a 0.43 mentre il Fear&Greed Index é balzato a 58 punti (+11 punti). Il Summation Index sul NYSE era praticamente invariato - quello sul Nasdaq é ancora in discesa. La partecipazione resta il tallone d'Achille di questo rialzo ma sta migliorando.
Adesso l'S&P500 é di nuovo a soli 18 punti dal massimo storico - al Nasdaq100 (+0.91% a 13935 punti) mancano 115 punti al record. Nuovi massimi significherebbero che la "correzione" é terminata e il rialzo riprende vigore. Fino a questo punto favoriamo però la variante della correzione e ci aspettiamo che l'S&P500 cada nelle prossime sedute sui 4090 punti. Facciamo questa previsione malgrado che stamattina il future sull'S&P500 é invariato a 4164 punti.

Oggi si riunisce la BCE per discutere la situazione economica e decidere eventuali cambiamenti nella politica monetaria. Il comunicato finale é previsto alle 13.45 - alle 14.30 seguira la conferenza stampa di Christine Lagarde. Non ci aspettiamo novità - la responsabile della BCE condurrà la solita guerra verbale assicurando un appoggio incondizionato ai mercati finanziari - l'effetto potrà solo essere neutro o positivo.

Commento del 21 aprile

Quest'anno tutte le correzioni sono state inferiori alle nostre previsioni - siamo quindi prudenti...

Ieri finalmente é apparsa pressione di vendita e adesso é evidente che le borse stanno correggendo. Le perdite in Europa sono state massicce (Eurostoxx50 -1.98% a 3940 punti). In America invece l'S&P500 (-0.68% a 4134.94 punti) ha contenuto le perdite - ha recuperato 16 punti dal minimo a 4119 punti toccato verso le 17.30. Il Nasdaq100 (-0.71% a 13809 punti) si é salvato in chiusura sopra il determinante supporto a 13800 punti. Se fossimo in tempi normali ora dovrebbe esserci una correzione di medio termine con un potenziale di ribasso tra un -5% ed un -10%. Da inizio anno però qualsiasi correzione si é fermata prima dei livelli che noi avevamo previsto. Prima di ricominciare a salire gli indici azionari non sono scesi in ipervenduto e non c'é stato panico. Di conseguenza questa volta siamo prudenti. Venerdì scorso l'S&P500 ha toccato un massimo storico a 4191 punti e ieri sera si é fermato solo 56 punti più in basso - é appena un -1.33%. Potrebbe anche solo esserci una breve correzione minore di tre sedute - in questo caso tra oggi e domani in giornata gli indici potrebbero già aver esaurito il potenziale di ribasso. Consigliamo però di attendere e osservare attentamente cosa succede - la maggior parte degli investitori si aspetta che il rialzo riprenda a breve e pochi hanno assicurato le posizioni contro possibili pesanti cadute (lo si vede dal mercato delle opzioni e dall'analisi dei COT). Se il calo accelerasse o se gli indici continuassero a scendere per parecchi giorni é possibile che ad un certo momento ci sia una possente ondata di vendite da parte di chi é esposto speculativamente al rialzo e non ha più i soldi per coprire le posizioni (il caso di Archegos deve servire da lezione).
Insomma - non ci aspettiamo molto da questa correzione che nasce come correzione minore e intermedia. Vediamo però parecchia debolezza a livello di partecipazione (NH/NL a 412 su 1210, Summation Index in calo) e gli indici sono ancora lontani dai primi solidi supporti. È meglio non sottovalutare il minaccioso messaggio lanciato dalle consistenti candele rosse apparse ieri sui grafici.

Ieri le borse europee hanno chiuso sul minimo giornaliero, con una pesante perdita e con volumi di titoli trattati in aumento. Sul grafico, per la prima volta da febbraio, appaiono delle marcanti candele rosse. È iniziata l'attesa correzione. Secondo una prima valutazione dovrebbe trattarsi di una correzione minore con i seguenti obiettivi indicativi: Eurostoxx50 a circa i 3850 punti, DAX (-1.55% a 15129 punti) a 14500 punti e FTSE MIB (-2.44% a 24088 punti) a 23500 punti. Dopo un lungo e costante rialzo questo tuffo ha il vantaggio di eliminare l'ipercomperato velocemente - la correzione potrebbe finire già questa settimana. 
L'indice delle banche SX7E é crollato del -3.86% a 85.70 punti. Sembra che il lungo periodo trascorso sugli 88 punti sia stata distribuzione. In questo caso il primo obiettivo della correzione si situa sugli 82 punti anche se purtroppo l'obiettivo più probabile si trova decisamente più in basso a 75 punti.

L'S&P500 ha aperto sui 4154 punti e all'inizio é ancora salito a 4159 punti. Poi le vendite hanno preso decisamente il sopravvento e l'indice é caduto fino alla chiusura in Europa a 4119 punti. Poi ha recuperato e per ore é ampiamente oscillato intorno ai 4130 punti. Sul finale si é impennato a 4137 punti e ha chiuso a 4134.94 punti (-0.68%). Il Russell2000 (-1.96%) era molto debole mentre il DJT ha guadagnato il +0.65%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 1839 su 5980, NH/NL a 412 su 1210 (!) e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita a 18.68 punti (+1.39) - finalmente la VIX parte al rialzo e supera la resistenza. Il CBOE Equity put/call ratio (0.48) si é mosso appena mentre Il Fear&Greed Index é sceso a 47 punti (-10).

Ieri sera dopo la chiusura Netflix ha presentato risultati trimestrali inferiori alle attese - in particolare il numero dei nuovi abbonati era decisamente inferiore alle stime e l'azione nel dopo borsa ha perso il -9%. Settimana prossima verranno comunicat i risultati trimestrali dei big della tecnologia. Questo sarà probabilmente il momento decisivo - se i dati deludono la correzione potrebbe continuare a medio termine - se invece gli utili saranno superiori alle ambiziose stime degli analisti é probabile che il rialzo riprenda trascinato dalla tecnologia.

Stamattina il future sull'S&P500 é invariato a 4126 punti. Le borse europee apriranno in guadagno (Eurostoxx50 a 3960 punti, +20 punti) - questa é la logica reazione alla forte perdite di ieri e al fatto che dopo le 17.30 l'S&P500 é risalito. Vedremo se nel corso della giornata riappariranno i venditori.

Commento del 20 aprile

Seduta moderatamente negativa senza pressione di vendita

Quando gli indici azionari chiudono sui minimi giornalieri con sostanziali perdite e con volumi di titoli trattati in aumento, tutti i settori sono in calo, il numero dei nuovi minimi a 30 giorni é in sensibile aumento ed i volumi si concentrano sui titoli in perdita parliamo di pressione di vendita. La pressione di vendita é necessaria per far scendere il mercato in maniera sostenibile e sostanziale nell'arco di più giorni e provocare una correzione. Ieri sia in Europa (Eurostoxx50 -0.32% a 4019 punti) che in America (S&P500 -0.53% a 4163.26 punti) abbiamo avuto una seduta negativa senza pressione di vendita. L'impressione é che questa é stata una semplice seduta negativa necessaria a cortissimo termine per assorbire parte degli eccessi - non abbiamo nessun elemento a sostegno dell'ipotesi che stia iniziando una correzione.

Ieri mattina molti indici azionari europei hanno fatto registrare dei nuovi massimi annuali. L'Eurostoxx50 (-0.32% a 4019 punti) ha toccato un nuovo massimo annuale marginale a 4040 punti. È rimasto sui 4035 punti fino all'apertura a New York e solo quando gli indici azionari americani sono scesi é passato in negativo. Ha chiuso con una perdita di 13 punti che non ha nessun significato particolare. Non possiamo di certo definire questa seduta come un reversal day. Non c'é nessun segnale di inizio di correzione.
Lo stesso vale per il DAX (-0.59% a 15368 punti) che in apertura ha toccato un nuovo massimo storico marginale a 15501 punti. È poi sceso ed é rimasto sui 14430 punti fino all'apertura a New York - solo quando gli indici azionari americani sono scesi é passato decisamente in negativo. La chiusura nel range di venerdì con una perdita di 91 punti non ha dato nessun segnale di vendita.
Il FTSE MIB (-0.21% a 24691 punti) ha semplicemente perso 52 punti - grazie alla forza relativa del settore bancario la borsa italiana ha limitato le perdite. L'indice delle banche europee SX7E é salito del +1.16% a 89.14 punti grazie ad un aumento dei tassi d'interesse di mercato - la solita storia...
Insomma - in Europa abbiamo avuto una seduta negativa ma questo sembra solo un caso - in un rialzo non si può pensare che gli indici possano solo e unicamente salire tutti i giorni.

Ogni giorno analizziamo lo svolgimento della seduta a Wall Street. Lo scopo di questo esercizio é di tentare di capire come sono distribuite le forze tra rialzisti e ribassisti, come si comportano i due gruppi e quali mezzi sono disposti a mettere in campo. Ieri hanno vinto i ribassisti visto che l'S&P500 (-0.53% a 4163.26 punti) ha perso 22 punti. L'indice ha però chiuso lontano dal minimo giornaliero (4150 punti) che é stato toccato a metà seduta (18.40). La discesa sul minimo é stata tentennante e l'indice ha trascorso la maggior parte della seduta sui 4160 punti. In chiusura, il momento dove appaiono gli investitori istituzionali, l'indice é salito a 3163 punti. Insomma - sembra che i ribassisti hanno vinto una scaramuccia ma non abbiano l'intenzione di attaccare in maniera massiccia. I ribassisti si sono difesi con ordine e in maniera efficace.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2211 su 5565, NH/NL a 531 su 809 (tanti però...) e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é balzata a 17.29 punti (+1.04), il CBOE Equity put/call ratio é rimasto stabile a 0.45 mentre il Fear&Greed Index é lievitato a 55 punti (+1). Il Summation Index sul NYSE é lievemente sceso - il calo di quello del Nasdaq é stato più pronunciato.
Osserviamo le solite divergenze a livello di partecipazione - nelle ultime due settimane avevamo lo stesso effetto e la borsa ha ignorato il problema. Non possiamo pensare che adesso possa comportarsi diversamente.
Ai sostenitori dell'ipotesi dell'inizio di una correzione quanto successo ieri é piaciuto - ci vuole però per lo meno un'altra seduta di questo tipo prima di poter pensare di avere ragione. Teniamo sempre d'occhio i 13800 punti di Nasdaq100 (-0.95% a 13907 punti).

Stamattina il future sull'S&P500 risale a 4164 punti (+8 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 4021 punti - le borse europee arpriranno in leggero guadagno. Ieri sera dopo la chiusura IBM ha presentato dei buoni risultati trimestrali e l'azione ha guadagnato terreno. Oggi sono attesi i dati di Netflix. Se la tecnologia fornisce risultati convincenti e gli investitori reagiscono positivamente e non con prese di beneficio sarà difficile che la borsa possa correggere.

Aggiornamento del 19 aprile

Nella fase finale di un bull market tutto sembra perfetto

Come d'abitudine durante il fine settimana abbiamo letto cosa scrivono i nostri colleghi analisti tecnici e fondamentali. Sembra che arriviamo tutti alla medesima conclusione. I mercati azionari, specialmente negli Stati Uniti, sono oscenamente cari e si osservano molti indizi di irrazionale esuberanza ed eccessiva speculazione. I grafici però puntano verso l'alto e finora qualsiasi tentativo di prevedere un top o una sostanziale correzione sono miseramente falliti. Malgrado che molti si rendono conto del pericolo nessuno può permettersi di abbandonare la festa e restare a guardare. Tutti sono convinti di poter vendere in tempo - o per lo meno hanno guadagnato talmente bene che sono incuranti della possibilità di perdere un paio di punti in percentuale nel caso di una correzione. Ormai sembra accertato che i Governi e le Banche Centrali faranno di tutto per tenere bassi i tassi d'interesse ed impedire qualsiasi crisi dei mercati finanziari. Qualsiasi crollo sembra gestibile dalle Banche Centrali che sono disposte a comperare tutto quello che potrebbe essere venduto - azioni comprese come mostra bene l'esempio della BoJ.
Sinceramente non abbbiamo argomenti validi per confutare questa teoria - ci domandiamo però perché bisogna pagare ancora le tasse visto che le spese dello Stato possono essere finanziate dalle Banche Centrali....

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 4167 punti (-8 punti) - questo ci dice già quale sarà l'intonazione della giornata. Il Nikkei ha chiuso in pari - Shanghai sta guadagnando il +1.5%. L'Eurostoxx50 alle 08.40 é a 4035 punti (+2) - le borse europee apriranno praticamente invariate. Potrebbe ripetersi lo svolgimento della scorsa settimana - alcune sedute con pochi movimenti e pochi volumi con in mezzo una o due sedute positive in grado di far salire entro venerdì gli indici del solito +1%/+2%.

Commento del 17-18 aprile

Speculazione rampante

I mercati finanziari sono ormai dominati dalla speculazione infiammata dalla liquidità abbondante a prezzo zero. Questa settimana abbiamo osservato attoniti il decollo della moneta digitale Dogecoin e analizzato la valutazione di Hometown International. Dogecoin é una moneta digitale nata per scherzo che raffigura un cane, figura immaginaria (meme) di internet. La moneta non serve a nulla - ce ne sono poche e sono concentrate nelle mani di pochi proprietari. Viene sostenuta da Elon Musk che assieme ad altre figure conosciute (influencers) incita all'acquisto - poca offerta e parecchia domanda fanno salire il prezzo alle stelle senza una ragione particolare. Hometown International  possiede unicamente un piccolo negozio di alimentari che negli ultimi due anni ha fatturato circa 30000 EUR. Il proprietario del negozietto é l'azionista di maggioranza e direttore generale della società. Non si sa per quale ragione ma a febbraio la capitalizzazione della società quotata in borsa ha raggiunto i 113 Mio di USD. Come ai tempi della bolla di internet oggi basta creare qualcosa e lanciarlo come moda in rete - viene comperato da una banda di speculatori incurante dei fondamentali e dai fondi hedge che seguono trend e momentum - a questo punto l'asset può raggiungere qualsiasi valore - come nella tulipomania del 1600 quando un singolo bulbo poteva valere quando una casa nel centro di Amsterdam.

Settimana scorsa le borse sono ancora salite. Gli investitori passano rapidamente da un tema all'altro ma non abbandonano il mercato. C'é solamente una rotazione tra settori. Ogni settimana le Banche Centrali comperano miliardi di obbligazioni - altri miliardi di titoli a reddito fisso scadono e vengono ripagati. Gli investitori si trovano in mano liquidità e non sanno cosa fare - o comperano azioni o aspettano. Nel primo caso alimentano il rialzo delle borse - nel secondo caso subiscono la pressione da parte delle banche che non vogliono liquidità sui conti sulla quale pagano interessi passivi. C'é una costante pressione che sposta capitali dalla liquidità al mercato azionario o su qualsiasi altro bene che cresce di valore. Venerdi sono state riscoperte le borse europee - il DAX (+1.34% a 15459 punti) ha toccato un nuovo record storico - l'Eurostoxx50 (+0.99% a 4033 punti) ha raggiunto un nuovo massimo annuale. Sapete che certi indici comprendono i dividendi (DAX) mentre in altri casi l'indice viene calcolato sulla base dei prezzi dell'azione senza comprendere i dividendi (Eurostoxx50, SMI, FTSE MIB) - questo spiega in parte la differenza di performance sul lungo termine. Calcolando che l'Eurostoxx50 ha pagato nel 2020 quasi il 4% di dividendo questo effetto non é trascurabile - non é però il tema dell'odierna analisi. Spiega però in parte la "sovraperformance" del DAX.
Nuovi massimi di periodo sono una conferma del trend e un segnale indiscutibile. Le borse proseguono il rialzo ignorando gli eccessi e le divergenze. Non siamo in grado di dire quando questo bull market finirà. In questo momento appaiono però tutti sintomi che definiscono la fase finale. Accelerazione, speculazione e nessun rispetto dei limiti tecnici e dei valori fondamentali. Seguendo trend e momentum questo movimento può continuare ancora per dei mesi con risultati sorprendenti. Noi forse riusciremo a dire quando il movimento é alla fine - spesso in questo caso appaiono massiccie divergenze. Finora però a livello tecnico non c'é nulla di nuovo.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.36% a 4033 punti (nuovo massimo annuale)
SX7E (banche)          +0.75% a 88.12 punti
DAX                         +1.48% a 15459 punti (nuovo massimo storico)
SMI                          +0.22% a 11263 punti (nuovo massimo annuale)
FTSE MIB                  +1.29% a 24744 punti
S&P500                     +1.37% a 4185.47 punti (nuovo massimo storico)
Nasdaq100                +1.42% a 14041 punti (nuovo massimo storico)

Vedete che settimana scorsa gli indici azionari sono nuovamente lievitati su nuovi record. I guadagni si sono concretizzati in una giornata - giovedì in America (S&P500 +1.11%) e venerdì in Europa (Eurostoxx50 +0.99%). Per il resto é stata una settimana tranquilla con scarsi movimenti e modesti volumi. Gli indici restano strenuamente ipercomperati e in eccesso di rialzo - la volatilità VIX non parte al rialzo (come avevamo previsto noi) e si é adagiata sui 16 punti (16.25 punti, -0.32). La partecipazione al rialzo resta bassa e suboptimale. Per ora tutti questi "problemi" tecnici non provocano correzioni o rallentamenti. Il nostro compito si limita ad osservare il rialzo e annunciare eventuali rischi o cambiamenti nel trend - per il resto siano disarmati poiché le caratteristiche speculative del rialzo hanno tolto efficacia ai nostri strumenti tecnici.

Venerdì l'S&P500 ha aperto in gap up a 4182 punti. All'inizio é sceso per colmare il gap. Ha toccato un minimo a 4170 punti, é rimbalzato a 4182 punti e si é fermato per ore intorno ai 3178 punti. Sul finale c'é stata la solita impennata su un nuovo record storico (4191.31 punti) e il ritracciamento in chiusura a 4185.47 punti (+0.36%). Gli acquisti erano distribuiti su tutti i settori (Nasdaq100 +0.11% a 14041 punti). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4215 su 3566, NH/NL a 793 su 786 (pochi NH, tanti NL considerando i nuovi massimi sugli indici) e volume relativo a 0.9. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.44 mentre il Fear&Greed Index é balzato a 59 punti (+8). Il Summation Index sul NYSE é salito, quello sul Nasdaq é ancora in calo.
La tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con il 58.5% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 75.00.
Ora le borse non sono solo ipercomperate a corto termine ma anche a medio termine. Vedremo settimana prossima se anche questo segnale di eccesso viene ignorato.
Finora le reazioni alla pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese sono miste. Le azioni della banche, protagoniste settimana scorsa, sono salite o sono rimaste ferme. Seguiamo con interesse i dati che potrebbero causare sorprese.

Commento del 16 aprile

Nuovi massimi storici mentre i dati sulla partecipazione restano discordanti

Ieri abbiamo avuto un'altra seduta di rialzo. In Europa l'Eurostoxx50 é salito a 3993 punti (+0.43%). Il guadagno di 17 punti é modesto - l'Eurostoxx50 però ha raggiunto un nuovo massimo annuale a 3997 punti e ha chiuso vicino al massimo e questo é un segnale indiscutibile di rialzo. Da inizio settimana l'indice é salito di 15 punti - non c'é ragione per entusiasmarsi. L'indice però sale malgrado l'ipercomperato e questo é un segnale di forza.
La borsa americana ha guadagnato ancora terreno trascinata dalla tecnologia (Nasdaq100 +1.61% 14026 punti). L'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico a 4173.49 punti. In fondo potremmo chiudere qui questo commento tecnico. Malgrado dubbi ed eccessi i nuovi massimi confermano il trend rialzista. Questo mercato ha però un problema irrisolto. La partecipazione é modesta - il numero di nuovi massimi a 30 giorni (607) é basso e non aumenta - il numero di nuovi minimi (NL a 629) resta relativamente alto e mostra che ci sono dei segmenti di mercato deboli. DJT (+0.38%) e RUT (+0.42%) seguono a fatica distanziati. Ieri la maggior parte dei volumi sul Nasdaq si é concentrata sui titoli in calo - per questa ragione il Summation Index continua a scendere. Non é quindi un mercato in cui bisogna continuare a comperare ma un mercato in cui bisogna ovviamente restare long seguendo il trend ma mantenendo un'estrema prudenza con una chiara disciplina. Bisogna avere una strategia d'uscita - non sulla carta me inserita nei sistemi con degli stop loss. Lo scenario più probabile é una continuazione del rialzo ma il rischio di un improvviso e sostanziale vuoto d'aria é alto.

Sulla seduta in Europa abbiamo poco da aggiungere rispetto ai commenti serali. DAX (+0.30% a 15255 punti) e SMI (+0.38%) hanno guadagnato qualche punto senza raggiungere dei nuovi massimi. Il FTSE MIB (-0.19% a 24528 punti) é stato vittima del calo dei tassi d'interesse che ha pesato sul settore bancario ed sulle utilities. Le differenze tra i vari indici sono però contenute e insignificanti.
L'indice delle banche SX7E ha perso il -1.39% a 86.83 punti. Per il momento questo é un settore senza tendenza e da evitare.
Il cambio EUR/USD scende a 1.1965 dopo aver sfiorato gli 1.20. Questa é una resistenza che si é formata a marzo e potrebbe bloccare il rimbalzo dal minimo annuale a 1.1704. Siamo però ancora a livello di ipotesi - non abbiamo ancora un'idea chiara sulla tendenza a medio termine.

L'S&P500 si é nuovamente mosso in pochi punti ma a livelli stratosferici. L'indice ha aperto a 4153 punti, é brevemente sceso a 4150 punti é poi é lentamente salito sui 4165 punti. Per ore é oscillato intorno a questo valore. Sul finale si é impennato a 4173 punti e ha chiuso poco più in basso a 4170.42 punti (+1.11%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4962 su 2855 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 16.57 punti (-0.42), il CBOE Equity put/call ratio é stabile a 0.48 mentre il Fear&Greed Index é neutro a 51 punti (+1). Malgrado le divergenze a livello di partecipazione la borsa americana trova sempre argomenti per salire malgrado l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo. È straordinario considerando che il resto delle borse mondiali non riesce a seguire il ritmo di crescita della borsa americana - la performance della borsa cinese da inizio anno é negativa.

Stamattina c'é un lieve cambiamento. Abbiamo cominciato a scrivere con il future sull'S&P500 a 4158 punti - ora (08.35) é a 4155 punti (-7 punti). Di solito prima dell'apertura in Europa sale - oggi scende. L'Eurostoxx50 vale 3995 punti - le borse europee apriranno con un lieve guadagno. Oggi é l'ultima seduta della settimana. Raramente, senza una ragione specifica, la seduta del venerdì é diversa rispetto al resto della settimana. Pensiamo di conseguenza che oggi avremo una giornata tranquilla e che gli indici chiuderanno poco distanti dal livello d'apertura.

Commento del 15 aprile

Di nuovo un mercato con doppia personalità (Nasdaq100 -1.30% / Russell2000 +0.84%)

Ieri fin verso le 20.00 non é successo nulla di importante - i mercati finanziari erano letargici, le borse europee avevano chiuso praticamente invariate e l'S&P500 era in pari dopo aver toccato un nuovo record storico a 4151 punti. L'attenzione degli operatori era focalizzara sulla prima quotazione di Coinbase, una piattaforma per investire in monete digitali come il bitcoin. L'azione ha aperto ad un livello stratosferico ma nel corso della serata ha perso di valore e ha chiuso -14% sotto il livello d'apertura. Forse é questa la ragione delle vendite nelle ultime due ore di contrattazioni a Wall Street. L'S&P500 ha perso 17 punti e ha chiuso a 4124.66 punti (-0.41%) - per la prima volta da giorni sul grafico appare una candela rossa che sembra interrompere a breve l'interminabile rialzo. Vedremo oggi se si tratta solo di un incidente di percorso o dell'inizio di una correzione minore. La prima impressione é che si unicamente trattato di una normale seduta negativa all'interno di una fase di rialzo - le vendite hanno colpito sopratutto la tecnologia mentre le PMI sono rimbalzate facendo riapparire il carattere ambivalente di questo mercato azionario. La rotazione tra settori continua e la debolezza della tecnologia é stata subito compensata da acquisti in settori ciclici come energia e materiali di base.

Sulla seduta di borsa in Europa c'é poco da dire - l'encefalogramma di questo mercato é piatto. Anche ieri Eurostoxx50 (+0.23% a 3976 punti) e colleghi (DAX -0.17% a 15209 punti, FTSE MIB -0.10% a 24574 punti) si sono mossi poco e hanno chiuso senza sostanziali variazioni. Fino a prova contraria il trend é al rialzo - questo significa che potrebbe esserci un breve vuoto d'aria per compensare l'ipercomperato ma poi gli indici azionari dovrebbero continuare a salire.
L'indice della banche SX7E ha guadagnato il +0.84% a 88.05 punti grazie ad un aumento dei tassi d'interesse di mercato - questi 88 punti cominciano ad essere ossessionanti.

Il cambio EUR/USD balza a 1.1975. Il cambio é risalito sopra le MM a 50 e 200 giorni - la fase di ribasso che é culminata a fine marzo sul minimo a 1.1704 é finita. Lo sviluppo a medio termine é ora altamente incerto - al momento non siamo ancora in grado di dare indicazioni precise e fondate.

Come anticipato la seduta a Wall Street é stata insignificante fino alle 20.00. Poi sono arrivate delle vendite che hanno provocato una caduta del Nasdaq e di riflesso dell'S&P500. Nel complesso si é però trattato di una seduta neutra ed equilibrata (NH/NL a 4370 su 3391, NH/NL a 533 su 326, volume relativo a 0.85) che non ha cambiato la situazione tecnica.
L'S&P500 ha aperto a 4139 punti e all'inizio é salito su un nuovo massimo storico a 4151 punti. Lentamente l'indice é sceso ma poco prima delle 20.00 si trovava ancora a 4141 punti. Poi é caduto ad ondate fino a 4120 punti ed é rimbalzato a 4124.66 punti (-0.41%). La volatilità VIX é salita di poco a 16.99 punti (+0.34), Il CBOE Equity put/call ratio é invariato a 0.43 e il Fear&Greed Index é neutro a 49 punti (-2). Il Summation Index sul NYSE é leggermente salito - quello sul Nasdaq continua a scendere.

Stamattina il future sull'S&P500 risale a 4128 punti (+10 punti). Il Nikkei si é fermato (+0.07%) - Shanghai perde il -0.6% (da inizio anno l'indice é sceso del -2%!). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3981 punti. Le borse europee apriranno in leggero guadagno (+0.15%). In Europa avremo probabilmente un'altra seduta tranquilla che dovrebbe concludersi senza sostanziali variazioni. Sarà interessante osservare nel pomeriggio se in America riappariranno i venditori.

Commento del 14 aprile

Il Nasdaq100 sceglie la variante del nuovo massimo storico

In Europa abbiamo avuto un'altra seduta tranquilla - gli indici azionari si sono mossi in pochi punti e hanno chiuso praticamente invariati (Eurostoxx50 +0.13% a 3967 punti). Da una parte sembra che le borse europee non riescano a tenere il passo con gli Stati Uniti - d'altra parte non correggono malgrado un'evidente situazione di ipercomperato e di eccesso di rialzo. Da 5 o 6 giorni (a seconda dell'indice) le borse europee sono in stallo - dopo l'ultimo balzo di martedì 6 aprile (massimo dell'Eurostoxx50 a 3988 punti) non ci sono più stati progressi e sui grafici appare una serie più o meno uniforme di piccole candele parallele. È possibile che questa serie prosegua e che gli indici possano ancora lentamente salire fino a quando l'America non corregge. Poi ci sarà un'improvviso vuoto d'aria per compensare gli eccessi. Al momento non appare però nulla in grado di provocare un'inversione di tendenza e un ribasso.

Da giorni la borsa americana sale trascinata da un gruppo circoscritto di titoli tecnologici. Non sapevamo se il Nasdaq100 (+1.21% a 13986 punti) avrebbe provato a salire su un nuovo record storico e se si sarebbe fermato prima visto che apparivano delle evidenti divergenze a livello di partecipazione. Come spesso succede la tendenza ha avuto la meglio e ieri sera il Nasdaq100 ha raggiunto un nuovo massimo storico. Le divergenze però sono rimaste. Il rapporto NH/NL sul Nasdaq (197 su 579) é lievemente peggiorato invece che migliorare e il Summation Index continua a scendere. Basta però la forza relativa dei leaders (Apple +2.43%) per far salire gli indici. Ora abbiamo nuovamente un listino diviso in due - il DJTransportation (-0.71%) e il Russell2000 (-0.22%) sono nuovamente deboli. Si ripresenta l'annosa questione - ci sarà nuovamente una sana rotazione tra settori e una staffetta tra settori ciclici e tecnologia o finalmente il mercato é destinato a correggere nel suo complesso? Finora ha sempre vinto la variante della rotazione tra settori e per saldo l'S&P500 passa da un record storico al successivo - poiché nei dati tecnici non appare nulla di diverso rispetto agli scorsi mesi dobbiamo partire dal principio che la borsa non é ancora arrivata su un top e non é ancora matura per una sostanziale correzione.
L'S&P500 ha aperto a 4127 punti e dopo un lieve calo iniziale a 4124 punti é risalito sui 4130 punti. L'indice é oscillato su questo livello fino alle 21.10. Poi é arrivata la solita spinta di rialzo - l'S&P500 é salito con regolarità fino a 4148 punti e solo dopo le 21.10 é sceso a 4141.59 punti (+0.33%). Il guadagno di 13 punti é modesto ma il nuovo record storico é innegabile - il trend resta saldamente al rialzo.
La seduta al NYSE é stata di poco positiva con A/D a 4055 su 3752, NH/NL a 456 su 788 (!) e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é scesa a 16.65 (-0.26), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.44 mentre il Fear&Greed Index é neutro a 51 punti (-3). È sorprendente che il Fear&Greed Index sia a 51 punti malgrado i nuovi record di molti indici tra cui l'S&P500 e il Nasdaq100. Questo si spiega con la debole partecipazione (strength and breadth) - investitori euforici comprano tutto - qui invece gli acquisti sono molto selettivi come se gli investitori non si fidassero più del mercato ma solo di alcuni leaders. Ripetiamo il nostro avvertimento - questo rialzo poggia su deboli fondamenta.

Il rialzo sarà fragile ma prosegue implacabile - stamattina il future sull'S&P500 é a 4136 punti (+3 punti). Il Nikkei guadagna il +0.35% - Shanghai perde il -0.6%. Ieri negli Stati Uniti sono stati pubblicati i dati sull'inflazione che erano superiori alle stime degli analisti. Il reddito dell'US Treasury Bond é però sceso a 1.64% (-0.05%) - una reazione che sfida la logica. Ormai il mercato obbligazionario é talmente manipolato dalle Banche Centrali che non ci si può più fidare. L'Eurostoxx50 alle 08.15 vale 3979 punti (+12 punti / +0.3%) - la reazione delle borse europee é tiepida - gli indici apriranno in guadagno ma nuovamente sotto i massimi annuali. Ci aspettiamo una chiusura sui livelli d'apertura.

Commento del 13 aprile

Aumentano i nuovi minimi a 30 giorni, specialmente sul Nasdaq

Ieri é stata una giornata tranquilla sia in Europa che in America. La maggior parte degli indici azionari ha chiuso con delle leggere perdite - una logica conseguenza dell'ipercomperato. Ci sono state delle sporadiche vendite ma non é apparsa pressione di vendita - i volumi di titoli trattati erano bassi (in America il volume relativo era di 0.7) e l'impressione é stata che in mancanza di ulteriori ragioni per comperare hanno prevalso delle vendite di realizzo. Notiamo il sensibile peggioramento dei rapporti NH/NL - al NYSE (30 giorni) sono stati 202 su 570 - sono valori anomali considerando che ieri sera l'S&P500 (-0.02% a 4127.99 punti) ha toccato un nuovo record storico a 3131.76  punti. La ragione principale di questa debolezza strutturale é l'ulteriore calo del Russell2000 (-0.43%). Il problema non risiede solo nelle piccole e medie imprese. Anche il rapporto NH/NL del Nasdaq (202 / 570) mostra un preoccupante aumento dei nuovi minimi. Il Summation Index sul NYSE é leggermente salito - quello sul Nasdaq é sceso. I dati sulla partecipazione del Nasdaq costituiscono una netta divergenza rispetto al fatto che il Nasdaq100 é solo una cinquantina di punti dal massimo storico. Come sapete questo tipo di divergenze può risolversi in due maniere - o la partecipazione migliora o il Nasdaq deve correggere.

Ieri le borse europee sono oscillate in laterale in una seduta senza direzione. Gli indici hanno chiuso vicono ai minimi giornalieri ma le perdite a fine giornata sono modeste. Era ovvio che presto o tardi dovesse anche esserci una seduta negativa - é successo a metà di settimana scorsa e nuovamente ieri. L'Eurostoxx50 (-0.43% a 3962 punti) e il DAX (-0.13% a 15215 punti) devono riassorbire l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo e quindi salgono a fatica e ogni tanto hanno bisogno di prendere il fiato con una seduta come quella di lunedì. Non é apparsa pressione di vendita - il mercato azionario europeo sembrava semplicemente stanco e ci sono state delle sporadiche vendite durante una seduta calma, con pochi movimenti e scarsi volumi.
A livello tecnico non é cambiato niente.

L'S&P500 ha aperto praticamente invariato a 3124 punti. Sembrava una giornata durante la quale nessuno aveva voglia di prendere risci ed operare. Gli indici sono oscilalti in pochi punti e senza una chiara tendenza. L'S&P500 si é mosso tra i 4114 ed i 4131 punti e ha chisuo a 4128 punti (-0.02%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3188 su 4587. La volatilità VIX é salita leggermente a 16.91 punti (+0.22), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.48 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 54 punti (-6). Ipercomperato ed eccesso di rialzo hanno bloccato il rialzo - per ora però il mercato non mostra l'intenzione di correggere.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a  4116 punti (-4 punti). Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 3966 punti (+4 punti). Le borse europee apriranno in leggero guadagno. Sembra che oggi avremo una seduta calma e che gli indici si muoveranno in pochi punti.

Aggiornamento del 12 aprile

Battuta d'arresto

La settimana inizia con una battuta d'arresto. Vivo in un villaggio nella campagna tra Zurigo e Zugo a 700 m di altitudine - stamattina la temperatura é caduta nuovamente a zero gradi e nevica - l'inverno fa ancora una breve apparizione.
Le borse si comportano in maniera simile. Il Nikkei a pochi minuti dalla chiusura perde il -0.7% - Shanghai é in calo del -1%. Il future sull'S&P500 é a 4107 punti (-12 punti).
Ieri sera Jerome Powell é apparso alla televisione CBS in un'attesa intervista di 60 minuti. Il responsabile della FED non ha detto nulla di nuovo - prevede una forte crescita economica e ritiene che il Covid19 potrebbe ancora costituire un pericolo - consiglia vaccinazioni e distanza sociale. Le sue dichiarauzioni non hanno influenzato i mercati finanziari.
Stamattina abbiamo scorso i siti di molti nostri colleghi - notiamo che nessuno osa più essere negativo e molti hanno alzato i loro target - appare sempre più spesso un'obiettivo a 4400 punti di S&P500.
Questo é il risultato di un'ovvia constatazione - i grafici puntano verso l'alto e non appare nulla che potrebbe segnalare problemi all'orizzonte e l'imminenza di un'inversione di tendenza - citando una mia collega "everything looks good".
Grafici e indicatori mandano due segnali contrastanti - secondo i nostri indicatori adesso la borsa americana é su un massimo intermedio e dovrebbe esserci una correzione minore all'interno di un rialzo intatto. Vediamo - stamattina per lo meno non iniziamo la giornata con il solito guadagno di una decina di punti dell'S&P500.

Commento del 10-11 aprile


Per quanto tempo un mercato può ignorare i fondamentali? Fino a quando durerà questo bull market? Nessuno é in grado di dare una risposta - molti tentano da anni di individuare il top ma nessuno ci riesce e nessuno ci riuscirà - probabilmente quando l'S&P500 (+0.77% a 4128.80 punti) avrà raggiunto il massimo definitivo non ce ne renderemo conto se non dopo mesi. La prima correzione verrà presa come un'occasione d'acquisto e solo dopo il secondo tuffo cominceranno a sorgere i primi dubbi che la festa é finita. Siamo unicamente sicuri che il mercato azionario, specialmente quello americano, é in una bolla speculativa e chi compra adesso deve prepararsi ad un rendimento totale nei prossimi 10 anni negativo. Il P/E dell'S&P500 é attualmente sui 42 mentre il valore di lungo termine é sui 14/16 - in genere quando il P/E supera i 20 i fondamentalisti cominciano ad agitarsi e lanciano i primi segnali d'allarme.
Bisogna fare attenzione - il mercato é ora dominato unicamente dalla liquidità e dalle emozioni. La liquidità può sparire velocemente e l'umore degli investitori può cambiare di colpo a causa di un evento inatteso. Se il mercato non ha il sostegno dei fondamenti la caduta dal massimo sarà rovinosa e inevitabile - ad un eccesso di rialzo segue sempre un eccesso di ribasso. In questo momento il rialzo a Wall Street ha tutte le caratteristiche di una fase finale di un bull market - era più o meno nelle stesse condizioni a febbraio dell'anno scorso e all'inizio della pandemia. Il Covid19 e la risposta coordinata di Stati e Banche Centrali hanno salvato il bull market - senza il virus non ci sarebbe stata una ragione per la reazione senza precedenti delle autorità politiche e monetarie - il bull market sarebbe finito con un'accelerazione esaustiva e poi il bear market avrebbe fatto il suo corso. Al momento sembra che al bull market manchi ancora l'ultima fase di mania e irrazionale esuberanza - normalmente dura pochi mesi. Attenzione però che non c'é nessuna garanzia - la più grande bolla speculativa della storia recente delle borse é quella che si é verificata in Giappone del 1989 - il Nikkei nel 1989 ha raggiunto i 38957 punti e quel punto aveva un P/E di 65 ! Il successivo bear market é finito solo nel 2009 a 7055 punti. Oggi dopo più di 30 anni il Nikkei veleggia sui 30000 punti - chi ha comperato sul top e ancora in perdita. Se l'America si comporta in maniera simile l'S&P500 può ancora salire per anni - non crediamo però che sarà il caso visto il carattere decisamente speculativo e irrazionale che sta assumendo il rialzo in questo 2021. È però possibile, sulla base dei nostri modelli, che fino a fine maggio l'S&P500 salga accelerando fino ai 4400-4600 punti.

Settimana scorsa abbiamo assistito al ritorno dei big della tecnologia. Anni fà abbiamo creato l'acronimo AGMAF che riunisce le 5 società con la maggior capitalizzazione del Nasdaq100 - ai tempi le avevamo ordinate per capitalizzazione - erano Apple, Google, Microsoft, Amazon e Facebook. Ad oggi la classifica é cambiato poco - Apple resta la più grande, Facebook é la più piccola - le altre tre si scambiano regolarmente la posizione - queste 5 società rappresentano circa il 21% dell'S&P500 e il 45% del Nasdaq100. Nel titolo del commento odierno vedete la performance settimanale di queste 5 società - da sole hanno praticamente trascinato e provocato la continuazione del rialzo e permesso all'S&P500 di raggiungere un nuovo massimo storico a 4129.48 punti. Dopo una rotazione tra settori che ha toccato la farmaceutica, i ciclici (industria, chimica, metalli), i petroliferi (energia) e le banche gli investitori sono tornati ai vecchi amori - non sapendo più cosa comperare hanno riscoperto la tecnologia che offre sul lungo termine la garanzia di successo. O almeno questa é la nostra interpretazione. Le prime sedute dopo Pasqua e all'inizio del mese di aprile dovevano essere positive. Dovrebbero rappresentare la fase iniziale di una spinta di rialzo di medio termine fino a metà / fine maggio. La settimana si é svolta secondo la previsione - l'unica differenza rispetto alle nostre stime é stata la performance della borsa americana superiore alle aspettative - pensavamo che l'S&P500 dovesse fermarsi sui 4100 punti e consolidare - invece venerdì ha proseguito la sua corsa. Ora esistono le premesse ideali per un'altra correzione intermedia e minore - gli indici sono ipercomperati e in eccesso di rialzo - gli oscillatori sono su dei massimi - gli investitori sono molto ottimisti. Per l'analisi tecnica settimana prossima deve iniziare una correzione di circa 150 punti di S&P500 (-3%/-4%). Se però come temiamo il bull market é nella sua fase finale di accelerazione i limiti tecnici verranno semplicemente ignorati - gli indici possono continuare a salire imperterriti saltando le resistenze solitamente imposti dagli indicatori tecnici. In un caso del genere, a dire il vero piuttosto raro, i nostri strumenti non servono a niente se non che a confermare il trend. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.83% a 3978 punti
SX7E (banche)          -0.96% a 87.46 punti
DAX                         +0.84% a 15234 punti
SMI                          +1.08% a 11238 punti
FTSE MIB                  -1.14% a 24429 punti
S&P500                     +2.71% a 4128.80 punti (nuovo massimo storico)
Nasdaq100                +3.87% a 13845 punti

Nella scorsa settimana le borse europee hanno ancora guadagnato un pò di terreno - hanno fatto molta fatica e si sono trascinate dietro la borsa americana. I guadagni giornalieri sono stati inferiori all'1%, gli indici hanno spesso chiuso sotto il livello d'apertura e mai sul massimo giornaliero. Insomma - é stata una settimana di moderato rialzo (con l'eccezione dell'Italia e della Spagna) con nuovi massimi annuali o storici marginali - gli indici hanno lottato contro l'ipercomperato ma non hanno corretto perché l'America l'ha impedito. Il settore bancario, spesso determinante per la buona salute del mercato, é da settimane fermo. Ci sono per lo meno buone premesse per una correzione intermedia - senza correzione il rialzo può solo proseguire lentamente e continua ad esserci il pericolo latente di un importante vuoto d'aria - le MM a 50 giorni scorrono un 5%/6% più in basso.

La seduta di venerdì a Wall Street é stata un pò strana. Strutturalmente é stata una seduta neutra (A/D a 3933 su 3838 / NH/NL a 413 su 344) con bassi volumi di titoli trattati (volume relativo a 0.75). La maggior parte dei titoli non si é mossa - la performance media delle azioni trattate al NYSE é stata del +0.05%. Solo l'S&P500 (+0.77%) e il Nasdaq100 (+0.63%) hanno guadagnato terreno grazie ad un inesplicabile rally negli ultimi 50 minuti della seduta. Il Russell2000 ha marciato sul posto (+0.04%) - la performance settimanale é negativa (-0.40%). L'S&P500 ha aperto invariato a 4097 punti. È salito lentamente fino a 4110 punti e poi si é fermato. Alle 21.10 era a 4108 punti e infine é decollato - ha toccato un nuovo massimo storico a 4129.48 punti e ha chiuso a 4128.80 punti (+0.77%).
La volatilità VIX é ancora scesa a 16.69 punti (-0.26), il CBOE Equity put/call ratio é salito a 0.50 mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 60 punti (-2). La debolezza del Russell2000 crea del disordine a livello di sentiment.
I Summation Index sono saliti - la tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con il 58.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 73.63 punti. Malgrado gli eccessi, che adesso idealmente dovrebbero essere compensati con una correzione minore, il rialzo a medio termine può continuare.

Il reddito dell'USTBond decennale é a 1.67% e rimane vicino al massimo annuale a 1.74%. È probabile che nei prossimi mesi ci sarà dell'inflazione (i prezzi al consumo dovrebbero a maggio salire del 3% per un effetto di recupero dopo la pandemia) e i tassi d'interesse di mercato dovrebbero ulteriormente lievitare. Vedremo se questo avrà un effetto negativo sul prezzo delle azioni come é successo tra metà febbraio e inizio marzo con la tecnologia.

Sta iniziando il periodo di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese - da mercoledì prossimo arriveranno i primi numeri importanti. Sono di turno le grandi banche con mercoledì JPMorgan e Walls Fargo, giovedì Bank of America e Citigroup (e Pepsico), venerdì Morgan Stanley. Dopo la recessione provocata dalla pandemia gli analisti si aspettano che in media gli utili delle società dell'S&P500 siano saliti del +28% - le buone notizie dovrebbero alimentare l'ottimismo degli investitori.
Al momento non appare nulla all'orizzonte in grado di fare deragliare le borse. 

Commento del 9 aprile

La rotazione tra settori sembra arrivare alla fine

Mentre il rialzo delle borse prosegue la rotazione tra settori mostra che gli investitori non sanno più cosa comperare. I tassi d'interesse non salgono più e i titoli finanziari si sono fermati. L'indice delle banche europee SX7E (-0.88% a 88.04 punti) ondeggia da settimane intorno a 88 punti. Il prezzo del petrolio é fermo da metà marzo sui 60 USD al barile - il rally de settore energia é terminato. In Europa gli investitori ricominciano a comperare alimentari o farmaceutica - per questa ragione l'SMI svizzero (+0.71% a 11206 punti) si é involato mentre le borse europee sembrano in stallo. In America solo il Nasdaq100 (+1.04% a 13758 punti) sembra avere ancora del potenziale di rialzo - i big della tecnologia (Apple +1.92%) permettono anche all'S&P500 (+0.42% a 4097.17 punti) di toccare un nuovo massimo storico ma il mercato sembra stanco. Il rapporto NH/NL (402 su 351) non migliora e non mostra una sana partecipazione. Insomma - la liquidità affluisce continuamente sul mercato azionario e il trend resta chiaramente al rialzo - il comportamento degli investitori mostra però che lentamente non sanno più cosa comperare - anche gli speculatori diventano meno aggressivi (CBOE Equity put/call ratio a 0.45). C'é un aspetto che é poco chiaro e sul quale le opinioni degli esperti divergono. Sono tutti investiti o restano ancora molti scettici che siedono su della liquidità e sono sotto pressione perché il mercato gli sta "sfuggendo" al rialzo ? Difficile da dire poiché d'altra parte anche il margin debt (le operazioni long effettuate a credito) sono su un massimo storico. C'é chi come il fondo Archegos sta speculando al rialzo a leva e se ad un certo momento la borsa corregge dovrà vendere accentuando il movimento di ribasso. Non si capisce se per saldo c'é ancora potere d'acquisto.

Grazie ai segnali positivi provenienti da Wall Street ieri mattina le borse europee hanno aperto al rialzo. L'Eurostoxx50 (+0.53% a 3977 punti) ha esordito con un balzo fino a 3976 punti. Poi l'indice si é nuovamente fermato lottando contro l'ipercomperato. Questa altalena (una seduta negativa e una positiva con un nuovo massimo marginale) può continuare ancora qualche giorno fino a quando la borsa americana non deciderà di nuovamente correggere. Fino a quel momento l'Eurostoxx50 può ancora guadagnare una decina di punti. 
Anche il DAX (+0.17% a 15202 punti) ha aperto in positivo a 15236 punti. Poi non é più riuscito a fare progressi e ha chiuso poco più in basso con un modesto guadagno. La RSI é a 75 punti e le ultime tre candele sul grafico sono rosse e sul bordo superiore delle BB. Difficilmente potrà salire più in alto senza consolidare. Mentre le borse europee sono riuscite ancora a guadagnare qualche punto il FTSE MIB (-0.66% a 24576 punti) é sceso e ha chiuso vicino al minimo giornaliero. Potrebbe solo essere un problema settoriale e temporaneo. Ieri auto (Stellantis -2.37%) e banche (UCG -3.36%, ISP -1.63%) non hanno goduto dei favori degli investitori e la borsa italiana é stata particolarmente penalizzata. Non crediamo che questo sia l'inizio di una correzione o di un periodo di sottoperformence della borsa italiana.
Riassumendo le borse europee fanno molta fatica a fare ulteriori progressi ma fino a quando il rialzo della borsa amerciana prosegue imperterrito non c'é rischio di una sostanziale correzione.

Come pensavamo l'S&P500 (+0.42% a 4097.17 punti) é ancora riuscito a salire grazie al contributo della tecnologia (Nasdaq100 +1.04% a 13758 punti). Lo svolgimento della seduta é stato da manuale. L'S&P500 ha aperto in gap up a 4093 punti. All'inizio é caduto in due brevi ondate fino a 4082 punti e ha colmato il gap. Poi é salito fino a metà giornata a 4095 punti. Infine si é fermato - é oscillato per ore tra i 4092 ed i 4098 punti e ha chiuso a 4097.17 punti (+0.42%). È mancato solo il record a 4100 punti e il successivo ritracciamento - arriveranno oggi.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5349 su 2434, NH/NL a 402 su 351 (!?) e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é scesa a 16.95 punti (-0.21) mentre il Fear&Greed Index é scivolato a 62 punti (-1). Gli indicatori di sentiment lanciano segnali contrastanti. Siamo sembra in attesa di un'impennata della VIX che é scesa troppo in basso. I Summation Index sono saliti.
Per ora nulla mostra che il rialzo ha dei seri problemi. Gli indici possono continuare a salire malgrado l'eccesso di rialzo e la debole partecipazione. Gli oscillatori mostrano però che il mercato é su un massimo intermedio e quindi ci aspettiamo che settimana prossima ci sia un'altra correzione minore.

Stamattina il future sull'S&éP500 é fermo a 4091 punti (+2 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3978 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate. Pensiamo che oggi non succederà nulla di importante.

Commento dell'8 aprile

Pausa di consolidamento - il Nasdaq100 a breve ha ancora del potenziale di rialzo

Ieri abbiamo avuto una giornata tranquilla. Le borse si sono mosse in pochi punti e hanno chiuso praticamente invariate. C'era bisogno una pausa dopo il rally di lunedì in America e il rialzo di martedì mattina in Europa. Gli indici azionari europei sono a breve decisamente ipercomperati e in eccesso di rialzo. Faranno molta fatica a fare ulteriori progressi. In America invece il Nasdaq100 (+0.28% a 13616 punti) sembra avere ancora del potenziale e dovrebbe tentare ancora questa settimana di salire sul massimo storico di metà febbraio - questo significa che l'S&P500 (+0.15% a 4079.95 punti) entro venerdì dovrebbe raggiungere i 4100 punti. A questo punto le borse saranno nuovamente mature per la prossima correzione intermedia.

Le borse europpee hanno fatto una pausa necessaria per assorbire l'ipercomperato e l'eccesso di rialzo. L'Eurostoxx50 (-0.34% a 3956 punti) ha perso 10 punti e la candela sul grafico é rossa segnalando che ieri hanno prevalso le vendite. Il gap di martedì é stato quasi colmato. Lo scenario ideale sarebbe ora una discesa fino a 3948 punti per chiudere il gap e permettere alla RSI di tornare sotto i 70 punti. Poi il rialzo dovrebbe riprendere - America permettendo.
Il DAX (-0.24% a 15176 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50. L'indice ha perso 36 punti e la candela sul grafico é tornata all'interno delle BB. Il gap di martedì é stato quasi colmato. Il DAX dovrebbe idealmente scendere fino a 15110 punti per chiudere il gap.
Martedì il FTSE MIB (-0.08% a 24740 punti) ha toccato un nuovo massimo annuale a 24939 punti ed é poi ricaduto. L'indice a breve é ipercomperato e in eccesso di rialzo - comincia a fare fatica a fare ulteriori progressi e deve consolidare. Il trend rialzista non sembra a rischio ma abbiamo l'impressione che ora debba esserci una pausa e un ritracciamento sui 24500 punti. Questo moderato calo sarebbe utile e ideale per eliminare gli eccessi. Lo spread sui titoli di Stato é risalito sopra i 100 punti - questo per ora non sembra disturbare il mercato azionario.
L'indice delle banche approfitta di tassi d'interesse stabili per guadagnare qualche frazione di punto (SX7E +0.33% a 88.82 punti). È circa un mese però che l'indice non si stacca dagli 88 punti e non riesce più a fare progressi. Non é un segnale positivo per l'Eurostoxx50.
Il cambio EUR/USD é salito fino a 1.1914 ed é poi ricaduto a 1.1885. Il rimbalzo potrebbe essere terminato qui a contatto con la MM a 200 giorni.

Anche la seduta a New York é stata senza storia. I maggiori indici si sono mossi poco e i volumi di titoli trattati erano bassi (volume relativo a 0.7 !). Come spesso abbiamo visto nelle scorse settimane il mercato si é diviso in due. La tecnologia (Nasdaq100 +0.28% a 13616 punti) ha sostenuto il mercato e ha permesso all'S&P500 (+0.15% a 4079.95 punti) di "galleggiare". Invece l'indice delle PMI (Russell2000 / RUT -1.60%) ha subito forti perdite. La conseguenza é stata una seduta strutturalmente negativa (A/D a 266 su 5091) con un rapporto NH/NL (308 su 266) sorprendentemente debole considerando che l'S&P500 é a 6 punti dal massimo storico. A livello di sentiment notiamo la caduta della volatilità VIX a 17.16 (-0.96) - siamo convinti che nei prossimi giorni la VIX deve salire facendo partire una correzione dell'S&P500 - questo potrebbe però succedere solo settimana prossima e quando l'indice avrà toccato i 4100 punti. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.47 - il Fear&Greed Index é sceso di poco a 63 punti (-1). Stranamente il Summation Index sul NYSE é salito mentre quello sul Nasdaq é sceso - inattesa divergenza che dobbiamo tenere d'occhio.

Stamattina le borse asiatiche marciano sul posto (Nikei -0.07%, Shanghai +0.15%). Il future sull'S&P500 sale a 3988 punti (+18 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3971 punti (+15 punti / +0.4%). Pensiamo che la seduta sia già finita qui - ci aspettiamo dei movimenti sul livello d'apertura e una seduta in Europa moderatamente positiva. L'S&P500 stasera potrebbe toccare i 4100 punti - questo record potrebbe rappresentare a breve un massimo significativo.

Commento del 7 aprile

Dopo il rally di inizio trimestre le borse si fermano per assorbire gli eccessi

Lunedì 5 aprile le borse europee erano ancora chiuse - la borsa americana ha sorpreso un pò tutti con un balzo dell'S&P500 del +1.58% a 4076.82 punti. Ieri le borse europee hanno seguito a fatica - hanno aperto in positivo e in mattinata sono riuscite a guadagnare ancora qualche punto restando però bel lontane dalla prestazione degli americani. Nel pomeriggio di indici azionari europei sono scesi e hanno chiuso sotto il livello d'apertura e con un moderato guadagno (Eurostoxx50 +0.62% a 3970 punti). Non é stata una giornata entusiasmante ma malgrado questa prestazione opaca che lascia delle candele rosse sui grafici i maggiori indici azionari hanno toccato dei nuovi massimi storici (DAX +0.70% a 15212 punti) o annuali (Eurostoxx50, FTSE MIB +0.21% a 24761 punti). Questi nuovi massimi confermano che il trend é al rialzo. Ora gli indici sono decisamente ipercomperati (RSI sopra i 75 punti) e in eccesso di rialzo (candele sopra il bordo superiore delle Bollinger Bands e di molto sopra le MM a 50 giorni). È probabile che adesso ci sia una pausa di consolidamento. Questa pausa é anche giusticata dal fatto che gli acquisti di inizio trimestre dovrebbero essere quasi finiti.

Ieri sullo slancio la borsa americana é riuscita a guadagnare ancora qualche punto. L'S&P500 verso le 18.00 ha toccato un nuovo massimo storico a 4088.23 punti. In seguito ci sono state delle logiche prese di beneficio e l'indice é ridisceso sul livello d'apertura e ha chiuso a 3073.94 punti (-0.10%). Questo leggero calo appare su tutti gli indici (Nasdaq100 -0.14% a 13578 punti, DJT -0.32%, RUT -0.25%). Le borse hanno semplicemente bisogno di digerire i guadagni delle precedenti sedute - non appare pressione di vendita - i volumi di titoli trattati sono modesti (volume relativo a 0.8). L'unico aspetto preoccupante é il numero dei nuovi massimi (NH a 560) che non aumenta e ristagna a bassi livelli. Fino a quando però non ci sono settori deboli in grado di mettere in difficoltà il mercato (NL a 120), il rialzo può continuare. Per il resto é stata una seduta neutra (NH/NL a 4005 su 3759) che ha lasciato gli indicatori di sentiment praticamente invariati (VIX a 18.12 punti (+0.21), CBOE Equity put/call ratio a 0.41 e Fear&Greed Index a 64 punti (invariato). I Summation Index sono saliti.

L'unico aspetto veramente interessente delle ultime due sedute é il calo dei tassi d'interesse sull'USD (reddito dell'USTBonds a 1.67%, -0.06%) e l'apparente inversione di tendenza sul cambio EUR/USD (1.1870). Sembra che i 1.1704 di fine marzo siano stati un minimo significativo. Il fatto non ci disturba visto che secondo noi quest'anno il cambio doveva assestarsi intorno a 1.18. Il recupero dell'EUR sembra però eliminare la forza relativa delle borse europee. Il rimbalzo dovrebbe fermarsi intorno a 1.19.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 4065 punt (+1 punto). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3968 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate e per oggi non ci aspettiamo una seduta di rialzo - la scelta é tra una seduta di consolidamento o un moderato calo. Anche dall'Asia non arrivano segnali particolari - il Nikkei ha guadagnato il +0.12%, Shanghai sta perdendo il -0.3%.

Aggiornamento del 5 aprile - 11.00

Aprile é statisticamente il miglior mese dell'anno

Oggi, lunedì di Pasqua, le borse europee sono ancora chiuse. In Asia il Nikkei ha guadagnato il +0.79% - in Cina é una giornata di festa. In India le infezioni da Coronavirus aumentano nuovamente in maniera esponenziale e la borsa reagisce con un -1.8%.
A New York avremo una normale seduta di borsa - al momento il future sull'S&P500 é a 4028 punti (+18 punti) - l'indice secondo questa indicazione dovrebbe aprire in gap up e su un nuovo massimo storico a 4038 punti.
Gli economisti prevedono che negli Stati Uniti la crescita economica ad aprile e nel secondo trimestre dell'anno sarà esplosiva grazie agli stimoli combinati provenienti dallo Stato e dalla FED. Grazie all'intenso e efficiente programma di vaccinazioni la pandemia sembra essere sotto controllo e questo permette l'apertura dell'economia - il morale della popolazione migliora e ripartono i consumi. Statisticamente per i mercati azionari il mese di aprile é il migliore dell'anno e dei buoni risultati trimestrali delle imprese aiuteranno a stimolare la fantasia degli investitori. Non bisogna però dimenticare che la borsa é proiettata nel futuro - non si muove sulla base di quanto sta succedendo ora ma di quello che avverrà nei prossimi mesi o anni. Molti pensano che l'attuale forte crescita sia solo un fuoco di paglia - dopo torneremo ad una crescita economica asfittica e riaffiorerà il problema della deflazione. Il rialzo dei tassi d'interesse dovrebbe essere solo temporaneo. La borsa non ha reagito all'annuncio di Joe Biden di voler alzare le tasse alle imprese - questa misura vale circa 200 fino a 300 punti di S&P500 (in meno).
Nessuno prevede che nelle prossime settimana l'S&P500 possa scendere - la domanda che tutti si pongono é solo quella dell'entità dei guadagni - c'é chi parla di accelerazione esplosiva fino a 3400 punti di S&P500 e chi invece pensa che il potenziale di rialzo sia modesto poiché gli investitori sono già troppo ottimisti e speculativamente orientati al rialzo. L'analisi tecnica conferma il rialzo e non fornisce nessun elemento che possa farci temere che il movimento é alla fine o che addirittura possa verificarsi a breve un'inversione di tendenza. L'ipercomperato sembra in grado in qualsiasi momento di provocare delle correzioni minori di lieve entità ma nulla di più serio.

Domani mattina, a causa di un'assenza imprevista, non potremo pubblicare il solito commento tecnico che in ogni caso riguarderebbe solo la giornata di borsa in America. Ci scusiamo del'inconveniente.

Commento del 3-4 aprile

Nuovi massimi e S&P500 sopra i 4000 punti confermano il rialzo

La correzione di marzo é terminata in anticipo giovedì 25 e nella settimana appena trascorsa le borse sono unicamente salite (con una pausa in Europa mercoledì) - gli indici azionari europei e americani di riferimento sono passati da un record annuale o storico al successivo. La fase di rialzo che doveva seguire alla correzione di marzo é già cominciata e il trend viene confermato da una serie di minimi e massimi ascendenti - nelle varie correzioni intermedie che ci sono state da inizio anno Eurostoxx50 (+0.68% a 3946 punti) e S&P500 (+1.18% a 4019.87 punti) non sono mai scesi sotto il minimo della precedente correzione. Ovviamente i fondamentalisti hanno un problema poiché specialmente la borsa americana é oscenamente cara - gli investitori hanno perso il contatto con la realtà e comprano azioni solamente poiché pensano nel futuro di poterle vendere a qualcun altro ad un prezzo superiore e non perché ritengono che i guadagni presenti e futuri della società giustifichino valutazioni superiori. È però sbagliato tentare di indovinare un massimo definitivo o prevedere la fine del bull market unicamente sulla base di questi elementi fino a quando l'analisi tecnica mostra che il mercato resta strutturalmente robusto con un costante afflusso di liquidità. Eccessi di rialzo e ottimismo possono in ogni momento provocare delle correzioni più o meno profonde - questi problemi non sono però sufficienti per causare una radicale inversione di tendenza.
Nell'immediato é probabile che debba verificarsi un'altro consolidamento. Spesso le prime sedute di un nuovo trimestre sono positive e quest'anno l'effetto é stato intensificato dalla fine di una correzione che ha invogliato gli acquisti e dal nuovo piano di investimenti di Joe Biden da 2250 Mia. Inoltre la barriera psicologica dei 4000 punti di S&P500 ha fatalmente risucchiato il mercato verso l'alto. All'inizio di settimana prossima questi effetti svaniranno e il mercato si troverà in eccesso di rialzo e troppo lontano da qualsiasi logico supporto. La volatilità VIX é scesa giovedì a 17.33 punti (-2.07 punti) e questo ulteriore crollo era quello che ci voleva per passare da un segnale di ottimismo sull'S&P500 a quello di euforia. È molto probabile che ora la VIX debba risalire obbligando l'S&P500 a scendere. Pensiamo però che avremo unicamente un calo di una sessantina di punti prima della ripresa del rialzo. È ancora poco chiaro come si comporteranno in questa fase i tassi d'interesse e come reagirà la borsa. Venerdì il reddito dell'USTBond decennnale é nuovamente salito a 1.72% ma questa volta le borse hanno ignorato questo elemento solitamente negativo. Venerdì il future sull'S&P500 (4019 punti) é salito a 4027 punti e questo corrisponde ad un valore di indice cash di circa 4036 punti - lo stesso vale per il Nasdaq100 (13329 punti) il cui future é salito a 13347 punti.
Insomma - il rialzo di medio termine di aprile - maggio é iniziato e verrà psicologicamente sostenuto da un miglioramento dei dati fondamentali come abbiamo visto venerdì con il report sul mercato del lavoro americano a marzo (creazione di 916'000 nuovi posti di lavoro). I mercati sembrano immuni all'aumento delle attese di inflazione e all'incremento dei tassi d'interesse. Le Banche Centrali non perdono occasione per ribadire la loro intenzione e capacità di voler mantenere i tassi d'interesse molto bassi ancora per un lungo periodo di tempo. I Governi spendono miliardi in programmi di sostegno all'economia colpita dal Covid19 e in piani di investimento per rilanciare la crescita - non si preoccupano del debito che si sta accumulando e tutti pensano che il debito non é un problema poiché non verrà mai ripagato e può essere rifinanziato grazie alla copiacenza delle Banche Centrali. Questo assurdo nirvana sarà probabilmente in grado di far salire le borse ancora per qualche mese anche perché quando si vendono azioni o assets speculativi con le monete digitali non si sa cosa comperare d'altro. Le banche fanno pressione con tassi d'interesse negativi e continua proposte d'investimento per spingere tutti nel pentolone dei mercati borsistici. L'esempio del collasso del fondo Archegos mostra però che basta poco per destabilizzare un sistema fondamentalmente fragile e con troppa speculazione a margine. Bisogna essere long tenendo un paracadute a portata di mano - ogni investitore a questo punto dovrebbe programmare una strategia d'uscita.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.05% a 3946 punti (nuovo massimo annuale)
SX7E (banche)          +0.57% a 88.31 punti
DAX                         +2.43% a 15107 punti (nuovo massimo storico)
SMI                          +0.01% a 11118 punti
FTSE MIB                  +1.30% a 24710 punti (nuovo massimo annuale)
S&P500                     +1.14% a 4019.87 punti (nuovo massimo storico)
Nasdaq100                +2.70% a 13329 punti

Sull'ultima seduta della settimana, quella di giovedì, c'é in fondo poco da dire. Gli indici sono saliti e hanno chiuso vicino ai massimi giornalieri e su dei nuovi record. Tecnicamente ci sono degli evidenti eccessi come mostra in maniera esemplare il DAX - RSI a 74.94 punti e indice sul bordo superiore delle Bollinger Bands sono un segnale inequivocabile di surriscaldamento. Basta però una pausa o un breve ritracciamento per assorbire questi eccessi e permettere in seguito al mercato di continuare la sua corsa. Al momento non vediamo nulla in grado di provocare un'inversione di tendenza - il ciclo favorisce ora una continuazione del rialzo fino a metà / fine maggio.

Anche la seduta a New York é stata positiva. L'S&P500 ha avuto un'ultima esitazione quando é arrivato a contatto dei 4000 punti. Ha aperto a 3999 punti e all'inizio é ancora dovuto scendere a 3992 punti per colmare il gap e prendere la rincorsa. Poi é salito costantemente e regolarmente fino alle 21.40 quando ha raggiunto i 3410 punti. C'é infine stata un'impennata finale a 3419.87 punti (+1.18). Il rialzo é stato trascinato dal Nasdaq100 (+1.82% a 13329 punti) che ha passato la fascia di resistenza a 13200-13300 punti chiudendo il capitolo correzione. Il Russell2000 (+1.50%) si é mosso nella corrente. Il risultato é stata una seduta decisamente positiva con A/D a 6163 su 1644, NH/NL a 334 (pochi ?!) su 75 e volume relativo a 0.85. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.42 - il Fear&Greed Index é balzato a 58 punti (+7). I Summation Index hanno cambiato direzione e cominciano timidamente a salire. La tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con il 56.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 70.23. I mercati finanziari sono esuberanti e anche il prezzo del petrolio, dei metalli preziosi e delle monete digitali stanno salendo.
Insomma - le borse giocano la carta del boom economico e al momento anche l'analisi tecnica conferma il rialzo. Fino a quando la musica suona nessuno ha voglia di abbandonare la festa malgrado l'ora tarda, la stanchezza e l'eccessivo consumo di alcoolici (e prodotti stimolanti di varia natura...).

Commento del 1. aprile

Nuovo faticoso record storico dell'S&P500

Ieri sera Joe Biden ha rivelato i dettagli del suo piano di investimenti per rilanciare sul lungo termine la crescita economica negli Stati Uniti. Il Presidente intende spendere 2250 Mia in 8 anni rifinanziando la spesa attraverso un aumento delle imposte alle imprese e ai cittadini con redditi superiori ai 400'000 USD. La borsa é salita prima del discorso di Joe Biden - l'S&P500 ha raggiunto un nuovo record storico a 3994.41 punti. Il piano non ha scatenato l'entusiasmo degli investitori e ha deluso i traders che vedevano i 4000 punti a portata di mano. L'S&P500 é caduto nell'ultima mezz'ora di contrattazioni e ha chiuso sul livello d'apertura a 3972.89 punti - un guadagno di 14 punti ma una discesa di 22 punti dal massimo. Nel frattempo il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.74% (+0.01%) - vedrete che prossimamente si ricomincerà a parlare insistentemente di inflazione. La tendenza delle borse mondiali é al rialzo e la maggior parte degli analisti prevedono ora una continuazione del trend almeno fino a maggio. A noi non piace il fatto che la correzione di marzo é praticamente venuta a mancare specialmente in Europa e sull'S&P500 - hanno invece corretto Russell2000 e Nasdaq100. Le borse iniziano il mese di aprile in ipercomperato e con investitori parecchio ottimisti e speculativamente esposti al rialzo. Malgrado questi freni il rialzo può continuare - sarebbe però meglio che ci fosse almeno un consolidamento per permettere al mercato di salire su basi solide. In caso contrario si potranno verificare delle improvvise e violente correzioni intermedie. Vediamo un problema specialmente per il settore tecnologico che viene attaccato su due fronti - dall'aumento dei tassi d'interesse e dal previsto incremento delle tasse previsto dal budget di Joe Biden.

Sulla seduta in Europa c'é poco da dire. Ieri il rialzo ha fatto una pausa - gli indici hanno chiuso praticamente invariati. Non é una sorpresa considerando l'ipercomperato e il recupero del cambio EUR/USD (1.1720). L'Eurostoxx50 (-0.18% a 3919 punti), il DAX (-0.00% a 15008 punti) e il FTSE MIB (+0.05% a 24648 punti) si sono mossi in pochi punti. Nessuno probabilmente aveva voglia di rovinare una buona fine di trimestre. Oggi la musica potrebbe cambiare - é l'ultima seduta prima della pausa Pasquale....

La seduta a Wall Street é stata positiva. L'S&P500 ha aperto al rialzo a 3971 punti ed é salito in maniera regolare fino alle 19.15 quando ha toccato un nuovo massimo storico marginale a 3994 punti. In seguito l'indice é sceso ma alle 21.30 era ancora a 3988 punti. Solo sul finale é caduto e ha chiuso a 3972.89 punti (+0.36%). Il rialzo é stato sostenuto dai grandi nomi della tecnologia (Nasdaq100 +1.51% a 13091 punti) ma anche il Russell2000 (+1.13%) ha fatto la sua parte. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4799 su 2976, NH/NL a 254 su 140 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é scesa a 19.40 punti (-0.21), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.42 mentre il Fear&Greed Index é risalito a 51 punti (+6 punti). I Summation Index sono ancora leggermente scesi ma sembrano vicini al fondo.
La situazione tecnica é confusa poiché nell'immediato non abbiamo segnali chiari mentre a medio termine la borsa americana possiede le premesse tecniche per proseguire il rialzo. Ci piacerebbe vedere ancora una correzione minore di un centinaio di punti di S&P500 - il Nasdaq100 fino a quando non supera stabilmente i 13200 punti é ancora formalmente in una fase di correzione con obiettivo minimo a 12500 punti. Abbiamo davanti a noi la lunga pausa pasquale e normalmente prima dovrebbero esserci delle vendite di realizzo. D'altra parte spesso un nuovo semestre inizia con degli acquisti provocati dalla liquidità affluita sui conti dei sistemi pensionistici. Insomma - affrontiamo le prossime sedute nella completa incertezza - sembra che la borsa voglia salire ma il diffuso ottimismo ci rende sospettosi e vediamo un concreto rischio di un vuoto d'aria.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3972 punti (+5 punti). Dall'Asia arrivano segnali positivi (Nikkei +0.72%, Shanghai +0.6%). Alle 08.40 l'Eurostoxx50 vale 3931 punti (+12 punti) - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.3%. Sembra che oggi avremo una seduta moderatamente positiva. Tranne il nostro razionalmente ingiustificato senso di inquietudine non c'é nulla che si oppone ad una seduta di nuovi massimi storici o annuali.

Domani, venerdì 2 aprile le borse europee, quella americana così come la maggior parte delle borse mondiali sono chiuse in occasione del venerdì Santo. In America alle 14.30 verrà pubblicato l'importante rapporto sul mercato del lavoro a marzo - sono aperti i mercati obbligazionari e si trattano i futures sugli indici.
Lunedì di Pasqua le borse europee saranno chiuse mentre a Wall Street ci sarà una normale seduta.
Il nostro prossimo commento tecnico  / analisi del fine settimana verrà pubblicato sabato 3 aprile.

Commento del 31 marzo

Nuovi massimi in Europa e consolidamento in America - logico visto che il cambio EUR/USD cade a 1.17

Ieri le borse europee hanno continuato il rialzo - il DAX (+1.29% a 15008 punti) ha toccato un nuovo massimo storico a 15029 punti - come sapete questo é un segnale indiscutibile - qui si tratta unicamente di capire quando e dove la tendenza potrebbe finire. Valori di RSI nettamente sopra i 70 punti segnalano ipercomperato ma non costituiscono una garanzia che un massimo significativo é vicino ed imminente. Questo indicatore mostra anche che il trend é robusto e in grado di superare le abituali barriere tecniche. C'é un'evidente correlazione tra la forza delle borse europee e il calo del cambio EUR/USD (1.17) - il nostro obiettivo grafico si situa a 1.16 e quindi per logica il rialzo delle borse europee può proseguire alla condizione che dall'America non arrivino segnali decisamente negativi.
A New York l'S&P500 (-0.32% a 3958.55 punti) ha perso 12 punti in una seduta senza direzione e con modesti volumi di titoli trattati. C'é stato un rimbalzo del Russell2000 (RUT +1.72%) a conferma del fatto che al momento il mercato ha due facciate. Solo venerdì scorso c'é stato un rialzo generalizzato. Se no abbiamo sempre delle sedute con forti differenze tra settori in perdita e settori in guadagno come se ci fosse un greggie di speculatori che si sposta velocemente da un tema all'altro. L'implosione del fondo hedge Archegos mostra che non tutti gli speculatori hanno la mano felice e probabilmente c'é anche chi sta subendo delle pesanti perdite malgrado che gli indici sono vicini ai massimi storici. Questo é anche il messaggio lanciato dai Summation Index che anche ieri sono scesi. Questa speculazione a leva é favorita dai bassi tassi d'interesse. Sembra però che il gioco si avvicina alla fine - é bastata una correzione minore per mettere in difficoltà quegli speculatori long che non hanno riserve e agiscono con leve superiori al 10 (secondo la stampa Archegos lavorava con leve tra 3 e 8 - secondo noi visto che il fondo valeva 10 Mia di USD e le perdite delle banche si aggirano sugli 8 Mia di USD la leva doveva essere decisamente superiore a 10). Bisogna fare attenzione perché questo mercato é molto vulnerabile e instabile.

Ieri le borse europee ci hanno sorpreso con una seduta decisamente positiva - l'accelerazione fà sorgere il dubbio che ci sia una certa irrazionale euforia. Sembra che gli investitori internazionali abbiano deciso di comperare Europa approfittando del fatto che l'EUR continua a perdere di valore. È una situazione un pò assurda - il cambio EUR/USD scende poiché gli investitori credono di  più nella ripresa americana che in quella europea e il differenziale dei tassi d'interesse si muove in favore dell'USD. Le borse europee sono evidentemente in una fase di rialzo - l'Eurostoxx50 (+1.12% a 3926 punti) ha toccato un nuovo massimo annuale a 3929 punti e ha chiuso vicino al massimo con un guadagno di 45 punti. Ora, secondo il RSI a 73.22 punti, l'indice é nuovamente ipercomperato. Temiamo che l'Eurostoxx50 possa essere vicino ad un massimo significativo - tutto dipende da come si svolge il prossimo inevitabile consolidamento. DAX e FTSE MIB (+0.88% a 24636 punti) si trovano in una situazione tecnica simile - questo mostra che gli acquisti toccano tutto il continente senza distinzioni.

L'S&P500 ha aperto a 3960 punti e ha chiuso a 3958.55 punti (-0.32%). Sul grafico appare una seconda candela con poco corpo - durante la giornata il mercato é senza direzione e sembra voler consolidare. Lunedì il Russell2000 era crollato del -2.83% - ieri é rimbalzato del +1.72% senza ragioni apparenti - non c'é molta logica in questi movimenti se non quella della speculazione. Il Nasdaq100 (-0.53% a 12896 punti) sembra invece voler seguire tranquillamente l'S&P500. Questa é però solo un'impressione basata su alcune sedute. Il grafico mostra un cuneo discendente che invoglia all'accelerazione al ribasso - il supporto é sui 12800 punti. Se l'indice chiude una seduta sotto questo livello dovrebbe poi continuare a correggere fino ai 12000 punti.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4620 su 3156, NH/NL a 169 su 561 (deterioramento!) e volume relativo a 0.8. La volatilità VIX é ridiscesa a 19.61 punti (-1.13), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.48 mentre il Fear&Greed Index é rimasto stabile a 45 punti (+1). Il reddito dell'USTBond decennale é fermo a 1.73%. In America si riaccende la discussione relativa al rischio di inflazione visto che Joe Biden intende alzare le tasse e lanciare un piano d'investimento in infrastrutture da 3'000 Mia di USD. Gli Stati Uniti (e non solo loro) stanno decisamente esagerando con il debito...  

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3944 punti (-3 punti). Il Nikkei ha perso il -0.86% - Shanghai é in calo del -0.4%. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3918 punti (-11 punti). Le borse europee apriranno con una leggera perdita del -0.3%. Stamattina potrebbe esserci un tentativo di tornare in pari. Crediamo però che nel corso della giornata ci saranno delle vendite di realizzo visto che si avvicina la lunga pausa di Pasqua. Un rimbalzo del cambio EUR/USDF dagli 1.17 dovrebbe alimentare il ritracciamento.
Stamattina bisognerà anche guardare i dati sulla disoccupazione in Germania (08.55) e sull'inflazione in Europa (11.00). Lo scenario dipinto attualmente dai mercati finanziari (fine della pandemia e forte crescita economica senza inflazione) si sembra troppo ottimistico e dovrebbe presto o tardi scontrarsi con la realtà dei fatti (e dei dati economici).

Commento del 30 marzo

Seduta negativa a Wall Street senza conseguenze per l'S&P500

Se ieri sera qualcuno guardava i dati tecnici della giornata di borsa in America avrebbe sicuramente detto che gli indici erano caduti. In effetti l'A/D a 1944 su 5892 e un aumento dei NL (nuovi minimi a 30 giorni) da 291 a 464 sono un segnale indiscutibile di debolezza. Inoltre i Summation Index su NYSE e Nasdaq continuano a scendere - questo significa che la maggior parte dei titoli sta perdendo terreno e che molti investitori stanno seduti su posizioni in perdita. Si é poi stupiti quando si vede che l'S&P500 ha perso solo 3 punti a 3971.09 punti (-0.09%) e anche il Nasdaq100 (-0.10% a 12965 punti) sta marciando sul posto. Cosa é successo ? Il settore delle piccole e medie imprese (PMI) concentrato nel Russell2000 (RUT -2.83%) é crollato, continua a correggere e sembra voler accelerare al ribasso. Insomma - a New York abbiamo una borsa con due facciate - una buona e una cattiva. Bisogna vedere quale prevarrà nelle prossime settimane. Siamo leggermente preoccupati perché anche il grafico del Nasdaq100 non é entusiasmante...

Le borse europee invece sono salite in maniera omogenea tra nuovi massimi storici (DAX +0.47% a 14817 punti) ) e nuovi massimi annuali. L'Eurostoxx50 (+0.42% a 3882 punti) ha guadagnato 19 punti ed é salito su un nuovo massimo annuale a 3890 punti. La tendenza é al rialzo con il problema che senza una dovuta correzione l'indice é ipercomperato e vulnerabile. Questo significa che può continuare a salire in maniera moderata frenato dagli eccessi o può improvvisamente correggere senza preavviso. Questa settimana prima di Pasqua é corta visto che venerdì Santo le borse sono in generale chiuse - potrebbero ancora esserci delle sorprese negative.
La crisi del fondo americano Archegos ha provocato delle perdite ad alcune banche europee. Nel dubbio é stato venduto tutto il settore (SX7E -1.29% a 86.68 punti) malgrado un aumento dei tassi d'interesse di mercato. Per questa ragione il FTSE MIB (+0.12% a 24421 punti ha sottoperformato le altre borse europee. L'SMI svizzero (-0.24% a 11089 punti) ha invece perso 27 punti. Dopo lo scandalo del fondo Greensill Credit Suisse (-13.83%) é pesantemente coinvolta anche nelle crollo del fondo hedge Archegos - gli investitori stanno perdendo la fiducia in questa banca che da anni é in crisi. La colpa é del management e del CdA che sono degli incapaci. Le vendite delle azioni delle banche (anche UBS (-3.90%) é stata toccata dal fenomeno) hanno pesato sull'SMI. Per fortuna il peso del settore finanziario nell'indice é ormai modesto dopo anni di ridimensionamenti e difficoltà. L'A/D a 13 su 7 é positiva ma le pesanti perdite sui titoli bancari hanno zavorrato l'indice.

La seduta a Wall Street é stata movimentata mentre informazioni e speculazioni riguardanti la liquidazione del fondo Archegos si rincorrevano. L'S&P500 ha aperto in calo a 3960 punti. È salito a 3972 punti per poi cadere alle 17.00 a 3943 punti di minimo. Poi c'é stata una fase positiva e volatile - l'indice é risalito alle 19.00 a 3979 punti. Alla fine il mercato si é calmato. L'S&P500 ha ancora toccato un massimo a 3981 punti e ha chiuso praticamente invariato a 3971 punti. I dati sul sentiment sono sorprendenti. La volatilità VIX (che riguarda l'S&P500) é balzata a 20.74 punti (+1.88), il CBOE Equity put/call ratio é relativamente alto a 0.51 mentre il Fear&Greed Index scende a 44 punti (-6). Appaiono segnali di inquietudine malgrado che l'S&P500 é a pochi punti dal massimo storico - strano.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3960 punti (+1 punto). Le borse asiatiche sono in positivo ma non di molto (Nikkei +0.16%, Shanghai +0.5%). L'Eurostoxx50 alle 08.50 vale 3901 punti (+19 punti / +0.5%). Le borse europee continuano tranquilllamente il rialzo. È soprendente - ad inizio anno nessuno aveva puntato sull'Europa come mercato azionario sul quale investire in questo 2021 anche perché la pandemia e la recessione sembrano ancora avere il sopravvento.

Aggiornamento del 29 marzo

Il rally di venerdì sera evapora...

Durante il fine settimana si é scoperto che le vendite di venerdì riguardanti le azioni di società cinesi quotate a New York e di azioni di colossi delle comunicazioni americani come Viacom (-27.31%) sono state provocate dal fondo Archegos che é stato obbligato a vendere azioni poiché le sue posizioni nei riguardi di banche e brokers erano scoperte. Credit Suisse e Nomura annunciano stamattina di aver subito perdite significative a causa delle operazioni di questo fondo - non é chiaro cosa sta succedendo ma il future sull'SP500 cade a 3937 punti (-27 punti) e cancella buona parte dello strano rally di venerdì sera. Si vocifera che il fondo deve ancora vendere alcune decine di miliardi di azioni e sui mercati finanziari c'é un certo nervosismo.
La nave container Evergiven non é più incagliata, galleggia e i motori funzionano normalmente - il canale di Suez nelle prossime ore sarà nuovamente navigabile. Le borse di Tokio (Nikkei +0.53%) e Shanghai (+0.3%) approfittano della notizia positiva per il commercio mondiale.
Durante il fine settimana l'Europa é passata all'orario estivo spostando le lancette dell'orologio in avanti di un'ora. La differenza d'orario con New York é tornata ad essere di 6 ore - la borsa americana apre nuovamente alle 15.30 e chiude alle 22.00.
Vediamo ora se il problema creato dalle difficoltà del fondo Archegos sono serie e in grado di influenzare i mercati finanziari - fino a quando non avremo informazioni precise prevarrà l'incertezza e ci saranno delle vendite. Venerdì alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 3891 punti - stamattina alle 08.20 vale 3871 punti - guadagna ancora 5 punti (+0.15%) rispetto alla chiusura ufficiale di venerdì sera.
Sul fronte dei cambi, dei prezzi delle materie prime e dei tassi d'interesse non ci sono movimenti rilevanti.

Commento del 27-28 marzo

L'ultima ora e dieci minuti della seduta a Wall Street mi ha lasciato basito...

Fino a giovedì era evidente che l'S&P500 americano stava correggendo. Dal massimo storico del 17 marzo a 3983.87 punti l'indice era sceso fino ad un minimo a 3853 punti ed era rimbalzato. Venerdì alle 19.50 l'S&P500 era tornato a 3918 punti - era nuovamente sopra la MM a 50 giorni e 5 punti sopra la chiusura del venerdì precedente - sarebbe bastata la solita ondata di vendite sul finale di seduta per avere una performance settimanale negativa. Invece la borsa improvvisamente é decollata lasciandoci basiti. In un'ora l'indice é salito a razzo fino a 3978 punti e ha chiuso poco più in basso a 3874.54 punti (+1.66%). Questo movimento ha coinvolto tutti i settori (DJT +2.30%, Nasdaq100 +1.55%, RUT +1.76%) ed é avvenuto malgrado un aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBond a 1.67%, +0.04%). Improvvisamente il mercato sembra aver ricominciato a credere ad uno scenario di forte crescita economica e ha dimenticato che l'aumento dei tassi d'interesse può essere negativo per i bilanci delle società tecnologiche. A prima vista tutto questo ha una logica. Se si va nei dettagli sorge però un certo senso di inquietudine. Il movimento di rialzo é partito dalla volatilità VIX (18.86 punti, -0.95) che é stata spinta verso il basso dagli investitori istituzionali - questa potrebbe essere una manipolazione del mercato in vista della chiusura del trimestre. 2I titoli più speculativi della cosiddetta economia distruttiva sono però stati venduti con Tesla (-3.39%) in testa. Insieme a questi titoli sono scese le azioni dei titoli più shortati amati dai piccoli speculatori long e le SPAC (veicoli di investimento "vuoti" in cerca di "vittime"). Infine sono state anche vendute le azioni di società cinesi quotate negli Stati Uniti.
Insomma - la seduta é stata molto strana e sembra che i tradizionali investitori istituzionali si siano presi una rivincita contro gli  speculatori e gli investitori che seguono il momentum e quelli che si muovono sul mercato delle opzioni. La domanda da porsi é se questo nuovo paradigma é una tendenza sostenibile o solo un evento passeggero che sparirà per la fine del mese di marzo.
Già giovedì sera evavamo esaminato l'ipotesi che la correzione fosse finita e l'avevamo rigettata per la semplice ragione che non avevamo nessun elemento tecnico a sostegno della possibilità che i 3853 punti di S&P500 potessero essere il minimo definitivo della correzione intermedia. Oggi siamo allo stesso punto anche se il rally di venerdì sera sposta le probabilità decisamente in favore di una ripresa del rialzo. Ci vuole però un nuovo record storico dell'S&P500 e un ritorno del Nasdaq100 (+1.55% a 12979 punti) sopra i 13200-13300 punti per essere sicuri che la correzione é terminata. Oscillatori e indicatori sono ancora possibilisti. Secondl gli oscillatori la correzione doveva terminare unicamente verso la metà di settimana prossima. I Summation Index sono ancora in calo e gli indici azionari europei sono già nuovamente ipercomperati. A prima vista non sembra che a corto termine le borse abbiano molto potenziale di rialzo. Le correzioni hanno il vantaggio di eliminare le mani deboli e la speculazione riportando il rialzo su solide basi. Quando invece le correzioni terminano troppo presto senza aver creato questi presupposti il successivo rialzo deve immediatamente combattere contro parecchi ostacoli tecnici ed é a rischio di fallimento.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.77% a 3866 punti
SX7E (banche)          -0.61% a 87.81 punti
DAX                         +0.88% a 14749 punti
SMI                          +1.36% a 11116 punti
FTSE MIB                  +0.80% a 24393 punti
S&P500                     +1.57% a 3974.54 punti
Nasdaq100                +0.87% a 12979 punti

Le borse venerdì sembravano aver voglia di buttarsi la correzione alle spalle e di voler riprendere il rialzo. La seduta é stata positiva sia in Europa (Eurostoxx50 +0.89% a 3866 punti) che in America. Con due sedute positive gli indici azionari hanno praticamente eliminato l'effetto negativo di 4-5 sedute di scivolata verso il basso e questo in generale é un segnale che i rialzisti sono più forti dei ribassisti.
Venerdì alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 3891 punti, il DAX (+0.87% a 14749 punti) 14851 punti. Questi valori teorici corrispondono rispettivamente ad un nuovo massimo storico ed un nuovo massimo annuale. È evidente che la correzione per le borse europee é stata solamente un consolidamento e se questi valori lunedì mattina verranno confermati le borse europee stanno riprendendo il rialzo favorite dalla debolezza dell'EUR nei riguardi dell'USD (EUR/USD a 1.1795 con un minimo annuale a 1.1762).

Come anticipato la seduta a New York é stata strana. L'S&P500 ha aperto a 3925 punti e fino alle 19.50 é oscillato in laterale tra i 3943
ed i 3917 punti. Verso le 19.00 ci sono stati due brevi tentativi di rottura al ribasso con un doppio minimo. Poi la borsa é decollata con il risultato che conoscete. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5713 su 2071, NH/NL a 367 su 291 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é ricaduta a 18.86 punti (-0.95), il CBOE Equity put/call ratio era piuttosot alto a 0.58 (cosa sta succedendo ai piccoli speculatori long?) mentre il Fear&Greed Index é balzato a 52 punti (+12 punti!). A breve (DSI) sembra esserci parecchia euforia e questo ci fà dubitare della sostenibilità del rally iniziato venerdì sera.
I Summation Index sono ancora in calo - la tendenza di fondo della borsa americana é formalmente al rialzo con il 51.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e il Bullish Percent Index sul NYSE a 65.81.
Insomma - il semaforo é tornato sul verde ma sotto lampeggia ancora una luce gialla - a cosa si riferisce? - possiamo attraversare l'incrocio senza rischiare di farci travolgere o di trovare un pedone in mezzo alla careggiata? Lunedì mattina dovremmo saperlo con certezza. Mercoledì 31 marzo finisce il trimestre - é possibile che gli investitori istituzionali cerchino di far salire il mercato fino a questa data - se però non riescono a provocare un'accelerazione sopra i simbolici 4000 punti di S&P500 temiamo che possa esserci un'altra correzione dietro l'angolo.

Commento del 26 marzo

Reazione d'orgoglio del Russell2000 (+2.29%)

Ieri ci aspettavamo che dopo una pessima apertura la borsa americana avrebbe tentato un recupero - almeno per colmare il gap d'apertura fino ai 3889 punti di S&P500. In effetti l'S&P500 ha iniziato le contrattazioni a 3873 punti e dopo alcuni minuti di indecisione é sceso fino alle 16.00 quando ha toccato il minimo giornaliero a 3853 punti. A questo punto l'indice era sotto la MM a 50 giorni a 3870 punti. Da qui é iniziata la reazione che però é stata più forte di quanto ci eravamo immaginati. L'indice é risalito fino a metà seduta a 3901 punti e poi si é fermato e ha ritracciato. I rialzisti sono però successivamente ripartiti all'attacco - probabilmente c'é stato parecchio short covering sul Russell2000 (+2.29%) dopo una serie di sedute pessime che avevano fatto cadere l'ndice in alcuni giorni di più del -10%. Con una seconda spinta di rialzo l'S&P500 é risalito fino a 3919 punti di massimo e solo sul finale é ricaduto a 3909.52 punti (+0.52%). Insomma - ci aspettavamo per saldo una seduta con una perdita di una ventina di punti ed invece abbiamo un guadagno di 20 punti e una candela bianca sul grafico che fa tornare subito l'indice sopra la MM a 50 giorni in ascesa. Possibile che la correzione sia terminata qui? Tutto é possibile visto che l'analisi tecnica é strettamente legata al calcolo delle probabilità. Diciamo però che é poco probabile visto che finora si é visto ben poco pessimismo (Fear&Greed Index a 40 punti, invariato) e non abbiamo nessun elemento tecnico a sostegno di questa tesi. I Summation Index sono ancora in calo e soprattutto gli investitori non hanno ancora preso una decisione tra scenario deflattivo o inflattivo. Crediamo che il reddito dell'UST Bond decennale (1.63%) debba ancora salire verso il 2% e provocare un'ultimo tonfo del Nasdaq100 (-0.14% a 12780 punti) che ieri sera non ha brillato.

Nei giorni scorsi ci siamo lamentati che l'Eurostoxx50 (-0.00% a 3832 punti) aveva terminato la seduta senza sostanziali variazioni e questo non ci dava molti spunti di analisi. Ieri sera l'Eurostoxx50 ha chiuso in pari e veramente c'é poco da commentare. Notiamo unicamente che dopo le 12.00 ci sono state delle vendite e l'indice é sceso fino ad un minimo a 3784 punti (-1.2%!). Dopo l'apertura a New York l'indice ha recuperato e questo é un segnale di forza. Abbiamo l'impressione che la forza relativa delle borse europee é una conseguenza dell'indebolimento dell'EUR rispetto all'USD. Questo però non cambia nulla al fatto che le borse europee stanno semplicemente consolidando e non correggendo. Ripetiamo - é possibile che questa pausa permetta alle borse europee di assorbire l'ipercomperato. Favoriamo ancora una discesa sui 3750 punti di Eurostoxx50 prima della ripresa del rialzo ma é possibile che questa correzione minore venga a mancare e venga semplicemente sostituita da un consolidamento con EUR debole.
Lo stesso discorso vale per il DAX (+0.08% a 14621 punti) e per il FTSE MIB (+0.04% 24218 punti).
L'SMI (+0.32% a 11098 punti) é riuscito a guadagnare ancora qualche punto grazie al fatto che al momento gli investitori favoriscono nuovamente i titoli value, come alimentari o farmaceutica, alle speculazioni sulle società che hanno teoricamente ritmi di crescita e potenziale illimitati ma non guadagnano un soldo.

La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5373 su 2360, NH/NL a 151 su 1309 e volume relativo a 0.95. Notiamo il forte aumento dei nuovi minimi a 30 giorni. La volatilità VIX é ricaduta a 19.81 punti (-1.39) mentre il CBOE Equity put/call ratio era nuovamente piuttosto alto a 0.58. Non rileviamo niente in questi dati che possa suggerire la presenza di un minimo intermedio. Nessun indice é rimbalzato da un rilevante supporto. Secondo gli oscillatori la correzione dovrebbe continuare almeno fino a metà di settimana prossima. Di conseguenza non pensiamo che dal minimo di ieri a 3853 punti di S&P500 possa svilupparsi una sostenibile spinta di rialzo. Pensiamo piuttosto che nei prossimi giorni questo minimo debba essere rivisitato.

Stamattina alle 08.50 il future sull'S&P500 é a 3915 punti (+14 punti). L'Eurostoxx50 é a 3856 punti (+24 punti). Le borse europee apriranno con un balzo del +0.6%/+0.8%. Sullo slancio é probabile che proveranno a guadagnare ancora qualche punto. Poi torneranno al punto di partenza e aspetteranno indicazioni da New York.
Il Nikkei ha guadagnato il +1.56% - Shanghai sale del +0.6%. Sembra che le borse vogliano terminare la settimana con una seduta (moderatamente) positiva.

Commento del 25 marzo

L'America corregge - l'Europa é per lo più indifferente

La giornata di ieri é stata una copia di quella di martedì con la differenza che questa volta le vendite a Wall Street hanno travolto anche il Nasdaq100 (-1.68%). In Europa c'é stata un'altra seduta senza sostanziali variazioni sui maggiori indici azionari (Eurostoxx50 +0.14% a 3832 punti). Il calo di martedì a New York ha provocato un'apertura in calo ma le borse europee hanno velocemente recuperato - nel pomeriggio non é più successo nulla di importante. L'Europa sembra immune ed indifferente alle turbolenze in Asia e in America.
La seduta a Wall Street é iniziata come previsto vale a dire con un rimbalzo - l'S&P500 é risalito fino a 3942 punti contro la nostra stima di 3930 punti. Poi però si é ripetuto quanto già successo martedì - é apparsa pressione di vendita e da metà giornata gli indici sono scesi con un'accelerazione sul finale che ha provocato una chiusura sul minimo giornaliero e con pesanti perdite sul Russell2000 (-2.35%). Questa volta anche la tecnologia ha subito danni (Nasdaq100 -1.68%) malgrado che i tassi d'interesse siano rimasti stabili (reddito dell'USTBond decennale a 1.62%, -0.01%). Ci sono buone e cattive notizie. La cattiva é che la correzione sta guadagnando in momentum e partecipazione e quindi é molto probabile che gli indici debbano scendere sensibilmente più in basso. La buona é che gli oscillatori stanno scendendo velocemente mentre gli investitori stanno diventando pessimisti (Fear&Greed Index 40 punti, -9 punti). È quindi possibile che un minimo significativo venga raggiunto verso fine mese a che ad aprile possa partire una spinta di rialzo. Questo é quanto suggerisce l'analisi tecnica dei mercati azionari. Non sappiamo ancora come si inserisce lo sviluppo dei tassi d'interesse in questo scenario. La correzione delle borse doveva avvenire insieme ad un'impennata del reddito dell'USTBonds in direzione del 2% - invece adesso le borse scendono per conto loro solo a causa dell'ipercomperato e dell'eccesso di ottimismo che devono essere compensati ed assorbiti.

Sull'Europa c'é poco da dire. Anche la seduta di ieri é stata senza spunti e non fornisce elementi d'analisi. L'Eurostoxx50 (+0.14% a 3832 punti), e in generale le borse europee (DAX -0.35%, FTSE MIB +0.39%), é caduto nei primi 5 minuti di contrattazioni ma poi ha recuperato e dopo le 10.00 ha veleggiato intorno alla parità. Sembra che le borse europee vogliano ignorare le correzioni settoriali che stanno avvenendo in America. L'inpressione é che si sta verificando un semplice consolidamento che non dovrebbe sfociare una una correzione ma piuttosto in un modesto ritracciamento di un paio di punti in percentuale - qualcosa simile a quanto successo a febbraio.

Il cambio EUR/USD cade a 1.1820 con un nuovo minimo annuale a 1.1804... La rottura al ribasso é ancora marginale ma la strada verso l'obiettivo a 1.16 sembra aperta anche perché la MM a 200 non serve più da supporto.

L'S&P500 ha aperto al rialzo a 3928 punti. Nella prima ora l'indice ha marciato sul posto ma poi con nostra sorpresa c'é stata ancora una lieve spinta di rialzo e l'indice alle 16.00 ha raggiunto i 3940 punti. Dopo però sono arrivate lentamente ma inesorabilmente le vendite. L'indice é sceso alle 19.20 fino a 3928 punti e poi é caduto come un sasso fino alle chiusura a 3989.14 punti (-0.55%). Questa volta sia tecnologia (Nasdaq100 -1.68% a 12798 punti) che PMI (RUT -2.35%) erano sotto pressione. Si sono salvati il settore energia (ETF Energy +2.51% / il blocco del canale di Suez ha provocato un temporaneo incremento del prezzo del petrolio) e quello dei trasporti (DJT +1.04%). La seduta al NYSE é stata nuovamente decisamente negativa con A/D a 2396 su 5381, NH/NL a 175 su 733 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita a 21.20 punti (+0.90) e il CBOE Equity put/call ratio (0.57) comincia ad essere sopra la media di lungo periodo. L'umore degli investitori peggiora in maniera vistosa. I Summation Index sono in calo.
Insomma - la correzione prosegue come da copione. Dal massimo del 16 marzo il Russell2000 ha perso circa il -10% - la caduta non può continuare a questo ritmo per parecchio tempo anche perché questo non sembra l'inizio di un ribasso ma una correzione. Dobbiamo però osservare delle vendite da panico prima di poter pensare che la discesa é alla fine - pensiamo che questo possa rispecchiarsi in una impennata del CBOE Equity put/call ratio sopra i 0.70. L'alternativa potrebbe essere una salita della volatilità sul Russell2000 (ora a 33.52 punti) decisamente sopra i 40 punti.

Ora il future sull'S&P500 é a 3886 punti (+6 punti). Il Nikkei ha guadagnato il +1.14% - Shanghai é in pari (-0.10%). L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 3818 punti - come ieri le borse europee apriranno con un modesto calo del -0.3%. Per il terzo giorno consecutiva potrebbe ripetersi la stessa seduta - recupero la mattina, apertura a New York alle 14.30 in guadagno e ritorno dei venditori dopo le 16.00.

Commento del 24 marzo

Crollo del Russell2000 (-3.58%) - gli speculatori perdono la capacità di spingere il mercato al rialzo

Ieri a Wall Street c'é stato un improvviso vuoto d'aria e dopo le 19.30 l'S&P500 (-0.76% a 3910.52 punti) é caduto dai 3936 punti fino al minimo a 3901 punti. L'indice é rimbalzato sul finale e ha chiuso a 3910 punti. Questa volta non é stata la tecnologia a provocare il ribasso ma le PMI raggruppate nel Russell2000 (RUT -3.58%). Questo indice é crollato trascinato verso il basso dai settori energia e finanza. Avrete forse notato che lunedì il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.39 - questo valore mostra una forte speculazione al rialzo. Nella fase di rialzo da novembre a febbraio un valore del genere mostrava che gli speculatori long stavano spingendo il mercato - spesso avevano successo e nei giorni successivi la borsa saliva. Ora invece sembra che abbiano perso il controllo delle operazioni. L'eccesso di speculazione provoca adesso una reazione negativa. Gli incitamenti a comperare qualsiasi cosa lanciati sui social media non hanno più l'effetto sperato - forse perché, considerando le difficoltà del settore tecnologico (Nasdaq100) da metà febbraio, ci si é resi conto che il mercato non conosce solo una direzione - il gregge dei piccoli speculatori sta diventando più prudente. Questo é anche il senso del segnale mandato dai Summation Index che ieri sono nuovamente scesi. Questi indicatori mostrano come si comporta la maggior parte delle azioni. Se scendono é difficile possedere un titolo che guadagna. Se scendono mentre gli indici salgono significa che pochi titoli sostengono il rialzo é che c'é una folta schiera di investitori frustrati pronti a voltare le spalle alla borsa. Ma torniamo agli avvenimenti di ieri sera. Finalmente c'é stata una seduta negativa che sembra confermare la nostra previsione di una correzione intermedia. A questo scopo però ci vorrebbe oggi una continuazione verso il basso. Finora c'é un certo deterioramento degli indicatori ma nessun segnale di vendita. Gli indici hanno però "girato" quando e dove avevamo pensato e questo é un fatto incoraggiante. Anche il Nasdaq100 (-0.52% a 13017 punti) ha avuto una seduta negativa malgrado tassi d'interesse in calo. L'indice é rimasto sotto i 13300 punti e sotto la MM a 50 giorni e sembra aver ripreso la correzione iniziata a metà febbraio dai 13879 punti).

La seduta in Europa é stata insignificante. I maggiori indici azionari hanno chiuso senza sostanziali variazioni. Da due giorni le borse europee non vanno da nessuna parte. La scivolata verso il basso dell'Eurostoxx50 (-0.18%) é impercettibile - non abbastanza per parlare di correzione. Anche il DAX (+0.03% a 14662 punti) ha marciato sul posto vittima di una rotazione tra settori. Ieri ci sono state prese di beneficio sulle azioni automobilistiche e sono stati comperati titoli difensivi come utilities o farmaceutica. Questo é per il momento un mercato senza spunti e senza direzione. Gli indici europei potrebbero anche eliminare l'ipercomperato in questa maniera - un consolidamento e un modesto ritracciamento.

Il cambio EUR/USD é caduto a 1.1840 - l'attacco al minimo annuale previsto una settimana fà si sta realizzando. Una rottura sotto gli 1.1830 attiverebbe un obiettivo a 1.16.

Ma torniamo a Wall Street - il mercato che fa tendenza. L'S&P500 ha aperto in leggero calo a 3933 punti - per ore l'indice é oscillato a caso in una ventina di punti. È sceso fino ai 3928 punti, é salito su un massimo a 3949 punti e un'ora e mezza prima della chiusura era ancora a 3936 punti. Poi le vendite che stavamo colpendo il Russell2000 si sono intensificate coinvolgendo tutto il listino. L'S&P500 é caduto sul minimo a 3901 punti ed é rimbalzato fino a 3910.52 punti (-0.76%). La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1159 su 6668, NH/NL a 225 su 593 e volume relativo a 1.0. Spesso dopo una seduta così negativa a livello di partecipazione (pessimo A/D e volumi su A/D) c'é un debole rimbalzo. Se oggi la borsa non rimbalza significa che la pressione di vendita é dominante. La volatilità VIX é balzata a 20.30 punti (+1.42), il CBOE Equity put/call ratio era neutro a 0.44 e il Fear&Greed Index é sceso a 49 punti (-5). Se come pensiamo é iniziata una correzione ha ancora parecchia strada da percorrere visto che gli indicatori di sentiment sono in territorio neutro - non c'é ancora nessun segnale di pessimismo.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3901 punti (+1 punto). Il Nikkei ha perso il -2.04% - Shanghai é in calo del -1.60%. L'Eurostoxx50 alle 08.15 vale 3813 punti (-14 punti). Le borse europee sono ancora immuni ai segnali negativi provenienti da Asia e Stati Uniti. Gli indici azionari europei apriranno con una modesta perdita del -0.3%. Ci interessa molto vedere cosa succede oggi. La caduta di ieri a Wall Street potrebbe solo essere un incidente senza conseguenze. Dalla seduta di oggi ci aspettiamo una conferma dell'inizio della correzione. Se invece l'S&P500 rimbalza sopra i 3930 punti dovremo rivedere questa previsione.

Commento del 23 marzo

La borsa americana gira a vuoto

L'S&P50 era salito il 16 febbraio a 3950 punti di massimo. Ieri l'indice ha toccato un massimo giornaliero a 3955 punti e ha chiuso 15 punti più in basso a 3940.59 punti (+0.70%) con un guadagno di 27 punti. Quella che a prima vista sembra una seduta positiva é stata per l'analisi tecnica una seduta a partecipazione negativa (A/D a 3463 su 4292) dovuta al cedimento del Russell2000 (RUT -0.91%). È un fatto matematico. Non bisogna dimenticare che il Nasdaq100 (+1.70% a 13086 punti) contiene 100 azioni, l'S&P500 ha 500 membri mentre il Russell2000 raccoglie le azioni di 2000 piccole e medie imprese. Avrete già capito che ieri é stata una seduta di rialzo per la tecnologia e una di ribasso per le PMI e i settori di energia e banche. La conosciuta e seguitissima correlazione con i tassi d'interesse di mercato ha nuovamente funzionato a meraviglia - il reddito dell'USTBond decennale é sceso a 1.69% (-0.05%). La seduta di ieri non ha per niente convinto a livello di partecipazione - l'A/D era deludente (348 su 219) mentre i Summation Index sono in calo. Insomma - la costellazione tecnica sembra confermare l'imminente inizio di una correzione intermedia e non bisogna lasciarsi disturbare del guadagno dell'S&P500 che era preventivato. Come preannunciato ieri mattina le statistiche ci dicono che il lunedì dopo la scadenza dei derivati di marzo e dopo la riunione della FED la seduta a Wall Street é di solito positiva.

Ieri sera non abbiamo scritto nessun commento riguardante la seduta in Europa. La ragione é semplice. Non é successo nulla di rilevante e non sapevamo cosa scrivere.
Le borse europee hanno aperto in calo ma hanno subito recuperato e dalle 11 in avanti sono semplicemente oscillate stancamente in laterale intorno alla parità. L'Eurostoxx50 (-0.08% a 3833 punti) ha chiuso praticamente in pari. Il DAX (+0.25% a 14657 punti) ha ancora guadagnato qualche punto grazie al settore auto (VW +7.29%). Questi movimenti sono assurdi sia per la loro intensità che motivazione. Per mesi i mercati sono stati a guardare mentre la capitalizzazione di Tesla superava di gran lunga quella sommate delle maggiori case automobilistiche mondiali. Poi ci si é resi conto che tutti stanno producendo delle buone auto elettriche e che tutti i costruttori tradizionali stanno conquistando quote del mercato dell'auto elettrica. Improvvisamente c'é stato in borsa un movimento a valanga - non é stato un lento riflusso ma un vero e proprio tsunami - ad inizio anno l'azione di Volkswagen era a 148 EUR - il 17 febbraio era lievitata a 161 EUR - poi c'é stata l'accelerazione e ieri l'azione ha raggiunto i 237 EUR. È come se VW avesse scoperto da un giorno all'altro l'auto elettrica e che questo "nuovo prodotto" fosse in grado di raddoppiare l'utile della società in un paio di mesi. L'eccitazione si sta estendendo a tutto il settore dell'auto europeo - ieri anche Porsche (+8.92%) e Ferrari (+4.88%) hanno goduto dei favori degli investitori. Sono delle borse pazze - qualcuno comincia ad urlare "auto" e se l'idea piace e cominciano ad esserci dei movimenti improvvisamente tutti corrono a comperare anche se ormai i prezzi non giustificano minimamente una decisione d'acquisto.
Per una qualche strana ragione ieri anche il settore farmaceutico ha ritrovato i favori degli investitori. Ne ha approfittato l'SMI (+0.74% a 11048 punti) per superare inaspettatamente gli 11000 punti e toccare un nuovo massimo annuale.

Sulla seduta a Wall Street abbiamo ancora poco da dire. L'S&P500 ha aperto in leggero guadagno a 3915 punti ed é salito regolarmente fino alle 20.00 quando ha toccato il massimo a 3955 punti. Poi é sceso fino alla chiusura a 3940 punti (+0.70%). Il movimento é stato trascinato dai grandi nomi della tecnologia (Nasdaq100 +1.70%). I dati sul sentiment sono interessanti. La volatilità VIX é caduta a 18.88 punti (-2.07), il CBOE Equity put/call ratio era nuovamente molto basso a 0.39 mentre il Fear&Greed Index é salito a 54 punti (+1 punto). Molti sono convinti che l'S&P500 é partito alla conquista dei 4000 punti. Vedremo se avranno ragione - se però tutti hanno già comperato per approfittare di questa accelerazione mancheranno ulteriori compratori e l'S&P500 invece che salire scenderà.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3922 punti (-8 punti). Le borse asiatiche sono in calo (Nikkei -0.61%, Shanghai -0.9%). L'Eurostoxx50 alle 08.15 vale 3816 punti (-17 punti) - le borse europee apriranno in calo del -0.4%. Al momento le indicazioni fornite dai mercati sono insufficienti per poter parlare di seduta negativa. Conoscete però la nostra opinione - oggi i venditori dovrebbero lentamente farsi avanti....

Aggiornamento del 22 marzo

Per ridurre l'inflazione bisogna diminuire i tassi d'interesse... (secondo l'Erdoganomics)

Settimana scorsa il governatore della Banca Centrale turca ha alzato a sorpresa il tasso d'interesse di riferimento sulla Lira Turca del 2% con l'obiettivo di difendere il corso della moneta e contenere l'inflazione. La mossa non é piaciuta al Presidente Erdogan che lo ha licenziato. In due anni questo é il quarto governatore che viene eliminato per non aver seguito le direttive di politica economica del Presidente secondo il quale per contenere l'inflazione bisogna abbassare il costo del denaro e non diminuirlo. Insomma - secondo Erdogan le teorie economiche sono sbagliate. La reazione dei mercati non si é fatta attendere - durante il fine settimana la Lira Turca ha perso circa il -15% rispetto all'USD. La Turchia é sull'orlo del collasso economico con un'inflazione galoppante e una disoccupazione che secondo le stime raggiunge il 30%. Il peso della Turchia nell'economia mondiale é trascurabile - una crisi economica non dovrebbe destabilizzare i mercati finanziari. Se la Turchia fosse occupata a risolvere i problemi interni ci potrebbero anche essere dei risvolti positivi. Il paese non avrebbe più il tempo e le risorse per immischiarsi in parecchi conflitti regionali - soprattutto in Siria e Irak.
La Turchia é alle porte dell'Europa ed é un importante partner commerciale - le difficoltà turche potrebbero avere risvolti negativi sulle numerose società con interessi economici nel Paese.
Turchia a parte il fine settimana non ha offerto novità di rilievo. Il future sull'S&P500 é stamattina a 3894 punti (-5 punti). Secondo le statistiche il lunedì che segue la riunione della FED e la scadenza dei derivati di marzo é una seduta positiva. Vediamo se la giornata odierna segue le tradizioni. Un rimbalzo oggi dovrebbe costituire per i traders un'occasione di vendita in vista della correzione che dovrebbe svilupparsi nel corso della settimana. Stamattina il Nikkei ha perso il -2.07% - Shanghai sta guadagnando il +1.1%. L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 3829 punti - le borse europee apriranno in leggero calo (-0.2%). Alle 14.00 Jerome Powell terrà un discorso ma non pensiamo che dirà qualcosa di diverso o nuovo rispetto a settimana scorsa.

Commento del 20-21 marzo

La prova di forza tra FED e mercati fa salire i tassi d'interesse e correggere le borse 

Il reddito dell'US Treasury Bond decennale continua a salire - venerdì ha raggiunto gli 1.74% (+0.03%). L'aumento dei tassi d'interesse é una scusa per una correzione intermedia della borsa americana specialmente nel settore tecnologico che é il più sensibile a questo incremento. La Banca Centrale americana ha più volte dichiarato la sua intenzione di voler mantenere i tassi d'interesse di riferimento vicini allo 0% ancora per un lungo periodo di tempo - mercoledì Jerome Powell ha affermato di non prevedere aumenti fino al 2023. D'altra parte l'inflazione e le aspettative d'inflazione in America aumentano - si situano al momento intorno al 2.2% e questo significa che i tassi d'interesse reali sono negativi. Abbiamo ampiamente discusso questo tema nelle nostre previsioni per il 2021. Gli investitori non hanno interesse a possedere obbligazioni con un reddito reale negativo specialmente quando vedono che i tassi d'interesse di mercato salgono e il valore delle obbligazioni scende. La guerra verbale e le assicurazioni della FED non bastano - é probabile che gli investitori vendano obbligazioni e che il tasso d'interesse continui a salire fino a quando la FED non annuncerà misura concrete per stoppare questo sviluppo. I previsti acquisti di obbligazioni per 120 Mia di USD nell'ambito del QE non bastano considerando che il programma di stimolo economico del governo da 1900 Mia di USD deve essere finanziato attraverso il debito e l'emissione di obbligazioni del Tesoro. Fino a quando durerà questa prova di forza? Nessuno é in grado di dirlo ma ci sono alcuni elementi da considerare che possono aiutarci a fare una stima.
Il reddito reale sugli investimenti a reddito fisso in USD é negativo ma il saldo é in diminuzione. Pensiamo che in ogni caso i mercati siano pronti ad accettare un reddito reale nullo - questo significa che il reddito dell'USTB decennale potrebbe salire fino al 2%-2.25%.
I Bond sono adesso ipervenduti e il DSI é molto basso - I Bond probabilmente non possono scendere molto più in basso prima che ci sai una sostanziale reazione positiva. Giudichiamo che dagli attuali 1.74% il reddito possa ancora lievitare in direzione dei 2% ma non molto più in alto.
Il reddito da dividendo dell'S&P500 é adesso all'1.49% -  lentamente comincia ad esserci un certo interesse a comperare obbligazioni che competono con i dividendi delle azioni.
Al termine della riunione di mercoledì scorso la FED non ha voluto affrontare direttamente il problema giustificando la sua posizione con il fatto che la spinta inflazionistica dovrebbe essere moderata e di breve durata. Non pensiamo che nell'arco dei prossimi giorni sia disposta a cambiare opinione. Crediamo di conseguenza che la prova di forza tra FED e mercati possa durare ancora alcune settimane - il lasso di tempo ideale e necessario per una correzione minore delle borse.
Riassumendo crediamo che il reddito dell'USTBond decennale debba salire lentamente e ad ondate (considerando che il Bond é già ipervenduto) fino al 2%. Nel frattempo la borsa americana dovrebbe svolgere una salutare correzione per eliminare l'ipercomperato e parte dell'eccesso di ottimismo. In questa fase l'S&P500 (3913 punti) potrebbe tornare sui 3700-3800 punti (usando differenti metodi arriviamo a diversi obiettivi tra questi due valori) mentre il Nasdaq100 (12867 punti) potrebbe cadere fino a 12000 punti. Secondo i cicli a questa correzione minore ed intermedia dovrebbe seguire un'ultima possente spinta di rialzo fino a giugno.
I nostri indicatori tecnici sostengono questa previsione.
Sulla base di questo scenario per la borsa americana come potrebbero comportarsi le borse europee che finora hanno ignorato il calo dei titoli tecnologici americani ? Su questo punto siamo incerti. Le borse europee sono fondamentalmente meno care di quella americana - i tassi d'interesse in Europa stanno salendo meno - il reddito del Bund decennale é ancora a -0.288%. Le borse europee salgono grazie ai settori ciclici e finanziari - entrambi non si trovano nell'epicentro della correzione. Al contrario - le banche approfittano dell'aumento dei tassi d'interesse di mercato. Molto dipende degli aspetti psicologici - se gli investitori si spaventano e gli indicatori di sentiment non passano solo dall'ottimismo allo scetticismo ma arrivano a segnalare panico, la correzione coinvolgerà tutto il listino borse europee comprese. In linea di massima però non pensiamo che una correzione di un -5% possa scatenare il panico e quindi riteniamo che le borse europee verrannno meno colpite dal fenomeno. Gli indici potrebbero limitarsi, come già precedentemente annunciato, a scendere sui livelli dove si é verificata la rottura al rialzo di marzo - sono i 3750 punti di Eurostoxx50 (3837 punti) e i 14200 punti di DAX (14621 punti). 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.10% a 3837 punti
SX7E (banche)          -0.53% a 88.35 punti
DAX                         +0.82% a 14621 punti
SMI                          +1.18% a 10967 punti
FTSE MIB                  +0.36% a 24199 punti
S&P500                     -0.77% a 3913.10 punti
Nasdaq100                -0.54% a 12867 punti

La scadenza dei derivati di marzo non ha provocato volatilità. Se trascuriamo gli alti volumi di titoli trattati la seduta di venerdì si é svolta nella calma e gli indici hanno chiuso poco lontano dai livelli d'apertura. Le borse europee dovevano scontare la pessima chiusura di giovedì a New York e hanno aperto in calo. Durante la giornata gli indici sono oscillati in laterale e non sono riusciti a recuperare. Il risultato é stata una seduta negativa ma che non ha fatto danni. Il DAX (-1.05% a 14621 punti) ha toccato giovedì un nuovo massimo storico L'Eurostoxx50 (-0.79% 3837 punti) ha perso 30 punti e ha raggiunto giovedì un nuovo massimo annuale. Non si può ancora parlare di inizio di correzione anche perché le performances settimanali sono positive. Gli indici sono però ipercomperati e quindi dovrebbero ora scendere.

L'S&P500 (-0.06% a 3913.10 punti) ha perso 2 punti e questo ci dice già che non é successo molto. L'indice inizialmente é ancora sceso a 3886 punti di minimo - dopo la caduta di giovedì c'é stata quindi una continuazione verso il basso con una candela sul grafico con massimo e minimo discendenti che puzza di correzione. Il Nasdaq100 (+0.61% a 12867 punti) é rimbalzato ma questo non deve sorprendere visto che l'indice giovedì era crollato del -3.13%. La seduta al NYSE é stata di poco positiva con A/D a 4716 su 3012, NH/NL a 362 su 244 e volume relativo a 1.8 (causato dalla scadenza dei derivati). La volatilità VIX é scesa a 20.95 punti (-0.63), il CBOE Equity put/call ratio é salito leggermente a 0.51 (i traders long stanno perdendo il coraggio?) mentre il Fear&Greed Index é sceso a 53 punti (-2). I Summation Index erano in calo.
Riassumendo la correzione é appena iniziata e venerdì la borsa si é fermata per occuparsi delle operazioni di chiusura dei derivati di marzo. Settimana prossima gli oscillatori cominceranno a scendere facendo pressione tecnica sui listini. Ci aspettiamo una discesa spalmata su parecchie giornate con sedute negative intercalate da rimbalzi secondo il ritmo dettato dallo sviluppo dei tassi d'interesse.

Commento del 19 marzo

A Wall Street é iniziata la correzione intermedia

Ieri c'é stato nuovamente uno scollamento tra Europa (Eurostoxx50 +0.46% a 3867 punti) e America (S&P500 -1.48% a 3915.46 punti). Le borse europee hanno continuato tranquillamente il rialzo e sembrano voler rispettare la regola di un massimo in occasione della scadenza dei derivati di marzo. Forse però questo é solamente la conseguenza del fatto che le vendite a Wall Street sono cominciate solo verso le 17.00 e in quel momento l'S&P500 era ancora sui 3963 punti - l'Europa non ha fatto in tempo a scontare il successivo calo della borsa americana . Inoltre bisogna considerare quali sono i settori dove si sta verificando la correzione causata da un aumento preoccupante dei tassi d'interesse - in effetti il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.71% (+0.08%). Mentre settori ben rappresentati in Europa come quello della banche ne approfittano e salgono ancora (SX7E +2.33% a 90.91 punti), ieri sono precipitati la tecnologia (Nasdaq100 -3.13%) e il settore dell'energia (ETF Energy -4.49%) che come avevamo detto più volte era salito troppo. Inoltre sta avvenendo un riequilibrio nel settore automobilistico. Era ormai evidente che le valutazioni dei costruttori di auto elettriche come Tesla (-6.93%) erano assurde mentre i costruttori tradizionali stanno investendo con successo miliardi per adattarsi alle nuove esigenze del mercato - di questo effetto ne sta approfittando il DAX tedesco (+1.23% a 14775 punti) che ha nel listino parecchie case automobilistiche di rango mondiale (VW, Daimler (+4.80%), BMW). Insomma - secondo gli oscillatori e gli indicatori di sentiment nella seconda parte di questa settimana doveva iniziare una correzione. Era possibile che gli indici salissero fino all'odierna scadenza dei derivati di marzo ma la correzione poteva partire anche prima visto che le operazioni di reporting avvengono a metà settimana. Sembra che l'evento scatenante sia stata la riunione della FED di mercoledì - i mercati non credono che la Banca Centrale americana sia in grado di tenere sotto controllo i tassi d'interesse sull'USD a lungo termine e stanno andando a vedere dove si situa la soglia di "dolore". È possibile che questa prova di forza duri parecchi giorni e spinga il reddito del Bond decennale verso il 2% - in questa fase le borse dovrebbero correggere trascinate dalla tecnologia. Il Nasdaq100 potrebbe cadere fino a 12000 punti. 

Sulla seduta in Europa abbiamo poco da dire. Le borse hanno aperto in positivo e la mattina hanno combinato poco o niente. Nel primo pomeriggio gli indici sono saliti e hanno toccato il massimo giornaliero verso le 17.00. L'impressione é che gli acquisti pomeridiani provengano dall'America. Dopo le 17.00 le borse si sono sgonfiate ma in mezz'ora gli indici sono scesi poco e hanno chiuso con guadagni da moderati (Eurostoxx50 +0.46% a 3867 punti, FTSE MIB +0.33% a 24460 punti, SMI +0.47% a 10973 punti) a forti (DAX +1.23% a 14775 punti). Gli indici hanno toccato dei nuovi massimi annuali o storici a conferma del trend rialzista. Vedremo ora come le borse europee reagiranno alla correzione in America. Fino a quando la correzione tocca solo settori come tecnologia o energia é probabile che gli effetti negativi sui listini europei saranno modesti. Riprendiamo l'argomento durante il fine settimana valutando quale potrebbe essere l'effetto contagio.

Ieri fino alle 17.00 la borsa americana era tranquilla e si stava profilando una seduta moderatamente negativa causata da un calo della tecnologia. Poi la pressione al rialzo sui tassi d'interesse é aumentata insieme alle vendite nel settore tecnologico. Inoltre il prezzo del petrolio é crollato del -7% causando un'ondata di prese di beneficio sulle azioni delle società del settore. Nasdaq100 (-3.13%) e Russell2000/RUT (-2.94%) sono precipitati e l'S&P500 non ha potuto evitare i danni. L'indice ha aperto in calo a 3955 punti e fino alle 17.00 é oscillato tra i 3945 ed i 3969 punti. In seguito c'é stata una possente spinta di ribasso e dai 3969 punti l'indice é caduto fino al minimo giornaliero a 3910 punti. Sul finale é rimbalzato a 3915.46 punti (-1.48%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 1412 su 6398, NH/NL a 723 su 178 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita, come previsto da giorni, a 21.58 punti (+2.35), il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.47 mentre il Fear&Greed Index é sceso solo a 55 punti (-3). I Summation Index sono nuovamente in calo. Vedremo ora come prosegue questa correzione. Gli investitori osservano da vicino i tassi d'interesse e valutano qualsiasi segnale congiunturale in grado di muoverli. Oggi le borse saranno occupate con la scadenza dei derivati di marzo - non sono previsti dati economici in grado di muovere il mercato.

Il future sull'S&P500 é sceso stamattina sotto i 3900 punti ma ora é risalito a 3915 punti (+8 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3845 punti (-22 punti). Crediamo che fino alle 12.00 le borse europee tenteranno un recupero - nel pomeriggio le cose potrebbero cambiare con il ritorno sul mercato degli investitori americani. La correlazione é semplice - se i tassi d'interesse sull'USD salgono la borsa americana scende. Il differenziale dei tassi d'interesse tra USD e EUR si sta da settimane muovendo in favore della moneta americana - questo spiega la forza dell'USD (EUR/USD a 1.1930). Il trend potrebbe continuare causando una caduta fino a 1.16. Un decisivo supporto é a 1.1830-1.1850.

Commento del 18 marzo

La FED non ci convince - tiepida risposta della borsa

Ieri sera la Banca Centrale americana, al termine della sua riunione periodica, ha lasciato i tassi d'interesse di riferimento invariati e continua a comperare titoli di Stato e obbligazioni (QE) al ritmo di 120 Mia al mese. Jerome Powell ritiene che i tassi d'interesse ufficiali resteranno vicino allo 0% almeno fino al 2023. La FED non teme una spinta inflazionistica - pensa che la crescita indotta dal programma di stimolo economico sarà robusta e potrebbe provocare un aumento dei prezzi per alcuni trimestri - non vede però la necessità di contrastare questo effetto con un aumento del costo del denaro. Insomma - la FED tenta di vendere lo scenario di una robusta crescita economica con tassi d'interesse bassi e nessun rischio d'inflazione se non temporaneo. Ieri le borse hanno accolto positivamente ma senza entusiasmo questa versione. Il reddito dell'USTBond decennale, che durante la seduta era salito a 1.69%, é ridisceso a 1.63% (+0.01%). L'S&P500, che aveva atteso il comunicato della FED oscillando sui 3945 punti, é balzato su un nuovo record storico a 3983.87 punti per poi chiudere a 3974.12 punti (+0.29%) con un magro bottino di 11 punti.   

Oggi le borse europee dovevano fermarsi in attesa di conoscere le decisioni di politica monetaria della FED che sono state rese note la sera alle 19.00, e quindi dopo la chiusura dei mercati finanziari europei. L'Eurostoxx50 (-0.03% a 3849 punti) si é mosso in pochi punti e ha chiuso praticamente invariato. C'é poco da dire - la candela sul grafico si vede appena - la seduta non fornisce elementi d'analisi.
Questo vale anche per il DAX (+0.27% a 14596 punti) con la differenza che questo indice ha chiuso con un leggero guadagno causato da acquisti sui titoli automobilistici (VW +11.04%, BMW +6.16%).
Insomma - gli indici azionari europei sono generalmente ipercomperati -  se l'America come pensiamo nei prossimi giorni comincia a correggere é molto probabile che l'Europa questa volta seguirà.

La seduta a Wall Street non ci ha detto nulla di nuovo. In fondo l'esito della riunione della FED é stato un non evento che ha bloccato il mercato fino alle 19.00 ma che in fondo non ha provocato scompiglio. L'S&P500 ha aperto a 3948 punti e fino alle 19.00 é oscillato a caso tra i 3935 ed i 3951 punti. Poi dopo il comunicato della Banca Centrale c'é stata una spinta di rialzo che in ondate nervose ha fatto salire l'indice fino ad un nuovo record storico marginale a 3983.87 punti. Nell'ultima ora di contrattazioni l'indice é scivolato verso il basso e ha chiuso a 3974.12 punti (+0.29%). L'entusiasmo degli investitori é durato solo un'ora e ha provocato un rally di una quarantina di punti - poco. Gli acquisti si sono distribuiti su tutti i settori (Nasdaq100 +0.38% a 13202 punti, RUT +0.73%). Notiamo che il Nasdaq100 non ha superato la barriera dei 13200 punti ed é quindi ancora vulnerabile ad una spinta di ribasso e ad una continuazione della correzione iniziata dal massimo del 16 febbraio a 13879 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4928 su 2780, NH/NL a 499 su 138 e volume relativo a 1.0. I dati sulla partecipazione sono mediocri e deludenti considerando i nuovi record degli indici. La volatilità VIX é scesa a 19.23 punti (-0.56), il CBOE Equity put/call ratio era invariato a 0.44 mentre il Fear&Gred Index é lievitato a 58 punti (+2 punti). La borsa americana si dirige puntualmente verso il massimo significativo che dovrebbe essere raggiunto in questi giorni in concomitanza con la scadenza dei derivati di marzo.

Stamattina ritroviamo il future di giugno sull'S&P500 a 3965 punti (+1 punto) - a causa del discount questo corrisponde ad un valore dell'indice cash a 3974 punti. Le borse asiatiche hanno seguito il rialzo di ieri sera a Wall Street (Nikkei +1.01%, Shanghai +0.5%). L'Eurostoxx50 alle 08.25 vale 3874 punti - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.6%. Oggi ci saranno le ultime operazioni di reporting prima della scadenza dei derivati di domani. Potrebbero esserci dei movimenti veloci ed incomprensibili, Per saldo pensiamo che stasera le borse europee si fermeranno vicine ai livelli d'apertura. Dopotutto parliamo di nuovi record storici (DAX) o annuali (Eurostoxx50 e FTSE MIB).
Oggi sono attesi i discorsi di alcuni membri della BCE tra cui Christine Lagarde alle 09.00. Alle 13.00 la BoE comunicherà la sua valutazione sullo stato dell'economia britannica e le sue decisioni di politica monetaria.

Commento del 17 marzo

VIX a 19.79 punti - massimo dell'S&P500 imminente

Ieri abbiamo avuto una normale seduta che ha seguito il trend. Le borse europee hanno chiuso vicino ai massimi giornalieri e sui massimi annuali con moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.55% a 3851 punti) mentre l'S&P500 ha terminato la seduta senza sostanziali variazioni (S&P500 -0.16% a 3962.71 punti) dopo aver toccato un nuovo massimo storico a 3981 punti. Abbiamo notato che la volatilità VIX (19.79 punti, -0.24) é scesa sotto la barriera psicologica dei 20 punti. Secondo i dati sul sentiment (DSI) di questo indicatore c'é adesso molto pessimismo - tutti pensano che la VIX possa solo scendere. Crediamo che sia arrivato il momento per un'impennata che deve corrispondere all'inizio di una correzione dell'S&P500. Forse dovremo ancora aspettare qualche giorno poiché gli oscillatori mostrano che al top possono mancare ancora una o due sedute - inoltre la scadenza dei derivati di marzo é solo venerdì. D'altra parte non bisogna sottovalutare i primi segni di cedimento - vi avevamo detto che la correzione sarebbe partita dai settori più di moda negli ultimi mesi e che il più toccato sarebbe stato l'indice Russell2000 - ieri il RUT é sceso del -1.72%...

Le borse europee si dirigono tranquillamente verso la scadenza dei derivati di marzo che dovrebbe corrispondere ad un massimo intermedio. L'Eurostoxx50 (+0.55% a 3851 punti) partecipa a questo movimento che viene favorito dalla liquidità in cerca di investimenti con buone prospettive. La borse vivono nell'attesa di una forte crescita economica causata dai piani di stimolo lanciati dai governi e sostenuti dalle Banche Centrali. Purtroppo probabilmente avremo solo una forte fiammata congiunturale di qualche trimestre ma questo per ora basta a spingere le borse al rialzo.
Il DAX (+0.66% a 14557 punti) ha toccato un nuovo massimo storico marginale a 14601 punti sostenuto dal settore automobilistico che ha un forte peso. Lentamente gli investitori si rendono conto che il mercato delle auto elettriche non appartiene solo a Tesla. Anche gli altri produttori stanno investendo miliardi per conquistare questa nuova fetta di mercato. In questo momento gli investitori favoriscono Volkswagen (+6.71%) ma anche le azioni degli altri big del settore guadagnano terreno e questo spinge il DAX al rialzo.
Anche il FTSE MIB (+0.50% a 24261 punti) si é accodato alle altre borse europee.
In Europa la situazione tecnica é invariata. Aspettiamo il ritracciamento sui livelli di rottura di settimana scorsa. La tendenza di fondo é al rialzo ma questa volta gli indici azionari europei non scapperanno alla correzione minore che si delinea sulla borsa americana.

Il cambio EUR/USD scivola a 1.1900. L'impressione é che si sta verificando un tentativo di scendere sotto gli 1.1835 e sotto la MM a 200 giorni. Crediamo che il cambio possa in effetti scendere su un nuovo minimo annuale e cadere velocemente fino a 1.16.

In America abbiamo assistito alla solita seduta a correnti alternate. Il Nasdaq100 ha guadagnato il +0.53% a 13152 punti ed é tornato sulla MM a 50 giorni. RUT (-1.72%) e DJT (-1.56%) sono invece scesi. L'S&P500 si é fermato nel mezzo (-0.16% a 3962.71 punti).
L'S&P500 ha aperto a 3972 punti, é salito sul nuovo massimo storico a 3981 punti per poi cadere ad ondate fino ai 3953 punti di minimo. Sul finale é risalito a 3962 punti. La seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 2338 su 5411, NH/NL a 588 (pochi!) su 82 e volume relativo a 0.95. Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.43 mentre il Fear&Greed Index é sceso a 56 punti. Il Summation Index sul NYSE é salito mentre quello su Nasdaq é sceso (!). C'é una divergenza negativa che dobbiamo osservare con attenzione - può essere un episodio isolato o un problema strutturale che può provocare una continuazione della correzione del Nasdaq100 ora che l'obiettivo massimo di un rimbalzo é stato raggiunto.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3951 punti (-1 punto). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3846 punti - le borse europee apriranno in leggero calo (-0.1%/-0.2%). Oggi l'attenzione degli investitori é concentrata sull'esito della riunione della FED. Ci si aspetta che Jerome Powell annunci delle misure volte a contrastare l'aumento dei tassi d'interesse a lungo termine. L'annuncio é previsto alle 19.00. Pensiamo quindi che le borse europee chiuderanno oggi senza sostanziali variazioni. Wall Street rimarra tranquilla in attesa fino alle 19.00 - poi ci saranno ancora due ore di contrattazioni per mostrare cosa si pensa delle misure della FED. Considerando l'imminente scadenza dei derivati di marzo potrebbe scatenarsi il putiferio.

Commento del 16 marzo

Massimo intermedio in occasione della scadenza dei derivati di marzo

Ieri le borse europee hanno marciato sul posto (Eurostoxx50 -0.09% a 3829 punti) mentre l'S&P500 (+0.65% a 3968.94 punti) si é involato verso un nuovo massimo storico grazie alla spinta fornita dalla tecnologia (Nasdaq100 +1.12% a 13082 punti). Questa é la logica conseguenza del calo dei tassi d'interesse di mercato sia in EUR che in USD. In Europa sono scesi i titoli bancari (SX7E -1.23% a 87.73 punti) - in America c'é stato un calo nel settore bancario (BKX -0.83%) e dell'energia (ETF Energy -1.14%) ma questo é stato più che compensato dalla buona performance della tecnologia. Quando certi meccanismi entrano nella mente degli investitori si ripetono per settimane o mesi prima che il mercato non si inventa una nuova storia. Ora gli occhi degli investitori sono puntati sul reddito dell'USTBond decennale (1.62%, -0.02%) e secondo il movimento di questa obbligazione di riferimento si muovono anche i settori considerati come sensibili ai tassi d'interesse.
In ogni caso il comportamento del mercato rispetta in questo momento la previsione. La tendenza é al rialzo e abitualmente la scadenza trimestrale dei derivati avviene su un massimo o su un minimo significativo. In questo caso non avremo ovviamente un massimo. Poiché normalmente le posizioni in derivati vengono chiuse alcuni giorni prima della scadenza é probabile che il massimo si debba verificare intorno a mercoledì - almeno questo é quanto suggeriscono gli oscillatori.
Ieri c'é stata un netto miglioramento degli indicatori di sentiment (Fear&Greed Index a 67 punti, +8). La volatilità VIX é ulteriormente scesa a 20.03 punti (-0.66) - il DSI (indicatore a pagamento) sulla VIX é molto basso - é probabile che a breve ci debba essere una reazione sotto forma di un'impennata della volatilità e un calo dell'S&P500. Facciamo quindi attenzione a quanto viene discusso tra analisti ed investitori - ad un certo momento emergerà un tema che verrà identificato come problematico per la borsa e verrà scelto come scusa per correggere. Potrebbe essere l'intenzione di Joe Biden di alzare le tasse per cercare di ridurre l'immenso debito pubblico.

Le borse europee stanno semplicemente consolidando. Non sembrano avere l'intenzione di svolgere il classico ritracciamente fino al livello su cui si é verificata settimana scorsa la rottura al rialzo (Eurostoxx50 a 3750 punti / DAX a 14200 punti). La seduta di ieri si é conclusa  con un nulla di fatto (Eurostoxx50 -0.09% a 3929 punti) ed é tecnicamente insignificante. È improbabile che prima della scadenza trimestrale dei derivati di marzo di venerdì possa iniziare una correzione intermedia.
Nei prossimi giorni gli indici azionari europei dovrebbero riuscire a guadagnare ancora qualche punto - questo in attesa della prossima correzione intermedia a Wall Street che potrebbe iniziare nella seconda parte di questa settimana. Pensiamo che il massimo verrà toccato mercoledì ma fino a settimana prossima non dovrebbe apparire pressione di vendita.

In America pensavamo che questa settimana l'S&P500 poteva salire su un nuovo massimo storico marginale sui 3960 punti. Questa ottimistica previsione é già stata superata. Ieri l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 3970.08 punti e ha chiuso a ridosso del massimo a 3968.94 punti (+0.65%). È stata una seduta di moderato e solido rialzo con buona partecipazione e Summation Index in aumento. Gli investitori sono attirati dagli obiettivi a numeri interi e spesso in vicinanza di questi traguardi gli indici vengono risucchiati verso l'alto. Pensiamo quindi che questa settimana l'S&P500 possa ancora raggiungere i 4000 punti.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4954 su 2827, NH/NL a 1019 su 69 (relativamente pochi NH contro NL praticamente assenti) e volume relativo a 1.0. Gli speculatori sono ancora convinti long (CBOE Equity put/call ratio a 0.38). Si vocifera che buona parte dei sussidi alle famiglie previsti dal piano di sostegno economico di Biden da 1.9 Mia di USD andranno a finire in borsa...

Stamattina le borse asiatiche copiano l'America (Nikkei +0.52%, Shanghai +0.8%). Il future scadenza giugno sull'S&P500 é 3962 punti (+4 punti). Le borse europee devono scontare la buona chiusura ieri sera a Wall Street e l'incremento del future americano stamattina. Apriranno quindi con guadagni di circa il +0.5% (Eurostoxx50 a 3844 punti).
Avrete notato che l'America é già passata all'orario estivo. Gli importanti dati sulle vendite al dettaglio verranno resi noti alle 13.30 orario europeo (invece che le solite 14.30). Secondo la ben informata BoA potrebbe esserci una sorpresa negativa. Non pensiamo che dopo la buona apertura oggi le borse europee possano salire più in alto - non ci stupirebbe un'altra chiusura in pari.
Per quel che riguarda lo sviluppo dei tassi d'interesse tutti sono in attesa delle decisioni di domani della FED - ci si aspetta che la Banca Centrale decida delle misure per controllare i tassi d'interesse di lungo termine.

Commento del 15 marzo

Wall Street a corrente alternata - i tassi d'interesse salgono (reddito dell'USTBond decennale  a 1.64%)

Una settimana fà eravamo convinti che la correzione della borsa americana iniziata a metà febbraio non fosse ancora finita. Pensavamo che dopo un rimbalzo dovesse esserci ancora una seconda spinta di ribasso che coinvolgesse i settori ciclici e le borse europee. Invece già lunedì sera, dopo una seduta di forte rialzo in Europa, ci siamo accorti di esserci sbagliati. L'Eurostoxx50 e i suoi colleghi europei hanno accelerato al rialzo e hanno abbandonato la tendenza neutra (o debolmente rialzista) valida da novembre dell'anno scorso e hanno riagganciato la borsa americana al rialzo. Adesso i guadagni da inizio anno (performance 2021 ad oggi) sono nuovamente solidi sia per l'Europa (Eurostoxx50 +7.90%) che per l'America (S&P500 +4.99%).
Tutti si sono resi conto che i tassi d'interesse stanno salendo. Da una parte questo é un segnale positivo poiché significa che la ripresa economica sarà robusta. L'aumento del costo del denaro sta però mettendo in difficoltà i settori sensibili all'aumento dei tassi d'interesse come la tecnologia. Il Nasdaq100 (-0.88% a 12937 punti) sta formalmente ancora correggendo malgrado che la performance settimanale sia stata positiva. Altri settori avantaggiati dall'aumento dei tassi d'interesse, come banche o assicurazioni, stanno invece sovraperformando. Il mercato azionario americano si muove quindi con correnti alternate e contrapposte. Avrete notato che la corsa del Russell2000 continua (PMI - ciclico, performance 2021 +19.20%) mentre altri settori come tecnologia, farmaceutica o consumi di base faticano a seguire. Molto probabilmente fino a quando i tassi d'interesse saliranno questo comportamento della borsa non cambierà. Poi i tassi d'interesse si fermeranno e avranno una correzione - in questa fase la tecnologia probabilmente ricomincerà a trascinare il rialzo della borsa americana nella fase finale. Avevamo previsto che dopo la correzione di marzo la borsa americana sarebbe salita fino a giugno - questo ciclo non cambia - l'unica differenza é che probabilmente la correzione delle S&P500 (+0.10% a 3943.34 punti) é finita sul minimo del 4 marzo a 3723 punti e che le borse europee non hanno partecipato a questo fase negativa.

Gli indicatori mostrano che le borse mondiali sono adesso in un trend rialzista. A corto termine dovrebbe verificarsi un massimo intermedio questa settimana e questo significa che deve seguire a breve una correzione minore. Finora la combinazione tra oscillatori e indicatori di sentiment ci aveva aiutato a individuare queste correzioni con precisione. Ora questo diventa più difficile poiché gli indicatori di sentiment mandano segnali contraddittori. Questo dipende dal mercato di riferimento dei vari tipi di investitori. Chi investiva in tecnologia é perplesso e non molto ottimista - le varie spinta intermedie di ribasso delle ultime settimane hanno scalfito la fiducia di questi traders - per intenderci bene chi possiede Tesla comincia ad avere dei dubbi che l'azione possa solo salire. Gli speculatori, concentrati nel mercato delle opzioni (CBOE Equity put/call ratio a 0.44) seguono il momentum - sono ancora long e ottimisti. A breve la volatilità VIX (20.69 punti, -1.22) é scesa sul limite inferiore del canale di oscillazione degli ultimi mesi. Il DSI troppo basso mostra che scendere più in basso sarà molto difficile mentre é molto probabile che ci sia ora una spinta di rialzo sulla VIX. Come sapete, grazie alla correlazione negativa, questo significa che deve esserci una correzione intermedia dell'S&P500. La VIX segnala una certa euforia nel cortissimo termine.

Le borse europee sono salite nelle prime quattro sedute della settimana. Venerdì c'é stata una seduta negativa - l'Eurostoxx50 é sceso a 3833 punti (-0.32%). Alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva nuovamente 3850 punti. Possiamo di conseguenza ignorare questa seduta formalmente negativa.

L'S&P500 ha toccato giovedì 11 marzo un nuovo record storico marginale a 3960.27 punti. Venerdì, dopo una debole apertura, l'indice ha recuperato e ha chiuso vicino al massimo giornaliero a 3943.34 punti (+0.10%). L'aumento del reddito dell'USTBond decennale a 1.64% (+0.10%) ha provocato delle vendite nel settore tecnologico (Nasdaq100 -0.88% a 12937 punti) ma questo effetto negativo é stato compensato da guadagni in altri comparti (DJT +0.96%, RUT +0.61%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4227 su 3473, NH/NL a 1149 su 51 e volume relativo a 0.9. Gli scarsi volumi e la debole rottura al rialzo di giovedì ci fanno credere che a breve c'é poco spazio di manovra. L'S&P500 dovrebbe salire ancora sui 3950-3960 punti prima di dover nuovamente correggere.
Notiamo che i Summation Index ricominciano a salire. Questo indicatore ci dice come si sta comportando la maggior parte delle azioni. Quando i Summation Index salgono é più facile per gli investitori avere delle azioni che stanno guadagnando terreno. Se gli indici salgono mentre i Summation Index scendono significa che il rialzo é trascinato da pochi titoli ed é di consegenza fragile anche perché gli investitori sono frustrati - pochi possiedono i titoli "giusti".
La tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con il 63.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent lndex sul NYSE a 73.44. Il Bullish Percent Index sull'energia é a 100 - venerdì l'ETF Energy ha guadagnato il +0.21% malgrado un calo del prezzo del petrolio (65.61 USD/barile, -0.41) - notiamo euforia e pensiamo che la prossima correzione coinvolgerà pesantemente questo settore.

Stamattina i mercati asiatici sono misti. Il Nikkei guadagna il +0.17% - Shanghai é in calo del -1%. Il future di giugno sull'S&P500 (ha un discount di 9 punti) é salito stanotte fino a 3947 punti. Adesso é a 3927 punti (- 5 punti). L'Eurostoxx50 vale 3836 punti. Le borse europee apriranno in leggero guadagno.
Da oggi cominciamo ad usare come riferimento i futures che scadono a giugno - in effetti venerdì 19 ci sarà la grande scadenza trimestrale dei derivati di marzo. Spesso in questa occasione le borse si trovano su dei minimi o massimi significativi o su dei punti tornanti. Questa volta crediamo che verso la metà di questa settimana ci sarà un massimo intermedio.

Commento del 13-14 marzo

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +4.46% a 3833 punti
SX7E (banche)          +2.05% a 88.82 punti
DAX                         +4.18% a 14502 punti
SMI                          +2.19% a 10839 punti
FTSE MIB                  +5.00% a 24113 punti
S&P500                     +2.64% a 3943.34 punti
Nasdaq100                +2.12% a 12937 punti

Informazione

Domani mattina vado in ospedale per un intervento chirurgico di lieve entità. Devo fare una pausa di tre giorni. Tra venerdì 12 marzo a domenica 14 marzo il sito non verrà aggiornato. Mi scuso dell'inconveniente. Agli abbonati vengono accreditati tre giorni di abbonamento.
Michele Bernasconi

Commento dell'11 marzo

Nuovo periodo di rialzo in Europa

Per il terzo giorno consecutivo le borse europee hanno guadagnato terreno. Gli indici azionari passano da un record al successivo - o si tratta di un nuovo massimo annuale come nel caso dell'Eurostoxx50 (+0.89% a 3819 punti) o di un nuovo massimo storico come nel caso del DAX (+0.71% a 14540 punti). Sui grafici sono apparse tre candele bianche consecutive e piene - un segno che c'é una robusta forza d'acquisto che parte la mattina e prosegue durante la giornata. Come si vede bene sul grafico del DAX le candele hanno sorpassato il bordo superiore delle Bollinger Bands e le stanno facendo allargare - il trend sembre essere più forte dei limiti tecnici. Pensavamo che dopo il rally di lunedì ci sarebbe stato un calo di momentum ed invece ieri il guadagno giornaliero é stato superiore a quello di martedì. Insomma - dopo che da mesi le borse europee oscillavano in laterale sembra che improvvisamente l'interesse degli investitori internazionali si sia spostato in Europa. Considerando il lungo periodo di consolidamento questa spinta di rialzo potrebbe avere parecchio potenziale. Nei prossimi giorni dovrebbe esserci un ritracciamento per testare dall'alto le vecchie resistenze. Partiamo dal principio che questo test avrà successo poiché le premesse tecniche e fondamentali sono buone.

Ieri l'Eurostoxx50 (+0.89% a 3819 punti) e il DAX (+0.71% a 14540 punti) hanno ripetuto la seduta di martedì - apertura sul minimo e chiusura sul massimo con un sostanziale guadagno. Ci sono adesso sul grafico tre candele bianche consecutive che confermano il nuovo trend rialzista. Ora deve esserci un ritracciamento che deve convalidare la rottura al rialzo. L'Eurostoxx50 potrebbe ridiscendere fino ai 3750 punti. Il DAX potrebbe al massimo tornare a 14200 punti. È raro che per tre giorni consecutivi il DAX resta sopra il bordo superiore delle BB - questo succede normalmente dopo un minimo e all'inizio di un rialzo dinamico - non ce l'aspettavamo come accelerazione su un nuovo record storico - attenzione poiché questo significa che il movimento ha forza e non si lascia impensierire dalla correzione di settori come quello bancario o delle assicurazioni.
Anche il FTSE MIB (+0.46% a 23926 punti) ha avuto un'altra seduta di rialzo e ha raggiunto un nuovo massimo annuale. La rottura e accelerazione al rialzo sembrano validi. Dopo tre sedute positive si delinea a cortissimo termine una situazione di eccesso che deve essere compensata con un breve consolidamento. In questa fase il FTSE deve restare sopra i 23600 punti per confermare il nuovo trend rialzista.
Insomma - durante la correzione della borsa americana, che ha coinvolto soprattutto la tecnologia, l'Europa é stata a guardare. Adesso gli acquisti trascinano anche i mercati europei al rialzo. Considerando il ritardo accumulato con l'America questo movimento potrebbe stupire per durata ed ampiezza. Dopo tre giorni di rialzo é ancora troppo presto per fare delle previsioni. Con una chart point&figure é però possibile fissare degli obiettivi grafici calcolati sull'ampiezza della base. Lo faremo prossimamente.

Anche la seduta in America é stata positiva - l'S&P500 é salito a 3898.81 punti (+0.60%). La prestazione di Wall Street é stata però meno convincente di quella europea. L'S&P500 ha chiuso sul livello d'apertura dopo un'oscillazione in laterale senza direzione. L'indice é teoricamente rimasto sotto la linea di trend discendente - c'é stata unicamente una rottura durante la giornata rientrata per la chiusura. Il Nasdaq100 (-0.33% a 12752 punti) non é riuscito a fare ulteriori progressi dopo i fuochi d'artificio del rimbalzo di martedì. Nel complesso però l'intornazione é rialzista grazie anche al nuovo massimo storico del Dow Jones Industrial.
L'S&P500 ha aperto in guadagno a 3902 punti. Per tutta la giornata é oscillato in laterale cambiando direzione più volte. Ha toccato un minimo a 3885 punti e un massimo a 3917 punti e ha chiuso a 3898.81 punti (+0.60%). È un mercato di flussi e riflussi - al calo della tecnologia si contrappongono i balzi di banche (+2.50%) e energia (+2.53%) e ad approfittarne é stato il Russell2000 (RUT +1.81%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5558 su 2167, NH/NL a 919 su 94 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 22.56 punti (-1.47) - il DSI si avvicina ai 10 punti e quindi a breve ci aspettiamo un aumento della volatilità. Questo significa che l'S&P500 deve nuovamente correggere prima di poter raggiungere un nuovo massimo storico. Il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.42 mentre il Fear&Greed Index é salito di poco a 51 punti (+1 punto).
C'é un cambiamento a livello di Summation Index - come preannunciato ieri nel commento sull'S&P500 quello sul NYSE é salito - quello sul Nasdaq é ancora in calo.

Stamattina il future sull'S&P500 sale a 3922 punti (+25 punti). Tutti parlano del piano di stimolo economico da 1900 Mia di USD degli americani e degli effetti positivi che ci saranno per l'economia americana e mondiale. Il bombardamento mediatico é martellante ed é improbabile che in una situazione del genere qualcuno abbia voglia di vendere. Malgrado questa premessa riteniamo che oggi sia la giornata ideale per l'inizio di una correzione intermedia - finora i mercati ci danno torto - l'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 3831 punti (+11 punti). Qualcuno vuole scommettere con noi che la seduta in Europa sarà negativa? - in questo caso partite col vantaggio del trend e di un guadagno iniziale del +0.3%. Il Nikkei ha guadagnato il +0.60% - Shanghai sta salendo del +2.3%.
Oggi si riunisce la BCE - alle 13.45 ci sarà il comunicato finale - alle 14.30 seguirà la conferenza stampa di Christine Lagarde.

Commento del 10 marzo

La risurrezione del Nasdaq100 (+4.03%)

Negli ultimi giorni avevamo segnalato che il Nasdaq100 era ipervenduto e maturo per un sostanziale rimbalzo - il movimento doveva partire in concomitanza con un calo dei tassi d'interesse di mercato (reddito dell'USTBonds decennale a 1.55%, -0.04%). Ieri finalmente questo rimbalzo si é verificato e come spesso succede negli ultimi tempi l'ampiezza della reazione ha superato anche le nostre più ottimistiche aspettative. Avevamo previsto che il Nasdaq100 poteva risalire sui 12800 punti - non pensavamo però che questo potesse succedere in alcune ore di contrattazioni (Nasdaq100 +4.03% a 12794 punti, massimo giornaliero a 12868 punti). Queste ondate di acquisti sono puramente speculative e purtroppo non sono sostenibili - nessuno può credere che l'aumento dell'azione di Tesla del +19.64% sia in qualche modo in relazione con l'attività economica e i risultati della società - nessuno può pensare che il rialzo possa continuare in questa maniera. Le borse sono ormai diventati dei casinò dove società capitalizzate a 700 Mia di USD possono cambiare di valore di un +/-10% in alcune ore - é economicamente assurdo. Polemiche a parte ieri c'é stata una seduta di rialzo sia in Europa (Eurostoxx50 +0.61% a 3786 punti) che in America (S&P500 +1.42% a 3875.44 punti). Ora bisogna vedere se le rotture al rialzo in Europa e i nuovi segnali positivi in America possono avere una continuazione o se ancora una volta si tratta di una falsa partenza.

Ieri in Europa c'é stata una continuazione al rialzo che a prima vista conferma l'accelerazione di lunedì e il nuovo trend rialzista. Attenzione però che spesso queste rotture durano al massimo tre giorni con guadagni giornalieri in calo - poi segue la caduta e il test del livello di rottura che per l'Eurostoxx50 (+0.61% a 3786 punti) e per il DAX (+0.40% a 14438 punti) si trovano rispettivamente sui 3750 punti e 14200 punti. È quindi ancora troppo presto per cantare vittoria.
La candela di ieri sul grafico di molti indici é completamente sopra il bordo superiore delle Bollinger Bands - un evento raro. O il mercato si ferma e aspetta che le BB si allargano o gli indici ricadono a breve nelle BB.
Il FTSE MIB (+0.57% a 23816 punti) sta seguendo le altre borse europee e ieri ha raggiunto un nuovo massimo annuale. In teoria questo potrebbe essere l'inizio di una nuovo spinta di rialzo a corto termine o la continuazione del debole rialzo di fondo valido da novembre dell'anno scorso. Vale però quanto scritto a proposito di Eurostoxx50 e DAX - é ancora troppo presto per parlare di spinta di rialzo sostenibile.

L'S&P500 ha aperto in forte guadagno a 3860 punti. Il grafico della seduta é una parabola con apice verso le 20.00 a 3903 punti e chiusura dopo una caduta finale a 3875.44 punti (+1.42%). Come anticipato gli acquisti si sono concentrati sui pesi massimi della tecnologia - il resto del mercato ha seguito a distanza (DJT +0.48%, RUT +1.91%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5527 su 2223, NH/NL a 734 su 92 e volume relativo a 1.05. Naturalmente questa seduta ha fatto migliorare gli indicatori di momentum e partecipazione - ci sono elementi a sostegno della possibilità della ripresa del rialzo. Noi notiamo però che il grafico dell'S&P500 é ancora negativo poiché la linea di trend discendente é ancora valida. Il Nasdaq100 é tornato a 12800 punti - era l'obiettivo del rimbalzo e niente di più. Infine i dati sul sentiment (VIX a 24.03 punti (-1.44), CBOE Equity put/call ratio a 0.42, Fear&Greed Index a 50 punti (+1)) mostrano che gli investitori sono già nuovamente più ottimisti. Probabilmente la correzione a medio termine non é finita. Non si sta però svolgendo in maniera dinamica come pensavamo ma in maniera strisciante e ad ondate. Potrebbe quindi durare più del previsto - per un solido minimo ci vuole pessimismo e un pò di panico.

Stamattina ritroviaamo il future sull'S&P500 a 3866 punti (-7 punti). Il Nikkei (+0.03%) e Shanghai (in pari) marciano sul posto. L'Eurostoxx50 vale 3782 punti - le borse europee apriranno in leggero calo. Alle 14.30 in America verrà pubblicato l'indice dei prezzi al consumo di febbraio - questo dato riguardante l'inflazione riaccenderà la discussione sui tassi d'interesse e probabilmente darà l'impulso al mercato. Fino nel primo pomeriggio ci aspettiamo borse senza direzione e praticamente invariate.

Commento del 9 marzo

Divergenza tra Europa (DAX +3.31%) ed America (Nasdaq100 -2.91%)

Ieri abbiamo avuto una sorpresa. La normale correlazione tra America ed Europa é saltata in maniera sostanziale ed evidente mettendo in dubbio uno degli elementi del nostro scenario di base. Detto semplicemente la correzione a New York doveva questa settimana cambiare caratteristiche ed essere meno tecnologica e più ciclica - la correzione americana inoltre doveva coinvolgere maggiormente l'Europa. Invece i tassi d'interesse sull'USTBonds decennale ieri sono ancora saliti a 1.59%, il Nasdaq100 é nuovamente precipitato (-2.91% a 12299 punti) con modesti effetti negativi sull'S&P500 (-0.54% a 3821.35 punti) e le borse europee si sono involate verso nuovi massimi annuali (Eurostoxx50 +2.55% a 3763 punti) o storici (DAX +3.31% a 3763 punti).
Ora ci troviamo in una situazione strana ed inattesa. La tendenza delle borse europee sembra passare al rialzo mentre l'America é ancora in una correzione. I Bonds in America e la tecnologia sono però ipervenduti e devono a breve rimbalzare - non sappiamo con quale effetto sul resto dei listini visto che i segnali sono discordanti e contraddittori. Non sappiamo se quando ci sarà il rimbalzo della tecnologia l'S&P500 si involerà verso un nuovo record storico o se invece, come pensiamo noi, ci sarà una rotazione tra settori e la correzione comincerà a coinvolgere i settori ciclici come energia o banche. Invece che subito cambiare opinione sulla base dei segnali lanciati dalla seduta di ieri, preferiamo aspettare l'esito delle prossime sedute - in particolare dobbiamo vedere se le numerose rotture al rialzo osservate ieri in Europa verranno confermate o se invece ci sarà un reversal. Nei prossimi giorni l'Eurostoxx50 (3763 punti) può confermare il rialzo restando sopra i 3750 punti o negarlo tornando sui 3700 punti. Lo stesso vale per il DAX - i 14200 punti sono il livello decisivo.
Tra questi movimenti disordinati delle borse si inserisce il cambio EUR/USD che é sceso a 1.1860. Il rafforzamento dell'USD e l'indebolimento dell'EUR rendono più attraenti i listini europei per chi investe con moneta di riferimento USD - questo spiega in parte la migliore performance delle borse europee.

Ieri le borse europee hanno chiuso sui massimi giornalieri con forti guadagni. È stata un'ottima prestazione che puzza di rottura al rialzo - potrebbe rappresentare la fine del lungo trend neutro valido da inizio anno. Aspettiamo una conferma.

L'S&P500 ha aperto in leggero guadagno a 3843 punti. Dopo un'inizio di seduta tentennante l'indice é salito ad ondate irregolari fino ai 3881 punti. Dopo le 19.15 é sceso e con un'accelerazione sul finale é ricaduto a 3819 punti. Ha chiuso a 3821.35 punti (-0.54%) con una perdita di 20 punti. Come detto é stata nuovamente la tecnologia a pesare sui listini mentre il resto si é comportato relativamente bene (DJT +0.68%, RUT +0.49%). La seduta al NYSE é stata per saldo neutra ed equilibrata con A/D a 3926 su 3808, NH/NL a 1133 su 267 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é salita a 25.47 punti (+0.81), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.45 mentre il Fear&Greed Index (49 punti, -2) é praticamente invariato e neutro.
Vedete nei dati che in America ci sono due correnti contrapposte che praticamente si annullano e si compensano - gli investitori abbandonano la tecnologia e comprano settori ciclici. Questo movimento é molto esteso come mostra l'eccesso di ribasso sul Nasdaq100 a corto termine. Aspettiamo ora un movimento di riflusso per cercare di capire per saldo quale corrente é più forte.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 3841 punti (+22 punti). Il Nikkei ha guadagnato il +0.99% mentre Shanghai perde nuovamente il -1.8%. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3760 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate. Dopo i forti guadagni di ieri e la seduta mista a New York ci aspettiamo stamattina in Europa delle prese di beneficio specialmente se il cambio EUR/USD torna a salire. Nel pomeriggio vedremo come il Nasdaq100 rimbalzerà dal supporto sui 12200-12300 punti.

Aggiornamento dell'8 marzo

L'approvazione del piano di stimolo economico da 1900 Mia di USD non scatena un rally...

Venerdì sera il Senato americano ha approvato il piano da 1.900 mia di USD dell'amministrazione Biden per stimolare l'economia americana e compensare le perdite provocate dal Covid19. Molti investitori ed analisti si aspettavano che la notizia provocasse un rally della borsa. Finora la reazione dei mercati é deludente - i tassi d'interesse salgono e il future sull'S&P500, dopo una breve impennata fino a 3866 punti, scende alle 07.30 a 3825 punti (-13 punti).
Stamattina preoccupano i mercati azionari asiatici. Mentre il Nikkei perde "solo" il -0.42% gli indici cinesi sono in forte calo - Shanghai sta scendendo del -2.3%. Nel frattempo (08.30) il future sull'S&P500 é sceso a 3818 punti (-21 punti). È evidente che la settimana non inizia con una continuazione del rimbalzo di venerdì. L'Eurostoxx50 venerdì alle 22.00 valeva 3714 punti - stamattina dovrebbe riprendere le contrattazioni sui 3692 punti. Le borse europee apriranno con un guadagno del +0.6%. Stamattina ci saranno ancora delle vendite - poi ci aspettiamo un leggero recupero in attesa ci capire quali sono le intenzioni degli americani. La nostra opinione non cambia rispetto a quanto previsto nell'analisi del fine settimana.

Commento del 6-7 marzo

Grazie al rimbalzo la performance settimanale é positiva - la correzione a medio termine non é finita

Dopo tre sedute in profondo rosso venerdì a Wall Street c'é stato l'atteso rimbalzo. Anche questa volta abbiamo sottovalutato l'ampiezza del movimento - pensavamo che l'S&P500 dovesse risalire a 3820 punti ed invece la possente spinta di rialzo ha catapultato  l'S&P500 (+1.95% a 3841.95 punti) fino ad un massimo giornaliero a 3851 punti. Le due sedute di rialzo di lunedì e venerdì hanno superato con i loro guadagni le pesanti perdite delle 3 sedute da martedì a giovedì - per saldo la performance settimanale dell'S&P500 é positiva. A livello di punti il rally di venerdì ha esaurito a corto termine il potenziale di rimbalzo. Probabilmente però ci vorranno ancora alcune sedute di distribuzione prima che le borse cambino nuovamente direzione e ricomincino a correggere. Restiamo dell'opinione che la correzione a medio termine non é finita poiché sul minimo di giovedì a 3723 punti non abbiamo visto niente che potrebbe suggerire la presenza di un solido minimo definitivo a medio termine.
Questa correzione ha un risvolto inatteso. Sta coinvolgendo soprattutto i settori tecnologici concentrati nel Nasdaq100 (+1.64% a 12668 punti) che anche questa settimana, come le due precedenti, ha perso parecchio terreno. Ci sono invece altri settori ciclici come energia o banche che nelle ultime settimane hanno continuato tranquillamente il rialzo - vengono favoriti dalla ripresa economica e il rialzo dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBonds decennale a 1.56%) non li disturba. In certi casi li favorisce addirittura - le banche in un periodo di aumento dei tassi d'interesse riescono a migliorare lo spread sui crediti (differenza tra il tasso d'interesse applicato ai clienti e costi di rifinanziamento) in loro favore.  
A breve gli USTBonds sono ipervenduti e gli investitori sono estremamente pessimisti - ci deve essere un rimbalzo sui Bonds che significa tassi d'interesse di mercato in calo. Gli investitori hanno un problema - non sanno decidere se un rialzo dei tassi d'interesse é positivo o negativo per la borsa - gli ottimisti vedono una forte crescita economica mentre i pessimisti sottolineano gli effetti negativi del rialzo dei tassi sulla congiuntura e sui bilanci delle imprese indebitate. Noi crediamo che ora debba verificarsi un'onda di riflusso - i tassi d'interesse sono saliti troppo in troppo poco tempo senza una effettiva ragione - l'inflazione é ancora un miraggio. Crediamo che la seconda parte della correzione colpirà maggiormente i settori ciclici mentre la tecnologia dovrebbe mostrare nuovamente forza relativa. Per logica a questa fase dovrebbero partecipare anche le borse europee che da inizio anno oscillano stancamente in laterale. Il restringimento delle Bollinger Bands (vedi DAX) é un avvertimento - un sostanziale movimento si avvicina e l'analisi tecnica favorisce decisamente la variante della spinta di ribasso.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.91% a 3669 punti
SX7E (banche)          +3.75% a 87.03 punti
DAX                         +0.97% a 13920 punti
SMI                          +0.81% a 10607 punti
FTSE MIB                  +0.51% a 22965 punti
S&P500                     +0.81% a 3841.95 punti
Nasdaq100                -1.86% a 12668 punti

Venerdì le borse europee hanno avuto una seduta decisamente negativa ma possiamo chiudere già qui la discussione poiché un'analisi approfondita é superflua. Alle 17.30 l'S&P500 si trovava sul minimo giornaliero a 3730 punti e il rimbalzo non era ancora partito - le borse europee hanno chiuso ufficialmente con l'America ancora in forte calo. Alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 3714 punti - questo significa che questa seduta negativa praticamente non esiste. A corto termine il trend in Europa é neutro mentre la tendenza di fondo resta debolmente rialzista. Ci sono settori in rialzo come le banche (SX7E +0.66% a 87.03 punti). Nel corso di settimana prossima la situazione dovrebbe cambiare.
Il cambio EUR/USD é sceso venerdì sul minimo annuale a 1.1915. Stranamente nessuno parla di questo ampio movimento e delle conseguenze dell'indebolimento dell'EUR. Non dimentichiamo che per gli investitori che ragionano in USD le azioni europee stanno perdendo di valore a causa dei cambi e quindi gli indice stanno per loro correggendo. Da inizio anno é pur sempre una differenza superiore al 3%...

I dati sul mercato del lavoro americano pubblicati alle 14.30 erano molto buoni (379'000 nuovi posti di lavoro contro gli attesi 182'000) e all'inizio la borsa ha reagito nuovamente in maniera negativa visto che i tassi d'interesse sono salito. L'S&P500 ha aperto a 3805 punti e fino alle 17.30 é sceso e ha toccato un minimo a 3730 punti. Poi finalmente l'eccesso di ribasso ha avuto la meglio ed é iniziato il short covering. L'S&P500 é salito fino a 3851 punti e solo sul finale é tornato a 3841.95 punti (+1.95%). Praticamente tutti i settori hanno partecipato al rally (DJT +3.09%, RUT +2.11%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5691 su 2020, NH/NL a 600 su 1998 e volume relativo a 1.3. La volatilità VIX é precipitata a 24.66 punti (-3.91), la CBOE Equity put/call ratio é salita a 0.60 (i traders si sono finalmente spaventati) e il Fear&Greed Index é balzato a 59 punti (+11 punti).
I Summation Index sono ancora in calo.
La tendenza di fondo della borsa americana debolmente al rialzo con il 51.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 62.05.

Pensiamo che settimana prossima debba succedere qualcosa che metterà in dubbio lo scenario della forte ripresa economica congiunturale. I Bonds sono ipervenduti - petrolio e rame e in generale i prezzi delle materie prime (escluso i metalli preziosi) sono ipercomperati - ci deve essere una correzione. La borse dovrebbero ricominciare a scendere fino alla terza settimana di marzo verso un minimo definitivo a medio termine. In generale non siamo per niente pessimisti - dopo la correzione ci aspettiamo un periodo di rialzo di circa tre mesi durante il quale l'S&P500 dovrebbe superare i 4000 punti.

Commento del 5 marzo

Pessima seduta a Wall Street - abbastanza per un rimbalzo ma non per un solido minimo definitivo
L'Europa non segue la correzione dell'America

Ieri alle 18.05 Jerome Powell si é fatto intervistare dal Wall Street Journal. L'attesa era enorme. Tutti volevano sapere se la FED era preoccupata dal rialzo dei tassi d'interesse e come intendeva affrontare questo problema. Jerome Powell non ha detto nulla di nuovo. La FED ha come obiettivo la piena occupazione e giudica in maniera benigna un temporaneo aumento dell'inflazione sopra l'obiettivo del 2%. La FED non intende per ora cambiare nulla nella propria politica monetaria. Gli investitori e gli analisti si aspettavano di più - pensavano che Powell avrebbe annunciato misure concrete. Di conseguenza i tassi d'interesse sono saliti (reddito dell'UTBonds decennale a 1.54%), il dollaro americano si é rafforzato (EUR/USD a 1.1950) e la borsa americana é nuovamente crollata (S&P500 -1.34% a 3768.47 punti) trascinata verso il basso dalla tecnologia (Nasdaq100 -1.73%). La seduta a New York é stata estremamente volatile - evitiamo per ragioni di tempo di descrivere i vari passaggi da ottimismo a pessimismo con rally intermedi e tuffi impressionanti. Passiamo direttamente alle conclusioni. A corto termine c'é abbastanza ipervenduto per un sostanzaile rimbalzo che potrebbe partire gia oggi - molto però dipende dal report sul mercato del lavoro americano a febbraio atteso alle 14.30. Se la borsa non rimbalzo oggi lo farà all'inizio di settimana prossima specialmente se stasera gli indici restano sopra i minimi di ieri sera (S&P500 a 3723 punti, Nasdaq100 a 12314 punti). Su certi settori (semiconduttori / SOX) o titoli molto speculativi abbiamo visto del panico - alcuni titoli come Google o Facebook sono invece già saliti in controtendenza. Questi sono sintomi di un imminente rimbalzo. A medio termine però il calo non sembra ancora finito. Gli oscillatori di medio termine e il ciclo ci dicono che la borsa americana potrebbe ancora scendere fino alla terza settimana di marzo. Ieri non abbiamo visto panico generale negli indicatori di sentiment - la volatilità é salita di poco a 28.57 punti (+1.90), Il CBOE Equity put/call ratio (0.54) é salito unicamente di poco sopra la media di lungo periodo a 0.53 e il Fear&Gredd Index a 48 punti (-4 punti) é di poco sotto il valore neutro. Insomma - a breve avremo un rimbalzo ma la correzione non é ancora finita. Il rimbalzo della borsa deve essere accompagnato da un rimbalzo dei USTBond rispettivamente un calo, almeno momentaneo, dei tassi d'interesse. Il DSI sui Bonds é a 9 punti - sapete che un valore sotto i 10 punti é raro, segnala un forte pessimismo e garantisce che a breve deve esserci una reazione.

Le borse europee sono state sballottate dagli avvenimenti americani ma hanno chiuso senza vistosi cambiamenti (Eurostoxx50 -0.21% a 3704 punti). A dire il vero siamo sorpresi - non c'é l'abituale correlazione tra Europa ed America. Questo si può spiegare in due maniere. Le borse europee a fine 2020 non avevano partecipato al rialzo e quindi é logico che non partecipino al ribasso. Inoltre in America é soprattutto la tecnologia che sta mettendo in ginocchio il mercato - questo settore é meno presente e dominante in Europa. Crediamo però che la seconda parte della correzione debba coinvolgere maggiormente l'S&P500 e quindi ci aspettiam che anche le borse europee prossimamente si muoveranno decisamente verso il basso. Per il momento il trend in Europa é neutro e niente suggerisce che ci possa essere un movimento di rialzo malgrado il nuovo record storico del DAX di mercoledì.

Il prezzo dell'oro é sceso sotto i 1700 USD/oncia. La tendenza a corto termine é al ribasso e molti temono un crollo. Noi siamo costruttivi e abbiamo comperato Barrick Gold (GOLD). L'oro é ipervenduto (RSI a 26 punti) mentre da 4 giorni i prezzi delle azioni delle miniere d'oro non scendo più o salgono. Questa é una divergenza positiva - crediamo che si stia preparando un'inversione di tendenza.

Stamattina alle 07.00 il future sull'S&P500 era a 3762 punti. Con la debole apertura delle borse europee é ancora sceso a 3739 punti ma ora (13.30) é risalito a 3773 punti (+7 punti). Il rimbalzo é nei blocchi di partenza - i dati attesi alle 14.30 potrebbero dare il via libera.

Commento del 4 marzo

La borsa reagisce in maniera irrazionale ai dati sull'occupazione USA - le emozioni dominano - Wall Street sta correggendo

Ieri mattina sembrava che le borse dovessero avere una seduta positiva. Senza grandi clamori il DAX (+0.29% a 14080 punti) era salito su un nuovo massimo storico a 14185 punti - pochi se ne sono accorti poiché l'indice da inizio anno guadagna solo il +2.63%. Alle 14.15 la situazione é cambiata radicalmente. L'ADP ha pubblicato il numero di nuovi impieghi creati a febbraio nell'economia americana al di fuori del settore agricolo. I 117'000 nuovi posti di lavoro erano nettamente inferiori alla stima degli analisti di 177'000. Questo dato deludente ha provocato una reazione irrazionale sui mercati finanziari. I tassi d'interesse sull'USD sono tornati a salire (USTBond decennale a 1.47%) e la borse é andata a picco (S&P500 -1.31% a 3819.72 punti) trascinata dalla tecnologia (Nasdaq100 -2.88% a 12683 punti). Si potrebbe spiegare questa reazione per assurdo - se la ripresa economica é così anemica la FED sarà nuovamente obbligata ad intervenire e le ulteriori misure di stimolo non possono che surriscaldare l'economia e creare inflazione. In ogni caso si vede come la borsa reagisce ora in maniera molto emozionale e nervosa. Se alcuni mesi fà tutte le notizie venivano viste in maniera positiva ora comincia a succedere il contrario. Non possiamo che interpretare questi ampi movimenti come distribuzione - la correzione della borsa americana sembra solo all'inizio malgrado che il Nasdaq100 abbia già perso 1200 punti dal massimo del 16 febbraio (ca. -9%) e si avvicini velocemente all'obiettivo primario a 12000 punti.

Ieri mattina le borse europee sono salite e i maggiori indici hanno raggiunto guadagni di circa il +1%. L'Eurostoxx50 (+0.14% a 3712 punti) verso le 10.15 ha toccato un massimo a 3742 punti. Poi lentamente sono arrivate le vendite. Gli indici sono scivolati verso il basso, sono caduti insieme all'America dopo le 14.15 e hanno recuperato sul finale. L'Eurostoxx50 ha chiuso con un leggero guadagno di 5 punti. Il massimo annuale del 15 febbraio é stato egualizzato - d'altra parte non si é verificata una rottura al rialzo e l'indice ha chiuso decisamente più in basso. I segnali si annullano a vicenda e per saldo la tendenza resta neutra con un'intonazione di fondo rialzista visto che l'indice é ancora sopra le MM a 50 e 200 giorni. Questo vale anche per il DAX (+0.29% a 14080 punti).
La seduta del FTSE MIB (-0.16% a 23046 punti) é terminata con una leggera perdita di 36 punti. Il FTSE MIB si é comportato come le altre borse europee con una salita la mattina, un forte calo nel pomeriggio e un recupero sul finale. Anche ieri però il FTSE MIB ha mostrato debolezza relativa nei riguardi dell'Eurostoxx50 (+0.14%) malgrado la buona performance del settore bancario (SX7E +2.36% a 87.12 punti). Uno o due giorni di sottoperformance possono essere un caso - se la debolezza si ripete per parecchi giorni c'é un problema.

Il future sull'S&P500 ieri mattina era salito a 3911 punti. Come spiegato i dati sul mercato del lavoro delle 14.15 hanno cambiato radicalmente la situazione. L'indice ha aperto alle 15.30 sul massimo 3874 punti e con ampie ondate é sceso fino alla chiusura sul minimo a 3819.72 punti (-1.31%). Le vendite si sono concentrate sui grandi nomi della tecnologia mentre energia e banche hanno ancora guadagnato terreno. Questo spiega il comportamento relativamente buono del Russell2000 (-1.06%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2765 su 4951, NH/NL a 792 su 939 e volume relativo a 1.05 (0.9 sul Nasdaq). La volatilità VIX é salita a 26.67 punti (+2.57), il CBOE Equity put/call ratio é di nuovo sopra 0.40 (0.48) e il Fear&Greed Index é caduto a 52 punti (-9 punti). I Summation Index sono ancora in calo.
Ora siamo convinti che la borsa americana sta distribuendo e in alcuni settori sta già correggendo. Il nervosismo e l'alta volatilità sono tipiche di questa fase dove prevalgono le emozioni. Stasera alle 18.05 é previsto un discorso di Jerome Powell durante il quale dovrebbe annunciare nuove misure per tenere i tassi d'interesse sotto controllo. La borsa potrebbe reagire con violenza - un possibile rally dell'S&P500 deve essere venduto.

Sono le 08.50. Il future sull'S&P500 é a 3810 punti (-6 punti) - l'Eurostoxx50 vale 3690 punti (-22 punti). Le borse asiatiche stamattina erano in calo (Nikkei -2.16%, Shanghai -2%). Tutti sono in attesa delle decisioni della FED - probabilmente stamattina le borse europee saliranno leggermente per colmare parte delle perdite iniziali. Poi i mercati si fermeranno fino a stasera alle 18.00.

Commento del 3 marzo

Come le maree

Da alcuni giorni la borsa americana viene mossa dai traders che a seconda dell'umore della giornata comprano o vendono gli stessi titoli provocando dei movimenti sugli indici superiori al solito. Basta guardare quanto succcesso ieri su Tesla (-4.45%) o Zoom (-9.00%), due azioni che abbiamo citato nel commento di ieri, per avere una conferma. Dopo il rally di lunedì ieri l'S&P500 é ricaduto a 3870.29 punti (-0.81%). Per lo meno sembra che la spinta di lunedì non costituisca l'inizio di una fase di rialzo ma debba piuttosto essere vista come una fase di distribuzione. L'inizio di marzo non é come l'inizio di febbraio.

Le borse europee ieri hanno marciato sul posto. Sono salite la mattina e scese nel pomeriggio - a fine giornata gli indici più importanti hanno chiuso con leggere variazioni. Dopo la buona seduta di lunedì ieri l'Eurostoxx50 (+0.03% a 3707 punti) si é fermato. Si é mosso in pochi punti e ha chiuso praticamente invariato e al centro del range giornaliero. Purtroppo questa seduta non ci fornisce argomenti d'analisi - conferma piuttosto il trend neutro. Per il DAX (+0.19% a 14039 punti) vale lo stesso ragionamento.
Sugli indici cosiddetti minori ci sono stati dei movimenti più ampi. Mentre le borse europee hanno chiuso in leggero guadagno il FTSE MIB (-0.78% a 23083 punti) é caduto in maniera vistosa, ha perso 181 punti e ha chiuso sul minimo giornaliero. Debolezza temporanea o la borsa italiana ha un problema? Per ora non possiamo dirlo visto che dal grafico non traspare nulla di particolare. L'SMI (+1.03% a 10817 punti) ha avuto un'altra buona seduta con l'aggiunta che il mercato azionario svizzero ha nettamente sovraperformato l'Europa. Una conseguenza dell'indebolimento del CHF (EUR/CHF a 1.1040) o forse gli acquisti di inizio mese? L'indice resta nel range 10600-11000 punti. L'analista tecnico vede sul grafico tre possibilità - un canale discendente, un canale orizzontale o un rialzo che con questa spinta deve far salire l'SMI direttamente su un nuovo massimo annuale. La decisione cadrà nelle prossime due o tre sedute.La variante del rialzo é la meno probabile.

La seduta a New York invece é stata decisamente negativa. L'S&P500 (-0.81% a 3870.29 punti) ha chiuso vicino al minimo giornaliero a causa di un'ondata di vendite sul finale (-32 punti) - come venerdì scorso. Si dice che in chiusura agiscono le mani forti costituite dagli investitori istituzionali. Nella somma delle due prime sedute della settimana hanno prevalso i rialzisti - molto probabilmente ci sarà ora un tentativo di far salire l'S&P500 stabilmente sopra i 3900 punti piuttosto che una discesa sotto i 3800 punti. Se però il tentativo fallisce la prossima spinta decisiva sarà al ribasso.
L'S&P500 ha aperto in leggero guadagno a 3904 punti. L'indice é sceso fino alle 17.40 quando ha toccato il minimo a 3868 punti. Poi é risalito fino ai 3802 punti ed é ridisceso in chisura a 3870 punti - una giornata volatile con bassi volumi sul Nasdaq - i traders si sono divertiti specialmente giocando al ribasso sulla tecnologia (Nasdaq100 -1.68%) e sul Russell2000 (-1.93%) - é evidente che molti investitori hanno giudicato il balzo di lunedì come esccessivo. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2499 su 5203, NH/NL a 430 su 429 e volume relativo a 0.95. La volatilità VIX é salita di poco a 24.10 punti (+0.75), il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.44 e il Fear&Greed Index é sceso a 61 punti (-5 punti). I Summation Index sono in calo.
Questa seduta ha relativizzato il rialzo di lunedì e ha tolto parecchia forza a questa spinta. Sembra che adesso avremo alcuni giorni di oscillazione tra i 3800 ed i 3900 punti - vedremo se si tratta di distribuione (come pensiamo noi) o di accumulazione. 
 
Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 3892 punti (+24 punti) - la giornata inizia in maniera positiva. L'Eurostoxx50 vale 3728 punti (+0.60%). Non crediamo che oggi le borse possano andare decisamente più in alto - per l'Eurostoxx50 sarebbe la terza seduta consecutiva positiva. Pensiamo che l'S&P500 debba essere nuovamente respinto verso il basso dai 3900 punti - crediamo che la seduta sarà moderatamente positiva ma le borse europee dovrebbero chiudere sotto i livelli d'apertura.
Le borse asiatiche stamattina si sono riprese - il Nikkei ha guadagnato il +0.51% - Shanghai sta salendo del +2%.

Commento del 2 marzo

Investitori iperattivi e sovraeccitati

Secondo le previsioni ieri doveva esserci un moderato rimbalzo - ci aspettavamo che verso la metà di questa settimana l'S&P500 risalisse dai 3811 punti di venerdì fino a 3850-3880 punti. L'S&P500 ha invece toccato un massimo giornaliero a 3914 punti e ha chiuso a 3901.82 punti (+2.28%) con un guadagno di 90 punti e modesti volumi di titoli trattati. Il rimbalzo, se di rimbalzo si tratta, ha già superato in una giornata le nostre più ottimistiche previsioni. Evidentemente stamattina siamo perplessi - questo rally non corrisponde per niente all'immagine che avevamo davanti agli occhi di un mercato che rimbalza debolmente prima di ricominciare a correggere. D'altra parte questa seduta non sembra rappresentare l'inizio di un'ulteriore spinta di rialzo - il Nasdaq100, malgrado il guadagno del +2.89%, ha il volume più basso dell'anno di titoli trattati. Gli investitori sembrano aver semplicemente comperato le azioni di moda che avevano precedentemente corretto (p.e. Apple +5.39%, Tesla +6.36%, Zoom +9.65%) senza apparentemente riflettere se questo fa senso sulla base dei fondamentali. L'esempio più evidente é stato il balzo del settore dell'energia (ETF Energy +2.60%) malgrado che il prezzo del petrolio fosse sceso del -1.40%. Inoltre preoccupa il fatto che, negli indicatori di sentiment, dalla prudenza osservata venerdì siamo nuovamente passati ad una preoccupante esuberanza - gli investitori sono di nuovo decisamente ottimisti (Fear&Greed Index a 66 punti, +18 punti!) e speculativamente orientati al rialzo (CBOE Equity put/call ratio a 0.38). Quando il mercato azionario fa qualcosa che secondo noi é "strano" o "inatteso" preferiamo sempre aspettare uno o due giorni prima di emettere un parere definitivo su quanto accaduto ed eventualmente correggere le nostre previsioni a breve.

Già durante la seduta in Europa ci siamo accorti che le cose non stavano andando come pensavamo. Anche in Europa ieri doveva iniziare un rimbalzo di portata limitata. Invece c'é stata un'imperiosa spinta di rialzo con modesti volumi di titoli trattati. L'Eurostoxx50 (+1.93% a 3706 punti) ha chiuso con un guadagno di 69 punti e a ridosso del massimo giornaliero. Le perdite delle ultime due sedute sono state cancellate con un colpo di spugna. Questa seduta sembra negare lo scenario di una correzione e riportare l'Eurostoxx50 per lo meno in un trend neutro. Questi rapidi e radicali cambiamenti d'umore e di direzione sono sconvolgenti e irrazionali. Il rialzo ha coinvolto in maniera omogenea tutti i mercati (DAX +1.64% a 14012 punti, FTSE MIB +1.82% a 23264 punti) e tutti i settori, anche quelli difensivi ben rappresentati nell'SMI svizzero (+1.75% a 10706 punti). L'indice delle banche SX7E (+1.10% a 84.80 punti) é salito meno che il resto del mercato. Questo é dovuto al calo dei tassi d'interesse. Presto o tardi i mercati devono decidere se giocare lo scenario della forte crescita economica con inflazione o quello dell'espansione congiunturale di un qualche trimestre senza inflazione. In entrambi i casi le azioni sono troppo care - abbiamo visto settimana scorsa che lo scenario preferito di una forte crescita economica senza inflazione e con tassi d'interesse stabili e molto bassi non é consistente.
Il cambio EUR/USD scende a 1.2025. Anche a livello dei cambi non si riesce più a riconoscere una logica nei movimenti disordinati intorno a 1.20. La MM a 50 giorni comincia a scendere - quella a 200 giorni continua a salire e fornisce ipotetico supporto ma solo a 1.18.

L'S&P500 ha già aperto in forte rialzo a 3869 punti. Gli investitori hanno nuovamente interpretato la discesa dell'S&P500 di settimana scorsa a 3800 punti (minimo a 3789 punti) come una correzione minore completa e grazie alla motivazione fornita dal calo dei tassi d'interesse sono ripartiti alla carica. L'S&P500 é prima ridisceso a 3865 punti e poi é partita una prima lunga onda di rialzo. L'indice é lentamente e regolarmente salito sui 3900 punti ed é poi scivolato a 3889 punti. Da qui é partita una seconda onda con apice a 3914 punti e fine (chiusura) a 3901.82 punti (+2.38%). Abbiamo già citato il Nasdaq - anche il Russell2000 (+3.37%) ha fatto la sua parte. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6470 su 1284, NH/NL a 586 su 206 (nulla di speciale) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é caduta a 23.35 punti (-4.60) - i Summation Index sono ancora in calo.
Insomma questa seduta di forte rialzo non fornisce ancora un'indicazione chiara riguardante il trend. La variante della correzione a medio termine resta la nostra favorita malgrado che ora ci sia di fianco un punto di domanda. Pensiamo e speriamo ora di avere un paio di sedute di consolidamento - queste dovrebbero fornirci le informazioni necessarie per interpretare correttamente le intenzioni degli investitori malgrado che a breve si stanno comportando in maniera nevrastenica. 

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3886 punti (-12 punti) - questo conferma le statistiche che ci dicono che dopo una seduta di forte rialzo come quella di ieri spesso c'é una seduta moderatamente negativa di consolidamento. L'Eurostoxx50 vale 3697 punti (-9 punti) - le borse europee apriranno in leggero calo. Stamattina dovrebbero provare a tornare il pari. Poi cercheranno nuovi impulsi - potrebbero trovarli nei dati sull'inflazione nell'UE previsti alle 11.00.
Le borse asiatiche stamattina non seguono l'esempio di New York e sono in calo - il Nikkei perde il -0.86% - Shanghai é in calo del -1.2%.

Aggiornamento del 1. marzo

Si inizia con il rimbalzo...

Stamattina i futures sui Bonds salgono, i tassi d'interesse scendono ed il sole ritorna a splendere sui mercati finanziari - anche il Bitcoin, che domenica aveva dato segni di cedimento, sta guadagnado terreno. Il future sull'S&P500 sale a 3845 punti (+35 punti) - é già sulla buona strada per raggiungere i 3850- 3880 punti che abbiamo indicato domenica come possibile obiettivo di un rimbalzo di alcuni giorni. Per evitare le solite domande degli abbonati precisiamo che queste sono sempre delle indicazioni di massima che possono venire leggermentte adattate a secondo le informazioni del momento. Sapete però quali sono i temi caldi da seguire: tassi d'interesse e piano di rilancio economico da 1900 Mia negli Stati Uniti che dovrebbe essere approvato dal Congresso durante questa settimana. Il tutto viene poi condito dai dati economici che mano a mano verranno pubblicati nel corso della settimana.
Bisogna poi fare attenzione se ci sono dei movimenti discordanti - stamattina non vediamo nulla di strano - i prezzi del petrolio, del rame e dei metalli preziosi sono tornati a salire.
Alle 08.20 l'Eurostoxx50 vale 3667 punti (+31 punti) - le borse europee apriranno con plusvalenze di circa il +0.8%/+1.0%. Sullo slancio stamattina gli indici azionari europei saliranno più in alto. Poi si fermeranno in attesa di sapere quali sono le intenzioni degli americani. Nel pomeriggio ci aspettiamo una stabilizzazione ad alto livello. Ulteriori acquisti sono possibili ma dovrebbero essere limitati - non pensiamo che già oggi i ribassisti proveranno un affondo. Restiamo però dell'opinione che il rimbalzo deve essere utilizzato per vendere - la correzione di marzo é solo agli inizi.

Commento del 27-28 febbraio

Il reddito dell'USTBonds decennale ricade a 1.44% (-0.10%) - rimbalzo a breve ma in seguito la correzione deve continuare

Si supponeva che la FED americana fosse in grado di tenere i tassi d'interesse sotto controllo e che la fenomenale ripresa economica che deve seguire alla recessione provocata dalla pandemia potesse verificarsi senza spinte inflazionistiche. Per settimane le borse hanno ignorato il rialzo esplosivo dei prezzi delle materie prime come petrolio o rame. Questo non era considerato come un problema ma una buona ragione per comperare azioni dei settori dell'energia o delle materie prime. Improvvisamente settimana scorsa ci si é invece resi conto che esiste un dilemma - non può esserci crescita economica senza un aumento del costo del denaro e quest'ultimo é un problema per i mercati azionari. Specialmente perché i prezzi delle azioni scontano un forte incremento degli utili delle imprese ma non scontano un aumento dei tassi d'interesse. Insomma - non si può avere l'uovo e la gallina e quando il reddito dell'US Treasury Bonds ha raggiunto la soglia critica dell'1.5% (che guarda caso era stata con mesi di anticipo indicata da molti analisti noi compresi - vedi commento tecnico del 9-10 gennaio) le borse hanno reagito con un'ondata di vendite. Le perdite più forti si sono verificate nel settore tecnologico che secondo la narrativa é più sensibile alle variazioni del costo del denaro. Nuturalmente questo é in parte assurdo e ingiustificato - il reddito dell'USTBonds é salito dai 0.65% di settembre 2020 fino agli 1.34% di una settimana fà senza che nessuno battesse ciglio - al contrario la borsa continuava a salire e passare da un record storico al successivo. L'aumento dei tassi era invece una buona ragione per comperare le azioni delle banche. Improvvisamente però molti hanno cominciato a parlare di inflazione e quando il reddito dell'USTB decennale ha superato l'1.5% é scoppiato il putiferio. Come diciamo spesso una volta che le premesse tecniche per una corrrezione sono ideali ci vuole solo una scusa per scatenare le vendite. Le borse questa settimana sono scese - in Europa (Eurostoxx50 -2.07%) meno che in America (S&P500 -2.45%). Del rialzo da inizio anno non resta però più tanto (DAX +0.49%, Eurostoxx50 +2.36%, S&P500 +1.47%, Nasdaq +2.36%). La fiducia dei rialzisti é stata scossa nelle fondamenta e molto probabilmente a metà febbraio si é verificato un massimo significativo. Malgrado che l'S&P5000 abbia in tre sedute testato con successo il supporto sui 3800 punti (supporto statico + MM a 50 giorni) non crediamo che ci sia solo stata una correzione minore e che la borsa americana possa tranquillamente riprendere il rialzo. Sia gli indicatori di medio termine che quelli sul sentiment puntano in un'altra direzione. La variante favorita anche dai cicli é quella di una correzione di medio termine che dovrebbe terminare nella terza settimana di marzo. Come aveva correttamente indicato il DSI (Daily Sentiment Index) sui Bonds venerdì si é verificato un rimbalzo - i futures sui USTBonds sono risaliti (anche quelli sul Bund! - il "problema" é anche europeo), i tassi d'interesse sono ridiscesi e il Nasdaq100 (+0.63% a 12909 punti) é rimbalzato. L'S&P500 invece ha avuto ancora una seduta negativa (-0.48% a 3811.15 punti) e ha chiuso nella parte inferiore del range giornaliero con una caduta di 40 punti nell'ultima ora di contrattazioni. È possibile che la prossima settimana inizi ancora con un breve tuffo delle borse - forse l'S&P500 deve ancora scendere sotto i 3800 punti a causa dei molti speculatori obbligati a vendere a causa dei margin calls causati dalla debole chiusura di venerdì. Pensiamo però che il temporaneo calo dei tassi d'interesse debba a breve provocare un rimbalzo delle borse - concretamente l'S&P500 potrebbe tornare a metà di settimana prossima sui 3850-3880 punti. Questo eventuale rimbalzo deve però essere venduto. In seguito la correzione a medio termine deve fare il suo corso e far scendere l'S&P500 decisamente più in basso. La ragione? A dire il vero non importa ma potrebbe essere sia essere un'ulteriore impennata dei tassi d'interesse che la delusione nel caso in cui il piano di stimolo economico di 1900 Mia di USD dell'amministrazione Biden non venisse approvato (o venisse edulcorato) dal Congresso. Fino a dove potrebbe cadere l'S&P500? Possiamo solo fare delle ipotesi. La prima spinta di ribasso é stata di circa 150 punti. Nell'ambito di una classica correzione ABC la seconda spinta potrebbe essere di ampiezza simile dopo un rimbalzo di una cinquantina di punti - arriviamo ad un obiettivo sui 3700 punti. Temiamo però che le vendite, finora concentrate nei settori più speculativi, debbano estendersi al resto del listino. La pressione di vendita deve aumentare e gli investitori devono passare dall'attuale lieve inquietudine (Fear&Greed Index a 48 punti, -10 punti) al pessimismo con un breve passaggio al panico. In questo caso il potenziale massimo di ribasso é a 3500 punti dove si troverà tra un paio di settimane la MM a 200 giorni. Le borse europee dovrebbero seguire docilmente - sulla base di quanto osservato settimana scorsa é possibile che le perdite in Europa saranno più contenute. Gli eccessi di rialzo sono più pronunciati in America é sarebbe logico che la borsa americana corregga di più.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -2.07% a 3636 punti
SX7E (banche)          +1.42% a 83.88 punti
DAX                         -1.48% a 13786 punti
SMI                          -1.71% a 10522 punti
FTSE MIB                  -1.24% a 22848 punti
S&P500                     -2.45% a 3811.15 punti
Nasdaq100                -4.94% a 12909 punti

Venerdì le borse europee hanno seguito come d'abitudine i segnali provenienti dagli Stati Uniti. Gli indici hanno aperto in calo e sono subito precipitati sui minimi giornalieri. Poi hanno recuperato quasi tutte le perdite ma sono ricaduti nel pomeriggio dopo la debole apertura a Wall Street. Infine si sono "attaccati" all'America e sono risaliti moderatamente fino alla chiusura. L'Eurostoxx50 si é fermato a 3636 punti (-1.33%) con un minimo a 3622 punti. Alle 22.00 l'indice valeva 3643 punti. Finalmente anche il settore bancario (SX7E -2.16% a 83.88 punti) ha sentito la forza di gravità - la performance settimanale é però positiva!
In Europa vengono ancora comperati i settori ciclici - le prese di beneficio sono arrivate solo venerdì. In un contesto del genere é evidente che il difensivo SMI svizzero (-1.28% a 10522 punti) continua soffrire.
Nelle prossime settimane riteniamo che le borse europee resteranno molto volatili - sarà importante non perdere di vista la tendenza di fondo. Da inizio anno gli indici azionari europei oscillano in laterale. Ci sono le prime rottura sotto le MM a 50 giorni in ascesa. Evitiamo di fisare degli obiettivi per questa correzione poiché, come in America, il range tra la variante migliore e quella peggiore é troppo ampio. Speriamo dopo aver osservato il rimbalzo che dovrebbe verificarsi all'inizio di settimana prossima di poter fare una stima affidabile. Più il rimbalzo sarà anemico e più la correzione sarà profonda.

La seduta di venerdì a Wall Street e andata secondo i piani fino alle 21.50 - il crollo sul finale ci ha sorpreso e non sappiamo cosa significhi. L'S&P500 ha aperto in guadagno a 3846 punti ma all'inizio é ancora sceso e si é verificata l'attesa marginale rottura del supporto a 3800 punti. L'indice é crollato alle 16.30 a 3789 punti di minimo. Poi é risalito ad ondate fino a metà giornata a 3861 punti. Dopo un'ulteriore calo di una trentina di punti e una risalita a 3851 punti alle 21.50 c'é stata la caduta finale a 3811.15 punti (-0.48%). A livello settoriale gli investitorti sono andati alla disordinata ricerca di vincitori e perdenti (DJT -0.31%, RUT +0.04%, Nasdaq100 +0.63%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2681 su 5004, NH/NL a 183 su 717 e volume relativo a 1.2 (0.9 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa (!) a 27.95 punti (-0.94) mentre Il CBOE Equity put/call ratio si é finalmente mosso al rialzo (0.63). I Summation Index continuano a scendere.
Vediamo ora come inizia la settimana entrante - oggi, domenica, i prezzi delle criptovalute sono in calo - il Bitcoin perde il -3%. Spesso questo significa che lunedì le borse apriranno in calo.

Il prezzo dell'oro é caduto a 1734 USD/oncia. Si é verificata una evidente e proccupante rottura al ribasso di cui non capiamo le ragioni. A breve l'oro é ipervenduto (RSI a 29.13) - potrebbe rimbalzare fino a 1760-1770 USD e salvare la base per un successivo rialzo. La tendenza di fondo sembra però passare al ribasso e questa é una cattiva notizia per i rialzisti come noi. Vi terremo aggiornati sullo sviluppo della situazione. In generale in periodi di inflazione il prezzo dell'oro aumenta. Il calo attuale del prezzo contraddice la narrativa della spinta inflazionistica...

Commento del 26 febbraio

Improvvisamente i tassi d'interesse diventano importanti - il rally di mercoledì era solo un rimbalzo?

Martedì l'S&P500 era precipitato fino a 3805 punti ma poi era risorto e aveva terminato la giornata in positivo a 3881 punti (+0.13%). Mercoledì i rialzisti erano ancora riusciti ad imporsi e a far salire l'S&P500 a 3925 punti (+1.14%). Ovviamente ieri mattina eravamo perplessi. Dopo questo doppio colpo non davamo i ribassisti ancora per spacciati ma pensavamo che avessero bisogno alcuni giorni per riorganizzarsi. Nel pomeriggio nel commento sul Nasdaq100 avevamo spiegato nel dettaglio la situazione tecnica di un mercato messo alle corde dal rialzo dei tassi d'interesse. Ieri sera il reddito dell'US Treasury Bond decennale é salito sopra gli 1.50% (1.54%, +0.16%) e improvvisamente il mercato ha preso nota di questo pericolo e ha reagito violentemente. La reazione é stata lenta - dopo un'apertura in calo l'S&P500 é ancora risalito in pari a 3925 punti. Poi é crollato trascinato verso il basso sia dalla tecnologia (Nasdaq100 -3.56%) che dal Russell2000 (-3.69%). L'S&P500 é precipitato fino a 3814 punti di minimo ed ha chiuso a 3829.34 punti (-2.45%) - l'indice é rimasto sopra il minimo di martedì a 3805 punti e sopra la MM a 50 giorni. Non pensiamo però che la discesa sia finita qui. La ragione é semplice e potete già intuirla se leggete regolarmente i nostri commenti. Gli indicatori di sentiment mostrano ancora troppo ottimismo. La volatilità VIX é salita a 28.89 punti (+7.55 punti) e questo mostra un certo nervosismo. Il Fear&Greed Index é però ancora sopra i 50 punti (58 punti, -5 punti) e il CBOE Equity put/call ratio a 0.47 é ancora piuttosto basso e mostra che gli speculatori long non demordono. A breve (oggi o all'inizio di settimana prossima) ci sarà un rimbalzo poiché alcuni indici e settori sono ipervenduti e perché ci aspettiamo un calo dei tassi d'interesse causato da un eccesso di pessimismo sui Bonds (DSI troppo basso) - l'impennata di ieri sera ha tutto l'aspetto di un esaurimento. Fino a quando però non ci sarà un pò di pessimismo e panico tra gli speculatori é probabile che questa correzione debba continuare.

Non perdiamo troppo tempo a commentare ed analizzare la seduta in Europa che é stata moderatamente negativa (Eurostoxx50 -0.56% a 3685 punti). Le borse europee hanno chiuso quando il calo a New York era appena cominciato e quindi stamattina apriranno decisamente più in basso con perdita iniziali (stima delle 08.00) di circa il -1.60%. Finora la nostra opinione é stabile - le borse europee sono in una tendenza neutra con un concreto rischio di correzione a medio termine. Abbiamo sempre detto e ripetuto però che lo sviluppo della situazione dipendeva dagli Stati Uniti - se l'America corregge l'Europa segue - passiamo quindi subito ad analizzare quanto successo a Wall Street.

La seduta in America é stata negativa ma per l'analisi tecnica non pessima. L'S&P500 all'inizio é salito fino a 3925 punti e poco prima della chiusura é crollato a 3814 punti - é una differenza di 111 punti tra massimo e minimo. Ha chiuso con un rimbalzo a 3829.34 punti (-2.45%). Le vendite hanno travolto tutti i settori e particolarmente quelli che erano saliti parecchio nelle ultime settimane - nella tecnologia abbiamo assistito a dei veri e propri crash (indice dei semiconduttori SOXX -5.70%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 805 su 6953, NH/NL a 808 su 450 e volume relativo a 1.1. Su questi numeri due osservazioni - spesso quando il rapporto A/D é cosÌ negativo (10/90) c'é un rimbalzo a breve - il numero dei nuovi minimi (NL a 450) é decisamente inferiore rispetto a martedì (900) e questo significa che il crollo si concentra su pochi titoli. Pensiamo quindi che dopo una rottura marginale sotto i 3800 punti l'S&P500 debba nuovamente rimbalzare - il rimbalzo deve coincidere con un calo dei tassi d'interesse. Le caratteristiche del rimbalzo ci diranno come prosegue la correzione. Tenete d'occhio i tanti indicatori di sentiment! - noi ne citiamo sempre solo 3 ma esistono parecchi dati per misurare il polso del mercato. Prossimamente faremo una lista.
I Summation Index continuano a scendere.

Stamattina alle 07.00 il future sull'S&P500 era a 3823 punti. Nel frattempo é sceso fino a 3802 punti e si trova ora a 3811 punti (-16 punti) - c'é parecchio nervosismo e volatilità. Il Nikkei ha perso il -3.99%. Shanghai é in calo del -2.1%. Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 3638 punti (-47 punti). La giornata inizia con un tuffo - come finirà? Crediamo che molti penseranno che questa é un occasione d'acquisto. Certi titoli di moda come Tesla (-8.06%) hanno già perso un -25% dal massimo 2021. Ci sarà quindi un rimbalzo.
Nell'analisi del fine settimana cercheremo di definire lo svolgimento della correzione - si tratterà di capire se conviene alla fine della correzione comperare o se invece il massimo di metà febbraio a 3950 punti di S&P500 é stato il massimo definitivo del bull market.

Commento del 25 febbraio

Nuovo record storico del DJ Industrial - il rialzo mostra i muscoli

Ieri ci aspettavamo che il rimbalzo iniziato martedì avesse una breve e limitata continuazione. Invece c'é stata una seduta di rialzo sia in Europa (Eurostoxx50 +0.46% a 3706 punti) che negli Stati Uniti (S&P500 +1.14% a 3925.43 punti). Specialmente a Wall Street i rialzisti hanno dominato con forti guadagni sugli indici e una chiusura sul massimo giornaliero. Il saldo settimanale dell'S&P500 é nuovamente positivo spazzando via tutti gli sforzi dei ribassisti delle prime due sedute della settimana. L'indice Dow Jones Industrial ha fatto registrare un nuovo record storico - l'S&P500 é nuovamente 25 punti dal record vale a dire meno dell'1%. Si può ancora ipotizzare la correzione a medio termine? Le probabilità diminuiscono malgrado che le premesse a livello tecnico restano ideali. Il calo di martedì dell'S&P500 fino ai 3805 punti e la MM a 50 giorni può essere però visto come un test riuscito del trend rialzista e questo mette il vento nelle vele del rialzo mentre mortifica i ribassisti. Ieri due nostri colleghi, un australiano ed un americano, hanno gettato la spugna - hanno affermato che é inutile fare previsioni contrarie alla politica monetaria della FED. Fino a quando le Banche Centrali continueranno a pompare liquidità nel sistema un forte calo delle borse é impossibile - in effetti la correlazione tra rialzo e espansione della massa monetaria é evidente. Resta il problema della forte divergenza tra borsa ed economia - la bolla speculativa é evidente - tutti sono però convinti che Governi e Banche Centrali hanno il controllo della situazione e possono impedirne lo scoppio. Hanno ragione fino a prova contraria...

Le borse europee hanno avuto una seduta di moderato rialzo che ha eliminato a breve il rischio di una rottura dei primi supporti. Gli indici sono tornati sui livelli di una decina di giorni fà. Da parecchie sedute l'Eurostoxx50 (+0.46% a 3706 punti) girovaga intorno ai 3700 punti. Ieri sera l'Eurostoxx50 ha chiuso vicino al massimo giornaliero, con un guadagno di 16 punti e nuovamente a ridosso di questo valore. Abbiamo poco da dire - la tendenza a corto termine é neutra e fino a prova contraria la tendenza di fondo é debolmente rialzista visto che l'indice lievita sopra le MM a 50 e 200 giorni in leggera ascesa. L'ipotesi della correzione resta nell'aria ma finora non ci sono elementi concreti per confermare questa previsione. DAX e FTSE MIB si trovano in una situazione tecnica simile con livelli di riferimento rispettivamente a 14000 punti e 23000 punti.  
I tassi d'interesse sono ancora saliti e la seduta in borsa é stata positiva. La logica conseguenza é che il settore bancario (SX7E) ne ha nuovamente approfittare per balzare del +1.36% a 84.90 punti. Energia e finanza sono i due settori di moda del momento.
Anche l'SMI svizzero (+1.12% a 10727 punti) ha avuto sorprendentemente una seduta ottima. Il supporto a 10600 punti é servito da trampolino di lancio per un convincente rimbalzo. L'SMI é tornato al centro del range 10600-11000 e conferma la tendenza neutra. Resta però sotto la MM a 50 giorni - la seduta di oggi dovrebbe essere decisiva per determinare il trend a medio termine.

L'S&P500 ha aperto in leggero calo a 3875 punti - nulla sembrava indicare che potesse esserci una forte spinta di rialzo anche perché fino alle 16.00 l'indice é ancora sceso fino ai 3859 punti. Poi però sono arrivati gli acquisti e l'indice é salito in maniera convincente e dinamica fino alle 19.30 quando ha raggiunto i 3926 punti. Ha questo punto il mercato si é fermato. L'S&P500 si é mosso in laterale, ha ancora toccato un massimo giornaliero a 3928 punti e ha chiuso a 2925.43 punti (+1.14%). Il Nasdaq100 all'inizio é stato ancora travolto dalle vendite ma poi si é unito al rialzo pur sottoperformando (+0.81% a 13302 punti). Il leader della giornata é stato nuovamente il Russell2000 (+2.38%). La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5820 su 1880, NH/NL a 1174 su 146 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é scesa a 21.34 punti (-1.77), Il CBOE Equity put/call ratio é nuovamente molto basso a 0.35 e il Fear&Greed Index é balzato a 63 punti (+6). I Summation Index sono ancora in leggero calo.
Bisogna ora porsi una domanda - il tonfo di martedì é stato solo un insignificante incidente di percorso o un sintomo di cedimento? Non lo sappiamo ma ci ripromettiamo di riprendere l'argomento durante il fine settimana dopo aver osservato e analizzato l'andamento delle ultime due sedute della settimana.

Stamattina il Nikkei ha guadagnato il +1.67% - Shanghai sale del +0.6%. Il future sull'S&P500 era alle 07.30 a 3931 punti - un'ora più tardi si trova a 3926 punti (+3 punti). L'Eurostoxx50 vale 3721 punti - le borse europee devono ancora scontare il buon finale di seduta ieri sera a Wall Street e apriranno con un guadagno di circa il +0.4%. Pensiamo che stamattina le borse si fermeranno sui livelli d'apertura - forse ci saranno delle prudenti prese di beneficio. Nel pomeriggio molto dipenderà dai dati economici e dai relativi movimenti dei tassi d'interesse. Il DSI (Daily Sentiment Index) mostra che i Bonds americani dovrebbero essere vicino ad un minimo intermedio ed i tassi d'interesse su un massimo.

Commento del 24 febbraio

Un pareggio con tanti gol

Ieri rialzisti e ribassisti si sono dati battaglia. Entrambi sono riusciti ad imbastire delle azioni spettacolari e possono vantarsi di avere dominato per parte della giornata. I ribassiti sono riusciti a schiacciare l'Eurostoxx50 (-0.29% a 3689 punti) in tarda mattinata fino ai 3643 punti - nel pomeriggio dopo l'apertura hanno fatto precipitare l'S&P500 (+0.13% a 3881.37 punti) fino ad un minimo a 3805 punti. La reazione dei rialzisti é stata però rabbiosa ed efficace. A fine seduta gli indici azionari hanno chiuso senza sostanziali variazioni. Chi ha preso libero per godersi la bella giornata primaverile non nota a prima vista niente di questo scontro che ha coinvolto soprattutto i traders. Le conseguenze appaiono però a livello tecnico - il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (NL a 900) é aumentato considerevolmente e la fiducia dei rialzisti di poter dominare a piacimento la situazione é stata scossa nelle fondamenta - la strada verso il basso si é aperta. Queste sembrano le prime scosse di avvertimento di un terremoto di maggiore importanza.

La seduta in Europa é stata insolita poiché si é verificato uno scollamento rispetto ai movimenti a Wall Street. Non riusciamo ancora a interpretare quanto sta succedendo. Ci spieghiamo - l'Eurostoxx50 (-0.29% a 3689 punti) ha aperto invariato a 3698 punti e come pensavamo all'inizio é salito a 3708 punti. Il rialzo iniziale é stato però molto più breve di quanto ci eravamo aspettati. Il successivo affondo dei ribassisti é stato questa volta impressionante. L'Eurostoxx50 é sceso regolarmente e senza rimbalzi degni di nota fino alle 11.35 quando ha toccato il minimo a 3643 punti (65 punti dal massimo - sono tanti). L'indice ha poi recuperato e la reazione alla debole apertura a Wall Street é stata sorprendentemente moderata. Invece di un ulteriore crollo l'Eurostoxx50 é sceso ancora dai 3780 punti fino ai 3653 punti (minimo ascendente) e poi é risalito fino alla chiusura a 3689 punti. Rispetto all'America l'Europa si é comportata meglio - l'azione dei ribassisti la mattina é stata però massiccia e dominante. Ora abbiamo nuovamente segnali contrastanti - una perdita di 10 punti contro una candela sul grafico che corrisponde ad un hammer invertito (chiusura lontana dal minimo, sul massimo e sul livello d'apertura) e che é un segnale molto costruttivo. Per saldo l'Eurostoxx50 scivola verso il basso ma le perdite sono così modeste che si fatica a parlare di correzione. I colpi di ribasso però si susseguono e diventano più forti. L'ipotesi della correzione a medio termine prende corpo. DAX (-0.61% a 13864 punti) e FTSE MIB (-0.30% a 22939 punti) si sono comportati come l'Eurostoxx50.
Lunedì a New York le banche hanno guadagnato terreno e ieri i tassi d'interesse in Europa sono saliti - le azioni delle banche hanno preso questi spunti per una seduta positiva. Potrebbe essere l'ultima visto che ci aspettiamo a breve una reazione negativa sui tassi d'interesse e pensiamo che la correzione delle borse dovrebbe guadagnare in velocità e partecipazione.
L'SMI svizzero (-0.83% a 10609 punti) si é salvato in extremis sopra i 10600 punti ma l'impressione generale é negativa. Il listino si sta indebolendo su tutti i fronti mentre anche il CHF perde terreno. Sembra quasi che gli investitori internazionali si siano stufati della Svizzera, dei suoi titoli difensivi e noiosi e dei tassi d'interesse negativi. Forse però sono gli svizzeri a vendere tartassati dai tassi d'interesse negativi che le banche cominciano ad applicare sui conti correnti anche degli investitori privati e retail. In ogni caso l'impressione é che la correzione non finisce qui. Il problema dell'SMI sono i 3 big (Nestlé, Novartis, Roche) che continuano a scivolare verso il basso.

L'S&P500 ha aperto in gap down a 3845 punti e all'inizio é precipitato fino a 3805 punti - la MM a 50 giorni a 3796 punti era a portata di mano. L'indice é rimbalzato e alle 17.00 é tornato a 3866 punti. Fino a metà seduta l'indice é ancora scivolato a 3834 punti ma in seguito i rialzisti hanno preso coraggio e il controllo delle operazioni. L'S&P500 é risalito a 3896 punti di massimo (91 punti sopra il minimo!) e ha chiuso a 3881.37 punti (+0.13%). Nessuno dopo l'apertura si sarebbe aspettato una chiusura in positivo. Il Nasdaq100 (-0.22% a 13194 punti) ha ancora perso terreno - le vendite si sono però spostate su altri settori (Russell2000 -0.88%). La seduta al NYSE é stata negativa (ma non terribile) con A/D a 2889 su 4791, NH/NL a 760 su 900 e volume relativo a 1.1. I Summation Index continuano a scivolare verso il basso. I dati sul sentiment sono rimasti sorprendentemente stabili. La VIX é scesa (!) a 23.11 punti (-0.34), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.44 mentre il Fear&Greed Index é sceso di poco a 57 punti (-1).

Stamattina verso le 07.20 il future sull'S&P50 era sceso a 3852 punti - ora ha recuperato e si trova a 3866 punti (-11 punti) - il nervosismo e la volatilità intraday aumentano. Il Nikkei ha perso l'1.61% - Shanghai é in calo del -2%. L'Eurostoxx50 vale 3684 punti. Le borse europee apriranno in leggero calo. All'inizio dovrebbero cercare di tornare in pari. Poi vedremo - é poco probabile che avremo una seduta tranquilla. Ieri sera i rialzisti hanno dominato - pensiamo che ora tocchi ai ribassisti di fare un tentativo.

Commento del 23 febbraio

La pesante caduta della tecnologia non spaventa gli investitori

Ieri il Nasdaq100 ha perso il -2.63%. Gli investitori sono però rimasti indifferenti a questa pesante caduta - gli indicatori di sentiment si sono mossi di poco e segnalano ancora ottimismo. In generale la seduta a New York é stata solo moderatamente negativa - i settori portanti degli ultimi 10 giorni sono ancora stati comperati (DJTransportation +0.81%, ETF Energy +3.46%, Banche BKX +1.40%) seguendo la narrativa della ripresa economica con rischio di inflazione. A completare il quando c'é stato l'aumento del reddito dell'USTreasury Bond decennale a 1.37% (+0.03%). Il cedimento di un importante segmento del mercato come la tecnologia é un buon preludio ad una correzione generale delle borse. Fino a quando però si verifica una sana rotazione tra settori e gli investitori restano tranquilli il potenziale di ribasso é modesto.

Le borse europee sono state sballottate dai segnali contrastanti provenienti dagli Stati Uniti dove la tecnologia era in perdita mentre altri settori come finanziari e petrolio erano in guadagno. La mattina l'Eurostoxx50 (-0.37% a 3699 punti) é precipitato fino a 3660 punti. Poi ha recuperato e la sera ha chiuso sul massimo giornaliero a 3699 punti che significa una perdita di 14 punti. Abbiamo quindi una seduta negativa contro un comportamento dell'indice durante la giornata costruttivo. Per saldo l'impressione resta quella di un mercato neutro e dipendente dagli Stati Uniti. Il DAX (-0.31% a 13950 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50 con un tuffo la mattina fino a 13802 punti e un successivo recupero fino a 13975 punti. L'indice ha chiuso vicino al massimo giornaliero a 13950 punti che significa una perdita di 43 punti.
Il FTSE MIB (-0.55% a 23009 punti) ha copiato il comportamento costruttivo degli indici azionari europei - l'unico problema é che l'indice italiano ha perso di più dell'Eurostoxx50 (-0.37%). Questa debolezza relativa conferma il fatto che l'effetto Draghi é sparito.
Fino a prova contraria la tendenza di fondo é neutra. 
L'SMI svizzero (-0.07% a 10697 punti) ha chiuso in pari. In genere c'é poco da dire quando una seduta termina senza sostanziali variazioni. La candela odierna sul grafico ha massimo e minimo discendenti - questo corrisponde a ribasso. L'indice ha però chiuso vicino al massimo e la candela é bianca - il supporto e obiettivo a 10600 punti é stato praticamente raggiunto (minimo a 10610 punti) e ha provocato un sostanziale rimbalzo. È possibile che l'SMI si fermi semplicemente ancora per settimane tra i 10600 ed i 11000 punti. Per esserne sicuri bisogna osservare il prossimo test del supporto che dovrebbe avvenire ancora questa settimana.

L'S&P500 ha aperto debole a 3880 punti e subito é caduto sul minimo a 3874 punti. Dopo un rimbalzo a 3890 punti il minimo é stato testato con una discesa a 3877 punti. L'indice é risalito fino a 3885 punti e dopo la chiusura in Europa c'é stata una fase di rialzo fino a 3902 punti di massimo. Nelle ultime due ore di contrattazioni l'S&P500 é tristemente sceso fino alla chiusura a 3876.50 punti (-0.77%). Malgrado la caduta del Nasdaq100 (-2.63% a 13223 punti) e dei suoi pesi massimi AGMAF + Tesla (-8.55%) la seduta al NYSE é stata solo moderatamente negativa con A/D a 3140 su 4574, NH/NL a 1057 (tanti!) su 384 e volume relativo a 1.1. La volatilità VIX é salita di poco a 23.45 punti (+1.40), il CBOE Equity put/call ratio é rimasto basso a 0.43 mentre il Fear&Greed Index si é appena mosso (58 punti, -1). Nel complesso la seduta é andata meglio di quanto potrebbero suggerire i due maggiori indici S&P500 e Nasdaq100. Abbiamo in questo momento un settore debole (tecnologia) in grado di provocare una correzione di medio termine. La domanda adesso é se il resto del mercato seguirà oppure no. Per avere una risposta ci vorranno alcuni giorni visto che il Nasdaq100 sta arrivando sul supporto a 13100 punti e deve ancora rimbalzare prima di tentare una rottura al ribasso.

Stamattina il future sull'S&P500 risale a 3890 punti (+16 punti). Alle 08.40 l'Eurostoxx50 vale 3701 punti. Le borse europee apriranno in leggero guadagno. Per logica stamattina proveranno a salire più in alto - poi si fermeranno in attesa di saper cosa intendono fare gli americani. Oggi la borsa giapponese era chiusa - la borsa di Shanghai é in calo del -0.2% e non reagisce dopo la caduta di ieri.
Il cambio EUR/USD é salito a 1.2170. Ora dovrebbe fermarsi e ricadere. La situazione é interessante poiché la debolezza dell'USD favorisce il rialzo dei prezzi delle materie prime e dell'oro. Se l'USD invece si rafforza potrebbero esserci conseguenze negative sui prezzi delle materie prime e tutta la discussione riguardante una possibile spinta inflazionistica dovrebbe affievolirsi.

Commento del 22 febbraio

Aumenta il nervosismo

Durante il fine settimana parecchi analisti, commentatori e grandi investitori si sono espressi sull'attuale situazione dei mercati finanziari. Le opinioni come al solito divergono - l'unica cosa che si nota é l'inquietudine e il nervosismo. Tutti si rendono conto che il rialzo é insostenibile e che non é possibile che la borsa salga all'infinito spinta da una ripresa farlocca basata sui debiti. I tassi d'interesse non possono restare troppo tempo vicini allo 0% o addirittura in negativo. C'é chi, con buoni argomenti, prevede l'inizio di una ciclo inflazionistico. Noi non siamo in grado di giudicare l'esattezza di queste previsioni. Ci interessa però un fattore - gli investitori devono nelle prossime settimane abbandonare il nirvana nel quale si trovano da mesi - gli indicatori di sentiment non possono restare ancora per parecchio tempo sui livelli attuali che mostrano investitori molto ottimisti e decisamente orientati speculativamente al rialzo. Non sappiamo quale sarà il movente ma ci aspettiamo che a breve VIX e colleghi comincino a lievitare e preannunciare una correzione simile a quella avuta un'anno fà. In poche parole manteniamo la previsione di una correzione a medio termine.

Stamattina il Nikkei ha guadagnato il +0.4% - Shanghai é in calo del -1.4%. Il future sull'S&P500 alle 08.30 é a 3877 punti (-25 punti). L'Eurostoxx50 vale 3691 punti - le borse europee apriranno in calo di circa il -0.6%. Questo é un cambiamento - eravamo abituati a degli inizi di settimana contrassegnati da una seduta positiva. Vediamo se oggi appare della pressione di vendita o se invece come al solito ci sarà nel pomeriggio un recupero.

Commento del 20-21 febbraio

La pausa permette di assorbire gli eccessi di corto termine - il quadro tecnico a medio termine é invariato

Nella settimana appena trascorsa l'Eurostoxx50 (+0.48%) ha guadagnato terreno. La performance positiva del'indice europeo di riferimento é stata possibile grazie al buon comportamento di alcuni mercati come Francia (CAC40 +1.23%) Spagna (IBEX +1.20%) o Portogallo (PSI20 +1.95%) - a livello settoriale spicca il rialzo del settore bancario (SX7E +3.79%). A rovinare il bilancio ci hanno pensato gli altri "nostri" indici, DAX, SMI e FTSE MIB che invece hanno perso terreno. Nel complesso é stata una settimana mista e praticamente neutra con un'alternanza di sedute positive e negative. I balzi di lunedì e venerdì (Eurostoxx50 +0.88% a 3713 punti) hanno sovrastato le sedute di martedì, mercoledì e giovedÌ moderatamente negative. Non é mai apparsa pressione di vendite - nelle sedute negative gli indici si sono limitati a scivolare verso il basso. Per il DAX si può parlare di correzione minore - per l'Eurostoxx50 si può dire che il rialzo ha perso di slancio ed é in stallo. L'impressione generale é che le borse stiano facendo semplicemente una pausa e si sta verificando un'ulteriore rotazione tra settori con vendite sui settori difensivi e acquisti sui settori ciclici. Vale ancora la narrativa della ripresa economica con rischio di inflazione - durante la settimana i tassi d'interesse di mercato sono saliti e questo in borsa ha favorito i settori finanziari.
In America domenica scorsa eravamo convinti che la settimana del Washington Birthday sarebba stata negativa come suggerito dalle statistiche. Inoltre gli oscillatori ci avevano detto che gli indici dovevano trovarsi su dei massimi intermedi e quindi una discesa dal massimo era la logica conseguenza. Abbiamo avuto ragione ma con molta fatica (&P500 -0.71%) - gli indici sono scesi senza convinzione e nelle 4 sedute di questa settimana raccorciata i rialzisti hanno fatto vedere di essere ancora vivi e vegeti e in grado di dominare gli avvenimenti. Questo calo ha permesso di ridurre gli eccessi di corto termine. A medio termine però la borsa americana resta ipercomperata, in eccesso di rialzo e con investitori troppo ottimisti e speculativamento orientati al rialzo. Le premesse per una correzione a medio termine restano ideali e questa variante viene favorita dai cicli. Adesso sia rialzisti che ribassisti hanno lentamente un problema poiché da circa due settimana l'S&P500 non va da nessuna parte - i traders che si erano abituati a guadagnare ogni giorni sono lentamente frustrati dalle leggere perdite che si accumulano nelle ultime sedute (i Summation Index sono in calo) mentre i ribassisti non riescono a organizzare un attacco serio e non riescono a far partire una correzione degna del suo nome (-5%/-10%). È poco probabile che l'S&P500 continui per parecchio tempo a ballare sui 3900 punti anche se  é possibile che ci sia ancora una settimana di pausa. Al momento solo la tecnologia mostra debolezza - il numero dei nuovi minimi sul Nasdaq comincia a lievitare, gli indici sottoperformano e i big (AGMAF+T) marciano sul posto. I traders preferiscono continuare a giocare le azioni delle società del Russell2000 (venerdì +2.05%, performance settimanale -1.12%) che sono più volatili e facilmente manipolabili. Crediamo che qui si trovi la chiave di lettura di questo mercato - se ad un certo momento e per una ragione qualsiasi gli speculatori long (CBOE Equity pu/call ratio ancora basso a 0.43) decidono di abbandonare la partita potrebbe partire una veloce e profonda correzione paragonabile a quella di un anno fà. Il problema é che non ne vediamo la ragione - l'unico apparente pericolo proviene dai tassi d'interesse - il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.34% (+0.05). Come già anticipato crediamo che la soglia di dolore si trovi a 1.5%.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.48% a 3713 punti
SX7E (banche)          +3.79% a 82.70 punti
DAX                         -0.40% a 13993 punti
SMI                          -1.61% a 10704 punti
FTSE MIB                  -1.17% a 23136 punti
S&P500                     -0.71% a 3906.71 punti
Nasdaq100                -1.64% a 13580 punti

Venerdì le borse europee hanno semplicemente seguito disciplinate i segnali provenienti da Wall Street. Giovedì sera la borsa americana aveva chiuso in forte recupero e vicino al massimo giornaliero - di riflesso c'é stata un'apertura positiva venerdì mattina in Europa. Durante la giornata gli indici azionari europei sono saliti insieme ai futures americani. La logica conseguenza é stata una seduta moderatamente positiva (Eurostoxx50 +0.88% a 3713 punti) e una chiusura vicino massimo giornaliero. Quando l'S&P500 é sceso le borse europee erano chiuso e non hanno partecipato al calo - l'Eurostoxx50 però alle 22.00 valeva 3706 punti. L'SMI svizzero, come unica eccezione tra i "nostri" indici é sceso (-0.12% a 10704 punti) - potete intuirne la ragione - é stato il calo delle azioni dei settori alimentare e farmaceutico a premere sull'indice in una giornata se no strutturalmente positiva (A/D a 12 su 8).
Gli indici hanno toccato il massimo lunedì - per l'Eurostoxx50 si é trattato di un nuovo massimo annuale - per il DAX invece di un massimo discendente. La tendenza di fondo in Europa é da neutra a leggermente rialzista. A breve prevale un'intonazione da correzione minore.

L'S&P500 ha aperto al rialzo a 3924 punti. Fino alle 16.30 l'indice é salito a tentoni e ha raggiunto un massimo a 3930 punti. Poi é sceso in tre ondate fino ai 3903 punti. Sul finale é rimbalzato a 3906.71 punti (-0.19%). La tecnologia (Nasdaq100 -0.41% a 13580 punti) ha fatto peggio - il Russell2000 (RUT +2.05%) é andato molto meglio. Il risultato é che la seduta é NYSE é stata strutturalmente positiva con A/D a 5181 su 2441, NH/NL a 692 su 149 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 22.05 punti (-0.44), il CBOE Equity put/call ratio era ancora basso a 0.43 mentre il Fear&Greed Index é rimasto stabile a 58 punti (-1).
La tendenza di fondo della borsa americana é saldamente al rialzo con il 79.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 76.06 punti.
La borsa americana sta consolidando - per saldo durante la settimana gli indici sono scesi e quindi si può parlare di correzione minore. Se la borsa é - come sostengono in molti - nella fase finale di un rialzo che dovrebbe sfociare in un top definitivo, non dovrebbe ora fermarsi ma accelerare al rialzo. Di conseguenza ci aspettiamo a breve una decisione tra le due varianti - una continuazione esplosiva del rialzo o una correzione di medio termine. Noi favoriamo la seconda variante anche perché vediamo che ormai i dati sul sentiment non scendono più. La maggior parte degli investitori crede in maniera convinta e incrollabile, che la borsa può solo salire. Normalmente questo é il momento in cui succede esattamente l'opposto.

Commento del 19 febbraio

Un'altra seduta di poco negativa - é poco probabile che la correzione continui in questa maniera

Ieri le borse europee (Eurostoxx50 -0.51% a 3681 punti) e quella americana (S&P500 -0.44% a 3913.97 punti) hanno avuto una seduta moderatamente negativa. Non appare pressione di vendita, i volumi di titoli trattati sono costanti, il numero dei nuovi minimi a 30 giorni (NL a 239) non aumenta e gli indici chiudono la sera lontani dai minimi giornalieri. Insomma - le borse scivolano verso il basso in quella che finora deve essere catalogata come una correzione minore o consolidamento. Non pensiamo che il movimento possa continuare in questa maniera e questo ha ragioni psicologiche e tecniche. Chi era abituato a giocare al rialzo e guadagnare soldi in poco tempo ora sta perdendo qualcosa ogni giorno - é probabile che ad un certo momento si stufi e chiuda le posizioni ancora aperte in attesa di tempi migliori. Questo dovrebbe provocare un tuffo di un paio di giorni ed un'impennata degli indicatori di sentiment che per ora si sono appena mossi dai minimi (VIX e CBOE Equity put/call ratio) o dai massimi (Fear&Greed Index). Per i traders i fattori tempo e timing sono importanti - ogni giorno che trascorre senza un movimento significativo fa diminuire il valore delle opzioni dipendenti dal tempo - il premio diminuisce. Questo mette pressione sui traders e li obbliga a prendere una decisione. Se il trader é long (come dovrebbero essere la maggior parte dei traders visto che da settimane il CBOE Equity put/call ratio é molto basso) e i mercati sono vicino ai massimi l'unica possibile decisione é quella di vendere.
Insomma - se in tempi brevi il calo non finisce e il rialzo non riprende é probabile che si verifichi un'accelerazione al ribasso. Questo scenario diventa ogni giorno più probabile visto che l'attuale scivolata sta facendo peggiorare gli indicatori che cominciano a mandare sporadici segnali di vendita - questo riguarda specialmente gli indicatori di momentum. I Summation Index da due giorni scendono - di poco ma scendono. Questo in parole povere significa che la maggior parte delle azioni sta perdendo terreno - sta diventando difficile trovare delle azioni che stanno salendo di valore. Gli analisti cominciano ad arrampicarsi sui vetri quando si tratta di trovare nuovi temi d'investimenti - adesso dalle banche arrivano proposte per investimenti sostenibili e legati ai temi della svolta energetica. La storia però é già vecchia e i prezzi delle azioni promettenti sono già stratosferici.

Sulla seduta in Europa c'é poco da dire - la correzione strisciante continua e per ora non appare nulla di nuovo. Malgrado il forte calo della borsa americana in serata l'Eurostoxx50 (-0.51% a 3681 punti) é sceso solo di 19 punti e ha chiuso sul livello già raggiunto a mezzogiorno. La correzione potrebbe finire sui 3650 punti o sulla MM a 50 giorni che si trova una cinquantina di punti più in basso. Non c'é fretta a comperare - la correzione a medio termine é ancora una valida alternativa. 
Ieri a Francoforte é girata la voce che Volkswagen (+4.63%) intende scorporare Porsche e piazzarla in borsa - un'operazione simile a quella compiuta da Fiat con Ferrari. Questo ha spinto al rialzo il settore automobilistico e ha impedito che il DAX (-0.16% a 13886 punti) scendesse più in basso in una giornata negativa per le borse europee. A livello tecnico non cambia nulla - la correzione minore sul DAX continua.
Il FTSE MIB (-1.11% a 22921 punti) é decisamente ricaduto sotto i 23000 punti e il verdetto é chiaro. Niente rottura al rialzo e tutt'al più la tendenza é neutra con livello di riferimento sui 22500 punti. Il bonus Draghi é sparito ed ora la borsa italiana rientra nei ranghi in attesa che il nuovo Governo faccia i miracoli che tutti si aspettano. Attenzione che neanche Mario Draghi ha la bacchetta magica specialmente con un Parlamento di delusi che aspetta solo l'occasione per una rivincita. Quanto ci metterà Matteo Renzi per ricominciare a tramare contro un Governo nel quale ha perso uno dei "suoi" due ministri? Lui che dall'alto del suo 3% di lettori pretende di condizionare la politica italiana? Vedrete che la calma ed armonia attuale dureranno poco... L'appoggio massiccio al governo apparso durante il voto di fiducia al Parlamento é solo di facciata. 
Anche la borsa svizzera da segni di cedimento. I deludenti risultati trimestrali di Credit Suisse (-3.23%) hanno fatto pressione sul comparto bancario. Neanche Nestlé ha brillato (-1.12%, cifra d'affari in calo) e la logica conseguenza é stata un'altra seduta decisamente negativa. L'SMI (-0.85% a 10717 punti) é arrivato di slancio sulla MM a 50 giorni e ha chiuso sul minimo giornaliero. Considerando che i venditori hanno preso il sopravvento e il momentum aumenta é probabile che l'SMI debba cadere a breve fino ai 10600 punti.

In America dei preoccupanti dati sulla disoccupazione hanno provocato un'iniziale ondata di vendita. L'S&P500 ha aperto in calo a 3901 punti e dopo una pausa di mezz'ora su questo livello é caduto alle 16.30 fino ai 3885 punti di minimo. C'é stato un rimbalzo di una quindicina di punti ed una pausa di alcune ore. Poi l'S&P500 é lentamente risalito fino ai 3922 punti ed é caduto sul finale a 3913.97 punti (-0.44%). L'indice ha perso 17 punti ma ha chiuso nella parte superiore del range giornaliero e durante la seduta i rialzisti sono stati maggiormente attivi. Per usare il linguaggio calcistico hanno avuto un maggiore controllo di palla. Per ora i ribassisti riescono a mettere assegno dei brevi affondi ma non dominano.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 1764 su 5884, NH/NL a 292 su 236 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é salita 22.49 punti (+0.99), il CBOE Equity put/call ratio é lievitato a 0.51 (un cambiamento!) e il Fear&Greed Index é sceso a 59 punti (-7).

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3905 punti (-4 punti). Indubbiamente questa settimana la musica é cambiato - il future non si presenta più con solidi guadagni ma praticamente invariato - l'ipercomperato segnalato dagli oscillatori fa effetto.
Il Nikkei perde il -0.72% - Shanghai guadagna il +0.7%. L'Eurostoxx50 alle 08.10 vale 3687 punti - le borse europee devono ancora rispecchiare il recupero della borsa americana nella seconda parte della seduta. Aprono stamattina con lievi guadagni (+0.2%). Oggi é l'ultima seduta di una settimana di debole correzione. Ci aspettiamo che il quadro venga completato da un'altra seduta moderatamente negativa.

Commento del 18 febbraio

Manca pressione di vendita

Ieri l'S&P500 ha chiuso praticamente in pari (-0.03% a 3931.33 punti). I ribassisti hanno perso un'altra occasione per mettere a segno un affondo e provocare insicurezza tra i rialzisti. Si rafforza l'impressione che le borse stiano solamente consolidando prima di riprendere il rialzo. Non tutti i mercati si trovano però nella stessa situazione. Il DAX tedesco (-1.10% a 13909 punti) guadagna da inizio anno solo il +1.39% e la tendenza di fondo del mercato azionario tedesco può essere difficilmente definita come rialzista malgrado che le MM a 50 e 200 giorni stiano ancora salendo. Lo stesso discorso vale per l'SMI svizzero (-0.90% a 10809 punti) che da inizio anno oscilla senza una chiara tendenza tra i 10600 e gli 11000 punti. Insomma - solo parte dei mercati finanziari partecipano alla festa che si verifica soprattutto in America ed in Asia. Le borse vengono trascinate dalla liquidità e da molta fantasia - le azioni che salgono maggiormente vengono spinte da mode e hanno la caratteristica di non poter essere valutate da un punto di vista fondamentale poiché non hanno una lunga storia aziendale fatta di cifre d'affari e utili. Qualcosa che non ha un valore (tra l'altro questo vale anche per il Bitcoin) può assumere qualsiasi valore basta che si crei abbastanza interesse e domanda con una bella storia a fare da supporto. È possibile che questa mania duri ancora parecchio tempo malgrado gli avvertimenti di numerosi economisti ed analisti che la situazione non é sostenibile. In costellazioni di questo tipo conviene seguire per corti periodi la corrente o puntare su settori sottovalutati e trascurati in attesa che vengano riscoperti. Consigliamo caldamente in questo momento di dare un'occhiata alle miniere d'oro e ad azioni come Barrick Gold (-4.01% a 20.83 USD).

Ieri l'Eurostoxx50 (-0.71% a 3699 punti) ha perso 26 punti ed é tornato sul livello di chiusura di venerdì scorso. L'impressione sulla base dello sviluppo degli indicatori e dello svolgimento della seduta é però che l'Eurostoxx50 sta unicamente svolgendo una correzione minore che dovrebbe riportarlo in alcune seduta sui 3650 punti. Non vediamo apparire pressione di vendita e l'indice scivola solo verso il basso influenzato negativamente da New York. Finora però non abbiamo nessun segnale di vendita a medio termine - il mercato deve solamente assorbire gli eccessi. Il DAX (-1.10% a 13909 punti) ha perso 155 punti ed é tornato tristemente al centro delle BB. Ripetiamo che non vediamo apparire pressione di vendita e l'impressione generale é che l'indice deve unicamente correggere nel range 13500-14200 punti. La tendenza di fondo é neutra e senza la borsa tedesca é difficile che i listini europei possano andare lontano.
Anche il FTSE MIB (-1.12% a 23178 punti) ha avuto una seduta negativa. Dopo questo calo di 262 punti i 23000 punti assumono un valore decisivo. Se il FTSE MIB nei giorni scorsi ha rotto al rialzo ed ha iniziato una fase positiva a medio termine l'indice non deve cadere sotto questo livello. In caso contrario l'impennata sopra i 23000 punti causata dall'euforia legata alla figura di Mario Draghi dovrà essere catalogata come una falsa rottura al rialzo, In questo secondo scenario, che oggi sembra più probabile, la tendenza di fondo della borsa italiana viene confermata come neutra e a medio termine c'é poco da aspettarsi. Probabilmente gli investitori aspettaranno le prime mosse del nuovo governo prima di decidere se la fiducia riposta nel nuovo Premier é giustificata.

Notiamo che il cambio EUR/USD segue la previsione e scende a 1.2040. Dopo il rimbalzo a 1.2150 doveva seguire una spinta di ribasso e il cambio dovrebbe tornare sotto gli 1.20 e testare il minimo annuale.

A New York ci sono state delle prese di beneficio nei settori che hanno corso troppo (Nasdaq100 -0.54% a 13699 punti e Russell2000 -0.74%) ma nel complesso i ribassisti non sono riusciti a combinare molto. L'S&P500 ha chiuso invariato a 3931.33 punti (-0.03%). Per chi come noi é in attesa dell'inizio di una correzione é stata una giornata deludente.
L'S&P500 ha aperto in calo a 3905 punti , é sceso a 3900 punti, é rimbalzato a 3922 punti ed ha poi ritentato di bucare la barriera psicologica a 3900 punti. Dopo un minimo ascendente a 3903 punti i ribassiti hanno abbandonato il campo. L'S&P500 é salito regolarmente fino alla chiusura a 3931 punti. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2866 su 4761, NH/NL a 624 (!) su 213 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é rimasta ferma a 21.50 punti (+0.04), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.39 e il Fear&Greed Index é sceso a 66 punti (-5 punti). A livello di indicatori c'é un cambiamento - i Summation Index sono scesi.
Nel complesso sembra che sia iniziata una fase di consolidamento - questo significa che per parecchi giorni le borse non saliranno più. Sembra però che i ribassisti non riescano ad trovare motivi per creare una certa pressione di vendita. L'impressione é che c'é poco spazio verso il basso - qualsiasi ritracciamento viene subito comperato.

Stamattina verso le 07.30 il future sull'S&P500 era a 3920 punti - ora é scivolato a 3915 punti (-12 punti).  Sembra che anche oggi le borse non hanno l'intenzione di salire - probabilmente avremo un'altra seduta di consolidamento e leggermente negativa. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 3996 punti (-3 punti). Il Nikkei ha perso il -0.19% - Shanghai sta guadagnado il +0.5%.

Commento del 17 febbraio

La borsa americana ferma la sua corsa - non mostra ancora l'intenzione di correggere

Oggi sono in viaggio - il commento é sintentico - mi scuso per l'inconveniente.
Ieri le borse europee hanno avuto una seduta di poco negativa (Eurostoxx50 -0.21% a 3726 punti). È stata una logica reazione al rialzo di lunedì - i mercati europei hanno dovuto adattarsi alla borsa americana che dopo la giornata di festa ha avuto una seduta di pausa (S&P500 -0.06% a 3932.59 punti). Sia in Europa che in America non é apparsa pressione di vendita - le perdite sono modeste e a livello tecnico non é apparso nulla di nuovo. Non siamo in grado di dire se questo é l'inizio di una correzione ma a prima vista sembra di no. Ci sono state unicamente delle prese di beneficio su settori che ultimamente hanno corso troppo (RUT -0.72%) e delle sane rotazioni tra settori. L'aumento dei tassi d'interesse sia in Europa che in America (reddito dell'USTBonds decennale a 1.30%, +0.10%) ha favorito il settore bancario (BKX +2.95%) - l'ondata di freddo che sta colpendo gli Stati Uniti ed in particolare il Texas ha fatto lievitare i prezzi dell'energia (petrolio, gas naturale, benzina, olio da riscaldamento) e ha fatto salire le azioni delle società del settore (ETF Energy +2,51%). Insomma - non sembra che le borse stiano preparando un'inversione di tendenza - non appaiono forti divergenze e i Summation Index in America continuano a salire. Probabilmente le borse devono unicamente fare una pausa ed assorbire gli eccessi.
Per un commento sulla seduta in Europa vi rimandiamo ai commenti tecnici sui singoli indici che abbiamo pubblicato ieri in serata.
L'S&P500 ha aperto in gap up a 3948 punti e dopo circa un'ora é salito sul nuovo massimo storico a 3950.43 punti. Come sapete un nuovo massimo é un segnale inequivocabile di rialzo. Poi sono arrivate delle vendite e a metà seduta l'S&P500 ha toccato il minimo giornaliero a 3823 punti. Poi é rimbalzato, si é stabilizzato per ore sui 3935 punti ed é infine sceso a 3932.59 punti (-0.06%). Il Nasdaq100 (-0.24% a 13773 punti) lo ha imitato.
La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 3870 su 3793, NH/NL a 1337 su 145 e volume relativo a 1.0. Come pensavamo la VIX é rimbalzata dal supporto a 20 punti (21.46 punti, +1.49). Il CBOE Equity put/call ratio era a 0.42. Il Fear&Greed Index é salito a 71 punti (+8). A livello di sentiment c'é certamente troppo ottimismo. Ci vorrebbe una notizia negativa per scuotere la fiducia degli investitori e provocare un'ondata di vendite. La correzione a medio termine é ancora una variante da non scartare ma se non appare qualcosa di nuovo é difficile che si verifichi un'inversione di tendenza. Il rialzo é troppo stabile.
Stamattina alle 07.30 il future sull'S&P500 é a 3930 punti (+2 punti) - probabilmente anche oggi avremo una seduta di pausa - sembra che le borse vogliano semplicemente consolidare.

Commento del 16 febbraio

L'Europa si sveglia

Lunedì la borsa americana era chiusa in occasione del President's Day (o Washington Birthday). In genere in giornate del genere le borse europee si fermano dopo l'apertura e il risultato é una giornata noiosa e senza direzione. Ieri c'é stato qualcosa di diverso malgrado che i volumi di titoli trattati siano stati bassi rispecchiando l'assenza degli investitori americani. Gli europei hanno comperato e in linea di massima é stata una seduta di rialzo con la leadership del settore finanziario. Molti indici azionari hanno raggiunto dei nuovi massimi annuali e questo potrebbe rappresentare l'inizio di una nuova gamba di rialzo a medio termine. La condizione é che oggi questa rottura al rialzo venga confermata.

Siamo sorpresi in positivo da questa seduta di rialzo dell'Eurostoxx50 (+1.04% a 3734 punti). Le borse europee hanno approfittato della giornata di festa in America per salire in solitaria e questo é inusuale - l'Eurostoxx50 ha aperto in guadagno e sul minimo giornaliero ed é salito tranquillamente fino a sera per chiudere vicino al massimo e nuovo massimo annuale. Il netto rialzo dei tassi d'interesse negli scorsi giorni ha favorito il settore bancario (SX7E +2.91% a 82.00 punti) - l'indice SX7E ha rotto al rialzo sopra la zona di resistenza a 79-79.50 punti. Se in generale non si tratta di una falsa rottura al rialzo delle borse europee (lo scopriremo oggi) é probabile che l'Eurostoxx50 abbia iniziato una nuova fase di rialzo a medio termine al termine di un lungo consolidamento.
Anche il DAX (+0.42% a 14109 punti) ha avuto una seduta positiva. Al contrario dell'Eurostoxx50 ha però aperto e chiuso sullo stesso livello senza migliorare il massimo annuale. È stata quindi una seduta di guadagni e con modesti volumi che non fornisce però ancora segnali decisivi riguardanti il trend.
Il future sul Bund é caduto 175.24 (-0.31%) - é la seconda seduta con il Bund molto debole. Improvvisamente anche in Europa si parla di crescita economica ed inflazione - i tassi d'interesse salgono stimolando le azioni del settore finanziario. Difficile dire se si tratta unicamente di un fuoco di paglia come suggeriscono i fondamentali. I grafici mostrano rotture al ribasso sui Bonds e al rialzo sulle azioni di banche e assicurazioni. È quindi meglio non sottovalutare il movimento.
Il FTSE MIB (+0.83% a 23604 punti) ha aperto in guadagno ed é oscillato tranquillamente sul livello d'apertura che costituisce un nuovo massimo annuale. È possibile che il FTSE MIB abbia iniziato una nuova fase di rialzo a medio termine al termine di un lungo consolidamento. Graficamente il prossimo obiettivo é sui 24500 punti.
In una giornata in generale positiva per le borse europee anche l'SMI svizzero (+0.56% a 10941 punti) é riuscito a guadagnare terreno. Non sono stati però i titoli difensivi a performare bene ma quelli dei settori finanziario (banche, assicurazioni) e ciclici (p.e. cemento). In mancanza di una chiara e stabile leadership abbiamo ancora fondati dubbi sulla possibilità dell'SMI di superare gli 11000 punti. Visto come si comportano le borse europee é però un'eventualità che non possiamo più ignorare.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 3951 punti (+20) - é un paio di punti sopra il livello di ieri sera. Le borse asiatiche sono al rialzo - il Nikkei ha guadagnato il +1.28% - la borsa di Shanghai é ancora chiusa. Statisticamente la settimana che segue la festa del Washington Birthday a Wall Street é moderatamente negativa. Secondo i nostri oscillatori l'S&P500 é su un massimo intermedio e deve in una qualche maniera correggere e assorbire gli eccessi. Vediamo come reagisce oggi il mercato prima di cambiare opinione e abbracciare senza riserve lo scenario di un rialzo finale di alcuni mesi con un'accelerazione di tipo esaustivo.

Aggiornamento del 15 febbraio

VIX a 19.97 punti - non sembra una rottura al ribasso

Venerdì scorso la volatilità VIX, che come sapete é inversamente correlata con l'S&P500 americano, é scesa sotto la barriera psicologica e supporto a 20 punti. Non abbiamo commentato questo fatto nell'analisi del fine settimana. Un abbonato ci ha domandato spiegazioni e ha chiesto se questa rottura non sia significativa e non sia l'inizio di un ribasso che potrebbe portare la VIX nei prossimi mesi nuovamente sui 10 punti. Questo avrebbe come conseguenza che l'S&P500 é destinato a continuare il rialzo ancora per parecchio tempo. Non diamo troppo peso a questa discesa della VIX - ci aspettiamo al contrario una salita a breve di questo indicatore e pensiamo che questa é solo una marginale e insignificante lesione del supporto o una falsa rottura al ribasso. È possibile che nei prossimi mesi la VIX debba scendere più in basso ma siamo convinti che questo primo tentativo sarà un fallimento.
Stamattina non appare nessuna segno di correzione. Al contrario - il future sull'S&P500 sale a 3946 punti (+15 punti) e teoricamente domani l'S&P500 aprirà nuovamente in gap up e sui un nuovo record storico. Siamo perplessi - sulla base dei nostri indicatori e previsioni crediamo che l'S&P500 non debba salire a breve più in alto. Oggi la borsa americana é chiusa in occasione del President's Day (o Washinghton Birthday). Vediamo domani come si presenta il mercato. Se l'S&P500 confermasse la salita su un nuovo record storico sui 3950 punti dobbiamo rivedere il nostro scenario e ripescare la variante del blow-off.

Stamattina i commentatori festeggiano la salita del Nikkei (+1.91%) sopra i 30000 punti - pochi ricordano dove si trovava questo indice 31 anni fà. La borsa di Shanghai é chiusa (Festa di primavera). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3717 punti (+23 punti) - le borse europee apriranno con guadagni del +0.6% - per noi vale lo stesso discorso fatto per l'S&P500.
Dal fronte della pandemia provengono segnali contrastanti. Mentre in Israele grazie alle vaccinazioni il problema sembra essere sotto controllo gli europei hanno paura delle mutazioni e di una terza ondata di infezioni. In Italia una delle prime decisioni del Governo é stata quella di prolungare la chiusura delle stazioni sciistiche fino al 5 di marzo - in questa maniera la stagione é già praticamente finita. Anche in Svizzera il Governo é contrario ad una riapertura dell'economia malgrado gli appelli dei Cantoni e delle associazioni di categoria. 
In America un'ondata di gelo polare ha fatto aumentare in maniera sproporzionata i consumi di energia - il prezzo del petrolio sale stamattina del +2% mentre in certe zone degli Stati Uniti i prezzi dell'energia elettrica sono decuplicati. Ovviamente questi sono effetti di breve durata ma i sintomi sono chiari - se vogliamo nel futuro passare dai combustibili fossili all'era dell'energia elettrica dobbiamo aumentare la produzione di elettricità e ammodernare la rete di distribuzione. Sono necessari investimenti miliardari. In questo contesto l'energia nucleare potrebbe ritornare d'attualità poiché non provoca emissioni di CO2.

Commento del 13-14 febbraio

La fase che precede lo scoppio di una bolla speculativa é imprevedibile


Tutti i dati fondamentali dei mercati azionari, specialmente quelli della borsa americana, concordano nel dire che si é formata una bolla speculativa. L'attuale rialzo é insostenibile e presto o tardi deve finire. Purtroppo é praticamente impossibile prevedere quando il rialzo finirà con un'accelerazione finale di tipo esaustivo. Abbiamo esaminato parecchi esempi nel passato - le caratteristiche della fase finale sono simili ma mai uguali. Guardate ad esempio il Nikkei225 della borsa giapponese. Già nel 1988, dopo la forte correzione generale delle borse mondiali dell'ottobre del 1987, il rialzo sembrava esagerato e vicino alla fine. Invece il Nikkei ha continuato la sua corsa fino al 29 dicembre del 1989 quando ha toccato un record storico a 38957 punti. Notiamo che oggi il Nikkei vale 29520 punti - dopo 32 anni l'indice non ha ancora recuperato le perdite - pensiamo che la borsa americana rischia di fare la stessa fine ma questa é musica di un futuro così lontano che noi non saremo più qui a commentare. La correzione di ottobre 1987 é paragonabile a quella di marzo 2020 - il Nikkei ha raggiunto il top due anni più tardi. Significa che l'S&P500 (+0.47% a 3934.83 punti) può proseguire il rialzo fino a metà dell'anno prossimo? Questo tipo di paragoni temporali non fa senso. Vedete però che la corsa dell'S&P500 può continuare poiché la fase finale di un rialzo di questo tipo non ha più nessun rapporto con la realtà dei fondamentali e può portare a dei risultati sorprendenti, inattesi e pirotecnici. Il problema é che non partecipare a questa fase finale per paura del successivo crollo puù essere doloroso sia psicologicamente che in termini pecuniari - l'S&P500 può ancora salire un +10%/+20% dai livelli attuali. In contrapposizione c'é un secondo problema - tutti sono convinti di essere in grado di individuare il top e di riuscire a vendere in tempo prima del successivo crollo. Anche questa pretesa é sbagliata - molto probabilmente la prima caduta dal top verrà interpretata come semplice correzione e occasione per comperare. Insomma - gestire questa situazione é molto difficile specialmente adesso poiché non esistono alternative - o si comprano azioni e si partecipa al ballo fino a quando la musica finirà o si resta in contanti e in termini reali si perdono soldi ogni giorno che passa.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +1.09% a 3695 punti
SX7E (banche)          +2.65% a 79.68 punti
DAX                         -0.05% a 14049 punti
SMI                          +1.16% a 10880 punti
FTSE MIB                  +1.42% a 23410 punti
S&P500                     +1.23% a 3934.83 punti
Nasdaq100                +1.50% a 13807 punti

Settimana scorsa ci aspettavamo che le borse salissero su un massimo significativo verso la metà della settimana - poi doveva iniziare una correzione che poteva spaziare dal semplice consolidamento alla correzione di medio termine fino a metà o fine marzo. Purtroppo non é andata esattamente secondo i piani. Alla seduta positiva di lunedì sono seguite due sedute leggermente negative che hanno fatto slittare il massimo di un paio di giorni. Giovedì e venerdì ci sono state altre due sedute di moderato rialzo (Eurostoxx50 +0.65% a 3695 punti / S&P500 +0.47% a 3934.83 punti) e sembra che il massimo sia stato raggiunto venerdì con una breve impennata in chiusura a New York. La prevista correzione deve iniziare settimana prossima e in precedenti commenti abbiamo già descritto alcune varianti di come potrebbe svilupparsi questa fase. Potrebbe esserci un semplice consolidamento - se invece comincia ad apparire pressione di vendita, ci sono un paio di sedute con sensibili perdite e chiusura sui minimi giornalieri (candele rosse) e venissero rotti dei supporti intermedi é possibile che avremo una correzione a medio termine. Il problema é che una correzione di questo tipo costituirebbe un'interruzione della fase finale del rialzo che deve portare allo scoppio della bolla speculativa - questa fase finale deve essere esponenziale e senza correzioni intermedie. Insomma - dobbiamo vedere cosa succede nelle prime sedute di  settimana prossima per poter prevedere come le borse assorbiranno l'ipercomperato. Secondo noi, bolla speculativa a parte, dovrebbe esserci una correzione di medio termine di tipo ciclico.

Venerdì le borse sono salite sia in Europa che in America. L'Eurostoxx50 (+0.65% a 3695 punti) ha raggiuinto un nuovo massimo annuale. L'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 3937.23 punti e ha chiuso poco più in basso a 3934.83 punti (+0.47%). Entrambi gli indici hanno chiuso vicino al massimo giornaliero - questa chiusura insieme ai nuovi massimi sono dei segnali indiscutibili di rialzo. Ora c'é una situazione che si é presentata molto spesso negli ultimi 10 mesi - le borse sono in eccesso di rialzo con modesta partecipazione ed investitori molto ottimisti. Finora ci sono state solo alcune correzioni minori (-3%/-5%) ma nulla di più grave. È una caratteristica di un bull market di reagire poco all'ipercomperato.
La performance settimana é di poco superiore al +1% - poco rispetto al rally della settimana precedente - il momenum é in calo.

Venerdì l'S&P500 ha aperto in calo a 3909 punti ma velocemente é tornato in pari ed é rimasto parecchio tempo sui 3915-3922 punti. La seduta sembrava dover terminare nella calma e in pari ma dopo le 21.30 c'é stata ancora un'impennata e una chiusura con 18 punti di guadagno a 3934 punti. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4583 su 2937. NH/NL a 784 (troppo pochi!) su 100 e volume relativo a 0.7 (1.05 sul Nasdaq). La scarsa partecipazione e i modesti volumi rendono il rialzo fragile ma non sono una garanzia per un'inversione di tendenza. I Summation Index sono saliti - la tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con l'84.9% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 78.32. Si parla molto di tecnologia - il settore trainante da inizio anno é però quello delle piccole e medie imprese (PMI) raggruppate nel Russell2000 - da inizio anno questo indice é salito del +15.85% contro il +4.76% dell'S&P500.
Ora le borse devono correggere - secondo gli indicatori avremo probabilmente solo un consolidamento o una correzione minore di un paio di punti in percentuale. Solo i cicli favoriscono una correzione a medio termine. Vediamo come inizia la nuova settimana.

Commento del 12 febbraio

Seduta in trading range

Dopo che martedì e mercoledì le borse europee erano scese ieri sono rimbalzate (Eurostoxx50 +0.64% a 3671 punti) e hanno recuperato buona parte delle perdite delle due precedenti sedute. I movimenti sono però modesti - non sono sedute dove appaiono una particolare forza d'acquisto o pressione di vendita. Le borse stanno semplicemente facendo una pausa e imitano quanto succede in America. Rispetto agli Stati Uniti però l'Europa vaccina meno e spende meno soldi per stimolare l'economia. È quindi logico, almeno a livello psicologico, che la borsa americana continui a sovraperformare quelle europee. Inoltre la maggior parte delle aziende tecnologiche e quelle delle cosiddette tecnologie distruttive, che al momento attirano l'attenzione degli investitori e provocano tanto entusiasmo, non si trovano in Europa.
L'Eurostoxx50 ha guadagnato 23 punti ma sostanzialmente ha solo svolto una seduta nel range del giorno precedente senza fornire segnali particolari. Il DAX (+0.77% a 14040 punti) si é comportato alla stessa amniera. La variante più probabile resta quella della correzione minore in un trend di base neutro. A breve bisogna guardare verso il basso e non verso l'alto...
Il FTSE MIB (+0.18% a 23307 punti) ha marciato sul posto. Ha svolto una seduta in trading range e ha chiuso con un leggero guadagno di 42 punti. Ha sottoperformato il resto delle borse europee confermando la nostra impressione che il rally provocato dalla scelta di Mario Draghi come prossimo capo del Governo é terminato. Ora gli investitori vogliono dei fatti prima di prendere ulteriori decisioni. Lasciate da parte le emozioni adesso si parla di programma di governo e di ministri - le cose si complicano come normalmente avviene quando si tratta di dividere la torta.

Anche a New York abbiamo avuto una seduta senza direzione. La buona performance del settore tecnologico (Nasdaq100 +0.58% a 13734 punti) ha permesso ai maggiori indici di guadagnare qualche punto. I massimi del giorno precedente non sono stati superati - anche in America abbiamo avuto una seduta in trading range che non offre ulteriori elementi per determinare il trend a corto termine. L'S&P500 ha aperto a 3920 punti e all'inizio é ancora salito a 3926 punti di massimo - come mercoledì l'indice non é riuscito a salire più in alto ma é stato colpito dalle vendite. Dopo una pausa sui 3920 punti l'indice é sceso verso le 18.00 sul minimo a 3890 punti. In seguito con due spinte di rialzo ha recuperato fino alla chiusura a 3916.38 punti (+0.17%). La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 3800 su 3732, NH/NL a 954 su 92 e volume relativo a 0.9 (1.7 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 21.25 punti (-0.74), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.38 e il Fear&Greed Index é sceso a 58 punti (-5 punti).
Nelle ultime tre sedute l'S&P500 é sempre partito bene ma non ha più fatto pregressi - é stato bloccato da sporadiche vendite e ha chiuso leggermente sotto il livello d'apertura. Gli oscillatori mostrano che l'indice é su un massimo significativo e che ora deve correggere. La correzione potrebbe essere un semplice consolidamento di qualche giorno o una correzione importante a medio termine come suggeriscono i cicli. Riprendiamo l'argomento nell'analisi del fine settimana.

Il cambio EUR/USD é salito a 1.2150 e si trova adesso a 1.2125 - l'obiettivo del rimbalzo é stato raggiunto. Adesso arriva la parte più difficile che prevede una ricaduta sotto gli 1.20 verso un nuovo minimo annuale.

Stamattina alle 08.15 il future sull'S&P500 é a 3903 punti (-9 punti). Per la prima volta da giorni l'S&P500 si presenta in calo - forse sta cambiando qualcosa. Il Nikkei ha perso il -0.15% - le borse cinesi sono chiuse. L'Eurostoxx50 vale 3661 punti (-10 punti) - le borse europee apriranno in leggero calo. In linea di massima ci aspettiamo una seduta moderatamente negativa - non vediamo nulla nell'agenda economica che potrebbe stimolare le vendite e causare un marcato calo dei listini.

Commento dell'11 febbraio

Stop

La corsa delle borse é per il momento finita. Ieri per il secondo giorno consecutivo le borse hanno marciato sul posto e la maggior parte degli indici azionari europei (Eurostoxx50 -0.35% a 3648 punti) ed americani (S&P500 -0.03% a 3909.88 punti) hanno perso qualche punto. L'S&P500 ha ancora toccato poco dopo l'apertura un nuovo record storico a 3931.50 punti - dopo il balzo iniziale sono però arrivate le vendite e l'indice é caduto di 46 punti prima di stabilizzarsi e recuperare. Gli speculatori long hanno perso lo slancio e stanno diventando più prudenti. Stamattina il future guadagna nuovamente 5 punti - non si vedono però più i forti guadagni delle ultime 6-7 sedute quando la corsa della borsa americana sembrava inarrestabile. Per il momento questa pausa sembra unicamente un consolidamento con volumi in calo - la tendenza in America é ancora solidamente al rialzo. Le premesse tecniche per una sostanziale correzione sono però ideali - manca una evidente ragione per vendere ma forsa apparirà all'improvviso come é successo un anno fà.

Per il secondo giorno consecutivo l'Eurostoxx50 (-0.35% a 3648 punti) ha perso una decina di punti. Per ora il calo é modesto e non appare pressione di vendita. Sembra essere una semplice correzione minore che tipicamente dovrebbe far tornare l'Eurostoxx50 sulla MM a 50 giorni. Attenzione però se improvvisamente c'é una seduta con una forte perdita, chiusura sul minimo giornaliero e volumi in aumento - in questo caso la probabilità di una forte correzione favorita da una costellazione tecnica ideale a questo scopo diventerebbe molto probabile. Sul grafico del DAX (-0.56% a 13933 punti) é apparsa la terza candela rossa consecutiva e l'indice é tornato esattamente sul livello raggiunto una settimana fà.
I programmi europei di vaccinazione non avanzano e molti Paesi prolungano le misure di chiusura dell'economia e di riduzione della libertà di movimento dei cittadini. Abbiamo l'impressione che comincia a farsi strada il dubbio che la fine della pandemia e la successiva ripresa economica potrebbero essere una strada in salita con un esito finale al di sotto delle aspettative. 
Non bisogna stupirsi se con prospettive di questo tipo il difensivo SMI svizzero (+0.20% a 10825 punti) torna a sovraperformare.
Nel complesso le borse europee sono in stallo. Gli indici stanno scivolando verso il basso senza pressione di vendita in quella che finora sembra una semplice correzione minore o consolidamento. Fino a quando l'America non da segni di cedimento non bisogna temere nulla di peggio.

L'S&P500 ha aperto in gap up a 3929 punti ed é subito salito sul nuovo massimo storico a 3931.50 punti. Poi é sceso in due ondate fino al minimo giornaliero a 3885 punti. Prontamente é rimbalzato a 3909 punti e tra le 17.00 e le 20.30 é semplicemente oscillato stancamente intorno a questo livello. Poi si é ancora impennato fino ai 3919 punti per scendere in chiusura a 3909.88 punti (-0.03%). Improvvisamente sembra che le forze di rialzisti e ribassisti si equivalgono - neanche a livello di settori ci sono grandi differenze (DJT -0.04%, RUT -0.72%). La seduta al NYSE é stata leggermente negativa con A/D a 3640 su 3904, NH/NL a 1354 su 50 e volume relativo a 0.95 (1.6 sul Nasdaq). La volatilità VIX é salita a 21.99 punti (+0.3&), il CBOE Equity put/call ratio resta basso a 0.37 e il Fear&Greed Index é scivolato a 63 punti (-2). I Summation Index sono saliti.
Insomma - per il secondo giorno consecutivo ai rialzisti sono mancati gli argomenti e le narrative per spingere gli indici più in alto. Il momentum é in calo e questo offre delle possibilità ai ribassisti. Non appare però pressione di vendita e quindi fino a prova contraria si tratta unicamente di un consolidamento all'interno di un interminabile rialzo. Le premesse tecniche per una correzione rimangono ideali. Gli oscillatori ci dicono che gli indici sono su dei massimi intermedi - vediamo cosa succede...

Stamattina alle 08.20 il future sull'S&P500 é a 3910 punti (+7 punti). L'Eurostoxx50 vale 3651 punti - le borse europee apriranno in leggero guadagno. Pensiamo che stamattina proveranno a recuperare le perdite di ieri. Poi dovrebbero fermarsi. Crediamo che nel pomeriggio torneranno al punto di partenza poiché abbiamo l'impressione che il consolidamento a New York debba per lo meno durare qualche giorno.

Commento del 10 febbraio

Primi segnali di stanchezza

Ieri le borse si sono mosse in pochi punti - gli indici azionari europei (Eurostoxx50 -0.12% a 14011 punti) ed americani (S&P500 -0.11% a 3911.23 punti) hanno chiuso senza sostanziali variazioni e con modesti volumi di titoli trattati. Le borse europee non riescono a riprendere il rialzo - malgrado che nei giorni scorsi molti indici abbiano toccato dei nuovi massimi annuali la tendenza di medio termine resta neutra. L'S&P500 ha raggiunto un nuovo record storico a 3818.35 punti. Per l'analisi tecnica la tendenza é al rialzo e i numerosi eccessi non vengono compensati attraverso delle normali correzioni intermedie. In mancanza di correzioni minori é probabile che ad un certo momento si verifichi una correzione più importante e di medio termine - attualmente la costellazione tecnica é paragonabile a quella di un anno fà prima che la pandemia provocasse il crash di febbraio-marzo.

In Europa c'é poco da dire su una seduta noiosa alla fine della quale gli indici si sono mossi poco. L'Eurostoxx50 si é nuovamente mosso in soli 21 punti. La candela odierna sul grafico si vede appena. Possiamo solo dire che il rialzo si é fermato - se questo é un consolidamento o l'inizio di una correzione non lo sappiamo. Dopo il minireversal di lunedì il DAX (-0.34% a 14011 punti) ha avuto una seduta negativa e sul grafico appare una seconda candela rossa. Le perdite e i volumi sono troppo bassi per poter dare peso a questo calo. La spinta di rialzo a corto termine sembra però essersi esaurita dopo una falsa rottura al rialzo. In Italia (FTSE MIB -0.54% a 23300 punti) sembra che il rally provocato dalla designazione di Mario Draghi a probabile nuovo capo di un Governo tecnico sia finito. Ci sono state delle vendite e sul grafico é apparsa la prima candela rossa del mese. L'indice ha perso solo 125 punti - però c'é un cambiamento. Crediamo che a breve il FTSE MIB debba tornare sui 22000-22500 punti. Attenzione che il mercato é dominato dalle emozioni e quindi non segue la logica ma le notizie della giornata. Se la formazione del governo incontrasse delle difficoltà potrebbe subito esserci un'ondata di vendite provocata dai delusi.
Anche il rialzo del settore bancario (SX7E -0.62% a 78.21 punti) é momentaneamente finito. La resistenza sui 79 punti ha bloccato il movimento. Il cambio EUR/USD é risalito a 1.2125 - il rimbalzo dovrebbe bloccarsi al più tardi a 1.2150 - poi il cambio deve ricominciare a scendere.

L'S&P500 ha svolto una seduta senza direzione - si é mosso in soli 16 punti e ha chiuso quasi invariato (-0.11% a 3911,23 punti) al centro del range giornaliero. Ha toccato un nuovo record storico a 3918.35 punti e questo basta per poter dire che la tendenza resta indiscutibilmente al rialzo. La debole partecipazione sia a livello di NH (NYSE 1391) che per quel che riguarda i volumi (volume relativo a 0.8) non sembrano essere un problema. Secondo gli oscillatori l'indice é su un massimo intermedio - vedremo che tipo di correzione seguirà - potrebbe unicamente verificarsi un consolidamento ad alto livello.
La tecnologia (Nasdaq100 -0.06% a 13687 punti) si é fermata come l'S&P500. Ieri é stato nuovamente il settore delle PMI (Russell2000 +0.40%) a permettere alla borsa americana di avere una seduta positiva (A/D a 4514 su 3014). A livello di sentiment la situazione non cambia in maniera importante (VIX a 21.63, +0.39 / Fear&Greed Index a 65 punti, +9). La speculazione long (CBOE Equity put/call ratio a 0.36!) resta la forza propulsiva di questo rialzo. I Summation Index sono ancora saliti.

Stamattina la situazione non cambia. Il future sull'S&P500 (3919 punti +14 punti) si ripresenta in guadagno e su un nuovo massimo storico. Le borse asiatiche continuano a guadagnare terreno (Nikkei +0.19%, Shanghai +1.4%). L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3674  punti (+13 punti). Le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.4%. Stasera dovrebbero chiudere poco lontano dal livello d'apertura.

Commento del 9 febbraio - 12.00

Potrebbe ancora esserci una correzione a medio termine prima di un rialzo finale

Ieri le borse europee hanno avuto una seduta leggermente positiva ma senza direzione. L'Eurostoxx50 (+0.27% a 3665 punti) ha guadagnato 10 punti e ha toccato un nuovo massimo annuale marginale a 3681 punti. Durante la giornata é oscillato in soli 20 punti. Il DAX ha aperto sul massimo giornaliero e ha chiuso sul minimo praticamente in pari (+0.02% a 14059 punti). I nuovi massimi confermano la tendenza positiva a corto termine - non é ancora invece sicuro che la tendenza a medio termine sia al rialzo. La spinta é decisamente fiacca e le rotture sopra i precedenti massimi marginali.
La borsa americana invece ha ancora guadagnato terreno e i maggiori indici hanno raggiunto dei nuovi record storici (S&P500 +0.74% a 3915.59 punti) chiudendo sui massimi giornalieri. La tendenza é indiscutibilmente long.
Il problema in generale é che questo rialzo ha caratteristiche sempre più speculative mentre le divergenze a medio termine aumentano specialmente a livello di partecipazione - adesso anche la tecnologia fatica mentre a tirare la volata sono rimaste le PMI del Russell2000 (+2.53%) la cui redditività futura é un mistero. Inoltre l'aumento dei tassi d'interesse (USTBond decennale a 1.19% (+0.04)) comincia a preoccupare quegli analisti che ancora lavorano con i fondamentali - ovviamente se il costo del denaro aumenta le azioni diventano meno attrattive sotto diversi punti di vista. Ciclicamente la borsa americana doveva correggere fino alla fine di marzo - esiste quindi la possibilità che questa settimana inizi ancora una correzione a medio termine prima di un ultimo rialzo primaverile ed estivo.  Secondo gli oscillatori la borsa americana é vicina ad un massimo intermedio - vedremo se assorbirà questo eccesso con una semplice pausa di consolidamento e se ci sarà un calo pronunciato. Possiamo solo dire che il quadro tecnico generale assomiglia molto a quello di un anno fà all'inizio della pandemia...

Ieri l'Eurostoxx50 (+0.27% a 3665 punti) ha chiuso esattamente sul livello d'apertura con un lieve guadagno di 10 punti. L'indice si é mosso a caso e senza una precisa direzione tra i 3361 ed i 3381 punti. L'Eurostoxx50 sembra voler fare una pausa - non é chiaro cosa questo significhi. In linea di massima bisogna partire dal principio che nei prossimi giorni l'indice proverà a migliorare l'odierno massimo annuale. Il fatto che la spinta di rialzo si stia indebolendo non vuole ancora significare che si debba verificare un'inversione di tendenza. Il DAX (+0.02% a 14059 punti) ha chiuso in pari e sul minimo giornaliero. Ha aperto salendo sul massimo e nuovo massimo annuale a 14169 punti. L'indice sembra aver fatto una falsa rottura al rialzo ed é stato respinto verso il basso dal bordo superiore delle BB. Normalmente questa é una debole resistenza che viene rispettata unicamente da un debole trend rialzista. Anche dal DAX, come dall'Eurostoxx50, non vengono segnali di forza particolari. Il rialzo sembra in stallo - non c'é però nessun segnale o indizio che sia finito.
La borsa italiana (FTSE MIB +1.48% a 23425 punti) é ancora salita trascinata dall'effetto Mario Draghi. Tutti pensano che Draghi sarà in grado di salvare il Paese e rilanciare la crescita economica. Si dimentica che una persona da sola non é in grado di opporsi ad un sistema. Quello di Draghi sarà un governo tecnico a tempo che durerà al massimo fino alla fine della legislatura vale a dire nel 2023. Poi i partiti riprenderanno il potere e probabilmente si tornerà alle vecchie abitudini - usare lo Stato per i propri interessi personali e di quello dei propri clienti ed elettori. Il rialzo é però giustificato poiché la gestione oculata di alcuni importanti dossier potrebbe dare veramente degli impulsi importanti all'economia e alla società italiana. Il rialzo e la sovraperformance della borsa italiana possono continuare. Il FTSE MIB non potrà però muoversi in controtendenza. Vedremo quanto dura il rialzo della borsa italiana. Probabilmente le prime tensioni ci saranno già in occasione della scelta dei ministri e della presentazione del programma di governo.

L'S&P500 ha guadagnato ancora 28 punti e ha chiuso con un'impennata su un nuovo record storico. I rialzisti hanno il controllo della situazione e non sembra che siano stanchi o indecisi.
L'S&P500 ha aperto a 3892 punti e subito é salito e dopo una mezz'ora era già a 3905 punti. Poi per ore é oscillato tra i 3895 e i 3905 punti. Solo nell'ultima mezz'ora di contrattazioni c'é stata una spinta fino ai 3915.59 punti (+0.74%). Per una volta gli AGMAF e la tecnologia in generale hanno sottoperformato (Nasdaq100 +0.67%) mentre il Russell2000 (+2.53%) ha dato spettacolo. I tre indici hanno raggiunto un nuovo record storico. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 6176 su 1408, NH/NL a 1473 su 46 e volume relativo a 0.9 (1.4 sul Nasdaq100). Dagli indicatori di sentiment sono arrivati segnali strani visto che la VIX é salita a 21.24 punti (+0.37) mentre il Fear&Gred Index é sceso s 56 punti (-4).
Per il secondo giorno consecutivo il DSI sul Nasdaq é a 91 punti. A breve deve esserci un vuoto d'aria - vedemo se avremo unicamente una seduta decisamente negativa o se inizia una correzione come suggeriscono gli oscillatori.

Siamo a metà giornata - le borse europee sono in calo (-0.2%/-0.4%) mentre il future sull'S&P500 é a 3903 punti (-4 punti). Finora la seduta é leggermente negativa e non appare pressione di vendita. Pensiamo che avremo quindi solo una seduta moderatamente negativa.

Aggiornamento dell'8 febbraio

La palla del rialzo continua a rimbalzare da un mercato all'altro

Durante il fine settimana l'attenzione negli Stati Uniti si é concentrata sul Super Bowl - la finale del calcio americano. Si é parlato ancora di Covid19 e di politica ma non c'é nulla di nuovo. È quindi logico che il nuovo record storico della borsa americana di venerdì sia servito per far ripartire stamattina le borse asiatiche al rialzo - il Nikkei é salito del +2.12% mentre Shanghai sta guadagnando il +1%. In rete gli analisti fanno a gara a fissare nuovi obiettivi astronomici per l'S&P500 - nessuno é in grado di giustificare su base fondamentale questi obiettivi che vanno dai 4100 ai 4500 punti. È però fuori dubbio che rialzisti ed ottimisti hanno dalla loro il trend e il momentum. C'é decisamente tanta euforia e speculazione ma nessuno é in grado di dire quando sarà troppa e il limite sarà raggiunto.
Alle 08.30 il future sull'S&P500 é a 3894 punti (+13 punti) - sulla base di questa indicazione l'S&P500 dovrebbe aprire in gap up e su un nuovo record storico. L'Eurostoxx50 vale 3674 punti (+19 punti) - le borse europee apriranno con un guadagno del +0.6%. Non crediamo che questo ritmo di salita sia sostenibile - oggi ci aspettiamo una chiusura dei gap d'apertura e crediamo che stasera le borse chiuderanno praticamente in pari.

Commento del 6-7 febbraio

Una crescita finanziata dal debito e basata sui consumi e non sugli investimenti - festa a breve e poi ?

È stata una di quelle settimane al termine delle quali bisogna domandarsi se l'analisi tecnica ha in effetti la capacità di predire il futuro sviluppo delle borse. Venerdì 29 gennaio l'S&P500 aveva chiuso a 3714 punti dopo aver toccato il minimo annuale a 3694 punti. Sulla base di indicatori e grafici le borse stavano correggendo e dovevano scendere più in basso. Noi avevamo unicamente previsto un rimbalzo tecnico fino ai 3740 punti prima della ripresa del ribasso. Non eravano gli unici a fare questa previsione - praticamente tutti gli analisti tecnici si aspettavano una continuazione del ribasso in direzione almeno dei 3600 punti - anche l'analisi ciclica confermava questo scenario con mercati tendenzialmente deboli fino a fine marzo. Invece ci siamo sbagliati e non di poco ma totalmente. La settimana é stata contraddistinta da 5 sedute di rialzo e una performance fenomenale. L'S&P500 (+0.39% a 3886.83 punti) ha toccato venerdì un nuovo record storico a 3894.56 punti. Ora ci troviamo nella situazione opposta rispetto ad una settimana fà. I nuovi massimi annuali (Eurostoxx50 +0.37% a 3655 punti) o storici praticamente su tutti gli indici azionari sia in Europa che negli Stati Uniti lasciano aperta la strada verso l'alto. La tendenza é al rialzo e nessun indicatori é in posizione estrema - é improbabile che le borse venerdì siano arrivate su un massimo significativo. A brevissimo termine ci sono degli evidenti segnali di eccesso (DSI troppo alto su Nasdaq e troppo basso su VIX) - é probabile che la prossima settimana inizi con un modesto ritracciamento. Ormai però tutti stanno abbracciando la teoria del melt up o accelerazione finale di tipo esaustivo che abbiamo presentato nel commento del 9-10 gennaio.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +5.01% a 3655 punti
SX7E (banche)          +9.77% a 77.62 punti
DAX                         +4.64% a 14056 punti
SMI                          +1.55% a 10755 punti
FTSE MIB                  +7.00% a 23083 punti
S&P500                     +4.65% a 3886.83 punti
Nasdaq100                +5.25% a 13603 punti

Venerdì la seduta é stata moderatamente positiva sia in Europa (Eurostoxx50 +0.37% a 3655 punti) che in America (S&P500 +0.39% a 3886.83 punti).
Le borse europee hanno aperto e chiuso sullo stesso livello e al centro del range giornaliero con modesti volumi di titoli trattati. Non c'é molto da dire - le borse europee stanno seguendo gli Stati Uniti. Questa settimana c'é stato in più l'effetto Mario Draghi che ha aiutato la borsa italiana (FTSE MIB +0.80% a 23083 punti) e il settore bancario europeo (SX7E +1.90% a 77.92 punti). L'Eurostoxx50 ha toccato un nuovo massimo annuale marginale, il DAX tedesco (-0.03% a 14056 punti) l'ha mancato per 17 punti mentre il FTSE MIB l'ha nettamente superato - nel complesso la tendenza delle borse europee é ancora formalmente neutra e tendenzialmente sottoperformano ancora l'America. Da inizio anno l'Eurostoxx50 ha guadagnato il +2.90% contro il +3.48% dell'S&P500, il +7,51% del Nasdaq e il +12.94% del Russell2000. È evidente in quali mercati é meglio essere investiti. Le valutazioni fondamentali contano poco - l'importante sembra essere l'ampiezza dello stimolo economico - i 1900 Mia di USD previsti dalla nuova amministrazione americana di Joe Biden corrispondono al 9% del PIL! In confronto i soldi del Recovery Fund europeo sono spiccioli che vengono spesi troppo lentamente. Purtroppo la maggior parte di questi soldi andranno direttamente nelle tasche dei cittadini per coprire le perdite causate dal Covid19 e per stimolare i consumi interni. Il loro effetto sarà di corta durata - una fiammata congiunturale. Per far crescere l'economia in maniera sostenibile ci vogliono investimenti in infrastrutture e nell'apparato produttivo.

Venerdì alle 14.30 é stato pubblicato il rapporto sul mercato del lavoro americano a gennaio. L'economia americana ha creato meno posti di lavoro del previsto - la reazione della borsa é stata positiva. Il ragionamento é che dati economici negativi obbligano il Governo e la Banca Centrale a programmi di stimolo sempre più robusti - quando una borsa é al rialzo seguendo una certa narrativa qualsiasi informazione viene interpretata in maniera da inserirsi in questo scenario di massima.
L'S&P500 ha aperto su un nuovo massimo storico a 3889 punti. All'inizio é sceso a 3874 punti e ha quasi colmato il gap con il giorno precedente. Poi é ripartito al rialzo e a metà seduta ha toccato il nuovo record storico a 3894 punti. Sul finale l'indice é tornato a 3887 punti. Ancora una volta il Russell2000 (+1.40% e nuovo massimo storico) ha fatto faville - non venite a dirmi che il settore delle PMI patisce durante la pandemia.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5366 su 2132, NH/NL a 1013 (pochi!) su 60 e volume relativo a 0.9. La volatilità VIX é scesa a 20.87 punti (-0.90), il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.42 e il Fear&Greed Index é fermo a 60 punti (=). I Summation Index sono saliti. La tendenza di fondo della borsa americana é al rialzo con l'83.50% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE 72.95 punti.
Al momento nulla sembra in grado di bloccare il rialzo della borsa americana malgrado che sia oscenamente cara. L'unico pericolo potrebbe provenire dai tassi d'interesse se il reddito dell'US Treasury Bond decennale continuasse a salire - crediamo che i primi segnali d'allarme dovrebbero arrivare se il reddito dagli attuali 1.19% (massimo annuale) salisse a 1.50%.

Il cambio EUR/USD ha toccato un minimo a 1.1952 e venerdì é risalito a 1.2050. Almeno in questo compartimento la nostra analisi era perfetta. Questo ci risolleva un pò il morale.

Una settimana fà tutti prevedevano una continuazione della correzione. Questa settimana il consenso prevede una continuazione del rialzo. Noi non abbiamo argomenti validi per prevedere qualcosa di diverso se non un breve ritracciamento all'inizio della settimana. Ci sbaglieremo ancora una volta ?

Commento del 5 febbraio

Solito rialzo con modesta pertecipazione e troppa speculazione

Ieri le borse, sia in Europa (Eurostoxx50 +0.90%) che in America (S&P500 +1.09% a 3871.74 punti) hanno nuovamente guadagnato terreno. Questa settimana ci sono state solamente sedute positive. Di conseguenza il discorso correzione, valido una settimana fà, é definitivamente chiuso - quello che poteva essere unicamente un rimbalzo ha superato la durata di tre sedute. Tra gli indici europei solo il FTSE MIB (+1.65% a 22900 punti) ha superato il massimo di gennaio e ha toccato un nuovo massimo annuale. La borsa italiana sta però vivendo un momento particolare grazie all'effetto Mario Draghi - non può essere presa come punto di riferimento. La tendenza delle borse europee é ancora neutra. L'S&P500 ha toccato un nuovo record storico marginale a 3872.42 punti. Anche il Russell2000 (+1.98% a 2202 punti) ha raggiunto un nuovo massimo storico. Malgrado che le rotture non siano convincenti la tendenza della borsa americana é al rialzo. Il trend ha le solite caratteristiche - gode di scarsa partecipazione (NH a 822) e secondo gli oscillatori gli indici sono nuovamente in ipercomperato. Gli investitori tornano ad essere troppo ottimisti (VIX a 21.77 punti, -1.14) e speculativamente orientati al rialzo (CBOE Equity put/call ratio a 0.41). A breve e sullo slancio la borsa americana può salire più in alto e poi dovrà nuovamente correggere. Questo crea il tipico svolgimento di una rialzo con ondate e minimi e massimi ascendenti. Poiché la borsa sale molto più velocemente degli utili delle imprese tutti si aspettano prima o poi una correzione più importante che non arriva mai. Il mare di liquidità creato dalle Banche Centrali mantiene costante la pressione d'acquisto. Noi siamo giornalmente confrontati col problema - troppi clienti con troppa liquidità, tassi d'interesse negativi e banche che propongono incessantemente investimenti in azioni come unica altenativa. Per ora in effetti non sembrano esserci varianti a questo spirale virtuosa (fino a quando le borse salgono...). C'é solo un problema - le azioni sono molto care.

L'Eurostoxx50 (+0.90% a 3642 punti) ha guadagnato altri 30 punti - ha chiuso vicino al massimo giornaliero e a ridosso del massimo di gennaio. Non sappiamo se l'indice sarà in grado di rompere al rialzo - in questo momento però questa é la variante più probabile poiché a breve il trend é indiscutibilmente al rialzo e nessun indicatore é su posizioni talmente estreme da rendere impossibile un'estensione del movimento. Per il DAX (+0.91% a 14060 punti) vale lo stesso discorso.
In Italia domina la politica. Nessun partito é in grado di mettere in discussione la figura carismatica di Mario Draghi. Nessuno ha la forza per imporre elezioni anticipate e in ogni caso i partiti attualmente al governo non hanno il minimo interesse a sbarrargli la strada - tutti vogliono terminare la legislatura. Di conseguenza é molto probabile che all'inizio di settimana prossima Draghi possa presentare un Governo e ottenere la fiducia delle Camere. Gli investitori italiani e internazionali sono felici e la borsa festeggia. Vedremo fino a quando durerà questa esuberanza. Draghi é un banchiere e non un politico - sarà un ottimo gestore delle Res Publica ma verrà messo da parte alla prima occasione poiché andrà a toccare gli interessi di troppa gente. Ieri il FTSE MIB (+1.65% a 22900 punti) ha guadagnato 372 punti ed é salito su un nuovo massimo annuale. Il trend é al rialzo - fino a quando dura...
Ieri anche il difensivo SMI svizzero (+0.79% a 10861 punti) ha partecipato al rialzo delle borse europee. Difficile capire la ragione che spinge gli investitori un giorno a vendere e il giorno successivo a comperare le stesse azioni. Ieri i titoli farmaceutici sono stati nuovamente comperati (ROG +2.23%) e l'effetto sull'SMI é ovvio.

Il cambio EUR/USD (1.1965) é caduto fino a 1.1952 mentre i prezzi dei metalli preziosi, inversamente correlati all'USD, crollano. Abbiamo consigliato di chiudere eventuali short ma é troppo presto per aprire posizioni long. L'USD Index, attualmente a 91.50, sembra poter salire a 92 punti. È difficile dire quale livello tecnico é decisivo visto che sono coinvolte parecchie divise. 

A Wall Street c'é stata un'altra seduta positiva. Gli indici hanno aperto in leggero guadagno e sono saliti fino alla chiusura sul massimo - i ribassisti non si sono fatti  vedere. Nessuno osa più vendere. Joe Biden propone un mostruoso piano di stimoli economici da 1900 Mia di USD coronato da pagamenti diretti ai cittadini di migliaia di USD e proposte insane come quella di eliminare i debiti degli studenti. In mezzo a questo tsunami di soldi nessuno osa più mettere in dubbio una ripresa economica drogata. Qualsiasi notizia viene interpretata in maniera positiva. Se secondo i dati la congiuntura va male é sicuro che il Governo e la Banca Centrale interverranno in maniera sempre più massiccia. Se secondo i dati la congiuntura va relativamente bene é una conferma che l'economia é sulla buona strada.
L'S&P500 ha aperto sul minimo a 3840 punti ed é salito fino alle 17.00 a 3856 punti. Poi la corsa ha rallentato e l'S&P500 era alle 21.50 a 3860 punti. Sul finale c'é stata la caccia al record - l'indice si é impennato e ha chiuso a 3871.74 punti (+1.09%).
La seduta al NYSE à stata positiva con A/D a 5517 su 1970, NH/NL a 822 su 89 e volume relativo a 1.0. La VIX é scesa a 21.77 punti (-1.14), la CBOE Equity put/call ratio era a 0.41 e il Fear&Greed Index é salito a 60 punti (+3 punti). Sugli indicatori di sentiment c'é ancora margine di miglioramento. I Summation Index sono  saliti.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3873 punti (+9 punti). Alle 08.30 L'Eurostoxx50 vale 3653 punti (+11 punti). Alle 14.30 é atteso il rapporto sul mercato del lavoro USA a gennaio. La disoccupazione sarà ancora molto alta ma probabilmente meglio del previsto - vedremo come le borse reagiranno a questi segnali misti. Dopo 4 sedute positive é probabile che oggi le borse non cambino direzione - la variante più probabile é quella di un'ultima seduta moderatamente positiva.

Commento del 4 febbraio

Il rimbalzo é finito - adesso vale la tendenza di fondo rialzista o si ricomincia a correggere?

Odiamo i titoli dei commenti che finiscono con un punto di domanda - i nostri abbonati vogliono risposte e non quesiti. Purtroppo oggi non possiamo farne a meno poiché, come anticipato ieri mattina, il rimbalzo é stato talmente forte da annullare l'impulso ribassista di settimana scorsa. D'altra parte l'S&P500 (+0.10% a 3830.17 punti), malgrado i guadagni delle ultime tre sedute, non ha raggiunto un nuovo massimo storico - ieri ha toccato i 3847 punti mentre il record del 26 gennaio é a 3870 punti. Formalmente nessun indice ha ripreso il rialzo - neanche il forte Nasdaq100 (-0.40% a 13402 punti) che ieri ha approfittato di un balzo straordinario di Google (+7.40%) dopo la pubblicazione di ottimi risultati trimestrali. Gli indicatori sembrano nuovamente segnare bel tempo - i Summation Index hanno ricominciato timidamente a salire. Questo però non é ancora abbastanza per poter parlare di rialzo.

Ieri in Europa le borse hanno nuovamente guadagnato terreno (Eurostoxx50 +0.54% a 3609 punti). Questa terza terza seduta di rialzo, che teoricamente potrebbe a breve concludere il rimbalzo, é stata diversa dalla due precedenti. L'Eurostoxx50, e con lui la maggior parte degli indici azionari europei, ha aperto salendo direttamente sul massimo giornaliero a 3632 punti. Ha chiuso in mezzo al range giornaliero con un moderato guadagno di 17 punti - dopo la buona apertura non é più riuscito a fare progressi e la spinta di rialzo si é esaurita. Oggi l'indice dovrebbe scendere - a questo punto vedremo quali sono le forze dei ribassisti e se c'é abbastanza pressione di vendita per tornare sui minimi di settimana scorsa.
Il FTSE MIB (+2.09% a 22527 punti) ha avuto un'ottima giornata e ha sovraperformato il resto delle borse europee - la situazione tecnica però non é ancora cambiata. Mario Draghi é salito al Colle e ha accettato la proposta di Mattarella di tentare di formare un governo tecnico con un largo appoggio di forze politiche. Il fatto che Draghi abbia accettato con riserve e che la nuova maggioranza é tutt'altro che scontata non ha impedito agli investitori di accogliere la notizia con entusiasmo. Il FTSE MIB é salito a metà giornata fino a 22737 punti e poi si é sgonfiato - ha chiuso sul livello d'apertura con un forte guadagno di 461 punti - grazie all'effetto Draghi il FTSE MIB sovraperforma nettamente le altre borse europee. Questa terza terza seduta di rialzo dovrebbe teoricamente a breve concludere il rimbalzo. Vedremo in pratica quanto dura la festa. L'indice delle banche europee SX7E é salito del +1.15% a 74.18 punti. Grandi protagoniste sono state le azioni delle banche italiane. Da una parte UCG (+4.18%) e ISP (+4.29%) sono tra i pochi titoli che comprano anche gli investitori stranieri. D'altra parte si vede come sono stati comprati i titoli italiani dell'Eurostoxx50. L'ipotesi che Mario Draghi possa diventare Presidente del Governo in Italia ha sostenuto il settore bancario sulla base dello strano ragionamento che l'ex presidente della BCE avrà un occhio di riguardo per il settore. Abbiamo fondati dubbi che un governo tecnico possa risolvere i problemi dell'Italia. Tutti i tentativi nella storia (Ciampi, Dini, Monti) sono naufragati a causa della litigiosità dei partiti a cui non piace farsi da parte per il bene del Paese. Speriamo bene poiché tra pandemia, gestione della ripresa economica e Recovery Fund c'é molto da fare e in fretta.

Il cambio EUR/USD ha toccato un minimo a 1.2003 e rimbalza stamattina a 1.2010. Dovrebbe esserci una falsa rottura del supporto prima che possa svilupparsi un sostanziale rimbalzo. Chiudete a breve eventuali posizioni short in caso di caduta sugli 1.1980.  

La seduta a New York é stata neutra, senza direzione e si é conclusa con un nulla di fatto. L'S&P500 ha colmato il gap del 27 gennaio ma per il resto non c'é nulla di particolare da segnalare se non che il rimbalzo é terminato.
L'S&P50 ha aperto a 3830 punti e dopo una breve impennata a 3841 punti é caduto verso le 16.30 sul minimo a 3817 punti. Da qui é lentamente e costantemente salito fino al massimo a 3847 punti. Sul finale é ricaduto a 3830.17 punti (+0.10%). Il Nasdaq100 ha perso qualche punto - probabilmente una conseguenza dell'euforia a corto termine (DSI a 88 punti). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4659 su 2807, NH/NL a 526 su 87 e volume relativo a 0.90 (1.2 sul Nasdaq). La volatilità VIX é caduta a 22.91 punti (-2.65), il CBOE Equity put/call ratio é leggermente salito a 0.43 e il Fear&Greed Index é rimasto stabile a 57 punti (-1 punto).
La questione é ora se gli indici saliranno su un nuovo record storico riaprendo la strada verso l'alto e se invece ricadranno nel range di gennaio - noi favoriamo la seconda variante.

Stamattina il future sull'S&P500 é invariato a 3823 punti. Le borse asiatiche sono in calo (NIkkei-1.06%, Shanghai -0.4%). L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 3607 punti - le borse europee apriranno praticamente invariate. I rialzisti fannno una pausa - vediamo se i ribassisti sfrutteranno l'occasione per un affondo.

Commento del 3 febbraio

Si torna indietro di una settimana

Ieri le borse hanno ripetuto l'ottima seduta di rialzo di lunedì. In questa maniera gli indici sono ritornati sul livello dove si trovavano una settimana fà e hanno formalmente annullato l'impulso ribassista che aveva fatto scendere venerdì l'S&P500 (+1.39% a 3826.31 punti) a 3694 punti. Scriviamo formalmente poiché la situazione dopo due sedute decisamente positive non é ancora chiara. A seconda degli indicatori che si preferisce usare e dell'arco temporale prevalgono i segnali positivi a corto termine o quelli negativi a medio termine. È evidente che a breve i rialzisti hanno il vento in poppa. D'altra parte i motivi, sia tecnici che fondamentali, che hanno fatto cadere le borse nel mese di gennaio non sono spariti nel nulla. La borsa americana torna lentamente ad essere ipercomperata e riappare l'ottimismo tra gli investitori (Fear&Greed Index a 58 punti, +13 punti) con l'eccezione dei piccoli speculatori di Robinhood che ieri sono stati massacrati (GME -60.00%, AMC - 42.10%).

Le borse europee (Eurostoxx50 +1.69% a 3590 punti) hanno avuto una seconda seduta di rialzo simile a quella di lunedì. In questa maniera hanno cancellato la caduta che si era verificata tra mercoledì e venerdì di settimana scorsa. Ieri sera l'Eurostoxx50 ha chiuso a 3590 punti con un guadagno di 60 punti e 2 punti sotto la chiusura di una settimana fà. Ovviamente questo rialzo, che non osiamo più chiamare rimbalzo, ha eliminato il segnale ribassista e di correzione e ha riportato l'indice in un trend neutro. A corto termine sono i rialzisti a condurre la danza ed é possibile che a breve l'indice possa salire più in alto. I veloci e profondi cambiamenti di sentiment ci dicono che probabilmente l'Eurostoxx50 non sarà in grado di salire su un nuovo massimo annuale - considerando però che abbiamo sbagliato nel valutare questa spinta di rialzo a cortissimo termine é meglio osservare cosa succede oggi prima di arrivare a conclusioni affrettate. Ieri anche l'indice delle banche SX7E (+3.41% a 73.34 punti) é risorto - il tema dominante, almeno nella retorica, torna ad essere crescita economica e inflazione.
Il cambio EUR/USD é sceso ieri fino a 1.2011 ed é stamattina a 1.2040. Si sta verificando l'atteso test del supporto psicologico a 1.20 - é probabile che al primo tentativo di rottura si verifichi un rimbalzo a 1.21.

Il rialzo é proseguito a Wall Street. L'S&P500 ha superato di slancio e con un gap up i 3800 punti ed é salito verso le 18.00 a 3840 punti. Poi per ore si é mosso appena ed é oscillato in laterale e in pochi punti toccando un massimo giornaliero a 3843 punti. Sul finale é ridisceso a 3426.31 punti (+1.39%). Non siamo in grado di dire cose significa il gap up che si é verificato anche sul Nasdaq. Poiché non sembra esaurimento temiamo che possa essere una semplice accelerazione. Gli investitori hanno ricominciato a comperare tecnologia (Nasdaq100 +1.56% a 13456 punti) ridando il loro "amore" anche a società che hanno deluso le attese pubblicando risultati trimestrali inferiopri alle attese (Tesla +3.93%). I lievi ritracciamenti che hanno seguito l'annuncio sono stati presi come occasioni d'acquisto. È possibile che gli acquisti degli ultimi due giorni siano legati all'effetto di inizio mese - gli americani stanno forse investendo gli assegni del governo in borsa e in opzioni calls? In questo caso la spinta rialzista dovrebbe svanire oggi durante la giornata.
La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5710 su 1787, NH/NL a 508 su 69 (entrambi bassi) e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 25.56 punti (-4.68), il CBOE Equity put/call ratio resta basso a 0.40 e il Fear&Greed Index é balzato a 58 punti (+13). I Summation Index sono ancora leggermente scesi - il calo dovrebbe però terminare a breve se gli indici non ricominciano decisamente a scendere.
Il sentiment cambia radicalmente in poche sedute - questo succede normalmente quando le borse indecise si muovono in laterale in un ampio range. In questo caso le borse europee e quella americana non dovrebbero riuscire a toccare nuovi massimi annuali ma dovrebbero essere a breve respinte verso il basso.

Ieri sera Google e Amazon hanno presentato degli ottimi risultati trimestrali. Il future sull'S&P500 sale stamattina a 3837 punti (+18 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 3617 punti - le borse europee apriranno con un ulteriore balzo del +0.7%. Nelle ultime due sedute abbiamo sottovalutato la spinta di rialzo - oggi preferiamo non fare previsioni. Ricordiamo però che un rimbalzo normalmente non dura più di tre giorni.
 
Commento del 2 febbraio

I rialzisti tentano l'ultima carta e comprano i titoli che oggi comunicheranno i risultati trimestrali (GOOG +3.57%, AMZN +4.26%)

Ieri le borse sono rimbalzate. Normalmente in un rimbalzo gli indici recuperano circa la metà della precedente spinta di ribasso. Ieri la reazione delle borse é stata superiore alle aspettative e alla norma. C'é da domandarsi se in effetti la tendenza é al ribasso o se al contrario le borse stanno semplicemente tornando nel trading range di gennaio. Non siamo ancora in grado di dare una risposta sicura. Fino a prova contraria le borse stanno correggendo e nei prossimi giorni gli indici devono ricominciare a scendere. Ieri gli indici di riferimento sono semplicemente tornati all'interno delle Bollinger Bands e la seduta é stata caratterizzata da volumi in calo - come spesso avviene nel caso di un rimbalzo. Gli indici azionari europei hanno però annullato il segnale di vendita che avevamo avuto venerdì scorso sul nostro indicatore proprietario basato sulla stocastica.

Ieri l'Eurostoxx50 é risalito a 3530 punti (+1.42%). Gli altri indici si sono mossi in maniera simile (DAX +1.41%, FTSE MIB +1.17%, SMI +1.44%). Il problema di questi rimbalzi (ieri, martedÌ e giovedì scorsi) é che sono più forti del previsto - o almeno così consistenti da mettere in dubbio la correzione. Almeno ieri i volumi di titoli trattati erano in netto calo e questo é tipico di un rimbalzo tecnico. Stranamente tutti i maggiori indici azionari europei hanno guadagnato alla stessa maniera - non ci sono differenze tra Paesi come se il movimento si fosse sviluppato sugli indici. L'Eurostoxx50 ha guadagnato oggi 51 punti e ha chiuso vicino al massimo giornaliero. Sullo slancio oggi potrebbe guadagnare ancora una ventina di punti ma dopo dovrebbe ricominciare a scendere.

A New York gli investitori hanno ricominciato a comperare tecnologia (Nasdaq100 +2.50% a 13248 punti) sperando che stasera i due colossi Google (+3.57%) e Amazon (+4.26%) che pubblicheranno i risultati trimestrali dopo la chiusura dei mercati possano dare ulteriore slancio al settore. Non si può escludere questa possibilità considerando come i buoni dati di Microsoft (+3.32%) di settimana scorsa sono stati onorati. Gli investitori sembrano anche perdonare i loro beniamini quando presentano dei risultati sotto le attese (Tesla +5.83%).
L'S&P500 ha aperto in forte guadagno a 3754 punti. All'inizio é ancora caduto a 3725 punti ma poi é risalito ad ondate diminuendo mano a mano il ritmo di salita ed é arrivato a 3784 punti di massimo. Sul finale é ridisceso a 3773.86 punti (+1.61%).
La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 6051 su 1479, NH/NL a 311 su 396 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 30.24 punti (-2.85), il CBOE Equity put/call ratio é tornato basso a 0.40 e il Fear&Greed Index é balzato a 45 punti (+10). I veloci e radicali cambiamenti d'umore degli investitori sono sorprendenti e denotano una certa instabilità.
Noi pensavamo che l'S&P500 dovesse risalire a 3740 punti - l'indice ha superato questo livello di una quarantina di punti. Non deve tornare sopra i 3800 punti - in caso contrario dobbiamo rivedere il nostro scenario a breve.

Stamattina il future sull'S&P500 sale a 3784 punti (+18 punti). L'ottimismo di ieri é continuato stamattina in Asia (Nikkei +0.97%, Shanghai +0.80%) e le borse non hanno ancora cambiato direzione. Anche le borse europee apriranno al rialzo - l'Eurostoxx50 alle 08.45 vale 3554 punti (+24 punti). Settimana scorsa la borsa americana era caduta prima della pubblicazione dei risultati di Apple, Facebook e Tesla. Vediamo se oggi nel corso della giornata succede lo stesso.

Il cambio EUR/USD cade a 1.2065 - é sul minimo annuale - é ora che ci sia un attacco della barriera psicologica a 1.20.

Aggiornamento del 1. febbraio

Da Gamestop all'argento (+8.7%) - non dimentichiamo i risultati trimestrali

Durante il fine settimana non sono arrivate notizie di possibili fallimenti tra le parti coinvolte nella battaglia tra speculatori retail long e Hedge Funds short. Alcuni protagonisti hanno subito pesanti perdite - il fondo Melvin Capital ha perso il -50% del suo valore. Il sistema finanziario sembra però stabile e quindi stamattina si riparte come atteso vale a dire con un rimbalzo. Il future sull'S&P500 é a 3722 punti (+17 punti). Questo significa che l'S&P500 vale circa 3729 punti e si trova già vicino alla zona obiettivo a 3730-3740 punti.
L'ondata speculativa sembra spostarsi sul mercato dell'argento - un metallo con un flottante abbastanza ristretto e con forti posizioni short - ha le stesse caratteristiche delle azioni spinte settimana scorsa al rialzo dagli speculatori. Potrebbe iniziare un'altro short squeeze anche se abbiamo i nostri dubbi - il mercato dei metalli preziosi ha regole e partecipanti diversi di quello delle azioni - già i fratelli Hunt all'inizio degli anni 80 hanno provato a controllare il mercato ma la storia é finita molto male.
Non bisogna dimenticare che queste storie affascinano la fantasia degli investitori ma le tendenze vengono determinate da altri fattori. Continua in America la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese. Martedì saranno comunicati i dati di  Amazon e Google - nel corso della settimana avremo anche i risultati di alcuni colossi della farmaceutica (Pfizer, Merck) e dell'energia come Exxon. Vedremo se i rialzi di questi settori sono giustificati.

Sono le 08.30 e la situazione di partenza é leggermente cambiata - il future sull'S&P500 sale a 3738 punti (+33 punti). L'Eurostoxx50 vale 3520 punti (+39 punti). Le borse europee rimbalzano e tentano di compensare le perdite di venerdì. Pensiamo che stamattina potrebbero salire più in alto ma non riusciranno a recuperare completamente. La seduta odierna sarà positiva ma probabilmente questa sarà per i traders una buona occasione per vendere - venerdì gli indici azionari dovrebbero trovarsi più in basso.

Commento del 30-31 gennaio

Cambiamento d'umore

La spinta di rialzo iniziata a novembre doveva terminare nella prima settimana di gennaio. Poi doveva cominciare una correzione. Questa era la nostra previsione a fine 2020. Ad un mese di distanza possiamo fare un primo bilancio. Le borse europee in generale (p.e. Eurostoxx50 e DAX) hanno toccato il massimo annuale l'8 di gennaio - non hanno subito cominciato a correggere perché il rialzo in America é continuato e questo ha sostenuto i listini europei. L'S&P500 (-1.93% a 3714.24 punti) ha toccato un massimo annuale e nuovo record storico martedì 26 gennaio a 3870 punti. Questo ritardo é stato causato dai titoli tecnologici - il Summation Index sul NYSE stava già scendendo da metà dicembre e mostrava una divergenza negativa. La correzione a Wall Street é iniziata solo questa settimana e all'improvviso. C'é stato un radicale cambiamento d'umore che ha provocato prese di beneficio e un'ondata di vendite che ha coinvolto tutti i i settori. Gli investitori hanno reagito negativamente ai risultati trimestrali di molte società - la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati i dati forniti da Apple, Tesla a Facebook. Il conflitto che oppone gli investitori retail che stanno comperando i titoli shortati dagli Hedge Fund ha poi aggiunto un fattore di incertezza e nervosismo. I pazzeschi rialzi delle azioni al centro dello scontro, prima tra tutte GameStop, hannno fatto guadagnare miliardi a migliaia di piccoli investitori ma hanno anche fatto perdere le corrispettive somme ad alcuni Hedge Funds. Sui mercati aleggia il dubbio che possa ripetersi il fallimento di una grande istituzione finanziaria come ai tempi della Lehman (2008). Venerdì il broker Robinhood, attraverso il quale passano la maggior parte degli ordini riguardante queste transazioni, ha dovuto ricevere un'infusione di 1 Mia di USD per rispettare le prescrizioni di legge riguardante il capitale proprio in relazione al volume delle transazioni. La correzione a New York é quindi più che altro un'assorbimento degli eccessi unito ad un cambiamento d'umore (sentiment) atteso da tempo - per esemplificare il tutto con un indicatore possiamo guardare il Fear&Greed Index (é un basket di 7 diversi indicatori di sentiment) che nell'ultima settimana é passato  da 69 a 35 punti. 
Ora abbiamo a livello tecnico un problema di coerenza negli obiettivi. Ciclicamente le borse dovrebbero scendere fino a metà marzo. L'S&P500 é sceso dal massimo martedì a 3870 punti fino alla chiusura di venerdì a 3714 punti di 156 punti - il nostro obiettivo, che abbiamo già indicato nel commento di giovedi pomeriggio, si situa a 3600 punti. Non é molto logico che un'indice che ha perso 156 punti in tre sedute debba ancora perderne solo 114 nelle prossime 5 a 6 settimane. Uno dei due parametri, o entrambi, sono sbagliati. L'importante per ora é sapere che le borse stanno correggendo e gli indici devono scendere più in basso. Ad un certo momento dovremo cambiare e adattare la nostra previsione - abbassando l'obiettivo o accorciando il periodo. Sapete che per terminare sicuramente una correzione ci vuole ipervenduto, eccesso di ribasso e pessimismo. Manca ancora parecchio prima di raggiungere questa costellazione tecnica - alcuni indicatori come il CBOE Equity put/call ratio (0.58) si sono appena mossi e sono ancora in campo positivo. Venerdì l'S&P500 ha raggiunto la zona di supporto costituita dal supporto statico a 3700 punti, dal livello inferiore delle Bollinger Bands (3699 punti) e dalla MM a 50 giorni (3716 punti). È probabile che da questo livello l'S&P500 all'inizio di settimana prossima debba rimbalzare come lo hanno fatto giovedì le borse europee. La premessa in ogni caso é che durante il fine settimana non succeda qualcosa di estremamente negativo in grado di scatenare il panico tra gli investitori.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -3.36% a 3481 punti
SX7E (banche)          -4.95% a 70.41 punti
DAX                         -3.18% a 13432 punti
SMI                          -3.11% a 10591 punti
FTSE MIB                  -2.34% a 21572 punti
S&P500                     -3.31% a 3714.24 punti
Nasdaq100                -3.30% a 12925 punti

Venerdì una seduta decisamente negativa ha confermato lo svolgimento di una correzione che il rimbalzo di giovedì aveva messo in dubbio. Sia In Europa (Eurostoxx50 -2.13% a 3481 punti) che in America (S&P500 -1.93% a 3714.24 punti) gli indici hanno aperto in calo e hanno chiuso sui minimi giornalieri e con sostanziali perdite. I volumi di titoli trattati erano alti. Finalmente anche la borsa americana sta cominciando a scendere e questo permette anche alle borse europee di accelerare al ribasso dopo che nelle ultime due settimane c'era solo stata una correzione strisciante con perdite limitate.
Notiamo che ora viene venduto di tutto - in Europa anche il difensivo SMI svizzero (-2.38% a 10591 punti) é sotto pressione.
Sulla base di un'analisi grafica gli obiettivi per questa correzione si situano a circa 3350 punti di Eurostoxx50 e a 12800-13000 punti di DAX. Notiamo con sorpresa che questi obiettivi corrispondono ai limiti d'acquisto che avevamo fissato a dicembre per il portafoglio - sembra che in poco più di un mese non é cambiato nulla. Una correzione in un rialzo serve ad eliminare gli eccessi - più il trend rialzista é forte e meno gli indicatori devono scendere prima che questa fase sia terminata. In questo periodo durante il quale i fondamentali contano poco bisognerà tenere soprattutto d'occhio gli indicatori di sentiment per vedere quando apparirà abbastanza pessimismo per un solido minimo. A novembre e dicembre erano soprattutto gli speculatori long negli Stati Uniti a condurre il ballo. Il CBOE Equity put/call ratio era costantemente sui 0.40. Venerdì é balzato a 0.58 e finalmente anche la MM a 10 giorni sta salendo (0.42) e segnala il cambiamento d'umore. Come in precedenti occasioni stimiamo che questo indicatore (con la MM a 10 giorni) debba salire sugli 0.56 prima che la correzione sia terminata,

L'S&P500 venerdì ha aperto in calo a 3761 punti. La seduta é stata movimentata. L'S&P500 é sceso a 3745 punti, é salito sul massimo a 3775 e poi é sceso fino a metà seduta sul minimo a 3694 punti. Ad ondate irregolari é rimontato fino ai 3740 punti ma sul finale é tristemente ricaduto a 3714.24 punti (-1.93%). Nel dopo borsa il future ha chiuso a 3696 punti. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 1628 su 5842, NH/NL a 219 su 672 e volume relativo a 1.3. La volatilità VIX é salita a 33.09 (+2.88) - é rimasta sotto il valore di mercoledì a 37.21 punti. I Summation Index sono decisamente scesi. Le vendite hanno coinvolto tutti i settori (Nasdaq100 -2.09%, DJTransportation -2.56%, RUT -1.56%).
La tendenza di fondo della borsa americana é ancora al rialzo ma si é parecchio indebolita. Il 60.8 dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent sul NYSE é a 66.48.
Un'ultima osservazione: il nostro indicatore proprietario basata sulla stocastica ha dato venerdì un segnale di vendita a medio termine su Eurostoxx50 e DAX. Il segnale deve ancora essere confermato ma é un tassello in più del puzzle che compone la correzione.

La settimana dovrebbe iniziare con un moderato rimbalzo in America. L'S&P500 potrebbe risalire a 3730-3740 punti. Poi dovrebbe tentare nuovamente di rompere il supporto sui 3700 punti - deve riuscirci entro la fine della settimana.

Commento del 29 gennaio

Mare mosso - adesso si balla...

La battaglia che si sta svolgendo negli Stati Uniti tra investitori retail che speculano long e gli Hedge Funds che sono short su certe azioni come GME (-44.29%) o AMC (-56.63%) sta diventando violenta e comicia a coinvolgere la legge e gli avvocati. Citando non molto precisate turbulenze di mercato, anomalie e rischi i brokers, partendo da Robinhood, hanno vietato l'acquisto di queste azioni ai loro clienti. È evidente che i grandi investitori (Hedge Funds), che stanno perdendo miliardi di USD, sono intervenuti presso i brokers per stoppare l'attacco dei piccoli investitori retails. I brokers non hanno seguito le leggi ma i loro interessi personali prendendo delle decisioni in favore dei loro clienti più remunerativi che sono in parte anche loro azionisti. I piccoli hanno reagito a questo sopruso con delle denunce presso i tribunali. Subito sono intervenuti i politici promettendo inchieste e chiedendo giustizia. Tutto questo provoca una forte volatilità e nervosismo - c'é il rischio che una qualche istituzione resti senza liquidità e possa fallire. Per i mercati in generale questo significa che i movimenti a corto termine diventano caotici e difficilmente prevedibili. Molto dipende dalle informazioni e dalle decisioni che vengono prese riguardanti la battaglia in corso. Ieri questo ha causato uno spostamento di alcune ore sulla tabella di marcia. L'atteso rimbalzo é partito già la mattina in Europa e non il tardo pomeriggio in America come pensavamo noi. La situazione tecnica di base però non cambia - le borse devono svolgere una correzione a corto termine all'interno di un rialzo che sembra ancora intatto. A breve gli indici azionari devono scendere più in basso.

La volatilità e l'incertezza provocano dei movimenti di mercato che a prima vista fanno poco senso. Ieri ci aspettavamo un rimbalzo. Per logica però doveva iniziare nel pomeriggio dopo una debole apertura a New York. La mattina le borse europee hanno aperto in calo e sono scese fin verso le 10.30. L'Eurostoxx50 (+0.58% a 3557 punti) ha esordito a 3519 punti ed é caduto fino a 3473 punti di minimo. Già in mattinata però le borse sono risalite insieme ai futures americani. Alle 15.45 l'Eurostoxx50 era tornato a 3560 punti. Successivamente si é presentato un problema o un'anomalia. La borsa americana é partita baldanzosa al rialzo mentre le borse europee si sono fermate e sono rimaste a guardare. Il risultato finale é stato in effetti un rimbalzo e una seduta moderatamente positiva. Il comportamento del mercato é però illogico e a questo punto dopo questo sali e scendi non sappiamo più a cosa credere - non é chiaro quale movimento e quali segnali sono rilevanti ai sensi dell'analisi tecnica. Sono importanti le candele bianche/verdi e le sedute positive o sono più rilevanti i minimi discendenti e gli indicatori che mostrano una crescente debolezza? In linea di massima pensiamo che il mercato debba continuare a correggere.

La seduta a Wall Street é stata movimentata - non solo per quel che riguarda gli avvenimenti descritti nella prima parte del commento - bisognava anche osservare come il mercato reagiva agli utili trimestrali. In questo caso la risposta degli investitori é stata logica e razionale. Hanno ancora comperato Microsoft (+2.59%) mentre hanno venduto Apple (-3.50%) e Tesla (-3.32%) che non hanno confermato gli ambiziosi obiettivi fissati dagli analisti.
Il future sull'S&P500 ha toccato la mattina verso le 10.30 un minimo a 3707 punti (!). Da qui é risalito insieme alle borse europee e l'S&P500 nel pomeriggio ha infine aperto a 3778 punti. Dopo un breve tuffo a 3775 punti l'indice é salito ad ondate fino a metà seduta quando ha raggiunto il massimo a 3830 punti (circa 120 punti sopra il minimo teorico del mattino !!!). Poi lentamente il rialzo si é sgonfiato e con una parabola l'indice é ridisceso a 3787.38 punti (+0.98%). Il Russell2000 (-0.10%) ha subito le conseguenze dei divieti d'acquisto imposti da Robinhood e colleghi. Il Nasdaq100 (+0.68% a 13201 punti) e il DJT (+1.04%) hanno invece seguito l'S&P500.
Per saldo la seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4713 su 2759, NH/NL a 309 su 345 e volume realtivo a 1.4 (!). La volatilità VIX é caduta a 30.21 punti (-7.00), il CBOE Equity put/call ratio era fermo a 0.4 e il Fear&Greed Index é lievitato a 41 punti (+1 punto).
I Summation Index adesso sono decisamente in calo.
Per l'analisi tecnica adesso c'é un problema. I grafici e gli indicatori considerano solo quanto succede sugli indici e non considerano i movimenti del future. Ufficialmente ieri l'S&P500 ieri ha aperto a 3755 punti ma non é vero - questo valore era calcolato prima che tutti i titoli iniziassero a trattare. In effetti il minimo giornaliero era sui 3775 punti mentre il minimo calcolato sulla base del future é sui 3714 punti (7 punti di differenza tra future e cash). Le differenze sono rilevanti. Il quadro generale é però indiscutibile. La borsa americana sta correggendo e molto probabilmente gli indici devono scendere più in basso. In fondo ieri hanno unicamente svolto una seduta in trading range.

Stamattina alle 07.20 il future sull'S&P500 era a 3732 punti (minimo a 3725 punti) - mentre stavamo scrivendo é risalito fino a 3751 punti. Ora (08.30) é a 3736 punti (-43 punti). I mercati sono deboli e nervosi. L'Eurostoxx50 vale 3516 punti (-41 punti). Le borse europee aprirano con un tuffo di circa il -1.1%. Oggi avremo una seduta negativa ma probabilmente in trading range. Nel fine settimana avremo tempo per fare un'analisi approfondita e fissare degli obiettivi precisi per la correzione.
Stamattina il Nikkei ha perso il -1.89% - Shanghai é in calo del -0.6%.

Commento del 28 gennaio

Finalmente una seduta decisamente negativa - oggi probabilmente c'é un rimbalzo da un minimo discendente

Ieri ci aspettavamo una seduta di pausa prima dei risultati trimestrali dei big della tecnologia. Invece - come spesso succede - le borse sono state travolte da un'ondata di vendite malgrado la pubblicazione di ottimi utili trimestrali di Microsoft e prima di conoscere i risultati di Apple (ottimi), Facebook (buoni) e Tesla (deludenti). È inutili discutere quali siano state le causa di questo improvviso crollo - molti danno la responsabilità alle dichiarazioni di Jerome Powell in serata. La realtà é che da settimane le borse covavano questa correzione partita da una situazione di eccesso di rialzo, di euforia e di debole partecipazione. Il problema a livello tecnico é come al solito indovinare il timing. Anche questa volta purtroppo siamo stati leggermente sorpresi - pensavamo che potesse esserci ancora una seduta positiva sul Nasdaq100 prima della reazione negativa.
L'Eurostoxx50 ha perso il -1.57% a 3536 punti - stamattina scenderà più in basso. L'S&P500 ha perso 98 punti a 3750.77 punti (-2.57%). La situazione é paragonabile a quella di settembre del 2020 e ci aspettiamo che la correzione si sviluppi in maniera simile. Questo significa che avremo una correzione minore di tipo ABC che dovrebbe far tornare l'S&P500 sui 3600 punti. Questa é solo una stima ed é prematura visto che c'é stata solo una seduta decisamente negativa. La lunga candela rossa sul grafico mostra però che almeno a corto termine qualcosa é cambiato. Tra l'altro le performances da inizio anno di Eurostoxx50 (-0.46%) e S&P500 (-0.14%) sono ora negative. La tendenza di fondo delle borse é ancora al rialzo ma dobbiamo renderci conto che questo concetto é relativo. Chi non ha comperato tecnologia o speculato con le piccole e medie imprese di alcuni settori particolari nel 2021 sta perdendo soldi.

Lunedì le borse europee sono cadute - martedì sono risalite e hanno compensato le perdita di lunedì. Ieri c'é stato un'altro tuffo e ieri sera si poteva copiare e ripetere il commento di lunedì. L'unica differenza é che un capitombolo può essere un semplice incidente - due cadute di questo tipo sono invece un sintomo di debolezza che sembra aprire definitivamente la strada verso il basso.
L'Eurostoxx50 (-1.57% a 3536 punti) ha chiuso con una pesante perdita di 51 punti - ha toccato un nuovo minimo annuale a 3502 punti - ha però chiuso lontano dal minimo giornaliero segno che i rialzisti hanno ancora qualcosa da dire. Il DAX (-1.81% a 13620 punti) e il FTSE MIB (-1.47% a 21662 punti) si sono comportti in maniera simile all'Eurostoxx50 - anche questi indici hanno raggiunto un nuovo minimo annuale. Pessima giornata anche per l'indice delle banche SX7E (-2.78% a 70.76 punti) che si avvicina velocemente al supporto a 70 punti. Il cambio EUR/USD cade a 1.2100 - da settimane spieghiamo che una correzione delle borse deve corrispondere ad un calo del cambio EUR/USD - la correlazione é evidente.
In generale non pensiamo che si stia verificando un'inversione di tendenza - favoriamo decisamente la variante della correzione. Pensiamo che le borse europee possano scendere ancora un -3%/-4% fino ad una situazione di ipervenduto a corto termine e pessimismo. Potremo confermare questa previsione il fine settimana.

Il ribasso iniziato in Europa é proseguito negli Stati Uniti. L'S&P500 ha aperto in calo a 3800 punti. Ha subito rotto questo primo supporto ed é caduto a 3767 punti. Poi ha recuperato fino ai 3810 punti, é sceso a metà seduta a 3772 punti, é nuovamente rimbalzato a 3798 punti. Non é più riuscito a tornare sopra i 3800 e la conseguenza é stata una successiva caduta a 3736 punti di minimo. Sul finale l'indice é tornato a 3750.77 punti (-2.57%). Ci sono state delle vendite in tutti i settori (Nasdaq100 -2.80%, DJT -2.90%, RUT -1.91%) Per questa ragione la seduta al NYSE é stata decisamente negativa con A/D a 1181 su 6338, NH/NL 553 su 1064 (!) e volume relativo a 1.5. I Summation Index sono scesi.
Siamo impressionati dal notevole cambiamento negli indicatori di sentiment. La volatilità VIX é balzata a 37.21 punti (+14.19), la CBOE Equity put/call ratio era bassa a 0.40 e il Fear&Greed Index é crollato a 42 punti (-22). Il p/c ratio mostra però che gli speculatori long sono ancora forti ed attivi - stanno dando battagli agli Hedge Fund short e per ora vincono. Pensiamo quindi che questo scontro debba ancora provocare dopo la correzione un'ultima fase di rialzo al termine della quale anche gli ultimi shortisti saranno eliminati e tutti saranno completamente investiti. In quel momento potrebbe esserci un crash - fino a questo punto mancano però ancora settimane se non mesi.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3722 punti (-22 punti). Pensiamo che l'S&P500 potrebbe ancora scendere fino ai 3700 punti prima di un forte rimbalzo - questo potrebbe già succedere durante la seduta odierna. Stamattina però prevarranno ancora le vendite. L'Eurostoxx50 vale 3502 punti - le borse europee apriranno con una perdita del -1%. Nel corso della giornata scenderanno più in basso - poi vedremo se l'atteso recupero che dovrebbe iniziare a Wall Street comincerà abbastanza presto da coinvolgere anche i listini europei.

Commento del 27 gennaio

Gli europei fannno marcia indietro - gli americani si fermano in attesa dei risultati dei big tech

Ieri le borse europee sono rimbalzate dai supporti (Eurostoxx50 +1.12% a 3592 punti) - visto che in America il rialzo sembrava tranquillamente proseguire gli europei hanno pensato che non fosse necessario continuare a correggere e hanno fatto marcia indietro. L'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 3870.90 punti ma ha chiuso con una leggera perdita di 5 punti a 3849.62 punti (-0.15%). Gli americani non hanno preso iniziative e hanno preferito aspettare i risultati dei colossi della tecnologia prima di decidere se continuare a comperare titoli già molto cari. Dopo la chiusura Microsoft ha presentato dei risultati trimestrali eccellenti - l'azione é balzata ufficiosamente del +7%. Per ora sembra che ci siano ancora abbastanza titoli al rialzo per sostenere dei listini lentamente a corto di carburante - I Summation Index ieri sono scesi in una seduta nel complesso negativa.

Ieri in Europa ci aspettavamo un debole rimbalzo dopo che lunedì l'Eurostoxx50 (+1.12% a 3592 punti) e il DAX (+1.66% a 13871 punti) erano scesi sulla zona di supporto. La seduta é andata meglio del previsto. L'Eurostoxx50 é salito di 45 punti - il DAX ha guadagnato 227 punti - in questa maniera gli indici hanno compensato quasi tutta la perdita di lunedì annullando l'impulso ribassista. L'Eurostox50 e il DAX sono tornati nel range di gennaio e le MM a 50 giorni ormai piatte mostrano in maniera esemplare che la tendenza a corto termine é neutra. Da inizio dicembre le borse europee non riescono più a fare sensibili progressi malgrado che la tendenza di fondo resta al rialzo. Fino a quando la borsa americana non corregge non lo faranno neanche le borse europee.
Il FTSE MIB (+1.16% a 21987 punti) si é comportato come le altre borse europee malgrado che Giuseppe Conte abbia presentato le dimissioni - gli investitori non danno molto peso alla crisi politica italiana - una dimostrazione in più della fiducia estrema che pongono nella BCE e nella sua capacità di poter compensare qualsiasi problema dei mercati finanziari con un mare di liquidità. D'altra parte pochi credono che si andrà ad elezioni anticipate - gli attuali partiti di governo hanno solo da perdere in un simile caso e faranno di tutto per trovare una nuova coalizione a sostegno di un ulteriore governo di centro sinistra.

L'S&P500 ha aperto su un nuovo massimo storico a 3870.90 punti. L'indice però non ha più avuto la forza per salire più in alto. È sceso ad ondate fino alle 18.00 sul minimo giornaliero a 3847 punti. Poi é risalito lentamente fino ai 3860 punti e sul finale si é sgonfiato e ha chiuso a 3849.62 punti (-0.15%). È stata una seduta senza direzione contrassegnata solo da speculazioni su singoli titoli. I traders si organizzano in rete ed attaccano in branco singoli titoli (GME) facendoli esplodere al rialzo - é un puro gioco al massacro tra rialzisti e ribassisti senza nessuna rapporto con i fondamentali della società - le borsa é ormai diventata un luogo dove si combattono gli adolescenti abituati ai giochi elettronici - i soldi sono solo uno stimolo supplementare.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 2941 su 4507, NH/NL a 739 su 244 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 23.02 punti (-0.17), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.40 e il Fear&Greed Index é scivolato a 62 punti (-4).
La situazione tecnica non cambia - il rialzo si é nuovamente concentrato sulla tecnologia - i temi "ripresa economica", "rialzo dei prezzi delle materie prime" e  inflazione" sono passati in secondo piano come mostrano i cali di DJTransportation (-1.61%) e Russell2000 (-0.62%).  Stasera dopo la chiusura Apple, Tesla e Facebook presentano i risultati trimestrali - vediamo se cambia qualcosa.    

Stamattina il future sull'S&P500 é fermo a 3842 punti. Microsoft riesce solo a far salire il future sul Nasdaq100 del +0.5%. Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 3592 punti - le borse europee apriranno invariate. Crediamo che oggi avremo un'altra seduta di pausa - le borse dovrebbero muoversi poco e chiudere praticamente invariate.

Commento del 26 gennaio

Uno strano vuoto d'aria senza apparenti conseguenze

Ieri l'S&P500 ha aperto al rialzo a 3853 punti e fino alle 16.45 é tranquillamente salito fino a 3859 punti di massimo. Poi é arrivata un'improvvisa e violenta ondata di vendite e l'S&P500 in un quarto d'ora é crollato a 3797 punti - un tonfo di circa 60 punti in pochi minuti. Il mercato si é poi lentamente risollevato e dopo un paio d'ore l'S&P500 é tornato a 3846 punti - é rimasto su questo livello fino alle 21.30. Sul finale c'é stata ancora una spinta di rialzo e l'S&P500 ha chiuso a 3855.36 punti (+0.36%). Questo tonfo non ha fatto danni a livello tecnico - ha però sicuramente influenzato a livello psicologico gli speculatori che si sono resi conto che il mercato é vulnerabile. Un giorno si verificherà l'opposto di quanto sta succedendo adesso. In effetti la nuova moda degli speculatori é di comperare le azioni più shortate dagli hedge funds e obbligarli a comperare e coprire le posizioni short provocando delle incredibili accelerazioni di tipo esponenziale. L'esempio tipico e molto discusso negli scorsi giorni é quello di GameStop (GME). Un giorno succederà la stessa cosa con il folto gruppo di speculatori retail che ogni giorno da mesi comperano calls (CBOE Equity put/call ratio a 0.38). Il Margin Debt nel 2020-2021 é salito a livelli stratosferici e crea le premesse ideali per un crash di ampie proporzioni. Presto o tardi questo denaro preso a prestito per comperare azioni a leva deve essere ripagato - quando il mercato azionario americano comincerà a scendere rischia di farlo a valanga. Tecnicamente questo momento non sembra ancora vicino anche se la caduta di ieri sembra una di quelle lievi scosse telluriche che precedono un terremoto vero e proprio.

In Europa la settimana é iniziata a sorpresa con un capitombolo. A sorpresa poiché ieri mattina l'Eurostoxx50 ha aperto in guadagno a 3614 punti. L'indice (e in generale le borse europee) ha però subito cominciato a scendere ed é caduto alle 17.10 sul minimo a 3540 punti - 61 punti sotto il massimo. Questo significa reversal e una lunga candela rossa sul grafico che sembra aprire la strada verso il basso. C'é ancora la possibilità che il supporto statico rafforzato dalla MM a 50 giorni sui 3550 punti regga e l'indice torni nel range di gennaio. I segnali di debolezza sono però adesso evidenti e il rischio di correzione diventa concreto - ci vuole solo un pò di collaborazione da parte dell'America. Sull'Europa si addensano parecchie nuvole nere - dal probabile rinvio della ripresa economica insieme al prolungarsi della recessione, alla crisi politica italiana che malgrado il sostegno della BCE potrebbe far riesplodere la crisi del debito. Inoltre la pandemia di Coronavirus sembra nuovamente sfuggire al controllo delle autorità sanitarie - i politici si affrettano a inasprire le misure che limitano i movimenti dei cittadini e l'attività economica. Anche il DAX (-1.66% a 13644 punti) ha perso parecchio. L'indice é caduto alle 17.10 sul minimo a 13600 punti - 344 punti (!) sotto il massimo. Questa é la peggiore chiusura giornaliera del 2021. Anche il DAX ha un supporto statico rafforzato dalla MM a 50 giorni sui 13500 punti - potrebbe reggere e aiutare il DAX a rimbalzare. Anche il limite inferiore delle BB (13591 punti) potrebbe bastare a contenere il movimento dell'indice. La variante più probabile diventa però una definitiva rottura al ribasso.
Il grafico con l'aspetto più preoccupante é quello del FTSE MIB (-1.60% a 21736 punti). In Italia si parla insistentemente delle dimissioni di Giuseppe Conte e di una crisi di governo che arriva al momento sbagliato. Con queste premesse c'é da stupirsi (in bene) che in una giornata dove le borse europee sono cadute e il settore bancario é crollato il FTSE MIB ha perso come la maggior parte degli indici azionari europei e non di più. Ieri però il FTSE MIB ha rotto il supporto effimero fornito dalla MM a 50 giorni e chiude sul minimo del 2021. La strada verso il basso é aperta...
L'indice delle banche SX7E é crollato del -3.75% a 71.30 punti. Il risultato é logico - ieri tutto parlava in sfavore delle banche - il trend ribassista apparso settimana scorsa, il calo dei tassi d'interesse e la recessione sottolineata stasera da Christine Lagarde. A 70 punti c'é un solido supporto - é ancora distante.

Torniamo a New York. Malgrado l'incidente di percorso e il vuoto d'aria é stata una seduta positiva per i maggiori indici. L'S&P500 (+0.36% a 3855.36 punti) ha recuperato la perdita di venerdì mentre il Nasdaq100 (+0.87% a 13483 punti) ha raggiunto un nuovo massimo storico. Gli investitori continuano a puntare sui colossi della tecnologia (Apple +2.77%, Tesla +4.03%) convinti che nei prossimi giorni presenteranno ottimi risultati trimestrali. Il resto del mercato però ha marciato sul posto (DJT -0.05%, RUT -0.25%). La seduta al NYSE é stata leggermente negativa con A/D a 3526 su 3926, NH/NL a 1065 su 375 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é balzata a 23.19 punti (+1.28), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.38 e il Fear&Greed Index é sceso a 66 punti (-3).
Nella seduta di ieri ogniuno trova argomenti a sostegno delle proprie tesi. I rialzisti osservano il convincente recupero dal minimo e la chiusura dell'S&P500 in guadagno e a ridosso del massimo storico. I ribassisti dicono che in un mercato sano non dovrebbero esserci dei crolli di 60 punti senza ragioni particolari. Noi ci limitamo ad analizzare la situazione tecnica che per ora non cambia in maniera significativa. I Summation Index sono leggermente scesi.

Stamattina alle 08.50 ritroviamo il future sull'S&P500 a 3828 punti (-20 punti). L'Eurostoxx50 vale 3548 punti (-5 punti). Le borse europee apriranno in leggero calo. Stamattina proveranno ad imitare l'America e cercheranno di recuperare parte della perdita di ieri.
Poi vedremo se i traders americani punteranno ancora sulla tecnologia o aspetteranno adesso di vedere come sono i risultati trimestrali - oggi dopo la chiusura é il turno di Microsoft e AMD.
Stamattina il Nikkei ha perso il -0.96% - Shanghai é in calo del -1.5%. Anche in Asia il rialzo si ferma...

Aggiornamento del 25 gennaio

Apple - Microsoft - Facebook - Tesla - AMD - McDonald’s - Starbucks - American Airlines - Southwest Airlines - Boeing - Caterpillar - General Electric - Johnson & Johnson - Visa - Mastercard - American Express - Chevron

Questa settimana la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese americane entra nel vivo - nel titolo abbiamo indicato solo una selezione delle società più importanti. Martedì e mercoledì sono attesi i risultati di quattro big della tecnologia (includiamo Tesla visto che il suo successo non é dato dal motore elettrico ma dal concetto di auto computerizzata) e questo ha causato nelle scorse sedute il rialzo del Nasdaq100. Gli investitori hanno imparato il gioco - prima della comunicazione dei numeri le stime degli analisti vengono abbassate con la conseguenza che i dati effettivi sono poi migliori delle attese. Normalmente l'azione reagisce con un'impennata alla "buona notizia" e i traders long incassano la vincita. Vedremo se anche questa volta l'operazione finisce in questa maniera o l'eccessivo front running non rovina la festa.

Il fine settimana é trascorso nella calma. Il mondo si sta abituando alla sparizione dalla scena di Donald Trump - tutti sembrano apprezzare la tranquillità e il ritorno a toni più civili.
Stamattina presto il future sull'S&P500 era a 3850 punti - ora é a 3849 punti (+15 punti). Il future sale ma non continua a guadagnare terreno prima dell'apertura in Europa come succedeva settimana scorsa. Il Nikkei guadagna il +0.67% - Shanghai sale del +0.5%. La settimana inizia nuovamente con un'intonazione positiva. Alle 08.15 l'Eurostoxx50 vale 3615 punti (+13 punti) - le borse europee apriranno con un guadagno del +0.3% - poco ma siamo abituali allo scarso entusiasmo dei nostri mercati azionari.

Commento del 23-24 gennaio

Può continuare così? Secondo l'analisi fondamentale no - secondo l'analisi tecnica per il momento si

Settimana scorsa ci aspettavamo che la correzione minore iniziata l'11 di gennaio dovesse continuare. Invece la borsa americana é ancora riuscita a guadagnare terreno grazie alla riscossa degli AGMAF (Apple, Google, Microsoft, Amazon, Facebook). I big della tecnologia sono ripartiti in maniera dinamica al rialzo e hanno trascinato il listino a Wall Street.
Nel 2020 l'S&P500 ha guadagnato in totale il +18.4%. Gli AGMAF + Netflix sono saliti del +55%. Il contributo di questi titoli alla performance dell'S&P500 é stata del +14.35% - gli altri 494 titoli hanno fatto lievitare l'indice del +4.05%. Una simile discrepanza é normale ? - certamente no. Può ripetersi quest'anno? - la logica risposta sarebbe no anche perché queste società sono ormai dominanti in un mercato lentamente saturo e molto competitivo e quindi non possono più crescere a questi ritmi. Se vediamo le performance degli indici azionari americani di settimana scorsa sembra però ancora possibile. Gli investitori hanno una fidiucia illimitata e incondizionata nella capacità di queste società di macinare utili in continua crescita esponenziale.
Quando un indice come il Nasdaq100 guadagna il +4.39% in una settimana e tocca una serie di nuovi massimi storici é logico che i grafici e gli indicatori mancano solo segnali positivi. Estrapolando il trend le azioni delle società tecnologiche sembrano poter solo salire. Ovviamente dopo un rally del genere si crea una situazione di ipercomperato, di eccesso di rialzo e di entusiasmo tra gli investitori. Normalmente questi eccessi devono essere compensati tramite una correzione - da mesi però questo non succede e noi possiamo solo constatare attoniti questo dato di fatto. Gli investitori sono disposti a prendere dei rischi enormi e a livelli mai visti nella storia a causa delle condizioni create dall'azione coordinata dei governi e delle banche centrali. I mercati finanziari sono innondati da liquidità a basso prezzo e gli investitori sono praticamente obbligati a comperare azioni poiché gli investimenti a reddito fisso (liquidità e obbligazioni) non rendono più niente. Inoltre c'é una generazioni di investitori che non considera i fondamentali e si muove in borsa come se si trovasse in un divertente gioco elettronico con il quale si guadagna facilmente soldi senza fare fatica. Ci ricorderemo di questo periodo come uno dei più pazzi ed irrazionali della storia dei mercati finanziari. Sicuramente questa bolla finanziaria di dimensioni globali e monumentali ad un certo momento scoppierà - il problema é che nessuno sa quando e perché. Al momento noi non vediamo nessun cambiamento all'orizzonte - da mesi la situazione tecnica a medio e lungo termine é praticamente invariata. Per l'analisi tecnica questo rialzo può continuare. 

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.08% a 3602 punti
SX7E (banche)          -2.91% a 74.08 punti
DAX                         +0.63% a 13874 punti
SMI                          +0.49% a 10930 punti
FTSE MIB                  -1.31% a 22088 punti
S&P500                     +1.94% a 3841.47 punti
Nasdaq100                +4.39% a 13366 punti

Venerdì le borse europee hanno avuto una seduta leggermente negativa - l'Eurostoxx50 ha chiuso a 3602 punti (-0.44%), 3 punti sopra il livello raggiunto 7 giorni prima. Durante la settimana gli indici si sono mossi poco e e quasi tutte le sedute sono state senza una precisa direzione. Le differenze al termine delle giornate sono state tutte inferiori all'1% - le borse europee sono in stallo e non reagiscono più ai segnali di rialzo provenienti da Wall Street. Il FTSE MIB (-1.52% a 22088 punti) é l'unico dei nostri indici azionari con una performance settimanale negativa - sicuramente una conseguenza dell'incertezza politica che sta facendo lievitare lo spread sui titoli di Stato. Malgrado l'aiuto fornito dalla BCE che compra i titoli di Stato nell'ambito del QE ed impedisce un'impennata dei tassi d'interesse gli investitori internazioneli cominciano a mostrare una certa intolleranza nei riguardi delle capriole politiche italiane che si ripercuotono sull'economia. Il FTSE MIB sembra voler correggere e si é appoggiato sulla MM a 50 giorni - una rottura al ribasso sembra inevitabile. Speriamo che l'Italia non diventi l'epicentro di una nuovo crisi economica e finanziaria. Per ora non sembra ma é meglio osservare da vicino lo sviluppo della situazione ed essere prudenti.
Dal massimo dell'8 gennaio le borse europee hanno iniziato una correzione strisciante. Per ora sono scese poco poiché la buona performance della borsa americana l'ha impedito. Attenzione però che l'effetto combinato di gravità e possibile correzione anche in America potrebbe creare le premesse per una sostanziale accelerazione al ribasso.

In America la borsa lunedì era chiusa - ci sono state solo 4 sedute. L'S&P500 é salito parecchio martedì e mercoledì, giovedì si é fermato, venerdì é sceso (-0.30% a 3841.47 punti). Il Nasdaq100 é salito fino a giovedì e solo venerdì é sceso (-0.30% a 13366 punti) come l'S&P500. Giovedì gli indici hanno toccato dei nuovi record storici - di conseguenza possiamo solo parlare di rialzo come viene confermato dagli indicatori che usiamo per determinare il trend di base - l'83.9% dei titoli é sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE é a 78.62. La seduta negativa di venerdì non ha ancora nessun significato particolare. Mostra unicamente che gli investitori si muovono come un greggie di pecore compatto da una parte all'altra senza una logica o costanza - le emozioni e il momentum dominano e un'azione che é stata comperata per settimane può cadere improvvisamente in disgrazia ed essere lasciata cadere come un appestato (IBM -9.91%, Intel -9.29%).
C'é stata la solita rotazione tra settori - le prese di beneficio sulla tecnologia sono state compensate da acquisti sulle PMI (Russell2000 +1.28%). L'S&P500 ha aperto in calo a 3836 punti, é salito a 3845 punti ed é caduto sul minimo a 3830 punti. Per le 18.00 é tornato a 3849 punti e poi é oscillato su questo livello fino alle 21.40 quando con una breve impennata ha toccato i 3852 punti. Sul finale é caduto a 3841.47 punti (-0.30%). La seduta al NYSE é stata equilibrata con A/D a 3822 su 3608, NH/NL a 610 su 307 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é salita a 21.91 punti (+0.59), il CBOE Equity put/call ratio era basso a 0.40 e il Fear&Greed Index é salito a 69 punti (+6 punti) - gli indicatori di sentiment sono contraddittori ma il quadro generale mostra sempre investitori ottimisti e speculativamente orientati al rialzo. Ci sono molti indicatori di sentiment - non solo questi 3 - da settimane non allarghiamo il discorso poiché non ne vale la pena - l'euforia provoca delle brevi correzioni minori ed intermedie e nient'altro.
I Summation Index sono piatti - quello sul NYSE é leggermente sceso - quello sul Nasdaq é leggermente salito.

La borsa americana non vuole correggere - gli investitori trovano costantemente una ragione per comperare saltando da un tema all'altro. Le borse europee mostrano debolezza relativa - sono in stallo ma non scendono poiché vengono sostenute dai segnali provenienti da Wall Street. Per ora la musica non cambia.

Commento del 22 gennaio

Il rialzo si é fermato ma gli speculatori sono ancora a caccia di prede

Ieri le borse sia in Europa (Eurostoxx50 -0.16% a 3618 punti) che in America (S&P500 +0.03% a 3861.45 punti) hanno marciato sul posto. All'inizio della seduta gli indici europei si sono ancora impennati ma dopo la prima ondata d'acquisti sono tristemente scivolati verso il basso e hanno chiuso vicino ai minimi giornalieri - si potrebbe quasi parlare di reversal ma evitiamo di definire questa seduta come un possibile cambiamento di direzione poiché i segnali in questo senso sono insufficienti. La borsa americana é vissuta ancora di tecnologia (Intel +6.46%, Apple +3.67%) e il Nasdaq100 (+0.81% a 13405 punti) ha ancora guadagnato 108 punti salendo su un nuovo record storico. Questo ha permesso anche all'S&P500 di toccare un nuovo massimo storico marginale a 3861.45 punti. I dati alla fine della giornata mostrano però che strutturalmente si é trattato di una seduta negativa causata dalla debolezza del settore delle PMI (RUT -0.89%). Lentamente sembra che i rialzisti siano a corto di argomenti. Questo non significa ancora che le borse devono scendere - sarà però impossibile a breve continuare a salire con questo ritmo - quello che vogliamo dire con questa affermazione é che la spinta di rialzo partita in America ad inizio novembre é praticamente finita. 

Considerando l'ottima seduta mercoledì a Wall Street i nuovi massimi storici della borsa americana ieri dall'Europa ci si poteva aspettare di più. L'Eurostoxx50 ha aperto in guadagno e sul massimo giornaliero (3649 punti) e ha chiuso vicino al minimo (3616 punti) con una leggera perdita. Evitiamo di parlare di reversal e di correzione. È però evidente che le borse europee non riescono a seguire l'America al rialzo. Il DAX tedesco (-0.11% a 13906 punti) si é comportato come l'Eurostoxx50 - il massimo annuale risale all'8 di gennaio e da inizio anno l'indice non riesce più a fare sensibili progressi. Il rialzo in Europa é in stallo.
L'indice delle banche SX7E ha perso il -0.63% a 75.65 punti malgrado un aumento dei tassi d'interesse di mercato. Un segnale negativo e preoccupante... La borsa italiana si é comportata alla stessa maniera ma il FTSE MIB (-0.98% a 22429 punti) ha perso decisamente di più. Ieri c'é stato un segnale di sfiducia nei riguardi della borsa italiana - forse una conseguenza dell'instabilità politica. A livello tecnico non vediamo ancora differenze tra Italia ed Europa. Vedremo quale indice testerà per primo la MM a 50 giorni - il test é inevitabile visto che gli indici si muovono in laterale mentre le MM salgono.
L'SMI svizzero (-0.30% a 10913 punti), che a breve si sta comportando come l'SP500 americano, ha toccato un nuovo massimo marginale a 11004 punti e poi ha cambiato direzione e ha chiuso con una perdita di 32 punti che lascia una lunga candela rossa sul grafico. Non definiamo questa seduta come un reversal - é prematuro. C'é però il rischio che la spinta di rialzo si sia esaurita. Vediamo se oggi inizia l'attesa correzione a 10600 punti. Ricordiamo che il massimo storico é a 11270 punti.

L'S&P500 ha svolto una seduta senza una chiara direzione e si é mosso in soli 16 punti. L'indice ha aperto a 3857 punti, é caduto a metà seduta a 3845 punti, é salito dopo le 21.00 a 3861 punti e ha infine chiuso a 3853.07 punti (+0.03%). La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3001 su 4416, NH/NL a 771 (troppo pochi) su 214 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 21.32 punti -0.26), il CBOE Equity put/call ratio era sul solito livello (0.40) mentre il Fear&Greed Index é sceso a 63 punti (-2 punti). Il grafico dei Summation Index é piatto - ieri entrambi gli indici sono leggermente scesi.
Ieri l'ETF Energy ha perso il -3.38%. In generale sembra che gli speculatori long siano ancora convinti della loro strategia (seguire semplicemente il momentum ignorando i fondamentali) ma non sanno più cosa comperare. La pressione psicologica data dalla liquidità che non rende niente é forte. L'esempio del Bitcoin mostra però che la borsa conosce ancora due direzioni e non solo una - l'8 gennaio il prezzo ha raggiunto i 42000 USD - ieri é brevemente sceso sotto i 30000 USD. Ogni bull market vive delle fasi negative.

Stamattina c'é un cambiamento - il future sull'S&P500 é a 3830 punti (-16 punti) e non risale come avviene abitualmente quando si avvicina l'apertura delle borse europee. Alle 08.40 l'Eurostoxx50 vale 3604 punti (-12 punti) - le borse europee apriranno in leggero calo. Le borse asiatiche sono in negativo (Nikkei -0.44, Shanghai -0.4%). I mercati sembrano stanchi - le premesse sono per una seduta moderatamente negativa.

Commento del 21 gennaio

Gli AGMAF si involano con Netflix (+16.85%) - le borse europee seguono a distanza e con fatica

Ieri la borsa americana ha festeggiato il nuovo Presidente degli Stati Uniti Joe Biden - i maggiori indici azionari sono decollati e hanno raggiunto dei nuovi massimi storici (S&P500 +1.39% a 3851.85 punti). In generale é stata una seduta positiva ma non eccezionale - gli acquisti si sono concentrati su pochi titoli specialmente nel settore tecnologico. I pesi massimi della tecnologia (AGMAF) hanno guadagnato più del 2% con Google (+5.36%) nuovamente in evidenza. Sappiamo che quando gli amanti della tecnologia si scatenano anche Apple (+3.29%) deve essere della partita. L'euforia sembra essere partita da Netflix (+16.85%) i cui guadagni trimestrali erano inferiori alle stime degli analisti - il forte aumento dei nuovi abbonati é però bastato a far sognare i fans dello streaming online.
A livello di partecipazione ci sono molti punti di domanda. Dalla sottoperformance del settore delle PMI (Russell2000/RUT +0.44%) al calo del settore dei semiconduttori (-0.36%) fino alla caduta del settore bancario (BKX -1.79%). È però evidente che il rialzo continua e l'ipotesi di una correzione é sbagliata - l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 3859.75 punti - il Nasdaq100 ha stupito con un'apertura in gap up, un nuovo record a 13332 punti e un forte guadagno di 300 punti (+2.31%). Per noi che ci aspettavamo solo una seduta di moderato rialzo si tratta evidentemente di uno smacco. A questo punto, tornando al commento del 9-10 gennaio, sembra che la borsa stia seguendo l'alternativa dell'accelerazione finale di tipo esaustivo - allacciate le cinture di sicurezza e tenetevi forte.

Le borse europee stanno tentando di seguire l'America ma fanno fatica e si fanno distanziare. Gli indici hanno aperto ieri al rialzo e sono saliti fino alle 09.45. A quel punto la spinta si é esaurita e fino nel pomeriggio non é successo più nulla. Ci sono state delle sporadiche vendite e gli indici hanno perso la metà dei guadagni della mattina - l'intonazione é però rimasta costruttiva. A pomeriggio inoltrato sono tornati i compratori stimolati da quanto stava succedendo a New York. Gli indici sono nuovamente saliti ma si sono ancora sgonfiati dopo le 16.00. A fine giornata sono rimasti dei moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.80% a 3624 punti) che riportano le borse europee sui livelli di una settimana fà. Non c'é correzione me neanche ripresa del rialzo - finora bisogna parlare di consolidamento.
Peccato - da un punto di vista fondamentale le borse europee sono più interessanti di quella americana. Manca però quella componente speculativa e fantasiosa che contraddistingue gli Stati Uniti - mancano le grandi e dominanti società tecnologiche - manca un mercato efficiente delle opzioni - manca liquidità in borsa - mancano research e siti d'informazione finanziaria.

Pensavamo che la seduta a Wall Street, seguendo le tradizioni, dovesse essere moderatamente positiva, Visto che gli indici erano nuovamente ipercomperati e in eccesso di rialzo non pensavamo che potesse ancora esserci una seduta pirotecnica come il fuoco d'artificio che a Washington ha salutato Joe Biden.
L'S&P500 ha aperto a 3821 punti e tendenzialmente é salito senza rilevanti ritracciamenti fino al massimo a 3859.75 punti. Solo sul finale l'indice é ricaduto a 3851.85 punti (+1.39%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4763 su 2677, NH/NL a 1096 (pochi) su 139 e volume relativo a 1.0. La volatilità VIX é scesa a 21.58 punti (-1.66), Il CBOE Equity put/call ratio é basso a 0.40 e il Fear&Greed Index é balzato a 69 punti (+18 punti). I Summation Index sono leggermente saliti.
La situazione tecnica é simile a quella che c'era alla chiusura del 7 di gennaio. Sullo slancio oggi l'S&P500 potrebbe guadagnare ancora una decina di punti per poi fermarsi nuovamente una decina di giorni a consolidare.
Bisogna però adattarsi alla realtà. Malgrado premesse tecniche ideali questa borsa non vuole scendere. Fino a qundo non cambierà qualcosa bisogna partire dal principio che ipercomperato, eccesso di rialzo ed euforia non sono elementi sufficienti per provocare un'inversione di tendenza.

Stamattina alle 08.40 il future sull'S&P500 é a 3855 punti (+10 punti) e l'Eurostoxx50 vale 3639 punti (+15 punti / +0.4%). Le borse europee continuano a fare fatica a seguire il ritmo d'ascesa imposto dalla borsa americana. Oggi si riunisce la BCE per discutere la politica monetaria. Le decisioni verranno rese note alle 13.45, La conferenza stampa di Christine Lagarde seguirà alle 14.30. Non pensiamo che questo evento avrà influsso sulle borse - la BCE sta già schiacciando al massimo il pedale sull'acceleratore. Il problema é che l'economia in recessione non sa cosa farsene dei crediti a tassi d'interesse che si avvicinano allo 0%.

Commento del 20 gennaio

C'é da scuotere la testa

Ieri Goldman Sachs (-2.26%) e Bank of America (-0.73%) hanno presentato dei risultati trimestrali ottimi e superiori alle stime degli analisti - in una seduta di rialzo per la borsa americana (S&P500 +0.81% a 3798.81 punti) le azioni sono scese. Ieri sera dopo la chiusura l'utile trimestrale comunicato da Netflix era decisamente sotto le attese - il numero degli abbonati é però salito e l'azione nel dopo borsa ha guadagnato il +7%. C'é da scuotere la testa - qui non si ha a che fare con un comportamento razionale condizionato dai numeri ma con amore - gli investitori odiano le banche e credono ciecamente nelle società della new economy. Probabilmente queste società potevano comunicare qualsiasi cosa che il risultato sul prezzo dell'azione sarebbe stato lo stesso.
Janet Yellen ha parlato davanti alla commissione del Senato incaricata di confermare la sua nomina - gli investitori non hanno reagito logicamente alle sue affermazioni - malgrado che i tassi d'interesse non si siano mossi (USTBond decennale a 1.10%, -0.01%) l'USD si é indebolito (EUR/USD a 1.2145).
Il premio Nobel per l'economia Paul Krugman afferma che non bisogna preoccuparsi per l'aumento esplosivo del debito pubblico - prende ad esempio gli anni dopo la seconda guerra mondiale e mostra che il rapporto PIL/debito é sceso malgrado che il debito in assoluto sia salito - questo perché l'economia era cresciuta in maniera dinamica grazie allo stimolo fornito dalla spesa pubblica. La realtà dell'ultimo decennio mostra che questo sviluppo é irrealistico. Questa ideologia é pericolosa - Krugman afferma espressamente che questo debito non deve essere ripagato e non sarà mai ripagato - si fà credere alla gente che fare debiti é necessario e non ha conseguenze negative - chi vive sulla base di quanto guadagna e risparmia per il futuro é uno stupido.
La finanza vive in un mondo a sé nella credenza che lo Stato possa continuare a spendere soldi indebitandosi all'infinito senza costi visto che i tassi d'interesse rimarranno bassi ancora per decenni. Intanto la borsa diverge sempre di più dalla realtà. Sarà interessante vedere come andrà a finire.

Ieri é stata una seduta un pò strana visto che la borsa americana ha riaperto dopo una giornata di festa e c'é stato un aggiustamento con i mercati che erano aperti lunedì. Il risultato é stata una seduta di poco negativa in Europa (Eurostoxx50 -0.20% a 3595 punti) e un rialzo a Wall Street (S&P500 +0.81% a 3798.91 punti).
La seduta negativa in Europa ha come conseguenza che le borse europee marciano sul posto. Come spiegato nei commenti serali il rialzo di lunedì e il calo di ieri praticamente si annullano. Da inizio anno gli indici azionari europei si sono mossi appena. Malgrado che formalmente la tendenza sia ancora al rialzo la caduta di momentum provoca dei segnali di vendita su indicatori come il MACD. Il quadro generale é però neutro con indici in mezzo alle Bollinger Bands, medie mobili in appiattimento e indicatori che ritornano su livelli di equilibrio. Il vantaggio di questa pausa é che l'ipercomperato sta diminuendo senza che si verifichi una vera e propria correzione. L'Eurostoxx50 si é mosso in pochi punti e ha chiuso praticamente invariato - da inizio anno guadagna il +1.2% - poco per poter parlare di rialzo. Ci rendiamo conto che l'Eurostoxx50 e in generale le borse europee seguono a ruota la borsa americana. È quindi inutile fare delle analisi approfondite sull'Europa visto che gli europei non decidono niente. Peccato perché da un punto di vista fondamentale le azioni europee sono più attraenti. Wall Street ha però un marketing decisamente migliore con maggiori informazioni riguardanti il mercato - in Europa si fa fatica trovare i dati di base come il PE ed il reddito da dividendo dell'Eurostoxx50 - provare per credere...

La borsa americana ha subito mostrato l'intenzione di voler cancellare le perdite di venerdì scorso. L'S&P500 ha aperto in forte rialzo a 3797 punti. All'inizio é sceso e in due ondate é arrivato sul minimo a 3780 punti. Poi é risalito e alle 19.30 sui trovava a 3801 punti. In seguito l'indice si é stabilizzato e si é mosso solo in laterale con un massimo a 3804 punti. Ha chiuso a 3798.91 punti (+0.81%). Gli acquisti hanno coinvolto praticamente tutto il listino (Nasdaq100 +1.50% a 12996 punti, RUT +1.32%) e gli indici hanno chiuso vicino ai massimi giornalieri con volumi di titoli trattati nella media (volume relativo a 1.0). Si é trattato di una buona seduta (A/D a 5181 su 2281, NH/NL a 1052 su 203) che ha cancellato l'impressione negativa e le perdite di venerdì. I dati sul sentiment sono migliorati (VIX a 23.24 punti (-1.10 punti), CBOE Equity put/call ratio a 0.37, Fear&Greed Index a 61 punti +1 punto). Il Summation Index sul NYSE non si é mosso, quello sul Nasdaq é salito di poco. 

Oggi ci sarà la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca del nuovo Presidente americano Joe Biden. Statisticamente oggi dovrebbe esserci una seduta moderatamente positiva. Il future sull'S&P500 é a 3800 punti (+9 punti) e sembra voler confermare questa tradizione. L'Eurostoxx50 alle 08.15 é a 3608 punti (+13 punti) - le borse europee apriranno con un guadagno del +0.3%/+0.4%. Stamattina cercheranno di salire più in alto per imitare l'andamento a Wall Street ieri sera. Dovrebbero presto fermarsi e pensiamo che stasera chiuderanno con moderati guadagni. Torna a farsi sentire l'effetto USD - quando il cambio EUR/USD sale le borse europee sottoperformano.
Il Nikkei ha perso il -0.38% - Shanghai sta guadagnando il +0.4%.
La luna di miele tra Wall Street e il nuovo Presidente democratico dovrebbe essere di breve durata...

Commento del 19 gennaio

Inizio di settimana senza scossoni e meglio del previsto

Ieri in America era un giorno di festa per ricordare la nascita di Martin Luther King. Come spesso succede in queste occasioni le borse europee, senza le indicazioni e gli ordini provenienti dagli Stati Uniti, si sono mosse poco e i volumi di titoli trattati erano bassi. Non si può dare molto peso all'esito di questo tipo di sedute ma diamo ugualmente un'occhiata a quanto successo.

La seduta é andata meglio di quanto suggerivano la mattina presto le indicazioni fornite dai futures - per una volta gli operatori delle banche che fanno mercato si sono sbagliati poiché si aspettavano un'apertura debole. Per esempio in preborsa l'Eurostoxx50 (+0.09% a 3602 punti) era trattato sui 3574 punti. Invece dopo l'apertura l'indice si é subito trovato sui 3590 punti - per il resto della giornata si é mosso stancamente tra i 3584 ed i 3603 punti ed ha chiuso sul massimo e praticamente invariato. Sulla base degli indicatori é una seduta neutra che non ci dice nulla di nuovo. DAX (+0.44% a 13848 punti) e FTSE MIB (+0.53% a 22498 punti) hanno fatto ancora meglio - strano che ci sia questa differenza rispetto all'Eurostoxx50 ma - come anticipato - si é trattato di una seduta diversa dal normale dove bastavano alcuni titoli al rialzo spinti da notizie particolari a fare la differenza.
Il comportamento del mercato durante la giornata é stato costruttivo. I volumi di titoli trattati erano circa la metà del solito. I futures americani durante la giornata sono lievitati e questo ha ridato un pò di fiducia agli investitori europei che hanno comperato qualcosa a caso. L'indice delle banche SX7E ha guadagnato il +0.97% a 77.04 punti. Quanto i tassi d'interesse salgono le banche fanno meglio del resto del mercato (come ieri) - in caso contrario fanno peggio.
Il cambio EUR/USD é stamattina a 1.2095 - ieri ha toccato un minimo annuale a 1.2053 passando sotto la MM a 50 giorni - la tendenza a corto termine é al ribasso. Stimiamo che il cambio debba scendere nei prossimi giorni a 1.19.
Oggi comincia ufficialmente la stagione di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese americane. Nella prima settimana sono soprattutto le banche a presentare i loro dati - oggi per esempio é il turno di Bank of America e Goldman Sachs. La lista é però lunga con nomi di spicco. Halliburton é importante poiché darà indicazioni sullo stato di salute dell'industria petrolifera che ultimamente é di moda. Dopo la chiusura verranno comunicati i risultati di Netflix - uno dei titoli simbolo della New Economy e in teoria una società vincente nei tempi della pandemia.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3788 punti (+25 punti). Ovviamente questo guadagno influenza l'apertura delle borse europee. L'Eurostoxx50 vale 3621 punti (+0.5%). Pensiamo che questa plusvalenza resterà fino a stasera. Domani c'é la cerimonia di insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca e tradizionalmente le borse non scendono in questa giornata. Probabilmente gli investitori festeggeranno l'uscita di scena di Donald Trump sperando in tempi migliori.
Stamattina le borse asiatiche sono miste - il Nikkei ha guadagnato il +1.39% - Shanghai é in calo del -0.8%.

Aggiornamento del 18 gennaio

Martin Luther King Day - risultati trimestrali - Inauguration Day di Joe Biden

Oggi in America é un giorno di festa - si ricorda la figura di Martin Luther King. La borsa a New York é chiusa e come al solito in simili occasioni le borse mondiali dopo l'apertura si muoveranno poco poiché mancano le indicazioni provenienti dal più importante mercato finanziario. Stamattina si ripropone lo schema della fine di settimana scorsa. Il future sull'S&P500 scende a 3750 punti (-11 punti) mentre il cambio EUR/USD scivola a 1.2075. L'Eurostoxx50 alle 08.45 vale 3573 punti (-26 punti). Le borse europee apriranno con un tuffo del -0.70% - Stasera le ritroveremo poco lontane dal livello d'apertura.
Questa settimana inizia il periodo di pubblicazione dei risultati trimestrali delle imprese. Crediamo che ci saranno più sorprese negative che positive visto che le attese degli investitori sono alte e c'é troppo ottimismo. Se questa impressione é corretta probabilmente come reazione ci saranno più vendite che acquisti. Mercoledì 20 gennaio ci sarà la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca del nuovo Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. È un giorno importante con una forte valenza simbolica - dopo 4 anni di turbolenze l'America gira pagina - é una festa che Wall Street non vorrà rovinare - la borsa si comporterà "bene".
Nel complesso si delinea una settimana moderatamente negativa. Vedremo dove ci porterà questa correzione.

Commento del 16-17 gennaio

Modesta correzione - solo i futures raccontano qualcosa d'altro

Dopo il massimo storico dell'S&P500 (-0.72% a 3768.25 punti) dell'8 gennaio a 3826 punti settimana scorsa doveva iniziare una correzione - poteva essere una correzione minore fino ai 3750 punti o una normale correzione di medio termine fino ai 3500-3600 punti. La correzione della borsa doveva avvenire assieme ad un calo del cambio EUR/USD - una settimana fà era a 1.2220 - venerdì ha chiuso a 1.2080. Finora tutto si sta svolgendo come da copione. Il problema é che non appare pressione di vendita. Solo venerdì c'é stata una seduta decisamente negativa sia in Europa (Eurostoxx50 -1.15% 3599 punti) che in America. Gli indici hanno però chiuso lontani dai minimi giornalieri e l'umore degli investitori resta buono. Gli indicatori di sentiment sono peggiorati di poco e restano su dei livelli che mostrano ottimismo (Fear&Greed Index a 60 punti, -7 punti). I Summation Index si muovono in laterale - venerdì sono leggermente scesi. La tendenza di fondo della borsa americana resta saldamente al rialzo con l'83.7% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 79.27 punti. C'é una buona rotazione tra settori che denota la volontà da parte degli investitori di non abbandonare la borsa. L'impressione generale dopo 5 sedute di correzione é che non si sta verificando un'inversione di tendenza - non sembra che debba esserci una sostanziale correzione ma solo una correzione minore - gli investitori e soprattutto gli speculatori sembrano solamente raccorgliere le forze prima di tornare alla carica.
L'unico dubbio viene istigato dal comportamento del mercato dei future - l'S&P500 ha chiuso venerdì a 3768 punti mentre il future é caduto alle 22.45 a 3746 punti - considerando la differenza di circa 7 punti tra future e contante significa che l'S&P500 nel dopo borsa é sceso ancora 15 punti e si é riavvicinato al minimo giornaliero a 3749 punti. Questo corrisponde ad una seduta decisamente negativa con chiusura sul minimo giornaliero e volumi di titoli trattati in aumento - suona come l'inizio di un ribasso nevvero ?

Joe Biden ha presentato il suo nuovo piano di spese da 1900 Mia, di USD per combattere gli effetti negativi del Covid 19 e rilanciare la crescita economica. Finanzia la spesa con il debito e con l'emissione di obbligazioni del Tesoro. I mercati finanziari hanno reagito alla notizia con un rafforzamento dell'USD e un leggero aumento del reddito dei titoli di Stato (reddito dell'USTBond decennale a 1.11%). È evidente che gli investitori pensano che la FED capitanata da Jerome Powell continuerà a comperare i titoli di Stato che non verrannno assorbiti dal mercato mantenendo i tassi d'interesse molto bassi, L'America sceglie la via seguita finora che ha un forte rischio di inflazione. È possibile che questa politica monetaria e della spesa pubblica contribuisca ad infuocare ulteriormente le borse che già si muovono su livelli stratosferici ignorando i rischi. Il party può durare ancora parecchio tempo - almeno fino a quando le Banche Centrali comperano tutto.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -1.25% a 3599 punti
SX7E (banche)          -2.43% a 76.30 punti
DAX                         -1.86% a 13787 punti
SMI                          +0.73% a 10877 punti
FTSE MIB                  -1.81% a 22381 punti
S&P500                     -1.48% a 3768.25 punti
Nasdaq100                -2.30% a 12803 punti

La seduta di venerdì é stata la peggiore della settimana.
In Europa abbiamo avuto una seduta decisamente negativa che sembra aprire la strada verso il basso. Sui grafici appaiono delle lunghe candele rosse con un corpo consistente - i volumi di titoli trattati erano in aumento. Non abbiamo però ancora segnali di vendita a medio termine. Dobbiamo catalogare il movimento come una correzione minore che potrebbe far tornare gli indici sulle MM a 50 giorni - é chiaro che questo fa male visto che lo spazio verso il basso é ancora di un - 2%/-3%. L'Eurostoxx50 (-1.15% a 3599 punti) dovrebbe ridiscendere sui 3500-3550 punti mentre il DAX (-1.44% a 13787 punti) dovrebbe rivedere i 13200-13400 punti. Si tratterebbe però semplicemente di tornare sui livelli di fine novembre - inizio dicembre 2020. In questo momento le RSI sono sui 55 punti - sarebbe auspicabile una discesa sui 30-40 punti per eliminare l'ipercomperato.
Solo una domanda resta ancora senza risposta - come reagiranno tutti quegli speculatori long che da mesi comprano calls e guadagnano?  Getteranno la spugna vendendo alla disperata provocando un'accelerazione al ribasso o coglieranno l'occasione della correzione minore per ripartire con rinnovato slancio al rialzo? Prevedere la psicologia degli investitori é difficile - i dati provenienti dall'America mostrano che finora prevale l'ottimismo - i guadagni accumulati dagli speculatori negli scorsi mesi dovrebbero essere sufficienti per assorbire le perdite di una correzione minore senza farsi prendere dal panico.

Anche la seduta a New York é stata negativa. Le vendite si sono però concentrate nella prima ora di contrattazioni. Poi é tornata la calma e gli indici sono risaliti riducendo le perdite. L'unica differenza rispetto ai giorni precedenti é che é stato venduto di tutto - anche tecnologia (Nasdaq100 -0.73% a 12803 punti) e PMI (RUT -1.49%).
L'S&P500 ha aperto a 3784 punti e nella prima mezz'ora non é successo niente - l'indice ha toccato un massimo a 3788 punti. Dopo le 16.00 i ribassisti hanno lanciato il loro attacco e in due ondate l'S&P500 é crollato alle 16.22 fino a 3749 punti. L'indice é poi lentamente tentennando risalito fino a 3784 punti. Solo sul finale é ridisceso a 3768.25 punti (-0.72%).
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 2025 su 5387, NH/NL a 619 (!) su 270 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita (poco) a 24.34 punti (+1.09), mentre il CBOE Equity put/call ratio era ancora relativamente basso a 0.45. Gli investitori non si sono lasciati impressionare più di quel tanto da questa seduta negativa.

Lunedì la borsa americana é chiusa in occasione del Martin Luther King Day. Avremo quindi una giornata di pausa durante la quale le borse europee saranno lasciate a loro stesse. Venerdì alle 22.00 l'Eurostoxx50 valeva 3592 punti. È quindi possibile e probabile che lunedì le borse europee saranno ancora in calo.
In linea di massima ci aspettiamo ancora una settimana di moderata correzione. Se come pensiamo la pressione di vendita non aumenterà, verso la fine del mese di gennaio bisognerà aver chiuso posizioni short ed essere pronti ad andare long.

Commento del 15 gennaio

I ribassisti escono allo scoperto - insolita reazione ai piani di Biden

Ieri fino alle 20.00 la giornata era trascorsa nella calma e senza novità di rilievo. Le borse europee avevano chiuso con moderati guadagni (Eurostoxx50 +0.69% a 3641 punti) e l'S&P500 stava guadagnando 7 punti. Gli speculatori si stavano divertendo a giocare con le azioni del Russell2000 (+2.05% e nuovo massimo storico) che stava guadagnando più del 2%. Poi Joe Biden ha presentato il suo pacchetto congiunturale da 1900 Mia. di USD e la reazione dei mercati é stata diversa dal solito. Invece che festeggiare le borse sono scese (S&P500 -0.38% a 3795.54 punti) e i tassi d'interesse sono saliti (reddito dell'USTBond decennale a 1.15%, +0.05%). I piani di Biden sono ambiziosi e sicuramente non hanno deluso gli investitori - come si può interpretare questa reazione? Probabilmente c'era troppo ottimismo e troppa speculazione al rialzo (CBOE Equity put/call ratio a 0.36) - praticamente tutti hanno già comperato in previsione di buone notizie ed ora mancano ulteriori acquisti. Forse diamo troppo peso a questo moderato calo ma sappiamo che stamattina alle 07.00 il future é a 3790 punti (-21 punti) e quindi il calo di ieri sul finale di seduta sta avendo una continuazione verso il basso. Vediamo se oggi i ribassisti prendono l'iniziativa o se invece ci sono solo delle sporadiche prese di beneficio. Le borse si trovano sui livelli di una settimana fà e quindi sono semplicemente ferme.

Sulla seduta in Europa abbiamo poco da dire e da aggiungere rispetto a quanto scritto nei commenti serali. L'Eurostoxx50 (+0.69% a 3641 punti) é salito grazie agli stessi temi che stanno entusiasmando la borsa di New York - titoli ciclici e tecnologici. Il FTSE MIB é sceso (-0.47% a 22637 punti) probabilmente a causa della crisi politica. Poiché la BCE tiene sotto controllo i tassi d'interesse sui titoli di Stato le conseguenze sono contenute. Il DAX (+0.35% a 13988 punti) ha faticato ma ha guadagnato qualche punto grazie alle azioni delle società automobilistiche. L'SMI svizzero (+0.04% a 10850 punti) ha marciato sul posto. Per l'analisi tecnica non c'é nulla di nuovo anche perché gli indici dopo un pò di su e giù sono nuovamente sui livelli di una settimana fà. Eravamo abituati a sedute con movimenti superiori all'1% - adesso dobbiamo accontentarci di spostamenti di pochi punti. Restiamo in attesa di una correzione provocata da ipercomperato ed eccesso di rialzo ed ottimismo - al momento però il mercato sembra voglia semplicemente consolidare.

Anche la seduta a Wall Street non ci ha detto nulla di nuovo. Il calo sul finale é tecnicamente ancora irrilevante e non appare a livello di indicatori e nei numeri della seduta.
L'S&P500 ha aperto in positivo a 3816 punti ed é salito sul massimo a 3823 punti. In seguito é lentamente sceso e alle 20.15 era nuovamente a 3816 punti. Dopo il discorso di Joe Biden c'é stata una caduta fino a 3792 punti e l'indice ha infine chiuso a 3795.54 punti (-0.38%). Il Nasdaq100 era in calo (-0.58% a 12898 punti) - gli acquisti si sono concentrati sul DJT (+1.09%) e soprattutto sul Russell2000 (+2.05%). La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5127 su 2278, NH/NL a 1353 su 123 e volume relativo a 1.05. La volatilità VIX é salita a 23.25 punti (+1.04%), il CBOE Equity put/call ratio resta basso a 0.36 e il  Fear&Greed Index é scivolato a 67 punti (-3 punti). I Summation Index sono saliti. A parte il calo dell'S&P500 sul finale di seduta non ci sono novità di rilievo. La maggior parte degli operatori é convinta che il rialzo deve continuare e gli speculatori insistono nel comperare calls in attesa di prezzi costantemente in ascesa.

Stamattina presto il future sull'S&P500 é sceso fino a 3765 punti. Adesso é risalito a 3775 punti (-16 punti). Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 3621 punti (-20 punti). Le borse europee apriranno con un calo del -0.5%/-0.6%. Vedremo se come al solita stamattina cercheranno di tornare in pari o se invece i ribassisti proveranno a prendere l'iniziativa. Molto probabilmente dovremmo aspettare nel pomeriggio il ritorno degli operatori americani per capire se é giunto il momento delle prese di beneficio o se invece abbiamo a che fare con un semplice ritracciamento di nessuna importanza.
Dall'Asia non giungono segnali particolari - il Nikkei ha perso il -0.62% - Shanghai é in pari.

Commento del 14 gennaio

Sembra consolidamento, non distribuzione

Abbiamo avuto un'altra seduta senza direzione che si é conclusa sia in Europa (Eurostoxx50 +0.12% a 3616 punti) che in America (S&P500 +0.23% a 3809.84 punti) senza sostanziali variazioni. Noi pensavamo che questa settimana dovesse iniziare una correzione - normalmente correzione significa ribasso. In questo caso si trattava di assorbire dell'ipercomperato a corto e medio termine e dell'eccesso di rialzo - inoltre doveva sparire almeno parte dell'euforia. Questa fase all'interno di un bull market può anche risolversi con un consolidamento ad alto livello - ci sono prese di beneficio sui settori che hanno corso troppo ma gli investitori non abbandonano la borsa - investono semplicemente in altri settori che sembrano rimasti indietro o ancora a prezzi interessanti - avviene quella che chiamiamo rotazione tra settori. È difficile distinguere tra consolidamento, che presuppone una successiva continuazione del rialzo, da distribuzione, che precede la correzione vera e propria con una discesa degli indici. In caso di incertezza bisogna partire dal principio che riapparirà il trend dominante e che quindi dopo la pausa le borse ricominceranno a salire. Al momento non vediamo segni di distribuzione come un calo dei Summation Index o un aumento dei nuovi minimi (NL). Non ci sono sedute con chiusura sui minimi giornalieri e con volumi in aumento. Non ci sono settori particolarmente deboli in grado di trascinare la borsa verso il basso. Se nei prossimi giorni non cambia qualcosa temiamo che il rialzo debba riprendere senza una sana e sostanziale correzione delle borse.

In Europa abbiamo avuto la terza seduta consecutiva di pausa e di marcia sul posto degli indici azionari. L'Eurostoxx50 ha aperto a 3615 punti, é oscillato a caso tra i 3599 ed i 3624 punti e ha chiuso sul livello d'apertura a 3616 punti con un insignificante guadagno di 4 punti. Dopo giorni di rialzi i tassi d'interesse di mercato sull'EUR sono scesi e questo ha obbligato, secondo logica, le azioni delle banche a scendere (SX7E -0.83% a 77.78 punti). In generale non vediamo movimenti significativi e abbiamo l'impressione che dopo il party di novembre e dicembre gli investitori siano a corto di idee. Anche sul DAX (+0.11% a 13939 punti) e sul FTSE MIB (+0.43% a 22743 punti) non succede nulla di importante. Gli indici azionari sono praticamente sugli stessi livelli di una settimana fà.

L'S&P500 (+0.23% a 3809.84 punti) ha guadagnato 8 punti grazie alla buona performance di qualche titolo tecnologico (Nasdaq100 +0.63% a 12973 punti). A confermare la rotazione tra settori ci ha pensato il Russell2000 che dopo il nuovo record di martedì ieri é sceso (-0.75%). Gli speculatori sono ancora a caccia di nuove "vittime" - ieri la notizia che Intel cambia il CEO ha provocato un balzo del +6.97% dell'azione. L'S&P500 ha aperto a 3805 punti. All'inizio é sceso a 3791 punti ma poi é risalito ad ondate fino a 3821 punti. Nelle ultime due ore di contrattazioni é ridisceso a 3809 punti chiudendo poco sopra il livello d'apertura. Sul grafico appare un'altra piccola candela  con un minuscolo corpo nel mezzo - un chiaro segno di equilibrio ed indecisione.
La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3299 su 4112, NH/NL a 927 su 128 e volume relativo a 0.95 (1.5 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 22.21 punti (-1.12), il CBOE Equity put/call ratio era nuovamente molto basso a 0.32 e il Fear&Greed Index é lievitato a 70 punti (+1). I Summation Index sono leggermente saliti.   
Insomma - il mercato assorbe lentamente gli eccessi - gli investitori restano molto ottimisti. Una discesa degli indici nell'ambito della correzione resta ancora lo scenario più probabile. L'alternativa di una pausa di consolidamento di parecchi giorni é però la variante che in questo momento, dopo tre sedute di pausa, aumenta di probabilità.

Stamattina ritroviamo il future sull'S&P500 a 3809 punti (+5 punti) - anche oggi sembra che le borse staranno tranquille. L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 3630 punti - le borse europee apriranno in leggero guadagno (+0.3%). Gli investitori sono stufi di sentir parlare di Donald Trump e della pandemia di Covid19. Ci vuole qualcosa d'altro per muovere le borse. Si vocifera che Joe Biden intenda lanciare un nuovo programma di investimenti e incentivi fiscali da 2000 Mia di USD. Questa notizia potrebbe bastare per far lievitare le borse - nel passato i mercati hanno reagito sempre in maniera positiva a queste piogge di denaro anche se ci vogliono sempre più soldi per provocare delle reazioni sempre di minore portata.

Commento del 13 gennaio

Calma piatta

Ieri é stata una giornata tranquilla al termine della quale gli indici azionari europei (Eurostoxx50 -0.23% a 3612 punti) e americani (S&P500 +0.04% a 3801.19 punti) hanno generalmente chiuso senza sostanziali variazioni. Le sedute iniziano da giorni con un timido tentativo di rialzo al quale segue una spinta di ribasso. I due movimenti finiscono però rapidamente e al termine della giornata gli indici si ritrovano sul livello d'apertura lasciando sui grafici delle piccole candele con un misero corpo. Queste sedute non danno segnali particolari e non muovono gli indicatori in maniera significativa - la situazione tecnica non cambia anche se l'ipercomperato, grazie alla pausa, viene lentamente riassorbito.
Vi domanderete dove sono spariti gli speculatori che movimentavano la scena negli scorsi mesi. Ci sono sempre e sono ancora parecchio attivi come mostra il CBOE Equity put/call ratio a 0.34. C'é una nuovo moda - non si giocano più i titoli del Nasdaq100 (-0.08% a 12892 punti) e delle tecnologie distruttive ma si comprano i titoli legati al tema dell'inflazione come quelli delle materie prime e dell'energia (USA - ETF Energy +3.49%) - naturalmente i titoli speculativi non sono quelli delle multinazionali del petrolio ma di quella miriade di piccole imprese concentrate nel Russell2000 che ieri sera ha toccato un nuovo record storico (+1.77% a 2128 punti) - vedremo fino a quando durerà questa ulteriore pazzia - non molto considerando che a marzo dell'anno scorso l'indice era poco sopra i 1000 punti.

La seduta di ieri in Europa é stata una copia di quella di lunedì. L'unica differenza é che la perdita a fine giornata era inferiore e i volumi di titoli trattati sono aumentati. La situazione tecnica é invariata. Restiamo dell'opinione che il mercato dovrebbe correggere ma non abbiamo ancora abbastanza argomenti per confermare questa tesi.
L'SMI svizzero (+0.04% a 10875 punti) ha ancora guadagnato qualche punto é ha praticamente raggiunto l'obiettivo a 10900 punti.

L'S&P500 ha aperto a 3802 punti. È salito a 3810 punti e poi é caduto alle 18.15 sul minimo giornaliero a 3776 punti. Poi l'indice ha recuperato fino alla chiusura a 3801.19 punti (+0.04%). Malgrado il range di 34 punti é stata una seduta poco spettacolare. La caduta nella prima parte delle giornata  ha fatto scendere l'indice 13 punti sotto il minimo di lunedì ma questo é tutto quello che sono riusciti a fare i ribassisti - poco. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5351 su 2041, NH/NL a 1294 su 183 e volume relativo a 1.0 (1.5 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 23.33 punti (-0.73) e il Fear&Greed Index é salito a 69 punti (+4) - nulla di sorprendente. I Summation Index sono leggermente saliti.
Constatiamo che finora l'ipercomperato viene riassorbito con un semplice consolidamente. Non significa ancora che il mercato non deve correggere - avremmo però preferito vedere maggiore pressione di vendita. Fino a quando il volo del Russell2000 continua e gli speculatori long non demordono é improbabile che la borsa americana nel suo complesso possa correggere sostanzialmente.

Il future sull'S&P500 é a 3800 punti (+5 punti) - questo fornisce l'impostazione della giornata che si presenta nuovamente tranquilla a con pochi movimenti. Il Nikkei sale del +1.04% - Shanghai é in calo del -0.3%. L'Eurostoxx50 alle 08.30 vale 3612 punti. Le borse europee apriranno invariate. Forse gli investitori nel futuro si occuperanno maggiormente di economia e meno di politica e pandemia. In questo caso l'agenda economia odierna offre un menù interessante - alle 10.00 parlerà Christine Lagarde e nel corso della giornata verranno pubblicati parecchi dati rigurdanti produzione industriale, inflazione e riserve petrolifere.

Commento del 12 gennaio

Seduta negativa senza un significato particolare

La settimana é iniziata in sordina. Gli indici azionari hanno perso qualche punto ma se tralasciamo i big della tecnologia americana (Nasdaq100 -1.55% a 12902 punti) non é successo nulla di speciale - in ogni caso niente che potrebbe far presagire l'inizio di una sostanziale correzione. Gli indici azionari, sia in Europa (Eurostoxx50 -0.67% a 3620 punti) che in America (S&P500 -0.66% a 3799.61 punti), hanno aperto in calo, sono oscillati durante la giornata in pochi punti e hanno chiuso con moderate perdite, poco lontani dai livelli d'apertura e verso il centro del range giornaliero. In poche parole non é apparsa una particolare pressione di vendita - i volumi di titoli trattati erano in calo. Questa seduta può essere una normale seduta negativa all'interno di un rialzo intatto o l'atteso inizio della correzione - semplicemente é troppo presto per dirlo e gli indicatori non ci forniscono dei validi elementi d'analisi.

Sui grafici delle borse europee appaiono solo delle piccole candele rosse. La seduta é stata negativa poiché gli indici hanno perso terreno - durante la giornata però rialzisti e ribassisti si sono equivalsi e per ora dobbiamo classificare la giornata come un semplice consolidamento che permette di assorbire dell'ipercomperato e calmare un pò l'eccitazione degli speculatori al rialzo. L'Eurostoxx50 (-0.67%) ha chiuso poco sotto il livello d'apertura, al centro del range giornaliero e con una perdita di 23 punti che compensa semplicemente il guadagno di venerdì. Gli altri indici (DAX -0.80% a 13936 punti, FTSE MIB -0.32% a 22722 punti) lo hanno imitato. Solo la borsa svizzera si é mossa fuori dal plotone. L'SMI (+0.67% a 10870 punti) ha guadagnato ancora 72 punti, ha fatto segnare un nuovo massimo di periodo e si é avvicinato all'obiettivo teorico a 10900 punti segnalato alcuni giorni fà. Le borse europee in generale sono scese - il movimento positivo del mercato svizzero suggerisce che non c'é ancora un problema e che probabilmente il calo dell'Eurostoxx50 e colleghi é casuale. In Svizzera sono stati i titoli farmaceutici (Roche +3.70%) a fare la differenza.

Anche la seduta a Wall Street é stata senza storia. L'S&P500 ha aperto a 3797 punti e ha chiuso a 3799.61 punti (-0.66%). Si é mosso tra i 3789 ed i 3818 punti nel range di venerdì. DJTransportation (-0.05%) e Russell2000/RUT (-0.03%) hanno marciato sul posto. Ci sono state delle vendite sopratutto sui grandi nomi della tecnologia. La seduta al NYSE é stata negativa con A/D a 3000 su 4393, NH/NL a 756 (forte calo!) su 210 e volume relativo a 0.95 (1.45 sul Nasdaq). La volatilità VIX é balzata a 24.08 punti (+2.52), il CBOE Equity put/call ratio era a 0.41 mentre il Fear&Greed Index é caduto a 65 punti (-6). La reazione dei dati sul sentiment é sproporzionata - sembra che gli investitori cambino subito umore e si innervosiscano appena c'é un accenno di ribasso.
Il Summation Index sul NYSE é salito - quello sul Nasdaq é sceso. Anche qui - segnali misti.

Insomma - c'é poco da dire su questa seduta negativa. Per ora vediamo solo delle prese di beneficio sui titoli più speculativi ma nessuna particolare pressione di vendita. Il cambio EUR/USD é sceso a 1.2150 e il reddito dell'USTBond decennale é salito a 1.15. Divise e tassi d'interesse si muovono come previsto - le conseguenze sulle borse sono modeste.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3798 punti (+6 punti). I mercati sono tranquilli e poco mossi.
Il Nikkei é fermo (+0.09%) - Shanghai sta guadagnando il +2.1%. L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 3625 punti - le borse europee apriranno con leggeri guadagni (+0.2%). Le borse sono in attesa di nuovi stimoli - fino a quando Joe Biden non prenderà il potere negli Stati Uniti il 20 gennaio é difficile che ci sia qualcosa di nuovo in grado di scuotere i mercati. Ormai della pandemia di Coronavirus se n'é parlato fin troppo - siamo però sorpresi dell'ottimismo dei mercati - malgrado i vaccini si vorrà parecchio tempo prima di tornare alla normalità e nel frattempo i danni arrecati ad economia e società sono profondi.

Aggiornamento dell'11 gennaio

L'ipotesi dell'esplosione non é nuova

Durante il fine settimana ci sono arrivate alcune richieste di chiarimenti riguardanti l'ipotesi dell'accelerazione finale di tipo esaustivo. È bastato nel commento del fine settimana citare un possibile obiettivo a 3400-3500 punti di S&P500 per provocare una reazione tra i nostri abbonati. Questa teoria non é nuova - ne avevamo già parlato un anno fà ma poi il Covid 19 aveva eliminato le premesse per questo movimento. Tutte le bolle speculative finiscono in questa maniera e purtroppo tutte le bolle speculative non terminano con un assestamento ad alto livello ma con uno scoppio. Nelle scorse settimane parecchi analisti hanno ripreso questo tema e noi abbiamo semplicemente analizzato la possibilità che questo scenario sia realizzabile e provato ad inserirlo nei nostri modelli ciclici. Possiamo confermare che il comportamento degli investitori negli ultimi mesi presenta quell'irrazionalità e eccitazione necessaria per un'esplosione di questo tipo. Molto probabilmente siamo già a metà di questo percorso. Questo però non é il nostro scenario favorito per il 2021 e in ogni caso bisogna osservare come si sviluppa l'imminente correzione prima di poter prendere una decisione. Tra novembre, dicembre e la prima settimana di gennaio hanno giocato i rialzisti - ora i ribassisti avranno la possibilità di mostrare le loro forze ed intenzioni. Se non riusciranno a provocare una sostanziale correzione é probabile che alla fine la spunteranno i rialzisti che partiranno per l'assalto finale.

Durante il fine settimana nei media hanno ancora primeggiato Donald Trump (e l'assalto al Campidoglio) e la pandemia. Sui mercati osserviamo alcuni movimenti interessanti. Il Bitcoin, dopo l'accelerazione delle scorse settimane che aveva fatto salire le quotazioni venerdì sui 42000 USDD crolla stamattina a 33000 USD - una dimostrazione che quando un rally é troppo esteso e speculativo può esserci una correzione pesante, veloce e dolorosa. Il cambio EUR/USD scende a 1.2190. Il future sull'S&P500 é a 3795 punti (-21 punti) - sembra diventare una tradizione che la prima seduta della settimana é diversa dalla conclusione della precedente. L'Eurostoxx50 alle 08.20 vale 3628 punti - le borse europee apriranno con una perdita del -0.5%. Questo debole inizio di seduta non significa ancora niente. Sarà importante osservare se le vendite si intensificano o se la debole apertura verrà subito comperata.
La borsa giapponese é chiusa - Shanghai é in calo del -1%.

Commento del 9-10 gennaio

Correzione impercettibile ed esplosione o correzione profonda ed ultimo modesto tentativo di rialzo?

Ci aspettavamo che il rialzo di novembre e dicembre proseguisse anche all'inizio del 2021. La spinta doveva però esaurirsi nel corso della settimana e l'S&P500 doveva fermarsi sui 3750 punti o salire al massimo ancora un +1% (significa un target a 3793 punti). In effetti l'S&P500 ha toccato venerdì un nuovo record storico a 3826.69 punti e ha chiuso poco più in basso a 3824.68 punti (+0.55%). Il fatto che l'indice sia salito fino a venerdì non é un problema - dopo la caduta di lunedì avevamo subito detto che il massimo segnalato dagli oscillatori sarebbe slittato di qualche giorno. Questo non mette in discussione la nostra previsione di un massimo significativo al quale deve seguire una correzione. Il problema é che l'indice é salito decisamente di più di quanto ci eravamo aspettati con una buona partecipazione e rotazione tra settori. È evidente che la speculazione non accenna a diminuire - anzi sta diventando più aggressiva più i traders hanno successo con la loro strategia long sul mercato delle opzioni. Abbiamo assistito ad un'accelerazione del Russell2000 (performance settimanale +5.75%!) e di alcuni titoli sui quali si accanisce la fantasia degli investitori retail come Tesla (venerdì +7.84%). A questo punto sorge il dubbio che la borsa stia preparando l'esplosione finale di questo lungo bull market.
Questo significa che la correzione che deve iniziare settimana prossima sarà debole e modesta - potrebbe limitarsi ad un consolidamento di una decina di giorni dell'S&P500 sui 3750-3800 punti. A questo potrebbe seguire un'accelerazione finale di tipo esaustivo con un target sui 4400-4500 punti per marzo-aprile. Da un punto di vista fondamentale questa variante é assurda ma trova la sua giusticicazione nella storia - ogni bull market é finito con valutazioni stratosferiche e speculazione rampante. Il comportamento degli investitori negli ultimi due mesi sembra suggerire che il party possa finire in questa maniera. La premessa - ripetiamo - é che la prossima correzione sia insoddisfacente - l'ipercomperato deve diminuire di poco (le RSI resteranno sopra i 50 punti, gli indici non scenderanno fino alle MM 50 giorni e gli investitori resteranno ottimisti / discesa del Fear&Greed Index sui 50 punti). L'alternativa é che ora c'é una normale correzione intermedia con una discesa dell'S&P500 sui 3500-3600 punti. In questo caso dopo ci sarà unicamente un ultimo tentativo di rialzo e l'S&P500 toccherà a marzo aprile "solo" un nuovo massimo storico marginale.
Insomma - siamo curiosi di vedere come inizia la nuova settimana e come si svilupperà la correzione.

Le performance settimanali degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +2.60% a 3645 punti
SX7E (banche)          +5.10% a 78.20 punti
DAX                         +2.41% a 14049 punti
SMI                          +0.88% a 10798 punti
FTSE MIB                  +2.52% a 22794 punti
S&P500                     +1.83% a 3824.68 punti
Nasdaq100                +1.68% a 13105 punti

Joe Biden entrerà in carica il 20 gennaio. Il partito democratico, dopo le elezioni in Georgia, ha ora la maggioranza sia nella Camera dei Rappresentati che al Senato. Il nuovo Presidente ha già annunciato l'intenzione di fissare un programma di investimenti trillionario per rilanciare la crescita economica - é riemerso il progetto di versare 2000 USD a ogni cittadino per sostituire le perdite create dalla pandemia e sostenere i consumi. La borsa é come al solito entusiasta al pensiero di questa pioggia di denaro. C'é solo una preoccupazione legata al rifinanziamento del debito come mostrano i tassi d'interesse in aumento (reddito sull'USTBond decennale a 1.13%!). L'aumento dei prezzi delle materie prime e acquisti nel settore industriale mostrano che gli investitori credono al successo di questa politica.
La settimana si é conclusa con una seduta di rialzo che ha permesso sia alle borse europee (Eurostoxx50 +0.62% a 3645 punti) che a quella americana (S&P500 +0.55% a 3824.68 punti) di toccare dei nuovi massimi. Questo é un segnale indiscutibile che la tendenza é al rialzo. Per ora non abbiamo segnali di vendita o d'inversione di tendenza. Gli indici sono però nuovamente ipercomperati e in eccesso di rialzo. Secondo gli oscillatori venerdì le borse dovrebbero trovarsi su un massimo ciclico. Le statistiche favoriscono dopo il rally di inizio anno l'inizio di una correzione. Da ultimo durante la settimana gli investitori sono ridiventati molto ottimisti (il Fear&Greed Index é passato in una settimana da 51 a 71 punti) e speculativamente orientati al rialzo. Normalmente a questo punto, malgrado che la spinta di rialzo sia possente, dovrebbe esserci per lo meno una pausa di consolidamento e un ritracciamento.

Sulla seduta in Europa c'é poco da dire. La dipendenza dall'America é palese - si può quasi parlare di vassallaggio. Gli indici hanno aperto con un balzo e poi si sono fermati. Hanno chiuso sotto il livello d'apertura (candele rosse sui grafici) e con modesti guadagni. La buona seduta a Wall Street ha influito sulle borse europee solo nel dopo borsa. L'Eurostoxx50 alle 22.00 valeva 3655 punti contro la chiusura ufficiale a 3645 punti (+0.62%).

L'S&P500 ha aperto su un nuovo record storico a 3823 punti. Poi la seduta ha avuto uno svolgimento irregolare con una discesa a 3802 punti, un recupero a 3814 punti seguito da una lunga pausa, un'improvviso vuoto d'aria fino a 3783 punti e un rally finale a 3826 punti. L'indice ha chiuso a 3824.68 punti - vicino al massimo e con un solido guadagno di 21 punti. Come giovedì é stata nuovamente la tecnologia a trascinare il listino (Nasdaq100 +1.28%) mentre il Russell2000 ha dato segni di stanchezza (-0.25%). La debolezza del settore delle PMI ha influito sui dati della giornata che non sono brillanti (A/D a 3800 su 3558, NH/NL a 1146 su 145 e volume relativo a 1.0). La volatilità VIX é scesa a 21.56 punti (-0.81), il CBOE Equity put/call ratio é salito a 0.44 e il Fear&Greed Index é balzato a 71 punti (+5 punti) - nel complesso i dati sul sentiment mostrano investitori pericolosamente euforici.
I Summation Index sono saliti ma di poco.
La tendenza di fondo della borsa americana é saldamente al rialzo con l'86.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni ed il Bullish Percent Index sul NYSE a 78.68 punti.
Durante la settimana abbiamo notato un deciso aumento dei tassi d'interesse di mercato specialmente sull'USD. Sapete che all'inizio un aumento é un segnale positivo poiché mostra che gli investitori credono alla crescita economica - superati determinati valori l'incremento dei tassi d'interesse diventa però veleno poiché fà temere un cambiamento della politica monetaria e permette al mercato a reddito fisso di fare nuovamente concorrenza alle azioni. Vedremo dove si trova la soglia del dolore - secondo noi é circa a 1.5% (USTB decennale).  
Il cambio EUR/USD é ridisceso a 1.2220 dopo un picco a 1.2349 - restiamo dell'opinione che la correzione delle borse deve essere correlata ad un calo del cambio - abbiamo venduto (shortato) EUR sopra gli 1.22.

Commento dell'8 gennaio

Ma siete tutti matti...- é tutta gente senza know-how

Ieri sera alle 17.00 quando l'S&P500 ha toccato un nuovo massimo storico a 3810 punti ho esclamato - ma questi sono tutti matti! Premetto che se qualcuno compra l'S&P500 a 3800 punti e per fine anno questo si trova a 4000 punti significa che la decisione era giusta - il prezzo é il fattore decisivo. Mi piacerebbe però sapere se queste persone hanno fatto alcune riflessioni e si sono chieste come e quanto devono crescere l'economia e gli utili delle imprese per giustificare un valore simile del mercato? A questo riguardo abbiamo alcune cifre - le stime degli analisti per gli utili delle società dell'S&P500 sono a 170 USD per il 2021 e a 200 USD per il 2022. Questo significa che il P/E é superiore a 20 che é storicamente uno dei livelli più alti mai raggiunti dal mercato. Sappiamo però che in questo momento i fondamentali non contano nulla - il rialzo viene alimentato dalla liquidità e dall'ottimismo e di questi per ora ce ne sono in abbondanza.

Noi ci aspettavamo che durante la prima settimana di gennaio le borse salissero spinte dalla liquidità affluita sui conti risparmio che deve essere investita. La statistica e i cicli parlano in favore di questa previsione. Non pensavamo però che dopo il rialzo di novembre e dicembre le borse potessero fare ancora progressi di questa ampiezza.
Ieri le borse europee hanno avuto una seduta moderatamente positiva (Eurostoxx50 +0.31% a 3622 punti). Il rialzo non é stato spettacolare ma sufficiente per permettere agli indici di toccare dei nuovi massimi di periodo o storici (DAX +0.55% a 13968 punti). Ora gli indici sono nuovamente ipercomperati e in eccesso di rialzo - stanno spingendo verso l'alto i bordi superiori delle BB e in parte si trovano sopra questo livello. Da una parte questo significa che la spinta di rialzo é possente - dall'altra sappiamo che il movimento é molto esteso e a rischio di correzione. Il cambio EUR/USD é ridisceso a 1.2260 e non riesce più a fare progressi - come sapete ci aspettavamo che i due mercati (borsa e divise) toccassero assieme un massimo significativo e cominciassero a correggere. Oggi, nell'ultima seduta della settimana, dovremmo avere un'ultima seduta positiva - almeno questa é l'abitudine al termine di una settimana di rialzi. Poi vedremo se l'euforia lascerà lo spazio alla razionalità.

In America ci aspettavamo una seduta di pausa. Invece c'é stata ancora una seduta di rialzo alla quale stavolta ha partecipato anche la tecnologia (Nasdaq100 +2.50% a 12939 punti e nuovo massimo storico marginale). Lo scenario giocato dalle borse ci sembra inverosimile (forte crescita dell'economia, aumento dei prezzi delle materie prime, inflazione, aumento dei redditi delle obbligazioni (USTBond decennale a 1.08%) ma non possiamo che prenderne nota.
L'S&P500 ha aperto in positivo a 3776 punti e dopo una pausa é salito fino alle 17.00 quando ha raggiunto i 3810 punti. Poi fino alla chiusura non é successo più nulla di importante. L'S&P500 é oscillato in laterale tra i 3796 ed i 3810 punti, ha toccato un nuovo massimo storico a 3811.55 punti e ha chiuso a 3803.79 punti (+1.48%). L'azione di Tesla ha ancora guadagnato il +7.94% rendendo il suo CEO e maggiore azionista Elon Musk l'uomo più ricco del mondo. La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 5314 su 2086, NH/NL a 1483 su 125 e volume relativo a 1.0 (1.5 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 22.37 punti (-2.70), il CBOE Equity put/call ratio resta molto basso a 0.38 e il Fear&Greed Index é balzato a 66 punti (+7) - l'ottimismo degli investitori torna a sfiorare i livelli di guardia. I Summation Index sono leggermente saliti.
Ritroviamo una ben conosciuta costellazione tecnica - c'é ipercomperato ed eccesso di rialzo - c'é troppo ottimismo e molta speculazione - non ci sono ancora segnali di vendita o forti divergenze malgrado che secondo i cicli, le statistiche e gli oscillatori oggi le borse dovrebbero trovarsi su un massimo significativo.

Stamattina la musica non cambia. Il future sull'S&P500 é a 3814 punti (+18 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.35 vale 3651 punti (+29 punti, +0.8%). Il Nikkei ha guadagnato il +2.17% - Shanghai é in calo del -0.2%. Oggi sono attesi numerosi dati economici - dovrebbero mostrare che la ripresa congiunturale é in stallo e che la disoccupazione ricomincia ad aumentare - ma questi numeri rappresentano il passato mentre la borsa guarda ad un futuro radioso...

Commento del 7 gennaio

Giornata caotica negli Stati Uniti - nuovi record storici su DAX e S&P500

Le borse hanno reagito positivamente alla notizia che i democratici hanno conquistato i due seggi al Senato della Georgia. In questa maniera Joe Biden potrà concretizzare la sua agenda politica con riforme legislative che potranno facilmente essere approvate dal Congresso. Gli investitori si aspettano ulteriori misure fiscali che dovrebbero favorire le piccole e medie imprese (PMI) - questo spiega il rally del Russell2000 (+3.98%). Invece molti prevedono difficoltà per i big della tecnologia (Nasdaq100 -1.40%) verso cui i democratici sono ostili e da tempo vorrebbero spezzare le loro posizioni di monopolio. I disordini a Washington, con i sostenitori di Trump che per protesta hanno invaso il Parlamento, hanno provocato sul finale di sedute un'ondata di vendite che ha fatto calare gli indici azionari di quasi l'1% dal massimo. Tecnicamente c'é una situazione simile a quella di lunedì dove un key reversal day é stato messo in dubbio dalla chiusura decisamente sopra i minimi giornalieri. Ieri la chiusura lontano dal massimo ha offuscato il rialzo e il nuovo record storico dell'S&P500 (+0.57% a 3748.14 punti) a 3783.04 punti. In linea di massima é stata però una seduta prevalentemente positiva che si inserisce perfettamente nel nostro scenario di un massimo significativo verso la fine di questa settimana. L'unico problema é che gli indici stanno salendo più di quanto ci eravamo aspettati e i nuovi massimi storici di DAX (+1.76% a 13892 punti) e S&P500 (+0.57% a 3748.14 punti) lasciano aperta la strada verso l'alto almeno fino a quando non ci saranno chiari segni di esaurimento.

I mercati finanziari europei si sono fatti contagiare dall'America e dal generale ottimismo che regna sui mercati. Le borse hanno reagito con un rally di dimensioni inattese alle notizie provenienti dalla Georgia e al lievitare dei futures americani. L'Eurostoxx50 (+1.78% a 3611 punti) ha chiuso con un guadagno di 71 punti e su un nuovo massimo di periodo. Il DAX tedesco (+1.76% a 13892 punti) ha addirittura toccato un nuovo record storico a 13919 punti malgrado che molti analisti prevedano la fine del predominio tedesco sul mercato dell'automobile. Non sappiamo se questo mette in discussione lo scenario di una correzione a partire dalla prima decade di gennaio - ci aspettavamo una salita moderata fino a giovedì o venerdì e non un balzo di queste dimensioni con buona partecipazione e forti volumi. Abbiamo a che fare con reazioni evidentemente speculative e di irrazionale euforia come il balzo dell'indice delle banche SX7E (+5.56% a 77.69 punti) galvanizzato dalle buone prospettive economiche e da un aumento dei tassi d'interesse di mercato.
L'Europa tira anche un sospiro di sollievo ora che le trattative sulla Brexit sono giunte a lieto fine - da giorni la borsa di Londra (FTSE 100 +3.47%) festeggia con un rally l'accordo.
Le borse sembrano però aver scontato tutte le notizie positive e il tradizionale rialzo di inizio anno dovrebbe giungere alla fine. Gli indici sono generalmente ipercomperati a corto e medio termine.

L'S&P500 ha aperto in calo a 3710 punti. Questo però é stato il minimo giornaliero. I rialzisti hanno subito preso il controllo delle operazione e l'S&P500 é salito in maniera regolare fino alle 20.15 quando ha toccato il nuovo record storico a 3783 punti. I disordini a Washington hanno in seguito provocato delle vendite e l'indice é sceso a balzi irregolari fino a 3748.14 punti (+0.57%). Come anticipato il mercato é stato scosso da correnti contrapposte con i forti guadagni del Russell2000 (+3.98%) e le perdite della tecnologia Nasdaq100 -1.40%). Notiamo che l'aumento dei tassi d'interesse (reddito dell'USTBonds decennale a 1.04%) ha provocato un forte rialzo del settore bancario (BLX +6.82%) - vedremo fino a quando l'aumento del costo del denaro verrà accolto in maniera positiva dai mercati.
La seduta al NYSE é stata positiva con A/D a 4962 su 2456, NH/NL a 1679 (buono grazie all'impennata dei Russell) su 176 e volume relativo a 1.3 (1.6 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 25.07 punti (-0.27), il CBOE Equity put/call ratio é nuovamente molto basso a 0.39 e il Fear&Greed Index é salito a 59 punti (+6 punti). I Summation Index sono leggermente saliti. Dati e indicatori non mostrano debolezze e non sembra che il rialzo debba fermarsi - solo l'aspetto ciclico e stagionale favorisce l'inizio di una correzione a partire dalla fine di questa settimana.

Stamattina il future sull'S&P500 sale a 3767 punti (+27 punti). L'Eurostoxx50 alle 08.25 vale 3634 punti (+25 punti, ca. +0.7%). Sembra che anche oggi avremo una seduta di moderato rialzo. Se le borse si avvicinano ad un massimo significativo oggi dovrebbero tentennare e non dovrebbero più riuscire a fare sostanziali progressi.
Per la cronaca le borse asiatiche salgono (Nikkei +1.6%, Shanghai +0.7%). Questa generale euforia mentre noi siamo ancora bloccati a casa dalla pandemia e dai lockdown decretati dai vari governi europei é una stridente contraddizione.

Commento del 6 gennaio

Un giorno giù e un giorno su - per l'analisi tecnica una situazione di patta

Le borse europee seguono l'America. Ieri mattina hanno scontato il calo a New York di lunedì e sono scese. Nel pomeriggio, copiando quanto stava succedendo a Wall Street, hanno recuperato ma questo non é bastato per salvare la giornata. L'Eurostoxx50 ha chiuso a 3547 punti (-0.46%) con una moderata perdita di 16 punti che compensa il guadagno del giorno precedente. Le borse europee sono in stallo e non riescono più a fare sostanziali progressi. Malgrado il calo di momentum non danno ancora l'impressione di voler correggere. Gli indicatori sono misti e non danno nessun segnale particolare.

Dopo il capitombolo di lunedì ieri a New York c'é stata una seduta positiva e in trading range. Noi questa settimana ci aspettavamo ancora una reazione positiva e una distribuzione sui 3700-3725 punti. L'S&P500 ha soddisfatto le nostre attese con una chiusura a 3726.86 punti (+0.71%). Il guadagno di 26 punti compensa solo parte della perdita di 56 punti del giorno precedente. Per quel che riguarda la partecipazione però la prestazione é stata convincente - il balzo del Russell2000 (+1.71%) ha irrobustito strutturalmente il mercato nel suo complesso.
L'S&P500 ha aperto a 3704 punti e dopo una breve salita a 3719 punti é sceso sul minimo a 3695 punti. Il temuto secondo attacco dei ribassisti non si é verificato. L'indice é poi salito abbastanza regolarmente fino al massimo a 3737 punti. Dopo le 20.00 il mercato é oscillato senza direzione e l'S&P500 ha chiuso a 3726.86 punti (+0.71%). La seduta al NYSE é stata decisamente positiva con A/D a 5604 su 1804 (speculare e molto meglio rispetto a lunedi), NH/NL a 699 (come lunedì!) su 279 e volume relativo a 1.0 (1.5 sul Nasdaq). La volatilità VIX é scesa a 25.34 punti (-1.63), il CBOE Equity put/call ratio é stabile a 0.45 e il Fear&Gred Index é a 53 punti (+1). I Summation Index sono ancora leggermente scesi.
Questa seduta positiva ci mostra che il mercato non é ancora pronto per scendere e deve probabilmente distribuire ancora qualche giorno.

Stamattina i mercati sono tranquilli e poco mossi. Il Nikkei perde il -0.38% - Shanghai sta salendo del +0.6%. Il future sull'S&P500 alle 07.30 era a 3707 punti - ora (08.30) e a 3717 punti (-1 punto). L'Eurostoxx50 vale 3577 punti - le borse europee apriranno con un balzo del +0.8%. Stamattina non andranno più in alto. Poi vedremo come la borsa americana reagirà all'esito dell'elezione al Senato dei rappresentanti per la Georgia.

Buona Epifania!

Commento del 5 gennaio

Key reversal day - fine del rialzo

L'incertezza che circonda l'esito dell'elezione dei rappresentanti al Senato americano per la Georgia ha secondo i media scatenato un'ondata di vendite in borsa che ha fatto precipitare l'S&P500 (-1.48% a 3700.65 punti) di più di 100 punti in poche ore. Ovviamente questa é solo una scusa - da giorni esistevano le premesse tecniche per questa caduta che costituisce una benefica purificazione di un eccesso di rialzo e di speculazione. Formalmente si é trattato molto probabilmente di un key reversal day. L'S&P500 ha aperto su un nuovo massimo storico a 3769.99 punti, é sceso fino a metà seduta a 3662 punti ed ha in seguito recuperato ad ondate fino ai 3700 punti. Abbiamo quindi tre delle quattro componenti che costituiscono il key reversal day - apertura in positivo, pesante perdita finale e volumi di titoli trattati in forte aumento e sopra la media (volume relativo a 1.1). Manca la chiusura sul minimo giornaliero - in effetti l'indice ha chiuso 38 punti sopra il minimo - sono tanti e mostrano che i rialzisti hanno ancora voce in capitolo.
Secondo noi questa seduta segna la fine del rialzo di novembre e dicembre - pensavamo che questa settimana potesse essere ancora moderatamente positiva - secondo gli oscillatori la borsa americana doveva toccare un massimo a metà settimana. Gli avvenimenti politici hanno anticipato il termine di un paio di giorni. Considerando l'andamento di questa seduta non pensiamo che debba esserci un'immediato calo di parecchi punti in percentuale. Probabilmente ci saranno alcuni giorni di distribuzione sui 3700-3725 punti prima che la correzione possa svilupparsi. Per il momento lo scenario più probabile é una correzione di una decina di giorni che faccia ridiscendere l'S&P500 sulla MM a 50 giorni attualmente a 3600 punti. 

Le borse europee come d'abitudine hanno seguito a distanza l'America. Gli indici sono saliti la mattina e sono scivolati verso il basso nel pomeriggio con un'accelerazione in serata. Hanno chiuso in maniera omogenea con moderati guadagni. L'Eurostoxx50 é salito fino a 3609 punti e alle 15.00 era ancora a 3602 punti. Infine é caduto a 3564 punti (+0.33%) salvando un magro bottino di 11 punti. L'indice non si allontana di molto dai 3650 punti. Le borse europee hanno reagito in maniera abbastanza compassata alla caduta a New York. Evidentemente le borse europee non possono ignorare una correzione della borsa americana ma sembrano in grado di non lasciarsi coinvolgere eccessivamente.

L'S&P500 ha aperto su un nuovo massimo storico a 3770 punti e questo é un evidente segnale positivo che finora non abbiamo sottolineato - la tendenza é ancora al rialzo malgrado i segnali di top e correzione. Il calo fino ai 3662 punti di minimo é stato dinamico e costante - é emersa una pressione di vendita che non si vedeva da mesi e ha fatto aumentare di parecchio il numero di nuovi minimi a 30 giorni (NL a 648). Inoltre c'é stato un forte aumento della volatilità VIX (26.97 punti, +4.22) come se gli investitori reagissero immediatamente al minimo segno di cedimento. La seduta al NYSE é stata negativa (ma non pessima) con A/D a 2629 su 4782, NH/NL a 701 su 648 e volume relativo a 1.1. La CBOE Equity put/call ratio é scesa a 0.47 (gli speculatori sembrano aver preso il vuoto d'aria come un'occasione d'acquisto) mentre il Fear&Greed Index é stabile a 52 punti (+ punto). I Summation Index sono nuovamente scesi.
Non si può subito vendere sulla base di un segnle parziale e non confermato e dopo solo una seduta negativa - potrebbe anche essere stato solo un'incidente di percorso. L'impressione é però che la festa di fine 2020 é finita.

Stamattina il future sull'S&P500 é a 3697 punti (+5 punti). Le borse asiatiche ignorano il tonfo a Wall Street (Nikkei -0.37%, Shanghai +0.7%). L'Eurostoxx50 alle 08.40 vale 3661 punti. Le borse europee apriranno in leggero calo (-0.1%) - non si lasciano influenzare molto dal calo dell'S&P500 e preferiscono focalizzarsi sul recupero nella seconda parte delle seduta e sul segnale positivo fornito stamattina dal future. Vedremo se hanno ragione nell'ignorare gli scricchiolii provenienti dall'America.

Aggiornamento del 4 gennaio

Effetto liquidità

Il nuovo anno inizia come da copione. La liquidità affluita sui conti risparmio legati alla previdenza sociale deve essere investita e questo provoca un'ulteriore ondata di acquisti. Il future sull'S&P500 sale a 3761 punti (+12 punti). L'effetto dovrebbe durare solo alcuni giorni e se qualcuno deve per una ragione o per un'altra comperare non é il momento giusto. È molto probabile che nei prossimi mesi si presenteranno delle occasioni migliori. Per ora però sono ancora i temi e la tendenza del 2020 a dominare.
Sul fronte politico ed economico non ci sono notizie di rilievo. Le prime pagine dei media sono ancora occupate dal tema pandemia-vaccinazioni mentre negli Stati Uniti si aspettano con trepidazioni i risultati domani dell'elezione dei rappresentanti della Georgia al Senato. È in gioco la maggioranza alla Camera - una vittoria dei democratici permetterebbe a Joe Biden di governare per 2 anni con il sostegno delle due Camere - questo gli permetterebbe di fare approvare parecchi progetti legislativi importanti per dare un'impronta alla sua presidenza.
Alle 08.30 l'Eurostoxx50 vale 3580 punti - le borse europee apriranno con guadagni di circa il +0.3%. Stamattina gli indici dovrebbero salire ancora qualche punto ma presto si fermeranno. Nel pomeriggio il rialzo potrebbe sgonfiarsi - dipende cosa decideranno di fare gli americani. Malgrado l'affetto liquidità la borsa americana sembra aver corso già tanto - forse troppo.

Commento del 2-3 gennaio

Più un asset era speculativo e privo di valore intrinseco e meglio ha performato tra novembre e dicembre

Nell'ultima seduta del 2020 l'S&P500 ha toccato un nuovo record storico a 3760.20 punti e ha chiuso poco più in basso a 3756.07 punti (+0.64%) con un guadagno di 24 punti. In questa maniera ha completato un'altra settimana positiva che conferma la tendenza di base rialzista della borsa americana (83.3% dei titoli sopra la SMA a 50 giorni e Bullish Percent Index sul NYSE a 74.84 punti). Le borse europee settimana scorsa hanno nuovamente sottoperformato ma ricordiamo ancora una volta l'effetto perverso dei cambi. Se calcoliamo tutte le performances nella stessa moneta vedrete che le differenze di base tra Europa e America non sono così grandi - il DAX nel 2020 ha guadagnato il +3.54% - se a questo aggiungiamo la rivalutazione dell'EUR sul USD del +8.89% arriviamo ad un risultato in USD di +12.43%. Fino ai +16.26% dell'S&P500 non manca molto.

Sappiamo che i titoli con i maggiori guadagni provengono spesso dal settore tecnologico. Sono anche dei titoli spinti dalla fantasia e dalla speculazione che non hanno un chiaro valore intrinseco. Se l'avessero ci sarebbe un punto di riferimento che impedirebbe al prezzo dell'azione di salire in maniera incontrollata. Quando invece si comincia a parlare di Intelligenza articiale, tecnologie distruttive o economia di scala tutto sembra possibile - grazie al momentum, all'alta liquidità e alla limitata offerta i prezzi delle azioni salgono in maniera astronomica - molti conoscono l'esempio di Tesla ma chi vuole studiare il fenomeno deve leggere la storia di AKR Invest e seguire i suoi investimenti come lo fanno migliaia di piccoli investitori. L'esponenziale sviluppo di questa società che investe quasi esclusivamente in nuove tecnologie é il segno dei tempi.

Ma torniamo all'analisi tecnica. A dicembre le borse hanno ridotto l'ipercomperato poiché il ritmo di salita del mercato é diminuito rispetto a novembre. Questo ha anche permesso alle MM di salire e riavvicinarsi agli indici - l'eccesso di rialzo é calato allontanandosi da livelli eccessivi e decisamente pericolosi. Anche a livello di sentiment abbiamo osservato un lento ritorno alla calma - gli investitori restano decisamente ottimisti ma non sono più euforici (Fear&Greed Index a 51 punti, +1 punto). Questo significa che a corto termine non c'é più un immediato bisogno di correggere. In teoria il rialzo potrebbe continuare nelle prime settimane del 2021. Ci sono però due aspetti da considerare.
Il primo é il fattore ciclico. Spesso il rally di Natale e di fine d'anno si esaurisce all'inizio dell'anno successivo dopo alcuni di giorni di acquisti provocati dalla liquidità affluita sui conti risparmio (sistemi previdenziali e casse pensioni) e che deve essere investita. Questa spinta dovrebbe esaurirsi nel corso di settimana prossima e poi dovrebbe esserci una prima correzione più o meno importante.
Il secondo aspetto é un evidente deterioramente della partecipazione. I Summation Index sono da giorni in calo - i nuovi massimi degli indici non vengono sostenuti da un buon rapporto A/D - il numero dei nuovi massimi a 30. 90 e 180 giorni é basso e non aumenta (NH a 463). Insomma i titoli che fanno salire gli indici sono pochi e se non si verifica un'ulteriore rotazione tra settori é probabile che presto a tardi I titoli "deboli" prevalgano obbligano gli indici ad una sostanziale correzione. I problema di questo deterioramento a livello di partecipazione é che c'é spesso bisogno abbastanza tempo (settimane) prima che affiori l'effetto negativo.

Riassumendo pensiamo che la borsa americana settimana prossima dovrebbe fermarsi sui 3750 punti di S&P500 - magari sullo slancio potrebbe guadagnare ancora un 1%. Dopo dovrebbe esserci una correzione minore - sia per eliminare gli eccessi sia per rispettare l'aspetto stagionale. Temiamo che per una correzione più importante (-10%/-20%) bisognerà aspettare i mesi di febbraio e marzo. Per esserne sicuri bisognerà vedere come inizia l'anno. Nei primi tre mesi del 2021 non c'é praticamente potenziale di rialzo mentre esiste un rischio di una sostanziale correzione di almeno un -10%.
In questa fase le borse europee potrebbero sovraperformare poiché ci aspettiamo un rafforzamento dell'USD e un indebolimento dell'EUR. Concretamente prevediamo un calo del cambio EUR/USD a 1.19. Come suggerito più volte a dicembre abbiamo venduto EUR sopra gli 1.22.

Le performance settimanali (3 sedute in Europa, 4 sedute in America) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             +0.80% a 3571 punti
SX7E (banche)          -1.25% a 74.21 punti
DAX                         +0.97% a 13718 punti
SMI                          +2.80% a 10703 punti
FTSE MIB                  +0.46% a 22233 punti
S&P500                     +1.43% a 3756.07 punti
Nasdaq100                +1.39% a 12888 punti

Giovedì 31 dicembre a New York c'é stata una seduta normale mentre buona parte delle piazze finanziarie europee erano già chiuse. Ci aspettavamo una seduta tranquilla e senza sostanziali movimenti. In effetti fino alle 20.00 non é successo nulla di importante. Solo nelle ultime due ore di contrattazioni c'é stata un'ondata finale d'acquisti. L'S&P500 é salito dai 3730 punti fino ai 3760 punti e ha chiuso a 3756.07 punti (+0.64%). Gli investitori hanno festeggiato in maniera loro una buona annata.
La tecnologia ha seguito l'S&P500 (Nasdaq100 +0.33% a 12888 punti) mentre l'indice delle PMI Russell2000 (-0.26%) ha perso terreno - il calo di quest'ultimo indice delle ultime sedute del 2020 é una ragione supplementare per prevedere una correzione minore della borsa americana all'inizio del 2021.
La seduta al NYSE é stata moderatamente positiva con A/D a 4000 su 3361, NH/NL a 463 su 315 e volume relativo a 0.6 (1.0 sul Nasdaq). la volatilità VIX é rimasta ferma a 22.75 punti (.0.02) mentre il CBOE Equity put/call ratio é livitato a 0.56 (MM a 10 giorni a 0.45). L'aumento del put/call ratio da livelli depressi avviene spesso prima di una correzione - in questo caso non siamo sicuri se bisogna seguire questo segnale visto che le ultime sedute prima della fine dell'anno sono spesso anomale.
Riassumendo prima della fine dell'anno ci sono state delle accelerazioni eccessive sia in borsa che su altri mercati (divise, criptovalute) che doveo essere corrette all'inizio del 2021. Le borse non sembrano però tecnicamente pronte per una correzione più importante. Ci vuole prima un periodo di distribuzione.

Commento del 1. gennaio 2021

Le performance annuali (2020) degli indici azionari sono state le seguenti:
Eurostoxx50             -4.72% a 3571.59 punti
SX7E                        -23.26% a 74.21 punti
DAX                         +3.54% a 13718 punti
SMI                          +0.82% a 10703 punti
FTSE MIB                  -5.41% a 22233 punti
S&P500                    +16.16% a 3756.07 punti
Nasdaq100               +47.58% a 12888 punti
Nikkei                      +16.01%
Shanghai                  +12.57%

EUR/USD a 1.2215 (+8.89%)
EUR/CHF a 1.0815 (-0.40%)
Oro a 1898 USD/oncia - 1554 EUR/oncia
Petrolio (WTI) a 48.52 USD/barile
Reddito USTBond decennale (USD) a 0.93%
Reddito Bund decennale (EUR) a -0.572%

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